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PREMESSA
L’evoluzione delle macchine è stata negli ultimi tempi molto rapida, anche
grazie al supporto di attività di test e sperimentazione sulle macchine, per test
si intende ogni attività finalizzata a fornire dati per modelli di calcolo e per
collaudi a fine linea.
Sperimentazione e test, sono due attività intimamente connesse, ed
entrambe molto importanti per lo sviluppo sia in termini di prestazioni che di
affidabilità di una macchina, queste attività affiancano la progettazione più
teorica fornendole un riscontro sperimentale, pertanto non sono da ritenere
attività subordinate sia nello sviluppo dei nuovi prodotti che nell’evoluzione di
quanto già presente sul mercato.
In un progetto di ricerca e sviluppo, le attività sperimentali sono
notevolmente costose, sia in termini di impiego della risorsa tempo, che da un
punto di vista puramente economico, attualmente per cercare di ridurre i costi,
si tende a schematizzare le fenomenologie con l’ausilio di modellizzazione al
calcolatore, così da ridurre al minimo i test veri e propri, ma anche per
pianificare nuovi percorsi di ricerca e sperimentazione.
Scopo di questo corso è fornire la conoscenza di base dei metodi, delle
attrezzature e delle problematiche connesse alla sperimentazione sulle
macchine per collaudo, verifica, ricerca e sviluppo.
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Appunti dalle lezioni di DMMIA
G
g
U g
Questo rapporto può essere determinato mediante tre possibili tipi di misure:
o Misura diretta (o relativa) -
Confronto diretto fra grandezze fisiche ed unità, è possibile effettuarla
solo in rari casi, ad esempio per misurare una lunghezza.
o Misura indiretta (o assoluta) -
Si risale alla misura di G attraverso la misura di altre grandezze legate a
quella da misurare, bisogna però conoscere le relazioni che legano tra
loro le grandezze fisiche coinvolte nel processo di misura.
o Misura con strumenti tarati –
Attraverso l’inserzione nel sistema di una sonda sensibile, che provoca lo
spostamento di un indice su di una scala graduata oppure la variazione
di stato di un’altra grandezza fisica in modo da risalire alla prima.
Implica spesso l’implementazione di una catena di misura.
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Appunti dalle lezioni di DMMIA
o Metro [m]
o Chilogrammo [kg]
o Secondo [s]
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Appunti dalle lezioni di DMMIA
Esisto tuttavia altri sistemi di unità di misura che ancora vengono utilizzati in
qualche settore.
o Sistema tecnico S.T, dove si adottano come unità il metro [m] per le
lunghezze, il kilogrammo forza od il kilopond [kgforza] [kilopond] per le
forze (nel S.T non esiste i concetto di massa, è sostituito da una unità
derivata), ed il secondo [s] per il tempo.
Vediamo adesso come dalle unità fondamentali del S.I vengono definite le unità
derivate, all’uopo si adottano le relazioni che valgono per le grandezze fisiche, il
concetto base del sistema internazionale è che basandosi sulla coerenza, le
conversioni fra le differenti unità non avvengono mai con fattori differenti
dall’unità, ad esempio 1N = 1 kg x 1 m/s2 (definizione di forza dalla seconda
legge di newton), 1 Pa (Pascal) = 1N/1 m2.
Le unità fisiche non possono essere né addizionate e né sottratte, ma soltanto
moltiplicate, divise o elevate a potenza tramite delle equazioni dimensionali, i
simboli delle grandezze S.I. si denotano in carattere corsivo senza posporre
segni di punteggiatura (secondo si indica con “s” non “sec.” oppure “s.”).
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Appunti dalle lezioni di DMMIA
Sono state poi introdotte, per comodità, altre due unità fondamentali:
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Appunti dalle lezioni di DMMIA
3 – ASSICURAZIONI.
Assicurarsi che i parametri di similitudine rimangano costanti durante
prove comparabili.
Assicurarsi riferimenti certi, ad esempio le condizioni standard
(all’esterno).
4 – PRUDENZA.
Procedere dal semplice al complesso.
Prima di procedere ad una analisi dettagliata di un flusso di dati
sperimentali, controllare i valori medi.
Capire il comportamento caratteristico di un sistema di misura in
condizioni semplici.
Non divulgare dati con eccessiva precipitazioni senza prima una verifica.
5 – VERIFICA.
Sempre durante test preliminari, e, se possibile durante test definitivi,
realizzare delle verifiche ripetitive in sezioni non di controllo prelevando
dati significativi, semmai metterli in relazione alle grandezze misurate.
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Appunti dalle lezioni di DMMIA
7 – PAZIENZA.
Non fidarsi della tecnica di misura o dell’esperimento sulla base di una
sola misura.
Prove ripetute riveleranno errori accidentali, ma soltanto differenti
approcci sperimentali possono evidenziare la complessità del fenomeno
e dei meccanismi.
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Appunti dalle lezioni di DMMIA
MISURA DIRETTA
Si intende per misura diretta il confronto della grandezza oggetto della misura
con un’latra detta campione della stessa specie.
Sussistono le seguenti necessità:
MISURA INDIRETTA
g = g (x,y,….,t)
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Appunti dalle lezioni di DMMIA
PRIMO STADIO
È costituito dalla presenza del SENSORE che rileva la grandezza fisica da
misurare e la trasforma in un segnale quasi sempre di altra specie più idoneo
alle successive fasi di trattamento.
Se, come di solito accade, il segnale di misura è di specie diversa da quello
misurato, si parla di TRASDUTTORE, ossia di un apparato che converte un
energia da una forma ad un’altra, da un punto di vista delle grandezze, queste
possono essere suoni, luce, pressione, temperatura, grandezze meccaniche od
elettriche in genere.
SECONDO STADIO
È costituito dalla presenza di elementi trasformatori e trasmettitori del segnale,
che hanno il compito di amplificare il segnale e trasmetterlo nella maniera più
adatta allo stadio successivo.
L’amplificazione è da intendersi non solo di natura elettrica od elettronica, ma
anche di natura meccanica (ad esempio tramite un dispositivo a leva).
TERZO STADIO
E’ costituito dalla presenza di elementi rivelatori o indicatori, il cui compito è
quello di fornire all’utilizzatore (che può essere l’operatore umano o un
calcolatore) il valore numerico della misura espresso nella opportuna unità di
misura.
misura puntuale della temperatura, quello che andrà a leggere un sensore, non
è mai la temperatura di un punto, un punto è di per sé un ente adimensionale,
quindi la misura sarà sempre relativa d una certa area, per quanto piccola
questa possa essere.
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Appunti dalle lezioni di DMMIA
CARATTERISTICHE DI UN SENSORE
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Appunti dalle lezioni di DMMIA
TIPOLOGIE DI SEGNALI
SEGNALI ANALOGICI
L’informazione è associata direttamente ai valori assunti dalla grandezza che
costituisce il segnale.
SEGNALI DIGITALI
Sono di natura normalmente binaria, l’informazione è in questo caso associata
ad un insieme di simboli (0,1) a cui si da il nome di parole (bit) secondo un
determinato codice; ciascuno dei simboli è a sua volta ricavato mediante una
opportuna convenzione dal valore assunto da un determinato segnale.
Nel caso di segnali di tipo digitale, la parola può essere parallela oppure seriale,
vediamone le caratteristiche:
o PAROLA PARALLELA – Ad ogni segnale corrisponde un simbolo in
modo tale che ad ogni istante gli n simboli che costituiscono la parola
sono ottenuti da altrettanti segnali.
o PAROLA SERIALE – Tutti gli n simboli della parola si ottengono da un
unico segnale, analizzandone i valori assunti in n predefiniti istanti
successivi.
Nella maggior parte dei casi i sensori generano un segnale di tipo analogico,
che se necessario (acquisizione dati tramite calcolatore ad esempio) è poi
convertito in segnale di tipo digitale.
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Appunti dalle lezioni di DMMIA
I segnali provenienti dai sensori, necessitano quasi sempre, per poter essere
utilizzati, di un condizionamento, si indica come condizionamento un
trattamento che consente di eliminarne ad esempio i disturbi, che possono
essere di diversa natura (dovuti ad esempio ad un campo elettromagnetico),
essenzialmente si tratta di un filtro oppure di più filtri disposti in sequenza.
Si aggiungono allora opportuni elementi condizionatori alla catena di misura.
TRASDUTTORI
Ea
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Appunti dalle lezioni di DMMIA
AMPLIFICAZIONE
P2
decibel 10 log 10
P1
dove P2 = potenza uscita ; P1=potenza ingresso
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Appunti dalle lezioni di DMMIA
FILTRI
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Appunti dalle lezioni di DMMIA
TRASD A FILTRO
MULTIPLEXER
TRASD B FILTRO
AMPLIFICATORE ADC
TRASD C FILTRO
TRASD D FILTRO
SISTEMA DI
ACQUISIZIONE DATI
DIGITALE
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Un amplificatore operazionale è un amplificatore integrato ad accoppiamento diretto che presenta un
elevato guadagno di tensione, lavora in continua ed è formato normalmente da più stadi in cascata,
presenta alta versatilità, basso costo, piccole dimensioni e grande affidabilità e può anche essere usato
come convertitore tensione corrente (trasmissione del segnale volumetrico/amperometrico e sua
trasformazione).
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Appunti dalle lezioni di DMMIA
L’ultimo stadio di trattamento del segnale, prima che questo arrivi alle unità di
lettura, archiviazione e elaborazione , e la conversione da analogico a digitale.
Un sensore eroga in genere un segnale di tipo elettrico, che può assumere
qualsiasi valore (segnale analogico) tra una Vmax ed una Vmin , un segnale
digitale si presenta essenzialmente in forma discreta nel dominio del tempo (si
può rappresentare con una sequenza di numeri).
La conversione di un segnale da analogico a digitale, consiste in due passi
successivi:
o QUANTIZZAZIONE
o CODIFICA
o risoluzione
o linearità
o tempo di conversione
Funzione
di
trasferimento
10 volt 8 39 mVolt
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Appunti dalle lezioni di DMMIA
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In un dispositivo elettronico con il termine deriva si indica in generale una variazione delle
caratteristiche di uscita rispetto all’ipotesi di idealità, può essere dovuta a variazioni di temperatura,
della tensione di alimentazione, oppure alla non uniformità del componente drogante nei dispositivi a
semiconduttore.
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Appunti dalle lezioni di DMMIA
PMI PMS
acquisizione
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Appunti dalle lezioni di DMMIA
Risoluzione di un ADC
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Appunti dalle lezioni di DMMIA
Filtro AA +
G(t) T Amplificatore Filtro ADC
Acquisizione
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il segnale si dice analogico perché il segnale in tensione in uscita dal trasduttore è analogo alla
grandezza fisica misurata da acquisire.
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Appunti dalle lezioni di DMMIA
segnale campionato (digitale), sia la grandezza ampiezza V(t) che il tempo (t)
sono espressi in forma discreta, il campionamento è la conversione di V(t) in
una sequenza di dati digitali ad istanti prefissati, l’intervallo temporale di
campionamento, e la frequenza di campionamento, si possono scrivere come:
Entrambe le forme
di campionamento
sono efficaci, ma il
dettaglio fra le due
è differente, visto
che la fc è più
elevata nella figura
in alto.
Il passaggio dal dominio del tempo al dominio delle frequenze si effettua tramite
l’analisi armonica di Fourier, quindi uno sviluppo matematico opportuno, il
passaggio dal dominio delle frequenze a quello del tempo si ottiene con
l’antitrasformata.
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Appunti dalle lezioni di DMMIA
Rappresentazione del segnale nel dominio della frequenza (analisi dello spettro)
Analizzatore di spettro
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Appunti dalle lezioni di DMMIA
se la frequenza di
campionamento è
inferiore al doppio
della frequenza
massima del segnale
si hanno nel segnale
spettri parzialmente campionato spettri
sovrapposti – ALIASING - sovrapposti
CAMPIONAMENTO
CORRETTO
Amplificatore +
G(t) T ADC
filtro antialiasing
V
picco in
banda
Hz Hz
ft ft
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Appunti dalle lezioni di DMMIA
I filtri passivi, quelli cioè realizzati con componenti elettronici passivi come
resistenze, induttori e condensatori, introducono inoltre una attenuazione del
segnale tra ingresso ed uscita, il filtro in pratica riduce di una certa quantità il
segnale che lo attraversa, a differenza di questi i filtri attivi (realizzati con
componenti attivi come amplificatori operazionali) invece possono indurre
anche un certo guadagno sul segnale che li attraversa.
Si definisce poi l’ordine di un filtro come l’attenuazione che il filtro riesce a
praticare sulla/sulle frequenze di taglio (ci sono filtri del 1°ordine con 6 dB/ott. ,
filtri del 2°ordine con 12 dB/ott. , filtri del 3°ordine con 18 dB/ott. )
Di tutt’altro tipo sono poi i filtri digitali (detti anche dispositivi DSP acronimo di
digital signal processor) che operano invece su segnali già digitalizzati ed
applicando a questi particolari algoritmi che praticano una elaborazione
numerica del segnale computata su di una analisi spettrale del segnale, le loro
caratteristiche si determinano per via software.
www.ni.com
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