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CaPITOLO 15 La Chiesa tra la gente Il luogo pit raggiungibile — non unico — per crescere nella fede e fare esperienza di Chiesa é, senz’altro e fin dal IV secolo, la parrocchia. L’immagine che il lettore oggi pud avere delle parrocchie e dell’azione dei ministri ordi- nati (presbiteri e diaconi permanenti) chiamati a guidarle, pud essere quella di un coacervo di modi per interpretare Pidentita di Chiesa che connota la parrocchia e il ruolo dei ministri tale da suscitare qualche perplessita e anche, in alcuni casi, un certo smarrimento, quando non un senso di frustrazione. Il problema esiste. In tempi di cambiamento come Pattuale, tutto si muove in modo piuttosto songets vo, per intuizioni, le quali, se spinte all’estremo, conduco- no alla frammentazione e alla perdita dell’identita, Nelle parrocchie italiane convivono diverse modalita interpreta- tive della propria identita. E necessario riflettere teologi- camente e in modo critico sui risvolti odierni di questa istituzione fondamentale — non unica, certamente — per lazione evangelizzatrice della Chiesa. Parrocchia i : verbo greco parcikeo significa sia «abitare accanto, Vicino» sia «chj » o che abita come forestie- To in una citta. Con quest’ultimo significato Termine “Parrocchia» appare nei primi documenti cristiani (Lettera a ; . Ee om Clemente Romano ai Corinzi, | secolo) ove indica la co- nunita locale, Fino al III secolo, il termine assume 1 lue JOVANNI VILLATA - Teologia pastoral 250 s peer sensi e, di conseguenza, la parrocchia viene intesa sia come comunita locale sia — nella prospettiva escatologica - come comunita di forestieri (estranei): abitano «come stranieri e pellegrini in questo mondo» (1Pt 2,11). Anche quest’annotazione fa balzare agli occhi come le comunita degli inizi avessero forte il senso dell’attesa dell’immi- nente ritorno del Signore. Questo concetto, dunque, & presente anche nell’eta sub-apostolica. Clemente di Roma intorno all’anno 100 scrive: «Alla Chiesa di Dio esule (straniera) a Roma, alla Chiesa di Dio esule a Co- rinto». Policarpo, qualche anno dopo, si esprime allo stesso modo: «alla Chiesa di Dio che dimora esule a Fi- lippi». Sembra che nel II secolo il termine indicasse le comunita cristiane che vivevano tra i pagani e 1 giudei, in “situazione di diaspora, di dispersione, mm mezzo alle en ti, come straniere. Origene (Contra Celsum TII,29) affer- ma che le Chiese di Cristo, in rapporto agli assembra- menti dei popoli in cui dimorano (paroikein), sono come fari nel mondo.' Il termine _«parrocchia», dunque, originariamente, a- yeva una connotazione profondamente teologica, conno- tazione che passa poi in secondo piano fino a scomparire, in certe epoche, quando l’istituzione viene concepita piut- tosto con_connotazioni_ amministrative. Oggi si tende a riprendere il significato teologico ed ecclesiale della par- rocchia come descritto dalla esortazione apostolica post-sinodale di Giovanni Paolo II Christifideles laici sulla vocazione e missione dei laici nella Chiesa. In questo im- portante documento, la parrocchia @ identificata come «Lultima localizzazione della Chiesa, é in un certo sen- So /a Chiesa stessa che vive in mexxo alle case dei suoi figh € delle sue fighe» (C{L 26). Ponendosi nella prospettiva teo~ logica ed ecclesiale si scopre il vero volto della parrocchia, «mistero» stesso della Chiesa presente e operante in essa, anche se, a volte, povera di persone e di mezzi, altre volte * V. Bo, Storia della parrocchia, 5 voll., EDB, Bologna 2004. (yo 15- ta Chiesa trata gente 251 dispersa su territori quanto mai vasti, © quasi introvabile allinterno di popolosi e caotici quartieri moderni. La parrocchia € una comunita di fede e organica, os- sia costituita dai ministri ordinati e dagli altri cristiani, nella quale il parroco, che rappresenta il vescovo diocesa- no, costituisce il vincolo gerarchico con tutta la Chiesa articolare. Non & solo una struttura, un territorio, un edificio, é soprattutto «la famiglia di Dio, come una fra- ternita animata dallo spirito d’unita» é «una casa di fami- glia, fraterna ed accogliente», é la «comunita di fedeli» (CFL 26). FonTANA DEL VILLAGGIO «Crediamo semplicemente che questa antica e venerata struttura della parrocchia, ha una missione indispensabile e di grande attuali- ta». Subito di seguito, indicava i compiti che ad essa sono affidati. «Ad essa spetta - dice il Papa - creare la prima comunita del popolo cristiano; ad essa iniziare e raccogliere il popolo nella normale espressione della vita liturgica; ad essa conservare e rawivare la fede nella gente d’oggi; ad essa fornirle la scuola della dottrina salvatrice di Cristo; ad essa praticare nel sentimento e nell‘opera I’umile carita delle opere buone e fraterne». Nel numero seguente si legge ancora: «Come amava dire papa Giovanni, la “fontana del villaggio” [...] alla quale tutti ricorrono per la loro sete». Proto VI, Allocuzione al clero romano, nn. 26-27. E nella parrocchia che uno celebra i momenti pit im- Portanti dell’esistenza (nascita, matrimonio, morte); che Si pud incontrare un sacerdote quando se ne ha bisogno; 0 cui portare i propri figli, non solo all’oratorio, nei grup- Pi, ma anche nei cammini d’iniziazione cristiana, perché Possano crescere nella fede, ritrovarsi come adulti e come iglie ¢ maturare una pitt consapevole appartenenza ec- “siale. E in parrocchia che si celebra l’eucaristia dome- cale ~ fonte e culmine della vita del credente ¢ della esa -, nella quale il credente condivide la duplice mensa della Parola e del pane. Rispetto alla sensibi Manifestata verso gli inizi, oggi, nella pastorale della par-

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