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ANIDIS 2017

PISTOIA

Nonlinear static procedure for the seismic assessment of unreinforced masonry


buildings: definition of the limit states criteria
Salvatore Marinoa, Serena Cattaria , Sergio Lagomarsinoa
a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale, Via Montallegro 1, 16145 Genova

Keywords: unreinforced masonry buildings, nonlinear static procedures, limit states, seismic assessment

ABSTRACT
The use of nonlinear static procedures is now widespread for the performance based seismic assessment of
unreinforced masonry buildings at both scientific research and professional practice. It requires the definition of
different performance levels with associated limit states. Several methodologies are proposed, in both literature and
codes, for the definition of the limit states based on checks to: (i) the damage of structural elements (piers and/or
spandrels); (ii) interstorey drift thresholds reached in walls ; (iii) thresholds of the overall base shear on the
pushover curve representative of the global building behavior; (iv) mixed checks at different scales (from the
structural elements to walls and diaphragms and the whole building).
In this context, the aim of the research is a critical review and application of the methodologies for defining the
limit states proposed in both codes and literature together with some specific proposal developed by Authors for
unreinforced masonry buildings. The research activity involved the comparison of the results and of their
consequences in the evaluation of the seismic assessment through the nonlinear static procedure. In particular,
starting from a prototype building, the results refer to parametric analyses undertaken introducing plan and/or
elevation irregularities, changing diaphragms stiffness and detailing (presence of tie rods or ring beams). On such
models, both nonlinear static and dynamic analyses have been performed, assuming the latter as reference solution.
ANIDIS 2017
PISTOIA

Verifica di edifici in muratura tramite l’analisi statica non lineare: criteri di


definizione degli stati limite
Salvatore Marinoa, Serena Cattaria , Sergio Lagomarsinoa
a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale, Via Montallegro 1, 16145 Genova

Keywords: edifici in muratura, analisi statiche non lineari, stati limite, verifica sismica

ABSTRACT
E’ ormai consolidato, sia nella ricerca che nella pratica professionale, l’uso dell’analisi statica non lineare per la
valutazione della sicurezza sismica degli edifici esistenti in muratura secondo un approccio prestazionale agli stati
limite. Diverse metodologie sono proposte in letteratura e nelle normative per la definizione degli stati limite:
alcune sono basate su criteri di controllo del danno nei singoli elementi strutturali (maschi e fasce); altre
monitorano il raggiungimento di prefissate percentuali del taglio sulla curva pushover rappresentativa della risposta
globale; altre ancora operano controlli a livello di parete rispetto al raggiungimento di prefissate soglie del drift
d’interpiano; infine recenti proposte propongono approcci misti con controlli a diverse scale.
Obiettivo della presente memoria è applicare criticamente alcune procedure per la definizione degli stati limite
proposte in letteratura e nelle normative, unitamente ad altre sviluppate appositamente per gli edifici in muratura
dagli Autori, confrontarne i risultati e valutarne le potenziali ripercussioni nei riguardi della valutazione della
sicurezza sismica. I risultati sono presentati con riferimento all’analisi della risposta di un edificio prototipo
analizzato con approccio statico non lineare parametricamente al variare di diverse configurazioni regolari o
irregolari, con solai rigidi o flessibili, e di diversi dettagli costruttivi (con catene o cordoli di piano).

analizzando il raggiungimento di prefissate


percentuali del taglio di base; su controlli a livello
1 INTRODUZIONE di parete rispetto al raggiungimento di prefissate
La valutazione sismica di edifici esistenti in soglie del drift d’interpiano; o sul monitoraggio
muratura è un tema complesso e per molti aspetti dell’avanzamento del danno nei singoli elementi
ancora dibattuto. L’orientamento più diffuso a strutturali. A queste si aggiungono proposte
livello scientifico, e anche professionale, è verso presenti in letteratura che combinano più
l’uso dell’analisi statica non lineare, secondo un controlli, come l’approccio multiscala
approccio prestazionale agli stati limite come recentemente proposto in Lagomarsino e Cattari
previsto dall’impianto generale delle attuali (2015a) oppure quello illustrato in Mouyiannou
normative sia a livello nazionale che (2014), rivolto però solo all’ambito dinamico
internazionale. A tal fine risulta necessario nonlineare.
disporre di criteri per la definizione della L’obiettivo della ricerca illustrata nella
posizione degli stati limite sulla curva pushover presente memoria è quindi quello di confrontare
(risultato dell’analisi statica nonlineare atta a dapprima i risultati ottenuti applicando le diverse
descrivere la risposta strutturale dell’edificio in procedure in termini di posizione degli stati limite
esame in termini di curva taglio di base- nelle curve pushover, analizzare eventuali
spostamento) che siano in grado di tenere in criticità e proporre l’adozione di ulteriori criteri,
considerazione le specificità degli edifici in nel caso in cui quelli attuali non appaiono
muratura, ed in particolare di quelli esistenti. adeguati.
In tale ambito, nell’articolo sono analizzati i Le normative analizzate definiscono diversi
criteri proposti in alcune normative nazionali stati limite (da tre a quattro), ma la ricerca si
(Norme Tecniche delle Costruzioni 2008, nel focalizza sull’analisi dei due maggiormente usati
seguito NTC 2008) ed internazionali (EN 1998-1 per la valutazione sismica degli edifici e cioè
2004, ASCE/SEI 41-13 2014 di riferimento quelli equivalenti allo stato limite di danno (SLD)
rispettivamente in Europa e negli Stati Uniti). e allo stato limite di salvaguardia della vita (SLV)
Tali approcci possono essere classificati secondo come introdotti nelle NTC 2008.
tre principali famiglie basate: su controlli globali
La ricerca si basa sui risultati ottenuti da
analisi statiche non lineari eseguite su tredici
modelli numerici rappresentativi di edifici in
muratura italiani, modellati tramite l’approccio a
telaio equivalente (Lagomarsino et al. 2013) e
descritti al §2. Al §3 sono descritti i metodi
analizzati per valutare la posizione degli stati
limite ed infine al §4 sono riportati i principali
risultati della ricerca. Per avere dei valori di
riferimento al §4 sono anche riportati i valori
derivanti dall’analisi dinamica non lineare,
ritenuta attualmente come la procedura più
affidabile. Per ogni modello sono state svolte
dieci analisi dinamiche incrementali, riscalando le Figura 1. Vista 3DRIGID%
delNODE%
modello baseSPANDREL%
PIER% con evidenziati
a) i
maschi (in rosso), le fasce (in verde) e i nodi rigidi (in
accelerazioni fino ad ottenere il raggiungimento grigio)
degli stati limite desiderati. Per maggiori
informazioni sulle storie temporali adottate si A questi modelli sono state aggiunte altre tre
rimanda a Cattari et al. (2015). configurazioni che presentano irregolarità in
altezza (Figura 2) ottenuta tramite l’inserimento
di una parziale sopraelevazione. Quest’ultima
2 CASI STUDIO ANALIZZATI E RELATIVI spesso infatti caratterizza gli edifici esistenti: si
MODELLI NUMERICI pensi ad esempio agli edifici in muratura dei
centri storici cittadini, dove frequentemente si
I casi studio analizzati ambiscono ad essere osserva la realizzazione di uno o più piani al di
rappresentativi di tipici edifici esistenti in sopra di costruzioni risalenti ad epoche
muratura. La configurazione prototipo dalla quale precedenti. Sono state quindi definite in totale
si è partiti è stata elaborata facendo riferimento a tredici configurazioni, le cui caratteristiche
quella già analizzata in Cattari e Lagomarsino peculiari sono riassunte in Tabella 1 insieme alle
(2013a). Si tratta di un edificio in muratura di tre sigle identificative adottate nell’illustrazione dei
piani con mattoni pieni e giunti in malta di calce. risultati.
Partendo dalla configurazione base dell’edificio
prototipo (Figura 1), che presenta una struttura
regolare sia in pianta che in elevazione, una
distribuzione regolare delle aperture ed è
caratterizzata da solai rigidi (solette in c.a.), sono
state definite diverse varianti al fine di esaminare:
(i) gli effetti legati a cambiamenti nella rigidezza
dei solai e all’introduzione dell’irregolarità in (ii)
pianta ed in (iii) elevato. Ulteriori configurazioni
sono state poi definite al variare dei dettagli
costruttivi (in relazione agli elementi resistenti a Figura 2. Viste 3D dei modelli con sopraelevazione
trazione accoppiati alle fasce, quali catene e
cordoli). Tabella 1. Principali caratteristiche modelli analizzati.
Riguardo alle configurazioni regolari in Sigla Regolarità Regolarità Rigidezza Dettagli
elevazione, sono state definite dieci modello in pianta in altezza solai costruttivi
configurazioni, di cui la metà regolari in pianta, Ar_rig si si alta catene
Br_rig si si alta cordoli
sei di esse con catene ad ogni livello e quattro con Airr_rig no si alta catene
cordoli. Quella irregolare in pianta è stata Birr_rig no si alta cordoli
ottenuta a partire da quella base variando la Cirr_rig no no alta catene
distribuzione delle aperture nelle pareti esterne. Ar_int si si media catene
Maggiori informazioni sulla geometria dei Br_int si si media cordoli
modelli e sull’irregolarità in pianta introdotta si Airr_int no si media catene
trovano in Cattari et al. (2015). Birr_int no si media cordoli
Cirr_int no no media catene
Ar_flex si si bassa catene
Airr_flex no si bassa catene
Cirr_flex no no bassa catene
Nella modellazione numerica adottata per le combinati per dare luogo anche a modalità miste.
analisi, i solai sono descritti tramite delle Per ulteriori approfondimenti circa la
membrane ortotrope equivalenti. La rigidezza determinazione dei parametri per la definizione
“alta” si riferisce a valori del modulo a taglio delle risposte isteretiche dei pannelli, si rimanda a
equivalente di lati membrane rappresentativi di Cattari e Lagomarsino (2013b).
solai in calcestruzzo armato (c.a.). La condizione Riguardo i moduli a taglio adottati per i solai
“media” vuole essere rappresentativa di: solai in in Tabella 3 sono riassunti i valori adottati per le
legno con doppio tavolato e con buona tre classi di rigidezza di cui sopra. Per ogni classe
connessione fornita dai travetti; oppure di volte a il valore in kN è stato ottenuto moltiplicando il
padiglione e di volte a botte e a crociera con un valore in MPa usato per caratterizzare la rigidezza
basso rapporto freccia-luce. Infine la condizione delle membrane equivalenti per il loro spessore
“bassa” vuole rappresentare solai in legno con (per tutti i modelli posto uguale a 40 mm).
singolo tavolato e volte a crociera e a botte con DL0 DL1 DL2 DL3 DL4 DL5
un alto rapporto freccia-luce. Di seguito le tre

Vp/Vu,p
categorie così individuate saranno indicati come 1
solai “rigidi”, “intermedi” e “flessibili”, bE3
0.8
bE4
rispettivamente.
0.6
Definita la geometria e i dettagli costruttivi, i
modelli numerici sono stati sviluppati adottando 0.4

la modellazione a telaio equivalente delle pareti 0.2


in muratura e impiegando nello specifico il
software Tremuri (Lagomarsino et al. 2013). La d1 d2 d3 d4 d5 d
a)
risposta dei pannelli murari è simulata adottando
un modello a travi non lineare con
comportamento lineare a tratti implementato in
anni recenti nel software (Cattari e Lagomarsino
2013b). Un’appropriata legge costitutiva consente
di descrivere la risposta non lineare fino a livelli
di danno (DL) avanzati (dall’1 al 5, adottando una
scala analoga a quanto proposto in Gruntal 1998)
attraverso un progressivo decadimento di b)
resistenza in corrispondenza di prefissati valori di
drift (Figura 3) riassunti in Tabella 2. La
resistenza a taglio del pannello (Vup), al variare
delle diverse modalità di rottura descritte, è
computata sulla base di criteri coerenti con quelli
più comuni proposti in letteratura. In particolare,
per descrivere la risposta a taglio per fessurazione
diagonale, si è adottato il criterio proposto da
Mann e Muller (1980); per quella a c)
Figura 3. Legami multilineari adottato per i pannelli
pressoflessione invece, nel caso dei maschi, il associato a crescenti livelli di danno (a); esempi di risposte
criterio proposto nelle NTC (2008), e, nel caso isteretiche adottate nel caso di meccanismo di taglio (b) e
delle fasce, quello proposto in Cattari e presso-flessione (c)
Lagomarsino (2008). Maggiori informazioni sui
valori assunti per i parametri meccanici usati si Tabella 2. Soglie adottate per i legami multilineari.
rimanda a Cattari et al. (2015). [%] δ3 δ4 δ5 βE3 βE4
Per lo svolgimento di analisi dinamiche non Maschi* 0.6 - 0.3 1.0 - 0.5 1.5 - 0.7 0 - 30 15 - 60
lineari è necessario descrivere la risposta Fasce 0.2 0.6 2 40 40
isteretica delle travi non lineari. I legami * Il primo valore è associato ad un comportamento
costitutivi adottati consentono, attraverso prevalentemente flessionale, il secondo al meccanismo di
taglio diagonale.
l’assegnazione di opportuni parametri in input, di
riprodurre diversi andamenti tipici di una risposta Tabella 3. Moduli di taglio adottati per i solai.
prevalente a taglio (Figura 3b) o per
Geq MPa kN/mm
pressoflessione (Figura 3c). In opportune regioni
Rigidi 12500 500
del dominio di resistenza dei pannelli, al variare Intermedi 100 4
di prefissati intervalli dello sforzo normale Flessibili 10 0.4
agente, i parametri che regolano l’isteresi sono
3 METODOLOGIE PROPOSTE NELLE diverse soluzioni. La norma italiana e
NORMATIVE E IN LETTERATURA PER l’eurocodice suggeriscono l’adozione di un
DEFINIRE LA POSIZIONE DEGLI STATI legame a trave nonlineare con comportamento
LIMITE elasto-plastico, le ASCE/SEI 41-13 (2014) invece
propongono dei legami più articolati come
Le normative attualmente in vigore tendono a descritto in Figura 4. Poichè l’obiettivo della
seguire tre filosofie distinte per definire la ricerca è valutare se un criterio per la definizione
posizione degli stati limite. Le norme italiane degli stati limite è robusto o meno
(NTC 2008) ed europee (EN 1998-1 2004) si indipendentemente dal legame costitutivo
attestano sostanzialmente sull’uso di controlli alla adottato, per l’esecuzione delle analisi sono
scala globale (§3.1) e di parete (§3.2); le norme adottati gli stessi legami descritti al §2
statunitensi invece (ASCE/SEI 41-13 2014) indipendentemente dalle specifiche
propongono metodi di verifica basati sul controllo raccomandazioni delle normative. Per questo
del danno alla scala del singolo elemento motivo, ove necessario, ossia quando i criteri per
strutturale (§3.3). Esistono però anche approcci la definizione degli SL fossero dipendenti dalle
misti, basati su controlli a diverse scale, come il specifiche formulazioni delle risposte dei singoli
metodo multiscala (§3.4) proposto in letteratura elementi, sono state istituite delle opportune
da Lagomarsino e Cattari (2015a, 2015b) e analogie (come descritto al §3.3 nel caso delle
recepito dalle recenti linee guida del CNR DT ASCE/SEI 41-13 2014).
212 (2013).
Nell’ottica di un approccio prestazionale agli
stati limite, si definiscono diverse soglie per
valutare la risposta sismica nei confronti di eventi
di diversa entità, anche fino alle condizioni vicine
al collasso. La normativa italiana ad esempio
definisce quattro diversi stati limite (SL) quali di:
(i) operatività, (ii) danno (SLD) , (iii)
salvaguardia della vita (SLV) e (iv) collasso. In
particolare, la ricerca si è concentrata sui due SL
maggiormente usati nell’ambito della valutazione
della sicurezza sismica, cioè lo SLD e SLV. Di
seguito sono descritte le diverse procedure
proposte per quantificare il raggiungimento dei
due stati limite considerati sulla curva pushover.
Come già introdotto, la curva pushover esprime la
risposta strutturale in termini di taglio totale di
base-spostamento. Sebbene l’esecuzione
dell’analisi statica nonlineare tipicamente Figura 4. Legami costitutivi proposti in ASCE/SEI 41-13
(2014) per elementi in muratura con meccanismo duttile
richieda la scelta di un nodo di controllo, (sopra) e fragile (sotto); dalla Figura 11-1 del documento.
collocato usualmente in sommità dell’edificio, lo
spostamento rappresentato nella curva pushover
non deve essere necessariamente quello di 3.1 Approcci globali
controllo, ma piuttosto rappresentativo della Secondo l’approccio denominato globale, gli
risposta globale della struttura. Specialmente in stati limite sono definiti sulla base di controlli
presenza di solai flessibili infatti, lo spostamento associati al raggiungimento di prefissate
di un singolo nodo collocato in sommità ad una percentuali del taglio di base.
parete potrebbe essere convenzionale, con pareti Sia la normativa italiana che quella europea
soggette a significativi spostamenti ed altre che (NTC 2008, EN 1998-1 2004) prevedono il
rimangono praticamente indeformate. Per questo raggiungimento dello SLV quando si ha una
motivo in questa ricerca come spostamento di riduzione del 20% del taglio della curva di
riferimento si è assunto lo spostamento medio di pushover.
tutti i nodi dell’ultimo livello pesato per le masse Per lo SLD, sono prescritti controlli alla scala
incidenti (Lagomarsino et al. 2013). globale nella parte 3 dell’Eurocodice 8 (EN 1998-
Il risultato dell’analisi statica nonlineare è 3 2005), in particolare lo si ritiene raggiunto in
frutto evidentemente anche dei legami costitutivi corrispondenza del punto di snervamento della
adottati per interpretare la risposta dei pannelli bilineare rappresentativa del sistema ad un grado
murari: al riguardo le normative raccomandano di libertà equivalente al modello analizzato. Ai
fini di questa ricerca, però questa trasformazione componente rotazionale tramite la seguente
non è stata effettuata poiché essa è legata alla relazione:
verifica della struttura tramite il confronto con la
domanda di spostamento spettrale. Si è deciso u w ,l - u w ,l-1 j w ,l + j w ,l-1
qw ,l = + (1)
quindi di ritenere lo SLD raggiunto con il punto hl 2
di picco della curva di pushover. Dal momento
che le curve pushover possono avere anche una dove: hl è l’altezza interpiano al piano l,
forma irregolare e/o possono presentare un lungo mentre ūw,l e φw,l sono rispettivamente lo
tratto con pendenza quasi orizzontale prima di spostamento orizzontale medio e la rotazione dei
raggiungere il punto di picco, nei risultati nodi posizionati al livello l (o l-1) nella parete w
illustrati al §4 si è considerato lo SLD raggiunto (positiva se in senso antiorario). Se infatti nel
in corrispondenza di uno spostamento pari al 98% caso di diaframmi rigidi e costruzioni nuove in
del massimo taglio alla base della struttura. muratura in cui sono presenti cordoli di piano in
c.a., il contributo rotazionale è marginale, così
3.2 Scala di macroelemento può non essere in presenza di solai flessibili o
configurazioni di fasce “deboli” (ossia in assenza
Il criterio alla base di questo approccio è che di elementi resistenti accoppiati a trazione oppure
lo SL è raggiunto quando ad un piano (l) di una con limitata rigidezza flessionale).
parete (w) si supera un prefissato valore di soglia Sebbene nel paragrafo si sia fatto esplicito
del drift di interpiano θw,l. riferimento ai soli controlli operati sulle pareti, si
Questo è il metodo proposto nella normativa segnala che più in generale la scala del
italiana (NTC 2008) per il controllo dello SLD, macrolemento sarebbe opportuno includesse
fissando per il drift di interpiano la soglia dello anche quella dei diaframmi di piano e quindi ad
0.3%; nessuna soglia è invece suggerita per lo esempio controlli nei riguardi del raggiungimento
stato limite di salvaguardia della vita, per il quale, di soglie di deformazioni angolari dei campi di
si usa solo l’approccio globale. Nell’ambito di solaio. Allo stato attuale la normativa italiana e
questa ricerca, per lo SLV, si è scelto di usare quella europea non forniscono tuttavia soglie di
una soglia di drift di interpiano limite pari allo riferimento, giustificate anche dal fatto che le
0.5% (Lagomarsino e Cattari 2015a, Calvi 1999). sperimentazioni di riferimento che possano
Questo è un approccio relativamente semplice fornire una base statistica idonea sono molto
da adottare in ambito professionale, ma trova un limitate; alcune indicazioni sono presenti invece
suo limite proprio nell’arbitrarietà delle soglie. E’ nelle ASCE/SEI 41-13 (2014) ma senza la finalità
infatti difficile definire delle soglie che possano specifica di definire gli SL.
essere valide per tutte le possibili configurazioni
di pareti in muratura, che, com’è noto, possono 3.3 Scala del singolo elemento strutturale
presentare delle distribuzioni di aperture
fortemente irregolari. Inoltre, nel caso dei Questo è l’approccio adottato dalle norme
pannelli murari il collasso dell’elemento è sancito statunitensi (ASCE/SEI 41-13 2014), secondo cui
in termini di soglie di drift che variano con la si ritiene raggiunto un determinato SL quando un
modalità di danno prevalente, se a taglio (pari a maschio murario raggiunge un determinato
0.4%) o pressoflessione (pari a 0.8%, nel caso di livello di danno (DL). Non si conducono
edifici nuovi, o 0.6%, per quelli esistenti). La verifiche di sicurezza sulle fasce poiché gli
modalità di danno a sua volta dipende da diversi elementi strutturali sono classificati come primari
fattori quali geometria, snellezza, vincolo, grado e secondari e le fasce appartengono a questa
di compressione e parametri meccanici della seconda categoria per la quale è consentito
muratura: grandezze che all’interno di una parete omettere i controlli.
possono essere diversificate in relazione alla In ASCE/SEI 41-13 (2014), a differenza delle
configurazione delle aperture o delle normative italiana ed europea, è operata una
trasformazioni e consolidamenti subiti dal distinzione fra modalità di danno fragili e duttili.
manufatto. Nelle prime sono classificate il taglio diagonale e
Un’ultima considerazione merita anche il la crisi per pressoflessione con schiacciamento
calcolo del drift d’interpiano nel caso di edifici in della parte compressa (toe crushing in inglese),
muratura esistenti. Si ritiene infatti (Lagomarsino alle seconde sono ricondotte il taglio scorrimento
e Cattari 2015a) rilevante in questi casi e il rocking. Per i primi non è prevista alcuna
computarlo tenendo conto sia del contributo dello duttilità (Figura 4), quindi si raggiunge lo stato
spostamento orizzontale relativo che della limite quando la domanda supera la capacità,
mentre per i secondi sono definite delle soglie di
drift nella Tabella 11-4 del documento.
Tenendo conto delle differenze tra i legami Tabella 4. Limiti di drift di elemento adottati per una
costitutivi proposti nelle ASCE/SEI 41-13 (2014) definizione del DL3 coerente con quanto riportato in
ASCE/SEI 41-13 (2014).
e quelli adottati nelle analisi numeriche svolte, si
è optato per applicare la procedura proposta nelle Livello di danno Taglio Flessionale Misto
(diagonale)
ASCE/SEI 41-13 (2014) solamente al fine di Loc. min (maschi δ2 δ3 δ3
quantificare il raggiungimento dello SLV con toe crushing)
istituendo degli opportuni criteri di analogia. Loc. min (maschi δ2 δ4 * δ3
Innanzittutto poiché la differenziazione in con rocking)
ASCE/SEI 41-13 (2014) tra meccanismo per Loc. max δ3 δ4 * δ3
rocking e quello per toe crushing comporta il * In caso di meccanismo di rocking non si ha una caduta di
passaggio da un meccanismo duttile a fragile, resistenza quando si raggiunge il DL3, ma solo in
questa condizione è stata monitorata nelle analisi corrispodenza del DL4 (si ha quindi un plateau continuo
dal DL2 al DL4)
numeriche in ragione del livello di compressione
agente nei maschi murari dopo l’applicazione dei
carichi veriticali: in particolare è stato assegnato 3.4 Metodi misti
un comportamento fragile quando tale sforzo è Ai fini della valutazione sismica di complessi
risultato superiore al 7% della loro massima edifici in muratura, specialmente quando si è in
resistenza a compressione. Tale limite è stato presenza di solai flessibili, l’adozione di uno solo
stabilito sulla base delle espressioni analitiche dei criteri sopra descritti può portare a risultati
proposte in ASCE/SEI 41-13 (2014) per queste non conservativi. Inoltre in presenza di edifici
due modalità di rottura, che di fatto si particolarmente estesi, uno o più elementi della
differenziano per un diverso valore dello stress struttura principale possono raggiungere le
block ammesso. condizioni ultime senza che si ravvisi un
Nel caso delle analisi numeriche, il taglio significativo decadimento della curva taglio-
resistente nei pannelli è inoltre calcolato come il spostamento. D’altro canto, l’uso di metodi basati
minimo tra due criteri: uno rappresentativo della solo su controlli locali, e che quindi prevedono il
risposta a pressoflessione, l’altro a taglio raggiungimento di uno stato limite solamente con
diagonale. Questo riflette l’approccio adottato il danno di un singolo elemento possono portare a
nelle NTC 2008. Viceversa, rispetto a quanto verifiche eccessivamente restrittive. Per questo
previsto nelle ASCE/SEI 41-13 che considerano motivo in letteratura sono stati proposti dei
il taglio resistente come minimo tra quattro metodi misti che valutano il raggiungimento di un
modalità (toe crushing, rocking, taglio determinato stato limite attraverso più controlli
scorrimento e taglio diagonale) è stata operata la alle diverse scale, come ad esempio il metodo
semplificazione di trascurare la rottura per multiscala (Lagomarsino e Cattari 2015a),
scorrimento. recepito in forme analoghe dalle recenti linee
Dal momento che il legame multilineare guida CNR DT 212 (2013). È necessario
adottato per i maschi e le fasce prevede una certa precisare che il metodo originariamente proposto
duttilità e quindi un plateau con estensione in Lagomarsino e Cattari (2015a) propone criteri
significativa (Figura 3) nasce la problematica se per la definizione di livelli di danno alla scala
definire il raggiungimento dello stato limite in globale, che poi possono essere correlati ai
corrispondenza dello spostamento all’inizio o alla corrispondenti stati limite. Questa precisazione
fine del plateau. La soluzione adottata è stata attiene alla considerazione che le variabili
quella di studiare entrambe le possibilità che sono tipicamente monitorate si riferiscono alle
state indicate nei grafici al §4 come “Loc. min" prestazioni strutturali dell’edificio (in termini di
(lo spostamento corrispondente all’inizio del gravità e diffusione del danno raggiunto) mentre
plateau) e “Loc. max” (quello corrispondente alla la definizione degli SL consegue anche a
fine). I limiti adottati per avere una definizione considerazioni di carattere economico o di
del DL3 coerente con quanto proposto in salvaguardia della vita. Nel seguito per semplicità
ASCE/SEI 41-13 (2014) sono sintetizzati in si pone riferimento agli SL, assumendo in via
Tabella 4. semplificata che essi coincidano come posizione
ai corrispondenti livelli di danno (in particolare lo
SLV corrisponde al DL3, mentre lo SLD al DL2).
L’obiettivo di questo metodo è quello di
combinare controlli alla scala del singolo
elemento strutturale, di parete e dell’intero
edificio. In questo metodo tuttavia, a differenza di
quanto suggerito in ASCE/SEI 41-13 (2014), il quando tutti i maschi presenti in un livello di una
controllo locale non è operato in corrispondenza parete raggiungono un livello di danno maggiore
del primo elemento che raggiunge una prefissata o uguale di quello assegnato (Figura 5). Il
condizione ma quando una certa percentuale di criterio, analogamente al caso del controllo sul
elementi strutturali (maschi e fasce) la drift d’interpiano, vuole evidenziare l’occorrenza
raggiungono, introducendo delle variabili di di meccanismi di piano debole. Tuttavia, facendo
cumulate del danno (nel caso dei maschi pesata riferimento al raggiungimento di prefissati livelli
sull’area resistente). Inoltre per definire un certo
di danno sugli elementi supera l’arbitrarietà di
stato limite alla scala della struttura è monitorato
definire un’unica soglia di riferimento di piano
un diverso livello di danno alla scala
dell’elemento strutturale (maggiorato di 1 o 2 nel potendo quindi considerare le specificità delle
caso dei maschi e delle fasce rispettivamente). loro risposte (in termini di rigidezza, resistenza e
Quest’ultimo criterio consegue all’ipotesi di duttilità). Queste ultime evidentemente
potere accettare danni anche gravi purchè dipendono ancora dalle soglie di drift definite alla
concentrati in porzioni molto limitate nella scala di elemento strutturale (Figura 3, Tabella 2)
struttura. La soglia per le cumulate del danno dei per le quali però è possibile, con meno
maschi e delle fasce è così definita: convenzionalità, fare riferimento a dati
sperimentali di letteratura o alle soglie proposte
1
 P ( DLk )  N    P ( DLk ), PP (2) nelle normative. In particolare, in questa ricerca
NP quando tutti i maschi in una parete ad un livello
hanno raggiunto il DL2 allora è stato considerato
1 raggiunto lo SLD; quando tutti i maschi hanno
 S ( DLk )  N    S ( DLk ), PP (3)
NS raggiunto il DL3 lo SLV.
dove NP ed NS indicano rispettivamente il
numero di maschi ed il numero di fasce presenti
nel modello; ΛP(DLk),PP e ΛS(DLk),PP indicano la
cumulata (in %) degli elementi strutturali che
presentano un danno maggiore o uguale al DLk
considerato che si ha nel modello (maggiori
informazioni in Lagomarsino e Cattari 2015a). A
questa quantità va però sottratta quella derivante
dall’applicazione del peso proprio. N è una soglia
arbitraria (sempre in %) che è utile specialmente
in presenza di edifici molto estesi, in tal caso
infatti il numero di maschi e fasce può essere Figura 5. Criterio DLmin, a sinistra il DL3 non è stato
molto elevato e ciò abbatte il valore di Ω. raggiunto perché un maschio dell’ultimo livello è ancora
L’arbitrarietà di questa soglia è sicuramente uno nella fase corrispondente al DL2; a destra all’ultimo livello
svantaggio del metodo e richiede un’attenta tutti i maschi hanno un livello di danno maggiore o uguale
al DL3, di conseguenza il DL3 è stato raggiunto.
calibrazione; in questa ricerca è stato adottato un
valore di N pari al 2%. Nei grafici nella sezione 4 Infine il metodo multiscala prevede anche dei
questo controllo è indicato con la sigla “Loc. controlli alla scala globale, per i quali sono usati
mult.”. gli stessi criteri descritti al §3.1.
Per il controllo alla scala di parete la versione Lo spostamento corrispondente al
raggiungimento di un dato SL sarà quindi il
originale del metodo multiscala prevedeva il
minimo delle tra scale monitorate (Eq. 4):
controllo del drift di parete in maniera analoga a
quanto descritto al §3.2. Come già discusso d DLk  min(d LOC .Mult ; d DL min ; dGlob ) (4)
questo approccio benché semplice da applicare,
ha una convenzionalità intrinseca legata
all’arbitrarietà della soglia assunta a riferimento. 4 DISCUSSIONE DEI RISULTATI
Per superare questo limite, per monitorare il
danno a livello di parete è stato proposto il In questa sezione sono riassunti i risultati
controllo di una variabile alternativa, nel seguito principali delle analisi effettuate sui casi studio
denominata come DLmin. Questo controllo descritti al §2. Per ogni modello, le analisi
prevede il raggiungimento di un dato stato limite statiche nonlineari sono state svolte applicando
due diverse distribuzioni di forze: una fornisce sempre i valori maggiori se paragonato
proporzionale alle masse (distribuzione uniforme) agli altri approcci, nei casi con solai flessibili
ed una al prodotto delle masse per le altezze invece il controllo globale eguaglia o supera il
(distribuzione triangolare invertita). Per ogni controllo del drift d’interpiano; i due metodi
analisi è stata successivamente calcolata la comunque hanno un andamento abbastanza
posizione corrispondente al raggiungimento degli simile. Il controllo locale tende ad anticipare il
stati limite con i diversi criteri illustrati al §3. In raggiungimento dello stato limite al decrescere
Figura 6 è riportato un esempio di curva della rigidezza dei solai, se si escludono i casi con
pushover con evidenziata la posizione dello SLV sopraelevazione. In questi casi infatti questo
calcolato applicando le diverse procedure. controllo fornisce sempre il risultato maggiore.
Infine il controllo DLmin è sempre quello più
conservativo, anche di molto, soprattutto se
confrontato con il drift d’interpiano nei modelli
con i solai più rigidi. Per approfondire questo
aspetto in Tabella 5 sono riportate le medie dei
massimi valori di drift d’interpiano presenti (ad
un livello di una parete) nei modelli al
raggiungimento dei due SL considerati. Si evince
che se per lo SLV adottare una soglia dello 0.5%
fornisce risultati molto simili a quelli ottenuti dal
controllo del DLmin, così non è per lo SLD. Per
tale stato limite infatti, come riportato al §3.2, la
normativa italiana (NTC 2008) propone di usare
la soglia dello 0.3% di drift d’interpiano, ma tale
valore è molto più alto di quello corrispondente al
Figura 6. Esempio curva di pushover con evidenziata la raggiungimento ad un livello di una parete del
posizione degli stati limite applicando i metodi descritti DL2 (in questa ricerca considerato equivalente
nella sezione 3. allo SLD) con il criterio del DLmin. Questo
risultato dipende dal fatto che la soglia del 3%
Nelle Figure 7 e 8 sono riassunti i risultati
può risultare del tutto convenzionale in presenza
principali. Sulle ascisse sono riportati i modelli di livelli in cui i pannelli murari siano dotati di
analizzati con le sigle indicate al §2 in Tabella 1, rigidezze molto diverse.
mentre nelle ordinate sono riportati i valori di Per quanto riguarda lo SLV, si può osservare
drift di edificio cioè gli spostamenti che il criterio proposto in ASCE/SEI 41-13
corrispondenti al raggiungimento dello SLD ed (2014) basato solamente sul controllo locale,
SLV, applicando i diversi metodi analizzati al §3, risulta sempre il più conservativo, anche di molto,
normalizzati all’altezza totale dei modelli. Tutti i rispetto agli altri metodi; in particolare se si
modelli hanno altezza pari 10.8 m, ad eccezione considera il limite minimo, si hanno valori
di quelli con sopraelevazione per i quali è pari a paragonabili a quelli calcolati con le altre
14.3 m. Nei grafici, oltre ai vari metodi descritti procedure per lo SLD. Queste differenze però si
al §3, è riportato anche il risultato ottenuto riducono nel caso di solai flessibili e nei modelli
applicando il metodo multiscala come il minimo con irregolarità in altezza. In questo caso adottare
fra le tre scale (globale, DLmin, locale). Per il criterio del drift d’interpiano o del DLmin non
confronto, in alto, per ogni modello è riportato il comporta grandi differenze nei risultati. Si
risultato derivante dalle analisi dinamiche non osserva inoltre che fra due modelli identici, ma
uno con catene ad ogni livello e l’altro con
lineari, ottenuto applicando il metodo multiscala,
cordoli, quest’ultimo raggiunge lo stato limite per
ritenuto il più affidabile come descritto nel un valore di spostamento minore.
seguito, opportunamente adattato passando
dall’approccio statico a quello dinamico (come Tabella 5. Medie dei massimi valori di drift d’interpiano
registrati al raggiungimento dei due DL considerati.
descritto in Lagomarsino e Cattari 2015b).
In generale si osserva che, la riduzione della DL2 DL3
rigidezza dei solai comporta un’anticipazione Modelli considerati
Tutti 0.075 0.537
della posizione degli stati limite. Tutti tranne i C 0.081 0.494
Per quanto riguarda lo SLD si può osservare Distribuzioni di forze
che nei modelli con solai rigidi ed intermedi il Solo uniformi 0.084 0.544
metodo basato sul controllo del drift d’interpiano Solo triangolari 0.066 0.530
(a) modelli regolari in pianta (a) modelli regolari in pianta

(b) modelli irregolari in pianta (b) modelli irregolari in pianta

(c) modelli con sopraelevazione (c) modelli con sopraelevazione

Figura 7. Valori di drift di edificio in corrispondenza del


raggiungimento dello SLD al variare del criterio per il Figura 8. Valori di drift di edificio in corrispondenza del
calcolo della sua posizione. raggiungimento dello SLV al variare del criterio usato per il
calcolo della sua posizione.
Un’ultima osservazione riguarda il metodo REFERENCES
multiscala. Sia per lo SLD che per lo SLV
monitorare anche il controllo alla scala di ASCE/SEI 41-13, 2014. Seismic Evaluation and retrofit of
elemento non porta significative differenze Existing Buildings, American Society of Civil
rispetto all’adottare il valore minimo fra il Engineers, Reston, Virginia, USA.
controllo globale e quello basato sul DLmin. CNR DT 212, 2013. Istruzioni per la Valutazione
Perlomeno per queste tipologie analizzate si può Affidabilistica della Sicurezza Sismica di Edifici
Esistenti, Consiglio nazionale delle ricerche, Roma.
applicare con efficacia il metodo multiscala con Calvi, G.M., 1999. A displacement-based approach for
solo questi ultimi due controlli, e ciò lo rende vulnerability evaluation of classes of buildings. Journal
molto più agevole da usare nella pratica of Earthquake Engineering, 3(3), 411–438.
professionale. Cattari, S., Camilletti, D., Marino, S., Lagomarsino, S.,
2015. Valutazione della risposta sismica di edifici in
muratura irregolari in pianta e con solai flessibili. XVI
Convegno ANIDIS. 13-17 Settembre, L’Aquila.
5 CONCLUSIONI Cattari, S., Lagomarsino, S., 2008. A strength criterion for
Per riassumere, dal confronto fra i diversi the flexural behaviour of spandrel in unreinforced
masonry walls. 14th World Conference on Earthqauke
metodi proposti per il calcolo della posizione Engineering. Pechino, Cina.
degli stati limite si osserva quanto segue. Cattari, S., Lagomarsino, S., 2013a. Seismic Assessment of
In generale, risulta più affidabile adottare un mixed masonry-reinforced concrete buildings by non-
metodo che prevede controlli combinati come linear static analyses, Earthquakes and Structures, 4(3),
quello multiscala; in particolare si suggerisce 241-264.
l’uso di controlli di tipo globale combinati a Cattari, S, Lagomarsino, S., 2013b. Masonry structures,
151-200, in: Developments in the field of displacement
quello ivi denominato DLmin. Quest’ultimo, based seismic assessment, Sullivan, T., e Calvi, G.M.,
proposto nell’articolo in sostituzione al controllo Editori, EUCENTRE, IUSS Press, Pavia.
nei riguardi del raggiungimento di prefissate EN 1998-1, 2004. Eurocode 8: Design of structures for
soglie del drift d’interpiano, si è rivelato più earthquake resistance – Part 1: General Rules, seismic
efficiente superando la convenzionalità di actions and rules for buildings. CEN (European
Committee for Standardization), Bruxelles, Belgio.
stabilire soglie a priori (che difficilmente possono EN 1998-3, 2005. Eurocode 8: Design of structures for
essere adeguate al variare delle molteplici earthquake resistance – Part 3: Assessment and
configurazioni possibili) ma consentendo al retrofitting of buildings. CEN (European Committee for
tempo stesso di intercettare l’occorrenza di Standardization), Bruxelles, Belgio.
meccanismi di piano. Grunthal, G., 1998. European Macroseismic Scale 1998:
Viceversa l’uso di criteri basati sul controllo EMS-98, vol 15. Chaiers du Centre Européen de
Géodynamique et de Séismologie, Lussemburgo.
del danno in singoli elementi strutturale è Lagomarsino S., Cattari S., 2015a. PERPETUATE
risultato eccessivamente conservativo. guidelines for seismic performance-based assessment of
Il confronto con i risultati dell’analisi dinamica cultural heritage masonry structures, Bulletin of
nonlineare ha evidenziato valori risultanti dello Earthquake Engineering, 13(1), 13-47.
spostamento associato alla posizione degli SL Lagomarsino, S., Cattari S., 2015b. Performance of
Historical Masonry Structures through Pushover and
piuttosto coerenti quando si adottino i criteri di Nonlinear Dynamic Analyses. In: A. Ansal (ed.)
cui sopra (quindi combinati tra globale e DLmin). Perspectives on European Earthquake Engineering and
Anche se questo risultato non può essere ritenuto Seismology, Geotechnical, Geological and Earthquake
conclusivo nei riguardi dell’affidabilità delle Engineering 39, 265-292. doi: 10.1007/978-3-319-
procedure statiche non lineari, che richiedono 16964-4_11.
ulteriori passaggi (quali la conversione della Lagomarsino, S., Penna, A., Galasco, A., Cattari, S., 2013.
TREMURI program: an equivalent frame model for the
curve pushover in oscillatore equivalente e nonlinear seismic analysis of masonry buildings,
un’opportuna modalità di calcolo della domanda Engineering Structures, 56, 1787-1799.
sismica), appare tuttavia rilevante nei riguardi di Mann, W., Müller, H., 1980. Failure of shear-stressed
stabilire criteri più affidabili per la definizione masonry – An enlarged theory, tests and application to
degli stati limite. shear-walls. 7th International Symposium on Load-
bearing Brickwork, Londra, Regno Unito.
Mouyiannou, A., Rota, M., Penna, A., Magenes, G., 2014.
RINGRAZIAMENTI Identification of suitable limit states from nonlinear
dynamic analyses of masonry structures. Journal of
Questa ricerca è stata finanziata dal Progetto Earthquake Engineering, 18(2), 231-267
esecutivo DPC-RELUIS III 2014-2016 DOI:10.1080/13632469.2013.842190.
nell'ambito della Linea di Ricerca Strutture in NTC, 2008. DM 14/1/2008: Norme tecniche per le
costruzioni. Ministero delle Infrastrutture e dei
Muratura (Coord. Proff. G. Magenes, S. Trasporti, G.U.S.O. n.30 del 4/2/2008.
Lagomarsino e C. Modena).

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