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nell'epoca moderna
e contemporanea

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collana LA BIBBIA NELLA STORIA
diretta da Giuseppe Barbaglio

La collana si caratterizza per una lettura rigorosamente storica delle


Scritture sacre, ebraiche e cristiane. A questo scopo, i'libri biblici, oltre che
come documenti di fede, saranno presentati come espressione di determina-
ti ambienti storico-culturali, punti di arrivo di un lungo cammino di espe-
rienze significative e di vive tradizioni, testi incessantemente riletti e re-
interpretati da ebrei e da cristiani.
Si presuppone che la religione biblica sia essenzialmente legata a una
storia e che i suoi libri sacri ne siano, per definizione, le testimonianze scrit-
te. Più da vicino, ci sembra fecondo criterio interpretativo la comprensione,
criticamente vagliata, della Bibbia intesa come frutto della storia di Israele e
delle primissime comunità cristiane suscitate dalla fede in Gesù di Nazaret
e, insieme, parola sempre di nuovo ascoltata e proclamata dalle generazioni
cristiane ed ebraiche dei secoli post-biblici.
Il direttore della collana, i collaboratori e la casa editrice si assumono il
preciso impegno di offrire volumi capaci di abbinare alla serietà scientifica
un dettato piano e accessibile a un vasto pubblico.
Questi i titoli programmati:
....·L L'ambiente storico-culturale delle Scritture ebraiche (A. Bonora)
-~2. Da Mosè a Esdra: i libri storici dell'antico Israele (E. Cortese: 1985)
3. I profeti di Israele: voce del Dio vivente (G. Savoca: 1985)
4. I sapienti di Israele (G. Ravasi)
5. I canti di Israele (G. Ravasi: 1985)
-6. La letteratura dell'epoca inter-testamentaria (A. Bonora)
7. L'ambiente storico culturale delle origini cristiane (R. Penna: 3 1991)
8. La voce delle prime comunità cristiane (V. Fusco) .
9. Il vangelo 'di Paolo: analisi storica delle sue Lettere (G. Barbaglio)
~10. Le redazioni evangeliche (G. Segalla)
11. Gesù di Nazaret, evento fondante (G. Barbaglio)
12. Gli scritti della tradizione paolina e giudeo-cristiana
13. L'apocalittica cristiana del primo secolo (U. Vanni)
14-17. L'uso della Bibbia: nell'antichità cristiana (a cura di E. Norelli:
2 voli.); nel medioevo (a cura di C. Leonardi); nell'epoca moderna
-·? e_ç_Qf!!.f!!!l..P.O.!..~-rz.e_a (a cura di R. Fabris: 1992) ~----·----·-·--·-·
18. La letteratura ebraica delle Scritture
RINALDO FABRIS
(a cura di)

LA BIBBIA
NELL'EPOCA MODERNA
E CONTEMPORANEA

EDIZIONI DEHONIANE BOLOGNA


© 1992 Centro Editoriale Dehoniano
Via Nosadella, 6 - 40123 Bologna

ISBN 88-10-40255-3

Stampa: Grafiche Dehoniane, Bologna 1992


Introduzione generale
di Rinaldo Fabris

Nei «Manuali dii:lltroduzione biblica», a partire dalla Biblio-


theca Sacra di Sisto da Siena del 1566, alle opere di«storia critica» di
Richard Simon dedicate rispettivamente -all' AT (i680) e al NT
(1689/1693)~ non manca mai una rassegna storica più omenb detta-
gliata non solo delle edizioni e versioni della Bibbia, ma anche dei
commentari dell'intera Scrìttura o dei singoli libri biblici. Anche nel-
1'Introduzione generai.e alla Bibbia di Gaetano Perella, che inaugura
la serie dei volumi della Sacra Bibbia a cura di Salvatore Garofalo
negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, si dà una panora-
mica della storia dell'interpretazione dai padri fino all'epoca con-
temporanea.1· Una rapida sintesi della «storia dell'esegesi» si trova
anche nell'opera in collaborazione
)\_.
Messaggio della Salvezza; nel
volume di Introduzione Generale di P. Bonatti e C.M. Martini. 2
Valerio Mannucci nella sua più recente Introduzione generai.e alla
Sacra Scrittura dedica un breve capitolo, il sedicesimo, a un compen-
dio di «Storia dell'interpretazione della Bibbia dalle origini al Vati-
cano Il». 3
In queste opere di carattere manualistico la rassegna storica se-
gue un modello tradizionale tracciato già nella summenzionata ope-

1 G. PERELLA, Introduzione generale alla sacra Bibbia, Marietti, Torino 21952,


parte TV, «Ermeneutica»·, 306-322; questo è il primo volume .del La Sacra Bibbia vol-
ga,ta e traduzione italiana dei tesfi. originali illustrata con note critiche e commentate,
sotto la direzione di Salvatore Garofalo; questo è l'unico progetto di commento com-
pleto della Bibbia a opera di esegeti italiani, rimasto però incompiuto. L'introduzione
di G. Perella, terminata nel luglio del 1945, è stata pubblicata postuma sulla base del
suo manoscritto pronto per la stampa. .
2 P. BoNATII-C.M. MARTINI, 11 messaggio della salvezza. Introduzione generale.
Cçmo Completo di studi biblici, Torino-4:uman 1964, appendice IV, 279-290.
3 V. MANNUCCI, Bibbia come parola di Dio. Introduzione generale alla sacra
Scrittura, Brescia 1981, 265-277, priVilegia la prospettiva «ermeneutica» e ne delinea
le svolte decisive.

5
ra di Sisto da Siena. Si fa un elenco dei vari interpreti della Bibbia in
ordine cronologico a partire dai padri fino all'epoca contemporanea
e attuale. Per l'epoca moderna è abbastanza comune la distinzione
tra esegesi cattolica e protestante con un ruolo determinante asse-
gnato alla Riforma e al concilio di Trento. Un'altra tappa di questo
percorso storico è individuato nell'elaborazione e applicazione del
metodo «storico-critico» da parte degli studiosi e commentatori del
testo biblico. Un contributo notevole per lo studio e la ricostruzione
della storia del metodo «storico-critico», applicato ai testi biblici, è
offerto dalle monografie di N.S. Kraus (1969) per l'AT e di W.G.
Kiimmel (1970) per il NT. Si tratta di due ricerche storiche che pren-
dono come punto di riferimento la Riforma e arrivano fino ai nostri
giorni. La presentazione delle varie fasi dello sviluppo storico e l'a-
nalisi dei singoli autori sono ampie e documentate. Ma sia lopera.
del Kraus sia quella del Kiimmel nella loro indagine si limitano all'a-
rea di lingua tedesca, con qualche sporadico-riferimento ad altri am-
bienti culturali e linguistici. Inoltre la rassegna storica per una preci-
sa scelta degli autori privilegia l'aspetto strettamente metodologico
degli studi biblici sotto il profilo storico-critico. È inutile cercare in
questa ricostruzione della ricerca storico-critica una documentazio-
ne circa la presenza della Bibbia al di fuori delle università e dei libri
che sono il prodotto e il veicolo dello studio e del dibattito accade-
mico attorno ai testi biblici.
Di diversa impostazione è la Storia della Bibbia di Cambridge in
tre volumi, di cui il terzo è dedicato all'ambiente occidental~ dalla
Riforma ai nostri giorni. 4 Uno spazio notevole è riservato alla rasse-
gna storica delle edizioni e versioni moderne e attuali della Bibbia e
ai vari e diversi commentari biblici dal secolo XVII ad oggi, in.una
panoramica che abbraccia l'ambiente di lingua inglese e quello con-
tinentale a tutto campo dalla Scandinavia all'Italia, dalla Francia al-
l'Europa centrorientale. Naturalmente non manca uno studio sullo
sviluppo del metodo storico-critico, applicato alla Bibbia, e al relati-
vo dibattito sull'autorità della Bibbia. Ma oltre a questo aspetto
«scientifico» sono esaminati anche la presenza e ìl ruolo della Bibbia
nell'ambito della Riforma e della Chiesa cattolica e in rapporto al-
l'attività missionaria. In forma di epilogo si presenta anche una sin-

4 S.L. GREENSLADE, a cura, The Cambridge History of the Bible. The Westfrom
the Reformation to the Present Day, Cambridge 1963.1975.1978.

6
tesi circa la diffusione e l'uso della Bibbia nel culto, nelle scuole e
nelleletture private. È da rilevare ancora nelfa.__stessa appendice
l'accenno all'influenza della Bibbia nella letteratura e nell'arte figu-
rativa e musicale e nella prassi morale.
Su questa linea della Storia della Bibbia di Cambridge, ma con
una prospettiva più ampia, si colloca la collezione francese in otto
volumi sotto il titòlo generale La Bible de tous !es temps, di cui sono
attualmente pubblicati sette. 5 Lo scopo perseguito dai dìversi cura-
tori dei volumi è quello di offrire una storia della Bibbia che tenga
conto della presenza e uso dei testi sacri nella società occidentale da-
gli inizi dell'era cristiana a oggi. In altre parole si cerca di vedere co-
me la Bibbia è stata usata e valorizzata, letta, meditata e vissuta fino
al punto di diventare fermento della società e deJle•culture. La trat-
tazfone del periodo che va dalla Riforma. aWepoca contemporanea è
distribuita in quattro tomi, di cui uno dedicato alla Bibbia nel teinpo
delle «Riforme», uno al secolo XVI, «Le grand siècle», e un altro al
«Siècle des lumières», e infine il quarto al mondo contemporaneo.
I singoli contri.buti all'interno deivari tomi, preparati da specialisti
di diverse nazionalità e appartenenze confessionali, illustrano la, dif-
fusione della Bibbia e le sue traduzionì,. le varie forme e i molteplici
livellidi lettura e interpretazione del testo sacro, il rapporto tra Bib-
bi.a scienze e arti - teatro, musiea, iconografia - con l'aggiunta di
studi più dettagliati su determinati ambienti e i personaggi di mag-
gior spicco o più rappresentativi. Ne risulta un quadr:o di ampio re-
spiro che però riesce a cogliere anche l'impatto che ha la Bibbia nel-
la vita della chiesa dell'ambiente europeo, nel contesto dell'emer~
gente cultura americana e nelle chiese dell'Africa e dell'India. Ma
nonostante questo grande spettro di attenzioni, il fuoco ottico o il
punto prospettico di osservazione rimane l'ambito europeo e in par-
ticolare r·area francofona,
Forse è da imputare a questo orientamento il fatto che nell'ulti-
mo volume dedicato all'epoca contemporanea manca una trattazio-
ne specifica riservata al contesto italiano. Nella storia della Bibbia di
Cambridge la rassegna delle versioni bibliche e degli studi-commenti

5 Bible de tous les temps, I-VIII, Beauchesne, Paris 1984-1989; per l'epoca mo-
derna e.contemporanea: M. VENARD-B. RoussEL7 G. BEDOUELLE, Les temps desRé-
formes et la Bible, V; J.R. ARMOGATHE, Le grand.Siècle et la Bible, VI, 1989; Y. BE-
ùvA.:L-B. PLONGERON-:0. BoUREL, Le Siècle des Lumières et la Bible, VII, 1986; C.
SAVART-J.N. ALETTI, Le monde conteniporain et la Bible, VIII, 1985.

7
per area linguistico-nazionale consente di registrare il nome di qual-
che autore italiano: G.B. De Rossi,. S. Ugdulemi, S. Minocchi, G.
Luzzi, D. Castelli, S.D. Luzzato. Nella storia dell'esegesi contem-
poranea della Bible des tous les temps - ottavo volume a cura di C.
Savart e J .N. Aletti - sono menzionati tre nomi di autori italiani o
che operano in Italia: il barnabita P. Semeria nel contesto della crisi
modernista, G. Castellino per i suoi studi sui salmi e A. Bea in rela-
zione all'enciclica di Pio XII Divino afflante Spiritu e al suo ruolo nel
concilio Vaticano Il. Le ragioni di questa specie di black-out sulla si-
tuazione biblica italiana credo che debbano essere ricercate nel ri-
tardo degli studi biblici in Italia, più volte rimarcato nel còntributo
di G. Betori. A sua volta G. Ghiberti parla di dipendenza straniera e
di «provincialismo» per quanto riguarda lo stu_dio della Bibbia nel
contesto italiano dell'epoca contemporanea. Ma questa situazione
ha le sue radici storiche nel contesto successivo alla Riforma prote-
stante che porta a un progressivo isolamento della cultura bibJico-
teologica itali.ana rispetto al resto dell'Europa. A questo si deve ag-
giungere il clima di sospetto connesso con la crisi modernista nei
suoi risvolti italiani e il distacco per non parlare dell'opposizione
dell'ambiente cattolico nei confronti dello stato liberale. L'abolizio-
ne delle facoltà teologiche del 1873 è solo il riconoscimento o la for-
malizzazione di un divorzio tra cultura laica e studi biblicocteologici
già consumato nella realtà.
Tuttavia ritengo che una ricerca storica non solo degli studi bibli-
ci, ma anche della presenza e uso complessivo della Bibbia nel con-
testo italiano, permetta di temperare alcune valutazioni a prima vi-
sta troppo pessimistiche o generalizzanti. Naturalmente una seria
sintesi storiografica dovrebbe essere preceduta da studi più detta-
gliati e da analisi particolari su singoli autori e ambiti ben definiti. Se
si escludono alcuni saggi monografici per la storia più recente, man-
cano delle ricerche puntuali e organiche sulla presenza e l'uso della
Bibbia nel •contesto della chiesa e società italiana. Questa carenza si
avverte in maniera particolare per i secoli XVI-XVII, in cui si fa sen-
tire ancora l'efficacia del patrimonio culturale maturato nel clima
dell'umanesimo e rinascimento. Uno studio puntuale di questo pe-
riodo., aperto a tutti gli apporti e stimoli della ricerca storica più re-
cente, potrebbe far rivedere alcune impostazioni storiografiche
troppo semplificatorie. Per quanto riguarda le origini di quello che si
è soliti chiamare «metodo storico-critico» credo che si debba risalire

8
oltre Richard Simon; considerato dagli studiosi tedeschi del secolo
XVIII il «padre della critiea modema». 6
È legittimo cercare le radici di alcune ipotesi di critica letteraria
dì Simon, relative ai libri biblici """" Pentateuco in particolare - negli
studi e commenti biblici di autori ebrei come K.im.Q.i, Abrabanel, Ja-
cob ben .Q.ayyim e EliyahuAshkenasi e soprattuttoAbram Ibn Ezra.
Quando lo studioso oratoriano francese elabora la sua teoria degli
«scribi pubblici», responsabili .delle aggiunte· e cambiamenti nel te-
sto della Bibbia, egli può riprendere'iin'ipotesi sui ritocchi del testo
biblico già presente in alcuni rabbini del Talmud e in autori ebrei del
medioevo e dell'epoca moderna. 7
Ma l'impulso a un nuovo modo di accostarsi e leggere la Bibbia e
che sfocia.dopo alterne vicende nell'elaborazioned.el metodo stori-
co-critico, ritengo clie debba essere fatto risalire al contesto cultura-
le dell'umanesimo e rinascimento. Non può essere casuale..che Era-
smo di Rotterdam decida di pubblicare nel 1505 le Adnotationes al
NT di Lorenzo Valla trovate nel 1504 in un manoscritto della Biblio-
teca nobertina di Pare vicino a Lovanio. È il lavoro filologico del
V alla che ispira circa dieci anni dopo nel 1516 la prima edizione criti-
ca del NT greco e latino preparata da Erasmo per l'editore J. Froben
di Basilea, Lo stesso Eràsmo l'anno successivo alla pubblicazione
delle note di L. Valla scende in Italia con lo scopo non solo di visita-
re i suoi luoghi santi, ma anche di «profittare di ciò che. offrono le
sue biblioteche e del rapporto coi suoi eruditi» (Lettera a Marco
Laurin del 1518). Dunque per Erasmo il contesto italiano non è solo
il paese del «principe dell'eloquenza» - Petrarca - ma il vivaio del
nuovo orizzonte culturale che sta alla base del suo progetto di rifor-
ma spirituale e religiosa. 8
Un centro di prim'ordine, dove si incrociano le diverse correnti
dell'umanesimo italiano è la Firenze degli eredi del Petrarca: Coluc-
cio Salutati (1331-1406), Leonardo Bruni (1370-1444), Poggio Brac-
ciolini (1380-1459), Niccolò Niccoli (1364-1437). Leonardo Brunì
nel suo trattato in difesa degli studi umanistici sostiene la necessità

6 J.D. WoODBRIDGE, Richard Simon et la critique biblique, BIT, VI, 205.


7 B.E. ScHWARZBACH, Les sources rabbiniques de la critique biblique de Richard
Simon, BIT, VI, 207-231. Alle stesse fonti rabbiniche, grazie ad alcuni manoscritti
della biblioteca dell'Oratorio di Parigi, San Sulpizio,, accessibili al Simon, risalirebbe
anche la sua ipotesi di diversi livelli e gradi dell'ispirazione del testo' biblico.
8 L.E. HALKIN, Erasmo, Bari 1989, 75-85.

9
di fondare la fede cristiana sulla conoscenza delle litterae. 9 Lo stesso
autore nella Epistula che accompagna la sua versìone della Politica
di Aristotele (1435-1438), dedicata al papa Eugenio IV, afferma che
«anche Socrate e Platone hanno insegnato verità vicine al cristiane-
simo». Questa esigenza di coniugare in modo armonico l'eredità dei
classici, riscoperti, ritrovati e ricopiati, con il patrimonio religioso
cristiano, è tipica dell'ambiente fiorentino, dove insegnano i maestri
bizantini: Giovanni Argiropulo e Manuele Crisolora. A Firenze nel
1439 si conclude il concilio, iniziato a Basilea e continuato a Ferrara,
con il decreto di unione tra ortodossi e cattolici, redatto dal monaco
umanista Antonio Traversari. È lo stesso Traversari che informa i
suoi amici che l'imperatore bizantino Giovanni VIII Paleologo ave-
va portato a Firenze codici delle opere di Platone, Plutarco e Aristo-
tele. È in questo clima di riscoperta dei classici greci che si compren-
de il dibattito fiorentino sul ruolo della filosofia aristotelica e plato-
nica, che vede impegnati Marsilio Ficino e Pico della Mirandola da
una parte e Angelo Poliziano dall'altra.
Nello stesso contesto si colloca la personalità di Girolamo Savo-
narola (1452-1498). Egli attira le simpatie di GiovanniPico della Mi-
randola e di suo fratello Francesco. Mentre Giovanni Pico studia i
codici biblici ebraici per i. suoi interessi verso la cabala giudaica, il
Savonarola chiede al fratello Alberto, medico a Ferrara, di inviargli
sei piccole Bibbie ebraiche. Il frate domenicano nel convento fioren,
tino di San Marco, dove sarà in seguito eletto priore, favorisce lo
studio dylle lingue: greco, latino, ebraico, aramaico e arabo. È in
questo ambiente di studi umanistici e biblici che si forma il giovane
domenicano Sante Pagnino, traduttore della Bibbia dai testi origina-
li in latino (Lione 1527).
Agli inizi del 1500 il Pagnini viene chiamàto da Leone X a inse-
gnare a Roma nella scuola di lingue orientali fondata dallo stesso
pontefice. L'iniziativa del papa si colloca nel contesto degli interèssi
umanistici e filologici che danno vita ai collegi dello studio delle tre
lingue - èbraico, greco e latino - in cui si coricetrano gli sforzi di
umanisti come F. Melantone a Wittenberg, Erasmo a Lovanio, e di
mecenati come ilvescovo Fox a Oxford,il cardinale F. Ximenes ad
Alcalà e di Francesco I a Parigi. La corte pontificia romana può con-

9 De studiis et litteris tractatulus ad Baptistam Malatestam, opera scritta tra il 1423


e il 1426.

10
tare nei secoliXVXVlsu<unatradizione di papi umanisti e mece-
nati. NiccolòV, Sisfo IV, Giulio IIeLeone X favoriscono l'incontro
di studiosi e artisti. 'Nella prima metà del XV secolo alla curia di
Roma lavorano come scrittori apostolici e segretari della cancelleria
pontificia Leonardo Bruni e Poggio Btacciolfui. Nel 1447 approda a
Rorna Lorenzo Valla, al servizio di Niccolò V come scrittore aposto-
lico. E nell'ambiente romano il Valla conclude le sue «Annotazioni»
critico~filologiche al NT. Tramite Er<!;smo e glì altri umanisti europei
l'eredità del Valla segna l'inizio di un nuovo approccio al testo
biblico. Il progetto filologico del Valla si inserisce in quello più
ampio di carattere filosofico che concepisce· il sapere corne sistema
unitario. Esso si fonda non sulla filosofia scolastico-aristotelica, ma
sulla «retorica» intesa come «dialettica» che privilegia il ruolo cono-
seitivo del linguaggio e della «parola». L'impianto filosofico del
Valla è riassunto da E. Guarin in questi termini: «opporre:sul piano
metodologico Quintìliano a Boezio, non significa quindi per lui
opporre la gram.rnatiea o la retorica alla filosofia, ina airontologia
aristotelica senzatempo, una filosofia sostanziata di analisi linguisti-
che e di consapevolezza storica, radicata nella riforma umani-
stica».10
Il Valla che combaue pe! la «libertà del filosofare», identificata
con la religione e larepribblica cristiana, antieipa.Ie posizioni di B.
Spinoza. E quando contrappone il Dfo di Abramo, di Isacco, Gfa-
c;obbe e di Paolo alDio immobilè di Aristotele, prelude ad alcune
tesì.e orientamentidella Riforma protestante. È comprensibile che
gran parte degli scritti ~el nostro autore siano inclusi nell'Indice dei
libri proibiti, comprese le Adnotationes al NT, con l'attenuante nisi
corriganfJl.r. È dunque legìttiino SÌ<ilJilir,e una linea ideale che parte
dagli umanisti e arriva fuio al padre e. fondatore della critica moder-
naR. Simon. Nella stessa direzione si trova Erasmo di Rotterdam,
ma anche Galileo Galilei. Uprimo è impegnato in un progetto di ri-
fotma della cristianità, al cui seryiziostanno sia le «belle lettere» sia
Ialettura critica dei testi biblici. II .secondo vive in prima persona il
passaggio conflittuale da una concezione monolitica e rigida del sa-
pere a quella dinamica e diversificata secondo metodi epistemologici
distinti e autonomi. Con la generale rivalutaziOrie del molo di Gali~
leo nel XVII secolo, dopo un periodo di silenzio e rimozione, si

111 E. GuARIN; Umanf$ti artisti scienziati. Studi sul rinascimento iialiano, Roma
1989, 87.

11
comprende anche la serena ed equilibrata posizione di A.L. Mura-
tori circa il rapporto tra conoscenza scientifica e proposizioni di
fede.
Quest'ampia digressione sul rapporto tra umanesimo e le origini
del metodo storico-critico vuole richiamare l'attenzione su quello
che è il vero spartiacque che distingue senza separare il periodo anti-
co e medievale dall'epoca moderna. Senza voler accentuare in modo
semplicistico le rotture tra le varie epoche della storia, soprattutto
per un fenomeno culturale e religioso com'è la presenza e la lettura
della Bibbia nella chiesa e nella società, si può riconoscere nell'uma-
nesimo l'avvio di quel processo che conduce a un nuovo modo di
rapportarsi alla Bibbia e di leggerne i testi. Le cinque parti del pre-
sente volume - che fa parte del progetto globale di «Bibbia nella sto-
ria» - offrono il risultato di alcuni sondaggi nei vari ambiti e in una
progressione cronologica per ricostruire la traiettoria circa la pre-
senza e l'uso e interpretazione della Bibbia dal secolo XV all'epoca
attuale. L'ambito della ricerca cronologicamente definito è enorme.
Per sé essa dovrebbe estendersi a tutti i settori della chiesa e della
società nella loro reciproca interdipendenza.
Una prima delimitazione riguarda l'area geografica e culturale.
Si è privilegiata quella italiana dal momento che esistono già delle ri-
cerche accurate e delle ampie monografie storiografiche per gli am-
biti di lingua tedesca, inglese e francese. Questa scelta però non
esclude la possibilità di collocare la situazione degli studi biblici in
Italia sullo sfondo degli orientamenti più generali che si sviluppano
nel contesto europeo, in particolare nell'area tedesca, dove la ricer-
ca e il dibattito scientifico attorno alla Bibbia assumono una straor-
dinaria vivacità negli ultimi due secoli. Inoltre nell'ambito italiano
l'interesse si concentra sull'uso e la lettura della Bibbia nel contesto
religioso ecclesiale, senza però escludere qualche riferimento alla si-
tuazione culturale e sociale più àmpia. Questo vale in modo più di-
retto per i due contributi della quinta parte che affrontano l'Approc-
cio degli ebrei all'interpretazione della Bibbia e l'Approccio musul-
mano ai testi della Bibbia (S.J. Sierra e M. Borrmans).

La prima parte della ricerca offre quattro sondaggi nei diversi


settori circa la presenza e l'uso della Bibbia nei secoli XV-XVII. Il
primo riguarda la diffllsione del testo della Bibbia tradotto nelle lin-
gue parlate. Tentativi di versioni parziali della Bibbia nelle lingue
parlate si possono segnalare anche nell'epoca medievale. Ma nei se-

12
coli xv~xVII in parallelo con.raffermarsi della lingua volgare o
parlata nei testi letterari, si moltiplicano anche in Italia le versioni
integrali della Bibbia prima sulla base della versione tradizionale la-
tina e poi dai testi originali. Questo fenomeno della traduzione cj.ei
testi sacri si inserisce nel processo culturale dell'umanesimo e del ri-
nascimento italiano in cui la traduzione dei testi classici ha un ruolo
di primo piano per la diffusione deile nuove categ~:>rie e la progetta-
zione di nuovi sistemi di valori. A questo si deve aggiungere l'inno-
vazione di G. Gutenbergametà del XV secolo. L'introduzione dei
caratteri mobili nella stampa dei testi dà un impulso eccezionale alla
diffusione rapida e ampia della Bibbia. Non è casuale che il primo
testo esteso stampato a Magonza con il nuovo procedimento sia pro-
prio la Bibbia.
La moltiplicazione dei testi a stampa favorisce fa diffusione della
Bibbia non solo nelle varie forme ed edizioni deltesto, m;i anche la
disponibilità di quegli strumenti e sussidi biblici che erano stati eia-.
borati nel corso dei secoli precedenti. Nel contesto di questa più am-
pia e capillare diffusione del testo biblico grazie alla stampa, matura
anche l'esigenza di curare un'edizione critica sia delle versioni tradi-
zionali, latina e greca, sia dei testi originali: greco ed ebraico. In
realtà questa esigenza accompagna lo studio della Bibbia fin dai
tempi di Origene e sta alla base dei diversi tentativi messi in atto per
controllare o correggere il testo biblico. Ma nel secolo XVI nella ri-
costruzione di un testo critico della Bibbia convergono due nuove
motivazioni connesse con il mutato clima culturale e le controversie
confessionali. Da una partel'impulso che proviene dall'umanesimo
per la cura e lo studio filologico dei testi originali sta all'Origine della
prima edizione critica del NT a opera di Erasmo di Rotterdam nel
1516. Dall'altra il confronto tra la chiesa cattolica e~quella nata dalla
Riforma impone di fondare l'uso e lo sttidio della Bibbia su basi si-
cure. In questo clima si colloca il decreto del concilio di Trento del
1546 sull' «autenticità» della versione latina detta «vulgata». Nel di-
battito conciliare matura l'esigenza di «correggere» sia le versioni la-
tina e greca 'della Bibbia sia il testo ebraico dell' AT. Per iniziativa
del papa vedono la luce a Roma verso la fine del XVI secolo due
progetti: la revisione della vulgata e l'edizione della Bibbia greca
detta dei «Settanta». Invece l'edizione a stampa del testo dell'AT
ebraico risale all'iniziativa della famiglia ebraica Soncino in diverse
città italiane e di Daniele Bomberg a Venezia, che si avvale della
collaQorazione di maestri e. studiosi ebrei. Ambedue le iniziative - la
revisiOne delle versioni e la stampa dell' A T ebraico - si inseriscono

13
nel contesto culturale italiano soprattutto nel focolare di studi che si
sviluppa a Venezia attorno all'editore e tipografo Aldo Manuzio,
L'edizione della Bibbia poliglotta interessa altri centn europei èhe
possono contare su una tradizione di studi biblici come Alcalà in
Spagna e sull'appoggio finanziario di grandi personalità: il re Filippo
II per la poliglotta di Anversa e Cromwel per quella di Londra. La
stampa e la diffusione dei testi originali della Bibbia stimolarono la
produzione di nuovi sussidi e strumenti per l'analisi del testo biblico:
grammatiche, dizionari o lessici di ebraico, aramaico, siriaco egre-
co. La conoscenza e lo studio della lingua ebraica è favorito in Italia
nel secolo XVI dall'emigrazione forzata di maestri ebrei dalla Spa-
gna e dalla Germania. Invece la produzione di strumenti per lo stu-
dio del greco, innestato nel fervore di studi umanistici, è caratteristi-
co di alcuni centri italiani. Altri sussidi e strumenti accessibili a un
pubblico più vasto sono le concordanze, i dizionari, le enciclopedie e
i vari manuali storici e geografici di carattere biblico. Si tratta per lo
più di testi scritti in latino e destinati ai predicatori del clero secolare
e degli ordini-e congregazioni religiosi. La stessa funzione svolgono i
commentari biblici a singoli libri o a tutta la Scrittura. In questi com-
mentari, che prolungano e in parte sostituiscono le «glossae» e le
«postillae» dell'epoca medievale, confluisce da una parte l'interesse
filologico maturato con l'umanesimo e dall'altra il climacontroversi-'-
stico innescato dalla Riforma protestante. Quando il patrimonio cul-
turale dell'umanesimo si esaurisce ela preoccupazione apologetica o
polemica prende il sopravvento, si chiude quello che è considerato il
«secolo d'oro» dell'esegesi cattolica, in cui hanno una parte non se-
condaria: alcuni esegeti e studiosi che vivono e operano nell'ambien-
te italiano (1530~1630).
Gli strumenti e i sussidi per la lettura e l'interpretazione della
Bibbia nei secoli XV-XVII sono necessariamente riservati a una cer-
chia ristretta di studiosi e predicatori. Ma qual è la presenza o cono-
scenza della Bibbia a livello popolare e qùal è la sua iiicideiiza nella
cultura in genere? I due sondaggi, rispettivamente nell'atea della Ii~
turgia e in quello dell'iconografia, consentono di intravedere alcuni
effetti della presenza ed efficacia della Bibbia al di fuori della cer-
chia degli esperti e predicatori (R. Grégoire per la liturgia, e Th.
Verdon per l'iconografia biblica). La breve indagine sull'uso della
Bibbia nella liturgia non offre novità di rilievo. I modelli celebrativi
di questi secoli continuano quelli precedenti. I testi biblici nella li-
turgia hanno un ruolo ridotto e ripetitivo. Inoltre la barriera della
lingua latina: preclude al popolo l'accesso ai testi biblici. Ma anche

14
quelli che possono leggere il latino dellaliturgia cornei membri del
clero ei religiosi hanno a disposizione un numero limitato di testi ..È
sinfomatico il fatto che il tentativo di ampliare la lettura biblica del
breviario con il progetto del cardinal Fr. Quinones (t 1540). sia falli-
to rapidamente.
Ben diversa è l'impressione che si ricava dallo studio dell'icono-
grafia biblica in questi secoli. La Bibbia sembra avere un impatto
notevole ed efficace nella produzione artistica inserita nel contesto
religioso dell'epoca. Se da una parte si avverte Ja continuità con le
tematiche bibliche dell'epoéa precedente, dall'altra si rileva la novi-
tà connessa con i nuovi interessi culturali:dell'umanesimò e del rina-
scimento. L'icònografia intesa in senso globale e ampio, compren-
dente le arti figurative e l'architettura, si ispira talvolta direttamente
altesto biblico per l'assunzione di alcuni temi. In a1tri casi è più ~vi­
dente la mediazione del contesto rinascimentale che fav9risce una
lettura sapienziale del testo biblico. In tal modo la classicità sisposa.
con la risposta alle nuove istanze spirituali. I due ambienti privile-
giati nella ricerca di Th. Verdon, Firenze e Roma, sono rappresen-
tativi anche del percorso storico dell'iconografia biblica che nel se-
colo XVU risente in modo più diretto del clima delle controversie
confessionali.

I due sondaggi di R. Fabris e C. Bissoli danno una visione inte'"


grata e complementare circa lo studio e la presenza della Bibbia nei
-secoli XVII ~XVIII. Questo periodo è caratterizzato da una parte
dalle conseguenze della divisione religiosa in Europa con i suoi ri-
svolti specifici neWarea cattolica.in Italia e dall'altra dai nuovi orien-
tamenti culturali --' illuminismo e razionalismo - che hanno il loro
centro di gravità nel nord Europa, in particolare in Francia e Ger-
maniiL Il contesto religioso ed ecclesiale italiano, anche grazie al-
l'applicazione delle misure disciplinari del concilio di Trento; èin
parte sottratto al terremoto culturale e alla conflittualità intercon-
fessionale che sconvolge l'ambiente dilinguatedesca e francese, Pe-
rò questa relativa pace religiosa è accompagnata da una stagnazione
degli studi biblici e teologici in genere, Le personalità più preparate
e vivaci dell'ambiente italiano si rivolgono agli studi storico-letterari
(LA. Muratori) o si concentrano nelle ricerche di filologia e di criti-
ca testuale (G.B. De Rossi, C.G. Vercellone).
In compenso in questo stesso periodo si rivela più vivace e fecon-
dala _mediazione della chiesa gerarchica -vescovisacerdoti secolari
e religiosi '-- per la diffusione e l'amili_cazione spirituale e pratica del

15
messaggio biblico attraverso la predicazione e la catechesi. DeLresto
questo orientamento corrisponde alle decisioni del eonciliotridenti-
no, che imprime nuovo impulso allo studio e alla conoscenza della
Bibbia, ma sotto il controllo e la guida della chiesa. Quello che viene
a mancare per un pàio di secoli è il contatto diretto con il testo bibli-
co, mentre si vanno moltiplicando le varie. forme di mediazione so-
prattutto nella catechesi che prende ancora nuovo impulso dalle ini-
ziative nate dal concilio di Trento. La mediazione biblica ha degli ot-
timi risultati quando è fatta da personalità geniali e di alto profilo
culturale e spirituale come don Giovanni Bosco, il vescovo Antonio
Cesari di Verona, il filosofo Antonio Rosmini, Maria Alfonso De'
Liguori a Napoli e in particolare il vescovo Antonio Martini a T.ori-
no e a Firenze, con la sua traduzione dalla Volgata in italiano di tut-
ta la Bibbia. La situazione degli studi biblici in Italia nel periodo che
va dal Vaticano I al concilio Vaticano II è condizionata dalla storia
successiva al concilio di Trento. La separazione dal contesto cultura-
le europeo e la frammentazione degli interessi, nonché le tensioni
tra stato e chiesa in Italia nelXIX secolo, impediscono o per lo me-
no frenano la formazione di una scuola italiana nel campo degli studi
biblici e della teologia in genere.

Il contributo di G. Ghiberti che esamina questo periodo dà la


possibilità di fare un confronto con le situazioni contemporanee in
Germania e in Francia. È ben documentata la ricchezza di studi e la
vivacità di dibattiti che contrassegnano l'ambiente di lingua tedesca
nel secolo XIX e agli inizi del XX. Qui vengono elaborate e verifica-
te le varie ipotesi di· critica letteraria e storica relative all'AT e al
NT. Meno note invece sono le diverse iniziative in campo cattolico e
protestante per la diffusione e conoscenza della Bibbia a livello di
grande pubblico. Sotto questo profilo l'ambiente italiano, che pure
conosce associazioni e gruppi per lapostolato biblieo, sembra meno
vivace e organico. Quello che caratterizza invece il contesto religio-
so e cultu[ale in Italia è la crisi modernista che ha avuto il suo epi~
centro in Francia, ma che provoca non pochi danni anche nel contè-
sto italiano. La Francia di fronte a questa crisi può contare su alcune
personalità e istituzioni di grande prestigio come M.J. Lagrange e
l'École biblique. Nell'Italia postmodernista si ,crea un vuoto cultura~
le che viene solo in parte compensato dal lavoroisolato di alcuni stu-
diosi come Giuseppe Ricciotti e Antonio Maria Ceriani e di pochi
altri che si riconoscono o lavorano nell'Istifoto biblico di Roma (Al-
berto Vaccari). Solo con il dibattito conciliare del Vaticano H si

16
chiarisce in inodo equilibrato il rapporto tra Bibbia e metodo stori-
co-critico che sta all'origine:.,4ella questione biblica prima e poi della
crisi. modernista.

Il nuovo clima propiziato .dall'autorevole e feconda costituzione


conciliare Dei verbum è documentato nell'analisi delle tendenze at-
tuali circa l'uso e l'interpretazione della Bibbia di G. Betori. La ri-
cerca offre una panoramica esauriente per l'ambiente religioso ed
ecclesiale italiano perché prencle in considerazione i diversi ambiti
da 'quello delle traduzioni--0.ivulgazioni della Bibbia, della sua pre-
senza e ruolo nella liturgia, teologia e magistero; fino a quello del-
l'incidenza .e interpretazione della Bibbia nella catechesi e nelle va-
rie aggregazioni ecclesiali, Il punto nodale posto in evidenza d.alla ri-
cerca di Betori è la questione del modello ermenèutiço: in base a
quali criteri e con quali strumenti viene letta e interpretata)a Bibbia
negli ambiti summenzionati? L'interrogativo non ha una risposta
univoca. D'altra parte sitratta di «tendenze», cioè di una situazione
in movimento che consiglia delle valutazioni caute e provvisorie. In
ogni caso il ritardo italiano nella ricerca biblica più volte segnalato
da Betori, congiunto con l'esigenza di un'alfabetizzazione di base da
parte degli operatori pastorali o responsabili della catechesi e della
formazione cristiana, toccano due punti cruciali dell'attuale stagione
biblica italiana, ricca di fermenti e carica di potenzialità.

In una ricostruzione storica circa ]'uso e l'interpretazione della


Bibbia nell'epoca moderna e contemporanea non poteva mancare
µncontributo sul rapporto tra Bibbia e valdesi nel contesto italiano.
La ricerca di Bruno· Corsani documenta la peculiare situazione val-
dese, l'unica minoranza cristiano-evangelica radicata nel contesto
storico italiano. Il passaggio dal periodo medievale, in cui nasce il
movimento valdese, all'epoca moderna non rappresenta una discon-
tinuità nel metodo di lettura della Bibbia essenzialmente orientata
ad uno sc<>po pratico pastorale: sostenere la fede e l'impegno cristia~
no. Con l'adesione alla Riforma nel 1532 nasce la vera e propria
chiesa valdese, che ha come punto di riferimento per la sua alimen~
tazione teologico-culturale l'ambiente ginevrino. La produzìone bi-
blica valdese dalla metà del XIX secolo è condizionata dalla situa-
zione di minorità religiosa costretta alla difesa o sollecitata dalla po-
lemica con.la maggioranza cattolica. Accanto alla lettura biblica spi-
ritual~ ed edificante, in cui prevale un;attualizzazione atemporale,. il
· Corsani richiamaJ'attenzione su alcune figure di spicco che hanno

17
dato un contributo alla cultura biblica oltre i confini della minoranza
valdese: Giovanni Luzzi, Giovanni Mìegge e Giovanni Rostagno,
oltre ai viventi Giorgio Girardet e Alberto Soggin. L'apporto più
originale della minoranza valdese in Italia è quello di avere favorito
e stimolato un accostamento diretto dei cristiani al testo biblico gra-
zie a una produzione vivace e continua di sussidi per la lettura e la
comprensione della Bibbia.

I due capitoli finali aprono una prospettiva originale e necessaria


per comprendere la presenza e l'efficacia della Bibbia nella storia
dell'epoca moderna e contemporanea. Essi sono parte integrante
del volume perché rappresentano l'apporto specifico degli ebrei al~
l'interpretazione della Bibbia (Sergio J. Sierra) e l'approccio musul-
mano ai testi della Bibbia (Maurice Borrmans).

La rassegna storica di S.J. Sierra documentala vitalità e origina-


lità della lettura e interpretazione della Bibbia fatta dai maestri
ebrei nell'epoca moderna e con(emporanea. Pur nelle alterne vicen-
de che caratterizzano la storia delle comunità ebraiche in questo pe-
_riodo, si può parlare di una tradizione esegetica ebraica che si pone
in rapporto dialettico con le sollecitazioni culturali dell'ambiente eu-
ropeo. È sintomatico il ruolo di Mosè Mendelssohn di fronte all'illu-
minismo (haskalàh) e le reazioni conseguenti. Tra i 24 autori che
nell'epoca moderna e contemporanea hanno dato un contributo no-
tevole all'interpretazione del testo biblico, il Sierra segnala almeno
tre italiani che si sono distinti nella «scienza del giudaismo»: ISa:ak
Shemuel Reggio, Samuel David Luzzato e Moshé lsaak Tedeschi. A
questi si deve aggiungere M.D. Umberto Cassuto peri suoi studi sul
Pentateuco e la Genesi in particolare. Larassegna storica sugli inter-
preti ebrei della Bibbia, .oltre a porre in evidenza l'autorevolezza e
l'autonomia del primo testamento, non subordinato al NT, richiama
l'attenzione su un problema vitale per tutti ilettori e interpreti della
Bibbia circa il rappòrto tra l'interpretazione letterale, peshàt, del te-
sto e quello omiletico,.morale, daràsh, e inoltre sul rapporto tra let-
tura tradizionale e quella moderna o storico-critica.

La questione ermeneutica si pone anche nel contributo di M.


Borrmans sull'approccio musulmano ai testi della Bibbia. Anche
nell'interpretazione del Corano si distinguonodue livelli di signifiC?~
to: quello «letterale», zahir, e quello «nascos.to», batin. A questo
fatto di ermeneutica interna al Corano, si aggiunge il problema del

18
rapporto tra il testo coranico e quello che è chiamato il «libro», in
cui convergono la «legge)> degli ebrei, Tawrlìt, e il «Vangelo» ingfl,
dei cristiani. L'interpretazione del «libro» è mediata non solo dalla
lettura del Corano, ma anche dalla tradizione dei «detti», hadìth, e
dalla catechesi coranica. Il problema di fondo, al di là delle conver-
genze e divergenze, omissioni e accentuazioni, è la precomprensio-
ne musulmana riguardo alla Bibbia: essa è stata falsificata e alterata
da ebrei e cristiani a livello di testo o di interpretazione. Anche se
questo può sembrare un pregiudizio, non si deve dimenticare che
nella storia dell'esegesi un'ipotesi analoga per spiegare le contraddi-
zioni presenti nei testi biblici è stata fatta sia da alcuni rabbini sia da
critici cristiani (Richard Simon).

A conclusione della lettura di questa rassegna s'ull'uso e l'inter-


pretazione della Bibbia nell'epoca moderna e contemporanea si può
dissentire su alcune conclusioni dei singoli contributi, sul metodo se-
guito dai vari collaboratori, sulle omissioni, lacune e semplificazio-
ni, ma credo che almeno su un punto si deve convenire: la Bibbia in
questi cinque secoli con alterne vicende è stata presente in modo vi-
vo e vitale nella storia religiosa europea ed è stata coinvolta nel di-
battito culturale nell'accezione più ampia del termine. Il lettore che
ha la pazienza di seguire passo passo la storia di questa presenza e
lettura della Bibbia negli ultimi secoli forse non troverà la soluzione
ai molti interrogativi che l'interpretazione del testo biblico solleva,
ma si renderà conto che essi sono gli stessi che altri lettori hanno po-
sto alla Bibbia nel corso della storia moderna fino ai nostri giorni.
Questa constatazione non giustifica alcun scetticismo, ma conferma
la prospettiva caratteristica della Bibbia: è parola di Dio in parole
umane. Se questo vale per la Bibbia come testo sacro o ispirato, tan-
to più vale per i vari tentativi umani di leggerla e interpretarla.

19
Parte prima

La Bibbia nei secoli XV-XVII


1
Edizioni della Bibbia
versioni nelle lingue parlate
con particolare riferill1ento
all'Italia
di Carlo Buzzetti e Giulio Orazio Bravi

i. I primi passi della nuova arte tipografica


L'invenzione della stampa a caratteri mobili, introdotta nella re-
~one renana a metà del quattrocento e subito diffusa in molti centri
europei, modificò notevolmente le tecniche di produzione del libro,
ariche se in un primo tempo le novità furono più evidenti solò negli
aspetti quantitativi della produzione libraria. l contemporanei di
Gii.tenberg, fossero entusiasti oppure scettici per le nuova scoperta,
concordarono almeno su due fatti: ìl nuovo metodo tipografico con-
sentiva la. diffusione di una tale quantità di copie della stessa opera
.quale primanonsiera mai conosciuta; il prezzo dei libri risultava dì
molto. abbassato: «nunc parvo doctUS quìlibet esse poteSt», scriveva
nel 1483 p. Filippo Foresti. nel suo Supplementum Chronicarum ..
Vintroduzione deHa nuova arte tipografica a metà .del quattro-
ce_:Q.to, anche se provocò subito una maggiore circolazione di libri,
non aprì tuttavia in modo altrettanto immediato una fase radical-
mente. nuova nella storia del libro, e più in generale della cultura.
Nella sceJta dei libri da stampare e delle modalità grafiche di presen-
!l#:ì0nedei testi, iprimi stampatori si adegµarono infatti alle esigen-
ze e ai gusti del pubblico dei manoscritti, per cui i libri più diffusi in
fl1~lJ:lOScritto almomento dell'invenzione della stampa furono anche i
pf.J.J.IÙ à entrare nell'officina dello stampatore. Novità nella scelta e
n_ella gualità dei testi stampati, nelle attese. e nei gusti dei lettori e
nell'iniziativa di curatori, èditori e stampatori si verificarono solo
ddpoalcuni decenni dall'introduzione della stampa, e non esclusiva-
·. m~ntè .i'er merito di essa, come una concezione "tecnicistica" della
storia della culturabafatto credere, ma anche per il sopraggiungere
,e;gaffermarsi tra quattrocento e cinquecento di nuove i~ee ed èsi-
geqze:culturali,religiose e politiche, che vennero ad integrare con le
'spe.tt~colàn possibilità offerte dal nuovo metodo tipografico.

23
A partire dai secoli XII e XIII il libro aveva cominciato a diffon-
dersi in ambiti sempre più vasti e diversificati della società; allora,
alle diverse esigenze del pubblico erano venute à corrispondere
diverse funzioni del libro e, su di queste, a modellarsi varie tipologie
librarie. Di grande formato, massicci, in scrittura gotica su due
colonne, con ampi margini per i commenti e le postille, erano i libri
cosiddetti «di banco», di contenuto teologico, biblièo, giuridico,
medico, destinati alla lettura specialistica dei professionisti della cul-
tura medievale. Di medio o piccolo formato, libri «da bisaccia»,
poco curati nella confezione e nella scrittura, erano invece i libri di
contenuto devozionale o moraleggiante, spesso scritti in volgare,
destinati a un pubblico popolare composto soprattutto di laici non
letterati. A partire dalla fine del trecento, l'umanesimo contribuì
inoltre a diffondere, sul modello degli antichi codici della rinascita
carolingia, libri scritti a tutta pagina in scrittura «antiqua» o roton-
da, di una composizione semplice e insieme raffinata, espressione di
sensibilità culturale e di notevole perizia tecnica.
Tutti questi libri, di diverso contenuto e diversa tipologia, en-
trati nell'officina dello stampatore quattrocentesco, pur riprodotti
m~ccanicamente in un elevato numero di copie, non vennero tutta-
via modificati nelle loro peculiari caratteristiche. Tutti i primi stam-
patori pubblicarono, ad esempio, i testi teologici e giuridici, com-
presa la Bibbia, nel grande e solenne formato in-folio, in caratteri
gotici e su due colonne, con le glosse distribuite lungo i margini in
caratteri più piccoli, seguendo le regole che si erano osservate per
secoli nel riprodurre quei testi manualmente. Nello stesso modo si
operò quando gli stampatori tedeschi, scesi a lavorare in Italia, pub-
blicarono i testi cari agli umanisti, adeguando caratteri e grafica ai
gusti di questi ultimi.
Mentre i libri che già erano circolati manoscritti in formato pic-
colo, in volgare e di contenuto devozionale e moraleggiante, man-
tennero la stessa veste anche nella riproduzione a stampa.
I primi tipografi si mossero dunque nella fase iniziale del loro la-
voro in confÒrmità di quelle che erano le aspettative del lettore "tra-
dizionale". Non meraviglia dunque il constatare che per tutto il se-
condo quattrocento la lingua latina, con il 77% dell'interaproduzio-
ne di incunaboli conosciuta, sia stata la più usata nei testi stampati,
segno di come fosse ancora la lingua preferibilmente letta dei ceti
colti e da coloro che avevano familiarità con il libro. La produzione
in volgare è intorno al 20%. Per poco meno della metà (pari al 49%)
si tratta di libri di contenuto religioso, per l'altrametàdi libri profa-

24
ni. La maggior parte dei librireligiosi (circa il 54 %) sono testi devo~
zionali e agiografici, laudi e poesie; per il resto si tratta di quaresi-
mali è confessionali, di volgarizzamenti dipadri della chiesa: Agosti-
no, Gerolamo e Bernardo; già ampìamente diffusi in manoscritto
nel secolo precedente; le sacre Scritture .coprono il 4,6% della pro-
duzione volgare di testireligiosi. 1 Sino al 1500, si registrano undici
edizioni dell'intera Bibbia. Contando che la prima edizione, curata
dal monaco camaldolese Nicolò Malerbì, è del 1471 a Venezia, 2 vuol
dire che si ebbe l'uscita di una nuova edizione all'incrrca ogni tre an-
ni: un dato che sta a significare come in Italia il volgarizzamento dei
testi biblici fosse di lunga tradizione: un fenomeno che risaliva al
duecento, quando i primi volgarizzamenti di alcuni testi biblici furo-
no composti per faici affiliati in confraternite, per uomini e donne
intimamente partecipi del movimento spirituale inaugurato dai nuo-
vi ordini mendicanti, per quanti avevano dato vita e nome a,movi-
ineriti e sette eretìcali.
Il volgarizzamento di Nicolò Malerbi segna comunque una novi-
tà rispetto alla tradizione manoscritta, dalla quale per altro il mona-
co camaldolese attinse nel suo lavoro di traduttore. Più che tradu-
zioni, quelle medievali erallo delle parafrasi di aléuni testi biblici.
(:on la Bibbia delMaleibi del 1471 si ha per la prima volta la diffu~
s_i<:me di una traduzione «letterale», condotta sul testo latino della
Volgata di «tutta» la Bibbia. A parte questa indubbia no'vità, è dari-
levare comunque come anche le riedizioni quattrocentesche della
Bibbiamalerbiana si presentassero per lo più riel monumentalefor-
inato in-folio, stampate iil caratteri gotici e su due colonne, con n~s­
sùllnuovo apparato che andasse oltre le consuete introduzioni di san
Gerolamo: tutto sommato si trattava ancora di un prodotto «tr:adi~
zipnale», che poteva trovare accoglienza più tra religiosi impegnati
nella predicazione, peri quali era necessario accedere anche al testo
~iplico volgarizzato, che non tra un pubblico di lettori laici non lette-
rati,}

._., A. QuoNDAM, «La letteratura in tipografia», in Letteratura italiana, II: Produ-


zipne e_ conswno, Torino 1983 .
. -. _-_ __E. BARBIERI, «La fortunà della Bibbia vulgarizzata di Nicolò Malerbi», in Ae-
lium 3(1989); 419-500.
- \Sttl]astanipa dei testi biblici inyolgare nei secoli XV e XVI: }'.H. VOGEL, Eu-
}()p~e!Sche Bibeldrucke des 15. und 16, Jahrhunderts in dén Volkssprachen, Baden-
}lìiden 1962, In particolare per l'Italia si veda A. VACCARI, «Bibbia», in Enciclopedia
)~~#~fl.4;,YJ,, Roma 1930; A. DEL COL; «Appunti per una indagine sulle traduzioni in
'y.j;ll~aJ'e pella B_ibbia ne!Cinquecentojtaliimo», in Libri, idee e sentjmenti religiosi nel
C/dcjùe'cento italiano, Modemi 1987; Bibbie a Bergamo: edizioni del XV e del XVI se-
cqlq,·.catalogo della mostra, a cura di G. O. Bravi e C Buzzetti, Bergamo 1983.

25
2. Le innovazioni dell'editore Johann Froben
Ma la nuova tecnica tipografica, per le sue stesse esigenze di svi-
luppo, venne a modificare lentamente i modi didiffusione deHibro e
a far emergere nuove figure di lettori. Ciò era una conseguenza non
solo del fatto che ora i libri venivano a costare molto meno di prima
e l'offerta era cresciuta in modo considerevole, ma soprattutto di ul-
teriori ini.Ziative degli editori-tipografi; affiancati dal lavoro di cura-
tori, prefatori, commentatori e illustratori, essi miravano sempre di
più, anche per motivi non ultimi di concorrenza, a presentare un
prodotto che rispondesse alle esigenze non solo di lettorispedalisti,
ma anche a quelle di un pubblico sempre più vasto. Iltesto biblico
non poteva sfuggire a queste nuove tendenze della produzione libra-
ria; anzi, forse proprio per la sua importanza in un'epoca ancora
profondamente religiosa, si trovò al centro di molte e nuove èsperi-
mentazioni. D'altra parte Gutenberg non aveva dato avvio alla
stampa pubblic;ando proprio la Bibbia?
Ed ecco la prima coraggiosa e significativa innovazione, intro-
dotta a Basilea nel 1491 dall'editore Froben: laBibbia diventa unta-
sc;abile. Innovazione che qualcuno potrebbe giustamente trovare
modesta e poco impegnativa, come in effetti era dai punto di vista
tecnico. Quanti altri libri non erano già stati stampati in-ottavo? Ma
significativo era il trattarsi non di un libro tascabile qualsiasi, ma
della Bibbia, di un testo che fino allora gli stampatori avevano pub,.
blicato nel grande formato del libro «di banco», perché destinato al
pubblico selezionato degli specialisti! Il ricorso al formato piccolo
voleva dire immettere la Bibbia in un mercato nuovo, più ampio,
che non fosse solo quello tradi.Zionale degli studiosi, dei teologi, dei
predicatori.
Ma, perché la Bibbia divenisse accessibile aunnumero superio-
re di lettori, non bastava ridurre il formato. Occorreva che veramen-
te il lettore fosse invogliato, sollecitato, in qualche modo, motivato a
prendere in mano quel libro che l'editore gli offriva. Ciò non poteva
avvenire chè col diffondersi di nuove idee, di nuove aspettative nelle
quali si mostrasse come la lettura delle sacre Scritture dovesse di-
ventare un obbligo personale di ciascun cristiano e come, ancor di
più, proprio attraverso quella lettura, il crìstiano avrebbe dovuto
prendere diretta conoscenza del proprio stato. In altre parole, il li-
bro della Bibbia doveva apparire all'ori.Zzonte spirituafe e materiale
di ciascun cristiano, configurandosi come uno fra gli altri quotidiani
«bisogni». ·

26
In questa direzione andò l'editore Froben che pubblicò in testa
alla sua Bibbia del 1491 una chiqra e semplice in.troduzione, in cui
esponeva i motivi che avrebbero dovuto spingere ogni fedele a tene-
re quel libro come un piccolo e personale tesoro. Per,questo parago-
nava il nuovo formato in-ottavo, adottato per la stampa della Bib-
bia, a quei cofanetti d'ebano o d'avorio ove. si riponevano gli ori e i
gioielli della casa. L'immagine rivelava appieno il significato tutto
domestico che il libro della Bibbia avrebbe dovuto assumere nelle
ease borghesi di professionisti, mercanti; artigiani ..La sapienza cri-
stiana, scriveva Froben, doveva essere ricercata da ogni fedele nelle
Scritture: «Scruta.mini scripturas, in scripturis sacris velutì in agro
· absconditus est sapientiae thesaurus quo ad eternam vitam perveni-
tur». Modi di dire, come si vede, che etano di lunga tradizione nella
sforia della chiesa, ma che ora diventavano improvvisamente nuovi
perché proposti in un contesto culturale e religioso nuovo come era
quello basilese alla fine del quattrocento, nel quale sempre più spa-
zio avevano le idee di rinnovamento religioso e di considerazione
della 'centralità delle Scritture nella comunità cristiana.
V.interessante innovazione operata dallo stampatore basilese, ci
fa comprendere come la Bibbia di Froben:, pur essendo ancora nel
testo·latino, si collocasse tuttavia per proposta, contenuto e novità,
a. uno stadio di gran lunga più avanzato rispettò a tutte le bibbie in
volgare che si stampa.vano in quegli anni, nelle quàli non si a.\rvertiva
àlctino sforzo per renderle più accessibili e per porle più decisamen-
tè all'attenzione del pubblico laico. ·
Sarebbe tuttavia esagerato se, per quanto si è detto, dovessimo
considerare Fròbèn un consapevole e deterllliriato promotore del
'rinnovaniento biblico che si verificò iri quei decenni nellà chiesa.
'Anche se persona colta e strettamente legata aglianibienti umanisti-
.ci della sua città, è gli fu é rimase prima di tutto un avveduto impren-
~itore ediforiale; Irirealtà con le sue iniziative egli non fece che ade-
guare le nuove tecniche alle nuove istanze culturali che allora anda-
Nàcfos\liluppan:dosi, istanze che in particolare gli studi filologici con-
tribuivano a porre anche all'attenzione dei biblisti. Il grido degli
'tima.nisti «àd fontes!» non poteva non farsi sentire anche in ambien-
téteologìco e religioso, prospettando nel ritorno alla purezza e sem-
. plicità del testo biblico lo strumento del rinnovamento della teologia
e "della chiesa. E ancora, l'esaltazione della personale ricerca, del
i;(:)i:iff9nto, dell'indagine, unitamente al culto per il librq professato
.P."all'uinal)esimo, per il quale essq era fondam,entale mezzo di cono-
sc~nza, diJormazione e. di educazione, erano temi che dovevano in-

27
cidere sensibilmente anche sugli studi biblici e promuovere una nuo-
va immagine della sacra Scrittura.
Il successo della Bibbia di Froben (segno dei tempi?) fu davvero
grande, perché editori tedeschi e francesi ripresero subito, con il for-
mato in-ottavo, anche la sua introd1izione. E ciò avvenne pure a Ve-
nezia per i tipi di Lucantonio Giunta nel 1511.

3. La Paraclesis di Erasmo da Rotterdam


Erasmo da Rotterdam fece sintesi delle nuove tendenze manife-
state sul terreno della rinascita biblica e della nuova domanda di cul-
tura religiosa avanzata da larghi strati del mondo laicale, da religiosi
e umanisti tra fa fine del quattrocento e l'inizio del secolosuccessi-
vo; e nello stesso tempo fissò, in una serie di opuscolidiffusi in tutta
l'Europa colta, ulteriori traguardi e nuovi programmi per gli studi
teologici e biblici.
Nel 1516 pubblicava presso l'editore Froben (ancoralui!) il suo
Nuovo Testamento greco-latino. A esso faceva precedere un'intro-
duzione, titolata Paraclesis, nella quale esponeva i punti essenziali
del suo programma, che possiamo così riassumere:
1. Gli studi teologici e la vita della chiesa hanno bisogno di un
ritorno alle fonti originali delle sacre Scritture;
2. Nelle Scritture è contenuta tutta la sapienza e la filosofia di
Cristo, la quale, intesa da Erasmo soprattutto in chiave morale, è
fondata più sull'intuizione che sui sillogismi, è più affetto che erudi-
zione, è più rinnovamento interiore che ragionamento.
3. La filosofia di Cristo non fa distinzione di ceto e di persqne,
ma vuole essere conosciuta da.ogni cristiano; quindi le Scritture van-
no tradotte nelle lingue parlate così che ogni fedele le possa com-
prendere mediante una lettura diretta e.personale;
4, Con la rinascita d~gli studi e con una conoscenza diffusa e
«volgarizzata» della dottrina cristiana, la religione cesserà di essere
solo una celebrazione di riti e manifestazione di pratiche esteriori
per divenire conoscenza e pratica morale.
Il passo dell'introduzione che ebbe negli anni successivi piùnu-
merosi e fervidi sostenitori era .certamente quello sulla traduzione
delle Scritture. In proposito Erasmo scriveva:
«Vehementer enim ab istis dissentio, qui nolint ab idiotis legi divi-
nas literas, in vulgi linguam fransfusas, sive quasi Christus tam in-
voluta docuerit, ut vix a pauculis theologis possint intellegi, sive
quasi religionis Christianae praesidii.J.in in hoc situm sit, si nescia-

28
-
tur. Regum mysteria coelare fortasse satius est, at Christus sua
mysteria quam maxime cupit evulgari. Optarim ut omnes mulier-
culae legant evangelimn., legant paulinas epistolas. Atque utinam
haec in omnes omniumlinguas essent transfusa, ut non solum a
Scothis et Hybernis, seda Turcis quoque et Saracenislegi cogno-
scique. possint».

Vasta eco e profonda influenza ebbe ed esercitò il pensiero di


Erasmo in quegli anniintuttaEuropa. La Paraclesis venne tradotta
inJedesco e pubblicata a parte nel 1519; e i passi più significativi co-
nosceranno anche una versione italiana ad opera di Antonio Brucia-
li nel 1530. 4
-È importante tuttavia, anche per capire certi sviluppi successivi,
rilevare due aspetti dell'introduzione di Erasmo:
1. L'umanista olandese parla solo e sempre di una lettura della
Bibbia intesa come fatto privato e personale, in linea con la persona-
lizzazione del rapporto lettore-libro propria dell'umanesimo, ulte-
riormente promossa e favorita dalla stampa, già intuita a suo tempo,
come si è visto, dall'editore Froben;
2. La lettura personale è finalizzata, fra l'altro, al conseguimen~
td di risultati etico-pratici anche sul piano ecclesiale: la lettura intro-
puce alla critica, al confronto, a una serrata poleinica verso lo «sta-
tl.lS quo» delle pratiche e tradizioni ecclesiastiche.
. Queste due connotazioni del programma erasmiano segnavano
nettamente la differenza tra la lettura della Bibbia che fino allora si
era praticata anche nel mondo laicale, dal quale le Scritture erano
state fondamentalmente intese come una raccolta di storie edificanti
ediprecetti, e un nuovo tipo di lettura, nella quale diventava essen-
ziale la ricerca degli elementi costitutivi. e originari della propria
~s,perienza religiosa in costante atteggiamento critico nei confronti
9elle attuali condiziOni della chiesa. La traduzione della Bibbia nelle
JitÌgue volgari era auspicata a partire da questi nùovi presupposti,
cl.:iyl'avrebbe:ço collocata all'interno di un programma teologico e di
yita:religiosa che non avevapiù niente a che vedere con gli antichi
. yqlgarizzamenti medievG1.lì .

..• \4 Notizie sulla stampa ddla Paraclesis e commento a essa e all'influenza esercita-
0

)ain .'Urspru.ng derBlblia Deutsch von Martin Lu.ther, catalogo della mostra, Lande-
·. ~bibliothek, Stuttgart 1983, alle pp. 27ss, con ulteriore bibliografia.

29
4. La Bibbia in tedesco di Lutero
Gli auspici erasmiani non tàrdarono intanto ad attuarsi. Ecco
uscire a Wittenberg nel settembre del 152-2 il Nuovo Testamento te-
desco di Lutero, il quale basava in gran parte la sua versione proprio
sulla traduzione latina che Erasmo aveva pubblicato nel 1516 a fron-
te del testo greco. Ma con l'apparizione del Nuovo Testamento di
Lutero ci si trovò, all'improvviso, al di là della prospettiva di Era-
smo. Nella contrapposizione dialettica, tipica della teologia lutera-
na, di «Lettera e Spirito», di «Legge eVangelo», di «Antico e Nuo-
vo Testamento»; la Scrittura era colta dal riformatore sassone non
più, al modo di Erasmo, come filosofia e sapienza di Cristo che in-
troduceva a un corretto operare (e quindi ancora Legge), ma come
la parola di Dio che salva e giustifica chi l'ascolta e l'accoglie con fe-
de. La Scrittura diventava così il «luogo teologico» prioritario e fon-
dante di tutto il pensiero luterano, sintetizzabile nella classica
espressione di «sola scriptura», che distinguerà la concezione biblica
in ca~po evangelico e riformato. Nel prologo al NuovoTestamento
Lutero scriveva:
«Quindi cerca di non far di Cristo un Mosè, né dell'Evangelo un
libro di leggi e di precetti, come è stato fatto finora e come anche
san Gerofamo dà ad intendere in qùalche sua prefazione. Infatti a
ben vedere l'Evangèlo non esige da noi opere con cui giungere ad
essere pii e beati, perché anzi le condanna; esige invece la fede in
Cristo, il quale per .noi ha. vinto il peccato, la morte e l'inferno e
pertanto ci fa pii e ci .dà vita e beatitudine non in virtù delle nostre
opere, bensì in virtù dell'opera sua. ... per cui si può constatare
ovunque che l'Evangek> non è un codice, bensì piuttosto e pro-
priamente una predica sulla bontà di Cristo, a noi manifestata e
data in dono.se crediamo. M:osè invece nei suoi libri insiste e spin-
ge e minacCia e colpisce e punisce duramente, perché è legislatore
e fustigatore». 5

Nell'edizione di settembre del 1522 il Nuovo Testamento di Lu-


tero recava in fine, ad illustrazione dell'Apocalisse, alcune silografie
di Lucas Cranach con elementi di chiara polemica antiromana, come
la corona della «bestia in trono>~ a forma di tiara papale e ancora l'i-

5 La traduzione in italiano della prefazione di Lutero al Nuovo Testamento è


stata pllbblicata in MARTIN LUTERO, Lieder e prose, a cura di Emilio Bonfanfr; Milano
1983, alle pp. 318-329.

30
dentificazione di Babilonia .con Roma, riconoscibile dalla colloca-
zione di CasteLSant'AngelQ al centro della città che cade in toviria.
Queste illustrazioni dell'Apocalisse verranno riproposte in numero-
se edizioni bibliche luterane e in altre che intenderanno collocarsi al-
l'interno del movimento della Riforma.
Negli anni successivi apparvero singoliJibri o gruppi di libri vete-
rotestamentari che Lutero andava man mano traducendo. La prima
Bibbia completa venne pubblicata a Lubecca nel 1534 dall'editore
Johami Bugenhagen e stampata dal tipografo Ludwig Dietz. Al
frontespizio \uJ.a splendida silografia di Erhard Altdorfer visuali.Zza-
va, con toni drammatici, il tema luterano «Legge-Vangelo»: a sini-
stra, con le figure di Mosè che riceve la Legge .e dei progenitori, una
tomba chiusa coii sopra tlnò scheletro; a destra, con la personifica-
zione della grazia e l'immagine. del Crocifisso? una tomba. scoper-
chiata e il Cristo risorto; al centro,J'ùomo atterrito dalla morte, ma
arcontempo fiducioso, volge fo sguardo, su invito del profeta isaia,
verso il Crocifisso.

5. ·Traduzìoni nelle principali lingue europee


Vesempio di Lutero ebbe un im1Uediato e notevole seguito. Tra~
duzioni del Nuovo Testamento, o anche solo di alcune parti di esso,
furono pubblicate negli anni venti del cinquecento Iiel1e principali
lingue europee. . .
> Cornelis Heynrickx pubblicò nel 1524 un Nuovo Testamento in
Olandese; che si basava intieramente sull'edizione greco-latina .di
~iasmo.Magiàl'aiinoprimasierano.avute, nellastessaOlanda, al-
cune edjzioni di testi neotestamentari tradotti in olandese diretta-
lJl.~.nte dalla versione tede5ça di Lutero, Nel 1525, prima ad Anver-
s~; po~. a Deventer, uscirono d\le edizjoni del Nuovo Testamento,
.re<:ahti ambedue l'introduzione di Lute~o; l'edizione di Anversa ri-
portava inoltre le silografie dell'Apocalisse riprese anch'esse dal
Nl.l()VO Testamento .di Wittenberg~
:./ Wi.JliàmTyndaletradusseneL1525 il Nuovo Testamento in ingle-
§.e·Qirettamente dal greco, pl)r giovandosi anch'egli della versione la~
tiri:adiErasmo e della.traduzione tedesca diJ_,titero. 'I'uttele edizio-
pt:delsuo Nuovo Testamento apparvero sulcontinente,dopo che il
yescovo di Londra gli aveva ingiunto il divieto dipubblicare in terri~
t()1:lo inglese. L'edizionedellaterza e llltima revisione uscì nel 1535.
Mri.ar!stampa dell'anno suecessivo, uscita adAnversa, comprendeva
at1che una traduzione in ihglesè della Parade.sìs di Erasmo.

31
Nel 1523 l'umanista Le Fèvre d'Etaples pubblicò a .Parigi, presso
Simon de Colins, una traduzione francese dei quattro Vangeli, fa-
cendola precedere da una prefazione nella quale, riprendendo i temi
della Paraclesis erasmiana, annunciava con toni quasi profetici, ari-
marcare l'importanza dell'evento, che' il tempo della pura predica-
zione della parola di Dio era arrivato, tempo nel quale a tutti i fedeli
era data l'occasione di leggere finalmente i Vangeli nella loro lingua
materna.

6. I sospetti e le censure del magistero ,ecclesiastico


Anche se in Germania, per opera di Hieronymus Emser, appar-
ve nel 1527, una traduzione «cattolica» del Nuovo Testamento in
contrapposizione a quella luterana, il magistero ecclesiastico, fin dai
primi anni venti, quando le traduzioni delNuovo Testamento aveva-
no cominciato a diffondersi, adottò un atteggiamento di diffidenza,
se non proprio di ostilità, nei confronti del volgarizzamento dei testi
biblici. A ben,guardare non era la traduzione in se stessa a sollevare
problemi: basti pensare che per tutta la seconda metà del quattro-
cento stampatori italiani e tedeschi avevano pubblicato la Bibbia
nelle rispettive lingue volgari senza incontrare alcuna opposizione
ufficiale.
Ciò che era visto come sospetto erano le motivazioni che accom-
pagnavano l'uscita delle nuove traduzioni e il clima teologico e reli-
gioso nel quale erano promosse e diffuse. Specialmente doveva
preoccupare l'eccessiva insistenza, _prospettata in molte introduzio-
ni, sulla lettura privata della Bibbia, intesa come un momento ne-
cessario ed esclusivo della comprensione della fede, a scapito del-
l'insegnamento della chiesa e della tradizione. Così come ancora do-
veva risultare inaccettabile, da parte dello stesso magistero, la ridu-
zione del sistema salvifico alla sola mediazione della Parola, senza
alcun accenno alla vita sacramentaria della chiesa.
A molti autorevoli esponenti della Chiesa cattolica le traduzioni
della Bibbia in lingua volgare, così proposte e motivate, non poteva-
no che apparire come un'esplicita manifestazione di dissenso verso
le tradizioni ecclesiastiche. Da qui ebbe origine da parte cattolica
una posizione di pura difesa e di globale giudizio negativo su ogni
tentativo di divulgazione dei testi biblici, anche se, occorre "sottoli-
nearlo, questo atteggiamento, pur alla fine vincente, non fu, nella
prima metà del secolo, né esclusivo né omogeneo, come riveleranno
le discussioni al concilio di Trento.

32
Intanto in Francia il sinodo provinciale di Sens del 1528 proibì da
parté'ecclesiastica la traduzione della Bibbia in lingua volgare; uno
stesso divieto seguì nel 1543 da parte del parlamento di Parigi.

7. La Bibbia in italiano di Antonio Brucioli


Nel 1530 apparve a Venezia, presso lo stampatore Lucantonio
Giunta, il Nuovo Testamento in italiano tradotto dal fiorentino An-
tonio Brucioli. Nell'introduzione,Jraducendo lunghi passi della Pa-
r_aclesis di Erasmo, Brucioli mostrava di annoverare la sua trad11zio-
ne nel numero di quelle .che l'umanista olandese aveva auspicato per
ogni nazione. Due ànni dopo, sempre per i tipi del Giunta, usciva
dello stesso autore la Bibbia' intera. Oltre a citazioni erasmiane,
questa volta il Brucioli riportava anche alcuni passi dall'introduzio-
ne. di Lutero al Nuovo Testamento del 1522, che si riferivano all8: di-
stinzione tra Legge e Evangelo: ·
«La legge è una dottrina che prescrive quelle cose che sono da fa-
re e quelle che sono da evitare, e l'evangélio una promissiOne de
la gratia di lddio. La propria opera de là legge è di mostrare il pec-
cato ... et l'evangelio dimostra ala conscientia ·che conosce il pec"
cato, Cristo pieno di gratiéi.».

Strettamente-connesse con queste citazioni del teologo sassone,


vi era un altro «debito» luterano nella Bibbia di Brucioli del 1532
che va sottolineato. Rispetto alle edizioni biblièhe, sia volgari che la-
tine, apparse fino allora in Italia, Brucioli introduceva infatti nel
1532 una novità nellaTavola dei libri stritturistici solitamente pub-
blicata negli apparati introduttivi. Mentre nelle precedenti edizioni
sià i libri dell'Antico Testamento che quelli del Nuovo erano riparti-
ti in libri legali, storici, sapienziali e profetici, Brucioli,. seguendo
Lutero, che. per primo aveva criticato e rigettato quella tradizionale
ripartizione non accettando che i Vangeli venissero elencati sotto i
libri legali, lasciò valida quella ripartizione solo per i libri dell' Anti-
co Testamento, mentre non l'applicò più: a quelli del Nuovo. Ma an-
.cheJ'apparato illustrat~vo conferma lé strette dipendenze della Bib~
bia del Brucioli dalle bibbie che ormai si andavano traducendo nel
.nord Europa in ambito riformato.
Il libro dell'Apocalisse era illustrato con silografie firmate da
.Matteo da Treviso, il quale in realtà le aveva tratte da soggetti di
Ha11s Holbein,apparsi per la prima volta a illustr.azione del Nuovo
·Testamento di Lutero pubblicato a Basilea nel 1523 da Thomas

33
Wolff. Anche Holbein, seguendo Cranach, aveva inserito nei suoi
soggetti le stesse caricature antipapali, riprese tali e quali da.Matteo
da Treviso nella Bibbia del Brucioli .. Ora, che questi temi della pro~
paganda protestante fossero ripresi anche a Venezia in un'edi.Zione
della Bibbia italiana era un'indicazìone, anche abbastanza eloquen-
te, del desiderio di seguire l'esempio delle città tedesche, olandesi e
svizzere da parte dei promotori dell'edizione italiana. Un'ulteriore
conferma a questo giudizìo viene anche dal tìpìco modo ripreso dal-
!' editoria nordica, e fino allora sconosciuto 'in Ttàlia, di costruire il
frontespizio con il ricorso a riquadri silografièi che svolgono un
«continuum narrativo», come bene ha indicàto Francesco Barbieri
prendendo in esame la Bibbia giuntina. 6
Quasi certamente Antonio Brucioli a:vèva cominciato a pensare
a una traduzione dellà Bibbia in italìano già da: quando, trovandosi
fuori d'Italia dal 1523 al 1525, bandito da Firenze perché coinvolto
nella congiura contro il cardinale Giuliano de' Medici, era venuto a
contatto con le nuove idee riformate e con gli esempi di traduzione
del Nuovo Testamento in tedesco e in francese. Per le sue idee re-
pubblicane, maturate a Firenze nella frequentazione degli Orti Ori-
cellari, e soprattutto per la sua fede.umanistica nella fondamentale
educabilità del genere umano, nella quale grande rilievo era dato al-
la lingua, ai libri, alla discussione, gli esempi di traduzione in volga-
re della Bibbia dovettero sembrare alBrucioli tali, per novità e inte-
resse, da doversi proporre anche in Italia.
Fu Lucantonio Giunta lo stampatore che si assunse il compito di
pubblicare la traduzione del Brucioli. Il Giunta, anch'egli fiorenti-
no, aveva dato prova fino allora di essere particolarmente interessa~
to alle edizioni bibliche. Nel 1490 aveva pubblicato una Bibbia vol-
garizzata illustrandola con bellissime silografie tratte dàllè ·Bibbie in
tedesco apparse nel decennio precedente in Germania. Nel 1511 era
stato il primo stampatore a pubblicare, per le cure del'domenicanò
Alberto Castellano, una Bil:>bia Volgata introducendo ai margini le
«diversitates textuum» o varianti, primotentativo, come ha rimarca:~
'
to padre Quentin, di correzione della Volgata compiuto nelle edizio-
ni tìpografiche. 7 In0ltre proprio il Giunta nonaveva esitato a stam-

6 F. BARBERI, Il frontespizio nel libro italiano del Quattrocento e del Cinquecento,


Milano 1969.
7 H. ·QuENTIN, Memoire sui- l'étàblissement du texte de la Vulgate, RomecPans
1922, 96-99.

34
pare.in testa a tµtte le sue .edizioni biblicheJatìn:e la prefazìo:be di Jo-
hann Froben.
La Bibbia del Brucioli sistampava poi in un momento nel quale
soprattutto in Venezia, città non solo di intensitraffici, ma pure di
notevoli scambi culturali, le idee della Riforma protesta11te comin-
ciavano a farsi sentire prima che in ogni altra città italiana. Fin dal
Natale del 1520 l'agostiniano Andrea Bauria aveva predicato in
çampo Santo Stefano dicendo del papa e della corte romana·cose da
farlo credere seguace «di fra Martin Luther che è in Alemagna»,
aveva annotato nel suo diario Mariri Sanudo. 8 Alcuni testi luterani
è~a.no poi stati stampati clandestinamente proprio nella città laguna-
re ed~ qui avevano avuto, una non trascurabile diffusione per il resto
dell'Italia.
· Se dunque il dibattito religioso, in una città cosmopolita come
éra allora Venezia, cominciò molto presto a interessarsi alla «ql1é-
stìone luterana», occorre anche notare che gli studi biblici avevano lì
una:ttadizione del tutto indipendente dall'inflùenza delle nuove dot-
trine. Già si è detto dello stampatore Giunta. Rièòrdiamo che il pri-
ino.Talnmd completoU'sclaVenezia nel l517per opera dì Daniel
~·<;miberg, e che .proprio l'anno dop§ venne ultimata la stampa di
'uri,:~dizione ,della Bibbia grec~ ( editio. veneta ò d~dina) avviata da Al-
·gp, JYl;inuzio n~l 1515.. Ora, 11ello stesso aruio i11 cui si pubblicò la
·Bil?bfa del Brucioli, il,19 .agosto 1532, per delib,erazione presa in Se-
n./3fo; si davaincarico al domenicano Zaccaria daFìrenze di tenere
:pubblichèlezioni sulle Scritture nella chiesa di San· Salvatore con un
:s3;latio dh::inquanta ducati all'anno. Nelle motivazìoni si diceva c~e
;«ft:a' tutte le scientie quella della Scrittura sacra è la più utile e neces-
g'ana»: E l'ultimo giorno di agosto, il Senato si èoinpìaceva per il
gre~<le entusiasmo che le lezioni avevano suscitato~ 9 Ugualmente
'.~~PP~~njo che éragrande, in ql,ièllcJstesso an:ilo, il,conoorso di gente
in
~!l~pi~?iche che Sa,n Giova~nie Paolo µn altro domenicano, fra
J;>,<:tµiiano Lorn, teneva sulle Lettere di san Paolo.
·bi tradti,zione del· Brucioli lisciva dunque in un motµento e in
Una città J?àtticolarmente favorevoli àd accoglierla, se anche il pote-
i.i~' divjle aveva creduto giusto e opportuno finanziare delle pubbliche

o ..
8 N1ccou; «Il mostro diSassonìa. Conoscenza e non conoscenza cfi Lutero in
I\~lia nél(::inquecento {1520-1530 ca.)>>, in Lutero in Italia, Casale ,Monferrato 1983,
citàZione 'à p~ 23. . . . . . . .
,, k 0/: 09.,;Archivio. di'Stato di Venezia, Senato-Tena:. Deliberaziòni, registro 27, ·c. 51.

35
lezioni bibliche. NeWintroduzione il fiorentino aveva motivato la
necessità per ogni fedele di leggere da se stessi, nella loro lingua ma-
terna, le sacre Scritture, fondandosi particolarmente sultema dell'u-
niversalismo cristiano, per il quale non esistono distinzioni sociali,
né di età, né di lingua, né di cultura e sul tema della carità cristiana,
che non conosce invidie e gelosie, ma opera perché tutti partecipino,
delle medesime conoscenze. A tale proposito leggiamo l'argomenta-
zione svolta dallo stesso Brucioli:
«Esclameranno forse alcuni essere indegna cosa che una donna o
un calzolaio parli de le sacre.lettere e quelle intenda leggendo,
quando meglio è intenderle in semplicità di cuore che in elevatio-
ne di scientia, e udire parlare a siÌnili anime semplici idiote de la
virtù dello Spirito, che certl sommi maestri, che con la loro non
sana philosophia maculano la parola diDio. Et non riprese il Si-
gnore i discepoli suoi che prohibivano andare i fanciugli .a ltii?
Perché di tali, disse, è il regno dei cieli; e che noi, come se ne in-
tendessimo; o valessimo più di Cristo, vogliamo aseondere questa
luce evangelica a le devote e semplici menti che desiderano di ve-
derlà? Come se per i soli letterati fusse mandata dal cielo et non
per tutti quegli che lasciata la confusa sapientia del mondo, cerco-
no lddio in verità e semplicità di cuore, la quale non più per le let-
tere latine che per le vulgari, non più per le grece che perle bar-
bare si trova, ma per lo audito solò de l'evangelio, iil qiialtirique
lingua iiltendere si possa. Consideriamo pure quali auditori haves-
se esso Cristo. Oh non una mescoiata moltitudine, et in questa
ciechi, zoppi, mendici; publicani, centurioni, artefici, donne, fan•
ciugli? Oh fia ora gravato Cristo d'esser letto da quegli da quali
volse essere udito? Et perché non potrà venire al pasco di quel .no-
stro gran pastore Giesù Cristo,il mercante, il fabro,il contadin(),
il muratore, il pescatore, i pul?licani, e tutte le conditioni de gli
huomin1 et de le donne che fumo fatte degne d'udirle da la bOcca
di esso Cristo? Et non confesserà cia~cuno che più capaci saranno
gli huomini de le evangelicepredicationi, ogiiivolta che possfoo in
casa loro, fra loro stessi considerare èssa Scrittura, et dopo fa di-
chiaratione de la predicatione, tornare a leggerla(?)».

Ma quale era il valore della traduzione del Brucioli? Per prima


cosa è da dire che non si tratta sempre di un lavoro condotto diretta-
mente sui testi originali ebraico e greco, come recita il frontespizio.
Il Bruciali si servì infatti per l'Antico Testamento della nuova ver-
sione latina del domenicano Sante Pagnino pubblicata a Lione nel
1527, una traduzfone letterale del testo ebraico. Per il Nuovo Testa-
mento usò invece, come molti traduttori già incontrati, la versione

36
latina erasmiana del 1516.. Inoltre lavorò in fretta. Due anni sono
de.èisamente.pochi per riuscire a produrre una traduzione della Bib-
bia almeno accettabile. Molti errori, che in un primo momento si
potrebbero credere di stampa, ritornano con tale frequenza da la-
sciare perplessi, come.nel casodella Letteraagli Efesini ove «myste-
rium Dei» è reso tutte le volte con «ministerio di Dio». Come ha
scritto Giorgio Spini nella monografia sull'opera e il pensiero del
Brucioli:

«Questi si dovette accingere al suo lavoro senza una chiara idea


della delicatezza edella·difficoltà del.suo compito. Temperamen-
to innatamente superficiale, concepì l'idea della traduzione in ita-
liano della Sérittura, parte per l'influenza delle nuove idee che
egli aveva assorbito, parte, .ci sarebbe da scommettere, intuendo il
favore che avrebbe potuto avere in commercio un'opera del gene-
re, e vi si accinse senza pensare se in: se stesso' aveva realmente la
necessaria preparazione scientifica,». 10

,.\]tre due traduzioni seguirono in Italia, nel giro di pochi anni a


qµella del Brucioli, arribedue stampate ancora dal Giunta: la prima
!lèJ}536 per opera del domenicano Z(lCCariada Firenze, colui che
eràsfato incaricato di tenere le lezioni bibliche dal Senato di Vene-
zi~, èl'altra, apparsa nel 1538, opera di Sante MarmoC::hino, un altro
<l9Jlie.ajcano proveniente dal convento di SanMarco a Firenze. Tut-
te..e due queste versioni divergevano solo in rarissimi punti da quella
d~L)3rucioli, ma contrariamente a quest'ultima non recavano più al-
ciinaintroduzione e tanfo meno le compromettenti illustrazioni dei-
I'f}pòcalisse. ·
•.•. Nelcontempo la.vecchia, ma fortunata, versione di Nicolò Ma-
Je.rbi, nonostante l'apparizione di traduzioni più recenti, non conob-
b.e declino. Sino al 1567, anno dell'ultima edizione,si contano per il
~!nquécento 19 edizioni, una ogni tre anni e mezzo:. sitratta all'incir-
di della stessa cadenza osservata nel secolo precedente.
Nell540 usciva invece a Brescia, per i tipi di Ludovico Britanni-
c~; Ij;pìstole Eyangeli et.Lettioni di'Propheti et passi volgari che era-
i:iç). lèùfdurante le messe dell'anno liturgico, con una tavola iniziale

10 G, SPINI, Tra Rinascimento e Rifòrma: Antonio Brucioli, Firenze 1940, cita-


zione a.:p. 206.

37
che facilitava, per ogni singola festività, la ricerca dei passi che vi si
leggevano. I testi non erano quelli delle edizioni giuntirie, ma diret-
tamente derivati dagli antichi volgarizzamenti medievali.

8. «Tenevo la Bibbia per instruire la mia famiglia»


Queste edizioni bibliche in volgare, in particolare quella del
. Bruciali, ebbero in quei decenni, almeno fino alla fine degli anni
cinquanta, una buona diffusione in Italia.
Una fonte preziosa per riuscire a sapere chi acquistò e lesse la
Bibbia in volgare, e quale ne fu l'area di diffusione, sono gli atti in-
quisitoriali dei processi per eresia, nei quali, attraverso le deposizio-
ni dei testimoni, o per stessa ammissione dell'inquisito, veniamo a
sapere se, fra i libritenriti da coloro che erano sospettati di eresia, vi
era anche la Bibbia. Il riscontro è positivo per un .gran numero di ca-
si finora studiati. Ma è un lavoro che attende ancora di essere fatto.
Dalla ricca documentazione edita, o che ancora giace non studiata in
diversi archivi italiani, scegliamo alcuni casi esemplari, ben sapendo
che l'interesse e la portata del teiria esigerebbero ben altra tratta~
zione.
Nel maggio del 1549, nella casa di un falegname di Conegliano,
Niccolò delle Monache, durante un soprallugo degli ufficiali dell'in-
quisizione, vennero trovati un Nuovo Testamento, le Epistole di san
Paolo, le Epistole e Lezioni per tutto l'anno tutti in volgare. Alla do-
manda dell'inquisitore perché tenesse quei libri, il falegname rispose
che, dopo aver udito la predica in chiesa,églisolevà, tornato in ca-
sa, far leggere ai suoi figli, essendo egli analfabeta, i passi che erario
stati letti alla messa. 11 Operava cioè una fonna di verifica e di con-
trollo della predieaiione m.ediante il ricorso alla diretta lettura di
quei testi, i quali, durante la mes!la, erano invece letti ìri latino.
In un altro processo, tenuto nella curia vescovile di Verona, il
sarto Bartolomeo della Barba confessò al vicario episcopale di pos-
sedere un Np.ovo Testamento del Brucioli,i2 Un altro che si compor~
tava come il falegname di Conegliano era il fabbro Bartolomeo Nelli
di Siena, convertito alla Riforma protestante da Lelio SoZz:ini nel
1552: anch'egli in rin interrogatorio disse di tenere uh Nuovo Testa-
mento in italiano del Brucioli «per instruire la mia famiglia» e per

11 Archivio di Stato di Venezia, Sant'Uffizio: processi; busta 7. .


12 L. TACCHELLA, Il processo agli eretici veronesi nel 1550, Brescia 1979, 94ss.

38
,co.nfrontare i passi che ,erano stati spiegati,durante Ia predica in
chiesa.13
Nel bergamasco e preeisamente nell'Alta Valle ,Brembana, a
San Giovanm Bianco in un processo dell55Ho speziale Lorenzo da
Piemonte, dichiarando al vicario episcopale di essere «un cristiano
evangelista perché si tiene alli vangeli e non-alle cose del papa», ag-
gmnse che quando in paese si diceva messa «lui stava in casa, a legge-
re-il Testamento Nuovo»; 14
Queste poche ma sìgnificative testimonianze mostrano con suffi-
çienza come la lettura della ,Bibbia in volgare fosse ·diventata un
esercizio abituale per coloro che anche in Italia avevano aderito, tra
glianni quaranta e cinquanta, alle nuove dottrine protestanti. Ed è
ariche interessante notare come quei suggerimenti contenuti nelle
prefazioni bibliche, susseguitesi da Froben a Bruciali, fossèro riusci~
te alla fine a incidere sulla mentalità e i comportamenti della pratiça
teligiosa di molti laici. Rimarrà ancora da indagare tuttavia fino a
che.punto quel nuovo entusiasmo per la lettura della ,Bibbia manife~
statosi allora tra i laici fosse dovuto all'introduzione delle nuove dot~
trine, e quanto fosse da ascrivere ancora a unàlunga tradizione, mai
interrottasi, di lettura della Bibbia volgarizzata. ,Certamente quella
tradizione venrie rinnovata· e radicalmente orientata con il soprag-
giungere del nuovo credo, riformato, Ma pare' anche indubbio che
L'eccessivo atteggiamento di difesa e disospetto assunto dal magiste-
ro•cattolico abbia impedito a quest'ultimo di cogliere quanto di nuo-
vo dndipendente dalle dottrine luterane, era maturato in quei de-
cenni riel mondo laicale, che richiedeva µna condotta di vita e una
ctiltùra religiosa più autenticamente evangeliche.

~·. '0'1vergenze e silenzi al concilio di Trento


.,,:C)\i prjmi di marzo del 1546 i padri conciliari riuniti a Trento do-
:;pp:,,~y~r)niziato ad affrontare nelle ccmgregaziqni delle settimane
:~r,~9'i<lepti il tema del rapporto Scrittura-tr;ìdizione, nominarono
§P,:~:;aepri~azione che coII1pilasse un elenco degli abusi esistenti nel-
:Jf]~frpiego della sacra Scrittura e formulasse delle, proposte per la lo-
,r,9,, ~bolizìone, 15

i" X, ~CHETI1, Gruppi eretici senesi.del Cinquecento, Firenze, 1975, 179-198.


··'"/···iif':Ardnvio'dellaCùria vescovile di Bergàino, Proces5i per eresià, c. 62.
,, JEJÉDIN;Storia del Coneilio &,Trento, Brescia .1949.

39
Il risultato delle sue sedute fu presentato nelle congregazioni.ge.c
nerali del 17 marzo e del primo aprile. Quattro erano i rimedi avari~ . :
zati per ristabilire un· corretto uso della Bibbia n-ella chiesa. -·~~;
Primo, occorreva proclamare «autentica» la Volgata, così da ov-·;
viare al costume invalso di prendere come testo base, in dispute é ·
prediche, diverse edizioni della sacra Scrittura.
Secondo, considerata tuttavia alquanto manchevole la tradizion~·
manoscritta deila Volgata, se ne auspicava la redazione di un testo.·
emendato.
Terzo, l'esposizione della Scrittura non doveva essere lasciata al"·
l'arbitrio individuale, ma seguire l'interpretazione della chiesa el'o."
pinione concorde dei Padri. .
Quarto, la stampa e la vendita di bibbie e dicommenti biblici do/
vevano essere subordinate a una censura preventiva esercitata dal)
magistero. .. ·
I deputati incaricati di presentare i rimedi agli abusi nell'uso del;,
la Bibbia, si erano ben guardati dal toccare la scottante questione.,;
della traduzione della Bibbia nelle lingue volgari. Il silenzio era do:C~]
vuto esclusivamente al fatto che tra i padri conciliari su questo punto·)
vi erano opinioni contrapposte. La stragrande maggioranza, come/
annota Jedin, era attestata sulle posizioni che il teologo Alfonso diii
Castro aveva sostenuto nella congregazione del 9 marzo, second0Jì;1
quale la Bibbia in volgare era «madre e fonte della eresia». Ma neriii)•
minoranza vi era l'influente cardinale Madruzzo, principe vesco;v.()?
di Trento e padrone di casa del concilio, insieme con alcuni altri ve~\
scovi italiani di spiccata personalità e autorevolezza. .. :
Nella discussione sulla relazione dei deputati che si tenne nèlla\i;(
congregazione generale del primo aprile, vi fu un aspro contrasfot[ii:};
Madruzzo e il cardinale spagnolo Pacheco; Aldilà delle rispetti.~~;;(;
personali opinioni, i due prelati rappresentavano due diverse esp~;.'.ij
rienze ecclesiali. In Spagna la lettura della Bibbia volgare era gi~·(ft,
stata proibita da lungo tempo. Nel maggio deU492l'inquìsizioil:e'.,yti~
aveva bruçiato tutti gli esemplari di un'edizione della Bibbia in dtt*:;l
lano stamp.ata a Valencia. In Germania e in Italia invece la pubblf · .,
zione della Bibbia in volgare non era mai stata ufficialmente pro1 ;;·'
ta. E ora il cardinale Madruzzo sosteneva, contro Pacheco, l'incip~!~
portunità di un intervento censorio, che avrebbeinterrotto un costti·?r
me secolare. Il problema era semmai quello di procedere allap@~;~
blicazione di bibbie volgari autorizzate. . c.,~~;j
L'esito del contrasto fu che, per abile intervento deilegatiporitÌ,f\,
fici, il tema della traduzione in volgare della Bibbia passò deltUÙ~;~
···:(~m
........
_;~,..
40 ;'~\~
'/§g~n:zìo nel decreto finale sulle sacre Scritture approvato 1'8
:'J;54(lJn silenzio tuttavia che durò solo fino alla pubblicazio-
. 'Indite dei libri proibiti, emanato nel 1564 alla conclusione
·!;ilio. In una realtà ormai del tutto mutata, che vedeva il net-
'févalere all'interno della chiesa cattolica di una linea intransi-
~:.cònfroriformata, la lettura della Bibbia volgare veniva di fatto
:-~~sa «viris tantum doctis», che dovevano essere in possesso di
liçellza scritta del vescovo o dell'inquisitore. Di fatto, la lettura
)bbia da parte dei laici cessava del tutto in ambiente cattolico
~~ecòli, Sopravviverà solo fuori d'Italia, ma in ambienti total-
j~.tliversi, quelli degli esuli italiani organizzati nelle loro comu-
19.fortriate.

41
2
Strumenti e sussidi
per lo studio della Bibbia
nei secoli XV-XVII1
di Rinaldo Fabris.

Per ricostruire un quadro storicamente attendibile dell'uso della


Bibbia nell'epoca moderna, è indispensabile fare una ricognizione
relativa agli strumenti e sussidi di studio biblico disponibili e più dìf-
{usi. In questa ricerca si è privilegiato il periodo storico che segna il
passaggio dalla Bibbia manoscritta alle ~dizioni S:tampate. L'inven-
:zione e l'uso dei caratteri mobili ha favorito la riprodilzione sempre
pilÌ rapida e accurata del testo biblico, e contemporaneamente la
.~UTii.sione di quegli strumenti.e sussidi già noti e adoperati per lo
.stiJ.di9 della Bibbia. Ma l'impulso proveniente dalla ricerca filologi-
çò~c:ritica .dell'umanesimo e le nuove possibilità tecniche offerte dal-
,J~',stampa. incrementarono sempre più la produzione e il ricorso al-
'It~ppfin1to filologico, critico e storico che accompagna il testo bibli-
_çp;.(È: s:Iunque giustificata la delimitazione del periodo scelto per la
·pr~$.yptericerca, che.prende in esame la presenza ela.diffusionede-
.S,l}$~ruil1enti e sussidi bibliCi nell'arco di tempo che v.a dagli incuna-
:§,gJi_.•alle edizioni critiche stampate della Bibbia.
;:;.-./L'indagine, .in sintonia çon l'orientamento generale dell'opera,
~R~~~aparticolare .attenzione all'area culturale italiana, senza trascu-

: .-~·'.. ,'
. · .... S.L GREENSLADE, a cura, The Cambridge History of the Bible, 3: The West
JJ:.q~thé Refòrm to the present day, Cambridge 1978; O. FAno-P. FRANKEL, Histoire
~~:fe~égèse biblique au XVI siècle. Texte du Colloque International d'histoire de l' exé-
\gèS.~ibibliqiteau XVI siècle; Genève 1976; 1978, con diversi contributi analitici sul me-
\~W'.lq:'~s~gl".tièo di alcuni autori di questo periodo: Erasmo, Caietano, Calvino, Lefè-
•}~f'y~dtEtapies, M. Bucero, M. Serveto; R. STAUFFER; Interprètes de la Bible. Etudes
'· .. éformateurs du XVI siècle. Théblogie historique 57, Paris 1980; H. KARPP,
· :eschkhte der Bibelin der Kirche des 16. und 17. Jahrhunderts», in THR NF
-_ )129~155. Abbondanti informazioni storiche sono in alcuni articoli del Dic-
rfile laBible a cura'di F. Vigouroux, Parigi 1912ss e nell'Encyclopedialudai-
~fÌ!-~i!le;m 31974.tJil testo-classico perla storia della Bil:>bia in questo periodo è
';", ;~--()'~ ~/BERGER, LaBible au XVI siècle, Etudes sur l'origine de la critique bibli-
WJWtWl!Psl879;.
(~;:;.
>:j(,,:
43
rare lo studio di quei rapporti che la inseriscono nel contesto euro-
peo più ampio. L'orientamento metodologico seguito è prevalente-
mente storico. Gli strumenti e i sussidi per lo studio della Bibbia nel-
1' epoca moderna saranno individuati e classificati tenendo conto del
loro rapporto con quelli che li hanno preceduti e del loro sviluppo
nel nuovo contesto religioso, sociale e culturale dell'epoca moderna.
L'obiettivo perseguito è quello di ricostruire, sia pure attraverso un
sondaggio limitato, i metodi di lettura e i criteri ermeneutici del te-
sto biblico nel periodo storico preso in esame. La suddivisione degli
ambiti di ricerca si ispira al modello di studio quale si è imposto negli
attuali orientamenti della scienza biblica che parte dalla determina-
zione critica del testo per arrivare, attraverso i vari strumenti e sussi-
di filologici e storico-letterari, all'analisi e interpretazione del testo
stesso.

1. Il testo della Bibbia latina dagli incunaboli


alle edizioni critiche a stampa2
Il testo biblico stampato a Magonza per iniziativa di Giovanni
Gutenberg, G. Fuste Pietro Schroffer negli anni 1452-1456 in 150
esemplari su carta e 34 su pergamena in pagine di 42 righe è la ver-
sione latina di san Girolamo che dal IX secolo si impose sulla «Vetus
latina» e che dai primi decenni del XVI satà chiamata «Volgata».
Nella prima metà del XIII secolo all'università di Parigi, per soddi-
sfare le esigenze pratiche degli insegnanti e studenti, i copisti e librai
mettono in circolazione un testo della versione latina uniformato
sulla base della recensione di Alcuino. I tentativi intrapresi successi-
vamente per correggere questo testo nell'ambito della scuola dome-
nicana e francescana non migliorarono la forma del cosiddetto testo
<<parigino», che combina insieme le varie lezioni presenti nei codici e

2 H.H. ADAMS, Catalogue of Books printed in the Continent of Europe 1501-


1600, 1-11, Cambridge 1967; Short-title Catalogue of Books printed in 1taly from 1465
to 1600 now in the British Museum, London 1958; lndex Aureliensis. Catalogus libro-
rum sedecesimo saeculo impressorum I, 1-VII,1, Aureliae Aquensis 1965-1982; Le
edizioni italiane del XVI secolo. Censimento nazionale, I-A, Roma 1985, a cura del-
l'Istituto centrale per il catalogo unico delle Biblioteche Italiane per le informazioni
bibliografiche; Bibbia. Catalogo delle edizioni a stampa 1501-1957. Istituto Centrale
per il Catalogo unico, Roma 1983. J. LELONG, Bibliotheca sacra. Seu Syllabus om-
nium ferme sacrae Scripturae editionum ac versionum, Lipsiae 1709; Parisiis 1723;
continuato da A.G. MAscH, I-Il, Halae 1778-1785. B. HALL, «Biblical Scholarship.
Editions and Commentaris», in The Cambridge History of the Bible; 48-76.

44
le nuove correzioni fatte ~ulla base del testo originale della Bibbia,
Questa situazione, relativa al testo della Volgata,.non cambia con
l'introduzione della stampa che moltiplica in modo rapido il numero
.efa disponibilità degli esemplari della Bibbia. Si calcola che siano al-
meno un centinaio le edizioni della Bibbia latina volgata anteriori al
1500. 3 Gli editori e stampatori per ragioni di praticità utilizzano i
manoscritti disponibili più recenti, che riproducono il testo dei secoli
XIII-XIV. I primi tentàtivi di pubblicare un testo della Volgata cor-
retto risalgono agli inizi del XVI secolo con l'edizione curata da
Adriano Gumelli, stampata a Parigi nel 1504, e quella del domenica-
no Alberto Castellano, stampata presso Lucantonio Giunta a Vene-
zia nel 1506, e ristampata da molti tipografi di Lione. L'edizione del
Castellano riporta in margine le varianti del testo desunte.dai «cor-
rectoria biblici medievali».
Oltre all'edizione critica della Bibbia latina nella celebre poli-
glotta di Alcalà, Bibbia polyglotta complutensis, 1517-1522, per ini-
ziativa del cardinale Francesco Ximenes, si impone il testo critico
della Bibbia latina di Robert Estienne (1499-1599). Dopo un primo
·tentativo di edizione critica del NT latino del 1523, in sedicesìmo, il
celebre ed erudito stampatore pubblica a Parigi nel 1528 la Biblia sa-
cra vulgatae editionis ex veteribus exemplaribus emendata, riedita nel
1532 in~folio e nel 1534 in ottavo, e quattro anni dopo nel 1538 in
due volumi in-folio, con un ulteriore apparato critico in marginè.
Nonostantele reazioni critiche dei teologi della Sorbona per le sinte-
si:teologico-interpretative e le note esegetiche con le quali corredava
ksue edizioni bibliche, l'Estienne continua il suo lavoro di editore
critico con la pubblicazione nel 1545 della Biblia latina su due colon-
j:le, In essa è riprodotto il testo.della Volgata e quello di una nuova
yersione fatta a Zurigo, la «tigurina», nel 1543, nota anche come
~(Bibbia. di Vatable», perché vi sono stampate le note di carattere fi-
lologico di Francesco Vatable; professore di ebraico al collegio di
Ftanèia.
Accanto alle edizioni parigine di Robert Estienne, che prosegui-
foìio;a Basilea dopo il 1550, deve essere segnalatala più celebre edi-
zione critica della Volgata a opera di Giovanni Henten della facoltà

A. CoPINGER, Incunabula biblica or the first half century ofthe latin Bible being
~,bibliògrafical account of the various editions of the latin Bible between 1450 and 1500
ff!ih an A,ppeiidix containing a chronological list of the editi.ons of the sixteenth centu-
.·. fV;LondOn 1892; C. VERCELLONE, «Sull'edizione della Bibbia fatta in Italia nel secolo
'. XV ili Dissertazioni .accademiche di vario argomento, Roma 1864.

45
teologica di Lovanio. Nello stesso anno in. cui padri conciliari a
Trento, durante la quarta sessione, proponevano di emendareilte-
sto della Volgata, iniziava aLovanio, sotto la direzione dell'Henteli,
un confronto delle migliori edizioni a stampa e una ricerca e studio
dei manoscritti più antichi, 30, per preparare un'edizione sostitutiva
delle Bibbie dichiarate eterodosse da un decreto imperiale. Nell'an-
no seguente usciva l'edizione della Biblia sacra ad vetustissima exem-
plaria castigata, :presso lo stampatore Bartolomeo Gradius. I teologi
dell'università di Lovanio, grazie a un'ulteriore ricerca e confronto
di manoscritti, 70, prepararono un'altra edizione più accurata, pub-
blicata nel 1565 e nel 1569, presso lo stampatore Cristoforo Plantin,
riprodotta nelle edizioni veneziane di Lucantonio Giunta nel 1571 e
1572. Questa è la cosiddetta «Bibbia di Lovanio».
Tali iniziative per riprodurre un'edizione critica del testo della
Volgata nel corso del XVI secolo sono accompagnate da altre paral-
lele per avere un testo latino alternativo, o correggendo la Volgata
stessa sulla base dei testi originali, oppure facendo nuove versioni
latine della Bibbia. Fra i primi tentativi va segnalata l'opera del be-
nedettino Taddeo Cucchi da Chiari, detto perciò «Isidoro Clario»·
(1495-1555). Questo studioso, sensibile alla corrente umanistica ed
erasminiana, fa una revisione dell'intera Bibbia volgata, pubblicata
poi presso lo stampatore Pietro Schr6ffer a Venezia nel 1541 '-1542,
Tra le nuove versioni latine della Bibbia :nel secolo XVI si impone
quella fatta dal domenicano Sante Pagnino (1470-1537). Egli aveva
appreso l'ebraico nel convento di San Marco a Firenz.e alla scuola
del confratello ex-rabbino Clemente Abramo. Incoraggiato dal papa
Leone X, il Pagnino prepara un'edizione latina della Bibbia che rie-
sce a pubblicare, dopo la morte del_ papa protettore, a Lione nel
1527, presso l'editore Giacomo Giunta. La traduzione del Pagnino,
molto aderente al testo originale e riprodotta in seguito più volte,
servirà come punto di riferimento a diversi studiosi e traduttori del
secolo XVI.
'•
2. L'edizione romana della Volgata e dei Settanta
La questione del testo critico della Bibbia viene sollevata al con-
cilio di Trento quando si passano in rassegna gli abusi circa l'uso del
testo biblico. Di fronte alle varìe e diverse edizioni della Bibbialati"
na, anche della Volgata, i padri conciliari approvano tm decreto;-
promulgato 1'8 aprile 1546, in cU:i si stabilisce e dichjata che tra Ie
edizioni latine della Bibbia si deve tenere come «autentica» l'edizio+

46
pe:critiéa e· Vulgata .fa considerazione del suo uso tradizìonale nella
chiesa\4 '11 tenore, disciplinarè, del documento conciliare, collocato
b.eLcontesfo.deLdibattito sutra:pporto tra la Volgata ei testi originali
da una parte e. il valore delle altre versioni· dall'altra, consente di
pr(;:cisare il significé}todell'(<autenticità» attribuita· alla Volgata. Essà
·sj/riferisce .all'uso pubblico· e autorevole.,. riconosciuto alla versione
Ia:iinatradizionale della Bibbiainrapporto alle questionidifede e
'della vita pratica dei credentL:È dunque un'autenticità di carattere
:giuridico e dottrinale, 'che ilo:ò. pregiudica il valore delle altre:versio~
:Il.Let(lllto meno.quello deLtesti originali; Nella forma definitiva del
decreto. approvato a Trento circa la Volgata non.si fa più cenno all' e-
diiìone corretta da prepararsiper iniziativa del papa; Ma nella lette-
:ràs,oritta dai legati al cardinakFarnese in data 26 aprile t546, sifa
:esplicita menzione di questa richiesta del concilio rivolta al papa::
<<~h(i glipiacesse con ogni celerità diJar correggere prima lanosha
\e,(iizioQè latina et·poi anco la greca et la heb:rea». 5 Bavari peri' edi-
'.:zàori~ cdtica della Volgata .iniziarono a Roma fin dal 1546. Ma solo
.:.gp]Jdl;pontificatd diPio'IV, 1559; fu istituita una commissione di cui
:;f~;;parteil:cardin:ale GuglielmoSirleto, 1561. Alla chiusura del con-
i'.c*o;gi Trento, '1563, l'edizione corretta della· Volgata non è ancora
.:pJ!Q'nta:~ Pio V riconferma nel 1569 la commissione di studiosi e car"
''.~~li;ìncaricata di raccogliere il<inateriale e di·procedere alla revi-
Y$i.9né.ideL testo·:Iatino .·sulla :base .. delle testimonianze. critiche •
. 1~t·:~)$:E)fo éon>l'elezione al.ipontificato del cardinaie>Felice·Peretti,
.:~Qri:ii~.l.lotne.,di Sisto V nel1575; si arriva alla prima.edizione romana
··~~l~~'·'V'()lgat;:t:Perdmpulso del :papa, che da cardinaie aveva .già la~
;;,N:~i~W ~U'.èdizione della versione. greca· dei.Settanta;: riprendono ala-
;:~~p~~,ll.te:i~av()ridi revisione e dopo due annila,èommissiohe, di cui
j'.~?~p~e:(lllçhe A~tonioCa::rafa, presentai rìsultatiatpapa che rivede
;:':~(~~J;~gge·p,(;:rsonalmente· iLtesto Per.iiliziati:va deUo stesso. papa in"
~::[ç9jii!P:çià:Ja stampa presso Domenico Basa di. Venezia e la prima
· ~... · #Prt:ervàticana della: Volgata, preceduta dalla costituzione papale
(epli,i'u,fdlle; viene.pubblicata ·a· Roma ilJO aprile·1590: Alla: morte
· ··si§: \l 2Ragosto 1590; si.sospende la vendita della Bibbìa sistina
.C~s~mpfari superstiti saranno in .seguito requisiti .e distrutti.

;e,~.;,;;"
JG!i:M' yq~i;t1 «4 volg~ta al .concilio di '.frento», in J!ib 27(1946), ,301~313;
('.3~'*~'23 .. : . :
~QTH:ili~Tr11'ridentinum.
Diariorum, Actorum, Epistularum, Tractatuum nova
Jr:·l'.riburgo tBL 1901-1950; X, 471;10-14.

47
Sotto il pontificato di Gregorio XIV si riprendono i lavori per
una nuova edizione che valorizzi quelli della commissione del cardi-
nale Carafa. Con l'elezione al pontificato di Clemente VIII, 1592, si
può procedere alla pubblicazione di un testo che vuole essere la revi-
sione della edizione di Sisto V: Biblia sacra vulgatae editionis Xisti
quinti P.M. iussu recognita atque edita. Nell'edizione di Lione del
1604 fu aggiunto il nome di Clemente VIII. Questi nella bolla del 9
novembre 1592 riservava per dieci anni alla tipografia apostolica va-
ticana il diritto di stampa della Bibbia latina Volgata con la prefazio-
ne del cardinale Bellarmino. Una certa fretta nella stampa, fatta
sempre da Domenico Basa, sta all'origine di quegli erroriche le edi-
zioni successive non elimineranno completamente, nonostante lali-
sta degli errata stampata in appendice delle tre edizioni del 1592,
1593, 1598.
Due anni prima dell'edizione della Volgataper iniziativa di Sisto
V, vedeva la luce l'edizione romana della versione greca dell'AT,
nota come versione dei «Settanta». Anche questa edizione critica ri"
spandeva a una delle esigenze emerse nel dibattito conciliare di
Trento circa gli abusi della Scrittura connessi con la corruzione dei·
testi. Per la verità esisteva un'edizione della versione greca della
Bibbia preparata da Aldo Manuzio e stampata dal suocero Andrea
Asolano a Venezia nel 1518. L'edizione aldinadi'Venezia si basa su
alcuni codici della biblioteca di San Marco e in particolare sul codice
del cardinale Bessarione. Qualche anno prima, 1516-1517, era stata
preparata un'edizione dei Settanta perla poliglotta diAlcalà, stam-
pata nel 1522. La nuova edizione romana della Bibbia greca fu pre-
parata da una commissione istituita da Gregorio XIII nel 1578, pre-
sieduta dal cardinale Antonio Carafa, prefetto della Biblioteca vati-
cana. Dal confronto dei diversi codici esistenti nelle varie bibliote-
che con quello conservato nella vaticana, MS 1209, sigla~' si con-
statò che quest'ultimo era una testimonianza autorevole della ver"'-
sione greca della Bibbia, per cui si pensò di fame un'edizione inte·
gran dola sulla base di altri manoscritti trovati a Venezia e in Grecia.
Nel 1587 usciva l'edizione romana dei Settanta, alla quale il decreto
di Sisto V dell'8 ottobre1586 dava autorità perii suo uso nella chiesa
cattolica. Un breve papale del 1587 accordava il privilegio di vendita
della Bibbia greca vaticana per dieci anni a Giorgio Ferrario. Que-
sto testo, riedito più volte da Giovanni Morin, Parigi 1628, 1641, fu
stampato anche-nella poliglotta di B. Walton a Londra nèl 1657;

48
$,_ Uedizione dei testi originali deirAT e NT

___- La prima edizione della Bibbia ebraica a stampa si intreccia da


una parte èbn le tormentate vicende degli•ebrei in Europa nella se-
Ceindà metà del secolo XV, e dall'àltra con la storia dell'artetipograc
fica che dalla Germania si sposta in Itàlia. Alcune città italiane come
Venezia, Ferrara e Firenze diventano centri di studio della lingua
ebraiéa per l'interesse che alcuni umanisti ed eruditi dimostrano per
·le'tradìzioni ebraiche e i misteri della cabala. Nelle città italiane arri-
:;Vano gli ebteì della Germania e quelli cacciati sul finire del secolo
XV dalla Spagna, portando con sé i codici e gli strumenti dell'inter-
pretazione ebraica della Bibbia. Si spiega così il fatto che a Bologna
nèll477 sia stampato il primo libro biblico intero, i salmì, iq caratte-
ri ebraici con il commento di Kiml)i, e nel 1482 il Pentateuco con i
ségnivocalici e gli accenti, accompagnato dalla versione targumicae
Ji1margine dal commento del celebrerabbino medievale Shelomoh
benisaak, detto «Rashi»-(1040-1105),-Dalla Gerinania provengono
Sam1.lel e Simon Soncino, che nel 1454 ottengono dagli Sforza di Mi-
lano il permesso di residenza in una località vicino a Mantova, che
_pr~nde -n nome dalla famiglia Soncino. Proprio· nella tipografia dei
;S(jncino viene stampata la prima Bibbia completa in caratteri ebraici
cdn vocali e accenti, 1488. All_a famiglia Soncino, attiva a Napoli e a
...;arescia, sond da attribuirsi laseconda e terza edizione della Bibbia
~~'raica, stampate nell'ultima decade del secolo XV, 1491-1493;
Cl492~1494. 6
' ;::JI,testo biblico di queste prime edizioni ebraiche è _sostanzial-
~-:111e1lt~·q1.lello tramandato ·con ostinata diligenza.dai copisti della si-
!Il'agòga e scuole ebraiche sulla base della· tradizione masoretica; La
jf~tz~tà emigrazione degliebrei spagnoli portò in Italia nuovi codici
;1)1blicie il contributo di testimoni e studiosi della tradizione rabbini-
"f~{lfa1 hsultato di queste vicende storiche e culturali è la nuova edi-
.-~~riéoellaBibb1a ebraica stampata a·Pesaro da Ghershom ben Mo"
:::tsh~dioncirto -nel 1510"1511; con il commento del celebre rabbino e
'S~#~sfàportOghese lsaak bénJuda Abrabanel, morto a Venezia :nel
·-:1sqs,·Proprio nella città lagunare; capitale tipografica nella prima
\fh~tà;delsecolo XVI, viene edita la prima Bibbia rabbinica per ini-
è#!ftivadello stampatore DanieléBomberg, originario di Anversa, e
'<~:;~:~:i .:.~f; ':·

!_SONCINO, in Encyclopedia Judaica, Jerusalem 1974, 15,140-142.

49
dell'editore Felice da Prato, u,nebreo convertito, il qual~ aveva già
fatto stampare a Venezia nel 1515 una traduzione letterale del Salte-
rio ebraico. L'edizione venezianaBiblia hebraica.c_um masora et tar-
gum del1516-1517, in quattro volumi, dedicata a Leone X, riporta il
testo biblico con la versione aramaica,targum,i commenti rabbinici
e, in appendice, il commento di Maimonide e. un trattato sugli ac~
centi di ben Asher. La seconda edizione della Bibbia rabbinica vede
la luce ancora a Venezia .nel 1524-1525 presso la tipografia Bom-
berg, che può contare sulla collaborazione di un rifugiato ebreo tu-
nisino, J acob ben I:Iayyim. Grazie alla ricerca e al confronto dei ma-
noscritti fatti dal suo collaboratore ebreo, Bomberg può stampare
un testo ebraico con le annotazioni masoretiche in margine. È una
Bibbia in quattro volumi, con la tradµzione aramaica e i commenti
ebraici di Rashi, Abraham ben Meir ibn Ezra, di David e Moshé
Kiml).i, e Levi ben Ghershon. Una nuova edizione della.Bibbia rab-
binica di Bomberg è stampata nel 1546-1548 sotto. la direzione dì
Cornelio Adelkind. La Bibbia rabbinica di Bomberg ebbe altre edi-
zioni a Venezia: nel 1568 per opera di Giovanni de Gara, con il testo
curato da Isaak ben Joseph Salame Isaac ben Ghershom Treves; la
quinta nel 1617~1619, stampata da Pietro e Lorenzo Bagradini (o
Bragradino) con la consulenza di Leone da Modena e Abramo I:Ia-
ber Tob ben Shelomoh I:Iayyim Sopher. Il testo della seconda edi-
zione di Bomberg con poche nuove varianti è stato stampato a Parigi
da Robert Estienne nel 1539-1544, e ad Anversa dal tipografo Cri-
stoforo Plantin nel 1566.
Nella stessa corrente culturale di ricerche e studi promossi dagli
umanisti si collocano i primi tentativi di ricostruire un'edizione criti-
ca del testo originale del NT. La prima edizione completa del NT
greco, curata da Desiderio Erasmo di Rotterdam; compare aJ:3asi-
lea nel febbraio del 1516, presso l'editore Johann Froben. Questo
lavoro di Erasmo si inserisce nel suo programma di rinnoyamento
della chiesa e degli studi teologici con un ritorno alla parola di Dio.
Ma l'impuls\> immediato a preparare un'edìzione·delNT greco gli
deriva dalla lettura di un manoscrittodiLorenzo Valla, trovato nella
biblioteca del monastero premostratense di Pare; pre$so Lovanio,
nell'estate del 1504. Erasmo portò il mimoscritto del Vallaa Parigi e
incoraggiato dal suo amico e protettore Cristoforo Fisl:ier, protono~.
tario apostolico, si accinse a pubblicarlo per mettere a disposizione
diuna più vasta cerchia di lettori il contributo dell'umanistaitaliano
a servizio della parola di Dio e della teologia. Il testo fu stampato a.
Parigi il 13 aprile 1505 presso l'editore Giusto Badio con il titolo:.

50
hi],urentii· Vallensis viri tam.grae.cae quam latinae linguae peritissimi
ih.latinam•fwvi Testamenti interpretationem ex collatione graecorum
exempltiriùm adnotationes apprime,utiles, corruna prefazione di Era-
smo in difesa del discusso umanista romano .JlValla aveva iniziato il
suolavoro sulNT a.Milano (1433-1434}, Io proseguì alla corte di Al~
fonso d'Aragona a Napoli (1435""1438) e lo concluse a Roma (1449),
dove èra stato nominato finalmente scrittore apostolico da Nicolò
V Il V.alla parla di quest'opern come di uno scrittoin otto libri, in
cuLfa. uh confrò.nto del testo del NT inter graecam fontem latinum-
que riV.um. Mediante questo confronto il Valla mette allo scoperto
.glìerrori e· le incongruenze di traduzione e di trascrizione del testo .
.Eglitenta anche di ricostruire, sullabase·di tre eih alcuni casi di set-
fo,codici greci, il testo originale. Nonostante alcuni discutibili criteri
estetici,:delVaJla nel valutare iUatino-della Volgata e le sùe punte
p()lémiche contro i teologi, si deve riconoscere che il suo rimane '.il
primo tentativo di lettura critico-filologica del NT; 7
<iFSono comprensibili pertanto l'apologia appassionata di Erasmo
_hèlla presentazione del testo del Valla e il riconoscimento del suo
metO('k> ché gli suggerì l?idea di preparare un'edizione critica del
NT, Ma•,passano dieci anni prima che Erasmo si decida a concludere
iLslio laVoro. Alla fine, sollecìtato dell'editore Froben che vuole fare
jfscire un NT greco prima di quello che si sta preparando ad Alcalà,
n,~lprògetto della poliglotta, Erasmo in dieci mesi prepara un testo
gf~ii:Vtòn traduzione latina a fianco e alcune note. filologico-inter-
p1:-{;ta9ve in Joricìo. 8 Il Novum Testamentum graece è stampato, in-
··f01ìo(heU5l6 aBasilea, con dedica a Leone X come la p9liglotta di
:~foalàS Le rèài:ioni critiche, ma soprattutto gli errori tipografiei,
)16#6hé la;i:irécarietà del testo perla carente 'consultazione dei codici
e
.'gifdJ., ·pqchi tardivi, spingono a fare una seconda edizione dopo tre
:.iln'P,i; Basilea; 1519, a cui fa seguito. una terza 1522, e poi tina quarta
;'fey2,T cbri !;aggiunta de,ltesto della Volgata, e infine la quinta e ulti-
:.#i,~Hfoi,153.6, il1 cuilaVolgata scompare di nuovo. Nonostante 1 di-
''fetti'ili1:riiiseci .e le ctltìche dei tradizionalisti, 1'edizione erasrriiana si
;~p~ii'è soffoil profilo editoriale; basti pensare che le prime due edi-
;'._f~;l~~·.\~ - .-r::-' -,·

'.'..t'.:'.'. · s:
GAR.OFALO, «Gli umanisti italiani e la Bibbia», in Bib 27(1946), 338-375.
';S?;{'. j\.RABIL, ErasmliS and the NT. The Mind of a Christian Humanist (Trinity
'i·J:l@c'J\:1.~J1.S~LinReL 1), San Antoni() 1972, 58-72; R HoLECZEK, Humanistische
/Jfi.l:!gtphi/plogi(! als Reformproblem bei. Erasmus von Rotterdam,. Thomas More und
iJf,!,(lidm Tyndale, Studies in theBistory of Christian Thought, Leiden 1975, IX,79-
·:'.l97>t' ' . '

51
zioni in-folio arrivarono a 3.300 copie. Le diverse edizioni, stampate
più volte in formato minore nel corso dei secoli XVI~XVII, divenne-
ro uno strumento di facile consultazione per Io studio e la divulga~
zione del testo del NT. 9
L'editore e tipografo Aldo Manuzio di Venezia aveva progettato
un'edizione del NT greco fin dal 1499. Ma solo nel 1518 i successori
di Aldo stamparono il testo greco della prima edizione di Erasmo
con alcune note. Seguono le edizioni di Parigi 1534, a opera di Si-
mon de Colines, che pubblica la terza edizione di Erasmo, integrata
con le lezioni di un nuovo codice. Robert Estienne nel 1546 pubblica
in due volumi un testo che utilizza la quinta edizione di Erasmo e
quella della poliglotta di Alcalà. Seguono presso lo stesso editore
parigino l'edizione del 1549 e 1550, l'<<editio regia», dedicata al re
Francesco I; che sta alla base del «textus receptus». A Ginevra, do-
ve l'Estienne si ritira alla morte del re prç>tettore, esce nel 1551 la
sua quarta edizione del NT con la divisione del testo in versetti nu~
merati. Nell'ambiente di Ginevra Teodoro di Bèzacura quattro edi-
zioni del NT greco, tra le quali merita di essere segnalata quella del
1582, fatta sulla base di due nuovicodici maiuscoli greci di proprietà
del Beza, tra i quali il codice di «Beza» o Cantabrigiensis.

4. Le edizioni poliglotte della Bibbia


Un nuovo valido strumento pedo studio del testo biblico vede la
luce nella prima metà del secolo XVI: l'edizione poliglotta della
Bibbia. I primi tentativi di stampare un libro completo della Bibbià
nella forma poliglotta del testo devono essere fatti risalire al ge11.ov~~
se domenicano Agostino Giustiniani, vescovo di Nebbio in Corsica, .
chiamato da Francesco I a insegnare ebraico a Parigi, Il (Jìustfoiani
aveva preparato il materiale per una Bibbia poliglotta. Ma il suo
progetto non andò in porto perché non si era in grado di coprire le
enormi spese previste. Così fu pubblicato solo il Libro dei salmi. i9
duemila esemplari a Genova 1516, . con il titolo: Psalterium he".
braeum, arabicum et chaldaicum, cum tribus 'latinis intetpretatiÒnl~
bus et glossis. Il testo, distribuito in otto colonne su due pagine, se->:
gue quest'ordine: testo ebraico e versione latina, traduzfone volga-

9 II NT di Erasmo è stato stampato a Venezia nella prima metà del XVI sec()iÒ\t
I edizione, Venezia 1518 e nel 1538, sofo il testo greco annotato; II edizione Vene:ii~/
~- ~
.:--~~
.,._:::
'j~~

52 ·;r
;~a..;.t_raduzione greca, araba, targum con la sua traduzione latina, e
,brevi annotazioni.
fro.JI testo biblico della poliglotta di Giustiniani è il primo in assolu-
to; perché quello della Bibbia di Alcalà o Complutensis, già predi-
sposto fin dal 1514, sarà pubblicato solo nel 1522. Per iniziativa del
_;eardinàle Francesco -Ximenes de Cisneros, arcivescovo di Toledo,
·per oltre dieci anni diversi biblisti spagnoli lavorano sui codiei ebrai-
ci, latini e greci, raccolti o acquistati dal cardinale. Ma questi morl
primadivedere pubblicata per intero l'opera patrocinata. All'inizio
;deL1514 era pronto solo il quinto volume del NT e nel 1517fo ulti-
Jn-a.to'ilprogetto. Ma i 600 esemplari; costosissimi, poterono essere
:riu~ssiin vendita solo dopo il breve di approvaiione di Leone X del
tIS20,:.a cui la poliglotta era dedicata. I sei volumi dì cui consta la po-
Alglotta diAlcalà riportano i primi quattro l' AT ebraico, latino, gre"
.~()~targum, con la rispettiva versione latina; il quinto il NT greco e
dàrvèrsioriè latina volgata; il sesto volume contiene un vocabolario
,·~J:fràkb e aramaico, la grammatica ebraica e gli indici. Il testo ebrai-
,9(!.t~de1lapoliglotta spagnola si basa su ottimi codici del XIII secolo e
.:~aràLtjprodotto dalla poliglotta di Anversa. La versione greca dei
.Lgétt::tnJa per alcuni libri, storici e sapienziali, dipende da due mano-
è:~ei:~ttì,dèlla biblioteca vaticana del secolo XIII e da un manoscritto
.~déiiabibliotèca di San Marco del cardinale Bessarione. Per il ·NT
,;~{'.c<tglieditori di Alcalàhanno utilizzato buoni manoscritti greci. Il
·)t~s'tò della Volgata è stato ricostruito sulla base dei codici della bi-
\bJiòteca di Alcalà.
;\;fùi··::T;Ilnumero limitato di esemplari e r alto costo della poliglotta spa-
''1gzi~5la·Javorifol1o la realizzazione di un nuovo progetto ideato dallo.
i,~~~afore Cristoforo Plantin e finanziato dal re di Spagna, Filippo
;;S!~f;;u%'.)gàranzia della scientificità dell'opera il re inviò ad Anversa,
?j~p&ç':sfeiastabilito il Plantin, lo studioso ed erudito spagnolo Bene-
i'tlè;tio•Arias Montano. L'opera iniziata nel 1568 fu terminata nel
;;iJ:l oltre 1nille· esemplari di diverso valore e qualità di materia-
a,:poJiglotta di Anversa uscì coni' approvazione papale ottenuta
~.gg):lajche insistenza di A. Montano, che dovette affrontare i so-
.\g~JJI'i~.quisizione per ,il ruolo assegnato nel suo progetto alla
j~~Jati.D.~ di Sante Pagnino. In ogni modo la poliglotta, presen-
.. mt!«opus vere regium» nella lettera papale, ebbe una larga
!q:µe nelle università di Francia e Germania. Essa consta di ot-
·tj:1:11i:}primi quattro riportano l'AT ebraico, la Volgata, la. ver~
" !Y.sytt~nta,jl targum, con le rispettive traduzioni latine; il
:~;,~~..ilNTgreco con la Volgatae la versione siriaca con tradu-

53
zione latina; seguono i tre ultimi volumi di apparato, comprendenti
le grammatiche e i dizionari delle lingue bibliche; ebraico; greco,
aramaico e siriaco (VI); alcuni trattati di antichità archeologiche e
note filologiche {VII); le versionilatine della Bibbia ebraica di Sante
Pagnino e del testo greco del NT; riviste daA. Montano{VIII). Il
testo ebraico della poliglotta di Anversa dipende da quello di Alca~
là, confrontato con l'edizione di D. Bomberg; il NT utilizza redizio-
ne di Robert Estienne.
Nel secolo XVII compaiono altre due edizioni poliglotte della
Bibbia rispettivamente a Parigi; 1628-1655, in nove tomi e. quindici
volumi, ispirata sostanzialmente a quella di Anversa, senza i volumi
di apparato, e a Londra 1654-1657. Alla poliglotta parigina diede il
suo contributo maggiore l'oratoriano Giovanni Morin. La novità
della poliglotta di Parigi rispetto alla precedente, è l'aggiunta delt~~
sto samaritano e della versione araba. La poliglotta. di Londra in sei
volumi in~folio fu intrapresa per iniziativa del vescovo di Chester
Walton Brian e stampata, sotto il patrocinio diCromwel, dalla tipo-
grafia di Thomas Roycroft. Essa soppiantò quella di Parigi non solo
perché più maneggevole e meno costosa, ma per il suo valore intrin~.
seco sotto il profilo scientifico. lprimi quattro volumi contèngoil.o
l' AT in otto lingue: ebraico e versione interlineare dì Santè Pagnino··
rivista da A. Montano, volgata clementina, versione greca dei set...:
tanta, la· versione siriaca, il targum e il testo samaritano,Ja versione
araba con la relativa versione latina. li quinto volume riporta il·~··
greco e la versione latina, siriaca ed etiopica, araba e persiana, Vai:("
geli, con le rispettive traduziòni latine. L'ultimo volume comprèn:dé.·
le note di critica testuale e gli indici. Il testo della poliglotta di Lon~
dra dipende da quello di Anversa e ParigL La novità di maggic)Ì
spicco èl'edizione dei Settanta basata sui codiciVaticano eAlessa)i~.
drino, nonché la riproduzione della versioné etìopica, salmi e NT';;c~J
persiana, Vangeli~ ·.Pf
·-O;·•

5. Sussidi per lo studio delle lingue bibliche 10


--:-- ..,:~;.:}~
Nelle prime edizioni della Bibbia a stampa a Venezia yengog~;
riprodotti in appendice le Interpretationes hebraicofum nomin,U.,aj'~i
una specie di vocabolario etimologico essenziale che già aveva ~~fti
. ··~_·'?~_%;

!;.~~
10 B. HALL, «Biblica! Scholarship: Editions and Commentaris>>, in TheCarri~Wlffej
ge History of .the
Bible, 3,76-93. '.~tYaì
:è}:~~~
54
"~~1.IJ.pàgnato il testo biblico nei·codicimanoscritti medievali. Gli ulti-
('~~ì{:tr~ \.'.qlumidella poliglotta di Anversa offrono come sussidio per
JÙ:·studiodelléJmgue bibliche: le grammatiche. e i rispettivi dizionari
:•q)l~ssicidi ebràico, aramaico, siriaco e greco. Nel volume sesto,·Ol"
· • tfe:drlia grammatica ebraica; c'è· un riassunto del dizionario _ebraico
. #-oilumèntàle Thesaurus liriguae sanctae, 'O~ar leshOri ha-qodesh di
. SantefPagnino pubblicato integro a Lione nel 1529, e··a Parigi nel
;;~~48,-épòi a•Gìnevra nel 1575 é 1614. Esso è stato diffuso in varie
kédizidnì come Epitome, Anversa 1616. Dello stesso Pagnino èla:
·_,~r~fuàtica ebraica pubbliCata con il titolo f[_ebraic'arurri1nstitittio-
;,:~'ìlfit'·Ubri quatuor; Lione 1526 e Pàrigi1549, di cui esiste anche un' e•
'~. 9~t&n.e i1l·formato ridotto più volte ·pubblicata. Queste -opere del
.:-ifR*tedonienicano, professore di lìngue orientali a Roma alla scuola
i_:~~ndata,daLeoneX, sono ispirate e modellate sulle grammatiche e i
~,(i~i~t9i:'.'pr~parati dai- rabbi.ni a partire dal medioevo_ fino all'epoca
;i<ftlb:<lé':éiià: Aforo volta questi ul_timi si sono ispirati al modello inau-
,.~t()'>da.&listudiosi arabi. I rabbiifrelaborardno in Spagna le piiriiè
·-· - (df grammatica ebraica. Si possono menzionarela: grru:nmatica
bi<·· . i?;i~n-ailò diDavicl Kìuwi, XIHsecofo, chiamato Miklòl, «la
~:·R~~~2~g~~( ;~}dizionario, detto SepJier h'a~Shorashtrn,' «libro. de~le
,',\(:"' "'i>{ è :st.atC)Stampato ìn Italia:, due volte a Napoli .nel 1490e
,.J{fyoltea.Yene~ia1S29,-1545, 1547._Unebreodiorigine.te<k-
,.J.!~,ben,Ashi::r Levità(l469.~1549), soprannominato «il grainma-
?,;~~;~<P ,1If~estro», yieneJii Italia a Roma, dove pubblica una
·:tn~~ica..ebraica riel 1508. _- _ _. _ _·
'-il~ scia degli studiosi ebrei anche alcuni cristiani nella prima
';~~k)CYisecol~. preparano akuni strumenti per lo studio .deU~
~;,~~).-~ca: ~ramm~tiche e qizionari. L'umanista ed ebraist_a te-
,, \>.yan11i 'Reu.chlin si considera il pionfore degli studi ,ebràici
~~brf!i, con fa pubblicazione del suq De rudimentis Unguae
ç,;~,&q cum lexic<>, Pforzheim 1?06; Miinster 1537. Qualche
,~:ç9[lr~d.J>e.llican, ma~tro diSe\:)astian Miinster, Pl!bbli~
jçc;oloJibro sul modo di legg~re e.di intendere l'èbraico
~,l,!.Q,',~P.era preparatqria àlla grammatica yera e propria come
J~~(}pta.da:Wòlfang Fabrizio Capiton, o Kopfel, lnstitutio"
-- ' . ç, Basile~l518, e in seguito dal.Pagnino :1526. Al nome
.. ò.·Miinster:, discepolo <ii Elia Levita, sono collegate
'?/:grqrrfmatièQe hebraicae, ,1520, e le lnstitutiones; 1524, as-
<~grammatica aramaica 1527, un dizionario ebraico 1523;
-~I,}:'edizione.del1525, e ripubblicato-più.volteinseguito,
_ _ _ ):.:1548,•15.64,DiGiovanntBuxtorf,il più nofo ebraista cri~

55
stiano di questo periodo, sono le Praeceptiones grammaticae .de lin~
gua hebraea, note come Epitome grammaticae hebraeae, Basilea
1605, che in un secolo ebbe circa v:enti edizioni. Dello stesso autore
è il Lexicon hebraicum et chaldaicum, Basilea 1607~
Per l'ambiente italiano di questo periodo sono da ricordare la
grammatica ebraica del calabrese Agazio de Giudici, pubblicata a
Parigi nel 1540 e quella aramaica del poliglotta, canonico regolare
del Laterano, Teseo Ambrogio dei conti d' Albonesa, stampata a Pa-
via nel 1539.
Nella serie dei dizionari o lessici di lingua ebraica di questo pe.~
riodo, oltre a quelli già menzionati sono da segnalare il Lexicon 'he-
braicum, preparato per la poliglotta di Alcalà, 1517, da un ebreo
convertito Alfonso de Zamora e pubblicato a parte con il titolo Vo~
cabularium breve omnium fere primitivorum hebraicorum, Alcalà
1526. Elia Levita preparò anche un dizionario ebraico. dal titolo She· .
mot debarfm, «Nomi delle cose», tradotto da Paolo Fagius nel 1542,/
disposto in ordine alfabetico e completato con le vocigrecheda Gio:}
vanni Drusiu~ nel 1652. . . i.;:
Nell'ambiente italiano è da segnalare il lessico preparato dal 1Ile<i'
dico e filosofo ebreo David de Pomisdi Spoleto. A Venezia, dove sj<;,
stabilisce alla fine delle sue forzate peregrinazioni, pubblica. il ~#.;.jj1
ma!J, David, «Radice di Davide», un dizionario trilingue, ebtaiC:o~jfj
latino-italiano, presso Giovanni de Gara nel 1587, con la dedic.a a's'"' ·
sto V. Accanto a quest'opera originale siclevono ricordare altriclù
dizionari ebraico-latino, preparati da due ebraisti italiani. Il bre~ç
no Marco Marini dei canonici regolari del santo Salvatore, abbate
Santa Agnese a Roma (1542-1594), oltre a una grammatica ebnii
stampata a Basilèa nel 1580 coli il titolo Ortus Eden seu gramniad
linguae sanctae, preparò un dizionario intitolato Tebat Noa!J,, A'r
Noe, seu Thesaurus linguae sanctae novus,in due volumipubbl~~
a Venezia nel 1593. Il secondo ebraista italiano è Mario de Càl~
dei frati minori, chiamato da Paolo V a Roma con il titolo dim
stro generale di ebraioo (1550-1620). Oltre·auna grammaticaè6.
ca e una ce.lebre concordanza, il De Calasfo ha fatto un' Dictiò
rium hebraicum, pubblicato a Roma 1617 e ·poi a Colonìa nel 1 :
Infine, sempre nell'ambiente di lìngua italiana, si può ricordare'{
Leone da Modena il Novo ditionario hebraico et italiano, ciqè;d
chiaratione di tutte le voci hebraiche più difficili delle scritture heb~ .
nella lingua volgare italiana, stampato a Venezia nel 1612, e poi(
Padova nel 1640. /:;
Della seconda metà del XVII secolo è ilLexicon heptaglottonif1 ,
due volumi di Edmond Castell, pubblicato à Londra nel 1669, conié;~
<{~

56
>NPi:urve<s~parato della poliglotta di Walton. Il Castell nell'esame dei
)~p.gpliyocaboliapplicain modo sistematico il criterio comparativo.
~ ~l~'Jine vi è. aggiunto un abbozzo di grammatica delle diverse lin-
.gµe.pfese in considerazione. In.questo contesto, trai sussidi per lo
s,tµdiq delle lingue orientali imparentate con l'ebraico, si possono se-
:%:ila!arele opere di due orientalisti italiani del XVI secolo. Il primo è
'fesè9-AI11brogio (1469-1540), che pubblica a Pavia nel 1539 un lav:o-
J"9gmiposito, fatto d.i notazioni linguistiche e sviluppi cabalistici, .dal
titolo: lntroductio in chaldaicam linguam, syriacam atque aramai~
Ji~111 etdecem aliaslinguas. Questo lavoro può essere considerato un
: J?mfl.:to tentativo di grammatica per il siriaco. Di Angelo Canini
t,(.tS~l-1557) furono stampate a Parigi nel 1554 e poi accolte nell'otta-
vp;yc)_I:iime dei CriticiSacri, le Jnstitutiones linguarum syriacae, assy-
•,•.Yùfèà~ .~ttalmudicae una cum aethiopicae et arabicae collatione .
.•:;K .!'-lddiìna di.studi umanistici che contrassegna l'ambiente cultu-·
;';;~'{A~:.Xt~iano neisecoli.XVcXVI vedono laluc~ alcuni strumenti per
•:.,.:j!P.-~i§o!io~cenza più accurata e sistematica dellelingue classiche. ~fa
?:~.'.~itg)f #,~bie11ti della cultura tradizionale, .e teologica in partic:olare,
:~··.J'['~~(;sf.~fiZa.e 10 studio della lingua greca dev.e superare una bar~
tP:"w"\·'.W;çaj:attere storico e nello stesso tempo ideologico. La separa-
~ '~p~µ~ Cllies~ d'oriente comporta anche i.lii distacco e in molti
tj sospetto nei confronti della. lingua e cultura grecà. In secon~
i> <J. la ,risc()perta da parte degli umanisti della lìngu·a e cultura
p()la caduta di Costantinopoli, impone un modello classico
'Of:.~;v01:iscè l'accostamento ai testi greci· della Bibbia per ap-
'nella foro peculiarità lessicale e stilistica. In ogni caso la ri-
~llb. stridio del greco classico favorisce in un primo tempo la
ç1e,rtestioriginali delNTe della versione dei Settanta che ne
q~~e. È sintomatico che la prima grammatica greca sia stam-
'.~j)ezia, dove arriva, nel 1490, Aldo Manuzio con l'intento di
·):U,p.~ tipografia .. Qui l'erudito umanista può contare sulla
:·:'èh'èòdieigreci che il cardinale Bessarione nelle suemoltepli-
. òtii.e incarichi era riuscito a mettere insieme e che nel1468
Ori.ato,alla repubblica di Venezia. La prima grammatica gre-
~pata 11el 1495, nel computo di Venezia 1494, è quella di Co-
<;cLascàris (1434"1501), un greco scampato alla caduta di Co-
hpoli. e divenuto maestro di greco degli umanisti italìani a
'ina ç1495). Segue la grammatica in quattro libri di Teodoro di
\'Umanista greco prima a Ferrara e poi a Roma e Napoli, pro-
'• }dal ;cardinale Bessarione.
<~(!Nylla·prima metà .delsecolo XVI, 1518:; compare la grammatica
;·~c~(elementare di Filippo Melantone, il praeceptor Germaniae,

57
che tenta di conciliare la passione per i classici con l'impegn() pedo
studio dei testi biblici nel contesto della Riforma; Un anno dopo
Erasmo di Rotterdam traduce la grammatiea greca di Teodoro di
Gaza. Ma è a Parigi che viene prodotto uno strumento più elaborato
per lo studio della lingua greca: Commentariilinguae gràecae\di Gu-
glielmo Budé del 1520. Con là pu,bblicazioné del Thesaurus lihguae
graecae di Enrico, figlio di Robert Estienne, 1572 a GiileVrà, che
prende il posto dei vecchi glossari, si può dire 'che è co:iripletafa la
strumentazione per lo studio della lingua greca.
Ma le peculiarità del grecodel NT, giàrileVate daLorenzoValla
e da Erasmo, danno l'impulso per l'approntamento distiumenti'più
appropriati. Gio\ianni Drusius, professore di lingue orientali a Ox-
ford e a Leida, pubblica ad Anversa 1582 un commento alle voci
ebraiche del NT. Un altro orientalista diiena, Salòmon Glass con le
Adnotationes in NT, 1612-1616, e là celebre'Pizilologiil sacra, dà un
contributo notevole per la conoscenza del greco biblico. Ma solo con
la pubblicazione della Grammatica graeca sacra NTin tris li~ros di;
stributa di Giorgio Pasor aGronìnga 1655sihal~.prima trattazione
.sistematica del greco biblico neotestamentario. Lo stesso'G. Pasor
aveva pubblieato nel1619 un Lexicon graeco~latinwri in NT, riedito
più volte in seguito, al quale si aggiunge il Di<çtionariitmNT,di Luigi
Lucius, pubblicato a Basih~a nel 1640. ·. · .· .. · ·
Questi dizionari del NT sono .stati· preceduti da f!.lc:uni lessici" e
vocabolari dell' AT greco, tra i quali merita di essere menzionate{
quello dell'ebraista tedesco Elia Hutter, stampatore, .9.ellebibbie,.~'
del NT poiiglotti: Dictionarium biblicum grqecurri, Nqrimberg~;j
1598, . .. . .. . . •. . . ·, >>

6. Le concordanze bibliche
La necessità di consultare il testo biblico per ragioni.pastorf!.l~~,;
predicazione - e di studio suggerì fin dal medioev() la composiziol}~{;
di alcuni su_ssidi per la ricerca degli argomenti o tem.i e dei relati~{~
passi biblici. Sorsero così degli elenchialfabetiei dei yarhrgoment{;'!
che presero il nome. di Concordantiae . .Quelle più antiche e di~s~·;
sono le concordanze reali, in cui sono disposti in ordine alfabetieo?JJ(
vari argomenti di carattere morale,·teologicoo spirituale; corifin~y{::
cazione dei rispettivi te~ti biblici; che servono aillu~trarli. Accanfo'.;~&
queste concordanze tematiche prendono piede neLsecolo XIII p~~:)j
iniziativa dei domenicani di Saint facques di Parigi le concordatii'~'~
verbali sul testo della Bibbia latina. Oltre alle parole fatine déffA~ .. ·.;·,;..

58
f~-~~~~a;.él~11cate in ordine alfabetico, sond. segnalati i relativi passi
~l;)ìbli~i:Ilmodello delle cortcordànze latine è fatto risalire a Ugo di
i~iìùCaro. ESsofu integrato con l'aggiunta della frase contestuale in
J~µ{,_ri~orre iLvocabolo in questione.· Questo modello semplificato é
;!~ei;fè'.?ipnato ulteriormente nel XIV secòlo fu stampato. a.Strasburgo
'~~t:IA-70: Una nuova integrazione fu fatta nel corso del XV secolo
"·t;p~J~aggiunta delle particelle indeclinabili della Bibbia. Così _appar-
i:'*~r-c{UYConcordantiae maiores Bibliae a Basilea n~l 1496 presso Jo-
~'.11,~hJ!.fropen, riedite più volte in seguito. AU;rancescano Arlotto di
;~{àfod~l XIII secolo sono attribuite le Concordantiaeutriusque Te-
~~t,efm~nti; st;impate in seguito più v.olte a Norimberga 1485-1486 eJa
·;;~'èilRgnil. 1572, 1585. .
z>4. •:;,'t)..:fuytà del XVI secolo il celebre tipografo R. Est~enne di_ Parigi
;ponaquesto strumento di consultazione della Bibbia. Egli dh
J}l.ltfritermim e le. particelle della Bibbia latina .1n ordine alfa.:
... ç,qye, indica i versètti ·con;-isportdenti mediante la numerazione
·•·.: ··;f~va i11tro_dotto .n,eUe sue· edizioni a parfrredal 155i. Questi cri-
9'r:10 s.~~iti anche dalle altre coùcordanz~ stampate nel corso
:. ',Jsecolo. La.comparsa de1l'edizi0Iie clementina della Volgata
:f§~:irripose negli ambienti càttolici una rpvisione· delle concor-
. e'iàtfoe. Il tipografo di Anversa Cristoforo Plantin sta:ii1pò una
' _è()ticordanza suHabase della Volgata clementina nel 1599.
~~9 d~l secolo seguentè' cornparverci .altre concordanze più o
··arppie, !Ila secondo. il modeHo òtnlai stabilito.; Si possono
i~j}~t~ quella essenziale di Francesco Luca di Bruges, pubbli-
.. /.À_,riversa n:_el ·1617, e la conèordanza amplissima di Gaspare
.:;~ptapubblicata a Romà·nel 16Tt. . .· ·
)l't''chi non poteva avere le grandi concordan~é bibliche latin~
·)te era, sempre a disposizione la Tabula alphabeticadéi sogget~
li,'§rérefativiversetti: che còmpare nell'apparato introduttivo di
~;fsibbie Stampaté fin dal XV Secolo, come qùèllà composta da
··~1~ iB.thrio, frate minore diVertezia. Questa è preceduta· spes-
#iri'iiTabula super Biblia, dove con alcuni versi mnemotecnicisi
me'ilcontenuto dèì capìtolidella·Bibbia secondo un modello
·· nté rieì manoscritti medievali.
.;S;~sìgenza_di avere·uno strumento appropriato per consultate la
:'t~\;i'ebraica nélle controversie con i ·cristiani ·spinse il mèdico
'a!td'cfoheo .Nathart di:Avìgnone a preparare verso la metà del
;l~·ùrra:concordahza. sul testo ebraico masoretico deHa Bib~
.. .• . a'fu Stampatala priina volta a.Venezia nel 1523 da Danie"
:{ifg.coniltitolo Mé.'irNativ, «Luce.della via»;ripubblicataa

59
Venezia nel 1564 e a Basilea nel 1581. Giovanni Reuchlin la tradus-
se in latino e la fece stampare a Basilea nel 1566 con il titolo Concor-
dantiarum hebraicarum capita quae sunt de vocum expositionibus a
R. Mardocheo Nathan conscripta. Una nuova concordanza ebraica
fu stampata dal frate minore Mario de Calasio. Egli prende come
base quella di Mardocheo Nathan, ma dà anche la concordanza dei
vocaboli aramaici di Esdra e Daniele, indicando le radici e le affinità
lessicali dei termini ebraici biblici con i corrispondenti aramaici, si-
riaci, arabi e aggiungendovi la rispettiva traduzione latina. e le va-
rianti della volgata e del greco dei Settanta. L'opera impegnò il de
Calasio per 40 anni assieme ad altri collaboratori e fu pubblicata do~
po la sua morte per iniziativa del papa nel 1621 ~1622 a Roma èon il
titolo Concordantiae sacrorum bìbliorum hebraicorum in quattro vo-
lumi. È stata riedita a Colonia nel 1646 e a. Roma nel 1657. Anch&
Giovanni Buxtorf lavorò alla preparaziòne di una concordanza'
ebraica che fu portata a termine e pubblicata dal figlio a Basilea nei
1632. Anche qu~sta prende come bàsel'opera di Mardocheo Nathan;'i
con l'aggiunta di nuovi vocaboli. e la citazione ordinata e· sistematica. t\
del~e genealogie lessicali. Un'edizione riassuntiva della concordania''~
di Buxtorf è stata pubblicata a Wittenberg n.el 1653 con ilt~tolo M~~i;~
nuale concordantiarum hebraeo-biblicarum. i~
Sul modello della concordanza ebraica e latina Konrad Kirchet·;·j(i
di Augsburg elaborò una complicata concordanza biblica sulla ver;(:"
sione greca dei Settanta, dove dispose in ordine alfabetico i vocaboAA·
ebraici e le rispettive varie traduzioni greche ricorrenti nella Bibb(
con i passi relativi. A questo aggiunse un indice alfabetico dei voc~~
boli greci con i passi biblici corrispondenti. Il lavoro fu pubblica~o ·
Francoforte sul Meno in due voluminel 1607. Quasi ci!lquant'anp.;
prima nel 1546 Sisto Birken, Sixtus Betulius, compaesano del . ·
cher, aveva dato alle stampe la sua concordanza greca nel NT,.doy(
i vocaboli e alcune particelle greche, disposti in ordine alfabetic:P.
sono accomRagnati dalla traduzione latina. Le referenze biblicJ:i~
limitano ai capitoli. La divisione in versetti di R. Estienne compari
qualche anno dopo. Il figlio del celebre editore tipografo parigi
pubblicò a Basilea n.el 1594 quello che era stato un progetto del
dre, le Concordantiae Testamenti Novi graeco-latinae. Quest'()pe
rimasta anonima, completa quella del Birken' Essa è stata ried·
nel 1600 con un supplemento di Roberto Olivo Estienne nelJfr
Erasmo Schmid; che criticò la concordanza pubblicata da E. Estf
ne, preparò un'altra stampata a Wittenberg nel 1638;

60
>>·)_-t_·,;~ :>-:·:·.:~:.' _.:. ; _', ' .· ..-·~
,?f0 :'.'JD1zmnan enciclopedie e sussidi storico-geografici
i:~:B:~~;;:):K~~--7:~ ,:·,.,-:_;,i.- '

,,C:;.\Iisleicòdìd manoscritti il testo biblico è spesso preceduto da tavo-


'1èjrrneìtloI1iche e sintesi degli argomenti che preludono ai manuali di
n:t(fifoi?tlii.one eai giossari o dizionari biblici. Un esempio di queste
~µìzioµi..si::ha·~ella Bibbia latina cum tabula alphabetica et concor-
;;~~'ii~i(l.~i~gufor~m locorum di Pierangelo di Monte Ulmo, pubblica-
t~é&c~~ètÌe~i~ nel 1492 e 1501. Una raccolta di spiegazioni dei singoli
~i~f#tifli:disp()sti in ordine alfabetico erano già le Ethymologiae di Isi-
:V~pfg,~éli·Siviglia che si trovano in tutte le biblioteche medievali e che
ifp.~Q:IiQ·.'.riprodotte in seguito nell.e edizioni a stampa:. Un. vecchio
·:/'l'Osia~io bibljèo attribuito a un vescovo gotico, rimaneggiato e rin-
, .· _. 9#els~cofo,X:II fu stampato a Milano riel)476. Altri compen-
':i~~i~:~\~sé gei predicatori degli ordini inendic~nti furono composti sul
.t!i,i()~~IJ.9.i;delle Derivationes.maiore.s di Uguccione del XIII secolo,
f · ~µ•çptboliçon qel:domenicano Giovanni Balbi, De origine etsi-
, .<i,tiQ,'IJ;e quq.rundam dictionum quae saepe inveniuntur in Biblia,
. )ito a Magonza nel 1460 e poi a Augsburg {Augusta) nel 1469.
•:·· ·: .. '"'t$o deLXV secolo c'è un'esplosione di vecchi e nuov:i dizionari
i·:'!:t1Pt°9qt:µaribiblici, che vengono diffusi grazie alla stampa. Tra i nuo-
. · • Ù:ò' menzionare -,il .Vocabularium ecclesiasticum di Giovanni
:•4~':Fòrtis di Savona, pubbiicato la prima volta a Milano nel
pgitief1489,_epiù volte in seguito aVenezianell503_e aMa-
::~ 4uesto si d~ve aggiungere H Vqcabularius btéviloquus di
'11,i:lleùchlin, stampato nel .1482 e nel 1501 a Basilea·, Tra i
J~'tontqari })iblici un vero best~seller è il Mammotrectus (o
.,, ;tbji) sùperBibliam del frate minore Marchesini da Reg-
t~J'21. Il sottotitolo Dzctionanum, .vocabulorum bibliorum
y_ecu.rn.prP_latio accentliS et significatjo a Ge_nesi usque ad
.szm, J?redsa ·il contenuto e il metodo. di questo libro di ini-
~;pjbl~~a~ .c:hiamato. appunto «lattante della Bibbia». Esso eb-
~i/tÌenta ed!zioni neli;arco di un secolo daL1470 in poi. Nel
· · ,()-r;y,e 11.n ·riassunto del MammotrecttJ.s tradotto initaliano.
,~oliXVI-XVIlcontinuano a essere-prodotti e stampati i
~on<ip il modello dei glossari in cui sono spiegate le sin-
- .~HaJ3il?bia. Verso lafinedelXVII secolo Richard Si~
'n;c()nforiders1 con il celebre critito di Dieppe, fa pubbli-
rpi::"Dietionnaire de laBible; ill'cui, 'come dìce il sottotito-
}e~atiin senso letterale storico tutti i nomi propri dell' AT
r;·1:~:;p9p~.i:a, colflparsa a Lipnenel,16,93, fu in ~egùito riedita
~~?j.llàugtirando la serie dei celebri dizionari biblici francesi .
.~·:. . '"

61
Nell'ambiente protestante Giovanni Enrico Alstedt (1588~1638)
aveva pubblicato nel 1625 un'enciclopedia biblica per provare che
tutte le scienze e le arti possono trovare il loro fondamento nella sa-
cra Scrittura.
Per l'ambiente italiano si può menzionare l'opera del teati110
Luigi Novarino (o Novarini) di Verona (1594~1650) dal.titolo Sacro-
rum electorum in cinque grossi volumi, pubblicati a Milano neU646.
È una specie di enciclopedia biblica preceduta da un'altra dello. stes-
so genere stampata a Lione nel 1635 con il titolo Schedillsniatasa-
croprofana. Ai lavori del Novarini può essere accostàta: l'opera ili<
tre volumi dell'oratoriano Fortunato Scacchi di Ancona dal titol6
esotico Sacrorum elaeochris,,:,,aton Myfothecia o Thesaurus atdiquig;
tatum sacroprofanarum, s1:ampataa Roma nel 1645 e più volte in sé-';
guito. In questo contesto di studi e òpere erudite per la conoscen#•.
dell'ambiente ebraico sotto il profilo letterario può essere nierizio"O;
natà la Bibliotheca magna rabbinica in quattro volumi di Giulio Bai>'.
tolocci (1613-1687), completata da Carlo <;Jiuseppe Imbonatie pub'";)
blicata postuma a Roma nel 1675-1694, in cui sono illustrati in orciif~
ne alfabetico· gli scrittori e scritti ebraici. ·. \;.;ij
I sussidi storico-geografici classici relativi all'ambiente biblièit)•i~
per tutto il medioevo restano le opere di Giuseppe Flavio ejlLibe~L;
de situ et nominibus locorumhebraicorum di Girolamo, traduzio~e.j~
dell'Onomasticon di Eusebio di Cesarea. Un'edizione. dell'Onomtik~
sticon con note e commento è stata stampata da_ Giacomo Bontfè _,,
come appendice al commento dei libri di Giosuè, Giudici e Ruf
Parigi 1631. La prima .edizione stampata delle opere di Giuse
Flavio, tradotte in latino, è quella J. Schiissler ad Augusta, l 47Q.
il manuale storico di gran lunga più citato n.ell'epoca, medi.eval~~­
cosiddetta Historia scholastica di Pietro Comestcir deL XILsec·
Con una specie di parafrasi àllegòrlco-moral(! dei Iibdsti:iricl
I' AT si ricostruisce la storia del inondo dalla: treàzione fino al rii
rio dei santi Pietro e Pa:ofo a Roma. La prima edizione a statti
del 1471, fino all'edizione del1699 di Madrid, riprodotta nella·
trologia latina del Migne. '
Altra fcmte ampiamente sfruttata fino al secolo XVI per fa c
scenza geografica della Palestina è la Desàiptio terrae sanctii:è
domenicano Burchard o Brocardo (o Burcardo) di monte .Si©
Sassonia, che fa una relazione dei luoghi biblici sulla base deH
decennale permanenza iri Pàlestìna sul finire delperiodo cr9ç~
XII secolo. 11 Il testo del Burchard è riportato nel Rudimenturrf

11 S. DE SANDoi.r, ltinera Hierosolymitana crucesignittorum (saec. xri2xì:If


Jerusalem 1984.

62
:'f:_:Y:.
' ' ,_ist<Ifl).pato àLubecca nel1475, con una carta della Palestina e
~~1}tàdbGerusa}emme,Alla stessafonteattinge il Prologus ar-
, :isii:imappamTerraesanctae di Hertnann Sina,Lubecca 1480;
:;\:f~·LJ,nà;'documentazione di prima mano invece è l' E vagato rum di
;:i;?~1i;ee,f'abbri (Schimdt) di Zurigo che raccoglie le descrizioni della
';~*1~stina e dei luoghi dell'Egitto e Arabia visitati invarie peregrina-
;;.ti9ìn;apartire dal 1480. Ma inquesto campo dei sussidibiblìd per la
\. e9#si~~~fuàde1Faìnbiente e della terra di Palestina it primato spetta
>;''~;i~f~1:1·cescani, che, grazie alla custodia di Terra satita; dispongono
(·j~~,;g~aJ?nt~.diinformazione costante e diretta. Si distinguono tra le
c/f),~éi-~sra:D1pate nei secoJi,XVI-XVIlquelladel veneziano Francesco
·'·' ,.,/an()r(i450.:l529);chefu perdue volte.custode di Terra santa e
<•··, , .:-:~i.JiTrattato di Terra santa; stampato a Venezia nel 1524;:12 e
't"''.ii~ll~'cl'i!Betnàrdino da Gallipoli, che come frutto della sua penna-
!!; ·.·:<ìÌfTètra santa; 1596, scrisse il Trattato delle piante e immagini
bii,fédifici di Terra santa secondo lé regole delia prospettiva et
'.}lta;délla loro grandezza, Roma 1609: 13 Si può menzionare
·t1ifvofodi Francesco Quaresmio Elucidatio terrae sanctae; in
liìriu,',Anversa 1639, Venezia 1880-1881, e la Bi.storia chrono-
!/i'#:;ìlh']ffdVìnciàdéSyria e Terra santa di Giovanni di Calaorra,
iJ!ilìjit?.-Vertezìa 1694'. 14 Di carattere più propnamente stoti-
'.h: ~~rio fotrattaziòni di Arias Montano sulle Antichità giu~
>$entenel terZo'vòlume di apparato·delfapoliglottadi An-
\ui'stessci Montano pubblfoò a parteAntiquitatum judaz-
{JX; Leida 1593. Anche Giovanni Stefano Menochio di
'~r~ì>~rilsUobtevecòinmenfo letterale a tutta la Scrittu-
el'un
~- (~
trattato De republica Hebraeorum libri VIII; Parigi

)pi#c()mpldta a questo riguard() è quella del francese sa~


:b~ff'(:l'.599~1667),
.._.·. ...
:1.f'.,{~:-:-; ··.· ,' .. .
frutto di vent'anni di.ricerche e pribbli~

.~-;~~o,trattato di]erra Santa e.dell'Oriente, a cura di G. Golubovich,


.
~ :;;t~·-~· ;i;: :.:.. •, ·.: ! :·· .. ·•.- ·. .• '• . . . ' . ' .

"hn:einglese a ciìia·di T, Bellorin:i,E: Hoade, Jerusaiem.1953; BERNAR-


_,peregriiuJr:iorwa Gerusalemme, (1492), a cura di V. C<irbo, in Custo-
, t~)~4:l-~842, Geriisal~mme J951, 207~257. ·. . . . . · . . ·
'relate le opere.più volte tradotte e ristampate di CH. voNADRicHoM
.('fhèàtrum Terrae Sànctàe et biblicarum historiarum cum tabulis geo-
. J:!iae 190; J:Jreve d,escrittione della città di Gerusalemme nell'età di Chri-
·~:;Q~p:ovà 1882. Sul pellegrinaggi in Terra Santa e relativa bibliogra-
}iJcH1'; BibliOtheca geographiéa Palestinae, Berlino 1890; con supple-
'Antl);an; Gerusalemme 1964.

63
cato la prima volta a Caen nel 1646 con il titolo Geographiae sai.:rae
pars prior et pars altera, dove si ricostruiscela geografia biblica es-
senzialmente su base filologica. Dello stesso autore è una seconda
opera intitolata Hierozoicon sive de animalibus sanctaeScripturae ìn
due volumi, pubblicati a Londra 1663. L'intera opera di Bochart è
stata riedita a Leida nel 1675.

8. Manuali di introduzione ed ermeneutica biblica


L'introduzione alla Bibbia come scienza distinta nasce nell'epo-
ca moderna. Nel periodo medievale si prémettono alla lettura e stu-
dio della Bibbia alcune informazioni relative all'.origine dei libri bi-
blici come erano state tramandate sull'autorità di san Girolamo,
Agostino e Cassiodoro. Gli esegeti medievali fanno precedere aiJ07
ro commenti dei prologhi che si richiamanoad a_lcuneinformazio11i .>~
tradizionali e ai criteri interpretativi, Le prime Bibbie stampate suL.
modello dei codici manoscritti riproducono (prologhi di.san Girola7/..
mo con il commento di Guglielmo Brito ele annotazioni di Paolo di .
'Burgos.
•.{.
La prima vera introduzione biblica stampata è l'opera di Sisto d;:t .!
Siena nota come Bibliotheca sancta, Venezia 1566, ristampata in se" ;~
guito fino all'edizione di Napoli del 1742. Per la verità già l'umanisté!i;·~
fiorentino Gianozzo Manetti (1396-1459) aveva abbozzato nel sµtj'.C{
Apologetico in cinque ·libri un'introduzione·alla Bibbia: sulla ba~çs~
della tradizione rabbinica e cristiana: l. I libri del canone ebraiso;)Ji.~
IV. La storia e il valore delle traduzioni della Bibbia;V. Criteridi·4
traduzione per i testi biblici. L'opéra delManett~, rimàsta medita,.'è:~
condizionata dalla polemica suscitata dalla sua nuova traduzione cf
salmi dall'ebraico in latino. 15 Più sistematica e di maggior peso. p
l'influsso esercitato è il lavoro di Sisto, nato a Siena nel Ì520,e mor,
a Genova nel 1569. Di origine ebraica Sisto si fece cristiano e religi .
so francescano. Ma abbandonò l'ordine e la fede cristiana incapp
do così nel.le maglie del santo Uffizio;.ma si convertì in extremisg•,'
quindi passò all'ordine dei domenicani, dedicandosi allo studio,
blico e alla predicazione. Nella sua Bibliotheca sancta, in otto li
tratta in modo organico fa questiOriedelJiumero, divisione'e a4t().
tà e argomento dei libri biblici (I); per la prima volta siintroçlucé'.

15 GAROFALO, Gli umanisti italiani e la Bibbia, 354-365:

64
' i·~f91Iy:,tra}ibn protocanonici, deuterocanonici.e apocrifi; pre-
., ~'1.i'itrdiìnordine alfabetico inomi di personaggi e realtà, testi e
~i'; cìta.tr nella Bibbia (II); illustra poi i vari modi di interpretare
\ii!ft,'test(:; biblico, i vari sensi della Scrittura (III). Questo libro, che
5:~.f~~ta/.qell'eimeneutica, Ars interpretandi sacras Scripturas absolutis-
,·~ii119• è stato stampato anche come volume separato, Colonia 1575 .
.-~~lqùartolibto dà un elenco in ordine alfabetico degliesegeti catto-
o:Ii~1~~d.: ebrei; seguono le.annotazioni e relative note critiche ai passi
··.·· · ?i\.T.(V) e NT (VI), e quindi le eresie contro le Scritture, NT
)FWI' (VIII) .
.'ajJaseconda metà del XVI secolo si moltiplicano le introduzio-
~'Bibbianella forma dei Prolegomena e delle trattazioni gene-
, ,. Ùll(l;Bibbia; Tra i primi si possono ricordare i Proleg01p.ena di
~~Ni~io!(j:·S.erario (.1555~1609), di Alfonso Salmeron (1514-1585). Tra
)ta.iioni sistematiche più generali sono da menzionare per l'am~
~)taliano in ordine cronologico le due opere di Sante Pagnino
ies seu lntroductionis ad sacras Scripturas liber unus, Lione
1528; ele 1sagogae ad sacras Litteras et ad mysticos Scripturae
?.LloneJ536, Colonia 1543.Dicaratterepiù teologico è l'ope-
·, mbrogio Catarino, Politti Lancellotto, maestro di Sisto da
'iintitolata Claves duae ad aperiendas intelligendasque sacras
ra;s.;Lione 1543. Notevole è anche l'opera dell'insigne predi-
-~r':Cornelio .Musso De divina Scriptura, Venezia 1585, 1587.
~.tlN'eijJ'.&mbito della Riforma merita di essere segnalata 1'opera erme-
?'·',, :é'à... biblica. del celebre teologo e polemista FlaCius Illyricus
,·~575), pubblicata a Basilea in due volumi nel 1567 con il titolo
3Jcripturae sacrae seu de sermone sacrarum Litterarum.
'if.:prefazione di B. Walton, stampata nel primo volume della
,hadiLondra 1654, in cui si tratta delle lingue bibliche, delle
qilionre traduzioni della Bibbia. è stata pubblicata anche co-
. fa: separata con il titolo Apparatus chronologicoctopographi-
"lologicus; aZurigo nel 1673. È unavera e propria introduzfo.,
'}pr~lude ai lavori di Richard Simon, il quale alla fine del XVIl
· j;1,ibblica le sue Histoire critique dell'AT (1678) e del NT
:'.·.ifrelle versioni del NT (1690) e dei principali commentatori
FTf993).
pqsì.Zibni polemiche di Simon verso fa tradizione e in alcuni
)cali nelle ipotesi di critica letteraria e.storica provocano una
il~ di rigetto e il suo lavoro non ebbe immediatamente seguito
In
p!.':qeglì.afilbìenti cattolici, ognì caso gli studi e i lavori di
·,;~~ttèraria dell'irrequieto esegeta francese inaugurarono una

65
fase::degli studi biblici, che, attraverso i necessari confronti.e depu-
razìoni, fanno maturare il metodo esegetico storico-critico mo-
dèrno.

9. I commentari biblici
Due sussidi essenziali per la lettura del testo biblico erano a di-'
sposizione di docenti e studenti nell'epoca medievale: la glossa e le
postillae. La prima distinta in glossa marginale e interlineare risale ad
Anselmo di Laon; dal 1220 viene chiamata glossa ordinaria e attri-
buita a Valfrido Strabone. Il testo biblico collocato al centro della
pagina viene commentato con annotazioni poste al margine o tra le
righe con spiegazioni desunte dai padri, da Girolamo, Agostino,
Gregorio Magno fino a Isidoro di Siviglia, e dai commentatori mec
dievali Beda e Cassiodoro. La postilla invece è un commento rapido
a tutta la Bibbia che risale al francescano Nicola di Lira, in Normam·
dia, dei secoli XIII~XIV.
Essa fu integrata in seguito con le additiones di un convertito
dall'ebraismo, Paolo vescovo di Burgos, secolo XIV-XV, La Postilla;,
di Nicola di Lira privilegia il senso letterale. La Glossa invece faleva;:
sui quattro sensi della Scrittura elaborati dalla tradizione medievale/
Questi sussidi medievali per la lettura e la comprensione del testo bi~)
blico furono riprodotti in alcune edizioni della Bibbia a stampa fin(jJ,
oltre il secolo XVII. f;

Un nuovo orientamento nella produzione .dei commenti bibli~ii~


trae origine dal rinnovato interesse per i testi originali promosso dai±:,
l'umanesimo. Erasmo di Rotterdam, accanto all'edizione critica d6f;
NT 1516, con le relative note, prepara anche un commento ai test!J
del NT, esclusa l'Apocalisse, le Paraphrases, 1517-1524. Egli si pr?~
pone di risolvere e spiegare le oscurità del testo originale per q.)f~
glierne il messaggio nella sua essenzialità. Nelle sue parafrasi atN';f:;;
più che nei commenti ad alcuni libri deU'AT, l'umanista di Rot~e:r,~[)
dam è fedek al suo metodo già annunciato nella prefazione alle 44~
notationes di L. Valla, 1505, e puntualizzato nella sua Ratio pery;~~
niendi ad veram theologiam del 1518. Egli sostiene la necessità:.';~~
fondare sul significato letterale e grammaticale del testo biblico ia~ri~
cerca del senso teologico e spirituale. . \ tj:ij~
In questa linea esegetica, che fa leva sulla valorizzazione del.(~~
sto biblico originale, si colloca anche Giacomo Lefèvre di Étap · ·
chiamato Faber Stabulensis{l450-1536). Il nuovo indirizzo delL
vre si intuisce già dalla sua iniziativa di preparare un'edizione p

66
_7gl~(ta. de1s.~lmi in cinque versfoni; Parigi 1509, a. cui fanno seguito i
·;,;fifilii1J(entariiinPauliepistulas, Parigi 1512, èd edizione incompleta
~~2,~enez~a·l533; i Conimentariiinitiatorii·in quatuor evangelia, Parigi
;":j1522} ei çominentarii in epistulas catholicas, Basilea 1527. Prima di
·P'~~sar:eagli studi biblici il Lefèvre aveva coltivatogli studi umanisti-
.<c,Lcurando l'edizione di alcune opere di Aristotele e dei padri, non-
}~~~;<;Ii alcuni scrittori medievali .. Il contatto con alcuni umanisti ita-
ifli*µi;:lv.[areilio Ficino e Pico della Mirandola; durante un viaggio in
6}ta1j~·neL1492, confermarono l'orientamento religioso biblico dello
::~fi1(l.ioso francese; In contrasto con il metodo di lettura moralistica e
~;~~~iaggìnosa della Bibbia invoga nel suo tempo, il Lefèvre punta al-
·.~<f3ìfiC~tca del senso teologico e spirituale del testo sulla base del cri-
~~~~tfo.,èhe là Scrittura va interpretata con la Scrittura, alla luce,di Cri-
~~\~1tj!iper sçoprireJ'intenzioiie .unitaria del suo autore diviho. 16
j;§;Tug~~~NeWarnbiente della Riforma nel secolo XVI, sulla base del prin-
. ' ~ò~;~~S()laSèriptura» e con l'impulso degli·stùdi filologici promossi
: , .. ) '~\J,ÌÌ1.anesimo; si affermano i 'commenti teologico~spirituali di M.
:i;lt~teio:~;quelli più aderenti al testo biblico di Calvino. Più eruditi e
"' ;, • 'Watici sono icommentarii di WolfangMenzel, Musculus (1497-
0

• 1à:quasitutti i libri biblici del NT e ai salmi, pubblicati a Basi-


si
·<èJ:Ià·~tessa linea collocano quelli di Martino Butzer, Bucerus
::1?5J)a diversi libridell'ATe-NT, pubblicati a Strasburgo e
e~>;'Affine a!Bucerus, aFqùale è associato anche per le vicende
c§.fr~ligiose personali, è l'opera di Pietro Martire Vermigli
()iJp62);. Dopo il suo passaggio alla riforma il Vennigli, accanto
··· .e~~-Jeologiche, produsse diversi commenti ai libri del NT e
g;:.., .
.rilf?nipo:r;aneamente nell'ambiente cattolico .e più particolar~
''ili~1co.ntestoitaliano vedono la luce i commenti hibliciche ri-
D~-~(1~11'.influsso degli studi umanistici. Tra quesfrsi segnalano
ifçJ;,mJiienti delciomeniçano Tommaso de Vio, detto dal suo
.·· "1 .ri;:J,~citaCaietano (146S-1534). Dopo vari incarichi nel suo
.fe@ssiorii diplomatiche, il Caietalio si dedicò agli studi bi~
:..9IJ:l.~'e con Ja consulenza diesperti .nella lingua greca ed
~l:>.t:eParòJa.traduzione e il coni1I1entq a .quasi tutti i libri del-
'~'~pµbblicati a Romaoea Padgi trail 1527,e 1534. Il:com-
·~:J::aietaIJ,o, .aderente al testo biblico,. va cqntro l'indirizzo

EDOUELLE, Lefevred' Étaples et l'intelligence des Ecritures, Ginevra 1976,


·.,'.':R';'.'STAUFFER;·«Lefèvre d~Étaples, artisan ou spectateur de la Refor-
.;Jntctprètes de la Bible, 11~29.

67
prevalente nell'esegesi tradizionale del suo tempo. È comprensibile
perciò la reazione critica di cui si fa portavoce il confratello Lancel-
lotto Politi, noto con il nome di religione Ambrogio Catarino (1487-
1553). Anche quest'ultimo preparò alcuni commenti ai testi biblici
con intento teologico controversistico: le Lettere di Paolo e cattoli-
che, pubblicate a Venezia nel 1551.
In questo contesto possono essere menzionati i commentari bi-
blici di alcuni esegeti italiani che parteciparono ai lavori del concilio
di Trento. Cornelio Musso (1510-1574), celebre e precoce predica-
tore, ha commentato tutte le Lettere di Paolo, pubblicate a Venezia
nel 1588. L'agostiniano Girolamo Seripando (1492-1563}, accanto ai
lavori teologici e controversistici, preparò un commento alle Lettere
di Paolo ai Galati e ai Romani, pubblicato il primo ad Anversa nel
1567 e Venezia nel 1569, e il secondo a Napoli nel 1601. Il benedetti~
no Taddeo Cucchi da Chiari, noto come Isidoro Clario(1495-1555),
esperto grecista ed ebraista, morto come vescovo di Foligno, oltre
all'edizione critica della Bibbia latina, curò l'edizione del Cantico
dei cantici e il NT con alcune annotazioni, pubblicate rispèttivamen~
te a Vienna riel 1544 e a Venezia nel 1541. Di carattere più teologic0
e controversistico sono i commenti biblici del vescovo di Chioggia,
Giacomo.Nacchiante (1500, 1569), stampati a Venezia 1567, e del;
veneziano Luigi Lippomano (1500, 1559}, il quale raccolse attorni:)
ai testi biblici dell 'AT i commenti deglì autori tradizionali corredaM'.
doli di osservazioni proprie sul testo ebraico. Il volume su Genesi;
Esodo e Salmi del Lippomano furono pubblicati a Parigi nel 1546,.~·
nel 1550 e poi a Roma nel 1585 .17 In questo contesto possono esséf,~~
ricordate altre opere di carattere biblico, in particolare i comniéiìti
ai salmi di Roberto Bellarmìno (1542-1621), pubblicato aRomari~f
1611 con il titolo In omnes Psalmos dilucida explicatio, riedito ptWi
volte in seguito. .. '~%
Nel panorama dei contributi italiani ai commentari biblici I1èil~
seconda metà del secolo XVI e nella prima metà del seguente ~i'dt'.
stinguono due nomi: quello del teatino Antonio Agelli o Agel..
(1532-1608) e quello del gesuita Giovanni Stefano Menochio (15
1655). Il primo fu membro delle varie commissioni romane che p ·
pararono l'edizione critica della versione greca della Bibbia,SettilIJ;l)
ta, e della Volgata. Dell'Agelli è il celebre e apprezzato Comménf~
:..;~~~;

. 17 A. VACCARI,
·'.'iii
«Esegesi ed esegeti al concilio di Trento», in Bib 27(1946J~.3~I

:: I
,;rJ#tf.t:;tin\Jts.almos et Cantica, pubblicatoaRoma nell606 e in seguito
i{~~C%91oriia>t607e aPariginell61l; Il nome di Menochioèlegato alla
;"ifJ/r~vfs1explicdtio litteralis totius.·sacrae Scripturae ex optimis quibu-
'i.q'fi.~·,auctoribusper epitomen collecta, un vero best-seller; dell'epoca,
: stampata 'dapprima a Bologna nel1630 e 1659 e poi adAnversa: 1679
;.,eç~}lo.1òne 1683, 1697. Discepolo dell' Agelli è il teatino Michele Ghi-
• $1é~i·(1564~1646), che ha fatto un commento al Cantico dei cantici e
:.:*l'·1ib1p:'çlelprofeta Geremia, pubblicati il primo a Roma nel 1609 e
:'~gtca!•Jl;enezia nel 1613, Anversa 1614, Parigi 1618; il secondo aLio-
':'.ttèi:\nél 1613.
•:~~'.sf,.,;rra>i commentari biblici di questo periodo hanno un posto di
§lB.~.~~trgiqgliautorispagnoli rappresentanti del secolo d'oro dell'ese-
~{'" · .;~atfolica. 18 Apre la serie il fecondissimo ed erudito Alolls© o Al-
L , (j;':fostàdo (1400-1455), nominato da Nicolò V veséovo di Avila,
\•yq~i~:frt'atoperciò l'Abulensis. Docente di filosofia e teologia a Sala:-
~:{m•f1nc~;:ib']?ostado ha coIÌlmentato quasi tutti i libri della Bibbia dal
· ·.· 1·1449. La sua opera biblica è stata stampata a Venezia nel
'·03inJ3volumi e poi in 16nel 1596 e in 22 nel1616.·Fanno
:;fèoIIrinentari prodotti nel corso del XVI-XVII secolo dai ce-
J~geti gesuiti spagnoli, tra i quali si distingue in ordine crono-
:':31\pòmpagno dLignazio di Loyola, Alfonso Salmeron (1514-
j~t;ch~·.pariecipò ai lavori del concilio di Trento einsegnò a Na-
. Ve ebbe tra i suoi discepoliilfuturo cardinale Carqfa; ilSal~
:.·~.r,accolto il frutto di 40 anni di predicazione nei-Commenta-
•; 'gelicam historiam in 16 volumi· editi a Madrid nel 1598-
oia•C;olònfa nel 1602-1612. Contemporaneo e confratello
:~ton è Giovanni Maldoilado (1534-1583), docente di filoso-
·6gìa aRoma e poi a Parigi. Egli.ha lasciato i. Commentarii ai
;arigeli; editi la primà volta a Pont-à~Mousson, in Francia,
-.:~)Ppi aVenezia nel 1S97 e l606e a Btescianel 1598; i Com-
:'àr.profeti, Geremia, Ezechiele, Baruc e Daniele e ad altri
'i~A.'.f pub_blicatia Lione nel 1609 e a Parigi nel 1643. Nello
·_:odo msegna a Roma Francesco Toledo (1532-1596), che
#;,commento al Vangelo di Giovanni, pubblicato .in varie
<\!R:~ìn:a; di: cui la prima nel 1598, e un commento alla 4tte-
'..~~iµyedl.to a Roma nel 1602, e al Vangelo di Luca, stampa~
-~)ira<riel 1611 ..

~lffi, «Th~ Bible in the Roinan Catholic Ch.urch from Trerit tè> the
°/(',::\in]he Cambridge History of the. Bible, 3,213-217,

69
Più impegnativo e ampio è il contributo di Benedetto Pereyra
(1535-1610). Tra i suoi commentari si diStingue quello allibro della
Genesi in quattro volumi, pubblicato a Roma nél 1591 e nel 1595;
riedito nel 1685, e in seguito a Lìone e Colonia; un commento a Da~
niele in 16 volumi, stampato a Roma nel 1587, riedito a Lione nel
1588 e ad Anversa nel 1594. Dello stesso autore sono state pubblica'-
te in più edizioni· alcune dissertazioni relative al Libro dell'Esodo,
alla Lettera ai Romani e all'Apocalisse, Venezia 1608. Tra gliesege.,
ti spagnoli della compagnia di Gesù che lavorano a Roma è Manuele
Sa (1530-1596), chiamato da Pio V a far parte della commissione di
studio per l'edizìone critica della versione greca dei Settanta. Il Sa'
ha lasciato dei brevi commenti ai Vangeli, pubblicati ad Anversa ne!\;
1598 e a Lione nel 1620, e un commento essenziale e preciso a tuttl}i.;
la Bibbia, edito la prima volta ad Anversa 1598 e poi a Colonia net:4
1610. ... ::·~.
In questa serie dei biblisti spagnoli può essere menzionata l'ape~;\
ra di Francesco Rivera (1537-1591), docente di. Scrittura a Salamart2;;~
ca, il quale privilegia il senso letterale del testo biblico nei suoi còm~'.J~
menti ai dodici profeti minori, pubblicati a Salamanca nel 1587 e 'if.l'
1598, e poi a Colonia nel 1593. Di lui resta anche un commento
lApocalisse edito a Salamanca nel 1591; uncommento. allaLett
agli Ebrei, pubblicato a Salamanca nel 1598, e al Vangelo di Gi
vanni, stampato a Lione nel 1623.
Non si può chiudere la rassegna degli esegeti spagnoli sep
menzionare l'opera dì Benedetto Arias Montano (1527-1598)\j:·
quale, oltre ai bennotìlavori di traduzione e. introduzione allaj:f ·.
glotta di Anversa, preparò diversi commenti.ai libri biblici dell'A ·
NT; tra questi sì possono segnalare i Commentaria in duodeci111.•
phetas, stampati ad Anversa nel 1571 e poi nel 1582; i commeiI
quattro Vangeli e agli Atti degli apostoli, pubblicati rispettivaìn
ad Anversa nel 1575 e nel 1592; il commento al libro di Giosuè
quello di Isaia, ai primi venti salmi, editi ad Anversa nel 1583 ;
1593 e poi'nel 1599.
Alla serie degli esegeti della compagnia di Gesù che hanno
to alcuni validi strumenti per la lettura del testo biblico nei .
XVI e XVII si possono aggiungere due autori non spagnoli, if
cese Giacomo Bonfrère (1573-1642) e il tedesco NiColò\S
(1555-1609). Il primo si impone per l'equilibrio dei suoi comrtu~
libri dell' AT: Pentateuco, Giosuè, Giudici, Rut, Libri dei Re~;
Cronache, pubblicati dal 1625 al 1643 ad Anversa, a Parigi.e:
nai. Il secondo, preparato e colto sotto il profilo biblico ;e. stari

70
;'~@l~(;i'.1,gt~1vp~i:t,e della sua i;i.ttiyità di.docente aWiirzburg e i;i.Jv1a~
" · · · :99\ze,s()no,stati pu]Jblicatianche gran parte dei suoi eommen~
._ . ,..... coJ:I),Jil,ento alle Lettere ccattoliche; con.· introduzione? 1609,
:,~'(;)~ìy?is(>ll1111.~ntiailibri dell'AT: Giosuè, Giudici, Rut, Tobia,,Giu-
.,~!it,~ç/È~ter, i Libri dei. Maccabei, dei Re e delle Cronache,
{ff;;;·JM~~;9tdinç dei domenicani appartengono alcuni esegeti,) cui
>$$,n;ime11tisontribuisçono a completare il quadro dei sussidi biblici di
/g~~'~tB·=*~~()do. Ilprimo inprdine di tempo è il portoghese Girola-
.' Jéaster di Azambuia (1500·1563). L'Oleaster partecipa alcon-
:J~Jrento e svolge' diversi mcarichi nell'ordine dei domenicani.
!. ~4~ pryparazione biblica, che può contare sulla conoscenza
:·s,§.,~(;Iell'ebraico, .è_ documentata dai.suoi commentari bi]Jlid.,
~~i.a. qsl)o11a, nel 1556: .Commentaria inPentai~itchum, .ripub-
;Anv~r~anell568e a Lionenell586 e nel 1589;Jn Esaiam
'.§iria, starripatj a Parigi nel 1623 e nel 1658. DeUo stesso or-
;gqirlenieani è un altro esegeta portoghese che prende parte
ç)lea,s,t,er al concilio di Trento, Frànces,co Foreiro (1523-
~li~.~µaproduzione esegetica è s~ato-pubblicato a Venezia il
C><:t:~J>wfota, Jsaia nel 1563, inserito anchenella celebre col-
-_lìt{ç{Sacri. ,Ai biblisti dell'ordine dei predicatori di questo
,,RP.~~i~p,e a?che lo spagnolo Tommaso Malvenda (1566"
ç;~~i'tilizzaJa sua conoscenz~.dell'ebraico e del greco nell'o-
.,~~idnèoiiipì-uta: Com111entaria Ìn sacram·ScripiUram, editi
uone
':<)!uw·A ne1 1650.... ·,
'io es,ége'tico del secolo xvn, come appare neicom~
')'.i;~J?p~ese'lltativi, .tende ad _assumere la rigidità degli
JJ~qlogic~ sia nell'ambiente della Riforma comeili quel-
!:lj'è;s~gesi·_· di .Giovanni Ugo de ·Groot, detto_ Grotius
';;~'-~ncorata all'analiSi storièo-fifologica del testo biblico;
'.!J:u~lla d~U'ebraista_e teo1ogo· olandese Giovanni Cox,
:~!u~;(16ò3~1669). Ma in quest'ultimo si avverte già l'o~
~{~eds~irlente teologico. I commentari cattolici di questo
. fondandosi su una solida lettura storica e filologica del
'fi~ndono a irrigidirsi in una prospettiva controversistica
Ante. Rappresentanti di questo indirizzo. sono f com-
i T e NT del gesuita olandese Giacomo Tirino (1580-

i€;atia,d, Anversa in tre volumi nel 1632, e ripresi inse-


è.:edizionL;A:ltrettanto poderoso;ma teologicamente più
.Jfl#a:~acrq, cum com.mentariis del gesuita Giovanni Gor-
' ··4n ,-;in· tre volumi,·· stampata· aParigi nel 1632.
,)1Je.·l'opera.pil) rappresentativa di questo periodo è
:f~1:P-c:>J!le del gesuita belga Comelis Comelissen van den

71
Steen (1567-1637). Dopo il primo tirocinio come docente a Lovariiò,
il Cornelis, più noto nella forma latini:z:zata Cornelitis o Cornelio à
Lapìde, dal 1616 svolse gran parte della sua attività àRomanel èol~
legio romano. Cornelio a Lapide commentò tutti i libri del NT e
quelli dell'AT, esclusi Giobbe e i Salmi. I suoi commentarifurono
pubblicati nella città di Anversa dal 1614al 1645. Ilcommento à tut-
te le Lettere di Paolo è stato stampato ad Anversa nel 1614; ilcom~
mento agli Atti degli apostoli e alFApocalisse nel 1627; ai quattro
Vangeli nel 1639; il commento ai libri profetici dell' AT nel 1621~
1622; ai sapienziali nel 1635-1638; ai libri storici I1el 1616; al Penta~
teuco nel 1642-1645. L'opera di Cornelio a Lapide fu in Seguito ri-
stampata all'inizio del XVIII secolo a Venezia in 11 volumi, e piu
volte nel corso dello stesso secolo. La prolissità barocca e la tender}~
za moraleggiante non hanno impedito che i commentari di Cornelio
a Lapide siano stati uno degli strumenti esegetici più diffusi fino alle
soglie dell'epoca contemporanea. · ·.
Non si può concludere questa rassegna sugli strumenti e i sussidi.·•·
esegetici di questo periodo senza fare un cenno alla celebre collari~.·;
già meniionata i Critici sacri, stampata a Londra la prinìa voltai11!~>
volumi nel 1660. Una seconda edizione ìn 7 vòlumi comparve<~'~;
Francoforte nel 1695-1700 e una terza ad Amsterdam ancora in 9 VC>'-;fij
lumi nel 1698. Una sintesi dal titolo Synopsis criticorum aliorumqlfe.{:{
sacrae Scripturae interpretum, è stata edita in cinque volumi aLoµ~~~
dra nel 1669 e nel 1676, ristampata a Utrecht nel 1684enel1694, e.'ii;:{~
Francoforte nel 1678. Quest'opera è stata concepita come un;ìnt~tl~~
grazione alla Bibbia poliglotta di B. Waltcm. In essa. sono raccolti si~'.~
i commentari biblici più notevoli ai testi dell'AT e NT, sia i trattl,l.(i}~
teologici e filologici dei biblisti protestanti e cattolici più rinomat{,,~~
tra questi S. Miinster,L. Valla, F. Vatable, S, Castellio, L ClarioAitJ~
Dru~ius, U. Grozio,_1?· Erasmo,L. Cappel, A •.Masio, P. Fagius;G,~{;
Scaligero, A. Gentili. <{:;~~

10. Conclusioni
Al termine di questa ricerca storica circa l'uso della Bibbia al
'I
nizio dell'epoca moderna, si può fare un bilancio provvisorio te'!(
do conto che si tratta solo di un sondaggio attinente agli strume·
sussidi prodotti e adoperati per l'interpretazione e lo studio delt
biblico. Questo avrebbe bisogno di essere- conferirtato med(
un'analisi più dettagliata sui singoli settori o paragrafi ptesiincb'

72
f4~rii:zròne, Ma una lettura complessiva dei fenomeni consente di co-
i~\rè,i~;-~lcuf[etraiettorie o tendenze di maggior rilievo. Pur nella con-
;~~:ii:4ità;)tprjca, religiosa e culturale con l'epoca precedente, si av-
;f,§tif§''iiei secoli XV ~XVI una svolta decisiva favorita dalla conver-
;g~ìµa di più fattori .
./:.Jl primo tra questi, non solo per l'ambiente italiano, è il nuovo
:Jçlf,ri# culturale e religioso connesso con l'umanesimo e il rinasci-
ro~tito_. Questo ha un impatto sull'evoluzione degli Strumenti e sussi-
f'.~tf~efmriterpretazione e lo studio della Bibbia, molto più determi-
,~~~re <ihe la riforma protestante o la controriforma cattolica. Non è
:;Tc~stj'élJe che Erasmo di Rotterdam pubblichi le Adnotationes di Lo-
-~i#Ìlzoyalla e vi prenda lo spunto per la sua edizione critica del NT.
''.:~ij~::;~a svolta culturale ha coinciso; se si può parlare di coincidenze
U;tj~rd'P.r9cessi storici, con l'invenzione e la diffusione della stampa,
' " ,_ - a'. offerto il supporto non solo tecnico' ma anche l'opportunità
~:strumentazione per la lettura e lo studio del testo biblico.
*f#{,é•_;/llf~rVore di studi filologici sul testo'biblico originale, ebraico e
~t~~fQ' :siìnterseca con le prime edizioni critiche della Bibbia sfa nel-
-~µ.y•otiginali come nelle nuove versioni. A questafecondari-
a;;;Q:i;.gtrilmenti e di cultura biblici, hanno potuto attingere i mi-
- )~geti'dell'area cattolica ispano-italica. Quando questa coP
#;e~àurisce, si abbassa anche iUivello e la qualità della produ-
~biblica, Certamente in tale processo involutivo entra anche la
· nynte religiosa e istituzionale che contribuisce a creare quel-
·rnento dottrinale che sfocerà nel clima controversistico. In-
- ~e pconoscere che, nonostante l'intenzione originaria,· 1e
delconcilio tridentino hanno congelato gli studi biblici. Ne
la:Jissazione giuridica del testo ufficiale, identificato con
· e fatina «Vulgata». Ma gli strumenti e i sussidi elaborati e
>-J.J~lla stagione più feconda degli studi biblici per l'area ita-
itrera essere un documento storico, alimentano e orientano
~:~iblica«sommersa» che continua in forma sporadica anche
.oii' successivi.

73
3 .
~~~r~J; '~~~~so >delia Bibbia. nella liturgia
nei. secoli XV-XVII
;.{::}~}:tt~.:.;,; <
~Ji~:J~Jt.~}~;;:·21.·":::;~··.:~ dLHéginald Grégoire

~'~~~'.,;~·{;,' ..········'
:~>'-i>·"·· :::i_~~~~<·'.

·!~1:piol)l~ma rìguai:da più la liturgia che la Bibbia.1 La presenza


· ·.i<s~c;:ri.si avverte anche al di fuori.delle celebrazionilitur$iche
·_ .· ·e o irtdividualLin questo senso, Pepoca.in oggetto, che si
>con un intenso rinnovamento liturgico, prevalentementeat·
iJe' aglLsforzi. compiuti ·in vari .settorL cristiani dalla seconda
éFsec9IoXVI.ìn·poi, èanche·unperiodo «biblico». Occorre
,Ji~tare cheJaliturgia non è, per.sua natura, un mezzo di tra-
p~.deitesti s'acri; ma: essa ha assunto in modo crescente una
"Wl)il)Jica. Sullo sfondo storico della sistemazione e dell'ap-
t~~nto dottrinale effettuato, in. seguito al concilio di Trento .
§,3) shçapiscenieglio·larea.ItàdellaJiturgia·postconciliare;
'rr;ivo di. secoli di :prassi pastorale e di variinflussi cui~

èrite.;Ja Bibbia è procfamata, in sede liturgica, nella lin-


;delfa cbiesa romana:-illatino. 3 Ciò si verifica nellalitur-
f~he:'llei riti sac~all!-enta.IL Questo fenomeno lìnguistico è
aiise çhe allontanano: la parola di Dio dalla m~ntalità dei
:§~t:testhcaritati o letti·rirr:ùmgano· estraneiaLdinamisnio
·· O:ictistiaJio.Laformazione .dei_ chierici è orientata verso
eritq µiorale_e non.siispira direttamente aLsignificato
;_<]le éivitale, dei•··testisacri·-.medesimi .. L'etica accentua

;!:Ùn'a p}bifo~'r3fiaspecifica e adeguata; p6che·indicàziohi sileggono


· fQ.zy,of t~è BibJe; III,}'he We,stfrorri. the ~efotmfl!ii/n to thepre·
.(S;~;,Gteen~!a.d~. ça~bridge 1978. . . .. · ... .• . , . . . .
'§Af:r'ANp,6;1lculto criStùin'o in Occidente. Note storiche; Bibliothec
, i> ·fAtm:gicae», Subsidia 13, Roma 21984, 330-415.
JJj;·•Eitkrgie en langue vulgaire, le problème de la langue liturgique
éfQrrrz(/.teurs et au conci/e de Trente, Roma 1950;V. CoLErn, Paro·
·es'aje,-,,,,qyin:zeriti religiosi- tra latino. e volgare nell'Jtalia del Medioevo
>;,qasale Mqnferi:ato 1983·.

75
gli aspetti filosofici e si mostra poco sensibile alle tematiche scritturi~
stiche. La stessa situazione si avverte analogicamente a proposito
della mistica: più razionalismo individualista che contemplazione e
assimilazione al «mistero» del Cristo morto e risorto.
Malgrado queste deformazioni, dovute a una -insufficiente cono-
scenza dell'ermeneutica e dei generi letterari, la liturgia è rimasta il
principale canale di informazione generale e di.formazione divulga-
tiva biblica. Tuttavia, nella sfera liturgica non si nota una rottura fra
commento scientifico e interpretazione religiosa o ascetica: le due
problematiche non si escludono, ma corrispondono a determinate
esigenze iscritte nel fenomeno stesso della rivelazione e dell'incarna- •
zione. Questa fenomenologia si avverte in tutte le confessioni cri-/
stiane, che intendono rimanere fedeli al nucleo dottrinale della sto~,
ria della salvezza, sempre attuale e sempre nuovo nel suo significa~Of;i
didattico e profetico. ·~
Nel basso medioevo, la sacra Scrittura conserva il suo ruolo, già't
affermato nei secoli precedenti. L'esame dei libri liturgici lo prova.~i#
il breviario e il messale comprendono molti testi biblici. La comu~i~i~~
tà cristiana è ormai abituata a sentire; nella liturgia della Parola (talAi~
volta denominata «liturgia didattica»), un campionario limitato df~i
estratti di libri dell'Antico e del Nuovo Testamento. La liturgia eu~f
caristica (o «liturgia sacrificale») presenta uno schema fisso, ripetutq~
ogni anno secondo lo svolgimento dell'anno liturgico, in funzione/
una formazione catechetica e moraleggiante. Le tradizioni fissa'
nell'alto medioevo (alcune di queste risalgono all'antichità patrls
ca, se non addirittura alle prime generazioni cristiane) sussiSto
anche con l'adozione del messale francescano della curia, nelsec
XIV. Si leggono le Lettere di s. Paolo secondo l'ordine del can
biblico; la scelta dei brani dell'Antico Testamento è ancora qU.è
usata in precedenza, e per i Vangeli la distribuzione romana dell'f
zio del medioevo non subisce cambiamenti. Le principali feste>
santorale dispongono di testi propri; lo stesso si verifica nel com'Q
dei santi. .·.·.· ·
Il concilio di ~Trento richiese un ciclo di letture più nutrito; ~.
gerendo l'introduzione di brani non proclamati nella liturgia dd
nicale. 4 Non si può dimenticare che vigeva l'uso di ripetere in/~
mana (quando si riprendevano i formulari eucologici dome11icàlf:

:·.;·.

Cf. J.-A. JUNGMANN, Missarum s()llemnia. Explication génétique de)a.:{


4
romaine, Théologie 20, Paris 31964, Il, 167 {ed.it., Torino 21963, I, 326)::,:

76
5~i~~~:gi,~lette la domenica; soltanto in alcune ricorrenze o periodi
· · :\:ih:,(quaresima; quattro tempora, ecc.) si disponeva di una
i~l'_èvarietà: Nell'insieme però erano pochi i testi, e la loro si-
;;ìz1one copriva un solo anno liturgico. Non si conosceva l'uso
\~<,lectio continua», cioè di una lettura completa o quasi di un li~
. :iblico in sede liturgica; ma la scelta dipendeva talvolta dalle fe~
·~kteniporale e del santorale, in cui si riteneva necessario impri-
è,iil•tuttaJa celebrazione una precisa tonalità spirituale. La fre-
:D:.t~ripetizione degli stessi brani conferiva un carattere di mono-
j~te;tamaggioranza dei partecipanti ignorava gran parte della sa-
~çrittura, ivi comprese pericopi importanti per una comprensio-
Q.b. file del messaggio della salvezza.
't~sse'fobriche deÌ battesimo non prevedevano una catechesi
stica: Ma, ili modo generale, questo aspetto del ministero
#rola non è presente; ilkerigma si limita all'annunzio, e il
·~"'~t() sacerdotale è situato sul piano del sermone, e non su
q}\oe1l?omelia .e della catechesi mistagogica. È una istruzione
·:à;t1ca:sistematica e moraleggiante, più che una iniziazione sa-
.·.·· q una lentamaturazione dottrinale. La partecipazione eb-
.·i:.~:all'eucaristia e l'esercizio delle virtu (principalmente del-
~:l~.~noi due èlementi basilari di questa metodologia pastora-
'.t.oforidim.ento della parola di Dio non è presentato come re-
.. ~nzialeperuna vita di fede ecclesiale e sociale. La Bibbia
Jitµit~<,:in privato, da libri di devozione; il fenomeno è evi-
~t'im()hasteri e nei conventi, come risulta dai cataloghi delle
e1fo:····
.':ff(.;p~storale si costruisce sul catechismo ditendenza apolo-
··· $!~tica) La catechesi è orientata verso una professione di
atica e totale. Essa tende a una solida formazione mora-
'-'':P~titivb, per creare una tipica mentalità di «acquisto del-
.ri~ivìdµale>> per mezzo di buone opere. e di indulgenze;
}'.J?1età e· di. riti periodici ( c:onfessione. annua al proprio
<µriione pasquale debitamente registrata, usodell'ac-
:9~essioni, esami di coscienza e conseguenti preghiere
·:w~g&.).
~AteJ<i liturgia:non è la sede di un'interpretazione scien-
'~i:#potai:mente esegetica. La quasi tòtale sparizione del-

•·••'C>jffi·A:·L'.PPLE, Breve storia della catechesi, Brescia 1985, 81-129.

77
l'antica «lectio divina» monastica (che era ed è ancora oggilettura
sapienziale e COJl.templativa, ben distinta dalla meditazione e dalla:'
preparazione dell'omelia o del sermone!) ha avuto coilseguen.Zefa~
cilmente immaginabili, a danno della stessa celebrazione liturgica.e
La nuova cultura filosofica e teologica suscitava altre esigenze e creò
un altro «tipo» di credente e di pastC1re.
Rimane sempre vero, anche per il periodo qui descritto; che
l'uso dei testi sacri corrisponde a una realtà spirituale, nello spirito
della tradizione patristica e della successiva esperienza ecclesiale. In
questo senso sono utilizzati, a vari titoli, l'Antico e il Nuovo Testa~ ·
mento. I canti strettamente legati allo svolgimento della celebra7
zione offrono un materiale fondamentale: antifone·(ingresso, offer"
torio, comunione), salmo interlezionale, letture. del Profeta e <leF,
l'Apostolo, Vangelo. Anche la celebrazione delle ore liturgiche;,
sotto la forma di un «breviario» (che è un compendio, un' abbrevia-:.·
zione!) o di altri libri analoghi, ricorre abbondantemente alla parola'
rivelata, nell'ambito delle proprie caratteristiche e modalità. In .
modo occasionale, l'esegesi risulta accomodatizia ed eventualment~
forzata, in funzione del culto e della devozione. •
NellaJiturgia festiva, la proclamazione o il canto della parofabi:;,'(
blica è accompagnato da un cerimoniale più o meno solenne, fissato_:;
dalle rubriche e che dipende ancora dagli antichi«Ordines romani>{?;~
vi si· aggiungono canti intercalari destinati a facilitare la meditazion<;{i
dei testi appena letti. 6 Questi canti sono il responsorio .o graduah_~};fa]
l'alleluia con il suo versetto, il tratto. I suddetti «Ordines.romanh~ffj
costituiscono in merito una suggestiva fonte documentaria, ches~f:1'
traduce nella disposizione architettonica e strutturale delle chiese:·.~~
L'esecuzione di questi canti offre una ricchezza melodica part~*'g
colarmente accentuata nel «Graduale romanum». Nondi rado siri~;:;
corre a vocalizzi quasi:profani e a melodie molto elaborate, riseiv'at~;]
alla «Schola cantorum» e a qualche solista, mentre l'assemblea ascol%f
ta in sileni:io, spesso senza afferrare il significato dei testi. L'antic;o,f;
carattere resP,Onsoriale dei canti sparisce; le numerose sequenze§)~
che riprendono occasionalmente concetti biblici, sono cantate s~f;':
modello degli inni, con un'accentuazione della dimensione polifonì~i'
ca, talvolta con interventi dell'assemblea. 7 <i;':
'-:;;

··J·/i,
6 Cf. JuNGMANN, Missarum, II, 188"211 (ed.it., I, 340-356). . . ,.·_;_:iJ
7 G. CATI1N, «Il Medioevo I», in Storia della Musica, Torino 1979,. I, 2, 106~108~:(;

78
;,;,~E·\e,ttùrenon sono più seguite da un intervallo dì silenzio o da
'us;i':meditativa, forse per orrore del vuoto: dall'alto medioe~
Ji~preghìere vocali di ognìgenere (salmi, apologie, formule
~essione,· ecc.) riempiono ogni pausa dellè celebrai:ioni e ac-
~nalloJo svolgimento rituale medesimo; L'insieme era assai
}•eilrapido succedersi dei testi e dei riti non imprimeva trac-
fÒ.iide:n:ell'intelligenza del credente; il senso del mistero era
Ii:fnutnto in queste celebrazioni che ricorrevano ad una lingua
à>~.~ èa riti oscuri nel loro significato allegorico.8
.Jvarfota' dei sistemi di lettura:, à livello di campionario, è elimi-
:;;;~l'lende a uniformare la distribuzione dei testi, orientandosi
'.(,u~'identica disposizione, che sarà poi sallZiona.tadai libri litur-
)!Jibb.catidopo il concilio diTrento, nella seconda metà del se-
Q;'~;?'Anche gli ordini religiosi, antichi e moderni, adottarono
'<'?"''elhà':fomano.
. . entaiiientò di base è più clericale ché popolare. La parola
·~itl:terpreta.ta in maniera riduttiva nel sermone e in modo se-
l:lllacèlebrazione eucaristica strettamente detta. Quella fare
quèriza è ·un diiìtto esclusivo del clero/anche se· i laicifi-
nò·ripèfotamentela facoltà di predicareJ0 Lo stesso com-
'gdrico e devozionale allontanava da urià ·sana 'coiiipren-
~ti{ci)me quelli del Nuovo· Testamento) nati iri un conte-
pcie·catechetico. Ormai la pietà popolare non si nutriva
~fge~tftradizionali: la sacra Scrittura ·e ì padri della chiesa.
ìi}:àlla fi?e del secolo XV/il francescano Bernardino da Bu-
. (:he; sè occorre scegliere tra messa e sermone, è meglio
ipf~dicà <<quia utilfos est animae». 11
·;::...··,;/::~;, ;

~gAfyEo; «Le traduzioni italiane delle. Epistole e dei Vangeli delle Mes8e
. ~.:xyI», in Aspre71as 18(1971), 482-492; G. L\N,DOl'I'l, Le traduzicmi .d_~l
$1J.'!/ta/iana anteriori al movimento liturgicomoderiio. Studio critico, Bi-
'.hèrilerides Liturgicae»; Subsìdia 6, Romà 1975~
.ljijqMAN!'<, 'Missarum, II, 153-188, 212-226 (ed.it,, I,. 317-340; 356-:366),
Ruscol'Ù, Predicatori e predicazione (secoli IX-XVIII), in Storia d'Italia,
f.Aieileituali e potere, a cura di C.Vivanti, Torino 1981, 949-1035 ( cf. in par-
0;977);).C. ScHMIIT, Précher d'exemples. Récits de prédicateurs du Moyen
·985;H. MARTIN, «La predicazione e le masse nel.sec. XV. Fattori e limiti
sso~>;inStdria vissuta del popolo cristiano, 455-489 ... · ·
i'.Bi:is'f6; «Senno de quadragesima», in Rosarium sermonum praedicabi-
· 1498;1; U5{ cf. R. RuscoNI; «La predicazione francescana sùlla peni~
"e•delQuattr0 cento nél «Rosarium Sermonnm" di Bemardilio da: Busto»,
';>J>atàvma 22(1975), 68-95.

79
Effettivamente molti avevano dimenticato l'autorità della Bib-
bia: esiste un ruolo liturgico della sacra Scrittura, analogo al suo
ruolo teologieo. È letta e proclamata, cantata e spiegata, meditata e
interpretata sulla base della tradizione e sotto l'azione dello Spirito
Santo. Non esiste un incontro tra la Scrittura e la cultura profana;la
«divina pagina» non entra nel patrimonio culturale quotidiano della
maggioranza dei cristiani; non è un punto di riferimento. Più di un
umanista ne era consapevole, e lo stesso Er::tsmo ( t 1536) criticava
quella forma di religiosità attratta più dal miracoloso che fondata sul
terreno solido della Bibbia e dei Padri. 12 Era il punto di conclusione
logica di un'atmosfera nuova, espressa nella «devotio moclerna»,
che si diffonde in tutta l'Europa occidentale. 13 L'evoluzione della so-
cietà e della chiesa si verificò anche a livello liturgico, con una ten-
denza ad accentuare l'aspetto individuale della celebrazione.
I vari movimenti di riforma della chiesa, che si sviluppano nelse~
colo XVI, si esprimono anche nella riforma dei libri liturgici, .con un
ritorno alla Bibbia. In particolare, lo stato di decadenza che affligge-
va la preghiera .canonica, nei secoli XIV-XV, provocò un rinnova-
mento. Il pontefice Clemente VII ne incaricò il cardinale Francisco
Qujfiones (t 1540), che pubblicò nel 1535 un Breviarium RomanurJJ
ex Sacra potissimum Scriptura et probatis s.anctorum historiis collec~
tum et concinnatum. Destinato alla recita privata, questo breviarjç ;;
ebbe oltre cento edizioni dal 1535 al 1556. I salmi erano distribuiti in
una settimana; le letture erano, per ogni giorno, in numero di tre:
Antico Testamento, Nuovo Testamento, testi patristici e agiografici. :]'
Tutti i libri biblici, per lo meno le loro parti principali, erano letti neJ~
corso dell'anno. Questo breviario fu soppresso da Paolo IV ne,~/l·
1558, a richiesta d~i te~.logi delle_ u~iversità di Pa~gi, di Ro~a e del->.~
la Spagna. Il suo difetto era la sc1ss10ne tra preghiera pubblica e pre-J;~
ghiera privata, che indicava la negazione implicita del carattere uffi-Aj
ciale della preghiera della chiesa. Tuttavia il breviario di Quifionè;\~
ebbe il vantaggio di stimolare il clero secolare alla recita delle Ore;;:t;.l
offriva un appoggio alla formazione religiosa personale, tenepd~l,~:
presente la realtà concreta del clero impegnato nell'attività minist~:[:~
riale, nello studio e in altri lavati apostolici. Nel 1568, Pio V, con.U•:/M
.':\~~

12
..;~;~
J. ETIENNE, «La médiation des Ecritures selon Erasme», in Scrinium Erasmiiii.'%''
num, a cura di J. Coppens, Leiden 1969, II, 3-11. di'.~~
13 P. DEBONGNIE, «Dévotion moderne», in Dictionnaire de Spiritualité, Paris~~
1957, III, 727-747; F. VANDENBROUCKE, La Spiritualità del Medioevo (XII-XVIsecòFJ1~~
lo). Nuovi ambienti e problemi, .nuova ed.i~ ..am~liata e aggiornata a cura di R. <f~'}I

'
GOIRE - G. DELLA CHIESA, Stona della Spmtuahtà 4/B, Bologna 1991,. 429-471: ':{'~'

~
;tjj~y~,9uodanobis, approvò un breviario disposto secondo il ritmo
;#~tf~~1la.le in funzione della celebrazione individuale. Accanto ai
:;~iìfmi-e ai-ca11ticiscritturistici, questo breviario, che sarà usato nei
!'~g8olisuccessivi e ampliato conJ'ìnserzione di numerose feste di san-
#;:comportava brevi letture bibliche, troppo frammentarie per offri-
:Ì:{tjlialcosa di più di una pregustazitme del libro sacro. 14
-;__ i\'ncora nel secolo XVI, più precisamente nel 1551, si introduce
it:attuale divisione in stichi e versi dell'Antico e del Nuovo Testa-
·)nérito: la prima testimonianza è l'edizione della Bibbia francese di
iR,iJ~ert _Estienne. Questa stichometria sarà applicata alla versione
~'Iéltiì:ia.(Volgata), secondo l'edizione ufficiale voluta dal con_cilio di
if!rento, e adottata poi dalla liturgia romana. Il particolare non è
,\~Pròyvisto di significato, perché faciliterà la conoscenza e la trasmis-
!i~1Cl#ediun testo biblico uniforme nella composizione letteraria; si
~ft~91lygavà a precedenti tradizioni attestate nei manoscritti biblici ..
" ·' · 43siste sempre la possibilità delle traduzioni in lingue nazionali,
g[iìdo fo inesattezze storiche asserite, ad esempio, da Lutero. 15
~hg:µ() 4ftestate fin dal secolo XIII-XIV, anche se sono note versioni
11'1.#~~~.già nel secolo XII (in lingua d' oil) e nel secolo IX (in idioma
'/g~r#aJ1ico o «theotisco»). La proclamazione della sacra Scrittura in
f4·ì:ilfili<l.C()n:ente era stata auspicata anche dai padri conciliari a Tren-
}#\i'.'4~d:i:ffu$icme del protestantesimo e il pericolo di infiltrazioni ete-
(tÌQ~gs~e :f:renò l'attuazione di quell'impegno. 16
v~t'..J$~(1.esiderava .però rendere la liturgia accessibile all'assemblea:
~', :P#t~tore ad ascoltatore si arriva ad essere corresponsabile, qua-
~Ill,l~nte «concelebrante». Il fatto dipende dall'evoluzione della
l,.<·'-·· hb,si e,in modo generale, della pastorale. Un clero residente si
~~s,~~i~p1aggiormente coinvolto nell'attività apostolica e catechetica.
',fl@:YiA'gLnon si può rimanere al livello di un'interpretazione allegori-
,., ''~fsimbolicadella Bibbia e dei riti sacri. Occorre attualizzare nel-
,,,,_é.:diatq1a proposta di salvezza annunziata dalla Parola ispirata
,é.:Ì~f<l., ,Sono introdotti o rimangono criteri adeguati per una
··~9!e e più intensa familiarità dei fedeli con la sacra Scrittura.
;::n~ cpnseguenza di una nuova sensibilità pastorale e catecheti-
~é,~_rituata in concomitanza con i fermenti provocati da quanti
~f;iv(lnO un ritorno al Vangelo.

;~;;;P:&riJi·riforma del breviario, cf. E. CATTANEO, «Le traduzioni», 340-343, 354-


. djZ}q11~ dd Breviario, a cura di W. Legg, .London 1888 (H. Bradshaw Society).
j~:.)l!ccrorn, «Bibbia. Versioni moderne», in Enciclopedia Cattolica, Roma
'JI'.1556-:1569.
/~er)Ie-traduzioni,
' . -.. .: ~·
cf. Cambridge Risto!)', 94-174; 339-382.

~r~:~\f:_;J:;}:>./ ·, · 81
::: •ç.:.·-,_._·,:··
4
:::'"'1 ·•1 ,c1.,,.". iconografico della Bibbia
di Timothy Verdori

I
:<~dmanda che gli storici si sono posti da mezzo secolo ~ se ci
x~.stato: un «rinascimento» o no - può servire da punto di .par-
:gpcquesta riflessione sull'uso iconografico della Bibbia nei se-
. ·XVleXVU, Com'èben noto, la questionesièin qualche
i$glta col verificarsi della.tendenza a ·vedere la <~rinascita»
'.éitesca delle arfre. della cultura non più come· una rottura
\èolmedioevo, main termini piuttosto di un'evoluzione gra-
. ~cuniaspetti dello stile trecentesco, alla luce di importanti
;.religiosi, sociali. e. intellettuali. E infatti tale approccio si
)i'.si naturàlmente alcompito di questo saggio, dal momento
• gioreconcentrazione di capolavori artistici creatasi agli
, 400, si è definita in un contesto monumentale medievale.
·a,stràordinaria agglomerazione:di statue . e. rilievi creata tra
,jJ1435 per edifici ducenteschi e trecenteschifiorentini, la
i zjone .era già stata progettata prima del1400: il Battistero,
ijl;campanile, ela.chiesa.dellearti, O:rsantnichele. In que-
'ssi.amo·-c:;anzi; dobbiamo- vedere le «aggiunte» rinasci-
'.:m~.tisposte a idee stilistiche e iconografiche già in vigore
;<Possiamo e dobbiamo riconoscere quindi, nelle prime
.filòrenzo Ghiberti, Donatello e Filippo Brunelleschi, crea-
... sJìche.il cui carattere spirituale e formale era già deciso nel
·i;;~ceµente;
>iJ.u.este opere trattavano soggetti biblicLCioè, completava-
·.····•· . ··dec()rativi definiti originalmente in base.aUaiettura
,t'.d&lle;;sacre Scritture. Va forse sottolineatocheiltertnine
~~>~:rton.si riferisce pertanto solo all'analisi di singole ope'-
.. l'fica·Eintero sistema di messaggitrasmessida.òpere inse-
;O.ntenuti individuali fungevano come parti ·diun ricchissi-

83
mo insieme. In tale ottica, le porte di bronzo del Ghiberti e le statue
marmoree di Donatello, Nanni di Banco, ecc., avevano complessi~
vamente la stessa funzione delle statue e vetrate deÌle cattedrali goti-
che: miravano a materializzare per i fedeli la fede che, come istitu-
zione, la chiesa continuava nel presente tutta la storia della salvezza
raccontata nella Bibbia; essa «viveva» ancora una storia risalente
attraverso i santi neotestamentari, agli eroi spirituali dell'Antico
Testamento.

Un affresco fiorentino del tardo '300 ci permette di riassumere


queste osservazioni: è la grande composizione pittorica a destra di
chi entra nella sala capitolare dei domenicani a Santa Maria Novel-
la, eseguita da certo Andrea di Bonaiuto, detto Andrea da Firenze,
verso il 1366. L'immagine illustra la «dimora dì Dio con gli uomini»:
in alto c'è il «trono di Dio e dell'Agnello», dove siede Cristo, con il
libro in una mano e, nell'altra, «la chiave dell'Abisso»(Ap 20,1}; at.:.
torno a lui sono «i suoi servi» che «vedono la sua faccia». In basso
invece vediamo ~<ia città santa, la nuova Gerusalemme scesa dal cie~
lo», raffigurata nelle forme del nuovo duomo di Firenze, allora in-
compiuto, ma che Andrea di Bonaiuto dipinge come se fosse ultima~
to. Lungo il fianco della chiesa sono schierate le principali autorità.
della società tardomedievale: al centro, il papa; alla sua destra, un
cardinale, un vescovo, un abate; é alla sinistra del papa, l'imperato~
re, un re, un nobile, ecc. Infine, nella zona parietale di mezzo, tra
«cielo» e «terra», Andrea di Bonaiuto illustra le attività apostoliche
dell'ordine domenicano chiamato a condurre l'umanità a Cristo se'-
duto sul trono.
Questa «summa» pittorica ci offre una chiave di lettura perl'uso
iconografico della Bibbia nel rinascimento: nelle grandi opere ese~
guite agli esordi del '400 per portare a termine i monumenti del '200
e del '300, emerge una visione globale del mondo materiale come
«speculum» della realtà celeste. La maestosa gravità delle prime stà"
tue di Donatello per la cattedrale fiorentina rispecchia appunto
quell'autorità' morale che il pittore trecentesco aveva simboleggiato
con le figure dei capi giuridici della società d'allora: papa, imperato"=
re, vescovo, ecc. Addirittura la cupola del Brunelleschi, di soliti:>
studiata solo dal punto di vista tecnico come capolavoro d'ingegne:
ria, andrebbe rivista ilei termini mistici dell'affresco di S. Maria No,
vella. Cinquant'anni prima che Filippo Brunelleschi innalzasse la ve-
ra cupola che tuttora vediamo, Andrea da Firenze s'era immaginato
una cupola ideale che ripete la forma della grande aureola di luèein"

84
· · /?ilil:.Sìgnoreceleste in trono: cupola «ideale» che perciò Sembra
\~f~::il,éatattere della chiesa conie «città» in cui «il Signore
· JllniJ?otente; el'Agnelfo sono il suo tempio»; città che «non
,.., , . ò'.giJ.C) dellà luce del sole né della luna perché la gloria di Dio la
;illumina}
.:·i:~,, ~·.'j~>~.
e .la sua lampada è J'Agnello» (Ap 21,22-23) .
:,

(•_'6,~~:;Q.psì si può parlare dell' «iconografia biblica» anche in arti astrat-


'Ft~!~<lìi<1.IeJ'architettura. Certo, allora come ora la cupola brunelle-
':·sqlj:ia'ha·doveva essere percepita come un trionfo tecnologico; ma la
·itgfésS(l.'allda'ciafecnica dell'architetfo doveva sembrare nel contempo
·;>~~~$pres.sione di umrfede «sapienziale» nel Dio che permette all'uo~
"~ii!:Q'idicapire le leggi della natura per servirsene: «Egli mihaconces-
}~tjìlarn~m:oscenzainfallibile delle cose, per comprendere la stru!tura
;/ge,l;inondo.e la forza degli elementi ... mi haistruito la sapienza, ar-
V,t~f:ìcedituttele-cose» (Sap 7,17~21). Voglio dire chela nuova com-
:ii$t~rision.e della statica, che permetteva al Brunelleschi di sfidare le
[;J111'f,itnponenti costruzioni degli antichi romani, come anche la nuova
;'~~1ejiza anatomica che rendeva possibile la rappresentazione credi-
-~;j.tilé.c•\:lcrl cotpo umano, e la nuova analisi psicologica che permetteva
)}\~spres~ione convincente di stati d'animo complessi, dovevano esse-
}f~;·yi~e 'almeno. in parte come un «riflesso della luce perenne, uno
i'·~pè·oe.hiosenza macchia dell'attività dì Dio, e un'immagine della sua
''Wlint~» (Sap 7,26).
iL .Soprattutto Ia prospettiva lineare, la più emozionante scoperta
ù~(utistica dell'epoca, «invenzione» dello stesso Brunelleschi, doveva
·~~e.rnHfare.un'intuizione miracolosa concessa all'intelligenza umana
j;#è'td~·graziadiDio;Non può essere casualeche la prima applicaz:io-
i·.'.f!~:·d~Ìle'.tegole prospettichebrunelleschiane in un'.opera d'arte mo-
\nri.in.entale fu. voluta dalla medesima comunità domenicana che ave-
i.;~!J"iordinato ad Andrea diBonaiuto la grandiosa sintesi teologica de-
._,,~~J;itt~sopra. Per la loro .chiesa di S. Maria Novella, Tomaso .di Gui-
tfi.~';c,detto<«Masaccio», dipinge un affresco della Santa Trinità con
J:':'!f4aùa;,s;Giovanni Evangelista e donatori tra il 1425 e il 1428, con le
ii\:fi,~ure;disposte davanti a uno. sfondo prospettico perfetto, il primo
:i;'gf:!J1:aistoria dell'arte, Così il mistero più impenetrabile della fede cri-
t?.i~1fa:ri:~fdiunsoloDio, in cui coesistono tre Persone, viene presenta-
i'.'.\~\r:ii:fedeli come s'e nascesse da: un sistema logico chiarissimo: la «lo-
. q:gidt:O:ttica» della prospettiva~ È come se i frati di S. Maria Novella,
1:D~fpre(Jicà.tori» per la vocazione e perii nome, mirassero a comunica-
si}~~t,lM~adiun «sistema» divino intelligibile allafede in analogia con
(:'tlW'!~ilP:gi:ca» sensoria di pareti che, viste in prospettiva sembranocon-
~t.<:.'<··

85
vergere, ma che sappiamo obiettivamente non convergenti, ma pa~
rallele. In. ogni caso, la tradizionale teologica trinitaria delle «emà.~
nazioni» e «processioni» è facilmente leggibile nell'affresco del Ma~
saccio, dove le linee dell'architettura illusionistica dietro a Dio Pa~
dre sembrano definìre «la struttura del mondo eJa forza degli ele-
menti, il principio, la fine e il mezzo dei tempi>> (Sap 7 ;17-18).

Esempio ancor più evidente dell'uso sapienziale della prospetti~


va è il modo in cui Lorenzo Ghiberti costruisce le storie veterotestac
mentarie delle «Porte del Paradiso» del Battistero fiorentino, ese~
guite in bronzo neglì anni 1425-1450. Nel più celebre dei rilievi;Je·
Storie di Giacobbe e Esaù, l'artista illustra i sette episodi raccontati
in Gen 25,19-27,29: gli episodi cioè dell'invidia fraterna e delrin~
ganno praticato da Rebecca sulla fragilità fisica del marito Isacco;
Ma il Ghiberti colloca questi eventi poco nobili sotto archi classi"y
cheggianti elegantissimi, su un palcoscenico articolato in perfett3:
prospettiva lineare. Al credente che s~ ferma a leggere il racconto, ·.
scultoreo, sembra quindi che - nonostante la confusione di motiva" .
zioni umane segnate dal peccato ~ esiste una fondamentale logica;')
uno scopo ragionevole in ciò che viene raccontato. Vale a dire che~;
Lorenzo Ghiberti si serve della prospettiva per suggerire la visione;;;
di una «logica di Dio» al di sopra dellaJogica umana: inquesto cas()'.~'
«il disegno divino fondato sull'elezione, non in base alle opere, ma,•;
alla volontà di Colui che chiama» (Rm 9,11). Ai'
...,..,
. '.~:·-'~;~

Lo stesso profumo sapienziale caratterizza altri aspetti delrarte,'~


italiana del '400: gli studi anatomici e la ricerca psicologica; In quesìi,jJ~
campi però l'esaltazione dell'intelligenza un po' generica che troviai;i
mo nell'Antico Testamento viene qualificata da interessi nuovi.col,~.\
legati all'indole umanistica della cultura laica; L'ammirazione :ar~t)
cheologica per la scultura antica promuovdl desiderio di un ritorp.:qr~
al canone greco-romano del corpo muscoloso rappresentato in :cdi\'.]~
trapposto; opere come il Geremia del Donatello; scolpito versO';ìtil
1428, rivelano una profonda conoscenza di prototipi antichi. Pure·J~!;
nuova enfasi sull'espressività emotiva si collega alla: riscoperta. d~~{~
l'arte ellenistica e alla ridefinizione umanistica dell'uomo corne <~nii?~
sura» della realtà. Ma nella gamma diemozioni illustrate dagliaf.ti3~~
sti, e nell'insistenza su una determin.ata visione della dignità mor3'l~~
della persona, tali interessi «eruditi» vengono condizionati daHaJi~~!
dizione biblica. La terribile tensione fisica e psichica del Gererni'efJJ
donatelliano, ad esempio- l'energiaelettrizzante con cui l'artista-i~~
·.'.\(1~
~·,'.};f.:!

86 i-:1:~
~f~~p,~~.~~;il,;ç()nfrapposto, e la turbolenta frammentazione del drap-
,-- ..~ .·. · {'7,\,~sprimoilo lo. stato d'animo del profeta che ci confessa:
~p'.ipar}o, devo gridare, devo proclamare: "Violenza! Oppres-
(:j'.!J?{,.:çòinéun.fuoco ardente chiuso nellemie ossa mi sforzavo
•':~f:i'~d.Ut~n~tfo, ma non potevo» (Ger 20,8'-9).
\'f~iiftelisa·drainmaticità di simili figure non è dovuta solo alla let-
>4in~tta delle fonti bibliche. C'entra anche, e talvolta in modo
,iyqi 4\ltta quella letteratura para-biblica composta di prediche
·· · 'J,11?tfattati.devoti e sacre rappresentazioni, dove gli scrittori
(.i)Ìj.Csf davano il compito di esagerare l'inerente potere emotivo
:·tp·sacro; Nell'ultima opera di Donatello, ad esempio-i rilievi
\l<rahti'.là passione, sui pulpìtidi S. Lorenzo, a Firenze-, le sce-
f)"nodisposte tra «edifizi» su una specie dipakoscenico !ungo
~tQ-'thefa pensare alla scenografia comune all'epoca per i
!fii'.ii§acti; tale disposizione rappresenta quindi un richiamo vo-
. ".}j;!sperfonza teatrale. Altri scultori quattrocenteschi, quali
t~o::Iell'Arca a Bologna e il modenese Guido Mazzoni, portano
H~tii oltre l'evocazione teatrale, popolando di figure policro-
tandezz.a naturalé intere cappelle a Bologna, Modena, Ferra-
. poli, (love ogni espressione del dolore viene esternata con
\l'Jteàlismo nelle «pie donne» di terracotta che lamentano la
•!~'i:ll·Sìgnore.

';contempo però si sviluppa un'altra corrente, più contempla~


•tate:domenicano Giovanni dà Fiesole, detto Beato Angeli-
.. ~rV~del nuovo realismo spaziale ed emotivo per dare una di-
.()1lep1istica, quasi sacramentale, alle storie del Nuovo Testa-
;:~:N'~ esempio la Trasfigurazione, affrescata in una cella del
!l.@:diS. Marco a Firenze tra il 1439 e il 1441: tra le figure di
·q. J:<;Aiél, vediamo un Cristo tri-dimensionale e credibile «glori-
àyantiai tre discepoli;i quali reagiscono con evidente emo-
,1E;~t.~<montagna», dove sta il Signore, sembra unà di quelle
gnè di'stòffa e cartapesta descritte nei testi teatrali dell'epoca;
· ."à diliice» intorno a Cristo fa pensare agli effetti Specìali
i:(éJ'~i'appresentazioni, ottenuti. con lanterne e specchi per in-
;~ar~'laluminosità intorno a una• determinata figura. Ma fra
#;,~(aggiunge a questa ·scena due personaggi che non e'entrano
'·· ptb•storico illustrato: Maria e s. Domenico che, in piedi a
~~;~m.isti:a di Crjsto, sembrano non tanto «attori», quanto
jche'contemplano un mistero di fede. E difatti l'Angelico
. )!:!,Trasfigurazione non solo come visione materiale di una

87
«veste candida e sfolgorante»; l'artista ha costruito la figura di Cri-
sto con le braccia stese in forma di croce umana;· come se Maria e s.•
Domeriico avessero capito nella loro contemplazione- e cosìanche
il frate che abitava la cella - che Gesù, parlando con :Mosè ed Elia
della «dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme»
(Le 9,31), voleva trasfigurare nella gloria della risurrezione le.soffe-
renze della croce.
Tale fusione del simbolismo geometrizzante della figura cruci-
forme col nuovo realismo drammatico riflette forse 1.ma riscoperta
dell'arte biz~ntina nel pieno '400. Nel 1439-1440 c'erano centinaia di
prelati greci e russi a Firenze per il concilio v:oluto. da Eugenio.:IVe
dall'imperatore d'Oriente. Sembra fuori discussione che l'ambiente .
monastico, cui apparteneva lAngelico, avesse subìto il fascino delle '
icone che i bizantini avevano portato con sé per le celebrazioni litur~
giche. È significativo però che quest'interesse arcaizzante abbia n:,
portato lAngelico non a uno stile retrogrado, ma a una personalissi;.
ma sintesi del misticismo di stampo greco con il naturalismo dell'al~
lora arte «moderna». Avvertiamo la stessa fusione nei due pittori}:
che maggiormente risentono l'influsso dell'Angelico, DomenicoVe'.ç
neziano e Piero della Francesca; e attraverso quest'ultimo la dimen")
sione contemplativa angelichesca viene trasmessa a Giovanni Belli;~
ni, il quale doveva apprezzare nell'arte pierfrancescana appunto lo
spirito religioso solenne. Nella Venezia quattrocentesca ancora per-(;
vasa di cultura bizantina, il Bellini crea opere che spirano una sere<i'.
nità interiore derivante dalla tradizione greca ma che, dopo.il· 1480,~~
sfruttano anche le innovazioni tecniche dell'arte toscana .coeva.

Il
Alla fine del secolo XV,l'arte italiana raggiunge una nuova e p@~
monumentale sintesi nella pittura del fiorentino .Leonardo da V:iilci;,,,;l
dal 1482 al servizio del duca di Milano,Lodovico il Moro. Nel C~na.:+t,{j
colo, eseguito negli anni 1495-1497 per il refettorio dei domeriicari.k;
di S. Maria delle Grazie nel capoluogo lomlJardo, Leonardo definì~~
sce i principi di un nuovo momento dell'arte europea, il così de#9fi
«alto rinascimento». Con l'uso magistrale della prospettiva lìne~r.~'.~~
crea uno spazio scenografico ampio e nobile; con gestualità eloqu~ci:~;~
te esprime i «moti della mente» dei tredici personaggi; e consc~en?;~~
anatomica unica applicata a un canone di proporzioni quasi fidiaç~~~
conferisce agli attori del dramma una dignità umana senza riscon~ri~jij
··:::3;fi

88
' ·· ,,, l;t:-i}iR:aj:te cristiana precedente. L'artista esplora poi, nei densi
J7dfapostoli•a destra e a sinistra della figura centrale, la forza
' Ié;'coine:phin fiume in piena o diunatempesta, delle emozio-
> ... &cltate<dal'detto di Gesù, «uno di voi mi tradirà».
;$·0·~~if\icuote-di tanta turbolenza emotiva, Leonardo crea il suo capo-
~~tily()rq<disintesi;l'indimenticabile Cristo, sereno e solitario, separa~
fat(;){dagifoaltri,·il corpo disegnato~ un po' come nella Trasfigurazione
·:tf~ìF~gelico""' in base a un modulo geometrico semplicissimo che fa
ii};R:~'1~are·ana croce/Per questa figura centrale della scena - figura in
k:;~'fi:f~ttiHe fo linee prospettiche e tutti i movimenti degli apostoli si
'il)~f~~~o~bpcLeonardo ha immaginato un uomo vestito di rosso e blu
, · :p;~l~'.·bracda stese all'ingiù, alla maniera delle figure bizantine
''tjct~fd~> raffigtiranfrCristo·re dell'universo, il «Pantocrator»; o
>gufaritLilSignore come un legislatore che trasmette il suo potere.
i:fnVSi-direbbe che Leonardo abbia cercato di alludere a due del-
'' .,.. '·~~fiche principali del racconto evangelico della cena: il «regno»
(~l~i,~.~?:nii6wrcottlandamentodell'amore». Ma la figura di Gesù, con le
fr1~ì\~~c1a:··aperte,fa pensare soprattutto a un Cristo deposto dalla cro-
~&R~~:7{ç1&è<allatipologia iconografica dell' «imago pietatis»- ed è que-
~/li~iW{fterZc)liVèllodi·significazione che riassume tuttoil resto. Né può
·.· ,.. · &casuale tale mistico riferimento alla croce, dal momento che
ttq'èàpò•delrefettorio- dirimpetto.al mutale leonardiàno cioè
:'i:tt6reJombardo, Donato Montorfano, aveva da poco iniziato
déaf{resco:dellaCrocefissione che si vede tuttora. Nella figu-
gàle»:di.Cristo, posto esattamente difronte alla croce infondo
~là:i,\Leonardo,.,. probabilmente dietro suggerimento degli stessi
,"il:itàni~ha voluto dite che sia il «regno» che il «nuovo coman-
to» rrchiedono latto di donazione personale compiuto il ve-
ahto; ~<perché un testamento ha valore solo dopo la morte e
· 'enza effetto finché il testatore vive» (Eb 9 ,17}; tutte e tre Je
orto poi pre!)enti nel sacramento.istituito alla cena; Mai arti-
'J.sa:puto esprimere tanto in una sola immagine!

;~endenza verso una maggiore sintesi formale e contenutistica


~lflc~Fqtiando, ai primi del' 500; il centro del mecenatismo e di
'.ri\iità:artistita sLsposta.dalle città dell'Italia settentrionale a
~là'.«dttà eterna», luogo simbolico principale della chiesa «ri-
·. dpbl'esilio avignonese e gli scismi del primo '400. In effetti,
· fà:hdiòpere create nell'«urbs» nei primi decenni del secolo
.· 'fio u11éarattere universalista O·«Cattolico»e·specificamente
0

~TI:éf~'(eioè,l.a «tomanitas» ·diventa componente essenziale sia

89
di stile che di significato). Il più magnifico .dei progetti intrapresi in
questo periodo, la ricostruzione totale dell'antica basilica vaticana,
n'è la testimonianza più esplicita: nel clima dell'umanesimo classi,
cheggiante e, a Roma, archeologizzante, Donato Bràmantesogna di
erigere «il Ponteon sopra la Basilica di Costantino» cioè, di creare
per il centrale «tempio» della cristianità un monumento che nella
mole come nelle forme possa suggerire la continuità del dominio spi-
rituale fondato da Gesù Cristo con l'impero terrestre degli antichi,
l'uno e l'altro collocati per provvido disegno divino a Roma.
Lo spirito biblico di tale visione si legge nell'iconografia ideata
dagli umanisti papali per le sale d'udienza del palàzzo pontificio va-
ticano, le cosiddette «Stanze di Raffaello». Nelia principale di que~
ste, la Stanza della Segnatura, il giovanè Raffaello Sanzio, amico e
forse anche parente di Bramante, crea unpanorama globale della.
storia della salvezza, l'affresco chiamato la· Disputa.del Sacramento;
In alto, c'è Dio Padre circondato da angeli; sotto diluì, c'è il Signore
nella gloria che mostra le ferite dellapassione, attorniato a destrà e
a sinistra da Maria, Giovanni Battista, e daire, profeti, apostoli e,,
martiri del «popolo di Dio» sia dell'Antico siadelN~ovoTestamem
to: è la chiesa trionfante. Sotto il Cristo poi - e quin:dìin lìneà verti"-
cale con lui e con il Padre - e' è lo Spirito Santo in forma di colomba::
che scende con le ali spiegate; a destra e a sinistra delle ali sòno)
quattro angioletti che reggonoi Vangeli, che così diventano «esten~:;
sioni» della vita dello Spirito. Finalmente, in basso- nèl belmezzb]
della composizione -c'è un ostensorio con l'ostia consacrata, suùrp,
altare posto in linea verticale sotto il Padre, il Figlio e lo Spirito Sàll:;:~
to. È rappresentata così la pienezza del Dio trinitario in mezzo àfi!
suo popolo nell'eucaristia. E intorno all'altare che porta il «corpl.ls''
Domini», Raffaello fa vedere quel «corpo mistico» che è la chies;fj
nel mondo: i padri e dottori delcristianesimo, dai primi secolifino,al';\
tardo medioevo, che meditano e discutono del significato dei misteti!j
che adorano.
·-:,:
.. -=.:~

Sulla parete di fronte alla Disputa, in un affresco ancora più cé,:,


lebre, ·Raffaello illustra tutta la storia della scienza umana «natlll'a4r,
le», derivata cioè dalla sola intelligenza senza il lume della rivelà:liO'iO
ne. In questa grandiosa composizione esegriita verso il 1510~151~~~
nota come la Scuola d'Atene; l'artistafa vedere i duemassimi filos(jfìj
della Grecia antica, Platone e Aristotele; e intorno a loro, dispo'§~i:,1
nel largo e nella profondità di una gradinata, i grandi pensatori ~<hij~t
ci» della tradizione intellettuale occidentale: Pitagora, Socrate-,Ef'à~rt
:\~·,•

90
'. iogène,,Tolomeo, l'arabo Avverroè~ e molti altri. Questa
, < ..•... jsffutiòv'e sotto le volte di una magnifica costruzione architet~
~t~~fè~Kç~~sfdg@alé forme della nuova basilica iniziata in quegli an-
);\~\''é;fàlf61"amanfo: 11 messaggio simbolico è dunque facilmente leggi-
;;~ifè-\ilif Chiesa· romana, rinnovata .in .una sorta· d'età .d'oro, «acco-
':gfie>>'·de seienze umane di tutti i popoli e di tutte le religioni.
'~;;,f;I:/:a'!Jbìhamento delle due tradizioni intellettuali e spirituali e fin.,
~~i~t~hza cheJa civiltà filosofica pagana «accolta» nella chiesa gode di
;::pii:i+.dignità con la teologia giudeo-cristiana, raffigurata di fronte,
:·:n~µ~·Disputa, sembra illustrare la visione paolina del «mistero» del-
;2~~\Y,.dl()ntà di.Dio, «il·disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le co-
t~~:1,/cprèlle deLcielo come quelle della terra ... Egli infatti è la nostra
d?'~c~;;~pluiche ha fatto dei due un popolo solo ... per riconciliare tut-
?~i'.~~i';~ib-i~·unsolo corpo, per-mezzo della croce; .. Per mezzo·dilui
:!W'&'~tafuOpresentarci, gli uni e gli altri; al Padre in un soloSpirito»'·
?i~~~cli4:lQ; 2,14.16.18}. Non è casuale perciò Ja composizione della
;'.~i~piffa:;aforma di grande croce: la verticale è definita dalla linea
. Ff~Figlio+Spirito-sacramento; l'orizzontale dai troni dei santi a
L i .a'.è•àsinistra delSignore; e non è casualeneppurel'e'1ocazione
;;:~~iì~1'rruòva·bàsilicavaticana nella Scuolad'Atene. Gli umanisti della
'.òtjtificia avranno-voluto applicare iltiferimento dell'apostolo
p'.tilia'una «riconciliazione» di due popoli all'attualissima sin-'
,.. ... ·. tellettuale della tradizione giudeo-'Cristiaila con quella del pen-
~\$'!è,t<i~·:à~tfoò, Il tutto però è chiaramente dominato dalla figura del
t•&_ili,s~~:>:risorto nella Disputa, dirimpetto . a Platone ed Aristotele:
J:f,J~fattih la nostra pace; colui che ha fatto dei due un popolo so~
.jip~r,mezzo··della croce», Anche gli antichi possono presentarsi
·· ·~~'in/un solo Spirito, cioè nel «corpo» mistico che unisce tutti
rntliidi «buona volontà» di tutti i secoli, la chiesa.

III
.• hpìù ;imponente affermazione della vocazione riconciliatrice
:0lì.i~sa sHrova negli affresch,i eseguiti tra il 1508 e il 1512 per la
. :1(1.~WfrPàppella .Sistina da Michelangelo Buonarroti. .Già nella
~ì~lìe,d~lmecenate, papa Giulio II; di sospendere-i lavori sulla
;}l~a.:tqmhà ~per. realizzare la quale Michelangelo era stato chia-
· · · . :oinahel.1506 .;__,a favore della cappella costruita dallo zio,
to)EV;intravediamo.·l'importanza che dovevaavere per il
~~~{.élite il programma biblico;. La :Sistina aveva ricevuto un in-

91
dirizzo iconografico decisivo negli anni 1480-1482 infatti, nel .cielo;
murale affidato da Sisto IV a maestri umbri e toscani, tra cui Pietro·
Perugino,) Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Luca SÌ.gnoreb/
li, ecc. Questi affreschi sulla fascia mediana delle pareti, sotto le fh
nestre, illustrano episodi paralleli della vita di Mosè da una parte
della cappella, e della vita di Cristo dall'altra. Le iscrizioni identifi~
cano il tema generale del parallelismo: la volontà di Dio di governa~
re il suo popolo mediante «leggi» trasmesse dai rispettivi «legislato~
ri»: Mosè, nell'Antico Testamento, Cristo nel nuovo.

Il concetto centrale di questo primo programma va forse rieono.-:,:


sciuto nel soggetto che il Perugino, che dirigeva i lavori, si è riserva:;
to a destra della porta d'ingresso, Cristo che consegna le chiavi a s.;t
Pietro. La prospettiva della grande piazza dipinta attira l'occhio d~
chi entra, focalizzando l'attenzione su un tempio nello sfondodelSc
l'affresco, ottagonale di forma, con una grande cupola, costtuito:ì~:
mezzo a due archi di trionfo antichi: visione ideale precoce quin:df.
della nuova basilica vaticana di cui già si parlava negli anni 1480~!
Davanti a quest'allusione alla chiesa, il Signore consegna le chiav~ffe~
simboli dell'autorjtà papale, al predecessore dei pontefici roman.D,i!
dicendo: «Tu sei Pietro, e su questapietraedificheròlamiachiesar;. #~l
le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te daròil~~~
chiavi del regno dei cieli, e tutto èiò che legherai sulla terra sarà 1~7;l
gato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai. sulla terrà sarà sciolto.n~j~
cieli» (Mt 16,18-19). L'importanza diquestascenanelcontesto delfi@I
rivendicazione del primato papale nel tardo '400 sembra èvident.~~
soprattutto nella cappella del pontefice:. è una visione .dell'origiii'.~2
divina del potere trasmesso nella cappella adoperata, allora corti~#
ora, per il conclave. Per sottolineare questo messaggio, chi haide~t,~i.i
il programma ha collocato di fronte all'affresco del Perugino «l'antì,~
tesi» veterotestamentaria, la ribellione di Core, Datan e Abirafu~1\
contro il potere di Mosè, dipinta dal Botticelli. ._}r~

Queste idee dovevano determinare il programma dellavolta~wf:f


frescata da Michelangelo con episodi dal Libro della GenesL :Nt\'lì~ .......,
precisa scelta degliepisodi spicca appunto l'idea dell'autorità divip:~i~)
presentata ora in termini non tanto storici quanto antropologiqìi~~~
soggetti illustrati dal Buonarroti trattano della bontà di Dio vers9il;
sue creature e dell'ingratitudine degli uomini che si ribellano con~k1
il loro Creatore, Sopra l'ingresso, proprio sul tratto della volt~:~~I
collega la parete della Rivolta di Core conquella della Consegna,:#~~~
··._;;o···

92
'Hi;;LMic:hdangelo. dipinge le storie della rivolta universale ai
-1~iiNoèflap11nizione inflitta da Dio; la salvezza di Noè e della
, '1lliglia riell'àrca (che diventa simbolo del ruolo della chiesa
l!'S.toriadella salvezza), il ringraziamento di.Noè e dei suoi figli,
i;,~;;iifJ:j:1iasj inevitabile ritorno al peccato del figlio Cam, maledetto poi
· ·;,prbpriopadre (Gen 9,24-26). Al centro della cappella, le scene
• , 'rtta.noJa. creazione del primo uomo e della prima donna, e - di
rn~q,p~q:>:,:1a ribellione (il peccato originale) e poi r espulsione dal pa-::
ittrWij~òo.Jnfine, sopra l'altare, Michelangelo racconta la creazione
:{1~~~f~Versoprima dell'uomo, quandol'autorità di Dio s'esprimeva
· ··-··· ~11cepibile efficacia della parola «Fiat»: Dio separa·la luce
' rtébre; Dio crea il sole e. la luna, Dio semina la vegetazione
;a~4). Il filo conduttore è quindi l'autorità di Dio come ~<Au-;­
' _>> ,,i'tutte le .cose, contestata dalla maggiore delle sue creature,
~H~~gii)()~•Ma; ribadiamo, nella cappella papale tale iconog~afia ha
· ·.opti precisissimo: laddove viene trasmesso al neo-eletto vica-
'Gris,to il potere di «sciogliere» o x<legare» le coscienze umane
lf,è,'.daJpecèato, gli affreschi di Michelangelo dovevano spiega-
àtteredelrautorità ecclesiastica, carattere radicato.nella na-
+Pio:·come «Autore» di tutto ciò che esiste.
'psì si può capire la monumentale. figura che domina l'inte-
~;iza: della cappella, l'ultimo dei profeti affrescafrda Miche-
·:,(3-ìona; in cui il dramma umano di ribellione -e penitenza
a;s~1lnt 0 ; .Mandato a Ninive per convertire i Cittadini dal loro
)/:(Jionasiribella, scappa su una nave, viene buttato in mare,
·itq}da,µngmsso pesce, e finalmente rigettato all'asciutto do~
iÒfuii e.tre notti. Accetta quindi la volontà di Dio, va a Nini-
icando penitenza e, con suo grande stupore, vede pentirsi
çittà; tutti «dal più grande al più piccolo» ( Gen 3,5-7). Vede
i,:e:; davanti alla penitenza sincera dei niniviti, «Dio s'impie-
. td.oafma.le che aveva minacciato di fare loro e non lo fece»
1p), E a questo punto~ Giona prova «grande dispiacere>>;
·-~()nte alla misericordia di Dio verso i peccatori, Giona, lui
:iiìX'ì:ibelle•perdonato, .«fu indispettito» (Gen 4;1). Si ritira a
· :· ~Iia. città· e. aspetta, sdegnoso, Dii:> intanto fa crescere· una
~·*iCin'dper dare ombra al profeta, e Giona ne prova gioia.
·~~j:ycrcl.opo,Dio manda unverme che fa seccare la pianta, e
=:~~p?s~o'alvento afoso e al sole, si lamenta amaramente'. Jl
;1g~ìichiede .se gli sembra giusto essere sdegnàto per una pian-
,.,,, :\:e.· Giona risponde che. sì, è. giusto sdegnarsi «al punto

93
Ed è qui che Dio impartisce la lezione finale sull'uso dell'autorif'.
tà: «Tu ti dai pena», dice a Giona, «per quella pianta di .ricino pefJ
cui non hai fatto nessuna fatica e che tu non ha:i fatto spuntare;. che'.
in una notte è cresciuta e in una notte è perita: eio non dovrei a:v~t
pietà di Ninive, quella grande città, nella quale sono più di wntd~i
ventimila persone, che non sanno distinguere fralamano destraelif
sinistra, e una grande quantità di animali?» ( Gen 4 ,10~11). Chi ha_
progettato l'iconografia della volta sistina ha voluto quindi comuniS
care questo messaggio: nonostante le ripetute ribellioni - nonosta:n:";
te il peccato, in cui l'uomo cade e ricade - Dio che tutto ha creato
con amorosa fatica non desidera la morte delle sue creature; è «Uri
Dio misericordioso e clemente, longanime, di grande amòre»chei§~
lascia impietosire riguardo al maleminacciato (Gen 4,2), Egliha ali%
torità assoluta su tutte le cose perché ne è l'Autore, ma adoperala
stia autorità per salvare; e così anche Pietro e i suoi-successori, eh~
adopererannoil potere delle chiavi per salvare l'uomo dal peccato',
Il «segno di Giona» che, nella cappella Sistina viene offerto a «un.ii
generazione perversa e adultera» (Mtl6,4), è l'inimmaginabile pi:~.~
tà di Dio per «quella grande città» da lui creata, che è l'univers(:)P;
Nell'emozione violenta_ con cui il Giona di Michelangelo si gira e~](
za gli occhi per guardare la prima delle scene della: creazione, D(à
che separa la luce dalle tenebre, sentiamo infatti tutta la meravigli~
umana davanti a questa visione del potere; il proféta ~ e conJ11i;i~
visitatore della cappella pontìficia - capisce finalmente il .colleg~~
mento tra queste realtà: chihacreato.il.mondononlo vuoledistrtlg~
gere, Giona ne è il «segno», e sotto la grande figura michelangiqtefS
sca il papa, successore di quel «Simone figlio diGiona» che in Cri~tgi
riconobbe il Figlio del Dio vivente, diventa «segno» pure lui, qua~§
do s'avvicina all'altare. i\'di
.,r:i
>::·.<:

IV
L'ottimismo·-religioso e culturale del momento alto~rinascime~4
tale non dura a. lungo. Già nell'arte tedesca dell'inizio delsecolot~~
tre tendenze s'erano manifestate: nelle stampe di AlbrechtDiìre~~
nella pittura di Matthias Griìnewald sentiamo un'angoscia e· uri'.e~
fasi penitenziale che richiamano l'immagine di un Dio -severoeq~J;\
l'uomo abbattuto dal peccato; Con la violenta rottura tra cristi;;i;òf!
causata da.Ila riforma protestante e dalla reazione cattolica~. vì~If~
meno anche in Italia la sublime fiducia che, con la grazia di u:µ .. E)j~·.·.-;:;,;:'

94
' :'1"4iQsoj:Fuomo possa raggiungere uno stato diperfezione si~
):~µ~,sognato dagli umanisti; Quando, poco prima dell' aper·
kcpndliO.di'J'rento, Michélangelo· torna nella Sistina per··vo~
.· ::,aolÒJII Farnese, per affrescate dietro all'altare papale uri
· · ù#izio, le nobili proporzioni delle figure della volta scom-
.e!tutto d'un tratto citroviamo davantiaimmaginiterrifican-
#sonaggi quasi grotteschi nella'loro poderosa muscolosità -
'· ._·Qtisto, che alzail braccio destro in un gesto minaccioso - o
Jantò deboli - come la Madonna che sembra rifugiarsi atte_rrita
-~quélbtaccio. In basso, al livello delFaltare, Michelangelo po-
. esco dì demoni usciti da un bestiario medievale che assai"
t};'futifue dannate., È un triste commentario del messaggio. di
~fliVOluto da Giulio U appena 30 anni prima.
\~.::'

'Itrimaestri, più giovani, fanno sentire l'angoscia controrifor-


.·}in:maniera_ esplicita.· AVenezia, nelmonùmentale ciclo bi~
seguitò dopo il 1565 per la confraternita laica della Scuola
é·di SanRocco, Jacopo Tintoretto elabora uno stile dramma·
tètri.forti contrasti di luce e ombra creano il senso di unconflit•
· ich tra le forze del bene e del male. Pur servendosi delle esa-
'. )ti anàtomiché tipiche dei manieristi toscano-romani, il Tin-
~çiàie~c_e a dare un'urgenZ:aalle sue scene che riscontriamo rara-
#)Aeilfarte/coeva. Nella Tentazione dì· Cristo, ad esempio; crea
" .··yntotesissimo in .cui·.Gesù, grondante sudore,· dall'abitacolo
tto gùarda affascinato un satana. bellissimo, ·dai tratti etma•
/che gli porg~ due sassi chiédendogli di trasformarli in pani
4)f,-AJia fine del ~500 poi, e àll'inizio del '600, un altro artista
<ftibnale, Michelangelo Merisi da Caravaggio, approfondirà la
~;detchiaroscuro tintorettesc.o, eliminando·· ogni minima trac~
rl:eàltà manieristica; In soggetti neotestamentari qualì la Con-
-e,)li $; Paolo e la Vocazione di s .. Matteo (rispettivamente,
·... ''es~tomane di S. Maria delPopolo e S. Lùigi de' Francesi);
a'.g~io spiega gli eventiintetiori della vita dei primi santi cri~
.. · ..>linguaggio «quotidiano» delnuovo. realismo fiall1mingheg~
<rna con enfasi mistica ottenuta mediante. il gioco chiàroscura-
,:~1:ef{etti . çompositivi.
:~àijsIIio delCaravaggio e di altri che, come lui, .sviluppano
·· èJnaturalismo veneziano '"'" si pensi ai Carracci e al Guerci-
:eµtalo stile di. più, «$cuole»locali seìcentesche: aMilan:o, a
?!•{apòlì, e.... per estensione-,-. in.Spagna e in Francia.Anche· i
,. . , terpretidisoggétti biblici nei Paesi Bassi; Pietro. Paolo Ru-

95
bens e Rembrandt van Rijn, sono debitori di questa corrente (iLRu~,,
bens aveva viaggiato e soggiornato in Italia). Nello stesso momentP;;
però un altro approccio si va affermando: quelloaccademico, spessd
basato sulle nuove scoperte dell'archeologia cristiana. Così il france~'
se residente a Roma, Nicholas Poussin, illustra scene neotestamen{
tarie come l'ultima cena con un linguaggio visivo che rievoca. freddat;
mente il classicismo raffaellesco di 120 anni prima, soffermandosisl('.
particolari eruditi come i letti per i rommensalL ·

Il maestro più brillante della controriforma cattolica è Gian.4,•


lorenzo Bernini, il genio universale - scultore, architetto, pittore~·
scenografo - chiamato .a ultimare la decorazione della basilica vati~
cana. Negli anni 1620-1630, nel vastissimo spazio sotto la cupola d~fi
Michelangelo, Bernini crea l'enorme baldacchino bronzeo per l'altaj·
re papale, dalle colonne a spirale e con drammatica sovrastrutturà;\
recante una grande croce. In rapporto al baldacchino poi, l'artìstg;
colloca quattro gigantesche sculture nelle nicchie dei pilastri bn1~;
manteschi della crociera, relative alle reliquie conservate nei tabett~
nacoli degli stessi pilastri: un S. Andrea (dove c'è reliquia della t~~
sta), una Santa Veronica (dov'è conservato il velo), una Sant'Elen.#,i
(dove sono i frammenti della vera croce), e il centurione Longilz~~
(dov'è conservata la lancia che, per la tradizione, Longino avev~l
adoperato per colpire il fianco di Gesù crocifisso) .. Quest'ultima#~
gura, l'unica delle quattro eseguita personalmente dal Bernini, i!L1.1,~~
stra la genialità dell'artista. Longino, con le braccia stese e la lane~~
nella mano destra, alza gli occhi in estasi verso la croce in cima~~~~
baldacchino - come se in quell'istante avesse capito che «davve~~
costui era Figlio di Dio>> (Mt 27 ,54). L'effetto della grande statij:~
movimentatissima, e dello sguardo rapito in alto verso la croce, g<r\~
vanizza Io spazio vuoto sotto la cupola. lfedeli presenti nella crosi,.~àj
ra vengono coinvolti in questo dramma sacro in scala sovrumaQ;~
che vitalizza l'aria morta dell'enorme chiesa. Come scenografia, è·~r~
resistibile: trasforma il luogo sacramentale in un luogo storico, do~~
chi partecipa alla messa del papa «vede» e «confessa» ìnsieII}~:J.t~
Longino la divinità di Cristo crocifisso. Nel contesto romano se1e'~it~
tesco, avido di conversioni alla «veritas catholica», questa ricreaz,~8~
ne mistica del dramma del Calvario doveva avere unaforza emotiY.~
straordinaria. •<;,;1#li
. Nelle ultime_ opere per S. Pietro, il Bernini estende il dram~~'~[,I
bhco della crociera .a tutta la zona. sacra compresa dalla bas1liç~~fil
dintorni. Negli anni 1650-1670 ridisegna l'approccio alla cittad~~-

% ~
·'ffil.~i~,çonstatue di angeli portanti gli strumenti della passione,
··#J:.è<gujjrdie sul parapetto dell'antico ponte sul Tevere davan~
·. ·~tèLSanfA:ngelo. Attraversato il ponte, il visitatore d'allora
~a~ànei vicoli stretti ebuii che portavano alla piazza S. Pietro
.à.Wvfale,Ja via della Conciliazione, è un'infelice risistemazio-
'.j:iema);il passaggio da queste vie anguste e tetre all'immenso
)t_çlella.:piazza bagnata di luce doveva sembrare un'esperienza
g(>gìca, in cui iHedele sperimentava personalmente i forti con-
.,,, . . {~~ chiaroscuro simbolico già celebre nella pittura caravagge~
r;;,i&éit.F.· · ·
1!.\•/S~eglistessi anni, il Bernini ridisegna la piazza come un vasto
:~V.6\t~Ieco.ntenuto da nobili colonnate. Le colonnate, che nel concetto
.HJ:1.f110 dovevano racchiudere quasi interamente la piazza,,sono
c•:;s••
.o/I1;tte poi da statue raffiguranti i santi di tutta la storia cristiana,
~P~o che i fedeli nella piazza si sentono «circondati da un così
f1:1liigolo di testimoni» da poter correre «con perseveranza ·nella
~. che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù» (Eb
,'2) . In effetti, la grande platea concava, costruita in parte sull'a-
·~f~ifcO diNerone (dove, secondo la tradizione, s. Pietro ebbe
'1]io);tunge da teatro all'aperto in cui gli spettatori viventi, in-
'.al. «gran nugolo di testimoni» scultorei, guardano verso la
·\~Msuo capo visibile, il pontefice romano, che si esibisce nelle
nLpiù solenni sul balcone centrale. Perciò l'iconografia del-
q:{quartiete - del ponte, dell'approccio, della piazza col suo co-
07'·.e;:della liturgia papale ~è quella della «città del Dio viven-
v~ i fedeli si accostano «alla Gerusalemme celeste e a miriadi
)i; ali'adunanza festosà e all'assemblea dei primogeniti iscritti
)1k:(Eb42,22~23).
r3.1lfio finalmente nella basilica, dove tutto brilla e «le inura
4.()tn~ di ogni specie di pietre preziose» (Ap 21,19), l'occhio
· th:~'todalla.grandiosa costruzione scenica nell'abside, creata
·. • '!lii'dal 1657al1666. È un gigantesco trono sorretto da figu-
Ìf()i"i dellà chiesa: un trono che sembra scendere dalla «glo-
\i#ompenell' abside•attomo allo Spirito Santo dipinto a for-
'fomba su una vetrata ovale. L'insieme scultoreo-architetto-
:gli~~tamente calcolato dalBemini per essere visto attraverso
<tortili del preesistente baldacchino, domina l'intero asse
t~ di S. Pietro; e sebbene abbia un significato 'funzionale
:\tàcchiudere la reliquia della cosiddetta «Cathedra Petri» -
~~J-Sia· stato concepito per comunicare una serie di messaggi
ft)r1i:ÙStici
·...
::.\',: ··'
e trionfalistici chiari -l'autorità papale appoggiata

97
dalla tradizione dei Padri e dottori della. primitiva chiesa, sotto J~;
guida dello Spirito Santo-, questo monumento finale delpel'cofaQ,
creato dal Bernini ha soprattutto un significato biblico"ecclesiale:c·~\,
di nuovo il «trono di Dio e dell'Agnello» di Ap 22,3, ma ora mate;
rialmente «scesa» nella «piazza della città». La luce calda che.entra
nella basilica da dietro la colomba si riversa sul trono, riempie l~
chiesa, si confonde infine con la luce della piazza, donde avvolg<f
l'intera città, che così diventa la città in cui «non vi sarà più notte ·~~
non avranno più bisogno di lampade, né diJuce di sole, perché il Si;;
gnore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli» (Ap 22;5}g

NOTA BIBLIOGRAFICA

BERNARI C., L'opera completa di Tintoretto, Milano 1970.


BERTI L., Masaccio, Milano 1964.
BoRSI F., Bernini architetto, Milano 1980. ..
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DE ToLNAY C., Michelangelo, 5 voll., Princeton 1943-1960. +@
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98
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·t.iÙN V., Il cristianesimo durante il rinascif!tento, Milano 1924.

99
Parte seconda

Metodi di lettura
e presenza della Bibbia
nei secoli XVII-XIX
-~'~o sviluppo e\applicazione
!~~;~~i-i;·;'., dèl metodo storico-critico
n.ell' esegesi .biblica
(secoli XVIl-XIX)
di Rinaldo Fabris

~!)~~~;;;~~tq ~otto l'impulso e gli intereSl)I. filologici dell'umanesimo, il me-


•< "f ···' ·)~to~Ì::O,gitico, appli~to alla Bibbia assume una. configurazioµe
· ·. ~;~j~<lrtiredaI .secolo XV:I grazie ajla confiµe:iu;a di diyersi fattoli'.
~ t;:. alla utilizzazione· di nuo\Ti .strµmenti di indagine; A . quesfo
li#isc:e in primo luogo il dibattito suscitatp dalia Rifoim(l circa Ìl
, ~~J'.usq,dellaBibbia come fondamento e norma dellafede cristia-
~lq\}adro dei conflitti di religione conseguenti alla Riforma si col-
.~.rice.rca di. una fondazione razionale e storica dell'etica sodale e
lqa{J:Iobbes, Spinoza). Vi contxjbuiscono anche quelle istanze ra-
@:4ell'umanesimo che sonò assunte come principio interpretativo
Jppresel)tanti.dell'muminismo: In questoclima chemette in di-
\iri,ç.,si~)(lspecificità dell(i rivel~~one biblica come)'attendibilità
:::·- . ;qeftesti sacri, si affinano i 1llefodì ~r lo stl}dio del testo biJ:>lieo
~}1~t~lig.r~µo 1mo\Ti criteri t>er la ~ùa intérpretazt()necritica, letteraria
..,_,., .. , .. _·}li:qµesto proce8so convergono e ~i intersecano i diversi indi-
À~§fi:ci e ideologici con le esigellZe e i èbndizionamenti delle isti-
, }tdigipse é politiche. . •. . .
i~ìi'~ndo conto. di questi vari elementi fa presente ricerca si arti-
'!UJ:IùeJasicosl .suddivise:· dal periooo succe~~frvo alla Riforma fi-
lapvohizìon:francese~ e da questa all'inte.rventodi Leone XIII
'llCiclica Providèntissimlis Deus del 1893. Iri questa ricostru~
Jòrifasi priv1legiàl'areà cattolica, perché in essa si collocano
;iì:rte degli•studi biblieiitaliani. ·Del resto esistono già delle in-
<·,111()nografiche e dei contributi notevoli dedicati allo sviluppo
!netp<fo_.storico"critico nell'ambito della Riforma, mentre è ·del
:c:çatente una storia complessiva e documentata per il contesto
'tljsq\~ it(lliano .in. particollife. 1

w . . ;.$.ERJJ!'R, La Bible.au seizième siècle, Plllis 1879; H,L KR.Aus, _Geschichiè der
(.~c.h",kritischen Er[orschung d~s Alten Testaments, Neukirchen 1956, 1969: tLit.

103
I. IL METODO STORICO-CRITICO
DALLA RIFORMA ALL'ILLUMINISMO
Questo primo periodo è caratterizzato dalle tensioni e dai dibat-
titì conseguenti alla scissione religiosa e éultUrale innescati dalla Ri-
forma. Mentre nell'ambito protestante per quanto riguarda il campo
degli studi biblici si sviluppano alcune istanze critiche, in parte con-
trollate e frenate da esigenze di sistemazione dottrinale, sul versante
cattolico e nell'ambiente italiano in partìcolare si fa sentire in modo
determinante per lo sviluppo degli studi biblici l'applicazione del
concilio tridentino. Diversi per i due ambienti sono anche gli esiti
che derivano dall'impatto con le esigenze razionali e critiche solleci-
tate dal clima illuministico. Senza volèr ripercorrere tutte le tappe di
questo processo religioso e dilturale, che va dallà fine del secolo
XVI alla fine del XVIII, saranno presi in considerazione l'opera e il
metodo di alcune figure rappresentative delle svolte determinatiti
nei vari ambienti e contesti.

1. Le istanze e i progetti di critica biblica


nel contesto della Riforma
I capi storici dèlla Riforma per quanto riguarda il testo, è l'origi2/j
ne storica e letteraria dei libri biblici restano sostanzialmente neiì;ar.::·}i
veo tradizionale. I criteri per accogliere un testo biblico o riConosee~ ;~
re l'autorità di un libro del canone derivano più da preoccupaZioqLH
dottrinali che non da esigenze filologiche e letterarie. Queste ultim,t(')~
invece incominciano ad affiorare nell'opera di Andrea Rodolfo ~o,~,',~'.
denstein, detto Carlostadio, nello scritto De canonicis Scripturis dei~
1520. Sulla base dell'osservazione circa le peculiarità stilistiche e let,7?~
terarie dei Libri del Pentateuco il Carlost~dio conclude che Mos~;;;:,:
non può esserne l'autore. Analoghe osservazioni egli faperiLibri.9(*
Samuele e di. Esdra. Ma la prima applicazione sistematica del metp;<;jj
do di analisi critica riferita al testo biblico si ha nei lavori di Lµi.gf)~
Cappel (1585-1658), che confluiscono nell'opera in sei libri pubJ:>li'-it~
::.~:f{;~
.- , _-x:J~t:~
L'Antico Testamento nella ricerca storica critica dalla Riforma ad oggi, Bologna 197:$~&~
W.G. KOMMEL, Das Neue Testament. Geschichte der Erforschung seiner Proble"'fJi;~
Freiburg-Miinchen 1970; tr.it., Il Nuovo Testamento. Storia dell'indagine scienUfigtij~
sul problema neotestamentario, Bologna 1976; P. GUILLEMETIE - M. BRISEBOIS, lntr~;~
duzione ai metodi storico-critici, (Studi e ricerche bibliche), .Roma• 1990. ·;,lz~

104 1!11
ç~ti·?àl~glio.Giacomo nel 1650 con il titolo .Critica sacra. I tentativi
~~~fijdaFCappel per ricostruire iUesto ebraico originale secondo i'
'çtjt~r'i.applicati ai testi· profani, si scontrano con le posizioni dei· di-
-ieps()ridella storicità e sacralità del testo ebraico vocalizzato tradi-
~qnale, ·La nedizione del lavoro di Cappel;.con lasua autodifesa
qe';tìtroi sùoicensori, non riuscì a sottrarlo alla'. condanna· dei teologi
s'Y~ierinel 1675.
,)>';J)à uri orientamenfo molto piiì radicale derivano i criteri esegèti-
cl"applicati ai testi biblici dell'olandese Ugo van Groot, latinizzato in
flrotfos O Grozio (1583-1645). Egli, all'interno della Riforma, è il
'.r;~pprest:'.ri.tante di quell'umanesimo critico e razionale che prelude al
~l~ifolturale dell'illuminismo. È sintomaticà al riguardo l'adesfo-
,~~~diQroiio allaéorrente degli armillfani, che nell'aspra controver-
:;·;.""·~qfog~ca sulla predestinazione calvinista sostiene una posizione.
. ·.&faJaefaappelJo alla ragione per favorire la tolleranza religio-·
>i./ .ALcontesto di queste polemiche.teologiche Grozio fu concian~
a
·~~te.ai carcere vita (1621). Ma egli riuscì a fuggite dalla prigionia e
i~briparare in Francia. Nei suoi commenti a diversi libri dell'AT e
~~· perlo pi:ù in for01a.di Annotafiones, Grozio persegue con rigore
;~lgl9g~çojl senso letterale e.·. ~torico se.nza concedere molto.•.alle
.Rf~()pcµpazioni.teologicheeapologetiche. Il celebre giurista olande-
\~~~Ùl'-~dre del giurisdizionalismo moderno, può essere considerato il
\~teçur~oredi ·quell'indirizzo biblico storico-razionalista che ha i suoi
;più,;]ioti rappresentanti in Tfr~ Hobbes e B. Spinoza.
;fii''fllli~U~sto·stesso clima e dibattito religioso culturale si colloca an~
:~~~tG-iovanni Le Clerc, nato a Ginevra nel 21657 da una famiglia in
;~µT;~~·e::ultùtà è l'erudizione erano assorbite con la prima educazione.
~]i)'.i'f'dpnbreve soggiorno a Parigi e à Londra, Le Clerc approda ad
idam; :dove aderisce all'indiiizzo moderato degli anriiniani,
~ìi~o professore di filòsofia, cli lettere ed ebraico, è in seguito
''aistoria ecclesia8tica, nel loro collegio. Si può avvertire l'in-
'· '. < ·.. · ;OiGrozio nel suo Trattato dell'incredulità, pUbblicato ad Am-
l~t~tliàrò: nel 1696. Tredici anni dopò Le Cletc cura l'edizione del
. .r9 •.di Grozio De veritate religionis . christianae' Amsterdam
·;.}\cciinto all'inesauribile produzione di scritti e opere che rive-
n.'erudizione eclettica e straordinaria ,.... 26 volumi di una Bi~
~?t~.$~;µ11iversale storica, 28 volun1i dhmaBibliotéèa scelta, 29 di
.·: ··pµò!eca antica- Le Clerc::, contro la sua originaria .intenzione
n.polel11ica contro Richard Simon attorno alle questioni di cri~
'.t,t~f~#il,solleyate cialla J{istojre critique du .Vieitx Testament,
r#-:a. Parigi ,nel 1678.eriedita adAmsterdaffi nel 1680.
105
Nella sesta lettera dello scritto Sentiments de ;quelques théoloc.
giens de Hollande, Le Clerc riesamina gli argomenti di critica' inter-
na - anacronismi - che si-opporrebbero all'origine mosaica deLPen~
tateuco. Egli conclude che alcune parti di esso sarebbero state scrit:,.
te molto tempo dopo Mosè, Ma in base agli stessi criteri si deve rico-
noscere che vi sono alcuni frammenti che risalgono all'epoca mosai-
ca e altri addirittura al periodo precedente. Infine alla, questione:
Chi è l'autore del Pentateuco nella sua forma attuale?, Le Clerc ri-
sponde con un'ipotesi originale: si tratta probabilmente di quel sa~
cerdote inviato da Babilonia per istruire i nuovi residenti ddla Pale._
stina sul modo giusto di adorare il Signore, come dice l'autore del
Libro dei Re (2Re 17 ,28). Le Clérc pone in relazione questo inter-
vento con il ritrovamento nel XVIII anno del re Giosia.della leggç
nel tempio, che fa da supporlo.alla restaurazione del culfo jahwisW.
in Samaria. Queste intuizioni, che prehidono ad aleune ipotesi reda.:
zionali del Pentateuco fatte due secoli dopo nell'ambiente di lingua
tedesca, sono corrette o ritrattate dallo stesso LeClercneglì scritti
successivi, dove egli parla di un compilatore delPentateuco, oppurè
ne ripropone l'origine mosa:ica. 3
Ma al di là del valore di queste ipotesi circa l'origine del Penta~>
teuco e nonostante la posizione oscillante e incerta di Le Clerc; ~ì
deve rimarcare l'intuizione feconda cìrcail metodo.per ricostruire la '
storia dei libri biblici. Egli afferma che «si deve scoprire per quanto
è possibile l'intenzione dell'autore, l'occasione chè lo ha spinto'~;:
scrivere e a quali opinioni e a qua.lì avvenimenti può fare allusioneK!
nella sua opera. Quando si tratta di storie e profezie che riguardano:~
soprattutto un popolo determinato, non si vede come si può capit~·.{l
un libro di questo genere senza sapere qualche cosa. dell'intenzj.OJ:l,e\'.~
dell'autore e dell'occasione che ha fatto nascerel'opera>>. 4 Il rigOJI~':ii
metodologico di Le Clerc è documentato. oltre che daisuoicomnie~;'·'.
ti ai libri delr A T e NT, anche dal manuale di introduzionebiblidi.~;è:;
di critica testuale, in cui egli riprende e precisa alcuni criteri di ça,pf:~
pel per stabilire o ricostruire il testo biblico. 5 · ·· ;f'.'f]
..;:; =~l

3 Dissertatio de Scriptore Pentateuchi MÒse eiu.sque in scribendo consilio, A~i;i


sterdam 1693; Parrhasiana ou Pensées diverses sut des maiières de critique d'històire;')
de morale et de politique avec la défense de divers ouvrages de M. L. C.. par Théodor~
Parrhase, (Le Clerc) 2 voll., Amsterdam 1699. , . ;)\\;
4 Sentiments de quelques théologiens, 6-1; cf. R. VbELTZEL, Jean Le Clerc ~f'B\;l
et
critique biblique, in Religion, éruditiòn et àitique à la fin du XVIIsiècle au débutàifi,~
XVIII, Paris 1968, 33-52. .· . :{)Ì
5 Ars critica in qua ad studium linguarum latinae, graecae ,et hebraicae via mWJi;f;,
tur veterumque emendandorum spuriòrum Sàiptorum a genuirifs. dignoseendum eti#'.i~
dicanti de eorum libris ratio traditur; Amsterdam 1697; 1712: }Jé\~

106 211
i\~~i.f§D.~Y~I1o essere ricordati in quesfo contesto dueautorLche intro~
···,, '• ··.· occò1fle:loro.·istanze critiche e .razionalistiche nel clima carat~
.,_ slièdd~lFillmninismo:Pietro Bayle (1647-1706) e Gio.Janni Al~
'.·:~~nsò·illùrrettini (1671~ 1737), Il primo sì inseriste nel contestò delle
}.iff,:}~trOversfo religiose dell'ambiente francese del secòlo XVII. No-
~:;~qstante lo spirito decisamente. polemico di molti suoi scritti, egli
;:..i,ini,lùgura il metodo storico~critico che fa leva sulla cronologia e la
/~d().c:U'lllen.tazione .rigorosa contro· tutti i pregiudizi ideologici: Nel-
,i;~~~jnb1ente biblico il Bayle, pur rivendicando un'interpretazione ra-
··.#~{ln~l~ della Scrittura, rimane sostanzialmente. fermo alle posizioni
·,.)~;i;.~dizionali circa 1'oriiine storica e letteraria dei vari libri e lo sche-
;~.~~$t~riografico biblico. 6 Il Turrettini, nato da una famiglia lucchese
;;~::itr·i!.sferitasi a Ginevra in seguito alle lotte religiose, si impegna con i
't/t$µbi·scritti e con diverse iniziative pet favorire l'unione delle variy
'.''~$è;protestanti. Proba:bilmente····in· questo disegno conciliatore
· · hà•:anchela sua proposta di un.a interpretazione più razionale e
,.,. ·'().ideologica della Bibbia, applicandovFglistèssi criteri che sono
i!Ao/!~lf~i;perogni libro antico: analisi filologica e letteraria del testo e
.,. ·~(;0t#esto; conoscenza della sua. ambientazione storica. 7 Queste
·z.~:eprogetti per una lettura critica della Bibbiasaranno ripresi
' pliàtFnell'àmbito della: Riforma sotto la stimolazione prove-
fo dal nuovo clima culturale dell'illuminismo.
1i.)~~:~E8!.-> :;, ;_· . ,
if~;fo]i;a riçerca e critica biblica nell'ambiente cattolico
:·>.;::::..:ir:·-·

:if;(J]i{l;·'.tt;(i!iterveritidi carattere dottri1iale.e disciplinare del concilio.di


.'tg11elseitote biblko ebbero due effetti divergenti. La preoccu-
, oh~ per àvere lin testò biblico ·sicuro e autorevole di fronte ai
::;fte~1id. tentativi di nuove traduzioni, portò alla fine del secolo
''.:>11.Jtedizione critica della Volgata, nota come «Clementina»
g)rQuattordid anni prima era stata curata per il sollecito impe"
.,. iSisto V ledizione critica dei «Settanta» sulla base del codice
~~~Ò}() ]3. (1578). Quès(a fissazfone del testo .biblico nelle due

J,.,SoLÉ, .«Religioh et méthode. critique dans le "Dictionnaire" de Bayle», in


et critique à la fin du XVII siècle et au début du XVIII, Paris 1968,
~'<jri;\~rndition
7il'J?,, «Religion et visiori historiographique dans. le "Dictionnaire" de Bayle»,
fd/ >119.-200.
\,P~sa<:1;ae Scripturae interpretandae ·methodo tractatus bipartitus in quo falsae
,Afvi:n/erpretum Hypotheses refelluntur, veraque interpretandae sac.rae Scrip-
. éthodus ·adstruitur, Auctore Joanne Alphonso·Turretino, Dordrecht 1728,

107
forme tradizionali, oltre a escludere nuovi progetti diversioni nelle
lingue parlate, congelò in parte la ricerca per la critica del testo. La:
preoccupazione del concilio tridentino di orientare e discìplinare
l'interpretazione del testo biblico nella linea tradizionale, portò alla
istituzione e al controllo dell'insegnamento della Scrittura nel conte-
sto della formazione del clero (seminari). Per sé questo provvedi·
mento doveva dare nuovo impulso allo studio della Bibbia, anche se
di fatto la spinta controversistica mortificò la ricerca biblica. Inoltre
la rigida applicazione della censura sui libri in Italia impedì di fatto
un confronto stimolante e fecondo con le nuove correnti culturali
europee.
Infatti, quello che viene chiamato il «secolo d'oro» dell'esegesi
cattolica, 1563-1663, si innesta sul dinamismo culturale e la corri-
spondente ricchezza di sussidi e strumenti del secolo XVI. Quando
si esaurisce l'impatto positivo che viene da questa riserva culturale,
anche il livello quantitativo e soprattutto qualitativo degli studi bi-
blici nell'ambito cattolico subisce un crollo impressionante. Due
eventi e i relativi personaggi, anche se molto diversi tra loro, posso~
no essere assunti come rappresentanti di questa fase della ricerca bi-
blica nell'area cattolica: la questione di Galileo in Italia, e il proget,.
to di introduzione storico-critica alla ·Bibbia di Richard Simon in
Francia.
a. Galileo Galilei e il dibattito .biblico8
Quella che viene chiamata la «questione o caso di Galileo» è ab-
bastanza nota nei suoi risvolti storicie nelle implicanze culturali gra~
zie alla mole di studi e ricerche che possono contare sui documenti e
le fonti storiche rese pubbliche. 9 Quello che interessa della vicen.da

8 C.M. MARTIN1, «Gli esegeti al tempo di Galilei», in Nel quarto centenario delfu
nascita di Galileq Galilei, Milano 1966, 115-124; R. FAÌIRIS, Galileo Galilei e gliorieri~
tamenti esegetici del suo tempo, Pontificiae Accademiae Scientiarum, Scripta Varia
62, Città del Vaticano 1986; GALILEO GALILEI, Sulla libertà della scienza e l'autorità
delle Scritture, a cura di M. Montinari e di E. Bellone, Roma 1983; P. PASCHINI, «Vita
e opere di Galileo Galilei», in Miscellanea Galileiàna, Pontificiae Accademiae Scien~
tiarum, Scripta Varia 27, 1964, voll. 1-11, Città del Vaticano 1964; M. ·PESCE, «L'interc
pretazione della Bibbia nella lettera di Galileo a Cristina di Lorena e la sua ricezioc.
ne», in Annali di Storia dell'Esegesi, 4(1987), 239-284.
9 .All'edizione nazionale delle Opere di Galileo G3.lilei di A. Favero, Firenze
1890-1909, ristampa 1929-1939, 1968; si deve aggiungere ora: ]documenti delproces-.
so di Galileo Galilei a cura di S.M. Pagano, Pontificiae Accademiae Scientiartmi,
Scripta Varia 53, Città del Vaticano 1984. ~

108
(:'\i:Galìleo rtella'preseilte ricerca èl'interpretazione della Scrittura
netçonfosto più vasto del dibattito culturale che essa implica. La pò-
sìzi0i1è di Galileo circa il rapporto trala conoscenza scientifica, e l'in-
teirpretazione della Bibbia si può facilmente ricostruire sulla base
delle quattro lettere che egli scrisse tra il 1613eil1615,,note come
·~<lettere copernicane». La prima di queste lettere,, inviata ali'. amico
)lèl1edetto Castelli in data21 dicembre 1613, offreil quadro storico
eipuntiprogratnmatici di quel dibattito che verrà ripreso e svolto in
•,seguito in m:odo più dettagliato nello scritto inviato in forma di lette-
rc:t ~,tnadama Cristina, granduchessa di Lorena. Non a caso una co-
pia della lettera indirizzata al Castelli, monaco cassinese e «lettore
(lelle lllatematiche» in Pisa, fa parte del fascicolo qelle carte del pro-
C,e:~~o di Galileo, conservato nell'archivio segreto vatican9. 10
·'\ ''Lalettera prende lo spunto da una discussione avvenuta a Pisa in
•qccasione di un pranzo presso il granduca Cosimo U, a cui avevano
,pteso parte oltre al Castelli, anche là madre di Cosimo, madama
yì:istirta di Lorena.U Durante il dibattito Antonio Boscaglia, inse-
gllànte di fifosofia a Pisa, aveva insistentemente insinuato presso la
gfànduchessa «Che il moto dellà terra non poteva •essere massime
$hè fa Scrittura era manifestamente contraria a questa sentenza».
~alileo nella lette.ra a Castelli, dopo avere richiamato l'antefatto
·d~lla discussione, dà la sua piena approvazione alla linea tenuta da
·. '0astelli: e coglie l'occasione per «tornare a considerare alcune cose
tri-gt;Q.erale circa ilportare la Scrittura sacra in dispute di conclusioni
:natµralied alcune altre in particolare sopra il luogo di Giosuè, pro-
Ro~!oli, in contraddizionè della. mobilità della te.rra e stabilità del
$ple: .. ».
::,,L'argomentazione di Galileo circa il corretto rapporto tra l'auto-
Nà della. Scrittura e conoscenza scientifica si sviluppa secondo que-
.
S.t~ Jinee. Egli concorda. i,nnanzitutto con il principio tradizionale
·-~di9ri poter mai la Scrittura sacra mentire o errare, ma essere i suoi
'-d.~H~H d'assoluta ed inviolabile verità». A questo punto egli intro-
nil'Uce un secondo criterio ermeneutico: la sacra Scrittura e la natura
'h~hpossono contraddirsi perché procedono ambedue da Dio, la pri-
i[~~_-2òme «dettatura dello Spirito Santo» e la seconda come «osser-
-·-····;.;·.·

. ''·:'. ~;,·

.,, l documenti del processo di Galileo Galilei, 71-77.


,, : -H Di· queste di~cussioni Castelli aveva dato notizia a Galileo con una lettera del
)W-~èémbrel613 (QALILEI, Opere, IX, 605-606) e aveva incaricato Nicolò Arrighetti,
··discepolo e amministratore di Galilei, di -infonilarlci a voce.

109
vantissima esecutrice degli ordini di Dio». Ma diverso è il m,odo in
cui si presenta la verità nella Bibbia e nella natura. La Scrittura si
adatta «all'intendimento universale» e alla «Capacità dei popoli rozzi
e indisciplinati»; essa esprime «molte cose diverse ìn aspetto e quan-
to al significato delle parole dal vero· assoluto». La natura invece è
«inesorabile e immutabile e nulla curante» della capacità diintende-
re degli uomini; non trasgredisce mai i termini delle leggiimposteli».
Perciò conclude Galilei: «quello che dagli effetti naturali o dalle sen~
sate esperienze ci pone innanzi gli occhi e le necessarie dimostrazio-
ni concludono, non debba in conto alcuno essere rèvocatoìn dubbio
per luoghi della Scrittura» che suonano per la loro formà immediata
come contrari. Quindi «nelle dispute naturali» le àrgomentaiioni
tratte dalla Scrittura devono «tenere l'ultimo luogo». Qualora i testi
della Scrittura appaiano contrari alle «co.nclusioni naturali», di cuis\
ha certezza sulla base del «senso manifesto» o delle «dimostrazioni·
necessarie», gli espositori della Bibbia devono cercare un sensodi7
verso da quello ~etterale, come avviene in molti casi, dove si parlct di
Dio e del suo agire in modo antropomorfico.
A sostegno di questo criterio ermeneutico Galilei richiamaJ()
scopo primario della Scrittura. Esso non è quello di dare quelle in"
formazioni che si possono conseguire mediante l'uso corretto dej }
sensi, di discorso e intelletto, ma «l'autorità delle sacre Lettere ha;'~
solamente la mira di persuadere agli uomini quegliarticoli epreposi·<i~
zioni che sendo necessarie per la salute loro e superando ogni diséor~ ~
so, non potevano per altra scienza né per altro mezzo farcisi credibìfr\l:.;
che per la bocca dell'istesso Spirito Santo». Una conferma di ciò S~«-~{
ha dal fatto che poco o nulla le Scritture ci dicono delle verità scie.l').~;j\~
tifiche. Galilei perciò contesta quanti nelle discussioni scientìfié~~-~
adducono argomenti tratti dalia Scrittura ' per controbattere «le esper~~;~
-.·-_,·.,;·.<::$!
rienze e le dimostrazioni necessarie». . . . . ·. ·.. _,,,J~
Galilei infine aggiunge, a modo di confèrma, la sua interpr~~li;~;~
zione delle parole di Giosuè: «fermati o sole ... e 11 sole si feflllòliJ''~f
mezzo al cielo e non si affrettò a tra01ontare per un giorno ìl1te.i~{?;',~~
(Gs 10, 12-13). Questo testo era addotto corttro il sistema copernit~~f~
no. La Scrittura si adatta nel suo modo di esprimersi «alla capacij~'f·r~
di quei che sono a fatica idonei a intendere il nascere e il tramonwt~J-~
del sole». Ma il testo biblico, dice Galileo, nel sistema copernical)~1i
si può intendere nel senso naturale, •perché con. l'arresto.de.l ~ol~:t~
«Senza introdurre confusione alcuna tra le parti del mondo seni~~ e
. ;;:r;i
,1_:_,_:.~"i::..:

110 El~
;)i;\~jét~iofre delle parole della Scrittura, si può allungare il giorno in
;:'fe'Fra~>' :t~ ·
,~';,'.1;;:,:)\;Qi:lalche mese dopo, il 16febbraio 1615, Galilei difronte alle po-
';ùI~Jnic:he e alle voci di eresia che correvano sul suo conto a Firenze
'§perùniz:iativa dei padri domenicani, Nicolò Lorini e Tommaso Cac-
c;difr; scrive al suo amico mons. Pietro Dini inviandogli copia esatta
':'',~~ilii l~tteta scritta a. Castelli,. pregandolo di.farla conoscere al padre
;1,·,g~stuta: (}rembergerio ( Grienberger); matematico al collegio roma-
i,'.~11~;,;~ aFcardinaleBellarmino. In essa annuncia di avere quasipronta
·:l:iip'a:stesurapiù ampia e doèumentata dell'esposizione fatta a Castel-
7,;,:;Jì'i:-'Sic.tratta della lettera dedicata a madama Cristina di Lorena, in cui
@tp:àlilfasvìluppa informa di piccolo trattato gli argòmenti già esposti
itti~Hà lettera a Castelli, aggiungendovi le citazioni dei padri della
:~;ift:li1~sa'"'-Tertullianoe Agostillo- e dei teologi come Tommaso d'A~
:?Hì\iin()/e le posizioni esegetiche di alcuni autori cattolici come Paolo
';:,;:qir~}lrgos (1353-1435), •Alfonso Tostado (1400-1455), Tommaso de
:;'i/~t@,;detto Ca1etano (1469-1534), Benedetto Pereyra (1535-1610) e
· ~go de Zufiiga (1536-1584).
:;;,,,,. )Nello scritto inviato alla madre di Cosimo II Galileo si preoccu~
~~'';p~'~Lafupliare quei criteri ermeneutici, che sono in armonia con l'o-
jf~ì4~ràamento della chiesa cattolica, formulato nelle dichiarazioni del
.. ,, ' cili<Y di Trento. Nei testi conciliari si afferma che il criterio fonda-
Jalepèr l'iriterpretazione della Scrittura in senso cattolico è l'au-
tà':dei padri e della tradiziohe. Ma questa autorità, basata su un
.. e fondato consenso, dice Galileo, riguarda in primo luogo le
1~à <~de fide» tra le quali non rientra «la mobilità della terra o la
:'ilftà del .. sole».
;j;:~;iposÌJ;ìone e.rmeneutica di Galileo è ineccepibile, solidamente
fa sulla tradizione e in accordo con i decreti del concilio .di
();Ma il dibattito e poi lo scontro con il fronte. avversario non
gono su questo ten:eno, ma su quello filosofico e teologico,
:: ain primo luogo la concezione del mondo e solo subordina-
fitel'jnterpretazione dellaScrittura. È quanto si evince dalla ri-
à:·del cardinale Bellarmino a una lettera-trattato di Paolo Antoc

\l;Ji1. altro tentativo di interpretazione in chiave copernicana «COncordistica»


ibbia·è trasmessa da Galilei nella lettera a mons. Pietro Dini del 23 marzo
a:piopositò delsalmo 18, contrapposto dagli avversari del sistema copernicano,
e::'sipgole frasi del testo biblico sono interpretate secondo là teoria galileiana
ti~e}:: 0s'u1'sole, che è il centro dal quale promana «lei. spirito ealorifico e fecon-
/tiltte le corporee sostanze» (Sulla libertà della scienza, 77).

111
nio Foscarini del gennaio 1615, in cuiil frate carmelitano cerca, dj
mostrare il pieno accordo tra i testi della Scrittura e il sistema coper~ ·
nicano. Il cardinale Bellarmino, nella sua risposta.in data 14 aprile
1615, dichiara che la concezione copernicana può essere presa solo
come ipotesi matematica, «ex suppositione», non assolutamente,
perché affermando la mobilità della terra si corre il rischio di «ren-
dere false le Scritture sante contro il .comune consenso dei santi pa-
dri, i quali, assieme a tutti i commentari.moderni, .. convergono nel-
1' affermare ad litteram che il sole è nel cielo e gira intorno .alla terra
con somma velocità e che la terra è lontanissima dal cielo e sta nel
centro del mondo immobile». Perciò, conclude Bellarmino, «quan•
do ci fosse vera dimostrazione che il sole stia al centro del monto e la
terra nel terzo cielo e che il sole non circonda la terra; mala terra
circonda il sole, allora bisogneria andar con molta considerazione
nell'esplicare le Scritture che paiono contrarie, e piuttosto dire èlié
non le intendiamo, che dire che sia falso quello che si dimostra».
Il seguito dei fatti è noto. Il 26 febbraio 1616 il cardinale BellaJ:-
mino fa chiamare Galileo presso il suo palazzo e in presenza dei·
commissari del santo Uffizio gli comunica l'ordine - «praecepit .et
ordip.avit» - «di abbandonare l'opinione che il sole stia al centro def:
mondo immobile e che la terra si muova»; e di non aderirvi in qual~····
siasi modo, né di insegnarla e difenderla a voce o con gli scritti. Ga,li"
lei aderì e promise di obbedire a tale «praecepto» .13 Nel decreto sul- <
l'indice dei libri proibiti del 5 marzo 1616 si dichiara «falsa e contr~~
ria alla divina Scrittura la dottrina pittagorica sulla mobilità (j.ellà '
terra e l'immobilità del sole insegnata anche da Nicolò Copernìco,({
da Diego a Stuiiica». Pertanto si ordina di ritirare dalla circolazion~dl
gli scritti di Copernico e di Diego a Stuiiica «donec corrigantun~; in~/'
vece è assolutamente proibito e condannato il libro di P.A. Foscarìt.;~
ni, in cui si sostiene che la suddetta opinione è in armonia conia. \(é~~~~
rità e non si oppone alla Scrittura. 14 Anche se la posizione esegetic<{its
di Foscarini edi Diego de Zuiiiga (a Stuiiìca) è. minoritaria, tuttayi~j\:!
essa si colloca nella prospettiva ermeneutica tradizionale, richiam:;;tf·E~
ta da Galileo Ìiella sua lettera a madama Cristina di Lorena e festi))ii
moniata da Benedetto Pereyra nei suoi Prolegomena biblica.15 Sta df:ti

I documenti del processo di .Galileo Galiléi, 101.


13 ·>{/;§
I documenti del processo di Galileo Galilei, 103.
14 .. :}H
15 Benedicti Parerii Valentini commentariorum et disputationum in Genesim, R;'Q~'\~
mae 1591-1595. :o;'.j~
··;\~~1
.-·,·:·
112
iÌ~it6.:çhedopol'.interyento delsanto Uffiziò del 1616 l'esegesi catto"'
:µqiùdéLsecoloXVII sul testo di Giosuè 10;12-13 evita ogni interpre-
}~~ène che possa dare adito a sospetti circa l'accoglienza o difesa
'q~llà, Co:flcezione copernicana.
·{<N:el;seguito del secolo XVII la questione del rapporto tra la con-
9-~z;1one del mondo imposta dalle acquisizioni scientifiche e dalle
ìi~<?"veinformazioni viene riproposta dallibro di Isaac de la Peyrère
;:{U594d,676), uscito anonimo in Olanda, ad Amsterdam nel 1655 .16
i,lrii'èsso l'erudito. francese,. che scopre la sua vocazione biblica in
:f(!}l,;:i:11<la al seguito del principe Luigi lidi Condé, sostiene la. teoria
i~~W:esistenza. degli uomini prima dell'Adamo biblico. A questa ipo-
1~siilDèJa Peyrère è indotto dal fatto che vi sono delle civiltà come
·~;q\iella: caldea, egizia e cinese che non si lasciano integrare nf:lla vi-
'~iòité' biblica della storia. dell'umanità. Inseguito alla pubblicazione
:,':Cl~hs.uolibro De la Peyrère fu condannato dal parlamento di Parigi e·
:~attoairestare. Solo la ritrattazione dei suoi errori e l'abbandono del
/q~lvinisino gli consentirono di ritrovare la sua posizione presso il
:'@pn.d~:.Queste vicende di Isaac de la Peyrère sono una spia del cli-
Htla.'disospetto e repressione in cui si colloca anc;he il dibattito bibli-
·Sg·;ftutto quello éhe mette in discussione l'autorità della Scrittura è
;:~isto come tina minaccia a quell'èquilibrio instabile culturale e poli-
~t~~gi·susseguente alla Rifortna e al concilio di Trento.

i~X<.i/oper{l di Richard Simon 17


%;~\~'.~:: ~:.,·;.
;;;;i,(;~ sintomatica al riguardo la storia di Richard Simon, nato a
;JD.1~ppe:,Cin Normandia, nel 1638 e ivi morto nel 1712. Dopo avere
!:~*P:.#i~to pressò i gesuiti, egli viene a con.tatto, a Parigi, con l'am-
~:~t~~te; qella comunitàsacerdotale deWorat9rio, dove, dopo alterne
5%l~etj(ie,vientranell662. QuiSimonhamodo di conoscerelsaac de
~i~1'.Rçyrère che, oltre alla sua discussa ipotesi sui preadamiti, negava
i_l~g:r'.àgioni di critica letteraria anche l'autenticità mosaica del Penta-
. -. ..,..-.· .. · ..
{'
·~·; •,,.,.,,,,.·
:}

·:~~ ,';. '.

;;:r:+ ;16 Il libro di Isaac: de le Peyrère si divide in due parti: Praeadamitae sive exercita-
:;iµ,o,:s~pei;, versibus duodecimo et decimotertio et decimoquarto. capitis .quinti epistulae
"· ,q~!(ad Romarws quibus indicantur primi homines. ante Adamum.conditi, s.l.,
··· ystemil theologicum ex praeadarnitarumhypothesi,. sJ.1655. Il libro, stampato
· .sterdam presso Elzevier, c:onnobbe neL solo ,prhno anno cinque .edizi9ni.
:..R' :AUVRAY, Richard Simon .(1638-1712). Etude bio,bibliographique avec des
.· édits; Paris 1974; H. MARGIVAL, Essaisur RichardSirnon et la critique biblique
w,),/,·;(W'llsiècle, :Paris 1900, .ristampa Ginevra 1970.
~~;j
:;;'·'
113
teuco. Egli s.osteneva l'ipotesi che Mosè avesse utilizzato documenti
anteriori e che redattori successivi avessero composto il Pentateuco
attuale sulla base delle sintesi di Mosè. Nello stesso periodo Simon
viene a contatto con un ebreo di Pinerolo, venuto a>Parigi, che gli
consente di valorizzare la sua conoscenza della lingua ebraica per
addentrarsi nel mondo giudaico. Egli ha anche dei rapporti con alcu-
ni studiosi protestanti che gli propongono una traduzione ecumenica
della Bibbia (1676-1677). Risale a questi anni la prima polemica di
Richard Simon con J. Le Clerc.
Ma Simon, che si era imposto all'attenzione del mondo colto pa-
rigino con alcuni studi eruditi e con scritti più o meno polemici, sca~
tena un vero e proprio uragano con la pubblicazione nel 1678 della
sua opera più importante, alla quale stava lavorando da almeno ulla
decina d'anni: Histoire critique du Vieux Testament. Egli divide il
suo lavoro in tre parti, dedicate rispettivamente ai testi, alle versioni
e commentari del testo biblico dell'.AT, prendendoin esame per una
valutazione critica tutto quello che nel corso dei secoli era stato
scritto al riguardo. L'autore, cosciente dei rischi che comportava,
non solo a livello economico, la stampa della sua opera innovatrice,
si preoccupa di avere la copertura el'appoggio dell'autorità con una
dedica al re Luigi XIV. Ma nel corso di stampa a Parigi l'indice della
materia della Histoire critique capita nelle mani di Jacques Bénigne
Bossuet, il quale fa subito mettere in moto il meccanismo della cen-
sura regia. Vengono così confiscati e bruciati 1300 esemplari del li~
bro fatti stampare nel frattempo e se ne proibisce la stampa e la ven-
dita. In conseguenza di questo incidente Simon viene escluso dall'o-
ratorio e si ritira nel priorato di Bolleville. Due annidopol'Histoire
critique viene edita ad Amsterdam per iniziativa dell'editore El-
zevier, 1680. Iniziano anche le polemiche attorno all'opera di Simon
con proposte di correzioni e ritrattazioni, mentre continuano le edi-'
zionidandestine in Olanda con una prefazione dello stesso Simon;
che tenta di concedere qualche cosa ai suoi avversari, sìadeLfronte
cattolico sia di quello protestante. 18

18 Histoire critique du Vieux Testament. Nouvelle édition et qui est la primière


sur la copie de Paris, augmentée d'une apologie générale. et des plusiers reniarques .'.
critiques. On a de plus ajouté à cette édition une tablè des matières et tout.ce que a ·
été imprimé j,usqu'à present à l'occasiOn de cette Histofre critique, Rotterdam, Rivièr·:
Leers 1685. E considerata la quinta edizione nella serie delle varie riedizioni dopo).
quella disastrosa di Parigi del 1678. ···•·

114
M;_,if>NeJ!,fra.ttempo .Simon continua a lavorare al suo progetto di
: 1\JctiiiI}'~roduzionecriticaal NT, sin1metrica a quella sull'AT. Nel 1689
''./~4-·~msterdam presso .R Leers compare il primo volume dedicato
}ì!;lo:,studio del testo; dove Simòn prende in esame i punti caldi della
i,çli~cussionetradizionale come quello della finale di Marco (Mc 16,9-
):29)... Forigine della Lettera agli Ebrei, il testo della prima Lettera di
4òipvanni sui tre testimoni· (1 Gv 5, 7). Un anno dopo viene pubblica-
·;,,~(>,.un secondo volume, in cui l'autore esamina le diverse versioni del
. '~ da quelle latine antiche fino a quelle più recenti in latino e nelle
;}ìi:i.gµe llldderne. Finalmente nel 1693 esce il terzo volume della sto:.
Af:~a~critica del NT ,incui si prendono in esame i commentatori daipa-
L(il]i fino. all'epoca moderna.- QuiSimon non risparmia le sue osserva"
:~.~i~ni _critiche a sanfAgostino,il padre ispiratore del giansenismo.
:V~µ~ste prese di posizione_ dell'erudito ex-oratoriano provocano l~
'0;t~azione dell'ambiente tradizionale, .di cui si fa portavoce ancora
';\!iil.3' vpltaBossuet. Alle critiche dei suoi avversari del fronte gianse-
,<'/~iWt e protestante Simon risponde con un'altra pubblica:lione con-
V:ç~p}ta. còme supplemento alla storia critica del NT; Nouvelles ob"
Ds<!}yations sur le texte et !es versions du NT, stampato a Parigi nel
:-J;~95, Questo è il primo scritto di Simon pubblicato nella capitale
->francese con l'approvazione dei teologi censori e munito & privic
.-·ilegio.
/,,{Hi ultimi lavori di Simon, èhe trova sempre modo di entrare
' 11ell~ polemica più o menò erudita - celebre quella con il benedetti-
; ;ll,~;Jèan Martianay sull'edizione delle opere di Girolamo~ sono de-
:; \d~èati alla traduzione del NT, stampata in quattro volumi a Trévoux
\li#J702.·Simonvorrebbefaruscire un'edizione del suoNT a Parigi,
,;;::ixi,aBossuet vigila sull'opera del critico e colto sacerdote diDieppe,
>;11;11che con l'intento di convertir!() alla buona causa dell'apologia del"
· J~·Jradizi611e cattolica. Lo :scambio di scritti Jra le due parti rivela
i;~.J~pnpossibilit~ di un incontro tra due mondi separafrda due mentali-
\· :Mi: opposte; Gli ultimi anni di Simon, ormai ritirato nella nativa
~,,.'!)ieppe; sono occupatinellaraccoltadelle sue lettere e nella prepa~
~;.'razione di una Bibliothèque critique in quattro volumi,. una specie di
'.'.g>foisCella:nea dei vari scritti in parte già pubblicati..,. lettere, testi pole~
:t';q1icr" stampata ad Amsterdam:nel 1708-1710.
'}>< <Di fronte all'opera monumentale di Richard Simon, fondata su
, ., '.~n~erudizione eccezionale e aniinata da un'.altrettanto straordinaria
rt:~b(lpacità di valutazione critica, è legittimo chiedersi quali sono stati
jff~gµ.;~sitijJi rappoi;to allo sviluppo e all'applicaiion~ del metodo stori-
2i:\;qi)jbrit1cò nell'esegesi biblica. Certamente lo spirito polemico.e il gu-

115
sto per l'ironia mordace non hanno giovato all'accoglienza delle po-
sizioni già di per sé audaci e sospette se confrontate con l'orienta'-
ménto della tradizione. Non può essere attribuito solo al contesto
polemico il fatto che il benedettino Martianay, già aspramente criti~
cato da Simon, in una sua introduzione alla sacra Scrittura, riguardo
all'origine mosaica del Pentateuco, accanto all'autore dell'ipotesi
dei preadamiti, Isaac de la Peyrère, e ai razionalisti Hobbes e Spino~
za, menzioni anche «quanti si considerano cattolici e tuttavia non
cessano di fare libri altrettanto dannosi che quelli degli eretici e dei
libertini». 19 Alcuni studiosi prima di Simon, anche nell'ambiente
cattolico, avevano posto il problema dell'autenticità mosaica del
Pentateuco come Andrea de Maes, detto Masius (1514-1573), Bene-
detto Pereyra (1535-1610), Giacomo Bonfrère (1573-1642}. Ma
quello che attira l'attenzione dei critici di Simon è l'impostazione
globale e sistematica del problema che sembra fartraballarela Bib"
bia come fonte e fondamento delle verità religiose tradizionalL Ora
questo è il punto cruciale nel contesto delle lotte di religione e delle . •
contrapposizioni dottrinali tra cattolici e protestanti, Sullosfondq di·~
questo conflitto compaiono anche gli antesignani dell'illuminismo e
del,razionalismo che scalzano dalle radici il sistema religioso tradì- .
zionale. E proprio nella questione mosaica Simon sembra accostarsi}
alle posizioni di Baruch Spinoza e di Tommaso Hobbes. :
Il filosofo di origine ebraica Baruch Spinoza (1632-1677) fa pub" ;
blicare; anonimo; ad Amburgo nel 1670 il suo Tractatus.theologico~>
politicus. Lo scopo fondamentale di questo scritto; divisoirt due par-.jI!
ti come recita il titolo latino, è quello di mostrare, contro il risch.tb,t
del fanatismo religioso, che si devono distinguere due campi o am{>i#. '.!'
ti: quello della religione o fede da una parte e quello della filosofia ()/;i
ragione dall'altra. E pertanto la libertà di pensiero o del<<filosofare>~iJ:
non solo può essere concessa senza danno per la religione e la pac~~~
dello stato, ma che non la si può «sopprimere se non sopprimendo}~•(1
pace dello stato e la religione stessa». A tale scopo Spinoza mostr~·/
sulla base di .una reintepretazione razionale e storica della Scrittura:?/,
qual è l'esigeÌiza della religione. In questo .progetto il filosofo ol~~'-;;;
<lese affronta alcune questioni circa la cronologia biblica e l'originç@
mosaica del Pentateuco. Egli sulla scòrta di alcune argomentazio~i}~

<NiB
:.\ . . _.;:/~!j~
J. MARTIANAY, Traité de la vérité et de la connaissance des livres dé laSainMt:~
19
Écriture, Paris 1697. . • /~~;!>
%'~
116
ig!'~'fptopostein forma allusiva .daHilosofo e commentatore rnedieva-
ì~:~frrèòAbraham ben Meir ibn Ezra {1089-1164), fa risalire il Pen-
~~t~trcoalroperadi Esdranel periodo postesilico. Più determinante
'pef',C:omprendereJalett:ura critica della Bibbia da parte di Spinoza è
'l}irlflusso del filosofo ingleseTommaso Hobbes (1588-1679), il quale
;rtçlla:sua opera sulla natura, forma e autorità dello stato, intitolata
j:j'eviathan; Londra 1651, ritiene, in base ad alcuni principi di critica
i~t0fica e letteraria, che a Mosè si possono attribuire solo alcuni capi-
.t,&lhdel Deuteronomio (XI-XXVII). Alcuni principi ermeneutici e
àJp$iZionì critiche di Hobbes sono ripresi e sviluppati da Spinoza nel
;~ìi<l'ttraitato. 20
+:;'·<··Cfrca l'effettivo rapporto tra l'opera di Spinoza e la storia critica
#~I:l'AT di Simon si deve osservare che quest'ultimo menzionà espli-
(;:jt~mente l'autore del trattato solo nella prefazione al suo lavoro,
i~~~.rnéttere inguardia il lettore contro «le conseguenze false e dan- ·
!#g~e che Spinoza ha preteso dedurre dai cambiamenti e dalle ag-
;,~IJ:nte per contestare l'autorità dei libri divini, come se queste modi-
l#chéJ()ssero puramente umane». Il principio che Simon contrappo-
;:p~,aSpinoza è questo: l'autorità dei libri biblici, scrittida veri profe-
2t1.fgtridati dallo Spirito di Dio, non dipende dalla individuazione o
i~~~o.?;d,e1l'autore storico. Questi.dati di fatto fanno propendere per
,lkipgf~si.che Simon abbia conosciuta l'opera di Spinoza introdotta in
j·~~~cìada Leibniz nel 1672; solo quando egli ormai aveva ultimato
tl~:i~[ai;é.dazione delrHis'toire critique. Forse illavoro di Spinoza gli
ill~~§:li.ggerito il discreto riferimento al celebre wmmentatore ebraico
;~ht.&I:am ben Meir ibn Ezra nel capitolo sesto della sua opera; 21
)~t;~lfaayoro di Simon si distingue da quello di Spinoza non solo per
~l~lWPò.stazìone generale delmétodo di critica letteraria e storica, ma
· ' \per alcune ipotesi singolari come quella circa la formazione
e,J;ltateucd, ·che sarebbe stato. redatto dopo l'esili.o sulla base
Jl'adizioni raccolte e messe per iscritto da scribi ufficiali. L'au-
à,,deilibri biblici in questo caso è assicurata dalla tradizione che

'.}$L;j>2Ò· Per un'interpretazione del sistema filosofico-religioso di T. Hobbes e in parti-


Jl:ì;e.del ruolo e della prospettiva di ermeneutica biblica dell'opera M. Leviathan,
... REVENTLOW, The authority of the Bible and the Rise of the Modem World,
1984,194-222; per l'opera di B. Spinozacf. S.ZAc, Spinoza et l'interprétation
ìture, ·Paris 1965; A, MALET, Le .Traité théologique-politique de Spinoza et la
biblique, Paris :1966; J. SANDYS-WUNSCH; «Spinoza the :first biblica] theolo"
')ZAW 93(1981), 327c34l.
. ·::,:AtJYRAY; «RichardSimon .et.Spinoza>>~inReligion; érudition etcritique à la
f!;:XV.Il'siècle et au début dit XVIII, 201c214,

117
consente alla chiesa di accoglierli e riconoscerli come. ispirati;~2 NQf
nostante la buona intenzione dichiaratanella.prefazioneallaHistoif
re critique du Vieux Testament, le disavventure della prima edizi0 riè
e le polemiche successive in occasione dèllapubblicazione della.Stqf
ria critica del NThanno impedito all'operadiSimon di avereuniiilf
.!?atto fecondo immediato per la ricerca biblica nell'ambito cattolìco'
E stato detto che Richard Simon, nato troppo presto, non ha avuto
né maestri né discepoli. Non può essere in.fatti considerato un disc~.:;
polo di Simon, Giovanni Astruc {1684-1766), Il suo libro Conjèqf
tures sur les memoires originaux dont parait que Mofse s'ests_etÌ!~
pour composer le livre de la Genèse, pubblicato anonimo nel1753,~
Bruxelles, anticipa alcune ipotesi sui documenti e lefontìdel Pe:nta~
teuco. Ma esso non dipende direttamente dallavoro di criticalett~t
raria di Simon. Questi invece sarà rivalutato dagli studiosi di lingt:J~
tedesca nel secolo XIX che daranno un'impostazione sistematiCa;aj
metodo storico"critico applicato alla Bibbia. ·

3. La critica. e il dibattito biblico in Italìa


",:'_.·.·:·,:··
nel secolo XVIII '.;~::,·::;;

i:·.i?!hY.
Il rigido controllo esercitato dalla. cènsura ecclesiastìca sulla J?~~~
duzione e diffusione dei lìbrireligiosio attinentiallequestionit~g}(l~
giche, ha risparmiato all'Italia lelotte religiose e politiche che han~Q:
caratterizzato la storia della Francia e dei paesi limitrofi nel'sécò1$:
.' ·:-:: ~~r.'.:~.

XVII. Ma nello stesso tempo l'azione della censura, più ocl1la.fa e·~~
gile nel contesto italiano, l'hatagliato fuori da. uno scambiofécqtj:~~
e vivace con i nuovi fermenti dell'àmbiente europeoattravetsat~·#à1
fenomèno dell'illuminismo. Nell'ambiente religioso e cultùtar ··
liano arrivano solo alcuni echi di quel dibattito teologico che ·-
luppa attorno al progetto di riforma.teologica, morale e dìsèip
della chiesa, promossa da Cornelio Giall:se:nio rtel secoloXVU
rato al pensiero di sant'Agostino. Ilgiartsenismo si fa serttirein> .. _ .
nella variante proposta da Pascasio Quesnell. Esso ha la sua pK,~~ ef
sione più vistosa e pubblica nel sinodò di Pistoia (1786). Trli1~0~~
:;~~1
22 È da rilevare l'ambivalenza della «tradizione» nel testo di R. Simon, .d;;.

questo vocabolo si designa la trasmissione storica _di un testo da ricostruiré:


mente, e la categoria teologica tipica della chiesa. cattolica. Quest'.ambival~ ..
ha sconcertato i primi lettori, continua a creare confusione.anche traiinode ·:
KRAus, L'Antico Testamento, 112-114.

118
psiziorii condarinaté dalla bolla pontificiaAuctorem fidei del
· "gtitario alcune riguardanti la lettura della Bibbia, la cui tra-
eziaera considerata dai giansenisti Comela fonte del degrado
bsO' e spirituale della 'chiesa.23 Uno· dei teorici e promoto'ri del
Jfdi Pistoiàè Pietro Tamburini (1739-1827), amico di Scipione
~1eci;.conosciuto a Roma negli ambienti favorevoli al .gianseni-
>IITamburini, docente di diritto e filosofia morale all'università
·.yra, dopoilfallimeI1to del sinodo di Pistoia, diventa il divulga"
;'(i~hpensiero illuminista d'oltralpe in Italia.
iliiFclima della cultura religiosa italiana non è determinato da
fepisodi, che sono solò il sintomo di alcuni fermenfr.o istanze
'iL .·.Se il Tamburini si scaglia contro il «pessimo sistema della
'stica» e simettealla scuola deinuovi pensatori, un altro· autore
·,più rappresentativo dell'orientamento ufficiale, denuncia sen-
: lfotutti i rappresentanti del riuovo indirizzo filosofico. e cultu-
~~I};a. sua operaio due tomi e cinque libri il domenicano Danie-
':~-çiìlafa un'ampia e appassionata difesa Della religione rivelata
JJ/gli.ateisti, deisti,· materialisti, indifferentisti, che negano la veri~
, : iSìeri;stampata aVenezianel 1754; Nella lettera dedicatoria
lcfEmmanuelere di Sardegna, il Concinadichiarachéhaintra-
~fa/sua opera apofogetica «per i replicati impulsi ed esortazio-
\p~pii Benedetto XIV. L'argomentazione del Concina sisvol-
:ç;'dosistematico, partendo dalla necessità e daLfattodeUare..,
1)1vèlata'(1ibroI); passa quindi in rassegna imiracolie lepto-
, ,comprovano la religione rivelata (libro II) e controbatte lé
''t<i'zfoili riduttive degli avversari. In questo contesto egli po-
~s§tjnfro la «insidiosa insinuàzione di Spinoza che Esdra sia
.· tore del Pentàteuco». 24 Quasi un intero capitolo deLquarto
· è~icato alla confutazione del «sistema di B. Spinoza» sotto il
.: osofico e teologico (c. JX}. E ancora nel libro quinto (e,
$1P.a·richìàma l'attenzione sul «panteismo pericoloso di Spi-
hè;nella polemica costante del nostro autore è assimilato ai

é~Pésizione 67,Denzinger2667, rimanda alle 7 proposizioni di Quesnell, ri-


'.coriclannate nell713 da Clemente XI, costituzione Unigenitus Dei Filius,
la:Jettura e studio della sacra Scrittura.
~9~CINA, pella religione rivelata; libro II, parte I; 3 § l, 79"80. Poco più
.F~'f}cdntrobatte gli argomenti addotti da Spinoza contro l'origine mo-
.. ateuco. La polemica antispirioziana è ricorrente riell' opera di- Conciria
. _ f.7"180: contro gli oppositori della risurrezione di Gesù Cristo).

119
deisti inglesi a partire da Hobbes e agli indifferentisti francesifra·c:i~ill
quali spicca Bayle. ·. .·. ;j\l1,~
L'opera di Daniele Concina è rappresentativa del clima :religì9~,~4~
e della cultura ufficiale. Ma nello stesso tempo rivela la penettazip'j~
ne delle nuove idee. religiose e degli orientamenti filosofici anche 11è.lgj
contesto. italiano. È significativo il fatto che .Pietro Giannone {167~~~
1748), nell'ambiente di Napoli, elabori la sua teoria del giurisdiziçf~
nalismo (1723), ripresa e ampliata a Vienna nell'opera 11 triregnd"'h
che rivela contatti con il pensiero di Hobbes e, in forma critica, :cqp~
il trattato di B. Spinoza (1734). Ma si deve tenere presente ch~ì
Giannone, oltre a dover riparare a Vienna, conclude la sua vita efl'
bonda nel carcere di Torino. "'.
Tipico rappresentante ·dell'orientamento culturale italianoiu
secolo XVIII è l'erudito veronese Scipione Maffei (1675~1755), fo
datore del Giornale deiletterati (1710) e cultore di studi storici ~:P:
leografici. Su richiesta dei rispettivi governi di Padova.e di Torirt
Maffei nel 1715 e 1718 elabora i progetti per un migliore ordinarne
to delle materie nelle due università. È interessante quanto egli s~
ve per il rinnovamento delle scienze religìose nello studio di Pado.,
«Restano gli studi sacri, che tanto in Italia languiscono. È p ::
d'altro importante una cattedra di sacra Scrittura, ma in questa;#
so quanto potrà segnalarsi chi non avrà notizia veruna di q11ell
gue nelle quali essa fu dettata. Sarebbe certamente necessario,:
dittare le critiche osservazioni sul testo eJ'istruire delle.varie cl
delle differenti idee dei commentatori; anzi non sarebbe m~l~·
profittarsi sanamente per l'intelligenza delle coseindifferenti,a.
del Grozio e del Clerico, poiché nell'erudizione non si dà et'.
Dall'opera insigne di Riccardo Simone si può prendere saggi().
adeguato studio su la Scrittura>>. 25 Il modello proposto, Richaf
mon, e il riferimento ai due autori protestanti Grozio e Le CJe~
no rivelativi dell'originale e libèra visione di Maffei ne1pro~~j
uno studio serio e scientifico della Bibbia nell'ambito universi
A questi:! posizione dello storico e letterato veronese può
accostata quèlla di Ludovico Antonio Muratori (1672-1750); i ,
se l'apporto di Muratori si segnala soprattutto nel campo dellarì

25 Un parere di Scipione Maffei intorno allo studio di Padova suiprinù dt :


cento, in Atti del reale Istituto veneto di scienze lettere e arti, LXIX, 1909"191{!{:: .
RoTONDÒ, «La censura ecclesiastica eia cultura»,in Storia d'Italia, 5,.Doci;ifu;é'
Torino 1973, 1444.

120
~B~~li'ecdeHacritica letteraria, ·vale la pena richiamare in questo
~~~~'.Ja:pfoposta metodologica lucida ed equilibrata che il biblio-
. · · ·ell'Ambr()siana e deHa ducale di Moderta presenta nell'ope-
· .· lie>ataaParigi in tre libri nel 1714, .sotto lo pseudonimo di
;~~dÒPritanio daltitolo De ingeniorummoderatione in religionis
· · :oAiJ:µ questo scritto Muratori prende lo spunto daHa pubblica-
i'Q'drAppendix augustiniana di Giovanni Le Clerc del 1703 sot-
hiseudonimo di Johannes Phereponius '- una critica contro la
' 'ìià,,agostiniana - per traceiare nei primi due libri un quadro
.'.~Plogico della ricerca critica:nel campo' della scienza religiosa.
· •'titolo delropera ne definisce il contenuto .e l'orientamento di
(j:;;~<Qualisono i diritti e i doveri dell'uomo cristiano nel cercate
·~piéttere la verità», Muratori, con abbondanza di riferime:Q.ti ed
· · ··"(:azioni, i Sostiene che nelle materie storiche e scientifiche
?:foe<:>ano direttamentejl deposito della fede, il ricercatore
i_g..èliqero. Coerente con questo orientamento Mutatori af-
,~~nche la questione del rapporto tra l'interpretazione della sa"
· ·~tuta' e le conclusioni scientifiche che ricorda il caso cii Gali~
'.pa.tticolarelaletteractrattato a mada:ina Cristina di Lorena.
J,;imoluogo Muratori richiama il principio ermeneutico tradi-
'.i<<Lo scopo deHe sacre Lettere non è quello diinformare il
J1.JnlJ:n.c:rsulle cose profane, ma sull'amore di Dio edelprossi-
~lit'sta'.tutta lalegge eia dottrina dei profeti». 26 Pertanto non
·iifl~olareVinterpretazione della Scrittura aunsistemafiloso•
idelle:conclusioni scientifiche che non rientrano nel suo am-
"fifo. Quindi, Muratori affronta la questione posta dal si-
.-ernìcano che sembra opporsi alsignificatoletterale di mol-
Ìcitra iquali il celebre passodi Gs 10,12-13. Muratori, co~
· eo nella succitata lettera, riconosce che iltesto della
(;\Ve.essere interpretato nel suo senso naturale quando
~~io e non si. oppone ad· altri testi o alle conclusioni della
. ànat.urale: Ma spesso l'autore biblico ricorre a un linguag-
io.·.e si esprime conforme alla mentalità comune e corrente
·· :p()• Qùesto èil caso del testo di Giosuè,. che può essere in~
>;;senza. essere vincolati a una determinata concezione
ca~:.D'altra parte non spetta alla chiesa valutàre la fonda-
iitificào meno ditali sistemi, le cui conclusioni restano nel-

'.j~geniorùm moderationé in religionis negotio; Venetiis 1927,Jib. I, XXI,


'86:..

121
l'ambito della probabilità («verisiinilitudinis»). Dopo aver richiam~~*
to il principio ermeneutico definito dal concilio di Trento ,.e- auforit~;i,
della 'chiesa e il consenso dei padri in materia di fede e di moraleic;fi
Muratori cita e commenta i Classici testi di Agostino e Tommaso, tj.2(
feriti anche da Galileo nella sua lettera. Quindi concludechenog;~·j
sua intenzione difendère un sistema contro l'altro, ma «impedirech~,,
alcuni in tale genere di questioni introducano troppo facilmente'Ò,c)
addirittura vi costringano l'autorità della Scrittura». 27 )!
Questa posizione ermeneutica.di Muratori si colloca armonic~;V
mente nel contesto della sua formazione culturale, in cui gioca u#i
ruolo importante l'incontro con il cultore di storia Benedetto:Ba~~:;
chini (1651-1721), il quale introduce nell'ambiente italiano ilmet()~~
do storico-critico dei maurini francesi ·(Mabillon). Il Bacchini1i~1~
1694 è nominato professore di Scrittura a Bologna, dove<vitieµ~~
qualche lezione fino al 1697. Durante la sua carica di priore·diS#~t~
Pietro a Modena nel 1711 vi insegna greco ed ebraico. La figurii;;g~f~
Bacchini è qui ricordata non per il suo contributo agli studi biblicJ~~
ma per il ruolo che esercita nella cultura storiografica eJetterariadé'W
settecento italiano. Gli uomini più preparati culturalmente e cònl!~{jJ
tev,oli capacità di lavoro scientifico siorientano nel campo dell~.#;~
cerca storica e letteraria. ·'
Al settore degli studi biblici invece si dedica il veronese. Qius :
pe Bianchini (1704-1764), le cui ricen:hepaleografiche e di cìif
storica si collocano nel clima inaugurato da Scipione .MaffeLe~"
A.L. Muratori. Passato da Verona a Roma Bianchini .entra. ·
parte dell'Istituto diSan Filippo .Neri e può dedicarsi alle sue:ri
che e studi sui codici antichi. In questo ambito si inseriscela.sµ
nace ricostruzione delle versioni antiche latine della Bibbìa,:chi
ta comunemente itala ,.già oggetto di ricerche da parte dei ben~~·
niMartianay e Sabatier. Dopo una prima edizione comparsa,ai:
ma nel 1740; nelle Vindiciae cahonicarum scripturarum vulgatq~J
tionis latinae, Bianchini prepara, stilla base'dinuovi e piùimp1:f ,.
codici, l'edizione dell' Evangeliarium qU11druplex latinae ver~,'.
seu veteris itàlicae, stampato a Roma nell749. Nelle sue ricer
critica biblica Bianchini aveva progettato una storia critica:
Volgata, di cui riuscì a preparare solo il primo tomo. Più'
quando si interessò dellè versioni greche.del libro di Daniele{
pubblicata nel 1763, aveva in animo di curare un'edizione poli

T1 De ingeniorum moderatione, I, XXIV, 196.

122
'];B}bbìà.·.Ikcontribufo·.di BìaI1chii1fallo studio :critico del testo
'>:-,?~:'è~tòns1derevolesesitfone.confo della sua parallela attivitàdi
~$1&.~~:Càfote ·e 'studiosò· .di testi storici e liturgici.
:~:J.~f\:i~~i'birca quaranta n?riii di biblisti dei secolo XVIII, che hanno
. . . . $·'dei commenti o pùbblicati dei testi di introduzione alla Bib-
~1~rq~sthigilo110· appena ciri'qrie () sei autòri, che h11n.no dato .un
fioùtoséientifié:o alfo studfo della Sc~ttura. ,Questo riguardaan"
$~cfi~iop.e critica del testò biblico. Hprintipè degli studiosi ita~
' ·9µ~sfo· campo ,è l'ebraista '<J.fovanni Bernardo De Rossi., 11ato
';Castelnuovo Canavese net1142 é morto a Paiina nel 1831.
fa
. .'Pf~ci~:Horie dimaggiot Illiev() per criticél test*ale dell' AT
~·-~f collòcaversoia fine del :XVIIIs~colo, mentre alcuni s,tùdi
p~µ~folle eci ermeneutica biplica sono pubblicati all'inizio del
~is~cçess.iv(). Dopo la laureùn teologia a Torino, dove è or,di-
''bii-à6tè. ~el l766, De Rossi sidediea allo studi() delle iingue,
·~;'~ C>,p~ntali .. i,a sua attivi~à cii.·r,~c;erca~ore j11ina, quando dal
s~rjc:~ di l:>ilJliote~ri_o él Tqrinq paSS(l a insegnarelingue prjen~
vpyiyersità, ciiJ>arma, dal 176~ at182L Già nell'operé); giovani~
~q_e.cipu.is:caZfSisac momentis neglec{aefiebr.aicar.11:m li'tter.arurn
ftill? ,·:forino:17()9, De Rossi si..prqppné di promuovere e in-
Sfo:.studio delladingùa ebraica,
· 1~ ~iia~opera· monumentale resta. Fedizione critica -del testo
e;d~WAT:: Variae lectiones Veteris Testamenti, in quattro vo-
.bl)lica'ti ·a Parma dal 1784 al 1788; a cui fa seguito· il quinto
triii?ayin Veteris Testamentilibtòs, seusupplementaad va•
'éri'tex!us leàiohes; Parma 1798. :Oe Rossiprende lo splinto
fà~òhdàll'opefa dell'ebreo :foglese··Benjamin .r<:ennicottsùl~
:•del testo ebraico dell'AT e dalla ·pubblicazione nel 1776 del
~stamentum hebraicum cum vatiis lectionibus. Egli amplia
ci~ dei manoscritti e delle edizioni antiche ebraiche della Bib-
. ·::t~t~Ie·qi1793 esemplari ~itestiebraìc:fcoi}sultatì, acuì si
le
)Ufigere tradùiioni aritiche e· içonimentari.. La ricerca
i;arriv~ .<illa conclusione che i vari codici ebraiti dipendo•
:. . ,, . ,,~)9!e~.~e ·da u!)'µ'lliça recensione.··-~·. suo contributo segna
·if2rqò,~a.mèntale pèria ricostruzione ·critica del testo ebraico
"U;". ..
·~·;/:•

... :\%.il.Rl~«Ilpiùgrande ebraista dell'Italia cristiana Giovanni Bernardo De


{S.c(itti di'~rùdizù:me ediftlologia:Per lastòria del testò e dell'esegesi biblica,
B,~IJiA59469. .

123
Contemporaneo di De Rossi è il domenicano Giacinto Arizzara:~;
docente di lingue orienta:Ii a Modena, il quale nella sua inttoduziorté'
alla Bibbia raccomanda, al pari del grande critico 'di Parma, lo Stl1''
dio della lingua ebraica e la conoscenza st()rica per l'interpretazione
dei testi sacri secondo i principi della ,sana, critiea filologica. 29 M'! p~ì,t
più rinomato e discusso è il suo correligionario Casto Innocente Aq·\'.
saldi, nato a Pia:cenza nel 1710, e.morto a Torino nel 1780. Dopo.gµ,'
anni di formazione religiosa a Cremona, l' j\nsaldi inizia un carnp:i:~i
no di ricerca culturale che lo porta prima a Roma e poi a Napoli, d92;
ve è nominato professore straordinari() di teologia nel 1737. çoJ1i~;
già L.A. Muratori, ancheAnsaldi ,avvèrte lasterilità,ciegli schemaJ~;:
smi scolastki. Il contatto con gli studiosi di storia e lett~.ratura itali~+
na di quel periodo orientano e stimolano la sua ricerca sec9ndoJ.i,4,.;
dirizzo filologico e critico. Qùesto si può constatare an~he nella §~~
produzione attinente al campo bìblico, connes~à con il SU() incari~;
di lettore di sacra Scrittura a San Domenico di Brescia ne1174§';8
con quello di professore di teologia a Ferrara nef1750, e a Toriil()~
1756-1770. I suoi scritti di carattere biblico, nonostante l'iriteriµjH;
mento apologetico di fondo, si ispirano a un metodo critico e ai pfi:~~
cipi della storiogra:fia proposti da Muratori. I lavori di ricerca biblf ···'
e storica di Ansaldi si incrociano con i suoi interessi filosofici cfr
trascinano nel dibattito del suo ambiente contro le posizioni razl
listiche di Spinoza e contro lo scetticismo. materialistico di Bayfo;,
l'ambito della ricerca storica e filologica appartengono alcuné ò ·.
sulla religione egiziana, le credenze e le istituzioni ebraiche,, e>
scritto in cui Ansaldi rivendica contro la decadenza degli studi.bi.·
in Italia la necessità di uno studio critico del testo. 30 In un .pai'.
scritti egli anticipa alcune in,tuizioni e il metodo di ricerca dell~
ria della religione. 31 ··

29G. ARrzZARA, Elementa sacrae henneneuticae, Castelnuovo di Garfagnanl):,l


30Dissertatio de loco J ohannis aliter atque habetVl,'lgata a nonu[lisP(ltrib,u,sJ.
Brescia 1746. Alle discussioni provocàte da questosCrittol'Ansaldi·rispose·.·
authenticis sacrarum Scripturarum apud sanctos patres leàionibus,, Verona?
Altre operè·: De forensi Judaeorum.bµccina cç:nn1nentarius, Br~scia p45;
chae Josephi, Aegypti olim pro-regis religio a criminationibil.s Basnagi vindiCa
poli 1738; Venezia 1741; Brescia 1747 in polemicaeontro'1eAntiquités'hébr '
Basnage, Amsterdam 1713~ Herodiani infaticidii vindiciae,. Brescia 1746;
saeculo ad Hebraeis ante captivitatem cognito, Milano 1748, in polemica con,
Clerc; De baptismate in Spiritu sancta et igne commentarius sacer philologicus-c
~ano 1752. ·
31 De diis multarumgentium Romam evocatis, Brescia 1743; Venezia 1753;
De theurgia deque theurgicis ethnicorum mysteriis a divo Paulomemoratis coni '
rius, ~ano 1761; cf. M. RosA ~ C.I. ANSALDI; in Dizionario Biografico degli i{
Roma 1961, 3, 362-365.

124
/:'.ç:il)j-g!trote!loréeJivello è.la produzione dialcuni studiosi italiani
·· .· 'ì:AQ.n~<intetessati della Bibbia. Completamente sommersa dal-
' .'<iìzjone èVopera dello stravagante benedettino Francesco Do-
1~~f!.i~ò,J3e11cini (1664-1744), docente dLteologia dogmatica all'uni-
;Q~~ftsJ(~;d.iTori.no (1720) .~2 Più sobrie e criticamente orientate sono le
.J~jf!:J~sL4i storia. biblica. e le parafrasi bibliche dell'oratoriano Anto-
ci
~\iif:!QAf!l1r.sel,Jone 726-1805}, che svolse tasua attività di ncercatore e
·· ··· !}te a,Pa}ermo. 33 Di orìentl:U1lento storico e filologico sono i con~
~k d.~l. Spicilegium biblicum di .Alessio S.immaco Mazzocchi
;177J), docente di greco ed ebr:aico e poi di Scrittura e teologia
li.34 Si d.e\Te ascrivere al dotto biblista e filologo napoletano la
. az.io11e del parallelismo nello studio della poesia ebraica
a;
'Tquest()contesto possono essere _menzionati due bibli;ti del-
i~11te padovà110 che sj distinsero per il loro apporto filologico-.
···:wostudiodeltesto biblico, H primo è Giuseppe Luca Pasini,
· · dqya neL1687 e morto a .Torinonel 1770, docente di lingue
.... ·~.~en:ii1lariò_di Padova fino al 1720, quando_ fu chiamato al-
edra, disacra Scritturae lingua ebraica all'università di Torino.
::f~ll.fJ;'égho per valorizzare la conoscénza delle lingue ebraica e
' alf p~r 1o studio della Bibbia è documentato dalla sua agile
' i:{tica, ebraiCa e. dalla· polemica Dissertaiio sulle lingue e. ver-
:Ifa.'Bibbia.35Nella sua prolusione tenuta a Torino in apertura
cgh'~mento della nuova cattedra diScrittura e lingue orienta-
. '(rliìnsiste·sulla necessità di ricorrere ai testi originali e di Co"
}1~ peculiarità della lingua ebraica per orientarsi nella confu-
.jlisparità degli orientamenti esegetici. Egli spende anche una
};per difendere l'opportunità di conoscere la tradizione esege-
l)rjliCa per una più profonda esegesi del testo biblico. 36

:.r.actatio historico-polemica chronologicis. tabulis.,. pluribus ad sacrorum bi-


yeteris Testamenti intelligentiam necnonad eorundem auctoritatem clarae vali-
.. efdbalJ,dam iter parans ,. Torino 1720. .
rfrasi·dei libri profetici, 5 volle, Venezia 1827,1828; Parafrasi dei quattro
·· >in annonia,. 2 volli, Palermo 1831; 1839'
giUm biblicum, 3 volle; Napoli 1762-1778, dove si danno dei saggi di ese~
di'alcuru libri biblici dem AT e del NT(III), con l'aggiunta nel lvolume
Ili i.li carattere filologico, storico e di critica testuale. I libri commentati
o µ Pentateuco e altri. testi dai salmi, sapienziali e. profeti (voll. I-II).
P,J\SINI, Depraecipuis sacro rum bibliorum linguis et versionibuspolemica
ui aécedunt quaestiones aliquot ex ipsarum linguarum interpretatione or-
,17-16; ID.,DaqdCtqlés6n ha-qodesh, seu Grammatica linguaesanctae insti-
. va1726.
,.>"siiJi;·bepraecipuis, I-XIV: Dello stesso Pasiniè nota una Storia del NT,
::ilil piu celebre dizionario latino-italiano più volte. ristampato, 1731.

125
Alla nuova cattedra di ebraico e lingue orientali, istituita, come
già suggeriva Maffeinel 1715, nell'università di Padova:, vienethiac
mato nel 1744 il francescano Michelangelo Carmeli, nato a Cittadel'-
la, Vicenza, nel 1706 e morto a Padova nel 1766. Dopo avete perfè-
zionato gli studi classici e di linguaèbraica a Roma, Carmeli fu chfa'-
mato a insegnare filosofia a Cento e a Udine, e qùindi nominato let-
tore di teologia a Padova nel 1739. Un saggio dell'erudizione e acu~
me critico di Carmeli è la sua risposta a una lettera in è\li si richiede
il suo parere sulle Adnimaversiones di D. G. Torelli di Verona CirC(l
il testo ebraico e la versione greca dell'Esodo.37 Oltre a diverse ope~
re di erudizione storica è letteraria, Carmeli ha lasèiato due c<im" ·.
menti di carattere storico e fil6iogico ·al libro del Qohelet e del Can7
tico dei cantici. 38
Nello stesso ambiente si distinguein quegli anni.Antonio ZanoFi-. •
ni (1693-1762), che insegna per oltre quarant'anni lingue òrienfali
nella scuola del seminario di Padova. Il suo impegno e dediziòrie inj.:
stancabili nello studio .e nell'insegnamento . delle lillgue ebrai.c;:f ~.·
orientali sono t~stimoniati dalla pubblicazione di alcunisuoiscritt~(
concepiti come strumenti per lò studio della Bibbia, e dei lessic;i_d~frj
le lingue ebraica, siriaca e aramaica. 39 <
'Di carattere più divulgativo e tI"adizionale è l'opera del. gesu~t~/
Giovanni Granelli (1703-1770), docente di lettere nel collegio.qi .R<l~.;
dova e poi professore di teologia in quello di Bologna, predicatore :~tj
Vienna e infine bibliotecario a Modena. Il suo nome è legato più ~1+~
l'attività letteraria e alla predicazione che non agli studi biblicivetj:~'j
propri. 40 In questa azione divulgativa .con intenti eruditi e morali.;~ljl

::'.;/_'.~~'
37 Risposta del p. Carme/i, Padova 1744. -·~,·
38 Spiegamento dell'Ecclesiaste sul testo ebreo, Venezia 1765; Spiegamento dell,?lj~
Cantica sul testo ebreo, Venezia 1767. . . · ·x·
39 Quaestiones e sacra Sèriptura ex linguarum orientalium interpretatione orta~'ii!
Padova 1725; Dissertationes ad sacram Scripturam spectantes; Padova 1729; Lexic.q~;f
hebraicum ad usum Seminarii, Padoval732; 'Osar leson ha"qodesh: Lexicon,héqrfif~(;
curn, Padova 17~2; Grammatica linguae syriacae institutio ad usum Seminarii, Pà<lòv#'.ii
1742; Lexicon syriacum, Padova 1742; Lexicon chaldaico-rabbinicum cum raq:bi~t··:
rum abbreviaturis ... Accedit disputatio de Targurninsive paraphrasibus chaldaicii; ~~j:~
dova 1747; Ratio institutioque addiscendae lingliae chaldaicae; rabbinicae, talmud
etc., Padova 1750; Disputationes ad sacram Scripturam spectantes defestis et sec
daeorum, Venezia 1753; Disputationes de festis etsectisjUdaeorum èx.aritiquis
centibus tum rabbinorum tum christianorum collectae, in Migne ·cursus Theol
completus, Parigi 1865, 26,9-144; cf. G. BELUNI, Sacerdoti f!ducatori nel Seminar,
Padova, Padova 1951,.377~379; G.B. FERRARI, Vitaeillustrium virorum Semina~ii
tavini; Patavi 1799; 1815, 142-150. ' o,.,
40 Istoria sancta dell'Antico Testamento spiegata in lezioni morali, critiche é cf0~j

nologiche, 15 volL, Modena 1768-1780~ ''''n~


·. -.:~~t
126 :(E~
!,§§.llp.ç~no grall. parte deUe op~re degli autori che si interessano di
;:mil;!,bi;;Jj.J;l'qu~sto periodo, Si tratta. di docenti di .sacra Scrittura e di
'p.i:~qic~tori, i quali . hanno messo ·per iscrjtto ·.il materiale della loro
*t~ivìtà. È il caso del gesuita Cesare Callino ·di Br:escia (1670-1749),
;ç~Ie\Ji:e predicatore e docentedi lettere in varie città, e di diritto ca-
Ii.ò.nic;o e Scrittura a Bologna. Egli ha lasciato una serie di commenti
gfr,Jilgativi a quasi tutti i libri dell'AT e NT .41 Nella stessa linea può
h~~el"e c:0lfocata l'opera del cappuccino Vicenzo -Arcangelo in reli-
.:gi,-(:)µe -:-Trionfetti (1706-1765), che parafrasò in versi italiani.i libri
!:Rrof~tici e didatticLdell' AT accompagnandoli ton note di cominen-
;'f§fPiù volte ristampate a Venezia nel corso del secolo XVIII sono le
:;}~~~():ci,ìsacre sopra la (jivina>Scrittura in cìnque tomi del gesuita Fer-
>q~MridoZucconi, morto nel 1720, in cui.si espongonoinforma sco-
~)J~~ifoà - quaestiones - i problemi introduttivi. ai libri dell'AT e del
:.~N'J' e le sintesi dottrinali più o meno ispirate alla Bibbia. Anche il
:Ug~s\lifaAntonio Casini(1687-1755), docente di ebraic() e sacra Scrit-
i~tµfa àlCollegio romimo, ha lasciatouna specie di sintesi teologiCa su
Jl)~se.biblica cori il titolo Encyclopaedia sacrae Scripturae in due vo-
!'1~~i/\lenezia 1747; ~ divers:l scritti sulla lingua e· poesia ebraica,
;;Jff§gcJié l'interpretazione degli oracoli profetici in polemica con U.
k~t<?zJp·, Ii s\lo scritto sull'autorità della volgata,. 1753, prelude a
s!;qfi.'élig qilllàggiore·impegno del milanese Giovanni Battista Branca
f:;!'f:7:~22i7'J9), docente di lingue orientalie viceprefetto' della bibliote-
1;'.càiAinbrosiana di Milano. 42
'.' .';\T\A Ùno sguardo complessivo il panorama degli studi biblici in lta-
·~ ei•secolo XVIII sembra condizionato dalla linea generale della
'ra• religiosa attestata su posizioni polemiche e difensive come
r~>inmodo emblematico nell'opera di D. Conéina. Lo studio
Bibbia in tale contesto assume due. orientamenti di fondo. Il
odi,ea(attere storico e filologico si inserisce nell'alveo dell'illu-

':Q~iI~ opere di C. Calino pubblicate a Venezia in 9 .vohimi, i pruni quattro to-


t,~µgorio: . Trattenimento istorico .cronologico sulla serie dell',-iT, Venezia, 1727;
i~?creemoralisuilibri dei Re,II-ill,Venezial711-1723; Trattenimento sopra
:;:e ~opra gli Attj.deg/iApostolz, IV; Venezia 1727~1731.Le op~re del Calino
!~jn~pilgn()lo eted~sco fl1ròno ristampate in seguito. l)na certa risonanza ebbe
:m;i8i:<IetCaiino.co11 F.M. Biacca(1673"1735), membro dell'A.rcadia di Parma,
~ p!;~.sè le difese diG. Flavio contro il Calino che ne contestava, nella sua opera
'titù)a_fedeltàstorica,.EM/BIACCA,.Trattenirnento storico cronologico sulla serie
11!.!ri;trelibri, Milano (Napoli)1728. . . ·. . .
:.p~sacrorùm librorum latinae Vulgatae .editionis auctoritate, 2 voll., .Milano

127
minismo italiano, segnato da interessi storici, filologici e di critica
letteraria. A questo indirizzo appartengono i lavori e i contributi cii
critica testuale come quelli del De Rossi e i lavori dei docenfrdi
ebraico e lingue orientali a Padova, Torino e Modena. Un posto a
parte, più sul versante dell'erudizione che su quello della critica; sta
l'opera dello studioso giudeo-cristiano di Venezia Blasio Ugolin:o(i)
(1700-1770). 43 Nel secondo orientamentO rientra la maggior parte
degli autori che per ragioni di insegnamento o di attività pastorale si
sono interessati di Bibbia. Nei primi è prevalente il modello scolasti-
co che spesso si coliiuga con la preoccupazionè apologetica contro le
tendenze della critica illuministica. 44 Il più delle folte l'esito dello
studio dei testi biblici si esaurisce in una produzione che sommerge i
problemi letterari e storico-critici sotto il cumulo di informazioni
erudite ed esposizioni prolisse. 45

II. IL. METODO STORICO-CRITICO


DALLA RIVOLUZIONE FRANCESE
ALLA «QUESTIONE BIBLICA» (SEC. XIX) 46
Nello sviluppo e applicazione del metodo storico-critico che Iian-
no avuto luogo nell'ambiente di lingua tedesca nel corso del secolo
XIX, confluiscono le premesse ideologiche, radicate nel deismo im·

43 Ugolini raccols.e nel suo Thesaurus antiquitatum sacrarum, 34 voll., pul?blicato.


a Venezia dal 1744 al 1769, la traduzione di diversi trattati del Talmud e dei midra~
shim e yari opuscoli di ebraisti e biblisti dei seooli XVII-XVIII~ . .·
44 E sintomatico al riguardo il De divinitate et canonicitate sacrorum Bibliorum ei
de diversis Scripturarum editionibus di Giovanni Francesco Marchini, 1770; profess~- ....·
re di sacra Scrittura e lingue orientali a Torino, il quale difende strenuamentel'origk · :•
ne mosaica del Pentateuco contro Hobbes, De la Peyrère, Spinoza el'ipòtesi diR, Si-'
mon, che egli mostra di· conoscere; cf. ID., Vindiciae librorum deutero-canonicarurn
Veteris Testamenti, Parigi 1730; Praelectio ad studia S. Scripturae, Torino 1756; De
Chronologia sacra, Torino 1763. . !io'
45 Si posson.si menzionare tra gli scritti di introduzione biblica oltre a quellì già cic ...,
tati di G.F. Marèhini, quelli di V.M. Av6GADRO, De sanctitate librorum qui in Ecde- :;~
sia catholica consecrantur, 2 voli., Palermo 174 bl742; B. Dl MADDALONI, Triplex bi7'.
blico-critica demonstratio,.3 voli., Venezia 1760-1764; V. PENZO, Apparatus theologic,
cus de S. Scriptura, Augusta 1774; commenti ed esposizione ai singoli libri dellàBibc :"':
bia: P.F. ZANONI, Polygraphia sacrà, 4 voli., Augusta 1724-1725; N.P. CELO'ITI, Cate-'.\·:~
na sacra quaternae Scripturae sanctorum Evangelisti:Irum additis notis ad littèralem inf ;::~
telligentiam locorum obscuriorum magis necessariis; Venezia 1759; Expositid Cantiçi:::,\:)
Cantico rum litteralis et mystica, Venezia 1761; O. Azzr (Orazio degli Azzi, not() come'<:;,;
fr. Orazio da Parma), Esposizioni letterali e morali sopra la S. Scrittura, 13 voll., V~~ti~
nezia 1736-1746, dedicati ai papi Clemente XILe Benedetto XIV. · . . :,>iii;
46 M.H. COTONI, «Voltaire et la Bible», in Le sièi:le des Lumières et la Bible/!i;~

128
· ·~
gJ.y,se e 11ell'illuminismo francese del secolo precedente. L'appello
?aj'la,ra~ionalità e alla religione naturale come criteri fondamentali di
yàlutazione, porta:no all'eliminazione dei misteri dalla Scrittura
(Jqhn Toland); inducono a rilevarne le contraddizioni soprattutto ri-
guardo alle profezie e·ai miracoli(Anthony Collins e Thomas Wool-
st()n). L'autorità della Scrittura come fonte di rivelazione è posta in
çlìseiissione e la sua verità, una volta eliminate le assurdità in contra-
stq_c()n la ragione ed eti.ca razionale, si riduce a quella della religione
hatm:ale (Matthew Tindall}.
J11terprete e volgarizzatore per l'ambiente di lingua francese di
... questi orientamenti critici del deismo inglese è Francesco Maria
J\rouet, detto «Voltaire» (1694~1778). Nelle prime due lettere della
çpllezion(! relativa ai miracoli, pubblicata a Ginevra nel 1765, il
Voltaire ripi::ende e sviluppale tesi dei deisti inglesi e le oppone alla
visione tradizionale dei miracoli di Gesù. Oltre alle assurdità e alle
ci9nµaddizfoni dei.miracoli_ in sé, i te~tibiblici che li riferiscono non
sono autentici e attendibili storicamente, La critica alla Bibbia viene
'riproposta c:ÌaIVoltaire nellibro delle Questioni di Zapata, pubblica-
Jq. a{}inevra nel 1767~ Le prime cinquantanove questioni sono di ca-
r<rttere biblico; 49 rilevano le contraddizioni relative all'AT e al ruo-
/fo_delpopolo ebraico e 10 vertonosulNT.Nello stesso anno escono
Içquattro Omeliepronunciatea Londra nel 1765,di cui la tèrza e la
;quart~ sono dedicate all'interpretazione dell'AT e NT. La critica ai
)'.'~11gèli è ripresa.nella Col[ezione di antichi .vangeli, stampata ad
-~stefdam nel 1769; quella sull'AT si trova sia nell'opera teologica
\ti}titofata [)io f! gli uomini; 1769, dove si nega l'esistenza diMosè, sia
{'. ri~gµ, scritti La Bibbia finalmente spiegata, .1776, e Un cristiano con-
L fqs~i giudei,l777. Questa posizione di Voltaire è confermata dagli
:•:·~~ftic9li del Dicrionaire Philosophique, pubblicato a Ginevra nel
·%~2JP.·. .·.·. . ·...
;t '; ... Nella linea di critica antibiblica di Voltaire, segnata dal clima po,,
i;_}l~ìUico cieisuoi interventi, si ritrovano gli argòmenti dei deisti inglesi
'•<fii2ttialfa luce del razionalismo di Spinoza. L'opera diVoltaire sotto
;1'<,~. pi::pfilo storico ha un certo interesse perché fa da tramite tra l'illu-
f;:~~smp francese e il rai;ionalismò tedesca, che riprende in i:nodo _si~
l\~\~!~ipatico
...
;•;:::: : ..-~
akune posizioni della sua critica radicale.
-·.'-··:

~'.;:~'1-;/Il metodo storico-critico applicato all' AT


{>'-··
i\0<'t>. Le ipotesi sulle fonti del Pentateuco, proposte al pubblico fran-
~:i\d~~e,ametà del XVIII secolo da GiovanniAstruc, erano state antici-
~[J;p~té11efl 711 da uno scritto di Henning Bernard Witter, parroco di
~~~~~;;:
!ò~ ..
129
Hildesheim. In questo studio sul libro della Genesi, Witter fa l'ip(>~
tesi che Mosè abbia raccolto delle tradizioni poetiche precedenti.
Egli individua sulla base del diverso uso del nome di Dio in Genl-Jl
almeno due sintesi della creazione. Questa convergenza .con le con~
getture di Astruc fa capire che il clima era maturo per-ripensare in
modo organico l'origine del Pentateuco.
Questa nuova visione viene preparata dal professore di teologia
ad Halle, Johann Salorno Semler (1721-1791). Egli porta a còn07
scenza del pubblico tedesco l'Histoire critique du Vieux Testament di
R. Simon, dal quale prende lo spuntò per ripensare criticame.nte la
formazione del canone biblico. Il criterio di valutazione per definire
il canone è quello illliministico della rivelazione naturale, dove la
parola di Dio coincide con la verità eterna distinta dàlla sua comuni:
cazione storica nella Bibbia. Ma l'apporto decisivo per il decollo dei
metodo storico-critico applicato ai testi dell' A T è dato dal professo-
re di lingue orientali a lena e Gottinga, JohannGòttfriedEichhoiri
(1752-1827). Egli è un ammiratore di Johann Gottfried Herder
( 1744-1803), il poeta teologo, che riscopre l'arìimà'dellà poesia bibli~
ca ebraica. 47 Ma nella sua introduzione ali' AT Eichhom tierie cohfo
anche della lezione di Richard Simon e di Semler sul ruolb della tra-
dizione nella formazione degli scritti biblìci~ Da Hetder riceve l'im·
pulso per riconoscere i generi della poesià ebraica e dàl confronto
con la critica storica elabora l'ipotesi dei documenti letterari raccolti
nella biblioteca del tempib di Gerusalemme, dispersi con l'esilio. La ....
composizione dei libri biblici avviene dopo l'esilio sulla base dei do~··.•
cumenti superstiti. Per l'origine del Pentateuco e di Gen 1-llin par-'
ticolare, Eichhorn rielabora l'ipotesi di Astruc, e attribuisce a due
diversi autori le fonti riconoscibili dal diverso nome dato a Dio. Iii
esse però sarebbero confluite altre tradizioni orali poetiche pte<c:e•
denti. 48 Per l'interpretazione dei primi capitoli della Genesi, E;ich~
hom fa ricorso alla categoria del mito, come forma di linguaggioim-:
maginifico e sensibile adatto àll'epoca primordiale dell'evoluzione>
del pensiero umano.
Eichhorn'nel quadro di queste ipotesi letterarie e criteri erme-
neutici sostiene ancora l'origine sostanzialme11te mosaica del Penta~
teuco. Questa invece si dissolve nella nuovà ipotesi di fonti e docu~

J.G. HERDER, .Vom Geist der hebriiische Poesie, 2 voli., Dessau 1782-178~.
47
J. EICHHORN, Einleitung in das alte Testament, 3 voli., Leipzig 178Òcl783, n:C;
48
presa nell'Urgeschichte del 1792-'1793.

130
'Jiìe·ntidella Genesi risalenti a due. autori fondamentali, elohista e
':f~h~ist~, ma che si disperdono in 17 fonti e documènti conservati ne-
glkarchivi deUempio (Karl David llgen). Un'integrazione a questa
'.{potesi è quella che fa ricorso all'opera di un redattore, il quale fon-
<de insieme i diversi frammenti (Alexander Geddes). La combinazio-
ne di queste diverse ipotesi porta a un primo abbozzo di storia della
lqrtnazione del Pentateuco in diverse tappe o fasi, che vanno dall'e-
.ppca mosaica a quella monarchica (Johann Severin Vater).
;l,n questo schema un'origine a parte viene assegnata al Deutero-
Il()inio collocato all'epoca di Giosia. Si incomincia a parlare di un'o-
:pera complessiva comprendente i primi cinque libri e il libro di Gio-
su.è, l'Esateuco, sorta dalla fusione di.un documento base e di altre
Jluecfonti di diverso carattere, µna annalistica e l'altra profetica
(WilhelmMartin Lebrecht de Wette). Quest~ultimo studioso appli~a
·questi criteri anche agli altri libri storici della Bibbia e alla formazio-
.nedei salmi, di cui tenta una classificazione sulla base di criteri stili-
\stk:o~letterari.49 Nel quadro di queste ipotesi sullaformazione dei li-
1b.fy storièi dell'AT, si ripensano l'intera storia di Israele e l'esperien-
za 'dei profeti. Ma in questa ricerca di sintesi oltre alla critica delle
·i;fqnti; fa .sentire la suainfluenza anche la visione filosofica della sto-
;1::ra di matrice idealistica (Heinrich Georg A.ugust Ewald).
''· .La storia della critica letteraria dei libri dell'AT arriva ai suoi
esiti più maturi con il contributo di Eduard Reuss (1804-1891) e del
.suq discepolo Karl Heinric;h Graf (1815-1869). Dall?indagine sulla
farmazione letteraria del Pentateuco si arriva a un rovesciamento
dell'ordine storico dei libri del canone veterotestamentario: profeti,
legge e salmi. L'ipotesi dell'esistenza di una fonte sconosciutaall'au-
t0re del Deuteronomio, fa collocare al livello più recente l'origine
.. del materiale di carattere sacerdotale. Ormai il quadro delle fonti
q~L Pentateuco va cristallizzandosi attorno all'ipotesi di quattro
biòcchi: un documento base, una fonte elohista e 1.majahwista, e in-
fine il :peuteronomio (Hermann Hupfeld):
. La sistemazione defjnitiva di quèste.-ipotesi in forma chiara e ri-
gq,r:osa-è opera dell'olandese Abraham Kuenen (1828-1891) e poi di
i Julil!s Wellhaµsen (1848-1918), discepolo di Ewald .. Wellhausen nei
:s').i(jiProlegomena alla storia di Israele, 1883, stabilisce i criteri per
-cietenninare le varie fonti e documenti del Pentateuco o Esateuco, il

49 W.M.L. DE WETIE, Commentarflber die Psalmen, Heildelberg 1811; 1823.

131
ruolo della redazione deuteronomistica postesilica e dei libri storici'.
Ma nella ricostruzione che Wellhausen fa dèl1a storia di Israele e
giudaica, oltre ai criteri letterari summenzionati, entra in giòco ail;L
che un principio ermeneutico desunto da uno schema evolutivo delc
l'idea religiosa, che trova la sua linfa vitale nel profetismo. In qu:estò
contesto sono collocati i libri storici dell'AT, e il fenomeno del pro-
fetismo viene ripensato secondo le categorie dell'evoluzione storico:.:
religiosa. Il profeta rappresenta la coscienza risvegliata dell'umani;:;
tà, che coglie la verità eterna con una geniale intuizione del futuro
(cf. H.G.A. Ewald).
Il mètodo storico-critico, che ha trovato il suo. primo campo di
sperimentazione nel Pentateuco e nei libri storici, si estende pro~
gressivamente ai libri profetici, sapienziali e ai salmi, dando avvio a,
quelle serie di commenti scientifici che ne sono ìl frutto più matur&
L'elaborazione e i' applicazione del metodo storico~criticohanno po-
tuto contare su un progresso notevole sia della critica del testo biblì~
co (Benjamin Kennicott) sia della linguistica (Heinrich Friedrich
Wilhelm Gesenius). I cultori della critica storica sono spesso dei
consumati filologi come J. Wellhausen. Questa prospettiva e trite:..
resse storico-filologico servono a bilanciare l'influsso dell'ideologi~
- filosofia kantiana, hegelìana e romanticismo ~che di volta in volt~.,
condiziona gli schemi interpretativi e fa sentite il suoinflusso in md~,
do più diretto nelle sintesi storiche e nella teologia biblica. Un ulté~'
riore correttivo a questa tendenza ideologica proviene dalle scopert~)
archeologiche che gettano nuova lucè sul contesto religioso e cu:Ifli:i:
raie del medioriente antico in cui si collocano i testi biblici.

2. Il metodo storico~critico applicato al NT


Parallelamente all'indagine sui testi dèll'AT, condotta con ntiÒ~r,:
metodi e criteri, si sviluppa la ricerca sul NT; Alcuni autori sori§'
presenti nei due ambiti della ricerca come Schleiermacher,DeWeti,'
te e Wellhaus.en. Ma lo sviluppoe l'applicazione del metodo storie<?~;
critico ai testi del NT, pur inserendosi nello stesso clima culturalé~l'.
seguono percorsi diversi. Il punto di partenza dinamico è la ricerc~;
attorno aila figura storica e alla valenza religiosa specifica di Gesù>,flf
problema è posto in modo esplosivo dalla pubblicazione fatta d,~[
Gotthold Ephraim Lessing (1729-1781), dei frammenti di.Hermanpi
Samuel Reimarus (1694-1768), sotto il titolo Frammenti dell'anonJA,
mo di Wolfenbuttel (1774-1778). L'ultimo di questi sette frammenti~
reca il titolo Circa lo scopo di Gesù e dei suoi discepoli, in cui. sid~i

132
~.$pif.fgaziòiie storico-razionalistiea della vicenda di. Gèsù. I fram-
e ., . '·fr.~ditìda Lessingfanno parte di un'opera frutto di vent'anni di
\':l'@.o!-o (!iReimarus,ispirata al deismo inglese e al razionalismo di C
:fa'W".òit:f; qovè iLprofessore di lingue orientali di Amburgo difende la
:Lf.~1ig~one·.naturale .
. i;;'ì+./baprovocazione di Reimanis accende un dibattito attorno alla
'f;.'.figiu:(l.diGesù e circa l'attendibilità storica dei testi evangelici. Que-
]t·stk~nterrogativi sono ripresi in modo sistematico nell'qpera di David
).~)iedrich Strauss (1808-1874), che svolge la sua precaria attività di
;xqo'ce11te nell'ambito della nuova scuola di Tubinga. A Berlino il gio-
<~an.e;Stra'uss aveva avuto modo di conoscere il lavoro di E .D. Frie-
~I.~9~.·:Schleiermacher sulla Vita di (}esù, 1832, Sotto l'influsso della
\ti.·Ytds<>fia di Hegel; che domina il clima culturale di Tubinga,, Strauss
;~;;·:~Iabpra la sua ricerca su Gesù come premessa per una storia dello
~'-~s~ùpp.odella dottrina-. della fede cristiana. La prima edizione della
:i:::Yiia di Gesù; che esce in due volumi nel 1835-1836, scatena una rea~
i~·:iZ,IQ.t1e che fa perdere al giovane professore di Tubinga il suo incarico
Wi.~~ptegilldica la sua carriera futura, Nella terza edizione del 1838-
;:·:[].;~~WStrauss cerca di venire incontro ai suoi critici, ma poi ritorna
f)/j~~!initivamente sulle sue posizipni originarie nella quarta edizione
i;(!;g~i\:1840. Strauss non è il primo a scrivere una vita di Gesù «elabora-
-~flccµnente», come egli dice nel sottotitolo. Già prima di lui
·#,intj.Cl1 Eberhard Gottlob. Palllus aveva prodotto in chiave razio-
njfl.#Jìstfca kantiana una vita di Gesù come base di una storia dèl cri-
~"\~t~iìnesimo in.quattrovolumi (1828). Un anno dopo era comparsaJa
~\\j;,y.~t.a'$1i Gesù di Karl August Hase.(1829). La novità di.Strauss consi-
t~~t~uèlEapplicazione rigorosa del metodo dialettico per la ricostru-
;4;~~~pe.dellavìcenda stòrica di Gesù e del stlò significato. Egli acco-
. · lC:l critica razionalistica dei suoi predecessori, relativamente ai
,.·.·. §9li evangelici, ma procede oltre perché li reinterpreta secondo
}1t~goriadel «mito», che serve a trascrivere in forma drammatiz.,.
ad~:credenze degli evangelisti. Lo scopo ultimo. di Strauss è. quel-
, Fsogliere net rivestimento mitico della figura di Gesù la verità
ersale ed etérna sull'umanità. 50
:U;mofo più notévole dell!operà .di Strauss .è stato quello di porre
odo radicale la questione dell'attendibilità dei Vangeli e dei crb
)intèrpretazione. DeLresto il suo deprezzamento del quarto

. A. ScHWEITZER, Storia della ricerca sulla vita di Gesù, Brescia 1986; U. REGI-
. 'a:yita dLGesù e la filosofia moderna. Uno studio.suD.F. Strauss, Brescia 1979,

133
Vangelo riflette l'orientamento dato allaricercasul l\1T dàlfondattj:{'
re della nuova scuola di Tubinga, Ferdinand Christian Baur(J792\<
1860). Lo schema dialettico hegeliano condiziona la ricostruzioq.e'
che Baur fa della storia del primo cristianesimo, secondo,i principi
della tendenzkritik, per cui si oppone al legalismo giudeocristiaq.o di,
carattere pettino l'àntilegalisino etnicocristiano paolino. Questo
orientamento rende precari i testi del NT come fonti storiche e tirli
troduce una spaccatura nel canone paolino tra lette're autentiche e
quelle tardive della sua tradizione, · ,
La reazione a questo stato di cose costringe a ripensareil quadrò
della formazione dei Vangeli e il loro reciproco rapporto. È propriq',;
negli anni trenta che vede la luce la formulazione di quella che sarà>
chiamata la «teoria delle due fonti»: priorità del Vangelo di Marcg/
rispetto a quelli di Matteo e Luca e dipendenza di quest'ultimi d~ •
una fonte comune variamente definita. 51 Le quattro tradizionHon~i':
che stanno alla base dei Vangeli fanno capo a diversi ambienti o c~r],~;'
tri ecclesiastici: Marco a Roma, Matteo a Gerusalemme, Luca aC~~.'
sarea; la fonte comune o Quelle ad Antiochia (Bernhard Weis~Jfi'.!:
Anche il ruolo del quarto Vangelo e degli altri scritti del NT, Aft~;!
degli apostoli e lettere, in questa prospettiva viene ripensato coaeg~,;;
gendo o integrando le precedenti conclusioni dei maestri di Tubiriga'.,i
(Carl Weizsacker). In ognicasoil maggiore contributo di questa.fil.#(,'
cerca, al di là dei presupposti ideologici e degli esiti storici, èlanµq~~
va impostazione metodologica. La,storia e l'interpretazione degl~~
scritti, che formano il NT, devono essere collocate nel
loro contes,t~f;;
storico, religioso e culturale. ,;/
Un apporto decisivo sotto questo profilo è dato dall'indirizz~à
che si chiama «Scuola o metodo della storia della religione», c~~ijj
produce i suoi frutti più maturi verso la fine del secolo XIX. La figt(fu;~(
ra e l'attività di Gesù sono inserite nel contesto delle attese rnes.~i~~~:
niche e nel clima escatologico e apocalittico del giudaismo del priip~~
secolo (Wilhelm Baldenspenger e Johann Weiss). Un correttiy?;;é!~
un'integrazione a questa prospettiva sono dati dal confronto dei ~e~,
neotestament'àri con l'ambiente ellenistico in. cui confluiscoI1cr
elementi giudaici e .quelli greci (Wilhelm,Bousset). Parallelallie!.l.,~@
allo studio dell'ambiente religioso e culturale del NT progredisceini~
l!:f~~
51 U primo contributo all'elaborazi.one di questa ipotesi risale al critico e fil\,Jf'
K. Lachmann (1793-1885) e ai due neotestamentaristi C.G; Wilke (1786c1854) e' ·•·
Weisse (1801-1866), seguiti da H.J. Holtzmann (1832-1910).

134
;ij,µ~$t9/periqdoquello sulla lingua .greca del NT. Anche la critica del
~ì~§tç},;(i(!'hN:'i(';(Jai,primi lavori .di Johann ) akob Griesbach e di Karl
·.~~c~rtiartn, arriva aLs,uo prodotto migliore con l'edizione critica del
\f9'~:gtecodidue studipsi di Cambridge: Bruce Foss Westcott e John
·i~toriy·HorL Non si può dimenticare che neL1859 Costantin von
)fischendorf avevatrovato presso.il monastero di Santa Caterina; al
:!itlont'çSinai, uno dei testimoni più antichi e completi del NT greco,
'.':J:JS.:odìce
,·<·'_:·
sinaitico.
·.è\}~i:.t :. ;.:~~/ :
f·~:.ù:R.iflessi. del metodo storico-critico
:}~1,Ì:pnell'ambiente.• cattolico
;J1'. :,·}J~lla precedente rassegna sugli sviluppi e l'applicazione del me·
i);~do;storico-criticoa:iJesti dell'AT e NT i nomi ricorrenti e 1Lrispet-
[~ti~o\ambiente culturale sono quasi esclusivamente di lingua tedesca:,
;,;~~·matrice confessionale di gran parte dei promotori o aderenti di
;,',@lij~stq metodo è prqtestante. Un'eccezione è rappresentata dalla fi-
,:i&~ta>discussa dello scozzese Alexander Geddes (1737-1802), il qua~
i1t~;ynoriostante i contrasti con la .sua chiesa, si considera cattolico.
i~gÌi,>;:aderisce. ai nuovi principi della critica letteraria del Pentateuco
f\~i~~;,pn·contributo apprezzato anche presso gli studiosi protestanti di
\)lj;Q.g'µ~. te(iesca. MaJ'atteggiamento di gran parte degli studiosi catto-
., . ····':ella Bibbia in questo periodo è. di netto rifiuto e polemica nei
h:ul.tidi unmetodo che sembra scardinare i fondamenti della ri-
. igge,Certa:mente non mall.can~ sia neH'ambiente diJingua te-
aJ(:Qme in quello francese, dei valenti studiosi cattolici che dan-
J1.:ç,oJ1tributoallo studiodella . Bibbia.Ma questo si colloca nella
)tfa.dizionale, anche.se.fa ricorso con più.dovizia alle acquisizio-
g:t1,istiche,archeologiche e storiche; È questoil caso del filologo
'>~psterJohannesHyazinthKistemaker (1754~1834),.deU'esegeta
·.fif:jµtgoJohannLeonhard Hug (1765~1846) e diDanieI.Bonifa-
yij(lneberg, b~nedettin:o e vescovo di:Spira (1816-1876), ilquale
· éiato una celebre introduzione.· all' AT. Sotto il suo· impulso si
la, nell'ambiente di Monaco Peter Johann·Schegg (1815-1885),
alesi possono segnalare diversi scritti lungo la .sua attività di
le,,· Egli.succede nella cattedra di Scrittura a Monaco a F.X.
~Iliàyt (1809"1872). Anched docenti cattolici dell'università di
'gà r~staiio su una posizione di riserva critica di.fronte ai nùovi
~· LiVa segnalata però· rlntroduzione storica critica all'AT Jo.,
(}'eorg Herbst (1787-1836), pubblicata dal suo successore Be-
·.t<We"Ite nel 1840-i844. All'università di Tubìnga insegna dal

135
1850 Moritz von Aberle (1819-1875), che fa comparire nel Theologi"·
sche Quartalschrift i suoi scritti, dove proponele sue originali ipotesr
sui testi del NT, raccolti nell'Introduzione alNT, curata dal suo sue"
cessore e rettore dell'università di Tubinga Paul Schanz nel 1877: ..
Nell'ambiente di lingua francese, dopo la fecondità biblica del
secolo XVIII, con i nomi dell'oratoriano Charles François Houbì~
gnant (1686-1784) per la critica testuale, e del benedettino Augustin
Calmet (1672-1757) per l'erudizione biblica, si assiste a una crisi da
collegarsi con le disastrose vicende che colpiscono la vita religiosa
come la soppressione dei gesuiti (1773-1814) eJa rivoluzione france~
se. Non vale a riscattare questa situazione la grande fortuna degli
scritti e della traduzione della Bibbia di Antonio Eugenio De Ge~
noude (1792-1849). Più notevole è l'opera di filologia ed esegesibi~
blica del belga Giovanni Teodoro Beelen (1807~1884), con diversi
scritti in fiammingo.
Un riflesso più diretto del nuovo orientamento critico-storico te~
desco si ha in Francia con l'opera di Ernest Renan. (1823-1892). EgJi:
aveva studiato la lingua ebraica alla scuola di Arturo Maria Le Hif.
(181h1868), al seminario diSanSulpizio a Parigi (1843-44). Le òp&2
re di esegesi di Le Hir pubblicate postume, riguardano icommential
libro di Giobbe, dei Salmi e dei profeti maggiori, Il Renangià al
tempo dei suoi studi a San Sulpizio conobbe la vita di Gesù di
Strauss, tradotta in Francia dalLittré fin dal 1837. Renaii pubblica
la sua Vie de J ésus 27 anni dopo quella di Strauss, quando era già api•;
parsa la sua Storia delle linguesemitiche, 1848; e dopo la missione ai~'
cheologica in medioriente, 1860-1861, e la nomina a professore ·df
lingue orientali al Collegio di Francia, 1862. Le reazioni allapubblif
cazione della vita di Gesù provocarono la perdita della cattedra, nel~
la quale fu poi reintegrato nel 1870. La vita di Gesù di Renan, come·
già quella di Strauss, doveva essere il primo volume di una storiasuli·
le origini cristiane. È innegabile che Strauss ha dato l'impulso atfo'i
scritto di Renan, che rivela una grande ammirazione per Io studioso'.
tedesco, almeno fino alla rottura dei rapporti, avvenuta per ragioil.i:
politiche nef·1370, Ma Renan segue un orientamento proprio ~i~
nella lettura dei Vangeli come nell'impostazione di fondo più vicìna
a un razionalismo estetizzante che non all'idealismo di Strauss. Sta
di fatto però che negli ambienti cattolici le due opere sono state a$2;
sodate in un'unica condanna, anche se lo scritto di Renan è queilq;
che ha provocato le reazioni più vivaci.

136
~' ·Riflessi del metodo storico-critico
!•è la ricerca biblica in Italia nel secolo XIX
I,Lveicolo per la conoscenza dei nuovi orientamenti di critica sto-
tjFa e letteraria, applicati ai Vangeli nel contesto italiano, è La vita
~fQesù di E Renan,tradotta da F. de Boni a Milano nel 1863 e rie-
qifà successivamente fino al 1893, È significativo il confronto con ]a
Pita di Gesl1 di D.F. Strauss, tradotta da G. Oddo, con il titolo La
Rita tf,i Gesù, o Esame critico della sua storia, in due volumi, editi a
:;Milano nel t865-1872, ristampata a Roma nel 1886.Laricerc.a con-
dotta da Baldassare Labanca sulle reazioni a La vita di Gesù di
·s.tra~ss in ltctlia arriva alla conclusione che l'edizione italiana fu
~tèss()ché unfallimento. 52 Tant'è vero che per favorire la djffusione
P:~ l,;q vita di Cristo di G. Sepp, pubblicatain Germania nel 1843 e
.ft-;1dptta dal tedesco nel 1895 a Milano, era stata presentata con ·.i}
J9t,tptitolo: Scritta in confutazione a quella di Strauss e di Renan. Di
Cl~ttpl'opera di R,enan suscitò in Italia, nell'ambiente cattolico, una
.-t~azi<me pari solo all'accoglienza entusiastica· degli ambienti laici.
(~cuni interventi critici da parte di autori cattolici, oltre a contestare
ì'.;pr~supposti ideologici cir~a i miracoli e l'uso delle. fonti evangeli-
. sh~, posero in evidenza l'ambivalente per non dire lac0 ntraddittoria
/posizione di Renan sui problemi decisivi di critica storica relativi ai
'!~angeli. 53
: , ;'fra gli autori menzionati da B. Labanca non figurano i biblisti
::'!laji~nipiù noti del secolo XIX. Questi avevano letto e con9scevano
'.@,scritti di Strauss e di .Renan ed erano in grado di valutarne. il peso
}:çfj,tic0 . È quanto appare dalla poderosa opera di Introduzione alla
+'.sqçr(,l pcrittura di Ubaldo Ubaldi (1838.1884), docente di sacra Scrit·
>t1p;;i: alppntificio s~minario romano e al collegio urbani.ano di Propa·
'l-'$~/)qa fid~. Ubaldi, laureato a Roma in filosofia, teologia e diritto,
~~~§P~r:t<;>.di lingue orientali, aveva una conoscenza diretta delle opere
r?dè.i .razionalisti tedeschi e dello stesso Renan, come si ricava dal _sµo
ffi'.,'6,~~ento al libro.di Giobbe, Rbma 1883, edal suo progetto di un

p:,.,,.-:···,,,,_,-;--,,---.--

~-::jrùs~ '13,.LABÀNCA, Gesù Cristo ,nella letteratura contemporanea straniera e italÌflna.


'(Stìidfo sforico-scientifico; Torino 1903, 7. .
H:'\;<;, 5~ LABANCA, Gesù, 25-52. L'autore elenca oltre venti titoli di libri e opuscoli ap-
f~j.pàrsi in Italia contro lo scritto di Renan. Egli lamenta lo scarso interesse per gli studi
~;·+t~li'gfosi in. Italia e attribuisce anche a questa situazione il fatto che sia passata senza
'.{;~r~azior1i critiche un 'opera di A ... BIANCHI GIOVlNI, Critica degli.Evangeli, 2 voll., Zuri-
;{'l&c;i: 1853, 1726; che anticipa di dieci anni il lavoro di Renan.
~!·}:~:.:

137
esame critico-storico delrazionalismo moderno, rim:astoincompiuto
per la sua morte prematura. Nella sua introduzione.allasacra Scrit-
tura in tre volumi, pubblicata a Roma nel 1876-1881, riedita più vol-
te in seguito fino agli inizi del1900, egli prende in esame le obiezioni
di Strauss e di Renan che considerano i miracoli evangelici rispetti-
vamente come miti e leggende tardivi, rispondenti alle attese della
chiesa primitiva. Ubaldi vi oppone l'interpretazione orfodossatradì~
zionale che fa leva sull'autenticità e antichità dei testi evangelici. Ri'.
guardo a Renan egli rileva la sua contraddizione in quanto da uìia
parte l'autore francese sembra ammettete lapossibilità del miracolo
e dall'altra afferma che esso nori è verificabile storicamente. 54
Anche nella trattazione dedicata all'autenticità mosaica del Pen-
tateuco Ubaldi fa una rassegna molto precisa delle· varie posizioni,
di quanti la negano, dai giudei medievali fino ai critici moderni; Car-
lostadio, Hobbes, Spinoza, Vater, De Wette, Ewald, Geddes; men"
ziona anche la posizione moderata di R. Simon è di Isaac de la Pèy"
rère, e di quella più recente dei cattolici di lingua tedesca. Quiridi
passa all'esposizione della tesi tradiziònale che afferma l'Origine mo-
saica del Pentateuco, fondata su argoinenti esterni: testiinonìanza ··
dei samaritani e pagani; e prove interne: stile e dichiarazioni èsplìei-
te del testo; nel terzo paragrafo risponde alle obiezioni, tra le quali
primeggia quella di Voltaire, il quale nel Dictionnaire Philosophi"
que, articolo «Moise», nega l'autenticità mosaica del Pentateuco per/5
diversi motivi che vengono sinontati uno ad uno con una dovizia im~.}:
pressionante di argomenti. Anche l'ipotesi delle fonti-documenti r e
dei frammenti nella sua forma moderata, accolta anche da alcufli.f
cattolici di lingua tedesca e francese, viene respinta per motivi dicri{!~
tica letteraria. 55 In breve Ubaldi nella sua ampia e documentataiWi'.:j
troduzione si confronta apertamente con le posizioni dì quelli ché5;!
egli chiama gli «adversarii» o «rationalistae», pèr lo più di inatricè nf:/'..
formata, e ne contesta le posizioni facendo ricorso a uha serratàcòri:~Pi;
troargom:entazionè di carattere filologico, storico e letterario. ·:E@t0
può contare ~u un'ottima conoscenza dellalingua ebraica e sulla ~~a:.':;f
erudizione eccezionale. Con gli .stessi strullJ.enti l'Ubaldi siimpegn:a;:,'1
a provare sia la storicità dei racconti biblici dalla Genesi al libro.(.l.i!'m
Tobia, come l'affidabilità del testo biblico nella sua complessa stor1~.E~1
di trasmiSsione. L'opera diUbaldi è più convincente rtellàdocullJ.~~";'@
·:·.-:-;::·:\~J

54 U. UBALDI, Introductio in sacram Scripturam, Romae 1901, I, 340-34i,).~·1;~!


55 UBALDI, Introductio, I, 461-510. · .. ,,

138
l<li;tone storico-critica che nori nell'impostazione dei problemi di
fondò, per i-quali egli propone la soluzione tradiZionale in nome del
principio_ di autorità.
Nella stessaJinea tradiZionale.sicollocailgesuita Francesco Sa-
verio PatriZi (1707-1881), che fu docente di lingua ebraica al Colle-
gìòromano e a Lovanio. In diversi studi pubblicati sui Vangeli sinot-
t.iei egli affronta la questione de,lla loro origine e del reeiproco rap-
porto e nello stesso tempo controbattele obiezioni dei razionalisti.
Ma il. suo la:V.oro più notevole riguarda 1'Introduzione alla Bibbia. 56
N~lla ._sua prima opera sull'Interpretazione della Scrittura in forma
~c::qlastica Pat:r:iZi.propone con molti argomenti, oltre al senso lette-
~ale; anche quello spirituale e tipologico, Patrizi dimostra pure una
qi$creta conoscenza dei problemidibattuti dalla critica'.storjco-lette-
r,a:r:ia, mali risolve inmodo-sbrigativo e scolastico. Un esempio~ la
sµa pubblicazione s:ui salmi. Anche se fatta con intenti pratici e di-
vùlgativi, rivela una notevole capacità di penetrazione deltesto poe-
tì.ço ebraico, ma completamente al di fuori del dibattito sui problemi
pircaI'origine e il genere letterario o la storia di formazione dei sal-
fui; già .proposti da alcuni studiosi di lingua tedesca. 57
:'.:,>In tutt'altro:contesto e stile rispetto· ai due autori summenzionati
_sttsv()lge l'opera di GregorioUgdulena (1815-1872). Divenuto sacer-
qd,te, nel 184~, vinse giovanissimo la cattedra di_ ebraico all'università
·d)'flilermo. Più tardi nel 1870, ·dopo un. lungo intermezzo -di attività
pql.i#pa, rlpreseJ'insegna1llento come professore di greco ed ebraico
'.-a.µ1,università di Roma. Nonostante i molteplici -interessi culturali e
:aj\ì.che, pQlitici l'Ugdulena poté dare :un saggio della sua preparazione
"JARlogica nella traduzione della-_Bibbìa; rimasta interrotta alLibro
;:~e,i:'~Re, e anche nei commenti al testo biblico)8 Purtroppo il suo
é,çp!Iiyolgimento nei moti di liberazione gli. suscitò .contro non solo
i_\'?pposizione politiéà, ma anche quella dell'ambiente cattolicotrlldi-
2~~\).n.
::-,: ..
,;.,·
aj.e. La figura e la storìa del siciliano U gdulena è emblematica

~:i'gf;o~_De fnterptetationeScripturarum saàarum, in due libri; Roniae 1844; 1stitutio


i)g~pàerpretatione Bibliorum, Romae 1844-1852; 1862; 1876; Biblicarum quaestionum
;Jdecàs, Roinae 1877.
@:'.,'\). ~ ES. PATRIZI, Cento Salmi tradotti letteralmente dal testo ebraico e commentati;
i11§qfua"1875.
:;,\,'/~8 G.UGDULENA, Biblici textus.a G. Ugdulenapresbyteroexplicati, Palermo
-,La sacràScrittura ìn volgare riscontrata nuovamente con gli originali e illustrata
. revecommento, 2-voll., Palerm_o 185Q; 1862; cf. P.M. DA SORTINO, «Gregorio
'.SW'iòlilena orientalista e biblista», iii RBiblt 14(1966), 159-179.
~~\\i:· . :·.:
139
del contesto religioso e culturale che condiziona anche la ricerca bi:.;
blica nell'Italia delle lotte risorgimentali e dell'unità.
Questa breve rassegna dei biblisti italiani che diedero un contri{
buto alla ricerca biblica nel secolo XIX può chiudersi con un altro
nome, rappresentativo di un indirizzo culturale e di un modo di sen-
tire sottesi alla questione biblica: il gesuita Gianbattista Pianciani
(1784-1862). Docente prima di fisica· e chimica al Collegio romano
Pianciani, dopo l'intermezzo americano 1849-1850; seguì la sua vò+
cazione di concordista. Egli tenta di conciliare l'immagine biblica
del mondo con le nuove ipotesi scientifiche, Nella Cosmogonia natU'-
rale comparata col Genesi, Roma 1862, dove sono raccolfrgli articoli
pubblicati su La Civiltà Cattolica, Pianciani faricorso ai testi tradì~
zionali dei padri e all'erudizione filologica e letteraria per leggereiL,
testo biblico in armonia con le ipotesi circa l'origine delmondo, del~/
la vita e della specie umana sulla terra. 59 Naturalmente in quest'ott1'..
ca interpretativa le ipotesi dei generi letterari e in particolare quella
sui «miti», proposte dalla scuola di Tubinga, sono ritenute aberranti\;
e assurde. <':;
Può essere accostata a quella di Pianciani l'opera apologeticadf'
Salvatore di Bartolo (1838-1906), che è implicato nella «questione/
biblica». Di diverso indirizzo èinveceilcontributo dei due barnabit(;;
Luigi Ungarelli (1779-1845) e· Carlo Giuseppe Vercéllone (1814'.Hi~
1869). Il primo è un egittologo, che ha lasciato anche un'operasullii\:i
storia dell'edizione della Volgata, Roma 1847. Il secondo è unèurto11'.?d
re della critica testuale, che ha continuato e completato l'operaddf~:~:
l'Ungarelli, preparando l'edizione critica_del codice vaticano e dell~~
Volgata. 60 Gli studi e i contributi per lo studio èritico del testo d~.:fi
parte di Ungarelli e di Vercellone si innestano su una tradizione filtì?t~
logica italiana che ha avuto alla fine del XVIII e inizio del XIX secò?\'~
lo il suo massimo rappresentante nel De Rossi. :,{~:~
Il panorama della ricerca biblica in Italia durante il XIX secòl~izi
sarebbe incompleto senza la menzione dell'ebreo David Castelf,ij~
(1836-1901). ,~il primo biblistaitaliano che diffonde nel nostro afu~J;~
biente l'ipotesi documentaria di Julius Wellhausen. Nonostan.t~ Cl;fB'.!0
cune resistenze e opposizioni degli ambienti cattolici Castelli ottieri,~)!.~
,(~1;·~
59 G.B. PIANCIANI, In historiam creationis mosaicam commentarùis, Napolil8~:

Io., Cosmogonia naturale comparata .al Genesi, Roma 1844; 1876. · < 'J
60 C.G. VERCELLONE; Biblia sacra vulgatae editionis, Roma 1861; Variae'.lf
tiones vulgatae, 2 voll.; Roma 1860-1864; Sufi' autenticità della Bibbia volgata seco
il decreto tridentino, .Rolila 1866.

140
Iièll876 la cattedra diebraico all'università di Firenze, dove diviene
qtdìnario nell882. Buon conoscitore della letteratura ebraica post-
biblicà e attento alle nuove metodologie dell'esegesi critica d'oltral~
pe,; Castelli verso la fine del sec0lo XIX produce alcune delle opere
più significative sotto il profilo storico-critico per l'ambiente ita-
Flliio.61
?r La «questione biblica»
., Il problema del rapporto tra Bibbia e acquisizioni della scienza,
'pi;>sto già al teinpo di Galileo, esplode nell;ambiente cattolico nella
~~p:?nda metà del XIX secolo e coinvolge la questione della verità
~#testo ispirato. Il dibattito, che si sviluppa attorno agli interrogati-
YJ circà l'estensione e le conseguenze dell'ispir(lzi<me per.la verità
('ii.:~Héi~ibbia-inerranza-va sotto ilnoine di «questione biblica», :ri-
::~{)ita parzialmentedall'intervento di Leone XIII con l'enciclica Prb-
:~{~t:'Jf4simus del 18 novembre ,1893. A metà del XVII secolo, ari-
'g~~~ò,della controversia con i riformati, nell'ambiente cattolico era
;~(~t,O sollevato il problema della natura ed estensione dell'ispirazio-
.µ~;):lella Scrittura. Il teologo di origine inglese, ma vissuto in Fran-
,8i~1,J1enry Holden (1596-1662), per favorire il dialogo con i prote-
gt*tjti aveva sostenuto che la Scrittura,,«contiene» la parola di Dio.
;~ei1;a~to le s?e proposizioni non potevano ess~re false, ma non tutte
',~ra,tjp proponibili ~ome dogma di fede dal momento che non vi era
;µfi~st()i-do neH:i)oro interpretazione. fa altre parole l'assistenza .di-
la
:~i*~.cliefa della'Scritt1.1ra parola di Dio,si estende solo alle cose
!m~tde e a qùelle che vi sono intimamente connesse, ma non a quellè
·~~W§o.:Q.ci.riferite!ncidentalmente e senza un rapporto diretto con la
:;f~d~: Questa teoria dell'ispirazione limitata era stata proposta da un
ip~f'~qÌ:taggio inquieto e discusso, già vescovo di Spalato e poi passato
J@.1:~ cbi~sa anglicana e morto a Roma in sospetto di eresia, Marcan~
!~pfi,o, pe, Dominis (1~60-1624) .• «La Bibbia non è parola di Dio·, ma
;::•-> "'i.e,nela parofa di Dio», dice il DeDominis. Spetta alla tradizione
..~ stabilire quali libri appartengono lillà Scrittura sacra e rico-
, . _- -"-· .
i~tfk!r'.:i~'."f,~·..':-.
!~t~};,·-'f§ ·. :;
.'<>~~~,,~:~. ;_~~:'~---'.'"'.· ·---:-' ' :._ - ' . .
,';;',' .> . D. CASTELLI, Il messia secondo gli ebrei, Firenze 1874; Della poesia ebraica,
/F,'ìfeìize 1878; La legge del popolo ebraico nel suo svolgimento storico, Firenze 1884;
§§(q~tfi::4,egli ebrei dalle or;iginiftno alla monarchia secondo le fonti bibliche criticamen~
,- , , :s-te, ~ voU., Mihmo 1~87-1888; Il poemasemiiico de/pessimismo. Il libro di lob,
o,,e commentato, Firenze 1897;, Ebrei. Sunto di storia politica e letteratura, Fi-
1'898; cf. F. PAIIBNTE, Dizionario bibliografico degli Italiani, 21, 698-707

141
noscere l'ambito della rivelazione ispirata. Questa, comunque, non
si estende a quei fatti storici che sono conoscibili attraverso la testi~
monianza umana.
Questo dibattito viene ripreso nel nuovo contesto culturale inau-::
gurato dalle scoperte scientifiche dei secoli XVIII e XIX. Dopo una
prima fase di coesistenza pacifica tra le nuove acquisizioni della
scienza e la visione biblica del mondo (Newton), si passa a un con-
flitto aperto. I dati della geologia e della paleoantropologia fanno da
supporto alle nuove ipotesi sull'origine del cosmo e dell'essere urna~
no (Charles RobertDarwìn 1859; 1871). Negli ambienti dilingua in-
glese, dove si sviluppa questo confrontò, si hanno due orientamenti.
Un tentativo di conciliare la visione scientifica del_ mondo con quella
biblica - concordismo, Charles Lyell - e un totale rifiutò gella pro~
spettiva biblica in nome di quella scientifica, Thomàs Henry Huxley.
Un eco di queste discussìoni in Italia si trova nella pJ."oposta concor~
distica della cosmologia di G .B. Pianeiani, citato più sopra.
Anche sotto l'impulso di queste discussioni viene ripreso il diba:t:'
tito sull'ispiraziqne della 'scrittura in rapporto alla questione dell~
verità. Ma non si tratta solo della verità scientifica, che in base a Jitt
principio tradizionale già affermato da Agostino, Iioii interferisçé
con.l'ins_egnamento religioso della Scrittura. Un nuovo problen1às1
pone in rapporto con la verità storicà, che sembra avere un lega:m~
intrinseco con la rivelazione biblica. Un tentativo di soluzi6ne a: qpe'...;
sto problema è proposto da John Henry Newman (1801-1890), il
quale avverte in modo acuto_ il problema del rapporto tra fede\~
scienza. Egli riprende la teoria di Holden sull'ispiraiione e l'applic~
alla nuova problematica. L'ispirazione, dice Newmann, nonassicÙI~.i
l'inerranza delle osservazioni bibliche che toccano le particolari cif+
costanze geografiche e anche storiché non connesse per se con l'aiµf
bito della fede (1884). Qualche anno prima nell'ambiente di lingll,~'
francese François Lenormant, in una pubblicazione dedicata.ai p~ft;
mi capitoli della Genesi in rapporto con le tradizioni deì popoli ~ti~
chi, aveva affermato che l'ispirazione riguarda l'ambito religioso~!~­
materia della 'fede e della morale. Ma essa non esclude che l'aufoì&
assuma dal suo ambiente culturale i miti delle origini, sia pure pu,riflf
cati dalle loro connotazioni politeistiche. Nella Bibbia tuttoè ispi~lif
to, ma non tutto è rivelato,.né l'ispirazione esclude degli errori dicà;~
rattere storico profano. e/CV
La questione viene riproposta dal rettore dell'Istituto cattolìe~
diParigi Maurice D'Hulst (1841-189(i}, nel ge_ne:toso desiderio_cli'.gyg\
viare alle contraddizioni trale,proposizioni bibliche e le acquìsiziq~j

142
y;~ell~>scienzae della storiografia. Net gennaio del 1893 su Le Corre-
i.·spqndarit D'Hulst traccia un quadro panoramico dei vari orienta-
menti teologici sull'ispirazione; dove trova.posto una teoria che ri-
setvà l'inerranza solo alle proposizioni di fede e di morale. Un'eco
di queste discussioni si ha in Italia negli sc'ritti del teologo Salvatore
di'Bartolò, docente all'università di Palermo (1838~1906). Nel suo
llitentò apòlogetico, volto a conciliare làfède con la scienza, il Di
· 'Bartolo tenta di rivedere i criteri teologici delle formule dogmati-
_che. In tale contesto propone di distinguere diversi gradi di ispira-
\~bn:e dei testi biblici: pii:t intensaneUé parti riguardanti la fede-e la
;Iiìòrale e minima nelle materie profane, èompresa la storia, dove
:;iibn si può escludere l'errore.
' t;:a reazione dell'autorità ecclesiastica a questi orientamenti e
<~pg.fesì di teologia ed ennenetitica biblica si fa sentire a più riprese.
'.L:f,l!l?ridiF. Len()rmant(1880) e di Salvatore DiBartolo I criterì teo-
.;;lggii:i(l891)furcmò posti all'iI1dice. Già il concilio Vaticano I aveva
):ii;bàdito e riformulato il principiodeH'ispirazione del concilio triden-
j:_;-~~(),,:pr:ecisando che «i libri sa.cri sono ritenuti ispirati dalla chiesa
o/;iJ.n'?risqio perché contengono la rivelazione senza errore, ma perché
}'hA~tittisotto l'azione dello Spirito Santo, hanno Dio per autore» (co-
~~{;~!i.tµzione DeiFilius, 1870). Viene così esclusa la teoria dell'ispira-
;'{zi?rie successiva, che attribuisce ilibri biblici all'iniziativa dell'auto-
;,:1,i,fe{UIÌlano con successivo riconoscimento della loro origine divina.
0·t!~ i l,'enc:iclica Providentissimus Deus di Leone XIIlè il primo docu-
t%jjj,f~n~o del magistero pontificio che affronta in: modo sistematico la
:;\_Yqiiestione degli studi biblici. In tale ambito esso tocca la questione
'ii1i{ddll(fstudio cntico del testo sacro e il rapporto tra Bibbia scienza e
- p,a: ~er·superàre_ l'eventùàle _contr_àstotra le conclusioni certe
i~'.ricercascientifica e il testo biblico l'enciclica richiama il princi-
- -èì'roenéutico di Agostino riproposto da Tommaso circa fo scopo
''''ìdso salvifico della rivelazione biblica. Inoltre invita à discerD:e-
'~'II'inter{>retazione concorde deipadri «quelle cose che essi real-
nthràmandano come riguardantila fede o ilitrinseçamente lega-
c<m essa». Lo stesso metodo, secondo il dettato dell'enciclica, va
''ti~to a.oche alle quest1oni di carattere storic:o. Main ogni caso
_\r}lècito assolutamente o restringere l'ispirazione solo ad alcune
~Vò-:f'p<Uirdelfa Scrittura, o ammettere che l'autore sacro ha errato». Per-
F·=···-.., ·~-:··<:·~=- _,:
;,_;;jr ' ,~~;yi~pe respinta laposizione di quanti ritepgono eh~ «I'ispiraiio-
divina'riguardi solo le materie di fede e di morale. In forza della

143
fede nell'ispirazione che riconosce Dio come autore della Bibbia, si
esclude dai libri biblici accolti nella chiesa ognierrore». 62 Con que-
sto documento del magistero pontificio la questione biblica viene
autorevolmente inserita nei confini dell'ortodossia cattolica. Ma il
problema da esso sollevato circa il rapporto tra scienza e fede e più
in particolare tra ricerca storiografica e critica biblica rimane. aperto
e sfocerà nella crisi modernista. · ·

III. CONCLUSIONI
A conclusione di questa indagine storica.sullo sviluppo e l'appli~
cazione del metodo storico-critico nell'esegesi biblica, si può dire
che l'area cattolica e particolarmente il contesto italiano sono toccati
solo marginalmente e in ritardo rispetto all'ambiente della Riform~
e anche a quello cattolico di lingua francese. Probabilmente quest()
fatto è da collegarsi da una parte con l'accentuata polaJizzazioil~:
dottrinale che si sviluppa a ridosso della riforma protestante e dat">
l'altra dal più vigile controllo dell'inquisizione e della censura. Inf~lf:;.
modo il contesto italiano non conosce 1 traumi delle lotte cii religforie"(
che.hanno dilaniato la Francia e i Paesi Bassi. Anche l'eco delle 1:enrf'
sioni e dei dibattiti innescati dai nuovi indirizZi culturali di fnàtric~,:'
inglese e francese, deismo e illuminismo, si fa sentire nel nostro pae~f',
se in forma attutita e frammentaria. . ·. . .. . :~;;
Lo scontro e la rottura tra mondo religioso e le istanze delmori{';;;
do moderno si sono avuti e consumati nel caso Galilei. Esso rimàn~:~
come una specie di appuntamento mancato che fa da sottofondo a~li}dj
storia del rapporto tra ambito· religioso e ricerca.scientifica. Anc~~f,ij
se le cause dell'equivoco galileiano non sono per sé di caratter~J>!~i.~
blico, di fatto però la contesa ha preso lo spunto dall'interpret~i()~~N
del testo biblico. I problemi posti dalla questione galileiana sono. ~.t~~;&
ti rimossi e perciò hanno condizionato in modo negativo il confroti!~iti
dell'esegesi biblica con il metodo della ricerca scienfica. Non. ~·H~~
fatto casuale .che A.L Muratori, con la sua sensibilità di ricercator~5i
e di sincero ci-edente, riproponga co~ lucidità. questo problern(l~;!!zf
mostri favorevole alla soluZione di Galilei. · . -);;~6!
Nell'area del cattolicesimo francese si può accostare al casq~}~;
Galileo quello di R. Simon non tanto per i termini del dibatt1t(:))f,
~;;~&1:f

x'}\;f~~
Enchiridion Biblicum, Romae 1956, 121-124; G.M.
62 BRANDI, La
blica e l'enciclica «Providentissimus», Roma 1894.

144
;*D~u.aµto per gli esiti del confrontofra le esigenze della ricerca scienti-
?if~'Gi e la fed(!ltà al .Patrimonio religioso tradizionale. Ma le disav-
:\;.yeriture di Simon, a parte la sua «VÌS» polemica, si inquadrano nel
(·:\clima di sospetto tipico delle lotte di religione nell'ambiente fran-
ifCese. Sta di fatto che l'ambiente cattolico per ragioni diverse, ma
i: è"orivergenti, rimane tagliato fuori dal fervore di studi, tensioni e
'~i't,<li?attiti collegati con l'applicazione del metodo storico-critico ai
;>testi ·biblici.
'.\ <.Su questo sfondo si può capire meglio perché in questo periodo
:\ariche nel contesto italiano non esista una scuola esegetica. Vi sono
~;y:4# maestri isolati e delle figure solitarie di studiosi e ricercatori, i
s:;:•quati si muovono forse per cautela, oppure per temperamento con
~,J~gt~ferenza nell'ambito degli studi storico-filologici. Infatti le cose
~fo\pi:ll:'.notevoli prodotte dai biblisti italiani nei secoli XVII-XIX riguar-
W:ji:fa:no, il campo della critica testuale - G~B. De Rossi, L. Ungarelli_,
'#;)ifè.'y.Vercellone- e della filologia ed erudizione biblica, C.I. Ansal-
sf):ta~.19uello che viene a mancare nel contesto cattolico italiano in par-
~(,)facolare è l'impulso per un nuovo indirizzo ermeneutico, che renda
~~f~~()~di e produttivi gli strumenti della filologia e dell'erudizione bi-
·:t~blìpà;>Gli interessi ermeneutici di fatto sono assorbiti e resi sterili
;;1ti':~Ua'preoccupazione controversistica e dottrinale. In tale clima gli
· · eticattolici nel migliore dei casi - U. Ubaldi- esauriscono il lo~
···pegno nel ricostruire il .fronte degli avversari e. nel demolirlo
'.dovizia di argomentazioni. I più invece si abbandonano a una
~!ira> dei testi biblici ispirata ai criteri didattico-moralistici che ri-
's:dano gli schemi dell'ermeneutica tradizionale, ma senza quella
· ~: creativa che sta alla sua origine.
breve lesegesi italiana di questo periodo storico risente della
·:Joriedi marginalità rispetto al nuovo metodo esegetico ed er-
'titicb che si sviluppa nell'area di lingua tedesca. Questo fatto
. tà in modo sfavorevole nel successivo impatto che il metodo
Ù,-'critico avrà nell'ambito cattolico italiano nella prima metà
· secolo.

145
2
La Bibbia nella chiesa
.e tra i cristiani
di Cesare Bisspli

~~1{''.:~.a•storia della Bibbia nel periodo che va dal secolo XVII al seco-
~lg>)(IX ha avuto uno sferzante giudizio da parte di Paul Claudel,, il
bqp.ajeJ1el1948 affermava deluso,che il «rispetto dei cristiani: per la
~§.§ij'ttura·è .senzaJimiti, ma si manifesta soprattutto standovi lon-.
r · )A.AL poeta veniva certamente in mente. il clamoroso clima di
~tfo, e anche dieffettiva proibizione a fare traduzioni della Bib-
·' jifyoJgare e a leggerla personalmente senza dovuto, faticoso per-
)~~sso;1na poteva venire anche in mente l'uso maldestro di essa nel-
;«·· ;u. r:ampia azione catechistica come nella dilagante impresa orato,..
J.clero, e addirittura la s:ua sparizione pratica nel più facile e
. )drtatite culto deisanti e delle .reliquie. Certamente n1olti sti·
j~ffòrrriistici in questisecoli si erano affacciatiafavore çliun con,-
'{pìù fedele, anzi diretto e personale al libro sacro, non solo at-
~rso correnti giudicate eterodosse, come il giansenismo, ma an-
.fiamìte pèrsonalità illuminate, specialmente nella Francia del
· yn è nella Germania del sec. XIX. Ma l'occhio di una orto-
·sQspettosa aveva posto il freno ora cori la condanna, ora- e fu
·· .ei casi - con una precisa, calc()lata subo:t;dinazione deltesto
i·'ù;i,e'rlo più Iiellaforma di,stori.a sacra, al catechismo dottrina,..
'fitesènte e·prirriario neirattenzione. Ilnessdpoi con un'ese-
'}{ç~ (c~ttoliéa) che dallo splendore del sec. XVII vennè a tro--
èllbs.tàto di penosa ricerca di una propria autonqmia scientifi:-
t'J'pi.~ difficile quanto più ipotecata da problemi contraversi-
~A;§~n,p1ù perièolose idèòlògie di stampo illmninistico-razio-
·~ù1oii poteva.certamentefavorire una prassi pastorale già per
~z
· . 'in difficoltà nel tra:vaglio religioso-'soeiale
·.~ .·
dei
.
tempi che
,
ci

..kF~tri;~ S;unte», in La Vie Intellectuelle, 16(1948}, JO.


147
Detto questo, che aiuta in certo modo a delineare il quadro a
grandissime linee, 2 sembra che al verdetto negativo del poeta fran-
cese citato all'inizio, non si possa eccepire sostanzialmente. Eppure
viene da reagire in nome di unpiù maturo senso di storia che non
patisce valutazioni così totalizzanti, prima almeno di una indaginé
peculiare, regionale, analitica, in maniera tale che il dato di fatto - ·
nel caso nostro l'uso della Bibbia - possa essere almeno abbozzat()
nelle sue manifestazioni maggiori, compreso nelle motivazioni inte"
riori, colto in eventuali tentativi di riforma. Giacché «secoli bui»
non esistono nemmeno per la storia della Bibbia, ma semmai perio-
di di trapasso, di metabolisino culturale in attesa di sviluppi indub-.
biamente più felici, come - sul versante della pastorale biblica -
sembrano essere i nostri. ,
In verità sul nostro tema e per la nostra epoca altre nazioni po~.::)
sono usufruire di una ricerca consistente e auton:oma, 3 che, data la;,:;
relativa omogeneità culturale di quei tempi, va tenuta presente da:.>)
chi, come noi, concentra l'attenzione sull'Italia. È assodato infath/i
che particolarmente dalla nazione francese a partire dal 1600 sìfan).~j
no sentire intensi e decisivi influssi biblici nell'area del vissuto crftil
stiano fino a tutto l'ottocento. 4 Per il nostro paese la Ietteraturaili\~
materia, quasi totalmente opera di studiosi non biblisti, comparepét\.
Io più in ricerche monografiche speciali, sotto forma di sondaggicj!,;:;1;
secondo una ripartizione regionale che rispecchia la configurazione;\~
~1:'.~.'~;

·1;J;(j
•;.(

·.7i?!.?0~±
·,,_é~Ifa]
2 Ci siamo serviti di Nuova storia della Chiesa sotto la direzione di LJ. Rogf~;~~Jj
R, Aubert, M.D. Knowles, voli. 3-4, segnatamente le Appendici di F. Molinari (vl?lMf~
3, 531-545) e di L. Mezzadri (voi. 4, 505-559), Torino 1970; Storia della Chiesa, soHP,:0·~
la direzione di H. Jedin, voli. 6-8, Milano 1972, 1977; G. MAR.TINA, La Chiesan~1z;· ....,
dell'Assolutismo, del Liberalismo, dél TotalitarisÌrio. Da Lutero ai nostri giomi;J!,
scia 21974, 244-263, 339-347. ·· :
3 Ci limitiamo a segnalare,. come ultima arrivata, la colieZione Bible de.toys
temps, 8 voli., Paris 1984s. Nel volume ultimo, Le monde contemporain lit la
(1985), oltre la bibliografia per larea francese, viene indicata quella relativa aU
tedesca (p. 159), inglese (p; 186); nordamericana (pp. 207-208), in gran parte: •· .·
prendente anche i secoli che ci riguardano. Dell'Italia; almeno per quanto conc~rµ~;·
sec. XIX che entra n~lla nostra ricerca,. niente si dice, . · . .. ·. ·;:jiù~
4 Il trapasso dall'mfluenza spagnola del quattrocento"cmquecento a quelia,·~~ç::!'l
cessiva francese viene illustrata da P. STELLA, «Produzione libraria religiosa e ver ·· ..,~~
della Bibbia in Italia tra età dei lumi e crisi modernista», in M. RosA, a cura, c;a
cesimo e lumi nel Settecento Italiano, (Italia Sacra. Studi e documenti di storiaeci;
siastica, 33), Roma 1981, 99-125. ·

148
(fell'ltaJia di all9ra, 5 ma i cui risultati sono sufficientemente. indicati-
.\Yi.della reale situazione; 6
;+;/ço~ctetaniente, seguendo una suddivisione tradizionale, e però
.resa: particolarmente incisiva dal concilio di Trento, distinguiamo
l!l!sodella Bìbbia. nell'ambito pastorale e del vissuto cristiano eJa:
:~~li d~sion~ come libro, attraverso la forma delle traduzioni.Do-
yrenìOJasciare fuori tutta una vasta area pertinente all'uso iconogra-
:(ico: della Bibbia, alla sua forza: ispiratrice nella musica e nel teatro,
·l:in:;.andando alle abituali opere di.settore (per lo più enciclopedie).

~.~' LA BIBBIA NELLA VITA DELLA CHIESA


ll problema storico della presenza della Bibbia nella vita cristia-
·J14tn~lla predicazione, nella catechesi e nella preghiera pubblica, e
'.Rti;V~~a nell'età moderna è deterniinato da alc~ni fenomeni spirituali
y~ajyj_a capitati lungo tre secoli.

t~,ì~'-/If ,quadro .di riferin.iento


;j;}/:a_''.
All'inizio. va posto il «paradosso» provocato dal concilio di
·fft~n.~o.(1545-1563). Come .·~. . noto -per quanto fi~arda la pratica
~éìt~ $'crittur_a - il conciliò è teso aU'aff~nna:zione di due polarità, il
~cyi''è4?iJibrfo, sempre difficile e instabile, fa da coefficiente dinallìi•
~~~::'.~~cisivo nella _storia: successiva .

., Ci sfamo serviti oltre ai libri della nota .2, di Chiesa e spiritualità nell'Ottocento
~n,P,;(Studi Religiosi/2), Verona 1971; J. DELUMEAU, direzione, di, Storia vissuta
'gpql~, cristiano, Torino 1985 (Parte Il:Cristìani in Franciti e Italia); «Ecriture
..~oet vie spiritùelle», in Dictionnaire de Spiritualité (DSP), 128-278; «ltalie», in
,S.2252•2258(séc;XVII);2258•2772(sec:XVIII);.2273•2291 (sec. XIX);C.A JE•
.· . ·iJ(.giar,1senismo.in1talia prima della Ri1Joluzione, Bari 1928; M, MAJuom, Pro-
'·diJingua e di cultura nel/'azione pastorale dei Vescovi Calabresi in età moderna,
9&0; A; PRArmr, Religiosità e cultura nel '700 italiano; Bologna.1966; M.P.
, Studi sul Giànsenismo, Bari 1972; ID., Produz.ione libraria religiosa; A. VEc-
%RfD:,~/ oi:f~1iti religiose del sei~settecento veneto; Venezia-Roma.1962. A queste si ag-
f'9ri"o'J\.o storie di catechesi ed -altre ricerche specifiche.segnalate in seguito;
A questo proposito merita ricordare il paradosso storiografico posto inJuce da
;Sl\va1:t aproposito del nostro tema: laddovejl vissuto biblico èintenso, è diffi-
e,;-sifrovi una ricerca (e una relativa bibliografia) che. riesca a inquadrare.scien-
'ente il fenomeno. Viceversa la ricerca esiste con abbondanza di studi a propi>-
ateoria esegetica (storia dell'~gesi)nellediverse parti: ispiraiione, Bibbia e
\9 Sicché .al primo livello si pùò soltanto proporre una successione di illazioni
ìpent!lrlsrii punti più importanti. E d'altra parte lo studio della letteraturadot-
:!',bbe essere compiuta in continuo ruerimento alla prassi biblica; mostrando la
lùe frit~raiione («lntroduction>>, in Le Monde contemporain etla Bible, 10-14).

149
Da una parte sta in primo piano una sincera volontà «ne coelé~:;,;,:
stis ille sacrorum librorum thesaurus, quem Spiritus Sanctus si.ì.mmfJ:Jbi
liberalitate hominibus tradidit, neglectus ìaceat» (VSess~ 17 giùgn<it~i
1546). 7 Di qui un insieme di fondamentali, decisioni tra il 1545 e.if!f~
1563,. i cui punti essenziali sono: ··•• ·.e<
1. La «lectio Sacrae Scripturae» in tutte quelle che possiam{l{;~
chiamare strutture pubbliche deÙa chiesa, e ciò a favore anzituttoifrl
del clero, dei monaci, dei religiosi;8 ,;3~
2. «La predicazione del santo vangelo di Gesù Cristo» quaJ~\i;';
«principale compito dei vescovi»,9 esplicitamente rapportato ai pai;cè(·j
roci e ai loro sostituti, sicché «almeno tutte le domeniche e. i giorni4f§.~
festa, e nel tempo di avvento e di quaresima tutti i giorni o all1leriè"l'.j
tre volte alla settimana annunzino le Sacre Scritture e la divina leg~1'::1
ge» (XXIV Sess., 11 novembre 1563); . . . . / .@?~
3'. Infine, sempre nel citato can. 4, si affermà l'obbligo di «istru~\(n
re, diligentemente almeno nelle domeniche e giorni festivi, i fançl :"-f:
li delle singole parrocchie in ciò che riguardai «rhdiìnenti déllaf
de». 10 Durante una delle discussioni della IV S.essione sipadap
di una sintesi biblico-catechistica a benefieio dei giovani e degli
colti e di una introduzione alla lettura della sacra Scrittura.per de
natari più esigenti. 11 .;
A queste iniziative di pastorale biplica; che avranno da. :pai:;te
tanti vescovi una non piccola attenzione, si accompagna pur~11I';t;,
sieme di decisioni prudenziali12 che danno una svolta draminàtiça .
la pastorale medesima, i cui tratti ben noti sono: la pi:atiCa U:riiè'
della Volgata, con il blocco conseguente delle versioni in volgaré
quindi la diffida fino alla proibizione del possesso personale ef
contatto diretto e immediato con la Scrittura. 13 ·

7 CL Conciliorum Oecumeniconim Decreta, Editi o. Altera·, curantibtis J: ·


rigo ... , Romae 1962, 643 (Decretum secun.dum: super lectione et praedicatione·, ··
8 Conciliorum, 643-645, n, 1-K
9 Conciliorum, 645, n. 9; 739 (Decretum"De Reformatione, CanòriIV),,
°
1 Conciliorum, 739.
11 · Cf. P. Bmoo, Lirteàmenti di storiti della catechesi e dei catechismi, Dar«;
.:.:·

po delle riforme» all'età degli imperialismi (1450-1870), Leumann 1991, 67((


12 Oltre al rischio del «libero esame» cui far fronte, vi è l'abuso dei testisac
la pratica, che il concilio denuncia severamente: essi vengono.infatti distorti e
biati in· «scurrilia, fabulosa, vana,. adulationes, detractiones, superstitiones;irri
diabolicas incantationes, divinatiorres, sortes, libellos etiam famosos» :(Concili
641). .·..·
13 Decretum secundum, recipitur vulgata editio bibliaepraescribiturque mo'
terpretandi sacram scripturam etc., Sess. IV, 8 aprile 1546 (Concilio rum, '64 ,
Piw; IV: Regulae Tridentinae de libris prohibitis {24 marzo 1564) .(Denzingel,i
1854).

150
··,.·,,
\~!:i'fao '~everità fino all'intransigenza,. nòn senza peraltro una qual~
~']iey.buqnaragiòne teologica; si mostra nella condanna che Clemente
,~!fadicerteproposizionidel Quesnel (1713) quanto mai avanzate
'.i~'\ìpnbito biblico; il cui pensiero è.poi ripreso, dal sinodo di.Pistoia,
:§eèondo cui non solo è bene, ma necessario che sia fatta la lettura
;~~~a.sacra .Scrittura ,da parte di tutti, in· lingua evidentemente com-
"'pf~nsibile.14 Ne farà. condanna debita.Pio VI {1794).
;e:/;J3enedetto XIV, che appoggerà l'opera ditraduzione di Antonio
,'M~ttini, interpretando benignamente la regola dell'Indice tridenti-
i6'~~·afferma la liceità di leggere la Bibbia con traduzioni approvate
;,«#IAséde apostolica e dall'ordinario,. purché dotate di note ricavate
":a·aìi'.;P(ldri e .dagli interpreti -cattolici. 15 ·
J\i\':','<MaPio VII nel 1816, poi Gregorio.XVI nel 1844 e Pio,IX nel
:{~~~lfl;i proposito delle' incipientiSocietà bibliche condannano una_
(f.Mltirnoderata bibliorum versionum licentìa in vernaculo sermone». 16 •
-:·>• >'•.·\app(lre chiaro il fatale equivoco di coinvolgere conia condanna
-~ttJyo uso dei testi perfino l'approccio ai medesimi. Le ripercus-
\'.di questa serie di censure attinenti chiaramente alìa prassi, non
'.c(né piccole né brevi. Bisognerà giungere alla Ptovvidentissi-
'P#z.tS diLeoneXlII{1893) perché prendesse il via un respiro bi-
'i!J~storale . foriero di tempi nuovi.
,.-'O::clìe·à livello locale siesprimono·forti preoccupazioni ... II sino~
·.· tc~tCariati (1726) ÌJ1 Calabria in un ampio e diffuso capitolo
-~.· lìsulibrorum» ha: nel terzo paragrafo questa perentoria af-
. pne: «Bibliam Sacram vulgati lingua; curo plus inde; ob ho-
',JeI'neritatem detrimenti, qua:in utilitatis, ut plurimum oriri,
:~tjthaberi omnino prohibemus, et qui eam legere, aut habere
~-tµerit ultra peccatum mortale, quo se obstringet, graviter
é:\,;~rpitriono!;tro aliisque poenis subijcetur». 17 Secondo ancora
~~t(9)(IV;una versione italiana dei testi sacri avrebbe condot-
•. "?iti ~mori» il popolo, capace co.m' era di intendere le parole
-g~!e; ma non di capìrne il senso.18 Non stupisce allora che an-

J":Quesnel: Const. Unigenitus Dei FUius, nn: 79-85 (DS 2479-2485).


,:sì11?do di Pistoia: Const. Auctorem fidei, n. 67 (DS 2667). Il succo del pen-
<:conclannato, cf. più avanti (nota 19).
Solliciia ac provida (9 luglio 1753) (lndex Librorum prohibitorum, Ro-
"34); . '
i.p'S: 2710~271?; 2771-2772; 2784.
' om; 'Problemi, 67.
%NEt)ÉrroXfV, Della Santa Messa, sez: I, e, VI,J, Venezia 1786, 147.

151
cora nel 1856 (ma anche in anni successivi), nelle abituali Praelecc
tiones biblicae (manuale di sacra Scrittura per la scuola teofogìCà)
trattando «de lectione Scripturarum in lingua vernacula» sì dinio~
strasse puntigliosamente: «non omnibus indiscriminatim absoltité
necessaria vel praecepta est scripturarum lectio; vernaculae versio~
nes nec omnibus utiles sunt, nec indiscriminatim permittendae; pro"
ponitur et defenditur Indicis regula de versionibus». 19

.c. Eppure su questo severo sfondo normativo si introducono


con successione continua, opere e soprattutto persone (e movimen-:-
ti) che sentono con nostalgia permanente il bisogno delritorno alle
fonti. In linea generale ricorderemo per il nostro tempo l'affermaf$i ...
di nuovi rilevanti fenomeni spirituali a livello europeo: · ·.
L Per il sec. XVII, una grande rinascita spirituale e mistica'.,>
particolarmente in Francia, con equivalente ricupero, al di Jà dellà i
teologia scolastica, del patrimonio biblico e patristico (s. FrancesCP;.;
di Sales 1567-1622, Pierre de Berulle 1575-1629, Jean-Jacques Olìé:r-._'
1608-1657, s. Vincenzo de' Paoli 1581-1660, s. Giovanni Eudé$;}'
1601-1680, s. Giovanni Battista de La Salle 1651-1719); ..• ·
.2. L'avanzata, sempre nello stesso periodo, dell'agostinismo ~}j~
di una concezione storica e vitale dell'evento cristìano, che assliDJ.~.i·;~
nel giansenismo, a metà fra il 1600 e il 1700, e in Italia fino a part~i
del 1800, un'accentuata spinta alla rifondazione della pietà e deJ1a·~;1
vita morale, mediante il ricorso alle fonti originarie: chiesa primitth"i
va, Vangelo, Bibbia («Il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe,;4~~
Gesù Cristo» di Pascal, opposto al Dio dei filosofi, della spéctjl~!?{1
zione) ;20 . . .·i~;~~
3. Non dimentichiamo, a partire da metà del settecento finp·~;~i~
tanta parte del secolo successivo, l'affermarsi della visione illuÌni))I~}~
stica, che pur segnando in termini tendenzialmente razionalistj.c~:W);~
tradizionale accostamento ai libri sacri, stimola ad una interessa.O.tè~~
lettura etico-pedagogica, anzi politica secondolo spirito delt~IIl . .
Globalmente parlando, proprio il ricorso alle fonti (Bibbia el?~Z't':
dri), con prospettiva ora laica culturale, ora spirituale e rifortni ·
come in certe correnti che arrivano fino all'ottocento postresta,l),

19 Cf. ad. es., «Praelectiones Biblicae habitae», in Regio Taurinehsi Athenq~


J. Benedicto Bardi, I, Augustae Taurinorum 1866, 133-138. È chiaro ilrichiarii
condanna di Quesnel e del sinodo di Pistoia (cf. nota.14).
20 BRAIDO, Lineamenti di storia della catechesi, 186.

152
;torio,.• costituisce una linea di. tendenza caratteristica della nostra
·~poca, Per l'Italia si pensi a Muratori, a Tamburini, a De Rossi, a
R.()smini... Ma è pur sempre un avvenimento piuttosto circoscritto ai
(lotti, e soy~nte visto con sospetto. Ben più largo e stabilizzato è il
~api.po della tradizionale ortodossia, dove è situato il popolo con il
basso clero, a c'Ui)'accoglienza degli o,rdmamenti tridentini, seguiti
conpiù o meno perspicacia, permette di sperimentare un incontro
con la Bibbia secondo i canali, che diventeranno classici della «Sacra
Ì#stio», ·della catechesi e della predica:lione, nella scia di uomini spi-
nfoali altamente influenzanti. 21
.• . Proprio di questi canali intendiamo ora parlare.
--.--:-.
~) .La «Sacrae Scripturae Lectio»
io.: :,é la cura biblica del clero
AM:é:Abbiamo visto come 9uesta sia stata intesa dal conciliodi Trepto
. ~~~a.:I.e momento .forte di apprendimento della Bibbia al di là del pur?
;;.~~pp,accademico, quindi oltre le scuole superiori o universitarie. E
:;~.tjgy~,ra e .propria «scuoli:l di sacra Scrittura» per il clero in cura d'a-
\~~JP~~-ma è impi:ontata da u.na spiritualità che ci fa pensare all'uso
'i~~!l~·«lectio divina» :propria della tradizicme antica. Così la descrive
i~frpiwno Nadal verso il 1560: la «lectio» deve. essere adattata alle
·~~~I;>~.Sitàdegli u(litori; istruisce l'intelligenza e tocca la volontà; spin~
;~g~;1l}l'psservanza dei co:manciamenti e dei consigli, come alla pratica
E~éi.sacramenti. . . . · ·
~l~t}·~~iffe~e~temente dalla predka, la «lectio» non vuole astifici ora-
::r· · ,,;§j.p:ffre «quiete, placide, su.aviter, cum amoenitate atq'Ue jucun-
,te.~ iil Christo». 22
· J'irrizio procede_tte molto bepe, 23 poi decadde gravemente,
)\',ençlpsi in questione o caso teologico, sempre meno biblico, .ac-
f),;;q.d: altri casi di tipo morale, ascetico, giuridico,. nell'urgenza tra
ì<if.cli offrire strumenti cii immediata applicabilità ad un clero po-
: èp;:i.iat() culturalmente e pastoralmente. Non siamo lontani dal-
")~ se vediamo nel difforiderSi dei predicabili proprio in questi
~ ..-,~: --.·

· fj/più avariti il punto· 5 relativo a Bibbia e .spiritualità.


;: i<Ecriture Sainte et vie .spirituelle», in DSP 2i8.
'i).nçtaA. Vaccari: «I frutti furono ben presto copiosi e .consolantissimi. Non
il: secolo che seguì al concilio di Trento vide uscire alla luce tanta utile.messe
i1ti;biblici d'autori cattolici che quello poté essere chiamato il secolo d'oro
"/cattolica» (Scritti di. erudizione e di filologia, Roma 1958, Il; 428),

153
t~inpi uri' sostituto anonimo di un esercizio di lettura dell::i Bibbia ;
c~e a:Vtebbe dovuto essere ben più personale e coinvolgente.
«È questa una delle tante testimoiiianiè dèl fatto che, riella conce:.
zione e nella prassi pastorale, la Bibbia ègradualmerite diventil:fa
un "argomento" accanto a tanti altri, non è stata piu la linfa vivifi-'
·càtrice di tutta fa "dottririà cattolica'' offerta allameditazforiedei :
fedell». 24

Questo collegamento fra ]3ibbia e d()ttrin(l della fede, per tanti


versi caratteristico di tutta l'epoca che ci interessa, appafit:à ~on ng;
tevole .risalto e peculiare incidenza nel secondo canale «biblico>~ in'.~
dicato dal concilio: il catechismo. ..
Iritanto ricorderemo come sia parte della storia dì questi tempiiL.
ripetuto richiamo di vescovi, sinodi partic.olari e uomini religiosi ~,/
un diuturno e vitale contatto del clero con la Bibbia, in una prospetij
fora sdventissimo inàrcatamente ascetica e pastorale insieme. IVt:e;rita/
quicìtare un personaggio di grande rilevanza pastorale, inons)Mf{·:·
chele Casati, ve.scovo di MoridoVì, ilctii catechismo è alla base :qNi
quello di s. Pio X. Scriveva il 21 novembre '1767 al clero della s\ì~f:;;_
chiesa una lettera (la XXIII) che tratta «Dello .studio delle diyi~~'.i
ScrittUre». In essa osserva che «a formare i costumi, e bene, e ~arit~~,c;;~
mente regolare la nostra vita, mirabìle forza e potere· ha la' d~\11 ·. , ' "'
scrittura» e «per compiere verso ilpopoloJedelmente, e con frutf
ministero della dottrina, e della predicazfone». . · . ·.·•· ·
L'esempio dei Padri si propone come modello, cioè di «appliç'
ci, nòn superficialmente e di passaggio, ma assidua:mentè; e :e
gran diligenza allo studio delle diVìile Lettere, la cui tfascrtfa ..
produsse. eresie, e genera di tempo in tempo iniiumèrevoÌi :mosf
corrotte opinioni direttamente opposte alle chiarissime testìniòni
zedelle Scritture». Poi Casatiirtdugia a delinea:re unpianoidilètJ'
personale che ha al primo posto i Vangeli~ poi «le lettere» degliW
stoli, i.salmi, e altri libri del NT, graiie ai quali si prende «fol!l~
investigare i misteri, e gli oracoli del vecchio (Testamento)»~

24 MARIOTil,Problemi, 72.
25Raccolta di Lettere Pastorali,Torino 1768, 130-135. Nella lettera.XXIV•
novembre 1768, Casati dà notizie interessantisuglistudi.critiCi in atto, che dì~(
certamente non dìsapprovianio, anzi molto li commendiamo;: p,urcjié.non.ql{ .·· ·
no i confini di una moderata critica». Ma in sostanzaaccentiJ.a.unincOntro. sapi_
con il Libro sacro «ai vantaggi del popolo cristianQ». E :quindi «tali 'massiinE:.•'
che) non tanto con la mente, quanto .col cuore ..• al::ibraccieremo»· (Ibid., 149.,,

154
'N~L1782, nel sinodo diocesano di Verona, il vescovo Giovanni
:~oI'osinLriprende sostanzialmente questo diseorso, invitando non
·s,oloilclero;inail semplice cristianoalla·meditazicme e alla lettura
P~elle 'Scritture, <<tamquam fontes omnis et salutaris veritatis». 26 Con-
yerfiLmenzionare che è nel fervore religioso dell'ultima decade del
~~ttecento che compare, fatto imperituro, la traduzione in volgare
:delMartini.

;~'&' +Catechesi e catechismi27


fi:· >ll catechismo
:';:>~~ ';' :,
l;,fl".,<11 panale biblico~pastorale per eccellenza istituito dal concilio dt
~~Itè,nto, è~- assieme alla predicazione - la catechesi del catechismo;·
lfft~#tnito «l'ìnvenzfone pedagogica più geniale del 1500»;28 e signìfica-
~~~YJ3.:J!le11te qualificato <<quasi ChristiDomini gramatica». 29 .È il mez-
"" · ·-~ijnsegnamento che, domina: tutti i secoli successivi, come forma
:.~hfale a sé stante, nella predicazione, e nelle scuole degliordi-
li~igsi.e dello statq, È. organizzato intorno a certi temi generali,
· ,1lµna chiai,:a.tendenzadottriJlalevoluta dal concilio. Sono cose
i}vfa che ne è della Scrittura in questa compatta e rigida orga-
·• iQl:le qelle verità? Non si è lontanì dalla .realtà se si afferma che
:~to:tempo è dato di assistere a un cambiò decisivo nella pasto~
1~;Ml sèl'.Vizio e quindi sottomissione della catechesi dottrinale al-
. ìbl)ia, e quindi dall'affermazione di un~autorevole e primaria
·. Jidi
:.
questa, come nel tempo dei Padri; si passa al .servizio e
-~~

~:iJ3µ&uRINl, «L'evoluiione ddla Chiesa veronese dall'episcopato del Moro-


...
. ~~"789)aquello dell'Avogadro (1790-1804)», in Chiesa e spiritualità, 130-146
);
.t.~tt:bbe fosse esploratala presenza e il tipo di presenza dellaScrittura nella
'dioruin» déi «giovani ecclesiastici» n~i seminari e nelle facoltà (cf. s, LANI-
su.llti maniera di insegnare ai giovani ecclesiastici la scienza dei libri sacri,
l). Cf. V. PEDANTE, «Il Seminario Generale di Pavia sotto Giuseppe Il», in
ttolù:esim0, 205-237.
cQustÀ, Sui catechismi moderni. Saggio critico-teologico, Ferrara 1788;
RVO<JEL, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, Bruxelles-Paris 1891ss;
·. ~sp,rigines du Catéchismemodeme d' après les premiers manuels impri-
e, I'aris' 1967;A. ETCHEGARAYCRuz; Storia della catechesi, Roma 21983.
idòeuinenfata, cf; BRAIDo;.Lineamenti. di storia della catechesi.
~;2000 ans d'éducation de lafoi, Paris; 103.
)sìone ediF. Sacchini, gesuitàdel1600, riferita da BRAIDo, Lineamen-
)tfèlla. catecfiesi, . 203. ·

155
sottomissione che la Bibbia deve prestare alla catechesi. E dentro
questa impostazione avrà luogo per secoli il contatto del popolo di
Dio con il libro sacro. Ma cosa significa ciò? Come è effettivamente
presente ed agente la Bibbia?
La storia infatti impedisce giudizi uniformi, e anzi permette di
evidenziare notevoli variazioni, come se il rapporto fra dato biblico
e dottrinale fosse in perenne fase di riaggiustamento. Cosache anco-
ra oggi sta ridiventando un problema. 30
Ricorderemo- come modello, prodotto dallo stesso concilio, il
Catechismo Romano o Ad Parochos (1566). Esso offre una solida
componente biblica e storica, però, come si legge in «Prefazione»,
invece di affermare che Bibbia e Padri sono i «loci communes», os-
sia il midollo della dottrina, sostiene che i quattro nuclei clel simbolo
o credo, dei sacramenti, del decalogo, del Padre nostro sono i «loci
communes» della Scrittura. Non è una variazione da poco, ma la
proposta di una precisa e diversa visione.
Infatti il catechismo spiega ai parroci che ogni 'volta che avranno
da mettere in luce unpassaggio del Vangelo o di ogni altra parte del"
la Scrittura lo potranno sempre ricondurre a qualcuno dei quattro·
punti suddetti e così attingeranno come a propria sorgente le spiega-
zioni desiderate. 31 Ma se al Catechismo Romano riesce di mantenere
l'equilibrio, come pure ai precedenti catechismi di s. Pietro Canisio
(1555-1559), non sarà più così nelle «Dottrine» (catechismi) di Ro:,.
berto Bellarrnino (1597-1598), dove ben rari sono i riferimenti alla
Scrittura. Il Bellarmino dominerà con l' Astete e il Ripalda, per tan~
tissimo tempo. E gli effetti si faranno sentire.
Nel 1823 mons. Alessandro Maria Pagani, vescovo di Lodi scrive
in tutta buona fede:
«Il Catechismo è un libro che serve al popolo ormai in vece deila
Bibbia, come quando dice: Si legge nel Catechismo. Tanto basta.
per lui. Non si è mai studiato abbastanza onde l'essere chiari ~
precisi nelle espressioni». 32

30 Se ne può vedere traccia in J. RATZINGER~V. MESSORI, Rapporto sulla fede;


Roma 71-76.
31 Catechismo del Concilio di Trento, Roma 1961, 16.
32 Cf. P. STELLA, «Giansenismo e restaurazionereligiosa in Lombardia. Problèè
mi storiografici in margine alle lettere di mons. Pagani vescovo di Lodi (t 1835)A
mons. Tosi vescovo di Pavia (t 1845)», in Chiesa e spiritualità, 323-358. (qui, 341)•:

156
b. Il catechismo storico

Forse in fedeltà al concilio di Trento ~ insieme come reazione al-


la secchezza della catechesi dottrinale, il richiamo alla Bibbia insor-
ge continuamente, come per un aspetto del patrimonio della fede
che non si sa come comporre con il momento dottrinale, ma che pu-
re ci deve essere, magari.in termini dialettici, anzi polemici. Merita
ricordare come antesignano in Italia il Compendio historico del Vec-
chio e Nuovo Testamento cavato dalla SacraBibbia (Venezia 1587)
di Bartolomeo Dionisi, sacerdote di Fano, awenturatosi per una via
che quasi nessun altro avrebbe percorso in Italia per tutto il seicen-
to. Illuminante quanto mai è il racconto che egli fa dell'origine deUi-
bro. Trovandosi nel Trevigiano nel 1576, anno in cui la peste infieri-
va a Venezia, incontrò due signore che entrarono con fui
«in parlamento sopra la difficoltà dell'haver licenza per tener6 e
leggere la Bibbia volgare, mostrando che li rincrescesse di non po-
ter haver notitia dell'historie degli antichi patriarchi del popolo di
Dio».

. . Il Dionisi spiega le ragioni della proibizione appellandosi alle


ri,ote disposizioni ecclesiastiche, e aggiunge:
«Restarono quelle gentil donne di queste ragioni soddisfatte, ma
pur mostravano un certo desiderio, che vi fosse un qualche libret-
to, che di questa sola cosa· trattasse».

Il Compendio hìstorico, ristampato a Venezia nel 1664, e poi nel


'1784, fece tempo di andare all'Indice nel 1678~ 33 Da ben altra parte
'.:tdoyeva, essere scossa !'.Italia, per quanto si lasciò toccare, cioè da
<;,~fa.duzioni di opere francesi. Ricordiamo anzitùtto, tradotto nella
;;·,pi:ima decade del 1700 il Catechisme historique (1683) di Claude
i;Ffou:ry (1640-1723). 34 Anticipato, quanto alla concezione globale dal
(··{catechismo di Jacques BenigneBossuet (1681, Venezia 1712), Fleu-

.... '-'""""---~--

.•• y;'/ 33 STELI:A, Produzione libraria religiosa, 102-103. .


1/,. r 34 Catechisme historique contenant en abrégé l' Histoire Sainte et la.Doctrine Chré-
'-;;•~n~e, Paris 1683. Cf. BRAIDO, Lineamenti di storia ·della catechesi, 189-193; ET-
'\?PHE(J~Y CRuz; Storia della catechesi, 241é250,
,:\J· ··.Con Bòssuet e Fleury, va menzionato il contributo storico-biblico alla catechesi
P:<Ji'Féµe!on(165l-17·15); in De l'éducation desfilles (1688) (cf. BRAIDo, Lineamenti di
}iW()ria.della catechesi, 269-270).
~;~'.:;:":-:···:-·· ....

157
ry presenta la materia che tratta ad un duplice livello di approfondi- .......
mento - come dice il titolo - dove la parte storico"biblica primaau,. ;:
tonomamente esposta viene poi ripresa nei quattro nuclei del cate~
chismo, sopra ricordati.
Esso, assieme alla Histoire du Ancien et Nouveau. Testamerit
(1718) di Augustine Calmet, contribuisce a incoraggiare la composi~
zione di catechismi biblici e di riassunti di storia sacra, ma non segna
una svolta radicale implicante una nuova impostazione storico'-bibfr·
ca dell'intera catechesi (ciò avverrà più tardi e fuori dell'Italia), ben-
sì serve, più che altro, all'istanza di portare a conoscenza i fatti bibli~
ci più importanti a favore di una catechesi dogmatica e di una pietà
colta. Il catechismo del Fleury ebbe grande diffusione. Nel 1815 a ·
Venezia era di nuovo stampato da Pietro Pianton, che vi appone una -~~

«compendiosa notizia dei principali Europei Catechismi usciti all;i


luce dopo il Concilio di Trento», tra cui alcuni italiani di taglio stori- '
co-biblico (ed ecclesiastico), come quelli dei gesuiti Pietro Ferreri e/
Ottavio Reggio. 35 La storia sacraaccanto alla catechesi dottrinaleh.a
nel giansenismo francese una notevole spinta. Notevoli riflessi per;;,~
l'Italia ha la traduzione dei catechismi storici diPouget(i717, 1780). :;fj
:M;ésenguy (1758-1760), Gourlin (1776), e in'particolare la tradµziq~,"·![1
ne, a partire dal 1774, della :6ibbia francese (1668-1672) di Sac:yw'.Vij
32 volumi, 36 concorrente - come vedrèrrio - di quella del Martll:t~~·j:~
Ricordiamo pure per il largo influsso avuto in Italia le opere deWG''
giansenista Jacques"Joseph Duguet(1649-1733), di cui è caratteristHt35
co il figurismo come metodo di lettura, secondo cui tutta la Bibbiaè'iii'
carica di figure preannuncianti quanto sarebbe venufo nei tempi 111; ·
timi della chiesa. Gli effetti in campo spirituale furono notevo ·
Le sue Regole per l'intelligenza della Sacra Scrittura, nell 7008
no considerate il più bel dono fatto alla chiesa, la «chiave d'oro»p .
capire la Bibbia, e ben stimate in Italia. Interessanti sono le conve(,JJ~;~
genze e le divergenze con s. Alfonso. 37 · ,·+:

··\t,;~i
35 STELLA, Produzione libraria religiosa, 104, nota 9. Stella ricorda che ilett~fi;}~
italiani più maturi potevano trovare linfa biblica in opere di storia ecclesiastica, com~:'.:\~
quella di A. Godeau (Venezia 21761), i cui abbonati erano duemila residenti in qu ·• ''
ranta città. Quanto a Fleury, il suo catechismo storico solo in Francia conobbe tf.
1700 e 1800 ben 478 edizioni. Cf. E. GERMAIN, «La catéchèse et la prédicatiori», in
monde contemporain et la Bible, 38, nota 13. .
36 Il Vecchio e Nuovo Testamento giusta laVolgata in italiano e latinoper ·.

Isacco Le Maistre de Sacy, tradotto dal fràncese; Genova 1787-1792. Altre eiliZ{
portano titoli variati. · '\:;
37 P. STELLA, «Itinerari portorealistiéi: Jacques-Joseph Duguet (1649-1733);:~;
sue fortune in Italia», in ID., Studi sul Giansenismo·, 317-363. ,:,.;y

158
·':H?Il:·giarisenìsmo italiano fu sem:pre sensibile. alladililensìoue bibli-
:bà rièllàpastorale, come fanno fede le prese dfposizione di Scipione
'tle' Ricci;Je decisioni del sinodo di Pistdia (1786) da lui presieduto;
a.riche<se le· audaci e in sé vere àffen.Ìlazioni di dare la Scrittura ad
ògni.cristìanorisentòno--come abbiamo già visto- dell'am:biguajm~
postazione teologica dìPasquier QuesneL 38 Merita quiriportareJ'in-
::yettiva-Iamento di Pietro Tamburini (1739-1827):
«Ma questb divin Codice(l~ Bibbia)-almeno si doveva usare nel-
le cose spettanti alla dottrina della fede. L'hanno rappresentato
com:e un libro pieno di pèricoli, di oscurità, dì'inciampi; di lacci,
dove il fedele non trova altro elle tenebre, e non si aggira che in
un perpetuo labirinto, se si abbandona alla lettura delle medesi-
me~ .. Che vuol dire quella fanatica premura: di rapirla di mano ai
sèinplici fedeli, per sostituirvi certi libretti, atti per la in~ggiorpar­
te più a nutrite una puerile e superstiziosa divozione che una. so.da
e veramente cristìana pietà?». 39

i':C:;:·. p~tto al positivo, la Sqittura viene intesa come il magistero per


:;~ç<;.e,.llenza,
ed è assurdo yoler sostituire ad essa i pensieri degli
~~.~gpj~qi per portare il popolo a Dfo. Tutti ifedeli hanno il dintto e il
':;gQ~~re di conoscere la Bibbia così come hanno prescritto i santi
&#~4tì.46 .
O<:.

~È.•·ta storia
ik·•:'·."'· "•·'' ,'• · . . "··.
biblica o sacra

)f;h;Ù;i]lenpiù vivacemente che nell'area italiana, priva di una origina-


' <idduz~one, la lettura storico~hiblica della catechesi francese si
· #nga degnamente nello spazio catechistico di lingua tedesca.
qìzione singolare quella della chiesa tedesca. Giunta più tardi di
j~:francese al rinnovamento biblico (sec. XVIII-:XIX}e senza
a:teinflussi di sé fino alla svolta kerigmatica diquesto secolo, la
{.tedesca ·arreca due elementi essenziali al rapporto biblico-
'èfhistico, meritevoli di essere accennati, non solo per completez-
:qrquadro, ma per constatare la rilevante differenza, ed arretra-
a; della situazione italiana:

'cf. •sopra ·notà 14.


c.Gifato da M. RosA; «" Aufkliifung" cattolica in Italia>>, in Io,, Cattolicesimo e
>'33;
:çuiEMOLO, Jlgiansenismo in Italia, 283ss; eV:idenzia questa sensibilità biblica
Jdef·italiani. Annota il Martina che «il Vaticano II ha accettato in <larga misura .i
)~ti di Pistoia» (La Chiesa, 344). ·

159
~ La scolarizzazione della catechesi al seguito delle riforme giu~
risdizionalistiche della seconda metà del settecento, .fece• ..sì che la
parte biblica ricevesse una collocazione curricolare, disciplina fiale
altre discipline, sicché la storia biblica o sacra assume net quadro
della scuola l'autonomia della Schulbibel (Bibbia per la scuola), an-
che se continua ad affiancarsi alla Katechese-Katechismus. Qui vane
no ricordati almeno Ignaz vonFelbiger (1724-1788), Michael lgnaz
Schmidt (1736-1794) e Benedikt Strauch (1724-1803).
- Secondo tratto, ancor più importante e anticipatore profetico
di quanto in Italia si potrà fare soltanto dopo il 1950, riguarda il pas-
saggio del riconoscimento della Bibbia come componente importan-
te della catechesi (v. Catechismo storico) alla concezione della storia
biblica come dimensione fondante dell'intera catechesi. Nel soleo
delle concezioni di Bemard Overberg (1754-1826) e diJohann Mi"
chael Sailer (1731-1832), si pongono le opere biblico-catechistiche di
Bemard Galura (1764.-1856) secondo cui la catechesi non è altro che
l'anmfocio del regno di Dio; di Christoph von Schmid (1768-1854)~
secondo il quale la storia biblica e ìl catechismo devono costituire in~
sieme un tutto. A lui dobbiamo una Biblische Geschichte/UrKindei
a
che arriva fino al sec. xx e fa da ispirazione svariate storie sacre
italiane; di Johann Baptist Hirscher (1788-1865), dì IgnazSchustér
(1813-1869). 41 .

d. «Utilizzazione morale» della storia sacra. La linea italiana42

Invano si attende nell'Italia dell'età moderna qualcosa di genui-


namente innovatore nell'ambito biblico-catechistico, salvo le aspira.:+;
zioni espresse dalla minoranza giansenistica e raccoglienza delletri:i,~
duzioni di opere francesi, come abbiamo già osservato; . <;'
In realtà la fase dell'ottocento cui siamo pervenuti nel fikr del,;:
nostro discorso più che dalla corrente romantica, chetoccòcpersòn~,,·;;
e gruppi minoritari; fu influenzata dalla tendenza restauratrice clieb:
·;r.·,

41 Sulla grande ricchezza biblico-pastorale di Germania•f.\ustria esistono le o~;~j',:;


re eccellenti di J. HOFINGER," Geschichte des Katechismus in Oesterreich von Canisiu8:"'
bis zur Gegenwart, Innsbruck-Leipzig 1937; H. KREUTZWALD, Zur Geschichte des Bii;c;i
blischen Unterrichts und zur Formgeschichte des biblischen Schulbuches,. Freibur'g:;i
1957; a essa fa seguito B. DREHER; Die biblische Unterweisung im katholischen und)
evan~elischen Religionsunterricht, Freiburg-Basel-Wien 1963. . ·· ..:·;;{
2 BRAIDo, Lineamenti di storia della catechesi, 276~278. Della connotaiione etj~/!
co-politica (sociale) nella catechesi biblica parliamo unitariamente a proposito deUà:;~
Bibbia nella predicazione. · ,;5~:
:~ ~ t
<·~;~i

160
Ja <se.guito. alla Rivoluzione francese, entro. cui, ha posto primario il
tèilla.della salvezza, intrecciato nel contesto più ampio della rifles~
:~ipllete.ologica e politica illuministica, con il tema dell'intimo.nesso
fra:il.ristabi.li.filento della·religione eil consolidam,e.nto. dell'ordinata
c()nviven:za.sociale. 43 .Trattando·della :fjgura di Gesù··nella predk:a-
zicme avremo occasione di sottolineare la sua rilettura ;in chiave di
~tica sociale, anzi politica. Quiconviene chiuqere il capitolo sulla
catechesi ricordando..il contributo italiano nell'ambito della storia
sacra. Ci fa da guida là Storia Sacra di s. Giovanni Bosco (1815-
l8$8),44 giacché sia per la diffusione popolare, sia per i criteri di
.composiiione, sia per gli intenti perseguiti fa: da specchio em,blem,a~
tico del suo tempò. 45
· Anzitutto ricordiamo i regolamenti esistenti circa l'insegnamen-
t(rdellastoria sacra neLRegno sardo ai tempi di don Bosco (1814-
1861). È una legislazione che precede e segue lo Statuto (1848) fino
alla legge Casati del 1859, e poi si allarga a tutto il Regno italiano.
iEbbene vi si trova un insegnamento della storia sacra esteso a tutte
ledassi elementari; alle secondarie da parte deldirettore spirituale,
~\p?i nelle magistrali .. La prospettiva di fondo viene espressa dai
·pt0gtammi. In quelli delle elementari del 1853 leggiamo:
«Per insegnare bene e con frutto il Catechismo il Maestro ( ... )
nqn ponga mano ad esso senza aver insegnato le prime lezioni di
St.oria ~acta,. cioè quelle che trattano della. creazione del mo11do,
della èaduta di Adamo, della promessa del Redentore, ecc,, ppi-
chéil racconto dì questi fatti giova assaissin:J.o ad illustrare fo veri-
tà fondamentali della dottrina cristiana; quindi l'insegnamento
della storia sacra deve camminare di conserva cori quello del Ca-
teéhisrrio». 49

,(}ue.s~oimpegn 0
così generalizzato favorisce una molteplicità di.
t~\~tgp~.~acre»., tra cµi appunto quella di .do11 Bosç<;>.• Sono oltre una
;.91p;qqant.ina circola11ti sul territorio italiano, .di cui alcune francesi,
. . -~.:+::;?Y~'.

Lineamenti di storia della catechesi, 365-366.


BRAIDO,
i<_- :<:_- Storia Sacra per uso delle scuole, utile ad ogni stato di persone,_ arricchita di
44

:.qrìal9ghe incisioni: compilata da[ Sacerdote Giovanni Bosco, Torino 1847; N. CBRRA-
\'.!cì;LOcatechesi diDonBosco nella sua storia sacra, Roma 1979; P. STELLA, Don Bo-
;;sco nella storia della religiosità cattolica,, Z,iirich 1969, Il,. $9"100.. ·
\:;:;'~5 . Prima edizione nel 1847, ottava e ultima edizione nel 1874, ristampata fino al
:-t?64per 557.184 copie in italiano; 34.000in francese, 60.000 in spagnolo (CERRATo,
,flf<f.'i~4techesi di !)on Bosco,. 70, nota 44).
":';T1i>,4ti·CERRATO,La cateche3i di Don Bosco, 30.

161
molte hanno forma di compendio, ora con autore ed ora anonime.47
Tra di esse spiccano le lezioni di Storia Sacra, di Ferrante Apo:rti
(1791-1858) che perfezionatosi a Vienna risente della grande tradi~
zione biblico-pedagogica di quella nazione ed organizza l'insegna-
mento per fanciulli secondo un_ principio caro all'ilhimìnismo religio-
so, per cui Dio è visto come «educatore e maestro dell'uomo», e
vengono raccontati ai fanciulli «ifatti·più insigni della storia sacra,
specìalmente quelli che servono a prova della divinità di nostra refr::
gione, e ad esempio e conforto di virtù». 48
Don Bosco per il contesto educativo popolarein cui opera ac-
centua nettamente l'istanza morale. Nella prefa.Zione alla prima edi-
zione del 1847 scrive:

«In ogni pagina ebbi sempre fisso quel principio: illùminare la


mente. per rendere buono il cuore; e (come si esprime un valente
maestro) di popolarizzare quanto più si può la scienza della _Sacra
Bibbia, che è il fondamento de!Ia nostra santa, Religione, mentre
rie contiene i dogmi e li prova, onde ries<:a poi facile _dal raccontp
sacro fai passaggio all'insegnamento dellfi mornle e della reliiio-
ne,. motivo per cui nessun altro insegnamento è più utile e piÌl im-
portante di questo».

Lungo tutto il percorso è facile ritrovare il chiaro. intento cate-


chistico intorno alla verità unificante <<DÌO è buonoma giù~to», che
si fa come chiave di lettura provvidenzialistica non solo della Bibbia,
ma di tutta la storia umana. 49 --
Circa i contenuti, don Bosco_ ripartisce tutta la- storia biblica in
sette epoche, riservando 155 pagine per l'AT (sei epoche) e 51 pagi-'
ne per il NT (un'epoca), secondo le cronologie e i dati esegetici della
tradizionale ed antiquata scienza del'tempo. Merifa notare l'àmpiez-
za data all'AT, ma anche le tante note illustrative e la béllezia'di
ben 67 silografie. Un servizio senza pretese; scìentificamentè basso;
e che pure ha guidato migliaia di ragazzi del popolo - anche chi scri-
ve queste pagine - al primo contatto con la sacra Scrittura.

47CERRATO, La catechesi di Don Bosco, 40-51.


48«Manuale di educazione ed ammaestramento per le scuole infantili(1833)», in
Scritti pedagogici editi e inediti, Torino 1944, l, 41-42.
49 CERRATO, La catechesi di Don Bosco, 295; STELLA, Don Bosco nella storia;
59-64. -

162
4 La predicazione50
Accanto al catechismo prqpriamente detto, almeno a pari digni~
tà e con estensione ancora più ampia, si colloca secondo il concilio di
Trento, nelle prescrizioni sinodali. e nella prassi pastorale, la predi-
cazione, con l'intento nativo, come dice il concilio, di «annunciare la
Sacra Scrittura e laleggedivina» (XXIVSess;; can.4)' E i nostri se-
coli furonoverame~te epoche dì larga predicazione .. Le forme prin-
eipàli eràno l'esortazione, ovvero l'istruzione familiare pronunciata
nel quadro clell'Ome.lia domenicale e dei gioinifdtivi; la predicazio-
ne straordinarìli, sopra.itl.ltto nei teinpi dell'avvento è della quaresi-
ma (i cui contenuti venivano di preferenza orientati ai misteri cristia-
ni del natale e della passione); infine i serlllonì predicatiper diversi
giorni consecutivi durante le Illissioni, momenti forti ed eceezionali
della vita parrocchiale. 51
Chiaramente fini e moduli della catechesi erano operanti anche
nella predica, e in linea generale possiamo dire che medesimo era
Vriso e fabuso della Bibbia, soprattutto identica e;ra la prospettiva di
fondo, quella del ruol,osupplettivo dellaScrittm::arispetto alla «dot-
trina cristiana», dogrriatiea e motale, naturalmente con delle varia-
zionircome giànellacatechesi, dovute all'evoluzione dei tempi. Qui
ci limitiamo a nominare autori più rilevanti, integrando il quadro
con altri elementi della comunicazione religiosa: di qualche significa-
to in rapporto· al nostro tema.

a, •. 11 volto liiblico della predicazione

Rispetto alle, deviazioni ditanta parte della.predicazione della fi-


I1e,del 1400 e dell'inizio del 1500; aperta tid un'int.erpretazionefanta-
~iqsa e talvolta burlesca della Scrittura, ~concilio di Trento, come
al;>qiamo visto richiamò energicamente il· doppio obbligo di. fare la
predica e di farla.con serietà. Purtropp() il malvezzo è dur()a morire,
quello di sostituire l'annuncio con l'oratoria. E ciò lungo tutti e.tre i
~~co.li. Basti citare a colllu11e, poço edificante trattenimento, UJ.l()

50 «ltalie», in DSP, 2252-2291; PRANDI, Religiosità; E. SANTINI, L'eloquenza ita-


liana da/Concilio tridentino ai nostri giorni. Gli qratori sacri, Palermo 1923; F. ZA-
., ~brto, Storia. della predicazione nei secoli della letteratura italiana, Modena 1.899.
·· Per una sintesi efficace, cf. BR.lllpo, Lineamenti di storia della cate(:heii, 175-190.
, 51 FR. LEBRUN, «La predicazione nel.XVIII St;colo»i.in DELÙMEAU, Storia vissuta
,d.elpopolo cristiano, 562-586.

163
per tutti, il cappuccino Emmanuele Orchi da Corno (morto nel
1689), che così si esprime a proposito del terremoto alla morte di
Cristo:
«Toccò la terra i bellicosi tamburi, e all'armigerO'suono ampie vo-
ragini aprendo, parve rugginose le porte di mille templi di Giano
strepitosamente ispalancasse la guerra; spiegò il cielo dell'oscura-
ta luce sola e sanguinosa l'insegna, e sull'arco .dell'eclissata cornu-
ta lunale saette letali, di mille influssi maligni sdegnosamente in-
coccate, stava per bersagliare il seno della più bassa natura. E to-
gliendosi dagli avelli i coperchi, e risorgendo i morti, scoppiarono
le pietre, saltando le schegge in giro, qùasi che, non bastando i vi-
vi, <lasse l'inferno i defonti al ròllo della guerra ... ». 52

Per fortuna uno come Paolo Segneri (1624-1694) apporta una


esemplare riforma seguita da tanti nel seicento, quando dice di vole-
re (e lo fa)

«armarsi sì di Scritture numerosissime, ma che fossero tutte leali e


limpide'; anzi apportate le più di esse in quel senso proprio a cui
non può ripugnarsi, ch'è il letterale~ Non perché il mistico, qualo-
ra egli è ben fondato non sia meritevolissimo di ogni stima, ma
perché non è sì robusto». 53

È un programma questo delle «Scritture leali e limpide» che in-


canta ancor oggi.
Il 1700, quanto mai ricco di predicazioni e di predicatori, ci fa as~
sistere sostanzialmente a tre linee di tendenza:
La predicazione apologetica contro gli «spiriti forti» (gli illumini-
sti della seconda metà del secolo), in cui la Bibbia occupa ben poco
posto, e in chiave polemica, còn dotte dissertazioni di .difesa della
medesima, in ottica pietosamente conèordistica (così Giarnbatta R.o::.
berti, Daniello Concina, Antonio Maria Valsecchi). 54
Vi è poi la predicazione a sfondo moralistico, popolare, specie
nelle missioni. Si partiva da una frase della Scrittura in fatino (e poi
nell'idioma dell'uditorio), seguiva un breve commento ed enuncia-
zione del piano, e poi lo sviluppo.

52 ZANOTIO, Storia della predicazione, 219-220.


53 ZANorro, Storia della predicazione, 264.
54 Cf. PRANDI, Religiosità, 193-435.

164
«Nella:inaggior par.te dei predicatori,Ja Buona Novella sembra ri-
dursi' a ùn moralismo angusto e rigoroso, a un rifi,uto sistematico
deUn()ndo, pensato come totalmente incompatibile con le esigen-
ze della salvezza ... µnaryligi()ne più per dei religiosi o clei nionaci
che per un popolo cristiano f>I"ofondamente .iriiJ>egnato.nel s~colo.
Se è vero che alla vigilia:della :R.ivoluiione la Parola di Dib ·è or"
mai predicata quasi clapperfoito, questa Parola è troppo sovente
diveritata,sulla .boeca dei predicatori, disprezzo della vita, e reli-
gione della pàura e della morte~ attraverso un singolare stravolgi-
lllentò del messaggio evangelico». 55

Ovviamente ben diverso, pur con una certa omogeneità dei temi
.(P,p€fdell'uomo, creazione,jncamazione, passione di Cristo, novis-
~ffiii·,. )·risuona la sostanza del Vangelo in bocca .a predicatori del ca~
lj~r():di s. Leonardo di Porto Maurizio (1676-1751), s. Paolo della
·çroèe (1694-1775} e soprattutto s. Alfonso (1696-1787). · ·
.('.;: }lìeordetemo che, a scopo predicatorio, in questo tempo vanno
P:~f:.Ia maggior~ raccolte, compendi, dizionari di dati biblici, patristi-
#e(ficelebri scrittori ecclesiastici. Non è che fossero cose malfatte,
p.riillella prècarietà dei mezzi scientifici. Basterà nominare U.n àuto-
i~dèortosciuto aì più, un certo Alberto Degliodi Montechiari d'Asti
:t}l:e.lleF1778 stampa L'operarìo ecclesiastico .. ,., in tre tomi, a servi-
:~i(> .dei predicatori di missioni. In prefazione scrive:
.····.·.... ·. -·

'«Non sono molti iLibri, de' quali mi sono servito, perché a un po-
vero.Prete .sogliono mancarele·forze di provvedersene, e perché
non aveva tempo d'andar leggend<>·moltitudine diAutori. La Sa-
gra Scrittura, la Somma di San Tommaso, e di esso la Catena de'
quattro Vangeli, il Concilio di Trento, il Catec~smo Romano, le
opere diS. Agostino, di S, Giovanni Crisost()mO, di S'anta Teresa,
(çommeritari del Tirino, e dell'Estjò, ed altri pòchi libri al mio
studio confacevoli... » (p. IV). 56

\: -~!·:°·' .:~~- ...

:-:/';';'.~_:>-'. .. .-.,

;:i;frN;~5 {LJ;BRUN, La predicazione, 585-586. Nel sinodo II Pòlou di Reggio Calabria nel
{~ÌQ~1.$fsénte il dovere di ammonire i predicatori affinché «capita. sive ossa mortuo~
LiJ:iìfl;.~tvanaterriteiilenfaad. exterquenda8lacrymas a tanti murieris dignitate prorsus
::'~!i~t;a:noi1 exhibeant». (MARlo'IU~ J'roblemi, 144). . ·.
>':. i·•~i;;E il tempo, il nostro, dei prontuari.- Ricorderemo tra tutti laBibliotheca con"
· · · · tiun, di y, Houdry; apparsa a Venezia nel 1786 dove ogni voce {la prima è
· scens») è vista per sei paragrafi,: dicuiiprimitre riguardano la Bibbia da punti
.... /~Y\st;i:~·.diyersi, il quarto il pensiero dei Padri, il quinto i teologi, il sesto l'aspetto
;',~§petiCQ. ·
·-.·
;>!.

165
A dir il vero non è lettura da poco nemmeno oggi presso il no-
stro presbiterìo! Del resto è stato puntualmente notatoche nell'ulti-
mo trentennio del 1700 la cultura religiosa del clero italiano si innal-
za notevolmente, sotto pressione delle istanze gianseniste' ambienta-
te in Italia e più in generale del sapere illuminìstico; 57 Non per nien-
te questo è il tempo della grande impresa della traduzione della Bib-
bia di Martini (di cui più avanti)'. Esistono poi stampate l~ prediea-.
zioni ordinate e catechistiche della Scrittura, come nel caso di Al"
fonso Nicola! (1706~1784) a Firenze e di Giovanni Marchetti, verso
lo stesso tempo, a Roma. Agli inizi dell'ottocento basterà ricordare
Antonio Cesari (vedi più avanti), Tommaso Buffa, Gioachino Ven-
tura.
La terza linea di tendenza si può chiamare etico-sociale ìn con-
nessione con lo spirito dell'ill\lmiriismo; per cui si afferma una origi-
nale intersezione fra messaggio evangelico, valori politici e prospet~
tive di rinnovamento politico-sociale.
Vi viene coinvolta la lettura dei testi sacri che finiscono con il di-
ventare sostegno ideologico-religioso perla costruzione diuna visio•
ne cristianadeÌl'uomo e della società. 58 Trattando'della figura di Ge-
sù, riporteremo qualche esempio.
' Quanto all'ottocento,' almeno alla prima metà, pensando alla
Francia, ma con un giudizio che va bene anche per l'Italia, Elisabeth
Germain afferma la presenza di una predicazione al popolo in cui vi.-
ge «un moralismo alquanto rinsecchito, razionalismo moralizzante,
più o meno tinto di rousseismo, veramente abbastanza lontano dalla
Scrittura». 59 Anehe qui, senza nulla togliere a figure pastorali signifi-
cative (pensiamo a Cesari, a Rosmini e allo stesso don Bosco). 60

57 RosA, «Aufkliirung», 25. .. . . .


58 Esempi di una lettura deistica della Bibbia in Giàcinto Ceruti, Luca Nicola De
Luca, Giuseppe Capecelatro (RosA, «Aufkliìrung», 22-28).
59 «La catéchèse et la prédication», iil Le monde contemporaine et la Bible,
41-42.
60 Merita _un cenno un filtro tipo di presenza della Bibbia nella vita del tempo, di
tipo poetico-diì1attico. Così un certo Fermo Lanzoni, canonico mantovano, fa la rac-
colta di reminiscenze e contatti biblici, stabilendo un confronto vastissimo fra Bibbia
e autori classici e itàliani (De Sub/imitate Divinarum Scripturarum ex consimilibus
Profanarum locis inlustrata, Tomi 8, Veronae 1830, cui fa seguire due. tomi Su l'usofi"
lologico della Sacra Bibbia ossia sull'uso che hanno fattoJmoderni Poeti.delle idee ed
espressioni bibliche per adornare i loro carmi, Mantova 1852). Ancorpiù interessante
è la specifica funzione pedagogica che i gesuiti attribui$00no ai.quadri che popolano,
oltre le chiese, i corridoi, i refettori, l'infermeria, il parlatorio.,Ie aule e. sale ,delle
scuole e dei conviti, dove soventè sono prop()ste citazioni bibliche o rappresentazioni
della storia sacra. Don Bosco aveva punteggiato di.citazioni bibliche i porticati dèll' o-
ratorio di Torino (BRAIDO, Lineamenti di storia della Catechesi, 228-229).

166
' ib> La ,figura di' Gesù Cristo·
··.·:>·:'.; ':

Un'area di particolare rilievo per il·Iiostro argomento è quella


relativa al rapporto della Bibbìa con religiosità popolare. 61 Aspetto
sigìiificativodiquesta èrappresentato dalla esuberante pratica delle
ifevozioni. Sono di grandissimo numero comprendendo la devozio-
J:le.al Cristò;. alla Madonna, aisanti; la venerazione delle reliquie,
processioni, pellegrinaggi, ecc .. Tutto ciò può indicarè che al restrin-
gimento fino all'esclusione del contatto del popolo con la patola di
Dio si.faJronte più facilmente· con una selva diforme sussidiarie e
che· paiono avere una certa equivalenza biblica.
È illuminante notare che le reliquie riguardano i diversi santi,
ma anzitutto si vuole che siano della Bibbia. In una raccolta. ufficiale
· dell~ chiesabeneventana del 1723sirecensiscono tra le'altre reÌiquie
di Adamo, Abele, Enoc, Noè, Abramo, Isaia, e naturalme:µte di
Maria, di Cristo, di tutti gli Apostoli ... 62 Le deformazioni sono gra"
vi, Vi reagisce, appellandosialla Scrittura e alle originicristianeLu-
doviCo Antonio Muratori (vedi più avanti) che nel 1747 pubblica la
·.·.· ~egolata divozione de' cristiani, riproponendo al centro la figura dì
Cristo; la messa....
Ed effettivàmente di certo .più biblicamente orientata èla devo-
zforie a Gesù .Cristo;
•' - .
che domina lungo tutti questi secoli, anche se
norrsempre secondo il genuino significato evangelico·. A questo pro-
pqsito si possono riscontrare tre approcci o livelli biblid:
·. . . L'esposizione organica delle vite di Gesù, che in un quadro glo-
.l:)a.le paiono precedere l'epoca delle «storie di Gesù» della seconda
rii:etàdel settecento (H.S.: Reimarus, 1778). 6~Ma·in veritànell'ambi-
Jo italiano si tratta per lo più di contemplazione mistica e ascetica
. dei <<lllisteri» di Cristo secondo un coordinamento puramente niate-
.•. rial e, non attentò né al ketigma né alla mediazione c.ritica. Ricordia-
< Ilio Bàrtolomeo Ricci, Considerationi sopra tùtta la vita di n.s; Giesu
( '(;hristo, Roma 1610; Giovanni Stefano Menochio, Historia sacra

, 61 çLP, STELLA, «Devozioni e religiosità popolare in Italia (sec. XVI-XX). In-


terpretaì:icirii .recenti», in Rivista Liturgica 63(1976), 155~ 173; ID.;· «Produzione libra.,
, rià~eligiosa», ìn RosA, Cattolicesirno;Io., «Religiosità vissuta in Italia nell'800», in
;,:;,~ELiJMEAU, Storia vissuta del popolo àistiano, 753~772;MARiom, Problemi; G, DE
'· :RbsA; «Santi popolaridelMezzogiomò d'Italia fra·Sei e Settecento»,. in DELUMEAiJ,
.XSiofià viSsuta del popolo cristiano; 615-660:
. . i/ .~· Synodicum.Dioecesanum S. BeneventanaeEcclesfae; Pars I, Bene\Tenti 1723.
· 63 Cf. R. FABRIS, Gesù di Nazarèt. ·Storia e interprétazione, Assisi 1983.

167
della vita ... del nostro Redentore Giesu Christo, Roma 1633;.Niccolò
Avancini, Vita et doctrina Jesu Christi, Vindobonae 1667; Carlo
Massimi, Vita di Cristo, Romal765; Antonio Cesari, Lavita di Ge-
sù Cristo e la sua religione, Milano 1817; GiovanniBattistaZecchini,
Compendio della vita di N.S. Gesù Cristo e di Maria Santissima; Ve-
rona 1848. 64
Il livello spirituale-mistico tipico della devozione e della pietà cri-
stiana. Si pensi alle devozioni dei «misteri» di Gesù: il Verbo incar~
nato della scuola di Pierre De Berulle, la passione e morte in croce;
il sacro Cuore, Gesù sacramento ... portate avanti dalle· diverse con~
gregazioni, tra cui i gesuiti, i francescani, i carmelitani; cui si accom-
pagnano forme più o meno elaborate di «sacre rappresentazioni»
(es. il Natale, la passione, ma anche vicende dell'AT). È una gran-
diosa rilettura spirituale della vita di Gesù, con diverso valore, ma
che lascia intravedere un patrimonio ermeneutico non più supé~
rato. 65
Infine, probabilmente meno conosciuto, ma ora venuto meglio
in luce, anche se esposto al rischio di anacronismo interpretativo, è
l'approccio cosiddetto «politico» alla figura di Gesù., in particolarè
nella seconda metà del settecento e primi dell'ottocento. 66 Conoscia-
mo collie l'età dei lumi sia ii1èline a una comprensione filòsofico-
sociale del cristianesimo. Le ricerche del Menozzi riescono a rico"
struire una singolare galleria di rappresentazioni di Gesù all'interno
di circoli italiani dell'Italia settentrionale (in accordo con il più vastq
mondo francese): il Cristo re dei curialisti,. il Gesù obbediente dei
giurisdizionalisti, il Gesù tollerante del Muratori, Gesù come fonte
di virtù sociali e dei diritti civili (Giuseppe Corio Gorini; Gian Batti~c
sta Noghera, Nicola Spedalieri).
Nell'ambito della rivoluzione· francese (1789-1796) appare il Ge~
sù democratico, cui da Roma, Giovanni Marchetti e Salvatore Vi+
viani rispondono con Gesù «Sofferente a causa.della Rivoluzione»;
Il milanese Gaetano Giudici (1766-1851) propone l'immagine dì

64 A. MorroLA, «Bibliografia delle principali "Vite di Gesù" da Landolfo di Sas".


sonia ai nostri giorni», in La Storia di Gesù; Milano 1985, VI, 2283-2285. .
65 Oltre alle storie della chiesa (cf. nota 2), si veda «Ecriture Sainte et vie spiri•
tuelle», in DSP; «ltalie>>, in DSP. . <
66 D. MENozzr, «Letture politiche sulla figlira di Gesù nella cultura italiana del •..

Settecento», in RosA, Cattolicesimo, 127-176~ Nel contesto francese, lo,, Letturepi>h •.


litiche di Gesù. Dall' «Ancien Régime» alla Rivoluzione, Brescia 1979; F.P. BowM:AN,
Il Cristo delle barricate 1789-1848, Brescia 1991.

168
;'\~<yesù operoso», <<Gesù lavoratore», «Gesù pacifista». Nel 1797
t\.Riceardo Bartoli nel suo Catechismo cattolico-dernocratico afferma
.·•· abbastanza arditamente che «il governo democratico è quello che di.
sua intrinseca costituzione, più drtutti accostasi al sistema dell'E-
V:angeliÒ; quello che più dituttitende a far mettere in pratica le mas-
sfme del VangeÌO».. Tuttavia: l'insegnamento di Gesù ~ che aveva
cònsentito ai «perfetti democratici fedeli dei primi tempi» di vivere
concretamente «il gran domma evangelico della. perfettissima egua-
glianza degli uomini fra di loro» - restava ancora una realizZaziorte
che «le misere istituzioni umane non erano state in grado di recepi-
ré». 67 Mènòzzi commenta:
«Il superamento di. una visione feudale del rapporto cristianesi-
mo/politica non Passerà invano ... e cioè la procfamkione dell'al~
terità, anche sul piano politico, tra lalegislazione di Gesù e la sua
realizzazione storica. La più avvertita coscienza cristiana non
mancherà di riprendere e svolgere questa conquista». 68

... Ritroveremo questo pensiero in minoranze liberali di metà otto•


cento (Rosmini, Lambruschini, Gioberti, Manzoni, Tomma-
seo.,.). 69
v ·Intantol'ondata di restam:azione, anche religìosa, postrivoluzio-
Ii,aiia, ha modo- di esprimersi nell'affermazione della centralità di
~ristoSalvatore dell'anima, su cliituttala vita cristiana nel sec. XIX
satà polarizzata/O COn Chìàra intenzione di unire restaurazione reli~
: gi.osa e buon ordine sociale,in c;iò pungolati dalremergente tradizio-
> ri.hlismo francese (Louis de Bonald, Joseph M. De Maistre, Felicité
!>de Larnennais). 71 ·

<5 :Bibbia e spiritualità. Figure significative


«Il frutto spirituale che nasce dalla Parola di Dio si riceveva nella
stragrande maggioranza dei casi, non attraverso la lettura della
Bibbia, ma attraverso gli autori spirituali». 72
-.;:·
'::.:.C

;.. '.'..,,.. MENOZZI, Letture politiche, 173.
t:> 68 MENOZZI, Lettlire politiche, 176.
Y< ·.·.·. 69 F.
TRANIELLO, «Italie. "Concilatorisme" et "Réformisme"», in DSP, 2284-
';',2'293
/ .i?'.>.. E. GERMAIN, Parler du salut? Aux origines d'une mentalité religieuse: La caté-
ifo'.;~fièse dusalut dans la France de la.Restauration, Paris 1967; P. STELLA, «Italie. La spi-
':c!'.'titualité traditionnelle»,··in .. DSP, . 2279.
>J:~;.,,? 71 :BRAIDo, Lineamenti. di.storia.della catechesi, 368•378.
{:::
.r-·.-·.
.. 72 ETCHEGARAY CRUz, Storia della catechesi, 204,

169
L'affermazione di uno storico della catechesi permette di accen-
nare; almeno, all'area della spiritualità cristiana, additanciovi l1na
interessante presenza della Bibbia. Sono veramente'.i leaders spiri,
tuali deltempo, santi, uomini di Dio, nella stretta regione dellami~
stica e in quella più ampia dell'azione'ministeriale, che mediano in
maniera decisiva e viva, quali. testimoni viventi della parola di Dio,
ciò che non poteva dare il contn1.stato contatto diretto con il Libro
od anche il basso profilo di certa catec:hesi e predicazione biblica.
Rimandando forzatamente a opere specializzate (e purtroppo anco-
ra scarse in rapporto· al nostro preciso argomento), 73 ci limitfamo a
dire una parola su qualche autore di valore emblematico.
Premettiamo che di nessun autore del seicento-settecento italia-
no si può tessere un elogio circa la sua sensibilità e pastorale biblica
che possa apparire in. qualche modo.di rottura con le tendenze piut-
tosto conservatrici del proprio tempo. Cosa del resto comprensibile
nel rigido quadro teologico e culturale. di allora. Non ci si pùò limita-
re che a verificare come la componente biblica abbia funzionato in
uomini certamep.te protagonisti della loro·età in am.bito pastorale.
Obbligati a una scelta, facciamo solo ùn cenno di Ludovico Antonio
Muratori (1672-1750) perché appare più innovativo sul versante del~
la pietà liturgica. Della Bibbia rivendica il ruolo preminente (assie-
me alla tradizione) nei confronti della smoderatezza devozionale;
mostra una corretta sensibilità critica nella intelligenza dei testi; vive
intensamente la devozione a Cristo, specie nel mistero della passio~
ne.74 Di altri tre, ampliamo l'attenzione.
a. S. Alfonso M. de' Liguori (1696-1787)75

«Sono belle e buone le tante contemplaziOni che sulla Passione


hanno fatte e scritte gli autori devoti: ma certamente fa più im-

13 Assieme alle due voci già citate, «Ecriture Saintè e vie spiritlielle»; «ltane» nel
DSP e alle stori_e della chiesa citate nella nota 2, richiamiamo qui L. BoRRIELLO ET
ALII, La spiritualìtà cristiana nell'età contemporanea, Roma 1985, 1-78; L. CoGNET, La
spiritualità motf:erna. Periodo 1500-1650, Bologna 1974; M. PETROCCHI, Storia della
spiritualità italiana (sec. XIII-XX), Roma 1984; P. POURRAT, La spiritualité chrétien-
ne, III voli., Paris 1947; A. VECCHI, «Il Seicento spirituale», in Correnti religiose, 3-
126.
74 A. VECCHI, L'opera religiosa del Muratori, Modena 1955; ID., «L'itineràrio
spirituale del Muratori», in L.A. Muratori e La cultura contemporanea, FirellZe 1975,
181-223. ..,
75 P. P!ETRAFESA, «Saggio storico-critico sulle citazioni e.sulla interpretazione bi"
blica di Sant'Alfonso nelle "Glorie di Maria»., in Rivista di Letteratura e Storia eéclè~
siastica 3(1971), 251-292 (con bibliografia specifica sul nostro tema).

170
pressione ad un cristiano una sola parola deJle sacre Scritture che
cento. e mille: contemplazioni· e rivelazioni che si scrivono fatte da
a.lcune persone divote». 76

Lo dice uno che dì «contemplazioni» .e fervorini e altro an~0ra


ne ha fatti in misura sterminata e con riconosciuta incidenza, Il me-
t.odo di lavoro biblico di s. AÌfonso era ql}ello del «prontuario»:
com.pilazione di schede in èuierano èlencati passi biblici o/e patristi-
Cisu.un dato argomento. Purtroppo secondo ilvezzo di allora manca
~overùe lacita.zione corretta della fonte (autore, libro, versetto).
Tra il 1650 e Hi750 era infatti uso fondere testi(jiv~rsi in uno, sun-
teggiarli, attribuirli· approssimativamente, accomodare i testi specie
dei libri storici deH' AT. Nelle Glorie. c[i Maria (1750) egli introduce
ben 269 .citazioni òell' AT e, assai di meno, 179 del NT.'Chiaramente
lavora sulla Bibbia rivolgendosi alle anime come pastore e non come
professore, e perciò rifugge dalle interpretazioni erudite, complica-
te; di nessun giovamento alle anime. Il tono è moraleggiante, edifi-
cante, apprezzato il senso accomoda tizio (di quila vasta presenza di
AT). 77
In un confronto con il già citato Duguet, da cui il santo pare es,
sere stato influenzato, costui fa un «uso deltesto sacro tipico dell'o-
rfl,toriasacra o della letteratura devota che si aggancia a Ufl senso più
g~nericopjù o m(!no contenuto dal testo sacro, per dedurne una li-
xi~a & concetti che possonq .essere uno sviluppologico, anche se non
espresso propriamente daltesto e dalcontest~ biblico».78 In ogni ca-
~oin maniera più sobria, più intelligente, più aderente alla linea rite-
.. nuta dai Padri e dagli scrittotiecclesiastici.
y··.(:
{l'..-::··~ p. !ln~onio Cesari (1760-1828)
«Difficile è capire la rinascita religiosa della cultura del Nord del-
l'Italia, se avlllsada quella che può essere considerata come una
sua matrice ideale»
;:;·

,b.: ;;. e cioè la figura e l'opera di Antonio Cesari. Questa perentoria


;(~f, . ,~#e:r:mazione di uno specialista del settecento, Alb~rto Vecchi, 79

fl. .~f. '~· l~,6~~;.:.c::,;::::.::.:w~ di""" cm1a. a,,,,~"•


<

, 78 STELLA, Itinerari portorealistici;331.


~E... · 79. A VEccm, «La dottrina spirituale di Antonio Cesari», in Chiesa·e spiritualità,
~lt,~~;.~47~225.
171
sostenuta da elogi amplissimi di persone come Rosmini; Manzoni,
Tommaseo,80 si basa sulla dottrina spirituale di Cesari, a sua volta
attinta dalla Bibbia accostata in un certo modo. Si tratta di predica-
zioni bibliche tenute a Verona tra il 1810 e il 1821, in piena restaura-
zione, che poi sono fluite nelle Lezioni statico moralisopra la Sacra
Scrittura (1815-1817), La vita di Gesù Cnsto ela sua religione (1817-
1821), I fatti degli Apostoli (1821). È interessante il tipo di approc-
cio. Anzitutto il porre la Bibbia come tale, sia pur nei limiti esegetici
del tempo, a centro di cicli continui di predicazione;in secondo luo-
go, «Ci troviamo per la prinia volta - almenò COSÌ sembra- di fronte
ad una forma di letteratura sacra che non soltanto vuol avere carat-
tere militante, ma anche recepisce, spiritualizzandole, le .grandi sug-
gestioni storiche contemporanee». 81
Così nel 1810-1811, trattando dèlla storia di Giuseppe, annota:
«"il Giuseppe" ovvero: a) il mistero della elezione alla grazia; b)
la gloriosa sopravvivenza della fede; c) le vittorie della Prov-
videnza. Il pontefice Pio VII è prigioniero a Savona; la Chiesa,
vessata dagli editti di soppressione, si trova in stato di esilio ...

E nel ciclo finale 1819-1821:


«i Fatti(= Atti) degli Apostoli (seconda lettura), ovvero l'irrefre-
nabile slancio della Chiesa apostolica. La Chiesa va ovunque cer•
cando un suo riassestamento "apostolico", mediante molte inizia-
tive diocesane, religiose, laicali». 82

Egli ottiene COSÌ un'attualizzazione, non poi tanto sprovveduta e


certamente consona alla condizione spirituaJe della gente cui si ri-
volgeva. Con La vita di Gesù Cristo, dalla prospettiva di sociologia
spirituale delle Lezioni storico-morali, Cesari passa ad una prospet-
tiva di antropologia teologica, ossia i misteri di Cristo sono rappor-
tati all'anima redenta con un tono berulliano che dona un'interna vi-
brazione all'incontro con la sacra pagina, in una misura inaudita ai
suoi tempi, per finezza spirituale e anche - è doveroso notarlo "- pe:r
genialità linguistica. Di qui la profonda sintonia in particolare del
Rosmini con il Cesari.

80 VECCHI, La dottrina spirituale, 150, nota 15.


81 VECCHI, La dottrina spirituale, 153-154.
82 VECCHI, La dottrina spirituale, 154-155.

172
.Fi Antorì,io Rosmini· (1791-1855)
-Roslnìni non possiede una spiccata originalità ·biblica. Egli,
quanfoaU'esegesi, è figlio del suo tempo, cioètradizionalista. Nelle
,§tJ,ç open~tte giovani.ii dedicate alla chiesa l'ispirazione biblico-patri-
..stica è dominante, nel senso che la Bibbia è letta con i Padri avanti a
ogni altra mediazion.eP Iri La storia dell'amore cavata dalle divine
Scritture (1834) si preoccupa di leggere l' AT con l'aiuto del NT, per
capire il senso cristi.ano delle Vicende veterotestamentarie. Queste
.ìftfatti c..c seèondù una terminblogia rosminiana, ma dagli ascendenti
medievali - sono «figure, immagini, rappresentazioni» di Cristo· e
della chiesa. Di caratteristico, rispetto al suo tempo, Rosmini pos-
siede una singolare concentrazione amorosa sulla realtà della chiesa
·• y del suo ministero pastorale che gli fa criticare i dottori «che sottili
indagatori enmo ·dagli ebrei appçll(lti, e interpretavano. le Sçritture
cpn istudiate allegorie e sottigliezze fredde ... generatori di questioni
e altercazionì infinite». 84
Il Catechismo, che riporta la sua catechesi quale parroco a Rove-
reto nel 1834-1835, nei primi 19 capitoli ha l'andamento di storia sa-
cra dottriilalizzata, sotto forma di domande e risposte, dove i primi
capitoli della Genesi rappresentano due terzi di tutto r A T. 85
L'introduzione déll'Evangelio secondo Qiovanni .commentata
, • Ji8p9-1849) è uri acuto comniento teologico ove confluiscono filoso-
· ·.•·.· fia, morale, ascetica, ovviamente su supporto biblico di una certa ri-
i· levanza critica, 1lh genere di commento ora cbsì in disuso che già per
èt· sé finisce per colpire.Sti.
·· ' Ma il suo acuto biblico il.filosofo roveretano l'esprime nel noto
:;.· ~bfo pelle cinque piaghe della s,anta Chiesa {1848), corredato di 61
1
<~itazioni, questa volta, salvo cmque, solo del NT. «L'Autore de
;;~: ·Vangelo è lAutore dèll'1lomo; Gesù Cristo venne a salvare tutto
•'•'- :Viìomo»: è l'inizio potente della prima piaga. 87 Ma soprattutto nella

.-::;~.:~r :::·
(~::_'·/~; .~~---

[;,;ç /'" 83 G.F. FERRARESE, «La chiesa nella teologia giovanile di Rosinini»; in ROsmini
J.fjf #';il Rosminiane~imo nel Veneto, (Studi Religiosill), Vero11a 1970, 37-70 (qui,. 46,
+/. >p,ota, 24). . . ., . . .
;'h ,.-,, 0· 84 A. RosMINI, Dell'educazione cristiana libri tre, Venèzia 1823, par. 156"158.
;;.;;;·, .Cf. FfiluwulsE, La chiesa, 51-53. '
J~:~ •·- ,·.
,,,,,. ,/835), 85 _A. RosMJNI, Catechismo disposto secondo lordine delle idee - Catechesi (1834-
,Padova 1973. . ..
~i;'.-J:':-.> 86 A. RosMINI, L'introduzione del vangelo secondo Giovanni commentata. Libri
~?;)~.~jr~, Padova.1966.

I
., . .
~(i;:: / 87 A. RoSMINI, Delle cinque piaghe della santa Chiesa, Roma 1981,21, par. 5.

)73
seconda piaga «che è la insufficiente educai1orie del Clero», con-
frontando con il suo tempo le diretti:ve del çoncilìo di Trento ~ da
noi già rilevate - sulla «scuoladel popolo», fa questa C:hl.osa:
«La scuola del popolo d'allora ( = agliiriizidèl cristianesimo) nc)ri
era però come la scuola del popolo d'adess(). Ll divina Scrjttura,
e con essa tutta la tela immensa della religione di Cristo si spiega-
va agli occhi della plebe cristiana: quindi ella serVivainsieme di
scuola al popolo e al Clero ... Noi.siamo ora tanto lontani,dal:ptm-
sar grande di quelli, che molti e molti de' nostri eccl.~iastici iion
sono né pure in caso di intendete ciò chejo qui dico».

E più avanti, tesse un grande elogio della Bibbia:


<<Ne' princìpi della Chiesa, la divina Scrittura era runico testo del~
l'istruzione popolare ed ecclesiastica. Questa Scrittura; che è Ve"
tamente il libro del genere umano... L'uomo si sente se stesso in
tutte le modificazioni di cui è suscettivo, vi trova una risposta pre-
cisa, sicura, e fino evidente, a tutte le grandi interrogazioni che ha
sempre a fare a se stesso ...

E poi con splendido passaggio:


«Tale era il libro delle scuole cristiane; e questo libro grande ,in
mano de' grandi U:otnini che lo sponevano, era il nutrimento di al~
tri grandi uomini».

Cui fa seguito sferzante la denuncia:


«Ma se piccoli libri e piccoli maestri vamio del pari, dì questi due
elementi potrà egliformll!sene unagrapdescuolii_, potrà averse,p:e . .
un metodo dignitoso di insegnament()?». 88 · _.)jj

:.;. ')~i~
Tutte le grandi opere, dalla Teodicea (l845) fino alla Teosofi~ !ti'
:·:-}%
(1859-1879) e tutti gli altri scritti spirituali (come Massime di pe.efe~ .·.
zione, 1830 ec,c.) sono caratterizzate da un CÒstante ricor~o alla~~!:>,,:. : ii;
bia. In pieno contesto risorgimentale i.n una lettera del 1848 al V'~: . :!:
scovo di Montepulciano, Claudio Samuelli, scrive che «aldi sopnfdi)f~
tutti gli interessi che agitano e tormenta,no la società e l'umànìtà, si 5')]
leva l'Evangelo e, con l'Evangelo, il vescovo che ne è il maestro sta~ .·',. ~}:.;·'.
./''-i

88 ROSMINI, Delle cinque piaghe, 49-58, parr. 35, 38~39, 4i.

174
":kmtp·da:IHo>>.'89 .Merita;ricor_clareche·l'aspirazionediRosminiverso
,ii,Q; q:i~tiane$Ìfl10 autentico sta pure alla base della meditazione bibli-
pa eJiturgiçadel .Manzoni degli Inni sacri (1812-1822),.e più in là,
. ~:r;icll_~ $e non esplicitlimente, _nel grande affresco de Ipromessisposi
-Ù~2(j-l827).90

~:. Quale' scienza biblica?


< , A qonclusione di questa rassegna dedicata alla Bibbia nella vita
'deila chièsa' nierita:fare almeno un cenno sul livello es.egetico di tan-
'.j:àpl!r innegabile presenza. La nostra epoca vede l'aprirsi degli studi
cz:itici _attraverso l'opera di un cattolico (Richard Simon; 1638-1712),
'~scossà dalla q~estione galileiana {1564-1642); si trova nella metà
·del settecento sottoposta ai venti impetuosi <:lella incipiente critica
'cli~ .cori passo inarrestabile, pur con tanti errori, attraversa tutto
.':!:ottocento (specie in: Germania)é depone i suoi frutti migliori e de-
;~aìitati nel secolo n:ostro. 91 Eppu:te ·neU'èsposiiione pastorale, di
';q~est~ problematica non sembra trasparire nulla. Impera l'approc•
'·ci(> dott~nale, morale e spirituale,con tono di difesa puntigliosa e
:::fohdàmeritalista degli insegnamenti «scieritifici» tradizionalL Così
é!(>11ci~à, il maggiore dei rigòristilo vediamo irritarsi che sia postoiri
·.àtibbio l'attrlbuziòne del Pentateuco a Mosè: «L'insidiosa msinua-
;~òD.e ·di Spinoza; che Esdfa sfa stato autore del Pentateuco, basta
:i:P~r diehiararè, che. quesfenipio non s'è vergognato di spacciare• le
:fa>iilputride, e ridicole menzogne». Una persona geniale comeTam-
i4)(iJiiii afferma che la narrazione della Genesi è confermata dall'e-
,_;§pefi.enza: forse che le conchìglie edi fossili che si trovano sui monti
\poocostituiscono la prova del diluvio? Epoi non può essere una fa-
!iypla l'età sorprendente dei Patriarchi fissata da Mosè.,. Ciò si può
'.;;spiegare ricordando che Matusalem visse 244 anni con Adamo e 100
.'!.:<:lll ifigli di :Noè. Di qui l';:ttt~ndibilità_ dellib~o della Ge11esi. 92 Lo
~~~e$sC>.R.osmini nel suo Catechismo ailadpmanda: «Quanti anni pas~
M;~t9110 dopo iLpeccato di Adamo avanti che M. Vergine partorisse
tWf;t#ondo il Salvatore?», risponde; « ... passarono· circa qu~ttroniila

\:) . ·: .. ·. 1RANIELLO, «ltaJie, "Conciliatorisme" ~t "Reformisme'.'», .in DSP,2288~2889.


•;\'.,;:,~-,9<!;,'fRANIBLLO,
«ltalie», in .DSP, .
\;9h,II,J.J{RA.us,L'Anticp Testamento nella ricerca.stori(;o critica dalla riforma.ad
;,~ol()gnal975; G. w.
K(JMMEL, !l l'fuovo Testamento. Storja <!ell'indaginescienti-
/Su{pròblema neotesto,menta.riq, ~ologna 1976.
92. JEMOLO, Il giansenismo in Italia, 240, 283.

175
anni». 93 Non mancarono uomini come Muratori, che sensibile al
dràmma galileiano ritiene che ci si debba rip0rtare aHingilaggìo del
tempo per le parti scientifiche, e che il senso di fede della chiesa 'non
corrisponde immediatamente al senso letterale materia1inentè as-
sunto.94 Ma altri anni dovevano ancora passare per recepire la lezio-
ne della storia.

Il. TRADUZIONI E DIFFUSIONEDELLA BiBBIA

«L'Italia non appartiene a quelle nazioni per le quali una tradu-


zione della Bibbia costituisce o l'inizio della propria letteratura
oppure uno dei capolavori più apprezzati». 95

Giudizio pensiamo fondato, che si èoniuga coine sua causa an~


che con il divieto lungamente mantenuto di un accostamento diretto
e generalizzato alla Bibbia, con evidenti restrizioni sia nella tradu-
zione, sia nello smercio di essa. 96
Per cui in certo modo può apparire ancora più significativo l'im:-
battersi in quelle poche versioni che ci viene dato di rintracciare, nel
senso che viene a emergere un mondo nascosto di tensioni e aspira-
zioni. Per fortuna possediamo in materia una buona base bibliogra'."
fica: Salvatore Minocchi, Isidoro Carini in F. Vigouroux et M.ç.
Bacuez, Alberto Vaccari, Giuseppe Ri~iotti. 9? Chiaramente l'av-
venimento della traduzione si inquadra nella cultura e nelle correnti
spirituali del tempo, cui abbiamo già fatto riferimento, con peculiare

93 Catechismo, c. XII, par. 18.


94 JEMOLO, Il giansenismo in Italia, 244; A. VECCfiI, «Tradizione e teologia nel
Muratori», in StPat 15(1968), 263-289. · ·'
95 A. PENNA, La lettera di Dio. Presupposti di esegesi biblica, Brescia.1952; . :·'
244-245. ._;;
96 Per un panorama statistico delle principali edizioni italiane di libri religiosi tra 'i
il 1600 e il 1900, cf. STELLA, Produzione libraria religiòsa, 125: al primo posto di gran d~.·~.·_i,:
lunga stanno le opere di s. Alfonso, poi i catechismi del Bellarmino, singole opere di ·.
s. Agostino e dei padri della chiesa. Il Catechismo Romano (1566), in edizione latina ?ill
e italiana conosce 36 edizioni. Tra i libri biblici, solo la Bibbia del Martini a partire .
dal 1769 conoscerà un notevole succes5o. · El\;
97 S. MINoccm, «ltaliennes (versions)», in Diclionnaire de la Bible, 102Z:Cl038; L . ...
CARINI, «Traduzione italiana della Bibbia», in E Vmou&oux.'..N.C. BACUEZ, Manuak :?;};
biblico, S. Pier d'Arena 1894, I, 263-330; A. VACCARI, «Bibbia», -in Enciclopedia lta~ ,:_,_, 1;
liana, Roma 1930, 901-903; G. Riccmm; «Bibbia», inEnèiclopedia Cattolica,·Roma ''\'ii!
1949, 1556-1563. \'j~

176
rapporto alla linea giansenista .. Per questo converrà tenere presente
quanto detto sopra.
A voleresseresinteticisi potrebbe dire che dopo le versioni ita-
liane apparse tra fine quattrocento e fine cinquecento (in questo
tempo dipendenti sovente dalla versione di Antonio Brucioli); non
includendola Volgatalatina,Ja cùi autorità era senza pari, altro non
si ebbe in Italia degna di menzione se non la traduzione dal greco del
calvini.stalucchese Giovanni Diodati, sobria, elegante, ma piuttosto
.é:liantiquato linguaggio, pubblicata a Ginevra nel 1607 e nel 1641 e
ristampata poi di continuo (fu usata pure da Rosmini), specie nel-
l'ottocento dove fu intesa come richiamo all'evangelismo;98 molto
più avanti (1769-1781) troviamo la traduzione, però dalla Volgata,
di Antonio Martini, 99 di enorme diffusione e vera protagonista fino
•al sec. XX; di riconosciuto valore nel 1872.,1875 abbiamo la tradu"
zione dall'originale-dell'AT di Samuele Davide Luzzato, ebreo, 100
perapprodàre nel nostro secolo etrovare frail 1920eil1930 LaBib"
·;bia•di Giovanni Luzzi e la Sacra Bibbia del Biblico di Roma. È dun-
que-sulla versione del Martini che porremo più attenzione, citando
quei lìbri e avvenimenti che fecero.da preparazione e da seguito .

.f .Avantila Bibbia. del Martini (1600-1750)


.- .. •··
· L'Italia in questo tempo dispone di una duplice Bibbia volgare,
.,l!sC::ira a Venezia nel 1471 e che rimaneggia malamente dei mano-
_-sciittidel '300:.la Bibbia del Ma/ermi, che Alvise Guerra nel 1773
)fi.'b4itÒin ?hiave giansenista e la Bibbia jensoniana, ristampata .come
'.@i Classico. a Bologna nel 1882-1887. 101 Per il resto, per tutto il sei-
J.:ell.to gli stampatori puntano sullo smercio della Volgata sisto-cle-
<m,yntfoa, protetta com' erà dall'inquisizione, raccomandata dai sino-
··:-::. ;;.--::··:

,<: : La seconda edizione, quella definitiva, porta questo titolo: La sacra Bibbia
i:)itq(},otta. in lin~a italiana, e commentata da Giovanni Diodati di nation lucchese. Se-
·•:conda edizione migliorata ed accresciuta. Con I'aggiunta de' Sacri Salmi, messi in rime
;:;per lo medesimo, In Geneva 1641 (cf. VACCARI, «Bibbia», 902) .
.•:},.;:, 99 Nuovo Testamento del Signor Nostro Gesù Cri.sto secondo la Volgata tradotto
; f!jJ~~guaitaliana, e di annotazioni arricchito, 6voll.,Torino116H771;Vecchio Testa-
\~'Jfle~ià.s'e_condo la Volgata tràdotto, 17voll., Torino, 1776-1781.
'.:J)' / 100 .La sacra Bibbiavolgarizzata da S.D. Luzzato e continuatori, 4 voll., Rovigo
>1872.1875.
~ì\;;i~2 1PF .'LaSacraBibbia volgarizzata da Nicolò Malermi .. , Ridotta allo Stile Moderno
;;:;~llrì:icchita di Note (da A .. Guerra), 7 voll., Venezia 1113;LaBibbiavolgare.secondo
Hlii,.rarà ed.izione dél 1° ottobre MCCCCLXXI, lO voll., Bologna 1882-1887(ad opera
;:::.!:lj.ç..Negroni).

177
di, in uso nei seminari e nella liturgia, indicata presente nelle biblio~
teche dei parroci. Mediazione biblica fanno i catechismi storici, co~
me abbiamo visto, anzitutto quello di ClaudeFleury,tradotto sull'i-
nizio del settecento, che incoraggiano a produrre compendi di storia
sacra. Ma quanto a traduzioni tra la fine delseicento eiprimi decen~
ni del settecento si ebbero solo sporadiche versioni poetiche di sin-
goli libri della Scrittura, oppure modeste parafrasi in prevalenza di
salmi (Loreto Matteì, Gregorio Redi, Antonio M. SalvinL.). 102- La
ragione può essere vista nella mancanza di stimoli. La stragrande
massa del popolo era: appagata nelle sue tendenze religiose con l'ap-
prendimento a.memoria di alcune formule eucologichee catechisti·
che. Per i patrizi e borghesi istruiti giovava la tradtiiiòne delle Epi-
stole e vangeli che si leggono tutto l'anno alla Messa di RemigioNart~
nini (1522- 1580), ristampata ancora a metà ottocento; Iìei cortei
processionali bastavano le lodi sacre apprese a· memoria, eia corona
del rosario; nelle case, per i campi e per le vie, il segno della croce e
brevi formule di invocazione e·discongiuro. Nelle scuolel'Abbece-
dario serviva a<;I. apprendere illatino della messa, il Credo, la: Salve
Regina; oltre che il Pater, l'Ave e il Gloria. Si aggiunga ancora chejl·
clero in Italia preferiva distribuire e controllare la cultura religiosa
individuale e collettiva; preferiva tutelare la propria furizfone mini-
steriale anche conservando tratesti sacri e popolo l'arcano velo della
lingua latina. 103
La svolta che provocò una certa: fioritura di edizioni integfali
dell' AT e NT. ha. come dato .estrinseco Ja reazione 3:ll'Histoire d'f .
peuple de Dieu del gesuita Jsaac Berruyernel i 728, tradotta in, itai.i.~­
no tra il 1740~1755, accusata di eresia, cui si doveva contrapppriè·
quanto prima una ripresentazione italiana corretta. Quèsta fo'i'oc,~
casiòne che spinse il card. Carlo Vittorio delle Lani:e di Torino a im-
pegnare il Martini per una nuova traduzione. Più in profondità, a
metà del 1750, sentito era il desiderio di rinrtòvamento, stimolato
dalle polemiche teologiche (tra rigoristi e benig11isti, tra molinisti,
tomisti e agostiniani), dalcresceD.te scettidsmo illumffiista, da l1n
certo radicalismo portato avanti dal giansenismo.
«Fu soprattuttci il semplicissimo desiderio di. ridare la Sq:ittuj.-a
nella loro lingua ai cattolici italiani nel contesto di'.motivi prC,J?p .

102 Mrnoccm, «ltaliennes (versions)», 1031s.


103 STELLA, Produzione libraria religiosa, 105-106.

178
dell' etàdeilumi,in connessione ideale con le "massime" dichiara-
. te:-nel Sacro Concilio di Trento,_ con annotazioni desunte dai .Padri
della Chiesa e. dagli interpreti cattolici». 104

. Si aggil1nga, a ciò il raddolcimento delle regole dell'Indice 11el


p53 da parte di_Benedetto XIV, il cui carisma appare fondamentale
in,tutto il processo di rinnovamento.

2. La .Bibbia. di Antonio Martini 105


Nato a Prato nel 1720, diventato prete, nel tempo ciel suo sog-
gìorno a Torino ebbe l'incarico per una traduzione integrale che si
mostrò una vera impresa di studio, faticosa e diligent_e, non senza
ompre di sospetti, e ricca di successo. Cominciò con il NT, in 6 tomi
ifa il 1769 e il 1771 (seconda edizione 1775); AT iil 16 tomi,. fra il
l?J6e il 1781.. Tutta' l'opera fu tostò riprodotta tta il 1770 e il 1790 a
. Rii.Poli, <l Venezia, .a Roma. Pio VI vi diede il suo encomio (1778). Il
Nf:àrtini stesso, divèntato arcivèscovo dì Firenze, ne curò una nuova
~cliiione (Frrenze 1782~1792) che rimase notmativa per tutte le ri-
. fitdcluzioni succe_ssive, in forma oraintegrale e ora per lo più abbre-
viata, e non sempre fedele. L'originale comprende testo latino, con
à fronte la versione italiana, introduzioni assai lunghe a tutta la Bib-
pia e a ciascun· libro, copiose note a piedi di ,pagina, e queste di tipo
ascetico-spirituale. La versione è fatta sulla Volgata, ma con l'oc"
shipai testi originali.(per il NTin ognilibro si fa un confronto tra te-
?~to latino e grec()) .. La versione «è fedelesenza servilità, di ~na di-
<efcreta.eleganza, non vigofosa, m,a iq complesso degna del favore. c:he
· gqçe_per tuttal'Italia». 106Attent_ame11te stu(ljat(l, la Bibbia di .Marti-
:.V:!isipreserita CQIIle UllOSJ_>accat(} incu(confluiscono, per essere fil-
·.j~a!.e, .le correnti ri1bf!Ili~ti.che cattoliche del telilP(), i11 pa,rticolare il
<_ gi~seni~I119· ~e esce un .lavoro teologi(;amente cauto, spiritualmèn-

,-te(1nténsò, nell'alveo della corrente a:gostinista del settecento, apo-


1;ì<)g~ticamentè orientato a far aderire a Cristo, esegeticamente debi-
';':'-':·-.. -.··''

,Xc. , < 104P. STELLA, «Il Vangelo di Matteo tradotto e annotato da Antonio Martini.
:)'.fl)erivazìoni e fortune», in Sa! 29(1967), 326-367 (qui 327-332),
j}';i' 105 Lo~tudio più antico e dettagliatoèdi C_'. GUASTI, «Storiaaneddotadelvolga-
''./fl.B:amentode'. due Testamenti fatto dall'ab;Antonio Martini»;·in Rassegna Naziona-
/}~'7'(settembre 1885);325~382; Oltre alle iilfonnazìoni di I. Carini e S. ·Minocchi (cf.
if5p'otà~?};-sonè> oggi fondamentali gli studi di STELLA{llVangelo di Matteo; In., Pro~
';,:Q,uziOne libraria religiosa; ,107"122:
.,°'"'""', 106 'VAcCARI, «Bibbia», 902.
'.:.\,:;._~~.· :··
•:/_-::·
~::1>ù~~:·: ~ 179
torea Calmet, a Cornelio a Lapide, a Tirino, aMenoèhio e soprat-
tutto a Sacy e a Maldonado, rarissimàmenteaesegeti e filologi pro~
testanti.
L'opera ebbe nel settecento otto edizioni; nell'ottocento più di
quaranta edizioni integrali. I clienti abituali erano presumibilmente
il clero in cura d'anime. Fu la Bibbia che nell'ottocento Stava «nelle
mani della più parte degli italiani», «lettura prediletta di Silvia Pel-
lico, di Alessandro Manzoni, di Cesare Balbo, di Tommaso Grossi,
di Carlo Troya, di Massimo d'Azeglio, di Tullio Dandolo». È ap-
parsa per l'ultima volta in Italia nel 1950, presso Garzanti (Milano),
illustrata ancora una volta con le celebri illustrazioni di Gustavo
Doré. 107
In sintesi, annota Stella,
«tale complesso di dati persuade del molo non trascurabile avuto
dalla Bibbia del Martini n~lla cultura cattolica italiana, fruito di
un'epoca impregnata di agostinismo e porforealismo, che diede
alla cultura religiosa personalità di un certo rilievo e documenti di
valore nazionale. Una sorte analoga a quella del Martini ebbe, ad
esempio, il Catechismo di Mons. Casati (1765), uscito dal medesi-
mo ambiente e divenuto, sottolè vesti di catechismo di s. Pio x;
un testo di istruzione religiosa per tutti gliitaliani». 198

3. Dopo la Bibbia di Martini


Meglio si direbbe «insieme». Anzi, qualche versione tentò la
concorrenza, come quella di Sacy (tradotta dal francese nel 1775-
1785) ,109 che ebbe una sua diffusione specie nel sud d'Italia, trasan-
data nello stile, carica di francesismi, ma ricca pure di spunti di rifor-
ma dei costumi secondo schemi seicenteschi. 110 Altre fraduziOni dal
francese che ebbero una certa risonanzafuroncfil NTdi Quesnele 13.
Bibbia di Vence (o di Rondet} (1830-1845)~ 111 Merita segnafare 'èhe

107 STELLA, Il Vangelo di Matteo, 326, 341-349.


108 STELLA, 11 Vangelo di Matteo, 353.
109 Cf. sopra nota 36.
Produzione libraria ·religiosa,. J12.
110 · STELLA, ·:~. ~;'.:
m Il Nuovo Testamento (di P,. Quesnel), con riflessioni morali sopra ciascun v~i:~ )'
setto. Tradotto dal francese per commissione di Mons. Ricci vescovo di Pistoia, 6 voli.,, · ;,;
Pistoia 1786-1789; La Sacra Bibbia di Vence, giusta la quinta edizi<me di_Drach. Core.· ·{}j
redata di nuove illustrazioni enneneutiche scientifiche perq1,ra di B,artoldmeo eat~71!l,' :/';,i
25 voli., Milano 1830-1845. ..
:.:_;~:~
.
. ·;·;e'~~~

180
.nella cultura dottà ottocèntesca le tante reminiscenze bibliche che sì
intrecciano assieme· allatiilo e al greco vengono dalle versioni più di-
sparate, italiane e ·francesi (si pensi agli Inni Sacri deLManzoni, già
sopra citati per altri motivi) .112 Ciò manifesta la non piena unanimità
attorno alla Bibbia di Martini. 113 Di fatto altre traduzioni e linee di
tendenza tosto si affacciarono, sia pur con ben minor successo. Le
raduniamo così:
a, Tra i cattolici italiani va ricordato come caposcuol~ di ebrai-
smo Gian Bernardo De Rossi di Parma (1742-1831), con tràduzioni
s()ltimto dell'AT (Salmi, 1808, Ecclesiaste, 1809, ~.).114 Il più ono-
:r;~vole continuatore di De Rossi avrebbe potuto essere Gregorio
JJgdulena. (1815-1871). Jl piano dell'autore siciliano comprendeva
tutta fa Bibbia, ma, datpsi alla politica, poté edit~e if Pentateuco,
Giosuè e Re.11 5 «Il pregio principale sta nel conun,ento, che pyrço-
110scenza di lingue, di storia, degli scrittori più recenti non è inferio-
.re ai più dotti del suo tempo» .116 Ricordiamo ancora la traduzione
delNT e del.salterio di Carlo M. Curci (18094891), di grande suc-
c:.esso,ma presto dimenticata; 117 le traduzioni del NT di Nicolò Tom-
ll'las~o {Milano 1869), e di diversi.libri - aperti agÌi iilfl.ussi d'oltr'al-.
pe .- di Salvatore MÌilocchi (1895ss).118
· b. Versioniisraelite, ovviamente ciell'AT, appaiono più frequen-
temente nel sec. XIX. Posto d'onore' spetta a SàJlluele David Luzza-
fo (18Q0'."1865), già noniinato. 119 · ·

112 STELLA, Produzwne libraria religiosa, llS-120.


. . . 113 Infatti non mancarono le critiche. Tra le più significative vi è quella di Pietro
·çillilio Tiboni, esegeta bresciano, rivolta in tre direzioni: la traduzione~ i criteri che
l'avevano sorretta;l'esegesi che in parte era affidata alle note e in parte impregnava
fa stessa versione; là visionescientificà che.filtrava dalle notè esegetiche (Il niisticismo
b.iklic(), Milano 1853). Cf. STELLA,[/ Vangelo di Matteo, 120-122.
: . 114 .. Di questo insigne ma,esfro. si veda lelogio di A. V ACCAfu, «Il più grande
ebraistà dell'Italia èristiaria, Gian Bernardo De Rossi», in Scritti di erudizione e di fi~
l'ologia, 449-469.
, .··, 11 ? La Santa Scriftura in volgare riscoritrata.nuov_amente con gli originali ed illu-
strata con breve commento, 2 voll., Pàlermo 1859~1861.
.... 116 - VACCARI, «Bibbia», 902:
117 Il Nuovo Testamento volgarizzato ed. esposto iri note esegetiche e morali, 3

voll., Torino 1879-1880; Salterio volgarizzato dall'ebreo ed esposto iri note esegetiche e
, mo'rali, Torino 1883. .
. . 118 Per àltre traduzioni parziali della Bibbia nel sec. XIX, senza reàle .vàlore
,scientifico e letterariamente sovente mediocri, cf. MINt>ccm, «ltaliennes (versions)»,
1037;
· 119 Cf. sopra nota 100. Per filtri israeliti, cf. MINoccm, «ltaliennes (versions)»,
,1034-1036.

181
c. Una terza serie di opere riguarda le edizioni parziali della
Bibbia italiana stampate nel medioevo, sotto l'impulso della grande
ricerca archivistica dell'ottocento. 120 · '
d. Come ultima serie andrebbero ricordate quelle che il Vaccari
classifica come versioni poetiche e di cui aggiunge che «l'Italia ab-
bonda più di ogni altra nazione». Ed egli conta ben cinque Giòbbe
in poesia tra il 1750 e il 1764; cinquanta versificazioni dei salmi nel
1800 e ben cinquanta del Cantico dei cantici tra il 1850 e il 1920;
l'Apocalisse, sempre nel secolo scorso, fu posta in versi ben sei
volte. 121
Ci sia permesso di concludere rammentando La· Bibbia di Belli,
una settantina di sonetti in romanesco (tra il 1830-1837), sconcertan-
te commistione di non piccolo acume teologico con unà. felice, anche
se plebea espressione linguistica, ed una cupezza nichilistica senza
apertura al trascendente. 122

III. CONCLUSIONE
In uno sguardo retrospettivo, nella chiara percezione della di-
versità della nostra attuale condizione, sia teologica che dvile, sem-
bra che si possano riassumere così certi tratti sostanziali del rapporto
Bibbia-vita nel tempo da noi studiato:
1. Non si può assolutamente dire che la Bibbia sia stata àssénte
nel vissuto cristiano a diversi livelli, pur nella visiòne severa del con~
cilio di Trento, ed ancor più di certi suoi commentatori.
2. È una presenza caratterizzata da una imponente mediazione
di chiesa (clero), per cui il rapporto tra testo,. sqggetto credente e
chiesa docente si svolge ìn maniera tale che illeggere la Scrittura p~!
questi secoli significa udire il pastore chela spiega nelle catechesi,
nella predicazione, nelle missioni, al popolo, nella scuola. '.
3. Questa presenza è caratterizzata da unaforte prospettivaddt
trinale (una Bibbia come «locus» per il catechismo) nel contesto d('
accese dispute dogmatiche, morali, all'interno della chiesa, e èìL
fronte alla ideologia illuministica~ e con ìntento applicativo edifica11~
te, con ben pochi riscontri esegetici aggiornati e invece con una'lef~}
tura che predilige il senso accomodato. ··

«ltaliennes (versions)», 1025-1026.


120 MINOCCHI,
«Bibbia», 903.
121 VACCARI, '
122 La Bibbia
del Belli. I sonetti biblici di Giuseppe Gioacltino Belli rac<cottz/~!-i
commentati da P. Gibellini, Roma 1974.

182
4: La Bibbia non è il primo tra i libri della fede, ma il primo dei
> sus~idi per il cateçhismo. Eppure quest'epoca evidenzia il binomio
·<~Bibbia e Padri» con un'ampiezza a noi oggi quasi ignorata; pone
.forte attenzione all'AT, perché più facile arsenale di sensi accomo-
dabili, ma che fa frequentare di più quella parte della Bibbia, e ten-
de ad una lettura cristiana di essa, attra".erso una ricomprensione
del testo saèro mediante i misteri della vita di Gesù. Anche la «storia
sacra», pur accettata con funzione supplettiva e di controllo del testo
originale, conosce una presenza e un ruolo catechistico oggi da noi
non raggiunto.
5: Pur nel livello basso della cultura popolare, pressoché espro-
priata di un incontro diretto con la Bibbia, è diffusa una sentita aspi-
razione al testo sacro come testimbnianza delle origini ~ centro ispi-
.ratote di una riforma attesa da molti, specialmente dalle correnti
spirituali del giansenismo e dell'illuminismo cattolico, ove vige tra
l'altro una lettura politic!l della sacra Scrittura.
. 6. L'Italia non poté godere di originalità nel campo della pasto-
.tale biblica come la Francia del seicento e la Germania dell'ottocen-
to. Terra di prodotti importati, chiusa al confronto con la ricerca
· ....··scientifica dei protestanti, l'Italia in una geografia biblica del tempo·
... Sa,.rehbe forse posta fra i paesi sottosviluppati. Ma sarebbe pure in-
./ gillsfo e impoverente dimenticare quella che appare essere una navi-
' Jà della via)~aliana: il tentativo di tener unita e interagente la Bibbia
.·. còn la globalità dei segni della tradizione, e di ridirla per equivalen-
/';:Z~, più o meno ingenue o deformate, mà sentite come vive dalla gen-
.Vit~: la predicàzione, la catechesi sistematica e completa, la narrazio-
?'>ii~ della storia sacra, le devozioni verso i misteri di Gesù, e, riflesso
kdi~ssi, pe:r: quelli di Maria e dei santi. Più che tempo di studio della
'.i{'.J3ibbia, fu quello di una singolare consonanza con le persone e le vi-
'<,c;~nde che fanno la Bibbia, sentite come compagnia di vita da parte
fS).diun
.. ··:··,.
'.''
J?òpolo alle prese con la dura fatica dell'esistere quotidiano.

183
Parte terza

La Bibbia
nell'epoca contemporanea
1
Lettura e interpretazione
della Bibbia
dal· Vaticano I al Vaticano· 11
di Giuseppe Ghiberti

I cento anni.presi in considerazione assistono a un'evoluzione


'Ph~, s.u un fondo çli orgimica continuità, verifica però ançhe fenome-
'ni di rottura e discontinuità, nei quali il giudizio di crescita risulta
particolarmente difficile e sempre limitato e relativo.
Il nostro periodo si colloca nella fase declinante di quel XIX se-
. C()lo che H.R. Mackintosh definiva più.importante, perla teologia,
:di ogni 11ltro secolo, a partire dal s-eçolo iv..Purtroppo 111870, anno
;d'.iniifo del nbstro cainmmo; è anche l'inizio di quegli sconvolgimen-
!i.(:hy, lungi dal dare una sistemazione soddisface11te alla realtà poli-
·ticà'europea, sfoceranno nei due cbriflitti mondiali della prima metà
. :det'nostro secolo. Questi avvenimenti hanno ihciso non supetficial~
( mente nella situazione degli studi biblici: all'inizio, per le complica~
}ziorti nei rapporti tra ambiente tedesco e francese e per il clima e i
:problemi che si crearono in Italia con la caduta dello stato pontificio
•j.~f'~pificiizjone del.nuovo statonai;ionaleprima liberal~ ej)Oi socia-
::e:HHél; i1(segl1ito, con ·l'interruzione diptògrammi avviati, di ricerca
:;<!'.rclièologica e .letteraria; anche a dimensione internazionale; e per
?o'.la perdita .di non pochi ricercatori, faldati dal ·conflitto bellico.
·;;z.:,, . :.ta s1foazi()ne italiana si 'qualifica sulio sfondo diquella eur9pea,
'{·'.94e p~r altro non appare unitaria. Fuori dell'Europa il nuovo. mondo
\;{/'.ll'<i~vissuto, findall'inizio della presenza europea, esperienze sue tipi-
f.)DçJje,;}11a s~riibra che fino al nostro ~ecolo non. sia particolarmente
};;;i.~eil§ibile rinflusso esercitato çli'ritorno da tali vicende nei confronti
i\W;;~él:vecchì6 continente. Di proprioNtalia porta alle soglie del Vati~
'<.; · ''p'l iina tipica esperienza di' impegno pastorale è di iniziative di
i<' 'dio. r . . ..
~.}.=:'.t~/_,':'.,. ~ ..·,,
-·:.;·_,,::
,,_:-,-,
.. :~·
~.

;g;.::r.><->:··.
"·· '· . Si tratta però dUniziative localmente .limitate e solitamente non legate a un11
.· ··· tJitàsµfficiente perfaretradizione.. AU'amichevole segnalazione, del prof. An-
''''·!. .....·.. q Minissale debbo]einformazionisuUe )niziative·che si .svolgevano a Catania.
l~i~jçf. ù;.Zrro, «Ordinamento e sconosciuta vitalità della formazione culturale nel semi-
~t~~tf~k: .:;
187
La presente trattazione si articola in tre medaglioni dedicati ai
paesi di maggior interesse per noi, succedentisi in ordi11e d'impor-
tanza ma anche con finalizzazione a quell'ambiente italiano che rac-
coglie i vari stimoli dagli altri paesi. Viene data prevalente attenzio-
ne agli uomini e alle vicende, un po' meno alle scuole e ai metodi.
Emile Poulat ebbe a dire che «se la storia non ha mai l'ultima parola
su un uomo, un uomo può insegnarci molto sulla storia». È quanto
occorre non dimenticare, anche a riguardo di quella vicenda partico-
larmente dolorosa che fu il modernismo, sul quale è parso necessa-
rio soffermarci in modo preferenziale. Un po' discontinuo è il rap-
porto adottato fra il momento scientifico e il momento pastorale nel-
1' accostamento alla Bibbia: tenuti separati nel paragrafo della Ger-
mania, vengono invece. presentati più uniti in quelli della Francia e
soprattutto dell'ltalia. 2

I. PROBLEMATICA, RICERCA
E APOSTOLATO BIBLICO IN GERMANIA2
Nel campo della ricerca biblica degli ultimi vent'anni il paese
più vivace è indubbiamente la Germania, alla quale guardano,

nario di Catania nella prima metà del sec. XIX»,.in Synaxis 2(1984), 473-526; F.M.
STABILE, «Indicazioni sulla formazione culturale del clero della Sicilia Occidentali;:
nella prima metà del sec. XIX», in 'O Theologos 1(1974), 27"66. Non sembra però
che fosse diffuso né un interesse di ricerca scientifica in dialogo con altri paesi europei
né un vero impegno .di pastorale o catechesi biblica.
2 Per la raccolta dei dati essenziali si vedano L. SCHEFFCZYCK, Theologie in Auf-
bruch und Widerstreit. Die deutsche Theologie im 19, lhrdt., Brerrie1n965; H. S'fE-
PHAN - M. Scmnrr, Geschichte der deutschen evàngèlischen Theologiè seit dem deut-
schen Idealismus, Berlin 21960; K. BARm, Die protestantische Theologie im19.)ahr-,i
hundert, Tiibingen 1947; H.-J. KRAus, L'Antico Testamento nella ricerca storico~
critica dalla Riforma a oggi, Bologna 1975; W.G. KOMMEL, Il Nuovo Testamènto. Sto~
ria dell'indagine scientifica sul problema neotestamentario, Bologna 1976; Das Nelie
Testament im 20. Jahrhundert. Ein Forschungsbericht, Stuttgart 1970; S. NEILL; Thè
Interpretation of the New Testament: 1861-1961. The firth. Lectures, 1962, L<mdon •
1966; H.J. GENTHE, Kleine Geschichte der neutestamentlichen Wissenschaft; Gottin~ .o;!
gen 1977; R. NoRni:, Tubinga neotestamentaria, Roma 1971; J.M. ROBINSON - J.B. · ·
C.Oss, a cura, Die neue Hermeneutik, Ziirich-Stuttgart 1965; J.M. RoBINSON - E.
FucHs, La nuova ermeneutica, Brescia 1967; N. LoHFINK, Esegesi biblica in cambia•
mento. Un esegeta puntualizza la sua scienza, Brescia 1973; C. SAVART- J. -N. ALETTI,
Le monde contemporain et la Bible, (Bible de tous Ies temps 8}, Paris 1985. Il numero ·
delle traduzioni italiane è indicativo dell'importanza ricono8ciuta in Italia a quel mò"' :Jl
7'::;:~~ ~;1;!~~~~ci~~e;t8~i M.-J. LAGRANGE, Le sens du christianisme d'après: )Ii

188 ;;~
fori giudizi diversi ma. sempre con malcelata dipendenza, gli altri
pàèsi, nonostante la difficoltà della lingua. 3
A partire dalla metà del sec. XVIII la Germania è il paese che
conserva più costante ed estesa una consapevolezza e una continuità
di ricerca, che dà origine a quàlcosa di più vario ma non meno effica-
ce di una scuola. È un costume, che diventa tradizione, stile e ten-
s:i,on~ culturale, nel. quale si delinea un cammino che, se non è sem-
pre can1tterizz::ùo dà interventi originali, raccoglie però un cumulo
stra.ordinario di contributi, che diventano pàtrimonio ineguagliabile.
· · La piattaforma della problematica che .ispira e condiziona sia i
programìni di ric;erca sia le iniziative pastorali è indubbiamente
q;ii~lla. del pensiero illmninista, che proietta la sua ombra su tutto il
paiioràma del diàlogo culturale del secolo XIX e che è ancora deter-
ID.i.J:J.ante per la riflessione filosofica e religiosa del nostro secolo. 4
S9rto in periodi antecedenti al nostrò, l'illuminismo è già stato',fatto
qggetto di attenzioni in capitoli precedenti. Qui si ricorderà soltanto
quànto possano essere stati di segno contrario i giudizi pronunciati
ijer suoi confronti: positivi per il nuovo orizzonte aperto al pensiero
oçeide:ntàle e la nuova problematicità .portata nella riflessione reli"
giosa; negativi perl'ingannp)di una prospettiva che, al di là di un'ap-
~arefiZa liberante, si rivela nduttrice e incapace di ipotizzare una li-
. tteàèli causalità sconosciUta all'esperienza umana. Frutto dell'occi-
Cdente europeo, questo movimento si trova per situazione nativa in
,. fohsione dialogica con la proposta culturale cristiana e perciò si conw
};;.:> f~~nt~ . _fin dall'origine. -con -il--:documento·- biblico . e· il suo messaggio,
, .provocando una nuova sensibilità di accostamento e generando una
ipfova prècomprensione àlla sua lettura. 5
_;_-~-~ . ·;-~·'.: -
_\;j ·.-·1~.:.::~
''.•:i~H~Y,-i~~-N-e~s-o_n_o confemìa tutti i libri di introduzione alla storia dell'esegesi recente o
:;:jCP:J~e!odo, ,storicq-critico in particolare. Ad es. si.confronti R. MoRGAN :- J. BARTON,
é:{;l!@ic.<Y Interpretation, (Oxford Bible Series), NewYork 1988. È con gli anni 60 che
i;ji:)@'§tiltiUniti sembrano emergere ìri posizione di guida, per certi aspetti complemen-
>:::0:J#eiàlla>Germania' (ivi, 138ss: «a new era»).
::·~:.:.:.:,·-;~:/·;.~;~_'. . _ ·. Sulla traie~oria che. dal secql_o dei_ lwµi e~te~de l'influsso nel _pen_siero successi-
;:'0\i2'vo si veda w OELMULLER, Die unbefriedigte Aufkliirung. Beitriige zu einer Theorie
Ji:;i'Jclir;Moderne vonLessing, Kant und Hegel, Frankfurt 1969, Il sec.XVIII ha a5sistito a
· laborioso travaglio per,passare dalla teologia tradizionale, attraverso una «teolo-
ditransizione», alla nuova teologia, che venne chiamata «neologia» e che si prefis-
rivendicazione dello spazio autonomo della ragione umana, realizzata attraverso
èriti metodologici che avrebbero assunto efficacia duratura, come. la fede in Cri-
la religione naturale; la «dedogmatizzazione>; del quadro della storia e la separa-
... .tra teologia biblica e teologia dogmatica. Tra i nomi più noti in campo biblico si
'o'ì-dano Joharin David ·Michaelis (1717"1791 ), fohann Salomon Semler (1725-1791)
'.'\scpperto solo dopo la sua morte - Hennann ~amuel Reùnarus . (1694-1768).
,}: :S ,Possono essere illuminanti i cc. 2 e 3 di KRAus, L'Antico Testamento, «I pionie-

189
La specularità dei due campi, quello della.yità pastorale e qu(;!llO _
della ricerca scientifica, rende incerta la scelta della precedenza~Ini­
ziamo dalla ricerca scientifica, che manifesta più diretta~ente il col-
legamento con la problematica di partenza.
1. La ricerca in campo biblico
Nei confronti dei paesi latini, quelli nordici, e in particolare
quelli di lingua tedesca si caratterizzano per la presenza contempo-
ranea delle due grandi forme del cristianesimo o'ccide11tale e per la
permanenza delle facoltà teologiche nelle università stafalL Qittoli-
cesimo e chiese protestanti in Germania si equilibrano globalmynte,
anche se in favore delle seconde sta forseutialeggeraprevaléniariù-
merica e soprattutto unmaggiorpeso sociologico '(specialmente nèl-
l'economia e nella produzione culturale). Austrfae Svizzerated.esca
si presentano con proporzioni diverse, senza però alterare 11 risulta-
to finale. Tra i due interlocutori, che vivono gomito a gomito, il dia-
logo naturalmente non è assente, ina forse più indiretto .che diretto,
più a livello di sensibilizzazione, confronto e magari.anche scontro
che di scambio di risùltati e sostegno yero .e proprio.
Grande aiuto all'originalità del lavoro scientifico è la sua ~ede
universitaria, che gli dà strumen.tì e clima necessari e soprattutto
quel contatto con il campo della ricerca che fornisce lo stimolo e la
collaborazione di tutte le discipline aus~liarie (come la filologia clas-
sica e semitica, l'archeologia, lo. studio comparato delle religioili}. 6
All'inizio del secolo XIX la problematica è determinata, co11
prevalenza per il campo evangelico, dalle proposte dei padri del me~
todo storico-critico e dalle controproposte dei loro obiettori. Se le
prime sono, nei loro aspetti di insofferenza e capovolgimento clella
tradizione, frutto dell'illuminismo, le seconde sono invece manife~
stazione della tendenza al ricupero deiva:lòtj tr3:dizionalipr()prià.ci~1
romanticismo. Più persistente, nellastoria,recente della cultura ()çf
cidentale, risulterà l'influsso dell'illuminismo, per la sua capacità ~I
ripresentar.si in rinnovata veste dopo og11i s~ntro e apparente supe"
ramento, ma per l'ottocento tedesco una particolare-iillportanza(~

ri. della ricerca storico-critica· del XVII sec.» e «La nascita della ,scienza storicçi-,çrltjJ*;
al tempo dell'illuminismo» (pp. 75~182). . . . . .·. . .··· o/
6 Così i cc. Xl e XII di KRAus, «Le sco~rle archeologiche in Oriente» e,«11,ptfi7;'•
blema della religione», in Io. ,L'Antico Testamento, .455-520,. ayrebbero ll1P90. spii;§,<f
o sarebbero impossibili in ambienti non inseriti nelle università. :;;;•;

190
fo:rse una funzione relativamente equilibratricè) è rivestita pure dal
più l)reve fenomeno del· rò:lÌ1.ant:ìcismo. 7
All'affacciarsi· del nuovo secolo saranno le antiehe tematiChe a
riprendere il sopravvento; in un ambiente reso meno entusiasta dal-
la•sensibilità deeadentè.ecrepuscòlare. Ciò significa che nel periodo
dal quale ha ongine la nostra descrizione la· fase più creativa del ro-
~anticismo era almeno parzialmentejn declino. Le grandi persona-
lita si erano rarefatte e, mentre alcum portavano i frutti di una tarda
qiaturità,si viveva l'attesa di una nuova stagione, che avrebbe coin-
é::!s({ con ìl cambfare del secolo; · · ·
',. J$rotiigonisti' dell'.opera di rinnovamento non sono da ricercate
ei:;élusìvamente nèl campo· dèi professionisti dell'insegnamento bibff-
c,o. 1 progt:amini universitari delie facoltà teologicM: distinguono
i c~rto tra disCipline storiche e sistematiche, ma nelsec; XIX non era
• f.a!o c,he un docénte passasse da un insegnamento all'altro e che nel-
1~ pubblicazioni df un sistem~ticd. ,SI rinvenissero studi di .naturabi-
~.~?a o che un bi?lista (o addinttura unòrientalista)ten~sse insegna-
1*~nti<Jcoltivasse interessi sistematlci .. In particolare ilcampo.speci~
<' fict>della.teoÌogia bibllca; apartiredall'anibito evangelico, ,ha trova-
:!'. tòtardi la tèorizzazionè di un'autonomia di statuto nei confronti del-
·. l<;t,teqlogia dogmatica~ 8 Pbt questi motivi è ancora più comprensibile
,, . ' fa:. frequente compresenza, nella stessa persona, di interessi per la
1.~t;eraJut:a antìcotestamentaria. e per quella neotestamentaria.
~,\,:.; ~;;;: .. .o.~tji versanti delle. COilfessioni è invee.e motivo di sorpresa il fatto
:K·+ •..•. élie nel :sec. XIX le scuole cattoliche abbiano prodotto sistematici di
0 '.\~).filievo, mentre non si ricordano biblisti molto originali: ciò è av-
Jf!{ ;venuto anche nelia facoltà teologica cattolica di Tubinga (forse uno
·,'~·'.;,!A~i~~ntri più vivaçi), dove sembra <;he i lavori, biblici più interessanti
~i~~-~t~49.0ffertida dogmatici, come J.A. Mohler; 9 tosìanche a Mona-
ffit%'.. SÒ,' ·~ove gli stl1di storici e.ccelsero per gli·apporti ·di J.J: I. vc;mDollin-
fl''.'>g~;i"' ~ènzà unc<>'rrispondente in camp() IJibli~. Il fo:riomeno si spiega
erse .f>et la sensibilità dimostrata dai dogmaticinei confronti del-

{:il'.) Pedlpassaggio dall'illùininismo alromanticismo sipuòfarerifefunento al non


''ii~'.iecènte. PH, FuNK; Von der.Aufkliirung iur Ròmantik, ·Miinchen 1925. ·
!;()< 8· ~<Solo con la. prolusione tèimta nel 1787ad .Àltd()rfer da Jo.harin Philipp Ga~
)!)~; ~à.aJ1ievo di J.C. Eichhoni; venner0 postelebasi pèrlàdistìnzioiie fra teologia
ìhlifa· è teologia doginà:ticà»· ·(KiiMMEL, Il Nuovo Testamento;· 137). .
-0 (Jnfatto analogo aecadde anchç con il teologo evangelico Albert Ritschl (1822"
J.•\c;f.. STEPHAN"" SCIDiIIDT, Qeschièhie,214~225;•KOMMEL,1lNuovoTesiamelito,
' ~243); '

191
l'ideologia romantica e idealista, che esercitò uninflusso assai mi-
nore sulla problematica e sulla. metodologia biblica;. quanto alle vi-
cende appassionanti della vita cattolica, con le crisi causate dal Vati-
cano I soprattutto in occasione della. definizione dell'infallibilità
pontificia, si nota in ambiente tedesco una forte tensione di ricerca
storica, non accompagnata da altrettanto impegno biblico. 10
A. Le nostre brevi segnalazioni possono prendere l'avvio per
l'Antico Testamento dall'opera e dall'influsso di Julius Wellhausen
(1848-1918) e per il Nuovo dal tramonto della ~cuola di Tubiriga e
dalle personalità eh.e emergono in quel momento, come Carl J.
Weizsàcker (1822-1899) e Heinrich Julius Holtzmann (1832-1910).
Ma il discorso dovrà essere condotto in modo unitario.
l. Con Julius Wellhausen (1848-1918°f la scuola di Gottinga
prende nel campo della ricerca anticotestamentaria una posizion~ di
guida, con conseguenze durature. Discepolo di Heìnrich Ewalcl
(1803~ 1875),11 come questi egli estenderà isll.oi studi anche al cam.pc)
neotestamentario, ma si dedicherà pure all'orientalistica, eccelléri<lo
nell'arabo. I suoi studi investonola filologia (il momento della crith
ca testuale, della versione del testò), la storia12 e la critica let~el"arja.,
In quest'ultimo ambito raggillnse i risultati più apprezzati.
Suoi precursori n.ella critica delle fonti, i_n particolare delPenta-
teuco, erano stati Eduard Reuss (1804-1891: operante_ per lunghi a1h
ni a Strasburgo) e soprattutto del suo discepòfo Karl Heinrich Graf
(1815-1869),13 il quale a sua volta raccoglfova nonsolo l'eredità di

10 Il grandioso prontuario di H. HuRTER, Nomenclator literarius Theologiae éa~


tholicae theologos exhibens aetate, natione, disciplinis distinctos;voll. 5, (Irinsbi:UCk
1903-1911) New York 1963 (per noi il vol. V, tomo 2: dal 1870 al 1910 offre )ln ampio
elenco di nomi e diopere, accompagnato da scarne notizie sulle persone e dagiudjzi
con prospettiva assai datatac Sono assenti informazioni sulle scuole,. problematiche è
metodologie. Pur attraverso questi limiti, l'elenco è sufficientemente illustrativo .di
una prevalenza di preoccupazioni apologetiche, teologiche, sorrette da una buona
formazione filologica (anche in campo orientalistico), ma forse incapaci di una parte-
cipazione efficace al dialogo culturale del tempo. .
11 H. G .A. Ewald prese più volte posizione nella discussione sull'origine. del Pen"
tateuco con apporti collocabili di volta in vòlta ft-a}a«teoria dei docume~ti»,la «teo~
ria dei frammenti» e quella «delle integrazioni» .. Fu pure determinante il suo ll.pporto,·.
(con forti addebiti idealistici, che KRAus, L'Antico Testamento, 326, farisalire.a,
Kant, Schiller e forse Schelling) all'interpretazione del fenomeno profetico.. . .::e:
12 Con le grandi opere I'rolegornena zur Geschichte Israels, Berli11 61905 (prip,iq;
abbozzo del 1878) e Israelitische. umi Jud4che Geschichte, Berlin 1894. . <
13 Nel 1866 pJlbblica Die .g(!schichtlichen 1Jiicher des.Alten Testarnents: in9omjn1~
eia a diffondersi l'ipotesi che la più recente tra le fonti del Pentateuco sia P. :.:;:

192
è\inàricerca recente abbastanza omogenea ma anche gli impulsi del-
toratorianofrancese Richard Simon(1638-l712), introdotto in Ger-
·manìa alla fine del 1700 ·da una traduzione. di Johann Salorno Seril-
ler.14
A pochi anni di distanza dai precedenti studi Wellahausen pub-
blica DieComposìtion desHexateuchs(1866 e 1877), che offre un'i-
. dentìficazione delle fonti del Pentateuco -e di Giosuè, lette in uria
smtesi storica semplice e affascinante deWevoluzione religiosa di
ISraele, non senza un qualche addebito, almeno formale, agli schemi
. hegeliani. .
Della generazione degli arlticotestam.erttaristi di fine 1800 e ini-
z101900 sono noti in Italia Franz Delitzsch (1813:-1890: Erlangen e
Lipsia)fondatore dell'Institutum judaicum di Leipzig e fautore di
studi·giudaistici per un riavvicinamento all'Israele del passato e del
ptesente(più incline allatèologia biblica, avvèrsario invece dél pro-
<;edimentò storico~critico), ·A.ugust Dillmann (1823-1894)-; esperto di
·orientalismo (soprattutto di lingua copta), HermannStrack (1848-
..·. :1922:·a Berlino), rabbinista e sostenitore della grande opera di Paul
>Hillerbèck (Kommentar zum Neuen Testament aus• Talmud und Mi-
drash), 15 Wolf Graf Baudissin (1847-1926), allievo. di Delitzsch è
·iiiaestro nella storia delle. religioni.
'.' • ·· 2. La problematica specificamente neotestamentaria era già fat-
: J&oggetto di studio da alcuni degli esegeti vistìfinora, a causa sia
•della siiliila.rità dei procedimenti metodologici sia ·della continuità
:< del filone letterario e - per alcunicultori di teologia biblica - della
;.}omogeneità del messaggio. Il punto di partenza è più che mai la po-·
~> temiea; non assopita, sui principi ispiratori della «neologia», tra-
:. piàntati- a partire da Tubiftga - presso singoli studiosi o intere scuo-
i/ J~./(çomè la scuola evangelica ol11ndese, per un certo periodo) e com-
<' b.attutio attenuati da molti.altri.
Ì.h· . Nella «scuola (protestante) di Tubinga» gli aderénti al nuovo
·fii)~f:i~ntamento di pensiero, cJ:ie in ambito evangelic:O prese anche il
~-~·-·· ,..~.<-

[;h::U 1· J.S, Semler (1725-1791), professore ad Halle dal 1753, rappresentante delle
sM'A~ndenze illuministe, iniziatore degliorientamentidella ieologia liberalé. Ricordiamo
:'' ·· · liP"'Abhandlung van freier Untetsuchung des Canons, Halle 1771.
<''15 ,4 voll., Miinchen 1922-1928,'Hermann Strack aveva,fondato nel 1881 l'«Instic
turo JudaicUm» diBerlirio e aveva pubblicato un'introdUzione al Talmud (1887) e
)'';~èiie di trattati mishnici in tiaduzionetedesca. Paul Billerbeck non ìntraprese
.#s'egnamento.universitario; ma accanto al lavoro di pastore della comunità evange-
.a;dfF'rarikfurt-an der Odercondtisse, per decenni,la ricerca siStematica dei possibi-
paralleli rabbiriici a ogni versetto· del Nuovo Testamento: ·

193
nome di <<neologia»-, avevano trovato i più autorevoli portavoce.l6
Nei loro confronti si erano avute da più parti prese .di pòsizìonevìva-
ci: dagli organismi ufficiali delle chiese protestanti, dagli stessi gremi
accademici protestanti e da quelli cattolici. Per questi ultimi, basti
ricordare i teologi cattolici di Tubinga (operanti nell'altra facoltà
teologica, cattolica:, di quella. università), in particolare . Joharin
Evangelist von Kuhn (1806-1887), «la mente più: speculativa della
scuola di Tubinga», interlocutore, tra l'altro, di David Friedrich
Strauss per le sue proposte d'interpretazione della figura di Gesù.
Al tramonto della personalità più autorevole di Tubinga, Ferdìnand
Christian Baur (1792-1860), ·assume particolare rilievo l'opera di Al-
brecht Ritschl (1822-1889: fu professore per 18 anni a Bonn e 25 a
Gottingen). 17 Già disèepolo di Ba:ur, si allontana dalla sua linea nel~
le pubblicazioni della maturità, conunàinterpretazionepiù modera-
ta (e più .staccata dagli schemi idealistici) del pànorama globale del
cristianesimo primitivo per passare sempre più alla teologia sisteina-
tica. In altro ambiente, ma Iiegli stessi anni, -operò Johann Christian
Konrad von Hofmànn (1810-1877), uno dei fondatori della scuola di
Erlangen, autore di parecchie opere di carattere biblico e di un in-
compiuto tentativo di teologia biblica «sui generis». 18 Possiamo ri-
cordare ancora, di non molto posteriori, Paul de Lagarde (1827-
1891: professore a Gottingen), orientàlista e autore di apprezzati
studi di critica del testo neotestamentario, e Franz Overbek. {1837-
1905: professore a Basilea}, ricordato dai giovannofogi per un com-
mentario postumo (1911) al quarto Vangelo. 19

16 ScHEFFCZYK, Theologie, XXIILL'opera di Scheffczyk sulfa teologià cattolica


tedesca del secolo scorso (di natura antologica, sorretta da estese introduzioni) privi-
legia la scuola di Tubinga.
17 Ritschl mostra levoluzione .del suo pensiero, inizialmente ancora vicino al. suo
maestro, nelle successive edizioni di Die Entstehung dér altkatholischenKirche, Bcinn
1850 e 1857.
18 DÙ heilige Schrift neueli Testaments zusammenhiingend untersucht (1862-
1878).
19 Lagarde è llil nome d'arte (lasua famiglia si chiamava Botticher). Sono iinporc
tanti gli scritti raccolti nei due volumi degli Schriftenfur das deutsche Volk(raccoltida
P. Fischer nel 1924); ma sono da ricordare anche .i Septziflgintastudien deF188L La
particolare probl~maticità di Overbeck si rispecchia in più ·di uno scritto con apértura
autobiografica. Uber die Christlichkeit unserer heutigen'.Theologie; pubblicata a Leipc
zig nel 1873 e in. seconda edizione aumentata nel 1903, contesta «al teol(Jgo il diritto
stesso di un esame storico del Nuovo.Testamento.; perché scilo un'interpretazione; ..
che trascu1iogni.significato normativo del Nuovo Testameritè> potrebbe pretendere al
carattere scientifico» (KùMMEL, Il Nuovo Testamento, 294).

194
Successore: di Baur; a Tubinga, .è Cari J. Weizsacker (1822-
#{9~),. r:appresentante ditendenze più .moderate e anticipatore di
molte ·posizioni attuali sull'interpretazione delle componenti della
cristianità delle origini (con speciale attenzione alla vicenda e al eone
tributo di Paolo), incentrata sulla contrapposizione dialettica tra il
giu.daismo a cui si attengono iqJ.rimi apostoli e le formuk introdotte
da Paolo pericristianidella gentilità. 20 Per restare aTubh1ga, ricor~
diamo uno stu.dioso più vicino a noi; AdolfSchlatter (1852~1936)
che, dopoJ'insegnamento a Berlino, terminò nella cittadina sveva,
e.on una produzione molto abbondante, di tendenza non radicale ma
difflèilmente catalogabile, accolta con favore di pubblico. 21 Negli
stessi anni di Schlatter termina la sua lunga vita Theodor Zahn
(1838-1933), operante in più sedi universitarie e spec~almente a Er-
langen, di tendenze tradizionali, autore di numerosi commentari e
<li.una storia d.el canone neotestamentario fondata su una ecceziona-
le•c:onoscenz:;t della letteratura cristiana primitiva. 22
A Strasburgo insegnò Heinrich Julius Holtzmann (1832-1910).
Collega più giovane dell'an.ticotestamentarista Reqss, non solo ne
coltivò.ilricordo (pubblicando la sua corrispondenza con Graf), ma
rte''.assunse ancheJe preoccupazioni nello studio della critica delle
follti. evangeliche (alle quali si era· pure dedicato Reuss). Poco più
c:he trentennè (nel1863) egli.pubblica Diesynoptischen Evangelien,
che costituisce una: delle migliori presentazioni della teoria delle due
fonti, 23cPer la storia a noi vicina ricor4iamò i rapporti di Holtzmann
non solo con il modernismo c;aholìco tedesco (in particolare con Jo-
sephSchnitzer), ma•anche con quello italiano:. a lui guardava con
p::trtic:olare stima Salv(ltore.Minocchi, che ne tessé un alllmirato elo-
gm funebre34

20 C.J. WEizsi\cKER, Das apostolische Zeitalter der christlichen Kirche, Freiburg


..,... ., 1·'886
;_;.::i, ....
.··
..
•>'!,.) . . ~L Di Adolf Schlatter ricordiamo Der Glaube imNeuen Testament, Leiden 1885
~''' p~r
lafort.e affermazione dell'origine autonoma della fede neotestamentaria, partenc
,;.t J;lo dall'esperienza di Gesù e di Paolo.
Ni · t 1+ Geschichte des neutestamentlichen .Kanons, Erlangen~Leipzig· 1888-1892.
f[> . ·.· >. n, ,Die-synoptisc/J.eri Evangelien. IhrUrsprung und ihr geschichtlicher Charakter,
' Leipzig,18()3. '
f!;~;,_, > . 24 Pubblicato su La voce dell3ottob(e1910 e riportato da A AGNOLE1TO, Sal-
~;f/: :'?.(!tqr-e Minocchi, Vita e ope.ra (1869-1943), Brescia 1964, 82. Per). Schnitzer si veda
:1:}Jc:D1'l';.;;,TRIPPEN, .Theologie.und Lehramt im Konflikt. Die kirchlichenMassnahmen gegen
://!Ci!/:n,)'Vlodernismus imJahre.1907 urid ihre Auswirkungen in Deutschland,.Freiburg
,,,. {977, 356. .
~i~f~/~:

ls> 195
Allievo di Holtzmann a Strasburgo fu Albert Schweitzer (1875-
1963), il personaggio più eclettico di questa nostra rassegna.Legato
al suo maestro da profonda stima, gli era lontano per sensibilità
scientifica e per impostazione di pensiero: storico e non filologo, era
convinto che la,chiave per l'interpretazione della vicenda di Gesù e
delle prime cristianità fosse da cercare nell'evoluzione delle convin-
zioni di Gesù e del cristianesimo primitivo circa l'avvento del Regno
e la fine del mondo. Daì suoi primi due volumi sulla cena del Signo-
re passò a studiare la storia della ricerca sul Gesù della storia a parti-
re da Hermann Samuel Reimarus (morto nel 1766, ma presentato al
pubblico solo una decina di anni dopo, come «l'anonimo di Wolfen-
btittel», da Gotthold Ephraim Lessing che ne pubblicava i sette fa-
mosi «Fragmente»)25 fino a William Wrede (1859-1906: professore a
Breslavia, pubblicò nel 1901, Das Messiasgeheimnis in den Evange-
lien) .26 Alla prima edizione di quest'opera (Ttibingen 1906), seguì
quella definitiva del 1913, ripresa in successive edizioni, anche tasca-
bili, e in traduzioni, fino a diventare il testo più conosciuto del noto
teologo. 27 È necessario però ricordare il lavoro speculare compiuto
sull'apostolo Paolo: la Geschichte der paulinischen Forschung von
der Reformation bis auf die Gegenwart (Tiibingen 1911) e Die My-
stik des Apostels Paulus (1930). Anche se la sua opera non fu mai
fondata o accompagnata da analisi approfondite dei testi biblici, es-
sa si impose come la più vasta e comprensiva inchiesta sull'esegesi
neotestamentaria dell'età modem.a. Sorta dalla convinzione che il
vero problema della ricerca neotestamentaria del secolo XIX fosse
quello della storia delle origini cristiane, era pure guidata da una tesi
che costituiva la sua proposta e che nelle storie della ricerca precec
dente trovava conferma negativa in tutte le interpretazioni che si di-
mostravano insufficienti e una conferma positiva in alcuni studi re-
centi, che aprivano la via alla tesi dello storico alsaziano.

25 Mentre l'intera opera sugli «adoratori razionali di Dio» compariva·solo nel


1972.
W. WREDE, Das Messiasgeheimnis in den Evangelien. Zugleich ein B.eitrag
26
zum Verstiindnis des Markusevangeliums, Gottingen 1901. In qualche modo si può di-
re che Wrede si trova a mezza strada tra le posizioni di D.F. Strauss e quelle di R.
Bultmann nell'interpretazione delle tradizioni evangeliche su Gesù.
27 Del 1906 (edita a Tubinga) è la forma più antica di Von Reimarus zu Wrede.
Eine Geschichte der Leben-Jesu-Forschung, che raggiunge la forma definitiva nel
1913, conservando solo la seconda parte del titolo. L'edizione in versione italianàè
recente: Storia della ricerca sulla vita di Gesù, Brescia 1986. ·

196
Fra questi sarà sufficiente ricordareJohannes Weiss (1863-1914:
professore a Marburg e a Heidellièrg, frutto anche egli della giovane
pianta della scuola storico"'.religiosainiziata da Albert Eichhorn28 a
Halle e Kiel: 185~1926) per Die Predigt Jesu vom Reiche Gottes
(1892 e-' dopo profonda revisione - 1900) ,29 che insiste sull' apocalit-
tièa per spiegare il concetto di regno di Dio {esclusivamente futuro)
tiella predicazione di Gesù.
L'eredità di Schweitzer con la visione dell' «escatologia conse-
guente» è passata alle successive generazioni esegetiche come richia-
mo all'indissociabilità del cammino di Gesù e della sua predicazione
dalla prospettiva predominante di un'escatologia incombente; pef
molti esegeti - sopràttutto di area evangelica - si è trasmessa anche
la convinzfone che l'esperienza personale di Gesù abbill registràto
un suo errore citcà il momento della realiZzazione finale del Regno.
Possiamo concludere questi cenni sulle ricerche bibliche in cam-
po evangelico a cavallo fra 1800 e 1900con un personaggio di grande
sfaturanella ricerca storica, operante soprattutto a Berlino, maestro
ascoltato da allievi di ogni provenienza. Adolfvon Harnack (1851-
1930) è uno storico che, collegandosi a Ritschl e agli esegeti di scuo-
là)iberale, offre una grandiosa sintesi delle origini cristiane soprat-
tutto 11ella «Storia dei dogmi» (1866) e nell' «Essenza del cristianesi-
l)IP» (1900) .30 Egli tende però a contestare l'ililportanza dell'Antico
Testamento nei riguardi del nudeo cristiano più autentico, Come e
più ancora che H.J .. Holtzmann, A:dolfvon Harnack: ha avuto influs-
S,p sulla ricerca cattolica: si ricordano in particolare la dipendenza di
Jpseph Schnitze:r dal profes.sore berlinese nell'interpretazione del
c;ristianesimo nascente e rintervento di Alfred Loisy con L' ~vangile
~ttEgliseper confutare Das W~en des Christentw:ns, confutazione
ch.e,si risolse nella scoperta di una rilevante affinità di fondo. 31

·28 ·«Il metodo storico religioso di indagine sul Nuovo Testamento era iniziato in
··§tietta connessione oggettiva e temporale con le prime pubblicazioni dellascuola fol"
kl()ristica ed etnologica di filosofia classica». Dai primi maestri del met9do (W. Bous-
5«~, Ho Gunkel, H. Gressmann) è riconosciuto l'influsso esercitato su tutti da Eich-
hom, Cf. Kti'MMEL, Il Nuovo Testamento,363. Si vedano anche le tesi di Eichhorn e il
jµ:Udizio dì .A. Gunkel in KRAus, L'Antico Testamento, 503~507 .
.•... · . Z9 L'opera fu pubblicata a Gottingeil nel 1892; dopo la seconda edizione (1900)
;·:com~are, nel 1964, l'ultima, curata da F. Hahn, che non interviene sul testo.
>>- ·-. ·Lehrbuch der Dogmengeschichte, Freiburg 1886; Das Wesen des Christentums;
'!JJiiepzig 1900. ·
.;:;:.·:· ~ 1 Sivedano, oltre; i paragrafi dedicati al modernismo tedesco e al modernismo
:y&ançese .. Per J. Schnitzer cf. TRIPPE~, Theologie, 279.296, con la testimonianza di Se
':frschJ. sulle lezioni di J. Schnitzer.

197
3. Circa l'apporto scientifico delle facoltà cattoliche di teologia,
in questo primo periodo, si è già denunciato il limite dei loro contri~
buti biblici. Si deve aggiungere a questo un altro limite, questavolta
esterno: per Pindagine scientifica cattolica in èampo biblico nel sec.
XIX non esistono studi che offrano una sintesi storica paragonabile
a quelle di H.J. Kraus e W.G. Kiimmel. Se il fatto è comprensibile
per l'interesse ridotto del panorama di quell'epoca, è però causa del-
la nostra scarsa visione d'insieme e forse anche.della dimenticanza di
qualche elemento di rilievo. Dalle segnalazioni del Nomenclator di
Hurter emerge l'importanza delle sedi di Tubinga, di Monaço,
Wiirzburg, Miinster, delle scuole teologiche di Regensburg .e Pader-
born e ancora delle università di .Bonn, Breslau, Freiburg. Rara-
mente .si incontli~no nomi e pubblicazioni dall'area austroungarica.
L'Antico Testamento è coltivato a volte da validi orientalisti, co-
me Daniel Bonifaz Haneberg (1816-1876) di Monaco, arabista,. Lo-
renz Reinke (1797-1879) di Miinster, autore di numerosi, eruditi e
noiosi. lavori soprattutto sui profeti (e· sul testo del Cor~mo), Wie-
nand Fell (1837-1908) di Miinster, Anton Scholz (1829-1908) di
Wiirzburg. · ·
UQ po' più movimentato è il campo dei neotestamentaristi, pres-
sò i quali la disputa apologetica prende sovente come òbiettìvo pro-
poste di interpretazione del Gesù storico. Un
tentativo di presenta-
zione del dato evangelico è offerto in Das Leben Jesu di Joseph
Grimm (1827-1896), operante a Regensburg e W:Urzbùtg; in diretta
contrapposizione a D.F. Srauss sono Jordan Burcher (1823-1870),
Franz Xaver Reithmayer (1803-1872) a RegeiiSburg; iniziatore di
una piccola scuola, Johann Heinrich Friedlieb (1810-1900) a Breslau
(ha studiato pure E. Renart e ha unito un insegnamento sulla critìcà
del testo neotestamentario). Di quest'epoca: è anche mia versione
delle Antiquitates judaicae di Flavio Giuseppe, a·opera·diFranzPhi•
lipp Kaulen (1827-1907}, di Bonn.
4. Un discorso a parte merita la vicenda modernistica, di cuipar-
leremo soprattutto a proposito della Francia, anche se è difficile
quantificaq1e gli influssi e le conseguenze. Fenomeno tipicamente
cattolico e prevalente in ambienti culturali neolatini, venne ritenuta
però agli inizi (specialmente negli ambienti romani) frutto del prote:
stantesimo e radicato in paesi tedeschi. 32 Per quanto inesatto, questo

32 Una diffusa inchiesta sulla discussa realtà del «modernismo» tedescò è offerta
dal lavoro molto documentato (ma un po' superficiale nell'accostamento dei~roble~
mi) di N. TRIPPEN, Theologie. La convinzione degli ambienti romani è riportata'alle
pp. 33-34. Particolare utilità riveste l'opera di T.M. LooME,Liberal Catholicism/Re1

198
'giudizio aveva a modo suo una notevole parte di verità, perché, se il
modernismo nasceva come un tentativo di risposta alle nuove esi~
geµzeavvertite~dall'uomo moderno nella riflessiOne.sulla fede e alle
obiezioni presentate dalle nuove scoperte (scientifiche, storiche, fi-
fologiche) .alfinterpretazione tradizionaledeltesto biblico letto con
gliòcchi del dogma, gli strumenti per quelle risposte venivano cerca-
ti nelle·. proposte elaborate soprattutto dalla teologia· liberale del
tempo. E queste proposte non avevano solo un.aspetto metodologi-
co; come strumentario di ricerca, bensì anche un aspetto teoretico,
che era cer-tamente indebitato sia al razionalismo illuminista sia al-
Tascerrdenza protestante dei maestri più seguiti (abbiamo già incon-
trat9, tra questi, J.R Holtzmann e. A. von Harnack}.
Peri paesi tedeschi però non era la prima volta che~i affacciava
questa problematica e che gli orientamenti di risposta venivano cer-
c<'!ti incun.a direzione analoga. Già prima del concilio Vaticano trau-
to'.rità rqmana aveva preso posizione nei confronti dei «semirazìona-
.listi>>, degli aderenti ciòè ai movimenti deLfilosofo Georg Hermes
(1:775-:1831) e di Anton Giinther (1783'-1863) (movimenti che sul
plaJ.10 biblico non avevano assuntò un partiColare significato). 33
· :: Nonostante la problematica non fosse esaurita e le tendenze ri'-
91.Ittive del dato di fede (e quindi razionalisticamente orientate) con-
:tip.µassero a sopravvivere, Japiù antica convivenza con una proble-
rlJ,àtica che da. decenni aveva raggiunto il grado dell'incandescenza
.·~6011Ta conseguenza di una certa apertura a una metodologia stori~
·~w·ctjtica) e iprecedenfrinterventi dell'autorità ecclesiastica aveva-
tlo'per un verso diminuito la ten.sipne allarmistica e per altro verso
·, idiminuifo la forza sugge5tiva delle proposte liberali .
. < .·. · La:novità del momento consisteva forse proprio .più nella parzìa'"
j~· le.rinuncia ad assumere posizioni imniediatamente polemiche con
· . rq_lielle proposte (con la conseguenza di un più immediato confronto)
!f ~ne non. in un. diffus(). assorbimento dei lorn principi.
·. • :.)>Personaggio.emblematfoofuHermann·Schell.(1850'-Ì906),34 pro-
;K>:·~èssoie in Wi.irzburg}di cui nel 1898 vennero posti· all'ì:Ildice alcuni
··.·,:;·

~j}~; ~~---
\> •lfprmCatholicism, Modemism. A Contribution to a new orientation in Modemist re-
:,~:;; :ielkch, .· Mainz .1979.
fr} \~;·1. . 33. Alla scuola dì Hermes si attribuiva un addebito al razionalismo illuminista del
+::;' :~'è'c~ XVIIle,a quella: di Giinther wr sistema di .conoscenza romantica, pencolante tra
~f'./;il~~plìràZionalismo e.il senii,imizìonalismo, Cf. R AUBERT, in Storia.della chiesa; Mi"
1':;;Jaµo.J972, X, 147 ..
ij{ ;>:~e>' 34jn: visione contemporanea ai fatti (e anche notevolrriente parziàlè)si può acco-
i/::};;J~f!irel'opera di uno dej prntagonisti di quel tempo, E: CoMMER, .Hermann Schell und
ifjiè;"i/.énif!ottschrittliche Katholizismus,• Wien. 21908.
~,,.. '

199
libri caratterizzati da intento riformatore. e apologetico (più tarcli
parzialmente riabilitato), come emblematico fu un movimento;
quello dei «cattolici della riforma» (Reformkatholische), iniziato pu-
re negli ultimi anni dell'.800. Fra gli obiettivi che il movimento si pro-
poneva (superamento della mentalità di ghetto creatasi all'epoca <:lel
Kulturkampf, dialogo e conciliazione con la nuova scienza, •. ) ci in-
teressa particolarment.e lo sganciamento della ricerca teologica dal
suo condizionamento autoritativo.
Mentre il Reformkatholizismus si preoccupava di rispettare in
modo totale le strutture fondamentali della fede e della chiesa, il
modernismo si prefiggeva fini analoghi, ma partendo da una conce. .
zione minimista in critica storica (per es. sul concepimento vergin.a.,.
le, sui miracoli e sulla risurrezione di Gesù) e radicalmente evoluzio- ·
nista per la storia dei dogmi, per .concludere a una concezione di
chiesa rivolta a un futuro di struttura profondamente alternativa.
Sembra che gli aderenti autentici al movimento mode1Jlista sia~
no stati pochissimi in Germania. Si nomina talora Johann Nepomuk
Sepp (1816-1909), proveniente dalla montagna bavarese e operante
a Monaco; per interventi in campo biblico, specialmente a riguardQ
delle origini del cristianesimo, si ricordano Taddaus Engert (1875-
1945) e soprattutto Joseph Schnitzer (1859-1939). Il·primo ave:va '!;
progettato un'opera globale sul «tempo primordiale della Bibbia» e ''
nel 1907 aveva pubblicato «la creazione delmondo»(Die Welts_chqp~ .:;\
fung), che venne condannata .. Il secondo, professore all 'univer.sità ..di . . :;
Monaco, studiando le <<leggende dei sa.flti», aveva teorizzato:çhesi :;;;'
dovesse applicare alla vita di Gesù e ai Vangefril giudizio «leggenda~ •f°
rio» (di inattendibilità storica) come per molti santi e aveva applica~ J-j
to la sua teoria in uno studio sull'origine delpapato. Ambedue ave- Pi~
vano dedicato saggi al modernismo tedèsco. 35 ;ji;
A causa delle sue proporzioni ridotte, (e forse anche per ragio.IJ,i }51;
storiche, quali la tensione tra Francia e Germania provocata. dall~:]·;~f
guerra del 1870) il modernismo tedesco non coltivava moltoicontat~/7'.l
ti con gli altri ambienti europei,· anc:he se non mancava diinteressa,r;•jef;
si pure al tatto italiano. 36 · :\Sf.
·'. ·:-'.[i~P;

35 T.H. ENGERT, Ehe und Familienrecht der Hebriièr, Miincheri 1905; fo.,_«D~~:;·~~
deutsche Modernismus», in Gesaminelte modemistische Vortriige, 1909-1910; ID.. ,')~~
Das Alte Testament im Lichte modemistisch-katholischer Wissenschaft, 1910;.•ri\.f{;ii
SCHNITZER, «Legenden - Studien»; in Suddeutsche Monatshefte 5(1908), 209.216;J?:•';:f~
Hat Jesus das Papsttum gestiftet? Eine dogmengeschichtliche Untersuchling, Augsht1tg<~~
1910; ID., «Der ka~<!liscbe ~odernismùs», in__ Z~itschrift filr Politik 5(1912), 1"7:.M;'.:tM
ID., «Reformkatholiz1smus», m RGG IV, (Tubmgen· 1913), 2116-2128.. .· 7~':\'.:;;p;j
36 Ne fanno fede le recensioni che accompagnavano, in Germania, la compa~~;,:~

200
<;':!~~
B. Possìamo far partire il secQndo periodo della rassegna dalla
m,~rte diWellhausen, che. coincide con la fine della prima guerra
· ·. mè:indiale.
l. La grande personalità in tramonto è Hermann Gunkel (1862-
1932::professore a Berlino; Giessen, Halle), che costituisce il punto
diincontto delle tendenze e problematiche precedenti e contempo~
raneamente diventa punto di partenza di gran parte della ricerca
successiva. Egli affronta tutto l'arco della letteratura anticotesta-
lllentaria con il. commentario sulla Genesi (quinta e definitiva edi-
•·· zione del 1922), parecchi studi sui salmi (Die Psalmen si assesta nella
ql:larta,...edizione del 1926) e sui p.rofeti (Die.Propheten è del 1917).
Ma anche il NuovOTestamento attrae la sua attenzione; a verifica di
. uhà metodologia che non è settoriale ma vuole essere .applicata a
>tu,tta la Bibbia. 37 Egli valorizza sia la ricerca letteraria, in modo par-
. ticolare çon un'accurata analisi dei generi letterari dèll' Antico ·Te-
s~ainento, sia una vasta indagine storico-religiosa, rivolta al mondo
· P.àbHonese, a quello egiziano e poi a quello classico. Le obiezioni
' 'pitl fortLfurono mosse a Gunkel per la sua visione delle origini del
••:CliStianesimò, ma sulla suaiinea lavorarono studiosi assai1ioti, come
Ui·~illlelmBousset (1865-1920: professore à Gottinga e Giessen), che,
,:;g()po:studi piùJimitati, sull'anticristo el'apocalisse, pubblic?> una
·<si~tesiampia di «Storia della fede in Cristo dagli inizi del Cristianesi-
i'.·irip fino a Ireneo» (Kyrios Christos, 1913). 38
;•:;·t\j;La scomparsa di Gunkel coincide con un momento di sviluppo
;\signifiçativo della ricerca, che diventa sempre più un fatto di <:oope~
t';f.il;?ifone internazionale e che riceve nuovi impulsi dalle scoperte di

<~~\":·;\·.~~' :.f; ~: ...

•_f;jd~gu s~ritti italiani. Una interessante dichiarazione di J. Schnitzer su Buonaiuti è ri-


iN·pptt~ta da A. ZAMBARBIERI, Il cattolicesimo tra crisi e rinnovamento. Ernesto Buo-
, · :Jie4 Enrico Rosa nella prima fase della polemica modernista, Brescia 1979, 405 e
.;J1J.oia78J: «Per me è incomprensibile come egli (Buonaiuti) abbia potuto dichia-
;}:•r~f@che perJUi il prete è superiore al dotto; una C()Sa simile ... in un uomo come BU:o-
~ · · · · "',sorprende, _sempre che ~r Jui sia una cosa seria, .ciò di cui dubito.
Z'rra.,gli scritti giovanjli.richiamòl'attenzioneSchOpfung und Chaos in Urzeit
.nd~eit;Eine religionsgeschichtUche Untersuchung uber Gen. J ·urul Ap. Joh. 12,
·. genJ895; L'opera ha un pronunciato carattere storico-religioso,.come del re-
. , .. · ,t~evagià presagire la prima ricerca, su,«Gli effetti dello Spirito Santo secondo le
~~;i.ii.'.~~presenta:zioni popolari dell'età apostolica e secondo l'insegnamento dell'apostolo
·· · »;(Gottingen 1888).
· ottingen 1913. Sull'anticristo («nella tradizione del giudaismo, del Nuovo
)i;t<;> e dell'antica Chiesa») la pubblicazione, già a Gottingen, è del 1895; il
}ar:io sull'Apocalisse (nel KEKNTdi Meyer) del 1896, S.ull'apocalittica giu-
~rna: nel 1903 (edito a Berlino), anno al quale risale Die Religion des Juden-
Ji}r,n\1;1eutesta11'lentlichen Zeitalter .(ancora a Berlino) ..

201
Ras Shamra (1929) e della letteratura ugantica. Dalla Notvegill.
giunge l'apporto della scuola nordica, guidata da Sigmun.d Mo:Win•
kel, aderente alla metodologia storico-religiosa affinata secondo)iria
sensibilità nuova, interessata al culto e al folklore: lasua produzione
raggiunge i risultati più apprezzabili (studi sui salmi e sullaptofezià}
nel periodo fra le due guerre~ 39
E difficile oggi prendere consapevolezza dell'effetto provocato
nei primi decenni del nostro secolo dall'immensa mole di risultati of~
ferti da un'impressionante fervore di scavi promossi da archeologi
inglesi, francesi; tedeschi e -in tempi più vicini a noi- anche italia-
ni. 40 L'iniziativa tedesca non ha più il monopolio; anche se predomi-
na ancora nell'attività letteraria ché applica le conseguenze delle
scoperte (in area mesopotamica, egiziana è palestinese} alla proble-
matica biblica. 41
La precedente analisi del testo condotta con criteri lettera:riche
potevano confrontarsi solo con le letterature classiche e con leliri-
gue orientali ancora vive si trovava improvvisamente esposta al .con- y
fronto con lingue prima sconosciute e con una mol~eplicità di notizie .•;
che completano (e spesso modificano) la conoscenza del quadro sto•é J
rie.o globale sia della situa.iione interna a:isingofrpaesì sia deirap" ;;,
porti internazionali. La lettura dei caratteri cuneiformi, l'interpretas i.,l
zione della lingua di Ugarit (e, in tempi vicinissimi a noi; di quella . •.:~1
d'Ebla) obbligano a un completamento dello strumentario per glft:',J
studi soprattutto anticotestamenta:ri, .che prima si arrestavano (lgli ~
aiuti provenienti dall'arabo e dalle lingue più vicine all'epoca rieot~i:: -ii~
stamentaria. 42 \r:\~
Un esempio di rinnovamento della metodologia di lavoro causa- )f.
to da questi influssi è offerto da Albrecht Alt, che indaga sia i caràt• .. ~\~

39 Cf. S. MoWINKEL, Psalmenstudien, 3 yolL, Oslo 1921-1924. Per un'analòt~,·}\;1


sensibilità ai dati dell'etnologia è da ricordare J. l'EDERSEN, Israel. lts Life·and Cùltu~+;~,
re, 2 voli., Oxford-Copenaghen 1920-1934. . . · . . >''"fj;~\~
40 Un quadro orientativo sul lavoro (cartografico e) archeologico coinpiut()'
decenni precedènti e successivi lilla prima guerra mondiale nelle regioni interessanti
inondo della Bibbia è offerto da KRAus, L'Antico Testamento,. 455-483 e 663-67•
Dell'abbondante letteratura ivi riportata qualche' opera di rilievo è tradottapuré:'·
italiano (come per W.F. ALBRIGT, L'archeologia dellà Palestina e la Bibbia; Firen
1958). . . . . '•i
41 Fra le prime sintesi si ricorda quella di J. BENzIGER, HebriiischeArchiiologi,

Freiburg-Leipzìg 1894. . . . . .. ·
42 Fra le scoperte più interessanti propiZiate dal lavoro archeologico (cqn le cq
ponenti di imprevisti a volte totalmente fortuiti) accenniamo a quelle dell~tavo~t
diTèll el-Amama in Egitto, degli archivi di Ugarit edi Mari, dei ntimerosi framme
rinvenuti nella «geniza» del Cairo, dei manoscritti di Qumran e di Nag HaiJi ·· ·

202
i~iL:.della ~<preìstoria . della. religione israelitica» sia la storia.· della
'*~c:on.quista della terra degli Israeliti in Palestina» (ci tornerà su nel
f:J;939)}3 .
..;\'. Dalla conoscenza di un quadro sempre più analitico nasce la
ii:mvinzione che·.· sia possibile proporre sintesi storiche. sia deglL av-
yenimenti che si specchiano nel testo anticotestamenta.rio sia della
,stessa: religione d'Israele, che acquista, nei confronti con i popolivi-
(Ì:;i.ni·efolorotradizioni più a'ntiche, .contorni' ben definiti anche circa
lta·pporti .a .volte di affinità e dipendenza e a volte di originalità. 44
· · · JJ.haltro genere di sintesi è quello delle «teologie dell'Antico Te-
fS:t~rpento», che sono talora pr,ecedute da sintesi di :singoli autori. o
:qocumenti di quella letteratura. Per la sua diffusione .in Italia ricor-
Sliarjio quella di Gerhard von. Rad. 45
.,,\"(,2~ Forse per un certo tempo l'attenzione è attirata prevalente-
~~nte .da.ila ricerca neotestamentaria e dalla discussione sollev'!'ltà
f!a1F~pplicazione. a questo campo del metodo della storia delle for-
W.~\ptI1orfocritico. Già applicato precedentemente in ambito antico-
,tf~télip.entario, che lo a:veva mutuato dai cultori dell'antichità classi~
,#..à.i~sso sembrava mostrare tutta la sua problematicità nelmomento
,µtèuL.yeniva impiegato siàperla lettura dei primi documenti cristia-
'nis~a per un'interpretazione dei caratteri delle più antiche comunità
'.C,Ìfl~tiane.Jl metodoinfatti na.cqu:e con uno statuto letterarìo al servi-
~J~>:/~elquàle si ponevano però criteri sociologici,· con sbocchi anche
:~fkri'à.tura .storica.
1!{.'.::J:Jn saggio di Martin Dibelius diede il nome al metodo applicato
:m''è:~1DPO neotestamentario: «La storia delle forme del vangelo»
i;(l?J9J. Dello stesso anno è un altro famoso intervento, di Karl Lud-
·'~ig''.Sclli:nidt,. «La cornice della storia di Gesù». Tra i padri fondatori
1~fiq\iesti anni, accanto a. G. Bertram e M._ Albertz, _è ricordatoso-
·)R~~~~utt9 ~udolf Bultm~nn co~la sua. ~<~t~ria della tradizione si~ot­
'.•tW.SJ;>?i~Jl m~todo, ches1.eram1surato mmalmente soltanto con 1 te-
!~~·~~?
·-''''•···--_-......
\fu~'.fjLj3 .,A.
ALT, Der Gott der Viiter. Ein Beitrag zur Vorgeschichte der israelischen Re-
': · · . ,(çòmpòsto nel 1929, è ripreso nel voL I delle Kleine Schriften zui" Geschichte
,;6.1kes1srael; Miinchen 1953"1959); ID.,. DieLandnahnie der lsraelitenin Paliisti•
? ipZigd925; .
~.:\In gùesto ultimo ventennioJ'.editoria italiana ha compiuto uno sforzo notevole
Jidere accessibili nel nostro paese· alcune delle opere più affermate: basti -ricor-
knomidiMartin Noth e Georg Fohi:er, a cui si affiancano Sigmund Hermann,
{~tjghte- Alberto ··Soggin.
f'.":/(~ed.logié·desAlten Testamentes, 2voll., MiinchenJ965-1967, tradotto presso
.· djBresCia nel 1972-1974: Teologia dell'Antico Testamento.
, ,':M:,fDIBELIUS, Die. Formgeschichte. des. Evangeliums, Tiibingen 1919; K.L.
:.·J:,1Der Rahmen derGeschichte.Jesu, Ber!in 1919; G. BERTRAM,Die Leidensge-
~~\):~y~:·:
203
sti dei Vangeli (e in particolare dei sinottici), fu poi applicato anche
alla letteratura epistolare e apocalittica del NT. 47
I presupposti ai quali erano condizionati i promotori dél nuovo
corso erano in linea con molte delle tematiche dei decenni itfuriedia-
taìnente precedenti, soprattutto nei confronti della teologia liberale
e della escatologia conseguente, anche se nel frattempo cominciava-
no a farsi sentire gli impulsi della teologia dialettica, che eratenuta a
battesimo da Karl Barth. 48 Nel dibattito di quegli anni non di rado
gli orientamenti del metodo furono ritenuti, specie agli inizi, eccessi~
vamente critici, anche se questo risultato era da attribuire più a ra-
gioni contingenti che non ai presupposti propriamente formali del
metodo stesso.
Non pochi esegeti pertanto ne rimasero ai margini, sia fra }a.vec-
chia generazione sia fra quella più giovane: bastino i nomi di Ger-
hard Kittel tra i primi e di Joachim Jeremiastra i secondi. Kittelsarà
ricordato fino ai nostri tempi per avere dato origine all'impresa
grandiosa del Theologisches W6rterbuch zum Neuen Testament49 e
Jeremias per una abbondante produzione nella quale l'acribiafi}oio-
gica era asservita a progetti di ricostruzione storica ·sia di paròle au-
tentiche pronunciate da Gesù sia di ,episodi da lui vissuti: «ipsissima
vérba» e «ipsissima facta J esu». 50
Intanto però le potenziali qualità delmetodo morfocritico erano
confluite in quella problematica che fin da Reimarus era sottesa a
ogni passo e proposta della ricerca neotestamentaria: la questione
del Gesù storico. 51 In Bultmaim si incontrarono lo strumentariò dél

schichte umi der Cristuskult, Gottingen 1921; M. ALBERTs,.Die synoptischen Streit-·


gespriiche. Ein Beitrag zur Formgeschichte des Urchristentums, Berlin 1920; R. BULTc
MANN, Die Geschichte der synoptischen Tradition, Gottingen 1921.
47 In Religion in Geschichie und Gegenwart due discepoli di Bultmann offrono

una sintesi delle «forme» presenti nel Nuovo Testamento: G. BORNKAMM, «Formen
und Gattungen, II. Im NT», in RGG Il, Ti.ibingen 1958, 999-1005; E, Kii.sEMANN,
«Liturgische Forineln im NT», in RGG. II, Ti.ibingen 1958, 993-999.
48 A partire dal suo Der Romerbrief, Bem 1919. La versione italiana è uscita
presso Feltrine!li, Milano 1962. . .
49 G. Kittelaveva studiato i rapportifra il tardo giudaismo palestinese e il cristia"
nesimo primitivo (Die Probleme des paliistinischen Spiitjudentums und das Urchristenc
tum, Stuttgart 1926), ma nel progetto del Grande Lessico del Nuovo Testamento(è il
titolo della traduzione. italiana) teorizza la necessità di prendere in consideraziope la
religione e la cultura sia dell'ambiente giudaico-palestinese sia di quello ellen.isticCI(
50 Joachim Jeremias è uno degli autori tedeschi più noti al pubblicoitaliano per
l'impegno editoriale della Paideia di Brescia. Particolarmente noti sono Leparabole '
di Gesù (1967) e Teologia del Nuovo Testamento, I. La predicazione di Gesù(l972); .,,
ma anche opere brevi, come Il problemadel Gesù storico (l964t . ·/
51 Avevo illustrato brevemente il problema ei momenti principali dellasuatrat"
tazione su Parole di vita 20(1975), 285c3l2: Gesù della storia, Cristo viv~nte e poi sl1
'}~

204
j·.<ipet()do 1llorfocritico, i dati di una ricerca ;di storia .delle relìgioni
;:;c~n.dottàsoprattutto nell'ambito prima delle religioni misteriche e
;·.,. ·p&idella:gnòsì antica, e infine la sensibilità e la provocazione di un
><esistenzialismo attualizzante, per dare al problema del Gesù storico
<;fina delle risposte più commoventi e più radicalmente minimizianti,
(_ ·'nducendo tutto ciò che è conoscib,ile dì Gesù a un progetto demitiz-
'zat6, èhe vede in lui non tanto il fondatore· divino del cristianesimo
quanto il figlìo dell'ebraismo, maestro del popolò; morto in croce
1,Jer rin.intento di redenzione che vienerealizzato da Dio in occasio-
)1e dèll'atto decisionale della fede dell'uomo che risponde positiva-
)nè'11te 'a11'invito del kerygma. 52
Glian.ni attorno all'ultimo conflitto mondiale portarono a matu-
rf(ii()neqµesta complessa proposta metodologica e tematica, che co-
nobbe una diffusione mondiale nei decenni 50, 60 e lniZi~ 70. 53 Nel
'~attehipo si.con.eludeva il magistero del caposcuola (Bultlllafin nio-
i 'fi~Ji,11ovantadue anni, nel 1976) e terminava l'insegnamentq univer-
. §i.t~tjo fa prima generazione d~i cosiddettipostbultmanniani. La vi-
Y:~.C;ità eccezionale di questa generazione ~i dimostrò nella eontinua-
(,_i '?,ipI,ie del dialogo non solo còn le discipliny propriamente ausiliarie
· , 3:{éil/esegesi, ma anche con la riflessione filosofica, che da sempre nel
'.;) >;!À9~do tedesco Jl1etteva in questione la teologia ma anche se ne Ia~
,. ,sç°~<1,ya. stimolare. Nom1 particolarmente noti sono quelli di Ernst
i';' ;f~çJi,s, Gerhard Ebeling e - con maggior volume di interventi nella
·'· A:i:çe.rca neotestamentaria ,.,. Hans Cpnzelmann, Giinther Bom,
· ~aà:un; 54 ·Emst Kasemann e Heinrich Schlier.
j · •\ Gli ultimi due sono noti soprattutto per la revisione correttiva
:,e: Ji~rtata alle posizioni del caposcuola. Ambedue legati da·amicizia
:~:;;~~ ;-.~ ._ ~ :· -
''"· ,_...;·-.-.. -·-:.
f~':_:;-;; :=:'.~::-~::· .

.~i"!,·~~Ìiche~er Theologische Zeitschrift 33(1982), 99-115: Uberlegungen zum neueren


•"'ii:;)Stand der Leben-Jesu-Forschung(con bibliografia recente). M. DIBELIUS, Jesus, Ber-
"'i''::/liii, 1939; ID., Aufsiitze zur Apostelgeschichte, Gottingen 1951.
i:,:;:>; 52 Fra le opere più rappresentative di R. Bultmann si veda: Jesus, Berlin 1926;
'?\t'.(!lqllben und Verstehen, Tiibingen: 1:)933, II: 1952; Das Urchristentumim Rahmen
·::hLlfer.: ~'ltiken Religionen, Ziirich 1949; Theologie des Neuen Tesiaments, Tiibingen
~·: 'AW48;,La discussione su Bultmann, orain declino, aveva assunto proporiioni enormi.
~;;~;;;'R .Marlé fu uno·dei primi critici in ambito neolatino: Bultmann et l'interprétation du
',;,.2.N_ouveau Testament, Paris 1956.
0t1:{y,~'i)i-~' Èilinoinento della «nuova ermeneutièa». Cf, J.M. RoBINSON~J.B. CoBB, I>ìe
~/)iif1p.1eHenizeneutik, (Neuland in derTheologie2), ZiirichcStuttgart 1965; J.M. RoBIN-
. · f/;so1'!~E:.FucHS, La .nuova ermeneutica, Brescia .1967.
· · :uf1 Imitaliano E. FucHs è state> tradotto Hermeneutik (edizione originale nel
54); H~ CoNZELMANN, Teologia del Nuovo Testamento;G. BORNKAMM, Gesù di !o{a-
fete Paolo apostolo di Gesù Cristo presso la Claudiana di Torino e R. BULTMANN,
bb,lematiCa e discassione presso le Edizioni Dehoniane di Bologna.

205
con Erik Peterson, storico delle religioni e del cristianesimo antico
nella facoltà teologica evangelica di Bonn; approdato dopo il suo
passaggio al cattolicesimo alle facoltà pontificie romane, ne subiro-
no diversamente l'influsso. Kasemann, 55 a partire da unfamoso in-
tervento del 1953, rivendicò la fondazione di una più ampia fiducia
nell'attendibilità storiografica della notizia evangelica.su Gesù e: af-
fermò contemporaneamente l'appartenenza allo statuto della. fede
cristiana del riferimento non solo all'affermazione.del kerygma(ri-
cfotto a un punto: il Cristo è morto e risorto) ma anche alla. concre-
tezza diffusa di una notizia che ci propone il «proprio» di uno stjle di
vita da accettare e imitare. Schlier ,56 rimasto prevalentemente nel-
l'ambito della ricerca paolina, propose una rinnovata criteriologia di
lettura dei documenti per un'interpretazione delle origini cristiane.
3. Con i protagonisti cattolici della ricerca biblica il dialog() di-
ventava sempre più sciolto. A partire dalla crisi modeti:iista, che
aveva lasciato tracce dolorose ad esempio nel cammino di Friedrich
Wilhelm Mayer, si giunge ad anni più sereni che permettono un pro:..
fieno scambio di esperienze a lìvello metodologico e tematico, fiti-
ché viene a cadere il sospetto sia verso l'orientanienfo della teoria
delle due fonti in campo sinottico sia verso l'applicazione delfa
Formgeschichte. Si ricordano - fra gli altri - i nomi di Alfred Wikeiù
hauser e Antori Vogtle a Friburgò, Joseph Schinid e Otto Kuss a
Monaco, Franz Mussner a Regensbùrg, Wilhelm Thiisirig a Mii.ne.
ster, Rudolf Schnackenburg a Wiirzburg, Heintich Zìmmermarin.i
Paderborn. I loro ambiti di lavoro privilegiavano a volte la ~<stOrì:f.
della redazione» (Schelkle), la critica testuale con la critica letteraria
(Schmid.e Schiirmann), la critica storica (Vogtle),il rapporto fra
pensiero cristiano e pensiero ellenistico (Kuss); la proqlematicam~­
todologica (H. Zimmermann), la teologia del Nuovo Testamenfo
(Thusing) o l'applicazione di un'esegesi a tutto campo (Schnac-
kenburg e Mussner). 57 Il clima del concilio Vaticano II ha favori!.~
una distensione piena nel programma di lavoro.. c:i.

55 L'editore Marietti ha pubblicato una selezione degli studi contenuti in Exegetp:


sche Versuche und Besinnungen; mentre la Claudiana ha tradotto le brevi sintesi'(le)ò'
pensiero giovanneo· e paolino. . .·. ··Ai
56 Oltre ai tre grandi commentari di Galati, Efesini e Romani (tutti presso;Pai~;.
deia, come pure quello minore sui Tessalonicesi), sono stati tradotti, presso llMtllin().
e Paideia, i tre volumi della sua raccolta .di articoli. . . <;1k''\
57 Tutti questi autori sono conosciuti in Italia per i loro apprezzati contributi:ra;
1
Metodologia del Nuovo Testamento di Zimmermann (presso Marietti), Ie Introdu:Ziq~·~
ni al Nuovo Testamentò di Wikenhauser-Schmid e di Schelkle, i commentari di)Vì~"
kenhauser, Schmid, Kuss, SchUrmann,Mussner, Gnilb,Pesch; studi vari diVogtl~·'
Thilsing, Schnackenburg, G. Lohfink, ··,;:\:ì
--~.::·~r~·

206
...:· y · 4>1\ conclusione di questo paragrafo sarebbe utile enumerare le
·~tiµttlJl"e'editoriali che hanno Sb§tenuto il lav()ro della ricerca (çase
/~dittici, collane,.riviste ... ). L'abbondanza; interra tedesca, eleva-
. ria'Zioni introdotte dalla divisione susseguita alla seconda guerra
lriòndìàle e ricomposta solo in questi ultimianhi non lo permettono.
Segnaliamo solo le riviste più note: in campo ey:angelico sorgono
. ,Zeitschriftfut die. alttestàmentliche WissenschaftéZeitschriftfur die
fieutèstarrientliche Wissenschaft, ambedue pressoWaltetde·.Gruyter
di'·Berlino; in campo cattolico Biblische Zeitschrift; presso Ferdi-
J:I:and··Schoeningh di Paderbom~ ·

Ì <Nella prassi pastorale58


, ,.J, L::t pn~senza delfo facoltà teologiche nelle unìversità•di stato fa
>$.Ì,C1J.e ilgrande tI"avaglio vissuto dallé scuole di ricerca btblica nman-'
/g~ S('linpfe un fenomeno di vissuto ecclesiale. Stranamente, ma coe-
.w~'tt:w1ente,l'ìpotes~ di mio studio d.elleorigihi cristiane indifferente
i~~,qJ.la}siasi cqinvolgimento co~1 unimp~gno ~'interno del cris.tiane-
~,cg~~·s.ifa strada e cominciaa.reaj,izzarsi .prim,ain nazioni che meno
~,(> ')!() .part('lcipato al dibattito teologico innescato dall~illumini,smo,
· · \dl,iç imlla sci,à dell'ondata anticlericàle hanno consumato la sepa~
jo~y-·cieldisçòrso teologico. da quello universitario, dal quale la
.. •. nza dell'istanza ~cclesiastica era .completamente esclusa.
;i#ilk.\~()n fu questo il caso dei paesi di lingua tedesca, che pur nella
>"''.·' ~rizl't•di polemiche accesissime non rinnegarono ma! il debito che
;• , ~60ltà teologiche hanno verso la vita delle chiese. Dalle facoltà
~,;~~~g()no·preparati i. mihistri delle chiese, nelle facoltà hanno un
\)h~t[~9pepoterèdi intervento ledirigenze delle chiese. Anche quan-
iL '. ·"': :· ·te:rvento di queste è gìudicato intrusione' irrispettosa, il princi-
::}fl.èl1a collateralità. continua a essere riconosciuto, magari «ob-
. }élièbllò». È' fa ragione che ha garantito mia carica di «pastoralità»
\i;~iì.~Iieàll~ posizioni piùdissacranti'di'ògniforma di teologia «razio-
;~>;,s ed è il sottinteso su cui si mossetutta la furiosa discussione
iifiégçilisfno, inparticolar~ yerso la facoltà protestante di Tubin~
·anàpe~alizZaziOne accademicadi David Friedrich Strauss.
'ç~~rrie ··è facile attenderci, però m()lteinizìativeper ·una ripresa
' anone biblica furono slegate dagli ambientr universitari. 11

~·$(;'D:uµa più grande di notizie è stat~ dedotta él,a P. COLONGE, «l'.résence de


fi!A':llemagrie» i in SAVART ~ .ALETI1, Le monde,133~159. Altre, da pubblica"
e da esperienza diretta.

207
protestantesimo assiste a una concentrazione di sforzi di rinnova-
mento - magari. di segno e orientamento. non sempre convergente '-:-
che parte forse dal sermone liturgico .e si orienta soprattutto. alle
nuove iniziative dell '«ora biblica», del «circolo biblico», delle «SCUO"
le bibliche», per giungere alle varie organizzazioni di «societàbibli~
che».
Alcuni di questi titoli esprimono anche oggi realtà vive, con
un'applicazione estesa a volte anche all'ambito cattolico. LaBibel-
stunde, ora biblica, rappresenta forse la più varia proposta di cate~
chesi e le società bibliche hanno concentrato, sia da parte evangelica
sia da parte cattolica, il loro impegno organizzativo nel centro di
Stoccarda a partire dalla Wurttembergische Bibelanstalt e dal Kathò-
lisches Bibelwerk. La prima (evangelica) ha raccolto l'ereditàditen~
tativi iniziati fin dal primo. '700 ·(del 171 Oè Ia Bibelanstaltdi Halle) e ·
dall'impulso proveniente dalla British and Foreign Bible SoCietji
(fondata a Londra nel 1804).
3. La seconda (cattolica) ha pur essa in qualche modoVecchi
precedenti in campo cattolico. Gli inizi del sec, XIX avevano visto
un forte interessamento per una catechesi,biblica, sostetnita soprat~. ···
tutto in Westfalia e in Baviera dalle opere rispettivamente di Bern~ ·
-:~i
hard Overberg e Johann Mìchael Sailer, più pastoralisti che biblisti;' ... \
seguiti da discepoli influenti fino alle soglie< del Vaticano l. Stm~ . ;
menti pratici furono individuati nell'organizzazione di società biblH .'~'.
che e nell'impegno di diffusione popolare del testo biblico anche ht/;:')
ambito cattolico. Del testo biblico furono curate· alcune nuove fra"·'.~È
duzioni: particolare .importanza assunsero soprattutto quelle del('~'
benedettino Leander van Esse dell'allievo di Sailer,Joseph Franz':t~
von Allioli. ./']''
All'inizio del nostro periodo, nella seconda metà del sec. XIX;,.;;,
questa tendenza sembrava affievolita, a causa di alcune misure pres~.:BJ.
dall'autorità romana. La traduzione del Nuovo Testamento di V~ri<'.~~:
Ess venne proibita a pochi anni dalla sua COD1parsa (a differenza:<fi·!.:~
quella - ancora di Van Ess - dell'Antico Testamento), così con:i.~j~J
venne soppr~ssa la società biblica di Ratisbona e osteggiata queH~.~i,·'.;~!
Heiligenstadt. Si vedeva. un pericolo in unaformad.i collabor~io~.~;\~Ì
tra organizzazioni evangeliche e cattoliche per l'impossibilità d!H~i
mantenere la chiarezza sui principi e il controllo sull'attendibilità A
testi. · '
La catechesi si orientò maggiormente su formule sistematiche
sede privilegiata per l'interessamento biblico rimase la lìturgia.·ç
movimento liturgico appunto coincise anche. il rinnovamento ·
blico.

208
))\cD()wgli anni della•prima gi.ierra mondiale giunse amaturazione
i,lp:[ogetto· di .un «movimento biblico cattolica». Approvato dal ve~
.scovo di Rottenburg (la diocesia cui appartiene ancora oggi Stoccar~
qaJnelsettembre del 1933, dovette.presto mutare il nome in «Opera
bibliCà cattolica» (Werk), perché nella Germania del Terzo Reich
solo il nazionalsocialismo poteva chiamarsi «movimento» (Bewe-
gung)~ In questa nuova forma trascorsero in un crescendo di iniziati-
yécgli arini della, guerra e del primo dopoguerra, per giungere alla
fondazione di un'editrice di ottima qualificazione, anche scientifica .
.~n«Opera» tedesca sono strettamente. collegate quella austriaca. é
gµellasvizzera e tutte e tre si esprimono attraverso due riviste: Bibel
fl~d.Kirthèe'Bibel heute (<<Bibbfa e chiesa» e «Bibbia oggi»). In Au-
·.~tl:ill'.; paese del grande riformatore liturgico PiusParsch, "iene pub"
'<?lig(lta Bibelwid Lititrgie («Bibbia e liturgia»). In tempi più vicini a
•q;?iFattività del KBW si è. arricchita conJe Biblische Reisen, pro-
;gra,11lIIlazione e organizzazione di viaggi prevalentemente nei paesi
hiblièi.
<f .4. Intanto si andavano intensificando i contatti ecumenici: a par"
;ffrè.~iilla Okumenische Arbeitsgemeinschaf( fiir Bibellesen (comuni-
.f~\eçµmenica di lavoro per la lettura della Bibbia) molte iniziative
·:i1'òJ1oprese assieme e anche le varie editrici cominciarono a offrire
.:g~pÌJ(llità ad autori di ambedue le estrazioni. Non è invece riuscito
~:Y,1-r~~~tativo di traduzione ecumenica della B!bbia, anche se la Ein-
S;~gi.isqbersetzung era stata impostata con questaintenzione (di parte
'1'~~tt(>lica)~
'.3i;~~~;)l::,'appuntamento con il concilio Vaticano llvedeva là cristianità
f; '·. ·.• scaintensione di interesse e di iniziative perJ'ascolto della Bib-
, . }'anche se nonnecessariamente il volume dei programmi corri-
è~:P,~~deva à una serena armonia di presupposti nell'adottare una
:~~q~gu(lta•.pastorale·. . corrispondente.
;;~?4'._~;.:~~::j.:<-
:·i·:

.sR.OBLEMATICA, RICERCA
.....· APOSTOLATO BIBLICO IN FRANCIA
~C<)ndo interlocutore naturale dell'esegesi italiana nell'ultimo
lb.è il mondo francese. Gli elementi di connaturalità si ritrovano
··sµi;a .. d~l tuito prefe:r:enziale: vicinanza linguistica, costante
::fo·•di modelli ( c~n forte prevalenza, unidirezionale, in epoca
j~., cl~~a··Frància all'Italia), analogfa .di sensibilità, sitllazione
~9.sa C<)n 'prevalenza cattolica, problematiche culturali non mol,
:-: ..:•·,·

209
to distanti. La stessa differenza rispettivamente tra la situazione
francese e italiana e quella tedesca favoriva il.dialogo fra Italia e
Francia ..
Nella nazione d'oltralpe a metà. del sec. XIX l'università: non è
sede particolarmente vivace di ricerca in campo biblico e non fa stu-
pire che scarseggino grandi personalità e grandi scuole di·ricerca.
Ma è pur sempre in questo paese che aveva avutoluogoYesperienza
di Richard Simon, il precursore del metodo storico-critico>Sel'isti-
tuzione universitaria e la struttura di ricerca non è paragonabile a
quella tedesca, le esigenze del dialogoculturaleacceleranolaforma-
zione di correnti di riflessione che raggiungeranno lamassimaconsa~
pevolezza, e anche lo stato dì crjsi, nel periodo del dibattito moder-
nista.
1. Possiamo far iniziare il nostro. spe:zZone dì storia59 da due date
indicative: nel 1863 Joseph-Ernest Renan pubblica la sua Vita di Ge.,
sù e nel 1875 (12 luglio) la legge sulla libertà nell'insegnamento su~
periore dà via libera al costituirsi in Francia di istituti teologici dina-
tura universitaria.
L'opera di Renan (1823-1892) 60 è un tipico fenomeno del suo
tenwo, accolta con eccezionale attenzione e reazioni di segno con.,
trario. Non l'originalità giustifica la sua fortuna, mail quadroideo-
logico e l'intensa partecipazione personale del suo autore, messi al
servizio di una trattazione che sintetizza decenni di discussiçmi(av--
venute soprattutto in Germania, e di cui si è già fatto cenno) e dà y_o-
ce a una corrente culturale particolarmente sensibilizZata a questi'dic
battiti. Il libro prende posto in un vasto programma di «storia delle
origini del cristianesimo» ed è composto da un autore che non sofo
propone tematiche e orientamenti risolutivi presenti da circa un se.;
colo nella polemica e nella ricercatedesca, ma anche si caratterizza
come esponente di una classe dLstudiosi che dalla loro estrazione
tradizionale (cattolica). non si sono sentiti sufficientemente preparati
a rispondere alle problematiche emergenti a seguito delle recentiac-
quisizioni di. conoscenze storiche sull'antico driente. Non fu su:ffi:i
ciente c,tie uri'a parte della polemica evidenziasse la pioveriienza più
ideologica che storica o filologica di alcune posizioni tipiche di Re7

59 SAVART-A,LETil, Le monde, offrorio la sintesi più aggiornata e completa di noi


tizie sulla situazione francese, sulla quale si concentra l'att;enzione del vol\lllle .. _Si.)lc:tf~
da pure J. LEVJE, La Bible parole humaine et message de Dieu; Paris:LouvainJ9:,5?:~
60 La sintesi più recente' di .notizie su Rerian è offerta da Y. MARcHAssoN'i «R~:
nan (Joseph-Emest)», in DBS, X; fascic. 55, 277"344. ...

210
-V:a.n·;~!;perchéla sua opera, comunque fosse interpretata, sortì-l'ef-
Aetto :di stimolare l'impegno di numerosi studiosi al mondo dell' o~
Jjenta,listica, -dell'archeologia .e discipline sussidiarie .
.••. , , Le facqltà- teologiche presso istituziqni universitarie-non statali,
:!:i.pç):ie se. perla penuria dimezziebbero difficoltà a superare pr:opor,.
(zj.011i quantitatjve modeste e .per ht separazione dalle università do-
y~~~ero assumersialcuneconseguenzedeH'isolamento .(ma continua~
.Yajlq:mfrqnto con insegnamenti analqgbi tenuti aLCollège de Fran~
~é-e all'Ecole Pratique des .Hautes Etudes), produssero qttimi stu~
:cHosi e detter:o origine a iniziative editoriali d! notevole pregio. L'In-
#~ttit.çatholìque diPari~i er:a sorto senza la facoltà di teologia, ma
,gi~ prima _del i~80 essa fu eretta, in seguito a pressioni da parte di
''R-_pmà. 62 Intantq venivano fondati pure quello di Lille e quello di
· I;fohe (mentre già nel 1835 aveva rip'resol'attivitàl'università catto-
:ij'C~diLovanfo, che in questonqstro dopoguerra SI è divisa, per qare
•,'8'ri~ne:a1 ramo vallone di Louvain~la~rieuve), nel 1877 è la volta di
\~ll.gers, nel 1889 diToulouse. In qualche modo è ancoràemahazio-
.'Ìle;Cij·questo ìnovimerito l'università di Sari Giuseppe fondata a Bei-
-· 'ruf nel 1881.
i 0 ·Un peso particolare assumerà un altro istituto di ricerca fondato
·éilfestero, l'Ecole bibliqlie et archéologique di Gerusalemme. La
,sorte di-questo istituto sembra coincidere, nei suoiprimi cinquan-
O:·~I1tili.1, con quella del suo fondatore,· il domenicano Marie~Joseph
[\Jl:.agrange• (1855-1938) .63 U 15 novembre 1890 venne inaugurata,
.;frpressoil convento di SL Etiennea Gerusalemme; FEcole biblique
.f'·J<ìbe.;.da modestissimi inizi, pervenne ben- presto a una funzione di
;;: rtlfi.inaria)mportanza, anche gr;p;ie alla pubblicazione-di Revue.Bibli~
i\!W1µ_e-(ilprimo P'llmer:o uscì «VersoJaJine di dicembre 1891» presso
(i.:'J1e«UtoreLethielleux). 64
.~;};;"·;'·

;i:i\:~·_;_-.::_.,--
- ------
v·::._ - 6~ q. per tutti, in epoca vicina a noi, c. T'REsMONTANT, La crise moderniste, Pa-
:w_Q81979, 14-35.
;: ~;'<~:( 62 Per-gli «lstitutì èattolici»<francesi si trovano cenrii in LEVIE, La Bible, 47 e in
"'{$:/:FER.RARJ.,Lasoppressione delle Facoltà di Teologia nelle Università diStato in Ita-
,_,~~J.iif?"J3t~da 1968, •32 (con qualche variazione nelle date nei confronti di.Levie). Altri
;;_,/t~ri~,s~sso, negli autori che. si occupano del modernismo francese:- per es. E. Pou-
if0".~r;•Stor{a dogma e.critica nella crisimodernistica, Brescia 1967, 14. Cf. pure C.
~:{;\'~çrsAI:.D, <<Vexégèse ·catholique. au moment de Ja -crise moderniste», .in SAVART -
;li',~'4J';)l1'rl,Le monde, 387-439 (qui 413-417), per Parigi e Tolosa.
téi'!" . > ~ La. documentazione più commovente è offerta dallo stesso protagonista in Il
t;.e;Lagrange a/servizio della Bibbia. Ricordi personali, (prefazione_ di P .. Benoit),
· tra•J969,
·- f.La data precisa è riferita dallo stes,so LAGRANGll, Il Padre Lagrange, 42, notan-
}quasi ·coincidenza con .il lancio dell'.Enseignement Bib!ique di Loisy; avvenuto
iif~he mese più tardi.

211
Le pubblicazioni che compaiono in questo clima sono nqmetose.
Sul versante dei «liberi pensatori» e dei «protestanti liberali» si ri-
cordano in particolare le opere di E.Renane di Albert e JeanRevil-
le e Auguste e Paul Sabatier. 65 Sul versante cattolico hanno partico-
lare influsso i manuali di F. Vigouroux (e prima di L-B. Glaite),
mentre in risposta a Renan appare una serie di «vite di Gesù». Ne
sono autori Fouard (1879), Le Camus (1833), Didon (1890), Lesetre
(1892). Monumentale divenne il Cursus Scripturiie Sacrae pubblica-
to a Parigi sotto la direzione dei tre gesuiti tedeschi E. Còmely, J.
Knabenbauer, Fr. von Humnielauer, con inizfo delle pubblicazioni
nel 1886 (ma l'introduzione del Comely inìiìa'l'anno precedente). 66
Qualche anno piU tardi la collana dì Etudes Bibliques affiancherà fa
rivista dell'Ecole biblique, mentre F. Vigouroux dà inizio al Dfc-
tionnaire de la Bible, opera enciclopedica che si prolungherà nei de-
cenni con il Supplément (presso Letou.zey et Ané), tuttora in co:rso
di pubblicazione.
2. Coetaneo del Lagrange è Alfred-Firmin Loisy (18574940),
forse la figura più tipica della trepida stagione 'della ricerca biblica
francese nel periodo che corre dal pontificato di LeoneXIffagli an_,
nifra le due guerre mondialL 67 Studi a Chalons e all'Institut Catholi-
que di Parigi, insegnamento all'Insti.tut Catholique (1882~1893, M~­
guito dall'interludio 1893-1899 presso le domenicane diNeuilly), al-
l'Ecole Pratique desHautes Etudes (1900, per breve tempo, con una
ripresa negli ultimi anni) e al Collège de France (dal 1909 al pensio~
namento), pubblicazioni numerose in campo di critica biblica, origi- ,
ni del cristianesimo, storia delle religioni: sono i titoli scarnì di unac_:;)
carriera che è stata notevolissima in campo scientifico, ma ha pure .·:;.
avuto risvolti umani non meno importanti anche per le sorti della ;:·<:: :'i
scienza biblica in Francia e in Italia.
-.:;-:--

65 I due S~batiernon sono parenti fra di loro. Sia Auguste (183~~1901)


siaPaul '.4~
(1858-1928) non sono biblisti e non provengono dalla chiesa cattolica, ma intratteng~":>5;)
no buoni rapporti con la corrente modernista (e Paul anche con membri. dell~ gerar- ;:;~
chia) e influiscono su di essa con la loro filosofia e con il loro orientamento di ricerca. C:f4
Per Renan, i Reville, i Sabatier, documentazione presso C. THEOBALD, «L'e_xégèse», -<i
410-413. ?iii:
66 Documentazione presso LEVIE, La Bible, 48-49. '.'../0
67 «Vigouroux, Lagrange, Loisy: ricordare questi nomi significa evocare quant9:-ii~
diverse furono le piste.percorse dall'esegesi in campo cattolico, e come la«questiorie;--;f~
biblica» suscitasse divergenze, polemiche, incomprensioni; in sostanza quanto questi '\J4
problemi fossero nuovi e sorprendenti e privi di tracciato epistemologico peru:na eri~;;;~:~
cleazione e soluzione» (ZAMBARBIERI, Cattolicesimo, 61). . :.;;;'Jl

212 -Ì~J~
Loìsy è allievo e protetto di L.Duchesne, allievo e collaboratore
di;F. Vigouroux,· amico del vescovo E.J. Mignot e di H. Bremond,
M; Hébert e del barone Fr. vonHiigel, corrispondente di M.-J. La-
grange e degli italiani E. Gismondi, G. Genocchi, G. Semeria. Tan-
~ò interessamento è dovuto a un fascino che proviene dall'uomo e
dalla causa con cui viene identificato e poi dalla vicenda da Iui vissu-
èi.iri seno a una chiesa che è non solo ambiente di vita ma anche in-
terlocutrice e - nella sua intenzione - beneficìaria del suo lavorò di
ricerca .
.· Tutto cìò che egli produce desta interesse e diventa motivo di di-
b~Wto: il penodico L' enseignement biblique, i Livres fouges (a par-
tire da L' Evangile et l' Eglise e Etudes évangéliques, ambedue del
.1902), gli studi introduttori sulla storia del canone anticot~st.amenta­
ric> e neotestamentario e del testo e versioni dell'Antico Testamento
J1890•1S92), gli studi sulla «crisi della fede deII'epoca presenti>>, i
:e commenti al Vangelo di Giovanni (1903) e ai Sinottici (1908) e nel-
''\)',ùltimo trentennio molti lavori sulla religione cristiana e sulla storia
r .q~lle religioni e ancora monografie su argomenti e. testi soprattutto
!:'. .fteotestamentarL
;;,. A causa deila controversia modernista la vita di Loisy non si ca-
t(~'.; ·-ratterizzò soltanto corrie una vicenda di ricerca scientifica ma assunc
, se la dimensione di eccezionale evento della religiosità68 e di rappor-
F';to personale con la chiesa cattolica. Molto più che le analisi dei testi
ti:'< e le posizioni prese nelle questioni di introduzione biblica (magari
., >#estinate a tramontare ma opinabili e di fatto ricalcate, alcune, sen-
@;;:;f~;.scaridalo nel torno di qualche decennio da altri studiosi), solleva~
~i->Ò~Pii.o riserve le 'impostazioni assunte di fronte alla «questione bibli-
~;,;fi;a_», Sl!Scitata daì problemi di inerranza particolarmente evidenziati
i'.·f>;jJ'filla nuova mentalità scientifica a confronto con un'esegesi che nel-
4i.j;;:,:Ia;r.iraciiZionalità vedeva ovunque una questione di principio. 69
iff,:rr~:··>È nota la difficoltà di descrivere con precìsioneil modernismo.
~i;~~iitf~ome è di origine italiana; l'aiea geografica, da esso interessata,

,~~:"'.0 A.R. Vmu•, A V,,,;,ry of CMholl' ModemU•, C.mbridg< 1970, 4{) rioonfa
·icèJit; Loisy, secondo una sua confidenza, perse la sua fede attorno al 1886. Ma il senso
i'.dfrqtieUa corifessione deve essere. precisato.
;:,:5\-:c·,W Per una visione sistematica del pensiero di .Loisy, nel tentativo di conciliare
rantjca fede con itempinuovi(in un confronto con le:;soluzioni pr9_poste da H. New-
jl.11); si veda J, BoHM,· Dogma wid Geschichte; Systematische Uberleglingen zum
/i6bl~m der Dogmenentwicklung in der Auseinandersetzung zwischen Alfred Loisy
· ':dem Lehramt der katholischen Kirche, Bad Honnef 1987. L'opera offre una re,
.nte rièerca, condotta a Monaco alla scuola di L. Scheffczyk.

213
assai estesa, ma con «terreno di elezione» in Francia;70 la stessa
ideologia -.e addirittura il rapporto conil magistero ecclesiastico'-
sono interpretati in modo divers.o daì protagonisti. Ma un ele111ento
comune è innegabile.
Pur nascendo in un ambiente dalle forti preoccupazìqni apqloge-
tiche, il modernismo è - paradossalmente - frutto.del -dialogo fra la
teologia e la ricerca critica, di un'apertura a quel «pr9testantesinlo
cattolico» che caratterizza sempre piùi rapporti con il IIlagistero ro-
mano e - almeno in Francia - a quella religione della borghesia che
si eleva su quella popolare, .rifiutando la, tutela clericale, 71
Per la Francia èforse possibile dife che'ambienteprossimodi in-
cubazione della ricerca modernistafu là scuola di Duchesne all'Iilstì.:.
tut catholique di Parigì. Si. è parlato delle «dlle ali dibuchesne»:l'a~
la sinistra fu rappresentata da·Loisy, la destra da Ba:tiffol, LagJ:ange
e la sua scuola, Delehaye e i. bollandisti di Bruxelles, Grari.drnaison,
Chevalier. E. Poulat ci vedrebbe addirittura Benigni, àliireno per
l'aspetto del suo insegnamento di storia della chiesa àntica}2
Questi nomi non si riferiscono solo alla categoria dei biblisti, ma
hanno in comune l'adozione d'un serio metodo tritico nello stUdfo
delle fonti e delle vicende della chìesa nascente e della storia del cri'"
stianesimo. Unamoderataformulazionedi questiprìncipi, applicati '
al campo biblico, si trova in La méthode historiquedi M.-J. La"-·)\'.
grange. 73 ·:;

.···.;.
;.-;

70 L'espressione è di PouLAT, Crisi, 13, che ne condensa i motivi in una descrizicF :·.I;
ne spesso riprodotta: in Francia il modernismo «ha il suo personaggio eponimo, Lok ;;
sy, il suo precursore, Duchesrie, i suoi filosofi, Héberte soprattutto Edciilard Le RoY:;
i suoi specialisti, fra i quali in prima fila spicca Tuimd, il silo inoderatoie, incinsi~rior
Mignot, 'arcivescovo di Alby, il suo pubblicista e storiografo, Houtin, isuoi informa)'..····
tori e propagandisti, il suo editore, Emile Nourry;. i suoi orgalli, riviste amiche e gi9!:- ,.
nati devoti ... In Francia ·il modernismo trova i suoi adepti e i suoi simpatizianti; il·su'i;>;iL
terz' ordine, con Paul Sabatier e Paul Desjardins, protestante liberale il primo; e il s'C~~''.:!i
condo "ultracristiano"; e perfino il suo vescovo, per così dire, monsignor ~acroiJc; che}))
si dimise dalla propria sede di Tarantasia dopo avere promulgato nella diocesi re11cF;cf'i
elica Pascendi». Sembra che Pio X chiamasse il modernismo «mal francese» (VroÌ.IiR',<i.;,;
A Variety, 20). Sarebbe interessante una verifica parallela sulla situa,zione italiana','''3i
che visse - sia pure con caratteristiche diverse, come vedremo - la,crisi conanalogà~?,]
partecipazione, - . . ;~Nfi
71 La tei:minologia è suggerita da E. PoULAT, Modernistica. Horizonsphysiontje;~d
mies débats, Paris 1982, 13-15. . . , '>;;;;,;:;i
72 PouLAT, Modernistica., 12. Su mons. Benigni torneremoìper il moderniSni9i';::ì
italiano, ma intanto si veda A ZAMBARBIERI, Il cattolicesimo tra crisi e rinno11amèntq'ip~';~i
Ernesto Buonaiuti ed Enrico Rosa nella prima fase della polemica modernista, Br. '- ··"-· ·•·
1979, 149-154.
73 Uscita a Parigi nel 1903 e·contenente il testo di·una serie di _conferenze.te
a Tolosa. Il libro procurò all'autore critiche e noie, di cui egli si difenderà neWaµ'tO,;.
biografia. Si veda LAGRANGE, Il Padre Lagrange, 166cl70 e passim. · ·'

214
>~i/'Gon .• esçlusivo :r:iferimento.aLcampo ·biblico si muove···un'analisi
~\illl:r'Sifuazi()ne della rice:r:ca,e della sua problematica pubblicata.· dal
·f~tfofo. dell'Institut catholique di:Parigi, monsignor d'Hulst (Mauri•
~é·Lesage d'Hauteroche d'Hulst: 1841-1896)il 25 gennaio 1893 còl
titoloLa question btbliqué. ILproblema affrontato era:quello degli
«èirdri» biblici e si verifica:variole modalità e gli atteggiamenti con
éUi:'gli studiosi accostavano quegli'errori. Fautore pensava di potere
i4entificaretre scuole: contrapposte tra di loro erano quelfache pro-
c::~de\ia col metodo tradizionale (secondo il più stretto concetto. di
'.lsp1taiioile e con sistema totalmente concordista) e quella chiamata
~<1,~rga», che di~tiriguevatra quanto nella Bibbia riguarda la fede e i
.-~8s'fr1mi(esu cui so IO si portafispirazione) e tutto il resto (che non è
~é:iispifatò né rivelato). Amezza strada, con intento conciliante, si
~';irébbe ·trovata fa scuola media. '
0Efo4nche se Loisy non si riconoscevain quella descrizione della
i~$uòlafarga (che mancava del concetto di relatività storica della ve·
rI-!~'J?ib,lica), 74 .fu subito additato dall'opinione pubbliCa come il suo
''.p!:ù'it1pico rappresentante. Per un decennio la sua posizione potè an-
's.~ra essere interpretata in maniere differenti', addirittura opposte,
:·#'~clleH902 ( anovembre) il piccolo libro L'E vangile etl' Eglise, se-
fag,'µJ.fonel 1903 da una sp~cie ·di commento Autour d'unpetitlivre (il
/s~c.ondò•«volumetto rosso»),. portò la chiarezza. definitiva.75
~{. Occasione del libro era stata la comparsa, due anni prima, del-
,.'.$'[ls.SSertza del cristianesimo di A. von Hamack. 76 Loisy risponde al-
:-1:;;_~!-~~!:,_:--:·

~;·}~~)\:;:::;.. ;' .-.,,. ;· :

/;;,;'C. Loisy stesso nelle sue Mémoirs pour sevir àl'histoire religieuse de notre temps,
,oµ; 'P!!Ps 193.0-1931; offre quella che egli vuole. fa!e accettare· come intc;:rpretazio-
uten,µcadisé. La distanza dagli avveilimenti e qualche possibile confronto con te-
i)µìailZedi altra provenienza giustificano•a volte qualche dubbio. Loisy ha altri in-
x#,tiaP:tobiografici (speciitJ,menteChoses po.ssées, Paris -1913); inolµe è particolar~
·~~gata a s)lc;: c9nfidenze I'ppera che egli paradossalmente meno desiderava di
p)l~blicata e che di fatto compa!ve oolo venti anni dopo la sua morte: A. Hou-
!i'B:rr.A1JX,Alfred L<iisy.Sa vie, son oeuvre; Paris 1960.. Curatore ne.fu Emile
fli..e.,v~,inserl la<~bibliogr;ifja .,sistematica deill1vori cii l,oisy (267 titoli); pp.
>>:'~ uri'ulteriòre apiJendire di .indicaiioni bibliografiche dei personaggi coin-
.. 1vìcend11 del protagonista (pp. 352~409). ·.•.
'.~ipllò parlar~ cli «chiarezza definitiva» - per LQisy come per altri modc::rnisti -
\senso relativo e con sguardo retrospettivo. PoULAT, Crisi, ciedica.un . capitolo
, . que autocritiche: dall903.al 1931» (pp: 111-122) prqvocaie in Loisy sia cialle
~~ dLllomasiadalle nuove edizioni del primo «librornsso» (l'ultima è del 1914,
~~'. P<>rtilnte nuova present!IZione)e dall'edizione delle Mémoires ,·coritempo-
'q~este ultime è l'intervento di M.•J .. LAGRANGE, M~ Loisyet le Modemisme,
s:4.(ma 1932).
. L)o.s Wesen des Christentuins.

215
l'opera, tradotta in francese da appena sei mesi; con un lavoro che è
mosso da sentimenti vari e le cui finalità si chiariranno all'autore
stesso solo con il passare del tempo:·confutazionè della. visione~di
Harnack, protestante e liberale; difesa del cattolicesimo, ma non di
quello ufficiale (di cui anzi fa a volte una criticagarbata};informan'-
do «senza chiasso il clero cattolico sullo stato reale del problema del-
le origini cristiane». Illuminanti sono anzitutto le spiegazioni che
egli dà nel secondo «libretto rosso», segnalando ia problematica-del
momento, alla quale egli intendein primo luogo rispondere: «Gliin-
terrogàtivi si impongono da sé allo spirito dei contemporanei ...
Questa inquietudine va crescendo da quasi un secòlo; a misura d:ie
nel nostro mondo civilizzato si sviluppa la conoscenza dell'.universo
e quella dell'antichità. Il progresso della scienza pone in termini
nuovi il problema di Dio. Il progresso della storiografia pone in ter-
mini nuovi il problema del Cristo e quello della Chiesa. È questo tri-
plice problema che s'impone all'attenzione dei pensatori cattolici». 77
In sette «lettere» che seguono all'introduzione dellibretto egli
propone in modo sistematico le sue risposte al triplice problema. La
seconda. (indirizzata a un cardinale, Perraud, vescovo di AÙtun}'
tratta della questione biblica, laterza (a un vescovo, Le Camus, di
La Rochelle) della divinità di Cristo, la quinti (a urt apologista cak
tolico, Félix Klein) della .chiesa, e poi ancora dei dogmi e infine del.O
l'istituzione dei sacramenti. È presente tutto il contenzioso ..
L'atteggiamento interiore di Loisy sar~ da lui stesso riassunto,
all'epoca delle Mémoires: «Storicamente parfando, io non ammette-
vo che il Cristo avesse fondato la chiesa né i sacramenti; sostenevo
che i dogmi si erano formati gradualmente e che non erano immuta.7
bili ... ». '
Quanto ne fosse consapevole già nei prirnianni del secolo è diffi:,<
cile dire, mentre è certo che la «positio quaestionis» che egli fa nelJe/
sette famose lettere è per lo più precisa e acuta, Cosìnella questioll~ç;
biblica ègli individua cinque gruppi di problemi: l'integrità dei test!i~
(se il corso ~torico della loro formazione e trasmissicm~ ne abbia ga.~.:
rantito fa sostanziale fedeltà e coerenza interna), l'aiitenticità deiFf:
bri (le circostanze di composizione sono secondarie difronte.ai co~2;'._

71 Il testo citato fa parte dell'introduzione all'opera ed è riportato da PoiJ4~@


Crisi, 165. È eccezionalmente ricca la presentazione non solo delle opere di von Hlµ'A~iJ
nack e Loisy ma anche delle reazioni private e ufficiali provocate da esse (vi sono:~~f!i.
dicate le prime due parti: pp. 38-273). Da essa dipende in gran parte il mio te&~?;:{~

216
tenuti), il ·valore storico delle nàrrazioni (la storia raccontata dalla
'Bibbia è :più una storia della Provvidenza che una storia d'Israele e
nei. Vangeli si deve distinguere tra ricordo primitivo e sviluppo della
dottrina cristiana), lo sviluppo delle idee religiose («la fede non ha
.dimore permanenti quaggiù, ma ha.sempre bisogno cii asili», che bi~
sogna cambiare, quando quelli vecchi non sono più abitabili), l'auto-
nomia della critica (nei confrontidella teologia e del magistero: per
pttenererapporti di buon vicinato, occorre che ognuno rimanga nel-
la propria sfera).)
· Ma se i problemi sono denunciati nella loro reale entità, l'orien-
tamentq della loro soluzione noµ può• non risultare inquietante. Il
~oµtinuo richiamo allo sviluppo delle credenze cristiane, da una loro
:Példice evangelica modesta fino alla costruzione dei dogmi (di cui il
yal!gelo giovanneo dà li.Il primo esempio), ha1o scopo di invitare a
~ra<:}isposizione di superamento, anche oggi, a servizio di un m~n­
q0 che non conosce più quel linguaggio. 78 E qµesto senza una reale
'>$!~lvaguardia del principio della continuità. L'it1curia per.la verifica,
ie.quaJ:~t,osicrede ()ggi abbia,unar(ldic~ direale corrispondenza con
. tjµ(lntò si credeva all'inizio o con quanto accadde aHor:a, non è da at~
· ;~#b.uire a casuale dimenticanza:,· se si pensa che Loisy n<;>n solo ritie-
e
f;t;l~'.il concepitnento verginale di Q.esù la sua risurrezione fatti al di
··~pri.deHa storia, ma in qualche circostanza dichiara non poter cre-
·:dére in essi.
'/';'',.N<>n seguiamo nei dettagli la. vicenda modernista, che sia nella
..pfop1lità degli interessi dei suoi aderenti sianel.lesinte_siproposte dai
.>d(>cumenti pontifici presenta molte altre componenti oltre quella bi-
'\~lica. 79 Sarà sufficiente ricordare la tribolazione di padre Lagrange il
?gJ1ale, pur muovendosi in un quadro di principi ben diversi, ebbe da
·:;,S,pf)':çi:i;~ a causa di sospetti e intrighi, fino a dovertemerè anche per
:~:;!~{~Bt"te di Revue Biblique e della Scuola biblica di Gerusalemme. 80

~j\~'.l~.è~JhSia pur partendo da altri schemi, il programma bultmanniano della demitolo-


(,f;;gi~ione avrebbe detto, nel giro di qualche decennfo, cose molto differenti da que-
)}f,S,!~2-•·~on si sarebbe però trattato di coincidenze intenzionali, dal momento che Loisy
;;<.i;tJ;terieva.possibili adattamenti e mutamenti solo nella struttura deJla chiesa cattolica.
l:l3\'f:r.·:~cfuLAT, crisi, 182.
,., · ·' ;z .PJirna dei fondamentali interventidiE.· Poulat, ai quali fanno torona molte ricer-
:. _ .., qi!1DJ:>an;e negli anni 60. e 70 (accenneremo a quelle italiane), eta comparsa un'opera
;t1aì'sìiite8i, che non ha perso interesse a 60. anni dalla pubblicazione:J. RIVIÈRE, Le moder-
. · .... :l'.Église, Etude .d'histoire religieuse contemporaine,.Paris 1929. Il suo autore
va dalla scuola di P. BatiffQl {1861-1929, anèh'egli discepolo di Puchesile), retto e
... ·.· · .)titut catholique di Tolosa (carica che dovetteJasciare ilei 1908).
~;!Nellf autòbiografia (sopra, n. 63} egli.dedica una parte intera .a queste vicende
f<N'.ei'vòrtici della crisi modernista»; pp. 192-271), culrniiiate nel .1912; «l'anno
'ili:\>~+ con la· sospensione dell'insegnamento per un anno.

-~" 217
Per lo più i documenti romani del 1907sonointerpretati còtr.fun"
zione esclusivamente di freno e di còi1danna. Li si può però anche
vedere in rapporto all'orientamento dato agli studi del periodo sue~
cessivo. Indubbiamente l'ampio raggio di errori che veniva denun~
dato faceva pensare a una loro presenza: estesissima;laconvinzione
di questa estensione spingeva alla ricerca dei portatori dì queste dot-
trine; la smania d'identificazione portava a un clima di sospettì e di
inquisizione, che facilmente sfociava nella denuncia e questa n'On di
rado era seguita da interventi disciplinari. 81 Naturalmente in'questo
clima i ricercatori diventano insicuri e si sentono tarpare le ali.
L'inizio del pontificato di Benedetto XV si preoccupò qi elimi-
nare le .cause (su cui ritorneremo nella seconda parte) di questo nia~
!essere. Restavano i documenti di Pio X: il decreto Lamentabili
(chiamato anche «il nuovo Sillabo»}con le sue 65 proposizioni eon-
dannate, tratte per la maggioranza dalle opere di Lciìsy;'.l'èneiclica
Pascendi dominici gregis, confa descrizione sistemàtìca degli errori
dei modemisti; 82 il motu proprio Praestantia Scripturae Sacrae sul-
l'accettazione a cui sono te1lutì içattolici sia ve~so le deeìS10ni della
Pontificia. comlni~sfone biblica sia verso i clùe documenti antilllode[; .
nisti precederiti. E comprensibile che con la descrizione sistematica ;'.
dì tutti gli errori nessuno dei protagonistidella disprifa di allofa si/,
vedesse identificato,83 ma. certamente qùei documenti èbbetoil PI'y~ .';
gio di segnalare la traiettoria ideale. ché@à era stata seguita è vèrso :'.
la quale contim1a·a orientarsi }'econ,omia interna dei principi che ve:- \!
nivano riassunti nel termine «modernismo». 84 )

81 Uno dei casi limite s'è avuti> in Italia addirittura nei confronti del càrdina:l.An'/!'i
drea Ferrari, arcivescovo di Milano, che ebbe difficoltà.nei ràpp0rti con Pio X, fave':;:;"!
riti da montature di giornali cattolici integristi edallo stesso ambiente vicino al pap~:}é
Proprio questo papa avrebbe poi confessato: «SiII cardinàl Ferrari ci siamo sbli,gliati;~<<!
Sono i risiiltati diuna ricerca di M. Torresin; comparsi a Milano nel 1963esinteti~!'k'i:l
da P. SCOPPOLA, Coscienza religiosa edemòcrazianeltltalia contèinporanea, Bòfogil,à~!''
1966 231-233. . . .. .. , .. ·· • .• . y;H0
Bi PouLAr, Modernistica, dice che «Pie X avait brossé unportrfilt-robot.du IJ]ef~;i~
demisme», dandogli sette volti: .del filosofo, del credente; del teologo, dello stQri<:OV~
del critico, dell'apologista, del riformatore. .. . . .. .·... /:nt.i
83 Anche se, ad es., Buonaiuti confessa a Gallarati-Scotti: «Per conto 'mio, vi tt9::'~;1
vola riproduzione delle mie convinzioni scientifiche e filosofiche più irremovibili»':(#;•2;;
portato da ZAMBARBIERI, Il cattolicesimo; 399). . .. .... / "·,;~)
84 T.M. LooME, LiberalCatholicismReform Catholicism Modemism. A C "'''
bution. to a new orientation in Modernist research, Mainz 1979, offre la più arti:
bibliografia ( «Specialized Bibliographies»; 199-315) stil movimento e la problç ·
modernista in ambito inglese e tedesco: Ma è straordinàriamente utile lapri*ii s
ne, «Bibliografia delle bibliografie» (pp;208-209); .enorme è la quarta sezfone,
«controversia modernista in Germania» (ppc 227"271), mentre Francia e Ita:Jia·i~Q,

218
'-"·:·i.5-:_,\gJ),afun~ion,e assunta da quegli interventi versoil futuro del pen-
;,g;:~!~i9 teoiogico e. anche· della ricerca biblica cattolica85 fu quella di
.Cd~terminare chiaramente .in quale direzione il cammino della ricerca
'>cattolica.n,on sarebbe stato autentico e quali condiZioni 'ne garantis-
:;s~J;q-Fautenticità. Fu il contributo non trascurabile che solo l'autori-
t~1cattolica diede difronte al nuovo sentire nei confronti della Bib-
...{}. iì;tJSLdoveva purtroppo ancora.attendere il contributo positivo che
'. ric()noscesse leJegittime esigenze da cui era originato il nuovo senti-
• .· · ~~j:e .indiGasse le niodalità di una adeguata risposta.
-'L•htfF Concludiamo con un cenno ai biblisti francesi non cattolici. Essi
E.i;.'I,idn,furono coinvolti nella vicenda disciplinare cattolica, anche se
:· ~\}alche studioso protestante fu molto vicino .ai protagonisti delle Vi-
iY;·S~J'lde narrate: èil caso speeiahnente di Paul Sabatier. Ma ~n:che i bi-
:./.J;>J.ist~·ptotestanti sentirono la problematica, anche se da precom-
';}J5[eì:is1oni diverse, come dimostra, ad anni di distanza, Maurice Goc
;;-: gtièns6 .
?,;!"x!:f1]"-J#'ùltima osservazione va alrapporto che legò l'Italia alla Francia
i};jifitques.to.·periodo. Ben più chei contatti personali; che poterono es-
,~~c;'oltivati da pòchi (cbme re terno viaggiatore Fr.. von Hiige1 87 o
· '#riieriii) o si realìi:zarono solo in situazioni eccezionàli (come la
~cipa.zione di Antonio Fogazzaro aL«piccolo concilio» di Parigi
'.~99788), furono gli scambi delle pubblicazioni e la corrisponden-
!èpist()laré a.· favorire. un vivacissimo. èonfronto, che all'inizio ma-
glita solo entusiasmo.vers6 Loisy89 e ben presto -pur mantenendo

'.'i~i~ n6U' ottava sezìone (ad eccezione degli interventi che si rif.erivano agli itrgo-
.. · precedenti, come TyrreU, von HiigeL.), che si rivela necessariamente un po'
sa,. . ·.· . . . .· . .·. ·.. . . ;
· ·a.secopda era inseparabile dal primo: «Nell'ordine int~llettuale, il problema
. poiieva all'origine dei nostri d~ideri di rinnovamento: !Jisognava trovare un
fya,Jà fede cattolica e la critic,a storica» (LVENAfil),· Souvenirs,. redatti nel
ai;te i.rteditL La citazione è rip~esada P()ULAT, Crisi; 310), Sotto profilo criti-
i:dano M. BLOND!'L, «Histoire et Dogme. Les lacunes philosophiques de I'e-
pder,ne>~, ~nLa quinzailie 56(1904), 145•167~ 349-373;433-458 e -più ampia-
$'..NfÀRLÉ,,Au coe11,rcie-la àise, TT1oderniste. Le dcssierinéditd,'une controver-
e(de Maurice Blcmdel. .. , Paris 1960,
.• 1Vf>GoGliEL, Le Problème Biblique dans le Protestantisme, Paris 1955~
.\.f'µr;parqne Friedrich von Hiigel, su cui torneremo, ·è tra i personaggi più studiati
·.pgep:ùsmo; Siyeda SCOPPOLA; Coscienza.; l78-185e A. ZARI, Federico von Hu~
.}./'suo pensiero religioso, Pinerolo 1935.
· 1\L R.AN'cfieyrt, CUltura e riforma religiosa riella storia del modernismo, To-
.2()2-203: .
.··Se,mer.il!', l,oisy è addirittt11a ~<il migliore; quasi il solo. esegeta degno vera-
'~ale,:ri9me>~ •. perglisca.mbi.epistolari è assai illuminanteM. GliAsco, Alfred
}ialia,. Con. documenti inediti; Torino . 1975> 21.

2:19
una tonalità di rispetto anche ammìrato - diventa dialettico e nutrito
di riserve. 90
3. Anche se il dramma del modernismo ha segnato in modo uni-
co la situazione francese, non l'ha però totalizzata. Il riconoseimen-
to della necessità di un'attenzione più efficace allo studio della Bib-'
bia fu espresso dai vescovi francesi durante la preparazione del con-
cilio Vaticano 1. 91 Sul suolo francese il movimento biblico ebbe uno
sviluppo in crescita; stimolato da esigenze provenienti dalla vita pa-
storale. Joseph Trinquet enumera92 il rinnovamento liturgico, che
muove i primi passi proprio a metà del pontificato di Pio X, il rinno-
vamento catechistico, i primi esperimenti di gruppi biblici: realtà
tutte che esigono· l'appoggio di una letteratura biblica adatta.
Degli anni a cavallo fra il sec. XIX e il XX abbiamo fatto cenno.
Nel periodo fra le due guerre, una continuazione del Dictionn,aire de
la Bible di F. Vigouroux93 è offerta dall'impresa.iniziata nell926 (e
non ancora terminata ora) da L. Pirotdel Supplément. Lo stesso Pi-
rot nella seconda metà. degli anni 30 dà vita a un commentario tom-
pleto dell'Antico e Nuovo Testamento, in 12 volumi. 94 Resterà l'uni-e
ca realizzazione del genere, anche neidecenni successivi, Frutto,in-
fine, di notevole impegno scientifico ma al servizio anche di interessi
didattici è l'introduzione alla Bibbia pubblicata da André Robert n((l
1938. 95 È un clima nuovo che comincia timidamènte a farsi sentire;,
fra timori non ancora totalmente debellati, nel superamentodi posf-..
zioni insufficienti o ingenue,96 nell'anticipo di uno statuto che verr~

90 Voci tardive in questa discussione furono quelle di A. 0MODEO, Alfredo Loisy


storico delle religioni, Bari 1936 e - da altro ambiente-F: HEILER, A. Loisy, derVatei·
des katholischen Modernismus, Miinchen 1947. /
91 Il «Postulato», rinvenibile nella Collectio Lacensis VII, 833 (citat9 da S. GXS
ROFALO, «Gli studi biblici in Italia da Leone XIII a Pio XII (1878-1958)», in Prob{e'l'J{
di storia della chiesa dal Vaticanoial Vaticano II, Roma 1988, 107) non poté irifliiii§
sulla discussione a causa dell'arresto del Concilio. _. ·"•\
92 J. TR!NQUET, «Le mouvement biblique» in SAVART~ALEITI, Le mÒnde; 29'!;JJ

m ~
• 93 F. Vigouroux (1837-1915), sulpiziano, insegna s. Scrittura ed ebraico alseW~
nar.io di S. Sulpizio (1868); pois. Scrittura all'lnstitut catholique di Parigi(1890)o])';\J~
1903 è a Roma, segretario della Commissione biblica. Frail 1891 eil 1912 pubblica,i~:
voli. del Dictionnaire de la Bible. . ·. ·. . ' _. ,;'
94 La Sainte Bible. Textelatin et traduction française d' après les textes origin.azii)c
avec un commentaire exégétique et théologique, Paris 1935"1964 (al Pirot sut:cedet~~).
nel 1940 A. Clamer). . "·''.\';1
95 A. RoBERT-A. TRicoT, L'initiation biblique. /ntroduction àl'étude desSuinf~A

Ecritures, Paris-Toumai-Rome 1938. . . . . . i'•W;;


96 Esempio curioso ma tipico· è la «scheda personale» su Gesù Cristo. redattil·ii~it
Ulisse Chevalier (studioso e canonico, inimicissimo dell'autenticitàdellà«Santa'!9';~
sa» di Loreto e della «Santa Sindone» di Torino)nel Répertoire des sdutceshiSlq!ffi

220
I?:fo,S,tq concesso. Intanto crescono.i titoli della grande collezione
~~Étuc:fos Bibiiques», diretta· dall'École biblique di Gerusalemme,
JI.ìehtre si con:dude la vita coraggiosa di padre Lagrange e si attesta
la seconda genen;tzione dei maestri. di St. Étienne.
La guerra è da poco condusa quando, a conferma dei principi
teorizzati nell'enciclica Divino afflante Spiritu (del 1943), un docu-
. rrientq della Commissione biblica al cardinal Suhard, arcivescovo di
.R~gi (16 gennaio .1948) suggeriva una nuova visione del problema
,dell'autenticità deLPentateuco e dei principi d'interpretazione di
@enl·Jl. Proprio in quell'anno cominciano a comparire i volumetti
d.eUaBible delérusalem, diretta dalla Scuola biblica di G~rusalem­
me,.J.volumettLsono completi nel 1954 e nel 1956 compare l'opera
, iiyu:n sqlo volume: 1'edizione più diffusa in francese e nei vari adatta-
•menti. delle grandiJingue moderne. ,
:. ,,;AQ-ervsalèìnme intanto hanno iniziato l'insegnamento studiosi
igihvaili come. Rolland De. Vaux, Pierre Benoit, Emile-Marie Boi•
.~J.l1.~r(l. 97 Se dell'ultimo, tuttora sulla breccia, ricordiamo in partico-
i!f~r~ gli.studi giovannei, degli altri è da ricordare, oltre all'attività
j~;dJtoJ:iale rispettivamente nella storia dell'antico Israele e in campo
':sù10#icoe paolino, il contributo portato alla conoscenza dei reperti
'~.dj:)<;Qumran,
;:;~;j~Jt:ln:;questi anni l'uso del metodo storico"critico, e in particolare
;'~~llà•Formgeschichte, fa il suo ingresso in tutte le sedi della ricerca
iì?!l:)lica, dai centri parigini alla periferia, dà Strasburgo a Tolosa,
(iibione: ..Lo applicano con sensibilità diversa H. Cazelles, A. Feuil~
'i.~~f;f\: Georges, P. Grelot,X. Léon-Dufour, J. Delorme, E. Cothe-
~):r(e'f.VEiPertoL98 Unultimosussultoè provocatò dàll'encidica Hu-
!'' · '.>genàis, che esprim~ unà presa di posizfone severa verso la
'igie nouvelle·. Anche se inìmediataìnehte interessati non sono
?~etiprofessionàlì, il richiamo raggiunge studiosi che o si sono
··ssàti del cristianesimo antico, come Jean Daniélou, o hanno
rf(>:'còrifrlbutieccezioriali alla sforia dell'esegesi biblìca, come

J7?;r;,\f;oym Ai•, e.ru, 1877-1888~ riportata da Pouu,, çdn,.641, no" 13, •G•<à
~,Se<ié>nda
persona della Santissinia Trinità,Messia concepito dallo Spirito San-
azareL715 prima dell'era volgare, il 25 marzo; nato dalla Vergine Maria a Be-
;fil25 dicembre, circonciso il 1° gennaio 614; battezzato il 6 gennaio 29; croci-
;(iei:usalemme il 3 aprile 33, risuscitato .il 5, salito al cielo il 7 maggio».
Specialmente i primi due sono noti in Italia, con volumi presso Marietti (Le
b.fd,~ll'Antico Testamento), Paoli!1e (ESegesi e teologia}; Gribaudi (Passione e
/ope ..di Gesù).
Trliquiione presso Paideia, Borla, Paoline, Vita e pensiero, LDC .. ,

221
Henri de Lubac; e per l'interpretazione della Bibbia è importantela
riprovazione di una «nuova esegesi», «quamsymbolìcam'aC spiritua~
lem appellant». 99 Fa parte dell'ironia della storia il rivers_amentodel:.;
le posizioni, che vedono ora il motodo stòrico-critico (o, èon formi"
no logia più casalinga, lo studio del sen8o letterale) rimproverare un
metodo che facilmente poteva appellarsi alla tradizione. Ancora una
volta qualche teologo deve lasciare l'insegnamento ma, fortunata~
mente, la misura è presto ritirata e nel giro di qualche decennio i dlle
studiosi ora ricordati entrarono nel collegio cardinalizio (!).
Metodologicamente, gli anni del Vaticano II e dell'immédfato
postconcilio assistono all'allargarsi di un dialogo con le scienze unìa:.;
ne, che suggeriscono l'applicazione all'esegesi bibliea dei principi
dello strutturalismo linguistico, della psicanalisi, dell'analisistoricò;;:
sociale magari secondo i principi del materialismo marxista.· D' altta
parte si intensifica il dialogo tra gli operatoriscientifici e glioperatò-
ri pastorali per un'efficace diffusione della co!ldscenza della Bibbia.
Si moltipliqvano gli strumenti, alcuni di chiara provenienza o
cattolica o evangelica, altri frutto di collaborazione ecumenica (cdJ
me l'edizione TOB della Bibbia: nuova versione e commentario)';
Nell'immediato postconcilio si costituì I'ACFEB (Associazione cat"
tolica francese per lo studio della Bibbia: dalla Pentecoste 1966)';
che promosse un gran numero di ricerche e iniziative pastorali negli •. .
ultimi 25 anni. · .. ·

Appendice. La situazione in altre nazioni


Il panorama della presenza e dello studio della Bibbia.nel peri()-
do che corre tra i due concili Vaticani è benlontano.dall'e~sere esa,11.,
rito. In questo tempo ogni nazione o gruppo linguistico si pr~occupa,
di possedere adeguate versioni del testo biblico e, a sec__onda Mll~
tradizioni culturali, si inserisce nel concerto deUe ricerche scientiP,~
che e delle iniziative per la diffusione dell'uso della Bibbia. Il dial~~
go scientifico però vede per lo più la parte attiva negli interlocutori
tedeschi e francesi, mentre gli altri di solito si collocano sul versante
degli utenti. Le eccezioni sono naturalmente not~voli, Soprattlltt,j·
per l'ambiente anglofono. Lo studio di tutto il panorama porterebbe,·

99 M. PESCE, «Esegesi storica ed esegesi spirituale nell'ermeneutica' biblica cattd+:


lica dal pontificato di Leone XIII a quello di Pio XII», in Annali di storia dell'esegdi;
6(1989), 287-291.

222
,~a:yisioneassai più articolata di una •situazione che solo l'ignoranza
i~ògiµdicare appiattita ·y:che invece riveste caratteri specifici per le
}it:ariy· cristianità e cultureJocalL
,<;; In riferimento alla vicenda italiana. il mondo tedesco e quello
r:ftap.eese sono indubbiamenteipiù determinanti e stimolanti, sia nel
i':~yaìe attenzione alle problematiche nuove sia nell'offrire proposte
;prléntative.
;·.:.J•<[ell'ambiente anglofono solo al. ter:nllne del nostro periodo la
,p:;mponente nordamericana diventa trainante, non solo nel campo
'--~elle .esperiénze di uso quotidiano, ma anche in quello della ricerca,
(~ili?per parte evangelica sia per parte cattolica; nell'ultimo venten-
·:,;g,to,anzi; assumein nonpochisettori iniziative pionieristiche. Però
';~()ai prinll decennidel nostro secolo la sua dipendenza dalla ricer-
\:ça,;iµglese. è -ancora determinante. •
Y'ù· .L.atradizione inglese di ricerca biblica non esercita un grande ìt'l-
<cf1'.llsso in Italia, che. ha esperienze di chiesa assai diverse e che resta
-~s.tanzialmente refrattaria allo sforzo :nllssionario compiuto special-
}!rP:erité- a partire dalla seconda metà dell' '800 dalle varie comunità
U~y<,rngeliche britanniche. Così il movimento fondamentalista, che
;;j~~rJ:va il nome dagli opuscoli Fundamentals diffusi a partire .dal
Nt909'.,initalianon è praticamenteavvertito. 100 Molta stima si nutre
;·;·(illV-ece per la tradizione erudita britannica, efficace anch~ in campo
(;pi])lico, ma per incontrare no:nll determinanti bisogna attendere
_}l.H. Lightfoot, E. Hoskyns, C.H. Dodd, C.K. Barrett, F.M .
.Moole... 101
Molto più sentita è invece l'esperienza, di religioso e di pensa:-
t1::Qfé. ~ vissuta da George Tyrréll, all'epoca dellà controversia moder-
;:'~~iica, di cui si è già a lungo parlat0Yi2
:.;'.·ix> Il resto dell'Europa si presenta, se vogliamo tentare una grosso-
;i)~n,a (f.ivisione, in tre zone: quella nord-occidentale subisçeJ'influen-
\;'.za>sia della Germaniasia dell'Inghilterra e dispone di un ordinamen-
rt:ttrqtiiversitario non molto diverso. È la situazione di Belgio-Olanda
:":,:~~;:·f:;t;!--:-}.

f-:~-h; · .·
~i:1.~·· ;r:~:H:
,;>';{,, _100 E tanto meno fo contrapposizioni tra le varie tendenze alle quali si fa cenno,
:::?.l"!;fti ~.s:; in The Cambridge History ofthe Bible. VIII, The West from the Reformation to
:.'.]it,l;ePresent,Day, Cambridge 1963 (si vedail c. VIII, 294-338.: «The rise ofBiblical
n:tS.ç.J],C\lar~P· and recent discussion of the Authority of the Bible»). Per una visione
.f:;p)i;g-s,fome è indicativa la sintesi di C. n'AussY, «Bible et société en Grande-Breta-
, · ~,in SAVART-ALEITI; Le. monde, 161-186.
:?\Bo1• 'fF;ldUZi<.ini .italiane presso Paideia.
o-;,~é·.·· 102 Si veda in LooME, Liberal, la bibliografia di. Tyrrell .alle pp. 218-227.

223
e dei paesi scandinavi, Quella sud-occidentale, rappresentata so~
prattutto dalla Spagna, dispone di una tradizione di studi già assai
florida e si qualifica ultimamente con una produzione assai apprez-
zata soprattutto in campo giudaistico.
L'est europeo è la zona più tribolata, specialmente nel secondo
dopoguerra. La Germania orientale continua una discreta attività
accademica e di ricerca, grazie alle sue strutture universitarie (si
pensi a Berlino, Halle, Leipzig, Erfurt); parzialmente rispettate
anche dalla dittatura del comunismo marxista. Nel più ristretto
numero di quei ricercatori emergono personalità di rilievo, come
Ernst Lohmeyer (eliminato dagli occupanti russi nel 1946), Walter
Grundmann, Traugott Holtz, Heinrich Schiirmann. Fra le altre
nazioni è forse la Polonia quella che riesce a salvare una buona con~
tinuità di lavoro e anche di presenza internazionale. 103 Con maggiori
difficoltà procedono, in campo cattolico, i centri iugoslavi, in campo
evangelico (oltre che cattolico) quelli cecoslovacchi, in campo o~to~
dosso la facoltà teologica di Bucarest. Penso che sia questo l'unico
centro, nelle nazioni a regime sovietico-marxista, che sia riuscito a
esprimere un insegnamento continuativo di buon livello. Altri due
centri qualificati, della cristianità orientale, si trovano nelle univeF
sità di Atene e di Tessalonica. La situazione della Russia nel settari~
tennio seguito alla rivoluzione d'ottobre è stata particolarmente
sacrificata.

III. ESEGESI BIBLICA E INTERESSE


ALLA BIBBIA IN ITALIA

1. Le premesse

Delle numerose linee di influsso che prepararono in Italia i d_~~j


cenni tra la'fine del sec. XIX e l'inizio del XX a riguardo degli stu.gJ
biblici accenniamo solo alla situazione della ricerca. Negli anniiiffl~i
:--~l:~lft

103 Per la Polonia possediamo un apprezzabile strumento di lavoro: M. W()~~Jll}i


WICZ, a cura, Les sciences bibliques en Pologne après la guerre (1945-1970), Vatsi(ffe.~

: :1
i1.W~dia.~a.mentè successivi al èoncilio Vaticano l furono estromesse da
\:tjl.tte4euniversità delRegno recentemente unificato lè facoltà teolo-
'm21le. Con questo avvenimento coincideva una particolare penuria
:didriizìàtiva nella ricerca biblica, che si spartiva fra :un tradizionale
'jflt~resse perl'orientalistfoa e una preoccupazione trepida e nervosa
:.'J;lér<ipteressi apologetici.
-+_:/ l>Vabo'Iizione delle facoltà teologiche104 non segnò una vera no-
?~tàpernessuna delle due partiin causa. Parlamento e governo della
/~q~àne monarchia nazionale portavano a termine un processo di
{;!~ol<l.ìnento culturale del pensiero religioso105 che aveva avuto origi-
%«e~fin dai.tempi napoleonici, quando le p"roblematiche dell'illumini-
'*mfr-è della rivoluzione francese avevano iniziato a essere dibattute
;;;~)#draffermarsi nella penisola. 106 Episcopato e organidecisionali.del-
\J#;f;lriesa.initalia si presentavano per unverso ancora impreparati:a
24~~:~sigenza di. decisioni fermamente unitarie e per un altro verso
·i~~iffidenti verso l'insegnamento teologico professato nelle università
;:~t~ta}i:}O? La struttura di queste, sempre più autonome da interferen-
;;;~~m:;autorità esterne (la chiesa e il principe), favoriva la presenza e
·· · ,pato di docenti di incerta ortodossia, talora con l'aiuto di auto-
ècademiche intenzionalmente anticlericali. L'autorità religiosa
'~'l,te:rispondeva con l'ostentata sottrazione degli studenti prove-

)~:iLaJegge che scioglie «le Facoltà di Teologia ancora esistenti nelle Università
;'S~.atO»è del26 gennaio 1873. La documentazione è rinvenibilein FERRARI, La
" · 11e;Fin dal 1859 però L.C. Farini faceva eadere quelle di Parma,Modenae
(end 1860 seguiva quella di Napoli), mentre nella preparazione della «Leg-
ti~:si era progettata la soppressione delle Facoltà. teologiche nelle università
-· -...ereSSl!te (Torino, Genova, Cagliari, Pavia), «che avevano professori di
diìnerito senza dubbfo; mà senza scolari ... ». Ma - per dichiarazione dello
àti (1873)- il governo dei Savoia vi soptas5edette per «le pressioni di chiin-
sàlvare almeno la Facoltà dell'università di Torino, a cui erano legati gloriosi
i>'(anche se i vescovi - sia pure con qualche eccezione - proibivano la frequen-
i:(); chierici). Cf. FERRARI, La soppressione, 40-41.
. interessante il palleggiamento delle scienze bibliche fra la tesi che - nella
'ne'parlamentare - vorrebbe la totale eliminazione delle scienze bibliche da
·gna.mento universitario e quella che le vorrebbe ricuperare col trasferimento
'faC:OltàcSi veda FERRARI, La soppressione,. HO. Prima di Ferrari esisteva F.
_/I/abolizione delle Facoltà di Teologia in Italia (1873). Studio storico-critico,
i1886>.
--birte curiosità interessante rileviamo però che, durante la discussione parla-
_!)nghh>·entilòla possibilità che sorgessero, accanto a quelle statali, univer-
"j~he; Cf... FERRARI, La soppressione, 85;
·:tutto il mondo cattolico italiano a lasciarcadere nel silenzio l'avvenimen-
·n.·sùscitava un-eccessivo interesse (fatta eccezione.per mons. Riccardi di
t;.Zc:f·fa prossima nota). Si veda FERRAR!, La soppressione, 165.

225
nienti dai seminari e costituenti il nucleo più consistente estabilé d~{~
gli iscritti alle facoltàteologiche, che in tal modo erano spessqot:IriàJ\1
ridotte al lumicino .1os <<,::
La Santa Sede provvide alla sopravvivenza delle facoltà t~olog~~,
che, disponendo l'erezione diJacoltà ecclesiastiche.presso i semina~
di quelle diocesi che possedevano un'università. già sede di studiQ~
teologico. Il rimedio .ebbe un'efficacia solo parziale, perché loia:toj:
del dialogo con la cultura universitaria non si compose più. Inoltrel~
povertà dei mezzi e l'assenza del confronto furono cause determ:J9:
nanti in un decadimento che obbligò sessant'anni fa gli organi vatif;i
cani a una nuova riforma. Gli Istituti cattolici di Francia, sorti all'iP,~;:
circa negli stessi anni delle facoltà teologiche ecclesiastiche ìtalian~f'i:
erano meno numerosi e rius_civano a darsi una. struttura.tendenziaff,;
mente universitaria, con più facoltà; il proliferare delle facoltà,itali~4.t
ne, quasi mai accompagnate da altre discipline (con qualche eccezi~f,;
ne per la facoltà didirittoccanonico .e -"- più raramente - la facoltàtqf(
filosofia), era. inversamente proporzionale alla loro efficienza. ;cl:
La situazione creata 120 anni fa porta ancora oggi tutte.lé'Sl:J~~
conseguenze. In questo secondo dopoguerra e soprattutto neLpqs~%'l
concilio si ebbe una ripresa nell'impegno dello studio teologico, c0Ji~
la riapertura di facoltà sospese nel 1932, senza però eliminare gliitjf,;]
convenienti dell'isolamento e della proliferazione degli istituti. L'in%t
successo dei sogni e dei timidissimi tentativi di proporre unritorn~
dello studio teologico nelle università, magari cominciando daH'I::J'.~:;
niversità cattolica, non è stato se non parzialmente compensato dl\JU
moltiplicarsi in queste università degli studi e qelle cattedre df ~ntfft
chità cristiana, che anzi proprio _in questi decennisi sta.affaccia11d~f;jJ,:.'
pericolo dello scollamento fra i cultori delle discipline bibliche ne@~
sedi ecclesiastiche e quelli di semitistica e antichità cristiane n~lf~';
università, anche se globalmente forse in questiultimi tempi fa.situ#ili:

<;;~
~-~:!'!·

108 «Com~ e perché lo.screzio sia fra noi diventato vera scissura,. non è bisognp~~j
~irlo, Basta accennar~ alfatt? che le Facoltà ~eologiche esistenti in It~lia s~n9 9,1l,~~ii
mterarnente deserte d1 scolan, tanto che.a ragione vennero dette agoruzzantJ».Jl·giµf:
dizio è del milanese Achille Mauri, cattolico liberale, ·e fu pronunciato nel SenatQ,;'l(.
Roma: cf. Atti Parlamentari. Senato, Discussioni, XI Legislatura, 2• Sessione T()ii);'a}J
ta del 13 gennaio 1873. Ma a correzione parziale di queste dichiarazioni (che nell'ojJéf/
radi FERRARI, La soppressione, vengono suffragate dagli specchietti riportanti i À~ft~
delle iscrizioni: cf. pp. 58-59) va ricordato. l'intervento di mons. Riccardi di Netro;,,i!f~
civescovo di Torino (riportato alle pp. 95~96); che afferma di inviare suoi chiericj!;èJ
protest~ pe~ la eventuale .chiusura della facoltà. Forse inumeriufficiali eranojnfexip:~
a quelli dei frequentant1. . · .:/.r:-J
' ':':#!

226
\regìstrato tentativi di nùglioramento, ma su basi del tutto

."'clitàdegliistudibibliciitaliani trasmessa dai decenni centrali


J(:),XIX a quelli declinanti verso il nuovo secplo era stata
ària;·.secondole caratteristiche· di un paese troppo diviso (e
. · po•tempo}per offrire un panorama unitàrio. Una descrizione
.a_ta:dovr~bbe partire dall'analisi di situazioni locali, adimen-
'Si:ègiònll.le se non addirittura piùridotta. In genere però in caro-
. "~eticonon si verifica unriscontro della problematica religiosa
~~.a-iri ambito. mitteleuropeo. 110 Dove esiste fervore di impe-
-~-~9oj:perJo più si nota un rifiorire di studi linguistici, che ca-
·. 'ario ariche l'erudizione nella lettura del testo. I problemi
·: Hepo~a d~l pontificato di Pio IX sfociano in quella de\ dibatti-
:d~mista .non trovano gli esegeti disinteressati, ma la loro par-
. :·«in.e; contrassegnata da forte preoccupazione apologetica, 1 ~1
';~tèritrare nel merito delle questioni per il riflesso che queste
' t1Ò-.nèieonfronti dell'impostazione metodologica esegetica.
;'iiÌlè.:soonfessione di quanto detto ora è offerta da un'opera
as_sàrtè Labanca,m Gesù Cristo nella letteratura contempora-
fzief'iie italiana (Bocca, Torino, 1903)su cui dovremo ancora
';JTlibro contiene unaimpressionante (anche se un po' arruf-
.SSegna sui libri «Cristografici» e -i libri «Cristologìci» comparsi
~~cbfrançese, inglese e italiano, ma l'attenzione si porta so'-
!Q·aUa.situazione itiliana. Perciò interi capitoli sono dedicati
·;~tran.ieretradotteinitaliano~ La rassegna inizia con le vite di
.. ì@YF<Straussecl E. Renan,.perché è convinzione dell'autore
· 1;f:i~veg1io degli studi cristiani in Italia.ha inizio con la traduzio-

·~ntativo promosso soprattutto dall'Associazione biblica italiana.


· fa:-:conferma di quanto constata nel capitolo precedente R. Rabris sull'as-
li'est'epoca - nel contesto italiano di ùna scuola esegetica (mentre le cose
)foverificimonelcampo della.criticatestuale, della filol~gia, dell'erudizio-

césousksigne de la "défense reli~euse", le XI:Xsiècle a été k grand siè-


·.· tique»; anche seJa quantità non è stata accompagnata dalla qualità
J1atican1, ParisJ964,25). Il giudizio vale.in modo particolare peri paesi
,·,.. :·,•

;~~ta(1829-19l3) insegna alla Sapienza, a Roma, dal 1886 al 1913: pri-


e teligionie poi storia del .cristianesimo. Diversi i giudizi sul suo conto,
· .Scoi'PoLA/Crisi modernistli e rinnovamento ·Cattolico in Italia, Bologna
tfL(favorevole L. Salvatorelli, assai critici G. Gentile e G. Seineria).
eU'insegnamento tornano coincide la pubblicazione dell'opera che Sal-
·udica più importante: ll cristianesimo primitivo.

227
ne delle opere di D. Strauss e E. Renan» .113 È però anche veto che,
se la vita di Renan fu molto letta in Italia; il voluminoso studio di
Strauss, tradotto e pubblicato sia a Torino sia a Milano nello stesso
anno (1865), segnò un totale insuccesso editoriale.
2. In diverso modo ebbero a influire sugli studi biblici in Italia il
pontificato di Pio IX, quello di Leone XIII e la cosiddetta crisi mo.,
dernista. Parlare di pontefici romani se.rpbra improprio in. una de.,
scrizione del cammino dell'esegesi, eppure è indispensabile per indi-
viduare l'alveo che accolse e condizionò lo sforzo dei ricercatoriità-
liani.
È giudizio abbastanza diffuso che «si può situate sotto il pontifi1
cato di Pio IX la vera radice della crisi modernista». 114 Pio IX aveva
licenziato, con i documenti del Vaticano I, un magistero sull'ispira.,
zione biblica che - per quanto ancora assai rigido.~ era il prime ten-
tativo nella storia del magistero ufficiale di dare forma organica a un
dato acquisito nell'autoconsapevolezza della fede cristiana; trasìn~S-' ·
so dal mondo ebraico e costituente uno dei più condizionanti conte.,
nuti di precomprensione nel processo di ricerca del senso del testo
biblico. Di qui partirà l'enciclica Providentissimus Deus.
La visione del Vaticano I codificava un concetto di Dio «autore>>
del testo sacro inteso in senso rigido e applicato nella linea delle con-
seguenze dell'inerranza. Contemporaneamente erano presenti al
concilio le posizioni giudicate erronee· dei cosiddetti «semiraziOnali:: }
sti>>, che in campo cattolico rappresentavano gli esponenfrdi un~w,
teologia e pastorale preoccupate di entrare in dialogo con le correntf;!
della teologia razionalista e liberale e della filosofia idealistica,· ròf).(
mantica e inizialmente positiviSta, come già s'è visto nel -ca :I;. .:<::5
Particolare attenzione veniva data alla realtà e alle sorgenti delh1;~
rivelazione, con un'accentuazione portata maggiormente sul campoÙ

113 LABANCA, Gesù Cristo nella letteratura contemporanea, Torino 1903, 2~·{~
Molte pubblic~ioni di Labanca sono rassegne o messe a punto di studi e tematicii~;~'.
s~guite in vari centri. Il nostro libro sembra sintetizzare altre pubblicazioni ,preced~U:~·)t
ti. ·. •· :'.·.r,;
114Sul rapporto tra !'.ambiente di.incubazione italiano e quello francese del i:D:oj~ii
dernismo si veda PouLAT, Crisi, 12. In Francia il movimento «si pone come mediaz:ii:J!e;~
ne tra due culture antagoniste», mentre in Italia si pone «Coine riforma d'una societiL;~
religiosa». Viene citata a conferma la definizione di Buonaiuti: un'«aspirazione •
fusa a una rinascita integrale dello spirito evangelico al di là di tutte Ie formule ari.
delle discipline convenzionali». Occorre però notare che Buonaiuti è lungi dal
presentare tutto il modernismo italiano: ad esc ilMinocchiiniziale, collegato.ai'n
di Semeria, Genocchi, i fratelli Mercati; è molto più sensibile alla problematica
cese in campo biblico.

228
~i~telfi:atico che sulle conseguenze per un accostamento concreto del
{~~~tà;biblico. Ben presto però l'ipersensibilità suscitata. nei confronti
zg~lfìherianza: del testo sacro si sarebbe trovata esposta ai contrac-
i;~qlpi·diquella «questione biblica»115 che non era equilibrata da una
·:sjj:fficiente conoscenza dell'apporto umano dell'autore sacro e delle
'.J~ggL; del linguaggio.
·'.~·'~·1'-"llma:gistero di Leone XIII si caratterizzò per una maggiore aper-
~f~~aa queste problematiche, anche se Fequilibrio tra correnti carat-
;tt~ii$zate da: opposta sensibilità e soprattutto fra le esigenze difficil-
!#J~rite:conciliabili del.dettato dogmatico e dell'acquisizione storica
'.;.fign.:~empre fu raggiunto. L'enciclica Providentissimus Deus fu inter-
~p.f~tafasia come documento illuminato sia come freno o addirittura
}i!ichiamo .coartante. Se era certamente. da escludere l'intenzione
' , , ·' rite; gli·altri aspetti erano ·probabilmente ptesenti. 116
C• •.·. ~di.guardi degli studi biblici Pio X potèsembrare, a modo suo-,
:%~9~•:ìrJ.eno interessato e aperto. alle novità.• Ancòra patriarca di Ve-
ili~~ita•s~mbra che conMinocehi egli abbia espresso la sua preoccupa-
((~~ilfijè·:sugli studi biblici {arretrati) in Italia e si sia detto molto inte-
·;;f~~~àtoa L' E vangile et I' Eglise di Loisy. 117 Ma lo stesso papa prende-
~~:~~:}t::.;.-:._.,_,,

~l~z~;_I .
~i#57t.ç1•' ~1,111~ «questione biblica», di~cussi?n~ che ayeva preso origine dal famoso ar-
. ·wons .. D'Hulst, «La question b1bhque», m Le Correspondant, 134(1893),
;:siè parlato nèl capitolo precedente a proposito di A. Loisy. In Italia prende
: e'sull'argomento G, .BONACCORSI, Questioni bibliche, Bòlogna 1904 (è anche
.~dtà.storicadella Biqbia»,in Studi Religiosi 3(1903), 104-108) .. Il titolo, al
,'.'.s~~bra:rifaf.Ji all'affemiazione di A. Loisy su Autour d'im petit liv re, sull' esi-
,, bn..di una.ma di 'molte'questioni bibliche. Bonaccorsi privilegia qui l'Antico
f.')n~o; mala sua ricerca filologicii si porterà 'pure sul Nuovo (e sui vangeli apo-

.\f;'çf LF:vrn, La Bìble, 72. Vintènzìone aii.tenticamente riiinovatriee di Leone


#limostrata nella - allora - sorprendente elevazione alla .porpora cardinalizia,
'o.prinio concistoro, di J .H. Newman) aveva previsto un'enciclica di argomento
;iprililàche comparisse l'articolo di mons. D'Hulst sulla «questione biblica».
· à dediea due brevi paragrafi generali agli errori razionalisti e torna poi sugli
an.d.o si parla dei problemi posti dalle scienze naturali e storiche. Se il suo
rteinente. apologetico; l'impostazione è. decisamente positiva, disponendo
minari vi sia· un insegnamento della sacra Scrittura. adeguato ai tempi e che
§crittura diventi l'aDÌll).a.di tutta la teologia(testo in EB, 81c134) .
.· ,fprimLmesi del pontificato di Pio X Lorenzo Bedeschi parla addirittura di
''Pi liberalità», a cui «sembrava dovesse restare stabilmente fedele il pontifi-
e.oelettopapa Sarto»: L. BEDESCHI, Riforma religiosa e curia romana all'ini-
·Q/q; Milano 1968, 10.La confidenza del cardinal Sarto a Minocchi sarà rifec
'è~ti in.una intervista rilasciata a G. PESTELLI,· «Salvatore Minocchi sarà sco,
?'.Eàmmirazione deLpatriarca Sarto per il· Loisy condànnato da Pio X. In-
-< .'•curadiG;P;», in LaStampa25 gennaio 1911. Le circostanze dell'intervista
;;i;;Wièftobo di precisare le sfumature del primitivo colloquio.

229
rà le note misure antimodemistiche che ebbero uno dei momenti
culminanti proprio nella scomunica di Loisy~
E d'altra parte negli stessi anni egli fondava in Roma il Pontificio
istituto biblico. La finalità di «mettere un argine, specialmente a
causa delle discussioni e difficoltàesistentinelcampo biblico» (come
si esprimeva nel 1960 il card. Agostino Bea) 118 mirava all'obiettivo
concreto di «preparare insegnanti ben formati nelle materie bibli-
che». Anche questo però, nel clima del momento, destava l'allarme
in chi - come p. Lagrange - aveva da poco fondato I'École bibliquea
Gerusalemme e s'interrogava se la novità romaria non significava
una ridotta fiducia verso quanto già esisteva.
Senza poter dare un giudizio globale né sui fatti né sulla persona;
è però certo che con quel pontificato non coincise una stagione sere-:-
na per gli studi biblici in Jta1ia e che si verificò un arresto' per quella
fioritura che era sembrata promettente, anche se denunciava ancora.
insicurezza, eterodipendenza e scarso orientamento. n -:. ·
I due immediati successori, BenedettoXV e Pio XI, proveniva;:;
no da esperienze assai qualificanti nelcampo della diffusione biblièa;
(mons. Giacomo Della Chiesa - futuro BertèdettoXV::.. era stato:i1j
primo presidente della «Pia società San Girolamo per la diffusione':
dei Vangeli») e in quello della ricerca documentaria (mons. Achill~i
Ratti - poi Pio XI - era stato professore di ebraico nel ~eminario di '
Milano e poi, discepolo di A. Ceriani, fu pure prefetto dèll'Anibrq~.J
siana). Il loro influsso, anche se non sott9lineato da interveti'ti;:_
straordinari (tranne l'enciclica Spiritus Paraclitus di Benedettq;·'
XV), 119 fu portatore di equilibrio. Ma per la formazione di vyi~;[~
scuole occorreva tempo, e quel che era trascorso dall'uragano ip.~if:}i
dernista non era stato sufficiente per dissipare paure e. provoca~~;:;
movimenti corali. Il dialogo con la ricerca europea comiri'cia ad a~~~
«.;.

'" Nolla {Omm~raWno dcl.S<l' di (ondmnné dcl PIB. Ct $. Scmmrr, ;i~


quant'anni del Pontificio Istituto Biblico», in CivCat 111(1960), 615~623 (qui 616 -.;·:,
119 Pubblicata il 15 settembre 1920 (testo in EB, 444-495). Se ne veda una ··
sentazione in PESCE, «Esegesi storica»,. qui 270-272.L'enciclica prende oc:Casiciriè
15000 anniversario della morte di san Gerolamo. Molte tematiche sono comuni
Providentissimus Deus, sia in riferimento· all'ispirazione di tutta la Scrittura (ptol)(~fr~
ma evidenziato dalla «questione biblica») sia per l'importanza della Scrittµra ile · ·•:;,;
ta della chiesa, Ma si deve tener presente che sono trascorsi, ·nel frattempo,•·_· ·
burrascosi della crisi modernista. Né si pensi che l'attenzione dedicata ai frutti·:
tuali della lettura della Bibbia sia.una compensazione occulta nei confronti dellàc
sura scientifica, perché la preoccupazione e l'impegno del papaiil'talsenso data,v
dagli anni finali di Leone XIII e iniziali di Pio X ·

230
:c < ~fsi,>màle tendenze apologetiche sono ancora dominanti e la
:aborazìone stenta a riascere~
j~ii~~:'iedìina guerra iniziò il periodo di Pio XII, ma proprio in quegli
·,i~nt'{l943) comparve la Divino affiante Spiritu, il documento più
'.;gçto 0e;rasserenante prima del Vaticano II. 120 Se per il cammino del-
iyl(:>)istudio teologico francese la suceessiva enciclica Humani generis
;i;gpefOùn nuovo intervento frenante, 121 per la situazione italiana dal
;:,fii:ipi:tyenne solo sostegno e aiuto, come ad es; nel caso delle accuse
Filì/Dolihdo Ruoto lo (che godeva delle simpatie di qualche rappre-
%;g~ri:tante dell'episcopato). 122 Ma è un tempo incui gli studiosi italiani
·};~i)ifu..pegnano in modo particolare nella ii.cerca sull'antico mondo bi-
if::~Ji,çq, ;~_edicandosi oltre che alle lingue orientali anche all'archeolo-
VJ"':à;il)iblica.
, , . ' fV~~icano n concludei! pontificatO' di Giovanni xxin e apre
J~giPaolo VI. Durant~ il primo non mancò qualche rigurgito'.di
·Xt<?sità nei confronti d~llaricerca biblica grazie alla polemièa
~P:f§padafora contro il Biblico e la sospensione dall'insegna-
p.;ci~i padriLyonnet e Zerwick. 123 Durante il sècondo però fu-
s~o11fessati quei' sosp~tti, reiiitégrati quei benemèriti maestri e
# possibile un più diffuso impegno di lavoro biblico.

'·~mplissima la presentazione è il commento in tuttal'ope~a di LEVIE, La Bible


, .ente pp.164-210). Dopo ima parte storica (a partire dall'enciclica Provi-
.,'ufPeus, comparsa 50 anni prima), segue quella dottrinale,sullo studio della
.· iìJ,pinq)l~ puriti: importanza del testo originale, principi ermeneutici cristiani
letterate; senso. spirituale, importanza della tradizione), principi particolari
.. tèrpreti d'oggi (attenzione alla personalità dello scrittore sacro, al genere let-
, hl risultati degli studi sull'antico mondo biblico), atteggiamenti di fronte ai
i più difficili, uso della$. Scrittura nell'insegnamento ai fedeli (nel ministero,
. ari; nella calamità della guerra). Testo in EB, 538-569.
Là:~novità per il mondo dell'esegesi era costituita dalla parte che ribadiva l'im-
:'Priffiariadell'interpretazione letterale della Bibbia contro una pretesa sosti-
dfessà da parte dell'«esegesi chiamata simbolica e spirituale». Testo in EB
,;J>tesentazione in LIME; La Bible,.213-215:
e' ne-veda la presentazione in PEsCE, «Esegesi storica», .281-'286. Dolindo
ayevtpreso lo pseudonimo di Dain Cohend e aveva pubblicato fra il 1930 e
:V;e'vohimi di un commento (rimasto incompiuto) a La Sacra SCrittura. Psico-
irilfìentò~Meditazione, Gravina di Puglia; Nel 1939 questo commento venne
1iri<:lice e nel 1941 l'autore scriveva un libro contro le deviazioni funeste e le
· ':.del <(Sistema éritico-scientifico nello studio dell'interpretazione della Sa-
" »/cioè del inetòdo che veniva praticato all'Istituto biblico e che sidiffon-
.uole.italiane. Nello stesso anno la Commissione 'biblica scriveva ai vesco"
.fondendo pòsizìone· còntro. queste·.·· accuse.
'Viçendaè Jicostruita inun reèente intervento di G. SEGALLA, «Un casore-
"urtfoaziolie perturbata (àproposito di alcùne questioni bibliche)», in Cre-
(3(1983}, 45~58. ,

231
Terminando qui la descrizione di alcuni fraiprincipalifattorid~~
terminanti dell'evoluzione degli studi biblicinegli ultimi cento anni,
mi rendo conto di aver offerto un panorama prevalentemente iilfrac
cattolico, a causa della proporzione quantitativa· degli operatori e
della situazione nella quale io stesso opero. Vorrei però espressa~
mente riconoscere l'apporto qualitativamente assai rilevante prove•
niente da altri campi, come quello protestante e quello ebraico.
Ritornando sui singoli periodi, troveremo, con qualche arricchi>'
mento di particolari, alcune voci già incontrate.
2. Dal Vaticano I al nuovo secolo 124
Accennavo poco fa al libro.di B. La.banca. Gli autori che egµ.
presenta vengono classificati in tre categorie: pii credenti, liberi ere::.:
denti e liberi pensatori e - sul piano della competenza - scieniiati, · ·•·
letterati e romanzieri. Mi pare che lo stesso Labanca si collòchi fraT·;
liberi credenti e in realtà è più uno storico della relìgìone che unése;
.geta. Il suo m~todo di inchiesta e la sua criteriologia è alquantojndì-•f':
scriminata', ma di fatto <?gli collezipna nell'indice oltre 75.0_nomi, P~l)i
a~tro assai eterogenei. E un fatto_ abbastanza indicativo della_sitùa_-,f)
zione in Italia: una ristretta opinione pubblica colta legge molto e ri- ,,
ceve impulsi dalla Germania e soprlattutto dalla Francia. Questa/.•
doppia mediazione (perché anche la Francia è attenta a quanto ~r"!
scrive in Germania) è assunta con una non eccessiva penetrazÌ()n~i::Ji
dei problemi e viène recepita con una sensibilità fortementepre5otié~
cetta. Un esempio potrebbe essere, nello stesso Labanca, 125 il mp4,6;;:~
come egli parla di L' E vangile et l' Eglise di Loisy: lo descrive coril~Ù~

124 Descrizioni d'insieme è possibile attingere in G. Pwco,Storia della ChiesaJ'~


Italia nell'età contemporanea. I: 1919-1945. Dalla crisi liberale alla democrazia;],{1~11
1945-1965. Verso il Concilio Vaticano Il, Milano 1986; L. TONDELLI; «Cinquaìlt'~iliìi)!:~
di studi biblici in Italia», in ScCatt 80(1952), 386-398; GAROFALO, «Gli studi hiblici~i,1;1{{;
107-126; G. RlNALDI, «La cultura cattolica nell'etàleoniana. Gli studi bibliei»;.ìnf
Aspetti della cultura ca.ttolica nell'età di Leone XIII, Roma 1961, 649-665; G ;GIA\'JN'i~'.~
«Gli studi biblici in Italia negli anni daU950 al 1970», in ScCatt 101(1973), 9-4i;JSMt,
AUBERT, «La teologia cattolica durantela prima metà del XX secolo», in Bilancio.
la teologia del XX secolo, Roma 1972. · . . . ,:
125 Si confrontino le relazioni scritte negli ultimi anni di .attività di Laban
L.H. JouRDAN, Baldassarre Labanca: the Study ofReligion in the ltalian Uniye·
Oxford 1909 e da L. SALVATORELLI, «Gli studi religiosi in Italia e l'opera cfi Bald~
Labanca>>, in Saggi di storia e politica religiosa,. Città di Castello 1914, 227-265>
stesso Luigi Salvatorelli occorre ricordare la figura di studioso dai molteplici inte·
cf. F. PARENTE, «Il contributo di LuigiSalvatorelli alla storia d'Israele e-del cris.·
simo antico», in RSI 78(1966), 479c512. · ·

232
i~,;·qpe~afinalizzata a.sttoncareDas Wesen des Christentums di A.
~~#'':E'Jamacke in questo lo trova a volte ingiusto, ma dichiara dì
:~ndividere parecchie cose giuste che l'autore scrive. Sembra che ol~
;tt'.é::Ja superficie di una formale comprensione non sia ancora av-
Né°tt1ta la portata di vera novità dell'inatteso- intervento. 126
':1!liòSul versante cattolico tradizionale si potrebbe ricordare l'esem-
;tpi~f~~ltorinese Giuseppe Ghiringhello, di cui è nota soprattutto la
:•biochU:reLa vita di Gesù: romanzo di EmestoRenan, preso in esame
·;4~: 1G:G.,. L'autore è professore alla facoltà teologica dell'università_
:a~tc~l~, s'èformato come semitista e orientalista (nella scuola iHu-
\c§~fata poco prima da A. Peyron), insegna esegesi dei libri anticote-
:'$.@µ~ntari .(sui quali pubblicaalcuni commentari), ma intanto rico-
i.'.~~~-f~nche -verso la fine della carriera, dopo la cacciata della Fàcol~
A~~#~o1ogica dall'università stàtale - l'insegnamento di.apo1ogetiGa.
:}W;~,:Allllo dopo la pubblicazione della Vita di Gesù in Francia, nel
·' · .,:esce già la su.a risposta :presso Pietro di G. Marietti. L'opera
,,, )Lbuona accoglienza di critica anche fuori Italia, ma esige urico-
f&à~~~&;noncoll1une per la lettura: su 425 pagine l'ultimo titolo si tro-
. · i,_,_;pagina 11! La maggior parte delle copie finisce al macero e
. . ,. prè sè ne duole quando dalla Germania gliene richiedo ancora
i-ib'Ufiè;127 ·:
~r]'j.j5?J}à:.IÌlatrice della semitistica è comune a parecchi dei personaggi
· "'-'··· )~yoli nei nostri studi in quest'epocaY8 A Palermo, Firenze e
:,insegna Gregorio U gdulena (1815-1872), che pubblica una
Wt~.traduziòne del Pentateuco e dei libri storici, così come a
·#insegnailgrande maestro Ignazio Guidi (1844-1935), alla cui
~~~~?'.;/(:.:e•
~·:,~.::· </(:...·,~ .·,:,:..._'·•. ·..••. '
~df ...:.':;

·., ~<s~no le reali convergenze tra Loisy .~ Harnack oggetto diuno stupore che
tliJltOquando si vada oltre la superficie delle dichiarazioni di intenzione. Loi-
'ÌO:amll1ette: «Ho avuto spesso l'aria, per effettq della controversia, di essere
Q;<la. Harn~ck di quanto in realtà non lo fossi; l'ho criticato su sfumature,
·':yosulla spstania. Per quanto riguarda, ad esempio, lil criticàdei testi sulla
· y~rgiilale e la risurrezione, non àvevo nulla da dire a Harnack» (lettera a
()6:Documentazione su PoULAT; Crisi, 90, ma in generale i primi quattro
}38-99). ·... ... . .· ... . . .
(Jìllseppe Ghiringhello mancano ·àncora studi approfonditi. Mi riferisco a
fiç»:EB., Cenni sulla vita del Professore Giuseppe Ghiringhell0 , Torino
,:'J?:E~ciN, Notizie sulla vita egli studi dell'Ab; Teologo Giuseppe Ghiringhel-
'()•1?79. Da quest'ùltima, a p. 21, la confidenza sul libro richiesto quando era
iriacero:
if G. RlNALDI, «Gli studi italiani di ebraico biblico», in Gli studi sul Vicino
' liàlia dàl1921 al 1970, I. L'Oriente preislamico, Roma 1971, 59-67; S.J.
· Jiistiidi'italiani di ebraico postbiblieo», in Gli studi sul Vicino Oriente, I,

233
scuola passano molti dei giovani talen,tiche prenderanno parte, sul~
l'uno o sull'altro versante, alla controversia modernista. S'interessa
lui stesso a Loisy così come accade, trai suoi allievi, soprattuttqper
Salvatore Minocchi (1869-1943). In ambiente romano emergeranno; ·
nei decenni successivi, Alberto Vaccari (1875-'1966), Giuseppe Ric7
ciotti (1890-1964), Umberto Cassuto (1833-1951), Et~ge:nio Zolli
(1881-1956). Da queste scuole provengono anche nomi come Fran~i
cesco Scerbo, allievo di David Castelli a Firenze (insegna anch'egli a:
Firenze ed è autore, fra l'altro di un fortunato vocabolario ebraico:;,
italiano e italiano-ebraico ripubblicato di recente), Italo Pizzi (opera'
a Torino, con amplissimo spettro di interessi), Giovanni Luzzi;
(grande studioso evangelico: 1856-1946). ..•....
A Milano lavora un ricercatore di taglia eccezionale, Antonifa
Maria Ceriani (1827-1907), 129 operante alla Biblioteca a'rnbrosia@i
incessantemente dal 1855, fino a diventarne prefetto. Molto dota#?
anche .sul piano tecnico, compone egli stesso, nella tipogFafia de,k,
l'Ambrosiana, per garantire la fedeltà delle edizioniin siriaco, ~d . $!
fra i primi a impiegare il metodo della riproq_uzione fotolitografìda ..·:
Tra i prodotti di una fecondissima vita di ricercatore si ricordano1ìfi
particolare i Monumenta Sacra et Profana (a partfre dal 1861), in ctj{V
trovarono posto importantissimi reperti della gloriosa .Bibliote,~:;i;;;
ambrosiana. Fu questo uno degli ambienti più fecondi per un lavor9~i
che, se era (e continua ad essere) altamente specializzato; fu.pé~g{'
realizzato da uomini di grande umanità, capaci di comunicar~,'\tpi'.'.
eventuali attività di insegnamento, la ricchezza del loro metodo, i3W.5:i;j
sta ricordare i nomi di Eugenio Griffini, Achille Ratti, Giov~~~li~l
Galbiati e - in mezzo a noi - Enrico Galbiati. ;:,;
Stanno intanto affacciandosi, pure in Italia, le prime riviste cpìij'.i
interesse biblico (parziale o totale): per es. a Torino 1 a opera èli(J~~fi~1
corno Re, successore del Ghiringhello, Archivio di letteratura,bìbJid'i~
eorientale (dal 1878 al 1908: irregolàre sia nella compari:donè si~-' ·
programma), a Firenze la Rivista bibliografica italìana di S.alv~ ·
Minocchi (J894-1899), e poi, dello stesso Minocchi,. Studi rei{
(1901-1907). . ·. . . /
Nel 1889 viene.fondata a Roma la «Società per gli stÌìdì b1b1
che fa riferimento ideale al grande archeologo Gìovann!Battisf
Rossi (1822-1894), ed è presieduta da Isidoro Carini (184$-<f ·

129 Cf. G. RINALDI, «Monsignor Antonio Maria Ceriani e gli studi semi : ·
Milano», in Aevum 31(1957), 297-315.

234
PÌ~(è~t<J della Biblioteca Apostolica>Vaticana. È la primavera bibli-
~*'iep~:aceennaa fiorire sotto LeoneXIIl e che raccoglie nomi conie
m~ofo;Sayi;:GiovanmSemeria; Giovanni e Angelo Mercati e; poco
p~_ìiitardi; GiovanrtiGenocchi. L~ attività della Societàfu vivacissima,
&~'ii:J,ii,zata soprattutto inconferenzee dibattìtiche rton erano solo in-
~~ry~nti di aggiornamento ma riportavano gli stimoli diun gruppo al
ft1J'@enon mancava impulso creativo. Ma essa veni"Va arrestata nel
l 8:98V>
1 I \

~t::i):?al modernismo alla seconda guerra mondiale 130


l~~w,·.,~Qll è facile proxmnciare u.11 giudizio equo sul modernismo, nel
fì!i'.iil$:c()nplJ.iscono persone, problemi, tendenze e interessi dispara-
'·"''''·I_~3i .Èiilusorio anche solo pensa,rè di esporre i fatfrin modo
.. J>robabilme:iite solo chi ha sofferto le tribolazioni dì quel pe-
.-.1 ..• ,<:l~ una testitnonianza adeguata, dove.però la passionalità.dei
'''~'·'"]?nisti ha una prese~za, assai varia, come può dimostrare il
g1ùq tra i ricordi di padre Lagrange e>quelli di Salvatore Mi-
···VJ32

;,.,-;, 1 ,.,;-o'ts~ ~ facile l'accordo sugli estremi. Sulversante dell'intolle~


*~~i;~ presente, non solo nella curia romana, un movimento inqui-
:;;')'''''F!osµbdolo, presuntuoso e polizieséo; volto a promuovere inter-
1" '.dìsciplinari a volte persecutori, tali da.provocare choc e paure
' . ente superabili. È il caso - tra gli altri - degli integrali di
;dQIÌlberto Benigni (1862-1934) con quel «sodalitium pianum»
iliiè:re» 133 e co.nj loro organi di influsso sull'opinione pubblica

'Itfe alle opere citate nel I e II capitolo, si possono consultare Fonti e d.ocu-
riliistòna del modernismo. I; Urbirio 1972; B. LABANCA, 1 cattolici modernisti
' 'tradiiionalisti, Roma 1907; L.H: JouRI>AN, Modernism in Italy. Its origins,
e;JtsLeadets anditsAims; Oxford1909; A. GAM.BA!i.o,11 modernismo, s.L
e}l912; C; BEX:Lò, Modernismo italiano, Milano 1967; P. SCOPPOLA, Co-
"giosa'e democrazia nell'Italia contemporanea,.Bologna 1966;. L. BEDESCHI,
.. ana durante la crisi modernista, Modena 1968; RANCHETI1, Cultura;
èc1Loisy; F. TURVASI; Giovlin:ni Genocchi e la controversia m<>demistà,
; II>; Padre Genocchi, il Sant'Ufficio e la Bibb.ia, Bologna 1971.
ìf:~ua in:ipostaZìone teoretica si può vedere una analisi attenta nel già cita"
~OHM, Dogma.La reale presenza delprobleina per la com:ezione di fede
'c1rainnia .di molte vicende di uomini di chi~sa sono i due poli di un feno-
ente: assai complesso.
RJ\NGE;1l PadreLagrange; S. MINoccm, Memorie di un modernista·, Fi-

:E.· P!'.:rO'LA.'r, Intégrisme et catholicismé intégrill, PariscToumai 1969; Io.,


• ,:'démocratieetsocialisme.Le mouvement catholique etMgr. Benigni de
.nce''d..u'socialisnie à la victoire du fascisme, Paris-Tournai 1977,·

235
di infelice memoria (purtroppo con qualche epigono in epoca più re~
cente, anche se di ben minore potenza). D'aÌtl'.a parte, sul versante
dell'ortodossia, alcuni esegeti modernisti portavano realmenteleJo-
ro proposte fino a un punto di cui non si riuscivaavedere la concilia-
bilità con il deposito della fede cristiana (per esempio sull'ispirazfo-
ne della Scrittura, sulla trascendenza e divinità dell'uomo Gesù); 134
È vero anche che le esigenze del momento erano sentite inltalia ein
Francia con una tale freschezza e problematicità che si comprende
l'appassionato atteggiamento di molti protagonisti, anche quando
l'equilibrio poteva risultare precario o addirittura rotto. 135
I prodromi sotto Leone XIII vedevano un gruppo di studiosi,
per lo più giovani a noi già in parte noti. Essi erano in contatto con
ambienti francesi al punto da prendere la parola su Revue Biblique,.
(cosa che s'interromperà, con dispiacere di p. Lagrange, per non pi~.,
riprendere) o al primo congresso internazionale biblico cattolicò di
Friburgo nel 1897. La curia romana è combattuta fra tèndènze op~.
poste, ma il papa non ama emettere condanne e desidera un riilrio~.·.
vamento autentico degli studi biblici e ha alcum cardinali, ·come Pa/.
rocchi e Satolli, che lo confermano.nel suo indirizzo. Ma negli ultì~);
mi.ssimi anni dell"800 si intensificano le denunce, anche per accuse.<
frequenti che giungono da Parigi. 136

134 Per limitarci all'ambiente italiano, è indicativa la confidenza di E. Buonai~#'.;\


a A. Houtin, in una lettera del 6 maggio 1907: «Lei afferma ancora il teismo el'iiìiS~
mortalità dell'anima; io non vedo in questi postulati fondamentali che delle attitudìji!;O::
pragmatiche, vuote di ogni valore ontologìco, ma in pratica io non me la sentirei,.peij~;
ora, di ribellarmi» (riportata in ZAMBARBIERI, Cattolicesimo, 8). Sull'importanz,a d}:<i
Buonaiuti, «un teologo ufficiale del modernismo»_, «la figure le plus représentativedµ;~
modemisme italien», LAGRANGE, Il Padre Lagrange, 27 e 43. ·,;:;;~
135 PouLAT, Crisi, 15, distingue tre categorie di protagonisti neldibkttito IIl<?~~ìi~~
nista: .gli aderenti al movimento modernista, i loro avversari dell'ala reizionaria:e;'1:#J~
mezz?- quegli altri «avversari del mode~ni~mo>~, i quali però erano "11: loromo~<.\.I\i?,~
vaton, padre Lagrange e la sua Scuola biblica di Gerusalemme, monsignor Batif!okl(~
il suo Istituto cattolico di Tolosa, padre Laberthonnière con i suoi Annales de P#ili!f~t
sophie chrétienne, Bionde! con la sua «filosofia dell'azione» e il suo «metodo d~iÌDJ];l.~1~
nenza»: nonostànte il loro impegno a servizio dell'ortodossia, tutti «sisentivano!;qitj;:~
volti nella stessa riprovazione». , . i:)'r~'i@
136 Alcune componenti del clima che si andava formando nel 1903, all'iilteFl)'qi~
della stessa Societas Jesu (Schiffini, Billot ... • da una parte e· Prat, Hummela · · "
dall'altra) sono descritte in ZAMBARBIERI, Cattolicesimo, 74-82. Tra i biblisti ,i
che si stanno affacciando alla ribalta e partecipano degli stessi interessi si ricor
padri Giovanni Genocchi (1860-1926), Giovanni Semeria (barnabita: 1867"1
Paolo Savi (barnabita: 1867-1893), Salvatore Minocchi (1869-1943), Giusepp<;
naccorsi (1874~1935), Angelo Mercati (1870-1955), Giovanni Mercati (1866~1
Giovanni Gisrilondi (gesuita: 1850-1912). Ben presto si aggiungerà Ernesto Buon
(1881-1946). '

236
;~i_:so~el1902 viene istituita fa Pcmtificia commissione biblica137 e tra i
:.l~ù:()iinembri si contano i padri Lagrange e Genocchi. Tra i primi
:j~i;oplemidaaffrontare, essatrova la dichiarazione che il S. Ufficio
j~y~vifrilasciato sull'autenticità del «comma giovanneo». 138 Nono-
..~ta!11teJa maggioranza dei pareri, per la resistenza di p. Billot quella
·tiposiiione non Viene ritrattata. Del resto entro breve tempo la com-
'~,P()~i.Zionè della 'commissione muterà in senso più rigido, e con essa i
;~:Siioiòrientamenti. 139
;~!iù. ~n questo tempo staanche partendo .un movimento di diffusione
rn~~Il~Bibbia (a cominciare dal Vangelo), che si esprimerà in Roma
fi~:tjpth:c«Pìa società di san Girolamo», fondata nel 1902. 140 Un feno-
1~#f~~o singolare mostra cornei tempi avessero raggiunto una sensibi~
i':i~fà,'Jnatura al riguardo, Nel 1900 compare a Torino, con l'~ttribuzio­
~ìi~':<f {<ùn sacerdote cattolico italiano» un volumetto intitolato Della
[:f~~#futa in famiglia del Santo Vangelo di N. S. Gesù Cristo. In realtà.ne
'f,;~gà:tjtoreilcremonese Proto Zambruni, 141 che in successivi interventi
" · :iano.ne1J901, a Parigi.nel 1903, a Ravensburg nel 1904) si fa
. a~éltore di unaformazionedellafamigliaalla lettura frequente e
i;~.•;;;;c.'.:ta; ~elvangeh Jl suo progetto viene totàlmente assunto daJJa
',if.(<'SiQJ.•.(Jirolamo» ·ed ottiene l'approvazione del cardinal Sarto (lette-
• a
J$q;5.1902); che anche da papa continua mostrare la suasim-
.~i/A queste iniziative si rifaranno imprese successive, come i

.·Ccm la lettera apostolica Vigilantiae (30 ottobre 1902: cf. EB, 137-138). Una.
'Hlél cammino percorso nei suoi primi sessant'anni è offerta da J.A. Fitzmyer
p~ndice I ·ai suo A Christological Catechism: New Testainent Answers, New
R:lm'.lsey 1982, 97-103.
;G&•ilptu:retum de autenthia textus IJo. 5;7 del 13 gennaio 1897 (del S. Uffi-
. i~pprovilzi.one papale del 15.gennaio). Siveda pressò ZAMBARBIERI, Cattolice-
.~~2:e12+.126 (per le. note 159"168): Più sistematicaJa·trattilzione in TuRvAsr,
eiiocc:hi; 221-228; Vi si cita (a p. 222) un'interessante sintesi, formulata
te,'dal Genocchiin una lettera a·U. Fracassini, .a proposito del ragiona-
Jli~: ~illo~; il più ostinato difensore del decreto: «Sifece un sillogismo; pren-
.li;bas~!'!atesi di Franzelin: ogni testo dogmatico della Volgata è autentico. At-
,):;;Ergo .. Ma non c'è nei codici greci. Respondeo: ·se non c'è, deve esserci.
···io.meglio, lo troverete»; . .
aij'rilembri italiani più coinvolti in questi mutamenti è da ricordare U~ber­
'"''}:che nel 1907 dovetteJasciareJ'incarico.di rettore delseminario diPeru-
'··di'cbnsultore della Commissione biblica.
a quanto pare - il primo esémpio di un tentativo diffuso di p~omozione
1,p1postolato biblico. LoHFINK; Esegesi, dice che «il.rinnovamerito biblico
inJtalia {1902)» (p.18).
tizie desunte da k .ZAMBARBIERI, «Il sacerdote Proto Zambruni e la diffuc
'.aiigelo,in.famiglia», in Aspetti religiosi e culturali della sÒcietàlombar.da ne-
. illacris(modernista (1898"1914); eomo 1979, 239-267.

237
«gruppi del Vangelo» che Antonio Coiazzi prese a propagandare da N
Torino nel 1927. 142
Ma nel frattempo non si era visto uno .sviluppo ili continua ere-'
scita. La «San Girolamo» cadde già nel 1906 sotto quei sospetti che')
le tarparono le alV 43 Se nello stesso anno la Civiltà cattolica patla i'
ancora di un <<sano modernismo cristiano»144{aFirenze da alcuni ari~'.'.
ni compaiono i già citati «Studi religiosi» di S. Minocchi, che: si pro~i ·
pongono di introdurre l'era del pensiero critico), 145J'anno successivi><
compariranno invece il decreto Lamentabilii l'enciclica ?ascendi\
Dominidgregis, 146 il motu proprio Praestantia Scripturae,Sacrae. Iri ·
alcuni casi, come per padre Genocchi e anche per padre:Lagrange;x
l'intervento del papa mantenne limitati gli effettLdelle misure dìsàét:
plinari, ma, in non pochi altri, insegnamenti e attività scièntific~';l!
(come per padre Semeria) 147 vennero sospesi. <ij~

142 Egli stesso nel suo libro I Gruppi del vangelo, Torino 1927, sirifà ai precedetj\f{}

ti di attività iniziate nel 1920 a Bologna, . dove nel 1925 si tiene il primo «Congre&~~,;f~
nazionale per Io studio e la diffusione del. Vangelo». Un'altra linea di influsso delllfiif:
«San.Gerolamo» si verificò nei confronti della Pia soeietà san Paolo, fondata'adAil:lii:;.;:
(Cuneo) e fiorita in attività varie di formazione dell'opinionè:pubblica (editOrialè;ò<liif:;
audiovisivi ... ). Cf. R.F. ESPOSITO, «Stampa e diffusione dei vangeli. La Pia SoçietàAi'.'~
San Girolamo e il suo influsso sul pensiero e l'opera di D. Alberione. Appìmti 4()cUi;:0Ì~
mentari», in PalCl 60(1981), 275-285; 348-358. i•/(i<'{ii
143 Cf. ZAMBARBIERI, Cattolicesimo, 65 e 112, nota 74. 'c•;~g
144 Analoga distinzione è dato sentire anche in un'ammonizione dell'episcopaW~···

piemontese: L'episcopato delle due province ecclesiastiche di Torino e Vercelli al:.{(e,~"::0


nerando Clero Subalpino, Novara 1905, 27-32.34-35 (cf. ZAMBARBIBRI, CaitolicesiìiÌf)'.;:}!1
239). ' ' ' '. ..
145 Si stà concludendo una stagione di.libera discussione sulla riforina della ci
:r+·
sa, che aveva trovato tipica manifestazione, nei primimesi del 1905 (ma ccin uJl.
di episodi finali nel 1906), con la pubblicazione quasi simultanea di nove opu§co
dicati a un programma di riforma nella chiesa. Essi sono ripresentati in BEi>liscm,
curia; a p. 59; nota 16 vi sono titoli complemei;itari, a partire dal 1901,fino aid
Egli vi riscontra la quasi totale assenza dei «feirnenti novatori ;europei di. M:o
Newman, di Vico .e Lessing, di Ritschl e Hamack» (p. 22), ma nota anche eh~!
questo fenomeno «fala sua prima:comparsa.nella cristiariitàitalianauna·dial ·
cattolica di scaturigine romana» (p. 29). . )1•
146 L'enciclica Pascendi (il più importante dei tre documenti); firmatadàl'i:
sembra essere stata preparata a più marii. La parte dottrinale, più importante, è s
attribuita ad autori diversi(per es, al Padre Billot: 1846"1931), ma è or~ peoll.
vari riconosciuta come opera di. padre·Joseph Lemius (1860-1923); oblato di ··
Immacolata. Così già in VIDLER,.A Variety, 16-18 e, dieci ànrii piùtardi,DAI:Y\· .
scendence and Immanence. A.-Study in CatholicModèrnism.arid lntegralisin,<:)#
1980, 232-234. ' ')
147 Giovanrii Semeria (1867-1931) fu uno dei giovarii barnabiti che fin daJ1'è~

di Leone XIII presero parte al movimento di rinnovamento della chiesa sopr!IW


nel suo dialogo con la cultura contemporanea. Le vicende moderniste lo portàtéi.. ·
Belgio, poi nuovamente in Italia, dove fuinterventista per la-prima guerramoii' .
addirittura cappellano dello stato maggiore di Cadorna. Dopo la guerra.i! suo/a

238
· ' .é op:tj,11oti sono quelli di Salvatore Minocchi e di Ernesto Buo~

·. #~(188.1~.1946: anche a questisirifaceva una rivista, Nova etvete-


'"çh~yisse sc>lo dal gennaio al dicembre 1908),148 che costituiscono
:.,.. r(ì~p.cmdente italiano dei Loisy, Turme!, Tyrrell, Schnitzer di
·. cia., ,Inghilterra, Germania.
lmoniento acuto della crisi era passato quando scoppiò la prima
' a:md11diale, eh.e lasciò itpasso a una stagione non molto ricca
òrhi e dLiniziative. Un tentativo timido di commentario biblico
·j\ia.intI'apreso presso la LICE di Torino da Marco Sales ( t 1936),
;l'.Q.uceva però ancora. dalla Volgata, mentre il suo aiutante e
$ore Giuseppe Girotto (perito nei campi di concentramento
ii~ della guerra} dava al lavoro un'impronta più moderna. A
~- Emilìa insegnava Leone Tondelli (t 1935), 149 orientalista e
t~ i:lpieno raggio. Il nome più prestigioso fu indubbiamente Al-
.:yaccari (1875-196.5),alungo vicerettore del Pontificioistit1;1to
· · è mentore dei biblisti italiani. Oltre alle eruditissime «lnsti-
'}ibjblicae»150 ègli programmò una versione italiana della Bib-
. è)Ùa dai testi originali, usata ancora adesso come. «Bibbia del
}~ o «della Salani» (l'editore che la pubblicò prima.in dieci
'.~:)'.l()kin volume unico). Accanto al grande filologo spicca
.gìe>so molto popolare, Giuseppe .Ricdotti, docente presso
._ ·e: ·università. di stato. Si: è già parlato, della sua. formazione
Jitìc:a_;ma le sue pubblicazioni sispinserofino alle origini del
~~~ÌllO; J.:,e più·note furono la Storia d'Israele(l932),Ja Vita di

w:k9be un.forte:: mutamento el'uÌtima parte della sua vita fu dedicata a ripara-
:IÌi'.'tWià guerra (soprattùtto verso gli orfani). Trale numerose pubblicazion~è
.·. ~Opèraindue volumi, pubblicata a Milano, Ambrosiana; ~ènza. data (ma
9);.}inieiquattro.papi. Del primo periodo si ricordano Venticinque anni di
.r~ii.qìfeszmo .naacente, Roma 1900;-e D()g~; gerarchia e culto nella chiesa
oma-1902~ S1,1lla valutaZi?ne dell'apporto teologico di p .. Semeria alla con-
, 'dermstil., si vedaZAMJiARBIERÌ, Cattolicesimo, 23; nota 51; 65,.no'ta.75.
~o~cbi; si ·veda A. AGNOLEUO; Salvatore Mino.echi. Vita e opera (1869-
i~JQ64i N~llaJunga lista degli «Scritti di Salvatore Minocchì» (editi: pp.
(jjti.e:vari.pp, 316-322) è documentato l'impegno eccezionale perla scien~
·;par,.ticolare laletteratura anticotestamentaria) e la semitistica. Per Buo"
aJll· sua aut()biografia Pellegrino .di Roma,/La ,generazione de/['esodo;
)~:pre~ent;iZione (con_ bibliografia articolata}.di E.PARENTE, Ernesto
w;a)97l;.in .epoca precedente.O. GRAsso; Il cristianesil'IW di .Ernesto
..s1:ia, l953 è V VINAI, Ernesto Buonaiuti e l'Italia religiosa del.suo tem-
.· 'i;c::i;1956.
. mCiita diffusione, di L.ToND.ELLI, Gesu nella storia al centro della critica
·an.01925 •.
)~.<ial.Pòntificiò istituto biblico ne!J925; 1933;1935.

239
Gesù (1941) e Paolo Apostolo (1958): soprattutto la prima realizzò
un invidiabile equilibrio tra erudizione sicura e stile divulgativo e co~
nobbe un numero incredibile di versioni. 151
Chiudiamo questo periodo con il ricordo diun personaggio atipìi:
co, il barone Friedrichvon Hiigel (t 1924). Figlio di genitori non ita'-
liani, nacque (a Firenze: 1852)e soggiornò per lunghi periodi nel no-
stro paese che amò intensamente; non teologo di professione, ebbe
una conoscenza eccezionale della problematica biblica;, amico di
Loisy e di altri modernisti di punta, si preoccupava di salvare la co"
munione con la chiesa cattolica; interlocutore in prevalenza di eccle~ ·
siastici, mantenne la consapevolezza della fecondità della sua condi-
zione laicale. 152 A distanza di decenni si sarebbe apprezzata l'intiii:.c.
zione di molte sue scelte. 153

4. Il trentennio del secondo dopoguerra


Parlando di padre Vaccari ho tralasciato un particolare che anti~
cipa una realtà del periodo successivo. Nel 1928, per ìnteressameritq'
del filologo del PIB e dietro richiesta di alcuni docenti dì esegesib1~}
blica dei seminari italiani, si tenne in Roma una Settimana biblica
dei professori dei seminari di sacra Scrittura. L'iniziativa si ripeté al~}
cune volte prima della-guerra e fu subito ripresa nell'immediato do,,
poguerra. In quest'incontri si volle formalizzare la cosa dando vitaa,
una organizzazione dei biblisti italiani. Nel 1948 nacque cosìl'Ass<d":):.

151 KRAus, L'Antico Testamento, 742.748.752, presenta la Storia d'Israele, &,;'.


Riccotti, rilevandone il carattere di «netto rifiuto alla concezione della storia dell'An/·
tiro Testamento di origine wellhauseniana>" Nella sua tipologia di alternativa radfc3,~:.:
le e per la sua pretesa profetica (ogni futura critica «Storia d'Israele» dovrà rispettar~:·
le grandi linee della storia biblica: proprio come si sforza di fare il Ricciotti), essa dft-!
venta un obbligato punto di confronto al termine di una lunga evoluzione. «Si è quih'~''
di dato ragione a Ricciotti?». ··. )::/,
152 Anche se la presenza di laici dentro o attorno al movimento modernista n()W~i
rara: si pensi a Tommaso GallaratiScotti, Antonio Fogazzaro, GiUlio.Pisa, Francesqg:;.
NobiliNitelleschi ... Esempio forse unico nella diffusione del modernismq, aMila~8'.,
sorse nel 1907 una rivista, Il Rinnovamento, diretta da laici, cheproprio facendolevli1
su questa circostanza distinguevano, di fronte agli interventi romani, l'obbligo di.i;eJ/,
guire gli insegnamenti e le direttive dottrinali provenientida organi pontifici(obbiìg~!i
che è di tutti) dall'obbligo di condizionare la decisione per un'attività pubblicisti~à);(i
consenso della Santa Sede (che tocca solo gli ecclesiastici). . . ·.·i'S\~i~
153 Senza volere con questo accogliere indiscriminatamenteil giudizio, supejfi?,;i:
ciale e inesatto per troppi aspetti, che fa dei «vinti del modernismo» i. «vincifoìi g.~1;0
Vaticano Il» (riportato nella Prefazione di G. Martina all'opera di ZAMBARBIÉrù,;;:J!f;
Cattolicesimo, 8). · ,;~:'

240
.x;\)j ..
0
')8J1~· 0 biblica italiana ( = ABI}, erede forse inconsapevole di ten-
~è:precedenti meno· fortunati. 154
;,Questo fenomeno di associazionismo, che presto si ripeterà in
):kgericultoridi.altre discipline così come accadrà anche per bi-
.ti cii·altri paesi in .anni non IJlOlto distanti dai nostri, è destinato a
~9ti:ire non piccolo influsso. Nell'ABI confluiscono. gli interessi
-·;: recedenti «Società per gli studi bibliCi» e «Pia società di san
Jajno», promuovendo l'aggiornamento e l'intensificazione degli
i!:qi:lllici e contemporaneamente la diffusione della conoscenza
~p.ri,ca sia pratica della Bibbia in un mondo che le è -qn po' estra-
;:t!"()c;o per volta l'Associazione si dà un periodico scientifico, la
0
§,fabi'/Jlica (dal 1953: Firenze, Roma, Brescia,Bologna), e uno
· '' JiVo, ··Parole di vita (dal 1956: Treviso, Brescia, Leumann-
~J (i:ecent~mente un altro, scientifico, Ricerche storico bibli-
.#\1988,Bologna), e alcune collane di studì.IIJ.Jtaliada tempo
··S0nìpariva l'organo prestigioso del PIB, Biblica (appaiato ·al
~tivo Verbum Domini).
tema di attività editoriale è da ricordare un'intensa attività di
:r~Iie dal tedesco, francese, inglese e uno sforzo non piccolo
'i;omposizione di manuali biblici. Le traduzioni sovente furono
''tivè e. magari un po' scoordinate, ma occorre globalmente ri-
~re chela loro presenza ha reso possibile lo studio biblico a
blicoassai vasto. Si pensi non solo a opere grandiose come il
_·éLessico del Nuovo Testamento di Paideia (che rende accessi-
lJl'heologisches Worterbuch zum Neuen Testament), ma: anche
i~e &commentari; i dizionari enciclopedici,·opere importanti
òrL'divenuti classici; ·
:-}·-wiµiuali di introduzione biblica si affermarono soprattutto
:~tredit.oreMarietti e della LDC(ambedue aTorino ); altri o
ero-seguito (come quello iniziato da Spadafora per le Edh
essa_ggero di Padova) o furono totalmente tradotti da altre
.·KC:ome quello dell'editore Boria). I primi due hanno radunato
':9sf c()llaboratori, prevalentemente.italiani (specialmente il se-
;:4kcui è In corso un completo rifacimento). 155 È certamente
:,_I;•;;-;

.:Pfo informazioni sono offerte dai due volumi di A. TAFI, Mezzo secolo al
llllChiesa inltizliil; Note storiche sull'Associazione Biblicll ltaliilna,Trevìso
,Uomo di Dio. Una vita per la parola di Dio. Mons. Gioacchino Scattolon
f'·:Cortona 1990.
~le precedenti edizioni si veda la descrizione del suo impianto programma-
~RAzz1; «Un tentativo di"manuale" biblico: Il Messaggio della Salvez-
iteologia italiana oggi. Ricerca dedicata a Carlo Colombo ne/70" complean-
!i''.della Facoltà teologica dell'Italia settentrionale, Brescia 1979, 375-382.

241
fatto anomalo questo far precedere una sintesi divulgatìv~ a un'ana;~;:
lisi scientifica rigorosa, ma esso si prefigge di dare. unàformation~:;'.:0
metodologica con sensibilità italiana alle giovani generazioni. ::::
Poco per volta si annunciano anche1avorì di rice~caimpegnata;I
che si presenta però con alcuni condizionamenti determinanti. Per ~
un verso continua la linea dei semitisti ed orientalisti) dei decenni{)
precedenti. In partenza sono operanti uomini di alta scuola come, a:.,
Milano, Enrico Galbiati e Giovanni Rinaldi {àlla Bìblioteca ambto- '
siana e all'Università cattolica). Accanto a loro cammina uria gene~\1
razione che ha un qualche legame con il Pontifieio istituto biblico·diX
Roma, in particolare con il p. A. Pohl, e che produrrà i nomi di S~~1}
batino Moscati, Giovanni Garbini, Paolo Sacchi, Alberto Sogg1n;/:
FrancoMichelini Tocci, Francesco Vattioni. Per un certo periodo i{)
dialogo fra gli studiosi operanti nelle università statali e qllelli <lei1e:8
facoltà ecclesiastiche è facile, ma è prevedibilè che una divaricaifo~.A
ne avverrà presto. .(/
Un nuovo interlocu.tore st.a condizionando illavoro dei neot~sfa::·:;
mentaristi: l'aff~cciarsi della categoria dègli studiosi .di fotteratt}r~:\\
cristiana antica. Nonostante là loro collocazione sia da porsi pr(),:%~;,
ptiamente nella storia dell'esegesi e nella storia del cristianesim() ~~~l1;
tico, tuttavia anch'essi sovente si rivolgono al testo biblico .arn:;p..~:11 e
dall'esperienza dei loro antichi maestri traggono motivo a volteM~~
insofferen;z:a verso l'attuale cammino esegetico e a voltè anch.ej#::J~
suggerimenti metodologici. 156 . .. ·_. ' ··;:'.i1
Tra le condizioni determinanti in senso negativo sullo sviluppQ'.··'>
degli studi biblici interviene l~ scarsa possibilità per i ricercatori e~@~
clesiastici giovani, di recente formazione, di continuare in unavita}fi
di pi:evalente impegno scientifico: siverifica cqsì non di rado che;·····-· ·
tori di pregevoli ricerche giovanili non procedano nel loro lavo .
Ma questa è già storia dell'oggi, a circa20 anni dalla conelusioP,~0]
del nostro periodo d'inchiesta. 157 _. /':fa:~
Da quel tempo ci accomiatiamo con l'eredità di pregìate versìqtj\i;~
della Bibbia: anche se non tutte condotte con lo stesso impegnq:p~f~
già indicativi la premura dei grandi editori anche non religio~i}!!Jii~
possedere ognuno una propria versione biblica.Leimpresè più iii~~~
··.'.:t<~:
;'"

156 Se ne trova leco negli Annali di storia dell'esegesi, (presso le Ediziom If ·


niane Bologna). . . . .· >
157 Sulle condizioni che han fatto da sfondo al lavoro biblico in questo perio.d

può leggere G. ANGELINI, «I fattori socio-culturali"hell'evoluzione recente della"t~.


logiain Italia», in La teologia italiana oggi, 101-125.· ·

242
#::~t.<>B,() certamente quella di E. Galbiati ~A. Pen:na~P. Rossano
·iJ~pirET{sfociatapoi nellacosiddettaBibbia.CEl) e quellain-
'ci?l1f~ssiòriale che. produsse.la TILC (Traduzione interconfessio~
;.';ìJJ.Ììngua corrente, delle editrici ABU e LDC): esempi d'una
)11,çnte metodologia di versione secondo le equivalenze formali
bp!ima) e secondo le, equivalenze dinamiche (la seconda).
crli anni vicini al Vaticano Il, vinti alcuni rigurgiti di sempre
· sorgente sospetto, hanno visto un'aperturametodologica a tutto
:)>; ca.p;;i.ce di recepire tutte le problematiche insorgentL Si ·pote-
pritinuare a obiettare alla produzione italiana un certo ritardo
.fuiconeLriguardo dei paesi vicinie spesso una conseguente as-
;;i.:'dioriginalità. E infatti quell'apertura che chiamavamo «a tut-
··· · ÌO>> sovente rimaneva potenziale e non registrava un interesse
) Jyo<là .dove· c'era stata curiosità intellettuale. •
Jyfipare chele cose siano un po' cambiate in meglio in questi ul-
4,~nti anni'.

ÒNCLUSIO~
:···ifuìàdipàrtenza di questa rassegna risentiva sia delle pròble-
' '~ra. delle delusiòni evidenziate dalfilluminismo e dagli
àrliertti chè neliannò coStituitO l'eredità. Era d'altronde pèn-
'(;he. sl.ll campo dove si giùocava. là. sorte dei fondamenfrstèssi
èì'\iiltà ocddentale non potesse essere assente la problematica
~~b dì quella. Bibbia _che aveva tanto influito sullo sviluppo del
'~I.l#efo;La crisi modernista ha rappresentato un momento di
·aialettica. e fai avuto una conclusione sofo iil.terlocutoria nel
t'ò'sètnpfo reinsorgente. 15s . . .. . .. ·
. erfodo sùl qùale ci siamo ·affacciati ha coinciso con lesplosi<>-
····· ·a'rièetca archeologica e ne è stato profondamente segnato,
~ft9ttoper la ridefinizione del quadro storico generale (ìna an-
''''';una sointna innumerevole di acquisizioni specifiche) e poi
o!férta di d()cu'menti letterari del tutto ignoti (a volte anche
.V'i:gnote'). È spiegabile che ne siano sorti orientamenti di let-
)()riea e storico-religfosa, fra i quali il «panbabilonismo» ha co-
~.Q.Jorse l'esempio più noto. La partecipazione italiana all'ar-

f.I.;(i~EtsqHcKNEUFELDs~c.. THEOBALD; La crise contemporaine. Du mo-


à la crise des herméneutiques, Paris 1973.

243
cheologia biblica, se non ha avutola dimensione del grande prota9~~
nista, non fu neppure secondaria. Si pensi a quakhe episodio dipaf,~
ticolare fortuna (nel piccolo, a Cesarea la scoperta dell'iscrizion~'dt.
(Pon)zio Pilato, «prefetto»; in grande, la scopertà della cìttà<di
Ebla) e soprattutto al lavoro costante e spesso pocoJappariscente
svolto dalla Scuola biblica francescana della flagellazione diGerusat
lemme.
La nostra esposizione non. ha evidenziato sistematicamenteJe
metodologie e le scuole che intervenivano nella ricerca (assoimn~O:±
dosi, alternandosi o eliminandosi). 159 L'analisi letteraria riceve\{~
risposte dallo studio delle tradizioni, dalla storia delle forme,. dall~
storia della redazione; con proposta a volte alternativa si affacéi~~
vano gli operatori della lettura strutturalista. L'analisi storica vivey~
momenti appassionanti (ma non unici) nel dibattito della «ricei.~
sulla vita di Gesù», mentre torna a riproporsi il problema di una cri\
teriologia per l'interpretazione storica dell'Antico Testamerij§:~
L'analisi storico-religiosa ha avuto il suo lancio con la scuola storifdf
religiosa e i suoi vari momenti preferenziali, con attenzion~/,~J
mondo babil.onese o egiziano, all'ellenismo con le religioni ml.st~tj,s
eh~ o alla gnosi o al giudaismo anticotestamentario o postanticot~t;
stamentario. L'analisi teologica ha compiuto un lungo cammino{i;I~
momento in cui scoperse la sua autonomia ai vari dibattiti sulle cpijf~
ponenti specifiche del proprio statuto. ·<'~il:
Le <<nuove» analisi, ispirate a criteri sociologici, materiali~tj:,~
psicanalitici o di varia derivazione letteraria, hanno visto spost~~~i~
baricentri della ricerca dalle sedi tedesche ora verso la Franc~~\C/,t%:
verso i paesi anglofoni, 160 fino a una certa st.abilizzazione. di pr~n#j
lenza attuale negli Stati Uniti d'America. Sorge spontalieaJa;~~lì
manda se qualche altro ambiente culturale potrà avvicinarsi a}Ìfl'\c1~$
rata dei 150 anni dell; egemonia tedesca, offrendo cultura 'e st~l~~f.i
proporzionatamente adeguate.. . <!!J'~
Nel. proce?ere della ~es~rizione incontr~vamo man. m~9'C.:%~
ponenti locah che contnbu1vano a. carattenzzareJe s1tuaz101lF&~,Ù
particolare in Italia: la specifica eredità storie~, la disorganicit~ 4~~

' '~
159Per una visi~ne attuale della metodologia di ricerca evangelica (Iettur
turale, apporto della sociologia, lettura materialistica, ritorno a.Gesù), èf. hfe·
der Evangelien-Exegese, Ziirich 1985.
160 Si parla oggi di uso post"moderno della Bibbia. CL E.V. McKNimrr:
Modem Use of the Bible. The Emergence of Reader-Oriented Criticism, N.'
1988. ..

244
·_;~tp.re•. ~l'assenza di sedi idonee, la vicinanza del Vaticano, la pre-
<-~delPontificio istituto biblico. Varie iniziative cercavano di ov-
~>agliinconvenienti della disorganicità, in particolare la soluzio-
<,l~~bcia.zionistica che dà vita anche oggi all' ABI. Al Pontificio isti-
9.·1~iblìcòTesegesi biblica italiana si scopre ogni giorno più debitri-
".àJi.che se non molti suoi allievi italiani hanno potuto proseguire
i<:l'utaturo impegno di ricerca. Gli stessi orientamenti del PIB,
jf)lrnente qualificati di conservatorismo (si ricordi p. Fonk) e poi
--~s§~ccusati di razionalismo modernista, forniscono l'esempio di
})'ìcenda di chiesa sofferta e produttiva.
';Lècomponenti confessionali erano presenti, ma non ne eviden-
>:J#J.() troppoJe conseguenze: che ci sono sempre, ma che nel la-
'cqJ:>~ettivo e nel dialogo tendono a farsi comprensive; ad av-
àJ:sie a superare i contrasti. -
~;Jt:alia.soffre ancora, nel lavoro esegetico, dell'isolamento pro.-
lista. La lingua non favorisce lo scambio, perché per Io più non
1\:c~entemente conosciuta. Ma anche da parte dei protagonisti
1•notauno sforzo efficace per entrare nel dialogo intemaziona-
~yer~ol'adesione alle grandi associazioni e l'intervento ai con-
::IJe';pubblicazioni161 poi solo lentamente si attestano a un livelc
·p~titivo. Negli ultimi decenni si è assistito però a un impegno
·.a.le encomiabile, che ha fornito gli studiosi attuali di un note-
.·.· -· degli strumenti necessari per un lavoro autonomo.

~:)fa dato segnalazionì piuttosfo scarse e discontinue. Per l'ultimo ventennìo


:pçriodo si veda G. GIAVINI, «Gli studi biblici». Un'.eccezione di puntualità
~gli interventi di E. Florit sul metodo della storia e dellefonne: «La "sto-
·_ P?ç.")nrapporto alla dottrina cattolica», in Bib 14(1933), 212-248; Il meto-
:t<>rìii delle forme» e la sua applicazione al racconto della Passione, Roma

245
f~fi,;_;;«····-····
C-7.·-·.,

~~1~1~~-~-~~i,:~_; Tendenze attualì


~Ii:?I ·,_·:nell'uso e. nell'interpretazione
~*'-·
~~1t:'.~:i'..-·.
della Bìbbìa
;?.L~;;~
·5M<:: di Giuseppe Betori
~:i:~i~i:H-·:·;

;(~~~~Jf'l965, anno di promulgazione della costituzione conciliare Dei


•\Y,ittf>U:tn,può valere come data significativa di quella svolta nel rap~
.p'.(!):rj:btra Bibbia e comunità ecclesiale; che connota attualmente'1'u-
~'S~1éfinterpretazionedel testo sacro. Questo vale in modo particola•
!~k!'.P~rJasituazioneitaliana, che qui saràtrattata specificamente. La
i~Jj'Qsp·yttiva·in cui ci si pone è dunque delimitata nell'ultimo venten-
·';Ìliò/e;.per ciò che concerne ilcanipo d'indagine, si focalizza sul vissu-
. _':fosiale •della Scrittura, con particolare. approfondimento per
'· ito Catechistico e per quello delle aggregazioni ecclesiali .
._··tulle annotaiioni introduttive .aiuteranno a illuminare il con~
·'.;.:cteirilievi che verranno proposti.

< +partire dal concilio


j!Ltapitolo precedente si è visto comeil problema di una rinno-
~_centralità della Scrittura nella vita della chiesa si era affacciato,
àll'iniiio del secolo, nell'ambito della riflessione scientifica, co-
~y_-pylla prassi ec~lesiale. Il concilio si è trovato a interpretare,
~#~e valorizzare situazionie tendenze già presenti, esplicita-
to implicitamente; nell'esper~ell?a delpopolo di Dio. Si deve
-·'c}ie riconoscere che, a coiiftonto cori altri ambienti ecclesiali
1riifi, lii situazione ìfalìana ~i presentava al tempo in netto ri~

)(':Jili costituzione conciliare Dei verbum rappresentò in questa


:~iqnelamatrice di un cambiamento, che da una parte liberò gli
:i!e,~egetid da timori e preclusioni.e dall'altra.promosse l'acquisì-
- di una coscienza e di una prassi biblica: nuova.
· ~erimento immediato di quest'ultimé:l er~ nel c. Vl della Dei
•qove, a partire dall'immagine della duplice mensa della pa-

247
rola di Dio e del corpo di Cristo con cui il pane della vita nutre i fe::
deli, e unitamente alla riaffermazione del ruolo della Scrittura come
regola suprema della fede della chies.a insieme con la tradizione/si
proponeva il testo sacro come nutrimento e regola dell'annuncio e
della vita cristiana, sottolineandone rion solo il valoreveritativo, ma
anche la viva efficacia. 1 Le conseguenze concrete di queste premesse
venivano poi descritte così: invito a un largo accesso dei fedeli alla,
Bibbia attraverso traduzioni appropriate dai testi originali, aprendo.:!
si anche alla collaborazione ecumenica;2 impegno richiesto agli esei
geti per lo studio delle Scritture;3 ricollocazione di esse a fondamen 7
to della teologia, della predicazione, della catechesi;4 esigenza di uri
continuo contatto con la Bibbia, a cui tutti erano esortati e da ricer;
carsi nel contesto della liturgia, dello studio, della preghiera. 5
Le indicazioni, prevalentemente pastorali, del capitolo final~
della Dei verbum si fondavano a loro volta su un insieme_di puntil~i
lizzazioni dottrinali, che formavano l'oggetto dei capitoli precedeb:~
ti. Nell'ottica di questo studio, tra esse vanno ricordate: la dimensigs
ne di comunicazione e di comunione propria della rivelazione diyi~
na, che sfugge a una riduzione «intellet_tualistica» per riappropija(§~
della sua natura storica nella dialettica fra evento e Parola; l' açc~~1~:
ne ampia data all'espressione «parola di Dio», che abbraccia ilni9#
mento rivelativo del passato, la sua trasmissione e poi codificaiio~~'
scritta nel libro sacro, la ricezione nella vita che lo prodama e'lÒf~%
stimonia; la ridefinizione dei rapporti tra Scrittura, tradizione e n.l;~i
gistero; il riconoscimento della dimensione umana dello scrittoisp~?
rato e la specificazione formale della sua verità in rapporto allafirj:#:~
lità salvifica; l'acquisizione del ruolo dell'esegesi scientifica, inp~rtft
colare storico-critica, nella lettura di fede della Bibbia, · :0~:
:.>is~.?~11
2. Gli sviluppi post-conciliari ·;:_;:g5r;~

~· ' _. -.:/q.:~~t~~~j
Questo complesso di prospettive dottrinali e pastoralin9p:·~~ ''.\e
risce tuttavia il quadro di riferimento deila lettura della Scrittp:· '
gi. La Dei verbum con le sue acqlrisiZioni chiudeva secoli dieq1
nazione della Bibbia dal tessuto vivo della chiesa, libera.val':
·.-· ·.: <~.:·:~:,;?f.;

,.,;~'~

'~li
1 Cf. DV 21: EVl/904.
2 Cf. DV 22: EVl/905.
3 Cf. DV 23: EVl/906.
4 Cf. DV 24: EVl/907.
5 Cf. DV 25: EV1/908ss.

248
''·: ~i;>:O:é.dallestrettoie cuieracondannatadaLpredominio del da'-
. :' :atìfo, riaprivail dialogo ecumenico, rispondevaagliinterro-
i\pòsti dalle scienze. Ma l'ambiente ecclesiale:e culturale, nel
·~n;to stesso in cui recepiva queste risposteliberanti, poneva in
fr4o piano o dava ormai sostanzialmente per risolti i problemi
·. )ej;i •.riferivano e ne apriva di nuovi.
:~segesi storico-critica, appena accettata con piena cittadinanza
: ~itb cattolico, si trova ora a doversi confrontare con: metodo-
it1ettura dei testi, che spesso si presentano come concorreti•
.. ternative: le scienze umane provocano nuovamente la Scrit-
:sispazia dalle interpretazioni strutturaliste a quelle simboli-
alleJetture psicoanalitiche a quelle materialiste, ecc. Il proble-
a verità della Bibbia, che tanto aveva occupato l'a,ttenzione
1tnifrdue secoli, viene a essere emarginato rispetto agli inter-
··,concernenti fefficacia della Parola e la sua valenza in ordine
<mozione di una prassi di liberazione. Il ritrovarsi intorno al
'. .C:t6 a partire dalle diverse confessioni di fec:le cristiane si in-
·..~Ii.Jà difficile convivenza all'interno del fattolicesimo di op-
)esialie storiche che rivendicano tutte unapatern:ità biblica.
(la:zi()nè della riflessione teologica sul dato biblico deve con-
òfi:il:fra:ntulllarsi delle ermen:eutiche della fede e con il fati-
ji<seIIipre chiaro e giustificato ricongiu~gersi delle diverse
•unica professione di fede, con il conseguente sospetto
. llèp:recomprensioni ermeneutiche; ma anche sullo stesso
scientifico dell'esegesi. La ritrovata circolazione del testo
ll#\1.tacomunita:ria e personale del credente si scontra con
' .difficoltà della lettura, si banalizza o si fa addirittura de-
·~:.Ìicèrcafrettolosa dell'applicazione esistenziale, rischia
\o~llo di «verità» già confezionate, sitraducein«biblici-
'~llorttana vuoi dalla storia vuoi dalla fede ecclesiale.
$ìetD.e di queste problematiche a costituire, in dialogo e in
.f9niltesto conciliare, il contesto in cui si situa oggi la Bib-
'suo uso nella comunità cristiana.

:>·SGUARDO PANORAMICO
é'lZ.iOrieappeha descritta caratterizza la collocazione della
~ll~.vita ecclesiale dell'occidente europeo in particolare.
l,fat,èssa poi si deve misurare con specifiche problematiche,
e.da'quel ritardo nel recupero della centralità della Paro-

249
la, cui sopra si accennava. Ci si limita ad alcune brevi considerazio"
:ni, a cominciare dall'ambito degli studi.

1. Le traduzioni
Il problema della traduzione del testo biblico aveva visto negli
anni 50 e 60 il fiorire di diverse iniziative, assai meritorie per la diffu-
sione della lettura della Bibbia. Fra esse vanno ricordate:la tradu,
zione a cura del Pontificio istituto biblico sotto la direzione diA.
Vaccari; 6 l'edizione in tre volumi curata da S. Garofalo; 7 latradu?fo-
ne di E. Galbiati, A. Penna e P. Rossano. 8 Diminoreimpegnonelle ·
note e commenti e di più ampia diffusione erano le traduzioni pro,~
poste dalle edizioni Paoline9 e dalla Libreria editrice fiorentimt. ~o ·
A questi filoni possono essere accostate più recente1J1e.nte la Bibbia..
concordata, frutto di lavoro ecumenico, u e l'edizione in yolume uni~
co dellà Nuovissima versione della Bibbia. 12 .·
Ma la scena del testo biblico tradotto negli anni 70 e .80 è do111.i 7
nata da due fatti. Nel 1971 la Conferenza episcopale italiana (CEI),,,
edita la versione ufficiale della Bibbia per l'uso liturgico, che si foQ"·"
da essenzialmente sulla già ricordata traduzione dell'editrice UTE'f
L'opera, pregevole e caratterizzata da una ricerca difedeltà allal~k
tera del testo originale, si impone al di là deWuso liturgico assulllen,(;
do di fatto il quasi monopolio nell'ambito delle traduzioni. Decìsiv:o. ·
fu il fatto che questa versione venne assunta cqmeJesto per (ilcune;J
edizioni particolarmente ricche per introduzioni, note,rimandiate,:!
sti paralleli. Si tratta dei tre volumi de La Bibbia TOB;; 13 che ripre.n~'}i
de il commento dell'omonima opera francese, nonché de L~ Bibbia,);
Parola di Dio scritta per noi14 e dell'edizione a cura della f;.iviltiJ. i;a.P~i
tolica. 15 Si tratta soprattutto de La Bibbia di Gerusalcml?le, 16 che uti~).)
lizza il commento della celebre Bible de Jérusalem, con.ada~tametitj.;!.> '-
,','"j;::~

6 Firenz~ 1958.
7 Torino 1960.
8 Torino 1963.
9 Roma 1958.
10 a cura di F. NARDONI, Firenze 1961.
11 Milano 1968.
12 Roma 1983,
13 Leumann 1976-1979.
14 Torino 1981. .
15 Roma 1983.
16 Bologna 1974.

250
~@'*rii;sotto'ladirezione di F. Vattioni. La ricchezza del.materiale
1~rls'ltssidi<Jraccolto in un unico e maneggevole volume, ha fatto de
)!Ji),~\Bibbià di Gùusalemme il punto di riferimento principe di grup-
i~i~~·mòvimenti, ,singoli credenti nell'accostamento al lipro sacro. Il
t~a:lt~ll:di qualità rispetto ad analoghe imprese del passato è notevole.
;~S.~ppureJ'impiarito delle introduzioni e note dell'edizione francese
Xi]l~aiiva·al 1955,j esso era stato sottoposto. a radicale revisione nel
'-':t9.:~3· 'Yambiente italiano poteva usufruire finalmente di Un agile
~~@umen'to, in cui il commento non.risentiva più di freni e inibizioni
· >•, vevano caratterizzato i tentativi precedenti,.e si metteva al pas-
· · . ,)èonipaesi d~ più ricca tradizione di studi biblici.. La leggerezza
\~#~Wàpparato er11dito, pur nella serietà scientifica,. ne faceva un mez-.
•i!:i:p;';,µ;~~issimo sul versante spirituale e·. pastorale,
)·:>:jJ,fuso della Bibbia iirJtalia negli ultimi venti anni è dunque es-
: . · .·~lilnìente riconducibile alla «traduzione CEI» (di cui sembrà in
,,;p~~:pàrazione una revisione) e alla diffusione de La Bibbia di Geru-
ft.,(#.erruize: Ma il fenomeno della diffusione del testo sacro deve anno~
f.~!~t~:·arn::he un a~tro fatto. significativo: la traduzione interconfessio-
;tij~i<~Nn lingua .C()rrente Parola del Signore. 17 Agli antipodi quasi dei
· · ··}spfratori della traduzione CEI, Parola dèlSignore si affida al-
i-che linguistiche moderne per approdare ad uria fedeltà con-
:ilepl.ù che letterale· e per inserirsi nel linguaggio vivo. Il risulta-
pprezzabile, seppure in alcuni punti discutibile, atteso il fine
':~cc~ssibilitàdiretta attesto da parte di tutti, soprattutto nell'e-
·<\>ne•completa che si arricchisce di introduzioni, note e rimandi.
st6ria dirà ~ome lefinalità. diverse delle due traduzioni sapranno
)iif{çame un uso diversificato nei vari contesti personali e coniu-
'j;,cònJlauspicabile collegamento t,ra momenti, come quello del-
#~€:Ì();, in cuila traduzione in lingua corrente prende il suo valo-
qpelli, com~ .è il caso dello studio, della catechesi o dellalettura
".tati\1t,.secori.do iritmi di una «lectio» spirituale, in cui invece la
@p~ .p~ù, letterale appare preferibile.

f·:;Ì{
.·.
··:
sWdi: divulgazione e ricerca
'~#§~;più ampio e più corretto della Bibbia non si affida soltanto
ont~ e magari alla diversificazione delle traduzioni. Si è già ac-
:'ìg'hl ruolo fondamentale assunto, nel carripo
·<i:·. :·: .,
della strunìenta-

,·;'l~.binacLeumann 1976 per il NT e 198S perl'intera Bibbia.

251
zione di supporfo alla lettura del testo, da LaBibbia di Gerusalem~
me. È da sottoli:heare come, sotto questo aspetto, l'opera è'una trà~
duzione dal francese. In realtà, il tributo che gli studi bibliciitaliarii
pagano alla produzione di area francese, tedesca, inglese, ma anche
spagnola, è elevato. Ciò vale anche per opere di carattere divulgàti~
vo, che pur vedevano già prima del concilio e vedono al presente il
contributo degli. esegeti italiani. Fra traduzioni e. opere originaliJa.
pubblieistica è abbastanza ampia e, soprattutto per il Nuovo Testà-
mento, copre a sufficienza gli ambiti introduttivi, dei commenti es~
senziali e a prospettiva pastorale, della teologia biblica. Oltre<a uI1 '•
più coerente aggiornamento che tiene il passo con il progredire degli/
studi, c'è da sottolineare l'intensificarsi, in tempirecenti, dell'atteri~>/;,
zione riservata a: strumenti didattici che vogliono aiutare il singòloò r'.
il gruppo a una lettura autonoma ed esegeticamente corretta dél;fo.: .;
sto. È una strada nuova e interessante della divulgazione, che stipe~):
ra il momento caratterizzato dalla trasmissione da parte deLcompe,>~
tente di un prodotto interpretativo già elaborato e offerto in fonrtàt~ '
«ridotto» per fa.·massa. In questa prospettiva è interessante notà:i;~'',J
come anche nei corsi e nelle settiinàne bibliche, che rapprésenta11<l·d
uno strumento tradizionale della divulgazione, si affacciano oggi it1il\j
ziative in cui, alla presentazione degli aspetti introduttivi e conterifr[;i{<;l
tistiei dei vari libri biblici, si sostituisce la trasmissione di una ntétj;i~·'!li
dologia di lettura, che aiuti ad evitare gli intuizionismi arbitrati].»~;
Il problema della dipéndenza dagli ambienti esegetici sttanieri1s.ttb
pone anche a livello distudi scientifici. La presenzà a Roma·deLPo:J#/~~
tificio istituto biblico crea una preziosa fonte di formazione per:glì::W:
esegeti italiani, ma costituisce in qualche modo anche il lim'ltea,y~·ij
varietà del dibattito e un freno alla nascifa.di una identità nàZioti::i.fe:~i
degli studi. L'attenzione, per lunghi anni predominante, .alversan'te}fj
divulgativo da parte dell'Associazione biblica· italiana . (sotta·ri~~ifft
1948), solo in tempi recenti può dirsi essersi significativamentesp~;#!}
stata verso l'ambito della ricerca. Scarsa è l'attenzione agli studi:~g;~
bliei anche nelle università civili, sebbene si debba tener conto <iegyi;~
apporti dati in campo archeologico e orientalistico e, più rece'rit~i'&~
mente, delle ricerche di storia dell'esegesi e di storia del cri~tiiiné~1~%;;
mo primitivo. :; >t::,··
Distacco tra istituzioni ,scientifiche ecclesiastiche e civili, pr~,Y,:
lenza del compito formativo su quello della ricerca nell'attivitàdeg
esegeti, chiusura del mondo esegetico italiano alle grandi correD,:'
esegetiche ed ermeneutiche europee prima del concilio: ·queste ~ç(
solo le più appariscenti fra le motivazioni che spiegano come lasy

252
·· 'ì_i~iliare sigqificò in Italia essenzialmente un proliferare, a volte
osç> eavoltfdiscutibile nelle scelte, di traduzioni di opere stra-
·. . ~\Traipro9otti più meritevoli vanno annoverateJatraduzione
JJ:IJ.menticom,e il Grande Lessico del Nuovo Testamento, 18 di vali-
~introduzioni ]come quella al Nuovo Testamento a cura di A.
r/%:'.'~~~fge,e P .Grelot,19 di commentari di carattere scientifico come il
~iii'.€.txri:imentario teologico delNuovo Testamento, 20 di numerosi e validi
~~1~Ì.~gj:ri:ionografiqi. La ricerca italiana non è del tutto inoperosa e si
,.. ' ,-,.. 119. akune t~stimonianze significative, ma stenta ancora a farsi
···: ·1Jl 11iezzo hl prevalere delle traduzioni. Una scuola esegetica
.~ <l.e:ve anpora nascere e acquisire u:na sua identità.
,§egesi itaI?-ana sconta ancora troppo il ritardo pre-conciliare.
,O CatiVO c,he il dibattito sul problema della deinitiZJaziOne
.. -"''·'
Diana.si Mfacci significativamente in Italia solo sul finire de-
- .. f. . . . . . . ' ... ,• .

,",;()(). J.proqlemi legati a unapiena ricezione del metodo stori~


:is9s9no ajlaribalta ancora per tutti gli anni 70, mentre scarsa
· ~io11e e qnteresse per le proyocazioni che vengono dalle ac-
'lç)nipiù reqentidelle scienze umane. una tematica cpme quel-
l;.appliçazicfoe all'esegesi J)iblica di metodologie linguistiChe e
)Iclie di isp1razicme strutturale, che tanto sp~io_ assume in
· · .!e.pe_ll'Awerica del nord, trova solo sporadiche applicazioni
~geti in ~talla.Il veloçe recupero del ritard() accumulato non
~ ~ç.cora di indiv~duare chiare linee ditendenza. Gli ultimi
.~~fi.1:pràn~ tuttavia indicare per gli §tudi veterotestamentari
Jef~!l?a per un più stretto contatto con il IJlOndo delle ricer-
~~t;µ~~~iclie, e quindi unaprevalenza di interessi storiografici
è''·e#ta.zfr>be culturale e letteraria; negli studi neotestamentari
~'~é. ~.e~bra prevalentemente rivolgersi alle sintesi teologi~
·:.fa,C,an~nte è invece in tuttie due g)i ~l;>iti il con~riJ)uto a
f P;I~ljll.yntari, nonostante prege~ol~ recenv tentativi. 21 Poco
.;J.,rifiriè; desta la problematica metodològica.
/::~: ~ '1 ·:· .s,. . ·. ~

·x~;ffjya ,è l'attenzione, è nel campo ermeneutico; ma anche


g~t1,111en,tc>J1pn è tanto alle grandi corre11ti çulturali quanto al.
,,;_.~:;J?~:iJ.,ipiviediato dell'attualizzazione del testo. Le istanze di

f~stiaJ9~,5s~.
},977-1978.
a•ì970ss.
;§:~l~(~òllà:rie edite da Boria (Roma), EDB (Bologna)'e Marietti (Genova).

253
fondo sono prevalentemente pastorali e spirituali. Il primo luogo di
manifestazione di tali istanze è la liturgia. La riforma: attuata in basy
alle indicazioni ·conciliari, per ciò•che quiinteressa; ha riportato an~
zitutto in circolazione nel contesto liturgico pagine e pagine della
Bibbia da tempo trascurate, soprattutto grazie al ciclo triemiale di
letture per le festività e a quello biennale per le ferie nella liturgià
della Parola della celebrazione eucaristicà. Non .si accosta ovvia- ·
mente la totalità della Scrittura, e la scelta è fatta in base à criteri
che favoriscono l' «importanza» di alcuni testi e ne accantonano altri
per motivi di «difficùltà»; criteri sui quali si potrebbe ovviamente di~
scutere, come pure sulla d~limitazione delle pericopi e stille riduzio~
ni a cui vengono assoggettate. Rilevante è pure il fatto chèlàliturgia ·
offre accostamenti fra varie pericopi, in particolare fra Aritico e ·
Nuovo Testamento, nonché attribuzioni a contesti liturgici che; sep~
pure rispettosi in genere delle indicazioni esegetiche, traggonola lo'.:.
ro motivazione ultima da una tradizione che ne orienta la lettura in.·.
forza dei tempi dell'anno liturgico, dei sigriificati sacramentali, delll:'.
connotazioni pastorali o popolari·· delle festività.
Senza dilungare oltre queste annotaziònì, si deve prendere atto .·
che la riforma liturgica, se ha ampliato l'accesso dell'.assembl~a: alla
Scrittura, ripropone con maggior forza il problema dì una prospettF<.'
va ermeneutica ben connotata, in cui-si stabilisce una tensfonetrà •. ·•
esigenze.esegetiche e di attualizzazione. Ciò appare in.tutta: evìderi~·C,
za nel momento omiletico, dove all'attualizzazione liturgiça siag~·:
giunge inoltre l'esigenza dell'attualizzazione storie~. È difficile fa.re/
un bilancio della situazione omiletica:. Un punto ,di rif~rJ:niento sf;
può trovare nelle indicazioni offerte iri numerose iiviste pastoraji è:)
soprattutto nei due strumenti specifici di' più larga:diffusiony: Tert!1>l
di predicazione22 e Servizio dellafiirola. 23 Mentrejl primo si ml.i9yçfi
all'interno di una linea esegetica tradizionale verso finalità pastora#f.•;
spirituali, in ogni caso in un'ottica intraecclesiale, çhe tuùavia supe~;
ra il moralismo interpretativo imperante nel periodo pre-conçilìar~;.>
il secondq sussidio è più sensibile agli sviluppi della recente ricerçà';~
esegetica, ma soprattutto si orienta verso un'attualizzazione apert~'.1
alle problematiche non solo ecclesiali ma anche culttiralì e sociàli-;i~
Quando poi dai sussidi si passa alla concreta prassi Omiletica:, le in~{:'
dagini, seppure parziali e non tutte scientificamente attendibili, pat/f

22 Napoli e poi Roma 1956ss.


23 Brescia 1968ss.

254
!~~~cdiun persistere. di vecchie ir,npostazioni moralistiche e persino
~~'.èniarginazione o di utilizzazione a pretesto delle letture bibliche,
'~qrise·gu:enza della scarsa preparazione biblica della maggioranza del
:çl#ro,:formato in gran parte in epoca precedente al.concilio,
'..,':{/J>er chiudete questi brevi accenni all'uso litrirgico della Bibbia è
~g}:).portuno ricordare anche l'influsso indiretto che il testo sacro siè
.o/Jsio attribuire in·· questo contesto, in virtù delllispirazione biblica;
.s~a µellinguaggio che nei temi teologici, riscontrabile nelle pìeghie-
'f,t\':liturgiche del nuovo messale e deivarirituali sacramentali. Un ri-
i'.~;~(fr1trò, ad esempio,. nella. recente secùnda edizione del messale in
;~hguaitaliana (1983) mostra come, attraverso lo sfondo biblico del-
',l~1riu()v~ preghiere eucaristiche, delle diverse collette, ecc,, la Scrit-
~~Ur~·yiene a nutrire più intènsamentela preghiera comunitaria dèl-
'(l~ii:ssemblea e forma in tal modo ad uha nuova spiritualità.

·;4;;:,-".Balettura «spirituale»
::t~i%~.~.~:>
,'.:'. :L'accenno alla spiritualità induce a gettare lo sguardo su un altro
i~~§ito.di lettura della Bibbia, in cui la dialettica fra testo, interpre-
f!~1pne e attualizzazione si fa sempre più viva; Si tratta del momento
... ,,~~tativo nell'esperienza spirituale, dove le mediazioni degli «au-
'.~plritmtli», ancora imperanti fino al concilio, sono state· sempre
' . 'stìtilitè da un ritofnù alle fonti patristiche e soprattutto bibli~
!P. ;· /'È,c~Ii fenomeno che abbraccia l'esperienza individuale ma an-
~-~:~{:i.J.'gruppi, senza tuttavia. configurarsi ed essere assimilabile a
,;~~~iì§:;dèi~ovimenti, seppur~ come esperienza momentanea o par-
""''· :· ~~f,~tfpossa toccare alcuni. È .un· fenomeno che ha mùltepliei .e
· -· (eIIientari caU:sè: iLrifitito del moralismo ovvero del disimpe-
.,§.nco tipico ·della tradizionaJe letteratura spirituale, il diffon-
\della·pr~ghiera della «liturgia delle ore», la scontentezza di
-~if11e"Clifficoltà e all'aridità Clellà lettura pùtamente esegetica, il
~()·~tematiche più direttamente teologico-spirituali dopo le ac~
:àzfoni: ·arttropolbgico~sociologiche dell'immediato pòst-'conci-

·'.:,:':di.~ .caratterizza. questa lettura spirituale è la ricerca di un


'rio 1:ta le esigenze éulturalì innescate dall'esegesi contempo-
~,J'appropriazione
delle ricchezze offerte dalla tradizione patri-
.s )ço-medievale e ora anche giudaica, il bisogno di un più evidente
ijglj:9tra Parola e cammino df conversione individuale, l'apertu-
:,: (id~tanze della testimonianza storica. In risposfa a tali esigenze
##ura. .spirituale si presenta In genere come una ripresa dello

255
schema tradizionale nel medio evo della «lectio divina», con un'.arti~
colazione in diversi momenti, ovvero, piùsemplicemente,comeut1#i
riflessione che passadall'analisi esegetica a quella propriamente spi;.,
rituale e magari anche contemplativa. Ed è proprio lo stretto colle+
gamento fra dimensione «letterale» e «spirituale» del testo l'aspetto
più positivo di questo modello di lettura, che costituisce una delle
prospettive più interessanti della presente situazione di utilizzazione
della Bibbia.
A promuovere questo orientamento si incontrano centri mana~,
stici tradizionali come Camaldoli e, con modalità e accentùazioni di,-
verse, nuovi centri di spiritualità quali Bose, Monteveglio,Spello;'S'.;
Egidio, Sotto il Monte. Un apporto non indifferente viene però an;
che dalla pubblicazione di riviste come Parola Spirito e Vita, 24 come
pure dal moltiplicarsi di iniziative editoriali per la diffusione distru?
menti illustrativi di una lettura meditativa-orante della Scrittura;
nonché di esemplificazioni in forma di esercizi spirituali ovvero df
«scuola della Parola», tra cui vanno in particolare segnalate quelle·
ad opera di C.M. Martini.

5, Bibbia e teologia
Alcune considerazioni merita anche il rapporto tra Scritturii,.~
teologia. Anche in questo la situazione italiana, muovendosi in rit~f,~
do rispetto al contesto europeo, solo a partire dal concilio Irio~t,ia\
una più corretta collocazione della parola di Dio scritta nelpercqr.s§'-.
della riflessione teologica. Le indicazioni del concilio erano Precis1{j
«la sacra teologia si basa come su un fondamento peren!lè sulla J>'~f'
roladiDio scritta, insieme con la sacra tradizione», e quindilaScf::@
tura deve essere «coip.e l'anima della sacra teologia»; 25 «nel(inseS
gnamento della teologia dogmatica, prima vengano propostigli,st~;~:.:,
si temi biblici», e ~nche la teologia morale sia «maggiorm~nte fonq~;;
ta sulla sacra Scrittura». 26 ..,:::

Anche in questo campo si deve soprattutto a un'ampia attiyìt~'.


editoriale di traduzione il contatto con quei m.ovimentì teologid,:~~;
area linguistica francese e tedesca, che in.questo orientaip.entoii,y~,~
vano anticipato e preparato il Vaticano II. L'accedere della teologi~·
·.·' -~~{::·.-:~

24 Bologna 1980ss.
25 Cf. DV 24: EVl/907.
26 Cf. OT 16: EVl/807.

256
Ji;; • "él;tjaa.quello che viene definito- come metodo genetico, che ab-
. . ()nà l'utilizzazione della Scrittura come prova dell'asserto teo-
:i{QgÌ~<>~dogmatico per collocarla alla fonte di un processo storico di
!i~pp,r~fondimento della verità, è stato lento. Tra le cause più eviden-
@i;"zdiquesta situazione va ricordata la scarsità e precarietà in genere
;t,i,~e;istituzion~ teologiche accademiche, come pure la presenza per
{(;~ij( ver§i «ingombrante» delle uiliversità ecclesiastiche romane.
'.{~~~pn mancano studini.onografici di valore, anche per la teologia la
;~~~~tµ:g<,lZione sembra sopravariz;ire la _ dimensione propriamente
;;i§~~eqtifica. Non si può dimenticare che, in un settore chiave e rivela-
i~ìy,(>,::tqllle quello della manualistica,iiperfodo post-conciliare è
i''.~()iliinato dalla traduzione dell'opera tedesca Mysterium salutis,27 e
-!,§.~lQ);ecentemente sta venendo alla luce una produzione nazionale
'.f.kiwi.;il Corso di Teologia Sistematica. 28 Maggiore dinamicità dimo-
f:~tg~ip.yece ilsettoredella teologia morale, dove il rinnovato metodo
r~i~,gJ()~c;()COnnota diverse opere, a cominci.are dal Corso di Teologia
i/!/J;(fr'ate, 29
:~ji,:;i;~r(jiil complesso di questi segnali emerge una sicura acquisizio-
'.';Jj:~ù9t-ùnamodalità di far teologia correttamente fondata sul dato bi-
i;;§#,gq,J<l.f~tica del cammino rivela pure come, in parallelo ad un'as-
~~~~,di-una scuola esegetica italiana, ci si tro_vi ancora lontani da
,_, -· · iyi.;;tjt::iliana alla teologia. Testimone ne è anche il fatto .che l'Ita-
~~tr;ip:t?sta spettatrice di fron.te a quel pullulare di nuove teologie
.hà..caratterizzato e caratterizza la riflessione di fede e la vita ec-
~~1~-Jan~o deirEuropa -centrale quanto delle Americhe, dalla
pgi;apolitica alla teologia della liberazione, solo per fare qualche
;~~ •.P:d è da sottolineare come in tutti questi casi si abbia a che fa-
:,J!!]teologìe che non solo si radicano in situazioili culturali e/o ec-
!i:,:ma anche comportano nuove ermeneutiche bibliche. Non
f~ ~.µatdat{} imputare alla lenta acquisizione di una sicurezza
·fl?l(°)gica tanto in. calÌlpo esegetiCo che teologico, come pure al
iio culturale che caratterizza la situazione italiana, la causa di
:,s#rsa _creatività della teologia italiana._ Di rilievo appaiono
___ ·~fo:_questo contesto l'attenzione ai problemi epistemologici ti~
'5;ftelf'~biente teologico milanese e quella alla tradizione filoso-
'~'.}'-stampo vichiano di alcuni saggi recentemente prodotti nel-

c':s;:~scia 1967~1978.
Bologna 198555;
':,Il,ol(>gna 1971-1972.

257
l'ambito della facoltà teologica delPitalia meridionale. Ma gli studi
biblici attendono ancora da una capacità teologica innovativa lo spa-
zio per esprimere la loro potenzialità.
6. Bibbia e magistero ecclesiale
Un ultimo sguardo merita l'uso della Bibbia nelle espressionidel
magistero. Anche in questo ca.so l'attenzione si concentra sulla si~
tuazione italiana, e in particolare sui documenti unitari delrepisco-
pato, prendendo concretamente itJ esame quei documentipastorali.
che segnano i vari passi dei due progetti pastòrali degli anni 70
(Evangelizzazione e sacramenti) e degli anni 80 (Comunione eco~
munità). . ··
Nei documenti degli anni 70 si è di fronte a· uno schema espositì7
va tipico, diviso in tre momenti: l'analisi della situaziòne, le indica-
zioni dottrinali, le proposte pastorali. L'apporto bibliéo è situato al-
l'interno del secondo momento. Già lo schema è indicativo diun ti-
po di approccio alla Bibbia né dottrinale-deduttivo, né pùramentè
kerygmatico'. Il punto di partenza è l'esperienza concreta che di _un
determinato problema la comunità ecclesiale fa, nei suoi risvolti in·
terni e più ampiamente sociali. È a partire da questa situazione stò-
rica che si fa appello alla fede della chiesa, perché essa. fa illuminfe
la orienti verso nuove mete. Nell'esposizione deOa fede della chiesà
il momento biblico si trova. a. volte intrecciato alle espressioni più re~.
centi del magistero ecclesiale, soprattutto éonciliare, e a volte, so~g
prattutto neì documenti più recenti, come prima paròlél di ùnosvi-
luppo genetico della riflessione teologica. In ambedue i ~asi tuttavia ·.
è da notare come l'analisi della situazione stari.ca venga a costìtuifèC
di fattò l'orizzonte preconiprensivo del messaggio biblico. Quanto.;
poi al suo contenuto si afferma ·sempre più un'esposizione di tipo>,
storico-salvifièo che evita le citazioni disancorate dal contesto e sog-:?;
gette quindi a manipolazioni, per restituirle alfa progrè.ssività ped3'"\
gogica della rivelazione divina,
Intere..ssante in questo tipo di approccìo biblico è dunquel'espJi~
cita coscienza del rapporto fra precomprensione e lettura deltesto;,:
oltre ovviamente al rilievo dato alla parola biblica, all'interno deJ'ii
momento dottrinale, come parola interpretativa. Ma la rigidità dell(i3
schema rischia il didascalismo, mentre non manca chi rimprovera aFi'
la precedenza data all'analisi dell'esperienza di costituirsi non come);
priorità metodologica bensì contenutistica, scambia,ndo l'esplici~a;-\~
zione della precomprensione in affermazione fondante e quindi irfii
pregiudizio.

258
'.•t.~t'.'cl)iquìdLdiverso orientamento che emerge nei documenti degli
(#}rti.!'80. IL riferimento al testo biblico esce dai confini ad·esso riser-
~a:ti all.~interno della sezione ·dottrinale dei documenti e si fa ptesen-
f~,iritutte le articolazioni della riflessione. Due fatti. soprattutto ca-
fàtterizzano questo uso ·della. Bibbia. Accanto alle sintesi storico-
~al\):ìfichè in chiave di teologia biblica, si fanno presentìriferimenti
~pia singoli testi, soprattutto neotestamentari, che utilizzano un
4ìJodello narrativo di rilettura e attualizzazione del brano; Inoltre,
\ttJÌ:.ruofo emblematico viene attribuito ad alcune pagine bibliche,
(~h~:'vengono a svolgere la funzione di «icona» rappresentativa della
r~~~tà di fede che il progetto pastorale intende proporre. Non solo
j~pilJ.ciilo spazio attribuito alla Scrittura si. allarga, ma anche .là sua
'.U,~i~zazionesipresenta inmodo variegato, coniugandoinsieme let-
à.v:ra storico~teologica. e proposizione kerygmatico-esemplare.
[,ii':h~entre va salutata positivamente quest'attenzione esplicita al
i~#tc>•biblico. nei documenti magisteriali dell'episcopato italiano -
;~n?•élttenzione che, occorre precisarlo, è4i norma, rispettosa delle ac-
~lCtisiZioni dell'esegesi recente·-, resta invece qualche perplessità su
t~iJ.~stoalternarsi di modalità dell'approccio. Solo nel futuro si potrà
;gi:ùdicare se esso rappresenti il frutto di. un consapevole riconosei-
~iite11to.della ricchezza. della Scrittura, che si svela anche nella molte•
jp1i'cità.dei modi di lettura; ovvero se ci si trovi di fronte a esitazioni
!~tie:·nascoilo dal timore di accogliere fino in fondo la dialettica pre-
1Sòffi.prensione-comprensione svelata e· fondata dall'ermeneutica
ii;.gJitèmporanea.

-~fullBBIA E CATECHESI
~M}f 'teFéo11skleraiioni precedenti hanno permesso di offrire una vi-
1#9#e:sintetjca dell'uso della Bibbia oggi in Italia; attraverso la.velo-
'f~~Eiifesentazione di alcune situazioni e problematiche· da comporre
·;rf~iJoro come le tessere di un mosaico. Ma il quadro risulterebbe
'~~zi~ie senza il riferimento a due ambiti di titilizzazione del testo
·:~~r() d,i grànde rilievo e che' meritano urr maggiore approfondim:en-
i;(~:·i,''Jfpiiriio di questi ambiti è quello catechistico. ·
j,:)~!~~!iF//:_\~-i -; ,

~1~iMthfrìtmovàmento catechistico
\~iS~.::::_;~=:·
'tfi~".r/La storia del dopo-concilio in Italia si identifica per larga parte
'A~~~,Ja,~toria del movimento catechistico; A supportare tale premi-
;~~Pcz<Ì. èJa sceltapastorale che guida la Conferenza episcòpaleitalia-

259
na per tutti gli anni 70: Evangelizzazione e sacramenti. È il tentativò
di superare un'esperienza ecclesiaìe di prevalente sacramentalizza.,.
zione, per un recupero della fondazione della fede attraverso una
profonda azione di evangelizzazione e catechesi. Nòn è questo il
luogo per un giudizio sull'efficacia pastorale del programma è sulla
mai superata ambiguità di giudizio circa il destinatario, di volta in
volta visto come società post-cristiana da rievangelizzare o come so-
cietà fondamentalmente cristiana da catechizzare. Interessa di più
notare come il supporto più vali~o a tale programma venne offerto
da una revisione radicale delle modalità e degli strumenti della cate'-
chesi. I presupposti di questa svolta si potranno scoprire: nello stes~
so movimento catechistico italiano, con riferimento a figure come
G. Nosengo e S. Riva; nella catechesi promossa dall'Azione cattoli-
ca, dal cui ambiente degli assistenti provengono anche le figure di
vescovi più impegnati nel rinnovamento catechistico; nel lavoro dei .
centri catechistici salesiano e paolino, a cui si aggiungerà successiva-
mente quello dehoniano; nell'influsso esercitato dall'istituto di cate:-
chetica della Università pontificia salesiana di Roma. È in questo
contesto che il concilio in Italia si traduce in concentrazione sul ser-
vizio catechistico e trova impulso e rispondenza in un episcopatq ·
che, tra il 1970 e il 1982, produce un «documento di base», dalsigni---
ficativo titolo Il rinnovamento della catechesi (1970), e cinque cate";· ·
chismi per le diverse età in otto volumi. • ···
La situazione in cui il rinnovamento catechistico si inserisce, per,
ciò che concerne il rapporto Bibbia e catechesi, può essere così sin:..)
tetizzata nei suoi orientamenti fondamentali. Si ha anzitutto un uso
sussidiario della Bibbia, ridotta per lo più a raccoltli di esempi dimof.'
strativi di tesi teologiche precostituite, di norme morali codificate, di '.1
idee-forza di carattere vitalistico; è questà una utilizzazione <<illu- "
strativa» di carattere strumentale, che supporta una catechesi qìf:
stampo dottrinale, ma si presenta anche ìn funzione. mo'.raìeggiant~Y
come racconto edificante in un insegnamento di comportamentietì~(
ci, e, infine,. riappare in una catechesi legata alla carica carismaticj
del leader o di una proposta di fede fatta di «parole d'ordine>~; c()~è;:
mune a quest'uso riduttivo dottrinale, moralistico e carismatico deÌ~·~
la Bibbia è la pratica disattenzione delle istanze critiche dell'approc-'.:
cio esegetico al testo, come pureJa selezione aprioristica e parzial~,;~
dei testi oggetto di considerazione. . /Ci
Questo modello di rapporto tra Bibbia e cat.echesi; che caratte~;~
rizzava 1e impostazioni catechistiche legate a strumenti come ilcate.;,,
chismo di Pio X, persiste oltre lo stesso Vaticano II, complice la de'·'c1i
.}'?.\

260
(ji~fè~te <falfabetizzazfone» biblìca di molti catechisti, nonostante che
~,~ai~~@.i annh50 ·e. 60 si sviluppi a suo modo anche in ltaFa quel mo-
;y~:ménto della catechesi kerygmatica sorto in Germania negli anni
f~Oi'Eun ritorno alla Bibbia che vuole superare l'aridità di una cate-
td:hesi dottrinale; è una riconquista del primato della Parola, per cui
·%~'catechesi più che illustrare e motivare una dottrina deve procla-
itiJarel'evento salvifico che siatfua nella persona di Gesù Cristo. I li-
i·friiti.diquesto orientamento sono tutti riconducibili al fatto che la so-
)'ft~~alutazione della parola biblica è a scapito della necessaria at-
:.;t~pziqne al destinatario, alle sue problematiche, al suo linguaggio;
;i!t!,\.Qna parola disattende le esigenze dell'attualizzazione. C'è poi da
/PP:!~re come, mentre nell'a.rea tedesca la tendenza kerygmatica si
);tjn*gò ben presto con le esigenze di una lettura esegetica, fino a
<sfoéi~re in un esegetismo catechistico con la riduzione della·Bibbia a
'iffihiiorie storica, non altrettanto. accadde in Italia. Come le istanze
~;MJÌJletodo attivo e della dimensione pedagogica in catechesi erario
\§f~t.fil1tfodotte in chiave di pedagogia«evangelica», di esemplarità
.\9J.~lg~sù maestro, così l'influsso keryglnatico non spinse a unapiù
i'~Ì'I'éttalettura esegetica del testo, restando l'interpretazione biblica
.,i~g~t~ a schemi tradizionali, sprovvisti per l6 più di basi critiche. La
:.~ippfa prendeva il postò delle sintesi dottrinali, ma era ancora as'-
.(è.rit~ uri metodo adeguato di lettura e ilnuovo orientamento rischia-
:;y~~tli'. tradursi in biblicismo di contenuti e di linguaggio.
;:~/)'Sii questa situazione si innesta, negli anni 60, il terzo orienta~
;sì:J:l~nfo caratterizzante la situazione italiana, che va sotto il nome di
.'isY'olt~·aritropologica. Quasi a compensare l'assolutismo biblico del
~~pdò kerygmaticò, ora l'attenzione si vplge prevalentemente al
'$~~riatario e recupera la finalità esistenziale deLmessaggio salvifi-
•. . smtesi schematiche, come quelle che vengono quitractjate, è
)le re.ridere. ragione della complessità e varietà dei. fenomeni;
. ·~re.in Particolar modo perla catechesi antropologiea, sotto il
'•· 't(6mevanno.tèntativi in cµila.precomprensione esistenziale, per-
~§~~~l~ ~sociale, sifa pregiudizio che pieg;a'iltesto biblico alle scelte
;2i<l~§.\qgic~e e magari politiche dell'interprete, ma anche tèntativiin
~~cµt~r~~rca un equilibrio tra l'oggettività del dato rivelato e la rile-
'.~~ii~lfspeeifica che esso assumein rapporto a una con~reta situazio-
::i(éi_s~lturàle ed esperienziale, avendo 'tiittavia come finalità preeipua
··--· ·· !auto l'«in sé» quanto ultimamente il «per me» del messaggio.
;,, .·.· ·e esempio italiano delle prime tendenze si può ricordare il cate-
::.~hì~tiio
....
:)';.::-· ; ,
della comunità dell'Isolotto Incontro a Gesù; 30 le tendenze

261
più equilibrate e rispettose cleì dati oggettivi. della fede caratter~a'-i·
no invece in genere la produzione dei principali centri editor;ùicate"-
chistici e trovano ispirazione nel già ricordato istituto di catechetica,
dell'Università salesiana.

2. La Bibbia nel «documento di base»


È in questa situazione che si cala Il rinnovamento della catechesi
(RdC), con una scelta che cerca dì contemperare le esigenze rappre-
sentate dalle tendenze kerygmatiche e antropologiche. Fondamen"'
tale è il superamento del concetto di «catechesi della dottrina cristfa-.
na» per quello più ampio di «catechesiper la vita cristiana». Fonda.::
mentale è pure il principio della duplice «fedeltà a Dio e fedeltà al.-'
l'uomo», che sfocia poi consequenzialniente nel cristocentiismo. In
questo quadro, il rapporto tra Bibbia e catechesi viene così defiitito:
«La Scrittura è il documento preminente della piédicazlone clella
salvezza ... ; La Scrittura.ha sempre il primo posto nelle varie form:é
del ministero della Parola, come in ogni attività pastorale»;31 occor~
re tener presenti i caratteri della Scrittura, quali il suo essere parola_
di Dio in linguaggio umano, la dinamica evento-parola della rivela~
zione, la progressività di questa, l'uitità dei due testamenti e il cuìnri~
ne della rivelazione in Gesù Cristo, il rappqrto tra Scrittura e Chie;
sa;32 la Scrittura è definita il «Libro», non un sussidio della cateche-' ·
si, che va interpretato tenendo presente le modalità storiche della rb,
velazione, l'unità della Scrittura stessa, la fede della chiesa che sF
manifesta nella tradizione e nel magistero, la luce d~lO Spirito;.33\
nella Scrittura, cori attenzione particolare al Nuovo Testamento/I~·
catechesi sceglie «i tèsti e ì fatti, i personaggi, i tenti e i simbolic~~'
maggiormente convergono in Cristo», per una lettura che ne èvide4~:,
zi la portata salvifica, evitil'esemplarismo, sia attenta alle esìgenz~t
esegetiche, sappia tradursi in preghiera. 34 1 . . ?.'
Gli elementi del quadro ora sintetizzato si raccolgono attorrio.§1:,;
problema qel posto e delle modalità di uso dellaBibl:>ia riella'ca(e,:~;
chesi. Jl posto è primario, in rapporto a tutte fo fonti d~lla cafecliési·/
in quanto fonte, la Bibbia rifiuta il ruolo disùssidio e si pone cmr{~;

31 Cf. RdC 105: ECEll/2682.


32 Cf. RdC 106: ECE/1/2685.
33 Cf. RdC 107: ECE/1/2687.
34 Cf. RdC 108: ECEll/2689.

262
~~41.rUbro» della catechesi: quindi.non testo di appoggio a contenuti
i,\~à prydeterminati, e neppure fonte «per>> i contenuti della cateche-
f.fsjç;'ylla;Parola essa stessa chela catechesi annuncia. Quanto alle mo-
}4'aJì~à con cui questa Pàrola va letta e annunciata il RdCsembra sot-
(JqJipeare in particolar modo l'unità storico-salvifica in funzione cfr-
>r,!;.t9çèntrica, ilrapporto con la fede ecclesiale, la prospettiva religiosa
·~si~ipute con una certa attenzione ai modi storici espressivi. L'atten-
i:*,l8ffe jnyece all;'àttualizzazione in rapporto al destinatario non yjene
ù~~plicitamente sottolineata. Del binomio linea kerygmatica-linea
'·f~~trP,p9Iogica sembra dunque che nei testi sopra riassunti, e riguar-
t'·4~P:~i.specificamente la Bib_bia, il RdCsottolinei piuttosto il primo
·hf~ppine, mentre nell'impostazione generale del documento i due
8ifiil.ìiçipi della «catechesi per la vita cristiana» e della «fedeltà a Dio e
ift,$9~*~ all'uomo» riequilibrano ilrapporto concedendo il giusto spa-
i~~~g ~ll~ esigenze .antropologiche. .
W.F:.·Jltecupero della cepfràlità biblica, in rapporto al testo e alla sua
t;'jpt,~rnretaziòne, è netto. Le esitazioni,in cui si traduce la ricerca di
;~i~~iJJ?riò tra .ker~~ma e arttropolo~a, non_-p?tranno però non farsi
;~sçnt1,re sùll'attuaz1one del progetto catech1sbco che 11 RdC fonda;
;(ç9'lfihpui-e non sarà. senza conseguenze l'assenta di chiari orienta-
:~@lpniisulproblema dell'alfabetizzazione biblica, dell'attenzione alle
i'(~~~djfi~he esigenze esegeticqe e al rapporto tra esègesi e attualizza-
.1i~h~~~'.
;~;p:·;i\La Bibbia nei catechismi
!;~~~l~fl{dC apriva una stagione nuova tiella catechesi italiana; .come
~J~e,~s~~}ia ì:jspo,sto e rispondeal progett9 è difficile determinarlo. Un
,,z<...,.,,,d sicuro di verifica si .ha 'tuttavia nei testi. che il. «documento di
/Ji~.ispirato, neidiyersi volumi d~l «Catecnismo per la vita cri-
~>~. ·Pe11sati còn:ie strumenti di un itinerario catechistico unita-
ne va dall'jnfanzia alla maturità, questi volumi riflettono tutta-
''li:r·èlè peéuliarità relative.all'età dei destinatari, anche le diver-
~§ìisibilità'delle varie équipes'difavoro che hanno prepàratoi testi
·t<ifla guìda della commissione episcopale competente; e in rap-
... a questo fatto i diversi volumi sono testimoni di uri' alternanza
c~:qtuazioni del versante kerygmatico e rispettivamente antro-
·:?o': Prima quindi dipoter giungere a una visione unitaria, è
,~ii() accennare, si? pur brevemente, a come la Bibbia è pre-
.in ciascuno .dei volumi del catechismo. ~5

~~~~;:., L'.analisi che segue tiene conto dell'edizione dei catechismi prima délla revi-

~~:0N~:N::_,~ 263
Il «Catechismo dei bambini» (CdB} attua una duplice utilizza-_
zione del dato biblico. Esso è anzitutto fondamento delle scelte e cie-
gli orientamenti educativi degli adulti nei confronti dei bambini, CiÒ •·
appare soprattutto nella seconda parte del CdB, dove la sacra Scrit-
tura è offerta come fonte di un'antropologia e di una pedagogia cric
stiane. Nella terza parte, in particolare nel capitolo dal titolo «L'in"
contro con Gesù nelle Scritture», si hanno invece le indicazioni su
come àccostare i bambini ai contenuti biblici, in base ai principi del'-
l'unità dei due testamenti e della centralità di Cristo. La scelta dee
contenuti è guidata da un'esigenza di essenzialità, con un collega-
mento alle esperienze esisteniiali del bambino e al ritmo dell'annò.i
liturgico. Il modello di lettura è di carattere narrativo, èon un'es:pli- ·
cita avvertenza nel ricercare unlinguaggio semplice ma non infanfi::
listico. I momenti essenziali della storia della salvezza vengono pre- .
sentati al bambino. come realtà, in cui egli può scoprire il volto au~ ;
tentico del Padre e di Gesù. La Bibbia diventa così strumento per ri~
velare al bambino il senso religioso dell'esistenia. C'è da apprezzare .
in questo tentativo il modo con cui la presentazione della llibbia :
sfugge a una strumentalizzazione moralistica e a una riduzione favo"
Iistica. · ·
Sono preoccupazioni ben presenti anche nei successivi tre volu(
mi del «Càtechismo dei fanciulli» (CdF). Qui si manifesta una gra_-<
dualità nella presentazione della storia della salvezza, unitamente a_\
una ricerca contemporanea di fedeltà al testo sacro e di attualizza"\
zione di esso; la Bibbia viene inoltre proposta COfile fonte per Pe-,/
spressione della fede e per la preghiera, mentre accentuato è, co111~·
sempre, il principio del cristocentrismo. Sulla base di questi principii;
ispiratori dell'uso della Bibbia nel CdF, il primo volume (Io fo#q: 1
con voi) presenta già un primo accostamento all'Antico Testame.nt9;
attraverso l'utilizzazione della categoria dell'alleanza, con cui trad.U:~k
ce biblicamente il tema antropologico di base della chiamata-,fisppf'.;
sta; per il Nuovo Testamento invece1'incontro con la persona di g~,:;;

sione in corso. AI momento in cui il presente studio va in stampa sono stati pubb~~~1
solo i quattro volumi del «Catechislilo dei fanciulli e dei ragazzi», che prese11tai):q,il~
testo definitivo del CdF/l-2-3 e del CdR/l. Le caratteristiche di fondo della dimemif<!f•'
ne biblica di questi testi sono restate inalterate, e qùesto anche nel volume Sarete mfef'.;
testimoni che appare come il Qiù rielaborato. Le considerazioni che seguono manteri/•
gono pertanto il loro valore. E difficile invece prevedere se accadrà altrettanto pefllj
«Catechismo dei giovani» e per il «Catechismo degli adulti»,. per i quali era stataaù\'{!
spicata una più profonda revisione. ··

264
~~t~fvfene proposto attraverso il Vangelo di Marco, di cui si valorizza-
t~~~·:ù:pàratteri kerygmatico e assertivo; c'è infine da notare come già
• uesto volume, rivolto a fanciulli di 6~8 anni, si inviti a un ìncon-
·· ...·.. iretto con alcuni testi biblici, mentre il linguaggio stesso del ca-
~·!té'cliìsmo .si nutre del linguaggio biblico .. Il secondo volume (Venite
i?i€~rùme). è articolato attorno alla categoria biblica della sequela; con
~ièÌ)n'?:àccentuata attenzione al Vangelo di Luca, di cui si propone una
i;'sfi~ciè di lettura continua nei primi sei capitoli e una lettura ternati-
{{(>~; attorno a testi scelti, nei successivi: è la dimensione storica e ca-
t$.f~'C1letica del terzo Vangelo che viene valorizzata, avvalendosi al
t:1;,f~Ì.#ph'stesso della dinamica lucana viaggio - eventi pasquali. Per
f:,;'Hj\IlhcoTestantento il CdF/2 opera invece una scelta selettiva di fi-
:f'.;gure'è fatti particolarmente significativi, presentati nella dJ,Iplice di-
;t:m:~#siéme dellà storia e .dell'attualizzazione. Un accostamento glo-
.;~Q'ì4~:.aJHeconomia veterotestamentaria si.ha soltanto nel CdF/3 (Sa-
. · · .J'riieitestimorzi}, dove l'aver privilegiato come categoria biblica
'~se quella della storia della salvezza, permette .di accostare la
.. , , !~ salvifica dell'Antico Testamento nei suoi filoni portanti: pro~
);i1'~#e'; profezia; sapienza, liturgia, escatologia. Quanto al Nuovo
;z.~-Wgsfamento sono gli Atti degli apostoli ad assumere il. posto centra-
~;;!~;~;l(i'Spirifo nella chiesa rivela la continuità. di una storia salvifica
:·2~ç~~·clan'anticopatto in Cristo raggiunge la storia di oggi. Uno sguar-
~i\~~;·~ì_ritetiCo sui tre volumi del CdF vi scopre, accanto a una linea di
-. ' ·.gfo·ssivitàdi accostamento ai testi biblici, una loto utilizzazione
étitalmente kerygmatica; sia pure con un'attenta preoccupa~
~e"a dare rilievo a tratti di attualizzazione essenziali.
,ijbntinuità e novità nell'approccio alla Bibbia si hanno con il
:,iitecliismo dei ragazzi/1» (Vi ho chiamato amici); Il tema .di Dio
· ié eJà scoperta della condizione di figli nei cc. 1 e 4 si affidano
.'f!~ttl.ltto a una ripresa del tema biblico deU'alleanza, con riferi-
'Jifo:pàrticolaie..a·Genesi, Deuteronomio e Osea, ma anche ad àl-
;·~~sti.paolini e giovannei; lafigutadi Gesù e il rapporto aluinel~
tjefa vengono presentati nei cc. 2 e5 ancora con prevalente ri-
~ri.tò ai Vangeli di Marco e diLuca;lo Spirito e ·1a chiesa sono
~iji;r?tagonisti dei cc. 3 e 6e qui, Oltre aPaolo e Giovanni, tor-
,e~idenza il Libro degli Atti. Al di là di queste constatazioni
Ì'ìalièda rilevare come lalettura della Bibbia assuma caratteri
·.~:>che si aggiungono ai riferimenti' ecelesiale ed esperienziale
. . -~~enti nel CdF: ora il testo biblico, in particolare il Vangelo,
\drrettamente «consegnato>> al ragazzo come luogo di incontro
~;persona di Gesù e con la comunità ecclesiale; ora la Bibbia dì-

265
venta anche oggetto di ricerca, documento da approfondire e da si-:
tuare culturalmente e teologicamente. Siamo di fronte a una duplice•
linea, quella della lettura diretta deltesto e quella dell'attenzione al-
la dimensione esegetica, che si ritroverà con ovvi più ampi appro-
fondimenti nei successivi testi; si tratta inoltre di preoccupazioni che
si aggiungono e non si sostituiscono allafondamentale·attenzione di
attualizzazione ecclesiale ed esistenziale che accompagna in genere
la presentazione kerygmatica della Bibbia nel «Catechismo per la vi-
ta cristiana».
Il «Catechismo dei ragazzi/2» (Io ho scelto voi) si pone anch'e8so
iri questa prospettiva di fondo, e anch'esso con sue accentuazioni
particolari. Quella più evidente è che circa due terzi del volume so~
no riservati al dato biblico. Metodologicamente interessanteèl'arti-:
colazione del materiale sul paradigma liturgico («profeta>>, «Vange,- ·.
lo», «apostolo») che corrisponde alle tre fasce veterotestamentaria,
cristologica ed ecclesiologica. L'accostamento all'Antico Testamen".
to spazia dai sapienziali ai profeti, da testi scelti dallaTotahaisalmi; •·•·
non si tratta tnttavia di un semplice ampliamento della conoscenza. ·:
dei testi veterotestamentari, ma di una precisa ermeneutica anttopoj .~
logica del testo visto come espressione delle domande esistenziali ):
profonde, prima apertura verso una risposta, proiezione verso l'e~ •;
vento cristologico. Questo è presentato come una «historia Jesu» co+
sì come viene narrata dalla comunità credente, in una suceessiva ri- S
lettura completa di essa, che utilizza tutti e quattro iVangeli e ~ifo.:. /
calizza di volta in volta su una delle tematiche esistenzialiche ilcate~,Y
chismo affronta. In seguito, nella terza fascia di ogni capitolo, sono:<
alcune Lettere di PaolO che offrono l'occasione per scoprire nelle vi-}:;
cende della prima comunità cristiana il volto autentico della vita e/;•;
della comunità cristiana di oggi. Nell'insieme imomentiesegetico~H
kerygmatico passano in secondo piano e, sotto Je vesti preferibìl~i;'
mente della narratività, emerge prepotente l'istanza diattualizza:zioh··<
ne, che dà luogo ad una lettura antropologica della Bibbia. :,;\\.\i.
È la dimensione critica della ricerca di una credibilità della fedéi~
che caratterizza invece il «Catechismo dei giovani», una dimensiòn~\·;~
che, nell'ambito del ruolo della Bibbia in Non di solopane, si tradJJ.:W±!
ce in una ricerca della dimensione storica della vita di Cristo, deH.~%1
radice storica del suo mistero. Mentre nellaprima parte del voluilì~:;iJ
la presenza del riferimento biblico è solo occasionale, e con una lÌ .,,,,
lizzazione di testi quali espressioni qualificate dell'esistenza dell'
mo e delle sue esperienze, il dato biblico, e più precisamente evçt
gelico, irrompe con forza quasi esclusiva nella seconda parte,·~

266
(l'ili7nto di pass<tggio è un capitolo ill cui si affrontano le problemati-
9b,~: essenziali relative· a storicità, credibilità,. storia della formazione
~ei'VangelL Su queste basìesegetiche si sviluppa una lettura della
Iia:rrazione evangelica esplicitamente attenta alle esigenze della criti-
'~a esegetica, rilevando il passaggio tra evento storico e rilettura di
ifede nella comunità, ma al tempo stesso interessata a far emergere il
'valore universale dell'evento, in una dinamica tra storia e attualizza-
~1()ne che cerca di evitare archeologismo biblico e riduttivismi appli-
1batjvi .. Nell'ultitna parte delvoh.lme l'uso della Bibbia segue invece
:priteritematici, cercando nel testo ispirato sia l'espressione compiu-
,t~ della fede che loggetto di un confronto ineludibile pèr la vita del
'9tedente .
.:y <.Siamo così giunti all'ultimo volume del «Catechismo per la vita
'.€,p~tiarta», il «Catechismo degli adulti» (CdA), dal titolo Sìgnore, da
;Rlii andremo?. È proprio forse in questo testo, che vuole essere stru-
i#ie11to per la maturità della fede, che il dilemma iniziale «catechesi
;J<1~fy.gniatica - catechesi antropologica» appare in tutta la sua eviden-
i~~,5onil duplice pericolo di ridurre l'intero discorso catechistico al;.
•rn./.l3ibbia, sia nel suo oggetto che neUinguaggio, risèhiando di non
!f3,ggìù.ngere l'uomo di oggi, owero, viceversa, di porre la vicenda
:~$istenziale e storica dell'uomo· al centro della catechesi; rischiando
~?i;fare c:li essa il criterio di verità della stessa Bibbia. Il CdA cerca di
;sfuggire a queste due riduziòni, come pure di evitare un faèile com-
;pfqrriesso. La strada scelta è quella di un superamento del dilemma
:~1~liaverso un'itnpostazione originale del ruolo della Bibbia nella ca-
~~e%hesi: il kerygma assume una ditnensiolle antropologica in vìrfa
;~~fra sua storicizzazione, mentre ìl momento antropologico si ricol~
5l~g~ià1la fonte;delkerygma in forza del carattere narrativo della ca-
~t~~~~si. Si parla di storicizzazione del kerygrna in quanto la parola
;~~Jiéa yi.ene costantèmente rapportata agli eventi salvifici del passa~
t'~9\~°Qy essa testimbnia e di cui fa memoria, agli eventi del presente dì
;~~iiilJ.\lmina il significato salvifico e ne diventa ermeneutica di fede~
'ii~gìLeventi del futuro che propone come progetto, provocando a co~
7·,·:· ue una storia di salvezza. L'unità. di questo triplice riferimento
'storia è offerta dal riferirsi sempre alle situazioni fondamentali
;j :;e ' esistenza, così che il rapporto non è più tra fatti particolari ma
iiWà*persone storiehe (Cristo, chiesa, noi). Conseguentemente la let-
~@W·~# del testo biblico è fin dall'inizio lettura di fede, nella quale si
*'R~~~episcono come viventi i personaggi del passato. Dal principìo
·.ì~:~~lfilè~tura.di fede discende anèhe la scelta di cominciare da Gesù e
:,~al),siro<incontto ·con· gli uomini. Il Nuovd Testamento viene privile-
;~~~~'.:~:f:. :. _
267
giato (Sinottici nella prima parte del volume, Atti nella seconda;'
Paolo e Giovanni nella terza), el' Antico Testamento viene recµpe~.i
rato, anche se forse in misura non adeguata, come retroterra chèil::
lumina gli eventi di Cristo e della chiesa. La scelta della storicizza~
zione del kerygma si traduce anche nella fo:tma narrativa che assume
la catechesi, in cui discorso catechistico e testo biblico si intreccian6
in una unità di parola, che vede la citazione biblica non come confei-'.
ma del discorso catechistico e neppure come asserto che questo dev.~ 0
esplicitare. Infine, sempre alla scelta del kerygma storicizzato si può
ricondurre l'aver voluto privilegiare categorie e strutture di pensier()
tipiche dell'esperienza cristiana dei primi tempi: di fronte alla difficic:
le scelta di un linguaggio alla fine sempre «datato», si è preferito tor.,:
nare a concetti e strutture tipiche del Nuovo Testamento. Questo
vale in modo particolare per il concetto di regno di Dio, vera categof
ria portante di tutto il CdA, ovvero per la scelta di. una cristologiad_i;
tipo induttivo. Un'ultima annotazione meritano: la presenza .<;fis
un'appendice che funge da vera e propria introduzione alla Bibbia;;
l'uso di testi biblici in funzione dipreghiera; la ricchezza soprattuttBii
dell'intreccio tra citazioni esplicite e rimandi biblici a margine, co~~
cu~ il CdA proietta il lettore verso la Bibbia, offrendone una tr~cèii:J.'.'(
di lettura articolata. '
Tirare delle conclusioni a questo punto, dopo questa essenzial~~
analisi dell'uso della Bibbia nei vari volumi del «Catechismo per.,)*1
vita cristiana», non è facile. L'impressione gener;:tle è_ quella di up~·:
pluralità di modi di approcèio al testo biblico che, se· da una pa,f!~i:;
appare arricchente e tale da offrire piste diversificate per le variçj,
sensibilità e situazioni catechistiche, dall'altra può ingenerare il sp§g;
spetto di essere alla::&resenza di esitazioni, frutto di un proble~~·
non risolto. Alcune costanti balzano tuttavia all'attenzione, sopì(lti~
tutto il netto superamento di ciò che sopra è stato definito uso sus~{~'.:
diario della Bibbia, in funzione tanto moralistica quanto dogìnatig~
e «carismatica»; come pure è chiaro il rifiuto diuna collocazione,llef,fj
la prospettiva strettamente kerygmatica o in quella puramente a!)_~
tropologica:'·La lettura della Bibbia è sempre esegeticamente wrr~f~
ta, anche se un'attenzione esplicita ai problemi esegetici appare s(},ip[
saltuariamente e ciò rende i testi non specificamente idonei a un'a9'!$2
litazione personale alla lettura della parola sacra. Assai sviluppa.t{'f;,~
pure il modello narrativo come metodo di presentazione del tesfo·~)~l
blico, una scelta che se ha il vantaggio di favorire l'approccio aiCA~~'.i
tenuti del testo rischia di essere utilizzata come alternativa all'a~~~
stamento diretto. La scelta poidi privilegiare il Nuovo Testameti;!,9J)

268
/
<,$~guente alla propost~ di una· lettura di fede, sembra condurre
''fiil1fgirtazione dèll' Antico Testamento, il cui recupero appare a
~:faticoso; e in genere rionaiuta a percepire l'unitarietà e lo svi~
.... (> della storia della salvezza. Infine resta sempre problematico
orZ;o di attualizzazione che, per non cadereinun arbitrario espe-
. . · /Ùilismo, rischia di restare in una sterile astrattezza con il fare ri-
(;;-~lf~J:J.lri:ento alle sole condizioni fondamentali dell'esistenza. Ma qui il
~~fP1'°9~lema non appare superabile a livello di testi catechistici, perla
i·j)!6-roprovvisorietà: è nel concreto attò catechistico che l'attualizza-
'.'·3:\}.#on~· è pienamente possibile.
··:~~:,~_;-:

}§,!~~{.. bai catechismi alla catechesi


jf~r,ft<'.·g·~i è così giunti all'interrogativo finale decisivo: qu~to della
(t~J)p'#>p()sta che nasce dal RdC dagli altri volumi del «Oltechismo per
;xj~I$;yi(il .·cristiana» sià reahnente penetrato e. attuato nella concreta
(U""··~~t cat~chistica. Dati al riguard9 possono giungere owiamente
:'i>ervie indirette, Iila non sembra incauto affermare che, nono-
J~.11n sensibile salto qualitativo rispetto al passato, utilizzazioni
··:ap.J;i e moralistiche della Scrittura permarigortò anèora.
j1ua11to si può deciurre dalla verifica dei catechismi, promossa
t(:onferenza episcopale italiana: trà gli elementi più significativi
f·~'.'.f~èiR'r~ emergere la difficoltà degli operatori catechistici a utilizzare
~,,;.,,.,,:fi.iinti che richiedono competenze nuove rispetto al passato, e
·'· ,, .....· . . I
:qiJ.este fa capacità di un accostamento al testo biblico che sfa cor-
'.9.:;neli'esegesi e nell'attualizzazione. Ciò corrisponde a quanto
'f~to nelle indagini sullaformazione dei catechisti in Italia, dove
)ibsceiµa dylfa Bibbia. appare l'aspetto più bisognoso di appro-
,iJ#ynfo nelle richieste provenienti dai catechisti stessi. E ancora
pfivo di significato che la nota pastorale délfa CEI su La for-
.,, 'eqei catechisti nella comunità cristiana (1982) p~mga lo studio
i,~~~J?bià alprfrnopqstotra le esigenze della diniensione conosci~
;~~$~.~.~()rffiazione·. Iti realtà la ricchezza biblica dei nuovi catechi-
.,_ .. ·]iiiJ1,i si sc9ntra con una generale situazione di «analfabeti-
' ùmèo~ a.· diversi 'livelli, degli stessi operatori. 36
.·.sec<mda oss.ervaziòne è dafare invece a riguardo del fatto
)<}, raramente l'intero progetto catechistico italiano trova at-

'cfiirisì>osta a fale ésigenza, si prevede che il «Catechismo degli adulti» venga


·~a~i);da un. sussidio di fuiziazione alla Bibbia e alla sua lettura.

269
tuazione, essendo ancora numerosi i luoghi in cui .esso ~ confinato
alla sola fanciullezza, ovverq viene sostituito nell'età giovanile e ma~
tura da altri cammini formativi.-Ciò comporta squilibri, fratture e
vuoti in un. accostamento alla Bibbia, che il prògetto stesso veqev3,
come progressivo e complementare nelle sue varietappe;Ese peril
primo problema la soluzione va cercata nel moltiplicarsidLiniziative
che favoriscano l'«alfabetizzazione» biblica degli operatori e. in uno
spazio maggiore negli stessi testi catechistici riservato a problemi in~
troduttivi e di abilitazione alla lettura, per questo secondo proble~a
la risposta può venire solo da un rinnovamento globale della pasto~
rale.

IV. LA BIBBIA NELLE ASSOCIAZIONI, .


NEI.MOVIMENTI E NEI GRUPPI ECCLESIALI
L'accenno al problema generale della pastorale introduce nel sè"
condo ambito di approfondimento dell'uso della Bibbia. . .· .·
Ciò che infatti_ caratterizza la situilZione pastorale della chiesa.;
italiana post-conciliare è l'estrema diversificazione dèlle proposte .•
aggregative, sia in relazione agli itinerari formativi sia per ciò cl1~ .
concerne la presenza e l'azione testimoniale nell'ambito eccles.fa:J~·~;
in quello sociale. < •

1. La situazione pastorale
r~,

L'unità della progettazio~e pastorale attorno aHa,realtà par:r()Cky


chiale, supportata in perfetta sintonfa da poche è ricònosci\lt~.c
espressioni associative, prima fra tutte 1' Azione cattolica, appartiek.
ne ormai al passato. Si potrà discutere sy la. crisi della paqocc:lifàd
rappresenti il motivo o l'esito di quest~ situazione. In ogni caso ç~~:ij,
da constatare come l'evoluzione culturale e sociale da un fatò è gJi;j'.
stimoli delle ·'proposte conciliari dall'altro hanno infranto una sittui~.;;)
zione di statica unitarietà, per dar luogo al manifestarsi di cli~et~b':'.''.
aggregazioni, la cu:i consonanza con .lèliriee comunitarie espresse,)
dall'episcopato sopra ricordate, nonché Ia·capacità di còmposizi9~~;~·,
e dialogo reciproco nel contesto diocesano e parrocchiale, ra.pp;~.::::;;
sentano la sfida più seria alla vita ecclesialeitaliana degli ultimi a.11nt,~.il
A questa sfida lepiscopato ha risposto con quello che vìene dèfin.hR'.)'[
il piano pastorale degli anni 80, tematizzato significativamente,.tt~k!r!
··:._:. ~:~·:'._)N
270
:~~iP:oniìo «Comunione;e comunità». Al tempo stesso si sviluppa pa~
Af(;~ll~Jrunenteil dibattito sul rapporto tra _coII1.unità ecclesiale e comu-
}_1)1fà :c;i;vile;Jraidentità cristiana e testimonianza nel .mondo, che ve-
·{(i.è::Ì[Jl1anifestarsi di posizioni assai diversificate nell'ambito delle ag-
;tgt~g-à,zioni ecclesiali e che viene raccolto aliveUo istituzionale -nei
;-;~~~: gr(lndi .convegni ecclesiali su «Evangeliizazione e promozione
·;jµnana» (l976)e «Riconciliazione cristiana e comunità degli uomi-
~rnm(l985) ed è ora ripreso nei termini dei nuovi orientamenti pasto-
;Àr-8:ii<per gli anni90, dal titolo significativo di Evangelizzazione.e testi-
:j:r;j,oftianza della carità.
,;f\?' .,Queste annotazioni sull'evoluzione generale della situazione pa-
.;~st'oral,e mostrano, sia pure succintamente, il quadro complesso in cui
:;,•,$fo11iierisce la problematica che qui ci preme. Infatti, la diversifica-
·):zJ9ile- délle realtà aggregative, sia in rapporto al loro essere nella
kl~J}iesa-che al lor,o porsiuella società, comporta parallelamente una
~;qiyérsificazione di itinerari di fede, di modalità catechistiche, di ap-
'.;ii.~9Cc;io al testo biblico. Su queste ultime diversificate linee di lettura
i~ALutilizzazione della Bibbia. cercheremo ora di gettare un rapido
li§guat<lo.

'fZ{.L;a .Bibbia- nell'associazionismo tradizionale-


,::;)~t,;-,J~n,primo ambito è dato da.ciò che si può definire !'associazioni~
;)~_IJ'loctràdizionale: ·quelle forme cioè di aggregazionilaicali caratteriz-
:·:~~~~-e>d<l una forma organizzativa_ propriamente as~ociativa e da una
i~p~;çs~nza nelle chiese italiane che antecede, spesso cii svariati decen-
;;;ii,-~};Revento conciliare;_Si concentreràl'attenzi9I)e stille due associa-
'iz~!~ni)ecclesiali che, per èntità e rilevanza di presenza ecclesiale; so-
;:iY~&;,p_i_ù-significative: FAzione cattolic_a (AC) e l'associazione scouti-
@i§*tfa,(AGESCI).
· -- ;La catechesi dell' AC ha.da sempre riflettuto l'impostazione ca-
:Ì-s~iCa promossa nelle strutture ecclesiali, a cui Fassociazione è
Ja:dal particolare rapporto con la gerarchia. Un ulteriore dato
'con.siderare è n~ppresentato .dalla cosiddetta <~scelta religiosa».
-;~\G6n:essasideterminò un distacco da una tradizione d'intervento di-
i,~i~~~to-'in campo specificamente politico, Il .distacco si consumò dap-
;'l~(èµla,, soprattutto neisettori adulti _e giovani, in una lim~a di stampo
~~~*$1Witualista» ed «ecclesiocentrico», per evolversi solo con il tempo
M~*~,.-&~(tll,ha ritrovata attenzione all'imp~gno testimoniale nel sociale e
~~~l;::politic;o, senza più però le caratteristiche dLintegrismo tipìçhe
A~~p~~ttP:(to< del dopoguerra,
t~)~'.:·:;~

271
In questo quadro si inserisce anche l'evolversi dell'attenzione,ri..:
servata al dato biblico, tenendo presente anche le diversità es1stèntì
fra settori, articolazioni e movimenti in cui l'AC si è strutturata. nel
dopo-concilio>Nei settori adulti e giovani; sul tradizionale impianto
dottrinale della catechesi, si avverte subito un rilevante interesse per
i testi biblici, con una lettura che ne mette in luce i risvoltidapprima
soprattutto spirituali e in seguito pastorali. La nietodologia.difondò
è quella del vedere-giudicare-agire, dove il momento del giudizio è
appunto illuminato dalla parola biblica. Più caratteristica è invece la
situazione nell'Azione cattolica ragazzi, in forza della scelta per una
catechesi esperienziale. Le modalità di accostamento al testo sacro
somigliano in questo caso più da vicino a quanto sopra detto per la
catechesi antropologica. Maggiore attenzione invece alla dimensio-
ne esegetica della lettura della Bibbia e al suo rapporto con la cultu-
ra è presente nei movimenti collegati all'AC, in particolare nella ·
FUCI (Federazione universitaria cattolici italiani) e nel MEIC (Mo~
vimento ecclesiale di impegno culturale}.
All'interno ~i queste caratteristiche di fondo, si sviiuppa poi
un'evoluzione di approccio alla Bibbia che è strettamente•collega:ta
agli sviluppi della situazione e progettazione pastorale della chiesa
in Italia sopra descritti. Già nell'epoca che precedette il concilio;
piani e lè strumentazioni catechistiche dell' AC costituivano uno spa- ..
zio privilegiato per la sensibilità che in essi si mostrava'nei confronti ',
della sacra Scrittura. Non si pu9 tuttavia dire che tale sensibilità fosf\:
se confortata da un'adeguata itoscienza del problema ermeneutìeò/·
che l'accostamento a.I dato biblico comportava: la struttura dottrina::.;
le della catechesi rimaneva ancorata a schemi di car\attere pretta~· ;
mente teologico-deduttivo e la presenza della pagina biblica faticava)!;
a distaccarsi da un'utilizzazione di tipo esempl~re e moralistic<:WJ;
L'interesse alla Bibbia promosso dal concilio produsse da una part~,)
una qescita quantitativa dello spazio riservato alla Scrittura, dall'al~·;:'
tra un intensificarsi di inizìative e strumenti che correvano, per certi'< ..
versi, in parallelo alla catechesi ordinaria, rischiando di trasformar~1,'.,'
in supporto a'un biblicismo che, a seconda dei settori· e delle artico~·
lazioni dell'associazione, poteva prendere forme di stampo spiritua?·;;
listico ovvero esegetico-culturale. ·"'.'\: ,
Anche in questo caso sono piuttosto gli anni 70 e 80 a prov~caf~;:;.:i
un aggiustamento della situazione verso una sintesi più equilibrat~t~:~
sotto l'impulso da una parte dei catechismi proposti dalla. Conferen:-;'~·
za episcopale e dall'altra del dibattito su fede e cultura, identitàctj~)i\•1
stiana e dialogo, scelta religiosa e pastorale e impegno storicc>dLtè~i;~ ;:;::·'.'

272
;:'$iiJiionianza e presenza. Sotto questi impulsi il posto della Bibbia
i~~nii cate('.hesi .dell~associazfone ·si adegua ali' orientamento interm:e~
;~io}tragli estremi kerygmatici e antropologici che contraddistingue
'J~~tagione presente della catechesi italiana. Soprattutto si assiste ad
i~IÌi'fdiversificazione dell'accostamento alla Bibbia a seconda dei fuo-
frÌ11en:ti'del percorso catechistico. A modo di esempio si può verificare
·';s~#Ie>nei più Tecenti strumenti formativi per l'età adolescenziale
,prodotti dall'AC,l'accostamento al testo sacro prevede momenti di
'/<alfabetizzazione» storìco-letterariaper alcuni libri biblìci, lapropo-
:~fa;ç!Hettura di testi in funzione di teologia biblica con progressività
teìnatica:; l'indicazione di pagine bibliche per un accostamento medi~
.JàtiVb o per la preghiera in un contesto liturgico. Le esemplificazioni
:ffi~trèbbero essere molte ma alla fine si· dovrà pur sempre convenire
141tèil'rapporto alla Bibbia all'interno dell' ACsi identifica 'alla .fine
,Jçpl{-!fo modalità e i problemi. dell'uso della Scrittura nella catechesi
.:If~4ijàrta così. come sono stati sopra descritti.
[ij;};\~;;:Più'autonomo, ma anche più .difficile da decifrare, è il percorso
):.cl:~ff'altra grande associazione cattolica, l' AGESCI, nell'utilizza:zio-
~ti<efrtlella Bibbia. Si deve anzitutto .ricordare come le radici dello
" , ·:tìsmo non possono essere disgiunte dalla familiarità con il testo
,, Jrco.daparte del suo fondatore, Baderi~Powell, cresciuto nella ca-
.~~~~i'.u,n pastore ein un ambiente culturale e religioso profondamen-
~;[~s~gnato da:lla presenza del libro sacro~ In questo senso, ancor pri-
%ifa:·cheta familiarità con il testo, loscoutismo si innerva nelle strut-
... ~~fondamentali del suo progetto educativo di categorie e dimen-
.·. ::che,esplicitaìnenteo no, affondano leloro·radici nella conce-
. fbìblica ·dell'esistenza: un esempio più che evidente è senza
~i~@l)ioJfa categoria del servizio.
· •· ;écatif(J a questa connaturalità, si manifestano però nello scou-
)alcune tendenze divergenti riconducibili alla fine alla tensione
ft~lla' che può·. definirsi· la dimensione umanistica del. progetto
àtivoequella che ne costituisce l'esplicitazione tanto della con•
'@tàqua:nto della sorgente cristiana dei valorisu cui il progetto
~·~sì.fonda. L'alternarsi delle accentuazioni su uno dei duepcili,
'9.rtda deitempi e dei luoghi, si traduce riella minore o maggiore
"·o:ne riservàta, àl momento della esplicitazione dei contenuti
·istici e, di conseguenza, di quella espressione privilegiata di
ntenuti rappresentata dalla Bibbia.
\ tro dato importante da considerare è la prevalente rilevanza
~Ila metodologia scoutistica assumono la dimensione esperien~
"ie~pressìone gestuale, ilforte uso del simbolismo. Ilmomento

273
della parola, e quindi anche della parola biblica, lo spazio riservato
alla componente riflessiva connotano più l'attività di progettaziOneo
educativa dei formatori, dei capi, piuttosto che l'attività educativi!
stessa.
Non meraviglia quindi che, guardando ai tempi recenti, il ruolo
della Bibbia nell'esperienza dell' AGESCl trovi una particolare ac.,..
centuazione proprio a partire dai responsabili, per i quali; negliulti7
mi vent'anni, vengono programmate settimane dì studio del testo sa7
ero, aventi come obiettivo la conoscenza dei singoli libri biblici ov-
vero l'approfondimento di temi monografici. L'iniziativa va iriqua""
drata nell'ambito di quell'«alfabetizzazione», che rappresenta, come
più volte detto, una delle urgenze. pastorali più caratterizzanti la: si-.
tuazione della Bibbia in Italia. L'altro dato ,da sottolineare è la collo~
cazione che alla Scrittura viene riconosciuta nell' am.bito del Progetto.
unitario di catechesi che l'AGESCI ha pubblìcato nel febbraio 1983;,,
come attuazione, nell'ambito dell'associazione, del pian(),catechisfi.(
CO generale della chiesa in Italia. Dopo aver affermato che la cate-
chesi, in quant9 «trasmissione dei doc~menti della fede»; deve esse~.
re introduzione e offerta di chiavi interpretative della Bibbia cornee.
«documento» preminente della fede, il Progetto si preoceupa dLsot
tolineare i passi corretti di un accostamento alla Bibbia nel camminò
catechistico. Tali passi vengono individuati nell' «alfabetizzazione~h
ovvero nella conoscenza critic~ del testo nelle sue dimensioni stari~
che e letterarie, nell' «iniziazione», ovvero nel cogliere la rilevanz.a
del messaggio storico per i problemi vitali dell'uomo, e nell'«incat~,
nazione», ovvero nel calare la parola biblica nelle concrete situaz:iof
ni di vita e nei diversi contesti ecclesiali e sociali. All'~nterno. di qué:f,
sta prospettiva di accostamento si colloca la fondazione biblìca.dell~~
pedagogia scout nelle sue esperienze e tecniche dell'ascolto, delclo:.,
no-promessa, del servizio-impegno, della comunione•comunicaz1(),~:
ne. Più specificamente, poi, il momento biblicoviene a caratterizza;);
re la progressione dell'itinerario catechistico nelle tre branche in·cu}:
si articola l'associazione, con la presentazione di testi, figure; t~~J
biblici legatfagli obiettivi dei vari mdmeriti dell'itinerario. Caratte.tti?
stico in questo uso della Bibbia, oltre al passaggio progressivocd~j
singoli brani a interi libri biblici, è il parallelo riferimento sia all'AO:~~
tico che al Nuovo Testamento, che contempera sia l'esigenza dinqii,~
sfuggire alla dimensione storico~salvifica quanto il mettere in·rilig'MRE
il ruolo interpretativo del Nuovo Testamento in rapporto a.Il' Antic.9'.;
Testamento. Resta da verificare quantoleindicazionicontenuten~t:
Progetto riusciranno a innervare di sostanza biblica un'esperie~i\t ..... ..
~ ;~

274
~i'm,~;quella.scoutistica, in cui fino a oggi iltestosacro non ha assun•
é~fòr~jfr.genere quella centralità che gli dovrebbe essere propria.

::3;.,,;Il fenomeno biblico nelle «comunità di base»


/;;:-:/Dall'ambito delle aggregazioniassociative si passa a quello delle
i~~~()Illllnità dibase».L'espressione non è intesa univocamente e rico~
·1).,i;e'.una vasta area di esperienze ecclesiali. Limitandosi al fenomeno
;~p:campò italiano, si vuole quiriferirsi a quelle aggregazioni che, na-
;te.:sul finire degli anni 60, nel periodo cosiddetto della contestazio-
~#~\!simuovono all'internodi quel dissenso cattolico che premeva
~P:~(un'accelerazione e unaradicalizzazione.delrinnovamento post-
,~~ppéiliàre in chiave antHstituzionale e con forti caratterizzazioni di
;c~mvolgimento ecdesiale nelleJotte sociali. Al sorgere spontaneo di
)q;riestecomunità, tra cui vanno ricordate, ad esempio, quelle dell'.I-
i~~~dtto a Firenze, del Vandalino a Torino e di Oregina a Genova,
t~~gue dagliinizi degli anni 70 un processo di collegamento, segnato
;;;g~;;~µsseguirsi di vari convegninazionali;il primo tenuto nell'otto~
J'bfe:dH1971, dal confluire di molti membri di tali comunità nel «Mo-
~lfhentò dei Cristiani per il Socialismo» (settembre 1973), dalla fon-
~'i~~~cmè della rivista COM e alla sua fusione con la rivista evangelica
::~U,pvi Tempi . (197 4). Il tramonto delle istanze contestative,l' emar-
!;gi,#aiiòne delle comunità dibase rispetto a}la vita della chiesa italia-
,~P:~hfa.decrescente rilevanza anche numerica del fenomeno, nulla
i;~q1gon() alla sua iniportanza storica, soprattutto per ciò .che concerne
~!~,~problema dell'utiliziaziorie ·della Bibbia.
\i::s'~~fJGàlettura del testo sacro ha infatti.assunto nell'esperienza delle
·....• ifa dibase un ruolo significativo e centrale, spiegabile proba-
'elite non solo .e non tanto in forza della diretta riscoperta del"
;~:i:tJilporfanw della Parola, ma anche, se non soprattutto, come logi~
· · ·· · ()nseguenza degli allentati legami e degli atteggiamenti.appositi~
.ei.Corifrotiti delle espressioni del magistero ecclesiale. S.e questa
~iQne può ben spiegare certe prospettive della lettura della Bib-
. he nelle. comunità di base sono riconducibili a un atteggiamen~
~sificabilein terminì assai .simili al principio. della «sola Scrip-
>1Jìpicd della Riforma, altri aspetti della lettura che esse prn-
. >.ollo della Bi})bia. vanno inquadrati all'interno delle< scelte so-
i;$,é<.politiche propugnate.
\Bìò;.che. caratterizza anzitutto l'uso della Bibbia nelle comunità
~~~èl'atteggiamento rivendicativo dellasualettura nei confronti
$:a,istituzioneecclesiale accusata di ··averne hnpeditol'accesso, al

275
popolo. Si parla perciò di«riappropriazione» della Bibbia, rompem,
do il monopolio che su di essa avrebbe esercitato la «Castasacerdoe
tale». Tale riappropriazione norì ha come soggetto ilsingofocrederh
te ma il popolo in quanto tale; meglio, il singolo deve accostarsi in
prima persona al testo biblico, in quanto membro deLpopolo di Dio,
per una lettura comunitaria. È questa riappropriazione che sola può
svelare come la lettura che l'istituzione ha fatto della Bibbia sia stata
in realtà una deformazione del suo messaggio a.servizio delle classi
dominanti, oscurando la forza contestativa e liberante' della parola
di Dio nei confronti degli oppressi.
La riappropriazione popolare della Bibbia non significa un rifiu-
to totale e aprioristico del ruolo delle scienze esegetiche. Mentre ne.ì
confronti dell'istituzione la riappropriazione si traducein contesta~
zione della lettura che da essa viene proposta, all'esegeta non è chie~
sto di farsi da parte' ma di immergersi nella dinamica della cultura e.
dell'esperienza popolare, coinvolgendosi nei processi storici di libe~.
ra:Z:ione degli oppressi. Al tempo stesso è però chiesto che tutta la
comunità sia resa abile all'uso delle conoscenze e degli strumenti
esegetici, perché questi non restino monopolio dello specialista. ·
Ma, al_ di ~à di questi asp~tti c:ontest~tari, ciò che car~tterizzayu~_
so della Bibbia nelle comumta di base e la precomprensione sociale-.
e rivoluzionaria, che ne determina poi la stessa metodologia di lettu~i
ra. Non esiste una lettura neutrale deltesto e, per neutrale, si inten-
de indipendente dalle condizioni economiche, sociali e politiche.
Quella che si proclama come tale è in realtà una lettura borghese e
idealista, tesa a giustificare, attraverso il ricorso ad 1una parolaauro-,
revole, la situazione di ingiustizia sociale che intende perpetuare. La
condivisione della situazione degli oppressi chiede una scelta di cam7-
po e un impegno, che diventano presupposti di lettura della Scrittu'-.
ra. In questo senso essa è una lettura «politica», in quanto tendeà
evidenziare una parola liberante per le situazioni di oppressione,
Ma, affinché questa parola non resti astratta denuncia bensì Si tradii":
ca in forza _operante, la condivisione degli oppressi deve diventar~
scelta di clàsse e immersione nel movimento storico di liberaziorit;:
della classe operaia, quel movimento che nel materialismo storieo ~
dialettico ha trovato la sua ideologia fondante. Ciò significa che il te:.:
sto biblico andrà analizzato alla luce delle categorie interpretatiyec
della storia e del reale che il materialismo ha offerto alle classi opt
presse, per aprirle alla coscienza della propria situazione e periodi":
care loro il cammino della liberazione. In tal modo, la lettura dell~
Bibbia, oltre che «politica», dovrà essere anche «materialistica>)/

276
:i.1lla base di questi principi ermeneutici ~isviluppa una metodo-
~qiJettura che rifiuta ilriferilnento alle fonti autorevoli della fe-
1;;iff~:ec:desia1e, come latradizioneeil magistero, e che compone insie-
'.f,J;Ìlè elementi tipici dell'esegesi storico-critica con riferimenti alle
:9~trutture di analisi dei testi mutuate dalla ideologia marxista. Il me-
/i0~'Q,do valorizza poi in alto grado.la dimensione comunitaria della let-
\Ci~\:lra, mentre procede concretamente sia in forza di momenti di alfa-
, . ;~~tizZazione che di lettura continua di singoli libri biblici.
".:~-' AI di là però delle modalità di attuazione, ciò che appare proble-
>:fu~tico, e alla fine irrisolto, è il rapporto ermeneutico fra Parola e
;;fjrassi,Jra testo sacro e storia della cori:mnità interpretante. Ambi-
ttigu;()rèstail concetto di normatività della Bibbia; inaccettabile appa-
'.0r~'.,Ja riduzione del messaggio del testo in funzione di una storia ri-
./,~9'#~ofta alla sola dimensione economica; ancor più. discutibile è il
~;~v~{ificarsi di fatto del porre la storia cosìinterpretata a chiave inter-
f!!~P!~tafiva della Bibbia e non viceversa. Altre obiezioni andrebbero
'!i,;~piLs()llevate a riguardo dell'emarginazione e. del rapporto Bibbia-
%:@iilgjstero, nonché all'utilizzazione dell'analisi marxista per le irripli-
;::·#%nze ideologiche che sono sottese a quella che potrebbe apparire
i{?~~Ìrl'Y·una pura scelta epistemologica. I rilievi qui espressi, e i nume-
J)~~~i'iàltriqui taciuti, nondevono però nascondere come l'esperienza
?.~d~ll~ comunità di base comporti anc:he aspetti positivi, che hanno in-
(;,·~~~nzato anche la prassi biblicadialtre aggregazioni ad esse non as-
ì:,;;~•J.J:ltl~bìli. Tra questi aspetti vanno ricordati la promozione di una
(ijj.~~ifjiìa m.etodica del testo, l'acquisizìone degli strµmenti critici .per
' ·•,' aiettura corretta, la sottolineatura della dimensione comunitària,
i;;, . ,,~pTiita verso un'interpretaZione che entri in dialogo con gli inter-
i;;%~Q:g~tivivitali ,e storici connessi all'annuncio di liberazione salvifica
· ·· · · 'tiana.
/Qi,Iestì brevi accenni alla collocazione della Bibbia nell' esperien-
!!:1~~AeUe comunitàdi base espresse dal dissenso nei confronti della
;;(;;i1~1ìtµi;ione ecclesiale, .non possono tuttavia far dimenticare l'esisten-
~i~~~;,cli·•a1tre comunità di base inserite invece 11el corpo ecclesiale e con
'!1:':~:fiapr:esema significativa, sebbene limitatarispetto ad altre nazioni,
;,iil).4r:.e}nltalia. Anche inqueste, che oggi vengono sempre più comu-
~i#i~mente definite «comunità ecclesiali dibase»; la Bibbia ha un ruo-
0;1!ifò;~çntrale. L'inserimento nel territorio, la ricerca di volersicostitui-
~Sl~fsil' dimensioni di rapporti comunitari visibili, che superino l'anoni-
,.,.~. tgjncui spesso cadono le istituzioni parrocchiali, portano ad una
tira: della Bibbia caratteristica.. In particolare l'attenzione alla
,· · · · llbìà. è collocata all'interno di un itinerario di fede che si connota
O·\" .~j ·,.; '•

277
per il posto a esso riservato. alle problem'atiche ecclesiali e· sociali,
senza però tradursi in forme contestative e .in scelte ideologiço~
politiche. Uno spazio rilevante è dato pure alla valorizzazione.della
dimensione meditativa e orante della lettura del testo sacro. Ancora'
carenti, nonostante la crescita della relativa sensibili~à, sono invece_
gli strumenti di supporto per una lettura metodicamente e scientifi~
camente corretta.

4. Nuovi movimenti ecclesiali e Bibbia


La vita ecclesiale in Italia nel dopo~concilio, per quegli aspetti
che hanno rilievo in ordine al problema dell'utilizzazione della saer~
Scrittura, si caratterizza anzitutto per il sorgere o il consolidarsi di-
una dimensione nazionale della vita pastorale. A comporre il qua..,.
dro di questo primo aspetto, oltre alle vicende qell'associazioriismò
tradizionale, sono la liturgia i6jlingua italiana, i progetti .pastorali
della Conferenza episcopale con i relativi documenti, il progetto ca:~
techistico e i catechismi nazionali. Del ruolo della Bibbia in questi
ambiti si è già trattato. '- ___-•.
Ma c'è un secondo aspetto della vita ecclesiale altrettanto signifi•
cativo, anche per i riflessi sull'uso della Scrittura, che accompagli(l..
questa dimensione nazionale della vita ecclesiale, a volte sostituen~.
dola, a volte semplicemente affiancandosi ad ess~ fino alla quas{
estraneità, a volte persino entrando in concorrenza o conflittualità{
Ci riferiamo alla nascita e allo sviluppo di movimenti e aggregazionç
ecclesiali, che non risultano assimilabili all'associazionismo tradizi()J
nale. I motivi di questa diversità sono molteplici, andando dal coin,'ti
volgimento allo stesso titolo di clero e laicato fino alla caratteriz~a~;
zione in forza di scelte che valorizzano determinate prospettive te()..
logiche, dimensioni della vita cristiana, opzioni di azione pastorale>
Non è questo il luogo per analizzare motiva:zioni, natura e spesf~
sore di questa «specializzazione» -propria dei nuovi movimenti ÌÌl:1
rapporto alla globalità e complessità della vita ecclesiale. Import~:
invece sottolineare come questa diversità scaturisca e/o influiscailQ{t
che sulle modalità di accostamento alla Scrittura. Non essendo p<Ji~'.;
sibile qui una trattazione del problema-sulla base di un-censimerrtQ'..
completo di tali movimenti - d'altronde difficile già dì per sé-, ·d·:~j~
limita ad alcune annotazioni su quelli normalmente giudicati conj~•;
più significativi, per numero di aderenti o perincidenza pastoratç~j
Nel 1962, in un quartiere di baraccati a Madrid, Kikò ArgueUO'i~~.
altri laici danno vita a un'esperienza, che. viene identificata cot%.~,~
·. ;:~.::~~]
278
;i~~*hi.l1lino neocatecumenale». Ben presto l'esperienza si estende ad
:'filtJ:e,,.nazioni; e.almomento la sua presenza· è notevole anche in Ita-
}!~~i{:Sia pure con diversa. penetrazione tra le varie zone della penisola
'e:'le varie diocesi.
'.i~) . JLmovimento nasce con la finalità specifica di offrire un'evange-
·fi?:'.l;azione o rievangelizzazione che si s:viluppa poiin un11 catechesi,
dìstribuitain un cammino che dura circa dieci anni e si articola in di-
~y~r;~e tappe, ispirandosi al catecumènato della: chiesa antica, per
,giJ!!lg~rea una riappropriazione consapevole del proprio battesimo.
;k-~sperienza, .che non ama definirsi «movimento», ma preferisce la
~dei1ominazioné. di «cammino» ovvero di. «comunità» neocatecume-
è~ie, si inserisce all'interno delle parr.occhie e se ne propone una ri-
i~{taliZzazione, quasi una rifondazio11e, attraverso la maturazione a
1iif11iYello adulto di identità cristiana dei membri in quanto battezza-
~~Vi'ie appaiono gli elementi cardine dell;esperienza neocà.tecm~e­
.,#.~~Lla dimensione comunifa_ria, in forza della quale ii c~mmino del
t*ill,gpl() è .sostenuto daLconfronto è daJconforto del gruppo per una
;;çiescttanori individuale ma ecclesiale; il t:1iolo della liturgia, luogo di
Là'.ttu~zione . della cateèhesi oltre che di celebrazione _del mistero; il
iJ}Ph\ato riconosciuto alla Parola, in specie alla parola biblica, la cui
~h:ziOne appare fondante rispetto ai due. elementi precedenti.
-i/ :"Sì trajàscia ogni possibile considerazione sul movimento in qU:an-
.;'.f.Oi·tale, per offrire alcune riflessioni circa l'ambito che qui interessa.
;tElfprlma caratteristica che emerge è la rigida definizione per ogni
:(if~ppi;i; del cammino dei contenuti o dei testi biblici e delle modalità
~c~Ji;,cui vanno affiontati. Già nella tappa dell'amìuncio i catechisti
'~~~y()rio offrire aI~a considerazione dei destinatari il kerygma aposto-
(~i~g;:}a figura di Abramo coniemodellò della fede e l'esperienzadel-
;;J~~spdh come modello della liberazione, per giungere, dopo la con-
ll~~gn.a: della Bibbia, illa presenta.Zione della pasqua ebraìca, della
~ii,p~sqµa-cristiana e dell'eucaristia. La com.unità, nata da questo an-
~i~'ij:n:c10, procede ora da sola nel suo approfondimento del testo bibli-
~;~p ii'irparticolare grazie alla liturgia settimanale della Parola, prepa-
~tf,àt,~:'iìipìccoli gruppi e in cili ciascuno propone le proprie «risonan-
f.i~e>Ui:Jivello di attualizzazione o applicazione. Nei primi anni si ricer~
~;;~~'.l;i,na.familiarità con la Bibbia; attraverso un metodo di alfabetizza"-
i:~~~!')~~; che:propone unaccostamento per temi (es .. «acqua», «deser-
:ii~~§ i<olio>~; «roccia», «croce», ecc;), in·.cui ci si avvaie di norma del
~@l.f#!:CJ.riari() di teologia biblica. 37 D.alla lettura tematica; che dovrebbe
i!;?t;:,··
~ifié,\\";Edlto a cura di X.
""'··:'•.. ·
LÉoN DuFoUR, Casale Monferrato 1965.
;~;:i~i;;;:. . ._
j~:;~J.Y 279
aver portato alla consuetudine con il linguaggio biblico, si passa ad
un accostamento al testo che svela la lìnea storico~salvifica.del.mes~ •.
saggio. Ciò Si ottiene con la lettura dei· testi che illustrano msucces~
sione le tappe fondamentali della storia della salveiza: i patriarchi,
l'esodo, la terra promessa, ecc. fino a sfociare nella storia della chie-
sa. L'acquisizione della prospettiva storico-salvifica permette, sue~
cessivamente, una riconsiderazione del rapporto tra antica e nuova
alleanza, attraverso lo studio delle figure bibliche (Adamo, Abele,
Abramo, ecc.) nel loro rapporto a Cristo, compimento delle Scrittu"
re. Sempre all'inizio di questa terza tappa, un'introduzione ai salnij
educa i membri della comunità alla preghiera ecclesiale, a cui essi si
impegnano con la recita delle lodie dei vespri. Nel frattempo la cà~
techesi, pur mantenendo il primato del testo biblico, allarga il suo
orizzonte alla tradizione della clf~sa e. alle formule di fede del ·suò.
magistero. È in questa prospettiva più ampia, che abbraccia dogma
e morale, che si compiono gli ulteriori passi della «traditio;..redditio
Symboli», delle catechesi sul Padre nostro, della tappa dell'«ele:zio~
ne», per giungere alla rinnovazione delle promesse battesimali.··. ••
La descrizione, pur sommaria, qui offerta lascia intravedere cp~
me il cammino neocatecumenale conduce a un'esperienza totaie del",;
testo biblico, con una successione pedagogico-catechistica interes~ .•
sante e positiva, seppure non priva di interrogativi! La successio11~•:
prevede l'acquisizione anzitutto del linguaggio, poi della strufrufai
(storico-salvifica), quindi della chiave interpretativa fondament~i~­
(cristologica), per poi porre la competenza biblica acquisita al serVik
zio della giobalità della riflessione sul dato di fede. Il neocatecull1e;;:
no cresce quindi in un responsabile protagonismo nei confroilti .d~t
testo scritturistico, che lò libera dalla normale situazione di debit,~·b
nei confronti tanto dello specialista quanto del predicatore. 11llf>cii;'~{i
tante al riguardo è la cosciente attenzione a superare il pericolol~i-;
tente del fondamentalismo biblico, con.il ricorso a strumenti esegeti%
ci, sia pure semplici e parziali. C'è petò da notare chejl metododJ;)
lettura è essenzialmente riconducibile all'antico «leggei-e 1a Bibfo/P~
con la Bibbi"à» che, se da una parte costituisce un fattore essenzfaiw
di una corretta lettura di fede del testo, può tuttaviarischiare din(:iffi,
essere sempre attento alle esigenze critiche da una parte e al co:rit§~:
sto culturale di attualizzazione dall'altra. .>;ii
Si tratta di pericoli cui può ovviarel'avvedutezza dei catech.is(i'!.i;
dei presbiteri, dei responsabili della comunità. Al loro equilibtic(;~'.1
pure affidato. il compito di superare i problemi che nascono com~·#ff'
svolto del pur giusto primato riconosciuto alla parola biblica. s~~hl

280
~R't~ftµtto neiprimianni delcanùnino, esso può risolVersiin un biblh
~~èi~~ò ()he rischia di sfuggire alle climensioni sociali ed ecclesiali della
NPf~C(Jmprensione,. con il prevalere delle istanze individuali dell'ap-
/1:>,li:ç,azione deLtesto. Mentre infatti la comunità vuole costituirejl
HJM~g9concieto deUasalvezzadelsingolo, la medesima comunità ri-
. WctlWidi diventare essa stessa «mondo» e «chiesa» per ilmenibro del
éig;r,tlppo, e non trainite della società e dellarealtàecclesiale nella loro
;;iglppalità. Se a ciò si aggiunge che nella prima tappa del cammino la
~{Ieit~ra cleltesto per temi rion ha ancora dietro di sé una corretta im-
fap(;)~tazione del rapporto tra Antico e Nuovo Testamento, si potrà
;~P;(!rcepire meglio come il biblicismo incomba non solo come scarsa
'.{'fu~çienza dell'inevitabile rapporto che si instaura fra lettore e testo,
;~giiJ#.!ln'a.ssolutizzazione della parola scritta che in realtà riproduce il
;.,;q.~~~so delle proprie esperienze e attese, ma anche come incapacità
i~kl.!~:tinificare la lettura intorno al suo centro interpretativo, costitui~o
,{~.aJ·qristo così com'è proclamato dalla·fede della chies~.
·.~~':;_;>gppure, nonostante questi limiti ovvero tendenziali pericoli, l'e-
{~~,. ·· 'eiiza neocatecumenale rappresenta senza dubbio l'esempio più
· ... ficativo dell'irruzione del fenomeno biblico nella prassi pastora-
: , &c~tèchistiCa dei movimenti ecclesiali oggi. l rilievi.proposti sono
@i~~!:;~icdnducibili a una prospettiva kerygmatica dell'accostamento
i/i!~)Ì.e$to sacro.; una prospettiva che, come si è visto altrove, rappre-
\~;~~ntaima delle possibili, anche se non esaustive, chiavi di utilizza-
~;~i~.µf!dièsso. Ciò che la giustifica nell'ambito del neocatecumenato
':'J'";: ''iuscoperta e là valorizzazione del principio della potenza salvifi-
·èQirParola; Questa viene percepita come un evento che entra ·a
;P,atfo confa vita dell'uomo è lo interpella. E qui dinuovo si tocca
'petto positivo del canimino,la riscoperta di uria.dimensione es-
_ajé della fede troppo spesso trascurata, e al tempo stesso un pe-
/ctendenziale, che lo stessocammino cerca di evitare con l'im-.
n:Za attribuita al fatto liturgico e comunitario. Un più valido
libfio richiederebbe ·anche in questo caso una pari valorizzazio;.
e,Jpelerr.tento storico e di quello ecclesiale fin dai primi passi del-
. ii~riza~ Ma il problema dei rischi connessi alla gradualità ~an­
elemènto positivo di una pedagogia attenta ai tempi di matu-
é~.c-":,investe anche altri aspetti dell'aecostamento alla Bibbia;
1:ffià ttitti la ripetizione nell'esperienza del singolo delle tappe
~mino storico;.salvifico biblico, con la.latente tendenza a tra-
·~,:,ia successione ebraismo-cristianesimo anche nello sviluppo
cima.forazione dell'adulto cristiano.
'.i.f;@·yi q~i s~llevati non intendono essere un giudizio negativo
iW#Jid.ità delJ'esperienzà di fede proposta dal camfuino neocate-

281
cumenale e neppure suLvalore dell'approccio biblico che in essqsi
realizza. C'è se non altro da salutare come fattoestremamentepos1~
tivo il coinvolgimento intorno al testo bibliéo di soggt:;fti proveiiientL
dalle più varie estrazioni sociali e culturali~ che fa giungere a una pa-
dronanza del testo e del suo messaggio in ogni caso notevole, seppu~
re parziale. I rilievi annotati svelano però come il problema dell'uti-
lizzazione della Bibbia non sia soltanto o soprattutto un problema·
quantitativo, Ciò che resta alla fine in gioco è la correttezza di u11
modello ermeneutico che deve fare i conti con una serie di esigenze,
individuali e sociali, storico-letterarie e difede, ecclesiali e persona~
li, ecc., non facilmente equilibrabili.
In nessun altro movimento ecclesiale il dato biblico è così rib
vante come nel cammino neocatecumenale. Non è tuttavia da sotto~>
valutare il ruolo che esso assume in <fitre esperienze. Tra queste và11" .·
no ricordati i «Gruppi del rinnovamento nello Spirito», frutto del<
rinnovamento carismatico di matrice cattolica, che si manifesta negli
Stati Uniti nel 1966 e si diffonde rapidamente nel ~ondo, introdu~
cendosi in Ita~ia nel 1971 e raccogliendo ampie adesioni. ·.•
Il movimento carismatico nasce in un contesto di rifiuto di alcuni .
valori dominanti nella società occidentale.contemporanea, legati iii!
particolare alle dimensioni scientifiche e materialiste. L'affermazì(>"}
ne della superiorità dello «Spirituale» ricerca la sua radice in una Z,Ì~s
comprensione del ruolo dello Spirito nella vita della chiesa, nellasu(\/
«effusione» sui credenti come potenza rinnovatrice e dispensatric;e;':
di doni particolari. Nasce così un'esperienza di vita cristiana che a:p;::,•
profondisce la relazione delbattezzato con,Ie'Persone divine, .cheésr·:·
traduce in cammino di conversione, che si nutre di carismi particola/;
ri come la glossolalia, la profezia, le guarigioni, ìl discernimento (iet'È,
gli spiriti. ,,,, :'
La dimensione essenziale in cui si realizza questa esperienza- èJà:{
preghiera, ed è al suo interno che si attua il contatto con la Bibbiai~~;;
'parte degli aderenti al movimento. Questa collocazione spiega à)iµf~T
ficienza lo scarso interesse che i carismatici. nutrono pèr leprobl~~.
matiche propriamente esegetiche della lettura del testo. Questa)e,t9(,
tura, che può essere programmata ma anche con scelta a casò:id'ey;;
brani, appare finalizzata a due scopi fondamentali:. il nutrimento#~!~
dialogo con Dio, che nella Bibbia si manifesta e risponde allapar.()1~2
dell'uomo e provoca la sua risposta; la scoperta della volontàdi Dio/%
che nella Bibbia appare come luce ,che illumina le situazioni diiylt,'à,]
del lettore e le indirizza e sostiene. · i•[j{~
Quanto appena detto lascia già intravvedere pregi e limiti g~hfì)
l'uso della Bibbia nel rinnovamento carismatico. Il fattore posifly~;,~
:<k~~
282
'~i~~~e11ziale··y~ individuato n~lla riscope.i;ta della Bibbia come .stru-
~~f~~e11~ote quasi luogo della preghiera, non sòlo come motivazione per
~(#~:~~(l:. l risvolti-problematici sono legati da una parte a un accosta-
'.:i+ll1ento, che disattende in genere i requisiti di ordine storico-lettera-
i'f·;J.f;iq ·ma anche teologico-sistematico per una corretta lettura, .dall' al-
;-iiitra)a certe caratteristiche di fondo dello stesso movimento, che ri-
rni;iisèhiano di·far scivolare gli . aderenti nell'emozionalismo, nell'espe-
~,\[•:1-i~n;zialismo; nello spiritualismo disincarnato.
i!f:i!;·.f La ricerca di un significato «per me» immediato del testo si può
.1~!Ztradurre di fatto in un accantonamento se non in un disprezzo per
;:;i;~Ùtto ciò che il momento esegetico e critico può apportare alla com-
.j\.~'.\pnénsione. del testo. Parimenti lontano dalla sensibilità del movi-
_:((}f#~rito resta il confronto del messaggio del testo con una visipne teo-
i;t[iztqgicaìn:tegrale, che sola potrebbe riequilibrare 1e· accentuazioni in~
-~tJ;'(fè&ité~itemi particolarmente vicini agli orientamenti del movìmen-
~~Jt'(:)'gt~sSCl/Di qui l'apparire di tendenze fondamentaliste che si coniu-
~'';:fg*ritf9ua e là•con letture del testo· biblico a sostegno divisioni teolo.-
. · ~tfnon sempre equilibrate soprattutto intorno ai temi dell'escato-
i~; ·~~lla salvezza personale, dehapporto cristiano-mondò.
lianto al rappòrto trau~ilizzaziohe della Bibbia e alcuni carat ~
ìpicidelmoviniento, ché tendono a diventare limiti e_deviazio-
'~a sottolineare lo sforzo del movimentò di correggere le spinte
. Ùònaliste ed esperienzialiste cori una: organica formazione dot-
W# 4egli aderenti eil riflu~so ,spiritualistico con un 'accentuazione
'a t~stiinonianza e della missiònarietà. Sarà da valutare· come nel
.·~·fa.ii s_f()piriuscirannoa ffu; sùper~re. i pericoli della lettura in-
t~c~ .e perso11ali§tiea del test() bibliè(). Ci sarà pòida verificare se
(;>ry:intrqcturranno ad altre lettur.e parziali, questa volta conno~
9Ille do#rinali eprassistiche. Il p.i;obleina, allafine,tornainfat-
~$erèquello <iell'equilibrio tra le diverse componenti d.el I110del-
tµieneutico biblico e, da questo punto di vista, l'immediatezza e
.!riplicità dell'accostamento al testo nell'esperienza carismatica
···)~µapartepuò costituire fonte di noviUt,e digenuinità. di lettu-
~!i'il.itra rischia di mancare di sicuri punti di discernimento delle
i.itizzazioni e dei parzialismi di essa.
:·1.{C:a,.i;a~tere di «ingenuità» viene a volte rimproverato anche al-
·· ella Bibbia nel «Movimento dei foc()lari». Nato sul finire del-
.iii~ guerra mondiale a Trento, per opera di Chiara .Lublch, il
'!rµento è oggi d,iffuso in tutto il mondo con una struttura com-
.· •;:che vede la compresenza d,i piccole comunità maschili o fem-
fil,con
,•:·::. .
voti, focolarini sposati e preti, volontçi.ri; movimento sa-

283
cerdotale, movimenti di massa: generazione nuova, famiglìe nuovey
comunità nuova, movimento parrocchiale. Alla complessità dell'ot~
ganizzazione fa da contrappeso la semplicità dell'ispirazione, ricon-
ducibile a una spiritualità incentrata sul precetto dell'amore.
All'interno della spiritualità del movimento focolarino la Bibbia·.
assume un ruolo essenziale. Si è detto Bibbia, ma in realtà si dovreb-
be parlare di Vangelo, in quanto l'ispirazione biblica del movimento.
attinge essenzialmente ai testi neotestamentari e in specie evangelic
ci. Il movimento nasce dalla lettura del Vangelo «sine glossa» per
una immediata traduzione nella vita, e mantiene tutt'ora questa: _ca-•
ratteristica di impostazione. Esso stèsso si proclama traduzionein .
vita del Vangelo. In realtà tra i contenuti del messaggio neotesta~:i
mentario, come in ogni spiritualità, i focolarini he valorizzano alcq+
ni. Tra essi al primo posto vanno collocati: l'idea di Dio-amore, if<
concetto di volontà di Dio, il comandamento nuovo dell'amore;-la)i
presenza di Cristo tra i frateUi, l'a:bban_dono di Gesù sulla croce. So;./
no questi contenuti chiave a guidare e orientare la scelta e la lettur~.:
dei testi biblici. _:«
Si parla a~zitutto di scelta in quanto colpisce nell'esperienza: cl~i}'.
focolari il proporsi di testi brevi e disancorati dal proprio contést0A
spesso ridotti a semplici frasi. Sono «parole di vita>~: una frase della,_;;
Scrittura che, nella metodologia del movimento viene pi:o_posta all'a,;:1
riflessione per un mese, accompagnata da un commento semplic~ dk;
spiegazione e di attualizzazione, perché sia tradotta in vitadaglii;t<!~2i~
renti. Si individua così la finalità specifica_con cui ci si accostaaJ~aj,
Scrittura: trovare in essa un codice di vita, l'indicazione Ber ori~t:J;t,~:C/
re i comportamenti e le azioni dell'esistenza quotidiana. . __ ·::,•
Ciò che colpisce nell'esperienza del movimento nei confr9i._1'(r,:'
della Bibbia è ancora una volta la sempiicità: di metodo edi C()rt{~~;i:.
nuto. Ciò significa un indirizzarsi à.ll'essenziale che evita i pèripò,f~~;
insiti in un cammino complesso di accostamento al testo e inunc<:hf~g
fronto ampio del testo con tutti i versanti e le dimensioni dell'espé~;{
rienza umana. .- .>-_~::.f:
La semplicità del metodo sta nell'invito a un confronto àssicl!IQ~
con la parola biblica, ma soprattutto nella scelta dì testi brevie;dli'
immediata presa sul lettore, nonché nel rifiuto di apparati intétpi:~~
tativi per un ritorno al <<sine glossa». I pericoli insiti in tutto ciò sqri~}i
evidenti di per sé: dall'arbitrarietà della scelta e della delimitazi({' ~
dei testi alla problematicità di un accostamento che, se non è «g1
sato» dalle spiegazioni, non può però non esserlo-dall'esperie·
vita umana e religiosa dell'interprete e dall'ambiente cultritale,._
ciale ed ecclesiale in cui egli vive. ';V;~:t~
·):/~f

284
Isl:l: semplièità del contenuto può apparire· spesso in· realtà come
/silariduiionè di fatfo agli elementi etici e personalistici delmes-
-~ggio; L6 stesso movimento pone dei correttivi a questo pericolo
··1'.)P:i[continuo riferimento alla chiesa, alla tradizione, al magistero.
; e.\iforse sarebbe più corretto che la fondazione di fede dell'etica
'lHmafosse ricercata a partire dallo stesso testo biblico, lasciando
'.è,'rare da esso non solo delle norme di vita, bensì anche e inprimo
,(\),go una storia di salvezza che è mistero da contemplare e inda-
" ,è,,·
/<.à.Non sfugge a questa <malisi il sospetto di un certo strumentali-
. !})'.della Scrittura in ordine alle idee-gJJida del rhoviìnento, siano
e.~,sse desunte da pagine evangeliche. Come pure non appare del
}g:ìndel>ito vedere in questo uso della Bibbia il pericolo, di una
:gì#one aggiornata dell'antica lettura moralistica di certa cateche-
"Ji~ç0nciliare. Tuttavia va valutato positivamente lo sforzo che il
..ii:nento produce in ordine a una fondazione evangelica della
pJÌ.~ spiritualità, come anche l'attenzione riservata a che la lettu-
_eiiàJ3ibbia n()n si fermi a un puro conoscere ma diventi. alimen-
è;#.terio, principio. di vita. L'aderente al movimento è chiamato
:~~~~e un «vangelo vivent~»- e in questa formula si racx;hiude la
5tl~l prqgetto interpretativo e allo stesso tempojl suo limite.
;~. ultirno sg~ardo meritajl ruolo che la Bibbia assume nell' e-
-~~iµa di un movimento, «Comunione e liberazione», che si pro-
\sòme uria delle forze più significative e in ogni caso di maggio-
-.~llanza .ne.Ila vita italiana ecclè_~iale e civile çori.temporanea.
"t() dàdonLuigi Giussai~J tra il 1969 eil 1970 sulle ceneri della
.~pt,e esp,erienza di «Gioventù Studentesca», spazzata via dal-
·ji,èl 68, il movimento presenta il messaggiocristiano conforti
).:di integralità e_ di contrapposizione al mondo contempora-
~)la sùa: cultura, di cui denuncia le radici atee e quindi inuma-
·~le idee' cardine dellaéomprensione del cristianesimo che il
f:èntoptesenta sono da ricordare: il carattere di avvenimento
j)dèl éristiànesimo; che lo rende irriduc'ibile a pura teoria e a
··iprassi e che si incarna· nella persona del Cristo, nell'incontro
)quale l'uomo è liberato; la centralità dellà chiesa, come luogo
1.:)'.1ri:.cùi l'avvenimento·della salvezza si realizza per ogni uomo,
·Ato:è.neLSegno della chiesa che egli incontra il Cristo; laten·
;friissfonaria per una presenza autentica della chiesa nel mon-
'D:e·svelHe ambiguità e costruisca in·esso spazi di vera libera-

tl.este 'idee'-guida e dai loro corollari distende il progetto for-


1(e\;f!itinerario spirituale dell'aderente al movimento. Il cam-

285
:~'2f~
·. ,;~

mino inizia con l' «incontro» con una esperienza autentiea, person~l~J
o comunitaria, di cristianesimo, che funge da proposta e provocac~.~~~
coinvolgimento dell'indìyiduo con l'avvenimento Cristo. Di qui~~~;!~
sce l'esigenza di una verifica, relativa alle possibilità che.fa Cristq~
l'uomo possa trovare risposta piena alle sue attese; è una verifie~'~
che si fa nella «sequela», ossia nell'immissione nella vita diunaéo~f
munità che testimonia l'esperienzasalvifica, attraverso unacondi'ViiHff)
sione e una immedesimazione. Nell'esperienza del cammino unr11u~j
lo fondamentale è riconosciut<Zl'~lla preghiera e alla vita sacrame~tafJj
le. L'esito del cammino è la co~ituzione di una personalità cristìa1i'#;~
adulta, che riconosce la sua identità di fede nell'identità di fede dé1Ylfi§
comunità, che vive il sùo essere personale come essere cbmunioil'a~@
le, e che dalla fede vede trasformata la sua vita, i suoi critèri di gifo'lr~
zio (la fede che si fa cultura), i suoi rapporti.
. . .
Nasce cosHa. mìssfon~~l~
. • ."'.i,;i
la testimonianza, la presenza che si fa proclamazione vitale dellà'Vèf.i)
rità di fronte al mondo. ,_ :r·çit~~
La descrizione, sia pure succinta, lascia intravvedere come·fa~~~
Bibbia non abbia uno specifico rilievo nel progetto del movimé#t · ·
Esso non rifugge certo dal momento riflessivo e veritativo, ma::
che lo caratterizza non è certo l'accentuazione della Parola qtf
dell'esperienza. Non manca senza dubbio nella prassi del mov·'·
to uno spazio dedicato all'incontro con il testo sacro, ma esso
viene soprattutto nella forma celebrativa della preghiera bibli2~
traverso la recita delle lodi, e della liturgia della Parola nel còrit
delle celebrazioni sacramentali. L'altro spazio riserva~oalla s~··
ra è quello meditativo personale o quello dell'illustnµ;ionédf t~·
riflessione teològico-pastoralL In realtà la Bibbia in fotta. la, co' :·
razione del progetto di Comunione e liberazione è filtfata attf~y'
gli assunti di una visione teologica, ~ non punto diretto di rif~r(,
to. La centralità riconosciuta all'evento CIDf<Sa fa di questa, (léll~
vita e del modo in cui incarna la Parola, il referente i.mmedi'.~( ·
processo formativo e dell'intera.spiritualità. Vinc.optro conl~li
del testo saç:ro resta subordinato a questa prospettiya: èJa <:() ,~,
che parla e che si deve ascoltare, e non il Libro. .· .· ·.
La realtà variegata dei movimenti è ben più ampia degli<ì,c
qui abbozzati, e l'analisi potrebbe allargaJ:siad altri soggetti,;è:
«Cursillos di cristianità:», I' «Opus Dei», il «Movimento di .Pn
cristiana», ecc. Quanto sopra qettoJascia però già intravvede
me le diverse accentuazioni proprie dei singoli movimenti rilll.~.
a problematiche antiche sotto vesti nuove. Le tendenze l(ltell#
facilmente riconducibili a problematiche già tipiche dell'ép()~ ..

286
~tii~e·Jettura clòttrinale, riduzione.moralistica, fondamentali~
';'.;ac.cèntuazione kerygmatica, ecc.
~,n_on ci sì. limita al da,tò quantitativo, in forza del quale tutti i
< eriti in genere e alcuni in specie presentano un passo in avanti

'_ ile rispetto alla marginalità a cui la Bibbia e.ra confinata nella
a,stpp~le prima clelconçilio,per il resto il cammino da fare~ an~
urtgo'° Il dato qualitativo; .ovvero la consapevolezza ermei:leuti-
.çquilibrio fra i suoi diversi fattori, lascia a desiderare in molte-
_petti. Senza qui riprenderli e riassumerli, basti dire chetantò
!Ile conciliare, così come.· è stata delineata nelle prime pagine
.~to saggio quanto le acquisizioni più sicure della riflessione
µ;lporanèa intorno all'ermeneutica biplica sono ancora lontane
J•~erepienamenterecepite. E si può concludere proprio a:ffer-
·wche il futuro del rublo della Bibbia ·nella vita della· chiesa in
~;_ siain genere che per ciò che concerne più specificamente i'.
iij_ienti,i ·gruppi e le associazioni si gioca sul terreno della corret~
':c1~l 111odello etmeneutico.Inparticolare esso dovrà farei conti
!Wçapacità di rispÒndere contemporaneamente e armonicamen-
sigenze esegetiche, spirituali e culturali della lettura dèl te-
aj.fesigenze si dovrà rispondere con la crescita della compe~
·.ordine alle dimensioni storiche·e letterarie. dei libri biblici,
'.S~ia:ra consapevolezza dell'interazione fra destinazione perso-
~lmessaggio e suo confronto conJaJede ecclesiale, con lari-
51.!un giusto rapporto fra precomprensione antropologica; in-
ltfe storico-sociale, e radicale novità di una Parola che irrom-
.;~~i~tenza degli individui e dei popoli con la potenza trasfor-
'/Mlla salvezza.

"'?:BIBLIOGRAFICA
,&alita dèl tema comporta, al prese,ilte, ffamnien1:arìetà di
nta:ZiOne e quasi assenza di analisi di livello scientifico.
-:.òno sol()indicazioni essenziali, rimandando àlle bibliogra-
nti•. llelle opere qui elencà:tè.
µp. àpproccio al problema nella sua globalità
'§}<<Hlibro aperto. Studi, ricerche e ascolto dellaBibbia», in
·. • ai~iane 20(1985), 115-123.
i3f ALETI1J;-N:, açtira, Le monde contemporaine etlaBi-
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·..:_.::<!t~;
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_, -·._·;:·:<~t,1
Il movimento cattolico e la società italiana in cento anni di storià; .R,'Q~]

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i:S\2;·.··.::=·:_

~~t~~f-;:~
rijJ\~.<?1'

291
Parte quarta

La -Bibbia presso i Valdesi


dal XIII secolo ad oggi
1
·La Bibbia presso i valdesi
dal secolo XIII ad oggi

f;;,
di Bruno Corsani

::ERIODO MEDIEVALE
h'.~duzione e.diffusione della Bibbia
'étqrono fin dall'inizìo le caratteristiche salienti del movimen-
'"·§~: la povertà, e la diffusione della C()noscenza biblica. I val-
IÌiJlivi obiettavano al costantinianesimo della chiesa, e quindi
~r.e ,e alla ricchezza della chiesa e del cl~ro. Contro di esso ri-
t~yano Tobbedienza alle istriizìoni di Gesù ai <~Dodici» in cui
'i;;'qf OC>r?inato di n9n poliare con sé ba~~glio né denaro qtian-
~y~noin missione. L'altro punto fondamentale, <;he è-quello
p~ressa qui, l'autorità e1'importanza della Bibbia, è attesta-
itc'liv~rse fonti in nostro possesso: esse possono dividersi in
eritipi unacerta ufficialità, come laProfessione di fede catto-
'.'~i~o{H80), il Res~riptum, rendiconto deiJavÙri del Confe-
.';J3'ti.-gamo (1218)redattodai valdesi fombardiperinformare
·<·çii:permanià.(PaiÌperes de Lugdun:O qui $unt in Alamania);
·-épti di .carattere più persopale, come il Liber antiheresis di
_gÒ d'Osca (1208)1 e i vari trattati o poemi valdesi contenuti
'L'gey'ciìttidi Cail:lbridge, Girievr~ e Dublino: 2 A differenza dei

O"tre0 documenti menzionati, cLG. GoNNET, Enchiridion Fontium valden-


~lièil criiique des sources concemant les Vaudois a_u.moyen lìge; Torre Pellice
!4'.Se.171-183. __ _ _ _ .
· osèritti valdesi dei secoli XIV e XV cL E. MoNTET, Histoire. littéraire
··ù 'Piémoizt d' aprèS /es -manuscripts originaux_ coliservés à Cambridge,
; Grenoble.. .•; PariS1885; E. Co'MBA,Histoire des Vaudois d' Itali.è de-
lsjusqu'à nosjours; I• AvantlaReformé (Paris-Turin 1887}, 19~292;
·-NfoLNXR, Les Vàit.dois au Moyen Age, Torino s.d . .(1974], 319-370; li-
/fondo valdese della..Biblioteca universitaria di Ginevra, E. BAL-
·, Al;.'CoRSo, I manoscritti valdesi di Ginevra, Torino 1977.

295
testi che ho citato prima uno per uno a causa della loro antichità~;;\;~
trattati e poemi valdesi risalgono soltanto al XIV e XV secolo;i'fi~~
terzo luogo, l'importanza della Bibbia per il m()vimento. valdese\~~
attestata dai cronisti, polemisti e inquisitori di parte avversa,3 chen~~
hanno lasciato testimonianza neilorò scritti o negli attldei proces~~l~
d'eresia; infine, ci sono le testimonianze di un numero considerev~fé!~i
di manoscritti biblici in volgare. 4 Manoscritti dìÌraduzione proveJ.I~l~
zale della Bibbia si trovano a Parigi, Lione, Grenoble, Carpentras}:\~
Zurigo. È stato soprattutto Samuel Berger a identificare come vai:(%
<lesi, o appartenenti all'area di influenza del movimento valddéj;~
molte Bibbie nelle lingue volgari dell'epoca. ' .;1'.
L'interesse per la traduzione e diffusiòne della Bibbia in lingl.I~~
volgare continuerà anche nel XVI secolo: ne sonò prova la traduzi61~
ne commissionata a Olivetano dai valdesi del Piemonte nel corso d~l~
sinodo di Chanforan (1532) e stampata in lingua francese a spese <.l~t~~
valdesi nel 1535 a Ginevra, nella tipografia di Pierre de Wingle c:Iiçf~
Pirot Picard; e la traduzione attribuita a Giovan Luigi Pascale, rùifi't~
vo di Cuneo, divenuto in seguito pastore in Calabria e morto niartiçg~
a Roma nel 1560. 5 In realtà, n:on sì tratterebbe, sembra, di un lay'orJ'.W~
originale, ma della pubblicazione bilingue del Nuovo Testamento'~~
Olivetano e di quello del Brucioli, che Pascale aveva purgatò deg~~
eccessivi toscanismi. 6 . '?~

·;'~;;'
3 Cf. G. GONNET, Le Confessioni di fede valdesi prima della Rifonna, T~riri~i
1967, 58-138. . . ..
4 Oltre alle opere già citate di E. Comba (211~240) e di Gonnet-Mol11ar. (

327), vanno ricordati gli scritti di S. BERGER, La Bible française au Moyen Age,, .
1884; Les Bibles provençales et vaudoises, Romania XVIII, 1889, 353-428; Nouv·
recherches sur les Bibles provençales et catalanes, Romania XIX, 1890, 504-561;
Bible italienne au Moyen Age, Romania XXIII, 1894, 358-431. . . '.)
5 Del Nuovo Testamento di Nostro Signore Jesù Christo, nuova efedel tradu '
dal testo Greco in lingua volgare italiana: Diligentemente conferita con molte ai.
traduttioni, e Volgari, e Latine; e insieme pura e semplicemente tessuta con qu
maggiore chiarezza e facilità di parlare, ch'era possibile; fuggendo sempre (q .
però la qualità di tale Scrittura, e la natura delle cose che vi si contengono,
comportare) ogni durezza e oscurità, e soprattutto ogni varia e indegna affettatio
importuni e mal convenienti Toscanismi, stampata di nuovo in compagnia diun' .
buona traduttione in lingua francese e ambedue partite per versetti, per (ìiovan L
Paschale MDLV. ;;
bi questa edizione bilingue v'è un esemplare a Milano, alla Biblioteca nai(
braidense. A Genova, a Lucca, a Firenze, a Roma (Biblioteca Angelica) v'è una
duzione italiana dello stesso anno e con identico titolo e sottotitolo - interrotto,
dopo la parola toscanismi- che andrebbe confrontata con quella di Milano pera
rare se sia un'edizione .solo italiana della medesima..Il nome di Paschale non vifi
6 Cf. T. BALMA, Gian Luigi Pascale, apostolo .in Calabria e martire a R<>ma} . .

Torre Pellice, Società di Studi Valdesi, 1960, 4.

296
'dunque· certo l'interesse dei valdesi per la diffusione della Bib-
J1alingua. cleLpopolo, anche se nei primi secoli il foro movi-
/.sfèoncentrò soprattutto. sulla diffusione del Nuovo Testa~
.o e cteisa1ntl. Papa Innocenzo ID accenna a traduzioni non au-
ate della Bibbia (o diparti di essa)-in una lettera del 1199 ai
Jà:lli di Metz, e accusa iloro promotori di servirsene per pro-
;~~rela predicazione e l'esortazione scambievole da parte di laici
';·aoiuie, e per fomentare uno spirito di conventicola, 7
~todi di interpretazione

ìllustrare finterpretazione che i valdesi medievali davano


)~(i.ere Scritture prenderò in esame, a titolo di esempio, il tratta-
. .tJ.lz (contenuto nel Manoscritto G E 206 della Biblioteca nazio-
j,Qin(;!vra, pubbli~ato a Torino nel 1984 a cura di M. Dal Cor-
, ,,J~çirghi Cedrini). s
trattato Vertuz contiene 172 citazioni scritturali dall'ATe 107
·:>.oltre a un numero imprecisabile di semplici allusioni a passi
:•;::4 citazioni dell' AT sono tratte in preval(;:nza dai libri sa-
~~~-li···Quelle del NTnonrivelano una preferenza: contrariamen-
·,cy~lde~i del XII secolo, che insistevano soprattutto sulla cono-
~().(;:iVangeli e sull'applicazione del discorso della montagna, il
·· 'f9Yertuz oontiene48 citaziorii dai Vangeli e Atti e 59 dalle
l~_'.e dall'Apocalisse. . . . .·.. · . · ·
/é#azioni sono_. fatte spesso. con un criterio che oggi chiame-
-;,~<foriclamentalistico», pr~ndendo un passo biblico avulso dal
#~~~to e. senza tener conto del significato che il contenuto

«La domanda del Signore Iddio udita dal profeta Isaia "Chi man-
/d~rò?Chi andrà per me?" è usata nonpei; illùstrare la nascìta del-
Xi~pegrio vocazionale. del profeta ma coIIl.e introduzione per illu"

. . ane sigfilficavit nobis verierabilis frater noster Me;tens1s episcopus per litteras
ji·tajn ~n ~oecesi quam .urbe ;Mi:tensi)aicorum et mulierum multitudo non
· açt!l qupdaminodo _desiderio Scripturaruin, Evangelia, Epistolas Pauli,
'/ill6raiiaJob et phires alios libro~ sibi fecitinGallico sérmone transfer-
. "' "ttd deilaici di accedere direttamente lille sacre Scritture è co1lfutato fa-
~!sp itl,la citazione di Lc8,10; lCor 3,2 e 2,2; Sir3;22; Rml2,3;Sal 63,7; Rm
)i 3,1 e altri passi. La lettera.porta il n. CXLI in Migne, PL 214, 695-698.
ifiuz·e·altri scritti, (Antichi testi vaJ.desi; 2) a cura diMariò dal. Corso e Lucia-
. ·rcedrini,, Torino 1984.

297
strare l'ubbidienza del Figlio, cioè di Cristo, éhe risponde a:l Pad~~
"Eccomi, manda me"». 'i~I
«Il passo di Giov. 16,20 "Sarete rattristati, ma Ia'Vostra triste~
sarà mutata in letizia" si riferisce, nel contesto di Giov.16; alla: fiii:1i~
stezza per la morte di Gesù, ea:lla gioia petlàsuccessiva risrirr?~~
zione. In Vertuz cap.7 invece, esso serve ad illusttarel'esortazki,Sl
ne ad accettare le tribolazioni della vita, sapendo.qie, dopo.,.,#tj
credente sarà saziato della dolcezza della. gloria e dell<t compagni*~
degli angeli. Questa interpretazione generali:lzante, staccatà 4~t~~
contesto, è rafforzata dalla citazione di Qi,acomo 1,2~3 {la pr()~~
della fede produce costanza, e la costanza rende perfetti e éoliff~
pleti) e I Pietrol,6-9 (la fede messa alla: pi:ova dive11ta mçtiyçgj~
lode e di gloria)». · >};;~

In generale, si può dire che molte citazioni bibliche bariti()·.


Vertuz semplicemente un valore esemplificante: la Bibbia ètrat(
come una miniera di esempi che vengono portati a riricalzo d~ll
sortazione. . ...
Conseguenza di quest'uso moralistico della Bibbia è la tendé ·
a vedere piuttosto il senso legalistico e autoritario déitesti cheiF[
senso evangelico, espressione del patto digra2:ia e della bontà pat
na di Dio per i suoi eletti. ·
«Come .esempio vorrei citare l'interpretazi0 ne del Salmo
(ebraico 23,4) "il tuo bastone e la tua verga sono quelli Clf
consolano". Nel pensiero del Salmista ciò significa: .sonci q
che mi danno sicurezza e conforto. Invece ilVertuz iriforpre
bastone e la verga come siinboli di correzione: la disciplina:a 2
Signore ci sottomette. dev'essere ricevuta di buon. grado·, an
perché il Signore ci promette gioia dopo la tribolazione, e spe
za al di là della disciplina» (cap. IX). ·

Quanto alle tecniche di interpretazione, è chiaro che i tra..·.


·valdesi dipendono dalla cultura dél cristianesimo dell'epoéa. Pe
anche nel Vertuz si tr~vano molte interpretazioni allegoriche o<
gorizzanti ~una trentina). Darò alcuni esempi:
«Meglio abitare sul canto d'un tetto
che in una gran casa con una moglie rissosa» (Prover~j2J
«"Abitare sul canto. d'un tetto". a:IJude alla vita religio8a pii~.
para dai turbamenti della vita presente. La do$a rlssosà:.s.
turbamenti di questo .secolo». ·
«"Il fuoco sarà mantenuto acceso sull'a:lta:re, e il sacerd()te·v.F
cerà su della legna ogni mattina"» (Levitico 6,19).

298
!!i(i;:, .• • p'a,ltare è il nostro cuore, ilsacerdote ,è ciascun fedele. Non far
··:, O,jn,ancar~ 1~ Jegp.a .significa
provvedere costantemerite il cuore con
. l'esempio dei santi' p~rché il fuoco d.eila carità 11on. si spenga.
«"Letuè'gii.ancè sono belle" {Cariticò dei:Cantici 1,9)
Il complimento si riferisce all'anima.del giusto, che risplende di un
duplice amore: per Dio e per il prossimo. Non può essercene Uno
•solo, come la donna per essere amata dal suo limno, deve aver
belle le due guance, non una bella e l'altra deforme».

; on. c~è·una riflessione metodologica su questo modo di inter-


; t~la Scrittura. Non si menzionano i~quattro sensi della Scrittu"
~tterale., allegorico, tropologico, anagogico) né per approvarne
.\J1é per confutarlo;
>la base di quest'ampio uso della Bi{)bia neitrattati valdesi, c~è
.nv,inzione dell'autorità suprema della sacra Scrittura. Anche
tb•non è mai teoriZzato, tuttavia qualche accenno-o spunto si
~ro:vare, Così. al c. 18 di Vertuzsi legge che <<qµando preghiamo
· o a Dio, ma quando leggiamo Dio parla con noi» - eviciente•
~' quando leggiamo Ja Bibbia. Pertanto chi vuol essere sempre
ignore deve molto pregare e molto leggere. L'esortazione.è illu-
allegoricamente con l'esempio biblico delsacerdote che ogni
'pp1;ovvedev\}legna perJ'altarn; e conl'esempio profano del vi-
:~;reD.de l'uomo allegro e forte e smemorato (così, leggere con-
·. énte la Scrittura dà al fedele I' all~grezza celeste, la forza per
'ele avversità del mondo, e lo rende dimentico delle cose ter-

il segno più importante dell'autoritàdella Bibbia non sta ne.I"


rfuazioni fatte in proposito, che potrebbero anche essere un
· ioformale,bensì nelfatt() cheilmessaggio evangelicoèJa ba-
fop.damento dell'esortazione etica del predicatore, dell'autore
#afo;.Così, per esempio, egli esorta a vive.re. in pace con tutti
··:: ), perçhé mentre noi eravamo nemici dell'Alti~simo, egli ci
:J,1~iliati CO:n sé per la. sua ·Illisericordia, inedjante la morte cieJ
)tlplo. Perciò noi dobbiamo avere pace con tutti gli u9minL
·:i~ non sta anzitutto nella lettera del comandamento che or-
>pàce, ma nella motiyazione teologica dell'avvenuta riconci"
-~.·tra.Dio e gli uomii attestata dal Vangelo.
,.fu~to. questo non si può ravvisare una di:(ferenza .specifica ri-
.J'~S() .e interpr;etazione della Scrittura da parte della chiesa
\;seJ:ion sul punto dellrìnyito rivolto iilsistentemente a tutti,
aid, di valersi della lettura o dell' ~scolto della parola di .Oi()
299
come mezzo per la conoscenza della sua volontà e per l'approfondi~
mento della comunione col Signore. Ma tutte le questioni tecnich§
(contenuto del canone, attribuzione deilibri biblici agli autori trad1~
zionali, metodologia esegetica) non sono divhse da quelle adottatJ
dalla maggioranza.
Tutt'al più si potrebbe forse osservare una concentrazione sot~j
rio logica ed etica: l'uso della Scrittura è rivolto principalmente a: il~
luminare gli insegnamenti e gli appelli che rìguardano la salvezza ~fi~
dividuale, e le esortazioni a vivere una vita cristiana. Si registra,nqn
solo nel Vertuz, ma anche nei «Sermoni» che lo affiancano netll1'4g
noscritto G E 206, un grande disinteresse per le questioni istituzio11~i
li. La chiesa come istituzione gerarchica, i riferimenti al suo magist~~
ro dottrinale, l'autorità e i poteri del sacerdozio, ecc. sembrano a:~~~
re poco spazio nella spiritualità di questo movimènto medievale; el~
Scrittura non è citata per sostenere punti di vista connessi con queli~
questioni. <.i)'i
Tuttavia l'autorità della Bibbia non è ancora riconosciuta ·coà~~
chiarezza e il radicalismo dei riformatori del XVI secolo. Acca:nt~
alla testimonianza e agli insegnamentj della Scrittura ci sono iff~~~
tuz quelli dei Padri (li testimoni de las Escrituras, e li comandaiii~~~
del Segnar, e li eysemple de li sant payre, c. XVIII). Altrove: (c. ~W
?i
lautore V ertuz mette ~ratic~ente ~ullo stesso pi~o la leyz~i~t1~
las Escrzturas e la doctrzna de lz predzcador come vie attraverso.;,l~
quali Dio si avvicina a noi e ci rivolge il suo appello. . ·iiil
<*~
/···"~
II. PERIODO MODERNO (1532-1848) J\;;~~i;
Le date d'inizio e fine di questo periodo non sono quelle no ·
mente indicate nei testi storici per il «periodo moderno»; noi le:·
biamo modificate per tener conto di due: fattori che segnaroi{:
trettante svolte molto significative. della storia dei valdesi: il· ·1
con l'adesiope alla Riforma, e il 1848 con la concessione delle:;}
tenti di graiia» da parte del re Carlo Alberto di Savoia. Sond\
più significative per la vita culturale e relìgiosa dei valdesi che·.Il~i'
scoperta dell'America e il congresso di Vienna. ' '<'
Mentre fino al 1532 si doveva parlare del valdismo come:\: ·
«movimento», dopo il 1532 esso si trasforma. in una piccola«c
riformata», strutturata sul modello della· chiesa ginevrina: a:d6
culto pubblico domenicale, costruisce chiese e locali di culto!
antichi templi delle valli valdesi sono del 1555), istituisce unp~S:

300
tt· -.:,-
St<ì,bile è teologicamente preparato. 9 Continua però a serbare cà-
,;i}'~tfe~stiche spirituali proprie, in parte per· l'eredità movimentistica
i~f:i~~ì\sei:x>li passati, in parte per la situazione di minoranza persegùita-
':0t~•'.in'cùisi trova ad esistère tanto nelle valli del pinerolese quanto in
((::j~tfe··parti d'Italia e d'oltralpe, specialmente in Calabria.
;z;;~<~i:t.•Questa dialettica di contatti e collekamenti con il protestantesi.:.
ydet centro.:.Europa da una parte; e di condizione' giuridico~
ìaJé diversa e fortemente condizionante (piccola minoranza ri-
)frfalla popolazione deLpinerolese e delle altre zone di diffusione
ty~dìsmo e pèrsecuzioni più o meno pesanti da parte delle autori-
, ecihlni.ente nella prima metà del periodo che ci interessa, cioè
... ·...• \1532 al 1700)determina anche le caratteristiche della cultura e
~tfctè1*ac'formazione biblica dell'intellighentsia e del popolo valdese,
·.·.'.storivenivano preparati teologicamente soprattuttoin Svizzera,
:poi' ari.che in Olanda, Francia; Germània e lnghilterra. 10 Nono-··
~teil'ìsolamento delle loro Valli, questo permetteva ai pastori di
ràttènere una rete di conoscenze e di amicizie con chiese e pastori
. fiJ>aesi. 11 La situazione di persecuzione prima (1532-1700) e di
· "nazione poi (1700~1848) ebbe, tra le altre conseguenze molto
à\rì;canche quella di rendere di:fficilirpèr non dire impossibili,
·vità editoriali. Le Bibbie venivano stampate in Svizzera (in
ela traduzione di Olivetano, in italiano la traduzione di Gio-
' iodati, lucchese professore di ebraico e di sacra Scrittura al-
demiadiCalvino, pubblicata a Ginevra nel 1607, 2 1641); non
;flip()<testi ufficiali di catechismo: probabilmente venivano im-
#ti,Ytestidel protestantesimo ginevrino. Sempre a Ginevra il pa-
.;ò~fotro Gillio, che si qualifica come pastore della Chiesa.rifor-
. ella Torre ( ='= Torre Pellice, prov. di Torino) pubblica Gli
· Uàrtta Salmi con gli dieci comandamenti di Dio; l'orazione

q,JoJ.RN, I Valdesi. La singolare vicenda di un popolo-chiesa, Torino 21981,


.;.;e

CYJ.NAv, FacoltàYaldese di Teologia (1855-1955), Torre Pellice 1955, {16-


. · ,cun;elencodi 16 studenti valdesi e altrettantirifonnati italiani non di fami-
. ~he studiarono all'Accademia di Ginevra nel XVI secolo, e dati numerici
lìµ ddseeoli succ:essivi a Ginevra,Losanna, Basilea; Zurigo, Strasburgo,
.. foninga, .Leida, Berlino, Oxford, Durham e altre università europee.
lJ628i valdesi concessero al pastoreAntonioLeger, noto perle sue.doti
':intellettuali, di recarsi, su viva insistenza della chiesa di Ginevra, a svolgere
();cii cappellano dell'ambasciata olandese a Costantinopoli e a stabilire con-
·eSa ortodossa tramite il patriarca Cirillo Lucaris, et A. ARMAND
"8tia dei Valdesi,· Dal Sinodo di Chanforan all'Emancipazione, Torino
-: : : .~ ... '

301
.. ': ~ .-
··_:.:;1

dominicale, il simbolo apostolico ed il Cantico di Simeone ridQtti in/g)l


rime volgari italiane (1644). .~,,i.fz
Nonostante la loro preparazione. universitaria e la loro cultur;~{VJ(
europea i pastori valdesi dell'epoca non erano certo in condizioni cli>:,
tranquillità spirituale e materiale tali da consentir foro il possesso di;',!
una ricca biblioteca. Per quanto ne sappiamo 12 le loro biblioteche//\
contenevano, in campò biblico, esemplari delle sacre Scritture neif.1
testi originali, e commenti biblici soprattutto di Calvino e di Teodo.:'J{'.\
ro dl. Beza. ...:.: :!
;·::;.:.j~;;:;

La situazione di oppressione.sempre più grave, dovuta tra l'altro,}'


all'annessione del marchesato di Saluzzo da parte dei Savoia (1588)10:;~
e poi alla revoca dell'editto diNantes sulla pacereligiosa(1685);si.'.,. 3;
accompagnava a una pressione sempre più intensa da parte del clerp;;;l~;
cattolico e di vari ordini religiosi perreprimere «l'eresia» e convertif,:~s1 '
re «gli eretici». Questo dava origine spesso a pubbliche disputeJr~,;\;it
esperti dell'una e dell'altra parte.13 Il già cita.to pastore Gillio pubblhfrJJ
cava a Ginevra, nel 1565, Considerationi e risposte relative a due le,l.;f,Zt
tere del priore Mare' Aurelio Rorengo e di fra Teodoro Belved~r~;'.j~
(230 pagine), opera polemica un po' al margine della nostra ri~erc~:-~J~
Per tentare di sondare l'uso che della Bibbia facevano i valde~i\~~i~
del xvi secolo, e il modo in cui la citavano e l'interpretavano,;eab,~Y~ftl
biamo preso il Manuel du vray chrétien di Daniel Pastor (o Pastre)•J*!~~]j
Si tratta di un volume di 915 pagine (cm.16,5 x 9 ,5). Il titolo qeU'.~7iJMI,
pera accenna alla polemica con Jean Balcet.: questa ebbe iniziò.coniiit~
l'invito rivolto. a tutti i pastori dal sinodo riformato del Delfinato.:· ·•f'··t
sottoscrivere la loro adesione ai canoni del sinodo di Dordrec
(1618) che contro 1' arminianesimo affermava in forma intransige . ,,
la dottrina calvinista della predestinazione. Il Balcet era pastoiei'fitt1'.~
Pragelato, nell'alta Val Chisone, a quel tempo sottoposta aLr~· '-'ifo
Francia; la comunità riformata era quindi integrata nel sinodo rif.

12 ARMAND HuGÒN, Storia, 113, riferisce in base all'inventario notarile dì tre


stori valdesi del sec. XVII. Sembrano abbondare, in quelle biblioteche, più i 6 · ·
latini che le opere di cultura biblica. · :
13 Sulle dispute e controversie di quel periodo cf. ARMAND HuGoN, Stor~ti

e®. ·~.
14 Le manuel du vray chrestien opposé au diurna! dusieur Iean Balcet, ensét ·
la manière de la droite invocation et du pur service de: Dieu; et contenant la. ·dé
0

claite et solide des principales controverses de théologie agitées en ce temps, pad)


Pastor Ministre de la Parole di Dieu en l'Eglise Réformée de Pragela. Genève\3 '·
Per il prestito di questo prezioso volume ringrazio vivamente la direzione.dellabibI
teca della Società di Studi Valdesi, Torre .Pellice (TO). ~, :· ·

302
~~'..';:,,-'·-·~· .

· ·. ~g:,(J..~lDèlfinato e. la decisione da esso. presanel162l,.•còinvolge~


'!àiièhe.il Bal<let. Egli rifiutò di dare la sua adesione·. e successiva-
·. te rientrò'neLcattolicesimo, iniziando una polemica con il suo
,, .,. dC'essore, pastore Paster (o Pastòr), éhe durò dal 1634 al 1655. 15
t<;( <N:ell'epistòla che apre il volume, il.Pastor rifà la storia dellapole-
:\~;~i·ca::con:Balcet, che dopo essere stato sedotto dall' arminianesimo è
1:~.B~~~ato alla.chiesa.romana, e da allora non ha.mai smesso di calun~
PtP.i~ielwvraye Eglìse, accusandola di scisma, d'eresia .e di adulterio
'\·.~spetto al suo Sposo. Pastor vede in questo un .artificio simile a
~~qµ~llò>della moglie del faraone che di fronte .alla fermezza con cui
· • •· (Y.seppe respingeva le sue sollecitazioni impudiche, passò ad accu-
\perversamente delle colpe di cui ella stessa era colpevole.
'IJ::Una prefazione ·metodologica; che è stampata di seguit<? al;-
st~l.a, supplica i suoi lettori dì osservare che egli dà la prova bi-
. ;W.tutti gli argomenti dottrinali con il rinvio a passi dell'Antico
~l;NuovòTestamento,·.e conlatestimonia~a.dei santi padri. La
'O.fa: che egli propone su questo fondamentò è la colonna di fuoco
· ' qsraèle di Dio deve seguire attraverso il deserto di questo mon-
l·libro primo è dedicato alla preghiera (pp.1~71); il librosecon-
,l~ontieile testi di preghiere pubbliche e private per varie occasio-
Ve~meditàiioni su alcune feste cristiane (72~195); .il libro terzo è un
·~ç!tjslllO familiare per fistruzione dei giovani (196"243); il libro
a[tq entra decisamente nella controversia confessionale, trattan-
.~llà mt::~sà (244-29l};il libro quinto continua sulla stessa linea e
t~'gjecì argçrnentipoleìlliciin afrrettall.ti «tt"attati»:. l'invoca-
e
ç;~p,~i ~~nti, le iÌnmagini, l' euciuisti~, la grazia il libero arbitrio,
.edestinazione, la giustificazione, le buone opere, i meriti (292-
?él!:ultimapat"1e del voh,1me si .occup(i dello scisma ·(855-915).
l,}sqm_mario del.contenuto, come del resto. già il sottòtitolo di
p'qpei;a,. dimostrano quanto .essa sia condizionata. dalla situazio-
~l'lé:raJe dei valdesi nel secolo XVII, alla vigilia delle «Pasque
.\~rites1» del 1655; e da quella particolare della comunità rifor-
. · i.Pragelato, colpita dalla éonversionedel suo precedente pa-
fori,a all'aiminian~simo epoial catt()licesimoromano; Questa
._, §ft~· psicologicò~sociale det~rIIliIIa il clima spi#tuale. della co-
.f~J:o~ il li~ìq rifletté qrielJe che>do'vev<mo ~ss~ré le preoccupa-
.,

:;[D;o\ JALLA, ·-Storia della Rifomuz religiosa. in Piemonte durante i regni di


.· . . . nJi:inuele 1..e Vittorio.Amedeo[ [1580~1637]; ·TorrePellice 1936;666-668.

303
zioni del pastore e probabilmente anche dei suoi coHaboratorie 4:i
tutti quelli che erano più legati alla vita religiosa della chiesHocal~9
È evidente che in questo clima, e in un'opera .di controversi3:y
l'uso della Scrittura sia finalizzato all'affermazione dei propriLprin~:
cipi e alla demolizione di quelli della controparte, più che a una ri~
cerca asettica e obiettiva del significato di questo o quel passo. M~
prima di vedere in particolare qualche esempio di esegesi; sia per~
messo osservare che le citazioni o le allusioni a passi biblici sono pìù'.
di 300 per l'Antico Testamento, e più di 600 per ilNuovo Testameri~
to, e che esse si riferiscono a quasi tutti gli scritti che li compongono,
Dell'Antico Testamento non sono citati soltanto Rut, Ester e iLOln~i
tico dei cantici. Non sono citati i deutero-canonici, fatta ecce!zion~
per due citazioni della Sapienza. DeLNuovo Testamento sonocitatf
tutti gli scritti tranne Filemone: 222 volte i Vangeli e Atti degli apog
stoli, 308 volte il Corpus Paulinum. La palma delle citazioni va a1la,:;
Lettera ai Romani (125 volte) seguita dal Vangelo di Giovanni(~j~
volte), da quello di Matteo (70 volte} e dalle due Lettere ai Coqntii.
(globalmente 63. volte). Il Vangelo di Marco è citato solo 4volte:p%:~;,
sa su di lui il giudizio di Agostino, che vi ravvisava solo un'abbrevi*f'
zio1,1.e di Matteo? .<,;,~
Che cosa rappresenta la Bibbia per il nostro autore? Lo dice egli)
stesso: ·è'\/~

«Il Figlio di Dio ne è l'autore, avendola divinamente ispirata·'~'.


avendocela inviata come una missiva dal cielo alla terra, a:ffi.I}çij~
la leggiamo con riverenza come regola perfetta di ciò che abbì~gJ
a credere e a fare, la leggiamo con attenzione e la meditiamo'chi}j
zelo e con unzione. i'.~~
(Essa) ... comprende tutto ciò che bisogna credere, sapere efaf°~
per essere salvati ... senzà che vi Si debba aggiungere o togliere ~t1
cunché. Infatti, non solo è vietato presumere aLdi là di quellòc~~
è scritto, ma S. Paolo dice che è utile ad istruire, a convincereV1~
correggere, e a rendere l'uomo di Dio compiuto e perfettarrfofi.~
istruito ad ogni opera buona. · jf:'i;:
Non·solo è permesso a tutti di leggere la Scrittura santae d'istrti.}~~
si del suo contenuto, ma è necessario e comandato, comeTba1pJ5,)~
ni devono leggere il testamento del loro padre e la moglie deve·àf>~
noscere le clausole del suo contratto nuziale. Di fatti è detto atiìf~
ti: "Cercate nel libro dell'Eterno e leggete" (Is 34,16), e: "Inve.~fl~
gate diligentemente le Scritture" (Gv 5,39; Apoc 1,3) (208s)>.fi'l
i'f{~
Poste queste premesse, bisogna osservare che l'i11terpret:lf!2i~
varia, com'è logico, a seconda dei generi letterari. I testi di édì:fi,f~

304 :i;'il
:.·:s·'::1;~::.:·i
. j;~sottazione e di con,solazione sono adoperati normalmente
\s~nsO originario ..Per i pa.Ssi di carattere storico troviamo
delle·athia:lizzazioni
.. ....
~";_ ( ...
anche ardite.
> «Così a p. 801 foggiamo 9uest'applicazione di Gen 23: Abramo
. ·< .cercò con gran cura e comprò con denaro un terreno con un sepol-
:.Lctoa Hebron; nel paese di Canaan,.e viseppellìSara. Lì chiesero
. cdi es8ere sèpoltilui stesso, e Isacco; Rebecca; Giacobbe, Giusep-
ipe.· Questo ci insegna che tutti i crèdenti, come veri figli d' Abra-
mo, devono desiderare; e cercareeda:tsi da fare per essere accol-
ti, aUaloro morie, nella Cariaail Spirituale».

;J'attualizzaZjone riillane sul terreno .dell'esort~ione devo-


{Dafo il carattere ,polemico di molta parte dell'opera, ci sia-
.'~nqati se il Pastorn()n avesse ceduto'ajla tentazionedi at-
e in ,chiave anti-cattoliç~ le parole di critica e di giudizio che
.;aiio spesso nella Bibbia. Per un co11trollo a campione abbiamo
:#atO uno per uno tutti i passi cii Giovanni, in cµi spesso ci sono
"'<ti.censura contmi giudei. Un'attualizzazione. direttamente
rgpa.na l'abbiamo trovata soltanto a p. 900, a proposito di -Gv
."23,16 Scrive il Pastor:
· «Ifseggiopapale, essendosi separato da noi in quanto ha abban-
4cn1ato la verità, éi ha anche cacciati lontano da sé con violenza e
>çori cnidéltà, così coni.è ilventilabro getta il buon grano lontano
;:t ):falla paglia e come il torchio separa il buo'n succo dai raspi; sicché
·siamo stati iràttati come la Sinagoga foce con colui che era nato
éieco, scacciandolo violentemente appena era stato illuminato».

ono tre altri argomenti che sono trattati facendo ricorso. po-
, §ntea'testi giovannei, ma mai con accOstainenti così diretti
'y;versari del Pastor e quelli del Cristo o della chiesa priilliti~
i#ttà dell'invocazione dei santi, del pane ·eucaristico e della
i•pet. ·sola grazia; indipendentemente c:ialle opere.
;;«~tabilito. che nb.J).ostantela nostra indegnità possiamo e. dobbia-
}~~o avvicinarci a Dio per9hé eglistesso ci ésorta a farlo ("Invoca-
;,iM'nine!iiorno
'•"" . . . .
·,:~.,·
della distretta", Sal 50,15; "Cercat~ l'Eterno mentre

·... ,

nç:~rf~~e'aggi\liigere, meno direttamc:nte, la citaziÒne di Gv 4;24 fatta a


'~t~giio dell'affermazione che leinùriagirii, anziché. dirigere rattenzi<'>ne
.. ajle realtà spirituali e alle persone che raffigurano, distolgono da esse.

305
lo si può trovare, invocatelo mentre è vicino" ,Is 55,6),jl-Pastòr-.
prosegue: "Dobbiamo servirci del Mediatore .che egli stesso·Jj:f(
stabilito, e designato, cioè Gesù Cristo, che si è avvicinatq a 11oiX
nella sua incarnazione e ci dà accesso a Dio mediante la sua intèr~ ·-
cessione, poiché egli è.la via, la verità e la vita, e nessuno va al P~­
dre se non per mezzo di lui (Gv 14,6, p. 357}. Poco più avanti poc-
lemizza con quanti mettono i santi e la Vergine al posto di Cristo e··
così contraddicono apertamente ciò che è uscito dalla sacra bocca:
«Nessuno va al Padre se non per mezzo di lui'' (p. 371-72)».
«A proposito dell'eucaristia Pastor si diffonde lungamente infor~)
ma espositiva sul significato dell'espressione "mangiare la mia:·
carne e bere il mio sangue", espressione della più profonda comu-'
nione fra il Cristo e i suoi fedeli (471ss), passa poi ad affernu1r~
che detta comunione di noi con Cristb e di Cristo con noi è spirf"<;
tuale e avviene mediante la fede e Io Spirito (com'è scritto: "àa1
questo conosciamo che dimoriamò in lui ed egli iànoi: cheeglièii\'
ha dato del suo Spirito", 1Gv4,13), e più avanti osserva che ilCrilc{
sto, dopo aver detto che la sua carne è vero cibo e il suo sangu~·-f
vera bevanda, conclude: "È lo Spirito che vivifica, la carne no~'.l
giova a nulla. Le parole che vi ho dette sono Spirito e vita" ({!J.~!i
6,55 e 63)». · ·

«Il terzo argomento polemico sostenuto con citazioni dì passigiO~;~


vannici è quello delle opere o della salvezza per sola grazia. Quìji[j
Pastor non si oppone soltanto a una corrente della teqlogia catt~f:;j
lica, ma anche alla teologia pelagiana che erà stata sposata dal{\;
Balcet prima della conversione al cattolicesimo».

L'impiego e l'interpretazione del Vangelo di Giovanni risuit~-;';


dunque solo parzialmente in funzione della polemica anti-ronian~rn
la maggior parte delle citazioni, pur senza condurre a profondissjajie:~;
conclusioni teologiche, sono dettate da un'intenzione religiosaqlj,~;1
non distorce il testo dal suo significato originario. ffti(
Nell'insieme, si può dire che questo orientamento positivo·<l~W'B
l'uso della Bibbia fatto dal Pastor (prescindendo ovviamentedalt~'~
conclusioni èlell'esegesi storiéo-critica dei secoli XIX e XX che ~g~
non poteva conoscere) predomina nella prima metà del suo Iavo.rpi}'.
mentre nella seconda metà si trova_più"freqrientemènte l'interpret~%~
zione biblica in una prospettiva di controversia .antipelagiana e a!J:~~~j
romana. Questo spiega, a nostro parere, il gran numero di citaz!cj~ii~
da Romani e da I e II Corinzi (e in generale dall'epistolario J!a-oll~~l
no). Infatti, due terzi di queste citazioni sono nella secondà p~rieP-~J~

:urne. . '11
.:~~;~Non A ~ardato .affermare :che.questa doveva essere l'esegesi
p~~~içata:i:Ì1 genere dai valdesi nel XVI secolo: da un lato ricavando
(fiiJ.là Scrittura l'insegnamento cristiano elelilentare e l'esortazione
1ì.fifo.e9erenza della vita con la fede, e dall'altro sfruttando i testi per
fli;t\fronte alla.pressione che mirava a estirpate «l'eresia» dalle' valla-
fè,deLPiemonte ·occidentale.
;.·:;0, :nppola fine delle persecuzioni cruente (esiliodel 1686e «rimpa-
'tr.io>> del 1689) inizia l'isolamento incruento nel «ghetto» delle Valli.
~1mu.misce così uno. dei fatt<:>ti creativi dell'.interpretazione biblica
'(!~\necessità impellente della controversia), mentre. rimane l'in-
'.fl#~nzçi della cultura dei paesi protestanti dell'Europa centrale.
~µestasi fa sentire anche nelrinfluenza dèll'illuminisnio, che ad un
~~tj:è> plinto per!Ileava le università .ci'oltralpe. Un pastore Vfildese,
~Qç!!')!Ìo.Peyran, aveva avuto:deicontatti con Voltaire e pare avesse
;~g~irittuia prestato i suoi servigi alJilosofo, Dagli scritti inediti def
~~}':ran, A. Arman Hugon ricava queste citazioni:
«lddio ci ha creatfragionevoli pnmadi renderci cristiani. La rive-
lazione che egli ci pres.enta presuppone che siamo appunto. dotati
di rngione e che ne facciamo uso; .. Urio dei grandi privilegi della
'ragione, ed al tempo stesso uno dei suoi più indiSpensabili doveri,
è quello di guidare la fede, e di insegnarle la strada da seguire: se
la fede ;non~.guidat'!- dalla ragione, è chiaro che essa nqn può es-
sere altrq che persuasione temeraria e cieca credulità ... ».. 1?

~;~;~;:!yti altro !Jàstorè valdese 1 Giacomo Brez (1771-1798), che esercì-


.,.,.. , silo tJ:reve .ministerò àll' estero' descrive nei terminise gueiiti l' at-
1i;_~i l1n: pr9fess~t~ di te9logia: .
~<Questi .dovrebbe cominciare ad occuparsi con gli studenti delle
prove.che stabiliscono 1a verità della rivelazione e dimostrer:ebl:Je
lqro che quanto questa)nsegnano11,ha, nulla di contri1rio allelµci
<lell(l _natura, e non .ne· è. che. lo. sviluppo; presèiiterebbe. loro con
cu:ra ilquadro cleid.overi ch,e ells.a çiprescrive, e farebbe capire i
grandimotivi che devonò condùrre l'ùomo ad osservàrli. Pèrcor"
. 'rrerebb~. 9ùind! c~n 1suoi allievi futt<!- la S. Sctitturii., spiegherebbe
.. i punti difficili e ricorderèbbeJoro rapidamente quanto abbiamo
appreso nei corsi di lettere circa gii usi e fo èerirrioriie sacre. Si sof-
fermerèbbe soprattutto a sviluppare i bei ·modelli di predicazione
che Gesù e i suoi discepoli ci hanno lasciato nei loro discorsi. ..

.::~D HuGON, storia, 253. IlPeyran era nato.ne! 1751e svolse il suò mini-
)iStòtalé quasi sempre a Pomaretto (TO).
:::··_;

~1i.:T!\ 307
Da queste poche righe si può facilmente dedurre quale nozfon~:i
il Brez avesse della Scrittura, della sua ispirazione e autorità. Osse~~::
va lo storico A. Armand Hugon: · .he

«Com'è facile notare, non una parolà sul peccato, sullaredenzipf:


ne, sulla salvezza, sulla fede, e Cristo ridotto ad esempio di bella.'.
eloquenza!». 18 ''

Le tematiche emarginate dai pastori illuministi dovevano esseitf'.:


riscoperte nella prima metà del secolo XIX, ancora una volta per ~;;~
fluenza del protestantesimo franco-svizzero. Il pastore ginevrino Fé.#l
lix Neff, dopo alcuni anni di ministero ilei Delfinato visitò leV<Qij
Valdesi e tenne riunioni e predicazioni per la durata. di un mese. J:;~\,
sua predicazione tornava a sviluppare i temi classici della predicàziCj,~{:
ne riformata, ma con una forte accentuazione individualista: \.\i>~
,, ..,/;~j
«Dominante è il pensiero del peccato e conseguente perdizio:ri'~~
dell'uomo e del valore unico e assoluto dèl sacrificio vicario'dl~
Cristo. L'uomo consapevole della sua condanna trova solo nbiilfi
croce di Gesù la certezza del suo perdono e della sua salvezza>>!1~);

Questa svolta radicale, rispetto all'illuminismo, prese il nome·cf~~


~<risv~glio». I giovani ~tu?enti valde~i conii~ci~rono ~ fre~uent~~!l
m Svizzera, le scuole bibliche (leggasi: facolta libere di studi teol()@ti).
ci, sganciate dalle università) e fecero penetrare nelle c0munità\\'~;~
<lesi i tipici fenomeni del «risveglio» svizzero: forte partecipazie#~
dei laici, riunioni di studfo biblico e di preghiera, missioni ìn t.èt~~
pagana, interesse per l'educazione religiosa deifanciulli nell'ari1tW~~
della comunità di fede. Anche l'esegesi del periodo del risve ·
(che ci risulta soprattutto da sermoni e studi biblici) è caratte ·
dalla sottolineatura dei temi biblici menzionati da A. Armand , ~q,7~
gon (v. sopra, nota 18) e da un forte biblicismo unito alla cosci~~~~
dell'autorit4 assoluta della sacra Scrittura:. Il «Risveglio» rimane · "
per il momento, un fenomeno interno al ghetto delle valli, a cli
delle limitazioni imposte ai valdesi le quali segnavano il confine
la loro attività religiosa ai bordi delle loro valli.

18 ARMAND HUGON, Storia, 249s.


19 Cf. TouRN, I Valdesi, 196.

308
:;';;f Il quadro cambia completamente dopo il 1848. Ai valdesi è con~
,~~#tito predicare fuori deUe valli del pinerolese, avere periodici di
~.çlificazi()ne e di cultura, una casa editrice(dal1855) e una facoltà di
'(~Òlògia (anche dal 1855). Au'tnenta così il materiale sul quale con-
~urieuna ricerca relativa all'uso della Bibbia e alla sua esegesi. Esso
·;è·ànche piùfacilmente accessibile di quello dei secoli precedenti. Le
'·\ìi'l,iì,ative che si vanno sviluppandò dopo il 1848; come quelle sopra
::ac2e,rinate, sono indicative di uno sforzo dei valdesi di inserirsi nella
.·~µ.ltµra nazionale. A questo tentativo corrisponde la necessità di ap-
;ppggi~rsi più saldamente alpensìero protestante che aveva nutrito e
'é~Jitrivaancora, culturalmente .e spiritualmente, la minoranza valde-
ii~'.,iìtJtalia.
J'1.,~:.f'(!sposizione che andiamo a tentare si riferisce soprattutto alle
2@!\J:@icazioni di autori valdesi. Interessante, ma molto più difficile,
t~~t~l)be seguire l'incidenza della ricerca biblica. sulle comunità e sul-
jJ.JHiR)~ersonale e comunitario della Bibbia da parte déi fedeli. Ma
i:;q'µ#çosa si può dedum; dalla diffusione delle opere di carattere po-
fyj~@ç0;-apologet1co e di quelle di pietà persònale.
'.3;:·p;Mi_ soffermerò anzitutto sugli anni dal -1848 al 1930 (circa), poi
i~$':iidl,1µJ.timo cinquantennio. ·
!.'(if.·iò_ ~!":-" '·- '

::r:::/t~p~re di cultura e formazione biblica


.~%~~;~,~~~~Jo(Geymonat; professore allafacoltàvaldese dall855, ha fa-
;;!~l~fa, accanto a opere di teologia sistematica, una teòlogia biblica
tl''-':~: y9v0Testamento in cui. non si avverte ancora l'incidéi1za degli
i-s.tpiico-critici sull'origine dei vari scritti. Lo sviluppo cronolo-
::'o~llél letteratutà. bìblic.a è quello tradizionale. Lo stµdio dei
' e
~\--. -g~lì sinottici prende come base Matteo lo integra con Marco e
tÌiÌS~c~;Siamo ancora lontani dalla soluzione classica del problema si~
'"'" )co, fondata sulla priorità di Marco e sulla «fonte Q».
· 1fii:npostazione molto diversa si nota invece negli scritti di Al-
o-~ével; di soli dieci anni più giovane del Geymonat.Aveva col~
'9;,glì studi umanistici ed era stato professore di latino e greco al
:y~f;torre Pellice. La cons'uetudfue con fa filologia classica é. con
~ter-atureantiche gli consentì un approccio più moderno alla let-
'.Wa bi~Iica: nel 1888 pubblicò mia Lètteratura ebraica (nella
'#a,cdei Manuali Hoepli) in due volumi, Accettava l'ipotesi delle
., )i>~>delPentateuco. Pùbblicò anche un commento all'epistola di
:·.";:< -·

309
Giacomo e una traduzione delNuov() Testamento.Lametod9logia, .\';';
del Revel è riassunta in questa dichiarazìone programmaticà: · 'C:.
:-'{{f;
«Il fatto che Dio ha dato agli uomini. la' sua parola, dapprima per)J
mezzo dei profeti, in ultimo per mezzo 'del suo figliuolo (El:H, 1)~ ;
pei: noi un fatto indiscutibile alquale ndri possiamo togliete ne ag- )'
giungere nulla. Ma tutte le questioni •attinenti al metodo (e>rigine'· :'/
dei libri sacri, formazione del Canone, conservazione e trasmis-. :.i,
sione del testo) vogliono èssere studiate da un punto di vista sçien"
tifico, con animo indipendente e con esclusiva pn~occupazione d~l
vero» (Enciclopedia delle scienze teologiche, Fire<nze 1886, 6). :'.'~

Cinquant'anni dopo, sugli stessi principi metodologici si basavi.'/~


un altro significativo testo di Introduzione all'Antico e al Nuovo Te1;''i
stamento, in cinque volumi intitòlatiSioria letteraria della Bibbia, dì'Ni:j
Teodoro Longo e Ernesto Coinba (1924). Nonostante l'obiettiv3:';1,;;
esposizione delle argomentazioni critiche, gli autori riniangon()}'.;
spesso favorevoli aliè attribuzìoni tradizionali (Atti degli apostoliS'.!
opera del «Luca, il medico diletto», amico di P~oio; epistole pasto~}'.~\
rali scritte da Paolo stesso e non dalla scuola post-,paolina). Più aut()~;2;*
nomia dalla tradizione si· registra in campo vetero-testamentacio;'~'t1
non solo a proposito dei «cinqùe libri di Mosè»' ma anche della comHl~l
posizione del libro di Isaia. . .l(~
L'indipendenza dalla tradizione, postulata dal R.evel nel U~8~f;~:~j
dava per il momento dei frutti molto modesti, e lo stesso va dettcr~j:·:~
proposito dell'esegesi vera e propria. 20 Qui forse si può osserva''"",":
che entrava in gioco la finalità pratica di molte pubblìcazioni, liinit
te all'uso della comunità dei.fedeli, a differenza dei «manualiH .
plì» del Revel. I commentari redatti da Giovanni Luzziè da E~-~
Bosio per la casa editrice Claudiàna (Atti, Cok>ssesi; Filippesi, Fi. ~,~:)~
mone il primo; le altre episfole e l'Apocalisse il secondo) avevà'.tf~É:'~
uno scopo di edificazione comunitaria più èhe uno scopo scientififo;i;'.;~

''.~
20 Un'antica consuetudine voleva che l'insegnamento della teologia bib' ·
(dell'Antico e del Nuovo Tèstamento) fosse aggregato alla cattedra di teològiac' ·
matica.. Questa consuetudine fu presto abbandonata dalle fac9ltà teologiche di ,
mania e di altri paesi protestanti. Alla facoltà Va.ldese quest() spo,stamento non_ •
a
rificò fino al 1976, soprattutto per instifficiénza di docenti. L'ultimò sistematico
segnare la teologia Biblica, dal 1950 al1976 fu ilprof. Vittorio SubiJia, Dei suoi!
biblici ricordiamo Gesù nella più aniica tradizione cristiana, _Torre Pellicé 195;'t;
sei Pietrò» ·L'enigma de/fondamento evangelico de/papato; Torino 1978, e vari
mi di dispense accademiche, tra cui sono notevoli Studi paolinici (anno 1961-'19
Studi paolinici parte seconda (anno 1962c1%3).

310
~,;opera s'intitolava Commentario esegetico-pratico delNuovo Testa:,
fhrrito. e fu pubblicatatra il 1896 e il:1924. Se ne fanno ancora delle
Ii.stampe anastatichè a. richiesta delle chiese e dei gruppi più tradì~
''.zi()11alisti.. AH' attivo di GiovanniLuzzì bisogna tuttavia segnalare la
isua grande traduzione della Bibbia, in dodici volumi, il primo dei
;qii::ì).i si occupava, a titolo diintroduiione, della storia d'Israele .e
;~èJ1a storia del testo biblico. OgJ1i scritto biblico era preceduto da
ftri1~ampia introduzione e la traduiione era accompagnata da note
~splicative di carattere storico e linguistici:> senza alcuna propaganda
#ql!lf~ssìonale: Anzi, ropera si proponeva il riavvicinamento dei cre-
i'.~enti delle varie confessioni mediante il ritorno alla fonte prima del-
la:fède:cristiana. Nonostante i suoi pregi indiscutibili, specialmente
:.pç;Tepoca in cui fu pubblicata (gli anni venti del nostro se.colo) la
;(#~.dµiione pecca per eccessivi toscanismi dal punto di vista linguisti~
W~,'i:e•per una certa tendenza a ìnterpretare i passi biblici alla lucè
'.~~Ua teòlogia
·:.··.-···.·,--·'' .
liberale.
«L'esempio più indisponente è la tràduzione di·Gv 18,37:· "Chi sta
per la verità ascolta la mia. voce" - laddove il testo grecò dice: ho
onek tes aletheias».

~r~ti/'.~'-~:
~\::.Letteratura polemica anti-romana
i<fa;i}:;l\.fontre le opere del gruppo prepedente avevano una diffusione
~gi:µJ~pta e restavano a lungo in catalogo, le opere di poletnica anti~
~%t?W.<ffia,ponoscevano una di:ffusione piùrapiga ecapill~re. Pr9.babil-
j;ti}'.M.t~ ciò si deve al fatto che il cristiano evangelico era cor1frontato
~~gQLgjorno con il problema di spiegare la sua «diversità» ad amici e
$,9.~fup::tgni di lavoro o di studio, e in queste opere (spesso di piccolo
"' · &filato, su problemispiccioli) trovava argomenti che riusciva facil-
' te:·a,d assimilare e a ripetere.
·: < 'al'ébbe certointeressante scrivere una volta una storia della po-
i~l,~*1Jè~anti~romana, dei suoi metOdi, dei suoi argomenti. A noi qui
~ie:ressa l'aspetto biblico· e -l'esegesi della Scrittura.
ik'.:f~1'f;l1Jp:alinea di contestazione si riferiva alcultb mariano: lì il caval-
. '.i\'.IDba:ttagiia eta rappresentato dall'esegesi di testi <come MtJ ,25
· :p.Jacoilobbe finché nòn ebbe partorito il suo figlio primogeni~
'qualepose nome Gesù»}, LC 1,28 («piena di grazia», tradnzio-
~ssa sotto accusa perché non rifletteva sufficientemente fa for-
':~~siva:delparticipib grecokecharitoméne), Gen 3,15 (nellaVul-
<<ipsa conteret caput tuum»: qui si denunciava il riferimento

311
abusivo a Maria del pronome «ipsa» riferito alla progenie dì Eva;({
cioè, secondo Gal 3,16 al Cristo). Non mancavano pòi i dibattitisri.
Ap 12, il capitolo della donna vestita di sole, e sulla sua interpretàé
zione mariologica. \.
Un'altra linea di confronto era quella dell'origine del, papato.e~
dell'attribuzione a Pietro della qualifica di primo papa. I testi ogge*-''
to di dibattito erano in primo luogo Mt 16,18, «Tu es Petrus»~ Su+:
bordinatamente, venivano tutti quelli che mettono in rilievo l'umat•
nità di Pietro, come Mt 16,22; la sua debolezza, come Mt 26,40;il~,
fatto che avesse una suocera (Mc 1,29-30) e una moglie (1Cor 9,5:,;.
secondo una delle traduzioni possibili, di gynaika). ,:(t
La relazione sull'attività editoriale dell'editrice Claudiana defi
1867 riassumeva questa tendenza nel paragrafo seguente:
«Il nostro Comitato ha costantemente avuto di mirale particoI~1
esigenze delPitalia, e si è sforzato, per quanto era in suo potei<ii'.i
di sopperirvi. Per opporsi alle errate dottrine del papismo, esso#~··
pubblicato ... ». · ·

Segue una lista di opere, che comprendono lavorisul papatq§#


sulla messa, su Maria madre di Gesù, sul parroco cristiano, ecc .. Dr
particolare interesse per il nostro tema: Compendio di controveriiW)
fra la chiesa romana e la Parola di Dio, di Luigi De Sanctis (t 1869c·Ji~\j
e Il papato e la Bibbia. Famosi polemisti e scrittori furono, oltrç.~~
De Sanctis, Pietro Taglialatela, Giovanni Ribetti, Alessandro·q,a,~~
vazzi, Francesco Sciarelli, e - più recentemente - Roberto NiSb~f~~
vivènte, autore di un manualetto a domande e risposte dal titÒ .,.
Ma il vangelo non dice così. ·
>·~~~t~1~
3. Libri di pietà
Per tentare di scoprire il tipo di esegesi che dominava nell~l
munità, cioè nel laicato, potrebbe essere utile esaminare afond&'~!
letteratura d~stinata a fortificare la pietà individuale e .familiii.~~
Un settore di questa linea editoriale è costituito da raccoJf~_;\~~
sermoni, destinate ovviamente alla lettura personale; Gli autQf(%~f'
no Giovanni Pietro Meille (1850), Giovanni Meille {1894), P: · ·
Longo (1898e1901), CalogeroBonavia (1906), Ernesto Ghunpì
li (1931), Giovanni Luzzi (1933), Giovanni Rostagno (1938), M
no Moreschini (1956).
È caratteristica la valutazione di questa letteratura fatta
store Alberto Ribet:

312
« •.. Si rimane colpiti per il fatto che la produzione sermonistica
coineide con periodi storici specìali: .. .l'ultima decade del secolo
scorso e i primi anni di questo.secolo; dopo un lungo periodo di
scarse pubblicazionisi ha dinuovo un accentuarsi di pubblicazioni
verso il 1930 poi di nuovo la produzione sermonistica ristagna.
Sei:nbra strano, ma il periodo di pubblicazioni intenso non coinci-
de coi periodi delle grandi crisi dell'umanità ... ». 21

;: \Un altro settore sono i veri e propri libri di edificazione e di pie-


@~•_,,Come esempio possiamo prendere in esame un'opera che ebbe
·.~ii;argrande influenza per diversi decenni e viene tuttora ristampata.
)~i#i::atta del volume intitolato Più presso .a Te, Signor di Giovanni
;~~stagno, che contien~ una riflessione biblica dì una pagina per
,'9milgiomo dell'anno. Einteressante osservare che non vi è una me-
{~ll~i.one su Romani 13 (rapporti dei credenti con lo stato) o sul.
%)}>ate a Cesare quel che è di Cesare» dei Vangeli sinottici. Alla data
j~~ki4.maggio c'è una meditazione sulla purezza del cuore, il4 no-
;3~.mbrè il testo biblico è: «Eccolo il giorno della salvezza!» {2Cor
(6;;.@J,, ma senza nessun riferimento alla pace o alla fine della guerra
fW~pera è del 1925); fatti per i quali Ia scelta di quel testo sarebbe
>~M,a.:comunque inopportuna. Anche il testo dellaterza tentazione
~~~Gesù secondoMt 4,8-lO non offre lo spunto ad alcuna applicazio-
~;~~.:politica o di attualità; Rostagno si limita ad osservare che il male
1~r~a di far presa prima sulla fantasia, poi sul cuore, infine sulla co~
jf~s1~nia, e che a evitare la caduta dì queste linee di guardia successi~
,,. Tunica via di resistenza è dire risolutamente, conìe Gesù, «Va',
·_flQa!» (l febbraio, p. 42). Si potrebbe pensare che l'Apocalisse
···~e.qualche spunto per accennare all'opposiZione fra i cristiani e
~µp,<;>i,siato sempre più invadente. Invece l'autore non lo fa, neppure
.,,.,. · docommènta}e parole: «Essi seguono l'Agnello dovunque va-
'.(:Ap 14,4). Seguire l'Agnello è Un'espressione che contiene
pliçifa allusione al martirio, ma il tema non è accennato nel
)ne:rito, che parla solo. genericamente d.i seguire Gesù sulla via
}amore e deldolore, perpoterlopoiseguirean~he sulla yia della
.p~:/(s luglio, p. 197).
ALeggermente migliore una meditazione sull'uccisione di Giovan-
:'à!iista che aveva detto a Erode: «Non t'è lecito» (Mc 6,18). Cito
Ìi't! frasi:

·>)A;. RmET;. «La produiione letteraria della Claudiana>>, in Cento anni di stampa
.. dica. La Claudiana, 1855-1955, Torre Pellice 1956, 82.

313
«Conserviamo ancora, in fondo al nostro vecchio repertorio mo-
rale alcuni facili sdegni, dei quali sappìamo fare, all'uopo, unuso
moderato; ma non appena ci accorgiamo che lasciar parlare la no-
stra coscienza sarebbe quanto ledere i nostri interessi ed esporci a
una fiera lotta, - oh, allora corriamo a trincerarci dietro alla pru-
denza (bisogna essere prudenti!) e dietro al necessario silenzio
(bisogna saper tacere!) e la nostra schiena si fa pieghevole come
un giunco».

La conclusione è che ciò accade perché non sappiamo essere ari-'


zitutto intransigenti verso noi stessi· e verso le nostre colpe. Onde
l'esortazione finale: cominciamo con l'applicare la scure ai nostri
peccati! (4 maggio, p. 153).
L'aggettivo più adatto pèr definire quest'esegesi e la sua attualiz~
zazione è «atemporale». 22 L'esortazione, basata sulla Bibbia,avreb~i
be dovuto incidere sul modo di rapportarsi con gli eventi senza chei~
questi fossero menzionati o condannati: la condanna doveva scaturi'-è,
re dalla coscienza dei singoli, l.lluminati dalla parola di Dìo. NonSi•;,,
rifletteva che la coscienza dei singoli doveva essere aiutata a scorge~'>:
re nella Bibbia la condanna della tirannia, della violenza, dell'ingh1~,,~;
stizia, della partigianeria almen:o con un'intensità uguale e contraìì~;}
a quella con cui era stata abituata a vedere nella Bibbia l'invito a è~~t,1
sere soggetti all'autorità costituita (Rm 13 e altfove). <3'g;;
4. La svolta del «rinnovamento biblico»
L'inizio di una svolta venne, come spesso accade, con il tra:p~'
generazionale: gli studenti in teologia nati nei primi anni di. qu{<
secolo ebbero modo (almeno quelli che conoscevano iltedesco)+~i.i~
entrare in contatto con le prime opere di Karl Barth. Quelli dì: · '·
que o dieci anni più giovani poterono anche constatare i probl(;l
che si andavano ponendo in Germania con l'esegesi atemporalèT(f'
la Bibbia, e in senso opposto essere testimoni della resistenza< ··
chiesa confe~sante. Questa resistenza non aveva in primo luogo
tivazioni politiche, ma bibliche e teologiche. Questo non poteva'

22 V. VINAY, La Facoltà Valdese di Teologia, Torre Pellice 1955, 125. C'~


nalogia con l'osservazione di Alberto Ribet riportata sopra, a proposito delle r11
di prediche che non fiorivano nei periodi di crisi storica più marcata.: noq sarf
stato proprio per l'incapacità o il timore di gettarsi allo sbaraglio, con laluc~nlè
rola di Dio, in mezzo alle crisi della storia? /y·

314
pi)ìfaie anche da noi a una riconsiderazione del modo di leggere la
Bibb1à;
>·p\l specialment~ una rivista,. Gibventù Cristiana, che coagulò in-
t,6i"11()a sé quanticercavano di applicare anche nel mondo valdese la
metodologia che si andava sviluppando in Germania. N011 per nulla
:~àrivista venne vietata poco dopo rinizio della seconda guerra mon-
(ii~le,. Darò soltanto <tlcuni esempi dell'esegesi tentata o mediata dai
fp.Ìlaboratori della iivista.
«Nel 1937 (pp. 12-16) V. Vinay pubblica un'ampià recensione del
libro.di Ed. Thumey~en sul Discorso della Montagna (Die Berg-
predigt, ThExH n. 46). Si tratta di un'esegesi nettamente cristolo-
gica, che spiazzava l'esegesi moraleggiante tradizionàle.,
Nel 1940 (pp. 1~5) la rivista pubblica la tradu'ziorie della predica,
dello stesso Thiirneysell su Ger37 ,1 ~10, ìntitolata:: Tempo di guer- '
ra e parola di DiO (anche se l'Italia non era ancora in guerra all'i-
nizio dell'anno, fa guerrà eta cominciata in Europa).
Alcuni anni prima, finteresse si era concentrato sull'interpreta-
zione dell'AntiCo Testàmento. Nel 1936 (pp. 8~10) troviamo
un'ampia recensione (6 colonne) del libro di W. Vischer Das
Christu.szeugnis des Alten Testaments (21935). Il recensore notava:
"Qui non troviamo né ilrazionalismo dei liberali che si acç~nten~
ta:no di affermare il valòre moràle e pedagogico dell'Antico Testa-
1mento, né. lafedecieca nella lettera, di certo bibliçismo falsamen-
te ortodosso di alcune sette1' (p. 8). ''La chiesa sta e cade col rico-
,noscimel)to dell'unità. ,dei due testamenti" (p. 10).
Il metodo del Vischer, ché potremmo definire tipòfogico, si rias-
su,01e .in questa: sua tesi fondamentàle: "La: Bibbia,· c9nfermata
diilla testimonianza dello Spin#:> Santo, attesta che .Gesù di Naza-
reth è il Cristo. Per questa ragione essa è fa Santa Scrittura della
chiesa cristiana ... A rigor di termini, soltanto l'Antico Testamen-
.·.·. to è la Scrittura, mentre il Nuovo ci.reca fa buona notizia che il
contenuto di quella Scrittura, il senso di tutto ciò che dice, il suo
..~ignore, Colui elle }'adempie, è apparso in carne. Ogni libro del
·.Nuovo Testamento porta, a suo modo, questa notizia" (vol. I,
p': 7)>>. .

ff:'aitro giovane pastore, Francesco Lo Bue, critieava l'anno se-


')I:éntusiasmo per l'esegesi dd Vìscher (1938, pp. 149~153).
,;t~<Lo Bue riconoseeva i limiti dell'èsegesì pura:merite storica, che
· chiude gli occhi àl significato che i testi biblici volevano convoglia-

315
re ai loro lettori (cioè alla testimonianza dell'.agire di Dio nella
storia e all'appello a credere in quel Dio che così agisce). '~
Al tempo stesso manifestava la sua perplessità rispetto a una ese-;
gesi tipologica troppo spinta (facendo l'esempio del pastore sviz;
zero Walter Liithi che leggeva lepisodio di Damele nella fossa dei
leoni come prefigurazione della passione di Cristo)». · ·.·

Pochi mesi dopo, Vinay, che avèva recensito il Vischer, replica'-'


va a Lo Bue (1938, 197-202) con un articolo: «Come leggere l' Ariti.~
co Testamento?». ·
«Secondo Vinay, Lo Bue critica l'esegesi del Vischer perché la in;
terpreta come un ritorno al metodo pre-critico. In realtà, la critica
scientifica è stata più forte delle resistenze del pietismo moderat(): ·
da essa deriva l'esegesi tipologica. E questa "non è una figlia elJ.e
disprezzi sua madre" (197). L'esegeta "scientifico" non escludé
per niente il punto di vista religioso dei testi sacri, altrimenti noti'
sarebbe più "scientifico". Il compito dell'esegesi cristiana [Vinay
dice: ecclesiastica] dell'Antico Testamento è di ricercare in esso 1(
frecce che additano in direzione del Cristo che soffre ed è risusci~
tato, dunque la testimonianza intorno a lui.

Abbiamo poi una replica di Lo Bue: «Ancora sull'esegesi del-


1' Antico Testamento» (1939 ,' 180-181).
«Respingendo l'accusa di interpretare la tipologia con un "tornare
indietro"; Lo Bue afferma che egli la vede piuttosto come un "ari-
dare oltre": si semplifica quello che per intima essenza è salutar~
mente contraddittorio, si unipolarizza quello che è, di natura, dia-
lettico. Il compito dell'esegesi delrAlltico Testamento è di esa-
sperare la tensionè fra una visione profana e ùna visione profetica
della storia d'Israele. Svalutando storicamente certi episodi deF
lAntico Testamento si apre la via a una rivalutazione non più sto~
rica, perdendo la dialettica con l'interpretazione profetica dei fatti
stessi. ··

Vinay applicò, con moderazione, l'interpretazione vischeriana


dell'Antico Testamento nel I volume del Piccolo Manuale Biblico,
opera destinata ai catechisti valdesi, che trattava il periodo «Dalla
Genesi alla .morte di Salomone>>, pubblicato nel 1938 e compost()
quando Vinay .era pastore a Fiume. · · , ._:
Dopo la seconda guerra mondiale, assistiamo allo sforzo di rtf:
comporre in unitàJe fratture-che si erano radicalizzate nel perici4q
precedente. Senza rinnegare ciò che di «profetico» vi era stato m~lla'

316
~~~it~;barthiana, anzi cercando di mantenere viva la sua spinta al
~~J.iovàn1ento del rapporto èonDio, colfatto religioso, con la paro-
J;4Y~i'J)io, si cerca di fondare quest'esigenza cdn un'applicazione del-
J~fr:'~à9le storico-critiChe. La reazione alla teologia liberale del seco-
i(~f~ e dell'inizio di questo secolosi fa più attenta a nbributtar via,
~Si~llle coii l'acqua del bagno, anche il bàmbino (come direbbero
'.~ljringl~si). Oltralpe, è .la corrente del Renouvea.u. biblique. 23
:,~{1 ~}Simbolo di questaposizione è Giovanni Miegge, professore di
~~'.dgèsì alla facoltà valdese dal 1952 al 1961. A queglianni apparten-
·~g~9)e dispense dei suoi corsi (passi scelti della Gènesi, 1957-1958;
·~~b:Beutero-Isaia,. 1958-1959; dei Profeti minori, 1959-1960; del
!f}~tit~ronomio, 1960-1961; di Giovanni, 1958~1959; la Lettera ai
fQ°~ia.ti,1957-1958; Romani I-VIII, 1960-1961; Salmisçelti, 1956-
fQ$~; Il Sermone sul monte, 1959•1960), ma anche Perunafed:e, Mi~
1~1101952 e L'Evangelo e il mito nel pensiero di Rudolf Bultmann,
~~0:1956. Nelprimotesto, che èunapresentai:ione della via del-
W~·:+ede rivolta a coloro che non possono o non vogliono credere, il
~~condo capitolo è centrato su: «La Parola e lo Spirito» .. LìMiegge
;s(hgist~nzia dalla concezione massiccia dell'ortodossia protestante
it!Slie nei·riformatori era più sfumata mediante il ricorso all'ispirazio-
1!~1' Col termine «la Parola di Dio» essi
\·1 .i~f+ìh' .

«Intendevano soprattutto dèsignare la Bibbia stessa, il libro della


rivelazione, pensando al suo contenuto: il documento statutario,
:;f;{ l'espressione definitiva della volontà divina per glì uòmini ... A
!.~i!.~{( differenza'di essi, un protestante moderno, familiarizzato con la
~~i;i·Y storia dell'Antico Testamento, non può pronunciare le.stesse pa-
role senzapensareallaespressione biblìca "Eia parola di Jahvé fu
rivolta a ... ". Iltèrmme "parola di Dio" gli suggerisce meno l'idea
del contenuto .della rivelazione, che la sua forma pura: Dio si ri-
volge a un uomo, a tir per tu, gli dà un ordine, oonnesso con una
.deterniinata sihiazione concreta. L'accentò si sposta dalla cosa
detta da Dio, al fatto che Dio la dice,, anzi, all'atto in cui la dice.
La Parola di Dio è anzitutto Dio che parla» (p. 35) .
. , .né occorre pensare che quelle situazioni siano in tutto esem-
plàri e normative, che i racconti che le contengono sianò immuni

S, DE DIÉTRICH, Le Renouveau biblique. Principes, Methodes,Applications


~es'· Ginevra 1945. Tr. it.: La Bibbia «Parola vivente», Fossano 1971 (traduzio-
Iiiritegrale). In Inghilterra, .cL E. HosKYNs-N. DAVEY, The Riddle of the New
· i'lt, .London 1931; 31947.

317
da errori storici, da prospettive morali discutibili o condannabi~i/
che gli stessi pronunciamenti diviilisupposti autentici (e la critj~a,,'
è sempre lecita, anzi. doverosa) sian() senz'altro. riferibili.all~)J.Ò,:f
stre situazioni presenti. L'umanità. del volume biblico è·.ric9110::
sciuta senza riserve, il campo della ricerca storica, del iiudizìo eti~
co, è rispettato, la possibilità dlscoperfa di soluiioni nuove è sa}
vaguardata» (p. 37). · ·
«Comunque si pensi di questa cqncezione e delle difficoltà che
presenta, dovrebbe essere facile .riconoscere che. procede coil .IJl1~
acuta consapevolezza delle aporie a cui era. esposta la concezi9~~
tradizionale, e che cerca di evitarle. La sua linea, tra l~ posizip#f
ugualmente rifiutate del soggettivismo mistico e déll'oggettivishì~i
dogmatico può sembrare uri filo di rasoio, masi deve arillriettè;§
che è coraggiosamente seguita, e che non è facile trovarne urtàiiii.%
gliore» (ibid.). ..-. ,_ ..
·.f-i,r
Questa era la linea seguita da Miegge, che ne dà esempio an:clì.e,-
nell'affrontare il problema deL«mito» nell'altra opera citatà sopra,.
Un acuto recçnsore valdese, il pastore Giorgio Toum,. laureat6si.·
egli stesso con una tesi su BUltmann, si sofferma slll rapporto fua,
queste due personalità, Bultmann e Miegge,: . >;
«Teologi dialettici, la ricerca, più metodiea e ristretta iri Bttl~~
mann, più.varia e curiosainMiegge, li conduce alsuperamento.di'.
posizioni scolastiche verso rivalutazioni. inconscie e personali ®
tempi forse un tempo avversati. . .· · ,-
La .demitologizzazione.•. è. un problema di frontiera ed fi9'.
quanto tale che non può non destare l'interesse di un teologo d~li~'
natura di Giovanni Miegge. È sempre cpresentejn lui un segref91
desiderio di dialogare alle frontiere della fede, con il secolo, ·spn1
l'ateo' con l'umanista... ; uqmini /dal pensiero irreq11ieto e dai~
l'obiezione acuta, dalla problematica umana, troppo umana, 4ill,~
genialità seducente, che solo un passo divide da noi:il passC>d~ti~
fede». 24 ,:;;,,,,i
.. ;~~;~
La possibilità di una coesistenza.dialettica di storia e mito, diàp~
proccio storico e di accettaziOne del fantastico nel sUosignificatop~~
profondo, era già indicata in un saggio cristologico dd Miegge{g~I)
1927) pubblicato dall'ed. Doxa in Cristo Dio. Inchiesta. :'.•\;:\
...-
. •' ..-;::'.~,;~
.,.;;;;.-;

24 G. TouRN, «Il Bultmann di Giovanni Miegge», in Protestantesimi> Xlllf


90ss.

318
<~La.ppssiJ?ilità,diquestaçolllpenetrazione d~ll'umano e di realtà
sovrumane (in C::risfo), e della "scoperta" di esse èJ'eterno pnig-
ma del1<t fe9e ctjstiana. ia necessità di questa scoperta. è la sua
croce pej;enne. Per essa il credente deveçamminare sulla làma di
rasoio di una: storicità affermata ed ai tempo stesso. trasC:e§a, ne-
cesl)a:rià ed insufficiente. Adestra: ed a sinistra s'apròno le voragi-
ru del positivismo storico e dell'idealismo mitologico. Il fatto che
per secoli il cristianesimo è vissuto uriicariiente della croce ha un
significato profondo. E non è detto che la croce, nella sua graride,
tragica. interpretazione paolina, non debba tornare· ad essere, do-
po tanta dissipazione liberale, il centro della fede». 25

(;<~/P9: a]tro esempio della sua capacità di riconcili~ione delle uni-


~{~.falit~ esasperate .dei decenni precedenti è ciato dall' eseg~si ,del-
c.f\.ritico Testament().. Alla fine cii un corso sul Secondo Isaia, dopo
~y,ef ,a:paliZzato il testoebraico di Isaia 53,. Miegge de.dica undici pa-.
~i}e,11(problema della figura del «SerVo diJHWH», e terminala sua
1y_fst,;idella storia . dell'inte:rpretazione con riferimenti aC.R. North
·,H;H, Rowley, Fa poi seguire il suo breve co.m.mento: ·
.,·

\So:\: :ti1!'ftJ{~e1fau~i::t~e1··~~~o~~~df:t~:/~~;:;ei~nc~l~~e~i:1:~~
;f'.~:.';;' · chiesa corpo di Cristo, possfa.1llo sosta:nzialmenté aderire. Essa ci
t§'~;:,:,: conduce oltre i ,confini di.una es~gesi storiço~letteraria: integran-
1W:": ·· dòne le conclusioni con le visuali. della Je.de cristiana. Ma questo,
~fii> rebus bene gestis, è ancqe Up. diritto dell'esegeta», 26

~~:.1,.·ç·èJàprospettiva di fede, ma il rebus bene gestis ~il giusto e do•


· Q.ttjbuto.alle esigenze della ragione, del rjgore critico-storico
')egge aveva saputo recuperare. e integrare nella sua visuale di
. . Me, invece di costri11gere se stesso e gli altri a una impossibile
~;pi!pne.pérl'una o per Faltro.
0''..[§Seguendo questo orientamento di massima, l'editrice. Claudiana
h'à'.'tercato di diffondérlo sia attraverso traduzioni di scritti di noti bi-
f,.stranieri ché 1o condividevano; sia con scritti di autori valdesi
' ··~generale, evangelici italiani). Nel catal~go.1986 ci sono, circa
;~:Ebiblici, che non sono pochi perun'impn~sa dì piccole dimen~
~%}~f~\~M~·- .:

q;'.MIBGGE, Cristo Dio. Inchiesta, Roma s.d. [1927]. Citato da V. VJNAY,


·· · 'M:iegge e la sua generazione», in Protestantesimo XVII(1962}, 5, nota 16.
\Testi scelti del Secondo Isaia, Facoltà Valdese di Teologia, Anno Accademico
9.~?, 141.

319
sioni. Gli autori tradotti sono di varia origine, sia pernazionalità-9~~
per confessione religiosa, ma tutti «seri>> oppure «impegnati», Cit.~;m;
ordine alfabetico: Barrett, Belo, Boimard, Boròkamm, BJ;Uce, g~~
zelmann, Davies, Drane, Hermis~on, Huntet, I(asemaffei, LcifiK&1
Maillot, Marxsen, Rendtorff, Robinson (J:A:T.}, Schottroff (\V{Jj
Schweizer, Stendahl, Theissen, Travis, Vischer, VÒuga, Weber, ··");'.~~
maouchi (scusandomi per qualche eventuale omissione involontari*)i
Quanto agli autori italiam, i loro scritti si collocano sul piano d§µ~
cultura biblica (Dizionario Biblico, Chiave Biblica o concordanza;}ii~
traduzione al Nuovo Testamento), della catechesi (Sta scritto; Là~iW4
parola è verità; Testimoni della Verità, in più volumi), della form~.~~~
dei laici (Il Nuovo Testamento Annotato; Amos profeta dellagi~fii.iJl,1
Il poema biblico dell'amore tra uomo e donna) e dell'impegno (b~sì·
bliche dell'etica; interpretazione politica della Bibbia}. ·
Al catalogo della Claudiana vanno però aggiunte le opére :Pti ·•
cate dàì valdesi in altre case editrici. Ricordèrò per futte quell
Soggin (Introduzione all'Antico Testamento; Storia d'Israele, A.'
Da una delle ultime pubblicazioni valdesi citiamo: ·

«Dobbiamo avere l'umiltà di dire con Paolo: "Ora. conoscia


lo in parte ... vediamo in modo oscuro come in uno spec
Questo però non ci esonera dall'obbligo di impegnarci'tota,i
nella ricerca del significato del testo. anche per noi, e q~(:sto
gno totale comprende lo sforzo inteliettuale, la meditazio
preghiera, la comunione 6:aterna (nel senso di parteeipazip
vita di fede della comunità e anche nel senso di ricerca eorif
significato del testo biblico}, lo sforzo di vivere l'esist(:. ·.·.
na e la testimonianza cristiana;nel mondo. Bisogna esse{
nell'esistenza quotidiana con i~pegno, e non rinianer~
spettatori al balcone, se si vuole trovare il punto della nè>st
tà di oggi sul quale il testo incide e che permette al testodf:-
dere in tutta la sua attualità». 27

Questi principi hanno trovato un campo di applicazi011e


mente in quella che si conviene chiamare <<esegesi politi(:
Bibbia. Sul piano pratico ne ha tentato un'applicazione Qi<f
rardet (Il Vangelo della liberazione -lettura politica di Luca;
1975). Sul piano teorico invece se n'è occupato soprattutt:oX
Rostagno in una serie di saggi e di articoli pubblicati in It~lL

r7 B. CORSANI, Esegesi, Torino 21989, 121.

320
'iS,~~t().28 Naturalmente, il riferimento a questa linea di ricerca non
''''t~so come se l'esegesi biblica dei valdesi si fosse occupata solo
~stò negli ultimi anni: il rilievo che le ho dato è perché lì si è
festata una certa originalità rispetto alle angolazioni e alle pro-
i.ve usate in passato. 29 Si tratta di prendere in considerazione il
ground economico, sociale e· «di classe» delle persone e dei
]:>'piche nella comunità primitiva o in quelle fondate dalla predi-
.io~e apostolica hanno dato origine ai testi biblici o alle loro fonti,
';çµì quei testi e quelle fonti fanno riferimento diretto o indiretto;
lutame i possibili condizionamenti; e di rapportare poi le con-
rii.di quelle ricerche alla situazione dei cristiani del nostro tem-
'ailoro problemi, valutando la possibilità di trame applicazioni
}a invia diretta, sia in via negativa o per contrasto. È tutt~ un
~dell'orizzonte aperto dinanzi alla ricerca biblica, che non de-
_se~e visto in opposizione all'esegesi storico-critica, ma anzi la
)pone. Indica però i limiti o condizionamenti di cui può essere
a.,.
.prrei concludere dicendo che come nel medioevo e nell'età
';b:ta, così anche in questi ultimi 130 anni l'esegesi valdese della
•.. ha usato metodi e strumenti dell'epoca senza particolare ori-
à,...La sua originalità è stata di esistere come strumento :finaliz-
IJa: conoscenza della Bibbia da parte del popolo, Tuttavia ha
· · 11a.Iche suo carattere specifico per il fatto di essersi rivolta a
J~qatari che vivevano la loro fede in situazione di minoranza e
.ocontro corrente. L'attenzione ai problemi posti da questa
)1~ ha determinato le modeste particolarità dell'esegesi val-
#J:lè per chi ne fruiva senza far parte di quella minoranza. Ma
/di una particolarità che si è esplicata più sul piano dell'appli-
çhe della pura ricerca .

. eologia crucis e classi sociali a Corinto», in Protestantesimo XXVII(1972),


Il)rièssaggio dell'Apostolo Paolo e le classi sociali a Corinto», in Dibattito
··politica del Vangelo, Torino 1976, 67-96; «Lettura materialistica (lCor
· ttiire della Bibbia», in Servitium Xl,151-157; «Dalle diverse ipotesi di let-
... unà sintesi unitaria», in Interpreti della Parola, Rimini 1983, 105-114;
'New Testament, a materialistic approach, Ginevra, s.d.; «The Bible: is
.reading legitimate?», in The Bible and Liberation, Politica! and Socia!
, Maryknoll 1983, 61-73.
·.a nel secolo scorso numerose pubblicazioni avevano affrontato questioni
nclole in relazione con la Bibbia: ricorderò soltanto L.M. GALASSI, Cristo
~98 (con varie riedizioni), N.H. SHAw, L'Evangelo nei suoi rapporti coi
.lfiàli, 1903; .ANoNIMo, Catechismo Biblico relativo all'uso della proprietà,
ET' «La produzione», 89.

321
Parte quinta

Ebrei e musulmani
di fronte alla Bibbia
Epoca moderna
:)-.·~':: ..

};~l~!:h{j·~:·(':- 1
~!~~'.'':: Apporto degli ebrei
'.~['..'.'!. all'interpretazione della Bibbia
".~!iQeTI'età moderna e contemporanea

di Sergio J. Sierra
~;:.:=:_~···.

i),~i1C::L'esegesi biblica nella tradizione ebraica


&~I~;:·'l~a base essenziale deila cultura ebraica èrapptesentata dal testo
~W!&Jico. Pertanto l'.approccio esegetico alla Bibbia hà costituito sem-
;ijìè<il mezzo fondamentale. per l'interpretazione della Scrittura e
~'.i~·~t1profondimento della sua.Parola. Fin dai tempi più remotifu sen~
'~rttlfVèsigenza di spiegare i· testi per dàre,.soprattutto a quelli di ca-
~W~.ttere normativo, un'adeguata applicazione che 'non era sempre
i[ib~' ·~èrite o per la sinteticitàdemespressìoné o per mancanza diade-
. e:·spiegàzioni.Taleinterpretazione veniva svolta dalla cosiddet-
. ·,dizione orale» che.spiega in che modo furono intesialtri passi
antichi interpreti. Possiamo pertanto dire che lastoria sistema-
èll'esegesi ebtaicaabbiaiilizio con la stessa Toràh she~be' alpé,
·na oràle, che si pone quàle elemento dinamico d'interpretazio-
éFtesto (Toràh she-bichtavi, dottrina scritta).
ia:Mishnà e il Talmud, summe della «dottrina orale» redatte
~'Vamente,. costituiscono le prime .e fondamentali opere di ri-
:J.ie., discussione ~·.commento del testo.dell'Antico Testamento.
fstonò due sistemi e.sstmziali,di esegesi biblica Rtesso i maestri
'rnud.: ilprimosi;attiène all'interpretazipri~ del senso semplice
.Iif!l'e della Scrit.tura_, l'altro. si servedeli'foterpretazione omile-
V\>:iament~ l'uno e l'altro metodo hanno una propria caratteri-
possono essere così definiti: il peshat, interpretazione del sen-
pllce è letterale, tende ali'accettarriento delle intenzioni e del
'catoiritimo delle parole. Compitofondam:enta:Iedi colui che si
è a tale genere esegetico è di capire e riferite obiettivamente
, . bne dell'autore nel momento in cui formulò le sue espres-

>lll.tro metodo, il detash, interpretazione omiletica, tend~ìnve­


Y:mcolarsi dal senso letterale del verso biblico. Pertanto, colui

325
che esplica un approfondimento interpretativo, lo fa con la coscie,ffe~]
za di procedere a un'interpretazione assolutamente soggettiva de~
testo al quale, peraltro, viene spesso attribuitaun'ìntenzione e uJ:là,~
interpretazione che sono frutto delle tendenze dell'interprete più}
che un riscontro concettuale insifo nelle,parolé. L'applicazione d.ef:
tipo derash, d11va luogo a. due tipi di interpretazione che, p11rrisp9~~i
dendo a: un medesimo meccanismo illterprèta:t1v6, si esprimevano;'~·
loro volta, in altri due generi diversi: il midrash halachà, o interpre~l
tazione omiletica tendente ad interpretare l'aspetto precettistico_gz
legale della Scrittura e il midrash ,aggadà o interpretazione omiletjs;,
ca orientata a stimolare la vita spirituale, a plasmare il carattere.q~~~
gli ascoltatori. Per conseguire tali scopi il midrash 'aggadà costitu1y~]
in gran parte il risultato di un libero gioco concesso all'immaginaziq?~
ne nello studio e nell'interpretazione del testo biblico. )4
I maestri dell'ebraismo aspjravano adamphare il dominio dell~
dottrina fondamentale ebraica, o Torah, in tutti i campi della vit?'~~
ciò fu loro consenti~o grazìe al superamento del significato letter~~
e contestuale dei testi biblici. L'ampliamento dei limiti letterali "d.~~
Torah costituì una necessità dei tempi e fu. resa possibile da queif~
che potremmo definire la dottrina della inolteplicità dei significa~
dei testi ·scritturali; ·molteplicità ispirata dalla convinzione .che; ~~
zie all'applicazione dinamica della«dottrina orale», i testiacqws:t~~
no una capacità illimitata di espansione che aveva risèontro i:ì:~W~
stessa Scrittura. «Una parola disse Dio, due ne ho udite». 1 .Quést~
significava per i maestri ebrei che un verso spesso esprime divers~~I
gnificati e non uno soltanto; Pertantoilpasso di Geremia che suon~
«La mia parola è·proprio èome il fuoco., dice il Signore, è.comè~
martello che spezza la roccia»-, 2 nel Talmud. viene così interpretati
«Cosa accade quando il martello batte contro la roccia? Spriii.;,,~
scintille. Ogni scintilla. è la consegÙènza dell'urt.o del m }
contro la roccia, tuttaVia tiessùnif scintilla è l'unico risultato'.
trettanto può dirsi di un verso della Scrittura che può tr~sm.e·
diversi insegnamenti». 3

L'intepretazione biblica d.ei mae,stri ebrei muoyeva da. :(


presupposti fondanientali che. costitl!ivano _elementi essenzi~i;;, ·
loro esegesi. scritturale.

1 Sa! 62,12.
2 Get 23,29.
3 T.B. Sanhedrin 34 a.

326
· . Y~storia successiva ·dell'ermelieùtica ebraìca, .fino al sec; XV, si
~fg~;ess~riZialmente con l'adozione da partè dei singoli esegeti .dei
'ftr0ffòndaniehtali criterLdell'iilteìpretazfone ebraica della Bib~
i;\uiòèo•'
· · pèshat (metodo di interpretazione del senso semplice o letterale);
•téinet (o metodo allegorico);
dati.iih ··(metodo· omiletico ·. e· morale);
~od (metodo metaforico; mistico .e . anagogico).
·~po il periodò delFinterpretazione biblica. deimaestri del Tal-
;deiTatgum1m, commenti aramaiei e dì Fifone Alessandrino;
.; retazfoòe.biblica trova una .valida continuità ài tempi di Sa' a-
... (}aon (882-942) e nelle scuole ihterpretative spagnok che ac-
tiàrfol'in.dirizzo filologioo·e filosoficodell"ermeneutica ebraicati
. àggiofrrnppresentariti furono Menachemben. Sa:ruck; R. •Du-
fl,bri Labrat,.Rabbi Avra!am ibri 'Ezrà e il grande Maimonide
o:'.·J~.ambàn).
}és~gesibiblica nel Xsec; ·ti:ova sviluppo nella Francia•meridio-
..•.. ediante due essenziali correnti:. la prima, che mirava alla pre-
<~if~· Bopolare ispirata· al midrash e la seconda che coltivava
@I'~taz1ortè pura e semplice della Bibbia.. Sia la scuola spagnola
· .• ~Jla fran.çese esercitarono un11 notevole. influenza sull'opera
,~de{comffientatore. Rabbi Shelomò JZl).ack, più· noto come
{(1040~1105) e su David Kimchì(1160-1235). Là mistica trova
;è9.hell'esegesi biblica d.i Mos~ ben Nachm,an.(detto Ramban) o
·· afade (1194-1270),
loro.che rappresentano impunto di congiunzione fra l'esegesi
. · .· Je e .·qµella rinascimentale s()no: Don Jz1fack Abr~b~nel
·~ili$08) e ~Rabbi."Ovadia $forno .(1470-1550) coni quali si può
~e·.inizil'età 111odernadell'esegesi ebraica.

segesi ebraica nell'età ·moderna


•-. .. : .~' .

b/fzlJ.ackAbrabahel(1437~l508). È tino dei primi ebrei. che


eddee,e làculturaumanistìèa rinascimentale con quelle del
:ili.o storico· d~ISraele. Nèll'introduzione al:suo commento ·a
·. ;egli espJ.ime la sua. insoddisfazione. per 'i ·commenti biblici
)ii qùaliinterptetatono le Scritture <<oraìn1nodo allegorico
pç:lo. una superficiale lettera»; Abrabanel ·sostiene invece la
·. ),(J.f U.na coniptensìone pragmatica dei·fatti ·.esposti nel testo
)iJ1teniionidégli autOri biblici: Egli:tratt11:delle. varie specie. di
>el)iaiéa, svolgé ricerche ·sug_li autori deiJibri storici della Bib-

327
bia e mette in rilievo le ragioni delle contraddizioni o delle. laèulf~
che si riscontrano tra i diversi autori deitestL L'opera di Abraban~f
anticipa un certo genere di critica moderna ai libri biblici valendo#
della sua profonda cultura umanistica, di cui applica taluni i critè#:
storiografici per una migliore comprensione della Bibbia. A:brab~~i
nel tiene conto dei dati della tradizione ebraica che fonde con quellj
della storiografia ufficiale creando una concezione storica fonda~a\
sulla ragione, ma pur ricca di fede. . >1
La sua opera esegetica fu esercitata nella suddivisione dei lil:l~
del Pentateuco, dei profeti e degli agiografi ai quali premise al11pi~;
introduzioni. Criticò spesso le opinioni degli antichi maestri deH~
tradizione rabbinica e accolse le opinioni di studiosi non ebrei che, gij
sembravano accettabili.Nelle introduzioni ai libri bibliciinserìcòn~J
siderazioni di carattere generale che suscitavano questioni il cuiv~E
lore problematico ha tuttavia maggiore importallza delle soluziqitil
proposte dall'autore. Tra i suoi studi meritano di essere ricorda'~it
quelli sul Keré e Ketiv, sulla superiorità dell'istituto repubblicano ~j
spetto a quello monarchico e tante altre opinioni che presentanq:,c~~
ratteri di originalità interpretativa. Già nel sec. XVI i comm.enthc1i>7l~
Abrabanel furono bene accolti dagli studiosi cristiani èhe li app~~~
fondirono e li diffusero nellorò mondo culturale. Le sue opei;e,·#il
fatti, tradotte in latino, esercitarono una notevole influenzasume~~1
gesi cristiana. ·;~\!~~

'Ovadià benJa'akov Sforno (1475-1550).Medico, filosofo;rab~!~


no, maestro di ebraico di Reuchlin a Roma, conseguì fama come\~~
terprete della Bibbia. Le caratteristich~ della sua opera esegeti~·
rono rispetto per il senso letterale delle Scritture e riluttanza .acf
gliere l'interpretazione mistica e omiletica. Cionondimeno cìt?è
so le sentenze morali rabbiniche che inserì con equilibrio e sa:{f:
nel contesto dei suoi commenti; Negli studi ermeneutici dimqsti:
tevoli cognizioni filologiche. Utilizzòle nozioni scientifiéhe ~
che del suo ~empo per illustrare icommerttibiblici nei quali abb,
no spiegazioni storiche e geografiche .. Spesso sottolineò lo stile·
rario che accomunava argomentidiversi;le sue interpretazfoni;'.
nere, sono ricche di simpatia e comprensione umana verso;tJ.i
creature. Usò uno stile espositivo chiaro e lucido.· . .. .
Scrisse commenti al Pentateuco, al Cantico dei cantici, .alQ .·. ·
(Venezia 1567), ai Salmi (1586), a.Giobbe {1589) e un'ampià-··
duzione al suo commento al Pentateuco intitolata Kawana
Toràh (L'intenzione della Torah). Quesfrcommenti, stampa#\

328
· t~,~1arRahbiD.ica(Miqra'.oth Ghedoloth), ebbero grande diffusione
· piaF;popofarità:
Hlàsuaopeta filosofica'Or 'Amfm (Bologna 1537}servendosi
omenti biblici confutò· la teoria di Aristotele sull'eternità della
~~~~tetia e illustrò alcuni argomenti relativi all'onniscienza divina; al-
. · • · "y.·~rsalità delFanima. Sforno tradusse in latino questa stia opera
]'fi~ngentium, Bologna 1548), rimasta inedita, dedicata a Enrico
·:;:ftancia.
I'. circa cinquecento anni, dai commenti di Abrabanel fino al-
. :illoderna, inaugurata dall'opera di Mendelssohn, l'esegesi
.i:\.ica della Bibbia subisce una lunga battuta d'arresto.
;Jl;~interpretazione biblica sembra ripiegarsi su se stessa e. avviarsi
!t9.l~po.. Anche se)o studio della Scrittura rappresenta ancora un
· · · J~.impeg[lo da parte degli ebrei, questi ricercano nella Bibbia
.ntq, l'interpretazionedel senso semplice del testo quanto quel-
.'J:Pagiqifica delmidràslz 'aggadà e quella mistica consolatoria
iKabaia.
'si$temainterpretativo predominante è quello talmudico stret-
.te qjalettico; tendente a scoprire nel testq.riposte verità.mora~
'ii~c~tare artificiosi probleip.i di arida sottigliezza interpretativa.
·,~èrunicq paes~ in.cui l'indagine esege_tic3: ebraica della Bib-
p.~i ill"resta e, pur non raggiungendo grandissima originalità,
~j:~ st;udiosi la cui opera merit.a di essere segnalata.

i più importanti Mno: Elia Levita, detto il BcilJUr (1468-


liéito in Getmanià, visse e operò soprattutto in Italia. A Ro~
·~pìtà:to dal cardinale Egidio da Viterbo, che divenne unpro"'
g'()no~citore della lètteratufa ebraica gfazieall'illseghaineD.to
· à: Egli a Roma conipose tre importantitrattati granunatica-
(fdei qualìi il Bal}ur, diede fama.e nom.e distintivo al suo au-
s~a opera piÌl importante nel campo dell'interpretazione bì-
'·J~·Mdsofeth ha-Masòreth (La tradizione dellaMasorà) così
· da S.D. Luzzatto: «Originale sia in quanto alla dotta e chia-
).iiòne del linguaggio e del metodo dei masoreti, Sia in quan-
·. ièriticache·in essaegli per primo sostenne». Fu tradotta in
ebastian Miinster (1539). Tra le sue opere di carattere bi-
·fano di essere ricordate una versione giudeo-ted~sca del
. o;·delle;cinque Meghillot e sezionrprofetiche·settilllanili

a'cbnfeàalla.sua produzione il rigore del moderno metodò


.)~lè-suetesihanno trovato cònfe?11a oggi; A lui si devono
}sf{ggi di critica razionalistica della Bibbia.

329
Ja'akev ben a'ako lfaim (1470-'1538).Scampato.alleperséctj~· . ··
contro gli ebrei in Tunisia trovò rifugio in Itali;:t dove, a:Yenezi :
venne correttoré di stampa ebraica con Daniele Bomberg; Fh'(
tore della cosiddetta Bibbia Rabbinica (Miqra!otGhedol0t)..ch~
coglie i più importanti commenti ebraici.Premise ampie futrwf.
ni sul valore della Masorà a questa edizione della Bibbia e'.segn~J
divergenze esistenti tra i maestri del Talmud e la'Masorà. La S\ia':
traduzione alla Bibbia Rabbinica fu tradotta in latinò da Cl::\:
Cappellus (De Mari Rabbinico infido, Paris 1667) e in fugles~i
Christian D. Ginsbu:rg (Longham 1865). ·

Jedidiàh Shelomò Norzi (1560-1626). Rabbino ed esegét~


dedicò molti anni allo stùdio del testo biblico. Attraverso un~·4cc
ta comparazione di nianosèritti e l'approfondimento.dila~oiìc,
su:lle Scritture, compilò un'opera gi notevol.e importahzà pé'r'l~\,
struzioile masoretica della Bibbìa; il Godér Pefets, pubblica{
1742 sotto il titolo di Minchat Shai (Offerta donativa).
··.';;

Jebiel Hillèl e David Altsèhul(metà sec; XVII). Sono gli alf


lidi rappresentanti dell'interpretazione ebr'aica'della Bibbiary~l
XVIL La loro opera, pUr noli avendo molta originalità,'~r~p'
tata con un metodo che le procurò grandè popolarità preSS() ·
sone colté. Si tratta di un commento ai profeti e agli'agiògr~fi:·
viso in due parti: il primo intitolato:. Afetsudat Zion. (La forte
Sion), una specie &glossario lessicale, i}secondQ, Me.tszùlq(
(La fortezza di David), véro e proprio commento altest():biq,
tipo di interpretazione seguita dagliàutori (padre e figllÒ)~;.
del peshat, .cioè l'i11terpretazione clelse11,so semplice o lettera
sentato con uno stile piano di facile comprensione per il Jettq
tano da sofismi verbali. Jel:tìel fu anche auwre dj l.m'OPeffl ~.;
sione del tempio di Ezechiele: Binianha~Baith(LacostrqzjqQ.~
Casa). , ·
In G:e~ania maturarono le condizioni politico-ecqnqw.
favorirono ì'avvento dell'illuminismo tra gli ebrei. L'aspil'
lumfuistica, peraltro divenne per gli ebrei un mez:w esse . .
migliorare laJorocondizione civile. I fautori dell'iUuminisqiQ
CO (Haskalàh} io. Germania ritenevano che la cultura, lo stu,cti
scienze, la perfetta conoscenza della.lfugua del paese.in cµi;·
no, fossero i mezzi più idonei per ri_sollevare la dignitàèhrai ·
genti e per conquistare quei diritti umani che, erano stati!(>(
fino ad allora. Tra gliilluministi che si proposero di atf[:~:

330
. ·;d~ll1(aibbia.da11epastoieidelre(llleneuticatradizionalee·.dal­
·sJ;ièa<Jlilmµdjca;per·•tondarlo.sull~appr()fondiment()·educati"
t:Urale:.dell'..ebtaistn:o conclqttoalla luce della ragione, va ricor-

~:~~}feri4e{ssohn(1729•178q). Questi, proponend() un.;ritorno


Qia, grazie al suoBi'~r; commento iii ebraic6.al Pentateuco e
J~ii.~àtraduzibne inteq~sco(l783), sipu~ c(}nsiderare l'inizia~
~Ua rnod,ema ermeneutica ebraica.Nel Bi'u,r Mendelssohn, i:l-
'.~~~'t[foili~~z9 fon~amentaje clell'.esegesi medlev<ifo ~braica
:su.(fipteq>retazi911e..semplìee o lette~ale ciel testo (peshatr
;riviilutàziOne' cieli 'indagine' grammaticale' .r analisi es.tetico"
· ·.ae, . in genere, ilrazionalismofilosofico·cui era ispirat(\'l'o~
fonciliavala Bibbia con lo spirito deH'illufilinismo tedesco,
Y'è'Fihterpretazione omiletica tradizi:onale (midrash) si•accor-
. ri.'itpeshat; ci interpretaz10Iiè léttèrale deltesto;'il commento
\airi:piaméiitè tendendo così ;:i. riproporre in tilla forméJ. nuova
ll:~meriti: dei maestri e degli esegeti del giudaismo medieva,,
'Jr1isLestetiche condotte da Mendelssohn ai libripoeticl della
·. r.()noinfluenzatedàlle. opere di due studiosi suoicoritempo-
~~?Lowth:· De sacra poesia.hebraeorum,,Oxford l753eJ ~G.
·w,om;(;èistderhebriiischen Poesie,Dessau1782-1783.•Nelle
sì,)etterarie·Mendelssohn.sottolineò1'imp0rtanza. .1mca·.·dei
e,;pura espressione' di poesiaJiberata da t:utti q:uei signifi-'
gicie IJlistiei c\1.iJi vincolavano talunjinterpret-i cristiani è.cl
· :µ9ç1ss()hn espresse i criteri.essenZiali della s:ua analisi.este~
· •.. ,p!ai.ntl'.()duzioneJ1.1Ja se:z;ione biblicadell'EsQçlò, d9yeè
· 3ç~Qticq <M mare,J11 qu(;:~t~ i[\troduzione Men<:lelssohn
gl().:di:prosodia biplic~t in,. cui è copden.s.ata tu.tta. la conce~
., clellà ·sùa ~poc~L ~e1 . co111plessoJ\1endels~oJ:in. riuscì a
.','Fih:terpretazìone ebraica con le idee più importanti del
·otµalein clii visse siq;hé, dal punto di vista culturale, la
'?Ii·e'..oella .~ibbia in 'tedescd' assunse la stes.sa grande in-
rttfatà:a suo tempo da,lfa traduzione greca d~i IXX e d~i~
''è'a,iaba diRabbì.Safadiàil Gaon.'Netfa sua opera, ma
,' 'f.fiel cofurn.ento ebbe 'ia collaborazidne di altrì insigni
6to;monDubno, Naftaly Hartwing Wessely, Aaton Frie-
:}Jll.Jioslòw ed.Herz·Hcitnberg;•.··.I>commenti in ebraico· di
,.,. · tatoriricevetterotutti1a supervisione espessofachid'-
élldelssohà.

331
SolomonDubno (1738-1813). Scrisse buonapartedelcommerit~~
alla Genesi corredandolo di note. gramil1aticali. Egli sottolineò iliv:~,~~
lore dei te'amim, cioè, gli accenti masoretit:i, coìne l:mportarttè'el~ftl
mento sussidiario per una corretta interpretazione della Bibbfas~il
diede molta importanza all'analisi letteraria ed estetica dello stileb,'f;j
blico per la migliore comprensione del testo. Valèndosi delia>siHi{~
esperienza delle lingue classiehe, il Dubno sostenile la: necessìt'··
servirsi dell'analisi comparata delle fonti letterane parallele per ·•·
glio interpretare taluni passi biblici più oscuri. Arncchì il commè
di notè storiche, geografiche e talvolta anche di notazfoni àpolog
che che, per la loro prolissità, ìncontraroilci spesso la còntrarièf
Mendelssohn.

Naftalì Hartwing Wessely (172?~1805); Poeta e scrittore ay


una profonda conoscenza della lingua ebraica. La sua opera più,
portante consiste in un ampio poema epicorelativo all'uscita<
ebrei dall'Egitto (Shiré Tiferet). Il suo contributo all'interpretaz
biblica è rappresentato dal Commento al Levitico, che entrò.
pa~te del Pentateuco curato da Mendelssohn. Il suo metodo{'
pretativo fu fortemente influenzato dai quattm grandi esege ··
dievali: Rashì, Rashbam, R. Eli'ezer ibn 'Ezrà e Nachrilanid
lendosi della sua profonda conoscenza dell'ebraico scrisse urtli
sinonimi intitolato·· Gan Na'ul (Il giardino chiuso), la cui eco
sente nel suo commento biblico. Altra caratteristica del suo
mento fu il compiacimento con cui Wassely collegaval'intè'
zione letteraria a quella omiletica ìnidrashica con il chiaro s5 .•
dimostrare che la dottrina orale, presen~e nella letteratura ia,
ca, è dedotta direttamente dai versi del Pentateuco: Scrisse ptlt
pie introduzioni ai libri poetici della Bibbia. · ··

Aaron Friedenthal di Jaroslav. Redasse il commento al lib


Numeri che·divenne assai popolare; a11che.Mendelssòhnp<1.·:
alla stesura di questo commento al quale non mosse le oss~cy.
che si notano invece ai commenti degli altri collaboratori./;;
. . - ~ .,::.'

Nafta/i Herz Homberg (1749~1841). Scrisse buona pa.


Commento Mendelssohn al Deuteronomio redatto in stile si
e privo di analisi grammaticali; accolse volentieriJ'esegesLc
tradizionale lasciando spazio anche a quella omiletica.

332
,!·:c.bpposizione alla traduzione e al Commento
ì;,·Méndelssohh e la controreazione
0ià con la pubblicazione del saggio di presentazione dell'opera
endelssohn, ,eioèl''Alim litrufà~ si costituì un movimento di opi-
'e; pubblica di tendenza: ·ortodossa contraria all'iniziativa . della
1.izìOne' e del commento. Tale mòvilllento praticamente prean-
·.· . . "àva òstilitàalla introduzione dell'illuminismo fra gli ebrei; Tal-
~'f,~@;l't>pposiziorie era rivolta contro la traduzione qel testo biblico
,. ·· · ·· ·. -'contro il cominento. Tra i maggiori oppositori figurano due
}:trumudisti: Rabbì Jel:J,ezkel Landau é Rabbi 'Akivà Eger.
>parte opposta gli illumiilistiebrei reagirono rivendicando la li~
.· <liintrodurre le nuove forme innovatrici della cultura. P~r af~
·~a:rè e meglio organizzare tale orientamento fu fondato un perio-
jill, epraico in cuiveniVllllO accolti anche studi relativi all'inter-
'.; \qJ1e della :Bibbia. In gene~e i Me' asefim, cioè i redattori del
Jcq il Me''tµef, si dimosti;arono fedeli ai principi tradizfonali
'?mentre ~ loro scopo fondameb.tale si può, tja:ssumere in due
.•.I)di01osfrare la necessitàdello studfodellalingua ebraica; 2)
p,tare al m9ndo esterno, mediante traduzioni, le bellezze del
i.f)fblico, Grµìè anche a questo nuovo movimento cùlturale, lo
~\ié:.l'interptetazione della Bibbia acquistarono nuovo vigore.
~d~.- del CQirunento. ( Bi'ur) di Mèndetssohn ebbe inizio una
.· ······.rr.ente di studibiblici,i cui rappresentanti. furono denomi-
·i}siJ.», Essi completarono e proseguirono l'opera cii Men-
ji'c9fi1mentando gli altri testi biblici, tenendo conto dd più
'ristiliati nel campo dell'esegesi biblica e fornendo ogni libro
~ritture d.i ampie introduzioni storiche di importanza scien-

li studiosi di quest'epoca merita di essere citato Jehudà


e'v{l764-1811), che sviluppò il suo lavoro critico nelle intro-
"igénerali alla Bibbia e in cui esaminò il contenuto; lo stile e la
è'i..Jsìrigoli libri e le. loro suddivisioni.

:sepond.afase dell'illuminismo ebraico, che si proponeva di


ife. all'emancipazione·. degli ebrei .offrendo una migliore
sione delloro mondo con una presentatione scientifica del-
l!(e dellàletteratura ebraica, prese il nome di Wissenschaft des
., ;ms;(La Scienza del Giudaismo). Nel generale risveglio degli

333
studi ebraici trovò spazio anche un rinnovato studio della ~il)J:>!~t~
Negli anni 1837-1838 fu pubblicata da Yoi:µTpvLippllJ.anZum::it~l
nuova traduzione della Bibbia ebraica in tedesco, di cui egli tradu~~~
personalmente solo il Libro delle Cronache, mentre coordinòJç!J#~
duzioni dei suoi collaboratori~ Per quanto questifossero sosta,nzj~Ì~
men~e fedeli a~ ~etodo del Mendelssohn e rispettosi della tr~d~igffi:,
ebraica, alcum di loro, per la nuovatraduzionedelloZunzl:l,çl(){t~~~J:i
no il metodo critico e l'analisi letteraria dei testi.. Tra
·. . : .. '
coloro che,us~
/·':··~l,;!,~:Jim
' ····. ".' . ·:: ··::
rono il sistema critico per l'interpretazione biblica va riçorçl,~i]
Heinrich Graetz con i suoi commenti in tedesco al Cantico dei ,,,,.,~
ci (Vienna 1871), al Qoelet (Bres~avia 1871) e ai Salmi (Br~sf
1882-1883). Partecipi all'inteils() fervore di studi segnato dalfa.S .>.,.:,ì'B
za del Giudaismo furono soprattuttogli italianiJzl).akShemuelJ.{~~
gio, Samuel David Luzzatto e Moshé Jzl).ak Tedeschi. <P~
'·_.'... <..';/

lsaak Shemuel ReggiO (1784-1855). Seguendo l'esempiodi:.'.i


delssohn pubblicò il Pentateuco in italiano con commento iri èb
(Vienna 1821) in cui affiora la tendenza a proporre correzio11L~j·
sto biblico dimostràndo così simpatia per la critica b.iblica. Convi
assertore dell'origine divina del Pentateuco, il Reggio scrisse ùi(g
gio, Màamar Tora'h min ha-shamaim (La Torah com.e riVel~·
divina) per dimostrare l'autorità divina dei cosiddetti cinque Ji
Mosè o Pentateuco .. Compilò pure una versione poetica irrita
del libro di Isaia, un'introduzfone ebraica alrofolo di Ester ecri'
traduzione italiana deilibri biblici di Giosuè, Ruth e Lamentai
Sotto l'influenza di Mendelssohn, Reggio sostenne chele e~i<:.
della ragione e della ricerca filosofica non erano ìrì · cotjtrasf
quelle della Torah. ·"
SamuelDavid Luzzatto (detto Shadal, 1800-1865), Può e.o#
rarsi l'iniziatore della moderna interpretazione ebraica. Per:qil
non esista disciplina ebraica nella quale Luzzatto nonabbia:iìJi
so un'originale impronta di pensiero (infatti fu filologo, stop(;.>
fondo, critico, insigne bibliofilo, editore di testì medievali·è
tuttavia è nel èampo degli studi biblici che maggìorniente sLc()'
dia e si comprende la sua personalità morale e intellettuafo;f
sue opere, uscite postume, vanno ricordate la traduzioneiriitaf
del Pentateuco con introduzione e commento in ebraico, l'edì~.
dell'Antico Testamento conia collaborazione di altri ebraistii(~
(1872-1875) e la traduzione italiana del libro diJsaia con int:r. ·
ne e commento in ebraico (1855), commenti in ebraiéoa G.:é.
Ezechiele, Proverbi e Giobbe (1876).

334
· t~Jl!,introduzione al libro profetico di Isaia il Luzzatto, in dieci
·taJ~ilìi'criterifondamentali che.presiedettero alla sua inter,..
· ~e dei tesfrbiblici. Tali princìpi non soltanto ci offrono la
. 't•co111.prendere il metodo ermeneutico di Luzzatto, ma ci
. '.Oanchei criteri.etici che informarono la sua interpretazione
r~p:>bìa. Di fronte al testo biblico Luzzatto non si poneva come
Rienziato freddo e distaccato dinanzi all'oggetto del suo studio;
Qme·oil; credente nell'ispirazione divina.della Bibbia. Sostenne
gchesoltanto così è possibile penetrare le verità etico-religiose
#toribìblici e approntare uncommentoe unaspìegazìone che
ondano alla retta intenzione degli stessi autori: Questo atteg-
' io non. era però tale da condizionare iLsuo approccio al testo,
)irarib egli affermò per se stesso completa libertà di pensiero e
. :'fondo. ainore per la verità; quali criteri fondamentali per "arri'-
. n~assoluta obiettività esegetica, «onde - scriveva -non attri,..
~~ltestoidee estranee, siano esse idee filosofiche, concetti reli-
1;tfadizionali od altro». Senso storico, dunque, sensibilità d'ani-
\;l:>tofonda cognizione· di tutti i fenomeni linguistici e culturali at-
· ··'['ai testi hiblici; «conoscenza profonda dell'antica letteratura
'iecostanteabitudine•ascrivere in ebraico, poiché la consue-
orrente nelleggere e scrivere in altre lingue impedisce laret-
prel1sione dell'espressione. ebraica che, talvolta, è assai sinte-
:bscurain quanto segueil modo naturale del linguaggio vivo .e
· :· ·eo>>. Poiché- come ripetutamente affermò ..,.;. si proponeva di
;atela verità, Luzzatto non rifiutò alcuna interpretazione di
.· . )rlbnebreietalvolta non esitò a proporre la correzione delte-
·;·~ri'l<i: sua retta comprensione. ·Nondimeno, al riguardo, egli rac-
'tiò semprela ·masshna •cautela, ricorrendovi soltanto quando
, tica'sérnitìca comparata non fosse .stata di alcun aiuto per
ìiétàiione.
J:ràparte·ciò che più conferisce originalità all'esegesi di Luz,..
•il;;suo me~odo scientifico di attenta analisi e spiegazione delle
. rlfll1maticali, delle parole, della sintassi che fo porta. alla ret"
.fensione e intellìgenza del testo. Dotato di rina profonda
.· àe conoscenza della semantica ebraica e semitica, egli rie-
gli~re ilvalore esatto che l'autore biblico intendeva attribui-
hlol~eàllefrasi dicuisi era ser'Vito;.Jlrisultatodiquestàsua
.·. anàpreparazione scientifica foportò ali'emendamento del•
]'giafuta. vocalica e talvolta alla correzione delle stesse paro-
tsetti: diparticolare difficoltà: Un certo numero di emenda~
Astuali.sonO assainoti e furono accettati dalla maggior parte

335
·::A~
degli studiosi e degli esegeti. Nell'introduzione al suo commentpià~i
ebraico ad Isaia, Luzzatto pose in rilievo la necessitàdi «approfi:)TI.~~i
re _il valore dei .segni voc~l~ci e degli accenti, poiché am~edue. co~~I
tmsco~o la lezione .tradlZlonale ~rasmessa. oralmente fino ai. d9;f~1
dell'eta del II tempio» e che essi, successivamente, tramandarQ.J:IQl
secondo certe regole. Mise inoltre in evidenza la necessità diusii!(~
prudenza nell'accettare «le spiegazioni degli antichi, letraduiio~~
gli accenti, in quanto questi non sempre costituiscono la provadi.
che per loro conoscenza fosse il vero significato, infattimolte Vq
essi si allontanarono intenzionalmente da ciò che sapevano essei.
senso sostanziale». ''
Esaminando i passi indicati da Luzzattò; alla luçe di quelli e·
spondenti al rotolo di Isaia di Qumran, si può accertare comé
gran numero di varianti del medesimo rotolo siaccordiconles
gazioni di Luzzatto. Tutto ciò ci serribrachetestimoniJafondà,
tale bontà e obiettività dei criteri esegetici cui sicispirò Lutiatt..
una retta comprensione del testo biblico. . ·.

Moshé Jz}Jak Tedeschi (1821-1898). Buon traduttore eco ....


tatore della Bibbia. Pubblicò un importante commento in ebni"
molti libri della Scrittura (Ho'il Moshé). Nell'introduzione eglj
tolinea il diverso modo di interpretazione dei commentatori\
tradizionali, sui quali egli fondamentalmente basò la sua ·es~
pur prendendo in considerazione soprattutto i moderni ,stu<.li'.b'
di Mendelssohn e di S.D. Luzzatto. ·. ···
L'ideale illuministico di Mendelsshon, di considerare 1i:t
come un valore estetico ed etico~religioso, si realizzò sopratt'
Italia e nell'Europa occidentale. l dotti dell'Europa centrale.e;
tale continuarono a interpretare la Bibbià in una prospettivi:t ,
dica. Grazie a tale orientamento si costituì un genere <lisci.è.
blica scaturita da un approfondimento degli studi talmudici.~,:
illuministi di tale tendenza ritenevano infatti che·. gli insegtr
tradizionali dei Rabbini costituissero una buona chiaved'inte ·•·
zione della Bibbia.

Me'ir Ish Shalom Friedman (1831-1909). Si proposediµI#


la Bibbia attraverso l'approfondimento della letteratura tàl'
Secondo il Friedman soprattutto la letteratura omileticà. <li_
era di grande utilità per illuminare i diversi passi biblici;:E
non tenendo conto della critica biblica non.redatta in lingu,~,~~
affronta taluni suoi problemi fondamentali. Al riguardoinipç(

336
i~()<st11diosullritrovamento de/libro della .Torah ai tempi di Jo-
!'{(1907)> Friedman ha la tendenza a conciliare le sue teorie con
ella·tradlzione•rabbinica. Tra le sue opere ricordiamo un
. llto ai Lìbri di Giudici, Samuele ed Osea (1891) e un'inter-
·one del XX capitolo di. Ezechiele .
.....,

·,,ittchB: Amold. (1848-1928). Appartiene .alfa- corrente· liberale


mterptetazìone ebraica, cioè quella corrente che accoglieva la
· \1focumentaria (secondo la quale il Pentateuco è stato compo-
·~fòrtti diverse scritte in epoche diverse}. Fu autore di due opere
~ntali, la prima in ebraico intitolata Miqràh Chifshutò (La
~,secimdo il suo significato letterale} (1899.,.1901), una specie di
édia dell'Antico Testamento.
•iqµesfopera l'autore dichiara la sua indipendenza sia dallà tra~
:~_,ebraica che dall'esegesi biblico-cristiana ripromettendosi di
;~c.µnmetodo interpretativo della.Scrittura fondato sui principi
st.ici:e sull'analisi stilistica dell'ebraico. Pur nella suaposizione
içtiZipnalista l'Erlich sottolinea il carattere etico-religioso del
~;µco/il cui scopo è di insegnare al popolo ebraico le vie mora-
:~ ridµcono alle vie divine. Erlich respinge il valore dell'auten-
t~iesto masoretico e, qua e là, propone emendamenti.al te'-
.U:JiaJa tendenza a svalutare la credibilità e l'obiettività della
'..çrns~iana perché in. essa riscontravaJa diffusa tendema a con-
~~d':~ntico Testamento come preparazione al Nuovo. La. se-
'·" ; ei:a.di Erlich Randglossen zur hebra'ischenBibel (Note mar-
à.Bibbia ebraica) {1909-1913), è soprattutto un'opera ese-
Y.tutto l'Antico Testamento in cui il nostro autore rivela
. entela sua tendenza .a emendare il testo ebraico basandosi
·_..ra ·:della traduzione dei LXX:. Erlich dedica molt.o spazio
:;Jetteraria ed estetica delle Scritture: Comunque le sue
prattutto per le· acute osservazioni. linguistiche, .costituisco-
µ~· contributo all'esegesi ebraica della Bibbia.

'.'.;a°tikov (1862-1945};.Fu unprofondo cultore di studibibli-


.~enfante di quell'esegesi ebraica che reagì alla scienza bi-
'Jna. Egli riteneva che soprattutto un ebreo poteva con
qgniìioni di causa, illustrare i valori della Torah rivelata
:ebraico. Per questo un ebreo non può accogliere l'inter.,.
~§tistiana secondo la quale l'Antico Testamento è un'anti-
)~~:def:Nuovo; Per servire tale. scopo scrisse un poderoso e.
~giiato studio sulla· Genesi (Das erste Buch der Torà, Gene~

337
sis, ubersetzt und erklart, Bedin 1934). Nell'introduzione alla sua.
opera affermò la necessità di comprendere la Bibbia néi-suoivafori'
intimi essenziali. Tale comprensione è possibile se Ci si valé di 'l1ri'é~>
segesi precisa volta ad accertare l'autentico significato del testo/
Ja'akov assunse una posizione nettamente contraria allacriticabibli~
ca e respinse la diffusa tendenza ad emendare i testi delle Scritture'.
Secondo il J a 'akov il testo masoretico ha uria sua validità e autentici-
tà letteraria assai maggiore delle più antiche traduzioni quali la P~2
shita e i Settanta. Sostiene l'unitarietà e l'armonia dominante nel~
Pentateuco. Compito dell'interprete è di rivelare, con sensibilit~(;
grammaticale e lessicale, il preciso contenuto del testo biblico. Peri':
tanto il sistema esegetico del Beno può essere. classificato del genei~'r
filologico-linguistico. Altre sue opere furono Die Abzahlungen pi::
den Gesetzen der Bucher Leviticu.s und Numeri, Frankfurt 1909.#i;
Quelle scheidung und Exegese im Pentateuch, Leipzig 1916. Ilsu(_fi_
commento all'Esodo e a parte del Levitico è tuttora inedito.

5. L'esegesi .rabbinica nei secc. XVIII, XIX e XX


La presenza di grandi masse ebraiche e l'alto livello raggiuht1:f;\
dalla cultura rabbinica nell'Europa orientale costituirono un arginef'·
alla montante ascesa dell'illuminismo che- aveva determinato '(lll'~!:·
corrente di involuzione religiosa di tendenza assimìlazionistica! GJ;i{f
ebrei infatti venivano invitati a rinunciare a pratichereligioséè-tt~~M
dizionali in nome di una riforma del giudaismo. Come reaziorie<#kl
queste tendenze riformatrici, che si richiamavano all'ispfrazione-illl1~
ministica della traduzione e del commento biblico di Mendèlssohn".~11
dei suoi seguaci, fecero blocco it rabbini dell'ortodossia·eurdp~~if~
quali si dedicarono sistematicamente a una interpretazionetradii~~~fi
nale della Bibbia fondata su moderni criteri linguistici e grammati2-~i
li. Tra i migliori rappresentanti dì questo nuovo e moderncrorie#~
mento dell'ortodossia ebraica, vanno ricordati, quali'interpret'i' ···
Bibbia, i seguenti rabbini: Il Gaon rabbì Eliahu di Vilnà {Agr~)i':
rabbì Ja'ako\7 Zevì Meklenburg, il rabbì NaftalìZevì JehudàBérl
(Naziv) e rabbì Shimshon Refael Hirsch. ·

Elia ben Shelomoh di Vilna (1720-1797). Celebre autorità.-t~


nica insignita del titolo diGaon, fondatore di una famosa acòad
talmudica, era rispettato come il caeo riconosciuto dell'ebraisµl'l
Lituania. Dotato di profonda cultura scientifica e tradizicmale'p()
va la ricerca della verità quale fondamentale obiettivo deisuohst •
··-;.)~
338
tij,@r:lui le.opere della «dottrina scritta» del giudaismo e quelle dèlla
'~~~p,ttrinaorale», cioè fa.Bibbia e.il Talmud, costituivano parti orga-
;#içip~ •che· confribuivano a illml1inare il coìnplesso deLpatrimonio
:·~:lmùço COIIlunemente definito con il termine alilpiamente compren-
·siyo diTorah. Estremamente.concreto, aveva la tendenza all'accer-
1,f;i:m,ento dei fatti che stimolarcmo il suo senso critico e lo portàrono a
:iy'.p,··iipprofondimento del reale significato della Bibbia. Anche nello
'~f~(jiq delle halachòt (disposizioni) del Talmud, Elia ·di Vilna era
JP:~~fato a farle .risalire alle fonti delPentateuco. Pur giustificandoil
~~}ore dell'esegesi tradizionale fondata sull'interpretazione lettera"
;,~$~ omiletica, mistica e metaforica, la preferenza accordata all'inter-
~prèlazione òbiettiva deltéstobiblico, cioèilpeshat, costituiva lo sti-
1'.l#;)fondamentale della.sua esègesi .. Per conseguireimigliori risultati
;~D:él_Uàccertamento del testo.biblico, utilizzò le sue .ampie cogmzioni
i~èlJ~grammatita, della'linguistica comparata e di altre scienze quali·.
"-llf,~t0ria; la geografia, l'algebra e Ja geometria che lo aiutarono a il~
:4P:st~a:r:e meglio leScrit~ure. Scrisse un commento ai libri di Giosuè·e
'.iAAJpr,ofeti 'anteriori~ Corredò i suoi commenti di carte geografiche e
iqrpnol0 giclJ.e e, nella spiegazione del testo, chiarì il valore dei sino-
:~Vµi·sottolineandoJ'importanza della punteggiatura e degli accenti
1fliasoretìci.
t-t.;.':~\·:.:.,::.s: ·-· -
f:'.:~·~~f-!?;~·::- :,. . .: ' .
~&~1JtRacbbì1(1.'akov Zevì Meklenburgdi Konigsberg (1785-1865). Au-
,,,.,, ·)qiun'opera fondamentale Haketav Vehac Kabalà (La Scrittura .e
dizione} (1839), consistente di un ampio commento al.Pentà-
.. :con iLquale suceessivamente fu pubblicato il testo biblico e Ja
(\O''"'•''·~fo~e tedésca (Konisberg 1852). Egli si riprometteva di <limo-
~,~·'' '~~'c~e l'interpretazi?ne della «dottrina orale» dell'ebraismo, si
fal.ia perfettàmente con l'autentico senso della Scrittura, purché
''tB:§iblico sia spiegafo.convenientemente. Sostenitore e seguace
' l_etpretazioneJetterale·(peshat) fondata sull'analisi filologica
ifuologica delle parole, dimostrò rintìma aderenza dell'iriter-
··:Ìoné,omiletica conii concetto letterale deltesto.·Fece aìnpio
~i\CPIIlmeriti tradizionali da quello di Rashì o quello di Shadal
· \L;ùzzatto).

:à.b/J.ìNaftlìJehudàBerlin (détto Naziv dalle.iniziali del nome)


· :893). Capo dell'actademia di studio.di Volozhin divenuto
.Pìrituale dell'ebraismo russc:LFamosotalmudista,.dedicò in~
.,.a.Jlo studio della Bibbia per la cui interpretaZìone compilò al-
fuménti;uno al Pentateuco:Ha'amek Davar (Vilna 1879-80)

339
e l'altro al Cantico dei cantici Rinnàh shet Torah (Varsavia 1886){]
Anche egli, come il Gaon di Vilna, nella sua opera di interprete; filif~t
rò a dimostrare la continuità dell'interpretazione talmudicarispett~;s
all'interpretazione letterale del Pentateuco:.Nèll'introduzione al SU~'
commento al Pentateuco, sostenne la.possibilità di stabilire norniW;;
esegetiche costanti, per mezzo delle quali era possibile arrivare ~:'
un'interpretazione corretta deites.ti biblici, così come imaestri'dell~!;
«dottrina orale», Rabbì Hillel e Rabbì 'Eli°ezer avevano.fissatore~'.;
gole di ermeneutica per la formulazione di halachot (disposizio~ih
normative). ·

Meir Loeb ben Jechiel Michael (detto Malbim) (1809-1879). Tut~~;


ta l'opera di interpretazione della Bibbia di Malbim fu dedicata ar::}'.
l'essenziale obiettivo di dimostrare che la «dottrina. orale» delEef;'
braismo era implicita nella «dottrina scritta» della Torah; e, coni~'.j)
questa, era di origine divina. Il testo biblico - sostiene Malbini-'- lc;!tH;;~
to secondo l'interpretazione letterale o peshat e l'esegesi del sri,q;~
commento, risponde a tre fondamentali principi: 1) Nello stile :de);4
Pentateuco e in quello poetico dei Profeti le ripetizioni non han1l:i;i,;r;
valore di sinonimi, ma esprimono significati diversi; 2) OgnL.parò'(~~
risponde a precise norme semantiche e linguistiche, pertanto a11clt~:
lo stile poetico dei Profeti, ha un suo preciso significato e non cost,iY·~
tuisce semplicemente un linguaggio figurato; 3) Lo stile profetiCor#f~
ca implicito un significato più intimo e profondo che va compresi\)'.~~
Tenendo presenti questi principi d'interpretazione il Malbim,ùi~f~
suoi commenti, si dedicò all' anàlisi dei singoli vocaboli e alla spièg[~E
zione complessiva e concettuale dei versetti biblici: '>
Mediante un accurato studio dei sinonimi egli indicò le divè
sfumature che caratterizzano le parole apparentemente similL:c;;;
lo studio dei prefissi, delle preposizioni e di ogni particolaritàli~g:
stica egli intese provare, come implicita nel testo, l'interpretazi''
della «dottrina orale» e di quella «scritta». Pubblicò,• nel eonuile
del Pentateuco, le parti giuridico~omiletiche deima:estri del Tal.
offrendo co~ì un commento comparativo utile alla compreri~i
delle sue argomentazioni. Tale commento costituisce peraltro:
importante contributo all'esegesi biblica e all'approfondimento'
metodi d'interpretazione dei maestri della «dottrina orale». Mal:
comunque ribadisce la sua tendenza all'interpretazione lettera:f~
testo e depreca che gli esegeti ebrei dei secolì precedenti dop~.,~
bì David Kimchì, con un'unica eccezione di J. Abtabànel;·ap~i
dato la preferenza al sistema interpretativo omiletfoo o dera$

340
::~~~:~;(,e opere diMalbiin; dedicate all'interpretazione dell'Antico Te~
~'.it~lllento, sono commenti al libro di Ester (1845), a Isaia (1847), al
~j~~iitàfetico (Ha-Tofàh vèhacmitzvoth,1860) e un trattato di sintassi
,~,~§'faida lntitofato Ayyeleth ha-shachar (1874). In 613 paragrafi, dedi-
y@~W·ii.J.la: spiegazione dei verbi, dei sinonimi e all'uso dell'ebraico,
d~~~·ta: _ica:ri.oni ermerieutiei èon i quali la Torah veniva interpretata
i!:i~#fpàestri della «dottrina orale», i quali «stabilirono importanti
;:p#!J.C,lpie fissarono norme di grammatica e i fondamenti della lingua
;·~{9~Ua logica».

' ""A Shimshon Refae!Hirsh (1808-1888). Rappresentante illuminato


,si.d,ell~. nuova ortodossia, dedicò uno studio approfondito al testo bi-
~:i~~9 d;il, quale derivò i principi teorici sui quali fondò la sua 'conce-
~);~1Qtie del giudaismo. La sua tradlli:ione e commentò del Pentateuco·.
i~i~'ii!·~.t::desco è quanto mai fedele all'originale ebraico sino a sacrificare
0J'ifò~tile della lingua tedesca per subordinarla alle esigenze di una ver-
~!isìc>Iieletterale del'testo biblico. Nell'introduzione al commento del
·•·ntateucò Hirsh delinea gli scopi che intendeva conseguire nella
' >opera: réridere comprensibile la Bibbia nella sua autentica
•'essione senza dover dipendere da altri contributi scientifici com-
èrita:ri, dimostrare la comune derivazione della «dottrina scrit-
':<li quella «Orale» e stabìlire i princìpi essenziali del giudaismo
-~orretta interpretazione della Bibbia. il giudaismo, come rive-
h~ di Dio, si esprimé attraverso la Torah e là natura:. Ambedue
'.d,àtiobiettivi della érèazione e i'uomo ha ii compito di ricercare
ie:hza divina nelle nonne della Torah come in quelle della na-
::ta}1ecessità di.arrivare <tlla ml.gliore comprensione delle nor-
'yiJ:ìe sollecitò Hirsh a illustrare le ragiQni dei precetti biblici. Si
l:).,taì uopo del metodo dell' «etimologiaspecufativa» consistente
ùLricerca de1 vaiore concettuale dene parole e volto ·a dimostrare
·~~n~'nprma biblica ha un proprio significato grazie all'ideale che
r;~sprime. Egli dividei comandamenti biblici in sei gruppi: To-
ln,segn,amenti); }.1.ishpatim (principi di giustizia); Hl!kkiin (nor~
:~tatuti di cui non si comprende la motivazione); Mitsvoth (pre-
d,;~111:ore verso tutti); 'Edoth (norme di carattere simbolico);
àh;(prescrizioni diculto). Il suo commento al Pentateuco (Der
teù.ch ubersetzt und erkliitt) edito tra·il 1867 eil 1878 e il .còm-
,P)'a:i Salmi (Psalmenubersetzt und erklii.rt) (Francoforte 1883),
~-(),,tradotti in inglese e in ebraico.

341
6. L'interpretazione e la scienza ebraica del. sec, .:XX..]S.
,. '~;~)iii~
La letteratura critica della Bibbia, pubblicatanell'Eumpa oc9W];
dentale tra la fine del sec. XIX e nel .sec. XX, esercita una notev()le:i
influenza anche nel mondo culturale.ebraico, éhe viene c~sì stimofa~i
to a una reviviscenza di st1ldi nel campo bibìico. Nello stesso te~p~~
- nel generale risveglio del sentimento nazionale che dìede origitj'~;';
alla nascita dell'ideologia sionistica - i valori biblic,i divengonoÌa ~4~,;
se essenziale della nuova identificazione nazionale dell'ebreèf.rrio~~
demo. La Bibbia pertanto tornò a essere il punto di congiun'iidrie;é;;)
l'organo di trasmissione della nuova scienza biblica ebraica. . /f
Il fondatore del sionismo spirituale, 'Asher Girtsburg; (.Acha~';:
A'am), scriveva: :f:~}:

«L'ampia ed approfonditaconosèenza delle Scritture.deve o.~i~


pare. un posto preminente tra i fini più importa11ti che deve P?Ìf~
la moderna letteratura ebraica, poièhé in esse affondà la radi~)
del nostro spirito nazionale». ::/;1,

Fu particolarmente nella rivista in ebraico Ha~shiloach chei111i;~i


una libera critica ai testi biblici e dove apparvero i più significa,tj~;p:
contributi ebraici alla moderna indagine biblica. < ''·•'
Tra i primi studiosi che accolserol'.invito ad una nuova inda
della letteratura .biblica merita di essere ricordato J oseLKla1ls ·.,;f"''
con i suoi saggi sulla letteratura profetica e inparticolare con lanY:M~
blicazione in ebraico del volume La concezione messianica e~ft];'''
apparso nella I edizione nel 1999 a Cracovia e, successiyameri{
Gerusalemme, riel 1927. Alia J3ibbia egli dedicò molti aJi:ri st49f
tuttavia grazie ad Avra'an Kahana .chè·fu coordinata ed iniiiat .
pubblicazione di un commento scientifico all'Antico Testam~:
Quest'opera doveva porsi come momento dicòrigiuuzìone edts}
si tra la moderna critica biblica e la tradiiionale interpretai{
ebraica. Sotto certi aspetti ìl nuovo commento presentava dei•èà''
teri assolutamente innovatori e tutti riconobbero che si tratfa.v'C
una pubblica'Zione «che schiudeva di fronte agli studiosi e alle pè,:
ne che leggevano l'ebraico, le più importanti novità offerte; ·
nuova critica e conferiva un significato nuovo e nnò·spirito nriò
tutta l'antica letteratura ebraica». Fuun'opera che segnò unpet'
nuovo nello studio della Bibbia per la gioventù ebraica deih
dell'Europa orientale sino ad allora limitati allo studio deglica
commenti rabbinici e all'ormai superato commento diMendelss.
L'opera fu definita «un nuovo mondo ed un nuovo modo didf

342
,., · #çlçff#la ~ibbia». lcollaJ:>oratori. di questa diversainterpretazio~
. . ~:lla·Bibbiatennerò çonto de.i.risultatidéll'indaginefilologica se-
~~icavdegli studi di letteratura comparata del Vicino Oriente e ,del
:f!;m;~tqdp,delle fonfo> nello studio del Pentateucò; I più qualificati
f~tp!;fiòsi ebrei collaborarono· a tale monumentale opera di esegesi.
i~~/~ssi, oltre al Kahana; vanno ricordati M.z. Segal; J. Krauss,
;'~1'.~t.::Cbaies,M.L.Margolis.,G. Hìrshler;J.B, Weinkopf, Loewin•
~g~t:;·~; Kaminka, F. Perles, M. Uunbert.
~t?Lihiniziato nel 1904 il commento di tutto J' Antico Testamento fu
~~(')fup~etato nel 1930. .·
[\~~ì:d}ern1eneutica degli .interpreti ebrei è tornata a esprimere il vin-
hl(;'91o;particolàre che aveva legato le gerteraZi:oni ebraiche alla Bibbia
i;'gi~]:eaun rinnovato approccio alle ScrittUre adeguato alleesigehze
·~~~Ù3;,critiéa moderna. Tra gli studiosi che hanno maggiormente con-
;i~:fil);iiito a delineare un'onginale interpretazionè ebraica della Bibbia

t~~~t~'~il~o:
•····· ., pshé'David Umberto Cassuto (1883-.1951), Fu storico, linguista
;fae:.ì11terprete della Bibbia.La s.ua opera più ,che ri11.contributo
.rjtica piblica; .abjtµata allora a fratnmentare. i libri dell' A,ntico
}):1:ento secondo la famosa teoria c1ocument11ria di WeHhausen e
;~tjLseguaci, :pu,ò essere definita un. importante contributo alla
.~a: biblica. Egli si açcostò a}Jesfo:pet interpretarne il significato
·i,~e (péshat), usancio'un metod,o storico-filologico destinato ad
~re il significato della Bibbia secondo l'intenzi0ne dei suoi au~
;~:rillustrare adeguatall1enteJproblemi biblici, impost<}il suo
'9\:.esegetico su rin continu0 confronto con. le iclt~e, le concezio-
o;gnizioni .e le tradizidni dei popoli vìeini al popolo d'Israele.
': ·,partic()lare attenzione alle testimo11ianz~ stil Vicinq Oriente
ii~osidi ùati ·~;I"çheologici, Qia11fili~i coll1parative, dello studio
..allelismi e delle differenze. esistenti tra il popolo d'Israele e
·''popoli dell'area mediterranea, riuscì ad accertare e definire
're'storieò dene···antiche tradizioni bibliche;
,,~<Poiché'"" scrissenell'introduzione al suo commentq ·alla Genesi in
C..-~bra:icp (1944)..:_ anche gli Apocrifi e la letteratura rabbinica, per
.,,,.,. q,11antp sc9tt~i11 ièmpi piùtaròi, r~cçtlludono ~lementi antichi che
;i.',': ,Posson() gettare l,~,ce suUe tradizioni'coge~tiinlsraele nel period.o
·.· • : più remoto, mi sono servito ariche di quelli nella mià indagine».

$$rito dedicò H suo studio, sia aUa storia della tradizione .«so-
,.~i~~>,.doè allo studio delfa sostanza dei fatti, sia 3.Ila sforia del-

343
la tradizione letteraria riuscendo a coglierne lè regole fondamerità(
Fu acuto osservatore di ogni particolare lìnguistico contenùto nel ·
sto biblico, non trascurò alcuna minuziatestualee diede import·.. ,
anche ai cosiddetti giuochi di parole che lo aiutarono a scoprire i s~;:+:~
greti dello stile biblico e gli giovarono per la comprensione delleàtj?!!j,
tenzioni del testo. Cassuto iniziò ad occuparsi dei problemi dell,~1~
Genesi in un vasto studio pubblicato in italìano4 e riesaminò tali priJ9.'.ifj
blemi, dopo averne dato una sintesi in ebraico, nelsuo libro Tdr~ji;~
ha-Te·udot vesiduram shel Sifré Toràh (La teoria docurrientarià'e}'~
l'ordine dei libri del Pentateuco), (Gerusalen:un.e 1941). ''qi:&~
Con grande precisione e chiarezza si valse dei risultati delle stiè};~
indagini nel commento alla Genesi, di cui furono pubblièatisolta.Jlt~i
i volumi Me'Adam ·ad Noach (Da Adamo a Noè) (Gerusalemaj~j~
1944) e Mi-Noach ·ad 'Avraam (Da Noè ad Abramo) (Gerusal<fm~)i~
me 1949) • - c-,~<i)/'.'Y;
. .. ,·CC/!;

Studiando il sistema letterario proprio dell'antico epos dei pop~W:i


li semitici, Cassuto riuscì a dimostrare che la diversità presente ne . '
versioni contenute in uno stesso testo non dipende dalla molteplìèì
dei testi tratti da fonti diverse, ma dalle caratteristiche lettetà~ì
prqprie dell'antica letteratura semitica; Quindi .il Cassuto riconfe"
ma la sostanziale unitarietà del libro della Genesi e respinge l'ipòt
documentaria, secondo la quale il Pentateuco sarebbe un compie
disordinato di testi derivati da fonti diverse. ·
Il Cassuto, per quanto fosse un ebreo osservante della prop
tradizione religiosa, mantenne sempre nella sua· esegesi bibliCa:
posizione di assoluta indipendenza deciso a respingere, eon esfr ·
rigore scìentifico, ogni ipotesi o interpretazione che non fosse rii
vata e documentata. Gli stessi criteri scientifici ed ermeneutici; dl
che le conclusioni cui giunse nei suoi numerosi scritti, costìtu1sdç)
la base del suo commento in ebraico al libro dell'Esodo ( Gerusàl
me 1942). .

Elia S. Artom (1887-1965). Cultore di studi ebraici, cond(.


metodi di ricerca di U. Cassuto nel campo dell'esegesi biblica
quale recò un ricco e originale contributo. Il crìteriO fondameri(
dei suoi commenti biblici consiste nell'interpretazione deF s~J!
semplice e letterale deltesto (peshat). Il suo atteggiamento neì~L
fronti della tradizione religiosa della Bibbia è sintetizzato dallà, :

4 La questione della Genesi, Firenze 1934.

344
... ~ione che;<<latradizione èda ritenersi vera sino aprovacon~
à>~.i Pertanto quando la spiegazione tradizionale trova sostegno
a\logica e nella conferma indirettà di altri passi qiblici;ArtomJa
ile soddisfacente e probante.-Considera i testi biblici soprattutto
gnàmeritiinorali, :pertanto .quajito essi riferiscono in altri campi
:sS.ono anche eSsere in contrasto con le nostre conoscenze, ma non
1,~i,~p~~ianòil val~re di assolutezza dell'insegnamento etico della Bib-
•a}

«<!racconti della Torah trovano la loro piena spiegaziqne se ven-


gono considerati come aventi lo scopo di correggere, in una deter-
minata direzione, le idee metafisiche e morali che sono alla base
dei racconti degli antichi popoli orientali, che non potevano esse-
re seonosciùti ai patriarchi e ai loro discendenti fino all'epoca in
èufla Torah venne scritta». 5

't~ell'introduziohe a.I suo commento in ebraico alla Genesi egli


~~~:

••((U. Pentateuco .vuole insegnare che tutto :quello che esiste nel
>1IlOndoè opera di Dio, Creatore di tutto, secondo la Sua volontà
·ed un programma prestaqilito. I particolari sono presentatiìnmo-
P9 C()D;J.Piensibile alla gener~one nella quale fu scritto il racconto
~e(;()lldo le loro opiriioni che il testo biblico non con{eànané re-
sf)~rìge» .
.. .

):J:çTsi.vale dei ·testi della «dottrina orale» dell'ebraismo, per


·iilla confermadella corretta interpretazione dei passL Ptofon-
' (:)ssit()re della Hqguà e della grammatica ebraica posel'indagi-
~Ìbg1ca ·<d1a base della sua e'segesL Oltre a. molti saggi sulla· let-
' f.~.bJblk~, è autore di uh .commento in ebraico all'Antico Te-
srit~:6 :Fu redattore capo e collaboratore della Bibbia tradotta
'Hl$ò{Torino 1960), commentò e tradusse in ebraiCo gli Apo-
~.J!':t\ntico Testa.riiento (Tel AViv, 1959· e 1965). ·
·-'._.1:.•.~::. ' ;.

~~hietekaufmann (1889-1963). Accolse come metodo d'inda-


sistemà·della critica biblica e dell'analisi scientifica attenendo-
'rea.ll'interpretazionedel senso semplice deitestL Corttestan-

!f/nupva vita.d'Israele,. Roma 1966, 67.


li°lJr{della Bibbia con nuovo commento ed introduzibne, redatti secondo il si-
i ..loU)N Cassuio, 16 voli., TelAviv, 1953-1957:

345
do le teorie della critica biblica moderna Kaufmann dimostrò cheil~~
Scritture dell'Antico Testamento si opposero sempre alle coricezio~j~
mitologiche che sono alla base delle religioni·delFantico Oriente~!
Contro quanto sosteneva la scucila di Wellhausen, dimostrò chéif~;
fotteratura del Pentateuco precede quella dei Profeti. Kaufmancs,ij:
oppose inoltre a quegli studiosi che, facendo risalire le origini de!:
monoteismo a dottrine religiose nate in Egitto e in Babilonia, sdst~t'
nevano che il monoteismo ebraico era nato ai tempi dei profeti orfl:~).:
tori e che solo dopo la distruzione del primo stato israelitico si ebb~;
la vittoria del monoteismo ebraico contro l'idolatria. Kaufmann: cfoi;
mostrò invece che il monoteismo rappresenta lÙl toncetto fonda.ii'
mentale nella storia ebraica e che non si affermò med!anteµn'evòlijIJ'.,
zione storica da concezioni idolatriche sino affarrivare.aduno stadi~;:
finale monoteistico. Al contrario la storia dell'idea.m~noteiSticaCÒ~I
stituisce una formazione organica che, dai tempi più remoti, agisc~&
costantemente nella vita del popolo ebraico. Sulla base di q11est~f
teoria Kaufmann analizza i grandi temi contenuti nelle Scrittu~~.!),~~~
bliche sino all'epoca che vide il conflitto tra il giudaismo e l'elleni,~;J
smo. L'opera di Kaufmann, abbracciando tutti i grandiprobleJrii·l~ti~
terari, storici e religiosi che sono alla base dèlla formazione dèlla#f~
de ebraica, costitriì una grande svolta per unamigliore colilpreri~~~~t
ne della Bibbia. Oltre a numerosi saggi di critica biblica, fonda$: ·'
tale è la sua c)pera in ebraico Storia della religiOne israelitica; dai't
pi antichi alla fine del secondo Stato ebraico (1937-1956) e dùe e·
menti in ebraico ai libri di Giosuè e dei Giudici. > ;.

Un.ceJebre detto ebraico, parafrasato.daiSalmi (24,6) 1 a:f(~


che «ogrii generazione ha avuto i suoi interpreti» (Dor do,~ ~f
shav). In effetti secondo i loro diversi metodi d'interpretaZÌ().
esegeti ebrei hanno recato un contributo Originale alla. J;èffii
prensione dei testi biblici e sono altreslriusciti ad approfo:ll
messaggio biblico in modo tale da fornire un alimento spiritµal
guato alle esigenze di ogrii generazione ebraica. .. .••·,
Un mod~mo esegeta ebreo, U.M.D~ Cassuto, iiiùn disco{§'
e
dicato a «La Bibbia J' ebraismo modei-no»/ tracciò con. quest
role il sentiero che, a suo avviSo, avrebbe dovuto esser~ peicoW.:
nuovi interpreti ebrei della Bibb~a:

7 In Il Progresso religioso, Zoagli 1924, nota 3.

346
i'..l~ .';_.'~.'
,_ •:< . .
•.·.,•.f.·.;;.
. : . ..···; \«Al cli•sopra~ dì ogni esegesi rispecchianteJe idee dell'esegeta pri-
m,a, clte quelle del testo; dovrebl:>e mirarsi al riacquisto del signifi"
~.,._•:.:
;1'.·":··~
;::,.,·,_:-.-: cato prilD~tivo della Bibbia, si da mettere in luce la originaria ·va-
;:~::?· -·· rietà e molteplicità del pensierolenfa.J:nente evolventesi, varietà e
·,-.,
~noltepµcità clte s()nO !'.indice della_ vita e che, erano dimen~cate
i~~~U> .sòttd .1;uniforme s.tratificazione delle iilterpi:etaziom poste,riori.
Condurre a termine la ricostruzione del significato storico della
~~~;_;,;-,,· · Bibbia: ecco il compito che spetta agli studiosi del nuovo· ebrai-
i~;~i{t-~-. : - <:. ·; smo; c:ompèrìetrare la propria· coscienza diquesto ricreato valore
f~iJ~1·-_ della Bibbia: ecco il compito chespetta hlle folle del riuovo ebrai-
f;d~:<<:;;' smo».

-~Wt\· BIBLIOGRAFICA
t~i!i~~ · r uno sguardo sul tema. generale e introduttivo
:l!fBllRGM.,Jewish Bible exegesis (Anintroduction) (in ebr.), Je-
' .... ·..· Salein 1983.
~Wi/fìiIJ:{K:AA.,Encyclopaediajudaica, 4, Berlin 1929, 619-640; Ho-
' '" <.wrrz J., ibid,, 640~6n,
· EP E.Z., Bible Commentators, I.,11 (in ebr.), Jerusalem
18,
:M;Z., L'interpretazione della Bibbia (in ebr.), Gerusalemme
@~fSO .

.er fa maggior parte degli autori trattati


· .· N'M., A History of Jewish Literature, NewYork. 1943, e sub
-ce·{in Encyclopaedia Judaica, Jerusalem 1971.

:.;~1:, uri riferimento bibliografico


Jietto ad alcuni autori dell'età moderna
i •. ,

).NELJ ..,...SE<JAL M.Z.; in Tradizione e critica, (in ebr.), Geru-


ftirne 1957, 237-270. ·
i'FA., Moses Mendelssohli, Phila<;lelphia 1973.
ìenariodèllà scomparsa di S.D. Luzzatto, volume edito dalla
~s~gna Mensile d'Israele, voL XXXII, n. 9-10, Roma 1966.
1.:,E,pHRAIM,''Obadjà Sforno als Exeget, Breslavia 1896.

347
NETANYAHU B.Z., Don Isaac Abravanel, Philadèlphia 21968. 'è.~
WEIL G., Elie Levita humaniste et rnassorèté (1469~1549), Leide6;
1963. .,

4. Su l'interpretazione ebraièa nell'età contemporane~j


>:.;~(:

lIARAN M., «Survey of Biblica! Researchin Hebrew inthe.PeriodÒf.,


National Rebirth», (in ebr.) in BITZARON, New-YorkJ950, vol'~i
XXI, 110~114.174-178.256-262, voi. XXII, 189~196, voi XXIIì~
1951, 38-41.115-126.187-193. \:;{
~.:,{~.:~

5. Su U.M.D. Cassuto
BoNFIL R., «Un filone shadaliano in E.S. Artom», inRass.Men::d,'~~
srael, .Roma, Aprile 1966, 167-175. _.:.:::/\:,5
KosoVER M., «A memoria! Tribute», (in ebr.) in BITZARON; ~~.\Y1
York voi. XXV, n. 3, 1952; 189~201. <'\;;~;
G1NSBERG H.L, «Ye1,iezkel Kaufman as a Biblica! Scholar» (i~
ebr.), in BITZARON, NewYork voi. XLIX, n. ·2, 1963, 88~9q~~
ROSENBLOOM N.H., Malbim, Jerusalem 1983 (in ebr;). );;{,
ToAFF A., «Ancora sul filone shadaliano'in E.S. Artom», in J;?:a§~
s.Men. d'Israel, Roma, luglio 1966, 322-325. +i~

',i

348
2
Approccio musulmano
ai testi della Bibbia
.di Maurice Borrmans

i;ll)ffr\Tante volte, .nel corso della sua esistenza, il cristiano che cerca il
~i,ll,1'p.~() ,sente il sùo interlocutore musulmano ripetere con aperta
Ìn?:1one e non senza quàlche orgoglio: «Anche noi crediamo
iJ3ibbia»; pur non avèndo mai apertoillibro sacro che sta nelle
·,(;fogli ebrei e dei cristiani. Di conseguenza, e ben presto, si po-
'e·pensare che tutti i monoteisti, musulmani, ebrei e cristiani,
iyidao:o lo stesso libro sàcro e divergano soltanto nelle loro «in-
tazìoni da scoliasti»! Tale è l'illusione permanente che unmi-
dfstudio in materia comparatistica deve chiarire al più presto
~o cheildialogo si faccia.autentico nella.consapevolezza che
eddcufori sono profondamente diversi, nQnostante il loro vo~
o apparentemente simile. Nello stesso tempo tutti tentano
.... ente di convergere verso lo stessoDio, se dàv\rero per loro
istero rimane affascinante.
e;Dio a Muhammad, secondo il Corano:

~' ,,j<p.se tu sei in dubbio su qualcosa che ti abbiamo rivelato, doman-


da a quelli che leggono il Libro prima cii te» (10,94).

[,,ibro (al-Kitab): ecco la parola ambigua che viene ripetuta


~~:da!Cora110 stesso nei suoi 114 capitoli (le sue sure), che
f<it1trasmessida Mi.!hammad ai suoi seguaci alla Mecca, dal
~~Z~·òppure a yathrib,diventataMedina, dal 622 al632, data
·····:.morte. Si tratterebbe forse della Bibbia nel suo insieme, o
4eICAnticoTestameO:to? Non, è possibile decidere perché
Jeparòla vale per il Libro consegnato a Mosè (2,53), oper
fic)ye vengono raccontate le storie di.Abramo e della sua
J:Q 4l)idiGiovanni e di suo padre, Zaccaria (19,3), e di Gesù
~'-~9.té;Matìa (19,16}, oppure petilCoràno stesso, «ilLibro
:,didubbi dato come guida peri timorati di Dio» (2,2}. Fatto

349
sta che nel Corano ancora, sono soltanto gli ebrei con i cristiani,,,,~~
di fuori dei musulmani, che sono chiamati assieme «gente delLib/<>JJ,fffi
(A hl al-Kitab) (54 volte), mentre viene affertnato.che «tutti ì credetif~
ti (e cioè i musulmani) credono ciasc~no in Dio e nei Suoi Angei~~~
nei Suoi Libri, nei Suoi Messaggeri; Non facciamo distinzione aJc:µ;q0;
na, essi professano, fra i Messaggeri» (2,285). Ci sarebbero dùri:qù~
parecchi Libri attribuiti a Dio? Ma tale espressione (i Suoi Lib/i(';~
Kutubi-hi) ritorna 3 volte soltanto nel Corano. Bisognadunquecp~~~~
fessare che la parola Libro rimane misteriosa, tanto più che vieri;~Jl
abbinata 10 volte con la Saggezza (al-Hikrna) nel Corano, e aneli~~
con due altre parole di cui si parlerà tra poco. .· ?.~$
Ma cosa dice oggi in proposito un catechismo islamico còmùn~qè~
Dalle sue domande e risposte, quando si tratta del terzo articolo<f&,l~~i
la fede dell'Islam, e cioè «la fede· nei Libri dell'Altissimo». 1 s1~P-·
dedurre quanto segue. Il musulmano crede «che l'Altissimo pòs
de parecchi Libri che ha fatto scendere (è l'espressione coi:ani(;a\.
viene usata per significare la "rivelazione" sotto forma di dettati:{
litteram) sui suoi Profeti... e ne fanno parte la Torah .(Tawr4t).,i1'.
Vangelo (lngfl), i Salmi (ZabUr) e il Corano {Qur'an)». Cosa vi~:.
detto allora dei tre Libri che hanno quakhe legame con la Bitjl:f
«La Tawrat, 2 Egli l'ha rivelata al Suointerlocutòre Mosè»;ina
Torah attualmente nelle mani della Gente del Libro ha subito\cl'
contraffazioni». Quanto ai «Saimi, sitratta di un Libro chel'Al"
mo ha rivelato al suo servo Davide,.,.Si trova inessouninsié ·
preghiere, invocazioni, esortazioni e sentenze». L'lngfl, «I' Alti(.
l'ha rivelato a Gesù, figlio di Maria ... , ma il Vangelo attualme#t
circolazione è in quattro esemplari, redatti da quattro autori, di
uno non ha mai visto il Messia: ognuno di loro contràddiCe gli(

. -,_··,-·.".•:-'.:i):.
I Ci riferiamo, in proposito, alle «Perle Teologiche» (Giawahir kalaif1iy. a
teologo siriano, e maestro del riformismo di tendenia hanbalita; Tàhira\~G"
che visse e scrisse in Siria (1851-1920), Il suq çatechismo è il fedeletes~pil(
corrente teologica «centrale», con una tendenza a.I «fideismo» per corrispq11i:{.
l'attesa delle «credenze popolari». Testo arabo e traduzione francese, in,Etùd~
bes, nn. 1-4, PISAI, Roma 1962-1963 .. .La traduzione italiana viene inserita- ·.·. -··•
sier>> d'Islamistica, PISA!, Roma 1988. . . . .·. . ... , . , /'.U
2 Poiché i musulmani non riconosèono la validità e l'autenticità del Pen:fai~;
il quale corrisponderebbe alla Tawrat; e dei quattro Vangeli canohici,i qi.ifiliili),ì\,l
no niente da fare, secondo loro, cop l'Jngi'ldato a Gesù secondo il Coran9,.t~9 ···
di distinguere, per quanto è possibile, tw le due cose; Tawrat e Ingil corrjs .:,
quindi ai libri rivelati a Mosè e Gesù secondo il Corano, mentre Pentàteueq.è'. ··
loNangeli verranno qui ùsafr coi:J. il loro sigliificato giudeo.ccristiario';'; · .: '._

350
"'-t·Jii~J!ie.rositè,1J1i... e poi ci furono tante.eliminazioni nei confronti
-. - p()érili per sfuggire all'abbondanza a.i opinioni contrarie è .op~
_ ~: Altri·catèchismiinsistorio sulle contraffazioni che hanno col-
-ic.ajlch'e.sse,il testo deWI1igfl che sta nelle mani dei cristiani.
hdovevano fare queste premesse di vocabolario e di'catechismo
"ndìviduare più da vicino l'approccfo musulmano afi:esti della
!à~. È ora possibile.capire perché il Corano non tenti mai di cita-
'·dlitteram», oppure «ad•sènsum» un testo della Torah, dei Sal-
'~el Vangelo; i:na il problema è di sapere i1l quale misura esso si
a ateini, ai profeti e allò stile (oppure ai generi letterari) dei li-
;&91ia Bibbia qui menzionati.
fa prima parte tratterà dunque dell'Approccio coranico e mu-
)hiidiaho al contenuto della Bibbia: dopo averne dato le linee
·_ -_. Jli, sarà opportuno soffermarsi in.forma dettagliata. sull~ cOr"
p'~;~hze e le frasformazi?ni, purrimanerido nell'incerto quando
t#diattribuirne fa responsabilità a chiunque sia. Ma dato èhe
, )S-iessa del Profeta dell'Islam, 9poi i stioi «detti» e i suoi atti,
:;t~{i censeg11afrsòh() fornia di un «modello profetico» che bi-
'I-ìµiìtaré per essere fedele a.nasua tradizione (sunnà), sarà di
'-'"µ~~zaini.portante- nellasecondaparte -- interrogare la Sunna
'<\leder~ se taso mai non rivela anch'essa qualche contenuto
··1irtplicìfamente as8uhto ed islamizzato.
Ùtiiipartedovrebbe,. per quanto'è ~ossibile, allargare la rie
'.'iIJ:terrogare quanto hanno detto è scritto i grandi Dotti del-
Wtilssbidena. Bibbia stessa e dei rapporti che il Corano po-
-~yeie con ùri Libro a-sforico; presente press"o'Dio, oppure
~~tiri ~acri degli ebrei e dei cristiani. A questo punto, la loto
~~tone,teolo~ica e apologetica sarà presa irì considerazione, in
'.m-~e guestò influisce particpl.armente sull'approceio odierno
-.Imani ai testi della nostra Bibbia.

·. ptoccìo dei musulmani ai testi della Bibbia è cosìprofon-


')~sJl]_at() da 9uello gel Corano stesso, ~.proprie> perché
. , ' .• P$irivela e~sere l;unica matrice della loro fede: il !!UO sti-
Jtt~:i:.~rect.~nti che hanno qualche cultura araba .e la sua bel~
•'·~ti6à e'.léhera:rfa riiilaneJ'unico criterio_dicredibilità· secon-
~~Ìrifattf; u~a celebre sfida Viene proposta fin dalle origini del

351
Libro stesso: «Se pur si adunassero uomini e ginn 3 per produrre,~~1
Corano come questo, non vi riuscirebbero, anche se s'aiu.ta.~~~*2~
l'un l'altro» (17, 88). Le qualità musicali deltesto coranico eJa.;:~tj~
quotidiana salmodia creano così nell'aniina del musulmano unl.Ilsic.lqi
specifico per avvicinare le realtà dello spirito e dunque quelle d~l~~
religione. Non si tratta, infine, di capire il contenuto storico o t~q!~~~
gico del messaggio, ma piuttosto di assaporarne l'espressione liti~*·!~;
stica perfetta in quanto umanamente inimitabile e dunque di ce#~~
origine divina. ~ {.'f
1. Come si presenta il Corano? ::\{;~
La struttura dei Corano è del tutto cliversa di quella c.Ieilibi-'!$f':
la Bibbia e del Nuovo Testamento.Le sue 114 sure sarebberod'
distribuire secondo il loro ordine storico? dato che ess~ sono s
classificate secondo la loro lunghezza relàtiva, la 2a esseridoJ~
lunga (286 versetti) e la 112" essendola più breve (4 versetti), . :
sieme si rivela «frammentato» in tanti pezzi che, appaienteiii~
non hanno legame logico tra di loro è, cioè, in una moltìtudi:
«pericopi» (unità letterarie di pili o meno 10 versetti) che spèss:
hanno niente a che fare le une con le altre. Si passa così; alPW.P
viso, da un testo esortativo ad un altro storico-profetico, e poicf3;
testo di tipo giuridico a un altro di carattere escatologico, J11~':
vengon() a inserirsi consigli morali o affermazioni polemicl).e.\ ·. ·
bra, tutto sommato, che sia una raccolta di «pensieri» o «se11te'
oppure un corpus di omelie successive, dove ognuna, perillù~tf:.

3 «I ginn, dice Bausani, nominati spessissimo nel Corano (32 volte) e che
un grande ruolo nella tradizione e nelle credenze popolari di tutte le genti m ·
ne, sono un residuo, accettato come dato di fatto da Miihammad, del'pag ·
preislamico. La parola, di etimologia ancor non bene spiegata, è stata daalc
diosi avvicinata al genius latino. Si tratta di corpi d'aria o di fuoco, dotati dir
innafferrabili, capaci di metamorfosi varie e di compiere lav9ri svariati, cr
"fiamma purissima di fuoco" (15, 27; 55, 15), <> fiamma.senza fumo, mentre ~
sono creati di !Ùce e gli uomini di argilla. Maomette>predicòforo e ascoltiJ.rC>n
rano (46, 29-32; 72, 1-15). Secondo la tradizione ci son<> varie classi e specié di ..
fra ginn e uomini possono esistere rapporti sessuali. Già in antico tuttavia i piùj
nati tra i pensatori islamici negarono per lo meno!aparte più materialisticadiJ~
gende» (Vedila traduzione del Corano, fatta e commentata da Alessandr(),~1!
Sansoni, Firenze 1978, 544; tranne rare eccezioni è questa traduzione che,y ····
utilizzata per la sua chiarezza e bellezia). Fattq sta che sp.esso nel Corano,·
mini sono trattati insieme, sia per il .bene sia per il male e, dunque, la gefy.,,
128; 7,38; 32, 13; 41, 29). Iblis, o Satana, sarebbe «uno dei ginn>> (18, 50)è.;,
sura finisce con una preghiera di rifugio presso Dio «contro il male d~i ginn:,:
uomini» (114, 6).

352
t ~n,:i~ntoprincipal.<:!, e~oq1 . . tanti fatti della natura fisica, .della
Jpf~tic~qc)eWesperie11ZapsiçRlogica, È.davyero.un.mosaico·
~ttqre·~b~tuatò allà Bibbia si sente più.o men.o. sconcertato
)sp;iesato! Tutto ,sembrajniziare con la predica di Ml1ham-
lJ;éi' su~.gentè, i paga11ipoliteisti di Mecca: ~I passato viene eyo-
~.f:f!'.i;à,cconti,Jeggi, e meditaziòni, a confernta di qu,anto succe(je
'.feta mecçanQ, il quale grida anche lui nel deserto di m1a città
·~viera poco aperta ai nuovi valori del monoteismo. islamico.
jivaAllora questo stile speciale che, ditrequente,sitaesòrtati-
(>lemiCo, interpella o minaccia, richiama alla ragione oppure
•'alla' fède.
tcibnon vi si trova una sofa storia di Mosè come avviene nel-
. re neanche uri.
solo raceontòdelle vicende di Adamo e di
Q·torile Sorto presentatè nei primi capitolì della Genesi, nem-
~a biografia unica di Gesù torne fa propone ogni nostro Van-
ònsi' può dunque avviclliareil Corano cort•làteoria eil meto-
kgerieri. letterari»: esso assomiglia piuttosto aquei nostri libri
Jf'lli'che rileggono I~ storia passata, sotto•una determinata an-
,'Iie; per trarne akurie oonolusìòn'i dicaratterè :religioso o giu-
~;Visi: trovàno•·passi storico."pròfètici dunque,·. e anche parec"
.~ghiere personali, soprattutto quelle di Abramo (2,126-129;
)';8,77-89) e quella di Zaccaria (19,1-11), ma vi si ripetono
a,vvettimenti dì giustizia sociale, predicazioni sui tempi 'esca~
Ci, comandamenti di tipo morale e .disposizioni di carattere
,g:p, Un solo racconto stori.co faeccezione alla regola della «di-
·'·n~>>,~ ed .è ,propriO qudfo di Giu·seppe, figlio ·di Giacobbe
'll), ~.ome una sola sura assomiglia, da parte sua, e da molto
)1lfasfruttùra dei salrili, con il ritornello di meditazione, ed è
\i:l~I:Mise,ricordioso (55, 1-78).
~~J.is'a di questa petuliarità; . la,presente ricerca si vede c()stret~
· \ta:11tìsalti da U;na sura a ,un'altra nello sforzo di riassumere
-.~tipi•tordinata ~ persqnalizz;1ta, sfqrzo che viene .raramente
q,i_@:~Lconimentatori del Cqrano,. dato eh~ il.loro comll1ento
)~:4 si accontenta spesso di offi:-ire per ogni versetto, più o

'.ndiçoìnmentatori del Corano non mancano, da Tabari (m9rto nel 923),


· • {1J44),.R~i (1209) e Baydàwi{128()), ai moderniMuhammad 'Abduh
-<i~.(Qomniento.de/'lv./.anar,.1900~1925) e . poi Sayyid Qutb (morto nel
: '<1,più o meno, di un commentofilologico (senso apparente, .zlihir, e serie
/qatin), con implicazicmi . storiche, giuridiche, filosofiche, .teo.Iogiche,e
):i(;he~n•. prÒble!Ilatesta s.emprequello.·di èòme . ·/(!gg~r:e.idinterpfetar.e il
àfo·;:.;;.:che
~f.h"" . ::..
costituiSce
- .
I'unicopunto
-., - -- ._,:.:.
~·-
diriferimentò
.. _ .
del musulmano .. Si veda, iii

353
>~~::.-~

,.__;: _-·iJ,_'.j:;~
meno isolato dal suo contesto, quanto se ne può dire al livello d~!J.~f~~
lingua araba (approccio filologico tradizionale); delle cause o:<:;cà8-i9'.{i~
nali della rivelazione (asbab al-nuzul) (in,connessiOne con le·df
stanze stesse della vita e della predica di Muhammad) e delle coi{
guenze teologiche, giuridiche o spirituali che ne derivano (conii p ,. .,
sare dal significato letterale o zahir a quello nascosto o batin, tramitt~··
te le tecniche del commento interpretativo o ta'wfl). ·.· · · ·

2. Riferimento coranico al contenuto della Bibbia


Il messaggio coranico non si presenta mai come una rivelazie>,
nuova che sarebbe del tutto estranea à quanto è stato da Dio pr?i)
sto agli uomini prima di lui; anzi l'islam pretende, appunto, çlj
religione del Dio unico è, anch'essa, unica e immutabile .. Lo Qiç;
Corano, molto spesso, come in questi versetti: «E giàinvi~ll10
e Abramo e stabilimmo fra la loro progenie il dono della Profe
il Libro; ma di tra loro alcuni si lasciarono guidare, e. molti furòii;
empi. E allora sulle loro orme in successione inviammo i nostri ,
saggeri e ancora inviammo Gesù figlio di.Maria, e demmo a ·
Vangelo» (57,26-27). La storia ripetuta.dei profeti viene duÌl.
conferma di questo disegno <li Dio, dato che l'ultima edizione .~e
bro eterno si presenta sotto la forma perfetta e.definitiva del : ,
no, dì cui non si può immaginare che. venga manomesso dai r,l.
mani oppure abbia bisogno di qualsiasi .ritocco. ·
«E questo (Corano) è un Libro che abbiamo rivelato, be11§
confermante le scritture di prima, ad ammoni.Zione delJf!
delle Città (e cioè Mecca) e di quanti le scino attorno»(?

Così, a somiglianza dei suoi predecessori, i profeti della<Bi


Muhammad si sente mandato per prima agli arabi pagani dell
di Quraish e dice loro quanto diceva il profeta arabo Sàlih alj(
polo dei Thamiìd: «0 popolo mio! fo vi ho annunziato i messa
mio Signore, e buoni consigli vi ho dato, ma voi noli afuatec;~

proposito, J. JoMIER, Le Commimtaire coranique du Manar, G .P. Maisonn~ti· .


1954, 357; O. CARRÉ, Mystique et politique: lecture .révolutionnaire 'du .· ·
Sayyid Qutb, Frère musulman radical, Cerf, Pari$ 1984, 248;•R. CASJ>~i
thèologie musulmane. I: Histoire de la pensée religiéuse musulmane,. P
1987, 495; e poi i numeri 67-68(1984-2/1985'.. 1) e 69(1985,2) diEtudesA~cibe,\'
Roma:; Le commentaire coranique, lère.parfie: Le Tafsirancien.(p; 286), 2,{:,
Le Tafsfr moderne et contemporain (p; 160). ·,..i! .>

354
h~Sf:f{\,.<
~~~~S,!gJìa!»(7; 79). Certo, la storia islamica ci dice· che c'erano anche
;flé"l!ni' '.\<monoteisti. indipendenti» nella penisola araba dell'epoca, i
:;m~fili; sembravario seguire le orrile di Abramo e praticare un culto
ii$'p,òg'lio,di'cui si,sa ben poco: il Corano lichiama hanif (12 volte) e
~j~,ì;~tènde che Abramo lo era prima di loro.
'~\\io:>Mllhammad, però, nel suo insegnamento, si riferiva consapevol-
~~fii~nte, alla saggeiza di Luqman 5 e di Mosè, I consigli dél primo àl
·•· Jigl,iononsonoforse quelli dèl Profeta alla sua gente? «Figliuolo
: ·ctìce il_ Corano, non dare a Dio compagni, ché l'idòlatria è ini-
. :)OmmaL. Compi la preghiera e invita al bene e sconsiglia il
·,ç;e s()pporta pazientementi;:le svent11re» (31,13e17). E poi non
~9.t~e Muhamìnad l'ascoltatore dell'arcangefo Gabriele, come
"~tfµ il discepolo dd «Servo diDio»? <<Posso seguirti- avèva det-
.~~~ - a patto che tu mi insegni, rettamente guidarmi, quel che a
illsegnato? ... Mi troverai, se a Dio piace., paziente, ed io non ti
·-"~edirò innulla~~ {18,66 e 69) .
.fo~mente era tutto il retaggio della tradìzionè ebraica e cristia-
,~~'Jtntioyo. Profetaintendeva a~sumere per conto suo e secondo
:,i,:iipp;:iinterpretazione, conie l'esprime ancora il Corano· nella
":~;-lfata dei profeti che propohe:
... ..
~ _._. ,

;t·
.....· ·.· «E ad Abramo noi donammo Isacco e Giacobbe, ciascuno dei
';:.•>quali nQi dirigemÌno sulla giusta via. E prima ancora guidammo al
X? .Yèrò Noè e, fra i suoi discendenti, Davide eSalomonè e--ttiul)'be e
O:;:,',~Giµseppé, e Mosè e Aronne: cosìnoi 1;ompensiamo i benefici.
•'\ E,: anche Zaccaria e Giovanni.e Gesù e Elia, ciascuno dei quali fu
ann()v~rato fra i santi, e IS:maele ed Eliseo e Giona e Lot, e ciascti-
, ,)no1ev~() al di sopra.d'ogni altra creatura ... Quelli sono coloro
.''j:lliabbiamò dato il Libro, è il Gilldizio, e la ProfeZia ... Quelli so-
' 110,J:;oforo. che Dio ha ben diretto: segm l'esèmpio della loro' gaj-
T.;da» (6~84-90). ..

"; è dunque da stupìrsi se l'insegnamento coranico ripete a


,ti~)' quanto viene proposto dalla Bibbia, prima di lui, su Dio
Lsuqi profeti e.la sua legge, e anche sul destino dell'uomo e
pa umana. Alla fine, le promesse· del Corano· corrispondè-
.,_#i'gÙ~llè dèlla Bibbia, dato che vi viène detto: «0 Signore!

':1e~endario dell'Arabia prei-slamica, Luqman haJa sura 31 irititolata a


frgove-·egii·appare coine lin sapiente antico e un pàdre perfetto.Sarebbe
:':(ifntiproverbi, ma non fu·mai riconosciuto come.profeta.

355
Dacci quel che tu ci promettesti per bocca dei tuoi Messagg, "';
(3, 194). I musulmani sanno che Dio è il Vincitore .(gM/ìb)-{12'.;·.·'
che non ce ne'soiio altri al difuoi:idihÌi(3,l(:iO; 8,48)datoche1i
fatto a se stesso la promessa: «È nbstroimpegno sacro darvitt!:),
credenti» (30,47). ·

3. Dio biblico e Dio coranico


Tra il monoteismo della Bibbia e quello di Muhamriiad neLC
no, ci sonò tante somiglianze che pare superfluo entrate quii#t '
particolari. Infatti, tante volte viene :iffermafo che 7gli «l'l.Jri e.
(al-Wahid) e che «non c'è dio al. difuori diiddio» (la ìlaM illa.11,
come usa dire la professione di.fede1ill1slilmana (.Shahqif:a), :il#
pilastro del cùlto islamico. Lo ripete la. sura del Culto since
quale si ritrova spesso dipillta nelle cupole delle inosèh~e o~tò..
e costituisce uno dei testi basilari del catechismo. musulmano:
Egli, Dio, è Uno, Dio, l'Eterno. Non generò né fùgeriei:ato,~
suno Gli è pari>> (112,1-4). E tutti i credenti sarirìo c.he «ill\Terif
non sopporta che altri vengano associati a lui: tutto il restq~g(
dona a chi vuole, ma chi associa altri a Dio forgia supreìrtài.
(4,48). . .
E.poiché questo Dio unico è«1'0nllipotente» (al-Qah~.'.flf~
mo lo deve adorare e poi sottomettersi con fiducia à:tutthisu
creti, allche nascosti, donde r atteggia.mento fondamentalé qe
sulmano che dà nome alla sua. religiòlle{dfn):'Tìslam è prhri.a~
questa sottomissione a Dio. in tal seriso, secondo il Oor~Il.() \
veri adoratori del Dio Unico sono stati e sono ·ancora ders.ottà
oppure dei mùsulmani (muslim esseiidoil p~rticipfo a~tiv()):lek
aslama, che significa pra~icarel'ìs!a.m o sottomissiorìe}. 6 ~<!11"·
dice il Corano, la religione; presso Dio, è l'ìSlain>>o (3,i9)./da
Dio stesso «ha prescritto a voi quella religione che già raccqrri ·

7
.6 Virtù fondamentale della vera religione della natura uman<J. (ffo·a},J
missione fiduciosa»· (islam) a Dio e ai suoj decreti costituisce il 6ior~ ciellà ·
del credente un vero «servitore di Dio» {'abd Allah).·n Corano''pro\:;la ·
«Sottomessi.a Dh> (musulmani) tutti i profeti della storia, e anche akilli.i ·
scepoli (quelli di Gesù, ad esempio). Donde l'ambiguità della paro fa iSZ411i,·
ca sia quell'atteggiamento religioso essenziale, sia l'adesione alla religi9
dal Corano stesso (tramite.la predicazione diMuhàmmad). «La vera r~ligf
Dio è la "sottomissione'1 (islam)», dice il Coram:>(3.,l9): si tratta di~' ad' .
alla volorità di Dio e del dono di se stesso, un dono fiducioso, cosciente::<:•
nella pace, alla sapienza infinita di. Dio stesso. ..

356
''<l1d?òfi.eJìvèlamll19ate·/e che ràccornà.ndamnio ancora ad· Abra-
.,, •.. )'Mosè ea Gesù, dicendo: Osservate la religione e non divide~
'.~ti:i"..S.étte~> (42,).3}.
WE)l)iò,di cui parla iLCorano, è ancora il Dio vivente e sussissen-
,,.. :.jp.el'affernia, da parte sua, il ben noto versetto del trono:
~~J.ri:iù··
~f#'i}{, «Dio.! Non v'è altro Dio che !Ui, il Vivente, il Sussistente: non lo
,,4,;y •.••.. . prende mai nés9pore né sonno, a luiappartien~iutto ciò .che è
\'> ..n.eicieli e tuttociò c4e è sulla terra. Clii mai potrebbe intercedere
press6 di Lui senza, il suo permesso? Egli. conosce ciò che è avanti
a foro e ciò che è dletro di loro, mentre essi rionabbracciano della
sua scienza se non ciò che egli vu.ole. Spazia ilsuo trono sui cieli e
sullaterra; né .Io stanca vegliare a custodirli: è l'Eccelso, il Possen-
te}» (2,255). ·

. yJ)Za e misericordia sono i suoi attriputi più meditati dai mu-


·~ Certo quest'ultimi considerano a lungo l'opera del creato,
ch.lnà gran pàrte del Corano un continuo richiamo alla rifles-
.'uh meraviglioso ricordo (dhikr) delle belle cose ché il Signo-
t,ò, y cioè dei seg~i (~yat)da: lui la~cìati a coloro che sanno
. :~_çàpi~e. J\. 9uestopupto, non mancano i passi paralleli tra
~~çuliéhy y isalnifdiDayide, lnfa_tti,ilçorano insegna che
"~re~to 'i ci~Ii ·éla terrai11 sei. g1Òrnl e pÒi ·si è assiso stil. tro~
*·f~.lui cpe apparteilg()I}() la cr~azi()ne e l'ofdine?» (7,54).
4trafante·.a.Ifre,la. ~ura deÌllomanj chéfa da«salmo.dilo-'
hf~.clituttoii'crea.to: «Sia gldna a Di() la sera_,sia gl9ria a
.A
:ìti.90! Luilalode neid.eli e sullà 'tet.ra, e il pòm~riggio
qµaildo riposate àl meriggio!» (30;17-18), me11tre la sura
','_:'<gtti,eta;uriap~runa, CC>ÌJÌe lo saf!li"e'il Sahndl()4/103; le
J)'i belle o utili (16J~i28),'e Cioè «i deli e la terra, e poi1

'pgiJe g~yggi, i cayalli e nrµli, ecc ... È lui. c}ie fa sçendere


· .y,èi~l()u;. È ·lui chevi ha. soggiog<Ìto il mare ... e ha piantato
:~>; ~-rri:.entte la SU!a dd Viaggio notturno inneggia, quasi
'~!e: <{Lò glorificano i sétte cìeli e la t~rra e tUhi gli esseri
Jact:erfa. racchiudono, e non _c'è cosa alcuna che non èailti
;'.\1nyentà egli è Il1ite e indul~e11te» (17,44).
· I1.eLCora110 quest() Dio che parla talvolta alla prilna
ssi:(ndo iri eontimiaz1òne dàl singolare «Io» al. plurale
sa:tebbe «dì maestà» secondo i comnientatori - e fa!Vol~
~érsona, come se fosseun «assente», ma che dà sol.tanto
r!~i(lyYiate un,9ialogq c9~.i.suoiwoteti ch~)o mette-
.,;,();·meno alla:·pari con loro? Il suo mistero si intravede,

357
sempre dall'esterno, tramite questi novanta nove «Bei Nomi~>. (tltW~
Asma' al-Husna)1 che vengono proposti dal Corano siainfonna'~~~
minale (quasi, tutti) sia in forma verbale, (alcuni). «A Dio appart~tj~
gono i nomi più belli. Invocatelo dunque con quei nomi» (7,180)~;;
Sarebbe fastidioso, a loro proposito, presentarli uno per uno, tant~~
più che, tra loro, alcuni hanno un posto di grande rilievo mentrea.'11~
tri appaiono ben poche volte nel Libro. Il musulmano devoto ne C:§it
nasce la litania a memoria e sa recitarla con l'aiuto del suo rosariét
dai trentatrè granelli (subha), utilizzatoperciò tre volte. Moltidilà~~
ro si ritrovano alla fine della sura del Bando: , >é0!j
«Egli è Dio, non v'ha altro dio che lui, Conoscitore dell'Invisj~{1~~
e del Visibile, il Clemente; il Misericordioso! Egli è Dio: nonv;tj~~
altro dio che Lui, il Re, il Santo; la Pace, il Fedele, il Custod~tffl~
Possente, il Soggiogatore, il Grandissimo. Sia gloria a Diq 01 ':•;;
quel che a lui associano! Egli è Dio, il Creatore, il Plasmat~~~
Forgiatore, suoi sono i Noini Bellissiini, e canta le sue lodi,:tJ(
quel ch'è nei cieli e sulla terra, egli è il Possente Sapiente!>~
22-24}.

Tutti questi bei nomi si presentano sparsi nel Corano, più ci,'.
no ripetuti, talvolta abbinati, ma spesso in fine di versetto, ç
predicati in brevissime proposizioni nominali che sottolineano'
me un finale musicale, ciò che è stato detto di vero sul mi~t~
Dio. La filologia comparata ci insegna che circa sessanta nomi:e, ,
li coranici hanno il loro diretto corrispondente nei dialetti:/
semitici. Inoltre, circa quaranta nomi disporrebbero di una ra,cl~~
nonima che darebbe inizio a un «nonie laicizzato». A èontrari<J;::f'.
mi che hanno un'espressione simile o dispongono di una radì,C:P,,
le o analoga in ebraico non superàl1o la trentina, ma .sono ì ~·
vente citati e i più importanti per la teologia. Rimane allora;'
blema dei tre nomi che non sipresentano mai coine predicàtiq
qualificativi, perché essi sono dei' sostantivi. La parola Allah;·
(con l'articolo), di puro stampo semitico e di origine meècan;:i:;
usata più dl' 2.700 volte nel Corano e sarebbe dunque il «#{)';.
premo». C'è ancora la parola Rabb, «Signore di» (sempre.s~g ,'
un pronome ,che la mette in relazione a esseri, creati), I.a ~n1~1e·;
senta 959 volte. C'è, infine, la parola al-Rahman, il «MoitQ.;:

7 Si veda, in proposito, M. BoRRMANS, «I Bei nomi di Dio nellatradiiiq


sulmana», in Atti del 3° Congresso dell'Associazione Biblica ltaliana,:·367'-fi/;

358
~~~~ptpsp»i che ricorre 57 volte nel Corano, soprattutto negli ;mni
;~@i~fr~li deLperiodo •meccano: sembra essere un sinonimo diAllàh,
1~!!,rÌcha origine yemenita e forse cristiana,
f~~~içprrisponderebbero forse questi nomi"sostantivipiù da vicino àl
f~S~r~9 divino? Non sembra che il Corano voglia svelare quest'ulti-
i~~ù:P.ohè il suo proposit(>, essendoJ'inconoscibile .(ghayb) privile-
*~"Q:]pì'Dio solo; senza possibile partecipazione umana. Gli ordini di-
t'W~f11on danno l'impressione di voler condividere cori. l'uomo qual-
I~S~<della conoscenza che Dio ha di se stesso.
!!~~:~l/_.:· ....:
(\i\~> «Canta le lodi di Dio, dice il Coran9, tutto quel ch'è nei cieli e tut-
iif;iLV'.< to quel ch'è sulla terra: Egli è il Savio Possente. A lui appartiene il

I~.' :1r~~~~r~~~~~~1i~t:~~~~~~5rf.
Jt))oèDio, e l'uomo rimane uomo, ognuno nella sua condizione
".fica~ senza che si possa immaginare qualche partecipazione o
i·niOne. E proprìo quJ che illéttore abituato al messaggio della
a~i trova a disagio. Il Dio dell'Antico Testamento viene incon-
h:iomo: tanti nomi di luoghi e di uomini dicono quanto umano
sire è quest'avvicin.arsireciproco. Jl Corano conosce pochissi-
. · di luogo o· di persona: sembra undiscotso senza dimensioni
. e.oppure geegrafiche, un discorso astratto e secco!
.'lj~()i:ano, Allàh rim<me dunque il trascendenteDìo che è al di
\: >tµtto. Di lui si affennal'esistenza e poi la potenza, la prov-
. ''e. la miserièordia, ma nessuna d()manda gli viene indirizzata
~:,~mana o profetica; coine nella Bibbia: «Tu, chi sei? .Quàl è
91lle?», perché sarebbe blasfematoria .. Libro d'insegnamento
(s~ti:crvarto pochissimé parabole, nel senso biblico della paro-
}~9tano parla spesso di Dio alla terza persona, lui,Huwa, co~
ifaSsé FAssente ( Gha'ib) e non sogna mai di metterlo alla pari
-··télie creatura come viene fatto dalla Bibbia, dove Dio non
-~rd1 paragonarsi al vasaio che modella bei vasi, al vignaiolo
~!~sl!a vigna, al buonpastote che rice~ca le pecore smarrite,
9_gt;:neros9 che aspetta con ansia H ritorno della sposa infe-
J)Pér il Coran() sono parabole indegne della maestà divina.
'.#~ irragiurtgibile, tantò più che, se egli parla ai profeti e in-
~·-niz:ioni, non fa alleanza con loto e non riyela progressiva-
!:~ni aspetti della sua identità profonda, come fa nella. Bib-
j:O, <lunqué di un messaggioche;forsepertroppo rispettp,
J~nta.cii dire quantola sana ragion.e umana potrebbe affer-

359
mare del Dio creatore, provvidente e remuneratore. Non prety!l[~~
forse l'islam di essere una religione del tutto .naturale e ragiori~yç>f~i

4. Profeti biblici e profeti coranici


:~:~

Se l'islam si presenta così come un monoteismo della trasc;,~~


denza assoluta, esso pretende anche dr essere una. religione prqféttii
ca. Secondo il Corano, Dio non abbandona nessun popolo · ·"·"''
preoccupa di inviare a tutti dei :messaggeri «Come nunzi e ammo
ri» (6, 48) e Muhammad si sente dire: «Noi, invero, già manda,,
inviati nostri a popoli che furono prima di te è abbiamo colpito qti~*1
sti con afflizioni e calamità» (6, 42). C'è dunque una «Storia sac1:· ·<
islamica, in cui s.i ripete Io stesso messaggio per bocca dit~nti prof
che, tutto sommato, propongono le stesse proposte essenzi~
Corano: richiamare gli uomini allo stretto monoteismo delle·o~(
e invitarli di nuovo ad adorare il Dio unico, a sottomettersi é'.111~ ·
legge ed a seguire il suo «profeta» (nabl) o il suo «invia~o» ,.(tg.{:
Ripetizione ciclica di uno.stesso intervento salvatore diDio,p
so ogni popolo e nella sua lingua, la storia dei profeti appaTe; ·
d(ll punto di vista musulma110, come la manifestazione.nil.lltif
della stessa e unica religione diDio, attraverso l'epopea dei tes(
ni privilegiati che sonoiprofeti «che gridano nel deserto»: essi1g
no di un'elezione divina e sono inviati a popoli ribelli; concis~tj
sospetto, lo scherno e la persecuzione; solo una. «piccolàp(lrt .·
coglie il loro messaggio, mentre Ja massa del popolo sollecità..
Dio, subisce, alla fine, un terribile castigo; aLtermine di ogni.e{
profeta prova infine le gioie della vittoria divina, perché Dio è:•
che dà la vittoria, (al-Ghlllib ).
Quali sono questi «testimoni profeticì»; di cui ilCorano (l:I., ·
le grandi gesta, le parole di salvezza e la fine vittoriosa? l]oJ:: ·
si ritrovano quasi tutti nella Bibbia, anche se ebrei e cristia11i.
no lassenza di Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele etantia!Jri.'
ti di rilievo dell'Antico Testamento. Il testOcoranico celebra,:
«Il Nostro argomento, che demmo ad Abram() contro iLs~~
lo ... gli conc;edemmo Isacco~ Giacobbe ... mentre a!lteij' ·.
avevamo diretto Noè e, fra i discendenti suoi, dirigeIIIJliq
Salomone, Giobbe, Giuseppe; Mosè e Aronne ... ·Za:ccag,
vanni, Gesù, Elia ... Ismaele, Eliseo; Giona e Lot» (~ji'

Altri versetti aggiungono a questa .lista. lo stesso Adaffi .··•··


Kifl (Giosuè?) eldris (Enod1?), nonché tre profetidelrrioitg

360
jS,l~i.pico; Hù.d, Salih e Shu·ayb, Tutti questi profeti non hanno,
·~tytà;Ja·stessa'importanza e,se ilCorano consacra502 versetti a
:, · 245adAbramo, 131 a Noè e 93 a;Gesù, è perché essirappre-
(~o ~nomentLdecisivi-dell'mtervento·divino, essendo .Muham-
giiL«stiggello dei.profeti»_ al quale il discorso coranico vie1_1e
ssotìfèrito o.consacrato. Uri corifrontotra Corano e Bibbia siri•
· ,lh :proposito, tra i più chiarificatori, Basta vedere comeAbra-
1\4.'psè e Gesù vengono presentati nella foro vocazione personale
~a foro missione profetica.

.·~ràm0 '(Ibrahfm), ·«l'amico di Dio» (KhalflA/lah), èil grande


-~pne pel .monoteismo e il coraggioso distruttore degli idoli.

«Pisse a Suo padre: "b padre mio! Perché adori ciò che non odé e
-.11on: vede e n:on ti giova nulla? O padre mio, a me, in verità, è
giunta, da Dio,. una parte della scienza che a te non è arrivata; ·se-
> gwmi dunque, e fo ti guiderò per una via piima"» (19,41-43).

}ijtfpve, ai suoi avversari, dichiara: «Disputerete voi riguardo


o.P:i.mentre Egli mi ha diretto?» (6,80); «Il vostro Signore è il Si-
'.fe_9ei cièli e della terra, che egli ha creato, e io di ciò rendotesti-
€1a)1i;a» (21,56). Per questo la risposta di Abramo fu molto sem-
~<\.<fEcco, ip vado cial mio Signore, il qual~ mi guiderà» (37,99).
~~i,s.o~()w,issione.gli fruttq il compito di accogliere gli inviati di
~e gli annunciarono la distruzione delle città peccatrici (So?q-
,,@~1llorra) e la nascita di un. figlio (Isacco). Primo «sottomesso»
!iw)cd~lla storia,,•egli accetta diimmolare il figlio.che Dio gli
'•·;; fòm~sso e dato, e di cui il Coranotace stranamente il nome, 9

\1e#a, in.particolare, su questo _punto, Y. MoUBARAC, Abraham dans le Co-


; ,P~ris}958, 205. Studi a:pprofonditidovrebber~ esplorare le corrisponden-
'.tj,:)r~ il testo coranico e «i priinidnquantà anni della vita, di Àbra,mo» seco.n-
' f;/i.<(Y.ashar, dove trovia:indtuttòil dialogp monoteistico di Abramo con suo
à]3i§bia «orale» e i commenti della Bibbia scritta hanno spesso ispfrato di-
)'.insegriamento di Muha:mmad.
ùasi tr~ secoli, la tradizione musulmana ha esitato tra Isacco e Ismaele,
qi,ge!~i alla fine a favoredi quest'tiltimo. Si veda suil'argomento J. F<Ìl'ITÀI-
, ... àl!iftn; chercheurindéperidant daris la question du, Dhabih. Allàh"», in
.-·s)/116(1966), 421.432;M; HAYliK,,Le Mystère d!Jsmael;··Mame,. Paris
.::''DAGORN ,'.La geste d'fsmtiel d'après l'onomastique et la tradition arabes,
, }.cli M. Rodinson), Champion, Ginevra-Droz-Paris 1981, 426.

361
prima di vederlo sostituito da un«sacrificio solenne». Si sache qp~~
sta obbedienza esemplare è ricordata, ogni anno, in uno dei riti~d~~
pellegrinaggio alla Mecca: proprio per questo la «grande festa».(41~1,
<fd al-kabfr) è anche chiamata «festa del sacrificio» ('fd al-adh'a)~'
Nelle sure medinesi, Abramo è presentato come.colui che ha re~
staurato e purificato iltempio (Ka'ba) della:Mecca con l'aiutò cli sri:~
figlio Ismaele, come l'intercessore profetico in favore della «madre:
delle città» (la Mecca) e come il fondatore del culto sincero dei veti;
monoteisti, prima di Mosè. A questo pllnto, l'islam è proposto coiQ~.
la restaurazione perfetta del monoteismo abramico. Questo spir?ìf
perché «la fede islamica si riferisce volentieri all'esempio diAbraiµ~
per sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dìo» (Nostra Aeta(e:~
3). Però debbono essere sottolineate delle differenze importantiir~
l'Abramo coranico e quello biblieo. Nel Corano sVignorano coi:rtpl~q
tamente le «promesse» fatte ad Abramo di una terra e soprattuttOCl.i
una discendenza, in cui «saranno benedette tutte le nazioni dellàter~
ra» (Gen 22,18). Inoltre la preferenza manifestata a Ismaelèri~1·'
confronti di Isacco el'opposizione che ne consegtietra.i popolich~;s1)
riferiscono all'uno e all'altro, sollevano più di un problema e genei'~~
no molti contrasti. ·· <'~;·:~
.·.,_;~->-:ti~
b. Mosè 10

Mosè (Mitsa), «l'interlocutore di Dio» (Kaum Allah), si pié~~~~


ta nel Corano come una figura abbastanza simile a quella deFE~pJ~:
dell'Esodo. '.'fh.•:
,_);_:Af~\
«Ho scorto un fuoco», disse alla sua famiglia; «forse potròtroyif~
mediante il fuoco una .direzione>> (20,10). . ;q;;4f;
···-:.;.f;~.1

:----=·.v_i::;'.i~~

lnfat::~::.::lta dunque &e.ti viene rivelàtoofil~


ciò
o{
Io sòno Dio, non vi è altro dio all'infuori di me, seryimie ':":~
la preghiera invocando il mio nome» (20,13-14). ''

: ...:-'·-'

10 Si veda, in particolare, Y. MoUBARAC, «Moise .dans le Corail» e L. .. GÀii~


«L'expérience intérieuredu prophète Moise selon quelques traditions siìfieS»f~<:Jil,RSt{

"'1
pera collettiva Mo'ise, l'homme de l'alliance, Desclée,.Paris 1955 rispettiv'amerit~;~flil~

:~ 393402
wzc:\:::p ~isonole prove: c'è il suo bastone che diventa «serpente che si
t'~~~eia çorrere» e la sua mano che «esce bianca (dal suo fianco) sen-
i~~:~lc1:1n male» (~Q,20-W). Mosè :aiutiltoda suo. fratello Aronne si
~t~·$l quindi «datFaraone che è ribe1le». (20,24), e sembra avere co-
,Jni~;.Hrllll,a missione il difficile compltOdi .convertire costui e il suo
3~9P8l<talvero monoteismo, prima di ottenerne ilpermesso CÌi porta-
ft~.r:.Yiil i. figli d'Israele nel deserto.
~~;ç.i: ~a prova del deserto e il peccato d'idola~ria del suo popolo indu-
tcer.t? K-fosè a farsi J' apostolo del monoteis1110 presso i slloi fratelli di
~~~a; così egll dceve la ~~r:itiura {la.Tor<th) net Sinai e distrugge in-
'[~~jl«vi~ello d'oro» che i figli d'Israele 11vevano eretto su istigazio-
i~ìtè.:;#fa}-S~miri, <<ilnegatore di I>io».)n seguito, ilsuopopolo gli cli-
{':''.§fra solo ingra~itudine, malgiadQisegm ripef11tLdeU'acqua dalla
~à,,.clelfamaqµa e delle.quaglie, e sì vede condannato a•errare
;{q#ilr~nt'anni nel deserto, e infine :Mosè muore solo, abbandona-,
··.·a.tutti. . . .
.'i sua, esperienza è forse illcomunicabile? Il testo coranico sot-
eiiAil suo privilegio insigne:. «Pal lato destro del Sinai_ lo chia~
,:_oe loface1Ilnio vènire viçino a noi per un colloq11iosegreto»
~2}: ~ per questo che Mosè cercò ditrascendete la sua doppia
gi<:>Ile di proféta e di inviato per sòlledtare maggiormente il fa-
,d.f bi.o? . .· ·.
«Quando Mosè"venne all'ora da noi fissata e il suo Signore glieb-
. Qf! parlato, d.isse: "O Signor mio! M:ostra a.nie la tua gloria, affin"
.• ché io possa. contemelarti'.'. -"'.fu non mi..vedrai", gli disse Dio,
.... "guarc;la piuttosto alla montagna;se essa resta fehn.a al suo posto,
tti, mi vedrai"' Ma quando il .Sì.IO Signore apparve nella sua gloria
.·. sµlla montagna, egli la ridusse in polvere e M6sè cadde a terra
escuiime» (7;143) ..
. est() Mosè coranico corrisponde; più. o meno, a quello dell'E,.
· :tylosè ha parlato con Dio e ha rischiato il «faccia ·a.faccia», ha
.Piffrbntare faraone e il st.fo potere, è riuscito a liberare il suo
~. e atras:ril.etierglila legge nefdeserto; ha anche.cercato di eli~ ·
eognidesìdetìodi ritomate agli idoli e alle co:ril.odità terrene.
i():Ilò ben presto ,_però, delle differenze non del tutto minori:
·.ncm. si trova nel Corano menzione né della «decima piaga»
~si(>µedeiprimogeniti)né dell11 pasqua che ne è derivata,, come
· ' ·ento :decisivo dell11 storia e prima istituzione della iiturgia
" così come. non ,vi si ritrova l'enup.ciazione delle reciproche
...e:diÌ)iq .e· del popolo da.hiLsc;elto, derivatedall;alle~nz(i dèl
an~he se, sostanzialmente, nel Corano si trova il decalogo.

363
c. Gesù11

Gesù ('Isa) è presentato dal testo coranico come figura posta'fj~ti


dal principio «sotto la protezione» di Dio «contro Satana, il lapigàf;i~,
tO» nell'istante stesso della nascita di Maria, sua madre, poichée'gi,J.,it
ne costituisce «la discendenza» (3,36), preannunziata da Giovanni{;
come «Verbo venuto da Dio, e veridico» (3,39)~·· Annunciato a:M~W'i;
ria dallo Spirito che «apparve a lei sotto forma di uri uomo perlet~fo;
to», Gesù è subito proclamato «un segno per gli uomini eunaproY,.~0)
di misericordia da parte nostra» (19,17-21). Vi è Maria «colei clj;~-ii
m
custodì la sua verginità e noi alitammo lei del nostroSpfrito,.ef~f%
:cemmo di lei e di suo figlio un segno della potenza di Dio perle çr~~~~~
ture» (21,91), poiché «è eosì che Dio crea ciò che vuole>> (3 ,47)~:;~;fl
così che il Corano propone il mistero delle originidi Gesiiattravéi%§i!1
due racconti dell'Annunciazione e una descrizione della nàtiyit~~1
(19,17-21 e 3,42-47; 19,22-23). Dio non ha forsedeciso che «ip§~i~~
gnerà a lui il Libro e la Sapienza, fa Torah e il Vangelo» (3,48)?. ..9;l:~f:~
sì Gesù viene «al seguito dei profeti, .. a conferma della Tor3.h,t{'''.3~i
lata prima di lui, e gli demmoilVangeio, in cui è guida eW
(5,46). «Inviato al.figli d'Israele» per portare ioro <<UD segno deJ}
Signore» (3,49), egli dichiara: «lo sono venuto per. .. perniette : ,, .,,,,
usare in parte di quelle cose che vi erano state proibite» (3 ,50)/:':'o·:·
«prove incontestabili» (miracoli) della sua missione sono innume
voli: fin dalla sua nascita, egli parla a sua madre «con dolcezza»· '.
me a tutti e a tutte, mentre è ancora «nella culla» (19,24-29), p1r·
uccelli d'argilla e infonde loro la vita, guarisce il cieco nato e iLf
broso e risuscita i morti (3,49; 5,llÒ), prima di ottenere daDios(
so che facesse discendere dal cielo, a favore dei suoi discepoli
l'avevano chiesto, «una tavola imbandita, che sia per noi come
festa, per il primo come per l'ultimo di noi» (5,112~115). Il suo .·
saggio è molto semplice, poiché suggerisce alla sua gente di ade>
Dio che è «il Signore mio e il Signore vostro», perché «quest
retto sentier?· .. Temete Dio e ubbiditemi» (3,51). «lo sorto ven:

11 Si veda, in proposito, J.M. ABl>-EL-JALIL, Maria et'Islain, Presbyteri\i '


dova 1961 (tr. italiana di Marie et l'Islam, Beauchesùe, Paris 1950, 90; M. HAYii'
Christ de l'Islam, Seui!, Paris 1959, 286; F. PEraoNE, Cristo neltlslam, Edizi!) ·
sioni Consolata, Torino 1964, 134; A. MERAD, «Le Christ dans le Coran»,iI1i{'
l'Occident musulman et de la Méditèrrariée, 5(1968), 79-94; G. FJzzAJi.m;Ilfi .. ·
Cristo nell'Islam, IPL, Milano 1989, 257. - ··· ·

364
~gj;ço.nJa ~apienza, per. chiarirvi parte. delle questioni di cui siete di-
~Q,oi:di»<(43;63 );
b; Tut(o finisce drammaticamente quando «Gesù si .accorse della
fqrC)jncredulità» e, dopo essersiassicurato che i su()idiscepoli etano
ftgljc ausiliari diDio» (3 ,52-53), maledicèj giudei (5,78) e si rimette a
Wì<? «il migliore tra quelli ché tendono inganni» (3,54), In realtà, nel
't~$to coranico, Gesù sfugge alla sconfitta e alla morte, poiché «Dio
:9is,sè·: "O Gesù, in verità, fo.tiJarò venire alla tuafìhe, ti eleverò fi.,
ij.g)aMe,ti libererò da coloro che:non credono"»{3,55). I giudei
~@.lJ;to1.10 dire di sé: «Noi li abbiamo puniti; .. perché essi hanno detto:
%iÌ#.iveti,tà, noi abbiamo ucciso il Messia, Gesù, figlio df Maria, il
gfqfeta diDio~', ~entre essi non Io hanno ucciso, non rhanno croci~
~~~(!),;questo. è solo sembrato loro» (4.,157). Se. tµttì i musulmani af-
f~rll1.a.no; con'iLCorano; che egli è .ancora vivo, molti cred<ino .che
~~~gµ:certamente è.un presagio dell'Ora» (43,61) e deitempiescato~.
f.qgic1,.e che ritornerà come musulmano per essere «testimone con-
:,fq,Jli gente del Libro, il giorno della risurrezione» (4,159), dopo
:~y.~r allora conosciuto la in orte come tutti i mortali, realizzando così
:m;,·~i:setto essenziale: ~<Che la pac~ sia· su di IIle il giorno in cui nac-
~J!,i,}l gior110 in cµililorirò, il giorno in cui sarò, risuscitato» (19,33).
~J;i1§ç;)He~te sono le dimensioni eccezicn1(lli della'persona di Gesù che
· · ·<:fra,iio propone ai 11lusulmani: .«Il Messia, Gesti, figli() diMai:ia.»,
o!~ta, .e. i11viàto •. è Perfetto <~servitore diJ?io~>, «purissimo, beqe-
~'.,gl:i. Dio.e. dok~neiconfi:onti <li suamadre, né vfolento né infe.,
~!Stè~·rn~·piuttosi0 «I1el nuiilèro (lei,sariti» e «di coloro che sonq viéi~
···· Dio,»petchéegli Ì'ha gra..tW.ca.t~)coni«Suoi benefici». Creato dì-
.rtJ.~~t.ecla lui; cò111eAdamo, egli è «Verl?o:venuto da.Dio e de;-
~ <2§.f.èXn Jv.laria», dipe'nde da un interv~nt<Jdellp Spirito c;he. Dio «in-
~~R~~jIJ. Nari~» ed.è più yplte «fortificato, dallo Spirito di Santità»:
., · · ·,.,. ·p, Ìl Me~sfa, Q~sµ~ figlio di Maria, . è ff. Profèta di .Dio; il. suo
· ,çi:c;~e ~gligehò 1n 'M,aria, e un.o Spii;itg prov~~fonte da Lui»
M'.Ma ilCoranoprecisa, altrqye, cpe J?fo«pon ha preso per sé
·~.p~J).sort~ né alcun figlio» .f72,3), poiché «egli non genera e
#i'generato» (112,3); così, «Coloro che dicono: "Dio èiiMessia,
..... L:"cii'MaJ:ia" sono ~mpi» (5,17), come lo sono anche «quelli che
[t~j§§J:l'o: "Diq è il. terzo dei trè"» (5;73): «Non dite: "Tre"· desistete
'"'· "'· '. h(1,17V., l!n ultimo vers,e.tto .rias~m~e tutte le 11.egazioni cora"
.if1);1n~teria trinìtaria,pon~ndoMaria con Dio e.Gesù;·nel seno
:a:$tJ,"~Il8,'«triade», «Dio··disse: "Q Gesù, figlio di Ma_ria,hai mai
'''j~I~;t19IJ:linì: .Pr~pdete,me· e m,l~. magre cpme 'c:lµe 4iv.inità ac-
./~;Dfo?" - "Per tua gloria, µo", rispose Gesù, "perché dovrei

365
dire Ciò che io non ho il diritto di dire? Se l' avèssi detto, tu lo saprefi~
sti, poiché Tu sai ciò che è nell'animo mio, mentre io noli so cìò ç~~~
è nell'animo tuo"» (5,116). {';xg~
Così viene fatta, dai Corano, la rHettura dei Vange.li canoni:cr,~t~
soprattutto apocrifi, quando si tratta di precisare il profilo. profetisf>.{;!
di Gesù. Non mancano, certo, i versetti di rispetto, mai tanti pti~~;\
legi da loro descritti sembrano regali superflui,,senza1egame comi:t5,,
dentitàultima di questo profeta simile agli altri e,però~ dissimile{(:}#);;
tutti! Molti interrogativi si devono esprimere a proposito deisil ·
e delle negazioni del Corano: non ci sono né battesimo, né pasq .
né epifania divina, né vittoria sulla morte; ma un semplice minìstér9~'
profetico, il cui insegnamento si accontenta di affermare il IIJ.ono~~~~j
f
! smo abramico e il culto sincero! Infine si tratta di un Gesùflsa,pl"Q~j·
i feta dell'islam ed annunziatore di Ahmad/Muhammad (61,6), c;Jie.'~~~
contrappone al Gesù/Yaszt del Nuovo Testamento, il quale siriye.:l~i~
Signore e Salvatore. ,{;$)'

f 5. Legge biblica e legge cotanicau


Tutti salino l'importanza della legge in Israele:il Deuforonohjt~!~
'I
è un codice che tende a reggere tutto l'ordinamento terresfredèlH_~t~
polo eletto, dato che ogni profeta è sempre datore di leggi àl suopp~~
poìo. È proprio così che il Corano int.ende la missìone dì Mos~;é~.~~
Gesù e di Muhammad: si tratta di tre leggi ripetitive che costituisè~f~i:
no le tre «religioni celesti» (diyanat samawiyya). >'f~~
Per i musulmani, il Corano non è tanto i:ivelaZìone sul mistet&"èìt'.
Dio 'stesso quanto rhanifèstazione della sua presenza/esisterizif «~!~l.~'
na» e della sua volontà/legge sul comportamento dell'u?mo tierçQ!l~~
fronti di lui (culto) e del prossimo (morale). Là legge islamica{~~~'f2
rf'a) riassume dunque, come in Israele, regolamenti liturgici, p~{~·~~
pi morali, statuto personale, rapp()rti sociali,, cod~èe penale ecb&~g~
tuzione dello stato: gli studi comparatistici; pr9seguiti ìn tutti qp~~fì~
settori, dimo~trano all'evidenza quanto il Corano ha preso d~.~~~~
.q>~l
••"<!{:

12 Non mancano gli studi sul dirittoislamico (Fiqh), neanchelè traduzioiiì ~i}':··
nuali classici in tale materia. Per il dibattito contemporaneci attorno all'atfuazfo'
l'applicazione della Sharr a, soprattutto per il diritto della famiglia e le pene . ·

I che, si veda «Débats autour de l'application de la Shari'a», in Etudes Arab'es.


(1986), 240 pc (testi in arabo etr. francese) (con,tral'altro, un progetto diCodic'
nate. «coranico» in Egitto).

366
~\t~jk.4~<J e qmi.µto la trapizione musulmana (Sunna) è debitrice. alle
· \l'Israele (Talmud). . . ·
$'e.·ciele'al ritmolunare dei mesi dell'anno liturgico (ma avendone
}'ÌLtredicesimo mesé intercalare, ilnast per motivi di pa-
•. erra, 9 ,37), il cculto islamico conosce tante assomiglianze con
:$gq~H<f'ebraìco! La preghiera {salat), per esempio, suppone che il
1:igt~4e.~té •sia puro: l'impurità mino.re e quella maggiore eonoscono,
.i!Slaìn come m Israele; le stesse cause, donde le abluzioni purifi-
i'ci\'(arich'esse minori o màggiori), soprattutto quando si tratta
/·.--, ~ Condizioni fisiologiche delle donné. Il digiuno, l'elemosina e il
'.';fì~iM#:inaggio, per conto foro, inchidonò tanti riti e regolamenti
f;!~~a~isj_niili; bastaparagonare, in proposito, ilhagg dèi musulmani
'"'"·/<Mecca e il pellegrinaggio degli ebrei a Gerusalemme.
, ;ÌFdecalogo appare nellà Torah· come la nuova charta: dei mono-
),... ,.J{fi:s20,2-17; Dt 5 ,6-21). Il Corano rie riprende ilcontenuto det~
:":f4gJi:ato,purdimenticandonela forma letteraria (17,22-39):ui::ticità e
jù~M&ceµ(jenza di Dio (17 ,22-23 e 39), onorare i genitori (17,23-24 e
€~~)i·;cµo11 uccidere (17 ,31é33), npn fornicare (17 ,32; 24,2-3), ade.m-
~~~i[téle·i:>ròmesse (17, 34), rispettare i beni ela persona.del prossi-
0)(fil'.~i(~7;27~29 e 34-37). Così si può.dire che l'insegnamento etico del
··· Jiosi·fa eco fedele di quellcrdell' Antico Testamento e tende an-
;~recisarnel~applicazione neirapportifamiliari, commerciali, so-
"té'politici(dato che, a Medina, Muhammad, dal 622 al 632, fu
m.afo· o costretto<a organizzare lo sta:to islamico che stava na-
~& allòra). Infatti, centinaia di versetti, più o meno· giuridici, co-
'J:scòrio Ia matrice immutabile. dei ·codici moderni del coìnìllercio
Ua-fàmiglia, oppure dei codici penali. In tanti casilalegge delta-
~; riprèsa dagli ebrei (5AS), vieriè presentata come «fonte di vi~
)a.bile per·la società (2, 178479): la flagellazione o 1a làpidazìoné
·· ~r~One, ìl cui adulterio è dimostrato, risale, infatti, alle dispo-
per
·. 'della Torah stessa. Infine, non è caso che i fondamèntali-
fl.tlllustilffiani e gli ebréidi oggi, vanno d'accordo in modo op-
·; Pef rivèndicare un rapporto semprepiù stretto tra «religione
·o». : da entrambe le parti; si pensa soltanto ad una legge divirta-
te rivélata e valida_per tutti i tempie tutti i luoghi, di cui lo statò
:6el'interprete e l'esecutore. A contrario, pe:ri musulmani che
arj.o la fedeltà alla volontà di Dio e la ricerca faticosa delle vie
#che e mistiche per raggiungerla, sembra che il lungo Sal
'1,:~}ia ripreso a versetti e commentato a lungo in tanti passi del
~O'.:;<<M'insegna, {) Dio; lavia dei tuoi statuti ... la tua legge è la
,.a~H.zia>~ (119/118, 64 e 174). . .

367
6. L'uomo biblico e l'uomo coranito13
L'antropologia coranica si rivela, 11nch'essa,tra le più fedeli'ajI
presentazione biblica della condizione umana, rifiutandone coe#{'..
temente la promozione a qualsiasi posizione superiore che: 11e c:~tiiktf~
bierebbe l'umiltà ontologica, Infatti il Corano è una. lunga ,med.it#.:i1}\~
zione sul Dio creatore e sull'uomo creato: concezione, nascita, ~,c:l~.';i~'.
lescenza, vita adulta, vecchiaia e morte costituiscono altrettanti w~fi~1
tivi di ringraziamento,Ja cui espressione coranica riprende, In!;>~µ.~}'~
lingua araba, quanto viene detto ueUa Genesi (1,26-31; 2,7} e/ · '"'
Salmi (8,5; 71170, 6; 90/89, 9-10; 139/138, 1e13), e poi .neiliq ·.·
Qoèlet (3,2-8 e 21-22) e della Sapienza (9,lA el7-18). Mac'è·ah
una domanda: qual è la missione dell'µomo, secondo il Col'a
Al centro della sinfonia universale, Dio ha dunque creatqJ' .~Jii
mo «d'argilla rappresa» (37,4) «Soffiando dentro del su0Spi1:j,tp_z~;0
(15,29): non mancano i versetti che precisano i particolari di taJ.e: . ·;;.;:;1
gioe (23,12-14 ad esempio). Quest'uomo, però, si vede preferitp:',
Dio al di sopra di tutte le creatµre: «Noi molto onorammo.:jJi
d'Adamo e li portammo per la terra e sul mare .e delll.Iqo }9r9 p!)
videnza buona, e, su molti geglLesseri, da noi creati, pref~r~
grande» (17 ,70). n segret9 ne sarebbe allora una prima, alk~:
concordata tra Dio .e gli uomini: «Equando.il tuo Signore t.rass~:
lombi d'Adamo tutti.iloro discendenti e li fece testimoniare cori
se stessi: "Non sono lo, chiese, iLvo~tt() Si.gnore?;':.Ecl essi:ri~if .
"Sì, l'attestiamo!"» (7,172). Anoill:e diquestadignità,.tuttelt:/
ture vengono, secondo il Corano; mobilitate al servizio deU'uom
tratta del taskhfr universale, perché «è Dio che; .. vi ha.soggipg
fiumi, e vi ha soggiogato il sole e la luna ... , la notte.e il giorno; e
dato di tutto quel che gli avete chie,sto» (14,32-34). · · ·.
Ecco il destino singolare dell'uomo. S.econdo il Corano;.~··
accettato un «pegno>> (amana) che,nessun'altro ha mai V.()lu.t&'
mere: «Noi ab biamo proposto il. pegpo ai cieli e alla terra, e ai aj~"
ed essi .rifiutarono di portarlo, e n'ebbero pau.ra. Ma se ne é~~,
l'uomo» (33, '72). E nonostante che l'µomo sia «ingiust_o e ci'9gil.i:f
ge ignaro», debole e ignorante{4,27; 16,78; 33,72), Di9gliha9M
compito di essere il suo «vicario/califfo» (khalifa} sulla terra (2;,~

. . 13 Si veda, in proposito, M. BoRRMANS, .«L'uomo tra Dio~ il creato (se~t~i!


liffale e/o mediatore filiale», in Atti del III Convegno mternazionàle. Incontrò 'tFcf:
stianesimo ed Islamismo: Dio, Uomo, Natura; Palerìno·1985, 48~58:: •>< 'i

368
iff~!i>~' per qu~tò 'dhe .il•. CC>rallò, in cinque testi paralleli; ricorda
·.· ?ù9nl.o•è·'stato n:tèsso al di sopra degli angeli; ~ato che quest'ulti-
• .'~··vedono .invitatida Dio stesso aprosternai:si.·davanti.all'uomo:
,}cìiiàJldodicemmoagli.Angeli:···••prbstratevidavanti•adAdanio!''
~~t~i~f::si prosternarono salvo Iblis, che rifiutò superbo efu deiNega"
Yf9Q>>•(2;34; 7;11, 17,61; 18;50;20,116). Tale dignità si manifesta an-
$a:nelfat1:o'cheJ)io «insegnò i nomi ditutte le cose» soltanto ad
in'<:>, rispetto al quale gliangelì riconoscono la propria ignoran-
;<Sfa gloriàaTe; essi di.sseto, Noi non sappiamo altro chequeltti
:fil'iiisegnato»)Di conseguenza, Dio disse: «0 Adamo, di' loio
'ye in.01ni di tutte le cose!» (2,31~33). . ·. .. < .. ·
, irès~o ~espno delfùomo; riel Corano, assomiglia molto a quel-
efl',5ritìco Test~lllen,t().. PllÌ rimanendo sèmpre «servitore di
:t'tikd. Allàf!), egliè chiamato ad essernè il «vicario/califfo», il
)~:adoratore e poi l'interlocufore privi~egiato, dato che Dio ono- ·
liuòniinida_lla sua rj\relazio:ne, man,cJ.andoJoro·profeti e da:ndo
;;r··r()'libri: secondo il Corano; Dio parla agli uoririni e quest'ultinii so-
. · '@que«iriterpèllati» e, dalùi,·.·resimotalillente· «responsabili»
.,, .·. , ròattiedelle loro intenzioni. Tramite là storia sacra delle rivec
f' -~'!''.'•: 'isùccessive, per: mezzo di tanti profeti, il credente musulmano
IJ.tafinalmenfoil «testimone» (shflhid}di.Dio,dòndefa «profes~
edifede>)islamica·benconosciuta:«Attesto che Dfo è DI.o, dun-
~psòno»;' potrebbe finalmente affermarè questo credente, dan-
o.sÌFàvVio àl-còsiddetto «personalismo» dell'islam,

:~~atologia.. bìhlica ed escatologia coraÌlicaH


· iiaianno illa firie deìla storia, secondo il Coranb; un«ùltimo
··~;~:~~a risul'ì-ézione gerieralé e un giudizio universalé: Uil para-
~'~td~no'(gwnn~) e uh inferno/fuoco (nar) saranno alloraJe di~
dei benedetti e dei maledetti eia Dio. È così che sisviluppa Eul-
#ticolo del c:redo musulmano (2, 285; 4, 136). L'.escatologia
jça,,_ii,1fattj,, sisviluppapartendo eia. tanti passi deµa. Bibbia che
-:inJraveclere
.::~' . ··. ....
'-.--·.;.·, •'
u~a firie:dJ,"allllhatiCa·
- ,_-'. ' . '
della'stòcia
.
-_
. (lé. apocaliSsi)
.
e

···~ tdrsba questo livéllo dell' escafolcigia ch6 Bibhi~ e Corano divergòno ih due
0
''òpposte, dato 'Che i'A~tico Testaménto preanmlileia e'ptepàra la <<promo'-
. rjii~jpiiJmente spiritua,le» !lell'uqmo tale quale Viene preeisata .dàl Nµovo Te~
·to;.itìen!fe il Corano e l'islam ll1antengono}'uomo beato n,el quadro di unafe-
'):~e'Sl:fe·nJilì:dvà(a: Ne parlà 11 Iùrigo Abdélwahab Bouh<f~da iiel' suo libr6Lase-
eìì4slimi; PUF; Paris ·1975, 99cl02,

369
articolandosi sull'insegnamento dei due Testamenti, ridotto. a ql:[é1I9?~
di una semplice, ma reale ri~creazione in: condizione del tutto: um~E~~
na. Anzi, l'escatologia coranica viene per prima neUa predicàzi()#~q
di Muhammad alla Mecca, a conferma del suo messaggio di gilistiiia{
sociale: i ricchi che non hanno pietà «della vedova e dell'o:i:fal1p>?;1
verrannò castigati per sempre, ma coloro che hanno soffertol'ingip#;'.
stizia troveranno finalmente la felicità. Il messaggio dei pròfetid':I1 ..
sraele viene così tramutato e legato al dogma coranico della risuf'Jiè;.'\
zione dei corpi e della retribuzione delle opere. Forse la. sura d~'i\:
Terremoto esprime tutto questo con tanta sobrietà e chiarezza:fffl
«Quando sarà scossa di scossa grande la terra,. quando rige#~fà\j~
suoi pesi morti la terra, e dirà l'uomo: "Che cos'ha Ìnai?":lnq@tJi
giorno la terra racconterà la sua storia, perché glielarivelerà'if~m;:;
gnore. In quel giorno gli uomini a frotte staccate verranno afii'lsi'i~
mostrare le opere loro. E chi ha fatto ùn giano cli bene lo v'edrà?~f:('i
chi ha fatto un grano di male lo vedrà» (99,1~8). \>/és
·::_;_~Wt:.\:1
Non mancano, nel Corano, le descrizioni poeticamente perf~tf.$~
di quest'«ultima vita» (44;51-55; 52,17-28; 55,46"78; 56,7"24),d()v~;~;
tutto può essere interpretato «ad litteram» oppure comè paràboJ4%~~
L'inferno però, come minaccia per i cattivi, viene forse più spe~~~
descritto, ma la speranza del credente coranico sarà allora disentit:~W
dire: «E tu, o anima tranquilla, ritorna altuo Signore, piaceilf
piaciuta, ed entra fra i miei servi, entra nelmio paradiso!» (8~f
30), dove «volti in quel giorno saranno splendenti,al loro S~gp'o
miranti» (75,22-23). È tutto quanto il Corano lascia immaginàrep_
la felicità spirituale dei beati, ritrovandosi così fedele alla tradizfrf'~~
dei libri sapienziali dell'Antico Testamento. Il beato vi rimane? ·
sempre, nella sua condizione di creatura «piacente e piaciti!~(

8. Conclusione
L'approccio coranico al contenuto globale della Bibbia, SQP
tutto dell'~tico Testanìento, appare così abbastanza chfarOe'è;: ,.
nale. C'è un legame, certo, ma è difficile precisarne l'ampiezza e~~!~~
ta e poi le modalità letterarie. Nessun testo coranico intende, irifa#p:;~
citare «ad litteram» qualsiasi versetto della Bibbia, benché veng~}:
spesso af!ermato che _qu_estò Li_b~o dei musulmani «viene· a conf~rJ.$~!
delle Scntture antenon», e c10e della Torah e del Vangelo/Jrigtl,i;~
Nello stes~o tempo viene semprè ~~eso da Muhamm~d e ~Ò:i.}~~~~
musulmani che questa Torah non. e 11 Pentateuco degh ebrei. e.ç1~
~:Y~fiì~t~
m ~
~;g.~e,st'1rigil~on è finsieme dei quattroVangeli dei cristiani: Torah e
~:tJ#g.tz doyrebbero essere simili a,lCorano stesso, e·cioè costituire un
~i:!ìi~saggio monoteistico che invita alla fede neL Dio unico, al culto
ff'.&ineero, alla morale personale e sociale, ecc., mentre il Pentateuco
ià;à~c;qntaJa storia di Mosè e dei figli d'Israele e. il Vangelo quella di
f:,t(B:ysù' e defr.suoi discepoli!
~;;e· •. In un modo che sj rivela stranamente abbastanza simile a quello
;\{l~F~bfisapienZiali de,llaBibbia, il Corano propone riflessioni e me-
~s~ll~2:1oni sili fatti delle rivelazioni anteriori e della storia dei profeti
:;;c.p,~(i111;hu:te il suo lettore a,d aderire al vero monotbismo primordia-
:;J~.;;:qi.l.ellq di Abramo e, prima di lui, quello di Adamo, e cioè il mo-
;;:tì',~fdsm.o della «religione naturale», innata all'uOIJlO «ragionevole e
ii;:~?Qp.()~>. È per questo che, da un lato, il suo insegname11to su Dio, i
i,rl~rofeti,la legge, i'11omo e l'escatologia, assomigliatanto a :molti pas-
~~i~_kdella: Bibbia. Mlihammad è stato l'ascoltatore fedele di quanto ve-·
' · ·· ). trasmesso qralmente della Bibbia scritta e dei suoi commenti
'b.inici all'inizio delVUsecolO: ìl Corano rappresenterebbe la sua
ètturairiterpretativà» di ql.lantq ne aveva capito per illustrare la
•;;éspèrieriza personaie e dìrimsfrare l'autenticità biblica del suo
SSaggio.
:;J:ltiali so110 statiisuoj criteri personali 11el ritenere ed esàltare al-
·µtfatti e personaggi; e nel dimenticare o cancellare altri? Chime-
. )a Bibbia scritta, a lungo, e ne conosce il contenuto pe:tfètta-
~l:e rimane almeno perplesso davanti ai silenzi significativi del
'• ; gl)ei confrqnti di questa Bibbia. Perchénon y~ngonomenzio­
éfc;it;ùi i profeti d'Israele e i loro messaggi? Perché viene omessa
;tjla_piaga d':E:~tto, .c;0 sì !mp9rtante per l'Esqdp, e perché si fa
alla
,~}fonzio attotn9 Pasquà degli ebrei? Perché il battèsim() d.i
.#pn Viene raccontato, puressendopresentato Giovanni come
r~cl1r.sore {non è il Battista, ne,l Corano)? L'elenco di queste
·igpj.() di1Dentka11ze. sarebbe troppo lungo e sl1scitep~bbetrop~
'!~jjoga_tivi. ·ru.mane però.questo fatto singofare:non si può ca-
Jì;(29r~110 neile sµ~ sottigliezze senzaconq~cere il quadro biblico
'.'~Jpriadell'umaniià ~ de,i messa_ggeri di. bio, Approccio origina~
_qµe, çhe ng11 sijascia inquadrare dalla critiéa esegetica: il Co-
}presenta c01ne unmosa_ico dove iµolti pezzi provengono dal-
'bl.)ia, ma ritagÌi(lti in modo specifico e dove la ricostruzione sia
p~siatematica richiede tanto sforzo e sbocca.su molte sintesi di
· interpretative! Si tratta dunque di una ri-lettura «stii generis»,
.fu.tervi~11e deé:isivamente la personalità di· Muhammad, . tant'è
}cli~ iì :t~sto stesso del Corano ristrutturaJa storia dei profeti a

371
suo favore e scoraggiai musulmani dall'~dare aconsµltarei Libri
degli ebrei e dei cristiani. Quest'ultimi.sonocredenti ~<devianti»ce}l~
loro Scritture sono manomesse, sicché il Coranosembi:a.allontrim~~
nere, per i musulmani stessi, l'unico documento autentico per av~t
qualche accesso alla vera Bibbia, quella voluta dal Dio d~ll'IslaQt:
Come lo dice P. Jacques Jomier, in conclusione a.un suolibro!.1.5
«I valori principali che l'islam propon~ aUivello dyi rappoJ:ti tt:'!
l'uomo e I>io (fede e religione) sono queÌli di una priiilapre.se~i,~­
zione .comune atutti i monoteismi. Si riferiscono, come taii, ai va~
lori dèll'Antico. Testamento con alcune semplificazioni (assemh'.d}
sacerdozio e di sacrifici). L'islam però è profondamente :ciivers9
dall'Antico Testamento, perché rifiuta Ogni descrizione aiìtropò.~
morfica di Dio. E poi viene eretto e svifoppafo all?infuori ctel)'è
promesse fatte da Dio ad Abramo, così essenziali nella visfon~
della storia dell'AnticoTestamento. Abramo (secondo i1 Còran~)
è un profeta che, grazie alla esua preghiera; o.ttiene d<t I>iorinyi(J
di Muhammad agli arabi, la prescrizione del pellegrinaggio yd{l
dono di tante benedizioni per gli abitanti della Mecca. Visla,m .è
un Antico Testamento, r1-letio e semplificato, che :Oqnpreparà.qP,
"Nuovo TCstam'ento""». ' :· _;,
·:_:~:i,~_

Forse è per questo che, spesso, appare come un ebraismo sen~#


messianiSIIIO. . · . :· ~·:

II. L'APPROCCIO DELLA SUNNA(TRADIZION~.j


; <: !;~

I discepoii di Muhammad non sì sono accontentati di' imparar~"~


memoria. e poi di trascrivere pìan'. piano il testo coranico della s~~
predicazione ufficiale. Dato che ègli era il «suggello deiprofeti»;Mi
càrattere nobile» (68,4), e che il Corano diceva loro: «Voì av~t~
nell'inviato di Dio, un esempio eccellente» (33,21), si capisce iÌp~p
ché questi suoi compagni e i loro seguaci abbia.n~ avutouna ·c~'f~
particolare n,el racco~liere e trasmettere i suoi gesti,Je sue parol~-·~:~
suoi silenzi, divenuti nel loro insiefile le «senteii,ze profetiche» (~q'.
dfth), e cioè i detti' e fatti che costituiscono ormai la- tradiziòne (Sun~
na), la regola fondamentaledell'òrtoprassi musulmana. Il loro ri*j
' nu:

15 Si veda, in particoiare, il suo ultimo ÌÌbro L'Islam'aui: multiples aipects,


té de théologie catholique, Kiilshasà 1982, 174.

372
··;\~~r~{~a:ndatOcrescendo mmododisordirtato,finché.ùn primosfor-
.~'.-si;ì#cd Iipa ()rdinati in un· certo ~umero di «corpus» definitivo,. al-
~;fiJle dèlIX·~ecofo (Bukhari,. Muslim, ecc.}. Questi hadfthtestimo-
~,. J~ian9, . fino 'a oggi, l'importaQz:a éccezionale del modello· profetico
:;;'pte~soi mùslilniani. È bene alfora porsi la domanda: hanno, anche
· #fro, qualcòsa da fare con la Bibbia?
Gli hadith ptofetici16
". . .

•.. . "rra kmoltissimi h(J.dith profetici, in, cui è Muhammad che parla e
·.:,. #.egna, alcuni si presentano con qualchesapore biblico coine quel-
]o';cì~ll'amore fraterno:

«Disse Muhamm'ad: "Nessuno di voi sarà un vero credente, finché


non amerà per il suo fratello quanto ama per se stesso"»;

)'0t>·e come quello della rinuncia dal mondo:


«0 inviato di Dio, gli disse qualcuno, ordinami un atto che, se vie-
•ne compiutO da me~ farà sì che sarò amato sia da Dio sia dagli uo-
mini» - «Ebbene, rispose il profeta. Basta rinunciare alle seduzio-
ni del mondo, e Dio ti amerà~ Basta· non desiderare quanto gli al-
tri possiedono; ed essi ti ameranno!»

;'}L E ç:' è anche un altro hadit/i.; in cuiMùhamnfad diCe al suo <lisce,.


"' ~o: ,«Sii in questo 1IlO~d() come uno straniero oppure come un
d(:lnte!» •
.•. :,J?itt importante, forse, è il famoso hadith che il grande teologo
)lievale ah·Ghazàli (1059-1111) ricorda spesso nel suo Ùbro del
·yvivamento delle scienze religiose (Ihya' 'ulum al-din), al capitolo
ll'amordi . amicizia tra Dio e il credente, e cioè che.«Dio creò
· .::imo ·a sua immagine». L' hadith afierma t.es,tgalniente che «Dio
> ..f\damo ~ll'imIJ1aginè di lui». Molti dotti, considerando que-
• )tÌIÌlopronome come-un rinvio ad Adamo, interpretano tale ha-
, A" '"(licendo: «Dfo ha creafo Adamo in conformità all 'im.magine che

U1fo di questi «còrpus» è stato tradòttoinitaliano e permette dunque un ap-


tçio globale del problema e una comprensione delle modalità di sviluppo di questi
h edi dassificazionea seconda deicapitoli del diritto m\Isulmano. Si veda S. No-
. 'Y:AGCA:M· VA.cc,Uo, Detti e fatti delprofeia dèll'Islam raccolti da al-Bulyzri,
J::;'Torilio 1982,743. ·Un «~9mperidium» di 40hadith è'_stato ·tradotto da MA
···;A'n~Nal1(aW,i; QU,ar:anta Hadith, CESI,·Ronia 1982; 142.

373
se ne era fatta in precedenza>>. Alcuni dotti ·però, tra. i quali. ab
Ghazal'ì, pensano che il suddetto pronome rin.viia Dio .stesso -eJeg;;}i
gono questo hadfth proprio come· lo pensaJa. Bibbia stessa (Q:l:)ij'JJ~
1,27): «Adamo è stato creato da Dio a somiglianza di Dio stesso» eèl <1
è per questo che è stato scelto da Dio come suo «Vicario/califfo» -~·· '
dunque chiamato a imitarè il suo Signore nei suoi attriputi. ·
È proprio nel suddetto capitolo di al-Ghazal'ì che vengono pro~ . ,
posti degli hadfth che fanno pensare quanto si conosce benela Bip2(
bia. Eccone alcuni tra molti altri: ··
«Nessuno di voi è davvero credente finché lddio e il suo inviato ·;
non siano amati da lui più di tutti gli altri». . <LX
«Gli disse qualcuno: "O inviato di Dio, io ti amo" Gli .rispqsefa
Muhammad: "Preparati alla povertà!". Aggiunse l'altro: "lo aJD.c:>fri:
Dio lAltissimo". Allora, disse il profeta: "Preparati ad esser me~:;i{:;;
so alla prova"». · .· Y.N1
«Disse Muhammad.nella sua invocazione: "Dio mio, dammìdi'';;
amarti, di amfile chi ti ama e di amare quanto mi rende più vieinp/~
al tuo amore"». i :!;:11
«Disse ,Muhammad: "Chiunque si umìlia davanti a Dio, Dio f(j.·:f.~
eleva; chiunque si inorgoglisce, Dio lo umìlia; chi sovente menzkH;~1
na Dio, Dio lo ama"». . <}jfj
«Quando Dio ama un suo servo, egli lo mette alla prova; se cqs( -'A''
si rivela paziente, egli Io mette da parte; se costui ne è conte:t(
egli lo elegge a intimo». . (
«Quando Dio vuol bene a un suo servo, gli fa scoprire i duetti.cl~
suo cuore». •·. <J'
«Quasi tutti i beati del paradiso sono l semplici dì CUO),"e; il ~é;f'
cielo è per coloro.che amano di cuore». «Disse Muhammad.·il
làl: Quando si chiede qualcosa da te, non rifiutare mai didfu'~
quando ti viene dato qualcosa; non tesaurizzare mai quantò hai
cevuto».

2. Gli hadith sacri (qudsi) 17


Esiste un'altra categoria di hadfth dove, secondo i do~tì;
slam, ci sarepbe soltanto una centinaia di testi autentici, :tna. iL({
lore è tutt'altro che marginale, dato che si presentano comé h

17 Si riferisce il presente studio all'opera della COMMISSIONE .DEL CoRA~pi:


HAoirn, al-Ahadfth a[-qudsiyya, (2 voll., .ar. Cairo 1969-1970), di cui imigliotj;g;
sono stati tradotti in francese in Etudes Arabes 45(1977),29-37. Poi, non si}:!·
menticare l'opera di M. AsIN Y PALACIOS, «Logia etagrapha DomlnUesyJ,ip ·.
slemicos Scriptores, asceticos praesertim, usitata», in Patrologi.tl Orientalfs_,g~$.
me XIIl/3, n. 64(1974); Fase. 2, tome XIX/4, 94(1977), Infine, occorrericc:>(.

374
$a~ri(qudsf);in cui Dfostesso parla. A differenza del testo coranico,
:@,'qve il contenuto semantico e l'espressione linguistieà sono diretta-
mente attribuìti a Dio solo senza che. Muhammad vi intervenga in
qùalsiasi modo, il hadzthqudsi presenta una peculiarità di grande in-
teresse quando si tratta di studi comparatisticitra Bibbia e islam: in-
fàttì, questo hadzth sarebbe il frutto di uria collaborazione tra Dio
che ispira e il Profeta che compone, siéché il contenuto semantico è
(fìviho, mentre l'espressione linguistica è umana, e eioè di Muham-
riia.ff Orbene, è proprio qui che le risoriarizé si fanno più chiare e
'hcche nei confronti della Bibbia: lasciando parlare Dio, Muhammad
.§~mbra così avallare, in questi h,adfth, un insegnamento di grande
'.ilnpqrtanza. . . . . . . .. ·. ·
è;, Tan~e volte vi~ne così ripetuto dalla tradizione mU:sulmçtna che
)?'io avrebl:>e detto:
«Nessuno sa quanto io ho preparatò per i miei servitori; ciò che
l'occhio non ha ni.ai·visto, ciò che l'orecchiò non ha mai udìto, ciò
che non è mai venuto a conoseenza del cuore umano».

'.> Si sa bene che la tradizione cristiana ha sempre meditato questo


i

:W9~(), ripetendo la frase di s. Paolo (lCor 2,9) che interpreta un


y~ts~tio di Isaia (64,3). per dargli tutte le dimensioni cristiane della
a
:.p;9p:i?zione fina~e del «faccia faccia» con Dio, Ma tafoprospettiva
S~·9t(~ppe già essere sottintesa da un altro hadith qudsi, molto caro ai
''rotStici
::;;·1),•,· -. .· -
musulmani, dove
' ..
Dio dice:
;_ç~·n:;:/ .':' -~- ~
«fo ero un: tesoro nascosto, ma bo desiderato essere conosciuto,
ed è proprio per questo che ho creato. le creature e mi sono fatto
conoscere dii esse». ·
~--·:~r::_~--

~~~{i'gÈ,q~rto ancora che.Dio ha detto: «La mia miserico.rdia supera la


~ì~'.gu1stiziaper sempre». Ed è forse per questo che viene ricordato
MiJi::i.~'~dfth<qudsi dell'amicizia intima:

lf.· EJ::~~~1;~~;if:E~;E:i~~:;~~
~l~~! il suo udito con il quale egli ode, il suo ~guardo con il .quale egli

t~~a·arabo-musulmana di stampo ascetico-mistico cita spesso delle. parabòle


·µçhe; àttribuendole aL«sapiente»• (al-hakfm}.

~~~~-:· 375
liffi{~ ;~:-.~
·.~·.?

vede, la sua mano con la quale egli prende, il suopie4econiÌq1l~~


le egli cammina. E se egli mi chiede, per èertò io gli darò; se çerq:t;:;
rifugio presso di me, per certo io lo prot\!ggerò», >: i:~
',)><~·

Ecco la grandezza dell'uomo e la riassume così un altro haditll


in cui Dio parla con gli angeli e spiega perché l'uomo supera ilferr()>
~
il fuoco, l'acqua: ed il vento: · >·}
«Perch,é egli fa l'elemosina con la mano destra di modo ché la sii.~8
sinistra non ne sappia niente!». )?
Non mancano dunque'le derivazionispirituàli e le espressìon'.ì~it:~~
bliche che permettono di intravedere in questihadfthsacritmtes~t~;i!f;
comune, dove moiti musulmani hanrio pensato giusto inserire'teS,~~3li
degni dell'insegnamento coranico e così vicini a tradizioni evange~jf~fi
che! Un ultimo testimone, in materia, si presenta ancora a prop°'S,itg~i~
del giudizio finale; sembra essere una pagina del Vangelo secoridqcJ\~
Matteo (25,31-46), con mutamenti significativi: ;;'Ti

«Dio disse: O figlio di Adamo! Ero malato, e tu non mi hai{a',,,'h,.


visita. · ·•· -)~;~
- Signore, come potrei farti visita, tu che sei il Signor deim~ri''::·f:•i}~
- Non sapevi forse che un tale, mio servitore, era malato? Non."'
hai fatto visita. Non sapevi forse che, se l'avessi visitato, ini' ·
sti trovato presso di lui? O figlio di Adamo! Ti ho chiesto da·
giare, e non mi hai dato nessun cibo. ·
- Signore, come potrei nutrirti, tu che sei il Signor dei mq
- Non sapevi forse che un tale, mio servitore, ti ha chièst
mangìare? Tu non l'hai nutrito. Non sapevi forse che, se l'a'
nutrito, l'avresti trovato presso di me? .
O figlio di Adamo! Ti ho chiesto da bere, e non mi hai diss~
- Signore, come potrei dissetarti, tu che sèi il Signor dèi·ill~
- Un tale, mio servitore, ti ha chiesto da bere, e-tu nonl'haf
tato. Se tu l'avessi dissetato, l'avresti trovato presso di)ri,

III. L'APPROCCIO ISLAMICO,


CLASSICO E MODERNO
Se il Corano mostra di riprendere tanti fatti e raccoritjdell~;
bia, scritta e orale, interpretandoli a modo.suo, e se latra~~i!~))'''
voleç.tieri attinto alle sorgenti del cristianesimo niedio~onertt11'(

376
~a.;ha: eietto della :Bibbia l'islall1 cla:ssìco, per bocca dei. suoi dotti e dei
!2ro li~ri; e. cosa,ne dicono i mµstilmani ·contemporanei? Occorre
ìnanzitutto ricordare, precisare e valutare l'aceusa, ~e1Ilpre vigente,
fuvolta ~ia agli ebrei sia ai cristiani, dHalsificazione delle loro Scrit-
tP,:re. l)i conseguenza, bisogna pa:dare a lungo del pseudo-vangelo di
:&~rnaba, spesso elogiato dai musµlmani odierni, tanto più .che l'a-
pol0getica islamica si .sforza ancora di .ritrovare nei testi falsificati
~ellaBibbia delle prove supplementari a favore. delle tesi del Cora-
.ÌJ."o .Ma ci sono, per fortuna; dei musulmani che cercano nei Vangeli
~ei cristiani il messaggio sociale e morale di quel Gesùtlsa, di cui lo
$t,essp Corano racconta ;la vita del tutto «eccezionale».

:W::, '.La .falsificazione· delle Scritture (tahrlf}i8


.:··;Y.
}~·'!:\~-··
,i:(i/' ~e l'accµsa di falsificazione delle loro Scritture viene rivolta alla
:~ge,p.te del Libro~> è proprio perché il Corano lo pretende e Jo con-
Ì~J'IJilajn tantiversetti, tramite espressioni tipiche. Infatti, c'è prima
[!ÌJ\ituttoJa «falsificazione» (tahrtf): gli ebrei di Medina· sostituivano
:f~~çbialllq disubbidito» alla. parola «abbiamo obbedito»; storpiando
(ç~~LilJoro testo.(4,46).Tale accusa è ripresa tre volte (2,75; 5,13, e
~-· ·: 0)3,.poi c'è l'a.ccusa di «~ostituzìone>> (tabdf() (2,59; 7;162),. come
'.,. ,Ja di «nascondere/celare» (kitman) a.lcuni passi· della Bibbia
~~?i'~~i.~.2,140; 2,146; 2,159,e }74; 3,71 el87) e di «travestire»{labs) la
i&é.!t1-,à (2-,42; 3;71). Infine, c~è ancora ilfatto di «corrompere la gil:i-
. 'Pr<:n1uncia» (layy) deltesto biblico (3,78; 4,46) e,,~oprattutto, di
;e,11ticare» (n4yan) volontariall1ente una parte delle .Scritture
' $; 5.,13; 7 ;5.3; 5 ,14) .. Pur essendo ql,lasi sempre direttamente ri-
~gli el:ud, taliaccuse venivanq naturalll1ente estese a tutta «la
J~!qelLibro».e dunque.ai. cristiani. Il çorano; d'altropçle,cpreten'"
}·:e~~ere l'ùltima .e perfetta: nianifesta.Zione della parola eterna di
·M~ poiil criterio di au~e.nticità .delle Scritture ant~riori.
· qii.sorio.:rnancate le varie e ripetute· defiiiiiioni del tahrif da
'#e(cpmmentatori del Corano, dei teologi e filosofi. Siè fatto
·~npianquna sottile, maìnteres~ante distinzione tra <<falsifiça-
:?çl.~1 testo stesso» (tahrif al-nass) e quella «dell'intei:pretazione»

· 'j,y~!i?,, in proposito, J ·M:· GAl.JDELcR. CASPAR, «Textes. de.la tradition musulc


'·· i;ri~Ilt le tahrlf (falsificàtion) des. Eèritures.(présentation, textes_arabes et
àriçaise annotée )», in Islamochristùina 6(1980), 61404, cori. tutta la bi-
~;iti;rilateria. ·

377
del significato (tahrzf al-ma'nlì), problema intimamente collegafo
con quello della data di tale falsificazione! La maggioranza deidottL
dell'islam classico e dunque del popolo musulmano fin'ora siattiertei ·
alla tesi della «falsificazione del testo». L'ha fatto, per conto suo,il
dotto Ibn Hazm {994-1064) a Cordova, criticando a lungo, dopo
averli messi a confronto, i raccontievangelicì della chiamata deipri·/
mi apostoli (Mt 4,12-22; Mc 1,14-20; Le 5,1-11; Gvl,35-52)e dell~r;
risurrezione della figlìa di Giàiro (Mt 9J8-19 e 23-25; Le 8,40-42.~\
49-56; Mc 5,21-43), nel suo famoso Kitlìb al-fasl fi l-milal wa-l-ahwò.t
wa-l-nihal (Il libro della distinzione trale religioni, le dottrine e le set~t)
te). Ed ha fatto lo stesso il grande Imam al-Haramayn, al-Giuway;~~I(1
(1028-1085), nel suo Shiflì' al-ghalìl fi baylìn mli waqa'a fi l-Tawrft,Ml
wa-l-Ingìl min al-tabdìl (Guarigione della sete nella dimostrazione~d,lt?!
quanto è accaduto come sostituzione nel Pentateuco e nel VangelcjJ~}]
trattando delle genealogie di Gesù (Mt 1,1-17; Le 3,23-38), deirhii1~
negamento di Pietro (Mc 14,66-72; Le 22;54-60), delfingresso·n1' ..,
sianito a Gerusalemme (Mt 21,1-7; Mc 11,1-5), della crocifissiò
(Mt 27,39-40 e 44; Le 23,33-35 e 39~43) e della morte di Gesù.{
27,51-53). Tanti sono oggi gli «uomini di religione» cheseguonò/
corale loro orme e sviluppano un'apologetica fondata sulle conti
dizioni dei Vangeli tra di loro, prova evidente dei cambiamenti\
cessivi introdotti dai redattori/copisti! ··.
Alcuni autori dall'intelligenza più acuta e dalla: critica più. sf
hanno giustamente pensato che tale falsificazione del testo era;g
impossibile, dato il diffondersi e il diversificarsi delle copie der
della Bibbia tra le comunità ebraiche e cristiane diffuse daperj;
nel mondo, tanto più che cristiani ed ebrei erano ostilì gli urii ·
tri. Per questi autori, la falsificazione si sarebbe dunque svilil'
al livello dell'interpretazione deltesto: i cristiani, soprattutto?
sbagliato prendendo «ad litteram» le espressioni metaforiche:.
zate da Gesù per descrivere i suoi rapporti con Dio. Tale ècF
giamento di 'al-Dàrimi (798-869) nella sua raccolta di hadfthé
ta al-Sunan, .. di Avicenna (980-1037), nel suo trattato alcRW.
adhawiyya, ci'Ibn Khaldùn (1332;.;1406), il tunisino; nei suoi Pf/
meni (Muqaddima) alla storia dei berberi, e di Muhammad A;
(1849-1905), l'egiziano, nel suo commento moderno del Corafij
titolato Tafsfr al Manlìr. . · ·•...•
Rimane dunque questo fatto tremendo: che sia al livello;ij
sto o soltanto a .quello dell'interpretazione,,.la falsificaziqt1:.'
quest'accusa mette i libri degli ebrei e dei cristiani iri.sgsp~t~~
gono così quasi censurati. Si capisce allora perché l'approc~:

378
.~;~QPié! si,a .difficile per i musulmani! Ambiguità fondamentale che
&·~e!l~ rn.fforzata dal modo tipiçamente coranico di presentare il mes~
i~aggiomonoteistico, sicché il lettore musulmano della Bibbia vi si
t~ente spaesato e fa fatica a capire i suoi antropomorfismi oppure ad
'':~ççettare i peccati dei profeti. Qm~sta ·~ la realtà odierna; i catechi~
'i~l;qimusu.Irn.ani contemporanei continuano a ripetere ovunque che la
:'\J}9fahdegli ebrei e il Vangelo dei cristiani sono falsificati, e perJoro
'.•sii,fratta di una falsificazione. del testo. L'islam provvede così a man-
i!ff.riere i suoi fedeli in una visione autentjcamente coranìca della pa-
:•i9l;:i, fÌVelata, al riparo di una visione biblica di quest'ultima: gli argi-
'.;p1~;sono stati eretti con l'accusa di tahrzf rivolta alla Bibbia e nessun
~W;~sulmano si sente tentato di andare a consultare il suo contenuto.
}\~gM crede nella Torah rivelata a Mosè e nell'Ingfl affidato a•Gesù,
;~*yqµeste pre-edizioni mosaica e cristiana del Corano rion esistono
;ciP,itt~.,sulla ·lerra!
'.~~~/~:.'.\i-.:_::"· :-.. ' -- _. .
;i;g;.:n pseudo-vangelo di Barnaba19
1.,_.. -..: ,,~-~' -,,. : .

}~ste però nella biblioteca di Vienna (Austria) il manoscritto,


tjgu~ italiana; di un cosiddetto «Vangelodi Barnaba», in cui
.wd9tti musulmani .contemporanei yensano e pretendono ritro-
"1'liigil autentieo. Esiste anche un testo spagnolo, recentemente
1'.:x~tb aSidn~y(Australia),che ne sarebJ:>e l'origine oppure la

.'.q'iitjne. Riguardo a tale libro dunque è bene cheven~ano preci-


);\~t~lipatticolari che nè fanno scientificamente un «falso». stori-
·~.·.:fa,nche un documento troppo utile a favore dell'apologetiea
J~a~a di oggi. ·
' ": ~tli iltesto italiano si presenta in 222 capitoli, ognuno dei pri•
i;~apitolfavendo un titolo, proprio come per le sure coraniche,
' · so1Ilrn.entimarginali in linguaaraba, talvolta scorrett't. Nes-
l)feratnaiinteressato, ma.neU907Laura e Londsdale Ragg
)itarono il testo. italiano e la loro traduzione inglese con una.

'.y~da, perii testo italiano (fotocopiato); la sua: traduzione francese e le note


e;,.k CJ:im,Lo-M.FRÉMAUX,. E vangile de Barnabé.- Recherches sur la compo-
Jbffgin~ (et) Texte en traduetion, Beauchesne, Paris 1977, 598 .. Una traduzio-
·a.nq· oontempoiàrieo è stata fatta e pilbblicata.daE Gros'rousr~G. RizZAR-
g~1odiBarnaba, Un Vangeloper.i musulmani?, IPL, Milano 1991, 805. Per
·bli,ogr~fiain i;n11teria e gli sviluppi della critica storica i11 proposito, si vedano
·. ~Gospel in Dispute», in lslamochristiana; 4(1978), 67-112, e M'. DE
, · ieu hispano-moresque del'Evangiile islanùsant de Barnabé (XVI0 -
Jslamoc]J:ristiana. 8(1982}, 159-183.

379
lunga e dotta introduzione. critica, dove veniva stabilito. apodittic~;.
mente il carattere del tutto apocrifo del testo. La data delmànciscti.t~·
to risaliva àl 1575 circa e il testo stesso (senza autore),in U:Iiitaliàno
tipico di determinate province (Veneto?), risaliva al 'lllassimcfàl
XIV secolo: l'autore anonimo era del tutto ignorante dellagedgranà
della Palestina. Questi erano i fatti, senonché Rashìd Ridà, l'attivò
discepolo di Muhammad 'Abduh e il colto rinnovatore dell'apol6ge-
tica musulmana, nel quadro della rivista al-Manar e· del suo famoso
commento del Corano, ne chiese la traduzione aràba da KhalilSa'à~
da, un cristiano arabo: così fu ben presto pubblicato in ara.bo ilpseu~
do-vangelo di Barnaba (Cairo, 1908). Sa'àda utilizzò latraduziohe
inglese dei Ragg come testo basilare e scrisse un'introduzione· do~~·
dimostrava, come l'avevano fatto i Ragg,Ja non-attendibilità sto~i2~.
di tale documento. R. Rida, al contrario, dimostrò nella sua.piefìi'{
zione che si trattava del vero vangelo («semitico» e cioè «:giriddQ,f,
cristiano»), che era stato condannato dal papa Gelasio I nel 48Z: e q_t
cui si era persa la traccia. · ·.. <;:·~
Fatto sta che tale pseudo-vangelo racc.onta la vita e lapteciid~i:
zione di Gesù proprio come lo fa il Cprano e lointende l'islaii,t):~~~~
sta dire che, in questo Ingfl, dove Gi9vanni non· è Il1enzionat9, G~~µ:
si presenta_.come il precursore ciel vero Messia, il profetaperfe!isE1i
che deve venire e per il quale Dio hacreato i cieli eia terrai f'. C,i.0,:è,,:
Muhammad. Gesù rifiuta ogni qualifica che lo metterebbe .àlct.i~g'.i·.;
pra della condizione umana e vi nega ogni insegnamento che,a!lli"gs~j
rebbe all'incarnazione oppure a1la trinità. Cèmdannato a ritorte4~gÌJ,j
ebrei, si vede sostituito, alla fine dell'ultima cena, eia Gìud'.l ste§~,q:;;
che muore al suo posto sulla croce, essendo Gesù rapito dagli:~~~·'tfi
e asceso in cielo presso Dio. Parabole e scene dei Vangeliy~nip
spesso raggruppati complementariamente second,o l'ordine. ;
«versione diatessaronica» di Taziano. Tale presentazfone a,Jaj.
della cristologia del Corano e dell'islam spiega fa scelta d~pf~iy
R. Ridà e il successo crescente che questo pseudo-v·angelodiJ3a . . ··'
ba ha avuto :p.ei paesi musulmani: molte riedizioni del testò ara-ti§);,~
tante traduzioni di quest'ultimo in urdu, persiano ·~. ind9ne~t~q~~
Che sia un «falso», ci sono tante prove di critica interna. • B'~s~'à!
pensare ad alcuni sbagli storici (Gesù nasce mentre Ponzio Pµ'~t&\f'ì
governatore della Giudea), geografici (Gesù prende la nave pyf;
giungere Nazaret; Cafarnao sarebbe sulle montagne}, lirig '
(l'autore ignora il greco e dunque che Cristo signific(l pròpfì§
sia), ecc., tant'è vero che il traduttore araboha messol'arà:J:)'o
sfh) Messia per Cristo e ha tentato di scrivere in arabol'èbrai<:i

380
~t~y'q;periFMessià (e cioè.MuhaJl11Ilad)! Gliautoridellarecentetra-
:li#ziqne:francese(pl!igiCirillo eMichel Frémaux) hanno tentato:di
:htfovareiiifiìigraria, aldilà'deltestoitaliano del«falso» del 1575, la
·~ll"~ttura e le espressioni di unvàngelo gitide·o~cristiano che sarebbe
st,af<Yquéllo dell'elenco gelasiano dei libri proibiti. Gli ultimi svilup~
.R~ci§lla critica: storica tendono a ipotizzare l'origine di tale falso nèl-
'lìfi$pagna meridionale; dove furono inventati e fabbricati tanti falsi,
tà,·èranada e. altrove; quando i moriscos furono costretti a diventare
'.cfistiàni.
:W'f· Rìmane però questo strano fatto: nonostante tutte le dimostra-
/ii~iìf.'scientifiehe afavore dellà falsità di tale- documento' troppi so-
c6ra i dotti,lllrisulmarii·che oggi ·sono convinti, per motiVi.reli~
fespesso apologetid, ditrovareinquestò pseudo'-vangelò di
. aba il vero·Jngfldelle origini; Tantilibri e catechismi ne sono,
{~t~1én:iieno, i testimoni attuali'nei paesimustilmani. Basta allora ac-
tentatsi di alcune osservazioni basilari molfo semplici:
W- Tale vangelo, nelsuo argomento centrale, contraddice ilCo~
'()'-Stesso; dato· che rifiuta per Gesù iLtitolodi Messia (dal Corano
··'!:~riconosciuto) e· :Io attribuisce· indebitainente a Muhammad;
.::-Talè testo è rimasto ignoto fino all 908 e non fu ma:i ricordato
.-:. àto nella polemica islamo7cristiarià passata;·
{·lrappo:rti 'dottririàlitra·:Samaba e Paobvengonoconfermati
·:amente dagli Atti degli apostoli e quelli di' amicizia tra Barna:..
; arco permett()n()•di pensare che il primo aderiva pienamente
·~gelo del secondo. ·

'lètteratura apologetka20
gµ, s5:mo mMcàtj, nel corso della stotja,j maestri dell'apologe-
',8;\~mitp. . c,P:e hann,o pensato utile·.ricorrete altes~o ste~o della
' ',:1wr· essendo, più, o meno falsificC1,to o manomesso, per .ritro-
~i,\ve:rsettio dei passi a conferm~ dell'inseg11alilento coi:anico.
·io, l'argomento centrale in tale materia è l'annuncio ripetuto

' ;irebbe,dpportuno, in· tale materia, studiàre fa tematiea biblica/coranica della


-ài1I1oliisecolaretracristianie musulmani; e.cioè quali sono statiiversetti più
<ia entrambe le parti. Un ri_assunto storico-pedagogico viene offertodaJ;M.
L,i'Ef!Còuntefs and Clashes (Islam and Christianity in History), fase; l, A Sur-
Ja,-Sç. 2; Texts, 389, PISAI, Roma 1984. Per là Bibliogr.afia del dial(Jgo isla"
. ,0;·\l,tfraversoi S~eoli (anche infQrma polemica), Si possono consultare gli
. ''proposito, in 1slamochriitiaiur dal 1975 in poi.

381
della venuta di Muhammad, il «suggello deiprofeti». DiceilCoraj'ipl~
infatti: «Coloro che seguiranno il mio messaggero, il profeta ,(;Ì~~i
gentili che essi troveranno annunciato presso di loro hellaTor~h.:\'.~1
nell'evangelo ..• » (7 ,157}, come fa dìre a Gesù: «O.figli d'Isn1e}e'[-;J~ij
sono il messaggero di Dio ·a voi inviato ... ad, annunzio Iìeto. di;:~#~
messaggero che verrà dopo di me e il cui nome è Ahmad!» (61;6)~:~
È per questo che molti esegeti musulmani, anche moderni;:•c;lé.:f,;:
ducono annunci di Muhammad dai testi del Deuteronomio (18,1$~~
18; 33,2, oltre a vari altri). Come lo spiega il Bausani nel suo cqffijl;
mento del Corano: «Per il Vangelo si cita disolito Mt 13,31 e 21,33'E;,;
44; Mc 12,1~11; Le 20,9-18 e Gv l,22; 14,16; 15,26; 16,7. Il patlit;l~M
tos di Gv 15, 26, viene glossato da Ràzl (m. 1209) conRuh al-ha'fl'(fi~
"spirito di verità" Ma spesso l'accusa è rivolta ai cristiani di,'• · ·<·:
trasformato un originale periclutos (che significa appunto Ahfria. ,
arabo "lodato", "famoso") con paraclétos, ''consolatore" Mà.
ti dei commentatori modemituttavia ammettono la profèziadi
hammad in questi passi senza presupporre necessariamente la e
zione del testo». Rimane però cheMuhammad è annunciato.ç,
«consolatore» e che si continua a cercare:ii1 tutta la Bibbia, nè ,
espressione ebraica, le parole che corrispondono al suo ben,
nome. Basti pensare al libro di grande successo di Abdul Ah ..
wud Keldani, prete caldeo diventato musùlmano all'inizio diq
secolo, Muhammad nella Bibbia, che viene regolarmente rist.
sia in arabo sia in inglese nel Mddio-Oriente··dalle amminist(
responsabili degli affari islamici. 21 ,

4. L'interesse per il messaggio. morale di


Rimane indubbiamente vero che il Corano propone poé
setti nei riguardi dell'insegnamento di Gesù. Si è visto sopra e
bro dei musulmani parla soprattutto delle origini di Gesù (<~'.. ·
ne, nascita, infanzia) e precisa -brevemente le dimensioni'

21 Le edizioni e riedizioni non si contano più. Basta ri,cordare ch,e }'e, ' .,

glese del mensile della Lega del Mondo Islamico (che ha sede alla Mecca)lò
ce ancora capitolo per capitolo nei suoi numeri del 1982 (da aprile a. dicem.
1983 (gennaio). . :i·.'
22 Si veda, in modo particolare, con tutta la, sua bibliografia dettagli~:
comunicazione all'incontro islamo-cristiano di Cordova (20-26marzo 197;7
des chrétiennes devant la présentation islamique. de Jésus», in Comp,.i!1J:
(1977), 16 e dove si trovano tutti i riferimenti per i quattro libri qui cit,~·.

382
~~I,i;'t~umane del s.110 essere profetico. Si può capire, di consegUen-
~~Jz:perché)n,olti iTiusulinani moderni~ ·e specialmente coloro che
\~~nno,aggiunto uria cultllra occidentale a quella propria nazionale,
19:Wiostrino .un certo interesse per il messaggio delle beatitudirii e
fì'.~J1segnamento sociale.di Gesù. Così_facendo sono gli imitatori mo-
\4.~rriidi guei mistici1TI:usulmani (sufi) che, iTiolti anni fa, hanno con-
':§iélerato Gesù come «la guida dei viandanti» (imam al-sa'ihfn) e tal-
:~9J.f(l J'bannò proclamato «suggello· dei" santi» (khatam al~awliya').
~f4,;;:\Non mancanole biografie di Gesùrisa, dove gliautori riprendo-
'.i~()-.yetsetti e passi dei nostri Vangeli canonici! Ecco, per esempio,
i(~afìmftd 'Abbàs ~iii- 'Aqqàd, il quale, nel 1952, nel suo libro sulla
;%~~.er1izj.ità del Messia» ('Abqariyyat al-Masih), ricorré ai testi evan-
~g~!i.<Wdei cristiani per descrivere le tappe della vita e il contenuto del
@é~@àggio di Gesù, confessando, tra l'altro, che «l'amore è la virtù
!pip.;grande e (che) lamore supremo è quello dei propri riemici» (p.
:·~<Se il Messia tornasse nel nostro mondo, egli scrive, non fini-
i'>,emai con la su'a missione di bene e di guida, perché si tratta di
}àppa essenziale della storia della coscìenza» (p. 216). Ecco an-
~l'(àmil Husayn, il quale, nel 1954, analizza, nella sua «Città ini-
. ·,.(Qarya zalima), il dramma delle coseienze dei romani, degli
le'Ò,egli apostoli in queLvenerdìsanto, in cui «gli uomini voleva-
.,~llo stessò tempo, uceidere la coscienza umana e spegnere la
~.Ì::~>~: «Opera che sì presenta come un'autentica medita.Zione,
~ più .belle, sui valori umani più apprezzati: coscienza, pace,
•: );'tgiµstizia, ecc. i quali vengono messi in crisi qu~ndo Gesù sta
•·aLtribunale ... allorché.l'autore .tace· sul motivo principale
)iganna a . morte tale quale viene riferito dal Vangelo». 23
.ltrò autore, che poi ha cambiato itinerario,. ha scritto, nel
·• 11::Jjbro intitolato «Insieme sulla strada: Muhammad ed il
·~·.(Ma'cm 'ala+tarlq: Mu/iammad wa~l-Masfh): è Khàlid Mu-
d ì<.haiid, il quale insiste sulle corrispondenze profonde del
· · ~q,sqciale i11 entrambi i profeti con le aspirazioni contempo-
f'})()poli. Egli ricorre··aJante espressioni evangeliche come
:iJre del mondo», «pane di vita» e «Dio Padre» per insistere su
;,yeptàche «l'amore è la grande legge del mondo» (p. 173) e
~;:-solo può liberare l'uomo da tutte le oppressioni soda.li, co-
'.':#..dorazione
--
·~'.;_.:::,3;':
di tutti i Cesari e altri idoli, concludendo così:
> __ ,_.. •. ,- -. - • • ' ,•

.,\" ' ,

$1\~i ~sprime padre J acques Jomier, nel suo. articolo «Quatre ouvrages .en
. \lèChrist», in MIDEO, 5(1958), 368c386.

383
«Cristo ha portato la sua croce p~r la ·causa della pac~»(P, :~81};::,$$.
potrebbe ancora, ricordare ';\bd al:.Hamid Giìq~ al-Sahl1~t e'it $~q
libro, p~bblicato nel 1959, «Il Messia, Gèsù figlio'di:Marì,a>~.·@~
Masth 'Isa ibnMaryam): egli vi canta il regno di Dio ch.~siayVi,ciij:~
con Gesù e Giovanni, perché l'insegnamento in Qalilea. lo coip.fil~Pm
ve particolarmente . .E se, infine, Gesù fallisce nel suo disegno dì;p~~
ce e di giustizia, è proprio, secondo lui; perché «leleggidivirte -r{ 0::
late non si realizzano sulla terra soltanto coRtarnètti d'ulivOè·~f
parole!» (p. 152). Non dimentichiamo, primadf~oncÌuderè g;l1~
capitolo, che un giornalista egiziano scrisse un.a «lettera aperta'
Paolo VI richiamandolo all'insegnamento delle bèatit'udiniY. èeJ.r~
resistenza paiestinese ha suscitato tante poesie epithe+ dové lè sq
renze del popolo della Terra Santa veng~no giustamente patago ,' ·
a quelle di colui che, tanti secoli fa; vi morì su una.croce:~:('

IV. CONCLUSIONE GENERALE

Si è voluto così proporre un ventaglio abbastanza d.ivetsifiç/


rappresentativo di tutte le tendenze dell'islam, .àfltico è mB ·
nei confronti della Bibbia per délìneare;per quanto è possibil
ri modi ele diverse problematiche deU'approcciQ musulmano/
biblici. La prima parte si è mantènuta al livello dei rappo:r1;h,
complessi e spesso indiretti, tra Corano e l}ibbia e ha forri:it(:)i
essenziali di quest' approceio per quanto riguarda la visiòne:~s~'
di Dio, dei profeti, della storia, della.legge; dell'uomo e·dell'~.
logia. Ne risulta l'importanza déì legàmi sttetti"'così anìiodi
messaggio coranico e insegnamento biblico: l'islam apparç'·~
me una «teligione·biblica», sia per·il contenutò shtperfiéspr·.·. . ..
Muhammad ha ripreso tante cose dàlla Bibbia: orale; e s(>p~·
dal contenuto del Pentateuco, pur facendonçuna. rep1t~rpre,(
originale: Essendo considerato il Corano, dallatèolOgia oif
::~:)'.f·i:i\i~);ii

;-~?j~~
24 Si tratta di Fathi Radwari è qùesta ~Jla lettera fu jmbbficata dlÌI qJiciti<lf~~~ .
rota al-Ahram del 22/9/1972 (si veda presentazione; analisi .e traduzione da ·
Chartier, in Comprendre 69(1974). . ......· . . . .
25 Si veda, in materia, la t.esi del III ciclo (Parigi, Sorbomi) di B. HALLAQ/ ·
la. révolutìon dans lii poesie arab.e contemporaine dù PToche"Orient,:dì CJii:iin ri~
viene proposto in Comprendre 135(1976)~ ···· · · ·. · ::.f

384
[[\~~ll'islani, come la parola divina stessa, espressa in «pura lingua ara-
\.1.~J>~» emantenuta inaherata attraverso la storia, si può capire perché
·~;ii'};µesta «regola di fede e di prassi» deimusulmani, di ieri e di oggi,
,;sia profondamenteinfluenzata dall'insegnamento biblico, soprattut~
,,;'t~r.quello .·dell'Antico Testamento.
::; · La seçonda parte come la terza hanno dimostl"ato l'importanza
&;(:[~latìva dei rapporti tra Sunna e teologia/mistica musulmana, da un
;\J~tp, e il Nuovo Testamento, dall'altro. La lunga e tormentata storia
!·~~~lconfronto e degli scontri tra musulmani e cristiani spiegai in gran
:''.tParte, quest'interesse polemico o complementare nei confronti di al-
fr:'çµIliinsegnamenti del cristianesimo a partire dalle sue Scritture. Ri-
~kfoane però fondamentale e immutabile quell'accusa globale di «falsi-
~':!C;à:ziçme» che getta sull'approccio musulmano ai testi della ~ibbia,
~':~~ctieilpiù simpatico, 1'ombra costante di un sospetto radicale, Non
'\'}iµc-e forse al-•Aqqad, sopra citato, quando inizia i racconti della set.,
~2'tiip~a santa, nella sua «vita di Gesù». «Qui firiiscela storia, qui co-
~~~t!}incia la leggenda»?
('\ Non C'è dunque da stupirsi se l'ambiguità sta proprio al cuore di
'.Wapproccio dei musulmani ai testi della Bibbia. Uno sguardo
ill"zialmente rinnovato e una valutazione esegeticamente equili-
·~~àçhiedetebbero. una cultura moderna, sòprattutto storica e fi-
. '"'.cà, che troppo spesso mancano ai teologi musulmarii contem-
ei. Si trovano però degli scienziati coraggiosi che hanno intra~
\t~le sforzo, oori l'aiuto di amici cristiani, anch'essi.ben prepa~
. ~@a\critica esegetica ed ermeneutica. Basta, in tal caso, citare il
'.f?recentemente pubblicato dal Gruppo di ricerc)le islamo-cristia-
~.~!&RIC).26 «Queste Scritture che ci interrogan0>> ( Ces Ecritures
-, 'ollS questionnent: la Bible et le Coran).v Si può così pensare
eH'appi:occio niusulmanb ai testi della Bibbia, tramite tali
i'comegrazie agli incontri, seminariecolloquiislamo-cristìani,
ivannb moltiplicando; nuove pagine si possonò ancora scrive-
.che ·siano rappacificanti perché rappacificate.

~~><··. .
i';~;; 76 SulGRIC, la sua charta fondatrice e le sue varie attività, si vedalslamochri·
•)!L.slfa!Ul• soprattutto il 4(1978),J75-l86:
J·'' ·< P GRIC, Cès Ecriiures qui nous questionnent: la Bible et le Coran, Centurion,
·~:1987, 159. Il libro è diviso in tre parti: L Parola di Dio, Scrittura e lettura; IL
<)glierela Scrittura in comunità;UL La Scritturadegli uJ:ri vista dalla fede,deglial-
S()IHl previste delletraduzioni inglese e araba. Lo ~tessq grupp()hapubblicato un
c'pfo cdì sintesi sui rapporti tra «Religìone e Stato» .allà luce delle Scritture e della
·ç~;;«Etat et .religion», in Islamochristiana 12(1986), 49-72.

385
BIBLIOGRAFIA SOMMARIA
Abbiamo diviso la bibliografia in grandi blocchi attrayerso iqua:-
li è possibile penetrare; sempre più in profondità, nell'islam. Va te'.'.
nuto presente che arabi e islam, anche se così legati, non sono un si".
nonimo.
I volumi segnati conl'asterisco rappresentano la catena.piùim,,
portante e consigliata.
MA.uRicE BoRRMANs e SERGIO No1k

1. Gli arabi
ALLIATA V., Le Case del Paradiso (Mito, simboli e vita quotidiana
nel paese delle Mille e una Notte), Mondadori, Milano 1983,254,
*GABRIELI F., Gli Arabi, Sansoni, Firenze 1975, 237. ·
- Il Risorgimento arabo (Grandezza, decadenza e rinascita dei po:J
poli arabi), Einaudi, Novara 1958, 165.
- Cultura araba del Novecento, Laterza, Bari 1983, 172.
GABRIELI G., Sioria della letteratura araba, Nuova Accademia, Mila:::
no 1956. .:
GABRIELI F.-VACCA V., Antologia dellaletteratura araba; Nuova A.~~
cademia, Milano 1976, 368. (2" ed. accresciuta diLe più bellepd/;
gine della letteratura araba, 1958). >E
Hrrn P.K., Storia degli Arabi, Nu,ova Italia, Firenzel966, 922;(t#~
dall'inglese di P. Attendoli; con Appendice d'aggio1Jlamelltd:gi
F. Gabrieli). ;;:;
KIMCHE J., Il secondo risveglio arabo, Garzanti, Milano 1970,cJQ~.
(tr. dall'inglese di L. Pozzi). \}.}
LEVI DELLA VmA, Arabi ed ebrei nella storia, a cura di F. Gabrieli~(i:
F. Tessitore, Guida, Napoli 1984,. 326. +:1
MlNGANTI P .-VASSALLO VENTRONE. G., Storia della letteratura arab.~):
Fabbri, Milano 1971; I, 192. - ,,... )
RAZAK ABDEL KADER A., Il mondo arabo alla vigilia di untfsvoltq!s
(tr. di Laura Geronazzo) Jaca Book, Milano 1967, 244. ,
R:rzzITANO U., Storia degli Arabi, Palermo 1971.

2. Maometto
GABRIELI F., «Maometto», in Testimonianze storiche, a
Walter, De Agostini, NòvaraJ972, 372 (tt~ dal francese
Ayassot). ·

386
··"---.Maometto è le grandi conquiste arabe, Il Saggiatore, Mìlano
1967.,.255.
IBN G.ARIR AL-T.ABARIM., Vita di Maòmetto, Rizzali, Milano 1985,
397 (ed~ italiana a cura di S; Noja, tr. dal francese.di G. Buzzi).
KoNZELMANN G., Maometto - Ilprofeta guerriero che fondò l'Islam,
Bompiani, Milano 1983, 320 (tr. dal tedesco di S.B. Picchioni e
S.A. Picchioni).
MONTGOMERY WATT W.-WELCH A.T., L'Islam'-.Maonietto e il Co-
rano; JacaBook,, Mìlano 1981, 423 (tr. dal tedesco diM.R Li-
ruiroli) .
.~NOIA S., Maonietto profeta dell'Islam, Mondadori, Milano 1985,
372. '
/~OI>INSON M.\ Maometto, Einaudi, Torino 1973, 331 (tr. d~! france-
. se di A. Minerbi) .
. 'I;~BARVBAL'AMi,Biografiadel ProfetaMaometto, traduzione e note
di Paolo Branca, Mondadori, Milano 1990, 226.
~3'.'n Corano e la tradizione
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Notes-Documents sul dialogo islamo-cJ:istiano.

391
Indice dei nomi

Aberle M. von Ù6 Ansaldi C.I. 12<t


Adricbom Ch. von 63 Anselmo di Laon 66
Abd-el-Jalil J.M. 364 Aporti F. 162
>A!Jrabanel J. 9 327 328 329 341 Argiropulo G. 10
. Abram Ibn Ezra 9 Aristotele 10 11 67 90 91 329
',(bramo C. 46 Arizzara G. 124
. .Adelkind c. 50 Arlotto di Prato 59
(?{gelli A. (Agellius) 68 69 Armogathe J.R. 7
: :f\gì1()letto A. 195 239 Arnold E.B. 337
.,.'::Agostino s. 25 64 66 111118122 142 Arouet F~M. 129
. . 143 Arrighetti N. 109
.)ifl2Dannii 378 'Asher Ginsburg 342
{.~ìcdhazali 373 374 Ashkenasi E. 9
.;;aj~Giuwayni 378 Asin y Palacios M. 374
;·r}\Jberto Deglfo di Montechiari d'Ac Asolano A. 48
Y< sti 165 Astruc G. 118 129 130
~'.;1\lberts M. 203 204 Aubert R. 148 199 227 232
t,,;~~Sr~0 ~F. 202 Auvray P. ·113
Avancini N. 168
\i~}~l(j a~Hamid Giìdah al~Sàhhàr. 384 Avicenna 376
f~:ii~Akivà. Eger 333 . . Avogadro V.M. 128
)'.j:;~fotti J.-N. 7 8 188 207210 211223 Avra'an Kahana 342 343
~'.~;~µonso M. de.' Liguori (s.) 165 170 Avverroè 91
(;\;·'· :171 Azzio. 128
f'}:l~f~oli J.F. von 208
i\A!.steclt G.E. 62 Bacchini B. 122

lf~1~~
Bacuez N.C. 176
BadioG. 50
Bagradini L. 50
Balbi G. 61
~;y:~d.rea di )3onaiuto {Andrea da.Pi-' Balbo C. 180
,x,:< 1'.ehze:) 84 85 BalcetJ .. 302 303
lini G. 242 Baldenspenger W. 134

393
Balmas E. 295 Benigni 'U.214 235
Barbieri E. 25 Beno Ja'akov 337
Barbieri F. 34 Benoit P. 221
Barcellone A. 125 Benziger J. 202
Barrett C.K. 223 320 Berger S. 43 103 296
Barth K. 188 204 314 Bernardino da Busto 79
Bartoli R. 169 Bernardino da Gallipoli 63
Bartolocci G. 62 Bernardo (s.) 25
Bartolomeo della Barba 38 Bernini G. 96 97 98
Barton J. 189 Berruyer J. 178
Bàsa D. 47 48 Bertram G. 203
Batiffol P. 214 Bessarione (card.) 48 53 57
Baudissin W.G. 193 Betori G. 8 17
Baur F.C. 134 194 Betulius S. 60
Bauria A. 35 Bianchini G. 122 123
Bausani A. 350 382 Billerbeck P. 193
Bayle P. 107 120 124 Billot L. 236 237
Bea A. 8 230 Birken S. 60
Beato Angelico 88 89 Bissoli C. 15 <-'>'i'
Beda 66 Blondel M. 219 :r:c;i
Bedeschi L. 229 235 Bochart S. 63 .:. ;·-;A~·
Bedouelle G. 7 67 Bodenstein A.R (Carlostadiò) '!;~~
Beelen G.T. 136
Belaval Y. 7 :~fs:ar~1 E.-M. 221 '.}~i~~
Bellarmino R. 48 68 111 112 156 Bomberg D. 14 35 49 50 5459,?~Q~
Bellini G. 88 Bonaccorsi G. 230-238 -,·'· .,,...,
Bellò C. 235 ~onatti P. 5 -
Bellorini T. 63 Bonavia. C. 310
Belo F. 320 Bonfrère G. 62 70 116
Belvedere T. 302 Borghi Cedrini L. 295
Ben Asher Levita E. 55 Bornkamm G. 204 205 320
.Ben Ghershom Treves I. 50 Borriello L. 170
Ben Ghershon L. 50 Borrmans,M. 12 118 3583~8_·
Ben Hayyim J. 50 .Boscaglia A. 109
Ben Isaak S. 49 Bosco G. 16
Ben Joseph Salam I. 50 Bòsio E. 308
Ben Juda Abrabanel I. 49 Bosstiet J.B. 114 115 '1si
Ben Meir ibn Ezra A. 50 117 Botticelli S. 92
Ben Moshé Soncino G. 49 Bouhdida A. 369
Ben Nachman M. (detto Ramban) Bourel D. 7 >"
327 Bousset W. 134 197201 ·
Ben Shelomoh Hayyim Sopher Bowman F.P. 168
A.H.T. 50 Bohm J. 213
Ben Saruck M. 327 Bracciolini P. 9 11 .
Bencini F.D. 125 Bragradini L. .(o Bragra(iìti
Benedetto XIV 119 128151 179 218 Braido P. 150 152155 lSJ.é'
230 163 166 169

394
Bramante p., .90 .191 Carlò Alberto di Savoia 300
Bran~ G.B.127 Carlo Emmanùele 119
.Brandi G.M.144 Carmeli lvL 126
_Bfa:vi G.O. 25 Càrraéci 95
)3remond H. 213' Carré O. 354
Brez G. 305 Casati M. 154
·Brian C.W. 54 Casini A. 127
Bfight J. 203 Caspar R 354 377
)Brisebois M. 104 Cassiodoro 64 66
UBritaimico L 37 Cassùto M.D.U. 18 234 343 344 345

·.·~~~e~·. ri8
346
Castell E. 56 57
)·É,~ciÒli A. 29 33 34 35 36 37 38 39 Castellano A. 34 45
;;i/''f177 296 Castelli B. 109
;'lìiubelle5chi F. 83 84 85 Castelli D. 8 140 14.1 234 •
:X-8hìni L 9 11 Castellino G. 8

l~~~;i'
Castellio S. 72
Catarino A ..65 68 .
Cattaneo E. 75 79 81
Cattin G. 78
)ihagen J. 31 Cazelles H. 221
ann·R. 196 203 204 205 318 Celoti N.P. 128
\uti'E. 201 218 228 236 239 Ceriani A.M. 17 230 234
~tro~ M. 91 92 93 94 95 96 Cerrato N. 161 162
p,hi,ìfd o Brocardo. (o· Brircardo) Ceruti G. 166
'Sìèm·.62 Cesari A. 16166168 171172
-'èfJ. 198 Cbaies Z.P. 343
·:~·G.ì55 Cbartier M. 384 ·
~f:'rvf, (Bticerùs} 67 Chevalier U. 214 220
·0a·o. 55 60 · Cirillo L. 379 381
· ··· 'c:/25 Clamer A. 220
Ciarlo I. 46 68 72
·,,T.JU Claudel P. 147
: : ''.(Tommaso de Vio) 43 67 Clemente VII 80
Clemente VIII 48
Clemente XI 119 151
Clemente XII 128
Clerico 120
Cobb J.B. 188 205
Cobenel D. 231
Coiazzi A. 238
Caletti V 75
Collins A. 129
Colombo C. 241
Colonge P .. 207
Comba E. 295 310

395
Comestor P. 62 De Groot G.U. (Grotius) 71
Commer E. 199 De Lagarde P. 194
Concina D. 119 127 164.175 De Liguori-A.M. 171
C.onzelmann H. 205 318 De Lubac H. 222
Copernico N. 112 De Luca L.N. 166
Copinger A. 45 De Maes A. 116
Coppenis J. 80 De Maistre J.M. 169
Cornelio a Lapide 72 180 De Pomis D. di Spoleto 56
C.oroely E. 212 De Ricci S. 119
Corsani B. 17 320 De Rosa G. 167
Cosimo II 109 111 De Rossi G.B. 815 12312412814()
C.othenet E. 221 145 153 181 234
Cotoni M.H. 128 De Sanctis L. 310
C.ox G. (C.occeius) 71 De Vaux R. 221
Cranach L. 30 34 De Wette W.M.L. 131 132 138. J·:
Crenan F.J. 69 De Wingle P. 286 · ...·
Crisolora M. 10 De Zamora A. 56
Cristina di Lorena 109 111112 121 De Zamora G. 59
Cromwel 14 54 De la Peyrère I. 128 138
Cruz E. 157 169 De' Liguori M.A. 16
Curci C.M. 181 De' Medici G. 34
De' Ricci S. 159
D'Aragona A. 51 Debongnie P, 80
D' Aussy C. 223 Del Col A. 25
D'Azeglio M. 180 Del I..amennais F. 169
D'Hulst M. 142 143 229 (Delehaye E. 214
D'Osca D. 295 Delitzsch F. 193
Dal Corso M. 295 297 Della Chiesa G. 80 230
Dandolo T. 180 Delle Lanze C.V. 178
Daniélou J. 221 Delorme J. 221
Darwin C.R. 143 Delumeau J. 149 163 167
Davey N. 317 Desjardins P. 214
Davies P.R. 320 Dhotel C. 155
De Berulle P. 152 168 .Di Bartolo S. 140 .143
De Bonald L. 169 Di Maddaloni B. 128
De Boni F. 137 Dibelius M. 203 205
De Calasio M. 56 60 Didonn 212 .....
De Castro A. 40 Diego de Zuftiga (aStli.Iìica)ll
De Cisneros F.X. 53 Dietz L. 31
De Colines S. 52 Dillmann A. 193
De Diétrich S. 317 Dinali B. 63
De Dominis M. 141 Dini P. 111
De Epalza M. 378 Diodati G. 177 301
De Gara G. 56 Diogene 91
De Genoude A.E. 136 Dionisi B. 157
De Giudici A. 56 Dodd C.H. 223

396
Dollinger J~J .I. von 191 Ferrati B. 211 225 226
Donatello 84 86 87 Ferrario G. 48
DoréG. 180 Ferreri P. 158
Dreher B. 160 Festorazzi F. 241
Drusius G. 56 58 72 Feuillet A. 221
Dubno S. 329 330 Ficino M. 10 67
Duchesne L. 213 214 217 Filippo II 14 53
Duguet J.-J. 158 171 Filone Alessandrino 327
Dunash ibn Labrat R. 327 Fischer P. 194
Diirer A. 94 Fisher C. 50
Fitzmyer J.A. 237
Ebeling G. 205 Fleury C. 157 158 178
Egidio da Viterbo 329 Fogazzaro A. 219 240
.Eichhom A. 197 Fohrer G. 203
Eichbom J.C. 130 191 Foreiro F. 71
l\. Eli'ezer ibn 'Ezrà R. 332 Foresti F. 23
~lia Levita (detto il Bahfu) 55 329 Fortis G.B. 61
h.> ,Elia S. Artom 344 345 Foscarini P.A. 111-112
0,. Elia .ben Shelomoh di Vilna 338. Fracassini U. 237
;~2 ,Elzevier 114 Francesco I 11 52
itc/J;inmanuele Orchi da Como 164 Francesco Luca di Bruges 59
i.i/;Emser H.· 32 Francesco di Sales (s.) 152
~~\~~;;t~oT9~09;00 Frankel P. 43
Frémaux M. 379 381
;,,\'.; ;iÈrasmo da Rotterdam 9 10 ll.13 29 Friedenthal A. 331~332
~ft''-/ ' 30 31 33 43 50 51 52 58 66 72 73 Friedlieb J .H. 198
·;; ... 80 Ftoben J. 9 26 27 28 29 35 39 50 51
J~~r J.G. 130 59
pé)sito R.F. 238 Fuchs E. 188 205
stlenne R. 45 50 52 54 5859 60 81 Fùnk Ph~ 191
.'#~~egaray Cruz A. 155 Fust G. 44
'#,~Jine J. 80
ùg~nio IV ;LO 88 Gabler J.P. 191
· bio di Cesarea 62 Galassi L.M. 318
cl H.G.A. 131 132 138 192 Galbiati E. 234 242 243 250
Galbiati G. 234
bri F. 63 Galileo Galilei l 12 108112 121122
\; Jl. 15 108 167 141 144
's P. 56 72 Gallarati Scotti T. 240
·L.C. 225 Galura B. 160
o. 43 Garbini G. 242
~igei I. von 160 Gardet L. 362
'·ee·'da Prato 50 Garofalo S. 5 51250
.•. kw ..198 Gaudel J.M. 377 381
t~arése G.F. 173 Gavazzi A. 312
rifaji A.218 Geddes A. 131 135 138

397
Gelasio I. 380 Gnilka J. 206
Genocchi G. 213 228 235 236 237 Goguel M. 219
238 Gonnet G. 295 296
Genthe H.J. 188 Gonnte J. 295
Gentile G. 227 Gordon G. 71
Gentili A. 72 Gorini G.C. 168.
Georges A. 221 Goscarini P.A. 112
Germain E. 155 166 169 Gradius B. 46
Gerolamo (s.) 25 44 62 64 66 115 Graetz H. 334
230 Graf K.H. 131 192
Gesenius H.F.W. 132 Grandmaison J. 214
Geymonat P. 309 Granelli G. 126
Ghiberti G. 8 16 Grasso D. 239
Ghiberti L. 83 84 86 Grégoire R. 14 80
Ghiringhello G. 233 234 Greenslade S.L. 6 43 75
Ghirlandaio D. 92 Gregorio Magno 66
Ghisleri M. 69 Gregorio XIII 48
Giampiccoli E. 312 Gregorio XIV 48
Giannone P. 120 Gregorio XVI 151
Giansenio C. 118 Greisch J. 243
GiaVini G. 232 245 Grelot P. 221
Gillio P. 301 302 Grembergerio (Grienberger) 111;:
Ginsburg C.D. 330 Gressmann H. 197
Gioberti A. 169 Griesbach J .J. 135
Giovanni VIII Paleologo 10 Griffini E. 234
Giovanni XXIII 231 . Grimm J. 198
Giovanni Battista De La Salle (s.j Grossi T. ·180
152 Grozio U. 72 120 127
Giovanni Bosco (s.) 161 162 166 Grundmann W~ 224
Giovanni de Gara 50 Griinewald M. 94
Giovanni di Calaorra 63 GuarinE. 11
Giovanni Eudes (s.) 152 Guasco M. 219
Girardet G. 18 320 321 Guasti C. 179
Girotto G. 239 Guercino 95
Gismondi E. 213 Guerra G. 177
Gismondi G. 236 Guidi I. 233
Giudici G. 168 Guillemette P, 104
Giulio II 11 91' 95 Gumelli A. 45
Giunta G. 35 37 46 Gunkel H. 197 201
Giunta L. 33 34 45 46 Gustà F. 155
Giuseppe Flavio 62 198 Gutenberg G. 13 23 26 44
Giussani L. 283 Giinther A. 199
Giustiniani A. 52 53
Giustolisi E. 379 Halkin L.E. 9
Glaire J.-B. 212 Hofmann J.C.K von 194
Glass S. 58 Hummelauer Fr. von 212

398
_Hiigel F. von · 213 219 240 Illyricus F. 65
>'Hall B. 54 Imam al-Haramayn 378
Hallaq B. 382 Imbonati C. G. 62
-·• <Haneberg D;B: 135 198 Innocènzo ìn 297
Hamack A. von 197199 215 216 233 Ireneo 201
HartWing Wessely N .. 330 332 - Irschl S. 197
: )Rase K.A. 133 Isaac de la Peyrère 113 116
>_>Hayek M. 361 364 Isidoro di Siviglia 66
:Hébert M. 213
;)}fegel F. 133 Ja'akev ben a'ako Haim 330
Hèiler F. 220 Ja'akov 338
-.<J-Ienten G. 45 46 Ja'akov Zevì Meklenburg 338 -339
p;/Fierbst J.G:''135 Jacob ben Hayyim 9
-r.<-FI.erder J.G. 331 Jedin H. 3940148
';:kHermann S. 203 Jehezkel Landau R. 333 •
, ._ {:Hei"mes G. 199 Jehudà N.Z. 338
>i'f{eynrickx C. 31 Jemolo C. 159 175 176

~·~~:~
Jeremias J. 204
J omier P .J. 354 372
Jourdan L.H. 232 235
Jungmann J.-A. 76 78 79
~\' -òbbes T. 103 116 117 120 128 138 Jzhach s'. 327
--~finger J. 16Ò
Kaminka A. 343
lfjeiii H. 33 34
Karpp H .. 43
~~;e;ii~4J1 142 Kaufmann E. 345 346
Kaulen F.P. 198
&'"( 224 Kasemann E. 204 205 206 320
tz-IDann H.J. 1,34192195197199 Keldani A.AD. -332
ri1l)irg N.H~ 332
Kennicott B. 123 132
'#-i.~. 135 Khalid Muhammad Khalid 383
SlfyI;is E. 223 315
Khalil Sa'ada 378
,u 'ignànt C.F. 136
iì(fry V-, 165 Kimchì D. 327 341
KimhiD. 9 49 55
' 'A;.}15. 236
Kimhi M. 50
J~L.135
"n:·-x.A. 301·302 301 308· Kiì:che'r K 60
et'A.M. 320 Kistemaker M.J.H. 135
éÌdiJI. 131. Kittel G. 204
. 'l!, 192198 Kittel G. 204
n'K. 383 Klein F. 216
''E.58 Knabelibauer J. 212
'''T.ff. 142 Know-les M.D. 148
Kraus H.J. 103118175 188 -190 192
197 198 202240 343
Kraus N.S. 6
Kreutz.Wald H. 160

399
Kuenen A. 131 Lohmeyer E. 224
Kuhn J.E. von 194 Lohse E. 320
Kuss O. 206 Loisy A.-F. 197 211212 213214215
Kummel W.G. 6 104 188 191 194 216 217 218 219 229 230 232 233
197 198 234 239 240
Longo P. 312
Labanca B. 137 227 228 232 235 Longo T. 310
Laberthonnière L. 236 Loome T.M. 198 218 223
Lacbmann K. 134 135 Lorenzo da Piemonte 39
Lagrange M.-J. 16 188 211 212 213 Lorini N. 111
214 215 217 221230 235 236 237 LOro D. 35
238 Lowth R. 331
Lambert M. 341 Lucius L. 58
Lambruschini R. 169 Luigi II di Condé i13
Lancellotto P. 65 Luigi XIV 114
Landotti G. 79 Lutero M. 30 31 33 35 67 81
Lanigan S. 155 Luzzato S.D. (detto ShadaJ) 8 J8
Lanzoni F. 166 177 329 334 335 336 .
Lascaris C. 57 Luzzi G. 8 18 177 234 310 311312
Laurin M. 9 Lyell C. 142
Lapple A. 77 Lyonnet S. 231
Le Clerc J. 106 114 120 121
Le Fèvre d'Etaples G. 32 66 Mackintosh H.R. 187
Le Hir A.M. 136 Madruzzo 40
Léon-Dufour X. 221 279 Maffei S. 120 122126
Lebrun F. 163 165 Mahmiìd 'Abbas al-'Aqqàd
Leers R. 115 Maimonide (detto Ramban)
Leibniz G. W. 117 Maisonneuve G.P. 354
Lenormant F. 142 143 Maldonado G. 69 180
Leonardo da Vinci 88 89 Malerbi N. 25 37
Leonardo di Porto Maurizio (s.) 165 Malet A. 117
Leone X 10 11 46 50 51 53 55 Malvenda T. 71
Leone XIII 103 141151 220 222 228 Manetti G. 64
229 230 235 236 Mannucci V. 5
Leone da Modena 50 56 Manzoni 169 172 175 180
Lesage d'Hauteroche d'Hulst M. Manuzio A. 14 35 48 52 57
215 ·. Maometto 350 -
Lessing G.E. 132 133 196 Marchasson Y. 210
Levie J. 210 229 231 Marchesini da Reggio 61
Lightfoot R.H. 223 Marchetti G. 166 168
Lippman Zunz Y.T. 334 Marchetti V. 39
Lippomano L 68 Marchini G.F. 128
Lo Bue F. 315 316 Margival H. 113
Lodovico il Moro 88 Margolis M.L. 341
Lohfink G. 206 Marietti G. 233
Lohfink N. 188 237 Marini M. 56

400
Jvlariotti M .. 149.154 165 167 Montorfano. D. 89
Marlé R. 205 219 Moole F.M. 223
.Marmochirio Sarite 37 Moreschini M. 310
Martianay J. 115 116 122 Mòrgan R. 189
Martin H. 79 Morin G. 48 54
Martina G. 148 240 Morosini G. 155
Martini A. 16151 155 1.58 166 177 Moscati S. 242
178 179 181 Mottola A. 168
Martini C.M. 5 108 254 Moubarac Y. 361 362
< Maixsen W. 318 Mowinkel S. 202
Masio A. 72 Mohler J.A. 191
Massimi C. ·168 Muhammad 349 3~2 353 354 355 356
Mattei L. 178 360 361366 367 370 371 372 373
- )\fattel) da Treviso 33 34 375 380 381 382
.Mauri A. 226 Muhammad 'Abduh 353 378 380
~ay(!r F.W. 206 Muratori A.L. 12 15 120 121122 124
..Mazzocehi A.S. 125 144 153 167 168 170 176
< '.ryi:azzoni G. 87 Mussner F. 206
ii,McKnight E.W. 244 Musso C. 65 68
fr .fyie'ii Ish Shalom Friedman 336 337 Munster s. 55 n 329
>:tvfésenguy 158
'.{ 'Meiùe G.P. 312 Nacchiante G. 68
.· Meir Loeb ben Jechiel. Michael Nachmanide 330
/./ (dettò Malbim) 340 Nadal G. 153
'.i'')~elantone F. 1057 .· .. · Naftlì Jeimdà Berlin 331
<' 'Meridelssohn M. 18 329 330 332 333 Nanni diBanco 84
;;:1 · 334 336 338 342 Narinini R. 178-
~i.l:·,~enochio G.S. 63 68 69 167 180 Nathan I.M. 59 60
;;'Menozzi D. 168 169 Neff F. 306
\.!S:~~enzel W. (Musculus) 67 Neill S. 188
.i'.:Merad A. 362 Nelli B. 38
~};:irvtercati A. 228 235 236 Nepomuk J. 200
li~i.'\Mercati G. 235 236 Neufelds K. 243
~i@Merisi M. da Caravaggio 95 Newmann J.H. 142 229
~:X:!]V!~ssori V. 156 Niccoli N. 9
'""'" ezzadri L 148 Niccoli O. 35
· ·chaelis J.D. 189 Niccolò V 11 69
~lielini Tocci F. 242 Niccolò dell'Arca 87
:;:}1:Nfi~gge G. 18 317 318 319 Niccolò delle Monache 38
~;1~:.~:~a1~.JA.2i~ Nicola A. 166
Nicola di Lira 66
· "nocchi s. 8176178 181182195 Nisbet R. 310
229 234 235 236 238-239 Nobili-Vitelleschi F. 240
Nfolriar A. 293 Noghera G.B. 168
. ;::'f\1ontano B.A. 53 54 63 70 Noja S. 371
"1\b:Montet E. 293 North R. 188 319

401
Nosengo G. 260 Perrot C. 221
Noth M. 203 Perugino P. 92
Nourry E. 214 Pesce M. 222 230 231
Novarino L. (o Novarini) 62 Pesch R. 206
Pestelli G. 229
Oddo G. 137 Peterson E. 206
Oelmilller W. 189 Petrarca F. 9
Oleaster G. 71 Peyran R. 305
Olier J.-J. 152 Peyron B. 233
Omodeo A. 220 Phereponius J. 121
Origene 13 Pianciani G.B. 140 142
'Ovadia ben Ja'akov Sforno 327 328 Piaton P. 158
Overbek F. 194 Pico della Mirandola 10 67
Ovetberg B. 160 Pierangelo di Mon:te U1mo 61
Overberg B. 208 Pietrafesa P. 170 171 ··
Pietro Canisio (s.) 156
Pacheco 40 Pietro della Francesca 88 ·
Pagani A.M. 156 Pio IV 47
Pagnino Sante 10 36 46 53 54 55 65 Pio IX 151 227 228
Paolo III 95 Pio V. 70 81
Paolo IV 80 Pio VI 179
Paolo V 56 Pio VII 151
Paolo VI 231 284 384 Pio X 154 214 218 220 229
Paolo della Croce (s.} 165 Pio XI 230
Paolo di Burgos 64 66 111 Pio XII 8 220 222
Parente F. 141 232 239 Pirot L. 220
Parsch P. 209 Pisa G. 240
Pascal B. 152 Pitagora 90
Pascale G.L. 296 Pizzi I. 234
Pasini G .L. 125 Plantin C. 46 50 53 59
Pasor G. 58 Platone 10 90 91
Pastor D. 301 305 306 Plongeron B. 7
Patrizì F.S. 139 Plutarco 10
Paulus H.E.G. 133 Pohl A. 242
Pedante V. 155 Politi L. 68
Pedersen J. 202 Polizìano A. 10
Peirone F. 362 Poulat E. 188 211 214 215
Pellican C. 55 218 219.221 228 233
Penco G. 232 Pourrat P. 170
Penna A. 176 243 250 Poussin N. 96
Penzo V. 128 Ptandi A. 149 163 164
Perella G. 5 Pritanio L. 121
Peretti F. 47
Pereyra B. 70 111 112 116 Quaresniio F. 63
Perles F. 343 Quentin H. 34

402
'Ùuesnel P. 118159 180: Robert A. 220
i;~ntìliano 11 . Roberti G. 164
:Qilinones F. 15 80 Robinson J.M. 188 205 320 360
i()tiondam A. 25 Rogier L.J. 148
Qlltb s. 353 Rohricht R. 63
Rorengo M.A. 302
Rad G. von .203 Rosa M. 124 159 166 167 168
Razi 382 Rosmini A. 16 153 166 169 172173
Rabbi Avra'am ibn 'Ezrà 327 174175 177
Rabil A. 51 Rossano P. 243 250
:ì{adwan F. 384 Rostagno G. 18 312 313
·Ragg L. 379 3~0 Rostagno S. 320
Raiichetti M. 219 Rotondò A. 120
;R.ashi 49 50 327 Roussel B. 7
:Ratti A. 230 234 Rowley H.H. 319
·}latzinger J. 156 Roycroft T. 54
/RèG .. 234 Rubens P.P. 95-096
tRedLG. 178 Ruotolo D. 231
>.R~ggio LS. 18 334 Rusconi R. 79
lllèggio O. 158
;:Rt\ì.niatus H.S. 132 133 167189196 Sa M. 70
""·'204 Sabatier A. 212
·~eìnke L. 198 Sabatier P. 212 214 219
~jllèithmayr F.X. 135 Ì98 Sabri M.A. 371
i~~i~/;:2~3~3;37 138 198 210 212 Sacchi P. 242
Sailer J.M. 160 208
~R:eri<lforlf R. 320 S<Ìles M. 239
\~i{~ùchlin G. 55 60 61 Sahrieron A. 65 69
lflR~'rissiE. 131 192 195 Salutati C. 9
&~'à.~\.el A. 309 310 Salvatorelli L. 227 232
~Il~réptiowH.G. 111 Salvini A.M. 178
., '"Villé'A.212 Samueli C. 174
:\iil1e J. 212 Sandys-Wunsch J. 117
b~t A. 312 313 314 320 Santini E. 163
'tliG. 312 . Sanudo M .. 35
, .di di _Netro 225 226 Sanzio R. 90
iB/167 Sartiaux F. 21~
~fotti d. 17 81 176 234 239 Savart C. 7 8 149 188 .207 210 211
~·-?R_. 353 380 . . . 223
Idi G . .232 .233 234 242 Savi P. 235 236
J:il. A. 194 197 Savonarola G. 10
s,_258 Scacchi F. 62
Scaduto F. 225
Scaligero G. 72
Scattolon G. 241

403
Scerbo F. 234 Signorelli L. 92
Schanz P. 136 Simon R. 5 9 1119 61 65 108113lf1'
Scheffczyck L. 188 194 213 115 116 118 128 130 138 145175
Schegg P .J. 135 193 210
Schell H. 199 Simon de Colins 32
Schiffini 236 Simone R. 120
Schimdt 63 Sina H. 63
Schlatter A. 195 Sirleto G. 47
Schleiermacher E.D.F. 133 Sisto IV 11 91 92
Schlier H. 205 206 Sisto V 47 48 56 107
Schmid C. von 160 Sisto da Siena 5 6 65
Schmid E. 60 Slomp J. 379
Schmid J. 206 Socrate 10 90
Schmidt H. 75 Soggin. A. 18 203 242 320
Schmidt K.L. 203 Solé J. 107
Schmidt M.I. 160 Sommervogel C. 115
Schmidt S. 230 Soncino S. 13 49
Schmitt J.C. 79 Sozzini L. 38
Schmitt M. 188 Spedalieri N. 168
Schnackenburg ;R. 206 Spini G. 37
Schnitzer J. 195 197 200 239 Spinoza B. 11103116 117 119J7Qi
Schoeningh F. 207 124 128 129 138 175 '
Scholz A. 198 Stabile F.M. 188
Schottroff W. 320 Stabulensis F. 66 ,.;'
Schroffer P. 44 46 Stauffer R. 43 67 . . ·.·.· .. ,
Schustet I. 160 Stella P. 148149156157158161 i67~
Schiirmann H. 224 169171 176 178 179 l80J81;r}
Schiissler J. 62 Stephan H. 188 191 Ai'.
Schwarzbach B.E. 9 Strabone V. 66
Schweitzer A. 133 196 197 320 Strack H. 193
Sciarelli F. 312 Strauch R.160 ··. ,.,
Scoppola P. 218 219 227 235 Strauss D.F. 133 136 137 138.19~'
Segal M.Z. 343 196 19$ 227 228
Segalla G. 231 Subilia V. 310
Segneri P. 164 .. Suriano F. 63
Semeria G. 8 213 219 227 228 235
236 238 Tabari: 351 "
Semler J.S. bo 189 193 Taddeo Cucchi da Chiari 46 68
Sepp G. 137 Tafi A. 241
Serario N. 65 70 Taglialatela P. 312
Seripando G. 68 Tamburini P. 119 153 159
Serveto M. 43 Taziano 380
Shamra R. 202 Tedeschi M.J. 18 334 336
Shaw N .H. 320 Teodoro di Beza 52 302
Shelomon J. 330 Teodoro di. Gaza 57 58
Sierra S.J. 12 18 233 Tertulliano 111

404
Theissen G. 320 Valsecçhi A.M .. 164
Theobald C. 211 212 243 Van Ess L. 208
Thiising W. 206 Van Rijn R. 96
Tiboni P.E. 181 Van den Steen C.C. 71-072
Tindall M. 129 Vandenbroucke F. 80
Tintoretto J. 95 Vatable F. 45 72
Tirino G. 71 180 Vater J.S •. 131 138
Tischenndorf C. von 135 Vattioni F. 242 250
Toland J. 129 Vecchi A. 149 170 171 172
Toledo F. 69 Venard L. 219
Tolomeo 91 Venard M. 7
Tomaso di Guidì (Masaccio) 85 Veneziano D. 88
Tommaso de Vio 67 Ventura G. 166
Tondelli L. 239 Vercellone C.G. 15 140 145
Torelli D.G. 126 Verdon Th. 14 15
'J'ortesin M. 218 Vermigli P.M. 67
,Tostado A. 69 111 Vidler A.R. 213 214
Toum G. 299 318 Vigouroux F. 43 176 212 220
/\Traniello F. 169 175 Vinay V. 239 301 314 315 316 319
( . 'f;raversari A. 10 320
·' Tresmontant C. 211 Vincenzo De' Paoli (s.) 152
~w~'- Tricot A. 220 Vischer W. 315 316 320
:/;'..~· !riDquet J.. 220 Vivanti C. 79
;i( Triònfetti V. (Arcangelo, inreligio~ Viviani S. 168
!! .. ne) 127
••...
Voeltzel R. 106
i'.''<Trippen N. 195 197 198 Vogel P.H. 25
'~j:1'roya c. 180 ·· Voltaire 129 138 307
';,:/Turrettini G.A. 107 Vosté G.M. 47
.,.- :.·:Tlirvasi F. 235 Vogtle A. 206
} Tyllclale w. 31
i . TYn"ell G. 223 239
Walton B. 48 57 65 72
~;:~;-:' ··. Weinkopf J.B. 342
· Ubaldi U. 137 138 145 Weiss B. 134
·/. Ugdulena G. 139 181 233 Weiss J. 134 197
>:··Ugdulena S. 8 Weisse C.H. 134
· ·· ·. Ugo di San Carlo 59 Weizslicker C.J. 192195
Ugolino B. 128 Welhausen E. 131
. Ug\J.ccione 61 Welhausen J. 131 132 140 192 193
·•· · Ungarelli L. 140 145 201 343 346
Welte B. 135
"· Vacca V. 373 Westcott B.F. 135
~;· Vaccari A. 17 25 68123176179181 Wikenhauser A. 206
182 234 240 250 Wilke C.G. i34
{. Vaccaro M. 371 Witter H.B. 129 130
·t vana L 9 11 so 58 66 72 73 Wolff C. 133
i1;: N. vana s1 Wolff T. 33-034

405
Woodbridge J.D. 9 Zambruni P. 237
Woolston T. 129 Zanolini A 126
Wrede W. 196 Zanoni P .F: 128
Ximenes F. 11 45 Zari A, 219
Zecchini G .B. 168
Yamaouchi 318 Zeev J .L. 333
Zaccaria da Firenze 35 37 Zerwick M. 231
Zahn T. 195 Zimmermann H. 206
Zamakhshiìri 353 Zito G. 187
Zambarbieri A. 201 212 218 236 237 Zolli E. 234
239 240 Zucconi F. 127

406
Indice g~nerale

Introduzione generale (di Rinaldo Fabris) 5

Parte prima
LA BIBBIA NEI SECOLI XV-XVII » 21
1. Edizioni della Bibbia versioni nelle lingue
parlate c:on particolare riferimento all'Italia
(di Carlo Buzzetti e Giwio Orazio Bravi) 23
l. I primi passi della•· nuova arte tipografica » 23
2. Le innovazioni dell'editore Johann Froben. . . . . . » 26
3. La Paraclesis di Erasmo da Rotterda.m.... .. . . . 28
4. La Bibbia in tedesco di Lutero . . . . . . . . . . . . . . . . 30
5. Traduzioni nelle principali lingue europee..... . . 31
6. I sospetti e [e cens.ure del mag~tero ecclesiastico., 32
7. La Bibbia in italiano di Antonio .Brucio/i. . . . . . . 33
8. «Tenevo la.Bibbia per instruire la mia famiglia» 38
9. Divergenze e silenzi al .concilio di Trento.. 39

2 .. Strumenti e sussidi per lo studio della Bibbia


nei secoli XV-XVII (di Rinaldo Fabris) 43
1. Il testo della Bibbia latina dagli incunaboli alle edi~
zioni critiche a stampa. . . . . . . . . . . . . . . . . . 44
2. L'edizione romana della Volgata e dei Settanta.. » 46
3. L'edizione dei testi originali dell'AT e NT 49
4. Le ediziqni p9liglotte della Bibbi.a . 52
5. Sussidi per lo stUdio delle lingue bibliche » 54
6. Le concordanze bibliche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58
7. Dizionari, enciclopedie e sussidi storico-geografici » 61
8. Manuali di introduzione ed ermeneutica biblica. 64
9. I commentari bibliéi ..... , . . . 66
10. Ccmclusioni.. . . . . . . . . . . .. . . . . » 72

407
3. L'uso della Bibbia nella liturgia nei secoli
XV-XVII (di Réginald Grégoire) . 75
4. L'uso iconografico della Bibbia
(di Timothy Verdon) 83
Nota bibliografica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 98

Parte seconda
METODI DI LETrURA E PRESENZA DELLA BIB-
BIA NEI SECOLI XVII-XIX » 101
1. Lo sviluppo e l'applicazione del .metodo sto-
rico-critico nell'esegesi biblica (secoli XVII-
XIX) (di Rinaldo Fabris) » 103
I. IL METODO STORICO-CRI11CO DALLA RIFORMA ALL'ILLU-
MINISMO . . . • . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . • . . . 104
1. Le istanze e i progetti di critica biblica nel contesto
della Riforma ................................ . » 104
2. La ricerca e critica biblica nell'ambiente cattolico » 107
a. Galileo Galilei è il dibattit.o biblico » 108
b. L'opera di Richard Simon ........-......... . » 113
3. La critica e il dibattito biblico in Italia nel secolo
XVIII ............. : .. » 118
II. IL METODO STORICO-CRITICO DALLA RIVOLUZiONE FRAN-
CESE ALLA «QUESTIONE BIBLICA» (SEC. XIX) ..... ;.' 128
1. Il metodo storico-critico applicato all'AT 129
2. Il metodo storico-critico applicato al NT . .... 132
3. Riflessi del metodo storico-critico nel/'ambiente cat-
tolico .........·............... ·..... ·... ' ..... . » 135
4. Riflessi del metodo storico~critico e la ricerca biblica
in Italia nel secolo XIX ................. . 137
5. La «questione biblica» ................ ....... . 141
III. CONCLUSIONI » 144

2. La Bibbia nella chiesa e tra i cristiani


(di Cesare Bissoli) » 14I
I. LA BIBBIA NELLA VITA DELLA CIDESA 149
1. Il quadro di riferimento . ........ , ........•.... » 149
2. La «Sacrae Scripturae Lectio» e la cura biblica del
clero .................................. . J53
3. Catechesr, e catechismi » 155
a. Il catechismo » 155
b. n catechismo storico ...................... . » 157
c. La storia biblica o sacra .............•..... » 159
d. «Utilizzazione morale» della storia sacra. Lali-
nea italiana .............................. . 160
4. La predicazione. . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . ' 163
a. Il volto biblico della predicazione .......... . 163
b. La figura di Gesù Cristo .•... ·· ............ . 167
5. Bibbia e spiritualità. Figure significative ....... . » 169
a. S. Alfonso M. de' Liguori (1696-1787) » 170
b. Antonio Cesari (1760~1828) » 171
c. Antonio Rosmini (1791-1855) .............. . » 173
6. Quale scienza biblica? » 175
Il.. TRADUZIONI E DIFFUSIONE DELLA BIBBIA •..•.•..... » 176
1. Avanti la Bibbia del Martini (1600-1750) » 177
2. La Bibbia di Antonio Mattini .. . » 179
3. Dopo la Bibbia di Martini ................... . 180
IIL CONCLUSIONE ..... » 182

Parte terza
LA
,._., ..
;
BIBBIA NELL'EPOCA CONTEMPORANEA ... 185

c.'.f~. Lettura e inforpreté)Zfone della Bibbia dal


· · Vaticano I al Vaticano Il (di Giuseppe Ghiberti) » 187

PROBLEMATICA, RICERCA E APOSTOLATO BIBIJCO IN GER•


MANIA .... ·........... ·............•.•. ·•.• .- 188
1. La ricerca in campo biblico ............. . » 190
2. Nella prassi pastorale ........................ . » 207
H. PROBLEMATICA; RICERCA È Al'QSTOLATO BIBLICO
IN FRANCIA.. .·.•...·.......................·.· » 209
A:ppendice. La situazione in altre nazioni ........ . » 222
III. ESEGESÌ BIBLICA 'E INTÉRESSE ALLA BIBBIA IN ITALIA » 224
.. ·.. 1. Le premesse .......... ,..... •. , ........ , .. •, .•.. 224
2. Dal Vaticano I al nuovo secolo .... , » 232
3, Dal moderriismo alla seconda guerra mondiale .. » 235
4. Il trentennio del secondo. dopoguerra. » 240
:'IV. CONCLUSIONE .. ; ... ' .•........ ' .. » 243

409
2. Tendenze attuali nell'uso e nell'interpreta.,.
zione della Bibbia (di Giuseppe Betori) » 247
I. INTRODUZIONE ........... . 247
1. A partire dal concilio . .... . 247
2. Gli sviluppi posi-conciliari 248
II. UNO SGUARDO PANORAMICO ......•...• , .... ; .. » 249
1. Le traduzioni .... , , ... » 250
2. Gli studi: divulgazione e ricerca 251
3. Bibbia e liturgia .........·.. » 253
4. La lettura «Spirituale» 255
5. Bibbia e teologia ... :......• : ....... . 256
6. Bibbia e magistero ecclesiale 258
III. BIBBIA E CATECHESI. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 259
1. Il rinnovamento catechistico . , ................ . 259
2. La Bibbia nel «documento di base» .. 262
3. La Bibbia nei catechismi ......... ............ . » 263
4. Dai catechismi alla catee,hesi ...•............... 269
IV. LA BIBBIA NELLE ASSOCIAZIONI, NEI MOVIMENTI .E .NEI
GRUPPI ECCLESIALI ......• , ........... , ..•........ vo
1. La situazione pastorale ..................... , .. 270
2. La Bibbia nel!'associazionismo tradizionale » 271
3. Il fenomeno biblico nelle «comunità di base» 275
4. Nuovi movimenti ecclesiali e Bibbia . .......... . » 278
Nota bibliografica ...... ... ~) ........................ . 287
1. Per un approccio al problema. nella sua.globalità 287
2. Sui temi della «panoramica generale». · » 288
3. Sul problema «Bibbia e catechesi» ......... , .. . » 288.
4. Sul ruolo della Bibbia nei volumi del catechismo
italiano ................. . » 28~
5. Sulla pastorale della chiesa in Italia .......... . 289
6, Sulle associazioni, movimenti e gruppi ecclesiali. » 290

Parte quarta
LA BIBBIA PRESSO I VALDESI DAL XlìI SECOLO
AD OGGI............ . .·
1. La Bibbia presso i valdesi dal secolo XIII ad
oggi (di Bruno Corsani) » 295
J. PERIODO MEDIEVALE ..... ,; .............•. ,, ..... . ZQ~./.,
1. TraduziOne e diffusione della Bibbia 295/':
2. Metodi di interpretazione,. "297. '.j}
IJ. PERIODO MODERNO (1532-1848)

410
III. PERIODO CONTEMPORANEO·•. ;• •.•. ~ ...•... " •••. 309
1. Opere di cultura e formazione biblica .... 309
2. Letteratura pòlemica anti~romana 311
3. Libri di pietà ............................... . » 312
4. La svolta del «tiiznovamertto biblico>> .......... . 314

Parte quinta
EBREI E MUSULMANI DI FRONTE ALLA BIBBIA
EPOCA MODERNA ..................... : 323
1. Apporto degli ebrei all'interpretazione della
Bibbia nell'età moderna e contemporanea (di
Sergio J. Sierra) ......................... , ..•. 325
1. L'esegesi biblica nella tradizione ebraica .. 325
2. L'esegesi ebraica nell'.età moderna ..... 327
3. L'opposizione alla traduzione e al Commento di
Mendelssohn e la controreazione . . » 333
4. La Scienza del Giudaismo ..........•...•..... 333
5. L'esegesi rabbinica nei secc. XVIII; XIX e XX. 338
6. L'interpretazione e la scienza ebraica del sec. XX 342
Nota bibliografica .................................. . 347
1. Per uno sguardo sul tema generale e introduttivo 347
2. Per la maggior parte degli autori trattati ......... 347
3. Per un riferimento .bibliografico diretto àd alcùni
autori dell'età moderna ...................... . 347
4. Su l'interpretazione ebraica nell'età contemporan~a 348
5. Su U.M.D. Cassuto 348
2. Approccio musulmano ai testi della Bibbia
(di Maurice Borrmans) 349
l. L'APPROCCIO CORANICO E MUHAMMADIANO 351
l. Come si presènta i,l, C'ilfàll/J.? ................. . 352
2. Riferimento coranìci/ al con(ép,uto della Bibbià .. » 354
3. Dio biblico e Dtò coranico.>•;, 356
4. Profeti biblici e(pròfett'coriini'c,z . .............. . 360
a·. Abramo ...... \. .~.;; :·~ .~ 361
b. Mosè 362
c. Gesù ................ ,·:. 364
5. Legge biblica e legge coranica ................ . » 366
6. L'uomo biblico e l'uomo coranico ............ . » 368
7. Escatologia biblica ed escatologia coranica ..... . 369
8. Conclusione » 370

411
JI. L'APPROCCIO DELLA SUNNA (TRADIZIONE) ..•...... » 372
1. Gli hadfth profetici ...............•.. » 373
2. Gli hadfth sacri (qudsf) . » 374
!Il. L'APPROCCIO ISLAMICO, .CLASSICO E MOD_ERNO. 376
1. La falsificazione delle Scritture (tahrff) 377
2. Il pseudo-vangelo di Barnaba 379
3. La letteratura apològetica .................... . 381
4. L'interesse per il messaggio morale di Gesù . ... . 382
IV. CONCLUSIONE GENERALE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 384

Bibliografia sommaria .................... , ..... . » 386


1. Gli arabi ................... . » 386
2. Maometto ................. , .. , ............... . » 386
3. Il Corano e la tradizione >> 387
4. L'Islam ............................ • .....•..... » 387
5. Il diritto musulmano • .............. , ......... . 389
6. Teologia e Mistica . ...... . » 389
7. Storia e civiltà musulmana » 390.
8. Islam e cristianesimo » 391
9. Il dialogo » 391

Indice dei nomi 393

Indice generale ................................. . » 401

412
JudicUm
<J Una pagina della Bibbia con la glossa ordinaria e il commento di Niccolò da
Lyra, stampata a Lione nel 1520 da Jacques Marechal.
Il testo biblico è stampato al centro della pagina in caratteri grandi, intorno
sono disposti i commenti, secondo un metodo secolarmente seguito nei codici
medievali. Per tutto il quattrocento e ancora per gran parte del cinquecento,
soprattutto in ambito cattolico, la cultura biblica si fondò sui commenti patrie
stici e degli esegeti medievali, compendiati nella cosiddetta glossa, un insieme
di citazioni patristiche, di spiegazioni allegoriche, di riferimenti morali ed eti-
mologici (cf C. Guzzetti-G. O. Bravi, Edizioni della Bibbia).
EViNGEi..ivlYl sllcvP<hvM·
MA'.l''I'HAEVM; .
__:___: _·_:_ IJjergéii~a'
iliSiefU:ChriA:i
rror,ij;v ~rs/ .fìlijJ?auid;~illj
Ì(Jl,~ov' ~ ·J\braha;Abia1
~.c!A.
•. •.,·:."t.~P·
. . ·.~:,.· ..ln.I.'.·.· · · !iam genl#t Ifa
m
:··~~',"'.ctif~·;:~~~~~·~f}~~~i~~~
. . :l!!~!!!!!!!!!!!!l!~:ac. . I.faac.~1. t·ge·.·'. ·.
.:.·_·-:--<:=-: _:·.:,- ,:: .. ,nwtl_~,.ia;:
, ~;~~·-~~~~ l~~~a:p1~~J~::~~- ·~~-:l~~g~~~~ada~-:&_~qes ei~~.:
·-.;p,ùç.!rfn".:~oM.q··Jl;~;.~-,.µ~ii/ Iudas'aiit,.genllÌtPh~~··~.~r:i,
~~~.7>P.li<!~\·:~ lì#i4r,~•r<4 JI/ •.. f!Th.amar :PjjaresauJe,geouitElì.
·l'#v""p.f1~,i;iar.JµJi~1'14;~a.p l'?lil·. Eiì·ro·m.a.ii~~
.. ~i.t&a .. ·. ~!
...· m.·.irua.·
·• ~µ;;&P:,~~ JI fif,u;,:,J:r;µ iiJ,.;, .. ·autem;ge1U11ttlimll!adab' t.\!"•~'.
~~~·~!_~·J~?~~~!Ho!P :r,·~-~~ai _·;:_ .:# aiit,geriùi~-~~r:t_ ~-~~~­
dfi..1"':",~P J\;~"O'.<~ ~ vàJì:u'~p. ·· aiit;ge111tit:Sàl1iio~ :~almonaùté•
~\"P'l>\:#'~o'fP.+~~·'31•~~" genltitBòo~,e~ab.Boosàiit,.
x&G-lloo':!j;<#~•O'tJ'+p~tlJl.~~·<Pì . geouitObed,eRUtb.Qb~dauré;
·. !~&;~~~"' ~~'#v'"'P 'Ì'P)•..-..r.-:~"'«i getluit Ielfe.Ie{l'e aiir;geriùitDalilq
_J'i,loffe•""Pi>P~~~'Jl.f.i, J»a..,~t,,. ·•··.·regem.DauidautérC.X,gcnuitSo;
2,~ ~ i $«al~•~ ~,.l>,.d•ÌJ i.1• ""' lomoitet1:1;~ ea qfuerar.uxor Vne~.
-:i~~~v~. ~ii tfi.'7!' ·~11fio~~~P. JV. s~~~~~a:autei;n;~~-~-<?b_~~;
1r;,.N.~p..f-fòU&µ..~'4t 1).irl"''". Roboam~iit,~uitAbi:illl•.11.bfa
.',lip~l«.~i;;,~·,..,.(;,..-.p:f~cl.'<t...i aurem;genuitAfa.Afaautet1:1.gc"
:;,i.,,{l'V·~;o ;,;,fl';~'"'1'.f~;l~o:~4:r 1j, .·nùit lofapbat. Iofaphàtaua:m;,ge:-
J"ii"""'p~P ~.,r&,o.. '•o.>f.:.U. ~. l:ylrc,., . nuit Ioram.- loram···· a.utc.m '. g_eou·.·..
. ,_
. ,,.,,;;;,;. A iliv~:
<:J L'inizio del Vangelo di Matteo del Nuovo Testamento greco-latino di Era~
smo di Rotterdam, pubblicato a Basilea per la prima volta nel 1516.
V asta e profonda fu l'influenza del pensiero di Erasmo sugli studi biblici nel~
la prima metà del cinquecento. Egli propugnò con forza l'idea che si dovesse-
ro tradurre le Scritture nelle diverse lingue volgari. Nella conoscenza e nella
pratica morale consisteva il suo ideale di cristianesimo, al quale tutti doveva-
no giungere attraverso una lettura diretta dei testi (cf. C. Guzzetti-G.O. Bra-
vi, Edizioni della Bibbia).
_,
<J Frontespizio della Bibbia nella nuova versione latina approntata dal domeni-
cano Sante Pagnino e pubblicata a Lione nel 1528.
Molti furono nella prima metà del cinquecento gli studiosi che tentarono di
tradurre in latino dagli originali ebraico e greco i testi biblici. La traduzione
di Pagnino, molto apprezzata anche dai teologi protestanti, servì da base per
molte traduzioni in volgare, fra cui, in particolare, quella in italiano di Anto-
nio Brucio/i (cf. C. Guzzetti-G. O. Bravi, Edizioni della Bibbia).
i~;~.llK~~MrM'i'lmn'Rm
,~ -.
- .... .
...,..;'.. ·-. , - ' ' .
.~;~;:: ,.,,_, '

Conp~o'.itloli1Wld$_•~',(Jnm,ch~11<fflliìo-:1!(
-~f/liydp•/Jt, ··•-JWiifd-14'11"•••.. -'
.. '. ,. f#:~;;:i/forW1'.p,~in'fl.llò<Otll.-., -
·:.'.~~;.:·;:;.:s1~~~- ..
'';'.i'".:~·:':>

f!lr' v"~-~~'.l'il,A. · >f Q-.5f,Xl(1:1 •


.. ... ,_.
<:J Frontespizio della Bibbia in italiano di Antonio Bruciali, stampata a Venezia
nel 1532 da Lucantonio Giunta.
I due riquadri al basso meritano attenzione. Da una parte si vede Mosè che
riceve la Legge, dall'altra san Paolo che predica il Vangelo. Il rapportoLeg-
ge-Vangelo è un tema che Bruciali riprende da Lutero, del quale traduce al-
cuni passi della prefazione al Nuovo./Testamento. Da notare anche un altro
particolare: ad ascoltare la predica di san Paolo sono presenti diverse catego-
rie di persone: un bimbo, uno storpio, alcune donne, un ricco mercante, un
orientale, un monaco, un soldato. Questa illustrazione è dunque in sintonia
con quanto sostiene Bruciali nell'introduzione circa l'universalità del messag-
gio cristiano e la conseguente necessità della traduzione in volgare della Bib-
bia (cf. C. Guzzetti-G. O. Bravi, Edizioni della Bibbia).
<:J Due scene dal Vangelo di Luca:
- La parabola dei due figli (figlio prodigo);
- Lazzaro e il ricco epulone.
Bibbia in italiano con la traduzione dalla Volgata del camaldolese veneziano·.
Nicolò Ma/ermi (1° edizione 1541): stampata nel XVI secolo a Venezia pres"
so Lucantonio Giunta.
Le xilografie illustrative di questa Bibbia saranno prese a modello da altre
edizioni della Bibbia illustrata (cf C. Guzzetti-G. O. Bravi, Edizioni della
Bibbia).
Cao. 16. Apofl:olornm. Ca!' ro.

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<:J Due scene dagli Atti degli apostoli:
- L'apparizione dell'angelo all'ufficiale Cornelio di Cesarea;
- La visione di Pietro a loppe sul tetto della casa.
Bibbia latina stampata a Lovanio nel 1547, con il testo e la prefazione di Jo-
hannes Hentenius.
Le 403 illustrazioni xilografate sono state più volte riprodotte anche nelle edi-
zioni successive della Bibbia (cf C. Guzzetti-G.0. Bravi, Edizioni della
Bibbia).
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KJ Scene della vita di David:
- Al centro: David cantore (suono dell'arpa nel santuario);
r - In alto: Saul cerca di colpire David con la lancia e fuga di David;
- In basso: Betsabea al bagno e David confessa il suo peccato al profeta Na-
tan.
Bibbia latina stampata a Venezia nel 1741 presso Nicolò Pezzana, illustrata
con 24 incisioni (cf. C. Guzzetti-G.0. Bravi, Edizioni della Bibbia).
.··•.~

.
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<:J ANDREA DI BoNAIUTO, Il trionfo della chiesa, c. 1366, Firenze, S. Maria No-
vella, sala capitolare (cf T. Verdon, L'uso iconografico della Bibbia).
<1 MASACCIO, La Trinità con Maria, s. Giovanni evangelista e donatori; è.
1425-1428, Firenze, S. Maria Novella (cf. T. Verdon, L'uso iconografico
della Bibbia).
<:J LORENZO GHIBERTI, Storie d'Isacco, Giacobbe, Esaù, c. 1434, Firenze, Bat-
tistero (cf. T. Verdon, L'uso iconografico della Bibbia).
<J DONATELLO, Geremia, c. 1427-1435, Firenze, Museo dell'Opera del D
(cf T. Verdon, L'uso iconografico della Bibbia).
-<J FRA ANGELICO, La trasfigurazione, c. 1440, Firenze, Museo del Convento di
S. Marco, cella n. 6 (cf T. Verdon, L'uso iconografico della Bibbia).
<J LEONARDO DA VINCI, Il cenacolo, c. 1495-1497, Milano, S. Maria delle Gra-
zie, refettorio (cf. T. Verdon, L'uso iconografico della Bibbia).
<:J RAFFAELLO SANZIO, La disputa del sacramento, c. 1509-1511, Roma, Musei
vaticani, Stanza della Segnatura (cf. T. Verdon, L'uso iconografico della
Bibbia).
<:J MICHELANGELO BuoNARROTI, Giona, c. 1511-1512, Roma, Musei vaticani,
Cappella Sistina (cf. T. Verdon, L'uso iconografico della Bibbia).
<:J GIANLORENZO BERNINI, Longino, c. 1629-1638, Roma, Basilica di S. Pietro
(cf. T. Verdon, L'uso iconografico della Bibbia).
Un volume cospicuo per la mole, ma ancor più per i suoi contenuti.
De crive l'evoluzione , nell 'uso della Bibbia, a partire dal 1450 (ini-
zio dell'epoca moderna) fino ai nostri giorni, con particolare atten-
zione alla Chiesa cattolica italiana.
Molte le angolature che vengono messe a fuoco : le edizioni dei testi
originali desunti da antichi codici, le più importanti versioni in lin-
gua volgare, l'atteggiamento dell'autorità ecclesiastica di fronte al
diffondersi del testo biblico, il suo uso nella liturgia, la presenza di
episodi e personaggi biblici nell 'arte, ecc. Del tutto originale per
l'ambiente italiano medio, anche se molto sintetico, il contributo di
Bruno Corsa. ni su l'uso della Bibbi a presso i Valdesi dal XIII sec. fi-
no a oggi.
Gli studi raccolti in questo volume rilevano una profonda evoluzio-
ne, nell 'uso della Bibbia, a partire dal XV sec. Il fenomeno è dovuto
non solo all 'avvento della stampa, che ne favorisce la diffusione , ma
soprattutto al modo nuovo con cui ci si accosta al Libro sacro. A
quegh anni infatti risalgono le prime edizioni dei testi originali con
annotazioni storiche, o filologiche, e quindi le prime applicazioni del
metodo storico-critico all 'esegesi biblica: un metodo inizialmente
molto avversato dall'autorità ecclesiastica, ma che con l'enciclica
Divino afflante Spiritu (1943) di Pio XII e con la costituzione Dei
verbum del Vaticano II (1965) ha acquistato pieno diritto di cittadi-
nanza anche in campo cattolico.
Il volume si conclude con due contributi di grande interesse su l'uso
e l'interpretazione della Bibbia da parte degli ebrei e dei musulma-
ni: un segno del nuovo clima di dialogo ecumenico e interreligioso
che è importante sviluppare , data la presenza sempre più vistosa di
altre religioni anche in Italia .

In coper1111a:
Calamaio di uno scriba di Qumran, evoca il lavoro di quanti - attraverso i secoli -
hanno trasmesso il testo della Bibbia.
(Museo R e E . Hechc - Università di Haifa)

ISBN 88-10-40255 - 3

9 78881 0 40255 9

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