19.10.

2009
Un anno dopo,
Saggio di il II meeting dei Comunicatori Pubblici
EUGENIO IORIO
Relazione introduttiva.

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Un anno fa quando abbiamo deciso di istituire un momento di confronto
con quei comunicatori pubblici che lavorano con noi e che insieme a noi
“fanno rete”, ponevamo oggettivamente un bisogno.
Il bisogno di nuove geometrie di relazione tra P.A. e cittadini perché per
ricostruire la sacralità delle istituzioni non si può rimanere nella propria sfera
di auto-referenzialità.
Partire dal riconoscimento della propria autoreferenzialità è stato necessario
per iniziare a immaginare una Pubblica Amministrazione, una Regione, la
Regione Puglia diversa, capace di essere riconosciuta dai cittadini, sentita
amica, vicina, disponibile, presente nella propria vita.
Ma soprattutto capace di fare respiri lunghi, perché i respiri corti della
politica, quelli degli annunci del tutto e subito, quelli della ricerca del
consenso, trasformano la comunicazione in pubblicità.
Rimanere nella logica di autoreferenzialità significa rimanere nel dominio del
potere, significa rappresentare la verità del potere non comunicare la verità.
Ritengo, rubando una citazione al presidente Vendola, che il problema
fondativo oggi sia la ricostruzione di un vocabolario, perché le parole,
problema del nostro tempo, producono un continuo ribaltamento semantico
e una perenne frattura con il significato.
L’innovazione per la Regione Puglia
Perché innovazione non è solo l’introduzione o l’adozione di una nuova
tecnologia: per la Puglia innovazione è un nuovo modo per “fare le cose”,
un metodo che si crea sostenendo la nascita e il consolidamento di reti che
coinvolgono alla pari soggetti pubblici e privati, nodi di scambio di
competenze che condividono obiettivi di crescita e cambiamento.
L’innovazione in Puglia si coniuga soprattutto con un’idea di migliore qualità
della vita.
Relazione introduttiva Non può essere solo economica la direttrice per l’evoluzione di una

Saggio di comunità: lo sviluppo è reale se riguarda anche la socialità, il territorio, la

EUGENIO IORIO mobilità, l’ambiente, la cultura.
La Puglia che innova non guarda ai prodotti, ma ai risultati finali.
Per questo ogni progetto, legge, piano, si avvia coinvolgendo fin dall’inizio i
Facebook destinatari dell’azione pubblica, compulsandone i bisogni, valutando le
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Twitter proposte, agevolando l’interazione tra loro, facendoli protagonisti delle fasi
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attuative.
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www.slideshare.net/e.iorio Non si lavora sul territorio o sulle città senza pensare alle persone, alla loro
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www.ottavopiano.it Come in democrazia la forma è sostanza, in Puglia il metodo innovativo è
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parte stessa delle cose che genera.
La comunicazione ha un ruolo importante in tutto questo.
E’ il grado di ricostruzione ciò che chiamiamo sacralità delle istituzioni, del
loro significato per la collettività.
E nel significato più vero di civil servant, servitore della collettività, che trova
la ragione di essere la comunicazione pubblica.
E forse è proprio questa ragione che ha portato il nostro percorso di
innovazione nella comunicazione pubblica, ormai riconosciuto in Italia, a
consegnarci 10 premi in tre anni.
I premi (10 in tre anni)
Compa 2007
Premio “Qualità”, motivazione: “Per lo sviluppo del Sistema Puglia che,
attraverso un percorso circolare della comunicazione, facilita il processo
partecipativo favorendo il coinvolgimento e la condivisione delle scelte, in
una visione orientata al futuro”.
Formez 2007
Premio “La P.A. che si vede” per il servizio di webtv.
ForumP.A. 2007
Premio Regionando 2007, per le politiche dell’ambiente, inclusa
l’educazione ambientale e la comunicazione.
Funzione Pubblica 2008
Premio “Non solo fannulloni”a Eugenio Iorio.
ComLAB 2008
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Premio una “P.A. da favola” con il progetto “Sognando nuvole bianche”
motivazione: ” Per la capacità di sensibilizzare il mondo dell’infanzia allo
sviluppo di un’etica del buon vivere comune, attraverso un laboratorio di
comunicazione ambientale”.
Bit 2009
Premio Bit 2009 : premiato il portale viaggiareinpuglia.it
ForumP.A. 2009
Premio “Sfide” per la gestione integrata dei rifiuti, inclusa la comunicazione.
Premio “Lavoriamo insieme” per il modello Empulia – centrale acquisti
telematica.
Premio “Migliore innovatore dell’anno. Forumpa 2009” a Eugenio Iorio.
ComLAB 2009
Premio “Comunicazione Pubblica” a Vendola, motivazione: “Innova lo stile e
gli strumenti della comunicazione pubblica”.
Tanti, onestamente.
Premiano particolarmente uno sforzo, però.
La crisi delle istituzioni, il senso di sacralità da ripristinare
Perché prima che l’adozione di nuove tecnologie e di nuovi comportamenti,
infatti, credo sia necessario ricostruire il senso di sacralità delle Istituzioni
nel cittadino.
Soprattutto nei momenti di crisi.
Senza questo mutuo riconoscimento, senza la ricostruzione di una
autorevolezza della voce istituzionale, è molto difficile che il cittadino scelga
consapevolmente il dialogo con l’amministrazione pubblica, a prescindere
da quanti e quali strumenti vengano adottati.
Il problema si pone quindi nei termini di cessione del diritto, nell’ottica della
trasparenza, della rappresentatività e dell’uguaglianza dei cittadini.
La più che vituperata immagine della P.A. come “casa di vetro” deve cedere
il tempo a una idea di cessione di potere dell’informazione.
È terribilmente difficoltoso prendere sul serio i cittadini, quello che
percepiscono sulla realtà, sulle cose che possono considerarsi buone
pratiche e su quelle che, invece, non vanno.
Nel senso comune della burocrazia, ma anche della politica, spesso i
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cittadini sono considerati problemi.
A volte non hanno nulla di interessante da dire, altre volte si lamentano
solamente.
Dicono cose o banali o incomprensibili. Eppure così non è.
Tutti i cittadini sono esperti almeno dell’ambiente che vivono
quotidianamente, dello spazio
che abitano, delle vicende di cui sono protagonisti: conoscono un pezzo
della realtà che i burocrati e i politici non vivono.
E quando si elabora una politica pubblica, cioè la risposta ad un problema
complesso, bisogna accumulare una notevole quantità di conoscenze
perché la risposta contenuta in quella politica sia adeguata e che incida.
La maggior parte delle politiche pubbliche e decisioni si rivelano inefficaci
perché inadeguate.
Attuare politiche di e-democracy, istituendo gli strumenti di partecipazione
più adeguati, significa prendere sul serio i cittadini, ricucendo la frattura tra
le istituzioni e la società ma anche sbagliare di meno.
E per sbagliare di meno bisogna confrontarsi tra Pubbliche Amministrazioni,
cittadini e imprese.
Bisogna parlarsi e capire oggi, nel pieno di una nuova era digitale, come
migliorare la reciproca comprensione.
Ma comprendere soprattutto la società che cambia e come attraverso la
ricostruzione della sacralità delle istituzioni è possibile reimmaginare un
sogno collettivo.
E’ questa la chiave di funzione che noi diamo alla comunicazione pubblica.
La comunicazione pubblica oggi in Italia
La comunicazione pubblica in Italia – nonostante sia riconosciuta
giuridicamente e disponga di eccellenti corsi universitari, che ne fanno un
caso favorevole e unico in Europa – fatica a diventare una realtà
sistematicamente diffusa e organizzata, vale a dire lo strumento primo per
realizzare un rapporto paritario tra strutture pubbliche e private.
E’ solo attraverso per mezzo della comunicazione pubblica che si può
creare una Pubblica Amministrazione condivisa.
E la comunicazione è un passaggio obbligato di ogni progetto di
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modernizzazione.
Eppure l’indifferenza della Funzione Pubblica per la comunicazione pubblica
non fa solo preoccupare i comunicatori pubblici, è il segno evidente di una
fiducia eccessiva nella onnipotenza della politica.
Il primato della quale va riconosciuto e rispettato nelle premesse e nelle
scelte, non nell’ambizione, impossibile e illegittima, di riuscire a gestire ogni
risvolto della vita amministrativa.
Non vorrei che al posto della crescente della cultura della comunicazione
pubblica nel nostro Paese finisse con il prevalere, incontrastata, una cultura
della pubblicità, che è senza dubbio, un indice di modernizzazione e che
tuttavia nella sfera pubblica rischia di avere effetti di corto respiro o
addirittura controproducenti.
Controproducenti perché, alla lunga, possono spegnere potenzialità di
contributo e di adesione, che sono invece, a mio parere, essenziali per la
riuscita di progetti di rinnovamento che devono saper cambiare sia le
procedure burocratiche che i comportamenti civili.
Limitare la comunicazione alla fase di annuncio o rottura, senza cioè
prevedere una continuità e uno sviluppo dello scambio istituzioni-opinione-
pubblica se non a livello caricaturale avrà pure una iniziale efficacia
pubblicitaria, ma poco costruisce di duraturo.
Non è innovazione questa.
Come è insensato far giudicare i cittadini sull’operato della P.A. senza aver
ricostruito la conoscenza delle istituzioni, fatta, in primis, dalla
consapevolezza dei diritti e dei doveri di ogni cittadino.
Valutare emotivamente non aiuta, valutare con consapevolezza è
necessario.
E tutto questo è semplicemente il dominio della comunicazione politica
sulla comunicazione pubblica.
Senza questo mutuo riconoscimento, senza la ricostruzione di una
autorevolezza della voce istituzionale, è molto difficile che il cittadino scelga
consapevolmente il dialogo con l’amministrazione, a prescindere da quanti
e quali strumenti vengano adottati.
Il problema si pone, ripeto, quindi nei termini di cessione del diritto,
nell’ottica della trasparenza, della rappresentatività e dell’uguaglianza dei
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cittadini.
E’ necessario ristabilire un principio di autorevolezza che è la risultante di
diritti e doveri.
Il dovere dell’amministrazione è cedere l’informazione che produce affinché
i cittadini e le altre Amministrazioni possano utilizzarla strategicamente ed
essere sempre informati.
Dovere del cittadino è conoscere con consapevolezza le diverse
competenze degli enti pubblici.
Il problema si pone nell’ottica dell’uguaglianza dei cittadini.
Secondo noi questi sono i principi fondamentali nella comunicazione
istituzionale, considerando questa è strategica quando è intesa come un
flusso che scorre a monte, durante e a valle dei processi.
Storie di ordinaria efficienza
(citazione per il Comune di Ceglie)
Abbiamo ottemperato a tutte le disposizioni che la Funzione Pubblica ha
posto.
Siamo stati pronti ad aderire all’obiettivo Trasparenza del Ministro Brunetta,
siamo andati oltre con la legge regionale sulla trasparenza.
Siamo stati tra i primi ad aderire a Linea Amica senza essere invitati dal
Ministro Brunetta.
In Puglia la comunicazione riveste un ruolo di primo piano nella costruzione
di una buona immagine, di una efficace informazione ai mezzi di
comunicazione di massa, di una efficiente comunicazione interna e di una
valida comunicazione rivolta ai cittadini.
La strategicità della comunicazione accompagna e non segue
semplicemente le scelte dell’amministrazione: la comunicazione
istituzionale è uno strumento strategico, anche e soprattutto, in vista del
miglioramento organizzativo, perché se utilizzato bene aiuta a semplificare
le procedure e a costruire un dialogo efficace con gli interlocutori esterni, ed
una risorsa determinante in grado di razionalizzare l’attività degli uffici,
aiutandoli lavorare in modo più coordinato ed efficiente.
In Puglia abbiamo costruito un sistema integrato di comunicazione che è
divenuto patrimonio culturale di tutto l’Ente e in cui ogni Servizio
amministrativo partecipa alla sua costruzione ed al suo sviluppo,
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costruendo un linguaggio condiviso, comprensibile e possibilmente univoco
nei confronti degli interlocutori esterni.
Siamo l’unica regione d’Italia in cui le attività di comunicazione dei Servizi
amministrativi sono supervisionate e valutate nella pianificazione, nei bandi
di gara e nella esecuzione dal Servizio Comunicazione Istituzionale.
Dall’utilizzo del web, con la nostra piattaforma Puglia 2.0 e dei più diffusi
social network alla realizzazione di pubblicazioni secondo i canoni
dell’information design, la Comunicazione Istituzionale della Regione Puglia
crea e innova all’interno del suo laboratorio di idee e vince la diffidenza
verso le nuove modalità di relazione tra pubblico e privato.
Abbiamo lavorato per la razionalizzazione della spesa pubblica: gare
telematiche, forniture online con Empulia, il centro acquisti telematico
regionale, e per risparmiare denaro e massimizzare le risorse nella
ripartizione mezzi delle campagne di comunicazione della PA: il Centro
Media.
Abbiamo internalizzato molte competenze e costruito un rapporto sano con
il mercato.
E un plauso va a chi costantemente si aggiorna sempre di più per fare
meglio nella Pubblica Amministrazione, e soprattutto anche a quei Comuni
come Ceglie Messapica che con la realizzazione del nuovo sito web sono
stati capaci di esprimere competenze che oggi la società tecnologica in cui
viviamo impone di avere.
Conclusioni
Abbiamo attivato così nuove geometrie di relazione.
Sentiamo la necessità sempre più di far decollare la comunità professionale
dei comunicatori pubblici pugliesi: ovvero i colleghi che già operano nella
Pubblica Amministrazione, gli studenti, i docenti delle Università, gli
amministratori che sanno come comunicare non faccia rima con
propagandare e, infine, tutti gli innovatori impegnati a realizzare un sistema
pubblico non solo efficiente ma attento e sensibile ai problemi di una
società che sta vivendo in una devastante crisi sociale ed economica.
Perché far crescere la comunità professionale dei comunicatori pubblici
vuol dire, allo stesso tempo, rafforzare il valore della comunicazione come
elemento strategico del cambiamento.
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Perché siamo invece convinti che solo la comunicazione pubblica possa
evitare i vecchi e i nuovi mali, che la propaganda si trasformi in pubblicità,
che la babele delle lingue e la confusione delle tecniche continuano ad
arrecare al sistema pubblico.

Professionalità, competenza, visione strategica condivisa, affermazione di

una vera disciplina sono gli elementi della comunità dei comunicatori
pubblici che noi vogliamo oggi contribuire a formare.
Per questo che abbiamo ripetuto anche quest’anno il Public Camp, è anche
per questo che ci avete premiato con 4500 iscrizioni ai nostri convegni, ai
nostri masteri, ai nostri workshop.
Questo grazie a voi tutti.
E allora buon secondo meeting dei comunicatori pubblici.

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