You are on page 1of 16
ANNALI DI GEOFISICA, VOL, XXXVI, SUPPL. N. 5-6, 1993 Radioricezione ELF-VLF Paolo Palangio Istituto Ni 1. Introduzione Liintero universo & permeato da onde elet- tromagnetiche la cui lunghezza d’onda si estende dalle dimensioni delle particelle ele- mentari alle dimensioni attuali dell’ universo. Soltanto una parte di questi segnali riesce a superare la barriera costituita dalla magneto- sfera, ionosfera ed atmosfera, per giungere fi no alla superficie terrestre. Rimanendo nel- Vambito dei segnali al di sotto dei 100 kHz, il Tumore elettromagnetico che pud essere misu- ato a terra, ha origine prevalentemente all'in- temo della magnetosfera (fig. 1) (Lanzerotti, 1979; Lanzerotti et al., 1990). Nelle bande di frequenze ELF e VLF (ex- tremely low frequency, very low frequency) si pud osservare una grande varieti di fenomeni elettromagnetici naturali (per la terminologia si veda Davies, 1990), Una delle sorgenti pit inten- se del rumore radioelettrico naturale & costituita dalle scariche elettriche atmosferiche (sferics), Lo spettro dell’energia liberata da una scarica atmosferica sotto forma di onde elettromagneti che presenta la massima potenza nella banda acustica (fig. 4); gran parte di tale energia viene Tiflessa dalla ionosfera, Quando i segnali vengo- no rilevati a grande distanza dalla sorgente si osserva una certa dispersione (tweeks) dovuta alle proprieta dispersive della ionosfera, se la misura viene effettuata nel punto magnetica- ‘mente coniugato si osserva un segnale fortemen- te disperso (whistlers). L’energia riflessa dalla ionosfera eccita inoltre i modi di risonanza della cavita (risonanza Schumann, Cole, 1965; fig. 2). Una parte dell’energia penetra nella ionosfera nella magnetosfera e si propaga lungo le linee di 99 ionale di Geofisica, Osservatorio Geofisico di L'Aquila, lalia forza del campo geomagnetico interagendo con le particelle cariche del plasma. Tale interazione di luogo a fenomeni particolarmente vistosi (whistlers, hiss chorus, ecc.) alla base dei quali ci sono meccanismi di risonanza onda-particella, Misure sistematiche del rumore elettroma- gnetico di fondo nelle bande ELF/VLF sono state effettuate in Italia nell’ambito della col- laborazione tra T'Universitt di Stanford ¢ TING (Meloni et al., 1992) e nell’ambito del PNRA (Programma Nazionale di Ricerche in Antartide). Tali misure sono state eseguite presso Osservatorio Geomagnetico di L’A- quila e recentemente presso la stazione geo- magnetica della Base italiana Baia Terra Nova in Antartide (74,69°S, 164.12°E). L'interesse per il monitoraggio dei segnali ELF/VLF é orientato prevalentemente allo stu- dio della distribuzione temporale e spaziale del rumore elettromagnetico di fondo e allo studio delle diverse sorgenti naturali ed artifi- ciali che concorrono alla formazione di tale Tumore; altri aspetti riguardano Io studio delle sorgenti interne alla Terra correlate con eventi tellurici e, di grande interesse in magnetotellu- rica, 'impiego dei segnali di risonanza Schu- mann nella prospezione elettromagnetica della ‘Terra. Per la terminologia magnetosferica ut lizzata, si facia riferimento alle monografie di Villante ¢ Candidi presenti in questo volume. 2, La cavita Terra-ionosfera L’atmosfera pud essere considerata come un sottile strato isolante limitato da due sfere conduttrici: la superficie terrestre ¢ la ionosfe- - Paolo Palangio 10kH: 10OkH Miz 10M 1OOMiz -1GHz 10GHe. Fig. 1. Rumore clettromagnetico di fondo. Sull’asse y & riportata una densitd spettrale in unita arbitrarie. a, cid definisce una guida d’onda sferica al- interno della quale le onde elettromagnetiche possono propagarsi (fig. 2). Tale cavita, carat- terizzata da una dimensione longitudinale pari alla circonferenza terrestre e una dimensione trasversale pari all'altezza della ionosfera, si comporta come una struttura risonante le cui frequenze di oscillazione, nellipotesi di iono- sfera e Terra perfetti conduttori, sono date dal- la semplice relazione: fy = icf2R = 7.5i Hz (2.1) Fig. 2. Cavith Terra-ionosfera 100 Radioricezione ELF-VLF | HHA AS sferic whistler Hz ‘6000. 4000. 2000 ° 1 2 sec Fig. 3. Sferic e whistler. in cui f;@ la frequenza relativa all’i-esimo mo- do di oscillazione della cavita, R & il raggio terrestre e ¢ & la velocita della luce nel vuoto. L’armonica fondamentale (i= 1), la cui lunghezza d’onda uguaglia la dimensione maggiore della Terra, subisce un’attenuazione di circa 0.2 dB per 1000 km, mentre le fre- quenze di risonanza relative alla dimensione trasversale della cavitd (in cui h & Valtezza del bordo inferiore della ionosfera), sono: seu Fig. 4. Spettro del campo magnetico generato da una scarica elettrica atmosferica 101 i= ich Questi segnali perd subiscono un’attenuazione di cirea 20 dB per 1000 km; sperimentalmente hon sono stati ancora mai osservati La cavith Terra-ionosfera, a causa delle ProprietA dissipative © dispersive della iono- sfera si comporta anche come un filtro passa basso caratterizzato da una frequenza di taglio superiore che cade nella banda 2-4 kHz. Nell’ipotesi di una ionosfera in cui sia tra- scurabile I'effetto delle collisioni ¢ sia nullo il campo geomagnetico, lindice di rifrazione del mezzo &: (2.2) MP =1- fp in cui f, & la frequenza di plasma (f, = Ne/4segm). Un segnale elettromagnetico che penetra nella jonosfera viene riflesso nel punto in cui f=¥,, senza subire attenuazione (si_vedano ad es. jianchi, 1990 e Davie: 1990). Leffetto delle collisioni tra gli elettroni ¢ le molecole neutre, @ quello di introdurre un fattore di attenuazione delle onde elettroma- gnetiche. In questo caso lindice di rifrazione diventa complesso: nf) = VI- FF = aif) = A + JB J. la frequenza di collisione che nella bassa jonosfera, a causa dell’elevato rapporto tra le particelle neutre ¢ gli elettroni, & molto alta rispetto agli strati pid elevati. Il bordo inferio- re della ionosfera si comporta quindi, nei con- fronti delle onde a bassissima frequenza (f <3 KHz), cio’ per frequenze al di sotto della fre~ quenza minima di plasma, come la superficie di un metallo: le onde vengono riflesse quasi senza attenuazione. Cid ® essenzialmente do- vuto al fatto che tali segnali elettromagnetici penetrano nel mezzo ionizzato per una piccola frazione della loro lunghezza d’onda; ovvero: lo «skin depth» relativo allo strato inferiore della ionosfera & molto pitt piccolo della lun- ghezza d’onda del segnale. Al di sopra di tale frequenza l'attenuazione cresce ed & determi- nata dalla parte immaginaria del frazione: (2.3) 24) Paolo Palangio E=E,exp * exp” (2.5) L’onda riflessa, quindi, & attenuata in misu- ra crescente con la frequenza. La cavita Terra- ionosfera, nella banda 0-30 KHz, si comporta, quindi, come un filtro passa basso con una frequenza di taglio che cade, come gid accen- nato, nell’intervallo 2-4 kHz. Nell’atmosfera esistono segnali elettroma- gnetici anche a frequenza prossima a zero; so- no presenti gradienti verticali del campo elet- i ‘gine naturale, che nei pressi della superficie terrestre sono dell’ordine di 100 Vim, soggetti a variazioni temporali correlate con le scariche elettriche atmosferiche, Ci pud venire interpretato come un processo di carica e scarica di un condensatore sferico for- mato dalla ionosfera e dalla Terra La principale sorgente di energia che al- Vintemo di questa cavitd produce un vasto nu- ‘mero di fenomeni elettromagnetici, come si 2 detto, & data dalle scariche elettriche atmosfe- riche (sferics) (fig. 3). L’energia totale rila- sciata durante una scarica pud variare da qual- che GJ a qualche decina di GJ, le potenze in la durata del proces- 10 oT Fig $. Segnali di risonanza Schumann registrati a Baia Terra Nova in Antartide (3 componenti del campo magnetico) Radioricezione ELF-VLF 20 8c Fig. 6, Rumore di fondo (banda ELF) prodotto dalle scariche elettrich dell’Osservatorio Geomagnetico di L*Aquila. so & dell’ordine del secondo, quindi le potenze variano da 1000 MW a 10000 MW. Anche se soltanto una parte di questa potenza viene tra- sformata in radiazione elettromagnetica (meno del 10%), tuttavia il numero di scariche su tut- to il pianeta ammonta a circa 100 per secondo. pertanto l’energia totale coinvolta in questi fe- nomeni @ dell’ordine di 10" J annui, confron- tabile con l'energia elettrica prodotta in tutto il mondo nel 1970, La distribuzione spaziale delle scariche non & uniforme sul nostro pianeta, dipende forte- mente dalla latitudine e raggiunge il massimo nella fascia equatoriale. Sono questi eventi che eccitano con continuitd i modi di risonanza della cavita Terra- ionosfera. Un ulteriore con- tributo all’energia totale immessa nella cavita & fornito dalle sorgenti esterne alla Terra che nella banda intomo a 10 Hz & dello stesso or- dine di grandezza dell’energia fornita dalle sorgenti terrestri. Nella magnetosfera polare, all’esterno della ionosfera, tra 10.000 e 20000 km di quota, sono presenti intensi campi elettrici (struttura di potenziale aurorale) determinati dal flusso di particelle cariche provenienti dalla coda magnetosferica. In questa zona vengono pro- dotte intense emissioni elettromagnetiche nelle bande ELF e VLF; la quasi totalita di questi segnali viene riflessa dalla ionosfera nello spa- 7io interplanetario, soltanto una piccola parte 103 atmosferiche osservate nell'area penetra nella ionosfera, lungo le linee di forza del campo geomagnetico, attraverso mecca smi di risonanza onda-particella (risonanza clotronica) che investono i protoni (Gumett ¢ Shawhan, 1965), raggiungendo cosi le zone polari. In queste zone il contributo delle sor- genti esteme, in corrispondenza della frequen- za fondamentale (i= 1), & prevalente, anche Perché le aree polari sono prossime ad una li- nea nodale rispetto alle sorgenti equatoriali, ¢ quindi i segnali dovuti alle scariche elettriche atmosferiche sono pitt deboli Le frequenze relative alla risonanza Schu- mann effettivamente misurate differiscono da quelle calcolate con la formula (2.1) (fig. 7) € la ragione di cid risiede nel fatto che la con- ducibilita della ionosfera @ molto pid piccola di quella della Terra e varia in funzione dell’altezza. Inoltre le sue caratteristiche varia- no nel tempo ¢ I'altezza della ionosfera diffe- risce considerevolmente tra 'emisfero illumi- nato € quello notturno. Il bordo inferiore della ionosfera, da considerare nel calcolo delle fre- quenze naturali, @ la regione in cui la frequen za giromagnetica degli elettroni eguaglia la frequenza di collisione del plasma. Considera- ta la variabilita temporale e spaziale di tale regione, diventa difficile individuare un valore unico dell’altezza del bordo valido a livello planetario. Un maggiore accordo dei dati spe- Fimentali con quelli teorici si ottiene utilizzan- Paolo Palangio | \AA Fig. 7. Spettro del segnale di risonanza Schumann, componente magnetica NS. do modelli di ionosfera pit vicini alla realta fisica del mezzo. Una ulteriore complicazione nei calcoli delle reali frequenze di risonanza della cavith viene introdotta tenendo conto anche del cam- po magnetico terrestre. La presenza del campo geomagnetico produce la scissione di ciascuna frequenza in (2i + 1) sottolivelli, In corrispon- denza della frequenza fondamentale (i = 1) si dovrebbero osservare tre picchi intorno a 8 Hz distanziati di circa 0.4-0.7 Hz. Cid & dovuto al fatto che, in presenza del campo magnetico, la conducibilita del plasma diventa fortemente anisotropa. Infatti nella direzione parallela alle linee di forza del campo la conducibilita & molto pitt elevata che non nella direzione or- togonale. Un approccio elementare alla determinazio- ne dei parametri f, Q e A (rispettivamente: frequenza di risonanza, fattore di merito e am- piezza delle oscillazioni) relativi alla caviti ud essere fatto utilizzando un semplice mo- dello a simmetria sferica che prevede una Ter- ra perfettamente conduttrice e una ionosfera ‘omogenea ed isotropa (in assenza del c.m.t.) 104 caratterizzata dall'indice di rifrazione n(v), funzione soltanto della coordinata radiale r: wo =[ ove con r, si intende il raggio della Terra, con rr, il raggio della Terra comprendente il limite inferiore ionosferico e n, dato dalla relazione (2.4), si riferisce alla bassa ionosfera dove la frequenza di plasma é dell’ordine di 10 kHz e la frequenza di collisione @ dell’ordine di 10 MHz. Poiché f, e f, sono molto pitt grandi del- le frequenze di risonanza della cavit&: Fil ifgh: Qui di seguito si ricaveranno altre relazio- ne che caratterizzano la cavita risonante aven- te simmetria sferica. Lo sviluppo in armoniche sferiche del po- tenziale magnetico A e del potenziale elettrico V, associati al campo elettromagnetico esisten- te all'interno della cavita, pud essere fatto nel modo seguente: r, — j100 Ce) Radioricezione ELF-VLF V=¥ LD Aarne + Brice A= Y wWrn'ay + Grove w 0 meni (2.8) € all’interno della ionosfera: v=) Yorwrey A=) Y rivera w Fei 29) in cui_y"(@, y) sono le armoniche sferiche normalizzate: OW = 1 [ai+nG=my vay G+ mr Pos exp linyl (2.10) che sono le autofunzioni dell’operatore: iat Ca a Ginos + Ww sin’ ay? (2.11) 47) © h;() sono Ie funzioni di Hankel di ordine semintero: exp [ix] x E(x) = — jP) exp [=x] ~ (x = kr) (2.12) Av) = Tw) in cui Poperatore Mx) = Mkr) = (—kr)' df (kr) d (kr), P*(cos 8) sono le funzioni associa- te di Legendre, k 2 il numero d’onda, 8¢ y sono rispettivamente la latitudine ¢ la longitu. dine, Imponendo le condizioni al contorno al po- tenziale magnetico ed elettrico nella regione di tansizione Terra-ionostera (r= r,), queste si traducono nelle condizioni di continuita del campo elettrico © del campo magnetico in tale 105 regione. Sulla superficie terrestre (r= r)), data la presenza di una notevole discontinuita della conducibilita elettrica, le condizioni al contor- ‘no impongono lannullamento della compo- hente tangenziale del campo elettrico e della componente normale del campo magnetico. Possiamo esprimere le componeuti del campo eletirico © del campo magnetico, nel caso di onda TM (trasversale magnetica), nel modo seguente: (2.13) Dalle (2.8) ¢ (2.9) si ottiene, eguagliando i coefficienti di Y?: AP Rice) + BP Six) = 0 AP R(x) + BP S05) = nCP S(nx,) AT RUG.) + BES! (x,) R(x) = xhi(a) CP Si(nx,) © Sx) = xh, Co) (2.14) da cui abbiamo la seguente equazione agli au- tovalori: ARIS OH) — RiCE)S}xD)}S (ne, 1 RC)Si Ca) — Sie Ri (x)}S (1x5) (2.15) L*impedenza d’onda Z della ionosfera ® data da: 2 = (2.16) Paolo Palangio € dalla seguente relazione: i+) ( ir} +jZ—Klry— 1) EVE oy, 1) 2.) kr Zug nit EK trascurando il primo termine, abbiamo che le frequenze naturali sono: cf + DQr,- 1) ae (rs any diy = ry ] ¢ il fattore Q; = (2.19) 2h) em Per Z=0 e trascurando il termine (r,— r)/r,, nella relazione (2.18), riotteniamo Ja nota formula di Schumann riportata sopra. L’equazione (2.15) ha due tipi di soluzioni la prima per kr,= 1, e descrive i modi di oscillazione con Iunghezze d’onda paragonabi- li con le dimensioni longitudinali detla cavita (risonanza Schumann); la seconda soluzione per ky, >> 1, € riguarda la risonanza trasversa- Ie, le cui lunghezze d’onda sono dell’ordine della distanza Terra-ionosfera, questi segnali subiscono un’attenuazione molto elevata a causa delle proprieta dispersive e dissipative della ionosfera (Galejs, 1970) Le autofrequenze della (2.15) sono indipen- denti da m, che caratterizza le asimmetrie az mutali delle oscillazioni, ne segue che per una data autofrequenza f, corrispondono differenti autofunzioni. Tale degenerazione 2 dovuta alla perfetta simmetria del modelto fisico impiega- to nel calcolo delle autofunzioni; quindi qua- lunque deviazione da tale simmettia sferica in- troduce una rimozione della degenerazione. | fattori che determinano una parziale o totale rimozione della degenerazione sono i seguenti 106 1) disomogeneiti giomo-notte della iono- sfera; 2) disomogeneita polare; 3) disomogeneita della ionosfera dovuta al- la presenza del campo geomagnetico. In pratica questi diversi fattori concorrono talora simultaneamente a rimuovere la degene- razione, anche se non @ stata ancora fornita una convincente dimostrazione sperimentale di tale fenomeno. La disomogeneita giorno-notte & dovuta al- la diversa illuminazione dei due emisferi c: ratterizzati, quindi, ciascuno da una differente impedenza Z. La separazione delle frequenze dovuta a questa asimmetria longitudinale & tuttavia molto piccola. Un aumento considerevole della ionizzazio- ne della bassa ionosfera nelle zone polari, pro- vocato da un incremento dell‘attivita solare (flares) a cui si associano eventi del tipo PC. (polar cap absorption), pud alterare sensibil- mente la simmetria sferica della cavita. Tale asimmetria latitudinale pud provocare una par- ziale rimozione della degenerazione: tutte le frequenze si dividono in i+ 1 sottolivelli (Field, 1970). Le frequenze calcolate in base al semplice modelo proposto si discostano lievemente da quelle misurate, mentre il fattore Q misurato differisce notevolmente da quello teorico. Un maggiore accordo si ha utilizzando un model- lo di ionosfera a 2 strati omogenei ed isotropi (Z,, Za, Ny Pay 4) & tenendo conto dell’assor- bimento ionosferico (Jones, 1964 ). 3. Propagazione delle onde VLF I meccanismi attraverso i quali onde elet- tromagnetiche VLF possono propagarsi attra- verso la ionosfera, grazie alla presenza del campo magnetico terrestre, sono la risonanza Cerencov (risonanza longitudinale) e la riso- nanza ciclotronica (risonanza trasversale). Nella risonanza Cerencov vengono coinvol- te le particelle cariche la cui velocit’a @ uguale a quella dell’onda elettromagnetica nella dire- zione della linea di forza del campo magneti- co terrestre. La componente parallela del cam- Po elettrico associato all’onda elettromagnetica ud accelerare le particelle in quanto in questa situazione il campo elettrico dell’onda elettro- magnetica, «visto» dalla particella, risulta es- sere costante; corrispondentemente l'onda vie- ne amplificata a spese dell’energia cinetica delle particelle. L’energia degli elettroniri- chiesta nella risonanza longitudinale & dellor- dine di 3 keV nella magnetosfera e di qualche centinaio di eV nella ionosfera; per i protoni le energie sono 1800 volte superiori a quelle degli elettro Nella risonanza ciclotronica, nota anche co- me «Doppler-shifted cyclotron resonance», vengono coinvolte le particelle che spiralizza. no intorno alle line di forza del campo geo- magnetico con velocita angolare uguale a quella dell’onda elettromagnetica polarizzata circolarmente. Gli elettroni e le onde devono Tuotare, per un osservatore che osservi il feno- meno nella direzione della linea di forza del ‘ampo geomagnetico, entrambi in senso ora- rio, ed inoltre ad un osservatore solidale al si- stema di riferimento degli elettroni, la fre- quenza dell’onda elettromagnetica deve risul- tare uguale alla frequenza giromagnetica delle Particelle, per soddisfare questa condizione onde ¢ particelle devono viaggiare in opposte direzioni. Lo spostamento Doppler della fre- quenza dell’onda elettromagnetica osservata a terra &: K,~ Pf = Vig Vo GB.) quindi la frequenza del segnale osservato 2: fp~Veglh (3.2) & molto inferiore a quella ciclotronica degli elettroni; inoltre, poiché I'in- dice di rifrazione del mezzo attraversato dal- onda elettromaghetica @ n> 1, la velocit’ di gruppo & molto inferiore a c: V,= c/n, cid consente una forte interazione onda-particella in quanto si ha un aumento del tempo di inte- azione; cio? del tempo durante il quale rima- ne costante la differenza di fase tra il vettore campo elettrico associato all’onda ed il vettore associato alla velocita trasversale degli elettro- ni (trasversale alle linee di forza del campo geomagnetico), 107 L’amplificazione dell’onda elettromagnet ca a spese dell’energia cinetica degli elettroni presenti nelle fasce di radiazione pud avvenire soltanto se E+ si mantiene costante per un tempo sufficientemente lungo in cui lo scam- bio energetico & dato da: gE + vat (G3) Questo modo di propagazione delle onde elettromagnetiche attraverso la ionosfera e la magnetosfera, lungo le linee di forza del cam- po geomagnetico, & noto come «whistler». Whistler (Carpenter, 1962) & anche il termine con cui vengono designati gli eventi eccitati dalle scariche elettriche atmosferiche © perce- piti, in banda audio, come fischi di tono de- Crescente nel tempo (fig. 3). La propagazione dei whistlers @ possibile, quindi, soltanto a frequenze inferiori a quella ciclotronica «loca- le» degli elettroni, mentre nella banda delle al- te frequenze la propagazione di un’onda elet- tromagnetica attraverso la ionosfera & possibi le soltanto per frequenze al di sopra di quella i plasma. Lo scambio energetico onda-particella che si ha nella risonanza ciclotronica coinvolge la velocita trasversale (y,) delle particelle, mentre lascia inalterata la componente parallela (v,) al campo geomagnetico, con il risultato di modi- ficare la distribuzione del «pitch angle» a= arctg(v,/v,). Il trasferimento di energia dalle particelle all’onda elettromagnetica ridu- ce tale angolo rendendo cosi possibile la pre~ cipitazione prevalentemente degli elettroni in- trappolati nelle fasce di radiazione e delle par- ticelle provenienti dalla coda magnetosferica nella bassa ionosfera. Nella risonanza trasversale Menergia richie- sta per gli elettroni @ di circa 7 keV nel piano equatoriale ¢ oltre il MeV nelle regioni a bas- sa altitudine e, poiché il flusso degli elettroni nella magnetosfera @ molto elevato alle basse energie, il contributo alla risonanza ciclotroni- ca @ dato principalmente dagli elettroni a bas- sa energia la cui distribuzione & massima nella regione equatoriale. Pertanto Vinterazione av- viene nella regione in cui le linee di forza del campo geomagnetico attraversano il_piano equatoriale. La risonanza ciclotronica vole importanza nella fisica della magnetosfe- ra in quanto @ il principale meccanismo attra- verso cui gli elettroni precipitano dalle fasce di radiazione e dalla coda magnetosferica nel- la bassa ionosfera (Hellywell, 1965), tali pro- cessi vengono stimolati dalle scariche elettri- che atmosferiche di grande potenza. II rappor- to tra l'energia elettromagnetica stimolante Venergia cinetica coinvolta nella precipitazio- ne degli elettroni & di circa 10°. Le particelle intrappolate nelle fasce di ra- diazione spiralizzano intorno alla direzione delle linee i forza del campo magnetico ter- restre e vengono riflesse nei punti coniugati. I meccanismi fisici che regolano tali fenomeni, job I’energizzazione e la riflessione delle par- ticelle nei punti coniugati sono noti, rispettiva- mente, come «betatron process» e «Fermi a celeration». Queste particelle generano onde polarizzate circolarmente che a loro volta mo- dificano l'angolo @ delle particelle stesse; si ha cosi un proceso spontaneo di distribuzione isotropica dell’angolo. Le particelle con un an- golo a= 10° alla successiva riflessione nel punto coniugato precipitano nell’atmosfera, Misure di rumore di fondo nella banda ELF in Antartide Le prime osservazioni sulla risonanza Schumann vennero fatte nel 1954, nel 1957 Schumann ed altri interpretarono teoricamente i dati sperimentali; successivamente diversi autori hanno effettuato misure nella banda ELF anche con magnetometri superconduttori (Fraser-Smith € Buxton, 1975), in alcuni. casi si @ osservata una struttura fine dei picchi di risonanza (Hughes, 1964). Presso la Base Baia Terra Nova (Antarti- de), durante la VI spedizione 1990-91, & stata installata una stazione di rilevamento di segnali ‘magnetici nella banda ELF (1 Hz —2 kHz). L’s rea in cui @ situata la stazione, come del resto tutto il continente antartico, @ caratterizzata da un bassissimo livello del rumore di fondo arti- ficiale, ben si presta per effettuare misure di segnali naturali, in particolare quelli di origine estema alla cavit® generati nella magnetosfera polare. 108 La cavita Terra-ionosfera viene eccitata principalmente dalle scariche atmosferiche la cui distribuzione temporale & praticamente ca- suale, L’insieme delle sorgenti che eccitano la cavitd in un dato intervallo di tempo, a causa del basso valore del parametro Q, determina segnali di fondo con valori di ampiezza e fase variabili casualmente nel tempo (fig. 5). La radiazione di fondo, nella banda ELF, ri- evata presso I'Osservatorio di L’Aquila (fig. 6) presenta caratteristiche considerevolmente dif- ferenti da quelle che si possono osservare in fig. 5. Oltre alla presenza del rumore artificia- le, si notano soprattutto gli effetti delle scari- che atmosferiche che avvengono nell'area di osservazione ad una distanza maggiore di qualche centinaio di chilometti, e gli effetti delle scariche vicine che contengono non sol- tanto la componente radiativa ma anche quella induttiva (near field) la cui ampiezza sovrasta nettamente quella di tutti gli altri segnali pre- senti. In fig. 5 si notano gli effetti delle scari- che elettriche atmosferiche di grande potenza, mediamente ogni 2 0 3 secondi, che avvengo- no a molte migliaia di km dal punto di osser- vazione. Tali eventi costituiscono soltanto il 2% del numero totale delle scariche che av- Yengono su tutta la Terra. In tutti gli esperimenti riportati nella lette- ratura scientifica internazionale, le misure so- no state fatte con due sensori ortogonali posti nel piano orizzontale. Questa configurazione viene giustificata dal fatto che, nel modello di Terra perfettamente conduttrice esaminato so- pra, la componente verticale del campo elet- tromagnetico, sulla superficie terrestre, @ nulla. In Antartide & stata impiegata una terna orto- gonale di sensori magnetici, la fig. 5 mostra che la componente verticale & diversa da zero, essa dipende dalla struttura di conducibilita del’area in cui viene effettuata la misura. Le fluttuazioni delle frequenze dei segnali di risonanza Schumann, malgrado la variabili- 1 spaziale © temporale delle caratteristiche della cavita Terra-ionosfera, sono dello stesso ordine di grandezza della larghezza dei picchi di risonanza. Questa stabilita in frequenza, ai fini dell’impiego di tali segnali nella prospe- zione elettromagnetica della Terra, pud venire sfruttata impiegando magnetometri accordati Radioricezione ELF-VLF molto selettivi che consentirebbero di rilevare i segnali anche in aree particolarmente ing nate dal punto di vista elettromagnetico. Le prime cinque armoniche (8, 14, 20, 26 ¢ 31 Hz) sono certamente rilevabili con’ strumenti commerciali del tipo «search coil» a banda stretta, mentre le armoniche superiori pur rive- stendo, in magnetotellurica, un qualche inte- resse, sono di pit difficile misurazione a causa dell’attenuazione della cavita che cresce con la frequenza, Durante la notte questo tipo di misure, alle medie latitudini, risulterebbe notevolmente ef- ficace a causa della differente attenuazione notturna dei segnali, circa 3 volte inferiore ri- spetto alle ore diurne, 5. Misure di rumore di fondo nelle bande ELF e VLF Un contributo non trascurabile al rumore elettromagnetico di fondo misurabile sulla su- perficie terrestre, nella banda | Hz ~ 100 kHz, viene fornito dai sistemi di distribuzione del- Venergia elettrica, dalle trasmi VLF, dalle reti telefoniche, dalle ferrovie elet- trificate © dall’attivita industriale. Nelle aree fortemente industrializzate il rumore artificiale prevale su quello di origine naturale (fig. 10), Il riconoscimento dei segnali di origine natu- rale correlati con i vari fenomeni elettroma- gnetici che si verificano all’interno della cavi- 1 magnetosferica, @ un problema di non sem- lice soluzione che pud essere affrontato sol- tanto sulla base di una statistica temporalmen- te molto ampia del rumore di fondo a livello planetario. Negli ultimi anni sono apparsi nella lettera- tura scientifica internazionale diversi lavori nei quali vengono riportati osservazioni di ru- more elettromagnetico naturale di origine in- terna alla Terra, emissioni anomale non asso- Ciabili ad alcun fenomeno conosciuto di origi- ne esterna alla Terra. In alcuni casi segnali elettromagnetici sono stati registrati in conco- mitanza con terremoti vicini al punto di osser- vazione. Diversi sono i meceanismi fisici proposti dai vari autori che hanno investigato questi fe- Use Fig. 8. Schema a blocchi del radiometzo di Stanford 109 Paolo Palangio € 180" w nomeni. Riproduzioni in laboratorio delle con- dizioni in cui vengono a trovarsi le rocce nella zona focale di un terremoto, hanno mostrato che in presenza di materiale ricco di quarzo, Veffetto piezoelettrico ha un ruolo preponde- rante nell'emissione di segnali elettromagneti- cis in presenza di materiale povero di quarzo (calcare, ecc.) si sono invocati_meccanismi differenti © tra questi anche effetti quantistici (effetto Tunnel) (Ogawa er al., 1984). L'Universita di Stanford (U.S.A.) ha effet- tuato per molti anni studi sulla distribuzione spaziale a livello planetario ¢ sulle variazioni temporali del rumore ELF/VLF. Presso questa Universita & stato realizzato uno strumento au- tomatico per misurare Mattivita elettromagneti- ca nelle bande ELF/VLF (fig. 8) (Fraser-Smith € Helliwell, 1985), La rete per il monitoraggio globale & costi- tuita da 8 stazioni di misura equipaggiate con 0 ‘90° 9. Rete mondiale per il rilevamento sistematico del rumore elettromagnetico di fondo, tali_ strumenti, Marea europea 2 stata coperta dall’ Osservatorio di L’Aquila (fig. 9). Uno degli aspetti della collaborazione fra T'Universiti di Stanford e PING, & stato quello di individuare eventuali emission: anomale as- sociabili ad eventi sismici nell’area aquilana. Il radiometro ha operato presso Vosservatorio geomagnetico di L’Aquila per diversi anni e dalla notevole mole di dati raccolti & stato possibile effettuare una prima sintesi sul com- portamento i alcuni parametri statistici del Fumore elettromagnetico misurato , che posso- no essere considerati rappresentativi dell’area mediterranea (Meloni et al., 1992; Dinger et al, 1982). Il radiometro installato a LAquila nel 1986 & costituito essenzialmente da 4 antenne del tipo «search coil» accoppiate a preamplificato- Fi con una temperatura di rumore inferiore a 50 K. E presente un calcolatore che oltre ad Radioricezione ELF-VLF DATA FOR JANUARY 1987 —— 00.03 Avg a 1215 Avg —*— 06-09 Avg —— 18-21 Avg AVERAGE AMPLITUDE (fr) VHz) 109 101 492 49) 10 108 FREQUENCY (Hz) {rit 10. Variazione del «noise» ELF/VLF all’ Aquila per il mese di Gennaio 1987, Sono indicate per Ritual cr mpiewze medic per 16 canali a banda stretta, I dati sono rappresentati per 4 blocchi Wiens’ (a Meloni er al., 1992), DATA FOR JULY 1987 noe a 10! 2 —2— 00.24 Avg z oL 2 10 3 1074 109 408 402 403 404 495 FREQUENCY (Hz) Fig. UL, Variazione della V, ELF/VLF all'Aquila per il mese di Luglio 1987 (da Meloni ef al., 1992), iW Paolo Palangio DATA FOR JULY 1987 AVERAGE AMPLITUDE (/r’ VHz) FREQUENCY (Hz) 12-15 Avg 00-03 Ava 06-09 Avg 18-21 Avg Fig. 12. Variazione del «noise» ELF/VLF all’ Aquila per il mese di Luglio 1987. Sono indicate per punti Te ampiezze medie per 16 canali al., 1992), eseguire il calcolo, in tempo reale, del valore rm.s., del valore medio e dei valor massimo e minimo dei segnali in ciascuna delle 16 ban- de in cui & suddivisa 'intera banda ELF/VLF, provvede anche ad espandere la dinamica del convertitore A/D, agendo sul guadagno dei preamplificatori in funzione dell‘ampiezza dei segnali ricevuti. Il calcolatore controlla i due sistemi di acquisizione dei dati, l'unita a na- stro digitale e il registratore analogico, ed il sistema di sineronizzazione dell’orologio via radio. Nell’area in cui sorge I'Osservatorio Geo- ‘magnetico, il rumore elettromagnetico di fon- do di natura artificiale & dovuto principalmen- te alla presenza delle armoniche dispari di 50 Hz e dei segnali radio VLF utilizzati_per la radiolocalizzazione e per le trasmissioni radio. La reiezione di questi segnali_indesiderati & stata ottenuta con una serie di filtri soppresso- ri di banda controllati dal calcolatore. Le misure di rumore di fondo nelle bande ELF e VLF (10 Hz ~ 32 kHz), effettuate a 12 banda stretta. I dati sono rappresentati per 4 blocchi triorari (Meloni er L'Aquila, mostrano alcune caratteristiche che sono comuni ad altre aree della Terra invest gate con lo stesso tipo di strumentazione. Lo spettro del rumore mostra un andamen- to del tipo «l/f> dovuto principatmente alle caratteristiche fisiche della ionosfera. Si nota, inoltre, una diminuzione del segnale nella ban- da 2-4 kHz; in questa banda cade la fre- quenza di taglio della cavita Terra-ionosfera (fig. 10). La fig. 11 mostra l'andamento del parametro V, che caratterizza limpulsivita del segnale. Questo parametro & definito dal rapporto tra il valore r.m.s. ed il valore medio del rumore. La componente impulsiva del rumore di fondo correlata con le scariche elettriche atmosferiche che avvengono nell’area della stazione di rileva- mento, nel raggio di 500-1000 km. In fig. 12 si nota che l'ampiezza del rumo- re tende ad assumere valori pitt elevati durante la notte; cid @ dovuto all’assenza dello strato D nell’emisfero non illuminato. E noto, infati che la ionizzazione del bordo inferiore della Radioricezione ELF-VLF DATA FOR JANUARY-JULY, 1987 104 w 3 5 108 = z w Q 102 z & z J 1 10) pf = & S 6 ° 10 109 491 105 FREQUENCY (Hz) ionosfera durante il giorno, produce una consi- derevole attenuazione dei segnali elettroma- gnetic L’intensita del rumore nei mesi invernali tisulta notevolmente pitt bassa rispetto ai mesi estivi (fig. 13); tale differenza & probabilmente da imputarsi alla diversa distribuzione stagio- nale delle scariche elettriche atmosferiche. 6. Conclusioni Le conoscenze sulla distribuzione tempora- le e spaziale del rumore di fondo elettroma- gnetico nelle bande ELF e VLF assumono una grande importanza nello studio dei vari feno- meni che avvengono all’interno della cavita magnetosferica in parte ancora non ben cono- sciuti, Negli ultimi anni sono state formulate ipotesi sull'esistenza di sorgenti elettromagne- iche interne alla Terra in qualche modo asso- ig 13. Variazione del «noise» ELF/VLF all'Aquila per i mesi di Gennaio © Luglio 1987 ciate a fenomeni tettonici. I segnali elettroma- gnetici che vengono generati nell’area focale interessata da un terremoto, secondo i mecca- nismi fisici attualmente noti, subiscono una considerevole attenuazione nell’attraversare il mezzo che separa la sorgente dal punto di os- servazione. Sulla base delle conoscenze circa la dinamica dei fenomeni che avvengono nella fase preparatoria di un evento sismico e du- ante la fase di liberazione dell’energia elasti- Ca, nonché delle conoscenze che riguardano la struttura fisico-chimica dei materiali: coinvolti nel fenomeno tettonico, I'intensita dei segnali, misurati anche a breve distanza dall"area foca. le © per eventi piuttosto intensi, pud risultare dello stesso ordine di grandezza del rumore elettromagnetico di fondo. raggio sistematico dei segnali elettromagnetici a basa frequenza effettuato Presso l'Osservatorio di L’Aquila per diversi anni, costituisce una buona base di lavoro nel- Paolo Palangio la caratterizzazione statistica di tali segnali quindi nello studio delle diverse sorgenti coi volte nella genesi del rumore di fondo osser- vato. Ltimpiego dei segnali di risonanza Terra- ionosfera nella prospezione elettromagnetica della Terra potrebbe consentire di migliorare la precisione nella determinazione del tensore «

You might also like