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Stuvio Vira NOTE INTRODUTTIVE ALLO STUDIO DI HAKUIN EKAKU (1686-1769) 1. Sul maestro zen Hakuin, della eui opera cercheremo qui di illuminare alcuni aspetti, pur senza pretendere di essere esaustivi, sulla sua importanza nella storia della scuola Rinzai e sulle caratteristiche del suo pensiero, in Italia non sappiamo ancora niente. Relativamente noto negli Stati Uniti per lottima traduzione di alcune sue opere fatta dallo Yampolski ¢ per lo studio di Ruth Fuller Sasaki incentrato sul suo sistema di Adan, Hakuin 2 conosciuto in Giappone soprattutto per i suoi scritti vigorosi e per i numerosi dipinti (zenga) che ci ha lasciato. La sua figura evoca immediatamente Vimmagine di un monaco che ha portato lo zen fino alle masse, spiegandolo a tutti nelle maniera pitt semplice possibile, ¢, contemporaneamente, quella di un sivivifi- ceatore, di colui che ha dato nuovo impulso allo zen, in generale, ¢ alla scuola Rinzai, in particolare. E in lui queste duc facce, apparentemente contrapposte, ma complementari, sono effetrivamente presenti. Da una parce il maestro severo e l'ascera infaticabile, nella linea dello zen classico, che riorganizza il sistema dei Aéan e ne sottolinea impor tanza pet la via che porta al satori e che, in alcune suc opere, fa un racconto vivissimo e pieno di immagini della sua espetienza interiore, con uno sforzo descrittivo che non si trova quasi mai in pagine anslo- ghe, non solo in Oriente, ma neanche in Occidente. Dall’altra il vol- 20 S. Vira garizzatore, che scrive i Rana-hégo, sposa i temi e Je forme di una reli iositi affatto popolare, pur senza tradire, ruttavia, la sostanza della sua dottrina. Hakuin Ekaku (1686-1769) ‘ nasce ad Hara’, un piccolo villag- gio di peseatori della provincia di Suruge, a cinque chilomerri dalla citta di Numazu, Fin da piccolo si mostra sensibile aun certo tipo di pro- blemi ¢ rimane patticolarmente impressionato dai tormenti dell’infer- no, da lui conosciuti ascoltando, assieme alla madte, la lettura di un sermone sugli « Otto Inferni Caldi »°. E questa paura dell'inferno che in un primo momento lo spingera a cercare un metodo per sfuggire ad sso, Cosi, a quindici anni, inizia la carriera monastica, lasciando la casa ei genitori per lo Shdin-ji, il piccolo tempio del suo villaggio natale. Qui ticeve il nome di Ekoku e i primi insegnamenti dal maestro Tantei. Dopo poco tempo il maestro lo congeda e il giovane allievo si reca nella vicina Numazu, al Daish6-ji, per continuare i suoi studi sotto la guida del monaco Sokud6. Tuttavia, Hakuin rimane profondamente de- luso dalla Jettura dello Hoke-ky6, che non lo interessa e che, soprat- + Per Ta biografia di Hakuin Ja fonte principale & opera del suo discepolo ‘Torei, Enji (1721-1792), Ryitaku Kaito Jinki Dokumyd Zen Nenpu (« Notizie ccronologiche sul maestro te Jinki Dokomyé, fondatore del Ryiesku »), or8 pbblicata in Hakuin Osb6 Zenshd, Tokyo, 1935; rit. Téky6, 1967; vol. T, pp. 17, La maine biogaia modems, sta walla bus del bro Toei, 2 forse quelia di Rikogawa Taiun, Kerbs Hakuin Osho Shidem (« Biografia dettagliata del macstro Helen - ricerca storia »), Téky6, 1963, Cenni aucobrogrfici, comun- ‘Que, si tovano un po” dappertutto nelie sue opece © soprattutto nello Itsumadegie sa (Hekuin Oshd Zensha, vol. 1, pp. 149-230}, che Hakuin scrisse ad ottant’enni e che &, praticamente, Ia'sua autobiografia, * Ora Shiruoka-ken Numazushi. Lattuale prefettura (Een) di Shizuoke com preade Te tre antiche provincie (Aun) di T6tOmi, Suruge ed Tau, » Cle, Orategama, kan ILL: «..Quando avevo sette 0 otto anni entral nel tempio per lv prima volta assieme @ mia madre ¢ ascoltai un monaco. che ilu strava le carateristiche dell'inferno, seguendo la deserizione del Mate sbibax, Quel monaco era molto eloguente e trastava dei tormenti degli inferni “dei gemiti" (lytram), “della sofferenza incessante™ (auger), “del calore. brociante” (shinetsu) f "del loto rosso” (guren), come se Ti avesse 1, davanti agli occhi. Nelle sala un Bede fo pros le ebiee of mont © i, fend size Dro 1 apelin test Nelle seritture buddhiste sono desecitti « Otto, Infemi Caldi », uno. sopre Valuzo © ognuno pia teribile del precedente, m in ne cits solo quattro. Tl Makasbikan (Mo-bo chibkuan - T46, pp. 1-140) raccoglie i voluminosi inse- soamenti di Chibi (538597), fondatore della scuola Tiers in Cina Nore irRopuTTive ALLO stupio DI Haxuin ExAKU 2 tutto, non appaga la sua ricerca interiore ‘. La sua disperazione, poi, si accentua ancora di pit) quando legge Ja storia del maestro cinese Yen Vou", La sua tragica fine lo spinge a dubitare dell’effcacia della del buddba ¢, come conseguenza, si da alla letteratura, con discreto talento, E un periodo di sconforto ‘che Jo spinge a una ulteriore ricerca, per cui inizia a viaggiare di tempio in tempio. E qui che si deve collo- care Vepisodio che pare sia decisivo per Ia sua risoluzione di diventare monaco zen. Allo Zuiun-ji, un tempio della provincia di Mino, gli capita per caso tra le mani una copia del Ch'an kuan Ts’é-chin, tologia ch'an dell’epoce Ming, compilata dal maestro Chu-hung'*. Vi legge del maestro Shihshuang Ch'u-ytian (986-1039), che, per tenersi sveglio durante la meditazione, si pungeva con un suechiello, La storia lo colpisce talmente che decide di volgersi definitiva- mente allo zen e riprende i suoi eserciai. Si mette di nuovo in viaggio, alla ricerea, soprattutto, di un maestro che risponda alle sue esigenze AIPEigan ji (provincia di Echigo) ha forse Ia sua prima esperienza di saiori, che descrive vividamente nel suo Orategama. * Chr, Orategams, kan III: «..A parte i passaggi che spiegano che ’é un. unico veicolo ¢ che tutti i fenomen! sono git il mirvana (yuiu tcbr 76 sbob6 jaku- ‘metsu), tuto il resto non erano altro che storie sulla legge di chusa ed effetto (nga Biya)» Lo Hokeskys 0 Mysbé renge yb (Mico liembus cbing) & il Saddharm. pondaike sre (Wl Sta del Loto della dovtrina ateana >), it sie baste per fe scuole Tendai e Nichiren e che esercica pure vastissima influenaa eulle ale sevcle. Hakuin parla difusamente dello Hoke-kyé e delle sue dottine, in zela ione allo zen, nel terzo ken dello Orstegama, che & una }, vedi Hakuin Osho Zensbit, vol, V, pp. 107-246, Tl testo principale apparve net 1749, mentre lo zokusbd in tuna edizione del 1751. © una raccolta di lettere, inviate da Hakuin a destinater i una certa cultura ¢ posizione sociale, La prima, al signore di Nabeshiza, governatore dela provincia ci Sertsa , ta seconda, «a un monaco malato », la Sos ca na eche mona dle eae Hoke» ens io Ongena Zach Suna « lettera alla domanda: Cos’t superiore, il kdan 0 if nenbuisu? >. O tu te ene Probabilmente le silabe misticbe incee sulla tera prefeia. i akin, Dell Orategema esistono due traduzioni in lingue occidental: una in Shaw, RDM. op. cit, pp. 55139 (che perd non comprende lo zokusha), Valtra, pit, accurata, in Yampolsky, Philip B. (tr): The Zem Master Heluin - Selected Writings, New York & London, 1971, pp. 29-157. "Per il testo dello Yabutdfi (« La gramigna ») vedi Hakuin Osh6 Zensha, woh Ys gp 21940. Composio ool 1733 ¢ pobbiny nel 1722, na Ieee al signore del exstello di Okayama, Ikeda Tsugumasa. Tratta della pratica. dello ze CP puricolasnente, fa Gicaesto meen gamle cveens a vag Havas, nella pratics,all'uso del suo dam del « stono di uaa sola mano >. Lo Yabukéji , propriamente, Ia Aridsia Japonica, un piccolo arbusto sempreverde. er una tadusione dello Yabuhdj, ce. Yempolsy, Pillip Be: op. cts pp. 1594179, ™ Per il testo dello Otafuky Jord Kobiki Uta («La canzone della macina della bravia prostituta ») vedi Hakuin Osh6 Zenshd, vol. VI, pp. 21930. B serittaricalcando il modello delle « canzoni della macina », molto popolari a quel tempo, ¢ tata tra Te alte cose, anche ™, 4, Questi gradi e stadi della illuminazione sono ampiamente de- scritti in parecchie opere di Hakuin ed egli fa sempre distinzioni tra satori pitt forti e pit deboli, tra sa/ori transitori e la vera, piena illu. minazione, che uno stadio permanente. Anche il tentativo di analisi psicologica, spesso resa mediante immagini e analogie, ¢ molto acuta ¢ di continuo presente nelle pagine dedicate alle sue esperienze inte- riori. Particolarmente significativa, per dare un’idea della finezza, anche artistica, a cui Hakuin arriva in queste descrizioni, vale per tutti un famoso passo del terzo kan dello Orategem Nella primavera del mio ventiquattresimo anno mi trovavo negli alloggi dell’Eigun-ji, nella provincia di Echigo, e mi eserci- tavo con pratiche estenuanti, Notte e giorno non dormivo ¢ mi dimenticavo sia di mangiare che di riposate. Albimprovviso un ‘gtande dubbio (daigi) mi apparve davanti. Nel mio petto cera uuna purita illimitata, come se fossi simasto congelato allinterno di uno strato di ghiaccio che si estendeva per diecimila miglia, ¢ non ero in grado di andare avanti, né di tomate indictro. Esisteva solo, ossessionante, il carattere mu. Udivo il sermone del mae- % La teoria di questi vati stad & discosse_ a mente in Miura & Sasaki, op. cit, pp. 35-76. Clr. anche Watts, Alan W.: The Way of Zen, New York, 1997, pp. 15475. % Miura’ & Sasaki: op. cit, p. 62. 3 Hakwin si iferisce, evidentemente, alla sua meditazione sul primo Aan del Mumonkan, il famoso smu di, Chaochou (cfr. T48: 292c; 22): «Un monaco demand al mast Chaochow: “Un cane ht le nu fade 0 002”. Chao (00 Fispose: “meu!” (= no!) Nors meronurnive atto stupio ot Haxuiy Exaxu » stro, che stava nella sala dei discorsi, ma era come udire da fuori, da dieci passi di distanza, una discussione che avveniva nella sala, Oppure era come se stessi viaggiando per Paria, Questo per aleuni giomi, finché, all’improvviso, una notte sentii il suono della campanella del tempio e la mia visione delle cose cambid radicalmente. Fu come se si fosse spezzato uno strato di ghiaccio, come se una torre di giada fosse crollata, Quando tutt’a un tratto, tornai in me, io ero come il maestro Yen T’ou, che, attraverso i tre periodi di tempo, non soffri il minimo danno, € i miei precedenti dubbi, sciogliendosi come ghiaccio, cessarono del tutto, Ad alta voce presi a gridare: «Che meraviglia! Che meraviglia! Non c’® nessun ciclo di naseita e motte da cui usciz fuori, non c’® nessuna illuminazione da cercate!.. ». Qui si possono notare chiaramente le varie fasi del processo psi- chico nella pratica del £dan. Prima, uno stato di estrema tensione, di pressione interiore, quello che Hakuin chiama «il grande dubbio » (daigi) oppure «la grande morte » (taishi). Questo stato, in cui mondo appare « svuotato », dura sino a che « improvvisamente », « na- turalmente », « senza intenzione », per una causa qualsiasi, che pud essere il suono della campana del tempio, come il rumore quasi imper- cettibile che fanno i fiocchi di neve quando si posano sul terreno, la tensione esplode nella visione folgorante della « grande illuminazio- ne » (daigo), in cui la percezione della realtd non & pit: ingannevole, ma certa e diretta, Ci si rende subito conto infallibilmente che il satori & vero, ma non si pud esprimetlo in parole: resta la « grande gioia » (daikangi), che petmette soltanto un grido o una forte risata, come quella che fa prendere per pazz0 dagli sconcertati passanti Hakuin, che, per terre, in mezzo alla strada, ride felice, in un altto famoso episodio della sua esperienza sotto Déky6 Etan. 5, Un certo tipo di eserczi, se presi con V'ardore con cui li pren- deva Hakuin, possono, specialmente in costituzioni psico-fisiche gia non perfettamente sane 0 poco resistenti, come indubbiamente doveva essere nel caso di Hakuin, causare disturbi nervosi o fisici a volte assai gravi. Nello Yasen Kanna, come abbiamo gid deito, si parla diffusa mente del tipo di male che aveva colpito Hakuin, delle sue cause, della cura a cui lo sottepose Hakuyishi, T sintomi sono descritti accuratamente con I'ausilio di antichi 30 S. Vita termini cosmologici cinesi e con la dottrina dello Yin ¢ dello Yang (in siapponese: on-y0-d6. Nel corpo, la parte inferiore deve essere calda, la superiore fresca, ed & dall'alterazione di questa armonia che sorge a malattia, Tutto consiste, quindi, nel portare il calore nella parte infe- riote del corpo, nel concentrare le forze vitali (shinki) nella zona sotto- stante Pombelico (kikai tanden)™ e fabbricare « il divino elisir degli eremiti » (shinsen rentan), Non sono, chiaramente, indicazioni da prendere alla le:tera, nel senso matetiale dei termini, e lo stesso Hakuin lo dice, nella intro- Guzione allo Yasen Kanna, quando afferma che «% della massima im- portanza e deve essere compreso bene che fabbricare Velisir non & una cosa esterna (gaimotsu). B soltanto far discendere interamente il fuoco dal cuore ¢ riempire can esso lo spazio sotto lombelico ». Hakuin rimase per tutta la vita grato ad HakuyGshi per avergli insegnato questa dottrina della « introspezione » (naikan) € non finira ‘mai di esporne i vantaggi ai suoi allievi, i quali, come dimostra anche il gran numero delle loro pietce tombali, accanto a quella del maestro, rel cimitero dello Shéini, soffrivano spesso, per Vaustera vita, di que- sta malattia derivata dalla meditazione (zenbyd). Nello Yasen Kanna si afferma vigorosamente, di contro, V'esigenza di un fisico preparato € resistente per potete continuare nei propri esercizi con maggiore suc- cesso €, inoltre, si sostiene Ja utilita di una lunge vita, assicurata, ap- punto, dal «divino elisir degli eremiti», al fine di ,avere pid anni a disposizione per seguire le pratiche zen. 6, Finora abbiamo cercato di esaminare quello che fu il discorso di Hakuin ai monaci, a coloro che, ritiratisi dal mondo (sbukke), si dedicavano in tutto € per wtto a un tipo di vita ascetica, Tuttavia, gli non perse mai di vista gli altri, coloro che vivevano in quel mondo, ¢ andi, come abbiamo git visto, una grossa parte della sua opera pare diretta esclusivamente ai laici In una condizione extramonastica, cio’ laica, etano, petd, per sone di varia condizione sociale. Nettamente distinti erano i mondi della classe dirigente, i daimyd e i samuraé al loro servizio, ¢ quelli dei sud- diti, comprendenti, secondo una partizione ricalcata sugli schemi confu- ® Per Vitnpottanza di quests zona del cospo nella ie 20m, eft. Dire cheim, Kalfried Graf von: Hara, dle Erdmiste des Menschen. Munich - Plannegs, 1936 (er. it: Hava, il centro vitale dell'uomo secondo lo Zen. Roma, 1969), Nore iwtaopurrive avo srupio ot Haxvin Exaxy a1 ciani, che, con precisa intenzione, costituivano allora il modello sociale per antonomasia, contadini, artigiani e mereanti. Quesia dicotomia si riflerte anche, comprensibilmente, nell’opera di Hakuin, a seconda che cid che dice sia rivolto agli uni o agli alti. A persone di elevata condizione Hakuin si tivolge normalmente in forina di levtere (Orategame, Hebifcbigo, Yabuk6ji), non sempre trat- tando della dottrina ¢ della pratica zen, ma anche, come nello He- biicbigo, toceando i teri pits pratici dei vantaggi di un buon governo ¢ degli svantaggi di un governo dissennato. Lo zen, in questi scritt, viene fuori quale effettivamente era, per Hakuin: una vita attiva ed essenziale, dura ¢ viclenta, una vera © propria « via del guerriero ». E sfatato, nel primo kan dello Orategama, una lettera al signote di Nabe- shima, governatore della provincia di Settsu, che la disciplina zen debba essere necessariamente separata dalla vita attiva, dall’azione nel mondo. Ari, al contratio, viene esplicitamente affermato che « per penetrare sino alla radice originaria della propria vera natuta per ottenere una forza di carattere (kiryoku) buona per tutte le occasioni, non niente che superi la meditazione nell’azione (déchd no kujé) » © ancora, pit ‘oltre, che « il monaco che pratica veramente lo zem deve stare seduto in meditazione laddove pitt alte sono le voci e pitt intensi i colori ». Il bushi, che, per natura ¢ per dovere, deve essere forte ¢ deciso, provvisto di una volonta d’acciaio ¢ di un carattere di ferro, diventa cost il soggetto ideale, il pit: qualificato per affrontare un cammino, che si presenta, ad un uomo commune, cost peticoloso ed irto di ostacoli ™. Hakuin stesso desctive nei dettagli questo atteggiamento in un noto asso: Fin da giovane mi sono convinto che le circostanze favorevoli ad una corretta meditazione (shénen kuju), non si trovano da nessuna altra parte, come nella classe dei bushi. I bushi, ogni giorno, dall’alba al tramonto, non pud avere un corpo dehole. Sia nelPattendere ai snoi doveri che nelle relazioni con gli altri, & una persona sempre solenne ¢ severa. Percid i suoi capelli sono accon- ciati esattamente, porta il kavrishimo, e poi ancora lo hakama e Jo baori®, le due spade, la lunge e la corta, sono fissate al suo © Per Je relazioni tra lo zen e i samurai vedi Suauki, Duisetsu T.: Zen and Japanese Culture. New York, 1958, pp. 6185; per lo zen e Tarte della spud ibid pp, 85214 Si tmara di tre indument, tpict dell'sbbigliamento del bushi 32 S. Vira fianco, Nel suo portamento elevato si pud vedere con esattezza il traboccate di una corretta meditazione. Montando su un cavallo assai bello ¢ vigoroso egli va incontro a migliaia di nemici come se stesse attraversando un luogo deserto: Vespressione del suo volto, che gettera lo scompiglio ira le schiere nemiche, @ quella della pratica costante, serena, meravigliosa dello zazen, Se medita in questo modo, il bushi ottetr in un mese i risultati che un ‘monaco ottiene in un anno; in tre giorni si assicurer’ i benefici che un monaco si assicura in cento™, Accanto a questo tipo di considerazioni, di ordine pit. specifica- mente religioso, ci sono poi, nei confronti della nobilta feudale, anche avvertimenti di carattere moralistico, che hanno un tono e un sapore del tutto diverso. Alludiamo ad opere del tipo dello Hebiichigo, in cui Hakuin indica, con esempi tratti dalla tradizione cinese ¢ giap- ponese, le funzioni e i compiti del buon governante, II tono & dapper- tutto confuciano, anche se non cade troppo spesso nel banale, grazie alfabilita che L'autore mostta nel presentare con una certa vivacitd Te storie con cui esemplifica i suoi concetti. Viene deprecata la decadenza dei costumi, che spinge al lusso sérenato, alla tirannide, alla rapaciti dei governanti e, di contro, si raccomenda una semplice austetiti, che, sola, pud portare benefici © al governante come persona, ¢ ai sudditi, non schiacciati da una tas- sazione vessatoria € quindi pitt libeti nelle loro attivita, allo stato, che pud prosperate nellarmonia generale, Frequenti sono i consigli dati 4 vantaggio delle classi pit! umili e molto interessante, se si tiene conto della solidarietd reciproca sempre dimostrata tra samurai e con- tadini nelle numerose rivolte della fine dell’epoca Tokugawa ¢ dellinizio di Meiji *, la continua raccomandazione a curare in particolare il benes- sere del contadino, senza di cui un’organica strattura sociale non pud vvivere e che Hakuin chiama, con grande enfasi, « la grande radice della nazione », 7, Del tutto particolare @, invece, lo stile di Hakuin come volga- rizeatore, come diffusore dei temi peculiari della scuola zen tra le 5 Oretezera, ken 1. % Cir. Borton, Hugh: Peasant Uprisings im Japan of the Tokugawa Period. 2 ed,, New York, 1968 Nore, INTRopUTTIVE ALLO srupIO Dr Haxuin Exaxu 3 classi pitt umili della societa del tempo. L'esigenza di volgarizzazione, almeno in Hakuin, nasce forse, allinizio, da motivi pratici. Lo Shinji cra, in fondo, un tempio di campagna, frequentato soprattutto da pe- scatori ¢ contadini, gente poco colts, che patlava soltanto il proprio linguaggio seligioso e non ne comprendeva altri. Bra un mondo in cui le superstizioni, il sincretismo tra kami e buddha, i vari bodbi- sattva trasformati in vere © propric divinita, i culsi degli dei della for- tuna ¢ della salute ¢ l'sbbandono fiducioso alla recitazione del nembutsu, costituivano I’ossatura di un tipo di religiosita, mai schematizzata in tun sistema cocrente, ma purtuttavia viva ed efficace tra il popolo*. Trovandosi ad operare in questo contesto Hakuin deve, giocofor- za, scendere sul terreno dei suoi ascoltatori, patlare il loro linguaggio, dire le cose che vuole dire senza urtarne troppo la suscettibilita, atti- tame Vattenzione suscitarne l'interesse mediante i pitt svariati espe- dieati. T kana-bégo non sono assolutamente un genere che nasce con Hakuin, ma hanno una lunghissima tradizione, che risale addirittara alle sei’ scuole di Nara *. Si tratta praticamente di brevi seritti, com- posti in un giapponese quanto pitt possibile aderente alla lingua parlata ¢ usando principalmente i kara, con i caratteri cinesi spesso ridotri al minimo. Erano sempre utilizaati a scopi pratici e di volgarizeazione, come dice Hakuin, « per sottolineare la maniera di studiaze sotto un maestro 0 di vedere all'imterno della propria natura » oppure « con il proposito di incoraggiare il bene e di condannare il male » (Hebiichi- 20, 1). Hekuin utilizza abbondantemente questo mezzo, ereditato dalla letteratura religiosa precedente, ma accanto a questo compone anche brevi pezzi ad imitazione delle canzoni ¢ delle recitazioni popolari del tempo (cle. Anjin Hékori Tataki, Daidé Chobokure, Shushin Obaba Kobiki Uta, Segyd Uta, ece.), che non potevano non colpire anche ® Per molti aspetti della religiosta popolare giapponese, attraverso i secoli, cic. Wor Tehicés Poll Religion ov Japan " Continuty and Changer Chis & London, 1968. ® Per una breve panoramica sugli hdgo, vedi TOky® Daigaku Chisei Bungaka Hen (ed.): Chisei bungaku ayhmon. TOky6, 1965, pp. 299316; pee notizie pitt cettagliate, vedi Kobayashi, Chisho: Higo bungaku no sekai, Tokys, 1975. % Per lo Anjin Hékori Tataki e il Deid® Chobokure, vedi note 19-20. Lo Sbusbin' Obaba Kobiki Uta («La canzone delle macina della vecchia shushin ») & wna compesizione nello. stesso stile dello Otafukw Joro, Kobiki Uti (cfr. nota 18), stempata nel 1770. Parla del metodo per arrivare alflluminazione, 4 S. Vira persone che non avevano nessuna familiariti con le forme dei com- ponimenti religiosi. La diffusione del suo zen tra Je masse, tuttavia, non si serve soltanto dei mezzi letterari. Su questo versante della ‘sua attivith si deve collocare anche, per molti aspetti, Ia sua opera nel campo della pittura ad inchiostro™. Lo zenga 8 sempre stato, tradizionalmente nelle intenzioni, un’arte non da professionisti, non vi & mai stato studio di forma o di stile, e anche quella di Hakuin & una pittura doceasione, gettata fi dietro richiesta di qualche seguace o per ripagare le donazioni fatte al tempio. I suoi temi, di gusto approssimativo ed immediato, si adattano bene allopers di volgariazazione, anche se, in questo caso, ron scende sul terreno dei suoi ascoltatori, come nei kanahdgo, ma piuttosto utiliza uno strumento che gid di per sé — per le sue caratteristiche gia da tempo precostituite — poteva far recepire un certo discorso al popolo comune. Gost, accanto ai Bodhi-dharma (uno dei suoi cavalli di battaglia), cche ci guardano con i loro caratteristici verribili occhi, escono fuori i soggetti pitt umili, utensili, come una candela, un mortaio, Ia sua famosa teiera, scimmie che sctivono, una scena di applicazione di moxa, piena di izonia, un ventaglio, dei della fortuna, le immagini di Kannon, con auguri di riechezza € di longevit3. A completare ogni immagine, poi, onnipresente, il san, Ja didascalia, che indica, in manera disetta ¢ incisiva, il senso ultimo di una rappresentazione, di un oggetto © di tuna scena, apparentemente insignificant, 8. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, lo zen « popo- are» di Hakuin non vuole fare nessuna opera di sincretismo ibrido ‘oppure snaturare in qualche modo i contenuti dell’insegnamento e della dottrina zen. Anzi ® proprio il sincretismo, il confondere una scuola con urvaltra, il voler seguire varie strade contemporaneamente, che rsa la padronanza. del propio prt (sppunn sash). Ta vechia ® une figura allegorica. Per il testo, vedi Hekuin Oshé Zensba, vol. VI, pp. 231-238. Bvtradotio in Shaw, RDM. pp. 174178, Il Segyd Uta («La canzone dell’elemosina ») & una canzone sulla cariti. Per il testo, vedi Hakan Osho Zensbi, vol. VI, pp. 239-242 © per una traduzione Shaw, RD.M.: op. cit., pp. 179-181. Per In pitture di Hakuin oft. Bratch, Kurs Hakim und die Zen Malere Tokyd, 1957. Not ivrropurrive atto srupro pt Haxomy Eka 35 viene avvertito come uno dei peticoli maggiori, sulla via che conduce all'illuminazione *, Per Hakuin tutte le scuole religiose hanno una loro validita: ‘« ognuna @ un metodo per curare la malattia». A seconda della diver- sith degli individui, della loro qualificazione ¢ delle loro disposizioni caratteriali, sard pit o meno adatta Puna o Paltra via, cost come, nella societd, 2 pill o meno adatta a ciaseuno ognuna delle quattro classi (guertieri, contadini, artigiani, mercanti). Lo zen, secondo Hakuin, & per un certo tipo di persone, particolarmente dotate: & la via dell’e in- dicazione diretta » della verita, che non tutti possono seguire. Per gli altri, per coloro che non possono giungete a certe vette, le altre scuole, ¢ in particolare per il popolo, le scuole amidiste, conservano tutte la oro validita: Nello zen & come se dei giganti (rikisbi) si mettano a gareg- giare in altezza e vinea il pitt alto, Nelle scuole della Terra Pura (jdke) & come se dei nanerottoli (shuju) si mettano © gareggiare in altezza e vinca il pit basso. Se Paltezza dello zen venisse abor- rita e la si abandonasse, si metterebbe da parte e andrebbe com- pletamente distrutto il vero modo per avanzare verso il nostro spitito di buddha (busshin). Se la piccolewa delle scucle della ‘Tersa Pura venisse deprecata ¢ la si abbandonasse, la gente igno- rante € stupida non sarcbbe in grado di uscir fuori dai sentieri del male (aku shu)*, Inoltre gli altsi metodi, se rettamente intesi, nel loro significato vero, si riportano tutti allo scopo dello zen: la liberazione completa. Ed ogni altra forma di buddhismo, cosi, in Hakuin viene, nelle sue opere di volgarizzazione, interiorizzata, ogni forma di tariké si tra. sforma, in ultimo, in jiriki. Non esiste niente al di fuori dello ® Cfe, Furuta, Shokin: «Hakuin 20 nenbutsurron », Okurayama Ronsbit, 1 1, 1932, pp. 228-236, “© Onateyama Zokushé © Questa suddivisione, sulla via della salvezea, ua fiducia nella propria forza (jrka) ¢ fiducia nella forza altri, ciot di Amida (darik?), 2 una distinzione tipiea delle scuole della Terra Puta ¢, in partcolare, di nen (1153 [Nella toorizszione zen sull'eficacia del nenbutsu, al livelo dell'esperienca del satori, compare ogni distizione tra il sé e Laliro e quindi sarki © jiriki diven- Yano feemiat prvi di senso. Cft., a questo proposito, Suzski, Daisetsu T.- Shin parison », The Middle Way, vol. XXVIII, n. 4 (Febbraio 1954), 36 S. Vina spitito deluomo, Punica Terra Pora la si trova all'interno di noi stessi e i Bodhisattva, in realta, « non hanno forma», ma sono solo dimensioni dell’essere. Di qui, nella consapevolezza che, se ognuno segue la sua via con setieti e dedizione, artiveri ugualmente allo scopo, i tanti passi in cui Hakuin sembra dimenticare la sua matrice zen ¢ spingersi ad esal- tare Veflcacia del nenbutsu e dello Hokekyé, ma di qui anche, alla fine degli hégo, Ia raccomandazione di « vedere all‘interno della pro- pria natura » (kensh6), la meta ultima che giustfica, con la sua impor tanza, la varieta dei mezzi.

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