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GUIDA PRATICA AL CONTROLLO ULTRASONICO|
15.3,1979
RE/liv
SCELTA DEI TRASDUTTORI
Perticolare cura all'inizio di ogni controllo ultrasoni-
co va posta nella scelta del trasduttore,
Essa va effettuata in base alle caratteristiche geome-
triche (spessore, curvatura, ecc,) e fisiche (natura del
materiale, struttura cristalline, trattamenti subiti,
ecc,) del materiale in esame e in base alla natura, alla
disposizione ed al valore minimo della discontinuita che
si vuol rilevare,
Di seguito indichiamo gli elementi che magciormente in-
fluenzano la scelta del trasduttore:
1) = Frequenza
Le frequenze elevate consentono una magcior risoluzio-
ne 2 selettivita di controllo, in quanto le dimensioni
minime di una discontinuita riflettente devono essere
dell'ordine di un quarto della lunghezze d'onda US in-
dotta nel materiale. Per contro, tanto maggiore & la
frequenza, tanto maggiore & l'attenuazione subita da-
gli ultrasuoni nel materiale in esame.
In base a quanto sopra si consiglia normalmente 1'im—
piego di:
= frequenza 10 Miz: controllo di spessori nel campo
da 1,5 a 5 mm; classificazione dei materiali in rife
rimento al diverso grado di assorbimento e diffusio-
ne dell'energia ultrasonica, ricerca di difetti di
minima entit&, controlli di Laboratorio,
frequenza 6 Miz: controlli in immersione e controlli
a carattere industriale con esigenze di elevata pre-
cisione e misure di spessore su materiali di elevate
trasparenza US.
frequenza 4 Miz: normale controllo industriale di
trafilati, saldature, forgiati e fucinati con super
fici di accoppiamento lisce e ricerca di piccole di-
scontinuita.
frequenza 2 Miz: normale controllo industriale di
pillette, forgiati, fucinati, fusioni, trafilati e
saldature.
frequenza 1 MHz: controllo di acciai austenitici,
fusioni di grosso spessore, materie plastiche e ce-
ramiche.
MOD, aa BODO 7coors
1,2)
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~ frequenza 0,5 MHz: controllo materiali refrattari,
ghisa meccanica, fusioni in acciaio austenitico.
= Dimensioni
Le dimensioni geometriche del trasduttore influenzano
l'apertura del fascio di ultrasuoni emessi, Di c1d
occorre tenere conto particolarmente nel controllo
delle saldature ed in tutti quei controlli in cui &
richiesta una elevata precisione ed in genere nei con
trolli automatict.
Occorre in ogni caso tenere presente che un trasdutto
re con elemento piezoelettrico di maggiori dimensioni
consente l'esplorazione di una maggior parte dell'ele
mento sotto controllo, Poiché l'energia applicata al
trasduttore resta pressoché costante al variare delle
dimensioni dello stesso, la densita di energia ultra-
sonica nella zona prossima o cilindrica del fascio sa
ra inferiore in un trasduttore di grandi dimensioni
e quindi uno stesso difetto fornisce una riflessione
pil debole se esplorato con un trasduttore di maggio-
re area emittente.
1.3) - Angolo emissione
Quando l'angolo di emissione non sia strettamente de~
terminato da motivi inerenti alla geometria del pezzo,
41 criterio di scelta pud essere influenzato anche da
questi fattori: trasduttord con angolo di emissione
superiore a 70° possono facilmente dare luogo a propa
gazione di onde superficiali, specialmente se impiega
£i su superfici curve; trasduttori con engolo di 35°
possono nelle stesse condizioni generare onde longitu
dinali,
Per quanto noto @ bene rammentare che l'angolo indica
to sul trasduttore & quello compreso tra la normale
alla superficie di contatto del trasduttore e la dirg
zione di propagazione del fascio nell'acciaio; operen
do su materiali diversi dall'acciaio, l'angolo di e~
missione varier& conformemente alla legge di Snell.
Un elemento a facce parallele di qualsiasi sostanza
interposta tra 11 trasduttore e la superficie di con-
tatto del pezzo esaminato, lascia inalterata la dire-
zione di propagazione nell'interno del pezzo.
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1.4) - Zona morta
Quando un unico elemento piezoelettrico agisce sia da
trasmettitore che da ricevitore @ intuitivo come l'ap-
parecchio non sia in grado di separare l'eventuale se-
gnale di riflessione prima che sia terminata l'emis-
sione dell'impulso di energia ultrasonica.
Cid determina la cosidetta zona morta del trasduttore.
Poiché 1'impulso emesso assume la forma di una oscille-
zione rapidamente smorzata & evidente, come si rileva
dalla figura 1, che le zona morta sara tanto maggiore
quanto pit bassa @ la frequenza di funzionamento del
trasduttore. (A parita di numero di oscillezioni il
tempo impiegato a compierle per una sonda da 1 Miz &
doppio che per una sonda da 2 Miz.
Fig. 1
forma d'onda nel
1 Miz 2 Miz
l'impulso US ad
Le 2 Miz.
fr
forma dell'impul,
so nella presen-
tazione sullo
schermo dell'ap-
parecchio.
A
zona morta zona morta
Supponendo, ad esempio, di ottenere uno smorzamento suf
ficiente dopo tre oscillazioni ne risulta una zona mor-
ta teorica pari circa a 3 lunghezze d'onda degli ultra-
suoni nel materiale in cui si propagano; ad esempio,
per frequenza di emissione degli pltrasuoni 3 Miz e pro
pagazione nell'acciaio {V1 = §.10 mm/sec) risulterebbe
una zona morta di (6,10°/3,10°) x 3 = 6 mm,
In pratica la zona morta pud risultare aumentata dalle
riflessioni che si generano nel passaggio degli ultra
suoni del trasduttore al pezzo in esame, in misura tan-
to maggiore quanto pil la superficie di contatto @ ir-
regolare.
Un altro fattore che produce un aumento della zona mor-
ta & costituito dalle riflessioni di energia ultrasoni-
fe
MOB, aa 2000-778 Cots SoA