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free press

all’interno
rassegne
BILLY
RIVISTA CINEMATOGRAFICA ROMAGNOLA
in romagna
novembre e
dicembre
2010
rubriche
Hayao Miyazaki
attualità
The Prestige
Nuove visioni dai festival di
Bewitched
Roma, Sitges e Londra
Michel Gondry
Ravenna Nightmare Film
in sala
Fest
Harry Potter
Il pasto nudo
Scott Pilgrim Vs. The
retropolis
World
F for Fake
Potiche
The Social Network

la grande
edizione

illusione
numero 28 novembre 2010
BILLY NUMERO 28 NOVEMBRE 2010 FILOROSSO INDICE 3

filorosso Billy - Rivista cinematografica romagnola


Numero 28 Novembre 2010

Rivista fondata da Ilario Gradassi.

la
Direttore: Matteo Lolletti
Vicedirettore: Michelangelo Pasini
Caporedattore: Chiara Tartagni
Scrivono Marco Bacchi, Marco Berardi,
Barbara De Caro, Chiara Faggiano, Francesco
Garoia, Matteo “Lier” Lelli, Matteo Lolletti,
Luigi Palmirotta, Michelangelo Pasini, Alberto

grande
Semprini, Dario Stefanoni, Chiara Tartagni
Progetto grafico: Stefania Montalti
Editing: Erminia Martucci, Chiara Tartagni, Lisa
Tormena
Editore: Sunset Soc. Coop.
Sede: Viale Salinatore 50, Forlì
Periodico mensile.

illusione
Autorizzazione del Tribunale di Forlì n° 22/010
del 19/05/10.
Direttore Responsabile: Lisa Tormena

La rivista è rilasciata con licenza Creative Com­


mons - Attribuzione - Non commerciale - Non
opere derivate 2.5 Italia. Ogni volta che usi o
distribuisci quest’opera, devi farlo secondo i
Sì, lo sappiamo che il film di Renoir, che, randagio, vi condurrà, quasi
termini di questa licenza, che va comunicata
La Grande Illusione appunto, da cui sognanti, nelle tante declinazioni con chiarezza. In ogni caso, puoi concordare col
prende il titolo il FiloRosso che sta- fantastiche della nostra amata set- titolare dei diritti utilizzi di quest’opera non con-
te leggendo, parla di guerra, ma da tima arte. Con un orizzonte immo- sentiti da questa licenza. Questa licenza lascia
impregiudicati i diritti morali.
sempre tale espressione è, non a bile, però, in cui si staglia, quasi in
http://creati­vecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it
caso, tra le più indicate per parlare controluce, una skyline più vera del
dei meccanismi magici del cinema, vero, in grado di rapire cuori e vol- Copertina: Harry Potter and the Deathly Hallows
perché il cinema è magia (e in un gere occhi e menti verso un altrove © Warner Bros 2010
certo senso guerra), in molte forme desiderato e indimenticabile.
billy.rivistacinematografica@gmail.com
e in multipli sensi. Il BILLY che ave- http://billyrivistacinematografica.blogs.it/
te tra le mani è un viaggio, quindi, Matteo Lolletti myspace facebook issuu scribd

horror politics L’esaltazione del 21


FILOROSSO RETROPOLIS magico
La grande illusione 3 F for Fake 13
ciNERDmatografo Streghe in car(to) 22
Georges Méliès 14
ne e ossa - Il magico incontro di
Billy attualità Fantasia 14
animazione e live action firmato Disney
Nuove visioni dai festival di Roma, Star Wars 15
CINELetteratura Triste, solitario y final 23
Sitges e Londra 4 Avatar 15
- Il cinema capovolto
Gli incubi, a Ravenna, fanno il sold-out 6
in costume The Prestige - Sospensione 24
Il pasto nudo #1 7 VETRINA dell’incredulità
Rassegne in Romagna 16
psicovisioni The Illusionist 25
IN SALA Novembre-Dicembre 2010
cose serie Bewitched e I Dream of 26
Harry potter 8
Jeannie - Vita da streghe... per amore
Scott Pilgrim vs. The World 9 BORSINO I soliti ignoti Michel Gondry - L’infinita 27
Potiche 10 Borsino 18
letizia di una mente candida
The Social Network 11
FUNNY GAMES Citazionando 29
RUBRICHE garroyo e i suoi fratelli 30
seconda visione Cattivi maestri Salvati da Miyazaki 19
L’apprendista royalty
Gorbaciof 12 THE FILMGAMER Scott Pilgrim: The 20
La Posta del Capp’tano 31
Game - la magia del linguaggio video
ludico
4 BILLY ATTUALITÀ ROMA, SITGES, LONDRA BILLY NUMERO 28 NOVEMBRE 2010

Burke & Hare © Ealing Studios, Fragile Films 2010

nuove visioni dai festival di

roma, sitge
Il prossimo inverno cinematografico si preannuncia assassini (e trafugatori di cadaveri) con una scorret-
ricco di graditi ritorni in sala, da Michel Gondry a tezza comica paragonata da molti al brio anarchico
Sam Mendes, passando per presenze ormai abituali di Animal House. Presentato in pompa magna all’ul-
come quelle di Woody Allen e dei fratelli Coen. Ma timo Festival di Roma, è stato accolto come il gran-
com’è noto, le scelte distributive italiane non sono de ritorno del maestro alla genuina follia e alla sana
che un modesto rigagnolo nel mare magnum del ci- irriverenza di un tempo, facendo il paio, tra i titoli
nema contemporaneo. Per individuarne le tendenze più sottilmente politici della kermesse, con l’atteso
più innovative e scoprire film altrimenti trascurati dai Carlos, il biopic di Olivier Assayas sul terrorista Ilich
bradipei circuiti ufficiali, diviene quanto mai necessa- Ramìrez Sànchez. Nata come miniserie televisiva e
rio rovistare tra le proposte dei festival della stagione già ampiamente incensata a Cannes, quest’opera-
in corso, sperando in una loro pronta distribuzione o ibrida tra film in costume e documentario non è che
arrangiandosi con i soliti canali alternativi. Tra i titoli l’ultima, cristallina conferma del cineasta francese
da recuperare più urgentemente, svetta per primo più talentuoso della sua generazione (colpevolmen-
Burke & Hare, l’ultima commedia demenziale di John te ignorato dalla nostra distribuzione, con la fulgida
Landis. Ambientato nella Scozia del diciannovesimo eccezione di Clean). Poche altre le sorprese di un
secolo, il film racconta la scanzonata parabola di due festival che sembra aver dato il meglio di sé più con
BILLY NUMERO 28 NOVEMBRE 2010 BILLY ATTUALITÀ ROMA, SITGES, LONDRA 5
la nutrita retrospettiva dedicata allo Studio Ghibli a quegli stessi horror su cui avevamo scommesso
che non con la propria sezione competitiva. Se tra parlando di Locarno (gli acclamati Rubber e Mon-
i titoli più interessanti vanno segnalati anche Animal sters), mentre non mancheranno di incuriosire (solo)
Kingdom (in sala dal 30 ottobre), feroce crime drama gli appassionati del genere chicche come il dram-
australiano, e The People vs. George Lucas, sulla ma cannibalico messicano Somos lo que hay o il
spassosa campagna dei fan contro gli ultimi e delu- monster-movie Amphibious 3d del veterano Yuzna.
denti sviluppi della saga stellare (piacerebbe senz’al- Da recuperare assolutamente è invece Cold Fish di
tro a Kevin Smith), è lecito attendere riscontri più Sion Sono, già visto a Venezia e nominato miglior
deludenti da In a Better World, ennesimo kammer- film asiatico a Sitges: grottesco e controverso, è un
spiel della post-dogmatica Susanne Bier, e da Let meraviglioso (melo)dramma sociale intinto nel gore,
Me In, remake dell’omonimo e bellissimo film svede- in grado di raffinare la poetica visionaria ed efferata
se, forse uno degli esempi più inutili della tendenza di un regista eretico e incostante. Dal London Film
produttiva hollywoodiana di cannibalizzare pellicole Festival, dov’è appena stato presentato, sbarcherà
estere (l’originale è solo di tre anni fa). Maggiori sor- invece Never Let Me Go, terzo lungometraggio di
prese (e consigli per un caldo inverno) arrivano in- Mark Romanek (tra i massimi videoclippers dei ‘90
vece da Sitges, dove si è appena conclusa l’ultima insieme a Cunningham e Gondry). In uscita a gen-
edizione del più importante festival di cinema fan- naio, il film, tratto dall’omonimo bestseller di Kazuo
tastico. Contraddistinto come sempre da un’agenda Ishiguro, racconta di un collegio inglese dove vengo-
foltissima e aperta anche al versante più autoriale no allevati ragazzi destinati alla donazione di organi.
(Weerasethakul, Korine, Araki, Erdem), il festival Altrettanto certa anche la distribuzione italiana (pre-
della cittadina spagnola ha eletto come miglior film vista per marzo) dell’ultimo film di Danny Boyle, 127
il finlandese Rare Exports: A Christmas Tale, per il Hours, che racconta di uno scalatore rimasto intrap-
quale si confida ardentemente in una (chimerica?) polato per cinque giorni sulle Montagne Rocciose.
distribuzione italiana. Riscrittura horror della leggen- Infine, last but not least, una delle rivelazioni più in-
da di Babbo Natale, il film dell’esordiente Helander, teressanti dei prossimi mesi potrebbe essere Route
forte di un caustico humour, è una fiaba nera che ha Irish, ultimo affondo socio-politico di Ken Loach sulla
incantato pubblico e giuria. Premi minori sono andati privatizzazione della guerra in Iraq.

es e londra di DARIO STEFANONI

«Com’è noto, le scelte distributive italiane non sono che un modesto rigagnolo
nel mare magnum del cinema contemporaneo. Per individuarne le tendenze più
innovative e scoprire film altrimenti trascurati dai bradipei circuiti ufficiali, diviene
quanto mai necessario spulciare tra le proposte dei festival della stagione in
corso, sperando in una loro pronta distribuzione o arrangiandosi con i soliti canali
alternativi.»
6 BILLY ATTUALITÀ NIGHTMARE FILM FESTIVAL BILLY NUMERO 28 NOVEMBRE 2010

Gli incubi, a Ravenna,


fanno il sold-out
di
FRANCESCO GAROIA
Sadici party privati, isole infestate dai cannibali, sta, un predicatore e padre di famiglia residente in
ragazzini viziati e annoiati che uccidono per di- Alaska, grazie a una misteriosa bambina e qualche
vertimento, uomini evirati che cercano vendetta, bottiglia di alcol di troppo si trasforma in un killer
ladri che s’infilano in case piene di trappole, feti di prima categoria. «Una storia drammatica, forte,
mutanti e garage misteriosamente abbandonati: gli scritta e diretta molto bene. Il tema trattato è mol-
ingredienti per il successo c’erano tutti, e anche to interessante, espressione di un’indagine sulla
quest’anno il Nightmare Film Fest (ottava edizio- Fede nel mondo d’oggi e sull’opportunità di avere
ne) non ha deluso le aspettative facendo venire la ancora una speranza ai giorni nostri», spiegano i
pelle d’oca anche ai più impavidi spettatori. Venti le giurati. Ma come sempre una rassegna del genere
pellicole proiettate in sei giorni, tra quelle in concor- è il pretesto per parlare del mercato del cinema più
so, eventi speciali e la mini rassegna dedicata alla in generale: la grande affluenza ha costretto gli or-
giurata Suzi Lorraine, la splendida screaming que- ganizzatori a chiudere le proiezioni del weekend a
en protagonista di numerosi splatter indipendenti stampa e accreditati, rendendo necessaria la repli-
americani. È stata proprio lei, assieme al regista ca dei film in un secondo momento. Questo perché
inglese Sean Hogan e dal critico cinematografico la sala concessa alla rassegna aveva 123 posti.
Alessio Gradogna, a premiare i vincitori: Menzione Non che il Cinemacity Multiplex di Ravenna non
speciale a Red White and Blue (Simon Rumley, possieda sale più capienti, anzi. Solo che queste
UK, 2010), «apprezzato per una prima parte più erano dedicate a programmazioni ritenute ben più
riflessiva, ben sviluppata, solida, senza violenza, importanti come il film delle Winx, o Il Regno di
e per una recitazione molto intensa e credibile», Ga’Hoole, o Step Up 3D. Siamo davvero sicuri che
recita la motivazione, e Anello d’oro a Godspeed questa sia la politica, economicamente parlando,
(Robert Saitzyk, USA, 2009), dove il protagoni- più fruttuosa?

«Nightmare
Film Festival,
vincono
Godspeed e
Red White
and Blue»

Godspeed ©2009 Film Harvest, Helios Production


BILLY ATTUALITÀ IL PASTO NUDO 7

A Serbian Film © Contra Film

il pasto nudo #1
«il cinema di finzione
di sembra progressivamente
MATTEO abdicare alla sua funzione di
LOLLETTI rappresentazione/interpretazione
della realtà»

Un film, di recente, ha riaperto il dibattito su quanto zione di rappresentazione/interpretazione della re-


si possa mostrare al cinema, su cosa e su come altà, eliminando i filtri della messa in scena e dello
sia lecito farlo, e sui confini del visibile. Poiché è sguardo dell’autore/regista, in nome di una mimesi
chiaro che tali parametri hanno un diretto legame che ha un portato soprattutto, potremmo dire, quo-
con il periodo storico e culturale in cui questi dibat- tidiano. La maggiore accessibilità delle videoca-
titi si sollevano, e che, quindi, il concetto dibattuto mere, lo sviluppo tecnologico di strumenti come i
ha (quasi) sempre un valore relativo, connaturato telefonini, sono elementi di senso che hanno avuto
anche alla diffusione dei mezzi di comunicazione riverberi nel cinema. A prescindere dallo sviluppo
e direttamente relazionato alla funzione stessa del del digitale e del suo utilizzo in funzione espressi-
cinema, ciò su cui ci interessa concentrarci, in que- va, è il proliferare di pellicole in cui l’istanza spetta-
sto primo capitolo, sono le dinamiche sottese ad un toriale, solitamente invisibile e supposta, coincide
altro percorso, più relativo alla forma. Un percorso con la visione di uno dei protagonisti del film e/o
che ha prima progressivamente precisato confini e con quella di supporti di registrazione - come le
distanze tra grande schermo e televisione, per poi telecamere di sorveglianza - presenti nella finzione
registrare un’inversione di tendenza, coinvolgendo scenica, in una sorta di approfondimento semanti-
altri ambiti relativi alla comunicazione e alla rap- co della soggettiva, a rappresentare la grande e
presentazione, direttamente collegati alla grande rivoluzionaria novità degli ultimi anni, quasi che
diffusione della possibilità di creare immagine. Se il cinema, apparentemente, abdichi alla sua fun-
da un lato, infatti, la pervasività del mezzo televi- zione di interpretazione della realtà. Tale percor-
sivo ha in molti modi informato la strutturazione so si salda con il progressivo tentativo di spostare
linguistica del cinema (e viceversa), è altrettanto in avanti le categorie del mostrabile, intese come
innegabile che, d’altro canto, il cinema di finzione contenuto e non come forma. Ma di questo parle-
sembra progressivamente abdicare alla sua fun- remo prossimamente.
in sala
BILLY NUMERO 27 OTTOBRE 2010
recensioni dei
film in uscita
in Italia nel
Novembre 2010
Harry Potter and the Deathly Hallows © Warner Bros 2010

saga(ce)
harry potter
gb 2010 david yates (REGIA), steve kloves
(SCENEGGIATURA)

«Harry Potter non può non piacere perché lo spettatore non è chiamato a darne un
giudizio di merito»
La redazione è stata a lungo combattuta sulla questione biato la storia del blockbuster moderno e che L’Ordine
di dedicare o meno un pezzo al penultimo film di Harry della Fenice e Il principe mezzosangue sono, prevedi-
Potter. La prima domanda che è serpeggiata tra i col- bilmente, il tentativo poco riuscito di condensare mille-
laboratori di Billy è stata: perchè parlare del maghetto quattrocento pagine di libri in trecento minuti di cinema.
quando già lo fanno tutti, e ancor di più, perchè farlo Oggi non interessa a nessuno sapere come andrà a fi-
quando molti redattori non amano affatto le sue vicissi- nire la saga del piccolo mago. Perché gli interessati già
tudini? Una volta approvata la necessità delle righe che hanno letto i libri. È necessario scrivere di Harry Potter
state leggendo la domanda, spontanea, è stata: faccia- solo se si vuole ribadire, indiscutibilmente, che l’intera
mo una preview del settimo film o aspettiamo di vederlo saga (ora parliamo di quella cinematografica, ma il di-
il 19 Novembre al cinema per poi scriverne nel numero scorso potrebbe essere traslato sui romanzi) è un’ope-
successivo? La risposta è giunta quasi naturale. Ne par- razione dal valore immenso. Harry Potter non può non
liamo subito, senza averlo visto, senza preview, senza piacere perché lo spettatore non è chiamato a darne un
niente di niente. Perchè recensire Harry Potter e i doni giudizio di merito. Deve solo prostrarsi davanti alla ca-
della Morte: parte I è inutile. I fan della saga lo andranno pacità hollywoodiana di mettere in moto una macchina
a vedere indipendentemente dalla valutazione che ne che da dieci anni incanta e incassa. Deve mettere da
daremo noi. I detrattori non cambieranno certo idea gra- parte ogni pregiudizio e velleità critica e abbandonarsi
zie a qualche nostro sproloquio. Parlare di Harry Potter alla magia. Perché fra cinquant’anni non interesserà a
oggi ha senso solo se si approccia la saga dal punto nessuno se i carrelli di Chris Columbus sono poco co-
di vista filologico o sociologico. O per tesserne le lodi. erenti con i movimenti di macchina di Alfonso Cuaròn,
Oggi non interessa a nessuno sapere che i primi due o quanto la riduzione del sesto romanzo abbia pena-
film hanno ancora un taglio troppo adolescenziale per lizzato la storia; tutti si ricorderanno di oltre venti ore di
appassionare realmente anche gli spettatori più gran- cinema in grado di rapirli e appassionarli.
dicelli, che Il prigioniero di Azkaban e Il calice di fuoco
sono due pietre miliari del cinema fantasy e hanno cam- Michelangelo Pasini
BILLY NUMERO 28 NOVEMBRE 2010 RECENSIONI IN SALA 9
Che Edgar Wright avesse talento sbiadite partorite da una Hollywood suoi sogni, deve sconfiggere i suoi
da vendere era chiaro fin dai suoi senza idee intenta a scimmiottarne sette malvagi ex. In una fedeltà as-
esordi televisivi con la bellissima la regia ultrapop che è solo uno soluta (nello spirito, quando non in
serie Spaced, certezza divenuta degli ingredienti della sua fantasti- passaggi secondari della vicenda)
ancora più forte con i suoi successi- ca riuscita. La vera forza del film, ai sei volumi della graphic novel
vi, esilaranti Shaun of the Dead (da quello che conquista lo spettatore, da cui è tratta, la pellicola è confe-
noi tristemente intitolato come L’al- è che dietro ad ogni montaggio ser- zionata con un inedito stile ibrido a
ba dei morti dementi) e Hot Fuzz. E rato, sotto ogni flash acido, dentro metà tra il fumetto e il videogioco,
ora tutti gli occhi del mondo del ci- ogni musica 8 bit si cela, immen- in un vorticoso susseguirsi di biz-
nema sono puntati su di lui: riuscirà sa e potente, un’anima. Un’anima zarie nerd: scontri di arti marziali
a dimostrarsi regista altrettanto abi- fatta sì di passione per manga e in puro stile Hong Kong cedono il
le con una sceneggiatura non origi- videogiochi e musica e cinema e passo a duelli musicali con annes-
nale (in quanto tratta dalla serie a pop culture, ma soprattutto un’ani- se bestie olografiche, passando
fumetti Scott Pilgrim di Bryan Lee ma fatta di amore, dei muri che lo per il cinema di Bollywood e vegani
O’Malley)? Sarà in grado di gestire ostacolano e del coraggio di abbat- con poteri psichici. Edgar Wright
budget sensibilmente più sostan- terli. Il film racconta la normale sto- qui è più fuori controllo che mai (in
ziosi? Varrà qualcosa fuori dalla ria d’amore di due ragazzi normali senso esclusivamente positivo), e
sua Inghilterra? Fatta la prova del che si trovano a chiedersi quanto mette in scena un’esperienza visi-
nove, possiamo finalmente ufficia- siano disposti a lottare l’uno per va unica, coloratissima e dannata-
lizzarlo: Edgar Wright è un genio. l’altra. Ma lo fa attraverso la meno mente divertente.
Di film come questo non ne vedrete normale storia di un giovane che,

scott pilgrim
più, o, meglio, ne vedrete le copie per poter uscire con la ragazza dei Matteo Lier Lelli

vs. the world


«Edgar Wright è un genio!»

USA, Cdn, GB 2010


Edgar Wright (R.)
Edgar Wright,
Michael Bacall (sc.)

Scott Pilgrim Vs. The World © Universal Pictures


10 RECENSIONI IN SALA BILLY NUMERO 28 NOVEMBRE 2010

Potiche © Mandarin Films, FOZ, France 2 Cinéma


«Ozon sfrutta il volto di
uno dei simboli del cinema
d’oltralpe – una Deneuve
“divina” persino in tuta
rossa – per celebrarlo»

FRANCIA 2010 François Ozon


(R. E ADATTAMENTO)

la bella statuina

potiche
Dopo averci insegnato che per risolvere un mistero
di donne occorre cercarne almeno otto, François
ducibile come “trofeo da sfoggiare” – incarnata dalla
diva si guadagna un posto d’onore nella gerarchia
Ozon torna a descrivere l’oggi partendo da ieri. familiare e sociale, dirige la fabbrica di ombrelli di
Dolceamaro come un brano di Dalida, scomodo famiglia (omaggio a Les Parapluies de Cherbourg)
come un comizio della Royal, il lavoro del regista e flirta col vecchio amante (rimando a L’ultimo me-
francese – in concorso all’ultimo Festival di Venezia tro?), conquistandosi persino l’affetto dell’ex fiam-
– muove da una pièce teatrale di Barillet e Grédy ma del consorte maschilista. Oltre che esempio
per arricchirla e attualizzarla. Lo scontro Luchini/ di come il rapporto uomo-donna somigli ancora a
Depardieu (unico!) impallidisce al cospetto di una quello tra padrone e operaio, il film di Ozon sfrutta il
Deneuve mai tanto petite madeleine. “Bella statu- volto di uno dei simboli del cinema d’oltralpe – una
ina” in rivolta, a un ventennio dagli “anta”, la sua Deneuve “divina” persino in tuta rossa – per cele-
“donna in carriera” intrisa di femminismo (è il ’77) brarlo. Danzando e ripensando al proprio passato
prosegue un cammino avviato con Buñuel (Bella con ironia. Perché, ci ricorda Catherine intonando
di giorno, Tristana), messo in risalto da Demy (il Ferrat, c’est beau la vie!
delizioso Niente di grave, suo marito è incinto), ri-
lanciato da Monicelli (Speriamo che sia femmina).
Eroina di un pastiche, la potiche – espressione tra- Barbara De Caro
BILLY NUMERO 28 NOVEMBRE 2010
The Social Network © Columbia Pictures
RECENSIONI IN SALA 11

«David Fincher, che


vanta già una manciata
di pellicole notevoli,
Usa 2010 David dirige una attesa
Fincher (R.), concretizzazione
Aaron Sorkin cinematografica di uno dei

faceboom!
(Sc.)
fenomeni più potenti degli
ultimi anni»

The Social Network è il primo film chiare, “The face book” si trasforma riscontri ai box office. Osannato o
su Facebook. David Fincher, che in ciò che è oggi, la community per demonizzato, Facebook è ogget-
vanta già una manciata di pellicole eccellenza, ma soprattutto in un ter- tivamente entrato nelle abitudini
notevoli, dirige una attesa concre- reno fertile per speculazioni econo- quotidiane di una frangia di popola-
tizzazione cinematografica di uno miche. Così le prime accuse di pla- zione che chiamare “the Facebook
dei fenomeni più potenti degli ultimi gio per Mark sfociano in costosissi- generation” sarebbe riduttivo. E’
anni. Il film racconta dei primi passi mi processi che accompagnano la perciò intuibile il motivo per cui il li-
del progetto partorito all’università promettente espansione del feno- bro di Ben Mezrich:“The Accidental
di Harvard da Mark Zuckerberg, un meno in tutto il mondo. Sebbene la Billionaires: The Founding of Face-
brillante studente con la passione presenza di Fincher dietro la mac- book, A Tale of Sex, Money, Genius
dell’informatica. Dopo essere stato china da presa non possa essere and Betrayal” aveva già venduto i
lasciato dalla sua ragazza, Mark controbilanciata da un altrettanto diritti per un adattamento cinemato-
programma un sito in cui si può vo- blasonato cast (ricordiamo che tra grafico ancora prima di uscire nelle
tare il sex appeal di ogni iscritta alla gli interpreti c’è Justin Timberla- librerie. Il risultato? Eccolo qui.
prestigiosa università. Concepito ke), il film è stato molto apprezzato
come un nuovo modo per rimor- dalla critica e ha ottenuto invidiabili Marco Berardi
12 RECENSIONI SECONDA VISIONE BILLY NUMERO 28 NOVEMBRE 2010

seconda visione
gorbaciof
«Toni Servillo sembra essere la pietra
filosofale del cinema italiano; trasmuta in
oro ogni personaggio che interpreta»

Gorbaciof © Devon Cinematografica, Surf Film, Bottom Line 2010


I, 2010, Stefano Incerti (R.), Diego De Silva, Stefano Incerti (SC.)

Marino Pacileo, contabile di un carcere di Napoli, deve di magia, la magia dello sguardo e della camminata di
il suo nome alla grossa voglia che porta in fronte. La Gorbaciof. La magia del suo amore per una giovane ci-
sua vita è scandita dal suono delle carte su un tavolo nese per cui vale la pena mettersi in pericolo. La magia
da gioco d’azzardo e dall’innamoramento silenzioso per dei movimenti delle sue mani quando mescola le carte
una giovane cinese che lo coinvolgerà inesorabilmen- sul tavolo o maneggia buste, chiavi e soldi. La stessa
te in attività pericolose. Napoli diventa lo scenario di un magia che, dalla sua persona, si irradia a tutto quanto lo
gangster movie americano; perfetta con i suoi vicoli bui e circonda. Così Gorbaciof risulta qualcosa di più. Più di
pieni di immondizia, fatta di mafia e soldi sporchi, di odo- un gangster movie americano, più di una storia di mafia
ri acri e silenzi loquaci. Niente di più e niente di meno. e sporcizia napoletana, più di una storia d’amore fuori
Resta però Toni Servillo con la sua gestualità e i suoi dalle righe, più di un film sul gioco d’azzardo. Purtroppo
sguardi studiati nei minimi dettagli, così reali da rendere «I maghi non esistono», come ci ricorda Chomet ne L’il-
tutto il resto un contorno. Un Toni Servillo che sembra lusionista, e ci ritroviamo a fare i conti con un film dalla
essere la pietra filosofale del cinema italiano odierno; trama priva di spessore e con pochi dialoghi. Qualche
trasmuta in oro ogni personaggio che interpreta. La sua volta ci si chiede se non sarebbe stato meglio lasciare
presenza è un valore aggiunto a qualsiasi storia si voglia tutto alla mimica degli attori (Yang Mi ha già la sua buona
raccontare. Tutti ricordiamo Titta di Girolamo in Le con- parte da film muto) e ai suoni che li accompagnano. E
seguenze dell’amore. Marino Pacileo pare costruito sul- Gorbaciof torna così a essere niente più che un gangster
la falsariga di questo personaggio così magistralmente movie americano ambientato a Napoli, ben sorretto da
disegnato, ma è allo stesso tempo qualcosa di diverso. una pietra, un uomo capace, a modo suo, «di risanare la
Si parla di alchimia; quell’alchimia che permette ai per- corruzione della materia».
sonaggi interpretati da Servillo di acquisire l’immortalità,
l’elisir di lunga vita nei ricordi dello spettatore. E si parla Chiara Faggiano
georges méliès fantasia star wars avatar

Le Voyage dans le Lune © Star Film 1902


F for Fake

retropolis
Quando si spengono le luci della sala, si innesca un meccanismo quasi onirico,
la cui pietra angolare è la sospensione dell’incredulità da parte dello spettatore,
in un patto tacito tra chi guarda e chi mostra. Il cinema quindi, tra le sue
tante potenzialità, è (anche) edificazione dell’ignoto e (addirittura) realizzazione
dell’impossibile. È una magia tanto vera da spaventare, è un sogno credibile
e creazione di mito, ossia, etimologicamente, di racconto, quindi di favola,
sia nella forma che nel contenuto. E se il cinema è magia, il regista è un
prestigiatore, con al centro l’epifania del fantastico, la supposizione di un futuro
possibile e addirittura di una realtà altra. Quattro film, in questo Retropolis,
quattro film che ci svelano il mistero...
Matteo Lolletti
14 RECENSIONI RETROPOLIS BILLY NUMERO 28 NOVEMBRE 2010

blico, come prima faceva con i suoi


trucchi di illusionismo, ma con in
più tutte le possibilità che la nuova
tecnica gli offre. Dopo quell’incontro
il cinema mutò la natura documen-
taristica che gli avevano dato i fra-
Le Voyage dans le Lune © Star Film 1902

telli Lumière e divenne ricettacolo di


idee e innovazioni messe a punto
per intrattenere un pubblico sempre
più difficile. Méliès diventò dunque
un esploratore del mezzo e si fece
pioniere di innumerevoli invenzioni

george méliès
che contribuirono a rendere il cine-
ma più simile a come lo conosciamo
noi. Inventò la messa in scena, ri-
costruendo modellini e scenografie
per realizzare i primi film di fanta-
scienza; fu il primo a usare dissol-
venze e montaggio, trasformando
il singolo fotogramma in oggetto
ludico, e a dipingere la pellicola per
Ci fu un giorno, un giorno preciso, Il cinema è dunque magia fin dalla ricavarne un film a colori. Méliès fu,
in cui la magia incontrò il cinema. sua prima comparsa in una sala, in definitiva, il primo a cercare di in-
Il 28 dicembre del 1895, nella sala ma Méliès, prestigiatore esperto e ventare una realtà diversa da quella
che ospita la prima proiezione del direttore di un teatro, lo intinge della di tutti i giorni, una via di fuga dal
cinematografo, tra gli spettatori sua arte e lo mette a servizio delle reale verso i magici confini dell’im-
che stanno assistendo meravigliati sue doti, trasformandolo da mera maginario.
e inconsapevoli alla nascita del ci- attrazione scientifica a mezzo per
nema, vi è anche Georges Méliès. affascinare e meravigliare il pub- Marco Bacchi

fantasia
Di tutte le opere di Walt Disney, Fan- ly Simphonies) è atta sia a nobilitare l’astratto (primo episodio), la favola
tasia è di certo quella più ambiziosa in e sdoganare il cinema di animazione (L’apprendista stregone, La pastora-
assoluto. Forse l’opera più ambiziosa agli occhi dell’élite cinematografica (e le e Lo schiaccianoci), la scienza (I
della storia del cinema stesso. Il film forse anche culturale), sia a rimarca- dinosauri), lo humor (La danza delle
è di fatto l’evoluzione ultima delle Silly re la potenza che il cinema in toto è ore) e la spiritualità (Una notte sul
Simphonies, con le quali Disney ave- capace di liberare sullo schermo. La Monte Calvo e Ave Maria finali).
va sperimentato il rapporto tra carto- pretenziosità di tutto questo può es-
ne animato e musica negli anni tren- sere letta anche nella scelta dei temi: Alberto Semprini
ta. Ma Fantasia non si accontenta del
semplice status di cartone animato e
aspira al rango di spettacolo totale,
dove l’animazione risulta essere lo
strumento perfetto per trasformare la
musica in immagini, nonché il metodo USa 1940,
ideale per dare corpo alla cosa più registi vari (R.),
intangibile di tutte: la fantasia (quella Sceneggiatori
vera). Decenni prima del digitale, Walt vari (Sc.)
Disney capisce che la rappresenta-
zione del fantastico non può essere ri-
creata in uno studio cinematografico,
Fantasia © Walt Disney Pictures 1940

ma deve necessariamente passare


per un processo creativo da zero. Per
fare capire ciò, Disney usa la traspo-
sizione della musica in immagini scol-
legate da qualsiasi referente reale.
Inoltre, la scelta di utilizzare musica
“alta” (e non popolare come nelle Sil-
BILLY NUMERO 28 NOVEMBRE 2010 RECENSIONI RETROPOLIS 15
Se dobbiamo trovare dei preceden-
ti ad un film come Star Wars forse
potremo citare King Kong. La pelli-
cola di Cooper/Shoedsack riusciva
a mettere in scena uno spettacolo
strabiliante ricorrendo a tutti i tipi di
effetti speciali conosciuti all’epoca.
Da questo punto di vista Star Wars
è un aggiornamento del cult RKO,
una sorta di campionario di tecniche USA 1979
atte a dare corpo alla fantasia e alla George Lucas

star wars
creatività di una mente vulcanica (R. e Sc.)
come quella di Lucas. Ma la forza di
Star Wars (come poi anche di King
Kong) non risiede solo nell’aspetto The Empire Strikes Back © Lucasfilm 1980

tecnico. Il Film di Lucas è leggibile


su più livelli. Oltre a costituire un
punto fermo molto importante nella
storia del cinema (il passaggio da
moderno a post-moderno), costi-
tuisce il tentativo di assommare in
un’unica opera (o meglio in un uni- tutte le tecniche di effetti speciali a ciò che non esiste. La magia del
co ambizioso progetto) tutto ciò che conosciute. Concentrando in sé tut- cinema risiede soprattutto anche in
il cinema spettacolare aveva tenta- te le caratteristiche della macchina questa abilità, della quale Lucas (in
to di rappresentare prima di allora. dei sogni, il film /progetto di Lucas si veste di regista, ma anche di pro-
Dentro c’è di tutto, i riferimenti alla carica dell’importante ruolo di spet- duttore) può tranquillamente definir-
quasi totalità dei generi cinemato- tacolo totale atto ad esprimere la si maestro.
grafici (western, melò, commedia e potenza delle immagini in movimen-
ovviamente fantascienza) nonché to e la loro capacità di dare corpo Alberto Semprini

Quando James Cameron decise di inteso come potere visivo, allo stato shakespeariano, la metafora a fa-
stupire ancora una volta il mondo puro? Se riuscissimo a guardare vore del rispetto per l’ambiente, la

avatar
con una delle sue ambiziose im- Avatar senza restare abbagliati dai condanna nei confronti di colonial-
prese, ci chiedemmo (anche su sorprendenti effetti digitali, che risul- ismo e gretto militarismo. Dunque
BILLY) se non si fosse superato un tano il più alto livello tecnico finora la domanda che davvero ci dob-
limite che tale doveva restare: Ava- raggiunto, sarebbe evidente come biamo porre è: cos’è il cinema? Un
tar, e l’uso del 3D in generale, sono la sceneggiatura sia un cocktail di film può aderire profondamente al
da considerarsi cinema? Solo in idee scarsamente originali e nem- reale ed essere altrettanto vision-
parte? O paradossalmente cinema, meno troppo approfondite: l’amore ario e sortire lo stesso effetto sullo
spettatore: quel coinvolgimento,
quel percepirsi dentro e non sem-
plicemente di fronte ad immagini in
movimento, quel moto interiore che
può risvegliare ricordi e sogni, o
crearne di nuovi. Il 3D è lo stadio ul-
timo (finora) di quell’evoluzione par-
tita dalla lanterna magica del XVII
secolo e svoltasi attraverso Méliès,
Disney, Star Wars: ma siamo certi
che i celebri occhialini ci regalino
davvero la possibilità di un mag-
giore coinvolgimento? O piuttosto ci
USA 2009 tengono ancorati alla nostra realtà e
James Cameron ci impediscono di entrare in quella a
(R. e Sc.) cui dovrebbero avvicinarci?

Chiara Tartagni
Avatar © 20th Century Fox 2010
VETRIN
16

VETRINA
BILLY NUMERO 28 NOVEMBRE 2010

ro
Mercoledì 17 novembre ore 21
Collina dei Conigli – Parco Urbano,
Orson Welles – It’s 15 novembre ore 20,30
MEPHISTO
Forlì (FC) all true Istvàn Szabò (Ungheria 1981)
Anteprima assoluta di
Rassegna cinematografica 22 novembre ore 21,15
Meglio per tutti dedicata al geniale Orson IL PADRE DEI MIEI FIGLI
di Matteo Lolletti e Riccardo Mia Hansen-Love (Francia 2009)
Welles, a cura del Cineclub
Salvetti forCINE di Forlì 29 novembre ore 21,15
PIETRO
Proiezioni presso Moquette Daniele Gaglianone (Italia 2010)
bookshopbar, Via Dall’Aste 17,
Domenica 21 novembre ore 21
Forlì (FC). Inizio proiezioni ore 21.
Collina dei Conigli – Parco Urbano,
Ingresso riservato ai soci forCINE
Forlì (FC) Per informazioni
Billy’s Game www.forcine.net Lunedì Cult Movie
info@forcine.net
Torna il gioco di Billy Rassegna a cura di

embre
dedicato al cinema, con 7 novembre Cinemaincentro e Faenza
ricchi premi e sorprese! QUARTO POTERE Centro Vivo, ogni lunedì
USA 1941 (119’) presso il Cinema Italia – Via
Cavina 9, Faenza (RA)
14 novembre
Cinema in Collina LA SIGNORA DI SHANGAI Alle ore 21,30 introduzione al film di
USA 1948 (87’) Andrea Bruni. Inizio proiezioni ore
Alla Collina dei Conigli – Par- 21,40. Ingresso 7 Euro
21 novembre
co Urbano, Forlì (FC) BILLY OTELLO 8 novembre
presenta film mai distribuiti Italia, Francia, USA 1952 (98’) NIENTE PAURA
in Italia, in lingua originale e Piergiorgio Gay (Italia 2010)
sottotitolati. 28 novembre
Introduzione a cura di Mat- L’INFERNALE QUINLAN 15 novembre
teo Lolletti e Michelangelo USA 1958 (112’) L’AMORE BUIO
Antonio Capuano (Italia 2010)
Pasini.
5 dicembre
F COME FALSO 22 novembre
Inizio proiezioni alle ore 21
Ingresso gratuito Francia, Germania, Iran 1973 (85’) THE TOWN
STORIA IMMORTALE Ben Affleck (USA 2010)
Martedì 16 novembre Francia 1968 (58’) 29 novembre
SUD PRALAD
Apichatpong Weerasethakul
LA PECORA NERA
Ascanio Celestini (Italia 2010)
Martedì 23 novembre
BLACK DYNAMITE
Lunedì film mai visti 6 dicembre
Scott Sanders
BURIED – SEPOLTO
Rassegna cinematografica Rodrigo Cortés (Spagna 2010)
Martedì 30 novembre ogni lunedì presso il
ACHILLE E LA TARTARUGA Cinema Saffi d’Essai - Viale
Takeshi Kitano dell’Appennino 480, Forlì (FC)
NA
BILLY NUMERO 28 NOVEMBRE 2010

rassegne in romagna
nel novembre-dicembre 2010
17

omagna
Storie del deserto Rassegna “I segreti Rassegna “Scusate...
- Cinema e storia del quotidiano il ritardo – Il meglio
del colonialismo Il cinema di Mike che ci siamo persi”
italiano Leigh” Rassegna cinematografica
Ciclo di conferenze pome- Rassegna cinematografica a cura dell’Associazione
ridiane presso l’auditorium dedicata al regista inglese culturale “Grazia Deledda”,
del Liceo Torricelli di Faenza Mike Leigh, ogni lunedì sera ogni martedì fino a dicembre
e proiezioni serali relative al fino a dicembre presso il presso il Cinema Sarti – Via
colonialismo italiano. A cura Cinema San Biagio di Cesena XX Settembre 98/a, Cervia
del Cineclub Il Raggio Verde (Sala Rossa) – Via Aldini 24, (RA)
di Faenza Cesena (FC) Inizio proiezioni ore 21
Biglietto d’ingresso per la rassegna
Ecco il programma delle proiezioni Inizio proiezioni ore 21 Biglietto 4 Euro

e e dic
ad ingresso gratuito presso la Biblio- d’ingresso per la rassegna 5 Euro
teca Comunale Manfrediana, Sala 9 novembre
Dante, via Manfredi 14, Faenza (RA) 8 novembre
Presentazione ore 21
COSA VOGLIO DI PIÙ
SEGRETI E BUGIE Giovanni Soldini (2009)
Inizio proiezione ore 21,30
15 novembre 16 novembre
4 novembre RAGAZZE
IL GRANDE APPELLO IL PICCOLO NICHOLAS E I
(Augusto Genina 1936)
SUOI GENITORI
22 novembre
Laurent Tirard (2009)
TUTTO O NIENTE
11 novembre
23 novembre
ABUNA MESSIAS 29 novembre
LA SCONOSCIUTA
(Goffredo Alessandrini 1939) IL SEGRETO DI VERA DRAKE
Giuseppe Tornatore (2006) – Ingresso
18 novembre 6 dicembre gratuito
SOTTO LA CROCE DEL SUD LA FELICITÀ PORTA FORTUNA
30 novembre
(Guido Brignone 1938)
CHLOE
25 novembre Atom Egoyan (2009)
LE ROSE NEL DESERTO
7 dicembre
(Mario Monicelli 2006)
20 SIGARETTE
Evento Speciale di chiusura Aureliano Amadei (2010)
Biblioteca comunale, Sala Dante, via
Manfredi 14, Faenza, ore 21

2 dicembre
OMAR MUKHTAR – IL LEONE
DEL DESERTO
(Moustapha Akkad 1980)
18 BORSINO BILLY NUMERO 27 OTTOBRE 2010

BORSINO novembre 2010

Michelangelo Pasini
Barbara De Caro

Alberto Semprini
Chiara Faggiano

Dario Stefanoni
Marco Bacchi

Matteo Lelli
ADÉLE E IL MISTERO DEL FARAONE

CATTIVISSIMO ME
FIGLI DELLE STELLE
GORBACIOF
ILLUSIONISTA, L'
MASCHI CONTRO FEMMINE
PASSIONE

POST MORTEM
IL REGNO DI GA'HOOLE
THE TOWN
19
BILLY NUMERO 26 SETTEMBRE
MICHELANGELO PASINI
RUBRICHE CATTIVI MAESTRI
Il mio vicino Totoro © Studio Ghibli 1988

CATTIVI MAESTRI

miyazaki
SALVATI DA
Finalmente Miyazaki Hayao è riuscito ad abbattere
le barriere del pregiudizio di distribuzione e pubblico
della nostra italietta. Da qualche tempo a questa parte
nella nostra penisola non solo escono i suoi film con
una certa regolarità e senza il consueto ritardo che ha
contraddistinto le opere precedenti (La città incanta-
ta e La principessa Mononoke sono arrivati nelle sale
italiane rispettivamente due e tre anni dopo l’uscita su
suolo nipponico), ma è iniziata un’interessantissima
operazione di recupero delle pellicole più datate. È il
«Anche i magnati della distribuzione
italiana sembrano essersi inginocchiati
alla perfezione delle animazioni del
maestro giapponese»

specialmente in Italia, non è affare da poco. In un mo-


mento nel quale le sale cinematografiche vengono di-
sertate in luogo di surrogati dell’home-video o peggio
ancora dello streaming, in un momento in cui gli inve-
stimenti delle case di produzione sono orientati esclu-
sivamente al 3D, prodigarsi per riportare in sala alcuni
dei primi film di Miyazaki Hayao significa mostrare un
rispetto inedito ed inaspettato per il suo lavoro. Anche
i magnati della distribuzione italiana sembrano essersi
inginocchiati alla perfezione delle animazioni del ma-
caso di Lupin III – Il ritorno di Cagliostro e Il mio vicino estro giapponese, al tripudio di colori di film come Il
Totoro che ad oltre vent’anni dal loro debutto in Giap- castello errante di Howl e Ponyo sulla scogliera, sem-
pone vedono la luce delle sale italiane. Questo, che brano aver realizzato che se il cinema ha ancora una
dai fan è considerato un evento epocale, ha in realtà boa di salvezza, questa va assolutamente cercata
un significato importantissimo per l’intera industria ci- nella magia che riesce ad evocare. E non c’è rappre-
nematografica italiana: non significa solamente che il sentante migliore, di questa magia, del fondatore del
cinema di Miyazaki è ormai divenuto, anche grazie ai celeberrimo Studio Ghibli: non stiamo parlando delle
numerosi riconoscimenti internazionali ottenuti (tra cui atmosfere sognanti e surreali delle sue pellicole, ma
il Leone d’oro alla carriera al Festival di Venezia e il della primitiva magia che il cinema riesce da sempre
premio Oscar come miglior film per La città incantata), ad esercitare sullo spettatore. Quell’empatia capace
un punto di riferimento per gli appassionati di anima- di farlo sprofondare nelle poltrone della sala e calarlo
zione, ma anche che viene riconosciuta ai suoi lavori in una realtà altra, impedendogli di uscirne per almeno
la necessità di essere fruiti su grande schermo. Il che, due ore.
20 RUBRICHE THE FILMGAMER BILLY NUMERO 28 NOVEMBRE 2010

SCOTT
«E’ interessante notare
come il videogioco dia
quasi per scontato che il
suo fruitore conosca già la
vicenda di Scott Pilgrim»

PILGRIM
ALBERTO SEMPRINI
Scott Pilgrim Vs. The World: The Game © Ubisoft 2009
THE GAME
LA MAGIA DEL LINGUAGGIO
THE FILMGAMER VIDEO LUDICO
Se in un futuro remoto, dopo l’estinzione umana, catore usando non il linguaggio delle immagini ma
degli esploratori alieni rinvenissero sulla terra un il linguaggio dei videogiochi. Innanzi tutto, come il
volume del fumetto Scott Pilgrim, una copia del film fumetto riprende i manga giapponesi anni Ottanta,
Scott Pilgrim e una console con installato sopra la grafica e la musica (in una parola design) del
Scott Pilgrim: the Game, farebbero davvero molta gioco richiamano i videogame dello stesso periodo,
fatica a cogliere il nesso tra questi tre oggetti dallo riprendendo un genere allora in voga ma adesso in
stesso titolo. Altra impresa molto difficile, poi, sa- disuso come quello dei picchiaduro a scorrimento
rebbe quella di stabilire quale tra queste tre opere (tipo Double Dragon ma il gioco si rifà soprattutto
abbia influenzato le altre due per prima. Tutti e tre a River City Ransom). La vicenda è semplificata e
i testi sono tipici esempi del postmodernismo che narrata in maniera molto scarna e stilizzata attra-
sta imperando nella cultura popolare degli ultimi verso dei veloci accenni, per dare spazio all’azione
anni, cioè dei testi che vivono di citazioni e riman- e ai combattimenti (vero fulcro del videogame). E’
di ad un passato e ad un substrato culturale ben interessante notare come il videogioco dia quasi per
preciso. Ma la particolarità delle tre opere in que- scontato che il suo fruitore conosca già la vicenda
stione è che ognuna di loro adempie al suo scopo di Scott Pilgrim letta nel fumetto. Poi ci sono le ci-
usando al meglio il suo linguaggio specifico. Scott tazioni, prese un po’ da tutte le parti ma soprattutto
Pilgrim: the Game infatti, nasce come trasposizio- dall’universo videoludico. Il caso più interessante ri-
ne del fumetto americano omonimo e ritrasmette mane quello di un combattimento tra il protagonista
l’atmosfera di quest’ultimo attraverso una serie di e uno dei villain principali reinterpretato in una sorta
suggestioni prettamente videoludiche. In altre pa- di partita a Guitar Hero. Esempio perfetto di come il
role, Scott Pilgrim: the Game prende l’atmosfera gioco prenda un personaggio e lo rilegga secondo i
presente nell’opera cartacea e la ritrasmette al gio- canoni del videogame.
BILLY NUMERO 28 NOVEMBRE 2010
MATTEO LOLLETTI
HORROR POLITICS

Suspiria © Seda Spettacoli 1977


L’ESALTAZIONE DEL MAGICO
«Gli aspetti onirici e irrazionali dominano la pellicola, operando un rovesciamento rispetto
all’approccio “classico” di Argento»

Dario Argento arriva a Suspiria (1977) dopo Pro- che dal soprannaturale, mentre in Suspiria (come
fondo Rosso (1975), che per molti aspetti è IL film poi nel successivo Inferno e ne La Terza Madre,
del regista romano. In questo passaggio risiede il ultimo, tardivo capitolo della trilogia) è il fantastico
segno di un cambiamento radicale del cinema ar- ad essere traumatizzato dal reale. In questo capo-
gentiano: se Profondo Rosso opera l’inserimento volgimento programmatico - ed anche estetico - si
all’interno del thriller di elementi estranei al genere, radica l’approdo ultimo del cinema di Argento: da un
con Suspiria il passo nell’horror è pienamente com- lato la scomposizione filmica dell’assassino opera-
piuto, laddove gli aspetti onirici e irrazionali domina- ta durante la svolgimento della storia non si risolve
no la pellicola, operando un rovesciamento rispetto più, visivamente e narrativamente, in una concreta
all’approccio “classico” di Argento. Nella trilogia degli e riconoscibile agnizione finale, quanto piuttosto in
animali infatti, così come nel capolavoro del 1975, una sublimazione che in un certo senso dissolve
è la realtà ad essere violentata dall’illogico, finan- l’esistenza stessa dell’assassino in quanto tale e in
senso proprio, come a dire che la causa della morte
è la morte stessa. Questa fascinosa oscillazione tra
terreno e sovrannaturale, tra reale e magico, con
l’esaltazione di quest’ultimo, permette ad Argento

Per comprare di archiviare definitivamente, senza che ciò risulti


una scorciatoia, le necessità della narrazione clas-
sica e la sua coerenza, concedendogli di trascurare

questo spazio l’identità logica dell’assassino (e del male, quindi)


per celebrarne invece la poderosa manifestazione.
D’altronde, ed è elemento di forte centralità, ad Ar-
gento, più che la geometrica e plausibile soluzione

3381029116
del mistero, più che la ricomposizione ineccepibile e
assolvente (per lo spettatore) del puzzle, ha sempre
maggiormente interessato la messa in scena, la di-
namica attuale ed agita del male, la sua rappresen-

3284070669 tazione. Trovando questa coincidenza tra causa ed


effetto, Argento raggiunge un punto oltre il quale è
sostanzialmente impossibile collocarsi, lasciando lo
spettatore in preda ad un senso di accerchiamento
e di insostenibile ineluttabilità, dovuti alla sensazio-
ne di una minaccia costante.
22 RUBRICHE CINERDMATOGRAFO BILLY NUMERO 28 NOVEMBRE 2010

STREGHE IN MATTEO LIER LELLI


CINERDMATOGRAFO

CAR(TO)NE
«l’incontro tra cartone animato e attori
in carne e ossa raggiunge qui vette
mai superate, e colori e fotografia
sono tutt’oggi stupefacenti»

il magico incontro di

E OSSA
Mary Poppins (1964) e Pomi d’ottone e manici di
scopa (1971) sono due bellissimi film entrati giusta-
animazione e live action
firmato Disney
loro origini da fonti letterarie. Infine, oltre a condivide-
re buona parte del cast tecnico, entrambi i film vedo-
mente nel cuore e nell’immaginario di più di una ge- no ricoperto uno dei ruoli fondamentali dall’altrimenti
nerazione. I punti di contatto sono numerosissimi, e poco noto David Tomlinson, perfetto sia nei panni del
le pellicole formano un perfetto “dittico della magia” Signor Banks, severo e ottuso padre di famiglia in
di casa Disney. Anzitutto alla regia troviamo sempre Mary Poppins, sia nell’interpretazione del mago im-
il bravissimo Robert Stevenson (Un maggiolino tutto broglione Emelius Browne in Pomi d’ottone. Ma in
matto, 1969), evidentemente a suo agio con le sce- questa sede siamo interessati alla magia: alla magia
ne musicali (esemplari il ballo degli spazzacamini in della visione abbiamo accennato (l’incontro tra car-
Mary e la celeberrima Portobello Road di Pomi d’ot- tone animato e attori in carne e ossa raggiunge qui
tone) e con la tecnica mista di animazione e live ac- vette mai superate, e colori e fotografia sono tutt’oggi
tion (entrambi i film hanno vinto il premio Oscar per stupefacenti), ora sotto con stregonerie e sortilegi! Se
i migliori effetti speciali). Inoltre le due pellicole sono Mary Poppins (la bellissima Julie Andrews) è difficil-
tecnicamente film in costume, essendo ambientate mente inquadrabile come maga, e si avvicina più ad
rispettivamente nel 1910 e nel 1940, e traggono le una sorta di angelo custode o fata depositaria di una
magia bianca e salvifica, Miss Price (una strepitosa
Angela Lansbury) è invece il completo ribaltamento
di ogni cliché sulle streghe: le sue magie sono quelle
Bedknobs and Broomsticks © Walt Disney Productions 1971

classiche di tutte le fattucchiere (trasforma le persone


in animali, vola a cavallo di una scopa, dà vita ad
oggetti inanimati), ma è pasticciona, impacciatissima
e (alla fine) eroica e materna. Ma la magia più grande
che entrambe le eroine compiono è senz’altro quello
di insegnare ai bimbi il pieno valore degli affetti fami-
liari e del reciproco sostegno: magia che, a tanti anni
di distanza, grazie all’indimenticabile dolcezza delle
due protagoniste, continua a vivere nel cuore degli
spettatori di ogni età.
BILLY NUMERO 27 OTTOBRE 2010 RUBRICHE CINELETTERATURA 23

MARCO BACCHI CI NELETTERATURA

«Il confine tra realtà e finzione finisce per


essere una line sottile, quasi invisibile,
che rende quasi irriconoscibile il limite
che li separa»

Triste, solitario y final


Il cinema capovolto
Gli ultimi anni hanno segnato, sembra irrimediabil-
mente, la crisi d’idee che affligge l’industria cinema-
tografica mondiale e in particolar modo quella hol-
noir, fino a sfiorare in qualche punto il vero e proprio
classico western. Il cinismo di Marlowe, il tramonto
di Stan Laurel, l’atteggiamento da vaquero di John
lywoodiana: uno dietro l’altro si susseguono nelle Wayne e il rapimento di Chaplin contribuiscono a
sale remake o rivisitazioni di film che abbiamo già rendere Triste, solitario y final un canto nostalgico al
visto, sempre più spesso le nuove uscite si avvalgo- cinema dei tempi d’oro, un omaggio dissacrante a
no di sceneggiature non originali tratte da romanzi quel mondo che dietro ai riflettori, nasconde una so-
e in alcuni casi, soprattutto in tempi recenti, si ispi- litudine senza rimedio. Il libro nasconde un elogio,
rano a famosi fumetti di successo. Capita invece anche funebre, dello stesso autore, che troviamo tra
che a volte sia il cinema a ispirare un romanzo e, i protagonisti, sulla tomba abbandonata di Laurel,
nella fattispecie, che sia il mondo di Hollywood e che incarna il simbolo di un’epoca, che ha contribu-
tutto ciò che vi ruota attorno. In un attimo le auto ito a rendere grande il cinema e a sfornare grandi
sfreccianti e le scazzottate di John Wayne, i volti di star, ma che ne ha decretato la fine e il passaggio
Chaplin e di Stan Laurel, la premiazione della notte nel dimenticatoio, così come ne aveva sancito la
degli Oscar, si trasformano da immagine in pagine e fama. E proprio su quella tomba scolpita dal tempo,
immaginazione e il confine tra realtà e finzione fini- visitata da Soriano e da Marlowe, sembra esserci il
sce per essere una line sottile, quasi invisibile, che passaggio di consegna da un cinema di sentimenti
rende quasi irriconoscibile il limite che li separa. I a un cinema fatto di cinismo e disincanto, autore-
personaggi che incontriamo sono così simili a come ferenziale e volto solo a nutrire se stesso e non il
ce li ricordiamo sullo schermo che, pagina dopo pa- pubblico, lo stesso cinema che è arrivato ai giorni
gina, ci inoltriamo in tipiche atmosfere da poliziesco, nostri cavalcando il mito di se stesso.
24 RUBRICHE IN COSTUME BILLY NUMERO 28 NOVEMBRE 2010

«l’incanto che Nolan


getta sullo spettatore
è certamente il più
affascinante: un
inestinguibile labirinto pari
a quelli di Escher, da cui si
esce infine disfatti e privi di
certezze»

CHIARA TARTAGNI
IN COSTUME

THE PRESTIGE
The Prestige © Touchstone Pictures, Warner Bros. Pictures 2006

SOSPENSIONE DELL’INCREDULITÀ
Christopher Nolan può certamente annoverarsi fra i della dualità e della pluralità: dalla reiterata morte
nuovi alfieri della magia del cinema, intesa come ca- sul palco deriva, per duplicazione, una nuova vita;
pacità di tenere in ostaggio la mente dello spettatore l’identità personale si perde nel perpetuo sforzo di
e condurla in vie impervie da cui spesso è costretta reggere una doppia vita (o una vita da doppio); la
a fuggire con le proprie risorse. Dal viaggio nei ri- vendetta si riproduce mutando soggetto, poiché
cordi di Memento, legato a doppio filo con il recen- il confine tra ragione e colpa, tra bene e male, è
te, splendido Inception, fino alla nuova linfa donata pressoché nullo. Angier e Borden, l’uomo di spetta-
a Batman, finalmente Cavaliere Oscuro e non più colo e l’illusionista privo di appeal, sono destinati a
beniamino delle folle a tinte pop. Inevitabile forse la combattersi poiché due facce della medesima luna:
sua attrazione per il gioco di prestigio, per l’illusione l’aspirazione all’immortalità e all’unicità, cercata nei
che ne cela infinite altre, per l’intreccio indissolubile meandri della magia e resa impossibile dal continuo
fra sentimento e manipolazione. Frutto ideale di tale specchiarsi in altri sé. Tutto ciò che li circonda viene
fascinazione è The Prestige, ambientato negli anni risucchiato nei gorghi dei demoni che li dominano,
in cui ancora la zona d’ombra al confine tra scienza tranne l’unica creatura (ancora) innocente: la figlia
e magia era ampia e infinitamente sfumata. È il XIX di Borden, riscattata per mezzo della più estrema
secolo che vide le prime apparizioni di Houdini e delle illusioni. Non c’è lieto fine, né fine autentica,
gli esperimenti di Nikola Tesla, che in quell’ombra per queste anime perdute e l’incanto che Nolan get-
sguazza coscientemente: Nolan ne fa la contropar- ta sullo spettatore è certamente il più affascinante:
te saggia e disincantata di uno dei protagonisti e un inestinguibile labirinto pari a quelli di Escher, da
con un colpo di genio ne affida l’interpretazione a cui si esce infine disfatti e privi di certezze. Cosa c’è
David Bowie, già androgino marziano giunto sulla infatti di più magico del restare sulla soglia del reale
Terra. Il regista mette in campo ogni declinazione senza mai oltrepassarla?
BILLY NUMERO 28 NOVEMBRE 2010 RUBRICHE PSICOVISIONI 25
La magia non è tale se non accompagnata da stu- un potere in mano a pochi, ma non dei potenti. In
pore, e lo stupore è un’emozione intensa capace questa sfida tra coloro che detengono il potere e
di catturare tutta l’attenzione di chi a bocca aperta la paura di non aver controllo su chi può con le il-
resta incredulo davanti a ciò che percepisce. Tra lusioni trascinare il popolo e da esso essere difeso
l’incredulità e la razionalità e il processo messo in apparentemente sembra essere la lotta. Il principe
atto per annientare la prima o celebrare la seconda o il poliziotto possono solo riacquistare dignità nel
si dipana per tutta la durata di The Illusionist (diretto caso in cui riescano a trovare il trucco o ciò che
da Neil Burger nel 2006) la sequenza degli avveni- loro ritengono un inganno, oppure incriminare come
menti. La fermezza con cui riesce a non svelare i impostore qualora falliscano questo obiettivo. È la
propri trucchi Edward Norton nei panni dell’illusioni- razionalità che cerca sempre una ragione nell’ir-
sta Eisenheim, mostrando la sicurezza auspicabile razionale. Molti pensano che in questo film non vi
nell’uomo ideale anche quando le accuse ingiustifi- sia un finale degno eppure negli occhi dell’ispetto-
cate lo vorrebbero già condannato, è ciò che dona re, l’unico che riesce a scoprire il trucco, il cui suo
spessore all’uomo e al professionista, che avvolge scopo era solamente dare un senso logico ai giochi
nel mistero la sua identità e la sua arte. Sembra magici a cui assisteva, e non imprigionare l’illusio-
avere poteri paranormali, confondendosi con i me- nista. Fondamentalmente è il tentativo che ognuno
dium per la sua presunta capacità di rievocare gli di noi fa per scoprire il trucco quando l’apparente
spiriti, ma l’illusione è solo un’alterazione percettiva irrealtà di una illusione è spiegabile con un fine e
per cui la percezione non si conforma alle caratte- intelligente meccanismo. Non è forse illusione il ci-
ristiche dello stimolo e determina una discrepanza nema stesso, quando pur sapendo d’essere irreale
tra mondo fisico e mondo percepito. La magia è ci fa piangere, impaurire, sbalordire come se fosse

THE ILLUSIONIST
LUIGI PALMIROTTA
PSICOVISIONI
Frost/Nixon ©2008 Universal Pictures, Imagine Entertainment, Working Title Films

«La magia è un
potere in mano a
pochi, ma non dei
potenti»

The Illusionist © Bull’s Eye Entertainment 2006


26 RUBRICHE COSE SERIE BILLY NUMERO 28 NOVEMBRE 2010
Mad Men ©2007 Lionsgate Television, Weiner Bros., American Movie Classics

«Vittime di creature
magiche e superiori,
i capifamiglia qui
proposti saranno
tra i primi, in tv,
ad accettare il
capovolgimento del
rapporto tra i generi»

Bewitched © Ashmont Productions 1964

Bewitched e I Dream of Jeannie


VITA DA STREGHE... PER AMORE
BARBARA DE CARO COSE SERIE
Belle, bionde e aggraziate, le prime streghe apparse - narra le schermaglie amorose tra un astronauta
sugli schermi tv USA all’inizio degli anni ’60 rifiutano e un genio-donna, dimorante in una bottiglia ma-
di seguire lo stereotipo favolistico occidentale, pre- gica rivenuta dal militare - ma, nei fatti, identico a
ferendogli quello storico medioevale, visibilmente esso. Introdotte da titoli di testa simili quanto a stile
più affine alla “nuova donna” americana. Creato da (cartoon) e sinteticità, in effetti, è nella denuncia
Sol Saks e andato in onda per otto stagioni, dal ‘64 ironica di quell’idea di “donna schiava del focola-
al ’72, è Bewitched ad avanzare, prima degli altri, re” (più che “angelo” dello stesso), proposta da
un modello. Sdoganando nel piccolo schermo il bi- numerosi prodotti culturali a esse coevi o quasi,
nomio cinematografico di successo donna=magia, che le due sit-com dimostrano d’equivalersi. Non
la sit-com interpretata dalla Montgomery racconta solo! Muovendo da una focalizzazione maschile
il mascheramento della strega Samantha in perfet- delle vicende (insita, tra l’altro, nei loro titoli origi-
ta mogliettina piccolo borghese, ponendo l’accento nali) e ricorrendo a una magia fatta di gesti tanto
su una quotidianità difficile d’affrontare senza “aiuti piccoli da rendere la stregoneria quasi connaturata
esterni”. Basato sul contrasto tra femmine intra- al genere femminile - Samantha arriccia il naso,
prendenti e maschi mediocri, pronti a crollare da- Jinny incrocia le braccia e china la testa - entram-
vanti alla minima difficoltà, se non femminista ante- bi i prodotti puntano il dito contro l’indebolimento
litteram - titolo più adatto a I Love Lucy -, lo show del sesso forte e il rafforzamento di quello debole.
dell’ABC appare almeno come ginocentrico. Vittime di creature magiche e superiori, in effetti, i
Sulla scia del suo successo, anche la NBC ci pro- capifamiglia qui proposti saranno tra i primi, in tv,
va con incantesimi e metaforiche ribellioni. Il risul- ad accettare il capovolgimento del rapporto tra i
tato è I Dream of Jeannie (‘65-‘70), prodotto all’ap- generi. A capire che, incantesimi e sogni a parte, i
parenza più surreale e caustico del precedente pantaloni in casa li porta sempre qualcun altro ...
BILLY NUMERO 28 NOVEMBRE 2010 RUBRICHE I SOLITI IGNOTI 27

MICHEL GONDRY
L’INFINITA LETIZIA DI UNA MENTE CANDIDA
Perché la scelta, che garantiamo sofferta e discus-
sa, di un solito ignoto come Michel Gondry in un
Billy dedicato alla magia? Se il cinema è illusione,
vuol dire che è sogno e, di conseguenza, vuole es-
sere ricordo. E chi più di un regista che ha costruito
struttura, con un mare che preme e inonda per poi
ritirarsi, con le parole pronunciate e poi solo sentite
e poi ancora (per sempre/mai) dette, con l’intuizione
di una neve anticipatrice, si raccontano (quasi) un
un film sulla cancellazione del ricordo, quindi di una addio, ripercorrono un ricordo che si sta esaurendo,
parte della realtà esistita che non ricorderemo più e per comprendere la grandezza magica del regista
che quindi non sarà mai esistita, poteva, malinco- francese. O basterebbe rivedere i protagonisti di Be
nicamente, essere protagonista di questo numero? Kind Rewind e il loro cinema rifatto con una passio-
Ma in realtà la prima risposta, che si dice essere ne quasi drammatica, per trovare un omaggio sen-
quella che conta, quella istintiva e immediata, è tito e autentico proprio a quella magia del cinema
che pochi altri come Gondry hanno reso palese, e che, intrisa di rimandi e consapevolezze, cambia
sfruttato in tutte le sue potenzialità, la magia pro- (per sempre o per lo spazio di una scena) le no-
pria del cinema, quella di creare una realtà (prima) stre vite. Ma il lavoro che vogliamo maggiormente
inesistente, solitamente impossibile, certo illusoria, indicare, qui, è quasi paradossalmente la serie di
eppure così irresistibile. Sarebbe sufficiente pen- spot che Gondry ha realizzato per Air France, brevi
sare a quella bellissima, indimenticabile e commo- gioielli video in cui l’illusione e il falso del cinema,
vente sequenza di Eternal Sunshine of the Spotless attraverso prospettive impossibili, piani irreali e rac-
Mind (ci concederete l’utilizzo del titolo originale, per cordi che solo il cinema può realizzare, raggiungono
evitare il vilipendio della traduzione italiana) in cui un attimo di (im)perfezione emozionante, spiegan-
Jim Carrey e Kate Winslet hanno quasi cancellato doci che la realtà è un’interpretazione, e spesso, ci
tutti i loro ricordi e, in una casa che cambia la sua perdonerete la retorica, è incantata.

MATTEO LOLLETTI I SOLITI IGNOTI

«Pochi altri come


Gondry hanno reso
palese, e sfruttato
in tutte le sue
potenzialità, la magia
propria del cinema»

Eternal Sunshine of the Spotless Mind © Anonymous Content, Focus Features, This Is That Productions 2004
Corso Mazzini, 74 Cesena FC - 0547.612349 Contrada Dandini, 8 Cesena FC - 0547.29508

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BILLY NUMERO 28 NOVEMBRE 2010 RUBRICHE FUNNY GAMES 29

citazionando di Alberto Semprini

Indovina il titolo esatto del film dalla citazione


1 Non esco dal personaggio finché non ho girato gli 6 Sai la bella e la bestia? È tutte e due.
extra del DVD!
___________________________
___________________________

7 Vengono fuori dalle pareti! Vengono fuori dalle


2 Beata l’erba fresca, l’ortica, la cicoria, | e chi se fottute pareti!
la magna, che Dio l’abbia in gloria! | E guai a
quelli che morranno ne li peccati mortali | che me ___________________________
dispiace tanto vedé sti bbrutti funerali!

___________________________ 8 - Ma non capisci proprio niente, Osgood! Sono un


uomo!
- Beh, nessuno è perfetto.
3 Quando si spara, si spara, non si parla.
___________________________
___________________________

9 Whiskey “on the rocks”... GHIACCIO! NON


4 Colonnello, questi uomini hanno fatto il sommo ROCCE!
voto della castità, proprio come i loro padri, e i
padri dei padri prima di loro. ___________________________

___________________________
Così era la signora Lundegaard quella distesa
10
per terra... E quello che stavi triturando era il tuo
5 Più è pesante l’uomo, più profonde sono le sue complice... E quei tre poveretti uccisi a Brainerd!
impronte. E tutto per cosa?! Per quattro biglietti di banca...
C’è altro nella vita che quattro biglietti di banca...
___________________________ Non c’ha mai pensato?!

___________________________

risultati
8 A qualcuno Piace Caldo 4 Hot Shots 2
7 Aliens scontro finale 3 Il Buono il brutto e il cattivo
10 Fargo 6 Blade Runner 2 Uccellacci uccellini
9 Chi ha incastrato Roger Rabbit 5 Nuovo cinema paradiso 1 Tropic Thunder
30 RUBRICHE GARROYO E I SUOI FRATELLI BILLY NUMERO 28 NOVEMBRE 2010

«Guarda che ad essere invidioso di Topolino non ci fai una


bella figura, pensaci»

garroyo
e i suoi fratelli
di Paco Garroyo

l’apprendista
royalty
Ieri sera ho ricevuto una telefonata
da Paul Dukas (ebbene sì, ogni tan-
to, soprattutto al giovedì, ricevo te-
lefonate dai morti. Non vi va bene?
Se non vi va bene cambiate rivista).
Io mi sono fatto un culo così, ho nome! Ma Paul, è la magia del cine-
Magari non sapete chi è, Paul Dukas,
studiato un mucchio, potevo anda- ma. E’ sempre stato così. Un gran-
ed era proprio questo l’oggetto della
re a gnocca invece mi sono sparato de regista fa un grande film con un
telefonata. Paul [1865-1935] è stato
anni di trombone e ocarina, e quello ragazzetto brufoloso, e diventa fa-
un grande musicista francese: dopo
stupido topo raccomandato... Paul, moso il ragazzetto brufoloso! Viene
aver studiato contrappunto, armo-
fattene una ragione, guarda che ad pubblicato un bellissimo libro, ne
nia, fuga e altre cose strane (e non
essere invidioso di Topolino non ci fanno un’orribile trasposizione cine-
ben comprensibili ai comuni morta-
fai una bella figura, pensaci. Ma che matografica e diventa famoso il film!
li), è diventato professore di orche-
invidia? Ma quale invidia? Io par- Il mercato imprevedibile è la magia
strazione al conservatorio di Parigi
lo di meritocrazia! Prova a cercare del cinema, Paul. Non puoi combat-
(a differenza dei comuni mortali) e
con Google “Apprendista stregone” terla. Da cadavere, poi. Non mi hai
ha composto musiche da camera,
e contare quante stronzate com- convinto per niente. Ti richiamerò. Ci
musica per balletti, musicame vario.
paiono prima che spunti fuori il mio sei giovedì?
Un grande, insomma. Poi è arrivato
Walt Disney, che ha deciso di ficca-
re una composizione di Paul come
accompagnamento dentro un episo-
dio del film d’animazione Fantasia
[1940]. Nell’episodio, uno stupido
topo faceva danni dando vita con la
magia a una scopa che poi non riu-
sciva a controllare. Lo stupido topo è
passato alla storia, Paul invece non
se l’è cagato più nessuno. Voglio le
royalty! Almeno quelle! Paul caro,
sei morto anni prima che il film fosse
fatto, ma di quali royalty vai parlan-
do. Ma non è giusto! Non è giusto!
BILLY NUMERO 28 NOVEMBRE 2010 RUBRICHE LA POSTA DEL CAPP’TANO 31

ad
ta o
el
n
p'
o s t
ap
l
a p
c

la corrishpundenza eccezziunale
di capitan phalco
Mio capp’tano, da quando ho visto il Egr. prof. Phalco Caro Capitano,
trailer del film dei Puffi in 3D, la not- Vorrei addentrarmi nell’opera omnia oggi, dal parrucchiere, ho letto che
te non riesco più a prendere sonno. dell’immenso Gilles Deleuze. Con la Marcuzzi ha una storia con DJ
Un consiglio? Sono settimane che quale dei suoi testi più celebri mi Francesco. Dato che lei è un gran
non dormo. consiglierebbe d’iniziare? conoscitore del gentil sesso, crede
Gargamella Devotamente sua, sia tutto merito del “Bifidus Regula-
30eLODE ‘82 ris” o c’entra anche l’aspetto fisico?
Caro Gagganello, Tua, Acidella ‘84
‘ffettivamente già mi inquietava il Caro nome-numerato-che-m’-pari-
cattone ‘nimato, ora poi che so’ al un-robò-d’-Guerre-Shpaziali, cette Carissima, t’ devo confessà che
ccinema in canne e ossa c’ho dav- poccherie non si dovrebbero shcri- non ho approfondito la queshtione
vero paura: a te t’ pare nommale che vere a un giunnaletto pebbene pecchè trovo poco carino che una
un gushto gelato metta su gambozzi come queshto: s’ t’ vuoi addentrà bella s’gnora come la Marcucci
e braccini e s’ metta a camm’nà?! A nell’”opera omnia” d’ quaccuna, vada in tv a dire che non fà la cac-
queshto punto b’sogna shtà attenti, t’ consiglio d’ r’voggetti a rivishte ca senza mangià lo iogurt... Quanto
chè c’possono capità pure altre di- shpecializzate tipo Picconami o all’ashpetto fisico del fare la cacca
shgrazie della natura tipo, che so, Viva Gina! (pessonalmente prefe- non t’ so rispondere pecchè non ho
le orecchiette pallanti, i pomodori rishco queshta, ché c’ shtanno più shtudiato fisica, anche se immagino
assassini... oppure i gagganelli che foto e puoi pure fa’ ddomande al che in un quacche modo sia coinvol-
shcrivono! Maro’, non fammi del noto professo’ sessologico Capitan ta la fozza d’ gravità, ottre alla nota
male! Io i gagganelli non li ho mai Phallo, mio carissimo alter amico). legge d’ Marfi (“se le cose possono
mangiati, te lo giuro! andare d’ cacca, probabimmente lo
faranno”).

Se volete scrivere a BILLY, allora Tarcisio Maraffoni, alias Capitan Phalco, biker leader dei Rapaci Randagi
e fan n. 1 di Diego Aba­tantuono è l’uomo che fa per voi! billy.rivistacinematografica@gmail.com.
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Telefono: +39 0546.25968
Fax: +39 0546.25968

Orari di apertura 08.30-12.30 15.30-19.30


Chiuso il giovedì pomeriggio

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