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Rivista di Scienze dell'Educazione 28 (1990) l, 17-34.

TERESA DI GESÙ EDUCATRICE SPIRITUALE *


]esús Castellano Cervera, OCD

Introduzione

Non è molto corrente presentare Teresa di Gesù come educatrice spirituale. Benché la
Chiesa le abbia attribuito il titolo di «Dottore» e la si chiami Maestra di vita spirituale, solo pochi
sono stati attirati dallo studio specifico della sua arte pedagogica nel campo dei valori dello Spirito.1
Ci è più consueto parlare di Teresa la mistica, di Teresa scrittrice e Maestra, di Teresa
Fondatrice; titoli che sono stati plasmati nella diversa iconografia popolare della Santa, dalla
trasverberazione del Bernini, alla statua di Filippo Valle nella Basilica Vaticana, alla stupenda
immagine di Teresa «andariega», viaggiatrice, che splende ai piedi delle mura del monastero
dell'Incarnazione ad Avila.
Eppure Teresa ha esercitato anche questo ruolo di educatrice spirituale di monache e di frati,
di teologi e di vescovi durante la sua vita, quando trasmetteva la sua esperienza ed, ascoltando,
indirizzava le persone verso i veri valori dello Spirito. E ancora oggi il lettore che si accosta alla
lettura dei libri della madre Teresa percepisce la forza plasmatrice della sua parola, delle sue
convinzioni, allargando così la schiera di coloro che si sentono discepoli spirituali di una grande
maestra.
La Chiesa riconoscendo in lei il titolo di Dottore certamente non ha escluso questo aspetto
della sua pedagogia. E così possiamo verificare chiaramente che Teresa educa, trasmette valori e
propone strategie pedagogiche, ha un progetto educativo, un metodo progressivo, sa compiere le
necessarie verifiche personali.
Qui vogliamo senza eccessivi tecnicismi tratteggiare alcuni aspetti di Te: resa di Gesù come
educatrice spirituale, prospettando i valori proposti, il suo metodo, le caratteristiche più salienti del
suo genio pedagogico che non mira solo ad una certa educazione alla preghiera, ma piuttosto,
attraverso la preghiera, vuole educare alla pienezza della vita cristiana, valida per tutti i cristiani.
Nell'affrontare il tema terremo conto di alcune caratteristiche della Santa di Avila, nella
quale precede sempre l'esperienza e segue la globalità dei valori percepiti in Dio; di qui una
pedagogia che si connota di una grande concretezza.
Tratteremo progressivamente questi aspetti della figura di Teresa come educatrice spirituale:
la sua esperienza pedagogica, il suo modo proprio che è la trasmissione della esperienza, il suo
metodo educativo, i valori fondamentali, il progetto educativo globale della persona rinnovata in
Cristo.
Una esposizione tematica completa comporterebbe un'ampia documentazione, specialmente
delle testimonianze raccolte nei Processi di Beatificazione e Canonizzazione. Ci limiteremo nel
nostro caso a rimandare piuttosto ai testi teresiani che sono più alla mano.2

1* Questo testo, originariamente proposto come conversazione o conferenza, conserva ancora volutamente lo stile di
una comunicazione verbale, anche se redatto sulla scorta delle brevi note scritte per l'occasione.
Per un avviamento allo studio di Teresa educatrice: C. DOMEÑO LERGA, Algunos aspectos educativos en Santa
Teresa de Jesús, in Analecta Calasanctia 24 (1982) 463-487; M. HERRAIZ, Santa Teresa educadora. Formaci6n y
pedagogía en la vida espiritual, in Vida Religiosa 52 (1982) 102-111.
2 La documentazione dell'articolo rimane sobria, anche se ovviamente tutte le osservazioni contenute nel testo sono
intrise di riferimenti alle opere della Santa.

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1. L'esperienza pedagogica di Santa Teresa

La capacità che Teresa di Gesù possiede di estendere progressivamente il suo influsso


spirituale affonda le radici nel suo carattere e si manifesta nella sua stessa biografia. Non si può
capire la Maestra se non attraverso la sua esperienza progressiva nella quale emergono alcuni tratti
come la sua naturale capacità di comunicazione e di amicizia ed il suo incontro con Cristo Maestro,
di cui cercherà di imitare lo stile pedagogico nelle cose dello Spirito.
Dall'autobiografia teresiana appare chiaro, fin dalle prime pagine del racconto della sua
esperienza, la capacità di contagiare ed entusiasmare, anzi la vera e propria caratteristica di "leader"
che si configurerà a suo tempo nelle qualità di una grande fondatrice.
Alcuni episodi noti della sua autobiografia lo dimostrano. Prima di tutto l'influsso decisivo
che da piccola ha nei confronti del suo fratello minore per entusiasmarlo fino a mettere in pratica
una fuga alla terra dei mori che non ebbe naturalmente esito positivo. 3 La stessa forza di attrazione
si manifesta nel momento in cui decide di entrare monaca nel monastero dell'Incarnazione e
contagia la vocazione ad un suo fratello che a sua volta entra, ma per poco tempo, in un convento di
Domenicani.4 Di sé dirà che era la «più amata» in famiglia; il suo «io» ha la capacità di diventare il
«noi» di chi condivide con lei le esperienze della vita, dell'amicizia e della pietà. Perfino da giovane
monaca si reca ad uno sperduto paese e riesce con la sua purezza e fervore a trascinare fuori dal
peccato un sacerdote che era implicato in una vita poco edificante, dimostrando ancora una volta la
sua capacità di attirare verso il bene.5
Nel suo monastero dell'Incarnazione presto emerge come una persona capace di trascinare
altre nel suo ideale di vita. Deve diventare per forza, date le circostanze di allora, educatrice della
sua sorella minore Giovanna.
All'interno del monastero trasmette quell'amore all'orazione che era stato per lei un punto saldo di
riferimento prima ancora di abbracciare la vita religiosa. Diventa addirittura educatrice di suo padre
nel cammino della preghiera quando per la malattia deve accompagnarlo in casa e trascorrere dei
periodi al suo servizio.
Si può dire quindi che Teresa ben presto appare segnata da una vocazione e da una missione,
quella di educare altre persone e di trasmettere il proprio ideale ad altri. Ciò accade inizialmente, lo
abbiamo detto, nel monastero dell'Incarnazione, in un clima che possiamo considerare piuttosto
negativo dal punto di vista della formazione spirituale che potevano ricevere le monache, tanto
dentro quanto fuori, con il possibile aiuto esterno dei confessori. Teresa confessa delicatamente
questa carenza educativa e si manifesta come un'autodidatta che attraverso la lettura dei libri
spirituali e l'esercizio dell'orazione si affida alla pedagogia del Maestro divino. Ma ciò comporta dei
rischi. E Teresa, lo racconta lei stessa nella sua autobiografia, entra in crisi di valori spirituali, lascia
la stessa orazione, sperimenta la più cupa solitudine spirituale, finché viene risvegliata da Cristo
stesso in un momento di forte e decisiva conversione.6
Anche questa esperienza è cruciale per la sua pedagogia ulteriore. Da questa crisi, che
Teresa proporrà come momento di verifica necessaria nella vita spirituale, lei ha riportato lezioni
fondamentali, sia per i pericoli da evitare, sia per la comunione con gli amici di Dio da procurare
per non soccombere sola davanti al pericolo, sia specialmente per l'esperienza della pedagogia di
Cristo Maestro che l'ha riportata sulla buona strada di una vita salvata.
È proprio dopo la sua conversione che accade un episodio che segnerà in maniera decisiva la
pedagogia teresiana. Proprio nel momento in cui sente i primi sintomi di una presenza di Dio nella
propria preghiera, mentre a livello umano sente ancora una certa fragilità, Teresa consulta due suoi
amici che, non sapendo mettere insieme le grazie che Teresa riceve con la sua ancora fragile

3 Cf Vita 1,4-5.
4 Cf ivi 4,1.
5 Cf ivi 5. Tutto il capitolo è molto interessante per un'analisi delle primizie vocazionali di Teresa, delle sue prove e
delle sue reazioni.
6 Cf specialmente per la crisi di solitudine al cap. 7 della Vita; per la conversione, cf il cap. 9.
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risposta, concludono in maniera affrettata che questi impulsi positivi non sono opera della grazia ma
del demonio. Una risposta che avrebbe potuto frustrare per sempre la chiamata alla santità di Teresa.
Per fortuna altri confessori la consigliano in maniera più positiva e la conducono con soavità ad
aprirsi completamente alla grazia. È la luce che illumina tutto il modo di procedere di Teresa in
seguito, per sé e per gli altri. Si tratta per lei della grande sapienza e responsabilità di «capire
un'anima» senza pregiudizi e senza ricette preconcette, cercando di indovinare l'opera di Dio nelle
persone.7
Ma fondamentalmente per Teresa l'esperienza più gratificante della pedagogia spirituale è
quella che ha fatto alla scuola del Maestro. Ritorna spesso sulla sua penna questa qualifica
evangelica e la convinzione che il Signore è stato il suo Maestro, colui che trasmetteva senza
rumore di parole i suoi insegnamenti e la indirizzava soavemente verso la pienezza della vita divina.
Del Maestro divino Teresa ha appreso l'amore per la verità, la forza della vita, la pazienza e l'attesa
di una risposta libera. Si educano le persone, pensa Teresa, quando si propone loro la verità dei
valori, quando la si comunica come esperienza di vita, ma sempre nella paziente attesa che Dio
operi nelle persone e le conduca soavemente, anche attraverso prove e delusioni, verso la
conversione e la vita nuova.
Alla scuola del Maestro divino, ancor prima della fondazione di San Giuseppe di Avila,
quando nasce la riforma teresiana, ha imparato e ha messo in pratica la pedagogia della comunione
spirituale o dell'amicizia in Cristo. Teresa ne fa una stupenda apologia nel cap. 7 della sua
Autobiografia, verso la fine, quasi contrapponendola all'esperienza di solitudine vissuta durante il
momento della sua tiepidezza spirituale. Aiutarsi vicendevolmente, farsi spalle gli uni agli altri,
crescere nella comunione mediante la comunicazione, è una convinzione di fondo che sta alla base
di tutta una pedagogia dell'amicizia e della vita comunitaria.8
Ma la convinzione diventa esperienza concreta. Teresa raccoglie nel parlatorio che prima era
stato il luogo della dissipazione delle conversazioni frivole, un gruppo che lei chiama «i cinque che
al presente ci amiamo in Cristo» un gruppo di persone che vogliono amare e servire Cristo e
scelgono questo patto di comunione per progredire nella perfezione. Ma altresì, Teresa raccoglie
nella sua cella monacale un gruppo di altre consorelle che via via va crescendo fino ad arrivare ad
una quarantina, con le quali condivide l'amore per la preghiera e i propositi di un autentico
rinnovamento spirituale. Teresa quindi diventa piano piano maestra ed educatrice, prima ancora di
essere Fondatrice, allargando il suo raggio di azione oltre la sua stessa comunità.9
Questo ruolo pedagogico sarà essenziale ormai nella sua vita, a partire dalla fondazione di
San Giuseppe di Avila e degli altri monasteri, in un'opera instancabile che va dall'anno 1562, con la
prima fondazione, all'anno 1582, con l'ultima fondazione e la sua morte. Non è possibile seguire
Teresa in questa vasta storia di fondazioni e di esercizio del suo magistero e della sua pedagogia.
Basti cogliere con una certa progressività alcuni elementi fondamentali.
Con la fondazione del monastero di San Giuseppe di Avila, Teresa ha coscienza di essere
diventata maestra e madre, educatrice e plasmatrice di persone che hanno abbracciato un ideale di
vita impegnativo come è quello della vita contemplativa al servizio della Chiesa, in una comunità
che vive in stretta clausura. Il Cammino di Perfezione, opera eminentemente pedagogica, traccia
con chiarezza alcuni capisaldi della pedagogia teresiana. Si tratta prima di tutto di proporre i valori
ideali della nuova vita che nasce nella Chiesa, indicare il metodo concreto per raggiungere questi
valori ideali, tenere conto della necessaria progressività nel raggiungere questi ideali. Teresa unifica
questo progetto educativo attorno alla preghiera, intrecciando con realismo le esigenze concrete
della vita di orazione, aiutando a cogliere il necessario progresso nelle vie della santità, invitando ad
aprirsi totalmente all'ora di Dio e alla sua opera nelle persone. Si tratta in fondo di trovare in Cristo
il Maestro, come lei lo ha trovato, e mettersi sotto la sua . guida. La coerenza tra preghiera e vita è
uno dei punti nodali della sua pedagogia.
Questa pedagogia si apre di più man mano che aumentano le fondazioni, le difficoltà, i

7 Cf ivi tutto il capitolo 23 dove inizia di nuovo a parlare della sua vicenda, come una«vita nuova», un «libro nuovo».
8 Cf ivi 7, 20.22.
9 Per il piccolo gruppo dei cinque cf ivi 16, 6.7. Per l'influsso iniziale nella sua comunità cf ivi 6,3 e 32,1 i.
3
conflitti. Le Lettere teresiane, ma anche il suo libro delle Fondazioni, sono materiale di prima mano
per l'analisi di valori, metodi, consigli educativi, interventi comunitari e personali in momenti
difficili di crisi ecc.
Ma la pedagogia a più vasto raggio è quella che Teresa esercita con la redazione dei suoi
scritti maggiori, in modo speciale il trittico Vita, Cammino, Castello. La forza pedagogica di questi
scritti sta appunto nel carattere esperienziale, mistagogico. Parte dall'esperienza e vuole condurre ad
una esperienza. Scrive, come dice lei, per «ingolosire» il lettore ed attirarlo verso la vita di Dio. 10
Comunica la propria vita. E continuamente, in dialogo con i lettori, propone le tappe possibili per
raggiungere i più grandi ideali e traguardi della vita cristiana. Fa «teologia narrativa» della propria
esperienza spirituale e della possibile e raggiungibile esperienza del mistero cristiano, offerta da
Dio a tutti. Nella proposta della verità ha il suo forte dal punto di vista di una pedagogia dei valori;
nella convinzione e nella trasmissione della propria esperienza appoggia la sua capacità di farsi
ascoltare e seguire. Nella continua capacità di rendersi conto delle obiezioni dell’editore, dei suoi
timori, delle sue difficoltà, affiora il suo profondo senso pedagogico.

2. La pedagogia teresiana: trasmissione di esperienza

È stato già detto. La caratteristica della pedagogia teresiana sta appunto nella forza della sua
esperienza comunicata agli altri, della sua anima svelata al lettore, della confessione delle sue
mancanze e delle grazie che Dio ha compiuto nella sua vita. Il peccatore non si scoraggia. Colui che
cerca Dio non dispera di trovarlo.
È la caratteristica della dottrina teresiana. Raccontando la propria vicenda, Teresa dà fiducia
agli altri. Raccontando i propri peccati e i propri errori, con un movimento di condiscendenza, invita
alla fiducia, a non disperare di raggiungere la vetta.
Al centro, è stato ricordato, Cristo. «Il Signore è stato sempre il mio Maestro». È
espressione che tradisce il segreto della riuscita di una vita. Ma il Maestro non è soltanto il
rivelatore della verità o colui che insegna i segreti del Regno dei cieli. Teresa pensa Gesù come
educatore, pedagogo, paziente e comprensivo Maestro che ha saputo attendere, che ha saputo
proporre e comunicare valori altissimi, e verso il quale indirizza, come all'unico capace di formare
ed educare, ogni persona che si avvicina ai suoi libri.
A livello di trasmissione della propria esperienza Teresa possiede alcuni pregi educativi di
notevole presa sul lettore. Il segreto di tanta efficacia sta non solo nel fatto che quanto Teresa
comunica è esperienza concreta e non un discorso spirituale dedotto da verità astratte, ma anche
nella singolare ricchezza espressiva del suo linguaggio. Un linguaggio dialogante, esemplificativo
che ricorre spesso al simbolo, alle figure, ad osservazioni di senso comune per farsi capire.
È linguaggio confessante della propria fede e della propria vita. Linguaggio che convince ed
attira come ogni confessione di fede e di vita che rimane incontestabile.
Avendo come davanti a sé il lettore, Teresa fa dei suoi libri una lunga lettera, o come qualcuno
ha affermato, una conversazione dialogante «attorno al focolare». Rende partecipe il lettore del suo
racconto autobiografico, della comunicazione della sua esperienza.
Il costante riferimento autobiografico crea fiducia, è segno di condiscendenza con il lettore,
capacità di mettersi nel suo stato d'animo, anche se spesso il lettore rimane smarrito per la
singolarità di certe esperienze mistiche o si perde nel groviglio della conversazione disordinata di
Teresa.
Ma Teresa non impone la sua vita, il suo cammino. Cerca di capire certe costanti della
pedagogia divina, certe leggi dello sviluppo interiore, i valori essenziali dell'esperienza cristiana,
alla luce del Vangelo. Perciò universalizza la propria esperienza con il ricorso alla tipologia biblica,
ai testi e simboli della Parola di Dio. Non impone quindi la propria esperienza come se fosse un
modello da riprodurre, ma per suscitare negli altri la risposta personale ed originale che la propria
vocazione comporta. È sua convinzione che «ognuno è un mondo», difficile quindi da capire, con

10 Cf ivi 18,8.
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proprie esigenze spirituali che solo Dio c. Nella grande via o Cammino di Perfezione ci sono tante
vie, e nel Castello Interiore non vi sono solo sette mansioni ma tante quante le vie proprie per le
quali il Signore porta ognuno alla perfezione evangelica.
Ma la Via è il Signore. La sua vita è lo stampo interiore di ogni conformazione a Cristo nella
santità. E la sua persona, nella sua divinità e nella sua umanità, è l'ideale personalizzato della
perfezione, il modello supremo della santità, la mèta di ogni via di perfezione. La divinità di Cristo
ci permette di impregnare di divino la nostra umanità; la sua umanità rende amabile e possibile una
santità a partire dall'umano che è in noi. I Santi, come Teresa stessa, ci offrono della santità, mèta
ultima di ogni progetto educativo, un ideale amabile e raggiungibile; portano sul loro volto i tratti
umanissimi del Signore.

3. Metodo educativo

Si può affermare in maniera paradossale che Santa Teresa propone il massimo dei valori ed
il minimo di metodo nello svolgere il suo pensiero e il suo ruolo di educatrice.
Massimo dei valori perché Teresa personalizza i valori nella persona stessa del Signore. La
regola di ogni ascesi è proposta da lei in questi termini: «Si abbracci Cristo nostro sommo bene:
trovando in lui tutto si può lasciare tutto». 11 È il positivo di una proposta. La grande pedagogia
teresiana sta appunto nella continua risposta del Cristo vero Dio e vero Uomo come modello e
maestro, Salvatore. Ma vicino come un amico, comprensivo come un compagno di vita. L'orazione
- fulcro della pedagogia teresiana - diventa la possibilità di una contemporaneità con il Signore e il
luogo dove le persone si lasciano formare personalmente da lui.
Dal punto di vista del soggetto che deve essere educato, Teresa ha piena consapevolezza
della singolarità e della irrepetibilità della persona, delle diverse situazioni, della varietà dei
caratteri. Soltanto Dio conosce la nostra verità. E soltanto Dio capisce la mutabilità alla quale sono
soggetti i mortali. Ci sono momenti, confessa, in cui siamo disposti a fare tutto per Dio ed altri nei
quali non siamo capaci di ammazzare una formica.12 Siamo come i secchi della «noria» che gira
attingendo e riversando l'acqua: talvolta ci sentiamo pieni e all'improvviso ci sentiamo vuoti. Quello
che per alcuni è un nonnulla per altri diventa un peso insopportabile. La nostra educatrice ha piena
consapevolezza di questa condizione di fragilità e di mutevolezza delle persone.
In queste circostanze Teresa offre come risorsa pedagogica due convinzioni di base: aver
fiducia nella persona suscitando in lei la risposta progressiva con una grande capacità di attesa;
lasciare che il Signore operi nelle persone e collaborare allora con Dio mettendo la persona nella
verità e favorendo la risposta dovuta alla grazia.13
In questo modo la persona viene interpellata e l'ideale proposto, ricordato, reso familiare è
capace di attirare e di convincere. D'altra parte Teresa è convinta della progressività del cammino
della perfezione, della necessaria verifica di certi momenti della vita spirituale attraverso le prove di
Dio. Come è convinta che Dio non si dà del tutto se non ci diamo del tutto a Dio. 14 E in definitiva
non vi è una totalità e pienezza di vita cristiana se non a queste condizioni di donazione totale, verso
le quali deve indirizzare una buona pedagogia.
Più concretamente possiamo indicare quattro principi fondamentali del metodo educativo
teresiano:
- La legge della progressività. Il cammino della santità è lungo. Per alcuni traguardi iniziali
siamo chiamati ad impegnarci con tutte le forze in una chiara scelta di Dio, una «determinada
determinación», col proposito di non tornare mai indietro. Ma i momenti progressivi della
perfezione sono come offerti dalla stessa iniziativa di Dio e coincidono con momenti di prova e
11 Cf Cammino di Perfezione 9,5.
12 Cf ivi 38,6.
13 Molto importante come sintesi pedagogica di Teresa è quanto scrive per le sue monache e per le Superiore in
Fondazioni 18, 6-13.
14 Cf Cammino di Perfezione 28,12; Castello Interiore V, 1.3.
5
momenti di grazia. Dio ci chiede una coerenza delle virtù nel coltivare la sua amicizia mediante
l'orazione. Ma egli ci dice che non vi sono virtù solide finché non saranno frutto della sua grazia e
non del nostro sforzo. La santità è dono più che conquista nostra, anche se Dio ci chiede di far di
tutto per disporci con umiltà a questo dono.
La legge della progressività giustifica la convinzione di Teresa educatrice: attendere che Dio
operi nelle persone. E affinché le persone si aprano a Dio non esige una ascesi senza aver proposto i
grandi valori della «mistica cristiana» verso i quali l'ascesi apre. Non caricare di responsabilità
esterne o di osservanze minuziose senza aver indicato il traguardo di tali valori. In fondo, si tratta di
bruciare le tappe, proponendo e favorendo il dono di sé nel servizio di Dio e degli altri.
- La legge dell'attenzione alla persona concreta. È parola teresiana: accomodarci a ciò che
vediamo nelle persone, secondo il loro carattere e vocazione; non misurare tutte con lo stesso metro
nostro, né pensare che tutti gli altri hanno le stesse inclinazioni verso lo stesso modo di santità.
Teresa, al suo tempo, era già molto attenta alla verità dei caratteri che vedeva espressi nelle persone,
anche se ignorava la distinzione che verrà fatta in seguito dalla psicologia. Non si può allora
pretendere di portare tutti per la stessa via. Piuttosto bisogna puntare sui valori delle persone. È a
partire dai valori fondamentali dell'intelligenza, del buon senso, della libertà, che si può costruire la
persona e si può sollecitare la risposta della libertà, l'unica degna di Dio.
- La legge della valorizzazione dell'umano per il divino. Teresa di Gesù ha fatto la gioiosa
esperienza che Dio non ha annullato i suoi valori umani quando l'ha attirata a sé mediante la
conversione. Non ha cancellato la sua capacità di capire il bene, né la sua forza affettiva nell'amare
le persone, né la sua apertura all'amicizia. Per questo chiede come elementi vocazionali
fondamentali il buon senso, l'intelligenza naturale, l'amore per la verità. Su queste basi si costruisce
la persona e si incammina verso la santità. Teresa ha fiducia nella possibilità della persona sana che
sa amare e quindi ha la capacità di aderire al vero bene delle persone. Ha fiducia nell'intelligenza
delle persone e cerca di svilupparla nella formazione aperta e nel dialogo con i teologi. Questa
fiducia nell'intelligenza conferma la sua convinzione che il bene si impone per se stesso, che la
verità la spunta sempre («la verità patisce ma non perisce»).
- La legge dell'aiuto dell'amicizia e della comunione. La Santa di Avila è convinta del valore
della comunione e dell'amicizia per la crescita delle persone in Dio. Lo ha sperimentato nella
propria vita e lo propone come cammino di santità. Nessuno ci conosce meglio di coloro che vivono
con noi, e nessuno ci può aiutare tanto nel correggere i difetti, se lo sanno fare con amore e
desiderio di farci crescere nel bene.15 È una sua osservazione caratteristica. D'altra parte l'amore per
gli altri, la capacità di servizio e di dono, la dimenticanza di sé e l'attenzione a Dio e agli altri, è la
verifica costante del progresso nella perfezione e nella maturità cristiana. È contemplativo colui che
è «presente» ed ha «voglia di servire» Dio e i fratelli nella Chiesa. 16 La comunità quindi è il
crogiuolo e lo stampo di una autentica, realista educazione alla santità cristiana.

4. Educazione ai valori

Nelle sue convinzioni pedagogiche e nelle sue proposte Teresa insiste su un intreccio di
valori essenziali, umani e divini, sociali e comunitari, che sostenuti da una ispirazione evangelica
offrono l'equilibrio della santità cristiana. Fra i valori più messi in risalto da Santa Teresa ne
segnaliamo alcuni.

- Valori umani di base. Prima di tutto la «conoscenza di sé» (o socratismo teresiano) che sa
valutare insieme la vocazione della persona e la sua condizione storica di peccato e di fragilità. A
questa conoscenza di base si aggiunge l'apertura verso l'interiorità, verso il mistero dell'uomo
chiamato alla comunione con Dio, diventato dimora di Dio e creato a sua immagine e somiglianza. 17
15 Cf Vita 16,7
16 Cf Cammino di Perfezione 18,4.
17 Cf Castello Interiore I, 1.1-3.
6
Sono i tre concetti di una autentica antropologia teologica con i quali si apre il Castello Interiore.
Ma tale antropologia non solo apre la persona umana alla conoscenza di sé e alla giusta valutazione
della sua dignità, ma apre a Dio, punto di riferimento dell'antropologia, ed apre pure agli altri che
devono essere considerati con lo stesso sguardo teologale, come persone abilitate al dialogo con
Dio, dimora della sua presenza, sua immagine e somiglianza. Dalla consapevolezza della
condizione storica di peccato e della vocazione alla santità, nasce il dinamismo della crescita della
persona e del cammino da percorrere verso la santità.
- Gli atteggiamenti nobili della persona. La crescita della persona va di pari passo con
l'educazione ai valori fondamentali evangelici che Teresa propone anche dal punto di vista umano.
Fra questi la passione per la verità e la sincerità, la semplicità nei rapporti con le persone. Favorisce
l'apertura al bene dovunque si trovi, l'affabilità con le persone, la simpatia e la comprensione, la
gratitudine per i doni ricevuti. Educa a quella virtù che Teresa 'chiama la «discrezione» che è il
buon senso, la misura delle cose. Promuove dappertutto un senso di gioiosa comunione fra le
persone.
- I valori teologali. Ovviamente, per mantenere tutti questi valori nella giusta misura evangelica
e secondo il modello dell'umanesimo cristiano, Teresa richiede una forte «sinergia» con Dio,
atteggiamenti fortemente teologali con la fede, la speranza, la carità che si riveste di tutte le qualità
umane che la rendono efficace ed amabile. Specialmente questi atteggiamenti teologali sono
assolutamente necessari per entrare nel gioco di Dio e «subire» positivamente la pedagogia di Dio
verso la quale Teresa incammina tutte le persone. È allora che lei valorizza la vera umiltà, maturata
agli occhi di Dio nella verità che egli solo può rivelarci, l'apertura nell'obbedienza ad una guida
ecclesiale saggia che ci aiuti nel discernimento e nella verifica, l'amore vero e comprensivo verso
gli altri senza giudizi e senza condanne, senza disprezzi e senza rimozioni che ignorano le persone.18
Finalmente Teresa mette in guardia contro due antivalori che si insinuano spesso nella vita
spirituale. Uno è la falsa umiltà per difetto che non vuole, riconoscere i propri difetti e mancanze e
non è capace di fare una verifica di quanto manchi nella propria vita per piacere al Signore. Chi non
ha questa umiltà si blocca nel cammino della perfezione. L'altro antivalore è la falsa umiltà per
eccesso. Le persone disperano della propria condizione, non si slanciano verso il traguardo della
santità, consapevoli dei propri peccati e della propria fragilità. Dio, educatore sommo, fa la cura
della vera umiltà con gli uni e con gli altri. Prova affinché le persone si conoscano. È buono e
generoso nelle sue grazie per sbloccare la falsa umiltà dei pusillanimi.
È allora un valore fondamentale della pedagogia teresiana la costante attenzione all'opera di
Dio, l'apertura alla sua grazia, la capacità di essere attenti alle sorprese di Dio.
In realtà è Dio il grande educatore delle persone che a Lui si affidano con tutto il cuore. E
prende delle iniziative e sorprende nelle sue mosse nei nostri confronti. Per questo Teresa indirizza
verso Dio e ci consiglia di stare attenti alle sue sorprese educative.

5. Il progetto educativo di Teresa

Parlare di progetto educativo in Santa Teresa è senza dubbio trasporre una terminologia del
nostro tempo. Ma non è una forzatura operata per aggiornare la sua dottrina. Teresa infatti ha un suo
progetto educativo, o meglio si scopre il progetto educativo di Dio nei nostri confronti, come lei l'ha
sperimentato, come lei stessa ha cercato di sviluppare nelle persone che sono state affidate alle sue
cure di pedagoga spirituale.
Alla base del suo progetto sta l'offerta stessa di Dio: costruire la persona del cristiano dal di
dentro, fino a trasformarla in una creatura nuova in Cristo per la Chiesa. Tale progetto educativo è
esposto in maniera chiara nel suo libro fondamentale che è il Castello Interiore.
Semplificando molto quanto la Santa ci offre lungo il suo libro cerco di presentare una

18 Su questi criteri di discernimento si attarda Teresa nelle terze mansioni del Castello Interiore c. l e 2.
7
sintesi.
I! punto di partenza, lo abbiamo già ricordato, è la condizione dell'uomo in Cristo, chiamato
alla comunione con Dio, alla somiglianza con Cristo, ad essere dimora di Dio. Il peccato, benché
abbia fiaccato notevolmente le capacità della persona, non ha annullato il piano di Dio, l'invito ad
una progressiva trasformazione.
I dinamismi di questa crescita progressiva Teresa li ritrova fondamentalmente in un
cammino di preghiera-vita, cioè di una preghiera intesa come amicizia che tende alla progressiva
trasformazione della persona. La preghiera scopre e accoglie il piano di Dio e la sua azione; la vita
cerca di assimilare questi valori e di tradurli in pratica in un generoso esercizio delle virtù cristiane.
Dio pensa a guidare la persona, a provarla, a spingerla con la sua grazia verso la maturità, ad aprire
nuove strade qualora lo slancio della perfezione possa essere bloccato dalla tiepidezza o dalla non
totale corrispondenza alla grazia.
I! punto di arrivo, o un punto di arrivo, che Teresa colloca già nelle quinte mansioni del suo
Castello Interiore, è il cristiano rinnovato, in una bella sintesi di atteggiamenti spirituali che sono
come i tratti fondamentali della persona che ha acquistato una certa maturità:
- una forte esperienza di Dio nella propria vita che porta verso una unione abituale con il Signore
e con la sua volontà;
- una donazione sincera al Signore, rinnovata ogni giorno;
- un'umile ma certa convinzione del passaggio rinnovatore di Dio nella propria vita che non è
illusione, né frutto delle proprie virtù o dei propri sforzi, ma è e viene sentita come opera di Dio
nella propria vita;
- alcuni effetti. caratteristici di questa vita rinnovata, quali sarebbero un senso di libertà interiore
e di maturità affettiva; una visione apostolica degli altri, ormai visti ed amati come fratelli e sorelle,
figli di Dio; un desiderio che Dio sia conosciuto ed amato; una apertura alla lode di Dio e alla
riconoscenza;
- una certa stabilizzazione nella volontà di Dio e nell'amore del prossimo, affettivo ed effettivo,
concreto, nella concretezza stessa delle opere di misericordia e di servizio, vissuto nella gratuità e
nella dimensione della croce;
- una fedeltà perseverante e creatrice di chi non si sente arrivato, teme di tornare indietro, non
giudica gli altri, è fedele nelle cose piccole, è attento a Dio e alle sue sempre nuove esigenze di
amore e di servizio.19
In questo punto di arrivo coincide non solo una certa perfezione della persona a livello
evangelico, ma anche una caratteristica maturità psicologica che, tradotta in valori di crescita
presenta i seguenti tratti:
- una stabilità attorno al proprio ideale umano, cristiano, religioso, vocazionale concreto;
- un'esperienza di libertà interiore davanti ai molteplici condizionamenti che potrebbero rendere
precaria la nostra scelta di vita;
- una evidente crescita nell'altruismo e nell'oblatività del servizio;
- una capacità di affetto e di amicizia nella maturità dei rapporti e nell’efficace carità che fa
crescere gli altri;
- una gioia interiore di sentirsi pienamente realizzati da Dio nel servizio degli altri;
- una iniziale possibilità di aiutare gli altri in questo cammino verso la maturità.
Non si tratta di una utopia né tanto meno di una delle tante illusorie proposte di perfezione
che presto svaniscono nella vita e nella vita cristiana specialmente. Teresa propone la mèta, ma
traccia anche il cammino. Anzi, ci dice che per realizzare questo progetto Dio può servirsi di due
vie convergenti. La prima, quella appunto usata con lei, è stata quella di una forte grazia di
conversione e di rinnovamento interiore che l'ha resa quasi istantaneamente una persona nuova,
anche se poi tutto questo fuoco rinnovatore dell'amore di Dio si è piano piano stabilizzato nella
fiamma dell'amore e nella concretezza della vita cristiana con le sue esigenze di virtù e di servizio,
L'altra via, aperta a tutti, è quella di una progressiva apertura a Dio e alla sua volontà che piano
19 Per una esposizione più documentata cf J. CASTELLANO CERVERA, Guiones de doctrina teresiana, Castellón
1981, 117.131.

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piano instilla nel cuore e nella vita i germi di una trasformazione che penetra tutti gli strati della
personalità e penetrando cambia, purifica, trasforma, matura, realizza. È il metodo pedagogico di
Teresa: un cammino progressivo di preghiera-vita, di preghiera aperta alla vita, alla vita di Dio e
alla vita della persona, che viene costantemente e lucidamente posta nella luce di Dio.20

Conclusione

Nel progetto educativo di Teresa, come nella sua esperienza spirituale e nella sua proposta
pedagogica cristiana, vi sono due realtà fondanti: Cristo e la Chiesa.
Cristo è il modello, umano e divino insieme, della maturità e della realizzazione. È il
Maestro che soavemente guida il discepolo nella sua amicizia e nella sua sequela verso il traguardo
di una effettiva trasformazione. È lo stampo interiore sul quale viene modellato chiunque vuole
vivere la pienezza della vocazione cristiana che è appunto, come Teresa afferma nelle quinte
mansioni, la vita in Cristo. In lui si trova la sintesi dei valori umani, perché è vero uomo, e dei
valori soprannaturali, perché è vero Dio.
La Chiesa è vista da Teresa come una realtà da vivere, una dimensione sacramentale da
seguire nella verità e nella vita che offre, un orizzonte di servizio concreto nel quale si deve
impegnare la propria esistenza.
Questa Chiesa è prolungamento di Cristo, la sua presenza attuale nel mondo, il suo Corpo. È
la Maestra della verità del Vangelo e la Madre che con i suoi sacramenti nutre la vita cristiana. È il
progetto stesso di Dio verso il quale Gesù indirizza i suoi discepoli per un autentico servizio
apostolico, affinché la Chiesa cresca in estensione e in profondità, si dilati nella missione e si maturi
nella santità dei suoi membri. Questa Chiesa è in fondo la verifica della maturità cristiana. Teresa
educa alla disponibilità ecclesiale, a sentire la Chiesa e a sentire con la Chiesa, a lavorare e a
pregare vivendo «in Ecclesia» e per la Chiesa. Ma sentendo, è questo molto teresiano, la Chiesa
concreta, storica, quella del proprio tempo, rispondendovi positivamente, non con la reazione ma
con il rinnovamento, non con lamentazioni ma con opere di amore e di servizio.
In questo ovviamente il progetto pedagogico teresiano coincide con quello di Gesù che
progressivamente, nell'amicizia e nella sequela, ha fatto dei discepoli persone nuove, apostoli, santi,
messaggeri del Regno.
L'ultima, definitiva parola di Teresa come educatrice è un invito alla speranza e
all'ottimismo. Speranza e ottimismo nei confronti delle nostre esperienze anche fragili e precarie,
perché se non crediamo che Dio può fare in noi e negli altri grandi cose, se non abbiamo grandi
desideri, rimarremo sempre in una aurea mediocrità. Dio insiste nei suoi piani, anche dai mali è
capace di trarre beni. Lo ha sperimentato lei stessa nella propria vita. Dio ha vinto la sua mediocrità
ed ha costruito la santità di Teresa e anche il suo magistero spirituale sui ruderi delle sue stesse
imperfezioni. Speranza e ottimismo anche nei confronti delle situazioni ecclesiali, comunitarie. Dio
costruisce comunque la sua opera, malgrado gli errori umani, e semina grazie adatte ai tempi
affinché la storia della salvezza continui il suo corso verso la pienezza del Regno.
Verso la fine della sua vita, quando ha raggiunto uno dei traguardi istituzionali più sperati,
Teresa non si addormenta sugli allori, ma dice quella parola piena di ottimismo che è anche una
sintesi di pedagogia divina e di coraggio quotidiano: «Noi cominciamo ora. E [quelli che verranno
dopo di noi} procurino di cominciare sempre e di proseguire di bene in meglio».21
RIASSUNTO
Santa Teresa di Gesù è un'autentica maestra di vita cristiana. Nei suoi scritti impregnati della
forte esperienza della sua relazione con Cristo Maestro, Teresa sviluppa una pedagogia spirituale
capace di trasmettere e di adattare alle persone i valori che insegna. Nel mo metodo educativo
sono riscontrabili alcune costanti o leggi pedagogiche: la progressività, l'attenzione u/le persone,
20 Cf l.c.
21 Cf Fondazioni 29,32.

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la valorizzazione di tutto ciò che è umano per aprirlo al divino, la forza della comunione e
dell'amicizia. Teresa educa ai grandi valori del Vangelo personificati: Gesù Cristo vero Dio e vero
uomo. Il suo progetto educativo consiste nel presentate la figura del cristiano maturo che vive
l'unione con Dio nella preghiera e nel servizio ecclesiale attraverso un concreto e realistico
cammino di apertura a Dio e ai fratelli. In questa inscindibile legge dell'amore si realizza e si
consolida la persona che vive in Cristo, rinnovata nel suo essere e nel suo operare.

RÉSUMÉ
Sainte Thérèse de jésus est une maitresse authentique de vie chrétienne. Dans ses œuvres,
imprégnées de sa grande expérience de relation avec le Christ Maitre, Thérèse développe une
pédagogie spirituelle capable de transmettre et adapter aux personnes auxquelles s'adresse les
valeurs qu’elle enseigne.
Dans sa méthode d'éducation on retrouve certaines lois pédagogiques: la gradualité, l'attention
aux personnes, la valorisation de tout ce qui est humain avec le but de l'ouvrir au divin, la force de
la communion et de l'amitié. Thérèse éduque ainsi aux grandes valeurs de l'Evangile personnifiées
par jésus Christ, vrai Dieu et vrai homme. Son projet éducatif nous présente l'immage d'un chrétien
mur qui vit sa relation avec Dieu à travers d'un chemin concret et réel d'ouverture à Dieu et aux
autres, dam la prière et dans le service ecclésial. C'est dans cette double et inséparable loi de
l'amour que la perso1t1te qui vit dans le Christ, se réalise et s'affermit, car c'est dans cet amour
qu'elle se renouvelle dans son être et son agir.

SUMMARY
Saint Teresa of Jesus is an authentic teacher of Christian life. Penetrated with the strong
experience of her relationship with Christ, the teacher, Teresa developes in her writings a spiritual
pedagogy capable 01 transmitting and adapting to persons the values she teaches.. In her
educational method there are found several constants, pedagogical laws: progression, attention to
the person, valuing all that is human to open it to the divine, the strength of communion and
friendship. Teresa educates to the great Gospel values personified in Jesus Christ, true God and
true Man. Her educational project consists in presenting the figure 01 the mature Christian who
lives union with God in prayer and in ecclesial service, concrete and realistic path openness to God
and to the brethren. In this inseparable law of love, the person who lives in Christ realizes and
strengthens himself, and is renewed in his being and in his works.

RESUMEN
Santa Teresa de Jesús es una auténtica maestra de la vida cristiana. En sus escritos,
impregnados de una fuerte experiencia de su relaci6n con Cristo Maestro, desarrolla una
pedagogía espiritual capaz de transmitir y adaptar a las personas los valores que enseña. En su
método educativo hay unas constantes o leyes pedag6gicas: la progresividad, la atenci6n a las
personas, la valori1.aci6n de todo lo que es humano para abrirlo a lo divino, la fuerza de la
comuni6n y de la amistad. Educa a los grandes valores del Evangelio, personalizados en
Jesucristo, verdadero Dios y verdadero hombre. Su proyecto educativo consiste en presentar la
figura del cristiano maduro que vive la uni6n con Dios en la oraci6n en el servicio eclesial, a
través de un. camino concreto y realista de apertura a Dios y a los hermanos. En esta indisoluble
ley del amor se realiza y consolida la persona que vive en Cristo, renovada en su ser y en su obrar.

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