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” ve 22. Propnetd general dele equazion:differenzali linea ...--e.-secs. pl. 98 INDICE 23. Equazion: differenzial linean del primo ordine..... » .- 100 24, Equazion: differen linean del secondo ordine omogenee | 108 25 Equation differen linean del secondo ordine onomogenee.-... 113 26, Mteorema di Cauchy di esstenza eunieith lea... m7 27 Pre conseguenze del teorema di Cauchy ... 13 28, Mteorema d esistenza e une lobale 16, 28. Risoluzioe di slcuni up i equazion diferenzal del pnmoordie in for- mma normale BI 30. Rusoluzioe di sleun tip di eguaziondiferenzial del primo ordine non ia coe pay. ix forma normale 137 31, Risoluzione di aleunupi di equaziom differenziali del secondo ordine 139 (Caputolo | — SUCCESSIONI E SERIE DI FUNZIONI 32. Analisi qualitanva delle soluzsoni, : 141 1. Succession di funzions: convergenzapuntale ed uiforme 2. 2. cesses «1 ; 2. Contunuita del limite... cee Appendice al capitolo 3 3, orem ai passaggio al imie sont il segno dk integral edi derivate 6 a came ee | : to 33. Equazson diferenzalinean di ondinem.... M46 5. Sene dipoten2e.--- ss vvssvvveee ne Co & Seed Tver » Copiolo4— INTEGRAL CURVILINEIE FORME DIFFERENZIALA NEL 7. Cen sulle serie di Fourier. 5 pane Capuolo 2— FUNZIONI DI DUE O PI VARIABILI BA Curve regolan scsces cesses oss esses ve ss 38. Lunghezzs di uaa cura, 166 8. Cenni sullo spazio vertoriale RP i Z a 35 36. Curve orientate. Ascissa curvilinea. . 17 9. Element ditopologia ds .. - se . » 37. Integral eurvilineo di una funzione. vvese veesss vosvvvvvvsve vvose UTE 10. Limia e comune cee cee . a 38. _Integrale curvilineo di una forma differenziale . 175 1. Denvate persiali. : ss : “ 39. Forme differenziali esatte. . . 7 12. Derivate successwe. I eorema di Schwarz oe dO. Fomedifteewtattchnwe i 13. Gradient. Diferenziabil.......... 3 Sr neneeee 14. unzion compose oa a ss 1. Denvate direional : ae es Appendice al capitolo4 16. Funzion! oa gradient oullo in ua conaesso, a 17. Formula di Taylor... « see 1 41. Uteorema di reieabilia dele curve Ch... fesse cee 190 TR. Massim:e mom relauv 2 IA os 2 (cae sie oneal cs : i 19. Funzion dite pid vanabil wn al Ges: Copitolo S — INTEGRALI DOPPI E TRIPLI 20.‘ peiaeipte ds massimo perl funzion armoniche 86 43, Iotegrali su domininormalt a bseaeuad ve 44. Formule di nduzione per gli integral: doppr 209 45, Formule di Gauss-Green. Teorema dela divergenca, Formula d Stokes... 217 CCapuolo 3 — EQUAZIONI DIFFERENZIALI 46. Cambiaso saabiinegh neal ep. m 47. avez tpl... 24 21, Inwoduzione alle equazioni differenziali eal problema di Cauchy .......... 91 nace Caputolo 6 — SUPERFICI E INTEGRALI DI SUPERFICIE, 48. Superfciregolan : 7 ag. 263, 49° Pano tangente e versore normale 30. Areadi una superfice: Integrali di superficte ‘51 M1 teorema della divergenzae la formula di Stokes Capuolo 1 — FUNZIONI IMPLICITE, 52. Introduztone alle funziom imphewe ‘53M teoreme del Dini per funziom mplicue di una vanabile ‘54, Conseguenze del teorema del Din. ‘55. T1teorema del Dim per funzioms di due o pid vanabili. 56. M1 teorema del Dim peri sistem ‘57. Invertibila locale e globale . ‘58. Massimie minumi vincolat in due dimensions, Moltplicatori di Lagrange ‘59. Massime minim vincolatie moluplicaton di Lagrange in we o pid dimen Appendice al capitolo 7 60. Punt ingolan di una curva piana.... 249 252 265 267 2m 276 279 283 287 293 296 ‘CAPITOLO 1 ‘SUCCESSIONI E SERIE DI FUNZIONI li funztoni:convergenza puntualeed uniforme Sia un nsieme di numeri realie sia fz: —+ R una successione di Funzioni reali definite 11. Si dice che fy converge puntualmentein I verso la funzione f :1 —+ R, se risulta ny im fils) = sa) wer; ne ciod se per ogni e > Oc per ogm x € Lesiste Vex € R tale che (AguraI.1) (12) fires file) < fia)+e Ye> Ve Unizando i valoe assoluto, la (1.2) pub esse iscrita nella forma 3) WAG) “sol Vex Coptto 1 In generale, fisato€ > 0,11 numero ve. dipende dal punto. se nvece tale numero sulla undipendente ds parla di comergencounifarne Precisamente.st dice chef, converge unforueiieme wets f se. per ogn.e > Oeste vee Rie che cr) Yh> veWee! 1a comergenza unforme 0 / mpica quella pntuale- nfo, fsaio-€ > 0,56 V4 ale he val .allora per og ££ [st pub poe Veg = Yes ote la (13). “ar viceversa in generale pon suse, come provano seguenh esempy. 1. Sino 4.2 due numen reahe sf a succession (s ved or =(0.1) da 2 0 I/x siha I/k-<.x< Leper fx) = b ne segue che la succession fe ‘onmerge puntualmente verso la funzione f(x) = Inolte, se a 6, la convergenza non ¢unforme. Infar, posto € = |a— 8), se esstesse veal che [fe(2)—) <€ per opm K> Vee per ogm x € (0,1). 8 avrebbe in parucolare Lilt/t)— 11 = lab) < 1 che 8 assur, Figuca 12 sempio 2. La successione di funzon, deft ne itervall = [0,1] da (6) Alsat converge puntualmente verso la fnzione (Sigur 13) {° ve r€(0) (17) fs Scent esr ah farm Figua 13 fiir) Lacomerpenza non &umfome left, pst €= J, seesese ve tlc ile) fell vee perogm x0 I, avebbe in parucolare pe ¢= 1/92 (pet) — 10) = che assundo, sempio 3. Consideriamo la successione dh funn f, (gur 14), definta i Figura 4- f(x) = fled= rey wen, In figura 1.4 &eradeniato i fatto che Visieme (x €R- f(x) < 1/2} = [—VR. VE] 2 monotono crescentenspetoa ke che 'umone per € N cunede con R. Perogm€ Remo mite punuale as fle) = um fils) 4 Copacie 1 rma la convergenza dh f¢ verso f non & ursforme su RL Infan la drsuguaghanza [f(x) — fiz] <€ equal a (1.10) mec en) k> Efev, Per0<€.< Ila quanti ve, cesce indefivtamente per —+ + ¢ dungue non este Ve tle che 1 (1.10) susisa per > vee per ou x€ R. 2. ContinuitA de limite CCominciamo col descrivere la proprietA di contnuitd del Iimiteuniforme di funzioni con- tunue. Sia fe: RR una successione dj funziont continue nellinsieme I di Re sup- poniamo che f, converga un{formemente in I verso la funzione f :1 +R; proveremo che F ¥ continua in I. Notuamo che tale risultato non sussiste se s| suppone solo che fi con ‘verga puntualmente verso f, cid 8 quanto succede, ad esemplo,nell'esemplo 2 del paragrafo precedente, dove Ia funzione discontnua (1.7) limite puntuale della successione di fanzioni continue (1.6). Un altro esempio ® propost ala fine del paragrafo, ‘TEOREMA SULLA CONTINUITA DEL LIMITE. — Sia fi :1¢ R-> R una succes stone di funcioni continue convergente uniformemente un | verso la funzione f. Allora f | 2 continua. Dimostranione: venfichamo che f& continua i fy, per opm sato tg € J. Pr potest dr conver senza unfome, fssato€ >0,esiste ve ale che en Lain-staiice, Ve>ve Weel ‘Sceghamo ty > Vlora, evdeniemente. per og € I sulla io UF) =f SC) fh gl) ~ il ll +i) ~ Fd] < 0 ale che (23) EL pmlc 8 > faltl—filll 0, esiste Ye € Nae che 06 law sale, VED ve, We [a,b] Peril teorema di Wetersrasssull’esstenza del massimo delle funztont continue in un smtervallochiuso, per ogne k € Nesiste xx € [a,b tale che co) alex) ~ flea) = max{l fats) ~ fle) :€ [ab)} = Me Dalla (2.6) con 1 al posto dix segue percid Me < € per ogni k > Ve equindt la (2.5). ‘Esemplo 1 In generale se ura successone fi i fuzson conti converge solo puntalmente ad una fonzioe f (ma non wruformemente) non & deto che fsa coctnua, nf facile verficare che In succesione di fraion continue /,:R—> Rdetinta da (28) ‘fifs) =aceg tr comerge punualmente verso fanzione disconinua f+R—+ R definta de (fgura 1.5) er: i 29) Sia)= Basta neordare che, l_artgy = 2 i 0 = actg bx Figura 15 6 Cepatto 3. [teoremi di passaggio al limit sotto il segno: integrale e di derivata ‘Sia fi una successione di funziont integrabila in un sntervallo chuuso e lmtato / = (2.6), che converge puntualmenten | versouna funzione /. C1st pud domandaresse f sa integrabile [irvs Lanssposta in generale & negativa, come st vede dagltesempi seguent an aim, [kts sempto 1. Sia f: [0,1] + Ra sucessione definta da (gua |.6, ove sugi abst Sono scele scale diverse) 0 we 32 4a {t se 16 (0,1/k) 0 se relt/kt) Evidentemente f converge puntualmente verso la funmione f(¢} = On (0), ma non vi converge uniformemente, in quanto (03) amax{iale)=/U0|:26 (0, 1)) =k Ino sta os [tise mente, ovvameste 3s [{nodn0 Figura 16 Dung Ia (3.1) on susie. Succes send cron 7 ‘Esemplo 2 Per € [01] pomamo (st vedano grafir mn gura 17) oe firme Figura 17 - fe) pork = 1,2,3.5,10,20 Per ogni x [0,1] la succesione numerica f(x) converge a 2ero;quindi la succession f converge ‘punealmente tn [01] ed limite puntuale& la funzione f(x) = O pe ogni x [0,l]. Caleoliamo Finwgrale i [soa rem os) atin [f nistace bt [' porde=o ‘Osservamo ino che Ia successione f non converge unsformemente ad f ell iervalo [0,1 Infani ( etor esegua cao) a9) max (f(t) fax (0.1)} = max fe): 6(0.1]}= fal) dove 211 punt {01}: cus annua la denvata prima fsa 310) wap ai pean fsa) verge at perk ongue la convergenza puntuae da sola non ® sufficient a garantie Ia formula (3.1 di ‘passaggio al limite sotto il segno di integrale, Il seguente teorema prova che la convergenza ‘uniformed una successione fi verso f implica la (3.1) ® Capito t ‘TEOREMA DI PASSAGGIO AL LIMITE SOTTO IL SEGNO DI INTEGRALE. — Se Je 2 una successtoue dk fmctout conve che converge wanformemente verso f in (a,b. | \ allora vale la formula | oan sin [’ntoee= f° tre imowrazione: pe i worema slls contin del Ine, (1) una funzione conmnas el vervallo YJ per ogni € fe per og kN. us ef vE “Mostriamo ora che, anche nell'ipotest che ol Time f(x) sta denvabule, non necessaria- smente vale la (3.13). emo = Rican langues man a cen so 16 = ben, wen, vee! ‘La successtone fi converge umformemente verso la funzione f(x) = 0 per ogm x € /; mentre, aun ila) =coske, WEN, Weel, peroga kENe /"(0) = 0, danque la (3.13) non susiste per x= O. ‘TEOREMA DI PASSAGGIO AL LIMITE SOTTO IL SEGNO DI DERIVATA. — Sia fc wna suecessione di furciom derwabih con derwvata conanua vt (2,6). Suppomamo ‘che ena 2g €[e.0] tale che la successone numerica fla) converga in Re che la successione delle derwate f converga unformemente m (a,b). Allora fx converge ‘wxiformemente wn [6] verso una funcione f, derivabile con derivara continua m (6), | ensulte (3.18) bn Aled = 2°) Dimostrazione"essendo f continua, possamo scnvere la formula fondamentale del calcolo inte- ale a 0 =sios fo. Wen, velo, notre, to € Rl lite dela sucessione aumenca fa) € ideo cong) i mite waforme dela soceesione fx) m (0, pee toremaslla conan del mt, la fnzineg cota in 0 atta 1 (a.0] equinds et miegrabsle Perl eorema d pansaggi al limite ot ego ds egal, dalla (3.19) perk segue (aan amnion t+ fe wep, eran icc cone omen nH nnd in sm oan rivers [ x0 velad} e-aie 10.19, 620 epee aoa Miss= stu sta —+|f" tren SU) -t1410—0) manfifi—ainl 16 fe): ody dace ff omer foment verso ab 623) tip_maciiatei-/0) Fela) =0 108 f(s} converge unsformemente ad f(.) m [a.b. Infine dala (3211, pt 1 eorema fondamenrale el call integral, ss dedvce chef &deabilee che nsuha, om) seats vee jab] Ff evale lates (3 18) mee it 4. Serle di funztoni Se fi 8 una successione di funzioni reali definite nell insieme J di R,indichiamo con 5 la successione delle somme parali aah aafith (41) KE fitht oth ‘Tale successione di funziont 5; st chuama serve (di funciom) di termine generale fx est indica anche con dl sumboto (42) Sit feboot fet ‘Se per ogmt x € I serie numerica di termine generale f(x) (43) Sal) + fale) ++ fled +. Succenom seed fiacion i. 2 convergente, ciot se Ia successione s(x) converge (ammette limite fnito) per ogni x € J, allora si dice che la serie di funzoni (4.2) converge puntualmente i I. Se la successione di funzioni 5 converge uniformemente in I, alloa si dice che la serie i funzioni (4.2) converge unsformemente vt I In og caso il lamute per k-> +e di 5st chiama somma dela serie di ermune generale fest indica con (44) DA Talvolta cont stmboto (4.4 s Indica anche la serie di ermine generale f., oltre che la sua somma. Come accade anche per le erie numeriche,spessosubliza un diverso indice 4i sommazione per denotare termine generale di una serie opera suecessione delle somme iad esempio, per una serie convergente, nel modo seguente YkeN ; ‘Come per le serie numeric, la sere (4.2) si dice assolutamente convergente in I $¢ la serie di termine generale | converge puntualmente tn J La serie di funzions (4.2) si dice soralmente convergent in Ise esiste una successione di ‘numeri reali non negativi Me ali che (46) Well s Mi, Wel, VkEN se risulta convergentela serie mumerica 7) MyM Met. Ule2 ta seguente PROPOSIZIONE — La convergenza touale di una sene df funziont implica la sua uniforme convergenca: 02 vale Vimplicazione (48) convergenta totale = convergenza uniforme, Drmosranene: aa fif2+ +f omen dfzo etalnent comers anseme TCR verso la funzione fe sia omer a9) MMs tM. 8 Copano 1 una serve numencaconvergeme, tl che |fi1)] < Mi peroga Je per opm k EN. Perilertero del confront, sha dungue ee per opm C€ Jlasene fis} + [/auli+ + fl ll Bconvergeme ‘qumndi che lasene fifi -+fich converge puntalmentem / ad una funzione f Tndicatocon By esto sumo della sene (4.9). e108 pose (410) we Sm. he an (piste < Re ner Infant, se 91> n,stha am wienin= Enid Snr, $09 dno ene (3) bates £ Innis, ms assundo al lime per m+ +, sotene la (4.11) Poiché la seve (49) converge, rsulta (aia) Jimas=0 perc, fissato €> 0, este Ve tle che, per > ve sa Ry < ne segue che. per > ves anche. ravealia (4.11) (as) lor-sai 1. Pertale motivo 'istervallo(~1,1)2'nsteme di convergenca della sere (5.1) in generale, data una suecessrone di numer reali dy, £=0.1,2.....$t pone il problema i determinare 'insieme det aumen x € R tal che la serte di potence (52) Saat = aotayetane +..+ant +. sus convergente, cot Minsieme dt convergenza della serie (5.2). Tale insteme & certamente ‘on vuoto, in quanto contiene sempre lo 22. ‘Bsempio 1. Consierat la serie di poenze (3.3) & ee “Succeow ¢seied face ‘er detenminareIinsieme di convergenza,osseramo che (54) lim tit] =40, vex. Dunque la sere (53) converge slo per x= 0. Esempio 2, Consideratalasene ds porenze 33) Ef. sfc che coe alan) eR ft [erie 66 nes week qu assert, gran al entero del rapport. somo 3. Pra send peat a) Lem a (sa) « dangue, essa converge per fl <2. Se por [| > 2, ift/28(k+ 1) tende a+ oe quind a sere (5.7) ton converge ‘Le comsderazoni precedent non si aplicano al caso x= 2. Tatavia oserviamo che, per =2. ssa ride alla sere armonica (59) che diverge, mente, per x = ~2 si rduce alla serie armomcaaltemats, che converge. In definiiva Vinsieme di convergenza &Iisterallo (2,2) Negi: esempi precedent si visto che 'insieme di convergenca 2 sempre un intervalto, eventualmente ndotto ad un sol punto o corncdente con B. Pit precisamente vale 1 seguente teorema, j | TEOREMA 1. — Data la serie dt potence (5.2) st verifica sempre una delle seguent | 1) laserie converge solo pers =0 i) la serie converge per ogni xR ii) esiste un numero reale p > O tale che la serie converge per |x| < pe non converge | per|z| >p. 6 Capicio 1 Dal eorema precedente segue allora che l'msieme di convergenca della sene ch poten: (5.2) &un intervallo di centro 'origne, che si riduce a {0} nel caso 1), ad B nel caso i), ad tum intervallo di estrems ~p,p nel caso 1). ‘Secondo che valga i), 1) 0 au), st dice che la sere ha rageto di convergenca 0.-+% € 9 nspentivamente, ‘Comncramo con il segvente ‘TEOREMA 2. — Se la sene dt poten (6.10) to bare tas +t ag + converge per x= & #0, allora essa converge totalmente i ogni mervallo chiuso ¢ limitaro contenuto nell mtervalto (~[8),|&l) e dunque converge assoluiamente in tale ervallo ‘Damosrazione: la convergenza della sene numenca (ay) ota tandit.. tas! +.. amplica che Ta succesvone ay 8 nfintesima per + +0 quind miata: cot esste M > Otale che (5.1) lath SM ven ‘Sian um punto del intervllo aperto (1) é: mostamo che la sere dr ptenze (5 2) converge totalmente nel interval [In|]. da eu, segiendo n opportunamente. yegue a converpenza totale ‘ sm og nterallo [a0] C (18 6, pre 513) (0.6) (ink inl ¢ (-BLI8 Per opm r€ R. tale che [el < In| nsuta 1518) law! oa(Kf) sm (B)" wen fla sene mmerica termine generale My = M n/t) converge perché strata della vente ge0- tmetnce dt ragione [n// < |. Pertano la sene & potenze (5 2) converge totalmente ne terval Ieini Dmostrszione del teorems 1 wf Finseme di comvergenzn della ene ($2) 1 un interval Tofu, se # non fosse un nervalio eterebbero tre ume <¢ < \atak che Wve Tee g? Macd 2 imporsbue im quanto, posto & = max{ |). wha che « € (~&.8) . perl totema 2 Putervalo (-£.8) 2 comenuto ia "Sip [0+] ere mo desta dell iervalo f.Se p= 0, allor 1 nduce aslo punto 0. Ifa seexmterse & #0, con &€f, peri teorema 2 comterebbe Fintervallo (fil) © dunque estremo ‘esto srebbe maggiore d ze, contro pote che Suceso eee deface ” Seimece p= + poichéfconnene engine ed un imtervallo. wha € per opm &>0 Dungue. peril eorema 2. f conten un qualungue interallo del po (8) con > Oe pero coincide con ‘to ‘Se infine 0< p < +s, mostnamo che vale Iam) del totem Ifa, |\|< presse un numero Be Leon i <

p. Ja ene non pud conergere in anmenn Tintervallo (|) verebbe ad essere contenu mm fe ddungueIesrenvo devro dt I nsulerebbe maggioreo uguale a lee &assurdo. visto che p<] ‘Se 1 agg or convergenza p & non nulloe divers da +=, nulla st pud dre, 9 generale sulla ‘convergenza della Sene dt potenze per t= =p 0 pet = p, come mosrato dagl esempr che seguon. Losene geomemea (513) lereet ee tha agg i convergenzap =| (converge m og punto del interval (—1, 1} ¢non converge alesterno ‘ell vervallo) eg etrems del iervalo dr coovergenza. son converge aé nel puno x= —1,né nel puwo r= Viceversa. la sene d porenze (16) bee “ + 45+ 2 tu ancora ragio de convergenza ugule ad |, gh estemu dell terval de convergenza, converge sin nel punto x= —1, che nel punto ¢= I. Inne, la sene de potenze (5.7, come abbyamo gid visto rll esempro 3, converge el punto «= ~2, ma non converge nel punto.x= 2 | seguentécrten st nvelano un per la cerca del raggio dt convergenza. | TEOREMA 3. (DI D’ALEMBERT), — Data fa sence ct potence (517) ap barter +. Haye + | con ay # Oper ogni EN. se estste t hme | (5.18) = im allora sl ragato di convergenca della sere (5 1) ¢uguale a | 519 Damoviranone per opm x #051 (520) atin gett = 0 ee too seb P=) 1/f se O 1/t.petano. pe I teorema 2 ragio dt convergenza®p = 1/1 ‘Ad esempio, applicando i erteno dt D'Alembent, st deduce che per ognt p ¢ R. 1 agg di con- sergenza della sene di potenze ae et h+ +54 1 Inf n quest caso sua (3.2) TEOREMA 4. (DI CAUCHY-HADAMARD). — Doto lo serie di potenze (523) ao toiet on tn tont + se existe tl lie (524) ollora il roggto di convergenzo dello sere (5.23) 2 | a |] (5.25) pad Ie se O0, & | llr Federivobe ersutooncke (530) re) dine : Wei < ps | | | | | | 30 [soa Pia ae Yil

0 il aggro di convergenza della sere di punto (533) Lot associata alla ($.32),allora la sere di potenze (5.32) di punto niziale xp € R sara assoluta- mente convergente per [x —f0| < pe non comvergente per |x —to| > P. 6. Serie di Taylor Sia f(x) una funzione reale definita in un intervallo (a,b) di R e sia x9 € (2.6). Ci ‘proponiamo di stabilie se esiste una serie dh potenze di punto iiziale xp convergent m (a,b) verso f(x) cio’, come si suol dre, se / 2 sviluppabue in serie di potence di punto iniziale xp nell mtervallo (a,b). i primo rsultato in questa drezione il seguente, ‘TEOREMA 1. — Se la serie di potenze | (6) Fouts! & hha raggio di convergenca >0, la sua somma f(x) 2 wna funcione indefimia- ‘mente derwabile per jx—xol

Otali che (68) IP sme Yee (a.b).VkEN (in parncolare se le denvate di f sono equiimuate in (a.b)). aliora, per ogn |] 20 € (a,b), f & suluppabalen sere di Taylor di punto inate x nellintervallo (a,b). | ‘Dumestrazone:prendiamo in coasideazione la defniione del esto n-cmo Ry) della forma dt Taylor ea (69) Asha ft ¥ OM et ‘ecorre provre che, pert =m Ry} converge ae perogm «= (a.b} Lespiewone d Lagrange peril resto Rules ® wy (6.101 ayo = tat! ‘ove 1 2un opportune valor compreo trae « Dula wptes (64) sue allors fon, [eat pial [La dimontrazione del eorema ® peri ncondota a venicare che per opti « (or 18 cegue dal ato che la sene (63) (6.4) qu seme goer 1613) comverg em Nel caso partcoare incu‘. = 0, 1a sene dt Taylor (6.5) srive 7 D 6.15) 10+ 0+ L244 LD yey... sichama ance serie di Mae Launn di f ‘Come appieazone de precedente orem 1 dimotinamo la swluppaba sn sene di Mac Laurin dete fanz | (6.16) een cone La see i Mac Laur della Funzione v= e & 2 (617) ieee Eee con a> 0, a fune gaa al teorems | © poché le denvate d e* sono equihmiate m ognt ameralo det npo (2 one esponeanle dt base ¢ & svluppable an sere di Mac Laurin ( Perlarbrarien dia 1 ba (6.8) veer Siceenan etre aoe a Poicht per opm k= N nsulta 1619) [Dtsen a] <1 |DFcoss| <1 ner, analogamente a quam fatto per la tunzone es venfica che le wnzion sen «© 608 « sono supp tsene di Mar Launn wn Be che nsulta 1620) 62h I gura | 10 ono rappresemat la fanzsone sen +e 01 poliom: dh Taylor dh ordne 3,5 7. 3°51 yom a ae a aT Figura 110 Un ultenore teosema che ss nvela ute per ottenere svluppy on sene 211 seguente, che sy «dimostra facendo uso del teorema d> denvazone per sene del paragrafo 4 | TEOREMA 2 — Sia J una functone dorara & denvate dt ogm ondine mn (a,b) € xa | | 0 € (a,b) Se nsulta I | 622) wre (ab) cue se fa sene denvara data sere di Taylor di f ha pes somma f', attora f & |) ssuluppabue n serie di Taylor di punco inate xy nell'nervato (a,b) u Capito 1 Come applicazione del Teorema ?dimostnamo la svluppabiitd in see dh Mac Laurin delle fone (623) fog(l+e) aig La sene dt Mac Launn dela forzione (624) Lasuasene denvata (625) Leche Heyes ‘asene geometnca di pro teune 1 edi agtone —x.che Ecomergente(puntualmente nell meallo (tothe lasua soma e ugale 8 (6261 Petit ene well. che comeide con Ia denvata di y= log +). pertano, m base al Teowema 2, la funzione f\2 Jog(1 +2) &suluppable mn sene dt Mac Launn oe terval (=I, 1). Pere® nia (627) logit) [Lasene dk Mae Launn della funzione y = aretg x aye (628) hep. La sua sene devata (629) Pat gay ten 2 tasene geometnca dh primo termine I d agione ~27, che contege nel Somma ® gule alla funzione y= 1/(1-+),che & uguale alla dervata dt rm base al Teorema 2, a funzione f(x) iterate (~1, Hye sua aig. Quid, aco ‘cig 2 swluppable msene di Mac Launn nll intereallo (1st nsuita (630) vee neal st pub dtmostrare che 1a (630) sussste i tao Mintevalo enuso [1.1 Nouamo che, |, abbiamo i parucolaela formula (630) Su pub provare mote che 1a (6 27) suse per ¢= Ie dunque (632) tog? CConsidename ora la sere bmomale Si dkmostra che, per ogmt cL € Rl funzione (6.33) flay = (14298, xe(-hny, 639 Sa weetun ove men (2) sn et copier bom esa dt (635) *). a Considename lo swluppo (6 34 nel caso parvcolare a-= ~1/2. Pec ogm kN, dalla (635) sha allosa a ABS (MK (636) (1?) <0 peut Se EAD Deane ot SS ED 8 dove con "sinc il prodoto di ut + amen dispar fra en, sen &dispan, owvero prow di turk tnumen pn fra 2en, 2 pan. Sia alloca k= (63 qe boars vee(-10) tn eat te siuppo sess anche ex x= ‘Aralogamente, ponsndo d= 1/2 els (6.), soe fo slupo notre £5 gy Qk, a (638) ria f+ Eco weet-htl. Si csserm niece, sosttuendo =a nea (6.37 emrgrando pec ene pernene a sequert salppo notevole we(-1N), Scie d (6%) weve SOT! siluppo che, come si venfiesfactimente, converge anche per 7. Cenni sulle sere dt Fourler Sia T > 0. Uta funzione x), deft pr € Rs ie perodia di periodo Tse m4) sle+T)=sl0), wer Seunafurzione®penodkcadi perodo esa? anche perodica dt penodo 27,37) -.AT, Stano a,b due tumen reali esta k EN. La furasone (72) s(2) = acoskx + bseoke ” ct = lead penn ok. pane a ay cntcecntrean ex (+(+4)) ember 04) sto)=o(o4 2) Weer ed percid periodica di perodo 2n/k Paruicolarmente interessant, anche per le applicazioni alla Fisica, sono combinazionh- ‘ean di funzion: del upo in (7.2), cod della forma 3) sats) = 92+ $ (aycoshr+ sens), nen, che prendono i nome di pti ingame, oe dy © ab, pork = 12. sno numer ea et coficen el plinomiotigonometico, Endenemene pr egna€ N, ‘ma) 6 na fanone pode i perio 2 Fist a € Roan bi, con BN, apponiamo che a ee deta sere wigonametrica contin aonb (76) B+ E lavcosts + bysenkx), sia convergent per ogm x € R. Alloa, per la penodicit di (x) per ogni n €N, anche la ‘somma f(x) = lim sq(x) sara una funzione periodica di periodo 2x. Un primo critrio di convergenzaper lasers trigonometric (7.6)@contenutonelseguene teorema, di cui tralaciamo a imostazione. TEOREMA 1. — Se i coefficient della serie tigonometnca (7.6) soddisfano le con Atsiont Flan] < +=, 5 bal < 4, alr la sere converge assoluamente per ogm 5 ra € Rela sua soma fis) € una funcone conta \edremo in seguito che, in generale, la somma di una serie trigonometnca non sara una funzione continua.e dunque le potest del teorema | possono considerarsialquanto restive. Inversamente, data una funzione f(x), penodica di penodo 2x, ci si pud domandare se essa sia sviluppabile in una sene ingonometnca, cio se st possono determinare det coef rent ap, au, br, con kN, tat che la sene (7.6) converga per ogni € R, avendo per somma, fix). Supposto che f(x) sa svluppabile nella senetngonometrica(7 6), 108 che nsultt (9) fla) = 2+ (ayconkr + bsents) veeR, Succesnon seed farson ” € supposto inoltre che la sere (7.6) sia integrabile termine a termine in un intervallo di amprezza 2x (peril teorema di integrazione per sere del paragrafo 4, una condizione suf. ficienteaffinché cxd si venficht & che la sene (7.6) converga uniformemente in tale inter. vallo), & possibile seguire un procedimento, dovuto a Founer, per determinare i coefficient .dx.b4, Preeisamente, consideriamo la (7-7) ad esempio per x € [—,x], mokiplichiamo ‘ambo 1 membn per cosmx 0 per senmx, con m fissato in N, ed ntegriamo tra Rem. Si cotuene cost (8) + E(u f,sotecnmeds st [scans 09) [sessenmds=% f seamed +3 (a [corer snmeds +f" ee seansd) Osservando che 0 weer 710 cov osm { . x em=k#0 om fo, © cou (7.2) J gents sere . eo dalla (7.8) icava la elarione 713) an=1 [" fer)cosmeds, m=O 12 {anche per m = 0, graze al fattore 1/2 che figura nella (7.7). a moluphicare ao) dalle (7.9) segue ay m= 2 f° faienmeas, MEN 2D In tal modo abbiamo espresso 1 coefficient di una sene di Fourier in funzione della sua somma f(x) In ogms caso, qualungue sia la funzione f(x) integrabile tra —n ef, le costanti definite et m= 0,1,2,..- dalla (7.13), © per m= i,2,..., dalla (7.14), si chiamano coefilent! di ” Captoot Founer di f(s) La sene (7.6), quando sus coefcient sono 1 coecient di Founer (7.13), (7/14) 6 fla), ama sere di Fourier di f(x), ma non sempre ha come somma f(t). Srosservche se f:(~1,1}—+R& uma funzione par cid tae che f(x) = f(r) pet osm ve [-m.], la sene dh Fourier di fha mits coefficient b null. Viceversa, se f dispar, ciot se f(s) = ~/(—) per ogm.x€ [~,r] la sen di Founer di fst nduce ad una sene di sol sen. Data una funzione f megrabile tra ~7 e R, penodica ds penodo 2k. 1 proponiamo di ‘studiare sl problema della sua svluppabalt mn sene di Fount cot 1! problema dh stable «quando essa sa ugualeallasomuma della sa sere dh Fount. tale scopo insroduciamo alcune notazion. Sia f(x) una funzione definna mR: se per xe Resse hmte, (7.15) slim, fh) lo indicheremo con f(x+). Se esiste il mite (7.16) slim flee hy lo indicheremo con f(x Duremo poi che f : (a,b) -> R & regolare atrat in {a,b se esisiono wn ewmero finto di unt s 1= 0,1...N, coma = 29 R, diremo che & regolarea tratt su R se 2 regolare a tratt in ogns intervallo chiuso¢ limtato [a,b] di R. Si pud dimostrare it seguenterisultato, relative alla comvergenza puntuale delle sere di Fourier. ‘TEOREMA SULLA CONVERGENZA PUNTUALE DELLE SERIE DI FOURIER. — | ‘Sia f una funzione pervodica di periodo 2m, regolare a tramn su R Per ogmx€ Rla | sere di Fourier di f converge a 1 (7.17) Mfr) + fe-)] ota nei fink ea hte am fis | Inpro abe c/a ‘Esemplo 1. Sia f ta fnsione periodca di penodo 25 ottenuta protungando per penodict su R la fanzione x ¢{—,3] fl veda la igure 1.11, Scesnant seme dfs 2 Figwea LtL per ogni EN, mente con fact Poiché f & pari, per quam osservato m precedenza sua by = aol tht ay =, per k= 1,2, ow avn Eft pcstede=? ["ssstedr= 3( (lone, mve 2! cuccanuiea sae ¢.petuieorenasllacomergenzapumuale delle see di Founet commer as} per oni x€ (Rf. Ponendo += Onela(.1),s nea ance a segueme otevolerelanone 2 1 (729) a Laer Esemplo 2. Sia fla fumnone penodica dr pecodo 2x otenuta prolungando su la funaoneg data da Ow ~Rexco a2 w= they 1 se Ocxee Tcoefficenn i Founer df sono alloca a works a ven, quinn sene di Fooner fda da 125 senake tye on) 2k, maT Pec teorema sulla comergenra punta delle serie i Foune tle sene converge a ts) promt 21 R dvero dak, con Fe Z.Siosteri che per x= Ota sere i Fone ta come soma 1/2.¢ ‘hele valor mata del im Sesto e nso d fin. we epee 1 Pe 3/2 m3) oue sep anagem we F (at as rat i) “Ege concn eT dl ees pun en Esemplo 3 Si fla fanzone penoda ct perodo 2x otenutaprolungando su la Furoneg data da (Figas1.12) wl -Rexco (72s) aty= 1 O 02 Vinsteme Ig CR definito da Gay) RP: exo)? +90) <3}: Si mcord nfrtche pnts (x,y) dR? che giacciono sulla circonferenzadi cenvo (xo, Y0) ce raggto > O soddistano equazsone (st vedano le igue 2.7 €28) on 02) (107 +10)? = 8 q a lyvel Text Figure2.7 Figura28 ‘Sia An soninsieme di B ¢ (xo, yo) un elemento di RE. Si dice che (xo, yo) &werna 1 Ase ese un intomocircolare di (ra, yo) conrenar in A (si veds la figura 2.9; 1 puvo (40,90) si dice este ad A se esiste un nvorno excoare dh (xa, yo) contenuro nel comple- mentae di A (cioé s(t, yo) &lntemo al complementare di A, come ia figura 2.10). Inne (Go, 0) & tn punto di frontiera per A se m ogn itvorno circolare di (xa, Yo) st tovano sia pur di A che del complemensare dr A (cod se (1a, Jn) non & n ttemo né estemno ad A, ‘come ia figura211). 'Si dice che (x, yo) € R? & un punto di accumulazione per Vinsieme A.C RE se i ogni snromo circolare di (x, 34) eststealmeno un punto di A divers da (x0, yo) (comer fgura 21) ‘i ede subiro che tur spun ern ad un insieme A Sono di accumulazinne per A tut i pntiesiemi ad A aon sono dr accumulazione per A. InGin 1 put di frontier di A poxsano ‘tere di accumulazione per A oppure no: e un punto di A non & di accumulazione, x dice che &un punto solar di A » Cepucio? Ge ¥9 interno 2d.A Gx yoestemo ad A dai ' : ‘rontiea per A Ged . (9) Cs) Figura 29 Figura 2.10 Figura2.11 Un insieme A C R? si dice aperto se per ogni (x,y) € A esiste un intomo clrcolare di (ay) €A content nA (cio® se opm (x3) A imerno ad A). Uninsieme CC Rs ce chiuso se il complementare A = R? —C aperto. Figua2.12 [Naturalmente esstono insiemu di R® che non sono né apert néchiusi. L'lnsteme vuoto 0 cetutto R® sono gli unit insiemu di R contemporaneamente apert e chuust. [La chuusura di un msteme A, indicata con A, & I'mnsieme di 3° risultante dalla unione dt ‘A.edell'insieme dei punu di accumulazione diA La chusuraA di A @ un insieme chiuso e. pla preetsamente, coincide con 'imersezrone di tat gli mstem chiust che contengono A. Si provaanche che @ I'umone di A e dell'insieme det punt di frontera dh A. ‘Un dominio di RE 2 la chiusura di un insieme aperto. Pertanto un dominio & un snsteme chiuso, ed unione di un insieme aperto e della sua fronuera. Fanon d due op vara a Adetempio un cerchio cio dh? 2undominia, mete 'nsleme uno dun cero cso ¢ un ponio solo ester al cerehio non un dominio dR, ‘Un insleme AC R® si dice limato se & comenuto in un smorno circolare dell’origine 1I4(0), slot se este M > O ale che ome 3) Key) BTM, Vinyea (equivalntemente, se 1? +? < M? per ogni (x,y) In), come nelle igure 2.13 ¢ 2.14 Minsieme ‘Anon &limitato Finseme ~~ Aetimitato 0, estste 3> Otale che (10.1) Yeer)-U 0. existe 6 > Otale che , oppure | = ~=) st tratano m modo analogo fra loro: (103) fly) >M, per ogn (2.y) € A, (xy) # (x0, vo) € 19) — (a, Yo) < 8, cio (x.y) verfia le condizroni in(102). Fon ds ee 0p vara a ‘A tole dt esempto, considename la funzzone dele vanabult reali (94) fBdefinsanel'speno A cosuuto da R? private del'ongie, cick A = 4 accurulanone per A ‘Venfichamo che {(0,0}} 11 punto (0,0) & 1 05) hm, nf, dalle dsuguaghanze vere 106) os ‘5 deduce che, per ogm €> 0, (107) os fayce per ognt (x9) # (0,0) tle che VPEH M, oppure fx, yo + m{x~ ta)) O estate > Otale che (1020) Welz») = fla0.s0)] O.esiste 8> Orale che (10.22) Ween) = flr wa ey | per ogni (x1, 1), (42,92) €C, con [(x1, 1) (22, 92)] <8. cioe | Goa aaa eG <8 ‘TEOREMA DI ESISTENZA DEI VALORI INTERMEDI.— Sia D un domo connesso | | € limisaco dt? e fls,y) una fancione connnua su D. Allora f assume tut t valor | Comprest frail minimo ed il massimo di f su D. i 11, Derivate parzialt Sia A un insieme aperto di R? e f = f(x,y) una funcione di due variabili definta su A. Sia inolre (x,y) un punto fissato di A: La derwara parle dif rispetto ad x, nel punto (x,y), 2 il mite a tg Shad fle Farsom dd pu sonats ; purché tale imate esistae sia finto. Tale denvata parle di f nspetto ad x st indica con uno {ei simboli, fra loro equivalent, a a wat Aralogamente a derivate paraole df rapeto adv. el punto (1.9), 2 mite tim SXF" = Sl | ne (uiay fs FAG), Def (ua) purché tale limite esitae sia finito, La derivata parzale di f nspetto a ysi nica con uno dei simboli ar 8 Beh fe Maw Df In base alle defiizion, le due derivase parziah di f spetto ad x 0 ad y si calcolano considerando I'altra vanabile (nspettvamente y 0.x) fissata, quindi costante. Pertanto, nel taleolo di una derivata parziale, entra in gioco una sola variable reale alla volta; @ quindi possibile ultzare le usvali regoledi dervazione valide perle funzionidi wna variabilereale. (ua) Come primo caso consideram It funione di due vanablt (ais) fay) =P 329 +57° Nel calcolae la derivata dh frispewo a rla vanabile y nsuta Asta, clot cosante, $1 oene 6) dey 239, Analogamente, Ia denvaia parle d fnspeto ad y vale ain Sle) = ~30+10y Sead exempio /-R? +R funzione delle due vanabili rea x,y, definite da ais) flxy)=2eo8y, allora le denvate praia fe, frispeto alle vant, valgono i) fe=tic0sy, fy=—wPseny Seamvece f P+ Re definua da (a119) Say) = ene) te deve paral sono date da ay Se=yoostsy), y= xcoa(xy) Se in un punto (x.y) esistono entrambe le derivate parzial f(x,y), f(t,y). si dice che a fanzione 2 derivabilein (1,9). Inoue, se f derivabile in ogni punt (3) € Av side che FP denvabilein A “ Capito 2 ‘Una noca importante peril letore: non si confonda l concetto di denivabilita con quello i diferenziabuhta, mntrodoto nel paragrafo 13. Come per le funzioms ds una vanable real, anche le furzons dsp vanabii reat possono essere dette mn apero Ae non esere denvabil a ogns pumwo di A Ad esempo, la funzione d: due sanabil real defirta mR? da un) an) inanon drab (00) pete me pu nn estono enameled pra nad apn per appr momen pea ah 0+K01= 100) _ VE _ h oa eaak eno ue per h-+0- Last (0.0 dental ga dla fone tga? Anema fa 6 uncon wre el one canis) Figura 220 ‘Secondo quanto detto fino ad ora. Je derwate paral di una funzione fA ~ R sono sate dene, quando esiste ito imute del rapporto erementale, un punto (x3) di un ansieme apereo AS RE Pra generalmente, se Don ® un meme apert, st pub considerare la definaione dh deriva parziale, ‘come limite del rapport ictementale, i ogni punto (x,3) wterno a D.C R?. non? mvece possible, tn generale, consrderere I rapportomeremerale nev punt di fromera,analogamense a quanio invece fccade ns punt esuems dt un mieralo per una funzione di una vanabie reale, quando st definiscono Ta dervata desta ela dervata sista Se mfat,adesempo,I'mueme Dil cond chusodiR* definto da (a veda gua 2.21) cas) DafiayieR Hiss bls2Hl, #720), Fanci 0 po sarab i. reongine del asst non & possible define i rapporto meremenale, inf non 2 possibile calcolare ‘jon dt uma fone fner pur (0,0) (2,0) con #0, per define la dervaa perzae f,e Reppure ‘Gleolace valon dt una fanione fnes punt (0.0) €(0.t) con k 40, per dtu f, Figua 221 (Quins ner punts fronnera dt D non st ‘con 1 rapporto incrementale, ma nel modo seguente: 4 suppone che D sia un domurio i R, clot D& Ia chlusua di un insieme apero (come a ‘Eempio mfg 221, S1suppone che eststano le dervateparial fy opm pant (xy) vmermo {i donno Dee che tal dervate parcial sano contnue nell mterno dD In ogmt punto (2 Yo) € D (tern od fertura) st consderano ims ou POM lh hO Se 20, yo) interno a D, pe potest conta hf, fs tal ut sono wgualmspetvamente a quan) S20, 90), fla 0) ‘Se mvece (20, Jo) un punto d fonuiera dD, 1 valon iat lm (Se exstono e sono fit) ‘vengono assun per definuzicne come le demvate parca d #1 (10, ¥ Panto le denvate parcial f, fy. un punto ds fonura (9 yp} del domo D, sono definite come prolungamento per continu, spetavamente di fx.) f(%). quando (3,y) vara all mero {el damn D. nell potest che tle prolungamento per contmuth essa, Se, al cntrano, un punto (do, mai once «lim (11 16) on exten 6 esstono ma non sono fn (evenuaiente anche to solo dh tat it), sce che f non & deal nel punto (x, Yo) 12, Derivate successive. Il teorema di Schwarz f(y) una fonzione di due varabil reali derivable in un aero A CB st sano definite mA le de derivate parzal (2ay Laas filer), ayer 0 Capote 2 Le due funziom in (12.1) possono a loro volta essere derivabil. Se cid si venfica, le loro derivate : a a a a (122) FA FAlay. FHM, FHC) sono dette denvate seconde della funzione f(x) Spesso le quattro derwate parziah seconde in (12.2) st dispongono sotto forma di maince 2x2, nel modo seguente ge be (123) gn br Lamarice delle derate seconde & dita anche matrce hessiana e st denota cont sim- bolo Df. Con simbol pid compat s usa anche serivere (24) oy-(E B) Se esistono le quatro derivate seconde di f nel punto (x,y) cio8 se & definuta Ia matrice DPF nel punto (x.y), si dice che /& derivabile due vole in (x,y). Se cid verificatoin ogni punto (x,y) di un aperto A C BY, si dice che f& derivabile due volte in A. ‘Esemplo 1. Verificiamo che a funzione (25) ayaa 2 derhabile due volte in mato Re calcliamo le derivate seconde, A tale scopocalcolimo pelimina- rmeate le derivate parata pome: (12.6) Le=P, y=. Daa «27 a(S B) In generale 1a denwvata parziale seconda fy & diversa dalla denvata fre, un esempio in tal senso 8 proposto nella seconda parte del paragrafo, Sotto opportune ipotest ped st pud di- rmostrare che mvece fy = fur, Come accade nell'esempio precedent. Il teorema di Schwarz fomnisce delle potes suficient affinché nsulu f(x,y) = fu(%,3) (tli derivate parziali ven- {gono dete derivate seconde mise, mentre fa(%,¥) fry(x.») Vengono dette derivate seconde pure). || TEOREMA DI SCHWARZ. — Sia A un aperto di R, (x0, Yo) wn punto di Ae f(&y) |) una funcione dermabule due volte in A. Se le derivate seconde miste f(%)) € frl9) sono continue nel punto (x, yo), allora risuta fy, vo) = flO, ¥0)- Face eo pu venabi a Dimostrazione: sia (x,y) un punto generico dell'insieme A, con x 4.x0 ey # yo, come in figura 2.22 Figura2.22 CCakeolando la funzione f in corrispondenza a punt in figura 2.22, definiamo le semuenti due fanzioni di una variable reale (128) F(x) = f(9)~ Fl, 90) (29) 60) = fey) - Fle0, 9) (cons fissat), ‘Applichiamo il teorema di Lagrange alla funzione F(x) nel'intervallo di estremi xo, x; esste in tale imervallo un punto x tle che FO)-Fxo) = Fu \(x—m) (cony fssato), (12.10) = [fel 9) fol, yol}( - 20) Applicando di nuovo teorema di Lagrange allafunzione f(x,y) (della variable ) nell'in- tervallo di estrem: yo, ¥, oteniamo Iesistenza in tale interval dun punto yy tale che FG) Flo) = [elarsy) —felan, w)](x—a0) = cy Loti Y(H~20)(9 = 90) Procedendoi modo analogo pera funzione Gy), determiniamo 'esistenza diya (nell in- tervallo di estremi yo, y) e poi 2 (nellintevallo di estremi xo, x) tli che GY) Goo) = G'dO-y0) Leta 2) ~ Jy(20, I-90) = (12.12) Sials2s ¥2)(2~0)(9 = 90) « 2 Corio 2 Da verifica diretarisuta poi (12.3) Fla) Feo) = G)- Gt); info F(a) F (20) = fs3) ~ fle yo) ~ [feos o) = Fle, vo)] (12.44) GLY) = Gio) = Fle) = F509) ~ Lf 30) ~ F405 0)] CConfrontando le formule (12.11),(12.12), (1213), st giunge alla condizione Foss MN(&—0)(¥~ yo) = fins 2) (= 20)(¥—90) 5 ciod, essendo. x £10€ y# ¥, (12.15) Soler, w= falar ove i punt (=1, v1); (22 ¥2) Sono intern al renangoto in figura 2.22, pertanto soddisfacenti lecondizioni (sex > xe» > vo) (12.16) wets MSM Cy Passando al limite per (x,y) > (x0, vo), anche (x1, y1); (2, y2) convergono a (x0, ¥0). Per 'ipotes di continuit di fs fe nel punto (x0, yo) $i ottiene la test (1247) oso, 90) = i805 90) ‘Esemplo 2, Osservtamo esplictamente che la sola esistena dele denvate seconde mite tn un punto non asicur la post di versione dell’ ordine di dervazione. Ad esernto,considenamo I fn one f(x,y) due vanabll reali deft da 52 (xy) = (00) ° um os ae 22 euns(00 {Wetore pub venice che fy) 8 continu anche nl puto.) = (0,0); ant, nano comune n (0,0) anche le dervat prs prime f(xy) €f3) Comune, allo scop di alcaeledemate seconde mist m (0,0), comiacamo con axervae che G2 Ue 494) —22y—o) HF (1219) fala) per ogns (x,y) (0,0), mente (0,0) (am) 1400) = )=L0) 5 asulta pot (22) Fon dt deo puss 9 Dato che scambrando x con yl funztone fcambiasegno (cot fx,9) = —fiy.x)) sua (222) fel0.0) = =F (0.0 Petcid in (0,0) sha fox # fy Evidentemente, 1m base al teorems dt Schwarz enrambe le derivate paral seconde must (per motvo di summetna anzdeto) sono discontinue nel punt (0,0) letore ceegua la venice), 1 teorema ot Schwarz le alire consideraziont espose in queso paragrafo st estendono senza difcoltda derwate parzali dk ordine superior Cosi ad esempio le dervateparzial el erz0 ord, nell'potest che sano contnve, sono Je seguent quatro om 2 1 21, 2 a ax" Ady’ Bxdv?" BY" € pilin generale. le dervate parzali di ordine k € N dt una Funzione di due vaiabuli f(x,y) se continue, Sono le seguent +1 funziont ay ay af a af a aS (1224) 13. Gradiente, Differenziabilita Sia f una funzione denvabile in un punto (x,y) di un aperto AC RP; cio’ esistano in (a,y) le due dervate parzal (f,, fy) di J- Il gradient di f nel pumo (x,¥)® per definizione il vetore Df € BE le cui component sono le derwate parzalt dif. (3.1) DL= Se fd «, volendo indicare esplictamente la dipendenza dal punto (x,y) € A. (13.2) Dflx.y) = Ufelxy), eo) ‘Equvalentemente, il gradiente s ndica con uno dei stmboli: 03.3) Df, Dflsy), Vf. grads. Pertamo una funzione f ammerte gradiente in un punto (x,y) se f denvabule in (x,9)+ ‘tot se eststono le derivate parziali f(x,y), fi(1,y). Una affermaztone pid forte @ quella di dire che f& diferenciabue in (x,y), secondo la deBinizione che segue. Sia A un aperto di R? e (x,y) € A. Una funzione f: A > R si dice dfferenzabule in (x.y) (a) fe derivable un (x,y), cod esistono le derivate parcial f(x,y), flX.y): (0) vale la relazrone dt Kimite so Capito 2 in Loethy flesh flsdk (39 ao Vitek Inoltre la funzione fst dice diferenciable nell'aperto A se differenziabile in ogm punto (aye. Si otuene una formula particolarmente sigmificatva per la differenzibilitd uulvzzando it simboto di “o piccolo”, Si dice che una funzione gy (h,k) #un “o piccolo” di un’alrafunzione ga( hk). € st scrive g1(2,k) = o(g2(h,k)), Se g2(h,k) 0 per (h,R) (0.0) e sel rapporto 181(8,4)/ga(h.K) tende a 2er0 per (h,k) + (0,0). Cio’: lim, | g2(hsk) = sahito S204) Con tali notazion la funzione f & differenziabile nel punto (x,y) € A se & denvabile in (ay ese (136) Sethy+h)= fly+ heaihthlsyk+o(VR+E) Infati la (13.6) & equivalente alla condizione (b) della definizione sopra scrtta di differen bit osservando che in (b) si afferma che la funzione (3.9) 81(FK)= Sl BYR) f(E9)— Sel yMh~ flay ke ® uno piccolo dela funzione go(h,k) = VITFR, (135) gulch) =0(@(.k)) Geometncamente la dferenciabi un puno&legata all'esstena del plano tangent l grafico delta funzione nel pumo tnt, se /& aiferenaabile (xp, Jp) € A. potendo in (13.6) (ry) = (40,90), = x49, k= yp, ovens 059) = Hla 30)+ Flt o)ls— 20) + flan, yo)Qy—yo)+ (138) + VRRP (Cx sgutca che la fnzione neare (pi propnamente, Ia furcione affine) (39) = flea J0)+ felt, NCE = 40) + 00, 0).Y— + che rappresenta I'equanione dtu piano, precsamente del piano tangene al grafico della fanzine == flay) nel punto (39, yo). diffensce dalla funaione daa f(x,y) per un 0 plccolo del modulo elt'ineremento (x~ zo, Y— Jo). dao da V(e=39)F-+(9— yo}? Clot lespresione mi (139) relat, al pano tangent cositusce una approsamazione della funzzene data in un itor det punt (2,90). ‘ameno di infiuterom di ontine uperore al pmo ‘Approfondiremo queso aspeto nel paragraf 17. elawo alla formula dt Tplor perl funzzon ue vanabl Le notazioni vettoriali (ed in particolare il prodotto scalar introdotto nel paragrafo 8) ppermettono di scrivere la formula di dfferenziabilita (13.6) informa pit comparta. Fancom deo pris 8 Ponendo (13.10) dato chet prodotto scalare tra Df ev vale (13.4) (Df lw), 9) = fle yIhe flere, Ja formula (13.6) con le nuove notaziomt diviene (13.12) Suto) = fu) + (Oflu), ¥) +0(\l) Pertanto una funzione di dye vanabli f, definita in un intomno di un puntow € 2, dice 0, nsutaH & 2ht+ 2 > O crt anche (317) sie HIRE) dca pis S042) sun fee eee B | E40, oe Tarra § 2 View av be prove la relaztone dime in (13.16) Un motivo per considerare la differenziabilita & quello che tale condixione implica Wa continuita, generalizzando I'analoga condizione per le funzioni di una varabile rele. Tn etre 6 Caputo 2 parole. se f @ differensiabile m (x,y) € A, allora f 2 anche continua in (x.y). tnfatu, ella ‘potest dr differenziabih (13 6), st otene la condrzione dr cont ai gfe VER = im, Uflev) + feat fle kt (VEE) = aatstoo) (3.19) = fs) +, im, Uesvih f 0k] = Fl.) dato che ’ulumo limite & nullo, a causa della desuguagleanza di Cauchy-Schwarz (8.7) (13.20) [ee wiht Alek $ | fle») VEE + 0 Notamo esplicitament che, sla conumun conseguenza della dferenziabili, essa non ¢con- sequenca della denvabila come mostra dll esempio che segue la funzone f, defia su R? dalla fermula 0 sf») =(0,0) (1321) flags : ree ‘pon & contenua mel‘ ongine (0,0), perch a esempo per x= ys ha (1322) (x.y). Pet Fipotest di continuit nel puma (1.») delle derivate parzali f, e f,. dalla (13.27) st deduce che (13.28) warstan, quindi f differenziabite nel punto (x.x). Una funtone continua mn un seme apeno A CE si diced classe C® n A, esbserve f € CA), Se f &demvabile im Ae se le derivate parzall pnme sono continue in A, st dice che fd classe C! Aesisenve FECHA). io generalmene, se la funnone f ammete denvateparztaltcontunue dr ordne k € Nn st doe che f 8 classe Cin A, es somve f€ CH(A), Con tall notziond il eorema del diferenzale ela conenuit implicaa dalla differeciaia si senvone: (1329) FECHA) =f diferenzabrle mA =f 6C%A) ‘Analogamente,appicando tl teorema del dferenzile alle dervateparzal dr ordine kt otiene (13:30) Sectays fecHay, wen 14, Punzioni composte Siano x), (t) due funzionieal define al vanae isin un imervallo/ i R. L’appicaz1o- ne che ad ogni € / fa cornspondere punto di di component 4.1) (ato), tO) 2 una curva del piano (st veda il Capitolo 4 per maggion deragl) Esemplo 1. Se le dvefunzon s(t), yt) Sono definate da (142) xe)=t-l, xt +, tel=1.1}, Faxon dd pu vanabih * Hora iso (143) ve) =e 1 =(e—1)42=ale) +2. erate put di coordina (x,t) apparvene ala ead equanione y= x42 6 dao cher € 172.1, pa recrsamente i puso (xt), xt)) appre al sepmento di equaione y= +2. con ‘re [-1,0]eye 1,2 rppresemato rn Sgura 226 Figura 2.24 3g 3 Figura 2.25 Bsempio 2, Sele funzions x(t), y(t) sono define da (144) alo kt) = sent, rela), oneniamo (4s) (02+ (0 cost sentra 1 © opto 2 «equine 1 punto i coordinate (¢).y(?))apparvene alla ewconferenza dr equazrone 2 +? = 1, e108 tila crconferenza con centro nell'ongine deg ass eraggo |. La condizine 1 € (0,8) comsponde jgeometncamente (dao che y(t) = sen > 0) punt della crconferenza con ordina posta, come figura 225 Indichramo con A un insieme aperto dr R che contiene + punts (x(:),s(0))# €f. Sia _flx,3) una funzione reale dr due vanabili reat dfinta in A. Allora possiamo constderare la {funcione composia (146) F()= flxte).v()- rel; Figura 2.26 Figura 2.27 la funzione F = F(t) 2 una funzione reale di una variabile reale 1 € /. Ci proponiamo nel seguito di calcolae la derivata dt F(¢), n wermuns delle dervate delle funztons component. Geomemncamente x= 41), 7 = Wf) sono le equazionsparametnche dr una curva im (nel pano x9) son dh et 6 vers a a We, s= fete, vin) 000 le equaxont paramenche & una curva R (nelle span di ass. ‘hequtzronecartesana : = f(s,¥), come nelle gure 226,227,228 229 In parvcolare,n figura 26 sbbuamo seeho 0) = w. He) = f.ehe sono le equazion paramernche dr una rea passant per (Go, 0) € prallela a's y. in figura 2.27 considenamo una fetta paralllaal'asse x, dr equaztont HEF We) =o che grace sulla superficre Figura 228 Figura 229 {La demvata della farzione dh una vanabule rele 1 + fixity) formsce una misura della pen 0 € ‘4 <0. considerando qui explictamente volo il caso > 0. Supponiamo anche che la quantica ‘sotto rice sia positiva pera 0, altrimenti st procede esartamente come nella dimosttazione ‘della formula di denwvazione delle funzioni composte di wna variabile eae. I limire a primo ‘membro della (14.14) 2 uguale a vin 0 te) — MOP + EOP) fet Vite +a) — tye + [oe +a) — iF in [spss [oer a} primo del due imi in(14.15)2 null per definizione di“ piccolo”: mentreil secondo. per pote: i derivable fanzom stars vale Y{MOE TPCT Co prov a (14.14) quindi I teovema. 114.15) 1S. Derivate direzionall Un veaore dR dl modulo ugual ad | si chiama una drecion n 2 Sia A un aperto di RE ed f(s,y) una funzione deinta su A. Fissata une drezione ro R?, ciod issato un vetiore X= (GB) € B® con as. I= or +B Si definisce la derwara direzonale della funzione f. nel punto d coordinate (x,y) e nella direzione A = (a, 8). al ime (152) ti LEE 918 6 Copuote2 purché tale limuteesisae sa finito. La derivatadirezvonale st ndica con uno det simboli af a, a3) Loan, Dy, rxrle) In parncolare, se A= (a,B) una delle direziom (e verso) comspondents agh asst co- fordinati,c108 se A = (1.0) oppure A = (0.1), allora la denvata direzionale coincide con la spetuva derwata parziale A= (1,0) oo A= (01) ss) { fig Met) = Sa) _ 9 seoplo 1. Se 8a fnzione hineare (156) Sey) = art by, Ger? con a,b mumer reali sun es¢ = (a8) 8 una generica decom, alla asp Hy MEO HD) aga ‘Wetore confront il isultato rvato con Limit (15.7) ela formula (158) nel enuneato segue DERIVATA DIREZIONALE DI UNA FUNZIONE DIFFERENZIABILE. — Sia A un aperto di R? e f una funcione di due variabili diferenciabile in wn punto (x,y) € A. | Alora ammente (sy) deriva diresonale nspeno ad ogm diregone X= (0,8) € | tale derivata vale (158) Hoey = Kaylor Merb Dimostrazione: la denvata direionale 3 /3h 2. per definizione, la derwvata nypetto ar. cal- ‘colata perf = 0, della funaione f(x 1a. ¥-+ 1B): c108 Bev) ay Ab 4B) fe 189) = [fuera see), Fc cdr « In base alla formula (14.8), di derivaztone delle funzioni compost, otteniamo How) = tee. v4 Bina + [Altre + Biho B (5.10) = Alnor f0-51B Sia f una fanzone differenziabile un punto (1,3) dt un apento ACR, ¢ sa h = {ecB), [A= 1. una genericadiezione di R?. La formula (15.8), che esprime la derivata rezionale 3//9A di f nspetto a A, pud essere nscrtta utilizzando il prodonto scalare (definito jin (8.6)) fra tl gradiente di f, DJ (cr, B). Risulta infarti ar as.) x f+ fB=(Df.2)- INTERPRETAZIONE GEOMETRICA DEL VETTORE GRADIENTE.— Se non 2 || nulla, il gradiente di wna funcione differenciablle in un punto indica la direzione e il verso di massima pendenza del grafico della funzione nel punto. } DDimostrazione: partiamo dalla formula15.I1)che esprime la derivatadrezionale di una funzione differenzabile af as) ¥ copa dove Df 8 gation delta fusion fe (on [Al = 1) una generic dezione. Pea Sieuuaanz i Cauehy Sehware (8.7 oveoamo (as.3) [3 ]=1eras ional =n Si noti che a primo membro della (15.13) compare il valore assoluto della quant scalare af /22, mentre ad ultimo membro compare tl modulo del vetore gradiente Df. Si notianche che, se Df # 06 se 42 parallelo a Df. cioé se esste uno scalare ¢ € R per (15.14) ar Df=(heth). allora, dovendo essere [A] = 1. deve rsultare (15.15) = Vege A? =ul-IOs dacur = £1/lDf\e (15.16) yeah A., OF oA TBA “6 Coto 2 in questo caso rislta quid 2e oni \ofl ar asi [Be] -noran=|co. Pentanto, se Df & non milo € paralelo& Df. allo a dsugosghanza (15.1398 dh fatto sma ugoaglianza Dato che a (15.13) 1 erve equvalentemente (is.t8) -1onis% aperto. Dimostrianso che anche Ar 8 aperto: ia (xy.v1) €Ay (€ qulndh f(1.1) = Flsn-r9))€ sia fe un Intorno Sheolure. di centro (4) 41) € raggio 8, contenuto in A: mostiamo che fg C Ay. clo’ che F(0-8) = Flv. v4) perogni (0.8) € ls “= (11. 14) nonc’é nulla da dimovtrare. se (¥ 5) # (41-11) (2.1) € fp la funzione set 4 una variable reale@- [0.1] + R deinta da (164) 940) = foro) 1 (0.1) assume 1 valort f(s) (per =0) € f(s) in corispondenza dl = 1). La derwatad @, calolata per mezzo dela formula di dervazione delle funzion! compost. vale (16s) gO = forme hen =0 velo) Lafuncione @: [01] + Rha dervatanulain[0. 1] e62 perantocosante in tae intervallo, Risuta quindl in paticolare. (0) = @(1}: cok fre) = Fly. v1). Peeib anche Ay & un insleme aperto Rinulta quindi A = Ai UA2, A142 =0.A1-A2 apert di R.con A #8. Dato che, per ipoteis A & un apertoconnesso di RE. ne segue che A> =@e quindi Ai = A, clot (166) Hew) = fers: Wnsea \nltztamo tl torems sulle funtion con graentenullo per dimostare Iden y 2 sn msliace wooo syne pa cn es ie eh (168) flay) =arig® +c, hha denvate parla tdenitamene mule 1m R2, al dt fuori deglt ast coordina Essendo Imsieme (zy) ERE ¥> 0,y> O} apetoeconnesso in RP. sla (169) flav} =cosante, vinne a 1 alore della costante& determanabilcalolando la funzone (x,y) im un puto qualsiasi dA exempta per (x,y) = (it) con? > O. Resa /(,1) = 2 da cut ia (16 7- TM etore, conf stesso metodo, prov Pent Ya> 0,¥7<0. (16.10) Funcom de pa able ; 17, Formula di Taylor Sia A un insieme aperto i ed f una funzione di due variabilt defnita su A; sia (x,y) un puto fissato di A; se h.k sono due numeri ealtsuffctentementevicn allo zero, dato che ‘Aapero. 11 punto di coordinate (r+. +k) apprtine ad A, cosi come ay (oth veh eA, we(o.l] E quindi ben definita 1a funzione composta F(¢): (72) Fle) =flateh.y+eh), F€ [0.1] Se f&diffeenaabile mA alloraF & denvabile tn (0, I] ea deriva vale 5) PO. fceth, v41k) ht flat y+) Se entrambe le dervate pariali sono a loro volta uifferenziabil (e cid accade se, ad exempt f¢ fone fn der con deve continue tk ff ov fuiont diclasseC', 0, equivalentemente, se f &una funztone di classe C2), abbramo anche la dete », derivata PC) = fal th, VK) IP + fo thy YR) ke (7s) fale thy VR) Kh flat y+) IP, supponendo fay fr fnzont conte (aun, come deo sora, supporreme di classe C), per il teorema di Schwarz (paragrafo 12) ottentamo "me 7 (175) PMO) = faletth yp) Dfoletth y HOARE filthy y ORE In spotes di ulteriore differenzibilita su f potremmo calcolare ultenon dervate suc- cessive di F, ma ci limitiamo per semplictd di notazioni al secondo ordine. Per F vale la formula di Taylor (al secondo ordine) con il resto di Lagrange (infati F & una funzxone di tuna variable reale) esiste un numero reale ® € (0,1) tale che (178) F(1) = F(0)+F(0)+3F"(9) ‘Unlizzando le espresstom dt F(6), F'(), F"() sopra indicate, si othene la seguente’ ——— — | FORMULA DI-TAYLOR AL SECONDO ORDINE CON RESTO DILAGRANGE. | — Sia f una funztone di classe C? tn un aperto ACR. Sia (x.y) € A € ( ‘aineonent veel (0) Ease wrnener (01) eaeche Slateh, y+K)= flay) + fle gdh fle ye> ur) E + Wale Oh, y+ ON + 2folr+ Oh yA OWALS fol Oh, OHH]. | n Copia 2 Dimostrazione: come detto sopra. la tesi (177) 2 semplicemente fa formula dt Taylor (17.6) relatva alla funzione di una vansabile F(r).con la sosttuzione der valor di F(0). F(t). Ma) dat nspettivamente dalle (17.2) (17.3). (174) FUL) = fit v4) F00) = fle») (178) FO) =fO.vIh+ hOIk- MO) = ful FOR YH OHA +I alt + Oh. V+ OAK fa(Tt OM V+ UIE anteressanteosservare che I formula di Taylor (177) con i esto dt Lagrange assume tna forma pd compatta ed elegante con le notazioni vetoril. Tra 'espresstone /ih-+ fk non & alo che prodoto scalar ral gradients dt fei vetore v= (yk) Se indtchiamo con i venore dk component (x,y), al espressione st senveequralentemente ro) fey fleyk= (Dfla,¥) Letra espresstone,quadranca in fh, st rappresenta agevolmente medtante fe mance D°/ dele denvate seconde (deta anche mafnce hesniana) ve wee aCe): 00 Iso del prodoto fa matric nghe per colonne con rene) (= Cia) ‘¢ del prodotto scalare fra vetton at R? (yazet (E)= es = fas + 2k + fork? Con tal nocazion a formula et Taylor a secondo ordne (17 7) on il reso dt Lagrange serve ‘equislememente ure) jus) = pa) (Df) 914 0% ove 9) «7) FORMULA DITTAYLOR AL SECONDO ORDINE CON IL RESTO D1 PEANO. — Sia YF uma funcione di classe C? am apertoA at Re (x,y) um punto dA. Per (hk) ~ (0.0) sure Sle h, yk) = Say) + Sele yh + Ailey ee (17.4) . $+ AUfalayih? 42g (a gIbE+ fold] + lh +2) ac de 0 pr ord h DDimostrazione: tenendo presente fa formula di Taylor (17.7) gid nota con il resto di La- grange, si trata di provare che fale + OR V4 ORE 2 (E+ Oh. YH ODAC Ault Oh. YE OKIE = 7s) ; = fl FNP + Dol ryt fo ls-vI + 00 +12) , ot che la quantita [fale + Ob. 3+ 08) fev] pa + 786 ales Oh x4 0h = fara + Lisl 0h, v4 88)— fale pe tende a zero per (hk) > (0,0). Cid accade perché le quantita in parentest quadre convergono ‘a zero (per 'ipotesi di continuitd delle derivate parziali seconde), mentre i tre rapport sono Fito: (7a) osah esi -1s ei, ee Fees 18, Massimi e minimi retativi Sia f una funzione defnta in unineme A CR. Un punto (x0, yo) €A st dice dt ‘massimo relatvo per la funcione sll iasieme Ase esiste un tntomo ctcolare (1. yo). d ‘centro (10, yo) € raggio 8 > 0, tale che (is.ay Fls0, wo) 2 Sy), VUxy) €fel20, 90) Analogamente, un punto (10, o) €A 2 di mnumo relative per f su A se ests un intorno circolare/s(x0, 90) dt centro (0, yo) € raggto 8 >. tale che (18.2) ‘Slam, 90) S fle9), Visy) €fal20, IMA. seguente ntero® utile per la ricerca dt punu di massimo o di minimorelativo all'tnterno ell insteme di defintztone di una funztone derivable (in parucolare di una funztone dfferen- ziabile). ee eres " CONDIZIONE NECESSARIA (DEL PRIMO ORDINE).— Se una funsione f 2 defini imam insieme A R? ed deivaile nun puntos), dimassmo o diminimo relate perf nero nsieme A, alla gradtente df {annul (10, yo) By Copio 2 Dimosirzione: per fssare le idee supponiamo che (io. ro) sia un punto dt massimo relative perla funzone f.antemo all'insieme A. Esistequindi un inorno circoare (20 0) i centro (xp. 1) € aggio 5 > 0. per cui risulta (18:3) Flog. 0) 2/0). YEvn) € also.80) CA In parucolre, fissto ¢ = (con rifenmenso alla Figura 2.35. rd cornsponde geomet, ‘camentea considerate il Segmenroa quota = to. con ¥ compreso fra wo— 8.¢.x0+ 6. cio Siametro del cerchio /s(¥o, xo) paralleloall'asse delle x), ottentamo che la funzione F(x) di tuna variable real, definita da (184) F(x) = flr. so). w-B< <8 Figura235 vei a condzione gs) Flo) 2 FO) Welo-8 w+d) ertanto yun punto di mass el. steno a erat (ws ~B: w +8) perl unalone dr una vanabile F(x). Dato che F(s) & dervabile (la sua denvata vale (x. o))- deve essere F'(10) = 0,102 (18.6) Fico) ilo. vo) =0 ‘Analogamenre st prova che /,(s0 vo) = 0. €quindi rislta D/(w. so) = 0. come s voleva dimostare In base al crteno espresso dalla condizione necessana del primo ordine, 1 punt di mas: ‘ameo di mimo relauvo inerni al dominio di definzione di una funzione derivable f caine ceveati tra» prt che annullano contemporaneamente entrambe le dervate paral ‘Tal pons dicono punt cri o punt staxonan pera funzionef.Pertanto um punigcrinco per ana furone derwabile2un punto i eu sianulla ul gradiente della funcione, Fanconi vara Figura 2.37. —2(x,y) =2-y* 1 Capote 2 tatunzione f RE +R definta da x.y) = 2 47 ha gradiene Df = (2.24) milo ne punto e112 10.0) i ved soit che (0,0) un punta ds minimo per f su R? peché ftx.s) = t+ 2 (= 10.0). per ogn (x) RE Ul grafico ds f& an gua 236. Figura 238 Figura2 39 ‘Anche la funcione g..R? +R definta da g(x») = 2° —v ha gradiente DY = (2x,~2y) lo net ponte (3) = (0,0) puto (0,0) & quod ertico per la fanzine g. Perd tle punto non & né di asso né d mint poche, ad esempr. il segno dg longo gh ass coordina & (us) 15.0) >0, Wed0, (Oy) <0, YAO, quind gn ogo storno cuvolare fd (0,0), assume valon sia supenor che infenon a vale 0.0) 1. Sudice anche che (0,0) & un puro a sella per la fanzoneg (st ved a figura 237). [Nelle gure 2.38 ¢ 239 sono nporate nspettvamente le Fines di lvello delle funtion: J(x.7) € lacy) al vanare oh (x,y) nel quadrato [1,1] x {-I,U] Nel caso della figura 2.38 le tinee dt velo Sono hue toro al punto (0,0) di munimo per f(x). al contrano dela igura 2.39, ctf nee dt Tell aon st ehtudono n comspondenza del puno di sll (0.0) St nou [a cunost che i compuner tm exe gota gua 7 39 senza racctare la eta y= x, nea. velo pea Fanzone 4.) Usa ukeriore condone necessana (del secondo ondne) espress, wt termi dela ma- ince hessana Dif (fa) dele derivate seconde, rel nsutao che segue. A tale scope indtchiamo co H/(x,3) il determinant della matrice hesstaa Df, detto anche determr- rane hessiano, ato da fe foe fo fo (18.8) Hflsy) = dey Scho fa COsserviamo esplictamente che I'enunciato che segue contiene, per maggiore chiarez2a, anche la coudiziote tecessaria del primo ordine dimostrata precedentemette, amon due pra aaa . (CONDIZIONE NECESSARIA (DEL SECONDO ORDINE).— Sia A wn insieme di R ' (ro, 0) un punto nterno ad A, f una funzione defnita su A edt classe C2. Se (40, ¥0) 2 | tun punto di munimo relarivo per {su A allora ils, ¥0) =O, filz0. 90) = (189) Salvo, ¥o) 20. fiy(20. v0) 20 | Hflc0, wo) 20 + | ‘Se (x0, 0) 2um punto di massimo relative per f suA allon (18.10) | Fes, yo) =0, f(s, yo) = 0 Falto,39) $0, falsa- yo) $0 Hf(za, yo) 20 Dimestrazone:rprendiamo ia consideraone la funzione di una variable eae (1), efinia come in (172) all espressione cgay) FU)= Sho-tth, wit) ret) ta fanzine F(t) ben defiuta perch (1,19) #un punto inter ad A, purché (ht sa scelton modo che VETER <8, «con 8 > 0 opportan, Come gu fo nel paragrafo 17. possiame calclare le derivate prima e secon Fe: «is.12) Ih (1813) Pie) = Alu +th so-+hI+ filo teh, obo, css) FPL) = hula tthe sk + Bho, So HAIR flo +0, oI Se. ad esempio. (9.10) 2 we punto dr aiay relat stern ad A px la funzone fx). alloc. 108 un punto di minamo reativo iter all'ntervallo (1.1) perla funzioe dna vane rele Fu) deiona co (18.11). Rola prtanco (ig.sy FO)=0. FAO)D0. ‘equind,sosinvendo i valowe =O nsperwvamene in (1813) © (18.14), (1816) F*CO)= Also. vob Kla.20K=0. (1817) FMO)= Jao. ol? +2fo Ce V0] fd. vo}k? 20 ” Comte 2 Ricordmo che Fe relazion sopra vente valgono per opm {0}, soddisfcente 1a hmtazione cig 2. Pero pur dt moltipieareentrambt 1 membn delle suddeterelazion! per una oppor costae fin Lat modo comungve secondo membro continua a valere2er0, mente il vettore (4) eambia con un ‘eto ad eso proporaional, che quind pub soddisfire Ia limtazine {18 120-1 pub affermare che {sao 118-16) 118 17) vlgono per og (0.4) € RE ‘Dalla 118.16. ponendo (Hk) = 1.0). st toa fl. sn) =O: ponendo imece (hk) = (0.1) st trova foo. sy) =0 ti effet ra gi stata segura ques srada ella dimostazione dea condone ecessana del primo odie). ‘Dividend entra membr ella 18 17) per K2> O(scegendo quid k #0) ponendor =k (18.18) 19= Flo. sol? +2. vod flu. v9) 20 La dsuguaghanca (18.18) vale per opm # € R. Ponendo # = 0 trovtamo la condizone necessana fb. 0) 20 ‘Osserviam por che (ha per grafico un parubots nla vanabile indpendete 1 € Re, dovendo cevere pif 20, deve nultare non negatvo i coefictente de. (18.19) Juco. W) 20. Iafine, ancora pe ato che il polinomio d secondo grado gf) # non vegatvo disenminante ‘A dalleqeazione di secondo grado ssociazn deve estere minore 0 uguae a zero (altiment se & > 0, Sisteretbero due sluzront del equaroneassoeaa eg) sarebbe negatia llintero delintervallo ‘elle soluzioiy. (18:20) fer hv $0. a Pertunto Ho, Y0) = Sve fy, 2 Oe lates 18992 provata La demostrazrone della (18,10) & “anafoga oservando che potest che (20, vo) #8 un pono J arse relavo nero pet f por alle condizion necextrie fr, ¥0) $0. fy" ta) SO. mente rl iscnmnante 6/4 1 (18.19) conor fd essere come vn precedenza miner 0 Upusle& 220, penanto come prima una condizione newesaia perun mmo e che H fro. ¥5) 20 roponiamo ora.uncriteno sufictemte per stable se un dato punto (xp, yo) 4 massimo ‘di mummo per una funzione f(x.) di classe: CONDIZIONE SUFFICIENTE — Sia A un nsteme di R, (x0, yo) wt punto mterno ad Af una funcione definita su A e dr classe C? Se nsulta | \ f Sele, w) =O, fl, v0) =0 | | usa Fal. 90) > 0, fut, 9)>0 1 | Hflzo, yw) >0 | ‘incom d due opr vara { allora (xo, yo) un punto di muwmo relaivo per f su A. Se umvece i Sees, 30) =O, fi, 90 | (18.22) FexlX0.¥0) <0, fo (%0, 90) <0 fle yw)>0 ator (xo, Yo) & un punto di massimo relatvo per f su A. Se infine { Lel20, 30) =0, flo, 90) Hflxo, w) <0, (18.23) allora (xo, yo) @ un punto criico per f, ma non & né di massimo né di minimo ‘pera funcione J su. Deno che el pte (1.2. (1.22) ata renee rspetvameste ino slo seg ele dere seconde fu, 0), Sy) lat eps! “m (1824) HS (a, ¥0™ fox; Yo) Soro, Yo)— /3,(20, 99) > 0, sla anche (1825) Salt, 90) Flt 90)> 0 qu fl J) fl) hao e400 ‘servane anche espliciament che, dala condone scent sopra enuncatisu exclaso i cao cr il dtemmate He, 9) dea mance sane sin nl Ina, Df, J) =O ¢H flay, vo) >0 allo vale (1823) ¢ gun derivate fr 30, 0), fo, We) Won So alle Immo lo stesso sno, peat 2a 9) punt 0 mass 0 mmo relate pet J 0A. Se ese #20, 9) <0 1 pum ey 3) on ne mason minimo, Serie B/C, vo) =O (981/(20, 10) =0, non spossono tare conclusion appicando rite precedente occomestudhare It fusion fs.) mun tom del puto, 9) con a mez. “Esemplo 1. Le due funzion: (1826) ‘aunetton I'ongine (0,0) come punto enue incurs annular gradient. Si vena fcitmeme | 1 gradieme. Si venfica a lettre esegua il cont) che in entramby i cas la mance hesiana mala m (0,0), © quad ance I so ‘etermnane.Perd nel pmo caso (0,0) & un punto dl munmo felalivo (ed assoluo) per 9) so RE, ‘ ) per 3,9) so, zy) Sez 100.0), Vay er? Invece nel secondo caso (0,0) non &né i massimo né i manieno per g(x,y) do che risuloe (1828) 45,0) =x >0= (0,0), Vato, = Copuete 2 (1829) W10.n) = -y<0= 810.0), ws0 Dimstranone dlls condizone sufficiente conseramo prehminarmente sl caso dell potest in (1821) eriprendiamo Is notazione (1818). (1830) oe flo so? +2 fal a aN fal om) Ricordiamo anche che i denmnante dell equuzione di secondo grado assceaa al polinomio gt secondo grado vale 4 (1831) 0.20) fl ta-so) fla ¥o) Per wpotes Ha: 10) = fst Sa) flor ta) — F300: ww) >. pentanto, esendo 4 < 0. polio gi} non st annul er slur valre di e,essendo f(a. vy} > Oe anche fi t30, Sw) > 1 sesulla (18.32) nao. wer Ponendo in (18.30) = h(i Netore not che, n un certo sens, tam npercorendo a niros la ‘imosrazione propos el caso della conde uecessanal e moluplicando per & oteniamo (1833) fel, SOV? + 2f yas wok favo ak? > 0 per ogns(hy&) € RE, con k £0, Per = 0, da venica diets abbuamo fay(wy, SV > 0. 5h £0. In ‘Sefitiva la (18.33) vale per ogni (ht) ER? —{(0.0)} [La funzione ei dv varibilt (1834) BUHEI = fol us WOE +2 Fa (09. IME ft 3012 ‘continua e postva su tut pune del'inseme (circonferenza untaria dh ent I'ongine (13.35) (hb) ERE IP +E = 1 «per teorems dh Wetersiras(paragrafo 101 assume misimo (ponitvo,perché 2 uno der rato della ‘essa funzone g(.}| su D. Quid esste-m > O per cur (1836) {hk} >m, Yinaied Se por (ht) €R— {10.0)}endentemente i yttore nosa=ato 137) ths modulo uguale a 1e quid spparuene uD. Dall (18.36) oentamo qund het 1838) a 20 (gin Tt) dus segue somsz0 1839) Fatty 01 +f me s0Ihe fla 0H 2m ED, {0.0}. ed anche per (ht (0.0) da venfiea deta. valida per opm (fh. ps op a ‘iam ore in grado dh completae la dmostazsone nell'potet (1821) Usziamo la form di ‘taylor al secondo ondine con il rexto di Peano (paragrafo 17) dato che fsa. ta) = flo. $a) = ctename flgh w= flow. 0) = (18 40) 2 2 2a fata. sod? +2Fntvo ath + fl so: sl +0082 +) peri 18391 Aly +h. 948) Flom. 90) YEE 00 += cast) oa =e [gee] Dato che, per deinzsone ch “o precolo™ ott 42) (rea wasioo) Pe esiste8> 0 pereut (1843) peropni 4) €R?— {(0,0)} tle che VATA < 8 Pertah valor dh (ht) otenamo Hoa the 4 8~ sl, vo) (igas) puree) [P- 9] = Barer) Quand (sa 0) 8 an punto dt mieumo per Ia Furze fv} ne centro fy, na) € agg. 5. Ladimostazione nell yptes (18.2218 analog. Se unvece vale Fyptes (18 231 punto (29. vy) centio per fo") per estendo Hf ta) <0, Incoudisee uecessana (el secondo orine assure ‘he [sq So) AON PUD essere nun punto massimo né wn punted mnumo perf wu. momo circolare f(t. to) 19. Punzioni di treo pit variabiti Indichiamo con il simboto BR? Iinsieme costiuito dalle teme ordinate di numer real, c10e (19.1) B= {(ny2). xR YER 2ER) Pit generalmente, per ogni n € N indichiamo con il simbolo RE Minsteme delle n-ple ordimate di numen reali, ciod (19.2) ® rae, ote): ER WA 12, 2 Cepnoto2 Con simbologia compat dicheremo anche con xun elemento dR" di component. 225 quind 4193) S(t a) ‘Le opeazton dsonmma eds moluplicszione di un vetore per uno scare ss eseguono im RY an modo analogo come defito mR; cot (194) S(t otal (IR os ese Xe R allora (195) seve(ntymty, tty) (196) em (hey gy. Ree) Incltze A proderto salae (x,y) fra xey vale (97) ta mtant ttm = Ean, la norma [| 0 modulo, del venore x2 uguale a (98) wacont= (5 )" Ladisuguaglansa di Cauchy-Schware,che si dimostrs esutamente come fato nel paragrafo 8 ne caso di veton 2,5 serve (199) Wess s tbh. vayeR? ‘Un nome circolre dt un punto 19 € Rt. aggio 8 > 0,8 insleme f(z) definito da (19.10) leo) =(eER": fxms9l <8) Unis AC RY st ie pero se prox © A exste un intrna role dx comet in A Un nsieme Cs dice chins e il complement ‘Ce apeno ‘Un dominc la chusura di un msieme aperto Uninsieme A CR 5 dice tao se este wna costante M > O pect a9) ism, veea ‘Un unsere apeno A CRY & connesso se non esston due apent, sgl enon yoo, lc tnsone ‘sauguate al sieme A Le defnizom di punto i accumulazione, di punto interno, esto € dh fronuera date nel rans ‘stendono ammediatamente al caso sotomsiems di R? Indichiamo una funzione reale di tre variabilrealt conf stmbolo (a9.12) flay), (xy2) ER, encom td op arb ® «pid generalmente, consideriamo funzion: f din variabt reali indicate co (9.3) a2, -0ka (120k) ERY vin forma pit compan, (94) Sle ree Un numero €€ Re a lomite di una funzrone dt n vanabilt f-A CRY + R, per x -+ x9, dove x un punto d'accumutazione di A, se, qualunque sae > 0, esse > O tale che (9.13) lg-a 0, cesiste 5 > Otale che (ag.i7) Wl - fall B una funztone dt classe C*(O). La funzione a ‘1 dice armontea in © se essa soddisfa 'equazione differenziale linear alle dertvate paral, del secondo ordine ce 20.1 SSG (20.1) Bot Bs tale equazione differenzale® deta equctone di Laplace est indica anche con smb pb compat au = 0, cio® xeQ: (202) au 33 0, xeQ. [Nel caso undimensonsle (a,b) + Re tale che «! =O per gn ¥€ (a,b). Sr vede subso(mtegrando due volte) che opt furzone 3 80d esempro armonta la fortone (3) : xeQ=R—(0} La funzone a(s,») = 23 — 30? & armonca im RE, suo grafico, al vanare dt (x,y) nel quadato [ell] x (1.1), 2rappresentato i figura 2.40. I gradient dela funarone s annul Solo pe (5,9) = (0.0), ma tale punto non ® dt massimo né dt muntmo pet» (lore venictu analivcament tle woprett) Cid un fano generale: qualunqu funione armontce non ha pant d¢massio o dt mantmo ‘elauvo term al domunto di definzione. Il pnnetpo dr massimo, che proponamo nel seguro, t basa stale fatto lenore not le nee di livllo dela furaioe ws, y) =. — Say, appresematem figura 2.41, che ‘fon sone curve chuse (porch la funztone nn ha punt asso oe munumo relative tert che (quind amvano tute a intersecare Ia fronera. Sy Wal Frgura 241, — Linee di irvello dr o(s,y) =? = 3ay* ‘Sia © un apertolimuato di RY € u una funzione definita in Zi e continua in tale insieme, io’ uw € C°(G). Indichuamo con m,M rispettivamente il minimo ed il massimo di u sulla Coputo 2 frontiera 20 di 2 (esstent im base al teorema di Werersiass, dato che la fronuiera 2028 un smsreme chiuso e limrtavo de R') (20.6) manun{uls):x€90}, — M=max{u(x):x€ 90) Se molire w € C%(Q) & una funzrone armomea m 2, allora il massimo ed A minemo dr wn tutto Z sono ancora ugual, nspetovamente, ad M.m. Vale fat! seguente | PRINCIPIO DI MASSIMO. — Sia Q un msieme apero e limraro dt Rs a | CB} NCQ} wna furzione armonica m2 Indichiamo con m,M el minimo ed il ‘massino di w sulla fronnera 20. come in (20°). Allora | @0.7 msule) u(r) per ogm.x € HL (20. ‘Ad esempea. la fnerone u(x) costae, verfica le pote (Ia) del pnp de mass ¢, ‘et og insieme pero e lmao di, ogmx € £28 un punto dt massimo e h mimo per remo 17, ma non suet. [Lipoestce Vinsieme ape 2 sia omaaro serial; fat, a esempro, per n= 2 funione cosy 8 armorucarell'nsleme non imitato 3 ((59) ER. |= x/2}, Perid mM in (206) sono entra m qui (20.7) non vale ne inseme 8 defo m (2.8) it enore venir ce, al conan, ia Sma (20.7) vale nell msiemelimitao 0 ((s,y)€ R. [al 0 = (ap) eR: Beye} Dimostazione det pinpio di massino: pr ogi e>Odeinamo (20.9) velx) = u(x) +elx|?, weed. ‘La funzione ve 2 di classe C°() C(O) e, per ogni x € O, risulta Ave(x) = Au(x) + eda? = (2010) ee neh Butea std) ate>0 ‘Le condr2soni necessarie de! secondo ordine per massimi e menimi relat assicurano che la funzione ve non pud avere punti di massimo relativo in Q, perchése xo fosse uno di talk punt dovrebbe risultare (20.1) ‘ve(20) Eze) <0 pas dh ep er ® uind it massimoassoluto di xe nH, esistente om base al teorema di Weierstrass, & assunto Sulla fonieraQ, esi ha vels) O tale che [x] R continue nf, determinare una funzione w © CO(H) NC%(A) the risolvaequazione differenziale (20.15) Aue) = f) xeQ che soddisi la condizione al bordo dr 2 (20.16) ul) = (2), vreaa ‘Ss pud provare che, n opportune ipotes: su fe su 80, una tale funzione u esiste. Qui ci limitamo a dimostare che il problema di Dinchlet (20.15), (20.16) ha al pid una soluzione. | TEOREMA DI UNICITA PER IL PROBLEMA DI DIRICHLET: — Este al pit wna | soluzione de problema di Dihlet (2015), (20.16). Drmostranone: supponamo che 13 tno due furzion dr classe C%(@)1C2(Q), che verfcano Vequazroe diferenzale (20.15) ¢ la condone al bordo (20.16). Alloa la funzronediferenzau = 14) up sadist equazione di Laplace (20.17) us) (x) —Aun(s) = fls)=Fl2) =0, xea ” Canto 2 la condizone al bordo (20:18) ada) = m0) =n) alist) =0. neag. {nba al principro i massimo (20.19) meaty cM, wed caitlo2 0 ce aconizione al bord . (20.18) ia) = a () tals) = gl) =a08) = 0 eee In base al pincipo i massimo _ jos mule) SM, eee 3 pertanto u = 0 in equal ay = u9 dove = mings): x€ 0} =0, M= max{us): x 20) in CAPITOLO3 EQUAZIONI DIFFERENZIALL 21. Introduzione alle equazionl differenzialie al problema di Cauchy Sia g(x) una funzione di una variabilerale, continua in ua intervallo [4b] CR Tl pro- ‘blema deta ricerea di una primitiva di g(x) in (a,b), cio8 di una funzione y(x) tale che ey) y'@=als), xe [a8], stato risolto dal ceorema fondamentale del caleolo integrate. Infatti ogni primitiva dig, iv8 ogni soluzione dell equazione (21.1), 2 della forma y(x) = yo + G(x), dove G(x) & una Drimitiva di g(x) eyo @ una costante Pid precisamente, il teorema fondamentale del calcolo integrale afferma che una particolare primitiva G & data dalla fanzione integrale (12) ot L s(t, xelab], dove x9 & un numero Fealefissato in (a,b). Pertanto, ogni soluzione dell'equazione (2.1) pud essere rappresentata nella forma (213) 3@)=y0+ He ela, Yee a,b], dove 10 €fissato in [a,b] eyo & un qualungue numero real Leequazione (21.1) unesempio, molto partcolare, di equazione dfferenzale. La soluzio- ne (3) rappresentata in (21.3) soddisfa on sole lequazione differenziale (21.1), ma anche Ja condizioneinisiale nel punto x= xy (ara) ra) = 90+ [alae = si dice che la funzione y(x)& soluzione del problema di Cauchy { y'@) =a) (20) = 90 (215) 2 Capito 3 Si dice anche che equazione differenziale (21.1) 8 del primo ondine, perché Nordine massimo di derivazione che compare nel! equazione il primo. Euan diferent Figura3.1 Un‘alraequazione differenziate del primo ordine, ad esempio, la seguente (216) y= Ale), ver, dove 42 un parameuo cele fissto. Una sluzione dellequazione ilferenziale (21.6) & una fungione y= y(2), derivabilein tale che y"(x) = Ay(x), pe ognix€ R ‘i verfica subito che une soluzione dell equine (21.6 @ forita dla funzione (213) dove ¢& wna costantearbitaiamentefissaa in R. Ina, devivando Ia fonzione in (217), si oiene yi) = che =I9(x), ‘Lin eresante problema & quello disable se tte le possibi solusion dell equate difeen sale (21.6 sano della forma in (21.2) al vaviare del parameto c. La risposta affermatva, vor data Felparapafo 23 doe verano trate in gecral le equaconidifrencil Uneartdet primo ondine. Ml problema di Cauchy associat all equtzione diferenciale (2.6) & { yiG)= 2) (as) yt.) = fissatin R. Dato che nate le soluzioni dell equazione diferenzsl sono della forma in (21.7). veeR, 200 1090 SEs ace per solve il problema di Cauchy 21.8) ooze determina, se possibile a costae in mod da sddisfre la condone inizile yo) = yo, Risuta (219) (00) =e = y05 dda cui c= ype, Pant il problema di Cauchy (21.8) ba solulone, Ja soluione® unica, ed dat da 21.10) Ha) =) ‘Un esempio di equazionedifferenziate del secondo ondine® fornito da uu) vy") =Iy'ta), vreR, con A parametrofissato in Be Con a sostituzione 2x) = y (x) Pequasione (21.1) divine (2112) @=2l), che stata soa precedenemente ech ba come soluzion Ie funzioni Gus) . sayaee", R quind,essendo y"(x)= xs) = ce, le soluzion (x) del’ pin nd 2) =) = ee sla (0) delegation dese ecto one (114) )= f cOtdraert ibaa tad, dove. om conn hn paca pox =f con arbitraria, anche ¢ lo 2). Mentre, se 4 =0, ms rem eraaoctee umcosis (2115) w= f earmer ter, ce mn sie Le colo tc dain deem cannes 505 ese pt sin ttre ec xo clts GIT) oe (21.16) 900) =») y"G4) = ony. numer reali sa, Nel caso specifica, se 0, s tion (117) ato) = e162 =o, »"(q) = eshe™ = 5 Copioto 3 cui rcavando le costa, la soluzione yx) assume I forma 4% (aenl—-1), ‘mente, se A 0, patendo dalla (2.15) i rova a soluione (218) vt + yale) 2119) vt Come verifica de risulato trovato i letore not che, per 2. = 0, equazione del secondo, ontine (2LIipsiridace ay"(4) =O per ogni xe R. Tale coodizione & sodisfarta da tute le Fanzion che hanno per grafico na et; imponendo le consiion 2116), a retail univosamentedeerinata edna Vespressioneanalitica (21.19). "Riasumend i cont ft rlaivamental'eserpio de'equazione dfferenzale del secondo ordine {2111818 provata che il seguente problema di Cauchy ye) = Ay") (21.20) 00) =30 ; Yo) =% anmette una ed una sola solvzione,qualungue sian i valor det paramets real 2, x0, 90, ‘Un alraequazionedifferenziale del secondo ordine,rilevante per le appicazioni, equa tione del moto armonico an y+ o4y=0, con © € R, @ £0 si noti che, se © = 0, equazione differenziale (21.21) coincide eon il caso {ik trarato,relavo allequazione (21.11)con 2 =0). Una famigtia di soluzioni data da (21.22) y(x) =e; cos axtersenox, con c1,¢2 costantiin R. isu inf (2123) ila) = ~@e, senar+ae2 e0s.08, ya} (2124) ac, eos ox+ seme) = ~ay(2), cui y'(x) + 0°y(x) = 0. Dimosteremo ae paragrafo 24, dove verranno trate in generale le fequacion’Incari omogence del secondo ordine, che tute le solizioni delequazione differencisle (21.21) sono della forma (21.22). Equvon diferent 95 nt selon poe Canby ep. dip (a) +o*y(x) (2125) 10)=Y0 yO) 2 dada (2126 vi) =ypeo acs sena, ‘ottenuta dalla (21.22) paricolarizzando le costa cy,¢9 in modo de sods (2122) p €2 in modo da sods Je condiion nia HO) = yo © »"0) = yp. Nelle gure 33 e 3.4 rappresenaa Ia solzione (21.26) del problema Cauchy, i punto iniziale xp =O, per de diverse selte dei valor inizai yo, 10) = Yo ¥O=0 Figura33 0) = 0 YO=¥5 Figura 34 Capito 3 Le equaioni differenziali considerate fino ad ora, del primo e del secondo ordine, hanno ‘una particolarit in comune fa loro: di essere equazionidiferenziailineari,perché i legame che intercorre fra le derivate della funzione incognita y(x) & di tipo ineare. Un esempio di problema di Cauchy per un’ equazione diffeenziale del primo ordine non ineare il seguente yor 21.27) ‘ { 0) \Verifichiamo (senza occupari, peril momento, dell'unieity che la funzione (21.28) w= 2 soluzione del problema di Cauchy (21.27) infati (0) = Le (21.29) y@=qhpe? Scopriamo un fenomene nuovo rispet alle equaziot lines considerate in precedena Intaicfr presedenz, te Te equtzion ed problem! di Cauchy associa eran isl “ethene (0). 0 Bd dfniion del St el problema (0 vale generale per ute ISequision diferal near). Al contrac, nelcaso 21.27) prion equazioney'(2) (v(x)]? & definita per ogni x € R, mentre la soluzione (21.28) ¢ definita in un sottoinsieme Se sete ces ce un incr 8 p39 0, dove aa posta a onion nase (0) = 1 Figura 35 1 exore avd notato che le Fanzone ye) i (21.28) ¢ definite anche nel'intrvallo(1,-+=). che pero non contiene i punto nize 9 = 0, quindi tale intervallonon va considera, pexch¢ la funzione (enon & derivable in tt pun dass reale. Quind la funzone yx) & globalmente soluione {et equazonediferenzile slo nei"ivervallo (~, 1) acu appartiene i punto invite xp DDallanalisi precedente segue che, in generale, possiamo considerare almeno due tipi di risoluzione di un problema di Cauchy: (1) risolucione globale, o in grande, quando si deter nina una soluzione in tuto V'ntervallo assegnato a priori dove l'equazione differenziale & Egusin diferencias n ‘efinita; (2) risolucione locale, o in piccolo, quando si deterinina una soluzione in wn intorno del punto x9 contenuio nell intervallo dove ’equazione & definita, Le equzion aitferenzai stunt in ques capitol si dcono equzzon’ diferencia ondinari, per distinguere dalle euacionidiferencial ale derivate parcial che, invece, come dela pole, fanno intervie le derivate perzili della funione incognita. Ad esempio, Nequacione di Laplace, considera nel paragrafo 20, data da sn one Bs (9) €0, . Gye us'eguazione diferenzsle lineae, ale derivate parcial, del secondo ordine. L'ncognta w= C RP) una fanzione dele due variabl reali, Sian €N. La pit generale equazione dfferenziale di ordine n 8 del tipo (2130) Foeyy'y dove F una funzione rele, di n-+2variabil eal, definita in un apert di 2, LLapossibilita © meno di esplicitae la (21 31) spetto alla derivata di ordine massimo y!") # un problema diverso da quello della risoluzione dell'equazione differenziale,e verra af: frontato in generale ne capitolo 7, relavo alle funcioniimplicite. Di seguito considesiamo in, ‘questa sede equazioni differenziali di ordine n € N che siano esplicitaerispeto alla derivata Ai ordine massimo y"), cio’ che siano del spo (21.32) I'S Flanytyteei—) con ffunzione reale di + 1 varabili reali definita in un aperto di R**?. Una tale equazione Si dice di tipo nor Sia (10,90,95.9$.--.9Y) am punto satin RY, Assegnata una funzion fai n-+ | \ariabili, definita in un intorno di tale punto si pud considerareil problema di Cauchy yD) (21.33) Ny) = 99 relative allequazione differenzialeordinara (21.32), di ordine n (in generale non lineare), di ‘ipo normale. cophto 3 8 oi = 1, cio® il aso relativo ‘Data Ja sua importanza, consideriaino esplictamente il caso n= 1, cio il alle equazioni differenziali del primo ordine:fisati xy € € yo € Rin modo che il punto (eo,90) € Ex R sia nel dominio di f: BR? Bi relativo problema di Cauchy si serve nella forma { = fey) 21.34) oe 40) = 30 sluzione locale, cio’ in ws [Nel paragrafo 26 proponiamo condizioni sufficient per le risoluzi {ntorno del punto 2, del problema di Cauchy (21.34). Preliminarmente, nei paragrafi 22,23, 24.6 25, studiamo le equazioni differenzialilineari, in paticolare del primo e del secondo, ordine. 22. Proprieta generali delle equazioni differenziali lineari CConsideriamo I'equazione differenziale lieare di ordine n, di tipo normale @y 6) eag-a(a)y t+. ban(ady! + an(e)y = aCe)» svete nso a) ays te, Set copie de gece, «a aon) fo eed comine nu nero [a B. Evientement re endnotes lex 21 2) yard Hoe ‘a primo memibro dell'equazione differenziale il solo addendo y" ‘Tvolta una goverica equszionedilferenzise lineare di ondinen, come in (22.1) i rappresenta ella foema (222) an(2) lay 1(a)y9 + tanta! +an(ay= 88) ete te equi ad igo noma conignde ais a) # Opera ob ivi el qpaone (22 gra) 5 fee ow ene Sl rite sete) ptivamente con) 6) 22/4 ae een, oan non eeepc nel cose pce in (21 ives Seiontabee n 22) Se il termine noto g(x) & identicamente nullo in [a,b], "equazione differenziale si dice omogenea; quindi, un’equazione differenziale ineare omogenea di orine n, di tipo normale, si serive nella forma (23) yl bay a x)yl +. bay(x)y" + aola)y = 0 {La (22.1) ed anche la (22.3) si dice equazione differenciale lineare, perché Vapplicazione ‘L (atta anche operatore, perché opera su funcioni) che ad ogni funzione u(x), derivable volte in fa], associa Ia funzione (224) Lu) = Wl) agai (a) + ban ul +a0(2)a Eun eee » 2 lneare cio sods a relaione (22.5) Elo + Bw) = alu) +BL(v) ; per ogni coppia di funzioni u,v ¢ per ogni coppia di parametri a,B € R- Una soluzione delequazioe diterenzile (22.1) (ispettivamente (22.3) ® una funzione «1 u(x) detvabile n vole ina, b],che sods la condizione (221 (ispetivamente (223) perogni x € [a,b]. Le soluzioni delle equazioni differenziali lineari (22.1) e (22.3) sono anche ‘ete integral. Vinsieme di tel soluion (della equizione non omogenea (22.1) o éella ‘equaione omogenea corispondente (22.3) & det integrate generale. Dalla relazione dinars (2.5) segue che se we » sono dv soluzioni del equazione ‘omogenea 22.3), ci se (22.6) Lu) = Lv) =0, ogni loro combinazione lineare & ancora soluzione dell’equszione (22.3); infati per ogni oBeR (an L(+ Br) = aL{u) + BL(9) = 0 SSapponiamo che la funzione g(x) non sia identicamente uguale zero nel'intervllo {a,0). Se we sono due sluzioni dela equazione non omogenea (221), cio se risuta, (2s) Uw) =% Lo)=8, allora a diferenzaw = uy 8 una sluzione dellequazione omogenea associata (a9) YW) infati L() = L(u—v) = Lu) ~ Ls) = gg = 0. Cid implica che, per otenere tutte le soluzioni dellequazione differenzale non omogenca (22.1), oecore sommare una soltzione ditale equazione alla famiglia di tute le soluzioni dell'equazione omogencaassociata, Pertanto abbiamo,provato la seguente proprieta. RAPPRESENTAZIONE DELL INTEGRALE GENERALE Dl UN'EQUAZIONE DIF- FERENZIALE LINEARE. — L'insieme delle soluzioni dellequazionedifferenzale lin- are non omogenea (22.1) 2 dato dallinsieme delle soluzioni dell'equazione omogenca (22.3), sommate ad una soluzione partcolaredell'equazione non omogenea (22.1). In alte parole P'integrale generale dell'equazione non omogenea (22.1) pud essere rap resentato come somma di una soluzione paricolare della stessa equatione non omogenea (22.1) ¢ dellincegrate generale dell equazione omogenea (22.3). Applicheremo questo rsultato,valido in generale per le equazioni differenziali linear di cordine , nei paragrafi che seguono. Considereremo prima le equazioni diferencia ineari Oeil (0/2). Pertanto Minerale generale dellequazione omogeneaassociata& dato dalla famiglia di fonzioni, al vara della costante c€ R, (2320) 3) = ce elt) = sen, mente una soluzione partcolare dllequazione non omogenea 2 ottenutarisolvendo Tintgrale in (6) ova, imamebbero da povae le impticaron (e) = (8) = (6) 6 pid semplicemente, (2) => (). INTEGRALE GENERALE DELLE EQUAZIONI LINEARI OMOGENEE DEL ‘SECONDO ORDINE, — Siano yi(x),y2(2) due soluzioni dell'equazione differenziale Tineare omogenea del secondo ordine (24.2) in un intervallo (a,b). Se il determinante wronatiano Wa) di y1,y2 & diverso da zero per ogni x €|a,b},allora Vinsieme di tutte Te soluzioni dell’equazione (24.2) & dato dalla famiglia di fncioni (24.7) einils) Fea) » «al variare delle costanti Dimostrazione: sia us) uni funzione derivable dv volte, soluzione det'equavione differensle tinea omogenca (24.2) accor dimostare che a si rappresenta neta forma (24.7), ci occore dh ‘mostare che exstono due eostant 2 alice co) u(x) =anls)+en) Prendiamo in considerazione ilsistema in due equazioni nelle due incognitec4(x)e2(0 us) { ex(edn er teateleat (249) enero) tetera) =) Per iptesi, i deerminante wronskiano W(s) i 1x2 & divers da 20 per ogni x [ab Tae dreninente wronshiano W(x) > ance il determinant dellamatice dei coefcient de sistema (24.9) aril eorema di Cramer esistono qin fnzini cy (xcs) che sodstang i sistema (249) ¢ che, Per Ta mo formulaisoltiva di Cramer, sono funzion derivabili (perch aii coefficient edi erin rot a). al 2) Deriviamo entrmbi i membs squazioneodeniamo della prima equazione in (249). Tenéndo anche conto della second ade) =ef(airad tealeret(e) +eSGahaGa) Fealaieslo (24.10) Sella) +efCalto) tala) acai ea) flaiviGs) refer =0. ‘Analogamente, dervandoenrambi i membr ela seconda equaione in 249), oteniamo (24.12) (a) = eas +evtale fd Fehon lo) Ferber dla) s quai eres 1 'enendo conto che (s)9(x) Sond solurondeléquazione diffrenzale (24.2) sbbiamo Wo) =e (ebvf a) beater fla) +eSCedr bead beater Slay (2413) = ehnt tebe ev(auh +4001) ~ex(ans$ bane = eiy| bebyh manlery} teav})—aoleiy ten) «. coda it tema (249), (2414) WC) ses} Fehrs aves) aon Finalmente, essendo anche u(x sotuzione della stssa equa 24 a ime tac equazione diferencia (242), risultu(x) = (2415) eiyitey Siam vicini alla conclasione, infati le due condizini (24.1), (24.15) si possono associare net ous { ei(amtal tanta) =0 . eYCalv}(a) +eSCais5(a) =0 ve labs imme wn) eae i hao ep pce “ste tomer Fin ene ef) =A) =. mao) eae se te =e,eve fos peste ie loam mse Hane), Osserviamo che la condizione che il determinante wronski rs inante wronskiano W (x) delle due soluzioni 2g sa vero da zeros una cleats conseguenz nella risozione del comispandeni> problema di Cauchy, di punto iniziale x9 € [a,b], con yo,y numeri reali assegnat, y+ au(a)y! a9(2)y =0 (24.17) bo) = 0 y'G0) 0 Infaisapiamo ce ntegrle generale el oquszon i expe var dtecostat eye. Possamo gud vorrei solnone ya) cect 2y2(1x), scegliendo le costanti ci ,¢2 opportunamente, in modo da soddisfare le condizi foal (24s) { ie ¥1G0) = ex"'G0) +exysl0o) = 94 = arnt) +exy(20) = 90 nett ea son denis (a modo unives) peel sites 24.18) a cient il eu determinante® appunto il determinate wronskiano W(t). diverso da zero per ipotesi. “) toe capilo 3 Siamo ora in grado di esprimere in forma esplicitalintegrale generale dell'equacione ‘omogenca (242, eio® Vinsieme di tte le soluzionidi.(24.2), nel caso in cul Vequazione tbbie i coefficient a(x) ao(x) costanti. Considesiamo quindi I equazione differenziale (24.19) yi" bayy'+aay = 0, ‘con coéftcientiay,ap costanti, Si nti che, se interpretate come funzioni, le costnti a1,dp Sono definite su tutto; pertanto esprimeremo le soluzioni dell'equazione (24.19) come in- sieme di funzioni definite su tutto I'assereae. - ‘Allequazione (24.19) associamo l"equazione cratteristica (24.20) 2 payh+ag che & un’equazione algebrica di secondo grado nel’incogaita A Je eul soluzionj sono date aa a; ~ ya — 4a (4.21) his eke ‘el caso in cui il disériminante & = a — ag > 0, Naturalmente, se A= a} ~ 4p Fequazionecaratteristica (24.19) ammete come unica soluzione i numero resle Infine se A = of ~4ag <0, It (2419) non ha soluztoni real, ma ai fink dell rsoluzione del'equazione diferencia corispondente sono utili le quanti 2423) a= gle (ispenivamente, parte reale coeffciente delta parte immaginaria dei nameri complessi Gishas ioe, con le notazion dei numeri compless-risuka Ay = — iB ho = 0+ iB) wat Aan (24.22) CARATTERIZZAZIONE DELL'INTEGRALE GENERALE DELLE EQUAZIONI LINEARI OMOGENEE DEL SECONDO ORDINE A COEFFICIENT! COSTANTL Tutte le soluzioni dell’equazione lineare omogenea del secondo ondine a coefficienti ‘costanti(24.19) sono espresse dala famiglia di funcioni definite su R (2424) oe bad seA>0, (24.25) ce teue, se=0, (24.26) euecos i+ eesenB, seA<0, al variare delle costanti ¢1,c2, dove I1,2a,2,04,4 sono le quantita sopra def- nite, associat all'equazione caratterstica (24.20), Euan dierent w Dinas: basta apical ht stil precaenement i rappresetrone det ne generale detrequzitonogenh. Aegon chelates foie a Geena eps fever la Forma cy (eta), cn (sh 9s) fon cpporune, Veco gund che Inu etre ies), so desl deacons differs nee emegenes sssondo rine (2419) echeit determinant writ Ws dts baer da for perce eB Se4.> 0, equsion cartes (24.1) ammete daz el sey sr ‘denza otteniamo le funzioni yy (x),r2(x) date da " = (242) oa nts) Verifchiam che, al esempio, r(x) & ura sluzione det equ pile ss sempa()&wscuione dt euncione deren Risa nts es) Maur) baa = O05 +a9h1 +40) = 0, perché hy & una soluzone de quack 2 tazione carateristica 2? a1 A-+a4 ‘romano W's) dss Eevee zero permit Bina Inolre, it determinate nila) ate) w= (arSod—satnsfen (2429) see sho dhe Ayebiir ha Ay jebvdse tale quant & diferente da zero perch hy #9 ocr considerare le due funziont (AH melee, te) ends con unica 2, sluione (doppia) dl guasione craters 24.20, Che a * ica (24.20). Che r(x) = eM sia sotugone dettequaione diferente vee ae atop, Exim qu cao e) =e Onteniamo y$(c) =P + Aae, w(x) = Bho 4 Ane da cu ° Stony tans = ALE ebai(I +9) top (2431) HAE bod tan)et2h+oH] Risulta 2 taht isu perch. soluzone dell equazione carateristcs Ino, essen A =O, eal pasnpv og csi.) =0 Poumort an +ay-=0eane 0 tine N determinante wronskiano W(x) div, dversoda ze per ogn.x€ R, infatt ni) ta wis) se se she) \ Hs tae) Adee a 0 eft) (24.3) copie 3 0 vi Se A < 0 e fasion da prene i considerazione sono . (2438) ia), 32) =e senBr ‘erfchiamo he, esempio. (x) &unaSlixone de euazioneifferenaae, Riu inf (2435) sls) = acon xB seni, (2426) yf = e205 Bs 20esenfir— PPE os i, acui vf ta) +0091 = ee) = Al (ee = fF +0 + ape 00s Bx — (20 + oB)e sen fs} Ricorando che ai 4a a wg, GES, ssa nolee . ee (24.39) = =a Fao Sh a = 0, (24.40) 2aB +B = Bla +01) = 0; rind yf yo -tay = Oe a fazione (2 slain dean diferenie a i er fe aceminane renin Ws) ayy € diverse 0 per os sR: ina ha nil) 209 1) 20) | eyge)—mutte= wos myer 40) cos Bula senfic + Be cos Bx}— = seni cos r— fe seni) = = Bem cos fic sen) = Bet" 0 (aan) perché B = v=B/2 #0. i esempi a caratterizzazione, ‘Terminiamo il paragrafo esaminando come applicare su degli esempi sopra provat, dell integral generale delle equazion fineari omogence del secondo ordine conficienti costant. -Esempio. Riolviamo le seguentequarion diferendai ies omogence del secondo orine aco cient costa (2442) ye Equant diferent m (0443) (24.44) (2445) Lequazione ditferenzate (2442) ha come corispondenteequazione caratersica Vequazioneal- brie di secondo grado ne incognita (2446)" W-2=0, che ammente le du rac reali distine = 4/2 In coispondenza Wequazione difeenzale (24.42) tna come integrale generale a famiglia di soluzini (si veda anche 1a figura 3.8), al variare dele costa real c1.ea, (san Pe epeVe y 3 a0 ql ‘ep : fo Figura 3.8 ‘Lequazion ditferenzate (24.43) ha come equazioneearaterstica’equazione di even grado (2448) +I=MI+2) =0, ‘he ammette Je due radi real distin, date da 2y = ~2, bg = 0. Pernt Vequacionedifeenaisle (2443) a come integrate generale Ia famigta di funzion y= y(x), a vara delle costa eal 1a. (2449) ya) =e +02, Invece equazonediferenziale (24.44) ha come coispondente equazionecarateristica Paquazione B-M+1= 0-1 =o. cqvarionecarntrincsammetel ratice (pia) 1= 1 eqarone diene 24.48) ha come eral ener alia dl suri! (2451) wa) see tent", 1 Capito 8 al variare delle costanti eal x (comein figura 3.9). Infine equazione diferenzale (2445) ha come equazione earateriticaI'equazione dl seeondo grado ma) ware0, a cea ae end 0c ca ut (439) a-$n0, pan, qeleet by yoo = (0 Figura 39 (2454) yi(e) =e eos r= cos VBs,— y2(x) = seni = sen 2x. ‘Lequazione diferenziale (2445) ba come integrate generale Ia famigia di funzion (6 veda la figura Figura 3.10 3.10) a aie le costant eal (2455) a) = 008 Vie + esa VEe Equacon diferencia 1B 25. Equazioni diferenaial linear del secondo ordine non omogence Siano ay(s), ao(2), ¢(8) funzioni Continue fa ua intecvallo (a,b). Come mostrato nel paragrafo 22, l'insieme delle soluzion dell'equazione differenziale ineare non, omogenea del secondo ordine 51) yt au(aly! + an(ely = aC) si rappresenta considerando equazione omogenea associate (252) yi" Failay' + aola)y Infati Vintegrale generale del’ equazione differenziate (25.1) 2 dato dall'inteprale ge- nerale della equazione omogenea 25.2), sommato ad unasotuzione panticolare dell’equazione ‘non omogenes (25.1) Se yi(2),)2(4) sone due soluzioni del'equazione omogenes (25.2) in (a,b), con determi- nate wronskiano W(x) di y1,)2diverso da zero per ogai x € [a,b]. alloraintegrale generale dell'equazione (25.2) dato dala famiglia di funzio (53) exni@) +eant), al variare delle costanti c),c2. Indicando con 9(x) una soluzione particolare dell’ equazione non omogenea (25.1), itegrale generale deli equazione data (25.1) si esprime qundi nella forma (25.4) exya(a) + caya(x) +51) , al variare delle costanti e1,¢2 € RL Rimane quindi da determinare una soluzione particolare dell'equazione non omogenes (sn. Nella seconda parte di questo parageafo descriviamo un metodo generale, detto della variazione delle costanti e dovuto a Lagrange, che consente di determinare una soluzione particolare (x) dell'equazione non omogenea, a partie da due integralilinearmente indipen ent y,y2 dell’equazione omogenea associata ‘Comunque osserviamo preliminarmente che esistono dei casi particolai in eu O numer reali isa e 1, gi interval (263) 1= (xe R: sm] Otale che (26.3) Urte ~F(%y2)1 SLb1-yal Yel, Wry ed os capita 3 act ferent uo in figura 3.12) che, in generale, & un sotcinsieme proprio dell‘intervallo [xp ~ in figura 3.12) ee, Proprio dtintervalo fy — a.m + 5 =min (@;biM) n+8 Figura 3.11 ‘TEOREMA DI CAUCHY (DI ESISTENZA E UNICITA’ LOCALE). — Nelle ipotesi (26.4), di continuita di f,e (26.5), di Lipschteianita di f rispeto ad y, existe un mumero reale 8 > O ed esiste wa ed una sola funzione y = yx), derivabile in [~~ 8,x0-+8), che risolve in tale interval it problema di Cauchy Ste) wl | ¥(%0) = 0 Osserviamo che, se la funzione f(x,y) vetifica le ipotesi del teorema di Cauchy di esistenza e unicith locale (continuta in (x,y) e Lipschitzianita in) solamente per in un itomo desto [xo,x0 +4] di x allora con Ia stessa dimostrazione si prova che esiste un nu- ‘meto 5 > O ed esiste una ed una sola funzione y = y(x), derivabile in [zo,1) +6], che risolve intale intomo dest il problema di Cauchy (26,6). Ovviamente analoga osservazione vale in un intormosinistro. Tl numero 8 > 0, che appare nell'enunciato del teorema di Cauchy, pud essere stimato esplicitamente. A tale copo utilizziamo i simboli a,b defini in 26.2), Lin (26.5),e M dato aa (26.1) M = max{[f(xy)]: (%y) ELI} notiamo che tale numero M esiste (finite) in base al teorema di Weierstrass (per non ricadere rel caso ovvio in cui fla funzione identicamente nulla, supponiamo M # 0). Poniamo allora (268) s=min{cfr} Latesi de teoremadi Cauchy afferma esistenzauneith di una soluzione del problema 4i Cauchy (26.6) “in piccolo”, cio defiita in un intomo (xo ~ 8,29 +3] dl punto (come igura3.12 1 primo passo della dimostrazione del teorema di Cauchy consiste nella formulazione del problema di Cauchy (26.6) in una forma imegrale equivalente. Le quantith x,y e 6 hanno il signiticato espresso in precedenza FORMULAZIONE INTEGRALE DEL PROBLEMA DI CAUCHY. — Sia 8 > 0. Le ‘seguenttaffermazioni sono fra loro equivalent: (est a ney =), ren eB +8, oy) lt per ogni x € [x9 —8,x9+ 8] e tale che y(x) eammeedameaia! (i esiste una fancione y = (2), continua in [xo ~8,x9 +8}, tale che (26.9) ‘ wear [MxM Yee fo 82048) Distasi: (>), Perit ae soon = [8,8] 1 donate ‘nell intervallo [x ~B, x9 +5}, tale che ee eee (26.10) Ox) flsrbe)) Ber oi xin ale eral. Se € fy —8.-+5,netand entamts ment (26.10) tay (26.11) Me) —y609): [s'ed= cedesendo per ipotes 19) =, ne daduciam les (i, =). Pr ipotesi xx) ® una funzione continua tle che “flvsted ae 7 \ (26.12) red=mt [festa Yee [08am 3). 10 Copitolo3 onendo = sin (26.12) i oténe x(x) =p. Hole in base a tecrema fondamentale det extolo imegrale, xs) ® derivable ela derivata& data da (sste)- Wee by ~3.r0+ 8) (26.13) so Pertanto vale la tei. assiaino ora alla dimostrazione del teorema di Cauchy. Dimesrazione del teoema di Cauchy: usizzam i simboliintrodot al'iniio del pararao, in paicolae | numer’ ab (semiampiezzaspetvamentedelinevalo Ue delnervalo J). Mf (i mas- Fimo diss] pet (nx) J) €L(lacostante di Lipshitz in (26.5). Come gi det, consierimo ‘numero reale 8 > O dfinito da (26.4) = min: fh Indichiameo con fg Finerallo [xp ~B,s+8]€ definiamo per ricorenza su Fs 1 sucessione di funzioni (+), per = 0, 1,2... mediante le pasieni sis wel cate 0 18) nto = [sea sin stone [seen din gonerle, per vals) 90 (26.8) ; { meii=v0+ ffleantenat Occore preiminarmente mostrar ce la sueessione vg &ben dfinia. Ci. pi presisamente che Trineprando f(e.y())& ben definitos of ancora, con riferimento alla figura 3.13, che Fargomento salt) fa pare del dominio J dif, ci ee (2619) nes = (ER: bl SP}, wen. ‘Dimosriamo ta (26.19 perinduone su =O, 1.2... Per =O evidentemente yx) = costante = sy €2. Supponiamo qui y(t) € pet ogni x € Ig: isa perei® (tu (4) € fp XJ per ogni #€ ls Penanto| (2620) Inert sm. wels tnolre, per ogni € fs a uppenendo, per semplict i notazione, che > 0) ssatr—sol ={f"reoniena (2620) << [ Wnesitent heal MBB, uci’ dierent ke Figura 3.13 du ce, peri defixon 8 ata B 8) si giuage all'idencita u(.r) = v(x). valida ni 2m, La dimostrazione per 1 <1 2 analoga. PORES IGS 27, Prime conseguenze del teorema di Cauchy uo essere talvolla complictoverfcare diretames ese riflcaredcetamente le jpotsi del teorema ¢i Cauchy, in pute pata open ae orice un ed fice api, ‘ome et paragrafo precedent, ssa de numeri eli xo, Comet oe eri eali 20,9, consideritno na (5) dei inun intr J del puna pp) € BE, dela forma etal (@ny Txt (Gey) ERP: [e~20] Sa, ly~yol 0. vs capita 3 Euacon diferent ns ‘COROLLARIO DEL TEOREMA DI CAUCHY. — Sia f= f(29) una funzione reale tlefnitain [J Supponiamo che sia f ce la sua derivata parca fy sano funcon! aeovimue in 1x J, Alla esste un numero positivo & ed esiste wna ed una sola funcione Seeyte, derivable in ro 8,3 +8) solucione in ale intervallo del problema di Cauchy (7.2) Dimestazione: verfchiamo che, nelle ipoteslenuncite, flx,y) & una funzione Lipschitziana spate ane J unformemente per #1. Dopoiché baste applicator di Catchy ‘senza e wii Leal. er ipotesi anche la fnzione ma woven + fess a continua in 1J. Peri teorema di Weierstrass la fanzine in (27.3) ammete massimo in IJ: {nchiam con Ll yalore di messmo itreram leona di Lagrange perl funcone di una vaibile EJ —+ ls: per ogni x1 per ogni coppia di punt r,y2 € J este ys € tale che 4 (274) Flay) flor (x35): (n =" pase en tment (27.5) Ulam) flea S b-ball perogni x€ © per ogi y1,y2 € Js come si voleva dimostare ii teorema di Cauchy i esistenza © uni locale per equaaonldifferenzal el prime ordine rb snare eto anche a equason fread odin comungusclevato, Net srattecnonlam, senza dimostaion, i teorema di Cauchy pele equsion| diferenia crdinarie, tipo normal, di ordine > 1 Sia Go.yoay}oyfs-vs967) um punto fissato in RR", Siano a,b € R. Come in prose FeO imervale 9 -8,30+8] CB Indichiamo po! con Yi punto di rertnae Go yb. -okD) econ Unto ccolare iY BY definite da (27.6) y= {v eR: Yl Otale che (283) Urbs) = ssa S Leva per ogni.x¢ [a0] perogniyi.y2 ©R- ‘TEOREMA DI ESISTENZA E UNICITA GLOBALE. — Nelle potest di continuita (28.2) e di Lipschiteianita rispetto a y (28.3), per ogni xo € [a,b] e per ogni yo € R esiste tuna ed una sola funzione y = y(8), derivable in (a,b), che risolve su tutto Vintervallo [ob] i problema di Cauchy y= fey) (28.4) (ta) = 90 | \ ' Equa difereil Figura 3.15 Notiamo in paricolae che, con ipotest (28.3) su f, a chiede che Ia Fuzion f(s.) sa non solo focalmente (come nel teorema di Cavchy di esistenza ed unit loeale), ma anche plobalmente Lipschtcana in a,b) «R. Peranto, non @ sufficient assumere che f(x,y sla localmenteLipschiteana in [a,b] xR, ad esem- pio chef sia una funzione di classe (derivate pial f/x, f/2y continue nela srs [ab] x). [Ne isutato che segue viene dta una condizione sufcente sila derivata parcial f /y per la wait ‘del teorema dl esstenzain grande, ‘COROLLARIO DEL TEOREMA DI ESISTENZA E UNICITA GLOBALE. — Sia ‘£=J(%)) wna funzione continua in (a,b) xR. Supponlamo che la sua derivata parziale Of fy sia Uitata i [a,b] x R, cio’ che esista una costante L > tale che os Po Allora per ogni xo € [a,b] e per ogni yy € R esiste una ed una sola funzione y= y(x), derivable in a,b), che risolve su ato inzerallo (4,6) problema dl Cauchy { vasny) ¥G0) = 90 sh Wey) € [ab] xR (28.6) Dimostrazone del coolaro:verifichiamo che, ele potest eninciste, fs») una fuiion Lip- schitzians rspewo a y © R. uniformentents pet a,b]. Poi base aplicare il tema d esisenza € unica globule. . ‘Uiziano il teorema di Lagrange pet la fursione oi us variable v & [a8] + fly) pet Obit 28 capo 3 + 4a eperogn copa punt yr € Resist y (punto dl imtervallo di estemi yy tle che a (sya): (ns) sn sooi)~Res oa ars xR sine (288) fest) flea € ble a 2 €R, come si voleva dimostare perogni x [ab] € per ogni Esemplo 1,11 metodo di risoluzione del sequente problema di Cauchy (per un equaione a varibili ‘Tpurebil vera indicat wel paragrafo che segue. Qui ci limitiamo a verifier che I soluzione del problema di Cauchy (as) { 5 (0) =0 tg fat ina caso sults (0) data day) Yoostxe (28:10) 1a? Come si vede, ta soluzione non 2 defnite sa tutto R, me soltanto velintorno (—n/2,x/2) dix ‘Non vale quid! latest del teorema di esistenzae unicitagloble. Pia precisament, i teorema non & pra in on interval [ob] sso ro motive & che non sodfaa pots 28.5) pet Fauztone (ostanterispeto ad 2) f(y) = + infatiadevvara f/2y= 2y non 2 limitata per y ER, Esemplo 2. Al contrario deltesempio precedente il eguente problema di Cauchy (smn) tl etic tute le ipotes del teorema di eistenzae unit globale. In paricolae vale Iipotes limi tateza lla dervata parzale 2 /2y della funzione f(s,y) = (I4-3#)/(U-+34). al vara di «in un {ntervalo Fite fob) ey €R (il letore esegua Ia verifca) i trova che fa funzione (2) =x & ‘oluzione del problema di Cauchy dato sa ttto Dimostraione del teoema di esstenzae unicithglobale: si pud dare una dimostazioe simile a ucla del tcorema di Cauchy di exstenzn ed uncithin piccolo. Per faire il compito del Fetore A ciportame quasi tut f dettagl, mantenendo notazioni quanto pid possi smi a quelle wsate in precedemz, isa 2p € [2,8] ¢y0 ER definiamo per icorenza su [a,b a suecessione di fnzion (1) (28:12) sole) = costante = 905 (2813) wt [Heme Sod=me [fanlear, Equi ier bo in generale, perk=0,1,2).¢ . (28.14) wt [rani Indichiamo con M > 0 i massimo dela funzione di una variable 1 € fab) ~. frame esisente peril eorema di Weierstrass. Dato che [f(7y0}|< M per ogni [aH isla (2815) e—vl=[ "seo 9) bob=mta =] tation —Aeoont < (28.16) < ['vtesion—stevoner < fain ole < Mt f'p-nlt tft —soydr= Esso? Di nuovo, per Vipotesi di Lipshiteanita di frispto alla variaile y dalla (28.16) si deduce tntd—nba =|f"reontnn-renonral = (87) < [vet ftenteniar ¢ [thot —ninites <¥@[ Iterando il metodo si giunge alla stima aa wen (is) nsild-ninls PEI, wees) La 28.18) implica che la successions a fnzon ss) converge uiformement nella fob}. Infati, essendo (=) converge unit te nelPintervallo (28:19) eet 30408130) yh Oe) fa funzione v(t) & ba idota (A+ della serie fn (2.20) woe Etileno), che, pera stima (28.18), converge totalmente nelintera in 28.20), perk < Mt et < MILO—all! (28.21) usrtd—ntells flip lesa! < Ya vs Carols ¢ meno dest compa il termine generis dlla serie espns. che&comerzete (con somma ubea)~)) Pent a srcessone ns] converge eiformenet eine [I tao cone inte deste fe nLite opel arable che tifunion compo su) comereanfomement af) elimerall nt anual) PMO] 21a) me) Lema) M0 21 €feb)} 40. perk te siamo a nite perk 4 lla (28.14 (i i tiliza i ere posggio a ite soto itsego negra: st otiene (28.23) wegen [sista Yee (od) cot yx) & soluzione de problema i Cauchy. nella frmuluione integral data in (i. umieith della solazione segue ancora dalla foemulazione integrae (i. Supponimo int che, ‘lve alla soluzione 11x) in (2823) 1) six un altasoluzione del problema di Cavey nelintervllo [ecb In tas alla caraterizszione integral, anche ) sddistTequazione integral (282s) war=so+ [tem we foal Moto che) cide con x1) timer oP}. Vestine pinnae che sts)art pet pny = fensye 81cm 1 (2825) x Infat, per Ppotes di Lipschitzianit i fvispeto alla variable. per ogni x € fy abbiamo verse =|" rea =susental < 326) << fitemnsusinlars [Yasar s (aa I, In S Leman) MO] 1 fF Issa S S Lomas) MOL 1 le} 8 2 quni,dto che pe a definiaione in (28.25) rsa £8 27) anae{Iai)=¥N1: Fl) < $m te) 01:1 to cul assurdo |< J.ameno che (2828) sax (1) =s(0)1:1 fe} =0 Pertanto w(x} =n(8) per ogni € fy. I prticlare (xy +8") = 129-48). Consideriamo ora analog problema di Cauchy di pt itiziale +3? Maso) (2829) i say 8) =u +3) Equi eres 11 Le fanzion n(x} € r(x) sono entrambe soluzion anche i quest ulti problema di Cauchy’ perehé soddistano Fequazione diferenzile ei dato inzile +8) =X) + 8). herando il pediment {roviamo che x) = va) per ogni r€ [r+ .r+28, Dopo un mero init di terzin si iunge ns) =N(0) per opm. [6] per cui x> sy. Ladimostrarione pert <9 @ analog, 28. Risoluzione di alcuni tipi di equazioni differenziali del primo ordine informa nor- male Inquesto paragrafo e nel successive prenderemo in cansiderazione equaionidfferenziali el tipo (29.1) y con f(y) funzione @ valori reali. Nei paragrafiprecedemtiabbiamo visto in qual ipotesi su f 18 (29.1) ammete una soluzione nelintom di un punto x, verfcant la condtrione inva yx) = yo. Pertant, nel ipotsi de eorema di Cauchy, fssatoo, per ogni numero real Jo (i wn certo intervallo ai variabilita. Jove f & definite verifica ke ipotes i determina una sohzione de equazione differeniale (29.1), Si aie cos che Finsieme delle soluzion dipende da ‘un parameiro eae (Sopra indicato con yy, ma genericamenteindicato con il simbolo ¢ di costae). Tale insieme di solution prende nome i inegrale generale Ogni elemento di questa famigha di fanzioni,otenutofssando il parametroc, usa soluzione particolare del¥equazione differenziale (29.1). Viceversa, non ® deto che ogni Soluzione del equazone sia un ntegraepateolar; ali tterior solution prendonl nome ai integra singolri. Soprattuto nel pararafo seguente esamineremo casi di equizioni ifferenza che am: ‘metiono integral singoar. Qui di segitoesamineremo aleuni east particolar i funzion ‘FG5y) per cui & possibile calcolare (pit o meno esplicitamente) Tintegrale generale deka ‘orispondenteequsaine dfferenziale (291) Se Fequazione diferenziake si presenta nella forma (2) y'=Fb)-80), ‘con f(2) € g(9) funzioni continue, Pequazione si dice a variabili separabil. Supponendo .8()) # 0 per ogni y, dividendo entrambi i membri della (29.2) per g(y) e integrando membro ‘@ membrorispetto ad x, si ottiene (9) y'@) 3 [3h [ses, cio’ un'espressione del tipo (294) G1) =F) +e, dove F una primitvadi fe G@ una prmitivadi 1/g, Infine, se G una funzione invetibile,sricava in forma esplicita una famiglia di solu Y= WK) = FMF (x) +0). ie Capito 3 ‘i nti che, con il cambio di variabile y = y(2) nelFintegrale a primo membro, la (29-3) siriducea 9 [By= [oem ‘Bsempio 1. Determinae I inegale generale del'equsionediferenziale 9) y Sepaando le variable integrands ha (29.7) daculseve 2 ws abo F. ‘Continuando a denote con ¢ la cortante abitaria ~2e si otiene alloca (299) yeaghg ‘sinati che oltre ale soluzion forte dalla (29.9) rapprsentae in figura 3.16, la (29.6) ammette anche 0. ‘iotegraesingolae y Teumedictamente riconducibil alle equazioni a variabili separabili sono le equazioni det tipo (29.10) (ax +by) con a,b non nul, Ponendo infati z = 2(x) = arty, siha ¢ =a by’ ¢ 1a 29.10) st teasforma in (9.11) Z=atbele), che 2 un'equazione a varabli separable st rsolve col metodo esposo in precedenza, Leequazione differenziale, etta omogenea, @). comin quale la (29.12 vena (2). (29.12) y! si isolve con Ia sostituzione z = (29.13) alte che ® un'equazione a variabiliseparabili -Esemplo 2 Determinare le soluzioni del! equiionedifernzlale omogenes 2a (9.14) Equacin diferent m Figura 3.16 — y=y(x,<) date in (29.9) Dividend mameratoree denominatore per? si ba (29.19) Pa ¢ qin, post: =}, soto feiinent ogre vari sepa (2319) waicg! che soa, imegalepeneate (29.17) za Ronan che z= J sotene is) yao quind,indcando ancoraconclacostante I, V'integale generale della (29.14) assume a forma (29.19) pot an) ‘che rappresenta una famiglia ljperbol, St no infie che y= 0% un integra sngolae della (29.14). Copitto 3 te equsiomnne so soa e qe dale stipe “(aeie) con i coefiicienti a,b, a, non tut null, (29.20) hia con re feet ck equazin’Hspetivanentar+by +e= Oe dlr + Hy be! =0. Se +e so alco ae nie tm ut ede pera a @ =k eB, ln 8.20) Fide alu equazioe del ip (29.10, che save con a sostizione ¢ = ax-+by. Se re non “ono parle, equi excfclent ya ©, non sono proporinall, ess sl nerscano un punto coordinate (9), 5e pone alora (a1) 5 essendo atp+byp +e = Osha art by +e =a +e anslogmene as 4Uy +o! = a +n Pics ‘ih pure “4 (om) Q-8. 1429.20) venta (29.23) siae( SER) = (SoM) ‘che tpo omogeneo, at MSI= Ws temple 3. Cosine quo 929) teh Lette 2x~6=0, y-142 0, ntersecano sel puto cori (pst loa =1—3, n= y= la 2928) sl tasormain oan Bewds Const (= oa eine ai ap vote ch is cone nse ito ele (23.27) e+1P I= ‘Ricondando che z = n/§ ¢ che & = x—3, n1 = y~ |, siottiene Pintegrale generale della (29.24) (29:28) (ytx-4}? (y= 2e45) ‘Si dice di Bemoulli un’equazione differenziale del primo ordine del tipo (2929) malady tb)», Eacion diferent 5 San a2) £43) Funcon ottinueneinervallo fa, di © o numero rele diveso da € ‘etifichiamo che Yequazione di Bernoulli pud essere trasformata, mediante un cambia- ‘mento di funcione incognita, in un‘altra linare. Precisamente, dvidiamo preliminarmente ‘amo i membri dell’equazione (29.29) per (in tal modo, per > O, si trascuralasoluzione identicamente nulla); i ha (29.30) a(x)y'“* + B(x) Posto 2(x) = [y(x)]!-® si ha (2931) 26) = §{bGI"* = (1a) din tal modo I equazione differenzale (29,30 si rasforma nel'equazione lineare in (x) (2932) z 1 o)aQe (1—a)b(a), ‘che si risolve come gia visto nel paragrafo 23, Una volta rovatala z(x), si porra y = /(~e, ‘ottenendo cost una soluzione della (29.29) , . Esempio 4. Deerminiamoesoluzion,spossitle definite in tuto iervallo (0, +), del'equazione Esenpios Pos imervallo (0, +), del ua (29.33) ay! = —og 2p Dividiamo ambo i membr ella (2933) per a2 €poniamo 22) = I/y In tl modo fa (29.34) vena (93) : (2935) 2a Bye Tie eguacione lina del prio onine. Linegrle generale del'equazione onegencs ssscia alla (29.35) z= cx*, Mente, se cerchiamo una soluzione solare della (29.34) del tipo (x) ‘otteniamo per @ la condizione pes CTA (29:36) (ay? = REE, cua (2937) In defintva Ninegrale gener dela 29.36) 8 \ (29.38) 20) = or — gtd 16 Coptolo3 ce quindiVintgrale generale dela (29.33) (29.9) vie) =(2@- 9-4)" defi into (0, +=) osc ett che Ia esone ck le see y= (8) = 6) Sa inert Ls : ‘poiché z(x) + + per x + 0*, occorre ¢ basta che Za) in 2338) sa poiva per ogi x> 0. Qin (29.40) 1) =e? "$E—}>0, v0. Condizione ecesaiaffinché la (2940) sia soda ce la cesta ci posta Se eid cea Ia iene a) ha mmo pcx > O ne pn my =1/(2ye) ei valorem uu a log(2)/2 ener ene eslenn, dfn tao interval, dl equzione i Bernclli (29.38) sone uncon dat ell (29.39) per ai c> 1/6 safo considerando un caso che si pud tratare uilizzando le forme dif ‘Terminiamo il parag ‘sto punto dopo aver affrotato I argomento proposto _ferenciali I lettoe petri tormare su que nel eapitolo 4. ‘Se l'equazione ifferenziale seritea nella forma (29.42) a(x y)dx + b(a,y)dy=0, (29) ‘ equivalentemente nella forma ma diferencia. Infat, se tale 1e sotuzioni della (29.41) si possono ottenerestudianéo la for ,9) una primitiva della forma, forma ® esata (si veda il paragrafo 39 del capitolo 4) ¢ se F(x tutte ¢ ste le soluzioni della (29.42) verificano l'equazione in forma implicta (29.43) Bsempio 5. Data 'equazione ciferenziale (29.44) sioservi cel forma itfeenziale (945) (ot-each Pyar, 2 esa in quanto defiant il piano ein (29.46) Boren) =29= £9) (si veda il eorema 2 de paragrao 40), “Si verfiefacilmeate che una primitive della forma (29.45) Ia funione (an) Fy) = Her—e) Dalla 94) segue alos che intgrle generale deta equzionediferenraeasegnata® dato dl = soressione #4)? Equi diferencia ro 30. Risoluzione di aleuni i is i Xs ‘di alcuni tipi dl equazionidifferenziali del primo ordine nom in forma Considetiamo I'equazione diffeenziale non informa normale oop y=o'+60, con drab che vee dt equation di lara Se) ove ion Ctra, Se ys) 2 ma sain ta 0. dotata di derivata seconds, derivando rispetto a.x ambo i membri della (30.1) si, ‘atene “) (302) yeteo") =o, e qundi sia 03) ppure ae r4¢o)=0 Se vale ta (30.3) rsulta, dunque, tenendo conto della (30.1), deve essere (05) yaaetale) Un'ata soluzioe della (30.1) otiene a parte dalla (30.4). Post sala 0.) otengon le equacion puamerhes em (306) { <8) - te +800) dalla (30.4) Lah on dala (3. vee detain pose motte dmovtas ce le cone Sedappe dell igi ces Gas ‘tangente in ogni punto ad una retta della famiglia. . Esempio 1. Comideriamo Yaguaione di Chiat (30.7) y=ay—Jos Dalla (20.5) otengono le slzion! (038) ye ‘menire la (30.6) frnisee integra singolare (09) capita 3 Figura 3.17 “ne ¥ta curva otenata come wione dei graft delle funzioniy = (2/3)! 1 etore veri che tale curva vito della familia di rete (30.8); clo® che Ia (30.8) 'equazione dee rete tangent alla curva (30.9) (si veda la ura 3.17. Consideriamo ora lequazione non normale (30.10) =e), on debi, Assia come vail indipendeney«poniamot=y'. Dalla (3010) Shviton eo) ty dds 1g, da interno pe pari soe 0.2) w= festa =e9t9-000 +e, on G primi g. Da esta lon alla 90.10) tine Fie geneale x=alt) (303) ystg(t) Gite Equcin afer 139 Exempio:2, Per risolvere'equazone (20.14) rk oP" potsiamno senza uilizaare la (30.13), dove (0.15) G(y) = arg; sia allora (0.18) hy nate te iv? Rican i parame infnaon dls, sone = {T= tale della 30.14) tn forma copia tea eet = EV UT = AT ind igre gene. (30.17) 34 (VRP aag Tet) +6 ‘Analogamente si ragione per 'equazione differenziale (30,18) si!) Aud inquro cm. pomoy tpl OA) ste 30.19) d= ged - 200 (2019) . & Ree ‘Limtegrale generale della (30.18) & dato allora, ancora informa parametrica, da 6020 { [Pa y= att) 31. Risoluzione di aleuni di equazioni lifferenziali del secondo ordine ‘Consieriamo un'equazione differenzile del secondo ordine mancante della y GLy Foxy'y") =0 es 0} a aed ety po eile k nontr i() ci = sated 0.33> trata dln dl pinoy delist ape y= 1, eal soe le peo co figura 3.18. Figua 3.18 1) anparien aig, er Te 1, attraversa il ramo di toc pot conispondente da ini (1,30) ssa yaq) =I pao dla scone, a tangent oreo fy j iPetitions ia und) > Opes < poy (9) CO > i. Cid x9 bn pant masimo pet . = amin st itn) ata ene. Chi ee if) teen ipso ga 8 pon ep ia ob cae ft is se ie ota aos rat iat de) 20a lun intorno destro di x, (in corsispondenza di punti del grafico al di sotto delliperbole) Penano, ore Zplgratan del slain inane al soe eam ip y= I/,> 0 inparictare grafic eu olrone inane elinseme A (x3) € Ret y> 0) a dfinione els fenuone f(r) 1/9 x La oluione © quid decrescente 8 df prog «> ap. Teach con illite pr x >» i), ce ele per a monotony), Ral prior te y{t)= 1 Vrichame qu sano che ° OS Scppmedo porta 02 dal equine dilewie (= fy) ateremna (322) in »(8) = im, slats) = in sey ced intl cas, integrando y! (x), avremmo che anche y(x) + Eauacion direc ua Pert & = 0; Dato che s(x) -+0 per x+ +, ta soluzioneanunete per asintto orizzontle asse delle DDerivando memibro a membro'equzione diferente in (32.1), ottiene (323) yracby1, {cu Segue, in aricolare, ce pet x< xp = 1 (¢y > 0), esendo y” > 0, sua y" < 0, e guind, in leas, I soluion 3s) & concava Tote, do che yx) @atetamente crescent & ote ey 25 1 deve convergere a zero pot x he tehde ad un vale Mito a. La solione quinddefinta el ftervalo (a, +) e ilizzando di ovo V'equaionediffereniae, risulta, (32.4) slim ytn) =0, lined, ‘inl ya) si avvsinn all'asse x, per x~+ a, con tmgente vertical, I grafico della soluzione, fn base agli element descrit,&rappresentato in igre 3.19 Figuea 3.19 [Nei due eseipi sequent @ possibile rsovere le equszion propose on i metodi vist ae pragrafo 2 infu Voquazione det esempio 2 & a variabi sparabih e quella dellesenpio 3 & omvpenes, ‘Tuttava- in entrambi i cas, si otiene a soluzine in forma implica, enon lta ngewe dedawe Ie Propriet qualitative dallespressione elit, ‘Esempio 2. Studiamo il problema di Cauchy { stop (2s) xO)=1 {La soluzione vs), che esse peril teorema di Cauchy stretamente decrescente nun ntoro del punto inal xo = 0: inf a deriva y' = y®~y!—2 sult negative al interno del'intervalo dhe sadiet 21 secondo membro, ci per ~1 < y <2! ei vale nis y(0) = 1 soddisa tli limitarion, ‘Le funzionicomantiy 2 —1 ¢ y 2!” sono due soluzion! dell equazione diffetencite in (325). Perivisuta d unis del torema ci Cauchy, nessna ale sozione pub er qlee vlore st Copilo 3 a ‘assumere i vaiorey(xi) = —1. oppure i vlore y(n) = 2", perch in tal caso avremmo due dsinte ‘emer dela ses equzioe diferensae, con ots aor iia in. Fi eee dela fusion yx) 00 pu intescae We ret rzznta di equzioney=—1 ey = 213, Ne segue che, essendo continua, y(x) soddista te limitazioni =1.< y{x) <2!/3 per ogni x pera defit Null ctiscia ~1 —=). ‘Risulta a priori —1 < €< 21/9; verifichiamo che di fatto 1, Deo Hop doch ya) baht ito per x—+ =, anche I deat ya) ba time pert soe tae ite ®ugule a er; na (329) (=) am? si ior che it crema d Hopital @ applicable on soo alle fone indeterminate 0/0 «wf ma area rina i slo deomnatore diverge alin, come a (32.6) oot, fu iptest ance a at Sliial ot esses a prio del inte y's) a secondo membro. Cio segve es drei y(2) = Fant) nit ato che 3) ite ito per 4 Jin») = tim sorale) = sin y's (an we 8-2 = in bla Dt)? ~ (Quind (x) ha timiteperx—> +6, perl (32.6) i vale delimit ® 0. Tonio un serondo metodo, che non fa uso del eorena di 'HOpitt, per dimostae che tis) = 0» a eqesion diflcnie (3) = fl) come in G27) env he ie) he Timiteperx + 46 ei valore tite (2.8) tip") 8-2 ‘un numero <0, perché 1: £< 207, Se fesse <0, si avebbe ys) = smraiemente al fata ce yx) & una funzione finial, Cid prova che & =, tim y'(s) Dalia (32.7 sepue po che & 2-2 =0,equindi€= —1 oppure ¢= 2! second pss ada anne perc yo) una fnzione decrescee, coo —1 < (a) <2"! peropni.x€R te deiiiva Sls) ora pera» re (analogamente 92) 921° per x —) evade sgt ad ena i mete! Sequazione dierent in (325) sip tiie i segno dela deivata secon. Int sib (329) yt = Loo -P -2) = FOP —I)-ys ascado yx) <0 por ogni x €R, ssuta y¥ > 0 per y< 27", #0. Paranto te soaone 33) Seema te eran y® moore di 2-1? ef &concava asien In coispondenza a alre "2-1? Ja funzioney(x) ha un punt di fess. Tn figu 3.208 rappresentatol grafico della sokzione sulla base ele propre ovate, -Bsemplo 3. Studiamo fe solurini del" equazionedifeenziale (32.10) Euan diferencias ys0 [yoo Figura 321 segno della derivata prima 2 determinato dal sego dtl funzione (am flay) =P & apresentato in arise carapace aT 2k oe marc alae y= x (dove 208 ei it sendo roses ens ange cece 30 deta derivata seconda si otiene derivanc rel ‘Con semplici calcoli si ha ‘ervando entrambi i membri det’equazione differenziale. (212) : yeni a 49/02), 1 4 cui, tenendo conto che y (2213) Equcion aifereca us Corio 3 a 2 TEOREMA DI ESISTENZA’E UNICITA', — Se i coefficient éd il temmine noto : della (33:1) sono funzioni continue in [a,b allora per ogn! x9 € [a,b] ¢ per ogni Figura 3.22 Risulty” = 0 quando it numeratoe della (32.13) sl anal, e ef aceade lang le rete di equazione yie= V3. Da verifca deta si vede che tai funzion! Lier, equazione y = (1 V2), sono de sluziont delequazione (2.10) Pertant, pet unit stabilta dal teorema di Cauchy, i rai dogo altra soluzione non incor ali rete 1 grafico qualitativo de integrae generale della (32.10)@ rappresenato in figura 3.22. 33. Equazion! eifferenziali linear’ di ordine » {In questo paragrafo in appendice ci proponiamo di estendere i rsultat elativi alle equazio- i differenzalilineari del primo e del secondo ordine, gi ottenutinei paragrai 22, 23 € 24, al caso generale delle equazioni differenzalilineari di ordine n, del tipo normale an 4 ag al + tals" baolsly= a0), ve le funzioni do(x),21(2),.+- ans), dette coeficient dell equazione,e la funzione g(x). ‘deta termine noto, sone funaioni continue nell interval [a,b] di R lteoremadiesistenzaed unicitdglobale peril problema di Cauchy associato all'equazione ifferenaiale (33.1) assume la forma seguente, Gayyees9§7") € RY, este una ed una sola soluzione: ‘in (a,b) e verificante le condizioni iniziali ania “(0) = y0 (00) = ¥6, yO—Meag) = yD Infatiequazione (33.1) rienta tra quelle di tipo normale (33.3) ee PRY yy), ur di scegliere ona) FEIT VM eeyyM) = = al) Leni)" +... bayls)y! +a0(a)y], ¢he uma fanzone contin in 8] Re Lipschiean seta ny 2228, tne alia arbi. Pr taequrone (31) slew ema dane unicita in grande, del tipo dimostrato nel ifeenzial del i i n rade, lp ist el pura 28 per ea rena ‘Cominciamo a studiare Pequazione omogenea (33) 10) =H + ae a(x)y""U 4. + aalaly" +an(a)y = 0. PROPOSIZIONE 1. — Per ogni ke N. se yy det equacione (335), anche ognilorocombinaione cane “NSM Cotes (33.6) cpr bays te tame, a coefficient reali e1,c2, 10k @ una soluzione (integrate) della stessa equazione. Dimostrazione: ¢ una semplice conseguenza della lineat us Capito 3 PROPOSIZIONE 2. — Per ogni xo € (@,8] la funzione identicamenie nulla @ lunico integrale partcolare della (33.5) soddisfacent le condizion iniziali 1 Hl) = G0) = (37) (0) imostrazione: ¢ conseguenza del teorema di esistenza ed unicith (in particolaredell'uni- citi), in quanto la funzione identicamente nulla risolve lequazione differenziale (33.5) con! le condizioni iniziali (33.7). integrate generale di un'equazione differenziale lineare di ordine n ¢ insieme di tate le soluzioni dell’equazione, allo scopo di determinare tale integrale generale, ® wile rich mare aleune nozioni ‘Siano uy,u,-+.9efamzioni a valori reali, definite in un insieme F. Diremo che mytt2y-.-» uy, sono linearmente dipendentise esistono k numer eal c,ca-..4Ck, non tutti nul tai che veel (33.8) cequa(a) eau) +. exmals) = Le funzioni w,12,.-.,We Si dicono linearmenteindipendenti se non sono linearmente dipen- dent; cio se la loro unica combinazione lineare uj +c3u9 +... oyu Soddisfacente (33.8) 2 quella pereui cy ‘Siano ora y1,)2,-.-Jnv integral partcolari r«ntervallo [a,], dell"equazione dif- ferenziale omogenes (33.5). Allo scopo di stabilie se cssisiano o meno linearmente indipen- dent introduciamoil dererminante wronskiano di y1,)2,-.-y)ns lola funzione W (x) definite per € [a,b] dal determinante via) 2G) yale) vie) y5C0) yale) (339) a) 9M TTEOREMA SUL WRONSKIANO. — Se y1,y2y-+.s9n Sono integrali particolari dell equazione omogenea (33:5), allora i) esiste un punto x € [a,b] fle che W (xo) = 0 se e solo se yi, y2y--:59x sono linear- ‘mente dipendenti; Equcion diferociols ws | inl ite 2 € [| te che Wo) # 0.46 € slo ey.) mo tnearmnte Dimostrazione: proviamo dapprima equivalerza i), Sia W x9) =0, Alloril sistema di equazioni linear nelle incognite 8 824.085 syle) +9260 )B2 +... 9 01b iLO +yS (00)... YG (00) =0 (3310) ‘ . IP Mao) ta ModE taf a0 by =0 amet una sluzione(c1,.~yé verss da ql nl (0,0. 0). Di conseguenea I furione Ws) =e) en) 4 oe to itepaleprole de G3) che aml insieme alle sue prime n— 1 deviate. Pe la roposcone 2 rsa us) =O por osm nd, Quin aii itegraly,92~-,34 sono Hexen pendent DOr omnis cla in Vieves, ano 226m nme eal nn ft nll tli che (aan) e1ulal -eapala) tan tonyels) =O, Yee [ob] DDetivando membro a membro, per ogni [0,5] valgona anche le n— 1 relazioni eave) bearflal ten begin) =0 cutie) +eayfa) +s. tearglx) =0 (33.12) ve eof aden Ma) teall a) =0 ¢ sini ssema dw equation’ ne 93.1, (3.12), er pn x€ fame a stione {e1,¢2y--.y6n}diversa da quella banale (0,0,...,0). Ne segue che il suo determinante W(x) & nal ore a etna Ws) ¢ mal pr er dimes a) spina Ws) #0; alr fin y, 9.9 on Heamenin Size avin pert spp, sae Wa) = 0 probit. Veer so avon s0m teamete indie pr lala W10) #0 per og oh Dal risultato precedente si ricava la seguente PROPOSIZIONE 3. — 8891.3...) sono negra partcoar del equi — i prior del equine omo nea (339) ilo wronlians Wa) 0? ientcamen alo (eg itgral pero i of lo dipendert, appar 2 diverse da ze per ogi x € [a] (einer 150 Copitto 3 ‘Utilizzando le proprieta dei determinanti si prova la seguente PROPOSIZIONE 4. — 1! wronskiano di n integrali particolari dell'equizione (339) 8 un integrate particolare dell'equazione lineare omogenea del primo ordine (33.13) =~ mn-1G3)y Dimostraione: cords che la deriva del determinant df una matrioe quadata® guste alla son dei determinant che siottengono derivado di volta in volta ognuna dll igh dela mate. a cid segue che la derivata W"(s) del wronskiano® Ia soma di determinant dei quali rin n~ | son0 null in quanto hanno de rghe wgual e ukimo ® ula) ls) vals) vied shea) whl) a4) w= My A Me) ay") Mix) ee aoa) Essend, per gn ” (33.15) 0) = Larus Head + baal) i dterminante (33.14) 2 la soma dn determinant dei qual uno vale ~ay—(2)- Wx) eile sono null perehé hanno de rghe proporzonal. Si ttienepecid la concusioné (93:16) Wi) = ay 1(0)0) Wee fab] i proponiamo ora di caratterizzare V'integrale generale di una generica equazione dif- ferengiae lineare di ordine n, Cominciamo dal caso dell'equazione omogenea di ordine n (33.17) 3 ag aay +. barlx)y" baola)y =O, a coefiicienticontinui nel’ intervallo [a,b] CR. Abbiamo gid osservato che, st y1,)25---:3n ‘sono 7 integrali particolari della (33.17), una loro combinazione lineare yx) & coefficient reali (33.18) dol) 171 (3) + caval) +--+ enval) ® ancora un integrale particolare dell’equazione (33.17). Dimostriamo che: 42) un’equazione omogenea di ordine m ammette sempre un sistema di integral linear- ‘mente indipendentiy.,)2y---Jas Equi diferencia isi by se yi,y2y-+-sYn Sono un sistema di m integral linearmente indipendenti, alors ogni altro integrate paticolare yj(x) di (33.17) pud essere espresso sotto la forma (33.18), ‘TEOREMA DI ESISTENZA DI n INTEGRALI LINEARMENTE INDIPENDENTI— Lequazione differenziale omogenea (33.17), a coeffcienticontinui in [a,b], ammerte sempre un sistema din integralilinearmente indipendent. Dimestrazone: sia. un punto di [esi la matricen a ideatith bo. 0 3.19) Graze al teorema di esistenza ed nici, per ogni k = 1.2... ela (3.17) che vertical condziont iz 3 un integral paricotare (3320) HMC) = Bue ove by = 156 = A, se Blk =0, se A, Allorail wronskiano dy... vertical elazione (aay W(x) = det = 1 Peril eorema sul wronskianocsuta anche W(x) £0 per ogni ve gi integral yy mente indipendent. ‘TEOREMA SULL'INTEGRALE GENERALE DI UN'EQUAZIONE OMOGENEA. — iano Y-y%ei integral partcolar:Lnearmente indipendentidellequacione (33.17). Alloa Vimtegrate generate dela (33.17) dao dalle combinazion ineari (33.2) ein tean tin teaes (e1se2y.-46n) ERY Dimostrazione: dobbiamo far vedere che, pet ogni soluzione paticolarey(x) della (3.17), esse ‘una ed una sola ennupla (¢},€2,...,¢n) di numeri reali taliche > (3323) M8) Serle) teasale) +... boned) 132 Capito 3 peroxni.r€ [ab] tale scopo, fssato un punto 1p di 2,8 © posio (33249 M00) = 905 G0) = Ne consideriamo il ssiema dn equazioni linear nelle incogite Eo, si (0o)be HyaCao ke ++ Yale = 90 4 laodbr + SC tb xfs = : (3325) EP aorga tf lke +P aol =P Poiché il wronskiano di yy,32.--13n & diverso do 2e0 in xg, i sistema (33.25) ammetteun’unica soluzione (c1,e2.--s: La funzione (2326) eile) east) +.-tonants) 2 vnintegrale della (33.17, che assume ing gi sts valoriniiali assnt in x dalla solurione x.) Per Punic dela sluzione del problema di Cauchy risuta (3327) Ma) sexsi lal teeta tee Fental®) veeladl, a cui assento. eto V Minsieme dele soluzionidel'equzione omogenes (33.17), abbiamo in praticadimostato che V uno spacio vettoriale di dimensionen, perch esistono n clement di V lineaments indipendentt ‘opi alto elemento di V si pudesprimere come loo combinazione lineare Passiamo a considerare I'equazione lineare non omogenea (33.28) 19+ dy a(a)yO—) +... an (aly! + aol) = 8C0) + 1 coeffcientie termine noto continui in [a,8]. L'equazione omogenea avente gli stessi coef ficient (33.29) 36) fay a(a)yY +... har(a)y! + aol) si chiama equazione omogenea associata alla (33.28). ‘Cominciamo con l'osservare che, se v2 un integrale particolae della (33.28) e se wun integral dell’equazione omogenea associat, la funzione w+ un integrale particolare della (33.28) sess. ‘Gi proponiamo di dimostrare che, per risolvere wn'equazione lineare non omogenea, basta conoscere un suo integrale particolare U'integrale generale dell’equazione omoge- nea associata. Sussiste infat il seguente Eguacion diferencia 13 ‘TEOREMA SULL'INTEGRALE GENERALE DI UN'EQUAZIONE LINEARE NON ” OMOGENEA. — Sia v un integrate partcolare dell'equazione (33.28) & siano YiaIBeeesdny integralélinearmente indipendenti dell’omogenea associata. Allora Vintegrate generale della (33.28) dato da . 2330) euntenttcamtw, (enenenede Re Dimostravione: dobbiamo far vedere che,per ogni soluzione paricolare v(x) della (33.28), este ‘unanieaennopla (c1,¢2.+y0) umes elit che (san) xe ila) -Fennta) +... tent) +108) Wee fb] ‘Atale sopo, sao un punto i (ae poniamo (6332) H40)=%0. M00) = 35 Po) = 9h" Usisema dn equzion tinea ele incogaite ule yal) tao) Yo vot) vileobr +950 +. ae = 95 =H) (3333) MP Maas tM oa)Ba nt nad laa) ammetteun‘unicasolurione (ey ,€2,... sin quanto i suo determinante coincide con i vloe in xp el wronskiano di y,42,..,3q he 8 diverso da zero per Vindipendenza lineae di y1.v2..y3% La furzione (33.34) cervix) +eva(a) +... bevel) + vol} un integral della (33.28, che assume in x ste vaorinzial assunti dalla soluzione yx), Peril teorema d nici vale la (33.31, cot lates CAPITOLO 4 INTEGRALI CURVILINEI E FORME DIFFERENZIALI NEL PIANO 34. Curve regolari CConsideriamo una paricellspuniforme che si muove su di un piano, velintrallo tempo (oh Fisatounstema i ifsimeno per ogni € (i, indichiamo con (x), x) coordinate dia paricela isan La frzione 9 fo, i] + R® che ad nis welitervalo dato esi punt (0) coon ((), 9) & deta cura orara (legge oar) de! ma conidento ‘Supponiamo che le fnzioni x) esto derivable ce, in Fisica, veto @(?) = (2), 910) & deo vetore veloc, meni suo medio |@)] = YCPTES GTP enine la vvelocita scalare all‘istante t. Se poi le funzioni x(¢) e y(+) sono derivabili due volte, possiamo conside= cael veo 9() = (2(0), 7") he ven et vere ccelerazone dla pated alane In figura 41 2 rapresentao il percorso una parcelache si nuove con velacit dl modulo costante ein due pnt generic iver velo ed vette actelerazione i Yetore vel & tangent la eri descr parcel, ment i veto aceleraione 2 a esha oroponale (quando, come in gu, a veloci 2 tmodulo coxa) Figura 4.1 Nel seguito chiameremo curva un'appicazione continua g: + R?, dove un intervallo 16 Capioio 4 della retarealee, per ogni € 1,9) 2 punto di coordinate (x(t), (#))- Le equazioni {" () e 34.1) tel, ‘ y=K) ‘che esprimono le componentidi@ sono dette equacioni parametrche della curva di parametro f Thesdominio @(/) dell applicazione @ & deto sostegno della curva esso & un sottoinsieme {del piano e non va confuso con la curva, che & invece un'applicazione. Esemplo 1. Lecure qy :0,2x] +? € [0,4] -R? i equazion parametiche a(t) =cost a(t) = cost . (42) (0,29), re (0,4x), n(e)=sent ni) = sem pur avendn il medesimo sostegno (a ciconerenca Td ceno Vorgie rag 1) sono de cure isin. fat rappresena i oto di una particella che compie un gro completo su F-ruotando in senso antiorrio, mente gy rappresena il moto di una paicella che compie due git complet rctando nello ens) al } 2 x = (ost, send i o@=ne “Y]? gK0 = (9 cost, bsent) Figura 4.2 Figura 43 ‘Esemplo 2. La curva @: [0,/2] -> R? di equazioni parametriche (343) lt) = (acest, bsent) cena > Opened etie ane += 1c erie gene, recess cnt iene) Tin Lace eq mee a ou { ret y= sents Igri crsiivet «forme dere ne piano CNY) NGL) Figura 44 2 rapes in ign 44, ser ce ncaa pss ce oe per xg nconispondeza di von = Fer= 3 dl panmer. Una curva @ :1 > RE si dice semplice se comunque presi due punti distin, #2 di / di cui uno almeno interno allintervallo,risuta @(e)) # lm). Una curva @ definita in un imervallochiuso elimitato (a,b, si dice chiusa se @(a) = o(6) Esempio 4, La cura gy defnta nella (38,2) 2 una cura semplice€ ciusa, mente Ia curve gy & chia, ma non & semplice, La curva @ defini nel'esempio 2 & imece semplice, ma non chiusa. La ‘curva consideratanellesempio 3&chiusa enon & serplice in quanto {/2) = @(3%/2). eC = ot) Figura4s Bsemplo $. La cura (stofoide), di equazion! parametiche (43) ; reR, a capo ‘eal sosegno & rappresentato in figura 45, non una curva semplice, In quanto (1) = (—1) = (0.0). Lava restzionealintervallo 1 [-1, ycie la curva (capo di strooide) definta da (46) win=(P-n2-1), ‘invece una curva semplie e chiusa, CConverta fare qualche ipotesi di regolaria sulle curve che considereremo in seguto, Sia I un itervalfo chiusoe limitato [a,8]. Diremo che una curva @:/ > R? & regolare se Vapplicazione @ & dl classe C! in 1 = [a,b] e se per ogni t € (a,b) il vewore 90) = (2'(0.94(0) & diverso dat vettore nullo, Quest ultima condizione st pud anche esprimere analiticamente dieendo che G47) (OP+ OOF >0 Yee (a,b) ‘Assegnati due valoridistint © % € (a,b) del parametro 1, si consider Ia ret (deta rea secante) passante per (0) € 9(t1) Poiché tai punt hanno rspettivamente le coordinate ‘aguall a (x(t), Po) © (x(0r),»(1)) la ena ha equazione (348) (x(t) (01) = y(t) ~ (yy) (aCe) ~ (40) = 0. ‘Se @ & una curva regolare, dividendo T'espressione precedente per 11 ~ fp © passando al limite per fy +f sl ottene 1a rea di equazione a) gt) Figura 4.6 (49) (x =x(00))¥' Co) ~ (P= ye) 2" (t) = (si veda ta figura 4.6) Essa parallelaal vetore g(a) di coordinate (x00). »'to)) che viene ‘detto vertore rangente alla curva @ nel punto @(¢0), mente il vettore unitario(versore) (410) Ty = 0 ‘(io ao) yo qoatitiene) ISO” Foecon? +00? oe Gor? +O")? eo carve forme afer wel pane oS sichlama versore tangent. La condizione di egolarh ou) £0. per oti € (a,b) garan- fscequindesisenza di un unico versoretangent alla curva fl: la curva? perc piv deus o punt angoos! -Ezemplo 6.1 appio di srofolde defnito dalla (34.6) & una curva regolare, Ifa le derivate x(t) = 32 — Le y'(f) = 2 non st anmullano ma contemporaneamente Si noi che nel punto di coordinate (0, -1),corispoadente al valorer =O del prareto, sults y"(0) =O. Perla (34.9) Tequazione della tangent in questo punto & la rea oizzotae y+ |= 0 (si veda la figura 4.7) Figura 47 Figura 48 Analogamente ssendo.'(V3/3) =x"(-V3/3) ‘parame la curva a tangent vertical, ei punt comispondent ai valor /3/3 det sempio 7. Si consider a curva @ del’esempio 3. Essendo in questo caso x'(t) = ~2sen, y(t) = 20052, si verifia facilmente che per ogni © (0,2R) sua (x"())?+ (y"() > 0, Abbiamo gid osservao che Ia curva passa per Iorgine in corspondenza dei valor ¢ = n/2 € = 31/2, Essendox'(n/2) = '(n/2) = ~2ex'(3n/2) =2, y'(Bn/2) = ~2, dalla 349) si deduce che Je tangent alla curva nell crgine sono le ete y= re y= ~ (si ved la figura 4.8). sem 8. La curva @rappresentata nella figura 4:9 ha equazion parametiche xenl-#? eu . ref-La yee) Essendo 9(~1) = @(0) = 9(1) = (0,0), lacura&chiusa, ma non ¢semplie, I letiore pub facil- ‘mente verificare che in questo caso vale la (3.7) per ogni ¢€ (1,1) e quind che la curva & regolare. Essendo (0) = 1, y'(0) =O, acura nel punto (0) ha come tangente Passe dele x -Ezemplo 9. La curva di equzion! parametiche (4.12) w="), welt), 0 Copies ‘non una curva egolre in quanto @(0) = (0,0). er rappresentare la curva (3412) nel piano cane Fiano i asi, 8 ui osservare che, essendo (4.3) yee, welt pu scavare dalla prima equazione 1 = che, sostnito nella seconds dd vee (tls (34.14) strata d un funzione i ui grafico (in figura 4.10) ha uns cuspideinconispondenza di x = 0. Figura 49 Figura 4.10 ‘La stessa curva (34.12) pub essere consderataunione di de curve regolar (con sostegno nel primo quadante) e (con sostegno nel secondo quadrane), di equazioni paramerriche 3), vee [-1,0) (3415) e4(0) = (0.2), We (Ol: Le due curve, che hanno in comune Forgine degli asi, sono regolari: per tale motivo si dice che la curva @in (34.12) ®lare aati Se f:[a,4] + R& una funzione di una varabile di classe C. a curva plana di equazioni parametriche 9(t) = (1,f(0) ha come sostegno il grafico di f ed & segolare, in quanto risulta Goi + Oy)? = 1+ (FO) > O. In ta caso y = fle) & deta equatione cartesiana della curva Tn questo caso la (34.9) da come tangente alla curva nel punto 9(to) = (to, f(a) ta reta i equazione (10) f'(t) (7 f6a)) =0. che & proprio la tangente suale al grafico di f sel punto considerate Talvolta pud essere convenientesrivere I'equazione di un curva in un opportune sistema di coordinate, Ad esempio, se I'equazione di una curva in coordinate polar P=p(o), SOS, (4.16) detta equatione polare, le sue equazioni in coordinate caresiane sono ero cori Fre diferesal wel pw a Figura 4.11 (Gs) x=p(d)eosd, — y=p(B)send, 0, YOE (80,01) wo) Figura 4.12 Figura 4.13 emp 10, Lacuna equine plu (3419) pneet® 920, dove 2,8 > 0,2 det spirale logarimca (si ved a figura 4,13), In questo caso immediato veificare ce vale la (4.18); pertanto la curva ®olare. 12 Capito Bsempio 11. La curva (cardioid) di equarione pole (3420) p=all-teos 0) som, cona> 0, non ®olare in quanto x) = '(x) =. I punto in (34.20) corispondene a valore 8 = & {Tergine degli asin tal punto In cardioide presenta una cuspide (i veda la figura 4.14, Esempio 12. Nota I'equaione di una data cura in coordinate catesiane, per scriverne Fequazione polare bastrdapplicare le formule Figura 4.14 421) che permettoo di esprimee le coordnae cartesian di n punto in funzone dele sve coordinate pol. ‘Ad esermpio, usando la (34.21), sb subito che la circonferenza di centro crigie © raga I, cu punt sodistano Iequazione +)? = |, ba equazione polare p= 1, 0< 0 < 28. "Analogamente, sempre wando la (34:21), immediato verificare che la cireonferenza di centro i puma (1,0) ¢raggio I, eu put verfcano'equazione x+y ~2x = 0, ha equazione polar: 208 0, vet (0422) (ei onern Ia igure 4.19. ‘Concludiamo questo paragraf con Ia nozlone di versore normale N ad una cure regolare @ [e,2} > RE Sep © (0) 5 defniace versre nrmale ala curva @ el panto i) i wersre M(a) che Sontane rutando il versore tangent T(t) di 8/2 in senso rari (si ved la figura 4.16). Ricordando a (3810) che espime le coordinate del versore tngente in gli). dove @ la curva di equazions parametiche oe) = (xt), 4) sib flora era curiae ¢ ore afer nel paws ar a2 % Figura dis Figura 4.16 (3423) Mw) oa Figura 4.17 Si oservi che con I definizione post i vertr normale ¢tangente ad una curva sono tli che in ‘ni punto la copia (N,T) &congraenteaquela det versri eed ey deg asi cooeina Esemplo 13. Se @:(0,2x] ~ R?& Ia crconferenza di equazioni parametiche ot) = (cos sea) in xe pun ela ut ese ingen 8a da 70) = -set cost) gin pra 0433 (2424) Mo cos sent) (si veda a figura 4.17), 16 Capito « ‘Se lt) = (/(0)) & la curva che ha come sostegno il grafico di una funzione f (a,b) > R, ‘versore normale alla curva ha, per la (3423), component £0) = ) 2425) noy= (=O, ‘ (7 vieirar, quind,avendo la seconda componente negatva,& sempre rivolto vers i basso (si veda a figura 418), Figura 4.18 35. Lunghezza di una curva. Consideriamo una curva : [a,6] ~> B2, di clase C!, di equazioni parametrche 9) = (ale), y(0)) 1 € [a,b]. Definiamo lunghezza della curva gi numero (8.1) ue)= fiwialer= f° (eor+orore ‘Tale definizione, puramente analtica,pud essere ben motivata con le considerazioni ge- lometriche proposte nel seguto di questo paragrafo, nel eorema di renficabiira delle curve a Per ora ci limitiamo ad illustrare qualche esempio di applicazione della definizione ap- pena data, cominciando dal caso molto semplice in cui @ sia un segmento o una circon- Tetenza Esempio 1. Se: (01) +? 21a cova cqpazon paramesiche (82) x= m+t(x 0) , (0), y=n+t01-y) negra cari «forme diferesal e piano “s itu sostegne &rappesentato dal segmento di estremi punt sbbiamo (40,90) = ff (era +010? a= Yor vilore che coincide con la distanza FOP] fra due put. ‘Se imvece 9: [2x] +R? él curva di equazioni parametrche (a, ye dalla 35.1) (83) Ul a0)? +0190) 54) { . (028), hey cnet agen ala.) eae " * = sent + r2cos? es) Lie) = [Vee [rt ate, ce coincide con il valore, not elementarmen, dela lunghezza di una circonferenza di raggior Esempio 2. Sia y = f(x) (f: 0,5] -> R) una funzion di classe C' e sia: [a,b] rR? a curva di component (f(0))-eioe di equazioni parametrche 86 { Weta yan [Lacurva@ ha per Sostegno il grafico della furaione f. Ovviamente @& una cura di classe C! ela sua Tunghezza, in base alla formula (351), © dta da (052) ue)= [Vir 0 Pee Esemplo3. Set'equazion di unacurvag: (2p, 2] + R? in coordinate plait p con pO} di classe Ca lungherza della curva, espressa dalla 3S1), si rduce a 2 aT i. Viewer? wrenrae Uslizando la (358) caleoiamo la lunghezza della caricide @ i equazione polare p 2088), 0 <8 < 2x (5 veda l'esempio 11 del pragrafo precedent) Sita allora ig) = [ (arse ie a0 =m [* fE wt | 220 =e [so $40 te Dali defnzione i longhezza di una curva @ (a,b) + R?, di class Csi deduce che se 191© sono le curve ches otengonorestingendo la ai interval 2] esi ha (25.10) U9) = Lei) +L1e2) (0), 9S 0? Ghawe Adoni parton ats'y <1) <---0 esiste una poligonale inscritta nella curva tale che (5.14) UB) > Lo) -e Si osservi che le condition) «(i del teorema equivalgono a ire che, nelle poe poate 6, sisal (15) Lg) = sp LP), love vari fra tute le possbil poligonal insrite nella curva Oserviamo infine che, a meno che 'applicazione @ :a,6] -> R? non sia iniettva, 1 (35.1) ton forisce la misura del sostegno della curva @. Infat, ad esempio, le curve git) = (cost, sent), 1€ (0,2R}, © v(t) = (cos 2, sen21), ¢€ [0,3n/2} hanno lunghezze L(@) = 2x, L(y) = 3m, pur avendo lo stesso sostegno; la formula (351) tiene quindi conto anche di ome equantevoite la curva viene percorsa dal punto di coordinate (x), y(t), al variare de parametrornel"imervalo (a, 36, Curve orientate, Ascissa curvilinea Passiamo ora introdute a noione di curve equivalent, Due curve @:(a,6] + 2, y {0.8} + Rs dicono equivalent se esisteun'applicazione g: [a,b] ~> [lB dl clase C tale che ge) £0 perognir € (a,b) (36.1) (0) = wate) Copii 8 ; ione g viene detta un cambiamento amumissbile di parametro; essa ® inver- Fi ee ys foc fob uta di clase C! con (710) #0 Pe OB selable (36.2) v(s) = 0(8"")) Se ge v sono equivalent net senso appena deto seriveremo (363) ony Si verificafacitmente che ia relacione ~ i equvalena, Essa quind determing wr ce, componzione deta famiglia delle curve reglar in class dequivatenzaa due ae disivns Ne eepit useremo i termine curva sia per indicre una classe di easivalensa ¥10) 4h et care una quatungue delle sue rapresentazion parametric 9(t); 47 Po © Perea, o sarh precisatoespliitamente. in quale dei due sensi 2 usa egrl caine’ forme diferenilnl piano 169 ‘Lappicazione inversa dig, data da = g”(s) = 2s permet di passare dalla rappresentaione paramesrica gay. Inf ‘e (366) vis) = @18-"(3))= 9128) ‘Lacurva x d equazioni parametice (si veda a figura 4.21) (061) x sen2r, cos), Oper ogi t: = (0) gund un cab ‘mento di parametro ammissibile, s : [a,b] [5(a),5(6)]. 11 parametro s & detto ascissa curt” tment parame ca mdse) embiameto verso is = 0) © etal curtin’ fome dere we piano on 45) = Gis).n(s)) = ((0(3)), »((s))) allora per ogni valore del parametos rsulta Hs) = GUshen'(s)) = ECs) (es), »"C(9)) (36.10) = Hite sp) Jerwiaoreron® cequindi (36.11) Wl = VEE? +6)? =1 Ys¢ (sla). s(6)] ‘Si deduce altora che y's) & il versore tangente alla curva nel generico punto di ascissa curvi- Tinea s. Dalla (36.11) segue inolire che, seit parametro s € un'ascissa curviinea, ad ogni interval (s.s3] © [s(a),s(6)} corisponde un arco di curva avente lunghezza esattamente uguale as2—51 ‘Esempio 2. Sia ya curva di equaion!parametriche erost (26.12) sent £€ (0,25), be rppresenta la circonferenza di centro origin e raggor. Fssiamo a = 0 €usiamo la (36) per ‘Sterminre un rppresentazione perametrica in termini d n'asiss cuvilines. In questo caso 8 he (96:13) ve (os end 11s) a/c 6.20}, Sse ques ces (5.12) aee res} (614) se(o2m4 parses che 2 una rppresentszione della cironferena feria all ascisa curios 37. Integrale curvilineo di una funzione ‘Sia yuna curva regolare ¢ @ : [a,b] —> B® una sua rappresentazione parametric. Se f & ‘una funzione rele di due varabili reali definita sul sostegno T= o({a,b)) dela curva, ed f 2 ivi continua, ha senso considerare integralerispeto alla variabilereale ¢ on) [root oor- oor a Osserviamo che se (s) = (E(s),1(6)) : [2.8] + RP & una qualunque altra rappresen tazione parametrica di i verifica che m Capito 4 o72) [ rer. foorr vor a= [reo.1yVEOR word: Ifa, se g:{a,6] ~+[a,] & un cambiamento ammissbile di parametro, di equazione 5 = (0). €0=8""(s) &Vapplicazione invers, si ha [foo toner +O? a= @73) py “1 de), (81 as! = [fi roe. eon (Ger) + (Few) Hoa, uindl, poiché y(s) = @(g~"(s))e cod &( (a7"(3)), n(5) = y(e7'(6)) risuta @, Me) = Beto £ [2 Homo (GORrmOra > Ded il segno ~ altrimenti ricordiamo che ge g™! sono (37.4) e pertanto (75) [10.0 Vie + OP at dove Il segno + va scelto se strettamente monotone). Dalla (37.5) si otiene la (37.2), visto che se “8 > 0 per ognl s, allora g(a) = 2 5(6) = B. mente se “8 < 0 perogn|s,allora g(a) =Be g(b) =o. Si pud allora porre la seguente definizione. Se y una curva regolare di R?,@: [a,8] -+ R? ‘una sua rappresentazione parametrica e fT > R 2 una funzione continua Sul sostegn0 TCR della curv, Mntgrale * (76) [ foo. son (wor+oror ¢ indipendente dalla rappresentazione parametrica consideratae dal verso da essa Indoto su 1. Tale quantita prende il nome di integrale curilineo della funzione f eseso alla curva ye ‘lene denotato anche col simbolo 37.7) Is 77) [rs Rileviamo che se 7: 8) + 8? & una rappresentazione paramettica diy con parametro ‘uguale all" ascissa curvilinea s, dato che |y’(s)| = y/(&'(s))? + (nV(s)}* @ identicamente uguale a1, Vintegrale (37.7) risulta uguale a 8 (78) [£1809, nis as era cure forme feel nel pane ra Se la funzione f & identicamente uguale a 1, Vintegrale curvilineo dl f, definito nella (67.6) e uguale, pela (35.1), alla lunghezza L della curva. Le considerazioni fate poc’anzi ‘mostranoallora che, come era facile prevedere, la formula (35.1) che esprime la lunghezza di una curva, non dipende dalla partcolare rappresentazione parametrica adottata per rappre- sentarla Figura 4.25 ‘Bsemplo I Sasso di circonferenza units contenu nel primo quadrant, Per calolare os) [ere rappresentiamo y mediante le equazioni parametriche x(t) = cos, y(t) = sent, con €(0,n/2]. Osser- ‘vando che in questo caso risulta (x’(¢))? + (y'(¢))? = | (€ quindi il parametro ¢ & un'ascissa curvilinea), she G7.10) [pre= [co tent at = 3 1 enore provi a ripetere lo stesso calcolo uiizando la joe parametrica dl y che si cen pens lnc cone praca dla anions y= VI=e ee enn {= : te(ol yee Dalla definizione di integrate curvilineo segue facilmente che se y2 una curva regolare, T il suo sostegno ef,g : P+ R sono funzioni contin, risulta 67.12) [oor+beids=a [ras 8 [sas Ya.BeR: (37.13) [sass [es sefSgsuls Capito m 714) [ea Inotue se: 2.5)» Rs spezza nel union dele curve regla ya.) -+ [c.b] > BR, cona Re lafunzine f(x) =log(1 +2 +34) diferencia df & a forma (392) ae? 1 leuoreosservi anche che la forma diflerenzile linear dx (cu coefficient sono naturalmente a{s.9) = L€ Bx,y) = 0) propso il difeenziale della furzione f(x,y) =x. Analogamente a forma, 4y@ il diflerenciale dela funzionegtx,y) =» Osserviamo perd che non tutte le forme differenciali sono il dfferenciale di una funcione f. ‘Ad esempio, la forma difeenziale (393) BP detntdy ‘on coincide con i diflerenziale di nessunafunzione f:R? + R. Se infatiesistesse una funzione f tale che df =u? di-+xy* dy, si dowebbe avere (94) Yaw, Yow Ma, il pia elzoe, inegrando rise ala varie, seguiebbe che fx») = +) con furore eae dra (to che pr pts feeble). Alloa la cerita pried Tipetoaywanebbefiy) a) cee ome rapt a ice ssn pert coth omla second elaine in 394), fy) 37 Una forma differenziale lineare a dx +b dy defitita nel’ aperto A del piano si dice esata in A ge esiste una funaione differenziabile fA > B, dettaprimitiva della fornia, tale che (39.8) dfzadrtbdy Inaltre patole, una funzlone differenziabile fin A 2 una primitiva della formaa de-+bdy se risulia ar, Fee (39.6) Feo eater), 5 Csa) =Bley) Yay) EA, Se f & una primitiva di una forma differenziale a dx +b dy, cio’ se f vetifica la (39.5), anche ia funzione f +c, dove c & una qualungue costantereale,@ una primitiva della stessa forma, Viceversa, nell'ipotesi in cui A sia un aperto connesso, denotate con fe g due primi- tive della forma a dx +b dy, dalla reazione (39.7) df=dg, eral cui forue diferencia nl pone bn segue d{f ~g) =e quind poiché f — hale desvate parzali enrambe nulle) per quanto visto nel paragrafo 16, sha (39.8) ‘Fls.y) = gle.) = costame nye a In conclusione, xe A 2 un aperto connesso del piano e se f @ una primitiva in A della forma diferencale a dx-+b dy, allora tutte e sole le primitive dela forma si otengono da f ‘con l'aggiunta di una costante. ‘Come abbiamo verificato nel caso della forma defiita dalla (39.3), non sempre una forma differenziale & esata, Sazebbe quindi wile determinare delle condizioni nevessarie ce sulicientiaffinché cid accad. A tale scopo cominciamo col provare un’interessante pro- pret delle forme differenziali esate. ‘TEOREMA I (DI INTEGRAZIONE DELLE FORME ESATTE).— Sia ads-+bdy una forma differenziale esata e continua nell'aperto A del piano esiano (xo,¥o).(X1,91) due Dpunti di A. Se-yé una curva regolare a tratinteramente contenuta in A, congiungente i due puntie orienata nel verso che va da (xo, ya) a (s1,¥1),allora | (99) [ots besos = flan) F030) | ove f & una qualunque primitiva dia dx-+bdy. Dimostrazione: sia f: A + R una primitiva della formae siano x =x), y= y(0). FE [a.b), leequazioni parametrche dellacurvay. Perla (38.3), rcordando la formula di derivazio- ne delle funzioni composte(paragrafo 14), i ha allora oF a [Seooaes =f Lomsmin+ Zoore'o}a [eters + b(a.rids I (39.10) 5 fs LAla(e),y(0))) = s0().96)) - flaC@),9(@)) = flan.s1) = Fl0.0) Osserviamo che nelle ipotesi del teorema appena provato, se yuna curva regolare a tratti ce chiusa, contenuta in A, si ha (39.11) fotsvte+b¢sa)dy=0, in quanto in questo caso gli estremi (x0,9p)€ (21,1) della curva coineidono, 0 Capt 4 id in generale il precedente teorema mostra che Mintegeale di una forma differenziale ‘esattalungo una qualunque curva Ynon dipende dala curva, ma solo da suojestremi ena. Falmente, dall'orientamento fissato. Nel Teorema 2 mostreremo che tale proprietcaratterizza Te forme esate Bsemplo 1. Riprendiamo la forma difeenziale defini dali (39.3) eealcoliamo (39.12) [3Parts%a, dove 72 la crconferenzaunitaria di equanoni 3) allora uguale a (cost sent), © (0,28). Literal in 39.12) & oy [areas Dungue¥'integrale dela forma sulla curva chusa yalverso da zero e peranto posiamo Auora- ‘mente coneludere che Ia forma non & esata, TEOREMA 2(DI CARATTERIZZAZIONE DELLE FORME ESATTE) — Sano | B enapenacomeins ade by enaformaeiferenilenearconinea ie Ae Carve ola comrte ed eeu te pps soe eqns (0 ade + by tain | ivperopicuna chia yconentainA rink [ae + (it) se-1.€ 2 hanno gli stesiestremi elo stesso verso di percorrenza, si ha ssetaye [atc Dimostrazione. (i)=>(i): questa implicazione & gid stata osservata subito dopo la di- mostrazione del Teorema I (si veda la (39.11). (Gi)=>di: se le curve 7 e 72 hanno gli stessiestremi (xy.s) € (x1-¥1) € To stesso verso di percorrenza, ad esempio quello che va da (x9.¥o) a (x}.)- allora la curva 7} ~ 3. ottenuta Percorrendo prima y1 nel verso che va da (1.1%) a (41.¥1) e poi ye nel verso da (1.81) a (ota). @ una curva regolare a tratt ¢ chiusa (si veda la figura 4.31), Dall'ipotesie dalle (3855), (38.4) si ottene alors on faite = fadeebtes [ate bd san fn , F = [ated fat +d © quindi latest nea care foe dere el pln oh Figura 431 ibe: sano un pat oe Ae eo (ean cs) soos foc a dove 7& una qualungue curva regolare a tratt contenuta in A. congiungente (o.0) (8) orientata nel verso che va da (xp,¥0) a (x.+)- Una tale curva esiste in quanto & possibile simostrare che un aperto A del piano & connesso see solo se dati due punt in A esiste sem- ‘pre una poligonale in A che li congiunge. La funzione f ® poi ben defnita, visto che per ipotesi integrale a desta nella (39.15) non dipende da y (dato che gli estremi ed il verso di peteorrenza sono fissti). Vogliamo provare che f &differenziabile in A e che 746) He ¥ clot che f 8 una primitiva della forma differencialeassegnata Siax€Ae sia inoltre € R. #0. tale che (x+ 0,0) € A. Consideriamo > oan free) =fs)= [tb dove y& una curva di estremi (49.44) € (4-2) € 11 8 la curva ottenuta aggiungendo a y il segmento 9 dl estremi (x.+) € (x4 (i veda la figura 4.32). Per le (38.4. (38.5) rsulta (39.18) Sloth) ~ fuss) = fads bav CConsideriamo il caso > 0 alteimenti se h <0. basta sosttuire nella notazione che segue Frimtervall (0.1 con (0): utlizzando larappresentazione parametrica (39.19) * re (Oil. Copies Figura? det segmento@ di erem (1. (r+, dvdendoambo i membri dla (39.18 per h, siaallora (39.20) Meth Ne) 2 Pawrnnar Passando al limite perh che tende a zero, per il teorema della media integrale (che si pud utilizzare per 'ipotesi di continuitd dia), si ottiene 921) ees) ater ‘Analogamente si prova la seconda uguaglianza nella (39.16). La funzione f & quindi di classe C',e pertanto differenaiabile, ed ® una primitiva della forma differenziale daca, Esemplo 2. La (39.15) pud essere ulizata per ealolae una primitva di una forme differenziale ‘adx-+ by, quando ssappa che Ia forma esata. CConsideriamo ad eserpio la forma esata 39.22) dode+ (+r ldy, definite in rato il piano (che la forma sia esata si pub facilmente verifcae usando il Teorema 2 de paragrafo seguete), Poniamo quindi a Kesp)= [ander +P My, ove y2i segmento dl exe (0,0) ¢ (x,y). orentato nel verso che va dal origin al puto (si veda la ‘igura 4.33), Poich delle equaion! di 75000 (219), #€ [0 lyst ba soa) = ff c2evst2aeina 0329 = Pere feeaty ad gral cari’ forme dere eon 1 w=) = 09) Figura 433 serine ce dla defninone (383 dine uns form lees ela oy segue sno ae stayn [en Ta eas fotcont | vetoriale (x,y) = (alay).blxiy) € T(xy) & il verore woth Ln oe oh Ren as an cr ise "emo epcatin sn a dior F rontesto, la nozione di forma differenziale esarta ad + bay ea aK Smear heen Naa einome se se del compo di fore F. dove F:A + RE 2 la funzione (0 campo) 40, Forme differenziali chiuse ssatta di classe C', definita in un aperto- sea) uaform ile at tina ssre 1 tama snp Staal pains ee Levan, (40.1) FL eaterd, 3 =H) 1a forma di classe C!(A), derivando la prima oct “dal teoremadi Schwarz sull'invertibili- were coefficient a, CConseguentemente, essendo aon quarione in (40.1) ispetto aye laseconda ispetoas th del-ordine di derivazione (paragrafo 12) segue ay a ea Veer eA ‘Byes Ox oe ue (40.2) vas Copies Pertanto, se la forma differenzale a dx-+b dy & esta sei suoicoeficienti sono di classe C8 verifiata a condizione aa _ a (403) Re Ylas)ea Una forma diferenzale a dx+ by, di classe C' in un aperto A di RP, si dice chiusa in A se i suoi coefficient ¢.b verificano la condizione (40.3). Intali ipotes, le considerazioni ‘precedenti mostrano che vale il seguente TEOREMA 1. — Sia a(s,v)de-+B(x))dy una forma diferensale di classe C! in an insieme aperto A del piano, Se la forma @ esata & anche chiusa in A. regal curling forme fees ano i fe una data forma & esatta, non basta che sia verifcata la re- forma sia chiusa nell'apert, ma occorre anche tener la forma differenziale édefinita Pertanto, per concludere che tazione (40.3), cioé non basta che la ‘conto della geometria dell aperto in et ‘ominciamo con Iesaminare un easo semplice. Indichiamo con R un rertangolo aperio det piano ioe B= (2,b) (ed) con gi interval (ab). (ed) eventument iia. In particolare R pud essere tutto il piano R UN RETTANGOLO). — Una forma dif ‘rentangolo aperto RC ®, chiusa (cio? [ -peoreMA 2 (FORME DIFFERENZIAL! IN | ferensiale lineare adx+bdy. di classe C' nel verificante la (40.3), @ esata in R. L sempio 1. Il modo pi rapido per provae che la forma differenaaledefinita nella (393) non &esana ‘ec verificreche non &chiusa, cot che peri suoicosffcent non val la (403) if infat in questo a een (404) ® naturale chidersi se la condizone (40.3) bast da sola ad asscurare che la forms sia esa CConsideriamo ad esempio la forma difeenziale (40) aye he 0} Oservamo che a oma hii inf (om Zuo 5+ = 6y9= 2025 Poiché A= (~=, +) «0, per calla un priv dela forma possamo applica la (4011, sehen (2,90) = (0,1) (Yea la gua 33). Abbano aloe fies iides [32 via 22 40+ Perit 22 +242 ys 22 2A 544, he, come si verifica inmediatament,& una primitva dls forma (40.26) Jee) (40.28) us Copioio¢ Figura 4.35 Allo scopo di introdurre un importante definzione,ricordiamo (si veda anche il paragrafo 9) che un dominio D C RE la chiusura di un insieme aperto. Quindi un dominio 2 un insieme chiuso, ed & unione di un insieme aperto e della sua frontiera, Un aperto connesso A del piano si dice semplicemente connesso se ogni curva Y regolare 4 trati, semplice e chiusa contenu in A, a frontiera di un dominio limitato D interamente contenuto in A (si veda la figura 4.36), COO Figura 4.36. —A 2 semplicemente connesso mentre B e C non lo sono. ‘Sinot che Mapert A = RP ~ {(0,0)} suc abbiamo considerto I forma defnita dalla (40) non ® semplicemente comesso. Al cotrario, come considerato nel teorema 2, un renangolo aperto& CR? 2 un insieme semplicementeconneso, ‘TEOREMA 3 (FORME DIFFERENZIALI IN UN APERTO SEMPLICEMENTE CON- || NESSO DI RY). — Una forma differenzialelineare adx + bdy, defmita in un aperto A -semplicemente connesso, ivi di classe C' e chiusa(cio® verficante la (40.3), @ esata in A ee Perla dimostrazione di questo risultato rimandiamo al paragrafo 45, del capitolo 5, mega carne forme difeeil wel plano i Esempio 3. La forma difeenzile ay rg 2S. 40.29) dx +( 32 + thay o Jy-B 2ye-8 definita nll'aperto A = {(x.y) € RP :y >). indicato nella figura 4.37. Lasciamo al lenore di Sentfcare che la forma &chuss in A. Poiché A & un apeto sempllcementeconness, perl Teorema 3 la forma é anche esta, Per determina una primitiva cioé una funzione f: A> Rae che (020 Bap Hone. cserviamo che, dalla prima relazione, ntegrando rispet lla variables segue y= +4), 3) tne [poe fa con g funzione reale derivable, Derivando i secondo membro di questa uguaglanza e ricordando Ia seconds relazione in (40.3) sioniene 4032) Bade typ) Be, a ar-8 fate eet fae oe feentsFF) g xy) ; = a a3t ‘Un mode altemtivo per calcolare una primiiva della forma & basso sila formula (39.15) 190 Capito 4 Fis ad esempio il pono (0, di Ae indicasa con ya poligonae costa dai segment di cestemi (0,1) ¢ (0,9) € 2 diesem (0,y) € (x3) riemara come nella figura 4.38, dalla (39.15) iba Ji) (4034) eyVerF+N)-2, che diferice dalla primitiva dara in (4033) peril valorecosame -2 Appendice al eapitolo 4 41. ‘Uteorema di rettifcabilita delle curve C In questo paragrafo proviamol teorema di etiicabilit enunciato nel paragrafo 35. Alla -dimostrazione del teorema premetiame il seguenterisltato LEMMA, — Sia [a,b] + Rana fncioneconrnua. Si ha allora ay [feel fue ‘Osserviamo che, sg ba componeni (,82)-€on'imegralea primo membro i indicao {il vetoed way [a(n f'n) [qi Tex ‘meni, come al slit, g(a norma del vetore gi), ie at ‘Dimostrarone del lems indiciamo con (aay ve(vi vert A vewoce (costae) dato da (aay [anu eo caine efoome aera wet pono bo Caeoliamo il quadrve del modulo i v ais) extra [or susrtvescintar Pera disuguslianza Cavehy-Schwarz (ved a (8.7 sha quind = [ miaotvssainh des (416) sf Jind Vien +letn or [Coriaia= ot fina Sev £0. semplticando emambi i membiper |v. si onlene (au) mis fieoa che coisponde alae (4.1), codano il significa del venoe vn (1.4. S infin aia) i alli rin membre del tel (4.1 lle uid 1.1) & vera banalmeme Consideriamo ora una curva @ : [a,b] + R° di classe C! e ricordiamo che la lunghezza Ufo) della curva stata definia dala relaione ‘ (s19) u@)= [wou= [ Yoororora Dimosirazione del eorema di eificabilid:cominciamo col provare la condizione (i) del seorema cio (sf veda la (35.13) che isla (s1.10) ue) [iota per ogni poligonale ® incrina nella curva @ e deverminasa da una parizione a = fa <1 < =: Q¢ ricordiamo che, essendo uniformemente continua in {a,b}, esiste 8 > O tale che (41.12) ste [at], r-s1<8> [gel 0,6 £0, 2 deta ica indica (si veda la figura 4.39). [svi punt appartengono alla superficie tilindriea avene come ase i simmetria ase raggo a ‘las Figura 4.39 Direme che una curva @ : 2,6] +, di equazioni he x= x(0), y= (0) 2= {0}, in a,0]®olare se le funzioni x(t), y(0), 2) sono di classe C'([a,b) © ©, per ogni Fin (a,b), ii vewore g' (0) = (x), "(2 (1) &diverso dal veore allo, Come per le curve piane, 9'() viene dettoverorerangente alla curva nel punto @() 198 Capote 4 ‘Rsemplo 3. La curva di equazione {!) = (2,,5P), 1 €[0,1],2 una curva regolae in quanto (1) = (2110) 4 Opera), tr one ce 2 se cnr on pu ee curva sulla x~2y = 06. Lacuna 72 avin coneouia et inkeezione del piano x—2 fey) = + ed un arco dl parabota (si veda la figura 4.40). (con i ralico della Fonzione Figura 4.40 Le nozioni di cambiamento ammissibile di parametro, i rappresentazione paramettica 0, ‘ero i basso, se <0, Perla (42.4 la lunghezza di & data da O ean oa eo Pat = VEE. (25) Sea,b,c:A—+ R sono tre funzioni definite nell'sperto A di RY, Iespressione 326) ata yade+ bla 12)dy tela xc}de egal cule’ forte devel el plo rs ‘deta forma differen differenziale. Supponiamo che la forma differenziale (42.6) sia continua, ciot che i coefficient siano funzioni continue in A, consideriamo una curva yregolare (0 regolare a tat), contenutain ‘A. su cui sisi fissato un orientamento, sia (x(). yt). <(F) una rappresentazione parame ‘zieadi7il eui verso di percorrenza coineida con lorientamento fissato ‘Si definisce inlegrale della forma diferenciale esieso alla curva orientatay,\'integrale le lineare¢ le funzioni a,b, € «sono dette i coeficient della forma (27) teat, ty) He A eth ONE che inn con simb (28) fadre bays ‘Come nel caso delle curve piane, si verifica facilmente che cambiando ’orientamento di -yVintegrale (42.8) cambia di segno. Indicando allora con ~y la curva equivalente a 7, ma corientata nel verso oppost, si ha 29) adsehdyecde=~ [ades dyed f Esempio 5. Calcliamo Vintegrale della forma differenzate xy d+ ye dy + cquazioni paramewiche x= sen! (22:10) yosenr re (0.x/2), Vices! crenata we he waa ino 1) = (1.0 a amo 0) = (00,73) io oe ch ura un arco di cconferenza contest el iano x=» sc wen nat acon dle gpnaron panei (210) opto Saas dalle (629), (42.7 sha [ovaereayerede == [ert oos + Vet ot —Dan os (uy) Una forma differentiale lineare a dx +b dye ds, defnitanell'aperto A di R’, si dice ‘esatta in A se existe una funzione differenziale f : A ~» R, detta primitiva della forma, tale che per ogni (x,y,2) € (iy Luo a¢z.y.2), SE te,9,2) = bly y Lennnctans 196 Capito ‘Come per le forme differenziali nel piano, si verfia facilmente che se A CR? & un aperto connesso € f 2 una primitiva in A della forma (42.6), tutte e sole le primitive della forma si cottengono da f con 'aggiunta di una costante. I teoremi 1 e 2 del paragrafo 39, relativi al'imegrazione e alla caraterizzazione delle forme esatte nel piano. si estendono facilmente alle forme dfferenzial in BR. Qui di seguito abbiamo raccolto in un unico enunciat le corispondenti proprieta delle forme esattenello spazio, —oOo | TEOREMA 1 (FORME DIFFERENZIALI ESATTE IN B®). — Siano AC ® un aperto connesso, ads-+bdy+cdz una forma diferenziale lineare continua in e yx curve regolari a trati contenute in A. Le proprieta seguenti sono equivalent: (ade bated ete nt (i peor cach eon A ri [ade bay f (ii) see Y2 hanno gli stess estremi elo stesso verso di percorrenca,siha [ederbdyreds Inolire, se la forma 2 esata, fissto un punto Py di A, la funsione (42.13) flame = [odes nays yds Very) EA, dove @ una qualungue curva regolare a trati di estremi Py € (1,9 nel verso che va da Pp a (x,y,z), 2 una primitiva della forma differenciale. _Esempio 6, Data a forma dtferensial esata, 22 de —zdy +(e? — yd, defnita in tuto R?, caleo- Tiamone un primitive, ponendo pe a (42.13) (214) Sesyt) 3Pedx—2dy + (P —yMde, dove y2ilsepmentoavente come etre 'oigine Oeil punto di coordinate (3,2), orienta nel verso che va (Pergo vso nell Eso Ly equcioe wf) =r, 2h e007€ cedunque Floya) = [GPP ems Pe wee 215) = [6Pee—tyeidr= 22-9 Sia adx+b dy-+e ds una forma differenziale esata di classe C! defini in un aperto era curiline forme diferent piano in ACR esia f una sua primitiva, Per definizione di primitiva ig neteneh Ladtens & (a, Wena ed Dal eorema di Schwartz sullinversione dell'ordine di derivazione si ha 2.17) u-Zf- Zhe «e analogamente per le coppie di variabilix.z yz. Si otengono cost le condizioni ons) R-B. Bok ® che generals a coinone 3/2 = 32 vat nl pao Una forma differenziale a dx +b dy + cdz, di classe C! nell’ aperto A C R®, si dice chiusa se i suoi coefficient a,b e c veificano le condizioni (42.18). Le considerazioni appena fate ‘mostrano allora che, come accade nel piano, ogni forma esatta di classe C’ & anche chiusa La forma 2xye dr+7zdy-+2yz de ad esempio non é esatta in R°, in quanto non & chiusa. Infatti, posto a = 2aye, © = x"ye,rsulta wa) wrk Sia F = (Fi,F2,f3) :A + R? una funzione, o campo, vettoriale di classe C' nell'aperto A di R?. in silcunpe tt de comet sce lose toma dfn r+ Pedy Pde Sata Dale 1) stale 220) Ho, Bte-o, Ho Se F 2. uncango vara cang che bce conpeent pri mente dle uggs (42.30 we ator Fel nde con sno Some toe waa war= (28-28, a8, a ah) {In Fisica un campo vetorial i cui rotor &mll® deto anche irovaionale [Abbiamo visto nel paragrafo 40 che, per concludere che una data forma & esatta, non basta che la forma sia chiusa, ma occorre anche tener conto della geometria dell’ aperto in cui 1a forma ® defini CCominciamo dal caso in cui l'aperto sia un restangolo in ®, cio un prodotto di te iervalli di, eventualmenteilimita. } ‘TEOREMA 2 (FORME DIFFERENZIALI IN UN RETTANGOLO DI R°)— Una forma differencialelineare a dx +b dy +-cdz di classe C', chiusa (cio® verifcante la (42.18)) inn renangolo R, 2 esata in R. 18 Capito 4 Introduciamo ora una ulteriore classe di insiemi apet Un aperta A C R? si dice stellao se esiste un punto Py di tale che, per ogni punto P di {Avil segmente di estremi Py e P® contenuto in A. Un aperto convesso ® ovviamente stellato, potendosi prendere nella defnizione come punto Fh un qualunque punto di A. Ma, come si evince dalla figura 441. un apertostelato ‘non ¢necessariamente convesso. Figura 44 I seguente isla estende il teorema 2, elativo forme difeenza in retangoli di, che evidetement ono insiemi stella ‘TEOREMA 3 (FORME DIFFERENZIALI IN APERTI STELLATI DI R°) —Se A dun aperto stellao ¢ a dx+-bdy-+ed: @ una forma diferencialechiusain A, aliora la forma | 2 esatta in A. \ et Dimostrazione: supponiamo per semplicit che Mongine appartenga ad A e che. per ogni punto ssa in A. segmento i equazioni MR reo.) secon in hsp sempre sea Le coon apr oe, Pane wan fassr [aavendveds « moniriamo che tale funzione&unaprimitiva dela forma, Esplicitando integral a secondo membre, (82.24) sss) ff ote shut Blesayechy +electy a Ing cutie foe frei ne pans 199 Dean iene Lemna de pg hs Biases = fens 2Resrccms Bee 1225) % ++ ive us amo ora pots che la forma & hiana, Perla (42.18) lta eoscr = [former (3228) +e cane Btn Me = [rte ve © quind ates Inmoda ning spree 3 ‘CAPITOLOS INTEGRALI DOPPIE TRIPLI 43. Integralisu domini normali {0(2) ¢ B=B(x) due funzioni continue in un intervallochiusoefiitato [a8] C he als) < BQ), Yee [ab] Linsieme di ? (figura 5.1) 43.2) = {(5) € [a,b] xR: a) <¥< BO) si chiama dominio normale rispet allase x Figura s.1 La formula che esprime I'area dell inseme D & nota dalla teora dell'integrazione per le fanzioni di una variabilereale. L'area, omisura, m(D) delVinsieme D vale 33) mi) = ['(B() -a(n)ax Po ple 5 Analogamente, sey = YQ) € = 9) sono due funzioni continue nell intervalochiuso ¢ Timitato [yd ali che (3a) 0) $80), welod, Vinsieme di RP (Hgura 52) Figuas2 (a3) E= (Gy) ERX ed): 10) <¥ 580) si chiama dominio normale rispttoallasse y, la sua area, o misura, m(E) vale (83.6) mE) = [eo —wi)dy. ‘Oserviam chil eine dominio chiusura dun apr) pera inskmi DE CR? gisticx0| solo net cain cui farzon a3) 8) ispetvamerte x), 8() on concano su dn ston sleme if, ispetivamete fd) cn pt inter. Ciononostanewilizzeremo il termine dominio normale senza disingver: sex) < ls) (ispetivameate (9) < 6) 05 vale la dsaguaglanca Sue perce cid non crea alouadiferenza mila tera, Si seri chen ogni cso ll inste D,E ‘ovo chiusi¢ imitatinR?, cot soo insiemcompar Notiamo esplicitamente che ¢ possibile dimostrare che se D& undominio normale rspeto ad entrambi git asi le formule (43.3), (43.6) per il caleolo della misura del dominio danno lo sesso risultao. sem 1 Sinise plan (3 oda agua 54 ini (7) (23): 0Sx< 1,8 Oesisino ae Ae be Bialiche 0 O,esiste sempre una prtizione P de dominio D per cui sult (43.24) 0 O,esiste > Otale che se (43.25) (ay), ly ED, RFF AP <8, 206 Capito $ allora (43.26) Vesy) — fy 0 existe tan partiione dD. i doin normal rsp alles x, con a propre chet diametro di ognt ‘dominio della partione &minore cB. eta dp ey Dimosrazon:sudiviiamo il dominio Din sttsinsiemi, che indichiamo con Dy. Precsuments cosieriamo ura sudvsione del imervallo 0, nviduata di K+ 1 pun (aan) aamcn SE sen inst fin & sufficient scent punt =O. afro equiitan dele forma (4333) seat Lib-0) Oh nat Inoleconsdeio k+ 1 Fuzion’ comin su, indeate con 9) = jC) = 0,1. che (334) Als) = WoO) S118) SS o4l0) Wee [ed] Anche in queso caso possamo scegliere tli funzioni 1) fa loo equidistant ela forma (4335) out 0) + (BC) a2), =O hooky come in figura 56. Copsderam il dominio Dy. nome ripeto a's &, defo per oem ij rice e (4336) y= {eR st SSH QI SS HI} ‘mostiamo che, per ogi 8 > 0 & posible sepire KE N in modo che il dametto dk Dy. per og ESE (L 2k) sia none 8 fits pet = 12... kets Figura 56 uss pons fib-a, icando con me M dspetivamente il minimo di a(x) ed mass di Bx) weiter [0 2 oops sla pera 2” € [81a (43.38) yl) lot) —ey 0 +oy(e" op -14P 04-4 EMM), 2a Coptote dove ot una quantita positiva, mage dla somms dele escilazion! dele funaan a ¢ Bin ogni inerao tle che 0 +0 per r= ‘Si tiene qui la seguente stima peril dameto di Dy wom san, <8)“ (GE**) sa dy. pene iceman pe Come per gi integral di fonzion di una varibile, anche per gli integral doppi valgono 1a propretd di linearita aan ffteresor+Betaonasay= aff fesydeay +8 ff strides la proprieta di monotonia (342) soma) Satur), Weeds [f farldsays [J stso)exdy, normale e per ogni 8 € R. Inoltre, sibs per ogni coppia f,g i funzionintegrabil nel domi $2 {D1,...,Dy) 2a partizione di D in domini norms (as) J[teomway=¥ [[ tors ov DL Dalla defnizione di integrate, considerando Ia partizione bansle costiita dal solo D, segue subito che se f& integrable in D allora (a4) (0) inf(O) < [ f fp)dsay 0}) edt segment parallel alesse e passant peri punt della froma. ‘Bsemplo 3 Sia Cpls reto i stezza h avente per ase il dominio normale Del piano (43.48) C= {(sina) ER: (a3) €D, 05254) regal dept er 9 Figura 5.7 a quanto deto sopra segue ceil vlume dC dato dalliegraledoppio su D dela unzione cestante ‘lasy) = he quid pe a 43.4) sh (43.46) volume c= [[ natsdy = hm(D) CConcludiamo osservande che le nozion i misura di un dominio normale D ea integrate di una funzione f(x,y) continua in D si estendono in modo naturale al easo in cu i! dominio sia decomponibile in un numero fiito di domi normali Dy,D2,...,Dy, a due a due priv di ‘nti imteen i comune, Intl caso si definise integrate doppio di festeso a Dla quantita (3.47) J] tenrecay=¥ ff seernaray ay 51 prova che tale quantt indipendent dalla decomposizione 44, Formule di riduzione per gli integralidoppi ‘Vedremo in questo paragrafoalcune Formule molto utili peril ealeolo di integralidoppi 4 funzioni continue su domini norm FORMULE DI RIDUZIONE, — Sia [a,b] sia un intervallo chiuso ¢ limita sia D it dominio normale rspetoall'asse x, defnto delle limitazioni an) D= (imp) fetlxR: ab) <¥< 86}, 20 Copii § eve a(2) < Blx) sono funcion! continue in [a,b Alloa, per ogn fncione continua (4a) Jf sorasas P:DERE OR vale la formula 49 f [af tone Se poi E un dominio normale rispettoall'asey,defnto dalle linitaziont (443) E= {(y) ERX [ed]: 10) S25 30)} (9) funcioni continue in [ed] ¢ se f': EC RE R @ una funcione [f rooney ff? sont Dinosracone: provisos (42), Osevano anno cel fazone 0 relent [e fasar 5) teat [Fe ® contin equi ecegrabile su (Tale ropiet segue facitmente dla contin niorme dt fess) 9D. ma ee bred, non dae ea, ‘Come neta dimostrazion de! lemma de paragrafo precedente (i veda anche a figura 5.6) mod- ‘gio il dominis Din stones, che nichiano con D,,coniderando una sudvision de iner- ‘allo fb, indviuata dak! pot tal che 4o meen ene =Be A+ | foro entinue su fb, inate com = (0), J= 0.4. tai che an 0) = Gol) SOU) SA) S.-H = BU wee fa). Peroni, considera dominio normale ptt al ase» (4g) Dy = (U9) ER sa) Sr Sup, 109 SVS ONO}, Come promato he! cso lemma, poslano scglier i punt le Fuzion g(x in odo tale che sass cameo Dy tenda a et perk += er avi de itegile det uncone ai una variable deft in 4.5) sists uo [re fei rsorir= & [a fe poe Ino, per avi del inceprale wisp ads sha “0 rt pt reg do el am Dalle 449), 48.10 sepue eauun Lo [esis & ft [2 socom Indchamo conn ¢ Mi tinned asin dla funloe fs domino nor Dy CR? Re we [yen ela (iuiy migrating [0 past santa acti auf cnt 0 exe 8 > Ole che Yolron emma i einegi serene & Da amo minor 8 Spend domi Dynreropj='2,- kno che tama ato mire doen cas) Mynmy 0,)> 0, x > Orappreen in figura5.10, ‘Caeotamo i volume m(S) dS. Toicato con Di dominio det primo quadrant del piano x,y. 0. Lasfera Spud essere gua come i oligo di roarone tomo late x, generao al etangooie i base [17] teatv alla fonlone (434 fs)= VFB, weld Si ved a gue S14, Applian a forma (4438) one aume dela sera 4.35) x[(e-2\a 3 3 Figura5.14 Figora 5.15 semplo 4. Calcoliamo il volume del solid S indicat in figura 515, otenuto mtando di un gro completo itomo all's « i dominio D conto ne rtm quadrant del panos. delimit dag ‘ss coordinate dl aco dl atrode st veda expo 2 del paragrafo 3) equrzonprametrche (44:36) re(0.5) liminando il parame, si otiene sent = (1~cos 9 = (1-229 «aun pu exer gin cre engi ba [1 item dala eze (1-2 PP Dalla (4433) si deduce chef olume di $8 dao da x [\0—2PPacen [0-30 430 Phar iver depen 2 45. Formule di Gauss-Green, Teorema detiadivergenza. Formula di Stokes Sia D un dominio normale, ad esempio rspetto all ase x, rappresenato nel (45.1) D={(xy) € [a,b] xR: (2) << Bln} iciamo che D & un dominio normale regolae se le fonzioni a), B(x) sono di clase C! in [a,b)e se a(x) < Ble) pee ognix€ (0,0). Un dominio regolare D & per definizione I unione i un numero fnito di domini normal (ispettoa.x0 ay) regolari Dy,D2,...,Dy, 8 due dve prvi ai punt intern in comune Se Dé un dominio regolare, la sua fromiera AD & unione di un numero fnito di curve ‘regolari a tat, Pertnto essa ammette versore tangeate T ja tut i suoi punti, vane al pid'un numero init. In corispondenza gi tli punti& defnito il versore normale N a AD. Ricordiamo a tale proposito (si veda il paragrafo 34) che se 7 una curva piana e T @ il versore tangent alla curva in un suo punto, il versore normale W ad esso asociato& tale che 1s coppia (N,T) sia congruente a quella dei versori degli assi coordinati (si veda fa figura 5:16), Cid premess, si conviene di orentare la frontiera di D in modo che il versoe normale 1 cos individuato sult in ogni punto estemo a AD. Tale orientamento viene dtio orienta- ‘mento positive dea frontiers di Des indies con +€D. nigra 5.162 rappresenrato un dominio D Inca frontersunione dl de curve y €or mento psive di 3D corisponde al verso anoratio della curva externa y © quello ori della cir Invera y eta normale ;| 4 Figura 5.16, Sia. Don domino egteesia ret) (52) . te laal, yen una rappresenacioneparametrica daa pozion dell sua frotera 3D: alerappresentanene induce un orieniamento su. Se si cambia paameszo con In sostiuione += —f, si ttengon le equzon Ea Captle§ poramevicte set 9) { , seb, aa el verso oppono al peecedene. Suppor che le ures Yun crentament coincident con uelo posi ela stesea curva. ma questa volta or ‘eazioni parametric (45.2) sano ali 00D. Trtalcaso.comesi® visio nel eapitolo 4 il versorerangene T 2 vere dR? datoda ia ro- (#2 ) ero? Year+? per uti valo i € [6] per oui xt) ey) somo deivbil on dervatscontnaae risa (0) breyee. I verso nomale oispoudente aT (ain verse normale estemo)& alloca ass) ma=(~ ot epevor Year+ oor, [Ad eierpio,s¢ Dil erchio chins di cen eigine ai? aggo I, La sus fomira,percorsa in vers entire pub essere rappresenaacon Fe azn 56) re (om, im conrispondnna i wersere normale Ni) in (45.5)® dao da 4s) NU) =(costsent), 8 oventar vere steno del exci D. ‘Dopo aver Fchiameto tal concette notzion siamo in grado di pervenie al teorema, 0 formal di Gauss-Green, che forniscelatrasformazione di un integrale doppio esteso ad un ‘dominio regolare in un integrale cuvilineo estes ala frontiera det dominio. FORMULE DI GAUSS-GREEN. — Sia DC R? un dominio regolare e sia f = f(2s3) tuna funcione di classe C'(D). Valgono le formule ) ff hasir [309 mes (459) Ime dope wos 219 Dimosteazione:proviamo a (48.8): la (45.9) otene in manieraanaloga, Ci fimiteremo 1 dimosteare la tesisupponendo, per sempliit, che D sia unione di un numero finito di {domini normal ispetto ad entramb gi assi, Cominciamo dal caso in cui D sia eso stesso un io normale rispeto ave ax. Quind D. in paticolare, pud essere rappresentan nella (45.10) D={(x.s)€ Rx ed}: WO) Se SH} Perle formule di riduzione(peragrafo precedente) si ha (45.11) = [601.9 0.04 Indicando.con 7,721. le curve che costtuiscono la frontieradiD (si vedala igus 5.17) : Figura 5.17 osservando che (43.12) [ray= [tay=0, tas ngo a 11mm (45.13) J sev [rans [rave [16 0i3384- [° reins ~ 8 of Sia ora.D unione di on mano frit di dominé normal (speno a etm asi) regolar D:D, Dy, 8duea epi pani intern incomune. Bevidente che negate Capito 5 20 Figura 5.18 oppio« primo membro detts formula di Gauss-Green (45.8) la somma dei corrispondent fntegrali doppi sui domini D ¢ quindi si ba poich gl sci curva conn nl foie doin dacent comp vere is sonma a dese dla {51 ma con ovettamentooppst (veda fia Sess siedon acon eins £ fs [ro 5, 400 18 (45.8). (45.15) che, per la (45.14, rst assiamo ora a vedere qualche esempio di applicazione delle formule di Gauss-Green, sempl 1. Catiane (4516 J Fi dove D2 portioned ceri unr ceo oie conte nel primo quran, Daa (459) cose si) ff Poe [[5 (2H?) axe [Roe rer dp eri m Percaleolare aimo integral a desta nella (45.17, osterviamo che ia fontiers dD venta post- ‘amen 21'unone dellecuve 7,7 indicate in gua 5.19, La curva ha equzion parametica 10 = (eoatsent), #€ (08/2) 19 ha equazone 76) = (0), 0,1} mente sy la fonzione in ‘egianda identcamente nla Pertano, We ~ [ela [aE ten s.8) [Cc ast [! a 1 % Fgura 5.19 Figure 5:20 Bsempio 2. Caoemo (5.19) [[Posnae, dove D 1s corona cirolare di centro V'riginee agai 2 1. Usando la peima formula i Gnus-Green (458) sia 320 [[Poves [13 (S01) a0 | Zoe Lone dD, orentataposivament, 8 union dlls creonferenzs yd cento I origine raggio 2 pera in seo anor dls ceofcrez era ice nes rai le a 5.20). Sia quindi =“ m opie $ Autyidrdy = 4 feutyiayt} [Pasody 5 3 (sa) * * 4 nt ese} [on a (i eore oseri i sepn0 ~ dav l'uimo iterate, dovuo al fano che y» & percorsa in senso ‘orario). Con fai aa sha dunque, dla (45.21), (43.22) [[Pevsir= Be Dalle formule di Gauss-Green si ricava i teorema della divergenza ‘TEOREMA DELLA DIVERGENZA, — Siano D un dominio regolare del piano ¢ F = (FF) un'applicacione da D verso ¥ di classe C'(D). Allora san [fewraaar fiesnds, 4 3 oe Fala ered vere Fy) = Fis) Fs fit da 1529 sn = 38, (FN) 2 il prodoto scalare tra il vettore F e il versore N, normale a aD. rivolto verso Uestemo diD es 'ascissa curvilinea sulla frontena di D. Dimosrarine ands fede Gen psec a $58 confraipoxod/4t39)con agate dic cmmnags eames ae «5a [f GB) astra f nase ras i eA Seto iD csi cua mgr ai cq games = solr 1 (adhe eww ndre erp coe sna tov dla ton Divo namaste He ae 9 oe Sine inept coving fi! s = f(t |) em [ov (45.26) Po peanm f flr ts eve ape ik Pra Confrontando le (45.25),(45.26)si otiene'assertonelcaso in cui la frontiera di D&costitita ‘dana curva regolare a tratt. Se invece i froniera 2D € unione di un numero fnito di curve ‘egolar a trai (come ad esempio in una corona citcotae) si ragiona come nella parte finale della dimostrazione dee formule di Gauss-Green, suddividendo D nell unione di domisi ‘normal egolari prvi di punt intern in comune. teorema deta dvergenza pud essere riformulato ne! modo seguente FORMULA DI STOKES. — Sia F : D~+ R* un‘applicazione di classe C' nel dominio regolare DCR. Si ha allora san [ racenare ff (2-2) aay oe ‘ Dimostrazione: basta applicae fa (45.25) alla funzione vetorale da D in R? di compo- nent (Fi,—Fi). ‘Come uiteriore conseguenza del teorema della divergenza dimostriamo il seguene risal- ‘ato sulle forme diferenzali,enunciato nel captolo 4 teorema 3 del paragrafo 40), ‘TEOREMA (FORME DIFFERENZIALI IN UN APERTO SEMPLICEMENTE CON- NESSO DIR?) — Sia adx-+ bay una forma differenzale lineare di classe C', defini in un aperto A semplicemente connesso. Sela forma 2 chins, cio? se (as) B-x, ‘allora ta forma anche esata in A. Dimostrazione:occorre provare che, per ogni curva y,regolate arate ciusa, contenuta in A, rut 520 fotcsbay=0 € applicare it teorema 2 (di caratterizzazion dele forme esate) del paragrafo 39. Per sem- plicit ci Timitiamo a dimostrare la (45.29) nel caso che 7 sia anche semplice. Fissaa la curva, indichiamo con Dit dominio imitato di cu essa él fontiera (Vesisten- 2a di tale dominio di per s€intutivamente evidente, pud essere provatarigorasamente; tale ns Copies risultato prende il nome di eorema di Jondon). Non &restritive supporre poi 7 orientata in senso antioratio, Sihaallora, appicando la formula di Stokes aF(s.1) = (a(v.s)-b(«.3)) fodcear = [,osooeed(es= [Ba «2 Vitegrale doppio.a secondo membro vale zero poiché a forma chiusa, Pertantola (45.29) 2 provata,e quindi anche la esi. (4520) Diamo qualche altraapplicazione dele formule di Gauss-Green. FORMULE DI INTEGRAZIONE PER PARTI. — Siano fe g funzioni di classe C! nel dominio regolare DCB. Allora [sei [[ Eases ae (ssi) ff Pia ~ f tea ff Yeasty wo J if sa fare le formule di Gauss Green (45.8), (45.9) con fin wog0. ‘Se Dé undominio regolare di BP, Ja sua area m(D) 2 data dallinegrale doppio su D della funzione costante, identicamente uguale ad 1, eiot asa oy ffs Con il seguente teorema si di un'espressione del'area m(D) di un dominio regolare DCR; Ia formula 2 paricolarmente wile se il dominio D 2 defnito mediante equazioni parametiche della sua frontera FORMULE PER IL CALCOLO DELL’AREA. — Se D 2 un dominio regolare di R?, sussstono le formule Ig eri zs (45:34) m(o)= f xay L yds. 1 Inolire, per ogni coppia 8 di numeri reall, tali che a+ B-£ 0, aby [ ey—byae ‘i (4535) m(D) inparticolare (45.26) Dimostrazion: per ottenere le formule in (45.34) basta appicare la (45.8) con f(r ¢ la (45.9 con f(x.) =. La (45.35) una combinazionelineare dalle (45.34). La (49.36) Segue dalla (45/35) nel caso particolare Esempio 3. Caloiamo Fae della supericie elivica di semis eb, A le scopo considrimo 1a curva di equazion prametice (2) = (aos, ben) che rapyresent wn ellise di semias ae i cenro orgie, pres in senso antoario (i veds Is figura 5.21), Indicando con D i dono racchiuso dalla curva dalla (45.36) sha (as) mk) = 4 fzdyyde= 3 fabds = nab (Caleotiamo ora area del dominio Cracchiuso dal cappo della strofoide di equaion y(t) = (18 — FiguraS21 Figura $22 1.21), 16 R (si ved a figua 5:22). Osserviamo che la restiione ella cura al'interallo Eut] rappresena la fonts del dominio C percosa in senso orario. Pertanto dala prima delle Copite$ 26 (45.38) abbiamo sn 8 ae a= (an mo=- [x= ‘ Come applicsrione dle formule precedent calcliamo Farnum setor plan rap- rescatsto coordi pola, Prssaent sa (2) un interval contenu in (0,28 sa re e(O) uns funzione continaa e posta in 0B}. Linseme D dei punt del piano le ei Pesta plat (0) vein imtazions (45.39) as ob, 0 0. .9(7) osserviam che la lunghezza della base O'F & VTEC, mene Vera 8 data dala dstnza el punto = (bd) dali eta dk equtzione cx—ay =, pasate per opine e per PP una note formula di geametuia ania tle distanaa vale Figura 5.27. —¢ @ una tasformazione linear con determinante jacobiano ad ~ be < 0. (46:10) guinea dl prallelogramma® (at) 1n(0(1)) = OP RH = jd—bel, che propio i valor ches eteneuilizando a formula (46.6) itor ose che nll stuazionerapresentat in gua 5261 segment OP viene tasformsto nel segmento OP i segmenta PO in PC’ cos via, ia odo ale ce, ses posts lngo afters {7 in senso ara, {put corispondet sul fate & @(7) si muovono ances in senso tntiorario, Sip falimente provare che questa stazione si present tute le vlte che il determinant jecobiano ad ~be 8 positvo ‘Se ivece i determinate jacobiano od ~ be ® negative, pecomendo I foetal Tin senso snort, pun comispondent sulla fomra (7) si spstao nel verso oppst (si veda La igus 52, 1 due esempi seguenti mostrano come spesso cert cambiamenti di vatiabili vengono sug- ert in modo naturale dalla geometiadegh insemi del piano su cu si deve operare -Esempio 2 Sia Dinseme ds pun del piano rscius fale prsboe dl equazion!y = 22) ¢ le ipetbli sy = Le y= 2, come Is figura S28. Calcoliam Iara di D,effetuando il sguente ‘amblamento varibil (46.12) Figura 5.28 <2}, Risulta dungue D = (7), dove ©2 la wasfommaione versa dela (46.12) (4613) rea op it a detesminante jcobiano di @& he jen fet pay aie =| * epee fanan (46.14) Dalla (466) soienePaea dD, data da (46.5) fu Beemplo 3. Caetano (46.16) U peer 7 ove D& a pozione a piano compres flee 1.come in gua 5.29. Con i cambiament di variabi (46.17) Vinseme D viene trasformatonelretiangoloT ={(u»): 1 0,0< 8 < 2x} il cui determinant jacobiano & xy neg Osserviame che in @ di classe C= suewiva, ma non invertbilein Squid non verifica Je ipotes de teorema dicambiamesto di vrai. Cid nonostante, possibile provate che, se Dun dominio regotare det piano e f: D+ Ré continua, vale la formula a camblanento Ai variabii, da coordinate cartesian tn polar, cos —psend send peosd (46.22) J[[fesnasay= [[ 1190080, sen0)papd0 iy [Bsempio 4 Uzzando le coordinate poi, cacoismo iterale (4624) [fotvin-yerPiady, dove D2 cerchi uitaio di cette exigin, D= (x,y): 38-43" £1). Essendo ©-"(D)= {(p,8) OS p< 1, 0<0< 29}, perla 4625) ule integrate aguse & ro [ef 0-p=e ete aemploS Casa (4626) [[Vevrava, dove De i cercio di cent (1,0) erapio 1, iad (ay) ERE: B4y?—2r<0) In coordinate polars dsuguagianes 2+)? —2"< 0 dents p?—2peos 8 <0. Dungue ©-1(D) & ‘Vnsieme nrle rise ap (i veda la igura 5.31) eto da (4627) (46.25) G(D)= ((9,0): OS p< 20089, -F <0< FH) Dall (46.25) segue allora che integral (46:26) 8 dnt dn sm [oto ("n= $ [2 0-2 ne Cepito$ Figuras31 47. Integra trip Uustriamo ora un semplice modo di defn 'intgrale(siplo) i funzion! f= f(s,.2) 4 te varabil reliesteso a un dominio normale di; poi nel seguto del paregrafo pre sentiamo aleune delle principal propit’ forml di riduzione e formule ai cambismento di varabil) senza dimostrazione, data analogia con le propretcorrispondenti deg integral ope Sit D un dominio normale de piano x.y. Sino a. continue in Dali che x,y) © B= B(x») doe funzioni an (83) < Blea), ed Linseme dR? (ved a gue5.32) 1 E= (n.2) DAR: ofa) <2 BlEO)} si chiama dominio normale rispeto al piano x,y volume del insieme E C Bo misura di E, indicatocon m(E),#esprimibile mediante ‘un integraledoppio, vale (473) m(B) = [f(Gtxy) -alx))axdy Analogamente si consideranodomin in R*, normal rispetoal piano yz onormlirspetto al piano x,2, Useremo genericarente il termine di dominio normale di R? quando non sar& necessario specficare il piano di iferimento. Come nel caso dei domini normal pian anche ‘ogni dominio normale in B® & chiuso e limita. Diremo poi che £ &un dominio normale regolarese D® un dominio regolare normale del piano ese le funzioni a, B sono classe" in D. Sia E un dominio normale ai B® ¢ sia f : E+ R una funzione continua su E. Per ‘ogni partizione P = {E),Es,... £4} di E in domini normali definiamo le somme integrali Integra ep wt as 5), SC (ray 10) = 3 mE) min f(E): (475) sip) -2 ‘m(Ei) max f(E)) Le somme s(P) e S(P) prendono il nome rispetivamente di somma integra inferiore& somma integrate superiore relative alla partizione P. ‘Come ne caso bidimensionale, si dimosta che gi insiemi numeric (476) {PD} (81%). dalle Somme inferior e dalle somme superior, al variare delle partizioni Py, del dominio normale E, sono insiemi separat, cio’ s(P:) < S(P3) per ogni coppa di partzioni Py € Py costtuite da domini normal ‘Anche in questo caso (si veda il eorema di integrabiltA delle funzioni continue del pars sgrafo 43) i due insiemi numerit in (47.6) sono contigu. Pertanto,esiste un unico numero reale ce taleche (a7) s()) Ses S(Pa) aualunguesiano le partzoni Pi © e di E. Ul numero per cui vale la (47.1) si chiama Integrate plo di f(,2), eteso al insieme E CBE, esi indice con simbolo 78) [ff teoviaesayee 236 Copii $ ‘Anche per gli intgrali tipi valgono le formule di riduzone. Ad esempio, se f(x.y2) & uns ‘tone continua s Ee se E @un dominio di B? normale rispett al piano x.y. rappresen- fate come in (4722), allora vale la formal diiduzione (dell imtegrale triplo ad un integrale oppo) (a19) Jff seovsaeste [fest f" sosnaie “Supponiamo che D C B® a sua volta si un dominio normale rspeto all's x, della forma (47.10) Da f(xy) CRs @Sx R& continua vale la formula di camblamento di variabili da coordinate cartesiane in polart I Sf dxdyd [ff 10:00 018 psenqsend,p cos 6) p*engdpded® rie) (47.19) ‘Hsempio 2 Caesar i vokume della pone di sparo Ecomtenuta nella sf (4720) {(aya) eR 24 P +2 <2eh ‘ed eternal parabooide (721) {baga) eR 22202 +y7)} (Gi vee a figura 5.35). Parsand in cooedinate eric, la fer (4720) si teasforma in Figura 5.35 ora) {(9.9.8): 05 052% 0<9<§, p< 20089) partie aston (12 {0.00 0s0s20 R& continua vale 1a formula di cambiamento di variabil da coordinate cartesian in clindrche tra ff Sesnse= [ff 100.908 perdoee. t fo Blo 2 15 #1 ls cnn lip > 0, ima nnd ope Pity = xe dl cono dh equine #4)? =2, percalcolar imegrale «oa [[] mre egal depp ip a passiamo accordant cllntiche. In ali coordinate icon s equazionep =| 1 soda E Ballo immagine, rate a rasformatsione i. coordinate clingrche (47.26) della regione (4730) ole) {(0,0,2): 0 RS dase Cin Dy appesentaa niga Gir veiicame do conn spat Gi) la restrizione di g D2 invertibile; (i) per ogni (u,») in Dla matrice jacobiana uv) Wavy (8.1) Dalans) = Ap Q20) — | 29260,y) B88 (a. Ku») Bus) ha rango (0 caraeritica) 2 IndcaticonA(«»), (4) Clu» determinant dei minor orfine due deta matice cobiana Do). (48.2) Ata») = da G9), a(x) BB), clu») = der Mouse) lacontzone (i) equivalent ached che per oui (ns) €Bi vetoe(us), Be C(u,v)) sia non nullo, e cio che (48.3) Au¥) +BMuy) +C%u») >0 Yup) ed : : Figura 6.1 ‘Un alto modo equivatente di esprimere la condizione (ji) & quello di ichiedere che per ogni (uy) €D i vetort oie) = Blears (3B eon Bee. Blo) + sn) = Ban (Ban AB a Ao) sian tinearmenteindipendent “ale condizione asicura. come edema nel paragrafo 49, Iesstenza in ogni punto ‘olu.y) € B?, con (u,») EB, di un unico piano tangente al sostegno S della superficie, ciot al dominio g(D) dl'aplicazione 9. Si not che, come nel caso dell curve regolar, una supericieparametizzst® indvida- ta dallaplicazione ge non dl suo sosepn0S, anche se talora il ermine “supericie” viene uslzzt per india inseme S, sotntendendo che sia asepnata una fsstaappiczione (48.4) * Leeauasont x= ilus) (48s) ye elu) 5 (une, zemtuy) endon0 il nome i equazion parametric della superficie. Osserviamo inolve che dalla defnzione (48.2) si deduce com sempici cleoli che per ogni (ux) ED (86) 8 (a )A(uy) + BEE (u rp B(aye) + Ea 9)C0) =O, Sir emer price as eit che 8 onogonale a verre (A(u») (4), C(49) {La stess propre vale per, cots ha per op (uy) €D (482) 980 uy A(uy) + 282 (998 (40) + Ba nyCCay) =O. ample 1. Sia D un dominio cones de! plano ¢ a f: D+ Rum fusone clase Cin D Lapplcion 9: DR d equi parmerihe (sss) yer, (wen, = flay) a superfcteregolare Int, essendo oy) = (x fo) Invent in De weston (989) a=(10.%), w=(on3), ‘son lnearmeteindipenden,oequvalene-menc, la matric scobana too (se) deus) = 239] 0 1 uF hacorattersica2 (qualunque sa). La superficie considera vene deta superfcle cartesian 1510 sostegn non leo che Il raico dela funzone Bsempto 2 Siano > 0, D= [07] [0,2n), 70, Lapplicazione: D+ RP, equszin| parame ‘che (asst) yeuseny (wren, rahe una superficie ego Inf (m¥1) (4,2) sono dve pun sin di ew #1, sia sito te) lea 5 imece at = iz © mF a oh v0 © (02), aa (os, sen01) 2 (cos, sara) quinn.) #9202) Lappiaione 92 perio mene in B.tnolee (4812) = (cos sent), gy (sem uc0s 40}, donque (4815) APs) +B uy) +E) =1A(L+B) > 0 er ogni (4,») GB erisulaallorasodistaa anche la condizione (48.3). 216 opti codominio$ del aplicazone « csincie con la superficie Inerale di un como ctcolae reo di ‘erie orgie, contenuto nel semispazio H = {(a,,2) € 2 > 0), sek > 0,oin quello oppose [<0 Osserviamo che non inetva ita Dn quo tasforma punt det segment {0} (0,28) rel rigine di RD segment (0,r] (0) 01] (2) nello eso segmento sul cono (si veda la ira 6a. 2x Figura 62 Esempio 3 Sia D1] x(0,2x} In saperfci g: D-» R? easaoni parametriche (48.11) non & regolare In quesiocaso i sv sostego Sse &# 0, 1a supercell del cono a due flde in figura 163, ma @ non @inietiva in Bil segmento {0} x (0,2), infst, viene trasformato da @ nell oigine. ‘Nia ioe che vettor (A(u,»}, (42), Cle) ® mall in ops panto dale segment Figura 63 Esemplo 4 Sano D slvr > Oe sia: D+ Rl superficie dt equazioniparametiche Siprfleimega pee " a= rsenyeos (au) yerenyseasd (ven. codominio dig a sera SCR? di cent regolae. La condone (@) s prow con un ragionamentosnalogo a quello fatto per Wesempio 2, mente, ich ‘ev(¥.8) = r(cosycos 8,cos wsen8, —seny) 8.15) olye8) = H-senysend,senyeos 8,0), Iguana (48.16) aR on si annala in B. Figura 64 params ye ® han uninteressate interpretanone geometica Se Py = (90,4) un punto 4 distin da pol deta sea, cod dai punt (00,7) esstono un unice yp ¢ (0,%) ed un unico ‘80 & (~n al che Py = gly, Oe). Precisamente si a wo = arcos(/r), = Ara( (9): if, eto OT orgie dep asi in yp misura angoo formato al segmeto OFy con lsemasepostlvo delle z© 8g isu 'angoto formato dl sepmesto OQp cn il semiasse potivo delle x, dove Qp Ia proieione di Py sul piano Oxy (st veda Ia gua 6.4). ‘Gi angoi 9 © yo Son chiamai ispenivanent longitdineecolauie del punto Pp. L'angolo 1R/2— yo 8 dest latitude & Pa, Nei pt (00,7) © (0,0) ta aad vale rispecsvanete/2 ©-8/2, mente la longtne non ¢ deta, Sint infie che Tapplicazioae @ trasforma sequent {0} <(-n} {x} x [-n,x] mei pt (00,7) (0,0,—r), edi segment [0x] x {8} e [0,8 x {=} ‘ela cura F costa dai punt lS dell forma (x02) con <0. 2 copitte ‘Reem S. Consider I'elioa indica equaziont (7) fu) = (reosyrsensyte) veladl, coor >0ek £0. A pace da ogni panto dlc eaciamo parllelament a pano 2 il segmesto ongiongete Hl punto con assez. In tal modo oteniamo una sopercie regoare deta eicide, rap presenta in figura 6, [eticoide a equi parametiche (48.18) ‘ou = (rcos,yseaushu), («re la) x Or) 18 immedina, mente A? +B 4 C2 = 7442 > 0 propa (1,9). [Lesempio seguentefornisce un‘alta tl rappresentazione parametrica dela sfera. sempio 6 (Rappresentacione sereopafcn della fra). Sia Sl sfera di raggo r > 0, ci cquazione PAE (21)! Per opal panto P= (3.2) €S dso dal polo nord” N= (0,0,2) comside ‘samo il punto Q(P) inca a ret passane per Pe W itersecail piano Ory, come in igure 6.6. ry 2r-+t{e—2r). Sonpiendo 1 in moto tale che 3S otengon le coordinate di O(P) nel piano Oxy: ww ain (ee P) Sipe enega dt spefce 2 Figura 66 vile oqusione 2 +7 +(e vontinate di O°): Ps scavan le coordinate di P in fnzione d(x,» - te Tee Ady yess ‘Se a,» vino in un dominio Conneso D del piano le (48.2) sono le equazion parametric di wna superficie regoae il euisostegno 8 costinto da una portionechivsaS'&i$—(N} (4821) = 49. Plano tangentee versore normale CConsideriamo una superficie regolare di equazioni 9) 49) = (ale) er), ued. Posto $= (0). sia Pp un punto di Stale che Fy = q(uo,¥4). con (wo,¥0) ED. Siano ‘¥: [2,6] +B una curva regolare contenuta in D, pussante per (u,¥9). € fo € [a,b] tale che (ovo) = Wo). facile verificare che ¢ trasforma y in una curva regolare ¥ contenuta in ‘Se passant per Py (si veda la figura 6.7). Infati, s¢ ha equazioni 1) = (u(), v2), te 10 copito 6 cquazioni di¥ sono x= ul). (492) H=) y=rul9) rela] z= au}. €0) Daltaregoarit di segue che anche 72 di clase C!in [a,b] si ha inolie (493) C0) = (ae yal yal +207) = all HOY Figura 67 Per ogni € (a8)! & dungue combinazone lneae dei due vets inearmente in- Aipendet gy = g(t), 00) © @» = y(t), v0). com coefcient non idenicamente ml (()e =V(). Peri il vetore non mllo per ogni € (a,b) elacurva regoare. Si pub de! reo dimestrare anche che, nun opportno intr dP, ogni curva regolare contenuta in $ pssate per A)? immagine, tate la, di una curva repoareYcontenuta in De passante per (up,v0). La (49.2) rappresenta quindi localmente W'equazione di una enerca curva regoare contenuai Se passant pr Essendo (9.4) (to) = (uo), yuo, 00) 2(00,90)) = dalle (49.2) (49.3) si ottene in pativolare (49.38) ¥1(0) = @4(uo,00)«'(o) + @r(u0,00)") » ssa ¥(o) & combinazione lineare dei vetori @x(40 0) © (to ¥0)- Risulta cos evident che le tangent in A ad una generca curva regolare su S,passane pet Py, giacciono tute su piano indviduato dai vetori@y(w0, 6) © G00). ‘Detto piano si chiams piano tangent alla superficie in Pp, Poiché per le (48.6) (48.21 veto (4,10) € (un) sono ortogonali al vettore (Ao, Bo, Cd), dove A= A(,%), Bo= Siperfleepra d sperfce 251 ‘B(wo,¥0)- Co =C(u, 0) it piano tangent alla superficie in Py & ortogonale al versore (49.6) vA) = (- 7 Bs . , (Taina Janne Vaca) che viene deto versore normale ala superficie in Py (si veda a fi ; erie Py (i veda la figura 6.8), PerantoI'equazione del piano tangente alla superficie S nel punto Py @) A(x 20) + Bolo) +Cole~ x) =0, ‘dove (10,3020) sono le coordinate di Py Figura 68 Esemplo 1. Sia Sl supeticecanesana grafico dela funzione f: D-+ Resi y= (w,y0.fle0.90)) tum panto dS con 20,0) EB. Sie gi visio che se 2 diclasseC! in D, $ uma supericie regla| ret Sx f D, $2 um superici egolae di (92a) yay 7 (ener. z= fluy) Dalla (489) segue cei ersare norma Sin Fy 2 (49.9) un) = (afk , Abu), ae Vi 1000.90) Tartar) ‘equazione del piano tangent a Sin Py ® guint (49.10) = flsa0)(2~20)—fy00,9)(9-y0)+2~ F098) =0, ‘uazione che coincide con qutagit ita nel pragrafo 13 (si veda a (13.9). 2 copie i Figura 69 sempo 2. Sin Y fb] > R? una cura regsare semplice di equazon! fu) = (x(a), ya)). Posto De lob] x lend. eplicazione (>) = Gayle}, con (ayy) € D, una sepefcereglare Inf & inven (,6) [ed ¢ oat) (Cay), Ba) Clu»)) = Oa —#" 0). 0) ‘non mul in By in vi dela regolith i I sostegno Sai viene deo swperfle cindrica ee ave w+ o(ut),¥-» (up, ¥) 000 dete iseivamente curve generar drei dllasupericie (ei veda a gua 69) [La normale aS nel punto i coordinate (a(t) 4a) era (49.11, 8 data da vr) = Ten rar aa 0) on) o ( [ex(ua)}?+(9"(o0))? yf (wo) +040)? ) ‘quincoincide con Is normale alla cura parallel ay pasate per Fo 50, Area di una superficie, Integrali di superficie In questo paragrafo e nel prossimo supporremo che D sia un dominio regotare del piano (Gi veda la defnizione data nel paragrafo 45). ‘Sia@: D -+ Runa superficie regolare di equazioni parametiche 9, ») = (x(4sv) yu) ‘u»)), Definiamo area dela superficie @ il numero (501) to)= |f VS a + Aao) du, dove A,B C sono i tre determinanti di ordine 2 dalla matrice jacobians Dog(u,») defntt nella (48.2). ‘Prima di dare una giustificazione geometrca della formula (50.1), vediamone qualche cesempio di pplicazione, cominclando dal caso in cui sia una sera. Supe iera 6 sperice os Esempio 1. Uslizzando Is parametizazioneinuodota nel esempio 4 det pasgrfo 48, caloliamo "area dla superficie dela sera i raggio r. Perla (8.16) 5 allo (502) 00) = [4 [" Peerydo= 202 [" seayay = 0? Siosservi he nel caso particolarein ui saa superficie cartesiana di equazioni (x3) = (3.45.3) oom f:D > Ri classe Ct, dato che y= (10 f),9, = (Os) 8 a BCE (i)? + (5)? equi a (50.1 venta (03) ag ff isco apiaay= |f foes Hemplg2 Calo ae el sere casing pdt fone (3) = B30, con (59) = (09) RE P49 eT) vd a pea 610; veda gun 2d pop a cmp, Site peti 3, Ae) = [f Vireo ap Pe Para = = [[ Vit Panay 28 [yl 9p%a (504) Figura6.10 amyl. Sia 9 spre cil eso) = x nw abv sem dlc pay Dala @D11)sepcehe 7 everson lave i ea Core 6 [ef (oor owen, lok area a 2 data dalla tnghezaa L(y) della cura generate y mliplicata per b (3 veda a figur6.t1) (503) Ale) Figura 6.11 —A(@) = AL(Y) ‘Esempio 4 Sia yuna curva pana ed ua rea a esacomplanare. Sidefinisce uperfcled oacone {genera dala curva yl aogo geometico dele tate descrite ai pont diy duran una reasons 4 angato into all ase». Tinrodaciamo un sistema di iferimentocatesiano Ory in B® in modo tale chil piano Ore coincide onl iano contenente la curva e 'asse x coined con ase ozone. Sopponiamo che 7 sauna curva regolaree empl, di equazioniparametricbe (a9 { 60), say ccm (| 40 per ogni € (a, Alora la superficie di rtazone i equaion prametrcke x=x(t)c088 (07) yexiend Goer, z=) la8]> [Oa con 0 < a< 2x, una superficie regoae laf I condzione() i regolaita ® immedia, mente per vesificar Iai) oservamo che (703) APEBC = (a(9)*1Q'O)P+O'OHID>O er ops € (yb), in vit dela repoar diye dela condiion xt) #0. Se S 2 una superficie di rotazione di equazioni parameticte (50.7) le curve su di equations 1+ 9(¢,80),8 + g(t, 2), sono dete ispenivamente meridian e parallel veda la figura 612), Super eiegra sapere 2s araleto 612 Lasfera owiaments una parcolaresupecie i rezone otenuta ruotando uns Semiircan- ferenainteno al suo dame. Si ose che esi fa rua fa —m em la semicironferens auazioni x)= sen, x)= cost, con € [0], otieneexatamcte Ia paramctszzacione come, ala nell esempio del paragrato 48, Consideriamo ora una superficie di rotazione, genetata dalla rotazioneintorno all asse «di un angolo a € (0,2n}, di una curva regolare , di equazioni y{e) = (x) 21) con f © {a,b], x6 > O pe ogni € (a,b). Dalle (50.7) (50.8) segue che Varea Ale) della superfise Fegolare @ cos} ottenuta® data da a (309) ate)= [40 fan /eOFe COP af xtrmouc, ove L(y) #1alungherzadella curva rotante ye (50.10) sam Thy [as 8 la prima coordinata del baricentro B di (si veda Ja (87,16), che coincide in questo caso 0, st otiene un rnc di ono circolare ret (6 veda igura 613) ‘Seinvoce fle) = Ms, £0, € [0,0 stoene un paraboloid di rtaione (Seto anche paraboli- de etic) come in figura 614 Dalla 503) segue che area A(g) dla spect 9 data da (so.2) Ag) =2% f’nfiv Fear Figura 6.13 Figura6.14 Esemplo 6 Un ulteiore esempio di specie ai rtazione 8 fomito dl too, che si pub definire come la superficie deserita da una cconfereza Yella rtazioe completa loro ad un ase ad essa complanre ed esermo (veda la gua 6.15). Tndiciamo con rl raggo della crwoferenza Ye con R> ra stanza del centro diy dll ase ftom al quale avviene 1a rotarione. La lngherza della cara rotate Y® quia 27, mene it baricento al obi centro della crconfrenzs 7, deserve uaa clrconferena a lngherza 2xR. Dal teorema di Guin sia allora che area dela 8 data da (50.13) lg) = Der 2a = Data la superficie regolare @ : D+ BY consideiame le seguenti quantita lay) =leulun)P, Guy) = leva? (50.14) (uy) eD F (uv) = (Galt) Got”), Sipe einegra i perie a1 Figura 6.15, Con semplic caleol, che per brevith omettiamo, si verifieache per ogni (u,») € D vale lentih (50.15) AP (ayy) + Bays) + Cur) = Ee Gao) ~ Fa): pertato la (50.1), che defnisceI'area della superficie @,pud essere ricrttain manira equi- walente (5016 A= ff Ee) =P dude ‘Se consideriamo il retangolo individuato di punt (u,v), (u+Au,v+ Av) di De la sua immagine ‘sv 8, possamo peasare che una buona spprosimazione del" area oh sia data dll ae del par Jelogramma TI aveate uno det vert in 9») Ia parallel congrcati a veto = Qu (sy) Bu © = pyle) veda figura 6.16), read 82 |[4vj, mea, deco a'angolo Formato ds vetorG en, te de parlclogamma Media és (s0.7) Fins = [aullo| EGF Possiamoallora interpreta la quanti) V EVs O(a) =F 7a) come una misura di quanto eformino le arce sulla superficie $viino sl punt g(x), immagine dl punt (1,9) . Sia 9: D+ Buna superficie regolae e sia $ = 9(D) il suo sostegno, Assegnata una funzione continua f:5—+ Rela quant cos defsita (50.18) [160 [[ itm Ctudy si dice integrate della funzione festeso alla superficie S. a8 i & wy Figuni6.16 Siag:D-+R? una sperticle repo. Side che lasupeficerepolae y: +? Buna sperficie equbalete ag se este Una trasformazione © T->D aver, di classe C', con inves C! econ ‘ceterminantejacobiano non nullo in F, tale che (s019) Ve) = (50) Ya) €7. io prenessn,¢ possibile dimosuare che a 'inegae che defnisce Iara una superficie reg0- le, ee secondo membyo dela ($0.17) sono inipendenti dalla rappresectazine paramicaCon- sideraa. Lo sesso vale, naturalmeme, per la (49:7) che esprime Iequazione del piano tangent alla ‘supecie in un sn punto, mente, come acade pete curve a normale (49.9) pu cambiar di veri passa da una rppresentaione arama a wala. DDiamo ora un’ applicazione della nozione integral di superficie. Sia g: D> RP una superficie regolare di equazioni o(u,¥) = (s(04»),9(4,9),2(u4y)) € sia v(u,») il versore normale alla superficie nel punto @{u,y). Se FS ~» R? & un campo ‘ettoriale continuo definito sul sostegno dig, si dice fusso del campo FattraversoS nella diresione div Vintegrale (020) Joma Poiché 4 2 c a ( te TERE TR) . dalla (50.18) si deduce subito che integrate (50.20) 2 uguale a 5022) ff {Fi(ou Ale») +P »))B(e) + F(@Cu)}CCW)}dud Set ener i speriie Ee Sinoti che, cambiando di verso la normale v, Pintegrale (50,19) cambia di segno. Se S€ Ia frontiera di un dominio dello spazio 7, si pala di flusso entranteo uscent dalla frontiera S di T, a secondo che il campo normale alla superficie § punt verso lestemo 0 verso interno del dominio Osserviamo infine che la definizione (50.18) si estende in modo ovvio al caso di una superficie regolare ata ‘SL Il teorema della divergenza e la formula di Stokes Ricordiamo che la definizione di dominio regolare nello spazio stat data net paragrafo a ‘TEOREMA DELLA DIVERGENZA — Sia T un dominio regolare di ®. Se F :T +R? 2 un campo vettriale di classe C', si ha oun Jf 0 rardsac= [eve 40, ? fs dove ve # ta normale alla frontiers OT aT, orientta verso externa del dominio 1, (Eve) il pradoto scalar fai vetor Fe ya ela divergenaa dv F dh F = (XP) per denis, quate a (512) vr = BPE La (S11) esprime quindi il fatto che integrale su T della divergenza del campo F & uguale al fusso del campo uscente dT. ramp 1 Sin T= (sy8) ERD 32-49? <2, 2247-4 < 2p 20) (6 ved a i617. Caltano i Mas el campo F = (0,6) cen da. ‘laseme 7 aeesione dl com aver nel gic & angicia 5/2 co a semis del senisped Hf = (C2) EY: > 0} cen (0,10) €raggo 1 Pic a pletone dF ul Fiano Oxy 8 i eechio D= {(5y) ERE: 4-y°=y'S OT pu ese pes come i dominio orale deta dl itaion (13) V8+Fcisyy—P—i, Ged (eu 7, ey Pe ert flrvode = fffexies ou) err vee Figura6.17 ‘Lukimo integrates pud pei ealslare pasando a coordinate pla. tha dungue [iexode 40 [ (psen0-p?ap = wis) ah fete 5 Dimosrasone et tom dla dest: ttm a rote a (1.1) slo ales pit semplce incu 7 sa un pralleleppeda, ndichismo con X (x3,2.¥syis},Zusi) le eomponent fel campo FSi ba (51.6) Jf Pasava If REZ) actvds ‘Siadungue T = abs] x tsb] x ab inicand com D il retango fab) faba) per ke foxmle di dzone deg negra pl (se nl pragrafo 47). sha on Jf evssiny- 24s) Indichiami cn (v,v2,¥2) le component di vee caleliamo (31.8) fitvoda= fowterd+zae Super: einer spec x cin panicoare timo addenda (519) [ta Indiana co $= {re} R59) €B, Je (3)€D.2=she ue super i tase econ 5 la supe lara. Dato che) = On at pao Sre che (s1.10) 0,0,-1) 5S, (00.1) 8s, sia, per la defnizione ol integrated supertcle [20+ [2© [tao (stn) " 2+ ffesseieae | ait Alora, dalla (1.7. segue ost Mk ‘Analogament si prova che sun) |f[astras= [veae, isu I [Esstyac= frst CConfontndo le ulin uguaglianze con a (SI. (5.6), si otiene lates « ‘Assegnato un dominio D connesso e regolare del piano, si definisce superficie regolare on bordo un'spplicazione @: D+ R, che siaarestizione aD di una applicazione di classe CC in un apertoA > D, verifieante le seguenti condizioni: © @2 inietiva in D; (i) ta matice jacobiana Dau») ha rango 2 per ogni (u,») €D. ‘Una superficie con bordo 2 ovviamente una superficie regolare, L’immagine della frontiera D del dominio D & una curva regolae a tratisulsostegno S della superficie, deta bordo della superficie edenotata con aS. ‘Ad ogni rappresentazione parametica @ della superficie con bordo S & associat il eampo ei versori normal defnito dalla (499). Diremo che tale campo & l'orientamento della perficie indoto dalla rappresentazione @. Per quanto osservato nel paragrafo precedente, & cvidente che una qualunque alta rappresentazione paramettica equivaleate di S induce sulla ‘superficie olo stesso orientamento indato da 9 o I orentamento appost, 2 Capito 6 Fissata una rappresentazione paraetica g: DR? di , sin: [ab] + Runa curva regolae a wat di eosegno DD. Se i so Verso peso di percorrenza coincide con Voren- Tens posit della frontere del dominio D, alloradiciamo che lscurva 921: [2,6] —» R° saad postvoment il ordo 3 dela supercie.Indcheremo tale rientamento con 3°S ¢ Tere eeno ad com come slorentamento paste def bordorlaivo all rappresentazione Daramctica 9 considera. Sia f: D +38 una farione oi classe C! nel domino regolare D del piavo. La superficie cae siana gf.) = (e9fC,3)). al vara dh (xy) in D2 una spertici regoare con ted. Nella figura G18 sonn eppeseitali Toriertamento deli superficie e quell psitivo del berdo determina dla ppresentaione parametric. ews rio ce = (FB, 8) £18 hg eis te 8 ap copa 296 228 36-28 (GRE-B2-¥) FORMULA DI STOKES — Sia @: D -> B® una superficie regolare con bordo e sia 1A» Bn campo vertoriale di classe C' in un aperto AC B® contenente il sostegno ‘Sella superficie. Stha allora (sis) oss foostwdo= [ idceray +t, i ts dove (F;,FF3) sono le component del campo F,v 2 il campo normale a $ ¢ il Gordo 3*S 2 orientate nel verso pasitive corrispondente all‘orientamento della superficie S. Sepehteimegra l spe he specie se eo tinted rete iano chen imple tr cna 113 nl oe cre ee cee bere . “ “ vig Stes id ithe a cits nang F site don capo inte a son ma prc ofan as eae sng erie Esemplo 2. Siag la superficie con ber i quasi (116) yout con (49) € D = {a2 +1? < 1} (i letiore veri che tale superce appresenta ; » tale superficie appreseata una porcine Uulzzand a fommia di Stokes calcio (s1.17) [ Pederydy~yede Into con Fit campo veined comment (2s) sulla oc = 65119 megalenihistoe 2,0 qin pera oH fee? wan seo? aunave 1119) Aw Pineal in (51.1 riducea 2f [02+ PV e—«)- Ww nA [tem (=H), Blayy) = 20 eu) (51.20) cAPITOLO7 FUNZIONI IMPLICITE ‘52. Introduzione alle funzion! implicte {In Analisi o in Geometria,’equazione di una curva piana si presenta spesso sotto la forma (2.1) Flxy) =0, on F funzione reale definita in un sotoinsieme di R2. Ad esempio, Mequazione di una parabola con vertice nell rigine si serve (522) yoat oppure (23) xa=0 '8seconda che il suo asse di simmetriacoincida con I'asse delle x0 con quello dele. Osservando le figure 7.1 © 7.2, in cui supponiame a > 0, si nota subito una dfferenza tra le due parabole. Nel caso della figura 7.1, d égai r € R cortisponde un unico y € tale che sia soddisfatta Fequazione (524) Fisy at if te (52.4) definiscey in funcione dix, cio determina un unica funzione y = f(x) tale che (523) Fis,f)) =0 veer, Ja funzione f(x) = ax? Invece ne caso della igure 72, equazione (2.6) F(xy)=x-a' =0 non determina univocemente y in funzione dix. Precisamente, per x < 0 essa non ammete alcuna soluzion y, ne ha una sola (y = 0) per x=0 ene ha duc y1.€ 2 per x > 0. M6 Figura7.1 Figura 72 Txavi.imponendodell restos ivr le variahilxe yl accorgiamocte ache Yequione (S20 © ata a ndvidure uncon dela varie x nf, conser un panto (20,0) # (0,0) tale che F(xo, yo) =e, preso un opportuno intomno = (10~8,x0 +8) di x9, per x € / l'equazione x— ay" = 0 nell'incognita y ha esattamente due soluzioni 9 [ins dese vee deeminat una sls impoiano ad appaenere Mion intoreatclentemest isto Go 0,90-+0) do (ura) Rgura73 In alte parole, limitandoci a considerare l'inieme delle coppie (x,)) verifcant la = luzione x ~ ay? = 0 contenute nel rettangolo (x9 ~5,x0-+8) x (yo~ 0,90 +6). toviamo che sso coincide con il grafco di una funzione y= f(2). ‘aco! incite 261 Seinvece pariamo dal panto (2,90) = (0,0),che anche soda conizione Fo, Y0) ©, non spud determinarealeun rettangolo di eno (20,»p) nel quale Iequazione (52.8) n- vii uncon’ dla variable « ae senso specfet, In generale, se F = F (x,y) & una fantone realedefnita in un sodoinsieme A di B2, considera equazone (027) Fe) aad un valore dix potranno corrispondere uno o pit valori (0 nessun valore) diy, in modo che sussista la (52.7). Ha imeresse percid stabil soto quali condizion i (52.7 esprime y in funzione dix y= f(2), almeno per ceri valor delle vaiabi ‘Se esistono due sotoinsiemi Je J di Rai che per ogni x € 1 vie un unico y €J per eu vale la (527) allora si dice che l'equazione (52.7) defnise implicitamente una funzione da Tvers0J, (4) tale Fonzione, che viene deta funzione implicta si ha Ingicata con (28) Ff) =0, weed. Beemplo. Sia (29) FaylaP ay tay a? Leguaione (52.7) defnisce implicitamente u'unicsfurzione fy definita wel interallo fy = (—=, =) Ina, sex < —V3,lafnzine y€ R + F(x,y)&sretamente crescent (i etre esepa lt erica et inl isla (210) sli Fes) == [Ne segue allera che, per ogni x < ~/3, existe un unico valrey in funzione di, cl® y= f(x), tale che F(x. fil) ‘Aalogamente prove ce equine (2:7 denice implicate un nica fazone fn in terllo f= [V3-++)- In entanb cas le flo fe fy Sono pefetamente deteninate dala ‘condizione di soddisfare l'equazione F(,y) rispettivamente per x € fh € per x€ fp. Si noti che, a ede Slut’ = Oe = Seche FequsoneF(l,y)=Ohale tesla! “Vien =1+v2 ‘53, 11 teorema del Dini per funzion! impliite di una variablle 1M seguente teorema forisce delle condizion soto le quali 'equazione F'(x,)) = Oces- in fanzione dix per certi valor delle vaiabil xy 2 Cepiolo? ‘TEOREMA DEL DINI. — Sia F(x,y) una funcione di classe C! in un aperto A di Se (20,90) 2 un punto di A nel quae risula (53.1) Flvayo)=0 © Fix») #0, Alora esistono numeri positivi8 ec tli che equazione (532) Flay) =0 definisceimplicitamente un unica funzione (533) £3 (08,2048) + (9-00 +0), ioe una funcione tale che (3.4) Flix) =0, epercu risulta fl) = yo. Inolve f& derivable nell intervallo (x) ~8,x9+ 8) € si ha Yee (83048) (535) Vee (198,20 +8). Se poi (xy) 8 classe C nell aperto A, per qualche k € B.allora anche a fancione inplictaf 2 dclasse Cn (x9~8,29 +8) 1 figura 74 viene data un'inerpretazone geometics del teorema del Dini, che, in sostanzafferma che se Fy(x0 0) #0, allo esite un retangoo pert (536) R= (19-848) x (0-6,90+0) tile che Minsieme dei punt (x,x) €R per cui Fs) = Ocoineide con il grafico di una fun Zone y= fx) di classe C!.” Naturalmente, la retta“vericale” di equazione x = x0 pub imersecare Iinsieme degli zeri di F, cit Vinseme Z = {(x,3) € A: F(s,y) = 0}. anche in pit puns, Dimostrazion: per isare le de, supponismo che risutiF(x0,) > 0. Perlacontinuta 4iF;(s,)),essteun numero postivo tale che (3) Ass) > 0, perogni punto (x,)) €A verificante le condizioni (338) b-ul0 Pel teorema di permanenza el sgno,applicato alle funzioni F(x, .0 -0), Flee +0) xn rte ge yn een 9-0 Fase 4) (53:10) Fls%o-0)<0, F(syp+0)>0, er ogni x € (x0 — 820+). Petnt, per ogni xaitale intervalo, a funzione della variable erearctaa, perog wervallo, la funzione della variabil (3.1) y> Fly) 8 suretamente crescents epee (3.10), assume valid segno. iesremi dell'in- tevalojyou+ Al gait st wrena sh ieee ne 8:10 8) esate un unico y € (y»=6.39 +) tle che F (x,y) =0. Econ proven Feaseeca avunieafunzion implica y = #3), deina in (xy 8,x9+ 8). 2 valor compe ia (00—6,90-+0). Per costuzione rita fie) yo Provlamo ora che f& derivable in {x9 8,19 + 8). Fssati xe hz O tli che xe x-+h spparengono a imtervallo (29 ~8,49+8),applicandol teorema di Ligrangealla hacions 80) = Fle 4 th f(s) +0(f(e-+8)—flx)). con €[D1}.Si ha, peril eoreme di derierions lle fanzioni compost visto nel paragrao 1, 0 =Flxth,fleth)) —Flx fla) = AEMA+ REMI +h) —S()], ‘ove (En) un punto interno a egmento di estemi x(x) € (e+, fle) (3.12) 70 Capholo? Dalle (53.7) € (53.8) segue allora che F,(G,n) #0. pertanto, per la (5312), si ha (3. Lee) — pty) = MUG Sieh, FGM Jove L831 main deta furzone (Fe 534 sy) - Hie eed (9) Gs) nel retangolochiuso & = {(,9}: tol $0519 yol $ 0} Dalla (53.13). facendotendere ha sero, segue a continua f. Usilizzando nuovamente 1a (53.12) si ba dunque 5G, dove 8 compreso faxrex+hen fra lx) fle-+h) Poiché, per la continua di f isulta (53.16) im (En) = (33.15) fia)) pasando al limite nela (53.15) pe h che tende a 2eo, si tiene la (535) dato che F& una funzione di classe C alla (53.3). per la continu di fe dei derivate pail prime di F, segue subito che (9) Ecomtina in (49 ~B.10-+8)e quindi che f& di classe C" Inne, se F ® di classe C* per qualche &> 1, si ragiona per induzione. Supponiama dung provatala esi per k~ 1+ Se F& di clase CF & anche di classe Cpr pots ii induzione f& di classe C"_ Pera i secondo memo della ($3.5) una funzione di classe CT: quindi "EC, cok fi classe C ‘Senel teorema de Dini sosituiamol'iptesi che F(x, 0) #0,con lipotesi che F(x0, 0) + allora'equazione F (x,y) = 0 defiisceimplictamente una Funzione x = g() in un i tomo di yp. In questo caso, 'insieme Z = {(x,)) € A: F(x,y) = O} degli zeri di F &, in un intorno del punto (0,90), grafico eartcsiano di base un intervallodellass y semplo 1. Pe opi (2) €R? sa Flx3) 2+ 92~ 1, Se (ayy) Eun po dell cconfeza Tedtequaciene += Ie seis 9 €(~1, allay aia ence F2,%) = 20 2 (0 Perano er ltea del Din, exist un inrmo renangolare Rd pamo (2, )) te che 2 coincide con gio dum fname contin 0), detinta per x€ (ay Bay+8) can 8 > 0 cyperur. Se mece 19 1. © quid yo =, nists F(0) =O ein queto caso non sp applica i ‘epera del Din. Sia per (0) =2 4 De qd, perl ecremt det Din nan etc eagle Fi (1,0), exincdecon il gra ua ison ein) defini nemo y= (8 ves figura 75). Esempo 2. Sia Fr, (ain F000 2 Nelorgine sn (0.0) = 50,0) =0 Pain’ inplicte Figura 7s ep ml om pea et ee Safa rar Da apie ons tt. Rt ne meme cceermence Torniamo al enunciato del teorema del Dini esi f a funzione continua an Dolan en fi ima definita implici- I letore ara notao come la dimostrazione della derivabilith di f e quindi della (53.5) {etied un cer sfrzo, Oservimo, px, che, se 8 supponef derivable, a (53.5) tiene Inf, se /& derivable, dalla relazione (s3.18) Fossa) Wee (20 ~8,0048), segue, detivando rspeto a, (3.19) le JQ) + Fle fla) (@) =O. ce quindi, se F, #0, (s320) =F) Base) eeaemanatal) scwpio 3. Fisso r> 0, Fequzione (320 Fey) ty" Seay =0 "open un iv pia deta ln” Canes (gun 7.6). La cara pss yr origin ‘eato F(00) =0. Raut ance ce (0,0) = F(0,0)=0, Pena warns 8 Dever Copito7 m Figura 76 a feoe " 0.0), Quand nese agen (53.21 defi nplictne J Eye sreanenanbt emi delhi Fs) (azy 30-437)'—39 ra (5323) = r23£0. Siosserv che nil pant formula ce espine yn fnsone dix pc il — 240. Si ny (9) della cura (53.21) prea risa? ~ re = 03000 (0,0) (22,24), Siosert nae che la (5523) wequazionedifereazile del pmo ore. 54. Conseguenze del eorema del Dini Sia F di classe C! nel’ aperto A C R? e consderiamo linsieme Z degli zea F (541) (ey) €A: Fly) = 0} non nor (0) 2 un po Zin cu tram F non oi "ite Zcunccom Il sxegn unacuna epi eplar ta ung Intl pont ba oqissone (542) F,(60,90) (20) +5 (00,90)09—30) = ti, se ad esempio F,(x0,)0) # 0, per il teorema de! Dini inslome Z cotncide, inun inning (yp) cal gaol ona ines /) caw Cle ef) =) ele cui deriva in 2p & data, pera (53.5) da lso,¥0) 30) (513) Sa) Poin inpte Ea ‘La ($4.2) segue allora dal fatto che la vangente al grafico di fhe equazione (344) Y=w0+ S (00) (— 20 Alla (54.2) si perviene anche supponendo che F(x) #0. In tl caso Z coincide, in un {tormo di (0,Y0). con il grafico di una funzioneg(y) di classe C" per la quale sha Float") (s43) #0) =F in Yeqtsione dela et tangent al prafcodg nel punto 8 (346) +400) — 90) =20~ FEM yy) da cui di nuovo (54.2, Un punto (20,30) € 2s dice un punto regolare del nsieme Z degli zeri di F se DFs0.0) #0; mente, se risulta DF(xo,y0) =0, il punto si dice singolare. Nll'intorno di un punto regolare Iinseme Z 8 grafico di una funzione; invece, dall'e- ‘sempio 2 del paragrafo $3, evidente che neli'intomo di un suo punto singolare Z non & necessariamente una curva semplice. Perna disexssione pi dettagliata dei punt sngolari ‘imandiamo all'sppendice di questo capitolo(paragrafo 6). Supponiamo ore che ls funzione F(x,y) verifchi in (x0,¥0) le ipotesi del teorema det Dini F (30) = 0. Fy(20,90) # Oe che f(x) sia definite implicitamente da F(x.) =O in un imtomo Idi xo, cio’ che (s47) Fis fla) =0, wer Supponiamoche F sia di classe C2(A) Dalida (549) =~ FELD, wer, derivand enrambii membrioteniamo (so) pte) = act Fn Di at SE Oop deci, sostiuendo "con il secondo metro della 54.8), riceviamo (64:10) I (0) = — EE oi + Eyl EP veel, (BF oveledeivate przial i F sono ealeoate in (x, /()). Ricondando che condizione sufficient anche sa di massimo (ispetivamente di sinime) relativo per J & che f'n) =0, cict F(x 90) = 0, e ce J" (a) <0 (ispetivn. sent (40) > 0), pssiamo affermare hese (2 )n)® selUione del stoma { F(xy)=0 Fly) =0 (54.11) m Copile7 ced inole sult Flo, (Cae) Flsa,o0) >0, —(rispetivamente < 0), allora29 un punto di massimo relaiv (rispetivamente minimo relativo) pet dlls (5410) si reava se rsulta F(x, 90 _Falzo.ye) F(a, 30) (34.13) S20) [Bsemplo 1 Nell'esemplo 3 del puragrao precedente sbbamo oservat che equine (s418) Fin) P47 44y—37 =0, definisce implctamente n'a fanzine f (=, —V3] +R. In, sex-< —V3, rita Fx) > Oper opi y €R. Deterinio | punt dl masimo e al minimo revo pet feisoved i sistema (6411), ce nel esto cas dveta { Pay ery—37=0 (sas) at hy Figura 77 La seconds equarione ha sohzion x= Oe x = ~2y/3, La pima slusone va santa perch f ® defn perx <-—V3, mene, iserndo la seconda sluzone nella prima equazioe i (4.15, si Pool pli ns tiene = 4/31, 9 = fn) = 81/21, ein coipnte 4) =0, Ene a 0-424 tin = : sponds 4) =0, Fasano Py 002 sae) tr) = Fee) 2p. Pe0)=— Bison) ~ Bice > uno un punto di minim relat per f(s). La figura 77 evdenia I punto di minim ‘elativ, al coordinate (x30) con x9 = ~2¢2 0. ed un'unica funcione continua z = f(x,y) vi definita, con valor in (y9~0,90+ sigma), tale che f{x9,y0) = z0 Vouy) € (53) Fnnfley) = Iholtre F anmmete in I derivate parcial prime continue date dalle formule af Alene af 54) So -Resrem: Reempio 1. Sia Fs, precedente equazione F(s,9.2) suka (1,0) =0. Dalla 334) (35) FLO) =2, — fi(1,0)=0. senda anche F(1,0,0) = ~2 0, Pequaion F(s, 2) = O denise implicitamente in un ia- ‘torn (0,0) un nia Fanzone x= (2) pe lage sia (0,0) =I In base al precedente eorema ‘el Di per unzion cl due varabil, 1 derivate pari della funlone gvalgono ato (536) (0,0 ‘Si ostervi che ag spud peralto espliitare, essed (337) Filo! impr on ‘nun ixoro di (0,0). Ine si noi che F(0,0,0)= 0 « che Pequsione F(x,\2)=0 pon determina ‘nivocamentinsleun intro del puto (1,0) una fusione y = hs) pe cls abia (0) 0. Sia F(x,y.2) una funzione di classe C'ellaperto A di RD. Indichiamo con Z Visieme eg zed F, i (55.8) Z={(my2) EA: Pley2) =O}; (&y.2) & um punto di Z in eui DF (x0,»0.9) #0, con lo stesto ragionsment fatto net _paragrafo precedente si prova fucilmente che, in un intorno del punto (xp,9,20), Z coincide ‘on una superficie regoare il cui piano tangentenel punto ha equazione (55.9) Falxosyo.20) (2 — 30) + Fy(20,90420)(9 ~ 0) + Fel0,30,20}(2~ 29) =0 Anche per funzioni z = f(x,y) definite implictamente ds equazioni det tipo (55.1) si ‘pone il problema dell ricerca di massim relat. In proposito ci limitiamd ad eaunciar i seguente ‘TEOREMA. — Sia F verifcante le ipotesi del teorema precedente e supponiamo che, oltre ale (55.2) sussistano le (55.10) Fi(t0,y0,20) = 0, F(x0,90420) Alloa (20,9) & intemal dominio dfx, 1°) ilpunto (c,30)& di massino reli per2 = (x,y) sin (x,y) sha Fx Fy (55.11) >0, BFix>0 Fx Fy meee it punto (soe) & di minino relative per z= flxy) s€ in ray,c0) sf (55.12) 2) Ht punto (3030) mom & né di massino me d minimo rea sein (0,20) Fa Fry (55.13) <0. Fr Fy Esemplo 2 Considertaquazione (5514) Flay) =e-2-2- 2-120, ericiamo che ess definisce implictamente una fnsioe : = f(y) te che f(0,0) =O dotata dt rminimorelavo i 0,0). Ifa i sistem Flxy2)=0 (6515) Lequarione data defnice pid Sie ammete urea sluione x= 0,y = 0,20 risa (0,0 {nun jotoro del puro (0,0) unenicsfunzione implica 2 x,y) tale che f(0,0) (516) Fax quindt | [2 (5519) 450 fy | fo entre FFix = ~2 <0. Dal eorema precedente segue 'sserto, CConcludiame il paragrafo con 'enunciato generale del TTEOREMA DEL DINI PER FUNZIONI IMPLICITE DI PIU VARIABILI. — Siano x= (s1oM,-o0fe) CRS, ¥ ER sia Fyy) = Flak fy) ana fa Zione continua insieme alla sua derivata parziale F, nell'aperto A di RE". Se (4,90) = (1 44-+-200,90) um punto di Ain cud + F200) £0, (58.18) F(s0,y0) = allora esistono 8,6 > 0 ed un'unica fuacione f : Is0) + (90 ~ 6.3040), dove 120) 2 intrno sferico di centro xy e ragaio 8, ai che 7 Vee K(x0) (55.19) FlxfG) = Inolire f(x) 2 continua e f(za) = 30. Se poi F & di classe C! anche f lo 2 e, per ognix €20), af gy = Falttle . (6520) #o--Pee. Vie 12, Se infne F 2 di classe C¥(A) per qualche KEN allora f € C*(Isx)) Foote ms 56. Il teorema de! Dini peri sistem ‘Consideriamo un sistema di due equazioni nelle quattro incogeite 3,94, { Flyuy) =0 Glen) = (36.1) ¢ supponiamo che la prima equazione definisc implicitamente win funzione dix,y ev. Rap- presentamo tale funzione nella forma (56.2) = hiv) ¢ sostitiamo questa espressione di nella seconda equazione. In al modo si ottiene un'eque- ione nell sole variaili x,y,» (563) H(sxv) = Gls y,h(x,9,4),¥) = 0. Supponendoche tle equezionedefiniscsimplicitamente vin funzione dixe , (66.4) vaste), sostiwendo tale espressione div nella (56.2), si perviene ad una fonzione dix y della forma (565) Flex) = hays») Indefinitiva, almeno formalment,abbiamoricavato dal sistema (56.1) funzione di x,y mediante le (56:4), (56.5). Tenuto conto di tal relazion assume la forma Flay flsyhelsy)) =0 (566) Gle9. fle») 8(4,9)) = 0 In analogia con il caso delle equazion, si dirk che le funzioni u = f(x,y) © v =e(,9) sono definite impliciamente dal sistema (56.1). ‘Sapponendo di poterderivare parzialmenterspetio axle equazion in (56.6), si ottengono Te relazioni (56.2) {inrtecs Get Gule+ Gte = 0 che cosituiscono un sistema lieare alle incognite fy © ge. Supponendo che i determinante ‘dei coefficient FuGy ~ FsGy sia dverso da ze0, la egola di Cramer fornisce le expression! AR Gs Gy (56.8) fae GG, ral Copitlo7 ‘Analogamente si otengono le espressoni dif, ey [Nel corso delle consderazioni precedeati non ci siamo preoccupat di controlar la pos- sibilta di eseguire i passaggi che ci hanno condoto alle (56.6) e alle (56:8), ma abbiamo proceduto formalment, in analogia con il teorema del Dini per le equazioni. Diamo ors un teorema che precisa le ipotesi soto le quali passagel sopra eseguii sono leit. Si tata di tna notevole estensione de! teorema del Di al caso di sistemi pid equazion, del tipo Ailsa oS YL ID PQ oe IIIB IA) (56.9) Fr ay VL IBN Per sempliicare le notazioni, pono (56.10) eee ‘ed indichiamo con (,y) il puntodi Re** (56.11) (59) = (yaa otnnyt IRIN) = ‘Se A & un aperto di RY**, indichiamo con F = F(x,y) l'applicazione di A in I, di ccomponenti F(x,)), Fa(,y),-.-» Fala), definite per (x,y) € A ed valori reali. In tal modo isitema (6:9) viene ad assuiere fa forma ($6.12) Flsy) ‘ove con 0, con le usuali notazioni, indichiamo il vettore nullo di R*. ‘Sia g AC RY + RY un'applicazione definita nell’ aperto A di R", a valori in RY. In- dichiamo cong), 2-eh le component cio le funzionig):A— Ryi= 1,2, hal ote (66.13) (2) =(e1(3)o82(0)s---s8400)) Wea Se tate le funzionig; sono dott di derivate paziali prime in A, col simbolo Alsi gzs.n8) « (36.14) Mee A, siindica la matrice Fe) Bann BLO 920) ee... 3) (66.15) , See) BQ... BB) Fano pice ma che viene deta matrice Jacobiana di g in x. Se A= nil determinant di tale matice& deto determinante Jacobiano (o pit semplicemente jacobiana) di gin x ‘TEOREMA DEL DINI PER I SISTEMI — Siano A wn aperto di RY ¢ F-= F(x,)) 1un’applicazione di Ain R di classe C*, Sia (xa, ya) un punto di A tle che (66.16) Flayo)=0, 6 (9A 00) 40 Alora existono wn intorn seco I dy, wx intomo sevice Jd ed un unca Sunzione f 1 CR! + ICR" tale che f(x) =ye » (66.17) Flx,fo) =0, wer Inolie f& di classe Ce, per ogni x € 1 la matrice jacoblana di f = (fis faye) nx 2 ata de Sake = RAB] ir Hef Ps) (66.18) ‘Sia F = (Fi(x,y.2), Fa(s3,2)) una forzione diclasse C! nell'sperto A di R°. Sia (o,y0,20) um punto di A in cui risulti (Py) =O wle che i determinant jacobisni Jade Bn), had GBin, b= (56.19) ‘on siano tutte tre nul Indicando.con Z'insieme degli zeri di F (56.20) 2={(xy2) €A: Flay2)=0), in un intomo di Py Vinsieme Z coincide con una curva regolare © semplice I, la cui seta tangente in Fy parallela al vetore di component yy ‘Supponiamo inf, per fssae Ie idee, che rsuli J, #0. Alloa, peril teorema del Dini peri sistemi, sopra enunciato, in un intorno di Fy Vinsieme Z coincide con il grafico di una funzione f(x) di classe C!, definita in un intoeno (~)—8,39 +8) dix, avalori in R2, Pertanto Z coincide con il sostegno della curva regolare P, diequaaioni paremetiche (x, f(s), (2), Ey ‘con x€ (x9 ~ 5,29 +8) = I. Poiché per ogni x€ 1 risuta FG fil Ale)) =0 (56.21) 7 veel, FG fi) fel) derivado sspeno ax ottiene i sistema inearein ff 26 28 p28 i+ Bp s Big =o BB Bana che risolto, fornisce in particolare per x = xp, ricordando che f(x) = yo, fa(%a) = 20. fio) = acid segue ce, in on inten di curva defini implicitamente dl qoazione Fears) 0, he verre tangent palo UJ) etre vei inte ce Ia conliione che (J.J) sa verso dl estore hlio epi fat che 8 loesimente imersezione delle due superticiregotari di equazioni Fi(x3,2) = 0 € Fals,¥2) = Pian tangent a tall superic! lango T sono dist (66.22) ($623) fies) =F Bxempio Lt sistena { Rls) =Pty+2—2=0 Alun’) =P ty?—2 2-0 2 stato per 0, Verfciamo he 1) isitema deface ye come fuzo implicit xn un tomo del pao 1 leet per = 0 dal fanzioni y= f(t) €2= fale) valgno f(0)= be (0) = © IncurvaregoareesemplceT dein da (624 a, el pant alvetore (-2,=1,1) Inf 2) efuzion Fi ¢F sono cotiusinsleme alle oe deviate pari rime Ban, Hay, B. 4 (0,11) tmget parla (5625) Baan, Bey, Bow Lopctine BB ax 529 | we pl ly ‘aio inplicte 0 ‘leat el punto y= (0, 1,1 vale 8, quin al teres del Dini per sistem segue cet sstma ($6.24) denice in un intrn dl punto x =0, de funconl y= f(x) e¢~ fas) continue dea ‘he, per x= 0, asumono entmbe i valor | ) Ledeivte lf € ft eavano dl sistema {® Hig Fig no (627) Bt Bar Bano chen nos eto diene yh 2h saan {= Df +22fh=0 2-242 ff 24, =0 ikea sto mio = Le 4 ©) Caloinmo determinant JJ, Js dein dalla (3619) 22 200 ($629) A 02 1A 22 2 22 4, Per guano sopra assert, im un itarno (0,11) le (6-24) RY una funzione di classe C'(A) ¢ x9 € A. Supponiamo che il determinante jacobiano sia non nullo in xo; ee nn Afi ay 40 Alora esistono un intomo aperto I di x0 ed wn intorno aperto J di f(a) ‘ali che Jit 4 @ imei eta farione inera $1: 1 edi classe Cole, per oan YE J, risulta or a Aya Mie] Siosservi che, nelle ipotesi precedent, si pud solo affermare che esiste un intorno Ji vo = (40), ogni punto del quale @ Vimmagine di un unico punto di A, appartenente ad un ‘pportuno intomo dig. Cid non esclude che yp ed ale punt iJ possano essere immagine anche di altri punt dA non apparenenti ad Bsempio 1. Sia A CR la corona circolare ape delimit dalle ciconfrence di cent Morigine © raggi Le lob (519) Mep)eR Le 2 4st <9), Sia F659) €A— (us) © RE a fnelone dint da (5110) 416.3) = (ols 9) la) = (292,20), Lojncobiano di fe 2 -y (sna x W249"), 2y de (ders da 220 per ogni (1,9) CA. Peril eorema invert locale, f&locaiment ivetile in Pe f non imeribile globalnente in A perch, ad erin, (s112) 12,0) = f-2,0) = (4,0) ‘Si presenta percid naturalmente il problema di ascegnare condizion sulla funzione f affinché sia globalmenteinvertibile in un dominio D ai R'. Un primo rsultato& contenuto nella seguente proposizione, ms cone? PROPOSIZIONE — Sia D un dominio dR esa f:D + RF una cone dilase C nal nero BD. Sapponiame inline che a) 4440, vecb Alora ftrasforma punt intern a Din punt inernia T = f(D). Dimostrazione: Sia» un punto interno a De sia vy = f(x). Per ilteorema di invetbiitd locale, esistono un Intorno aperto/ ¢i xp contenuto in D ed un intorno aperto J di yo tal che f isttuisce una corrispondenza biunivoca tra ¢ J. Poiché J & un aperto contenuto in T= f(D). J &contenutonel'inerno iT. Cid prova ates. Osserviamo che, mentre ad un punto interno a D non pub comispondere un punto di {roi per T = f(D), pud tutavia accadere che ad un punto di frontiera per D corrisponda un punto interno aT. Ad esempio,consdeando la funzionef inrodta ne esermplo precedente (7.14) 659) =(obsy) ¥649)) = (97.20) efits nl semicechio (5715) D=((xy) ERE: PHF <1, 920) Nel qual esis (57.16) T=f(D\= (4p) Rs P42 <1) In paicoare, i punt i D di ascssa ¢ [—1,1) ed onda y= Och Sono content nei fomlera ,comspenion qual dl sscisaw € 0,1) ¢ordnat ¥=0, che seno nea l dominio - ‘Vevers, in accordo con a jroposzine [punt (u,) dela romtera di Tso sfacet equaio- 2 +17 = 1, sono immagine dt punt (xy) ¢ Dil che 2+ y?= 1, apparenent quid ala rntera aap. ‘Supponiamo che f sia i classe C'(D) ¢ verifichi la condizione (117) 402) #0, weed Se f & iveribite in D con invers di classe C! in T = f(D), anche la funzione Inversa fo! TD ha determinantejacobiano diveso da zero all'interno di T, ewasforma quind ‘nt inter’ i input inter! dD. Pal, ainché /: D+ T sia gobaimente invertible & condiione necessria che f srasforni punt di frotera per Din punt di fromtera per T = f(D). Tale condizione&, in ‘i pee = us et sem, anche sufcine,some deduce dl sepueme tel teen 7 . se 3 nd gee szpporeno ceili iain e cnn ule met persona ‘TEOREMA DI INVERTIBILITA GLOBALE. — Signo f : A+ Rt D iano f : A+ RO di clase C! nepero A De A dm nt cela ° (6718) 4a) #0, wed Se f subordina una corispondencabiunivoce fra la frontiera di D e quella dell'mmagine 7 5 JO) allora anche T 8 un dominio initato e connessoe f 2 (globaimente) iver tibile in D. ‘58 Masini e minima vincolati in due dimensioni. Moltipicator i Lagrange Sat? Fl69) ¢ FU) de funzon dot derivate parca continue in un apenoA di ae xn (Eeen)'s(in)'>0,veaneac Sryno et senee ed (58.2) Z={(x,y) €A: Flx,y) = 0} {ste wot ppmiao dae ann rai deg ven pnt mass ‘€minimodi f nell’ insieme Z. ms “ sa pen Siamo in presen dn problema erent condionat (9 vineolat nga variabill da cul dipende la funzione f non sono indipendenti, ma ke la condi F (x,y) =0, detta anche vincolo. Nh malegte Gal condone Un primo caso che pud presentars quello In cul insieme Z@ il sstegno di una curve regolare semplice : [6] ~+A, di equazion!paramettiche * =H) 83) tela, oe : cen Intalio i problema determine ese fv Q 182 vi conta « vel deminer gi caen dla fnsone ana abies " (58.4) AO =flte).») 160.2). Suppl che fo € (8 sia un punto di masimo ( minimo) relive per (0 Alora dowra ese) =O perc, pat (x9) = Ge) 9) sadn (585) Lilso yo) (a) + Syl,0)9"(o) =0, on Copinle7 relazione che, con le notazioni dei capitol 2e 4, srservericorrendo al prodotto sealare dei vestori grdiente Df = (fn.fy) 1° = (2.9")e 36) (Of to,n)-¥'))=0 CGeometicament, tal relaioneinplia che, in coispondenza di un punto (10%) = {ato}, y(0)) i massimo (0 di esinimo) rlativo per f(x,y), com to € (a,b), il gradient di f ‘deve essere ortogonae alla curva. semplo 1. Calcoliamo il massimo per s,y > O della foszine (87) sealany sexo la condone P+)? = 1. Posto F(s.y) =? +97 — |, Vinsieme degl eri dl F 2 i exchio ‘ita che parameuizziamo soto la forma (ss) (aa seta) i ign 710 beso emi isin ese (a snsenscn = , sf Sve sbito ce t= #/4 61 = (5/4 son |p main asiluo e che = (3/46 = ‘ono pnt hin esoto, Peat il masine f(s), vnc dlla condone Fs) = 0, iene ragiut er (69) = £(V2/2, 0/2). Io igi 710, ier alla cironteena ita, sn represent alcune uve ivelo dea facie lt ipl equacone xy = KS nce el punto P = (V2/2,/3/2) la cava Pano impicie 20 lvellopassnte per P, cio Viperbole di equaione xy = 1/2, & tangete ala cvconferenza unitari ‘Conformemente a quanto gi servo, vere gradients dh f el veaore graeme dF che sono ‘normal Palla ciconfreraaunitariae ala ipebole, sono parle fra koro. Faceiamo qualche ulteriore considerazione sul’esempio |, ignorando volutamente la ci ‘costanza favorevole di pote eliminare una variable. Mil valote massimo dif sulacirconferenza di equazione F(x,y) =? +y?—1=0. Consideriamo le due curve di equizioni f(x,y) = Me F(x,y) = 0: esse si intersecano rel punto (x,3p)- Per ogni € > 0 la curva f(x,y) = M-+e non interseea C. Cid implica che, in (Jo,3p) 0.M & un massimo relativo di f,considerataglobalmente su Re quindi che Df(%o,y0) = 0, oppure che le tangent alle curve f(x,y) = Me C sono parallele. Infati, se queste non fossero parallele, a patite da (r9,y0). percorrendo C in uno dei due vers, si twoverebbe un’intesezione con una curva f(x,)) = Mf —e,(€ > 0); pereorrendola nel verso ‘opposto i troverebbe un’intersezione con una curva f(x,9) =M-+8,(6 > 0). Inquestocaso Df xo,y0)satebbe paralleloa DF (0,90) € cio’. per un 2 #0 (58.10) Dfls090) = ADF (19,90) Poiché equazione contemplata nel primocaso, Df(x0,y0) = 08 uncaso particolare della (58.10) per = 0, si pervene in ogni cato al sistema dire equazioni sulle tre incognite x,y, Hoe sa.) aie Flex) =0 [Nel nostro esempio tale sistema diviene yom (58.12) x= 2hy Payee dheaiseze bin = x= 9 = dam ce shane gp. >not congue pontous Bvadine teas po peta ce sem: Z, dno dt (2) seo rar to Eby orecheeqaime liso) =o pa sa ats sta soe alcatel ta CO font Se ned mom epomed 2 Sean) on ponregeeda (58.13) Fxsoyo) £0, oppure Fy (00,90) #0, 0 Capito? «© quindi Mequazione F(x,y) = 0 definsce lcalmente una funzione implicita x= g(9) 0 ‘und funaione implicta y = h(x), eon la condizione x0 = g()o) 0, rspetvemente, con la condizione yo = h(x). In tal modo, i pont di Z contenu in un opportuno intoro di (20,90) sono quelli del grafico dig (in un intomo diy) o, rispetivamente quelli del grafico di hin ‘un intomo dix). ‘Supponiamo, per fissare le idee, che rs F,20,90) #0, che la funzione implicita _y =h(x),eche x sia un estremo relativo della funcione (814) £9 Flsshia)) Alora in x @ nla derivata prima (58.15) Set Bi! Dalla ($3.23) si otien 'espressione dela derivata in ermini della funzione F (58.16) per cul, sosttuendo nella (58.15), (8.17) (38.18) Si pod in definitva server il sistema ia.x,0,ho, Se-hak = (58.19) Shek; ° In alte parole, i punti di massimo o di minimo della funzione f(x,y, con il vineolo F (x.y) =0, sono pumi crit (cioé punt in cui si anaulla il gradient), perl funzione i te variably. (58.20) H(sysh) = S59) - AF (ay) La varisbileindicata con 2 prende il nome di moliplicatore di Lagrange e metodo di Lagrange si chiama quello desertto, consistente net rsolvereil sistema (58.19) perl cerca eventual estemi di f(x,y), soto condzione F(,y) =0. Precisamente siano f(t,)) ¢ F(x») funzioni reali continue con le loro derivate pazial ‘rime nell'sperto A di RP evalga la (58.1). Sia Z insieme (5821) Zo ={(%y) EA: Flxy) =0} Fumio impicie a Diremo che f ha un massimo relaivo vincolato (con vincolo dato dallequazioneF (x,y) = 0) nel punto (20,99) € Zp se esist un itomo adi tale punto, tale che per oni (,3) € Za lo sist (58.22) S059) < Fle090) ‘Analogamente si definsce un minino relative vincolat. Nelle ipotesi precedenti,abbiamo dimostrato il ‘TEOREMA DEI MOLTIPLICATORI DI LAGRANGE (IN DUE DIMENSIOND).— Se (0,30) € Zo &um punto di massimo (0 di minimo) relative vincolato per f, alloraesiste eRe che { ali0,»)—AFe(00,30) = 0 (58.23) Sp (20,9)— AF, (20,90) =0 [sempo 2 Consideraa la forma quads In dv vara eal 824) Ses)=a2+2bo bey? 6 proponiano di deerminwe i minin ei masino di fate a condone (5825) Floy)=etye—1=0 Efei-aZert-y=0 (826) : Brea Qiesr— che siducono a (Rethy=0 az { be+(e—Ay=0 Alin veifchino te (58.27) ¢ i (58.25), la quale comportache xy pons annitno con- ‘enporaneanente, core che ssema onogene (58.27 abbia determinate dll matice del oet- ficken malo, ioe &necessario che 2. verifehl oquazione an ob (5828) —(atc)tar—# 0. bck ‘Se2.2 una solzione dl (58.28, alloramoliplicand la prima della (58.27) per x, ie seconds per ce sommando, si rova (329) a2 4b tot Mtb) =A 22 capilo7 Peranto si conclude che il minimo ed il massimo dif sano ugullispetvamente ll pit picola ed ala pi grande solzione de equarone (58.28), Tratandes di uequazione d secondo Bralo in Teuizione pod esere risok eplicitanene dita che A= (0c)? +40? > 0. Indicando (on < Hera del equazine (8.28), per og (xy) € RE taleche 2-4)? = Fists (5830) By 0, allora esiste 4 € R tale che al30,90 20) ~2F,(20,90,20) = 0 (39.2) ol, 90,20)~ AF (20,90 20) f(20,90,28) “AF (20,9020) = Esempio 1. Determine i puto del piano (393) 42th 0 vente minima detanaa dal punto (3,21) Ta funzione che convene minimizere® (594) Saya) = 3+ 2P +(e 1 sotto vincolo ($9.3). ‘Considerat a fnzione (995) Glsy2)= G-3P +O -2 +(e 1)? Rb ayt 30+) con parame real, egsgliamo zero le se derivate paral rime in (20). Si tiene (96 asthe na2th att. Per detrminare 2, sostiuteme tl valor nea (59.3). Si otene (596) siseava (397) » i consegvence dalla 20 capita? ‘emp 2 Deteriniamo gi ester elidel unalone (59.8) Sleaatteee sn (59.9) (37 +-2P + (e-1P = settee smh en 2 2p —Dlxy —3) =O a ain-2}=0 2 Diz—l) =0 rine qc 0 howto a en can sephnne Byer seequazione (59.9), si otiene 029 aeisyf Steno nel (3.1, pve alee slot (ain. alhen—Fu), (3/9 +3,.2/9+2, 941) primo essendo un panto imino, secondo di massimo, come i verificafaciimente calcolando in esii valor f. (99.13) Per completezza diamo Menunciato di una versione molto generale del teorems di Le range Fissai nh €N, sano f © FFF fnzion’ delle n+ 4 varabil (59.14) Cetin yy 00 9h) = (9) E REX RE ‘definite nell'aperto A di RT ed ivi di classe C!. Sia Z 'insieme dei punt (x,y) €A vetifi- ‘anti le equazioni Fi ats Syn 92-0 98) =O Fae sayy 921-998) =O (9.15) . Fae tag Aaa ami inplicie ms c tae che Ia matric jacobiana delle Fi (910 Eee abbia carateistica h Diremo che fh un massimo relative vincolato (con vincolo dato dalla (39.15) el punto (0,30) di Za 3 esiste wn intorno [adi tale punto tale che, per ogni (x,y) € Zao sisal (59.17) F059) $ F0.90) In modo analogo si definisce un minimo relative vincolato. Nelle ipotesi sopra fate sussste it ‘TEOREMA DEI MOLTIPLICATORIDI LAGRANGE. — Se (x0) € Zo 2 un punto di ‘massimo (od minimo) vincolato perf, con vincolo espresso dal sistema (59.15) se la ‘matrice jacobiana delle F;, i= 1,2...,h in (59.16) ha caratterstcah, alla esistono h ostanthshay-yhy tall che la funcione (9.18) F053) ~aFi (a9) ~MaP59) Baile) abbia in (x, y0) derivate paral tute nll, [Bsemplo 3. Detenninare mssimo ¢ minimo dela fuzione (9.19, foy=Paree sof ondizioni { Filey) = 6-37 + 0-27 +1? -9=0 (920) Alay) =2-2e=0 Si watt di determinae i doe parameni Ap ¢ i valor x3. dlleequazion che si ottengon0 ‘mponendo annular delle derivate parse prime dela fncione . (9921) Oa,y2) =P +92 +P Hy lee-3P + 9-2)? +(e 1P-8]—Bale= 20), ntament alle (59.20). ‘Sittengno col equazoni s-hy(a-3) 43g =0 (992) 26 Coptole7 ‘Addzionand fra oro la prima ea tera epi ilizando la seconds equazone in (59.20, sha facilmene e (9923) Sostnendo ai valor dx, nellaprinaequzione in (5920) sperviene alequzione d secondo ‘nde in’ (928) 3 8h~ earnest se sclzioni 24 =~}, A =f Inameno al lr el 9.25) pine a de pa (925) RH) © 58) et secondo pst vise ragiuio il minim ume a1 esl primo Viet ogi i mssino pl 05, Appendice al Capitolo 7 (60, Punt singolar di una curva plana Sia F :A CR -+ R una funione di classe C* nell'sperto A di BB, Indichiamo con Vinsime dei punt (x,y) del piano defini dll'equazione (@.1) Fey) =0. ‘Supponeado che le derivate partial FF, non si annullinocontemporaneamente in aleun punto di, in base al teorema det Din, per ogni punto (19,99) €T, Finterseione ¢i T con ‘un opportono intorno di (20,30) 8 it grafico rispettoallasse x 0 rspetto all'ase y di una funzione di classe C!. Pertanto T& localmente una curva regolare, di cui equazione (60.1) 2 una rappresentazioneimplicia ‘Abbiamo git mostrato che la eta di equazione (2) Faly0) (820) +F20,90)(9—30) = 2 atangente Pin (20,0). Esprimenco l (602) informa vettrialevilizzando la notazione del vetore gradiente DF = (Fis). pet P= (3), Pb = (x00) con P# Py punto generivo sulla ett tangente sia (3) (DF(%),P-A) =0, Fuion inpticte » per cui il vetore gradiente DF(P) in Fy ® ontogonale alla rettatangente ain Py. La retta pet Pp, parallels in Py al vttore gradinte DF(Py) = (F(P).F(P). che, come deto, & ‘ortegonale alla tangeate si chiama rer normale a Vin Py, ed ha equazione (604) (an, y0)(2~ 20) ~Fa(20.30)(9 90) = ‘Supponiamo ora che sia noa voto 'insieme P, det punt i Pin cui entrambe le derivate parziali di F si annullanoe che F,abbia interno vooto (ad esempio, nl caso in cui I sia Costtuto da un numero finite di punt). Allora -preade ancorail nome di curva diequazione Implicita (60.1); i puati di TT, si dicono puntéregolari (0 semplic) di, mente quelli di TT; si dicono punt singoar. ‘Suppoaiamo inolie che, in un jatorno det punto Ay = (0,90), Ia funzione F sia dota di “derivate prime e seconde continue. Dizemo che Fy = (xo,30) wa punto doppio di Tse ivi si fnnullanoentrambe le derivate prime F,¢ Fy, ma non si anullano tute le derivate seconde Diremo che Py = (to. 2 un punto singolare islato se, ndicato con H il determinante essiano (0, semplicemente, hessiand) (605) Faby-Fb, Fy Fey si ha H(20,30) > 0. In tal caso F ammette in Py ua estremo relative (massimo 0 minimo) proprio ed in un intorno di Py essa assume solo valor positvo solo valrinegatvi Pertanto, fn iatorno di Fp non cade alcun punto di I-diverso da Fy -Esempio 1. Sia un parameto posi, Considriamo la funzone (0) Fy) ata 2 Levine pparien a ince F deze Fp (00) (a2) arene, Fay «indi Torgne on posto single, Levan nl oie wale (ws) H100)=40>0, ¢ uid (0,0) un pn sing pr F. Eset (oo) Flxy)=0 asim), risuta)? =2(x—a) > Operx > a operx=0, Perant i punt di hanno asisa nulla oacissa non ‘insieme T 8 appreseatao nigra 7.12. rinoe io ‘Se H(x,¥0) <0, il punto (2,90) non & né di massimo né di minimo per F. Dato che Fan.) 0. in ogni intr di fy la funzione F assume sia valor posi che valor nega, La forma quadraica comispondente (60.10) F yy) = Bal Po)(x— 20)? + 2F(Po)(x 209-90) + BF) 90)? a i Figura 7.12 ® indefnita. Se Fy() £0, Mequazione (wn) Flay) =0 rappresentale due rite per Py i equazione (60.12) yom=ale—n), y=90= x30), ‘ove ae sono le soluzioni della (60.11) riguardata come equazione di secondo grado nell'inco- anita Oyo) /(x~ 20). ‘Se By(F) = 0, ta (60.11) rappresenta le due rete di equazione Fa(P) 2 Nel caso in esume, con H (19,30) <0, i dice che Py ® un nodo o punto doppio a tangent dstinte, dette tangent nodali (@.13) (e—20) 2, 0 semplo 2. Come nel esempio I, sia (oo) ‘esa vot com a <0. Dalla (609) cava (us) F(x) * y=8/0), VG @ asx<0 (ou 16 { a 2 220 Inqpesto as risa (0,0) um nde, consierimo I equazione (60.11) che con la posizione m= y/ (017) Fyn Fy 44a <0, Pec determinate J tangent nel punto singolare (0,0), che serve anche nla fom anion’ implicie 9 ‘che sirduce am? += 0, Bsendo a <0, pri punto singolare passano due rami di con tangent isin, di equzione (6018) Vax [Pei sostego dll curva appresentaain gua 713, Figura 7.13 Se infine H(4o,y0) =0, a funzione F(z,y) potrebbe avere un estremo relative proprio in Py ed in tal eas0 Py sarebbe un punto singolare islato, Altrimenti, la curva T ha unica tangente in Fy, a cui si riducono Te due rete rappresentatedallequazione (60.11). Un exso possibile quel in cuiT® una curva regolae che presenta una cuspide in Pp Bsempi 3. Studio i punt sngoar della curva Fi equazione (e019) podtta0. Figura 7.14 300 captlo7 Le ervte paz prime dF valgono (620) = 2-3), Tali desivat si sanullan entrambe nei punt (0,0) (3/4,0}, ma F(3/4,0) #0; quind unico poo stgolare iF Voxgie. Le deivate pari seconde i valgono (6021) Fx =6(2-1), Fy acai Fy=d, (602) [NeWorigne suka (0,0) =0,percusi ha un cuspid, lc tangent sono determinate dllequarone (6017) che ice & ne = 0. Cid implica che Passe delle +8 Ia ngeae cuspid. Le itersezini dela curva con uaa generica rea di equsrione x= a si otengano pee y = a Jali =a) e sono reali per 0

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