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2.513 REV,3 GUIDA PRATICA AL CONTROLLO ULTRASONICO| 15.3,1979 RE/liv SCELTA DEI TRASDUTTORI Perticolare cura all'inizio di ogni controllo ultrasoni- co va posta nella scelta del trasduttore, Essa va effettuata in base alle caratteristiche geome- triche (spessore, curvatura, ecc,) e fisiche (natura del materiale, struttura cristalline, trattamenti subiti, ecc,) del materiale in esame e in base alla natura, alla disposizione ed al valore minimo della discontinuita che si vuol rilevare, Di seguito indichiamo gli elementi che magciormente in- fluenzano la scelta del trasduttore: 1) = Frequenza Le frequenze elevate consentono una magcior risoluzio- ne 2 selettivita di controllo, in quanto le dimensioni minime di una discontinuita riflettente devono essere dell'ordine di un quarto della lunghezze d'onda US in- dotta nel materiale. Per contro, tanto maggiore & la frequenza, tanto maggiore & l'attenuazione subita da- gli ultrasuoni nel materiale in esame. In base a quanto sopra si consiglia normalmente 1'im— piego di: = frequenza 10 Miz: controllo di spessori nel campo da 1,5 a 5 mm; classificazione dei materiali in rife rimento al diverso grado di assorbimento e diffusio- ne dell'energia ultrasonica, ricerca di difetti di minima entit&, controlli di Laboratorio, frequenza 6 Miz: controlli in immersione e controlli a carattere industriale con esigenze di elevata pre- cisione e misure di spessore su materiali di elevate trasparenza US. frequenza 4 Miz: normale controllo industriale di trafilati, saldature, forgiati e fucinati con super fici di accoppiamento lisce e ricerca di piccole di- scontinuita. frequenza 2 Miz: normale controllo industriale di pillette, forgiati, fucinati, fusioni, trafilati e saldature. frequenza 1 MHz: controllo di acciai austenitici, fusioni di grosso spessore, materie plastiche e ce- ramiche. MOD, aa BODO 7 coors 1,2) 7000-778 GUIDA PRATICA AL CONTROLLO ULTRASONICO RE/liv ~ frequenza 0,5 MHz: controllo materiali refrattari, ghisa meccanica, fusioni in acciaio austenitico. = Dimensioni Le dimensioni geometriche del trasduttore influenzano l'apertura del fascio di ultrasuoni emessi, Di c1d occorre tenere conto particolarmente nel controllo delle saldature ed in tutti quei controlli in cui & richiesta una elevata precisione ed in genere nei con trolli automatict. Occorre in ogni caso tenere presente che un trasdutto re con elemento piezoelettrico di maggiori dimensioni consente l'esplorazione di una maggior parte dell'ele mento sotto controllo, Poiché l'energia applicata al trasduttore resta pressoché costante al variare delle dimensioni dello stesso, la densita di energia ultra- sonica nella zona prossima o cilindrica del fascio sa ra inferiore in un trasduttore di grandi dimensioni e quindi uno stesso difetto fornisce una riflessione pil debole se esplorato con un trasduttore di maggio- re area emittente. 1.3) - Angolo emissione Quando l'angolo di emissione non sia strettamente de~ terminato da motivi inerenti alla geometria del pezzo, 41 criterio di scelta pud essere influenzato anche da questi fattori: trasduttord con angolo di emissione superiore a 70° possono facilmente dare luogo a propa gazione di onde superficiali, specialmente se impiega £i su superfici curve; trasduttori con engolo di 35° possono nelle stesse condizioni generare onde longitu dinali, Per quanto noto @ bene rammentare che l'angolo indica to sul trasduttore & quello compreso tra la normale alla superficie di contatto del trasduttore e la dirg zione di propagazione del fascio nell'acciaio; operen do su materiali diversi dall'acciaio, l'angolo di e~ missione varier& conformemente alla legge di Snell. Un elemento a facce parallele di qualsiasi sostanza interposta tra 11 trasduttore e la superficie di con- tatto del pezzo esaminato, lascia inalterata la dire- zione di propagazione nell'interno del pezzo. 2,513 REV.3 15,3,1979 2.513 REV,3 15.3.1979 RE/liv GUIDA PRATICA AL CONTROLLO ULTRASONICO 1.4) - Zona morta Quando un unico elemento piezoelettrico agisce sia da trasmettitore che da ricevitore @ intuitivo come l'ap- parecchio non sia in grado di separare l'eventuale se- gnale di riflessione prima che sia terminata l'emis- sione dell'impulso di energia ultrasonica. Cid determina la cosidetta zona morta del trasduttore. Poiché 1'impulso emesso assume la forma di una oscille- zione rapidamente smorzata & evidente, come si rileva dalla figura 1, che le zona morta sara tanto maggiore quanto pit bassa @ la frequenza di funzionamento del trasduttore. (A parita di numero di oscillezioni il tempo impiegato a compierle per una sonda da 1 Miz & doppio che per una sonda da 2 Miz. Fig. 1 forma d'onda nel 1 Miz 2 Miz l'impulso US ad Le 2 Miz. fr forma dell'impul, so nella presen- tazione sullo schermo dell'ap- parecchio. A zona morta zona morta Supponendo, ad esempio, di ottenere uno smorzamento suf ficiente dopo tre oscillazioni ne risulta una zona mor- ta teorica pari circa a 3 lunghezze d'onda degli ultra- suoni nel materiale in cui si propagano; ad esempio, per frequenza di emissione degli pltrasuoni 3 Miz e pro pagazione nell'acciaio {V1 = §.10 mm/sec) risulterebbe una zona morta di (6,10°/3,10°) x 3 = 6 mm, In pratica la zona morta pud risultare aumentata dalle riflessioni che si generano nel passaggio degli ultra suoni del trasduttore al pezzo in esame, in misura tan- to maggiore quanto pil la superficie di contatto @ ir- regolare. Un altro fattore che produce un aumento della zona mor- ta & costituito dalle riflessioni di energia ultrasoni- fe MOB, aa 2000-778 Cots SoA

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