1. RUOLO TEMATICO DI AGENTE= lo si definisce come il ruolo dell’entità che dà
inizio ad un’azione descritta dal verbo o anche da un’altra testa lessicale, che può anche essere un nome se questo indica un’azione. Questa è una definizione generale, all’interno della quale è possibile fare delle distinzioni più sottili e una di queste è che si possono individuare due tipi di agente: un agente animato, cioè che condivide i tratti di animatezza, quindi sostanzialmente una persona o un animale; e un agente non animato. Il concetto di agente molto spesso in molte definizioni è legato al concetto di volizione, intenzionalità. Per es. c’è chi distingue tra “GIANNI HA DISTRUTTO UN RECINTO”, in cui Gianni è un agente, è animato ed è anche dotato di volizione (cioè l’ha fatto intenzionalmente) e un agente inteso in una frase come “IL FUOCO HA DISTRUTTO IL RECINTO”, in cui il fuoco non è animato e non è dotato di volizione. Secondo alcuni studiosi, questi due tipi di ruolo tematico sono diversi, ma questa definizione non è universalmente condivisa. Alcuni studiosi prendono in considerazione il megaruolo, in cui individuano attore, che è un ruolo tematico più generale e che include anche agenti non animati e non dotati di intenzionalità e all’interno di attore c’è l’agente vero e proprio. 2. RUOLO TEMATICO DI ESPERIENTE = spesso caratterizza il soggetto. L’esperiente è l’entità che sperimenta, vive, fa l’esperienza di uno stato psicologico o fisico. Mentre nell’agente c’è un’intenzionalità, nell’esperiente, invece, non c’è. Es. “JHON BROKE HIS LEG”, non è Jhon che si è rotto intenzionalmente una gamba. Spesso il ruolo di esperiente implica che ci sia un altro argomento, che è lo stimolo della situazione; non sempre: infatti se diciamo “Gianni soffre” qui non c’è un altro argomento e Gianni riceve un ruolo tematico da questo predicato ed è un predicato di esperiente. Però spesso il secondo argomento c’è ed esprime lo stimolo: es. “GIANNI AMA L’ARTE ORIENTALE”, dove “l’arte orientale” è lo stimolo all’interno del rapporto tra i due argomenti. “ARTE ORIENTALE” possiamo definirlo semplicemente come TEMA, però ci sono casi in cui lo stimolo è addirittura un agente: es. “LA DESCRIZIONE DELL’ACCADUTO HA INSOSPETTITO TUTTI”, dove “TUTTI” è un esperiente e “LA DESCRIZIONE DELL’ACCADUTO” acquista il ruolo di agente, in senso più ampio e non di persona dotata di volontà. 3. RUOLO TEMATICO DI TEMA =Il tema è il ruolo dell’entità che va incontro ad un’azione, che subisce un’azione, che è coinvolta in un’azione, in uno stato descritto dal verbo, o comunque dalla testa assegnatrice di ruolo tematico. Ma non solo: infatti si definisce tema anche quell’entità rispetto alla quale, il predicato stabilisce la posizione o la direzione di un movimento. Ad es. “GIANNI HA TIRATO LA PALLA AL DI LA’ DELLA SIEPE”: “La palla” è il tema, “Gianni” è agente, “al di là della siepe” è un ruolo tematico di luogo. Però posso dire anche “LA PALLA ROTOLA SUL PRATO”, “LA PALLA” è sempre tema. 4. RUOLO TEMATICO DI PAZIENTE= alcuni studiosi distinguono i ruoli di TEMA e PAZIENTE, altri, invece, includono tutto nel ruolo TEMA. Nel primo caso, il paziente prevede un agente. Quindi è specializzato rispetto a predicati (a verbi) che hanno anche un agente, es. “IL COMPUTER NON È SUL TAVOLO”, “IL COMPUTER” non è paziente. Ma “GIANNI ACCENDE IL COMPUTER”, “IL COMPUTER” è paziente. 5. RUOLO TEMATICO DI BENEFICIARIO/RICEVENTE/FINE= Frasi come “GIANNI HA DATO IL LIBRO A SUO CUGINO”, “GIANNI HA PORTATO IL LIBRO A SUO CUGINO”, “GIANNI HA PORTATO IL LIBRO DA SUO CUGINO”, “GIANNI HA COMPRATO IL LIBRO PER SUO CUGINO” = in queste frasi si può intendere che “CUGINO” sia un solo ruolo tematico, al cui interno si possono fare delle sottili distinzioni, oppure secondo altri si tratta di quattro ruoli tematici diversi. Sta di fatto che “GIANNI HA COMPRATO IL LIBRO PER SUO CUGINO” è un fine ed ha un significato più di beneficiario rispetto a “GIANNI HA PORTATO IL LIBRO DA SUO CUGINO”, che invece indica più una direzione, un fine. Invece in quei verbi tipo DARE, in cui c’è l’agente, il tema ed il terzo argomento, il terzo argomento è tipicamente un ricevente. 6. RUOLO TEMATICO LOCATIVO = è il tipo di ruolo tematico che viene assegnato a un argomento che specifica una relazione di luogo 7. RUOLO TEMATICO PROVENIENZA =che può essere letterale o metaforica: es. “GIANNI ESCE DAL LAVORO”, ma posso anche dire “L’AUTORE DEL ROMANZO HA TRATTO ISPIRAZIONE DAL QUADRO DI PICASSO”. 8. RUOLO TEMATICO STRUMENTALE = è il ruolo tematico che il verbo assegna all’argomento che esprime lo strumento con cui si fa un’azione. Abbiamo già visto che non c’è una relazione diretta tra il ruolo tematico e il tipo di realizzazione sintattica di ruolo tematico stesso. Cioè non possiamo dire <<il tale ruolo tematico è il soggetto>>, <<il tale ruolo tematico è il compl. oggetto>>, etc., anche se non è neanche vero che il ruolo tematico e le funzioni sintattiche sono completamente slegati; ma sono legati in una maniera non rigida. In che senso? In primo luogo, il tipo di costituente che realizza il ruolo tematico, per es. l’argomento che riceve il ruolo di tema, prende una forma sintattica a seconda di chi è l’assegnatore. Molto spesso un verbo assegna il ruolo tematico a un sintagma nominale; se l’assegnatore è un nome, allora l’argomento che è ruolo tematico non può essere un sintagma nominale, perché i nomi non possono prendere come argomento un nome. Es. “LA DISTRUZIONE DI ROMA”, “ROMA” non può essere un sintagma nominale, perché “DISTRUZIONE” è un nome che non può avere come argomento un sintagma nominale. Quindi il ruolo TEMA resta costante, ma cambia la realizzazione sintattica. Non solo, se noi prendiamo i verbi trivalenti (quelli che hanno tre argomenti) il verbo “GIVE” in inglese può avere due costruzioni con il doppio compl. oggetto “I GAVE JHON A BOOK”, oppure può avere una costruzione uguale all’italiano “I GAVE A BOOK TO JHON”. Nonostante la struttura delle frasi sia diversa, è chiaro che i ruoli tematici sono esattamente gli stessi: quindi il verbo “GIVE” assegna il ruolo di agente a “I”, il ruolo di tema a “BOOK” e il ruolo di beneficiario/fine a “ JHON”. C’è un altro motivo per cui la forma sintattica dei ruoli tematici è variabile. Ci sono alcuni verbi che ammettono costruzioni diverse, per es. il verbo affondare. Es. “I PIRATI AFFONDARONO LA NAVE”, ma posso anche avere una frase come “LA NAVE AFFONDO’”. È uno di quei verbi che hanno una costruzione transitiva e una intransitiva; questi verbi, cambiando dalla costruzione transitiva a quella intransitiva, trasformano quello che il compl. oggetto della frase transitiva, nel soggetto della frase intransitiva. Questo cambiamento riguarda la categoria sintattica di appartenenza, ma non riguarda i ruoli tematici, perché i ruoli tematici restano costanti: “PIRATI” è un agente, che nella seconda frase non è espresso e “LA NAVE” è TEMA. Quando la struttura della frase cambia, “LA NAVE” che è diventata soggetto della frase, cambia la sua funzione sintattica, ma il ruolo tematico resta costante. In inglese queste alternanze sono più comuni, perché è più frequente usare intransitivamente dei verbi transitivi. Ad es. “JHON BROKE THE WINDOW WITH A STONE”, gli argomenti che possiamo individuare sono “JHON” (che è agente), “THE WINDOW” e “STONE” (che è lo strumentale). In inglese, possiamo anche dire “THE WINDOW BROKE”, oppure “THE STONE BROKE THE WINDOW”. Se consideriamo “GIANNI APRE LA PORTA CON LA CHIAVE”, “CHIAVE” è uno strumentale; se io aggiungo un aggettivo e dico “LA CHIAVE LUNGA APRE LA PORTA SUL RETRO”, per certi versi la struttura semantica non è molto diversa, ma qui si tratta chiaramente di un ruolo strumentale. Con questo, abbiamo dimostrato che l’esistenza dei ruoli tematici riguarda la semantica, il significato delle lingue, però interagisce con la sintassi, perché è nella costruzione della frase che queste proprietà prendono forma. Per quanto riguarda la forma sintattica che i ruoli tematici prendono, si osserva una tendenziale correlazione tra tipo di ruolo tematico e probabilità che il ruolo tematico sia il soggetto della frase. Gli studiosi chiamano ciò GERARCHIA DEI RUOLI TEMATICI, ovvero i ruoli tematici possono essere ordinati secondo una gerarchia e i ruoli che stanno più in alto sono più probabilmente ruoli-soggetto, quelli che stanno più in basso lo sono meno. Questa gerarchia può anche essere definita come gerarchia di agentività, cioè quello che sta più in alto della gerarchia è più agentivo, quindi l’AGENTE è quello che sta più in alto di tutti, al secondo posto ci mettiamo l’ESPERIENTE; al terzo posto ci mettiamo il TEMA, che ricomprende anche il PAZIENTE e dopo il tema va roba strumentale, il locativo, etc. Questa gerarchia serve a spiegare, a prevedere che se un verbo ha due argomenti, ma nessuno dei due è un agente o un esperiente, ma per esempio sono un tema o un locativo, questo sembra prevedere che sarà il tema a essere il soggetto e non il ruolo che prende il locativo. Un concetto fondamentale riguardo ai ruoli tematici e agli argomenti è quello che viene chiamato PRINCIPIO DI PROIEZIONE. PRINCIPIO DI PROIEZIONE= dice che le relazioni tematiche di una frase sono proiettate dal lessico. Sono informazioni, proprietà che riguardano la semantica della parola, che si proiettano nella struttura della frase. Il principio di proiezione ha anche un interesse specificamente sintattico, perché nel dire che le relazioni semantiche sono proiettate dal lessico, possiamo continuare dicendo che restano immutate attraverso le trasformazioni sintattiche. Questo vuol dire che se io faccio una semplice frase dichiarativa attiva con un soggetto, un verbo, un complemento, gli argomenti e i ruoli tematici, queste relazioni semantiche restano immutate anche se la frase da attiva diventa passiva, per esempio. I ruoli tematici sono l’effetto di un rapporto tra l’assegnatore e i suoi argomenti; quanti e quali sono i ruoli tematici dipende dall’assegnatore, però poi l’assegnazione avviene una volta che le parole sono combinate sintatticamente. Per questa ragione, è necessario un certo rapporto dell’albero sintattico tra l’assegnatore e quello che riceve il ruolo affinché l’assegnazione abbia luogo. La relazione sintattica tra assegnatore e assegnato, è una configurazione diretta, ovvero tra i due nodi fratelli dell’albero. Quindi noi facciamo una distinzione tra l’argomento interno e l’argomento esterno. Argomento interno: si intende il complemento oggetto diretto del verbo, oppure il sintagma nominale per esempio retto da una preposizione, etc, insomma si intende il costituente che occupa la posizione di complemento di V, o della testa assegnatrice. Se prendiamo in considerazione il caso in cui l’assegnatore sia un verbo, l’assegnazione avviene tra V e l’NP suo fratello. Quindi, una volta che la regola di combinazione sintattica unisce il verbo al suo complemento, tra l’altro avviene l’assegnazione di ruolo tematico. Come avviene l’assegnazione di ruolo all’argomento esterno? Noi abbiamo detto che l’argomento esterno del verbo sta nello specificatore di VP, prima che ci sia il movimento. Tutte le relazioni tematiche avvengono prima dei movimenti. Abbiamo due ipotesi: 1^ ipotesi: la configurazione di assegnazione di ruolo di argomento interno è diversa da quella dell’argomento esterno, perché l’argomento interno avviene tra nodi fratelli; l’argomento esterno è una relazione tra testa e specificatore. 2^ipotesi: l’assegnazione procede con lo stesso tipo di rapporto, quindi in questo caso il ruolo tematico all’NP glielo assegna il V’. L’ipotesi giusta è la seconda, perché se noi per es. prendiamo le frasi “JHON BROKE HIS LEG” e “JHON BROKE THE WINDOW”, “BROKE” assegna un ruolo tematico diverso al soggetto, mentre assegna sempre tema al complemento. Perché?? Perché nell’assegnazione del ruolo tematico all’argomento esterno, qualcosa cambia in base a qual è l’argomento interno e quindi è l’insieme verbo-argomento interno che determina il ruolo tematico dell’argomento esterno. Da questo deriva proprio l’albero X’, ovvero la relazione tra la testa e il suo argomento interno è più stretta, in quanto sono nodi fratelli, di quella tra la testa e lo specificatore. Quindi è il nodo V’ che assegna il ruolo tematico. L’argomento interno prende il ruolo tematico dalla testa, ovvero dal livello X, mentre l’argomento esterno prende il ruolo tematico dal livello V’.