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Instabilità torsionale e flesso-torsionale (svergolamento)

(revisione 8-12-2003)

Instabilità torsionale (Ballio 9.2.4)

Nelle sezioni doppiamente simmetriche (centro di taglio coincidente col baricentro) l’avvitamento è
disaccoppiato dall’instabilità flessionale e si ha:
π 2E L L2 GI T
σ cr = con : λ eq = ieq2 =
λ2eq ieq π 2 EI 0
Svergolamento (Ballio 9.3)

Il fenomeno viene anche chiamato:


- Stabilità della flessione piana
- Stabilità laterale
- Stabilità flesso-torsionale
Dipende da:
- rigidezza flesionale intorno all’asse debole
- rigidezza torsionale (IT, Iω)
- lunghezza libera (distanza tra sezioni impedite di traslare orizzontalmente e quindi di
ruotare)
- vincoli esterni
- quota del punto di applicazione del carico

Nella figura le trvi secondarie impediscono lo sbandamento dell’ala superiore della trave
principale.
Nel caso di trave soggetta a momento costante, con vincoli di appoggio torsionale, il momento
critico è dato dalla relazione:

π π 2 EI ω
M cr = EI z GI T 1 + (1)
L L2 GI T

appoggio torsionale appoggio torsionale


teorico (forcella) pratico

M M

Nel caso di momento variabile lungo l’asta, il valore del momento massimo che determina
l’instabilità è maggiore.
Il punto di applicazione del carico influenza il valore del momento critico: un carico applicato
all’estradosso è più instabilizzante.

Normativa italiana
La CNR 10011/85 indica due metodi approssimati che permettono di evitare il calcolo del
momento critico e considerano critica una distribuzione di momento flettente definita da un
momento equivalente Meq
Meq = 1.3 Mm con la limitazione 0.75 Mmax < Meq < Mmax per travi appoggiate o continue
Meq = Mm con la limitazione 0. 5 Mmax < Meq < Mmax per travi a mensola
essendo Mm il momento medio lungo la trave:

Mm =
∫ Mdx
L
Metodo ω1
ω 1 M eq
σ= ≤ σ adm
W
hL
Il coefficiente ω1 è funzione del rapporto
bt f

fyhL
ω1 =
0.585 E bt f

Il metodo è applicabile per travi a doppio T laminate o saldate (con rapporti dimensionali
definiti) e deriva dalle considerazioni che seguono.
Se nella (1) si trascura la rigidezza torsionale secondaria EIω/L2 rispetto alla primaria GIT, la
tensione critica si scrive:
1 π π I z IT
σ cr , D = EI z GI T = EG
W L L W
Per le travi a doppio T del sagomario si ha:
I z IT bt f
≅ 0 .3
W h
bt f bt f bt f
σ cr , D = π EG 0.3 = π 206000 ⋅ 80000 0.3 = 121000 N / mm 2
hL hL hL
Nello spirito delle tensioni ammissibili si può scrivere:
σ cr , D σ adm σ adm ν fy
σ≤ = → ω1 = =
ν ω1 σ cr , D σ cr , D
fyhL fy hL
ω1 = =
121000 bt f 0.585E bt f

Metodo dell’ala isolata


E’ un metodo a favore di stabilità, applicabile a qualsiasi trave, anche nel caso di corrente
compresso controventato con una trave orizzontale reticolare (ad esempio per le vie di corsa).
Se si trascura la rigidezza torsionale primaria GIT, la stabilità è affidata alla rigidezza flessionale,
intorno all’asse z-z, dell’ala compressa considerata isolata dall’anima (v. figura).

N eq

z
tf
N eq y y
z
bf
z

Si verifica quindi l’ala a carico di punta soggetta alla forza assiale Neq:
M eq M eq
N eq = ∫ σdA = Sy ≅
ala
Iy d

Si verifica l’asta col metodo ω o χ, con la curva di stabilità c o d, usando come lunghezza di libera
inflessione la luce L e come momento d’inerzia quello dell’ala intorno all’asse z:
t f b 3f bf L
I 1z = → i= → λ=
12 12 i

Eurocodice 3 #5.5.2 – Instabilità flesso-torsionale delle travi


M b , Rd = χ LT β wW pl , y f y / γ M 1 → M b , Rd = χ LT M c , Rd

Il coefficiente χLT di riduzione per l’instabilità flesso-torsionale è uguale al coefficiente χ per carico

di punta (#5.5.1.2) e si ricava in funzione della snellezza adimensionale λ LT , analoga alla snellezza
λ per carico di punta:

M pl  N pl 
λ LT = λ = per carico di punta 
M cr  N cr 
 
Mcr è il momento critico di svergolamento calcolato in campo elastico. Nell’appendice F sono
riportate le formule per vari casi di carico; per momento costante vale la (1).
Si devono adottare i valori di χ della curva a per sezioni laminate e della curva c per sezioni saldate.

Se λ LT < 0.4 non è necessaria la verifica a svergolamento.

ESEMPIO
Calcolare il carico massimo ammissibile per la trave di figura

q Wy,el = 836 cm3


h = 250 mm
bf = 260 mm
L=10 m tf = 12.5 mm
Particolare appoggi HE 260 A σadm = 156 N/mm2
Fe 360 (S 235)
fy = 235 N/mm2

R R

Normativa italiana metodo ω1


1 2 qL2 qL2 qL2
Mm = L= → M eq = 1.3M m =
L3 8 12 9.23
2
qL
0.75M max = < M eq < M max O.K .
10.7
Poiché il carico è applicato all’estradosso, il coefficiente ω1 va moltiplicato per 1.4
1.4 ω1 M eq ≤ σ admW = 156 ⋅ 836 = 130.4 kNm
hL 235
= 769 → ω 1 = 769 = 1.50
bf t f 0.585 ⋅ 206000
130.4 9.23 ⋅ 62.1
M eq ≤ = 62.1 kNm → q adm = = 5.73 kN / m
1.4 ⋅ 1.5 10 2
Se la trave fosse controventata il carico ammissibile sarebbe quasi doppio:
8σ admW 8 ⋅ 156 ⋅ 836
q adm = = = 10.4 kN / m
L2 100
Normativa italiana metodo dell’ala isolata
L 10000
snellezza ala λ = = = 133 → ω (curva c) = 2.89
i z 260 / 12
ω N eq 156 ⋅ (260 ⋅ 12.5) −3
≤ σ adm → N eq ≤ 10 = 175 kN
Af 2.89
M eq ≤ N eq d = 175 ⋅ (250 − 12.5)10 −3 = 41.6 kNm
8 ⋅ 41.6
q adm = = 3.33 kN / m
100
Il metodo dell’ala isolata dà risultati più cautelativi.

Eurocodice 3
 2 
π 2 EI z   k  I w (kL) 2 GI T 
M cr = C1 2  
  + + (C 2 z g ) 2 − C 2 z g 
(kL)   k w  I z π EI z
2

 
con : k = 1 k w = 1 C1 = 1.132 C 2 = 0.459 z g = 125 mm (ordinata di q rispetto al baricentro)

I z = 3668 cm 4 mom. inerzia


I w = 516400 cm 6 mom. inerzia settoriale o costante di ingobbamento
I T = 52.37 cm 4 mom. inerzia torsionale
E = 210000 N/mm 2 G = 80769 N/mm 2

M cr = 1.132 ⋅ 760236 { 14095 + 55639 + 3292 − 57.38}10 −6


= 183.2 kNm

M pl 196.5 ⋅ 1.1
λ LT = = = 1.086 → χ (curva a) = 0.605
M cr 183.2
M b , Rd = χ LT M b , Rd = 0.605 ⋅ 196.5 = 119 kNm
8 ⋅ 119 q
q Sd = = 9.52 kN / m → q adm = Sd = 6.35 kN / m
100 1.5
Il carico ammissibile è leggermente superiore a quello ottenuto col metodo ω1 (qadm=5.73 kN/m).
La verifica può essere eseguita immediatamente con il programma Profili.

Il coefficiente k determina la lunghezza di libera inflessione kL dell’ala compressa nel suo piano:
k=0.5 k=0.7

vista in pianta

Il coefficiente kw tiene conto del vincolo all’ingobbamento delle sezioni di estremità e anch’esso
assume i valori 0.5 (2 vincoli) 0.7 (1 vincolo). Realizzare un vincolo all’ingobbamento pienamente
efficiente è difficile e quindi si assume solitamente kw=1.
Ingobbamento
parzialmente
impedito

9.5.3.2 Aste inflesse (Ballio)


Spesso le condizioni reali di vincolo sono più favorevoli di quelle ideali.

Le travi secondarie costituiscono un vincolo elastico per quelle principali

I carichi possono avere un effetto stabilizzante anche se applicati all’estradosso


Le vie di corsa devono spesso essere controventate con tralicciatura

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