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RIVISTA MENSILE PER GLI APPASSIONATI . w I ; | DI ELETTRONICA - RADIO - TELEVISIONE [ Ti] Anno | - N. 4 - LUGLIO 1972 - Sped. in Abb. Post. Gr. Ill Lire 400 PREAMPLIFICATOR BICANALE IN SCATOLA DI MONTAGGIO COPPIA DI RADIOTELEFONI CONTROLLATI A QUARZO CARATTERI- STICHE CIRCUITO: transistorizzato (4 transistor) FREQUENZA: 27.125 MHz ALIMENTA- ZIONE: 9 volt ANTENNA: telescopica 8 elementi DIMENSIONI: 6,2 3,7 x15 Richiedeteceli_inviando limporto a mezzo vaglia postale 0 c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA- 20125 MILANO - VIA ZURETTI, 52. UNA NOSTRA SCATOLA DI MONTAGGIO ENTRA NELLA SCUOLA Tre mesi fa Elettronica Pratica presentava, ai suoi primi letto- ri, il « TICO-TICO », un ricevitore radio a otto transistor, con dimensioni tascabili, approntato in una scatola di montaggio di moderna concezione tecnica e adatto ad ogni sperimentatore di- lettante. Quel ricevitore fu inserito, quasi in sordina, nel nostro programma editoriale, con lo scopo di soddisfare quella primor- diale eredita di curiosare nel mondo della radio, che é@ innata in molti lettori, ¢ di appagare il piacere illimitato di far funzionare cid che @ stato modellato dall’uomo. Ebbene, tutte quelle promesse sono state oggi abbondantemen- te superate; il ricevitore, da allora, ha fatto molta strada, bru- ciando le tappe del successo e sorprendendo noi stessi. Perché soltanto pit tardi, ascoltando le vostre voci, ci siamo convinti di aver toccato un punto importante, per aver proposto, al mondo dei lettori, non solo un progetto valido come tanti altri, ma un og- getto didattico da porre nelle mani del docente e dello studente, quale elemento di dialogo scolastico o « strumento » chiarificato- re in ordine alla radiotecnica applicata. E cosi siamo entrati nella scuola. L'IPSIA (Istituto Professio- nale Statale per |’Industria e I'Artigianato) e molti altri Istituti Tecnici hanno gid programmato I’adozione del TICO-TICO, quale sussidio didattico, per il prossimo anno scolastico 1972-1973: Tutte queste adesioni ci confortano e ci spronano a perseguire il programma iniziato e a mantenere vivo anche quel ricevitore nel quale il gusto e lo spirito del dilettante, o dello studente, incon- trano il loro pit: naturale banco di prova. IL DIRETTORE 241 Bhetetmones vena ease PRATICA' e sarete certi di ricevere, puntualmente, ogni mese, in casa vostra una Rivista che , prima di tutto, una scuola divertente, efficace e sicura. Una guida attenta e prodiga di insegnamenti al vostro fianco, durante lo svolgimento del vostro hobby preferito. Un servizio, a domicilio, di materiali elettronici e di scatole di montaggio di alta qualita e sicu- ro funzionamento. Abbonamento annuo (12 numeri) per I'ltalia: Lire 4.200 Abbonamento annuo (12 numeri) per l’Estero: Lire 7.000 Inviate vaglia o modulo di c.c.p. N. 3/26482 a ELETTRONICA PRATICA - VIA ZURETTI 52 - 20125 Milano ELETTRONICA PRATICA Rivista mensile per gli appassionati di elettronica — radio — televisione ANNO 1 -N. 4 - LUGLIO 1972 LA COPERTNA - Il progetto del preamplificatore a due canali completa il programma editoriale, iniziato nel numero ‘di maggio, relativo alla catena per amplificazione Hi-Fi. ll circuito del preampli- ficatore @ dotato di tutte lo caratteristiche neces sarie per sfruttare interamente le prestaziont del- Vampiiicatore di potenza da 20° watt efficaci. editrice ELETTRONICA PRATICA direttore responsabile ZEFFERINO DE SANCTIS. segretaria di redazione DELIA CASIRAGHI Impaginazione @ fotografie STUDIO BIEMME - MILANO Sommario TUBI A VUOTO SPINTO GLI ESPERIMENTI DEL PRINCIPIANTE ‘stampa SELENGRAF SAL. CAVATIGOZZI CR, Fotolito CARRERA E BOFFI distribuzione - MARCO A. & G. - Via FILZI 25/a 20124 TEMPORIZZATORI PER TERGICRISTALLI RINGIOVANITE GLI ELETTROLITICI 275 MILANO ~~ autorizzazione Tribunale Civile di Milano - N. 74 del 29-2-1972 - pubbli- cita Inferiore al 25%, 2 UNA COPIA L400 ARRETRATO L. 500 ABBONAMENTO ANNUO (12 fnumerl) PER L'ITALIA L. 4.200. ABBONAMENTO ANNUO (12 numeri) PER L'ESTERO L. 7.000. DIREZIONE — AMMINISTRA- ZIONE — PUBBLICITA’ — VIA ZURETT! 52 — 20125 MILANO. Tutti I diritti di proprieté let teraria ed artistica sono riser- vati e termini di Legge per tutti i Paesi. | manoserit, | disegni, lo fotografie, anche ‘se non’ pubblicall, non si re- stituiscono, PREAMPLIFICATORE STEREO CON INTEGRATO CONTROLLATE L'ASSORBIMENTO IN C.A. 285 ELETTRONICA ALLO STADIO SOLIDO 303 UN CONSULENTE TUTTO PER VOI IL NOSTRO MAGAZZINO AL VOSTRO SERVIZIO 243 A VUOTO SPINTO nehe se Elettronica Pratica @ una rivista secondo le pit moderne tecniche e princi- palmente basati sull'impiego dei semiconduttori, Gid non significa che i nostri lettori, specialmen- te i principianti, debbano ignorare le valvole elettroniche, cio’ i tubi a vuoto spinto. Questi, infatti, vengono usati ancor oggi in ta- Tuni circuiti di televisori, negli strumenti di mi- sura c nei trasmettitori. E si pud dire che le valvole siano attualmente presenti in milioni di apparati oggi funzionanti. Le valvole poi si tro- vano facilmente in commercio, a prezdi di oc- casione, anche in stock di magazzino. 244 Gon le valvole tutte Je operazioni di montaggio dei circuiti diventano pit: agevoli, perché le lo ro notevoli dimensioni, relativamente ai semi- conduttori, permettono di maneggiarle con m: gior sicurezza e senza tante particolari attenzio- ni. La messa a punto e la riparazione degli ap- parati a valvole, poi, diviene molto semplice, da- to che esse sono montate tutte su zoccoli por- tavalvole e non direttamente sui circuiti, come avviene con i semiconduttori. Eppure, malgrado tutti’ questi vantaggi, le val- vole élettroniche sono state abbandonate nella quasi totalitd dei nuovi circuiti elettronici: in quelli industriali e militari, in quelli spaziali, ne- gli apparati di bassa frequenza e nei radiorice- vitori, © tutto questo a vantaggio dei transistor dei circuiti integrati e di ogni altro dispositive semiconduttore, In questo articolo ci riteniamo impegnati ad esporre le nozioni fondamentali relative alle valvole elettroniche, con particolare indirizzo ai giovani lettori che, con tutta proba- bilit, sono a digiuno di questi argomenti, per aver avuto a che fare sempre con i transistor. al mondo di ancor oggi, in m dei se VALVOLE E TRANSISTOR Contrariamente a quella che 2 Ja prassi normale, relativa all’esposizione delle nozioni riguardanti le valvole elettroniche, ci proponiamo di pren- dere le mosse dai transistor, per arrivare poi ai tubi a vuoto, perché questo metodo ci sembra pitt adatto ai nostri tempi e”pitt consono ad una moderna didattica. Gome avviene per i transistor, anche Je valvole possezgono un certo numero di elettrodi, ¢ cid permetie di realizzare dei diodi, dei triodi, dei tetrodi ¢ delle valvole a pidt elettrodi come lo sono, ad esempio, i pentodi, gli esodi, gli ep- todi, ece, Prendendo come termine di paragone il transi- stor, il confronto pud essere fatto fra questo e i triodi. Gon i diodi, invece, si pud fare un con- fronto con le valvole a due uscite 1 DIODI In figura 1, a sinistra, & indicato il simbolo di un diodo semiconduttore, mentre al centro & portato il simbolo di un diodo a vuoto, cio® di una valvola. Le valvole elettroniche appartengono , anche se esse risultano in funzione, di apparati. Ma non é possibile acquisire una cultura elettronica completa, esercitandosi soltanto nello studio iconduttori e in quello delle pi: moderne tecniche, se non si conoscono le valvole elettroniche nella loro composizione interna e nel loro funzionamento; anche perché le valvole possono maggiormente aiutare il lettore nell'assimilazione dei fondamentali concetti che regolano il mondo dei semiconduttori. In entrambi questi elementi sono presenti l'ano- do e il catodo, ma nella valvola elettronica & presente anche il filamento, i cui terminali so- no indicati con F-F’ Il diodo a yuoto spinto, cosi come avviene per tutte le valvole eletironiche, non pud funzionare, se il catodo non viene opportunamente riscaldato con un mezzo qualsiasi Un mezzo semplice © comodo per riscaldare il catodo & quello di servirsi dell'elettricita, facen- do passare una corrente eletirica attraverso il filamento, montato all’interno del catodo, con la stessa tecnica con cui vengono montate Ie re- sistenze dentro il saldatore. Quando il catodo, che @ realizzato con tungste- no, bario od altro metallo, viene riscaldato, ¢s50 pud emettere elettroni, Questi si dirigono verso Manodo, attraversando Jo spazio vuoto, soltanto se Panodo & positive ri- spetto al catodo. Tn tali condizioni si ottiene una corrente clettronica. IL montaggio sperimentale riportato in figura 2 permetterd di interpretare il funzionamento di una valvola diodo. 245 FIG 1 - Rappresentazione simbolica del diodo. A sit lo stato solido; al centro @ riprodotto il simbolo elettrico del AMPOLLA VUOTO. CATODO ra @ rappresentato quello del diodo al- do a vuoto spinto; sull’estre- ma destra si nota il disegno di una sezione del diodo: i due cilindretti concentric! sono rap- presentativi del catodo e dell'anodo, Come si pud notare, osservando il simbolo elet- trico della valvola diodo, in questa. sono presenti Tanodo, il catodo ed il filamento. Sempre nella stessa figura 2 & presente Ia sorgente della ten- sione di accensione del filamento. Questa ten- sione pud essere bassa (per esempio inferiore ad 1 V), ma pud essere anche elevata (per esempio superiore agli 80 V). La tensione di accensione del filamento put es sere alternata 0 continua. L'isolamento fra il filamento ed il catodo @ perfetto, cos che il se- gnale di filamento non possa essere indotto nel Circuito catodo-anodo. La sorgente di. alimentazione del diodo & general- mente un alimentatore in corrente continua; cié avviene per la maggior parte dei diodi, ma in una delle applicazioni pitt importanti, cio quella del raddrizzamento, la tensione fornita dalfalimenta- tore @ una tensione alternata. Inizialmente prenderemo in esame il caso in eui Ia sorgente eroghi una tensione continua. Essa & collegata in modo che il suo morsetto negative faccia capo al catodo, mentre quello positive & collegato con P'anodo. Per dimostrare il funzionamento del diodo, si & provveduto ad inserire il potenziometro RI in serie al morsetto positive dellalimentatore. 246 Lianodo & collegato al cursore del potenziome- tro R1; quando il cursore si sposta verso la po- sizione 2, la tensione applicata all’anodo au- menta, fino al valore massimo caratteristico del- Falimentatore. Questo esperimento pud essere realizeaio da chiungue collegando, in serie con l'anodo, un milliamperometro e, in parallelo, un voltmetro, Il milliamperometro @ inserito fra Tanodo ed il cursore del_potenziometro R1. Tl voltmetro. mi- sura la tensione Vd presente fra Panodo e il pun- to 1 del potenziometro 0, il che @ lo stesso. ess0, misura la tensione fra i punti 1 La resistenza del milliamperometro @ da consi- derarsi trascurabile agli. effetti delle misure di corremte. Si tenga presente che i due strumenti debbono, essere inseriti nel circuito in modo corretto, cio® tenendo conto delle loro polariti, perché sol- tanto cosi Findice pad deviare regolarmente lun- go la scala degli strumenti. Gon questo circuito & possibile rilevare la curva Va/Id del diodo, cioé la curva caratteristica della variazione della corrente Id in funzione della tensione Va. L’esperienza potra dimostrare che la tensione Ve e la corrente Td variano nello stesso senso che per Vd = 0, la corrente Id quasi nulla. Tn figura 3 2 rappresentata la curva caratteristica della valvola diodo. Le applicazioni del diode a vuoto sono presso- ché le stesse dei diodi semicondutiori. In figura 4 é rappresentato, in sezione, i] catodo di un dio- do; internamente’ ad ess0 @ presente il filamen- to, il quale risulta clettricamente isolato dal ci- lindretto rappresentativo del catodo IL TRIODO Considerando il diodo, & possibile idealmente comporre il triodo pensando di aggiungere in esso un elettrodo, fra il-catodo e Tanodo, che prende il nome di griglia (Fig. 5). volt accens. In figura 6 @ rappresentato il simbolo elettrico del triodo ¢, a sinistra, la disposizione dei tre elettrodi dentro il bulbo di vetro. I funzionamento del triodo pud essere facilmen- te dimostrato ricorrendo al circuito teorico di figura 7. Esso @ analogo a quello rappresentato in figura 2. Il filamento viene acceso con la ten= sione di 6,3 V, che pud essere una tensione con- tinua o alternata. Un’altra sorgente di tensione alimenta T'anodo della valvola, cioé la placca. Questa tensione varia fra gli 80 e i 300 V; nel Circuito di figura 7 abbiamo scelto un valore in- termedio, quello di 150 V. Tl nuovo dispositive, che compare in questo cir- cuito, @ rappresentato dalla sorgente di tensione FIG 2 - Questo semplice clrcuito di applicazione del diodo a vuoto spinto per mete 'interpretazione ¢- satta del funzionamento di questa valvola. Si notino Te due sorgenti di tensio- ne: quella di alimentazio- ne dal filamento © quella di alimentazione dell'anc- 247 FIG 3 - Questa curva interpreta analitica- ‘mente il principio di funzionamento di un diodo @ wuoto spinto; essa @ Il risultato delle variazioni della tensione di placca in funzione della corrente anodica. TUBETTO NICHEL, OSSsIDI FILAMENTO. ISOLATO FIG 4 - In ogni valvola elettroni ‘mento @ montato intermamente al to rappresentative del catodo; il to @ Isolato dal catodo e la sua funzione & soltanto quella di produrce il calore ne- cessario al riscaldamento del catodo; la funzione di questo secondo elemento é quella di emettere elettroni nello. spazio circostante. a 25 V, la quale polariza negativamente la griglia, Anche in questo circuito sono presenti due stru- menti di misura. I voltmetro misura la. tensione negativa di polarizzazione applicata alla griglia; il milliamperometro segnala la corrente di placca. Come avviene nel diodo, anche in questo caso il catodo emette elettroni, che vengono attratti dalla placca, la quale si trova ad un_potenziale elettrico positivo rispetto al catodo, La griglia, sistemata fra il catodo e la placca, si trova ad un potenziale elettrico generalmente negativo rispet- to al catodo, Se la griglia @ negativa, essa contribuisce a di- minuire il flusso di elettroni diretti verso la plac- ca: cid significa che la corrente placca-catodo dipende dalla tensione applicata alla griglia. Quanio pit, aumenta questa tensione verso lo zero, tanto pitt aumenta la corrente di placea. Supponiamo che il eursore del potenziometro RI si trovi nella posizione 1, mentre quello di R2 si trovi nella posizione 5. In tali condizioni la grigla si trova alla tensione di — 25 V rie Be CATODO -— GRIGLIA FIG 5 - Nella valvola a tre elettrodi, clos nel triodo, |'elemento centrale @ il filamen- to; attorno ad esso & il catodo, poi la’ griglia 12, Panodo, chiamato an- che placea. Tutti questi elettradi si tro- vano ‘in una posizione concentrica con il cilindretto rappresentativo del catodo, ANoDO GRIGLIA ye spetto al catodo e la placca a + 150 V, sem- pre rispetto al catodo. Il milliamperometro in- dichera. una corrente continua, ad esempio di 10 mA, mentre il voltmetro indichera la tensio- ne di 25 V. Facendo ruotare il cursore del potenziometro RI verso il punto 2, il voltmetro indicherd, ad un certo punto, la tensione di 20 V. La griglia risulter’: meno negativa ¢ la corrente di placa aumentera. Il milliamperometro, ad esempio, in- dichera la corrente di 40 mA. Ruotando ulteriormente il cursore del potenzio- metro R2 verso la posizione 2, si notera che la griglia diverra sempre meno negativa e la cor- zente di placca continuerd ad aumentare. E. si potri anche notare che, per certi valori della ten- sione di griglia, ci sara un aumento di corrente di placca proporzionale alla tensione di griglia. Si pud ora effettuare un’altra esperienza, man- tenendo costante’ la tensione di griglia e facen- do variare la tensione di placca tramite il po- tenziometro R2. Con questo esperimento si po- tri notare che la corrente di ‘placca aumentera con Yaumentare della tensione di placca, proprio come awviene in un diodo. Lianalogia con un transistor di tipo NPN @ evi- dente. Il catodo corrisponde all’emittore, la placca cor- risponde al colletiore e Ie griglia corrisponde al- a base, cosl come indicato in figura 8. La grande differenza, che intercorre fra il cir- cuito di una valvola e quello di un transistor, sta_nel fatto che Ja grigla @ generalmente ne- gativa rispetio al catodo ma, in taluni circuiti, essa pud essere anche positiva. T principali parametri della valvola triode sono tre: la pendenza, il coefficiente di amplificazione e Ja resistenza interna, FIG 6 - II disegno riprodotio. a destra rappresenta il sim- bolo olettrico, adottato nella composizione | degli schemi teorici, del triodo, ciob della valvola elettronica a tre el trodi. II quarto elettrodo, cio’ il filamento, non viene consi- derato numericamente nella definizione del tipo di valvola elottronica. A sinistra si pud vedere, in’ sezione, la disposi FILAMENTO zione concentrica dei tre elet- trodi. ANODO GRIGLIA caTooo PENDENZA Con il termine pendenza si intende definire il rapporto fra la variazione della corrente di plac- ca ¢ la variazione della teensione di griglia, men- tre la tensione di placca rimane costante. AlPinizio dell’esperimento, prima eseguito. Ia te sione di griglia era di — 25 V, mentre alla fine questo valore era salito a — 20 V. Dunque la tensione di griglia é variata di 5 V. D'alwa par- te la corrente di placca & salita da 10 mA a 40 mA, C% stata dunque una variazione di 30. mA. La pendenza @ determinata dal rapporto fra 30 mA e 5 V. Dunque essa vale 6 mA/V. A seconda del tipo di valvola, la pendenza pud essere bassa, media o alta. Generalmente, quan- do essa @ inferiore a 1 mA/V, la pendenza é da considerarsi_bassa, Se essa @ compresa fra 1 e 4, la pendenza @ da ritenersi di valore medio. Essa risulta alta quando supera il valore di 4 La pendenza di una valvola corrisponde a quel- la di un transistor ed @ definita come Ia. va- riazione di corrente di collettore sulla variazione della tensione di base, mentre gli altri parametri vengono mantenuti costanti RESISTENZA INTERNA La seconda esperienza ottenuta con il circuito di figura 7 consiste nel mantenere costante la tensione di griglia e nel modificare la_tensione d placca per mezzo del potenziometro R2 E" possibile constatare che la corrente di plac- ca aumenta in corrispondenza dell’sumentare della tensione di placea. La resistenza interna della valvola & rappresen- tata dal rapporto fra la variazione di tensione di placca e la corrispondente. varia: corrente di placca, i FIG 7 - Questo plice circulto di q pretare il funzio- namento. Le tre sorgenti di tensione imentano la plac~ Supponiamo per esempio che la tensione di plac- ca vari da 150 Va 140 V e che Ja corrente di placea vari da 40 mA a 35 mA. La variazione della tensione di placca é di 10 V e quella della corrente & di 5 mA, cio 5/1000 A. La resistenza interna della valvola ¢ rappresen- tafa dal rapporto fra 10 V e 5/1000 A. Essa va- Ie 2000 ¢ la sua misura si effettua ovviamente in ohm. ‘Questo parametro & analogo a quello del tran- sistor che rappresenta il rapporto della variazione della tensione di collettore con la variazione del- la corrente di collettore, mentre gli altri para- metri rimangono costanti. tens. anodica 6,3 4 tens. accensione COEFFICIENTE D’AMPLIFICAZIONE Questo parametro rappresenta il prodotto fra la resistenza interna della valvola e la sua pen- denza. Nell’esempio precedentemente citato la pendenza exa di 6 mA/V, che corrisponde a 0,006 A/V. perché il milliampere & 1000 volte pit piccolo delfampere. D'altra parte si @ anche trovato che Ia resistenza interna era uguale a 5000 ohm. 11 loro prodotto & 0,006 x 5000 = 30. Ul coefficiente di amplificazione é dunque pari a 80. Questo coefficiente viene designato, normal- mente, con la lettera greca p. Il coefficiente di amplificazione viene definito an- Ricordatevi il nostro indirizzo ELETTRONICA PRATICA Via Zuretti,52 - 20125 Milano 250 ANODO = COLLETTORE GRIGLIA = BASE CATODO = EMETTITORE che come la variazione della tensione di plac- ca sulla variazione della tensione di griglia quan- do la corrente di placca rimane costante. In figura 9 @ riportato un esempio di curve che definiscono ‘la variazione della corrente di plac- ca (sulle ordinate) in furzione della tensione di placca (sulle ascisse) per diversi valori della po- latizzazione negativa di griglia. In queste curve si pud notare come Ia tensione di placea aumenti contemporaneamente alla corrente di placca, quando la tensione negativa di griglia rimane co- stante. TETRODO. i Il tetrodo é una valvola a quattro elettrodi: il catodo, la griglia controllo, la griglia schermo © la placca. Questa valvola deriva dal triodo nel quale é stata aggiunta una seconda griglia. In figura 10 € rappresentato il simbolo elettrico del tetrodo e¢, a sinistra dello stesso simbolo, la disposizione degli elettrodi dentro il bulbo di vetro. Questo tipo di valvola viene molto spesso so- stituita, in numerose applicazioni, con la valvola pentodo, che possiede una terza griglia. Lo si dio di queste due valvole pud essere fatto con- temporaneamente, perché esse funzionano in ma- niera analoga. PENTODO Nel pentodo sono presenti tre griglie, il catodo © Fanodo. E’ ovvio che in questa valvola esiste FIG & - La valvo- la a tre elettrodi e compor- modo mol to simile, La loro ‘somiglianza_ perm te di acquisire con immediatezza Il fun- zionamento radioe- lettrico nei circuiti di applicaziono. anche il filamento che riscalda il catodo. Il simbolo di questa valvola & rappresentato in figura 11 (a destra); a sinistra della stessa figura si nota la distribuzione dei vari elettrodi dentro i bulbo di vetro. Anche in questo caso si tratta di una disposizione concentrica di cinque elet- trodi. Nel pentodo la griglia 1 svolge il ruolo del’uni- ca griglia presente nel triodo. TM catodo e Ia placea del pentodo si comportano allo. stesso modo del catodo ¢ la placca del triodo. La grigla 1 ® chiamata griglia controllo; la gri- glia 2 prende il nome di griglia schermo, come nel caso del tetrodo; la griglia 3 @ denominata griglia soppressore. Tl funzionamento di un pentodo si avvieina mol- (© a quello di un triodo, soprattutto perché il coefficiente di amplificazione Ia resistenza inter- na e la pendenza hanno lo stesso significato tec- nico gid analizato precedentemente La griglia 3 interviene minimamente nella varia~ zione delle caratteristiche di un pentodo. Gene- ralmente essa @ collegata con il catodo 0 con un punto che si trova ad un potenziale leggermen- te inferiore a quello del catodo, In molti pentodi la griglia soppressore é collega- ta internamente alla stessa valvola e direttamente con il catod Le caratteristiche radioelettriche del pentode so- no pid vantaggiose di quelle del pentodo. La griglia due, cio’ la griglia schermo, svolge un ruolo importante. Essa viene portata ad una tensione positiva rispetto al catodo. Questa ten- 251 9g ‘| TN 7 Y, ’ a Wes \aca ie 6 of| 2 P iy 2 2, fe, Os ey e 4 BS A Lo FIG 9 - L'applicazione pratica del triodo, rappresentata in figura 7, permette di rilevare un insiome ‘curve della tensione anodica sione é generalmente uguale o inferiore a quella della placca. Fra le molte applicazioni di que- sto elettrodo, la pitt importante & quella di ridur re la capacita esistente tra la griglia 1 e la plac- ca. Osservando la figura 11 si pud notare che Ja placca € la griglia 1 sono separate per mezoo di due griglie ed & questo il motivo per cui la ca- pacita fra la grigla 1 e la placca & molto pitt bassa di quella di un triodo in cui la placca e la griglia sono affacciate direttamente, La capaciti griglia 1 — placca di un triodo pud essere delPordine di 1 pF, mentre quella di un pentodo & 100-1000 volte pitt bassa. Un'altra. proprieth importante della griglia 2 € quella di modificare le caratieristiche del pen- todo. Ma tale proprietA pud esere evidenziata soltanto analizanda lo schema di impiego del pentodo. 252 funzione della corrente ‘anodica; ogni curva cor- dun preciso valore della tensione di griglia. CIRCUITO D'IMPIEGO DEL PENTODO In figura 12 A @ rappresentato Io schema di im- piego di un pentodo in funzione di amplificatore di. tensione. La tensione da amplificare @ applicata sui ter- minali di entrata, mentre la tensione amplificata, generalmente molto pitt clevata della censione di entrata, & ricavata sui terminali di uscita. circuito di figura 12 A é chiamato « aperiodico » perché esso pad amplificare quelle tensioni al- ternate la cui frequenza pud variare entro limi molto estesi, per esempio dai 25 Hz fino ai molti milioni di Hz. Questo stesso cireuito ¢ valido anche per Pim- piego di un tetrodo. Infatti basta comporre lo stesso circuito sopprimendo la griglia $e il col- Iegamento di questa con il catodo. Questo stesso circuito pud essere applicato anche FIG 10 attome al catedo. FILAMENTO ANODO GRIGLIA 2 GRIGLIA 2 GRIGLIA 1 charm controllo GRIGLIA1 CATODO CATODO Ecco, @ destra, ii simbolo elettrico, adottato nelle composizione dei_circuiti radioelettrici, del tetrodo, cioé della valvola’ elettror questo case gli elettrodi assumono (disegne a si a a quattro elettroai. Anche in ra) una disposizione voncentrica ANODG ees GRIGLIA 3 GRIGLIA 2 soppressore /~ GRIGLIA3 schermo 9 GRIGLIA 2 eRisuiat . ontrollo A= GRIGLIA’ ks ‘ os caTono caTono FILAMENTO FCT yalialo: ancien eee del cvehole Ysheade) ete, dots valle ce que elettrodi, comprende tre gri inte, distribuite fra il catodo e 'anodo: griglia controllo, griglia scharmo e griglia soppressore; a sinistra 6 schematizzata la disposi- zlone concentrica di tutti gli elettrodi del pentodo. ad un triodo, sopprimendo la griglia 3, la griglia 2, In resistenza Rs ed il condensatore Cs. La figu- 1a 12B illustra il cirenito del triodo. Cominciamo quindi con T'esame di questo secon- do circuito, cioé quello di figura 12B. La griglia del triode & collegata a massa attra- verso la resistenza Rg di valore elevato, ad esemn- pio dell’ordine di 500.000 ohm. La placca é col- Tegata con il morsetto positivo dellalimentatore ad alta tensione attraverso la resistenza Ra di valore relativamente basso, dell’ordine di aleune migliaia di ohm, per esempio 2000 ohm. Il ca- todo 2 collegato a massa attraverso la resistenza, Rk, del valore di alcune centinaia di ohm, per 253 FIG 12 - Il funziona- mento del pentodo non differisce di molto da quello del triodo. Ecco perché, in questo di impiego di queste due valvole. Una parte dei ‘componenti, che parto- cipano alla composi- zione del circulto de! pentodo (A) sono, eta- iminati_nel_circul- ‘applicazione del odo (eh esempio il valore ohmmico di 200 ohm. Il morsetto negativo dell'alimentatore ad alta tensione ¢ collegato con la massa. Internamente alla valvola, e all’esterno di que- sta, si stabilisce un flusso di corrente. Supponia- mo che questa corrente abbia il valore di 10 mA, mentre Rk ha il valore di 200 ohm ed Ra quello di 2000 ohm. Questa corrente produce in que- ste resistenze delle cadute di tensione uguali ai prodotti delle rispettive correnti per la resisten- za. in conformiti con la legge di Ohm. La caduta di tensione, provocata dalla resisten- za Rk, @ rappresentata dal prodotto di 200 ohm per 0.01 A, che vale 2 V. In questo caso il ca- todo @ di 2 V piti positive rispetto a massa La griglia, nei normali circuiti amplificatori, chiamati amplificatori in classe A, non provoca aleuna corrente di griglia, coe Rg non é attra- versata da alcuna corrente continua. 254 Tn tali condizioni la griglia si trova allo stesso potenziale di massa. Poiché il catodo @ di 2 V pitt positive rispetto a massa, cid significa che la. griglia é di 2 V pit negativa rispetto aal cotodo, Ed ecco che Ja gri- glia @ polarizeata negativamente rispetto al ca- todo, come deve avvenive in ogni circuito ampli- ficatore a valvola. Passiamo ora al circuito di placca. La sesistenza Ra, del'valore di 2.000 ohm, @ attraversata dalla stessa corrente di 0,01 A, che produce una cadu- ta di tensione di 2000 volte 0,01, ciot 20 V. Se Talta tensione & ad esempio di 200 V, si avran- no, rispetto a massa, 0 V sulla griglia 1, + 2V sul catodo e + 180 V sulla placca Esaminiamo ora lo schema elettrico del pentodo rappresentato in figura 12A. In questo circuito ri- troviamo tutti gli elementi presenti nel circuit del triodo di figura 12B; la griglia 3 collegata TRIODO con il catodo © la griglia 2 collegata con Cs ed Rs. Supponiamo che i valori dei diversi componen- ti_che compongono il circuito di figura 12B (triodo) vengano conservati anche nel circuito del pentodo di figura 12A Conservando gli stessi valori, le caratteristiche del pentodo impongono Ia tensione di 80 V sul- la griglia ‘schermo mentre, ad esempio, la cor- rente di griglia schermo é di 0,5 mA = 0.0005 A. Occorre dunque che la resistenza di griglia scher- mo Rs produca una caduta di tensione di 180 - 80 = 100 V. II valore della resistenza si ottiene dividendo 100 V per la corrente che la attras versa, cio? 0.0005 A, ¢ il risultato @ il seguente Rs = 200.000 ohm. La griglia schermo si com- porta, in certo qual modo, come la griglia 1. Se Ja tensione di griglia schermo aumenta, aumen- ta anche la corrente di placca € poiché questa corrente attraversa la resistenza Ra, la tensio- ne di placca diminuisce Tale proprietd della griglia schermo pud essere paragonata a quella della base di un transistor di tipo NPN nel quale l'aumentare della tensio- ne determina un aumento della corrente di col- lettore. FIG 13 - Abbiamo rotto il bulbo di vetro di lun tetrode ed abbiamo sfilato, nell'ordi i seguenti elettrodi (da sinistra a destra) la placca, la griglia schermo, la griglia con- trollo, il ‘catodo; sopra questo vi ora la griglia controllo; poi la griglia schermo e, infine, la placea. 255 i i eae anes DI MONTAGGIO MIRACOLOSA! OSTA SOLO L. 5.600! Tutti la possono costruire, anche colo- ro che sono privi di nozioni tecniche. Funziona immediatamente, perché non richiede alcuna operazione di messa a punto. Se occultata in un cassetto, sot- to un mobile o dentro un lampadario, captera... indiscretamente suo- ni, rumori e voci, trasmettendoli a distanza e rendendoli udibili attra. verso un ricevitore radio a modulazione di frequenza, anche di tipo portatile. @ L’emissione @ in modulazione di frequenza, sulla gamma degli 80- 110 MHz. @ La portata, senza antenna, supera il migliaio di metri. @ Le dimensioni sono talmente ridotte che il circuito, completo di pila e | microfono, occupa poco piu della meta di un pacchetto di sigarette. @ L’elevato rendimento del circuito consente un’autonomia di 200 ore | circa. [ 1 a ae Un radioricevitore portatile a tre transistor per l’ascolto, F) in auricolare, delle onde medie. WF | progetto di questo semplice radioricevitore Je stato appositamente concepito per invo- gliare il Ietiore principiante a costruire un apparato funzionante ¢ a realizzare, con le pro- prie mani, una « creatura » parlante, Il lettore esperto, dunque, non potrA seguirei in questo argomento, che vuol essere, oltre che un semplice insegnamento di radiotecnica pratica, ‘una breve lezione teorica ed elementare sui prin- cipi fondamentali che regolano il processo delle radioricezioni. E pur trattandosi di un progetto elementare, i nostri tecniei hanno voluto ottene- re un montaggio moderno, servendosi di semi- conduttori, cioé di componenti elettronici allo stato solido, di produzione attuale. II ricevitore funziona senza antenna, in localit’ prossime alle emittenti radiofoniche. Necessita invece di un’antenna, di pochi metri di filo, se esso @ destinato a funzionare in localita lontane dalle centrali di trasmissione. Le sue dimensioni, facendo acquisto di componenti elettronici mi- niaturizati, sono ridottissime, cosi da farne un apparecchio radio tascabile, che si pud ascoltare anche per la strada. Il lettore potrd realizeare il cireuito di questo sicevitore su una basetta di materiale isolante, sulla quale verri composto il circuito stampato; ma il cablaggio pud essere fatto anche per mezzo di fili condutiori, rivettando opportunamente una piastrina di bachelite di forma rettangolare ed 287 schormo COMPONENTI Condensatoi Ci = __ 350 pF (condensatore variabile) c2 10.000 pF cs 10 LF - 6 VI. (elettrolitico) 4 100 uF - 6 VI. (elettrolitico) cs 250 uF - 12 VL (elettrolitico) C6 = 1.000 pF Resistenze RI 8.200 ohm R2 1.500 ohm RS 22.000 - 27.000 - 33.000 ohm (vedi testo) R4 = 2.200 ohm R5 = 800 ohm Semiconduttori TRI = 2N3823 (tronsistor FET della Philips) TR2 = BC208 (transistor NPN della Philips) Varie Li = bobina di sintonia (vedi testo) AURICOLARE = 500 0 1,000 chm PILA = 9 volt St terruttore ottenendo i collegamenti con fili di rame sottili Il tutto potra essere racchiuso in un piccolo contenitore, di materiale isolante, in modo da permettere alle onde radio di raggiungere l'an- tenna di ferrite. Seryendosi di un contenitore me- tallico si corre il rischio di creare perivolosi cor tocireniti e di schermare completamente il rice- vitore, rendendolo completamente muto, a meno che non si faccia uso di un’antenna esterna di no- tevoli proporzioni, che toglierebbe al progetto la sua principale caratteristica: quella della tra- 258 FIG 1 - Per facilitare il compito del lettore principiante, abbiamo ripor- tato, su questo schema teorico del Ficevitore radio, alcuni tra i pit significativi valor! delle tension! e- lettriche. Nel caso di insuccesso, lettore potra cominciare la ricerca della causa del_mancato_funzic amento. misuranda le tensioni nei punti del circuito in cui esse sono ripertate. Il _collegamento con il condensatore C6 @ indicato con linee tratteggiate. Esso infat- ti verra realizzato soltanto da co- loro che faranno funzionare l'ap- parecchio radio in localita lontane dalle emittentiradiofoniche. Con Jo omittenti locali a disposizione antenna non serve, perché il ri cevitore funziona con la sola an- sporiabilith e dell'ascolto in ogni dove. Qualehe-elemento del circuito ¢ un po” eritico e ci sottoporra il principiante ad aleuni semplici esperimenti ¢ ad aleune facili prove che lo rer deranno maggiormente edotto in materia dir cezione radio. Dunque, lungo il cammino del snoniaggio, il principiante si imbatter’ in qualche ostacolo di ordine tecnico, il cui fine didattico non @ certo quello di disarmare il lettore, bens quello di entusiasmarlo sollecitarlo a trovare Ia soluzione pitt adatta per il miglior risultato, I lettore potra evitare la costruzione dol una basetta di bachelite, opportunamente Fivettata e di collegamenti a filo nella facia inferiore della st sa basetta. a basetta. LANTENNA DI FERRITE ‘Tutti i radioricevitori di un tempo erano caratte- rizati da un circuito di entrata composto dal- Pantenna, dallavvolgimento primario ¢ da quello secondario di una bobina, chiamata bobina d’ae- reo ¢ da un condensatore variabile, II eircuito di entrata vero € proprio era composto dall'anten- na e dell'avvolgimento primario della bobina d'aereo. Lfawvolgimento secondario ¢ il condensatore va- riabile componevano il primo circuito aceordato del ricevitore radio, quello nel quale si otteneva Ja selezione dei segnali radio captati dall’antenna. ‘Oggi le cose sono un po’ cambiate, perché si sente parlare molto dellantenna di ferrite ‘Che cos'é questa antenna di ferrite? Essa é l'in- sieme di un avvolgimento e di un nucleo fer- roxcube. La bobina pué essere di forma cilindri- cao rettangolare ed anche il nucleo ferroxcube pud assumere queste forme. In ogni caso Ia bo- bina é sempre infilata nel nucleo ferroxcube ed © solidamente fissaia a questo in una sua estre- mita. Dunque, il nucleo ferroxcube, pili comu- nemente chiamato ferrite, funge da <« collettore delle onde radio » ¢ sostituisce, in certo qual mo- do, la vecchia e classica antenna tesa fra due pali di sostegno sul tetto della casa. Le onde radio, captate dalla ferrite, abbracciano completamente Tavvolgimento della _bobina, creando in essa una debolissima tensione rap- presentativa dei segnali radio presenti nello spa- Ma Iefficienza di questo sistema captatore delle onde radio servirebbe a ben poco, se non si prov- namente le debolissime tensioni elettriche ad al- ta frequenza che si formano sulla bobina. RIVELAZIONE CON FET Se osserviamo il circuito teorieo del ricevitore, rappresentato in figura 1, possiamo constatare che la ferrite @ simboleggiata per mezzo di una fascia nera orizzontale; accanto ad essa ® presen- te il simbolo della bobina d'aereo la quale, in pratica, @ infilata sulla ferrite stessa. In parallelo alla bobina L1 @ collegato il con- densatore variabile C1. Questo condensatore, volendo realizzare un ri- cevitore di piccole dimensioni, dovri essere di tipo miniaturizzato, ad una fola sezione e con 259 schermo metallico lettrico a mica o ad aria, Il suo valore capa citivo deve aggirarsi intorno ai 350 pF. Chi non riuscisse a reperire in commercio un ta- le condensatore variabile, pote’ servirsi di_un condensatore variabile, sempre di tipo minia- turizzato, a due sezioni, utilizzando quella se- zione il cui valore capacitivo si accosta maggior- mente 2 quello da noi prescritto di 350 pF. Nor- malmente, in questi tipi di condensatori variabi- li, sono presenti tre terminali; uno di questi rap- presenta il terminale di massa comune alle due seoni; gli altri due terminali rappresentano i 260 FIG 3 - Questo disegno dovra essore tenuto sot Yocchio dal letlore duran- te le faci costruttive del lcevitore radio, perché in ‘ess0 vengono indicate e- sattamente la disposizione @ la successione degli e- lettrodi di ciascun transi stor FIG, 4 - Molti lettori, an- che principianti, sann gi comporre da sé i uiti stampati. Questo @ il motive per cul presenti mo il disegno che dov essere tiprodotto nelle di- mensioni pit) adatte. La tecnica pi rudimenta- le, ma efficace, per com- porre un circuite stampa- to, consiste nel reallzzare sgno_con_inchiostro di china e nel sovrapporre a questo uno strato di smalto per unghie © im- mergendo poi la basetta nell'acido corrosive. E ov- vio che il disegno in chi- na dovra essere composto su una lastra di materiale isolante completamente i- coperto con uno strato di Tame puro. terminali utili delle due sezioni, In questo caso quindi ci si dovra servire del terminale comune € di quel terminale corrispondente a quella s zione del variabile il cui valore capacitive & di 350 pF cirea, Nello schema elettrico di figura 1 & stato dise- gnato, con linee tratteggiate, un collegamento con il condensatore C6. Questo collegamento do- vr essere realizato da tutti coloro che faranno funzionare il ricevitore a grandi distanze dalle emittenti. radiofoniche. Sulla boccola verra ap- plicato lo spinotto collegato a 2-3 metri di filo flessibile ricoperto in plastica, che fungerd da tenna ricevente. Il-condensatore C6 rappresenta Pelemento di accoppiamento fra Tantenna e cireuito accordato, ciod il circuiti di sintonia. Il Iettore, anche se principiante, sapra certamen- te qual @ la funzione del circuito di sintonia: es so serve a selezionare i segnali radio, inviando al cixcuito di rivelazione 0 di amplificazione soltan- to quello, fra tutti i segnali captati dall’antenna di ferrite, che si vuol ascoltare. Questa selezione si ottiene facendo ruotare il perno del conden- satore variabile C11. Per ogni posizione delle la- mine mobili, rispetto a quelle fisse, del variabile, il circuito accordato assume un valore di fre- quenza di risonanza, che @ pari a quella del se- gnale radio che pud transitare attraaverso il cir. cuito stesso e raggiungere gli stadi successivi Detto cid, passiamo immediatamente: all'esame del proceso di rivelazione, che consiste nell’eli- minazione di una parte delle semionde, quelle po- Fig, 5 - La bobina L1 potra essere composta dal let- tore seguendo i dati esposti nell'articolo. Ma essa po- tra anche essere una bobina di tipo commerciale per ticevitor! a transistor. Normalmente queste bobine so- no dotate di quattro terminali. Lindividuazione di que- sti si ottiene facilmente con l'ohmmetro, tenendo per buono l'avvolgimento che presenta una maggiore re- sistenza, Coloro che fossero sprovvisti dell’ohmmet potranno facilmente individuare i terminali utili del yolgimento 2 maggior numero di spire seguendo lo schema qui riportato, clo’ inserendo, in serie all'av- volgimento, una pila’ e una lampadina. L'accendersi della lampadina indichera al lettore la continuita del- Tavvolgimento, cio® l'individuazione dei terminali util, sitive © quelle negative, che compongono la ten- sione elettrica che caratterizza il segnale radio. Dalfinsieme delle rimanenti semionde vera poi tolta la parte ad alta frequenza, in modo da tra- sformare il segnale di alta frequenza in un se- gnale di bassa’ frequenza. Il processo di rivelazione @ affidato al transi- stor TRI. Questo transistor, a differenza del transistor clas- sico, che funziona in virti della ben nota teoria dei < fori», pone in gioco delle cariche elettri che la cui < profondita » di penctrazione @ in funzione della tensione applicata ad un elettro- do, chiamato » griglia » 0 « porta » ¢ che rende piit 0 meno isolante a parte del semicondutto- re sottoposta al campo elettrico di polarizzazione. Questo elettrodo, nello schema teorico di figura I, @ indicato con Ia sigla . Questo transi- stor & chiamato anche <« transistor ad effetto di campo >; ¢ con tale espressione si intende defini- re Tinsieme dei dispositivi semiconduttori cor rispondenti a questo modo di funzionamenio. La sigh < FET » significa: field efi>ct transistor. Tl transistor ad effetto di camp di tipo pit, semplice, costituito da una sbar..‘ta (canale) di semiconduttore di tipo N o P, al centro della quale un anello di semiconduttore, di polarita op- posta a quella della sbarretta, forma uno stroz- zamento di questa ultima. Anello e sbarretta com- pongono una giunzione PN, che risultera inver- samente polarizata. Ciascuna estremith della sbarretta @ collegata ad un elettrodo di uscita per mezzo di contatti ohmmici. I tre elettrodi, co- si composti, sono chiamati rispettivamente: « s¢- gnale >, « porta», « canale ». Per analogia, que~ sti corrispondono, nelVordine, al catodo, alla gri- glia e all'anodo di una valvola triodo. L’effetto di campo si ottiene facendo variare la, tensione di porta; questa variazione modifica 0 « modula » la zona conduttrice del canale, crean- do una strozzatura isolante, pi o meno profon- da. Le variazioni di tensione di porta permetto- no la conservazione delle variazioni di corrente, che finisce attraverso il canale. Queste brevi note tecniche, relative al transistor FETT, sono state introdotte a titolo puramente in- formativo € non certo per scopi pratici, dato che questo componente si presenta, esteriormente, co- me un normale transistor, che deve essere appli- cato al circuito secondo le regole tradizionali. A valle del transistor FET i segnali radio risul- tano rivelati e di bassa frequenza, perché il con- densatore C2 convoglia a massa Peventuale ri- manente parte di segnali di alta frequenza, La resistenza R2 polarizza contemporaneamente la base del transistor TR2 ¢ Pelettrodo:$ del tran- sistor TRI. 261 AMPLIFICAZIONE BF Tl compito della rimanente parte del circuito del ricevitore € quello di amplificare i segnali di bas- sa [requenza. A tale seopo provvedono i due transistor di tipo NPN denominati TR2 e TRS. Liamplificazione di bassa frequenza & necessaria per trasformare Menergia elettrica in energia acu- stica attraverso Pauricolare. Si noti che accoppiamento fra i vari stadi am- plificatori & di tipo «diretto », cio’ senza terposizione di alcun elemento di accoppiamen to. Con questo sistema si sono ottenuti ottimi risultati. Liaccoppiamento diretto consiste nel collegare Tuscita di un transistor con Pentrata del succes- sivo, cio’ il collettore di uno con Ia base del- altro, La tensione di alimentazione @ erogata da una pila a9 V, del tipo di quelle adottate nei ricevi- tori tascabili commerciali; il condensatore clet- trolitico C5 serve a mantenere stabile Valimen- tazione del circuito. COSTRUZIONE DEL RICEVITORE Abbiamo fin qui analizzato le varie funzioni de- gli elementi che compongono il circuito del cevitore radio. Passiamo ora senz’altro al Tavoro pratico, cio® a quello costruttivo dell’apparec- chio radio. Abbiamo gid detto che il lettore pote servirsi di un circuito stampato, costruito da sé, oppure di una basetta di bachelite rivettata, collegando i vari terminali dei componenti con fili di rame sottili Il primo elemento, che il lettore dovrd costruire, & rappresentato dalla bobina Ll. Questa dovra essere ottenuta avvolgendo 90 spire di filo di rame smaltato, del diametro di 0,2 mm, su un cilindretto di cartoncino, di diametro pari a quel lo della ferrite. Ul diametro della ferrite pud essere, indifferen- temente, quello di 6 0 8 mm, Coloro che volessero evitare di costruire la bobina @aereo Li, potranno servirsi di una bobina di tipo commerciale, di quelle montate nei ricevitori a transistor tascabili. Queste bobine presentano normalmente quattro terminali liberi, dato che esse sono comprensive di 2 avvolgimenti distinti Il lettore dunque dovr’ individuare, fra questi quattro terminali, i due terminali utili. II siste- ma pid rapido per raggiungere tale scopo é quel- lo di serv un ohmmetro, misurando la re- sistenza piti clevata e stabilendo la continuita del collegamento. Color che non possedessero Pohmmetro, potran- no risolvere il problema seguendo lo schema di 262 figura 5, collegando sui terminali della bobina una pila ed una lampadina; se la lampadina si accender’, cid star a significare che sono stati individuati i terminali utili. E’ ovvio che tale semplice esperimento dovra essere fatto colle- gando la lampadina con il terminale estremo del- Tavvolgimento pitt lungo, quello che non am- mette dubbi sull'appartenenza all'avvolgimento composto con un maggior numero di spire. Il montaggio del ricevitore, una volta realizzata Vantenna di ferrite, potra essere effettuato se- guendo il piano di cablaggio rappresentato in figura 2. Quando si collega la resistenza di carico del col- lettore R3, bisogner’ cereare di non ottenere un. collegamento effettivo, perché proprio con que- sta resistenza il lettore dovr’ effettuare aleune prove sperimeentali, allo scopo di raggiungere j migliori risultati di riproduzione sonora del. ri- cevitore radio. Il valore preseritto per RS: nelleleneo compo- nenti, @ quello di 27.000 ohm. Ma la zesistenza RS costituisce un componente critico, il cui va- lore deve essere adattato alle caratteristiche cir- cuitali del ricevitore radio, le quali variano da un modello all'altro, anche se questi montano componenti elettronici dello stesso valore, cio’ apparentemente identici Anche se il ricevitore dovesse funzionare con una, resistenza R3 del valore di 27.000 ohm, al letto- re converrh sempre provare altre resistenze di valore diverso, provando e riprovando pit: vol- te con resistenze di valore compreso fra i 22.000 € 1 33.000 ohm. Non occorve che il Iettore effete tui delle prove con tutti j valori intermedi, com- presi fra quelli ora citati: i tre valori fondamen- tali_di 22.000 - 27.000 - 33.000 ohm saranno sufficient per ottenere ottimi risultat Liauricolare, necessario per Pascolto del ricevi- tore, deve avere un'impedenza di 500 0 1.000 ohm. Esso funge da trasduttore acustico € da elemento di carico di collettore del transistor TRS. Per quanto riguarda il collegamento dei tre tran- sistor, il lettore dovrd tenere sotto occhio il segno rappresentato in figura 3, perché in ¢sso @ facilmente deducibile la disposizione e la suc- cessione degli clettrodi dei tre transistor. Un'ultima raccomandazione: quando si collega- no i condensatori clettrolitici €3-C4-C5, si do- vrai tenere conto che questi sono elementi pola rizzatie debbono essere applicati al circuito te- nendo conic delle loro polarit2 exatte, cos come idicato nel piano di cablaggio di figura 2. Tutti gli altri component elettronici potranno essere comunque inseriti nel circuito, senza il timoro di compromettere il risultato finale. STUPENDO RICEVITORE SUPERETERODINA A 8] TRANSISTOR PER ONDE MEDIE / E’ un piacevole esercizio di radiotecnica applicata La potenza é di 0,5 watt La risposta in BF si estende fra gli 80 e i 12.000 Hz Tutti lo possono costruire IN SCATOLA Di MONTAGGIO! SSS QUANDO SI REALIZZA iL CIRCUITO DI UN TEMPO- RIZZATORE ELETTRONICO PER TERGICRISTALLO, SI DEVE SEMPRE TENERE CONTO Di UN FATTORE MOLTO IMPORTANTE: LA CONCEZIONE CIRCUITA- LE DEL PROGETTO DEVE ESSERE TALE DA PERMET- TERE L'ARRESTO DELLE SPAZZOLE IN CORRI- SPONDENZA PRECISA CON LA FINE CORSA. JB | tergicristallo é un accessorio utilissimo ed ine J] dispensabile per Tautomobilista. Ma il. suo movimento continuo, a destra ed a sinistra, sempre davanti agli occhi, crea un grosso fasti- dio a chi guida. Occorre ‘quindi trovare un si- stema che, pur conservando tutti i vantaggi delle spazzole pulitrici, possa in una certa misura al- leviare il disagio del pilota. E questo problema, gia in parte risolto in molti modelli di autovettu- re di attuale produzione, pud consistere nell’at- tenuazione del rumore provocato da tutto il mec- canismo del tergicristallo ¢ nella riduzione della sua velocita di funzionamento, creando un mo- 264 vimento intermittente che speniga 'azione mec- canica quando Pautoveicolo viaggia con un tem- po piovigginoso o in un clima di nebbia e di umidit: I nostri teenici, dopo aver preso a cuore ill pro- blema, pur non essendo riusciti ad climinare tut ti gli inconvenienti del tergicristallo, si sono pro- digati nella ricerca e progettazione di circuiti temporizzatori che eliminano il funzionamento continuo delle spazzole quando @ necessario che queste provvedano solo saltuariamente alla pu- lizia del vetro. IL movimento continuo delle spazzole & senza Nelle autovetture di recente produzione il temporizzatore per tergici tallo @ un accessorio, utile e indispensabile, che molti automobilisti hanno gia potuto apprezzare. Quei lettori che volessero costruirsi questo confortevole circuito elettrico, troveranno in questo articolo il modello pid adatto per le loro e dubbio fastidioso per tutti, ma pud anche dan- neggiare una parte del meccanismo del tergicri- stallo, quando questo non sia opportunamente.,. lubrificato, in continuita, dall'acqua. Se Fautovettura non é confortata con i pitt mo- demi sistemi di controllo del tengicristallo, il conducente & spesso chiamato ad azionare, ripe- tutamente, il comando a mano dell’accessorio, distraendosi dalla guida e sottoponendosi ad una manovra in pitt rispetto a quelle della guida normale. ee INTER, TERCICRISTALLO INT, FINE CORSA Fig. 1 In molti tipi di autovetture il prom bloma deil'arresto delle spazzole del ter- gicristallo, in posizione orizzontale corsa, 8 ottenuto per mezzo di un inter- uttore supplementare azionato da una camma che gira assieme al motorino del- fo stesso tergicristallo. enze e la loro automobile. Quando c’é un po’ di nebbia, oppure quando Varia @ carica di goccioline d’acqua in sospen- sione, V'azione continua del tergicristalle @ inu- tile, perché basta una spazzolata del vetro, ogni tanto, per conservare una. perfetta visuale. Chi si é gid interessato a questo problema, pud aver preferito la soluzione del controllo e ‘della regolazione della velociti di corsa delle spaz- zole. Ma tale soluzione lascia molto a desidera- re, sia perché la meccanica del tergicristallo non concede ampi margini di regolazione (al di sot- to di una certa velocita il tergicristallo non fun- ziona pir efficacemente), sia perché conviene sempre mantenere la. massima velocita di movi- mento, in modo da diminuire il tempo di distra- zione che il movimento delle spazzole impone a chi guida. Ma Tintermittenza deve essere regolabile con duc scatti_almeno, in modo continuo, cosi da soddisfare le necessita occasionali imposte da una leggera pioggia (intermittenze brevi), e quelle della nebbia (intermittenze lunghe). A conclusione di quanto finora detto, ogni let- tore avri ben compreso che soltanto un circuito elettronico & in grado di risolvere, in modo sem- plice ed efficace, tutte queste esigenze pratiche. DIVERS! TIPI DI CIRCUIT! Il tergicristallo generalmente pilotato per mez- zo di un motore a corrente continua con alimen- tazione a 12 V; questo motore assorbe, media- mente, una correnie compresa fra i 2 ed i 3 A. Al momento dello « spunto >, cio® all'avviamen- to, il motore assorbe molto di piti, sia pure per un breve istante. | circuito di comando del motorino ¢ provvisto di un dispositive il cui scopo # quello di arre- stare le spazzole del tergicristallo a fine corsa, sempre nella stessa posizione di riposo. Se tale dispositivo non esistesse, quando si interviene sul- Finterruttore, che apre il circuito di alimentazio- ne del motorino, potrebbe accadere che le spaz- zole si arrestino in una posizione intermedia del parabrezza ¢ non in quella. orizzontale di fine corsa. 265 AZZURRO__ BIANCO AZZURRO NERO AZZURRO_NERO FIG 2 - In molte autovetture, particolarmente tra | modelli Fiat, vengono montati motorini per tergicristallo dotati di quattro morsetti, che impiegano un commutatore di comando con luna disposizione cireuitale del tipo di quola qui schematizzata. Il disegno si riferisce, in Particolare, ai modelli Fiat 500 - 600 - 750. Questo dispositive pud essere un interruttore lotato da un albero a camme, solidale con il motorino, collegato in parallelo all'interruttore principale {figura 1). In tal caso il comando del tergicristallo pud essere realizzato tramite un sem= plice interruttore, che permette di concepire il progetto di un temporizzatore elettronico in gra- do di svolgere le funzioni di un interruttore che si chiude per brevi istanti ¢ ad intervalli regolari di tempo. Questo temporizzatore pud essere con- cepito con componenti elettronici allo stato s0- lido, senza parti in movimento, in modo da per- mettere Ia realizzazione di un circuito di sicuro Il successo ottenuto dalla rubrica sioni di elogio rivolteci e per le molte adesioni accordateci. Tuttavia, per un maggiore snellimen- 3.000 lire nenti del valore di poche centinaia di lire ci sot- topongono @ spese postali che ammontano al doppio del valore reale della merce, con grave danno per la nostra organizzazione. LA_DIREZIONE 266 funzionamento. Questo tipo di temporizeatore, che non pud essere utilizzato per tutti i modelli di autovetture, potrd essere realizzato in tutti quei casi in cui, nell’'automobile, & presente il circuito di figura 1. Ma esistono anche autovetture, ¢ tra queste mol- ti modelli Fiat, che utilizzano motorini per ter- gicristallo dotati di quattro morsetti (nel caso precedentemente descritio i morsetti erano sol~ tanto due), che impiegano un commutatore di comando con una disposizione circuitale del tipo di quella rappresentata in figura 2, che si riferisce al cireuito eletirico di un’autovettura Fiat 500, Per questi tipi di motorini ¢ necessario utilizzare un doppio deviatore, se si vuole ottenere il co- mando ad intermittenza. E allora il miglior com promesso tra prestazioni, economia, aflidabilita © sempliciti, si ottiene utilizando un relé pilo- tato da dispositivi allo stato solido. Come si potrh vedere pitr avanti, questa solu- zione permette anche di utilizzare lo stesso cit~ cuito per altre applicazioni, anche sulla stessa autovettura, come, ad esempio, il comando con- temporaneo dei segnalatori di direzione, in mo- do da segnalare la gosta di emergenza. Un tale positive, gia adottato allestero, @ per ora sol- tanto consigliato nel nostro Paese, ma ess0 si € rivelato assai prezioso in molte oceasioni, soprat- tutto in caso di nebbia. I due progetti di temporizzatori, presentati ¢ de- scritti in questo articolo vengono alimentati con, la tensione continua disponibile a bordo del- Vantovettura. La loro concezione circuitale & ta: le da evitare ogni interferenza dovuta ai forti impulsi presenti nel circuito delautoveicolo. Inol- COMPONENTI 10 UF - 16 VI. (elettrolitico) cz 500.000 pF - 400 VI. Rt 0,22 megaohm (potenz. a variaz. lin.) 18.000 ohm 270 ohm 150 ohm 2N2646 (transistor unigiunzione) BT101-300R (PI pud essere sos ‘TM6007 SILEC) ito anche con te © stata prevista la regolazione 6 Tintervallo di tempo in eui i tergics gono inattivi. ‘Tale regolazione, purtroppo, non é possibile su moli modelli di produzione indu- striale e gid montati su molfe autovetture. Essa, @ invece indispensabile per sfruttare completa- mente tutti i vantaggi apportati dal dispositivo, che deve potersi adattare alle molie e diverse condizioni atmosferiche. TEMPORIZZATORE CON INTERRUTTORE I circitito rappresentato in figura 3 utiliza un diodo SCR, che permette di evitare uso di ogni componente clettromeccanico soggettto ad usura, conservando al circuito una notevole semplicita Anche il collegamento con il circuito elettrico del veicolo 2 estremamente semplice, perché chiede, in pratica, la sola individuazione dell'in- terruttore di comando del tergicristallo ed il col- Jegamento dei due soli fil conduttori del tempo- rizzatore, purché si rispettino le polarith di que- sti. Dunque, questo tipo di temporizzatore @ da questo thyristor 4 ‘n paralleto ai contatti © Wllieerruttore Fig. 3 - Questo progetto di temporiz- zatore é da preferirsi a qualsiasi altro modello, ma il suo impiego é limitato @ quelle autovetture il cui dispositivo di comando del tergicristallo @ del ti- po di quello rappresentato in figura 1 Questo progetto pud essere realiz: to per autovetture con batteria a 12 oa6V. preferirsi a qualsiasi altro modello, ma il suo im- piego & limitato a quelle autovetture il c spositive di comando del tergieristallo @ de! tipo di quello rappresentato in figura 1. Questo cireuito pud essere indifferentemente mon- tato su autovetture conbatteria a 12 e 6 V, perché cié che cambia € soltanto Viatervallo di tempo in cui pud essere regolata la pausa riposo. Ma a tale inconveniente si pud facilmen- te rimediare; infatti, pur facendo riferimento alfapplicazione su un'autovettora a 12 V, per ottenere lo stesso intervallo (0-20 secondi) su un’autovettura a 6 V, @ sufficiente diminuire il valore del condensatore C1 a 5 pF. ESAMINIAMO LO SCHEMA Tl progetto di figura 3 rappresenta il circuito elet- tronico del dispositive. I thyristor SCR @ colle- gato in paralleio con linterrattore, a mano, $1. TL uyristor ¢ pilotato dal transistor unigiunzio- ne TRI : ‘ Il circuito funviona nel modo seguente: quando 4 267 Fig. 4 -- Cablaggio dei temporizzatore relative al progetto di figura 3. Si noti il particolare del si- del viene collegata T'alimentazione, il condensatore elettrolitico C1 si carica attraverso le resistenze RI-R2. Manovrando il potenziometo RI, il ca- rico giunge sul transistor unigiunzione, renden- dolo conduttore. Per tale motivo, sui terminali della resistenza R4, compare un impulso, che rende conduttore il thyristor. Tl motore del ter- gicristallo si mette quindi in funzione. Un po’ pitt tardi, Finterruttore di fine corsa del tergicristallo si chiuile, mettendosi in parallelo sul thyristor € su tutto il circuito; il condensato- re Cl si scarica, Nel momento in eui le spazzole del tergicristallo raggiungono 1a posizione di fi ne corsa, Pinterruttore terminale si apre nuova- mente: il condensatore G1 torna a ricaricarsi Ii ciclo cos! si ripete. Dato che il tempo di conduzione del thyristor & brevissimo, questo componente non richiede al- cun sistema di raffreddamento, malgrado il va~ lore clevato della corrente che lo attraversa e che si aggira intorno ai 3 A. D’altra parte, con 268 il tipo di thyristor da noi prescritto, possono es- sere sopportate correnti con 6 A di cresta Il condensatore G2, che ha il valore di 500.000 pF, serve ad eliminare gli impul: senti nel circuito di alimentazione. isturbo pre- LAZIONE DEL POTENZIOMETRO La costante dei tempi e l'intervallo fra i succes- sivi movimenti’ delle spazzole possono essere re- golati per mezzo del potenziometro RI, da 0 a 20 secondi, La pitt lunga durata di pausa si ha con il po- tenziometro a 0. Poi, mano a mano che il cur- sore avanza, la durata della pausa diminuisce. Nella posizione estrema la durata della pausa di- viene cosi breve che il tergicristallo funziona con una cadenza normale. La disposizione scelta per il potenziometro tie- ne conto che, dopo un acquazzone, la pioggia di- minuisce di intensita; occorre dunque manovra- re il perno del potenziometro in senso inverso. nostri tecnici. Il tutto rigulta inserito facendolo ritornare indietro, in modo che Ja pau- sa, fra le successive escursioni delle spazzole, di- venga sempre pit lunga; ad un certo momento le spazzole si fermano completamente. Servendosi del potenziometro, dunque, si ottie- ne con ¢330 il comando di un funzionamento in- termittente; con l'interruttore manuale, prese te nelautovettura, si ottiene il funzionamento normale del tergicristallo. APPLICAZIONE DEL. TEMPORIZZATORE ‘SULL'AUTOVETTURA Dato che non tutte le autovetture sono dotate di un comando per tergicristallo fatto allo stesso modo, occorge procedere, in sede di inserimento del temporizzatore, con una certa cautela, Una volta raggiunto Vinterruttore, servendosi di una lampadina, si toccano alternativamente i con- tatti del’interruttore stesso fino ad ottenere l’av- yiamnento del tergicristallo (figura 5); questi due contatti sono da considerarsi come quelli utili per Fig. 4A + Ecco il montaggio del prototipo del temporizzatore realizzato dai un piccolo contenitore di materiale fants chuso, anteriormente, con pannello di alluminio, Finstallatore. La lampadina deve avere una po- tenza di 30-10 W e Ia tensione pari a quella del- la batteria dell’auto, Per questa operazione ci si potra servire di una delle lampadine di scorta, conservate a bordo dell’automobile. Una volta individuati i contatti utili, occorre stabilire, servendosi di un tester, quale di que- sti @ il conduttore della tensione positiva e quale quello della tensione negativa (figura 6). Sul ter~ minale positivo si collega, per mezzo di un filo condutiore, la boceola della tensione positiva del zatore (figure 3-4). La stessa operazio- ¢ essere condotia per i morsetto negativo, Nel caso in cui l'interruttore non fosse facilmen- te accessibile, le stésse prove, fin qui citate, ver- ranno condotte sull’interruttore presente sulla camma. In ogni caso si potra sempre ascoltare il parere di un elettrauto. TEMPORIZZATORE PER AUTO CON MOTORINO A QUATTRO .MORSETTI Vediamo ora di esaminare il caso di un tem- 269 impianto elettrico di bordo interruttore tergicristallo Fig. 5 - n sede di applicazione del temporizzatore sul- Pautovettura occorre procedere con una certa caute- la, Una volta raggiunto Vinterruttore, servendosi di tuna lampadina, si toccano alternativamente i contatti dellinterruttore fino ad ottenere l'avviamento del ter stallo; questi due contatti sono da considerarsi come quelli utili per linstallazione del temporizatore. interruttore tergicristallo Fig. 6 - Il tester permetie di individuare facilmente il contatto positive @ quello negative dolfinterruttore. 270 porizzatore per auto con motorino a quattro mor- setti € comando a doppio deviatore (figura 8) Quando Pautovettura utiliza questo tipo di cir- cuito, schematizzato in figura 2, la soluzione pit semplice del problema consisie nell'uso di un relé, perché I'uso di diodi SCR o transistor di commutazione renderebbero troppo complesso il circuito. I relé, poi, sono oggi disponibili in com- mercio a prezzo accessibile a tutti ¢ sono in gra- do di sopportare correnti fino a 15 A per ogni scambio. La stessa durata di vita di un relé, so- prattutto nel caso della nostra applicazione, & di gran lunga superiore a quella della vita media di un’autovettura, soprattutto se un componente vi ne protetto dalla polvere ¢ dall'u A tale proposito consigliamo di far uso di custodie as- sai robuste ed ermeticamente chiuse, cos! da fendere il circuito da tutti gli agenti atmosferi Servendosi, come avviene nel nostro circuito, un relé del tipo di quelli utilizati per Vinseri mento nell’autovettura del?accensione clettroni- ca, cio’ di un relé a 12 V, munito di quattro scambi a 15 A, in modo che gli scambi possano essere collegati a 2 a 2 in parallelo, cost che la vita stessa dei contatti del relé non sollevi alcuna preoceupazione, il problema relé @ da ritenersi risolto. Il cireuito rappresentato in figura § & quello di un multivibratore astabile, che com sistor di commutazione che, a sua volta, controlla Feccitazione del relé di potenza. La scelta del pilotaggio per mezzo di un multivibratore asta- bile permette di realizzare un comando ciclico preciso ed efficiente, con pochi compo- nenti di basso costo. II circuito & molto versatile, perché permette un facile controllo della durais, di entrambe le fasi del cic o tuttavia richi de alcune precauzioni, dato che si trata di un, circuits molto sensibile agli impulsi di disturbo, presenti neilfalimentazione. E qnindi necessario, realizzare_un elficace filtraggio della tensione di alimentazione del circuito astabile ¢ uno stadio separatore fra questo ed il relé. in modo da ot- tenere facilmente lunghi tempi di ritardo. 11 collegamento sull’autovettura, anche se richie- de qualche operazione in pid rispetto al caso pre- cedente, non implica particolari_ complicazioni, In pratica si tratta di sostituire il doppio devia- tore, presente sull’autovettura, con un doppio RL (fgura 8) Poi occorre staccare i fili conduttori dal doppio filarli nel'apposita morsettiera. pro- veniente dai contatti del relé; quindi si pud uti- lizzare il doppio deviatore in veste di semplice, interruttore per alimentare il circuito del tem- porizatore (S2 di figura 4). Studiando attentamente lo schema elettrico di scambie del re ogni autovetiura, ci si aeconger& che sard sem. CATODO raffreddamento anche se, per motivi di prudenza © comodita, fissarlo su una squadretta an- golare di ferro od. ottone. In questo disegno vengono confrontati il simbolo rico del thyristor con il componente 0 @ proprio. pre possibile risparmiare qualche collegamento, predisponendo una mozsettiera volanie con at- tachi « fasiong x. Il potenziometro R2 dovrd essere sistemato iv un posto accessibile al pilota. ~ Con Tinterruttore aperio, cioé con il perno ruo {ato tutto in senso antiorario, il circuit astabile @ escluso e il tergicristallo funziona in modo con tinue, Ruotando il perno del poten orario, si inserisce il circuito astabile e, di con- seguenza, il funzionamento del tergicristallo di- viene iutermittente, con un tempo di inatiivit’ metro in sens sempre piii lungo man mano che si ruota il per no del potenziometzo, Il tempo di riposo & regolabile fra i pochi se condi e oltre i 30 secondi, ma sono possibili_ an- che altri intervalli di tempo, purché si sostituisca il condensatore C2 con valore diverso da quelle da noi prescritio. Aumentando if valore capa vitivo di C2, aumenta il tempo di riposo. & vi veversa. LIRE 2.500 CASSETTIERA « MINOR » Contenitore a 12 cassetti, componi- bile ad incastro; dimensioni di un cas- setto: 115 x 55 x 34. Ogni cassette @ prowvisto di divisori interni. LIRE 2.800 CASSETTIERA « MAJOR » Contenitore a 6 cassetti, componil ad incastro; dimensioni di un casset- to: 114 x 114 x 46. Ogni cassetto & provvisto di divisori interni. Organizzate il vostro lavoro! Conser- vate sempre in ordine i componenti elettronici! Trasformate, a poco a po- ©0, il vostro angolo di lavoro in un vero e proprio laboratorio! 2a R6 Ra 82 eT) —O Tho hae sinterratiors Ors — | ~@ me Fig. 8, Progetto di temporizzatore per torgicri autovetture dotate di motorino a quattro morsetti e comande a déppio deviatore. COMPONENTI PER BATTERIA A6 V PER BATTERIA A 12 V ct 8 UF - 40 VI. (elettrolitico) ct 16 UF - 40 Vi. (elettrolitico) =. C2 125 uF - 40 VI. (elettrolitico) C2 250 uF - 40 VI. (elettrolitico) cs 1.000 UF - 12 VI. (elettrolitico) 3 1.000 uF - 12 VI. (elettrolitico) cs 1.000 uF - 12 Vi. (elettrolitico) cs 1.000 uF - 12 VI. (elettrolitico) a 870 ohm - 1/2 watt Rt 560 ohm - 1/2 watt R2 470.000 ohm (potenz. a variaz, lin.) Re 470.000 ohm potenz. a variaz. lin.) RS 15.000 ohm - 1/2 watt R3 15.000 ohm - 1/2 watt Ra 56.000 ohm - 1/2 watt Re 56.000 ohm - 1/2 watt RS ‘470 ohm - 1/2 watt RS 270 ohm - 1/2 watt Re 330 ohm - 1. watt RG 120 ohm - 1/2 watt RT 330 ohm - 1/2 watt RT 180 ohm - 1/2 watt RB 330 ohm - 1 watt RB 120 ohm ~ 1/2 watt TRI = BC147B TRI = BCI47B TR2 = BC147B TR2 = BCt47B TR3 = 2N2218 (C426 - BC266) TR3 = 2N2218 (C426-BC286) Dt iodo al silicio (BAY38) Di iodo al silicio (BAY38) RL = relé (12 V cc - resistenza superiore agli 80 ohm - dotato di due scambi almeno) $2 = interruttore presente nell'autovettura RL rolé (6 V cc - resistenza superiore ai 40 ohm - dotato di due scambi almeno) iterruttore presente nell'autovettura s2 E? anche possibile regolare il tempo in cui il tervallo dir questo senso non si pos- tergicristallo rimane attivo. sono offrire dati precisi, dato che la velocita. di Normalmente i tergicristalli presentano un uni- movimento del tergicristallo varia fra una vet- co movimento, al quale suecede Tintervallo di ura e Paltra. riposo. Tuttavia, aumentando il valore capaciti- Eliminando il potenziometro R2, cio’ cortocir- vo del condensatore Gl ¢, eventualmente, ritoc- cuitandolo e conferendo alle resistenze R3-R4 il cando di poco il valore della resistenza R4, @ pos- valore di 56.000 ohm e¢ a C1-C2 il valore di sibile ottenere due o pitt movimenti prima dell'in- 10 uF - 40 VI, si otterra un ciclo simmetrico, 272 ciot un ciclo con periodi attivi e passivi del re- Ié uguali; in tal caso il circ zato per comandare Vaccer gli indicatori di direzione, che sono molto utili pet le segnalazioni di emergenza. Per realizzare questa condizione si dovranno utilizzare i due scambi del relé in modo da alimentare in paral- Ielo i due gruppi di lampadine che rappresen- ano gli indicatori di direzione. Vattento esame dello schema elettrico dell'au- tovettura o Taiuto dellelettrauto, potranno fa- cilitare di molto anche questo tipo di realizza- zione pratica, B’ ovvio che per far variare la fre~ quenza del lampeagio, si pud agire sui conden- satori C1-C2 per le grosse variazioni, mentre si doyra intervenire su R3-Rt per le piccole va- iazioni. ANALISI DEL CIRCUITO Analizaando lo schema rappresentato in figura 8 Fig. 9 - Cablaggio del tempo- tore per tergicristallo a- datto per autovelture con mo- torino a quattro morsetti, I sircuito non & critico © pud essere composto in qualsiasi modo, a piacere del terorc. € possibile interpretare, nei minimi dettagli, il funzionamento del circuito. IL multivibratore astabile fa. capo ai transistor TRI-TR2. Questi sono di tipo NPN al silicio, ai basso costo € assai robusti, nel senso che sop- portano anche tensioni di 40 V. Per essi sono stati consigliati i tipi BC147B. Il cireuito di figura 8 & di tipo classico ed & ba- sato sulla carica dei due condensatori elettrotitici GI-C2 attraverso la resistenza Rt e le due re- sistenze R2-R3. I due condensatori mettono in conduzione i transistor sulle cui basi essi sono collegati e permettono il passaggio di un impul- so negative dal collettore del transistor stesso, il quale entra in conduzione verso la base dell'al- tro che si trova all'interdizione. In altre parole si pud dire che i due transistor conducono ¢ rag- giungono Tinterdizione alternativamente, con tempi che sono stabiliti dai tempi di carica del condensatore C1, per un semiciclo, e dal con- 273 Fig. 10 - Il prototipo, montato dai nostri tecni- ircuito stampato di forma rot- @ racchiuso in una custedia di plastica che lo isola e lo protege dalla pol- vere © dall'umidits. densatore G2 per Maltro semiciclo. Si compren- de ora il motivo per cui regolando R2 ed R3, oppure R4-C1-C2, si varia la durata delle due fasi Lialimentazione del circuito & ottenuta con la tensione continua a 12 V della batteria, a valle della rete resistivo-capacitiva composta da R8- R6-C3-C4, Lelevata capaciti dei due conden- satori elettrolitici impedisce anche ai pid forti impulsi presenti sulfautovettura di iniluenzare il funzionamento det circuito astabile. Linterruttore $1, incorporate con il potenzio- meiro R2, disinserisce il funzionamento dell’a- stabile, in modo da mantenere il transistor TR3 sempre in conduzione. Infatti, le resistenze R5- R7 rimangono sempre collegate in modo ch che con Si aperto, il relé risulta eccitato, Tl transistor TR3 controlla Peccitazione del re- 1g, che rappresenta il carico di emittore. Poiché la base del transistor TR3 é collegata, tramite Ia resistenza R7, al collettore del transistor TR2, si ottiene il seguente risultato: quando TR2 @ al- Vinterdizione, il transistor TR3 conduc versa; avviene cosi che, quando Vastabile fun- ziona, il transistor TRS segue le vicende di TRI ed eccita e diseccita il relé alternativamente. Poiché il relé rappresenta un carico induttivo, eso provoca una extratensione di apertura, la quale viene cortocircuitata dal diodo al silicio DL, il quale protegge la giunzione del transistor TR3 ed elimina ogni pericolo di impulso. Vinterruttore $2 rappresenta linterruttore gene- rale del circuit ed @ quello che comanda l'azio- namento del tergicristallo. Si tenga presente che il dimensionamento del circuito rappresentato in figura 8 & valido per tensioni continue comprese fra i 10 e i 15 V, cio’ per autovetture ‘con batteria a 12 V. Co- munque, unitamente ai componenti validi per questo circuito abbiamo provveduto anche ad 274 elencare quelli per il circuito adatto per le bat- terie a 6 V. Si tenga presente che il transistor TR3 deve es- sere munito di aletta di raffreddamento, tenendo, conto che linvolucro esterno del componente co- stituisce Pelettrodo di collettore; cid significa che, volendo fissare il transistor sulla custodia me- tallica che raechiude il temporizzatore, cos) come & comsigliabile, deve essere isolato per mezzo di una piastrina di mica. REALIZZAZIONE PRATICA Chi volesse realizzare il circuito stampato, rap- presentato in figura 9, dovri tener conto che la pista per il collettore di TRS dovra essere realiz- zata. con una fascia di rame abbastanza larga, in modo da favorire la dispersione del calore. Il cireuito pratico rappresentato in figura 9 @ da ritenersi soltanto indicative, perché esso po- tr ewere realizzato in qualsiasi modo, dato che non vi sono elementi critiei alPinfuori della lar- ghezza della pista del collettore di TR3. Raccomandiamo di far uso di morsettiere fa- stong, volanti o fisse. E raccomandiamo ancora di racchiudere il circuito in un contenitore a chiusura ermetica, facendo in modo che i fili conduttori escano dalla custodia attraverso ele- menti passanti che‘debbono essere successivamen- te sigillati_con_adesivo impermeabile. Anche il potenziometra R2 deve essere impermeabilizen- fo, a meno che esso non venga sistemato all’in- terno dell'abitacolo dell’autovetiura, cio in po- sizione dove non arrivano gli agenti atmosferici esterni. Una volta montato il potenziometro R2, esso pud essere ricoperto, nella parte posteriore, cio’ in quella opposta alla posizione del perno di co- mando, con cera o materiale plastico isolante, in modo da realizare una perfetta protezione del componente dallumidita RIGENERAZIONE DEL DIELETTRICO DEGLI ELETTROLITICI GENERATORE DI ALTA TENSIONE A BASSA CORRENTE CONTROLLO RAPIDO DEL FUNZIONAMENTO DEI VOLTMETRI RINGIOVANITE GLI ELETTROLITICI Realizzando questo progetto, tutti gli sperimentatori elettronici avranno la possibilita di recuperare i condensatori elettro! lasciati fuori esercizio per molto tempo. L’apparecchio, infatti, permette di rigenerare la pellicola di ossido che si forma in presenza dell’elettrolita. condensatori elettrolitici ad alta tensione so- voro, questi condensatori; ma essi non Ii usano nei no dei componenti che trovano larga diffu- circuiti attuali, soprattutto per un vali sione nel settore delle apparecchiature radio- tivo: quando un condensatore eletirolitico, clettriche a valvole elettroniche. Per questo mo- ta tensione di lavoro, viene lasciato inutilizzato tivo molti tecnici, professionisti o dilettanti, pos- per un lungo periodo di tempo, esso viene gene- seggono ancora, nei cassetti del loro banco di la- ralmente considerato come un’ elemento sospetto. 275 ossido isolante elettrolita @ © ‘carta impregnata ai elettrolita terminate pasttive Capita spesso, infatti, che al momento di appli- care ['alia tensione, il dielettrico si perfori, di- struggendo il condensatore elettrolitico ¢, talvol- ta, buona parte del circnito in cui eso @ mon- tato. E poiché i condensatori elettrolitici sono elemen- i relativamente costosi, pud risultare molto uti- 276 Piastre di atluminio ‘A ~ Questi sono i sim- boli elettrici pli’ comu- nemente adottati dai progettisti per indicare weatori elettroll- i. In prossimita del terminale positive si u- ‘sa apporre una crocet- ta. B - Sezione schemati- ca di un condensatore lettrolitico, Le due ar- mature del componen- te sono rappresentate da_aliretiante plastro i afluminio; fra te due plastre sono presenti: fo strato di ossido iso- Velettrolita. € - Osservando questo Tetiore. otra conto della composizione interna terminals Gd"estema i un con. TlegativO densatore .elettrolitic. Il componente & po a eartuceia 2 li div alluminio dt carta isolante, -impre- neta di olettrolita, 30- ro awoltassieme in un unico e compatto ci- lindretwo. “Mterminale positive & collegato con tno doi due fogii di alluminio ed & isolate da tutto insieme; i terminale negative, col- legato con I'altro foglio di alluminio, & an- che in contatto eletirico con T'involucro metallico estemo del condensatore, contrassegno polarita le, per lo sperimentatore elettronico, un sicuro recupero di questi componenti, attraverso un re= stauro del dielettrico in grado di garantire un perfetto funzionamento del componente. COME E’ FATTO UN ELETTROLITICO? Prima di eleneare le varie operazioni necessarie restauro di un condensatore elettrolitico, conviene conoscere a natura esatta degli incon- venienti che rendono inutilizzabile un condensa- tore elettrolitico. cid pud avvenire soltanto at- traverso la conoscenza del modo con cui ven- gono costruiti gli elettrolitici. In qualsiasi tipo di condensatore elettrolitico si distinguono sempre due armature e un dielettri- co. Il dielettrico permette di classificare i con- densatori. E fra i condensatori fissi, gli elettroli- tici sono quelli in cui il valore capacitive & molto elevato. Ul dielettrico @ rappresentato da un sottilissimo strato di ossido di alluminio, che si forma attra- verso un processo di elettrolisi di una. soluzione di citrato, borato o fosfato alealino. Le due armature del condensatore sono rappre- sentate da due fogli sottili di alluminio fiessibile, che risultano separati da una fascia di tessuto © di carta speciale, impregnata con una soluzio- ne salina o di elettrolita, Questa soluzione salina 8 fortemente conduttrice e il suo compito ¢ quel- lo di ripristinare lo strato dielettrico di ossido dalluminio, Ma non & questo il vero dielettrico del condensatore elettrolitico, come molti credo- no ancora! Vendiamo separa- tamente dai @ Il circuito stampato delPalimentatore a lire 1.200 @ Il circuito stampato dello amplificatore di potenza a lire 1.250. TI foglio di alluminio, collegato con il terminale positivo del componente, & munito di uno strato di ossido che funge da dielettrico del condensato- re, Lo spessore di questo strato determina la ten- sione di lavoro del componente. II dielettrico & composto da una pellicola, sottilissima, di ossido, formatasi sulla superficie di un elettrodo. Tn caso di interruzione la pellicola di ossido si siforma in presenza dell'elettrolita. Durante Puso del condensatore elettrolitico, lo strato di ossido & preservato attraverso i processi chimici risultan- ti dalla tensione applicata sui terminali del com ponente, Ecco perché i rivenditori di apparati a valvole, radio o televisori, raccomandano sempre ai clienti di non mantenere spento, a lungo, l'ap- parecchio, per evitare i deterioramento dei con- densatori elettrolitie Quando al condensatore elettrolitico viene appli- cata una tensione continua, una debole corrente Jo attraversa ¢ questa corrente, chiamata. anche corrente di rimozione, carica lo stesso condensato- re. Quando il condensatore elettrolitico @ caricato, la corrente continua, che Io attraversava, cessa di fiuire attraverso il componente. In virtii dell'estrema sottigliezza della pellicola isolante, i condensatori elettrolitici raggiungono Con questa oferta speciale intendiamo agevolare il compito di quei lettori che fossero gia in possesso dei componen- ti elettronici necessari per realizzare i due proge! 277 COMPONENTI Condensatori 1.000 ohm BY127 (diodo al sil BY127 (diodo al sili) RS2 (1 via - 4 postzioni) $3 = commutatore multiplo (1 via - 11 posizioni) valori capacitivi elevatissimi in un volume ridot- to. Ma esi presentano ugualmente alcuni difetti e, tra: questi, soprattutto, la vita limitata, la sen- sibilita al calore, la facilita a perforarsi, l’alta in- duttanza parassita, che rende il condensatore el wolitieo inadatto ai circuiti ad alta frequenza. 278 ci 16 UF - 500 VI. (elettrolitico) c2 = 16 uF - 500 VI. (elettrolitico) Resistenze Ri = 220.000 ohm R2 = 220.000 ohm R3 = 470.000 ohm R4 = 680.000 ohm R5 = 220,000 ohm R6 36.000 ohm R7 18.000 ohm RB 18.000 ohm RO 18.000 ohm Rio 18.000 ohm RL 18.000 ohm Riz 18.000 ohm Ris 18.000 ohm Ria 18.000 ohm RIS = 36.000 ohm LP lampada ad incandescenza (6,3 V) Tt trast. d'alimentaz. (15 - 20 W) si interruttore s2 commutatore multiplo Fig. 1 - Questo lo schama elettrico ‘completo del progetto dell generatore dei condensatori elettrolitici litico; nelfaltra si applicano i puntali di un voltmetro, in modo da controliare la tensione di carica del componente, anche se non @ necessario un costante controllo del processo di rigenerazione. Come si sa, i condensatori elettrolitici sono com- ponenti elettronici polarizzati ¢ cid significa che esi vengono impiegati in quei circuiti nei quali il potenziale elettrico di un’armatura non scende mai al di sotto di quello dell’altra. Ai due fogli di alluminio, cio’ alle due armature, PRESE PER | CONDENS, sono collegati i terminali del componente: quello negativo si tova in jntimo contatto elettrico con Vinvoluero metallico esterno del condensatore. DISPOSITIVO PER LA RICOSTRUZIONE DEL DIELETTRICO Il dielettrico di un condensatore elettrolitico so- spetto pud essere ricomposto applicando, sui ter- minali del componente, una debole tensione con- tinua e facendola aumentare lentamente fino a raggiungere il valore nominale della tensione di lavoro. Questa operazione deve essere condotta in un periodo di tempo prolungato, in modo da permettere la ricomposizione dellossido. Il cireuito rappresentato in figura 1 serve a que- sto scopo. Esso risulterd utilissimo a tutti quei Iettori che si trovano in possesso di condensatori lettrolitici abbandonati nei vari cassetti del lax boratorio fra tutti gli elementi di riserva. La rigenerazione previene la distruzione del con- densatore in presenza dell’alta tensione e permet- te di riutilizzare il componente in qualsiasi cir- cuito radiolettrico. Tl principio di funzionamento 2 il seguente: il valore della corrente alternata, della quale viene raddrizzata una semionda, @ seelto tramite un commutatore multiplo ¢ la tensione raddrizzata viene applicata al condensatore elettrolitico che deve essere ringiovanito, A mano a mano che il dielettrico si ricompone, la tensione cresce, indicando una riduzione della cireolazione di corrente attraverso il condensatore. L’apparecchio & stato concepito in modo da of- frire la possibilita di rigenerare i condensatori elettrolitici con tensioni di lavoro comprese fra i 100 e 1 600 volt DESCRIZIONE DEL CIRCUITO Il circuito elettrico rappresentato in figura 1 fa uso di un trasformatore di alimentazione con se- condario AT a 220 V. Coloro che volessero uti- lizeare un trasformatore di alimentazione con se- condario AT a 120V, dovranno servirsi della variante riportata in figura 2. Il circuito a valle dell’avvolgimento secondario del trasformatore di figura 2 € un quadruplicatore di tensione, mentre quello di figura 1 2 un duplicatore di tensione. T vari diodi e i condensatori, montati a valle del secondario di T1, compongono il cireuito rad- drizatore, il quale eroga, in uscita, una tensione continua che si aggira intorno ai 600 V. Le resistenze comprese fra R6 ed R15 compongo- no la rete di un divisore di tensiones il commu- tatore multiplo 83 seleziona la tensione desidera- ta, applicandola sulle boccole di uscita della ten- sione positiva, collegate in parallelo. Su queste boccole vengono applicati i condensatori elettro- litici destinati alla rigenerazione. La linea negativa dellalimentatore @ collegata, attraverso una rete di resistenze (R3-R4-R5), al- le prese di uscita della tensione negativa, collegate in parallelo. L'azione del commutatore S2_sta- bilisce i tasso di rigenerazione. La posizione dir ta (D) permette di utilizzare il dispositive, cioe Palimentatoze, in funzione di generatore di alia tensione continua a debole corrente. Questa po- sizione, volendolo, pud essere eliminata. La posizione di scarica del commutatore $3 col- lega Ig resistenza R16 all'uscita, in modo da scaricare la capacit’ formatasi, mentre le resi- stenze RI-R2 mantengono un basso carico sul- Valimentatore € provvedono a scaricare i con- densatori elettrolitic! di questo cireuito, Durante il proceso di rigenerazione, la resistenza, del condensatore # bassa e per tale motivo Ia maggior parte della tensione viene fatta cadere attraverso la resistenza limitatrice. A mano a mano che lo strato di ossido si'riforma, la cor- 279 uP 220 4 160 140 Sav 128 na 1209 — = st v1 COMPONENTI ig. 2 - Coloro che volessero utilizzare un tra- sformatore di alimentazione Ti con avvolgime to secondario AT a 120V, dovranno realizza Condensatori questo tipo di alimentatore, che in pratica @ un C1 Aaa Soa esecaca quadwuplicatore di tensione, | duo terminal €2 = 16 uF - 500 Vi. (elettrolitico) Uscita debbono essere collogati con | punti con- C3 16 UF - 500 VI. (elettrolitico) ee aan ee te mereshemne, cA 16 uF - 500 VI. (elettrolitico) emia eee Recienancs 2 eS SESS Rt 220,000 ohm fa 220.000 ohm gio dell’apparecchio. In esso @ stato fatto uso di 5 . un trasformatore di alimentazione Tl da 15 - fig 0 Grier Gis eae 20 W, dotato di avvolgimento primario universa- RS3 = BYi27 (diode al silicioy Ie ¢ avvolgimento secondario 2 220V oppure a R84 — BYi27 (diode al silicio) 120 V (figure 1-2). I] trasformatore & necessario LP’. = lempadavad:incandescenca (03 Vy € non pud essere sostituito con un autotrasfor- Ti = trasf. d'alimentaz. (15 - 20 W) matore perché quest’ultino non offrirebbe quel- S1_ = interruttore rente, che attraversa il condensatore, diminuisce, provocando l’aumento della tensione sui suoi ter- minali. Quando il valore di questa tensione ugua- glia quello prescelto tramite il commutatore 3, Ia rigenerazione dell’elettrolitico & da ritenersi completa. ALCUNI CONSIGLI La gamma di tensioni disponibili nel nostro ap- parato é sufficiente per effettuare la rigenerazio- ne di un gran numero di condensatori elettroli- tick Tn figura 8 ® rappresentato il piano di cablag- 280 Tisolamento, dalla tensione di rete, necessario per il buon funzionamento dell'apparato. Come si pud notare in figura 3, i vari elementi del dispositive sono applicati su una piastra me- tallica, la cui faccia anteriore costituir’ il pan- nello frontale del rigeneratore. La_distribuzione dei vari componenti sul cablaggio di figura 3 non @ critica e pud essere ottenuta anche diversamen- te La disposizione dei comandi, ad esempio, pud essere ottenuta a seconda delle preferenze perso- nali del lettore. Ovviamente, dato che elemento di supporto del cablaggio @ rappresentato da una piastra me- fallica, sark necessazio preoccuparsi del perfetto isolamento dei vari conduttori e componenti, Sul pannello frontale dell’apparato, in corrispon- denza del commutatore $2 si potra apportare la dicitura: « tasto di rigenerazione »; in corrispon- denza del bottone di comando del commutatore $3 si potrd apporre la dicitura: « tensione »; Vintero percorso di questa manopola vera sud- diviso in 11 posizioni, apponendo sulla prima Ia dicitura: «scarica», mentre sulle altre verran- no apposti i valori delle tensioni comprese fra i 100 ed i 600 volt. IMPIEGO DEL RIGENERATORE Il condensatore elettrolitico, che si vuol rigene- rare, viene applicato sulle boccole utili dell’appa- rato, facendo attenzione di collegare il terminale positivo del condensatore con la boccola positiva ed ill negativo con quella negativa. Sulle due boccole libere si dovra collegare un voltmetro per corrente continua, che servira per controllare il processo di riearica dei condensato- i clettrolitici nel modo precedentemente detto. Prima di iniziare le operazioni di rigenerazione, il Iettore dovr’ sempre controllare Pesatto inse- rimento delPelettrolitico e Pesatta sistemazione del commutatore $3 sul valore preciso della ten- sione di lavoro del condensatore. Il voltmetro potra anche essere collegato e tolto in qualsiasi_ momento, senza alterare, con tale operazione, il funzionamento del circuito del ri- generatore. In ogni caso le operazioni devono succedersi nel modo seguente: prima di tutto si sistema il eom- mutatore multiplo $3 nella posizione « scarica »; poi si accende il circuito tramite Pinterruttore Si, La lampada-spia LP, che @ di tipo ad incan- descenza a 6,3 V, deve accendersi, informando Poperatore sul buon funzionamento dell’alimen- tatore. Quindi si regola ill tasso di rigenerazione desiderato intervenendo sul commutatore multi« plo S2; poi si ritorna sul commutatore $3, com- mutandolo sul valore della tensione di servizio del condensatore. Se la rigenerazione non é stata ot- tenuta, il voltmetro indichera una tensione mol- to pill bassa di quella regolata tramite il eommu- tatore $3. Si tenga presente che, inizialmente, Vindicazione del voltmetro uamenta rapidamente, mentre di- minuisce a mano a mano che il dielettrico si ri- compone. : Tl tasso di rigenerazione & condizionato dallo 281 ° ® BY127 Fig. 4 - | diodi raddrizzatori al silicio, che concorrono alla composizione del circuit del rigeneratore dei condensatori elettroll- sono tutti uguali, Il lettore potra sce- fra | due. tip qui rappresentat Byio0 e il BY127. stato del condensatore ¢ dalla posizione del com- mutatore 82. Quando il commutatore $2 si trova nella posizio- ne A, ciod nella posizione di rigenerazione pit lenta, Poperazione assorbe una maggior quantita, di tempo, ma Possido che si riforma ® di una qualita superiore. II contrario si verifica quando il commutatore S2 si trova nella posizione D. Nella maggior parte dei casi, comunque, con- viene utilizzare la posizione Bo C. Quando la tensione sui terminali del condensato- re elettrolitico @ approssimativamente uguale a quella che @ stata regolata tramite $3, allora ‘occorre intervenire sul commutatore S3_posizio- nandolo sulla resistenza R16 {scarica}, togliendo i condensatore. Nessun danno, tuttavia, subir il condensatore elettrolitico se esso verr’ lasciato inserito nel cir- cuito del rigeneratore per un certo periodo di tempo a quello necessario; non é quindi neces- sario controllare costantemente Vavanzamento di processo di rigenerazione. Vogliamo ricordare per ultimo che l'apparecchio qui deseritio pud essere utilizzato come sorgente di alimentazione ad alta tensione e a bassa cor- rente. A tale scopo occorre sistemare il commu- tatore del tasso di rigenerazione $2 sulla posizio- ne D {posizione diretta). Una corrente di 4 mA pud essere erogata in con- A, mentre correnti leggermente superiori possono essere assorbite soltanto per un breve pe= riodo dit tempo. Una corrente di carica di 10 mA provoca una dissipazione di 3 W nelle resistenze del divisore di tensione. Il rigeneratore dei condensatori elettrolitici pud anche essere utilizeato per Ia. verifica rapida del buon funzionamento dei voltmetri. Il confronto fra Ie posizioni del commutatore di tensione $3 e Ie letture ottenute sul voltmetro, posto sotto controllo, rilever’s immediatamente le pitt gros- solane imprecisioni dello strumento di misura. IL SALDATORE Chi comincia soltante ora a muovere' | primi passi nel mon- do. delletetironicapratica, “non uo sotioporsi a spese access lantistico. Il saldatore det principiante, dunque, deve essere economice prrava ol rort L, L400 ve per allrezzare il proprio bance ui lavoro, anche se quests deve assumere un carattere essenzialmente dilet- robusto © versatile, cosi come lo & quello qui raffigurato, La Sua potenza @ a! 60 We lalmomtazione @ quella normale di rote-luce di 220 V. 282 CON LA PRESENTAZIONE DEL CIRCUITO DI PREAMPLIFICAZIONE HI-Fi, COMPLETIAMO IL PROGRAMMA GIA’ INIZIATO NEL FASCICOLO DI MAGGIO, INERENTE LA CATENA DI RIPRODUZIONE SONORA DI UN COMPLESSO STEREOFONICO VERAMENTE DI CLASSE PREAMPLIFICATORE Il circuito del preamplifica- tore é dotato di quattro en- trate ed @ pilotato dall'inte- grato della RCA tipo CA3052, nel quale sono compresi 24 transistor suddivisi ii tro sezioni amplificatri tiche tra loro. el fascicolo di maggio di Elettronica Pratica ayevamo dato inizio alla presentazione di una catena per amplificazione Hi-Fi, pro- ponendo ai lettori il progetto di un amplifica- tore di potenza, da 20 W efficaci, continui, ¢ Palimentatore per due amplificatori di potenza € un preamplificatore stereofonico. In questo articolo conchuderemo il programma STEREO con la presentazione di un preamplificatore dotato di tutte le caratteristiche necessarie per sfruttare interamente le prestazioni dell’amplificatore. FUNZIONE DEL PREAMPLIFICATORE Non si deve credere che la funzione principale di un preamplificatore sia quella di elevare l'am- piezza del segnale disponibile alla sorgente, cost da renderlo idoneo a pilotare, a piena potenza, Pamplificatore finale. Infatti, molto spesso, se non, proprio il pit delle volte, l'ampiezza del segnale disponibile & addirittura superiore a quella ne- cessaria per pilotare l'amplificatore di potenza. Infatti, nel nostro caso, un segnale di 0,5 V di ampiezza @ gid in grado di sovraccaricare Pam- plificatore di potenza e quasi tutti i sintonizeatori per alta fedelta come, ad esempio, i registratori gi preamplificati che presentano unuscita del- Yordine del volt. In pratica la funzione principale del preampli- ficatore @ quella di adattare il segnale della sor- 283 dren Fig. 1 - Il circuito del'integrato della RCA, tipo GA3052, & stato qui riprodotto a scopo informativo. Le quattro sezioni A1-A2-A3-A4 sono identiche tra di loro. Nello schema si notano i terminali di uscita e di entrata del circuito stesso. gente all'amplificatore, in tutte Je sue caratteri- stiche (ampiezza, andamento dell'ampiezza in funzione della frequenza, impedenza, separazio- ne elettrica della sorgente} Per quanto riguarda l'ampiezza del segnale, il preamplificatore deve essere in grado di accetta re segnali deboli, come possono essere quelli ¢- amessi dalle cartucce fonografiche magnetiche ad alta cedevolezza e basa uscita. Inoltre esso de- ve accettare i segnali clevati forniti da apparati id preamplificati, presentando, in uscita, un se- gnale di ampiezza sufficiente per pilotare P'am- plificatore di potenza. Nel nostro caso tale valore di 0,5 volt I problemi da risolvere, dunque, sono due: oc- corre rendere trascurabile Ia distorsione anche ai Jivelli pit elevati del segnale ed & necessario eli- minare il rumore di fondo e il ronzio anche in presenza di segnali deboli e su livelli di ascolto molto basi. Il preamplificatore, qui presentato © descritto, @ state concepito in modo da raggiungere il mas- simo delle prestazioni oggi possibili nel settore 284 dellalta fedelta. Ad esempio, la distorsione, per una uscita di I volt si mantiene sempre inferiore allo 0,39, cio rimane su livelli non percepibili.. Normalmente ci si trova al di sotto dei valore li- mite di 1 V, che viene raggiunto soltanto duran- te i piechi ¢ nel caso in cui si voglia usare un amplificatore di potenza diverso da quello da noi presentato e dotato di scarsa sensibilita. I rapporto segnale/rumore, nelle condizioni pitt sfavorevoli, cioé in presenza di un segnale di so- Ff 5 m¥, si trova ad‘un livello di oltre 70 dB, inferiore alPuseita di 1 V. In condizioni di volume basso, cioé quando il rumore di fondo @ pitt fastidioso, esso diminuisce ancora, fino a trovarsi a pit di 80 4B sotto la massima_uscita. Si tenga presente che questi dati si riferiscono ad un'impedenza di sorgente di 47.000 ohm, che & quella tipica di una car- tuecia imagnetica. Con segnali piti forti e con sorgenti ad impedenza pitt bassa, i rapporto se- gnale/rumore pud ancora migliorare, Il livello del ronzio (disturbo a 50 0 100 Hz) di- pende esserzialmente dal modo con cui sono state realizzate le schermature e i collegamenti. Esso dipende anche dal tipo di custodia adottata € dalla disposizione delle diverse parti (aplifiea- tore-trasformatore-preamplificatore) nella custo- dia. In sede di descrizione del piano di cablag- gio illustreremo i metodi migliori per realizeare {ali condizioni. Tn ogni caso possiamo concludere dicendo che il ruimore di fondo ¢ Ja distorsione, nel nostro pro- getto, rappresentano degli clementi di nessun conto. RISPOSTA IN FREQUENZA Un'altra_condizione, cui deve ottemperare il preamplificatore, & quella di adattare la risposta in frequenza della sorgente sonora alla risposta in frequenza dell'amplificatore, che & assoluta- mente Tineare Come & noto, V'insieme disco-cartuecia di ripro- duzione magnetica presenta una risposta di [re- quenza non lineare, ma le note gravi risultano at- tenuate, mentre vengono esaltate quelle acute. Gid @ dovuto ai fatto che questi tipi di trasdutto- i sono sensibili alla velociti della puntina che scorre Tungo il solco del disco, in_maggior ini- sura € rispetto all'ampiezza delle oscillazioni, sti trasduttori sono anche sensibili alla pazticolaze compensazione che viene realizzata in sede di reanstrazione. Ormai esiste un certo standard RIAA, che sta- bilisce quale deve essere la risposia in frequenza anche del preamplificatore che si vuol associare ad una cartuccia magnetica; a tale standard si adeguano sia i costruttori di cartuece magnetiche, sia Ie case discografiche di tutto il mondo 1 nostro preamplificatore prevede lequalizzazione seconda tale standard entro + 1 4B della car- tuece magnetiche, allorché il commutatore di en= trata é previsto per tale posizione. Tutti gli altri ingress? sono sprovvisti di compen- sazione di frequenza, perché si riferiscono a sor- genti gid compensate o a risposte lineari: nelle prime, ad esempio, troviamo i registratori ed i sintonizaatori, mentre nelle seconde sono da an- noverare i microfon In pratica le entrate previste sono cinque: ENTRATA SENSIBILITA® Gartuecia magnetica 2 mV Gartuccia ceramica 300 mV Sintonizzatore 300 mV Registratore preamplificato 100 mV Microfone a bassa ¢ media impedenz 2 mV Il cireuito prevede inoltre un'uscita per registra- fore con un segnale gid equalizzato ed indipen- dente dalle regolazioni di tono e di volume, con ampieza di 1 V. IL SALDATORE TUTTOFARE = E? utilissimo in casa, soprattutto a colo~ ro che amano dire: « Faccio tutto io! », Perché rappresenta il mezzo pit adatto per le riparazioni pid elementari e per molti lavori di manutenzione. La poten- za é di 50 We la tensione di alimenta- zione é quella pill comune di 220 V. Vie- ne fornito in un kit comprendente anche una scatolina di pasta disossidante, una porzione di stagno e una formetta per la pulizia della punta del saldatore. Costa solo L 2.900 285 150 uF - 6 VI. (elettrol 22.000 100.000 33.000 470.000, 4.700 330.000 220.000 22.000 15.000 68.000 470.000, 250 UF - 12 VI. (elettrolitico) 5.000 = 5 UF - 12 VI. (elettrolitico) istenze = 1 megaohm 38.000 ohm’ 470.000 ohm 39.000 ohm z 470.000 ohm z 39.000 ohm COMPONENTI a 100.000 ohm " 47.000 ohm Condensatori 1.800 chm Ct = 470.000 pF ‘560 ohm C2 150 UF - 6 VI. (elettrolitico) 1.500 ohm cs 22.000 1 megaohm ca 100.000 680 ohm 33.000 47.000 ohm (potenz. a variaz. log.) 1.000 BF - 12 Vi. (elettrotitico) 8.200 ohm 4 470.000 47.000 ohm (potenz. a variaz. lin.) ‘4.700 1.000 ohm 330.000 ohm (potenz. a variaz. lin.) 22.000 ohm 220.000, ohm Ae Go ohm (potenz. a variaz. lin.) 68.000 ohm 470.000 ohm 250 UF 500 ohm 5.000 pF ohm 5 OF iti megaohm 1.000 uF |. it .000 ohm = 410.000 pF .000 ohm .000 ohm ohm ohm ohm ohm ohm ohm ohm megaohm ohm ohm ohm (potenz. a variaz. log.) ohm ‘ohm (potenz, variaz. lin.) ohm ‘ohm (potenz. variaz. lin.) ohm Le entrate del preamplificatore fanno capo a prese schermate a 5 polarit, in modo da poter facilmente effettuare i collegamenti con molti apparati di tipo commerciale. Tutte le entrate del preamplificatore sono ad al- ta impedenza: 47.000 ohm per la cartuccia ma- gnetica, oltre 1 megachm per la cartuccia cera- mica, 500.000 ohm per radio ¢ registratore, 30.000 ohm per microfono. La sensibilité del preamplificatore permette di collegare alle entrate anche sorgenti ad impeden- za inferiore a quelle ora citate, ricavando taluni rvantaggi nel rapporto segnale-disturbo. CONTROLLO DI VOLUME E DI TONALITA’ I controllo di volume dispone della compens: vione fisiologica del timbro del suono. Ai bassi fivelli di ascolto, cio® a quel livelli che sono in- feriori a quelli presenti in una sala di registrs ne o in un auditorio, lorecchio umano, per le intrinseche caratteristiche, tende ad attenua- re le note basse ¢ ad esaltare quelle acute, condo particolari diagrammi che sono oggetto di particolari studi. Il controlio di volume agisce in modo da com- Pensare questa caratteristica, esaltando le note gravi ed attenuando le note acute nei bassi velli di ascolto, in rispetto dei pitt attendibili stu di condotti sul fenomeno uditivo. Chi volesse eliminare tale compensazione, pre- ferendo lazione diretta sui controlli di tonalitd, pud sempre disinserire il sistema di compensa zione, inserendo un semplice interruttore doppio. I controlli di tonalita del preamplificatore sono di tipo classico e agiscono contemporaneamente su entrambi i canali, Essi sono due: uno serve per attenuare o esaltare le note basse; Paltro serve per attenuare © esaltare le note acute. Il loro campo di azione ¢ ampio e idoneo a com- pensare eventuali carenze dei diffusori o del- Vambiemte di ascolto. Per quel che riguarda poi Tescursione del controllo di tonalita, oecorre con- siderare che essa @ maggiormente limitata dalle caratteristiche del sistema dei diffusori, anziché da quello elettronico, almeno nel nostro caso; in- fatti, per un certo volume sonoro, esaltando no- tevolmente le note basse, si possono sovraccari- care eccessivamente gli altoparlanti delle note basse, provocando un suono notevolmente ridotto € assai distorto; un fenomeno analogo avviene per le note alte. Dopo tali considerazioni possiamo concludere che Ia nostra catena di amplificazione @ da con siderarsi ali’altezza dei migliori complessi dit po commerciale, Liimpedenza di uscita del preamplificatore con- sente collegamenti con cavi schermati anche del- a lunghezza di qualche metro; cié facilita Vin- stallazione del riproduttore stercofonico nei casi in cui si intenda montare l'amplificatore in una custodia separata da quella dell’alimentatore. U circuito del preamplificatore, unitamente a quello dell’amplificatore © dellalimentatore, uti- liza ben 24 transistor, oltre ‘150 resistenze, una, trentina di condensatori e 8 diodi. Eppure, almeno sotto l'aspetto del cablaggio della comprensione circuitale, la complessit&. qua- si non esiste, perché quasi tutti i semiconduttori sono montati all’interno di un unico circuito in- tegrato, a 16 piedini, nel quale sono comprese ben 52 resistenze e tutti i rimanenti component, fatta eccezione per il commutatore d'ingresso e per il potenziometro di bilanciamento, che tro- vano posto sul circuito stampato da noi elabo- rato. Gon cid vogliamo dire che, seguendo atten- tamente i nostri disegni, é praticamente impos- sibile commettere errori e non esistono problemi per la disposizione dei componenti. Cid ¢ molto importante perché, come ® noto, il principale problema da risolvere con i circuiti integrati quello di evitare gli inneschi, dato che le entrate e le uscite sono molto vieine, Ul circuito integrato fa uso di uno zoccolo, che sopporta bene il calore delle saldature ed evita di danneggiare Vintegrato, Lo zoccolo, tuttavia, deve essere di qualita professionale, offrire tutte le garanzie per un’ottima riuscita del montaggio. 24 TRANSISTOR PER UN PREAMPLIFICATORE STEREO In figura 1 2 rappresentato lo schema del circui- to compreso nell integrato CA3052. Come si pud notare, esso @ composto da 4 sezioni identiche, denominate Al-A2-A3-A4. Di questo circuito illustreremo soltanto il funzi namenio della sezione dominante, cioé della se- zione A3, che si trova in basso a sinistra, Que- sta sezione utiliza 6 transistor. Il segnale che si vuol amplificare giunge sul terminale 9 © quind! Per motvi indipendenti dalla nostra vo- lontd, al momento di andare in mac- china, non @ stato ancora possibile ap- prontare e programmare commercial- mente la SCATOLA DI MONTAGGIO DEL PREAMPLIFICATORE sulla quale, per adesso, ci riserviamo di informare privatamente i lettori che vorranno scriverci chiedendoci notizie di_ordine tecnico_e commerciale. 289 attorcigliare i Fili Fig. 4 - Per raggiungere una maggiore chiarezza nel disegno del piano di cablaggio del pream- plificatore, i potenziometri e il commutatore multiplo sono stati disegnati a. parte, figura 3.’ Le lettere alfabetiche riportato sui cavetti schermati, che si dipartono te multiplo, trovano precisa corrispondenza con quelle riportate nel 10 di cablaggio di fig. 3. Questa stessa osservazione si estende alla numerazione con cui sono contrassegnati it ali det potenziometri. alla base del transistor QU9, che ¢ collegato se- condo Jo schema Darlington al transistor Q20 che rappresenta un ramo dell’amplificatore dif- ferenziale. Questa disposizione circuitale permet- te di ottenere una elevata impedenza di ingresso, mantenendo elevato il guadagno. L’altro ramo dell'amplificatore differenziale ¢ rappresentato da Q21, alla cui base 2 applicata la controreazione, tramite il terminale 10, La tensione di base di Q21 & stabilizzata dal diodo D7, mentre la po- larizzazione dell'altro ramo del’ differenziale @ stabilizzata dai due diodi D3 e D4, che servono anche per ’amplificatore A2. In tal modo é as- sicurata la stabilité del punto di lavoro dell’am- plificatore; i tre transistor Q13-Q14-Q17 sono ‘ollegati anch’essi nella configurazione Darling- ton, dato che la resistenza di carico del differen- ziale, R29, é abbastanza elevata: 30.000 ohm. Questi tre transistor, oltre ad assicurare Fadatta- mento di impedenza tra il differenziale e T'u ta, permettono anche un guadagno di tensione pari a 5 volte. Il segnale in uscita @ prelevabile dal collettore di Q17, tramite il terminale 11 Liimpedenza di ingresso di ognuno dei quattro amplificatori del circuito integrato é di 0,1 me- gaohm circa Si noti che una eccessiva capacita fra l’ingresso e Tuseita di ogni amplificatore, pud determinare fenomeni di instabiliti. FE? quindi richiesto un montaggio su circuito stampato ed una oppor- tuna disposizione dei component IL CIRCUITO COMPLETO. Lo schema elettrico completo del preamplifica- tore stereofonico & rappresentato in figura 2 Gome si pitd notare esso @ dotato di 5 entrate, che fanno capo a quattro prese pentapolari, po- larizzate. La prima di queste serve per il collega- mento con un giradischi, con una cartuccia ma- gnetica 0 una cartuceia ceramica. Nel caso in cui il collegamento venga effettuato con una car- tuccia magnetica, il segnale @ prelevato diretta- mente dal commutatore e inviato, tramite C1, al- Ventrata dell'amplificatore AS, per il canale A tutte le calze metalliche sono colleghte qui alla massa del preamplif. ipiedino 9). L’altra sezione del commutatore in- serisce, fra l'uscita e lentrata della .controreazio- ne (terminali 11-10), Ia rete equalizzatrice com- posta da C3-C4+C5-R10. La resistenza R9 sta- bilisce per tutte Ie entrate la percentuale di con- troreazione, assieme alle varie reti Nel caso della cartuccia ceramica, il commuta- tore preleva soltanto una percentuale del segnale fornito dalla cartuccia; infatti, le resistenze RI- R2 costituiscono un partitore di tensione che, oF tre che diminuire il segnale, aumentano limpe- denza presentata dalamplificatore A3. Infatti la resistenza R1 é collegata in serie con Ventrata di A3. In casi particolari & sempre possibile ritoc- care i valori di R1 ed R2, in modo da adattare la sensibilitd del preamplificatore al livello del segnale fornito dalla cartuccia ceramica, che pud essere superiore o inferiore a quello da noi citato, Lialtra sezione del commutatore inserisce, in for- ma di controreazione, una sola resistenza (R12), che riduce la sensibilita di A3.e ne aumenta Pim- pedenza; ma in casi particolari, quando occor- ra una maggiore sensibilita, questa resistenza pud essere elevata, senza difficolta, fino a 1800 ohm, mentre per segnali troppo forti conviene aumen- tare RI o diminuire R2. La seeonda entrata, per collegamenti radio, fa capo al partitore di tensione R3-R4, che riduce 291 PICK-UP RADIO © REGISTR. MICRO OD O© ©® ©® Fig. 5 - Schema di collegamento relative alle quattro entrate del preamplificatore. Le lettere alfa- betiche contrassegnano la provenienza dei cavi schermati e trovano precisa corrispondenza con quelle riportate sul piano di cablaggio di figura 3. Tutte le calze metalliche, ovviamente, deb- bono essere collegate a massa. il segnale ¢ aumenta l'impedenza di ingresso. An- che in questo caso 1 controreazione @ introdotta, da R12. Le considerazioni fatte precedentemen- te valgono ancora, perché ci si pud comportare allo stesso modo di prima per adattare la sen- sibilita. La terza entrata, adatta per il collegamento con il registratore, serve per registrare e per ripro- dure. Tl segnale da riprodurre fa capo all solito partitore R5-R6, mentre 1a controreazione & in- trodotta da RIL, che pud essere diminuita di valore in caso di segnale troppo forte. Si pud agi- re anche su R5 ed R6. La resistenza R13, di elevato valore, isola il re- gistratore dal preamplificatore, senza disturbare il normale ascolto; essa preleva il segnale dal- Tuscita di A3; nel caso in cui il segnale fosse de- bole, & sempre possibile wire il valore della PER AVERE QUEL 292 ABBONATEVI! “QUALCOSA IN PIU” resistenza di R13 a poche decine di migliaia di ohm. Liuscita di A3 giunge alla resistenza R15, che & un potenziometzo di controllo di volume, dotato di presa intermedia alla quale é collegata la rete CB-C9-RI4, che serve alla compensazione fisio- logica del timbro del suono nelle note basse di ascolto. Volendo escludere tale compensazione, & sufficiente interrompere, per mezzo di un inter- ruttore, il punto in comune fra C8 e G9 dalla presa internfedia del potenziometro RIS. I con- duttori di tale interruttore debbono essere scher- mati. Collegando assieme i due cursori del potenzio- meiro RIS ¢ di quello equivalente del secondo canale, & possibile ottenere un funzionamento monofonico anche con sorgenti stereofoniche, in casi particolari di ascolte, oppure quando si de- sidera utilizzare entrambi i canali oppure quan- do si vuole amplificare uno stesso segnale. Per mezzo di un semplice interruttore, che unisca i due carsori, ¢ possibile realizzare un commuta- tore stereo-mono; anche in questo caso i colle~ gamenti devono essere schermati T controlli di tonaliti sono del tipo Baxendall; essi non richiedono alcuna interpretazione; il po- tenziometro R17 controlla le note basse; il po- tenziometro R19 controlla le note alte; con i cursori ruotati verso massa si ha Pattenuazione; in caso conirario si ha Pesaltazione del suono. Il condensatore C14 porta il segnale alfentrata di A4 (terminale 13). La controreazione & stabilita fra Puscita (16) e Pentrata di R25 e C16, che taglia le frequenze al di sopra dei 20.000 He, in modo da evitare interferenze ed instabilita. La percentuale di controreazione pud essere va~ riata dalla posizione del cursore di R22 che sta- bilisce la resistenza tra il terminale 14 e massa. Aumentando tale resistenza in Ad, essa diminuic sce in A1 nel canale B; il potenziometro rappre- senta dunque un efficace controll di bilancia- mento. Si noti che il bilanciamento non azzera completamente un canale nelle posizioni estreme © cid perché non & necessario, usando il bilancia- mento per il suo vero scopo, che ¢ quello di per- mettere Tascolto stereofonico anche se la posi- zione rispetto agli altoparlanti non & ideale, pretendere un ascolto stereofonico alla distanza di mezzo metro da un altoparlante ¢ a quella di tre metti dallaltro, neppure se il bilanciamen to riuscisse a compensare la diversita dei volumi perché Fimpressione uditiva dei due canali sa’ rebbe completamente diversa. Utilizzando per R22 un potenziometro da 50.000 ohm, si posso- no eliminare R21 ed R24 Lialimentazione di A3 ¢ A2 é prelevata dal ter- minale 12 ¢ viene disaccoppiata dalle resistenza R26 € dal condensatore C5 la cui’elevata capa- citi permette di evitare inneschi e instabilita Lialimentazione di Al e Ad @ prelevata dal ter minale 15. Abbiamo gid detto che Malimentazione deve es- sere stabilizzata elettronicamente, perché dopo ripetute prove, in sede di progettazione, si & no- tato che soltanto in questa maniera @ possibile assicurare 1a perfetta stabilita del cireuito anche in condizioni critiche di impiego, cioe con volu- me elevato e con polarita regolata al massimo, Ecco perché, in sostituzione della resistenza R3, da 6.800 ohm, collegata fra la base del transistor TRI ¢ massa, nel circuito dell‘alimentatore, pre- sentato sul fascicolo del mese di maggio, convie- ne collegare un diodo zener da 400 mW - 13 V. (consigliamo il diodo BZY88 C13 della Philips) Di questo diodo occorre collegare il catodo (stri- STRISCIA BIANCA ac'b* oF TR1 ® A MASSA © DIODO ZENER Fig. 6 - In sostituzione della resistenza RS de! circuit dell'alimentatore, presentato sul fa- ‘scicolo di maggio, 6 consigliabile montare un diode zener di tipo BZY88 C13 della Philips ‘©, comunque, un diodo zener da 400 mW - 13¥. La parte del diodo contrassegnata con la striscia colorata deve essere collegata con la base del transistor. VALORE IMPRESSO. Fig. 7 - 1 condensatori, che concorrono alla com- posizione del circuito del preamplificatore, possono essere diversamente co- struiti. In essi pud esse- fe impresso direttamente Pesatto valore capacitive: ma questo pud anche es- sere espresso in codice. In questo caso. ordine successive delle fasce co- lorate va dallalto al bas- 80 ed @ analogo a quello codice di lettura & analo- go sia por le resistenze sia per i condensatori. VALORE IMPRESSO 293 scia indicatrice) verso la base di ‘TRI Il transistor TRI delPalimentatore, allo seopo di rendere pid sicuro il funzionamento del circuito, anche a temperature ambientali elevate, deve essere fornito di alette di raffreddamento. COLLEGAMENTI DI MASSA La massa deve essere collegata al telaio soltanto in un punto vicino alle prese di entrata. Da que- sto punto si fa partire un filo di rame di sezione superiore a 1,5 mm, facendolo raggiungere il commutatore di entrata e, successivamente, il circuito stampato delPalimentatore L’unica massa, che collega il circuito del pre plificatore ai due amplificatori di potenza, deve essere quella rappresentata dalla calza metallica del cavetto schermato che conduce il segnale al- Tuscita del preamplificatore; pertanto non deve esserci alcun collegamento di massa tra lalimen- tatore e il preamplificatore. Poi si deve collegare, servendosi di un filo con- dutiore di sezione notevole, la massa dei due amplificatori di potenza con Valimentatore, Sol- tanto in casi particolari, qualora si manifestasse- ro segni di ronzio, sari bene collegare il pream- plificatore con gli amplificatori di potenza (si parla sempre del filo di massa) servendosi di un cavo di grossa sezione, oppure ricorrendo a so- luzioni particolari, In ogni caso il ronzio & do- vuto alla posizione del trasformatore di alimen- tazione che, pur essendo gid schermato, pud dar luogo ad inconvenienti se eso & malamente si- stemato. U1 circuito del preamplificatore deve essere ri- 294 Fig. 8 - Un aspetto del prototipo del pre- amplificatore montato © coflaudato nei la- boratori di Elettronica Pratica, In eseo, piit precisamente sui terminali del circul- to integrato, i nostri tecnici hanno misura- to i valori delle tensioni ed hanno ottenu- to 1 seguenti ricultati: PIEDINO: TENSIONE IN VOLT della corrente assorbita ha of- ferto Il seguente risultato: 25 mA. chiuso ermeticamente in una custodia metallica. TI collegamenti che fanno capo alle entrate deb- bono essere schermati e gli schermi relativi ai conduttori dei due canali debbono essere isolati tra di loro e debbono congiungersi soltanto sulla spina che viene inserita sullentrata del pream- plificatore. Tali considerazioni valgono, in modo particolare, per le cartucce magnetiche ed i mi- crofoni, dove & maggiore il pericolo delle cor- renti indotte. Ecco perché & consigliabile far 0 di pick-up con conduttori a quattro termi- nali, cio& con gli schermi dei due canali isolati tra loro. e quelli di vecchio tipo, non offrono Ia pos- sibilita di misurare gli assorbimenti di cor- rente alternata nei pii svariati tipi di apparati radioclettrici 0 elettrodomestici. Eppure questa misura & molto spesso necessaria, perché da es sa si pud dedurre immediatamente il funziona- mento anomalo di un circuit nel quale si sen- te odore di bruciato o si vede levarsi qualche nu- voletta di fumo. Gon lo strumento di misura delle correnti alternate, insomma, é possibile con- trollare se Passorbimento di corrente di un qual siasi apparecchio. radioelettrico corrisponde al valore citato dalla casa costruttrice. Per esempio, dovendo controllare Tassorbimento di un appa: 295 gp 2 maggior parte dei tester, specialmente L © USCITA 7 COMPONENTI = __ 1 ohm (vedi testo) me 5,000 ohm (potenziometro) 3 = 1.200 ohm Di diodo al germanio mA = milliamperometro (1 mA fondo-scala) rato, che assorbe una potenza elettrica di 50 W, con lo strumento qui presentato e descritto, ci si potri rendere immediatamente conto che il va- ore della corrente dovra essere di 0,2 A. Misu- rando invece un assorbimento di 0,3 A, 0 supe- riore a tale valore, ci si dovra convincere di essere gid fuori dal limite di tolleranza. Se poi Fassorbimento fosse di 0,5 A o, peggio, di 1 A, al- ora si dovra concludere che nell'apparato sotto controllo @ presente un guasto. Con cid non vogliamo dire che, quando Passor- bimento di corrente corrisponde al valore pre- scritto dalla casa costruttrice, tutto sia regolare, perché l'apparato pud presentare moltissimi gua- sti senza che la corrente assorbita subisca alcuna alterazione. Con il misuratore di assorbimento in corrente al- ternata, qui presentato, & possibile controllare Vimpianto elettrico di un locale o di un intero appartamento, nonché il corretto funzionamen- to del contatore-luce. Infatti, conoscendo il nu- mero di giri-ora per KW e il valore della corren- te assorbita dall’impianto elettrico in un deten nato momento, @ sempre possibile risalire al nu- mero di giri che il contatore deve compiere, per esempio, nell'arco di tempo di 10 minuti primi; misurando poi il tempo impiegato per compiere un giro e facenda un confronto, ci si pud ac- 296 Fig. 1 - ll diode al germania D1 @ di minima potenza, perché @ attraversato da una cor- rente di piccolissima intensita; il potenziome- tro R2 serve per tarare la scala dello stru- mento. La resistenza Ri ha il valore di 1 ohm @ ottenuta per mezzo di uno spezzone di filo da resistenza per fomnelli o stufe elettriche. certare se il funzionamento del contatore & nor male, CARATTERISTICHE DELL'AMPEROMETRO IN CA Il misuratore di corrente & stato progettato per funzionare con un milliamperometro da 1 mA. fondo-scala © con un potenziometro che per- mette di sistemare l'apparato su diverse scale di misura, cioé su diverse portate, fino a quella massima di 5 A. uuttavia, & sempre possibile raggiungere valori pitt alti, fino 2 6 A cirea, senza alcuna sostitu- zione di componenti, ma regolando soltanto il poteriometro R2; i valori elevati non sono con- sigliabili, a meno che aon si tratti di misure ve- locissime, perché si corre il rischio di bruciare Ja resistenza RL. Qualche lettore patra pensare, a questo punto, che la costruzione di questo semplice amperome- tro sia inutile, soprattutto perché in commercio i possono trovare strumenti che misurano di- rettamente [intensit della corrente alternata. Chi la pensa cosi é, in parte, nel vero e, in parte, nell'errore, perché @ vero che in commercio esi stono gli amperometri, ma @ anche vero che questi strumentipresentano alcuni difetti, tra i quali occorre ricordare l'imprecisione di lettura Fig. 2 - Poiché l'amperometro & percor- s0 dalla tensione di rete, @ necessario, durante la realizzazione ‘del _cablaggio, ottenere degli ottimi isolamenti dei con: dutiori e det vari clementi che com pongono il citcuito. della scala, la sensibilith ai campi magnetici ester: ni, dato che lo strumento indicatore & di tipo clettrodinamico © a ferro mobile; lo strumento da noi _adottato, invece, deve essere di tipo magne- todinamico 0 a bobina mobile, Gli amperometri di tipo commerciale, poi, presentano spesso_un elevato consumo interno che, a volte, modifica sensibilmente le caratteristiche del circuito sul quale vengono collegati Ed occorre ancora ricordare che, volendo uno strumento in grado di effettuare misure ampe- rometriche fino a 5 A, si pud acquistarne uno in commercio, con il fondo-scala di 5 A, cioé con una notevole imprecisione di letture proprio nel- la parte di scala che @ pit utile nel settore delle misure radioelettriche, cio? tra lo 0 e i 2 A. Con uno strumento, invece, adatto per misure a fon- do-scala di 1-2 A, corrispondenti ad una po- tenza massima di 450 W, si possono effettuare quasi tutte le misure radicelettriche; basti_ pen- sare, infatti, che un televisore in bianco e nero assorbe, al massimo, la potenza di 220 watt, men- tre un buon trasmettitore moderno in SSB as- sorbe una corrente di valore doppio. Agli ampe- rometri commerciali, quindi, bisognerebbe ag- giungere un circuit ausiliario in grado di cam- biare Ia portata, ma in questo caso vale proprio la pena di costruire il nostro amperometro il qua- Ie non presenta i difetti ora citati Vogliamo ancora ricordare un'altra caratteristi- ca del circuito qui presentato, cio? quella di completare tutti quei tester, specialmente quelli di vecchio tipo, che sono sprovvisti di portate amperometriche in corrente alternata o la cui massima portata @ inferiore ai 5 A Tl nostro amperometro @ da ritenersi sufficiente per quasi tutte le misure del settore clettronico e radiotecnico, mentre non é adatto per le mi- sure di assorbimento di corrente di certi appa- rati elettrodomestici o elettromeccanici per i qua- li occorre far bene attenzione, durante il colle- gamento del nostro amperometro, che la po- tenza elettrica assorbita non superi i 1000 W, perché altrimenti si brucerebbe la resistenza R1. ANALISI DEL CIRCUITO Cominciamo Tanalisi del circuito dell’apparat: Fappresentato in figura 1, prendendo le mosse dal diodo raddrizzatore D1. Questo diodo @ di 297 RI Re R3 R4 S1 mA Fig. 3 - Coloro che volessero perfeziona- re il funzionamento dell'amperometro, po- tranno apportare, al circuito di figura 1, la varlante qui indicat, servondosi di "un ‘commutatore multiplo ad 1 via - 3 posizio ni; la seristenza Ri mantiene sempre il valore originale di 1 ohm; i tre trimmer hanno i seguenti valori: R2 = 1.500 ohm: 3 = 5.000 ohm; R4 = 5.000 ohm. tipo al germanio, di piccola potenza, perché la piccolissima quantita di corrente che lo attra- versa conferisce sicurezza € precisione al sistema di misure. Se per errore l'apparato venisse collegato con un. apparecchio che assorbe una corrente superiore ai 5 Ae si bruciasse la resistenza RI, il diodo non sarebbe in grado di sopportare tutta Ia corrente Ia quale, non potendo pitt attraversare Ia resi- stenza Ri, cercherebbe di attraversare il diodo DI, che si brucerebbe evitando di danneggiare lo strumento vero € proprio. Il diodo D1 permetie il passaggio della corrente in un sol senso, cio® soltanto verso lo stramento che, in questo modo, pud segnalare il valore del. la corrente che lo attraversa, dato che si tratta di uno strumento a bobina mobile che misura la corrente soltanto quando questa lo attraversa in una determinata direzione, cio’ quando la corrente @ una corrente continua, che pud au- mentare o diminuire di intensiti, ma che non pud mai cambiare di segno, cio di direzione. Dopo il diodo e il milliamperometro & presente il potenziometro R2. Questo potenziometro ser 298 ‘ve per costringere l'indice dello strumento a rag- giungere il fondo-seala. La resistenza RI deve avere il valore di 1 - 20 - 25 W; questa resistenza non @ di facile reperi- DilitA commerciale, ma essa_pud essere facil- mente ottenuta utilizzando del filo resistive per stufe o fornelli elettrici. L'isolamento di questo fi- lo é ottenuto infilando, lungo tutta Ia sua esten- sione, delle perline di ceramica isolanti che pos- sono essere recuperate da vecchi apparati ele trici fuori uso. TI valore resistivo esatto potra es- sere misurato con un ohmmetro, facendo bene attenzione che esso risulti il pit: vicino possibile al valore prescritto. La resistenza RI pud essere ottenuta anche in altra maniera; per esempio si possono collegaze in parallelo due resistenze da 2 ohm, con il van- taggio che le due potenze di dissipazione assu- mono il valore di 10-12 W per ciascuna resi- stenza, anziché quello di 20-25 W. Queste re- sistenze sono molto pil facilmente reperibili di quelle da 1 ohm. Lo stesso risultato pud essere ovviamente ottenuto wlilizeando tre resistenze da 3 ohm ciascuna e con potenza di 8 W, collegate Nel caso in cui si volesse realizeare lo strumento per la misura di correnti inferiori ai 3 A, ciok potenze elettriche di 650 W, & possibile ridurre la potenza di dissipazione della resistenza RY al valore di 10-12 W. In questo caso, collegando in parallelo due resistenze da 2 ohm, ciascuna di queste potrh avere una potenza dissipatrice di 5 Ww. La resistenza R3, collegata in parallelo al mil- mperomeizo, permette di inviare Vindice dello strumento a fondo-scala con la corrente di 1 A Tl cireuito del'amperometro funziona sul princi- pio per cui la corrente eletirica, incontrando due suo cammino, si dispone in modo inversamente proporzionale alle resistenze stesse; cio, se le duc resistenze sono uguali, la corrente si dividerd in parti ugua- Ii attraverso le due resisienze; se una delle due resistenze & molto pitt grande delPaltra, allora la corrente attraversera, nella maggior parte, la resistenza pitt piecola, mentre Ia rimanente pan te della corrente attraverserd la resistenza pi elevata. La somma della resistenza del diodo, di quella dello strumento della resistenza variabile R2 , e deve essere, mille vote pit grande di Rl. in modo che attraverso il milliamperometro flui sca una corrente mille volte pitt piccola di quel- la che attraversa la resistenza R1, cio’ la cor- rente adatta per essere misurata. Il progetto rappresentato in figura 1 pud essere, suscettibile di una variante circuitale. Infatti, in perline ceramiche io resistenza Fig. 4 - L'isolamento della resistenza Rt i sl ottiene Inflando. in essa ‘delle perline nichel cromo eramiche, lob dl materiale refratiario al ( R1 ) calore, iL SALDATORE DELL'ELETTRONICO MODERNO @ di tipo con im- pugnatura a re- volver; & dotato di trasformatore di alimentatore in- corporato che, ol- tre ad isolare I'u- tensile dalla rete- luce, permette di alimentarlo con tutte le tensi di rete pit. comu- ni tramite commu- tazione del cam- bictensione. Sulla parte anteriore & applicata una pi cola lampada-ri- flettore, che pro- Viene fornito con certificato di garanzia '°"* 4 ce ¢! luce sul punto in L 4700 cui si lavora. La i tenza @ di al prezzo di sie renza Fig. 5. a istema pit semplice per tarare Tamperometro consiste nel collegare, alla sua uscita, tre lampadine in parallolo, del tipo ad incan- descenza e con la potena ii 60 - 60 100 W. In questo modo, se Ia ten- descenza ¢ con la potenza di 60 - 60 - 100 W. In questo modo, se la ten- sione di rete @ di 220'V, si ottiene un assorbimento di 1 A. sostituzione del potenziometro R2, & possibile collegare un commutatore a 3 posizioni - 1 via, collegato a tre trimmer che verranno regolati una volta per tutte, in corrispondenza di tre portate esatte dello strumento. Cid non si po- trebbe certo ottenere con ill solo potenziometro R2. La variante ora ricordata @ riportata in fie gura 3. TARATURA DELLO STRUMENTO Se si dovesse collegare Pamperometro con un apparato utilizatore, senza prowvedere alla sua taratura, sulla scala dello strumento si leggerebbe un valore che non potrebbe essere di alcun aiu- to, soltanto perché non si @ provveduto alla de- viazione dell'indice a fondo-scala su un valore di corrente noto. Ed anche se si intervenisse sul potenziometro, si otterrebbe uno spostamento dell’indice dello strumento verso posizioni ignote. La taratura dell'amperometro consiste nel colle- gare l'apparecchio con un carico not, per esem- pio cou alcune lampadine. Soltanto cos! si potra leggere, in un punto della scala, un valore che potra essere di riferimento per tutte le altre misure. Se colleghiamo una lampadina da 60 W, @ ov- vio che lindice si spostera in un punto che stard. ad indicare un asorbimento di corrente di 0,27 Aj da tale indicazione si potranno dedurre tutti gli altri valori della scala, TI potenziometzo, inoltre, permettera di spostare Vindice dello stru- mento 14 dove risultera pitt utile, in modo da, allargare o restringere la portata dello strumento. In pratica, per tarare lo strumento si debbono collegare ad eso tre lampadine in parallelo; due di queste devono essere da 60 W mentre la. terza deve essere da 100 W. Con questo sistema, se la tensione di rete & di 220 V, si deve avere un assorbimento di 1 A. Dopo aver realizzato il collegamento delle te lampadine, si pud inserire la. spina dell'ampero- metro nella presa-luce e si fa in modo che Pindice 300 dello strumento coincida con il fondo-seala; per ottenere tale condizione, cioé per fare in modo che T'indice a fondo-scala segnali la corrente di 1 A, occorre intervenire sulla manopola del po- tenziometro. Dopo tale operazione 2 possibile comporre Ja scala dello strumento, suddividendo- Ja in un certo numero di parti ¢ facendo corre spondere ad ogni trattino un valore amperome- trico, Per esempio, sposiando Pindice dello stru- mento a meta scala, si potra segnare il valore di 05 mA, tenendo conto che questo valore cor risponde a quello di 2 mA fondo-scala; poi, sempre manovrando la manopola del potenzio- metro, si porter’ Pago ad 1/3, 1/4 ed 1/5 della scala, annotando i relativi punti che corrispon- dono rispettivamente alle portate di 3-4-5 Aj la manopola ‘del potenziometro verra disposta, di volta in volta, in corrispondenza della scala che sembrera la pitt adatta per le misure da effettua- re. Per esempio volendo conoscere la_potenza assorbita da una lampadina, sara pitt che sufli- ciente far ruotare la manopola del potenziome- tro sul punto che corrisponde allassorbimento di 1 A fondo-scala, mentre per misurare l'assor bimento di un motore sara bene disporre il po- tenziometro sulla posizione corrispondente all’as- sorbimento di 5 A fondo-scala, Volendo utilizare il circuito di figura 3, nel quale si fa uso di tre resistenze variabili, in mo- do da ottenere tre portate diverse dello strumen- to (1,5 - 3 - 4,5 A), basterd manovrare il primo trimmer, facendo in modo che [indice dello strumento coincida con il punto che si trova a '3 della scala, mentre con il secondo trimmer © nella seconda posizione del commutatore oc~ correr’ far coincidere Vindice dello strumento con il punto situato ad 1/3 della scala, Per la terza portata, intervenendo sul terzo trimmer e con il commutatore sulla terza posizione, indice dello strumento dovra essere sistemato sul punto che si trova a 2/9 della scala, ci denza del punto in cui si att 0.22 mA. in corrispon- ne la Jettura di ig6t eps se 2 “COW “Tomy See Som AE EH OT or i; wey 2S "HBINZ CA“ ONVTIN SzL0e" VOLIWUd VOINOUL 1374? 0 ae f CBb9SE ‘N29 ms yorum pp ems 2S ‘MeINZ EIA - ONVTIN SZL0Z. WOLLWYA WSINOULE S73 2 omen “B8bORTE “W279 ms a an ayupysea Dp onmase east oT 62 summa 1 2S ‘na@INZ BIA - ONWTIN SZLOz Vollvid VSINOULTS13~ 2p o7oison CBH9S7E “W219 ms aera one an amuapyson op onniese (oy x a= as =o as aT Se 5 pp on unsion md ouDYIO. SSS onauessaa un 3p BynAaORY Hetog pusaxey pucy wep ormsg | ITVLSOd ILNAYYOD LLNOD 19d OIZIAUTS DI SCHEMI, SCRIVERE CHIARA- = G a © 2 S N a ie 5 ws & i oO ct 39 = 86 8 £E ay H a a< 3 FO Be ba us ct x a a uw < a ie < = = E DI TUTTO IL MATERIA- LE OFFERTO DALLA NO- MENTE E DI PRECISARE NELL’APPOSITO SPAZIO LA CAUSALE DEL VERSA- STRA RIVISTA. SI PREGA MENTO, CONSULENZA TECNICA DI Be a ou 3 ae g 23 3 Of < au oO < ae 3 2 xg = uo °° ARRETRATI, ojuaUmDsgH]o IP ooYy49D ' { ' i 1 eee 2» mney ! ' ! ' : Werteg Huaxx0y ue JoP oFFIDg ‘oqwoummsion [op syesne> wy ofsay & oxeotpay wevod py Sep qsv0ds Hse odumey 1p ‘eupzed opueryss “een, yresqenb ep opzore OuISVISOd FHopstoonpr axis, oy Jed 9 usuesed ns04 | Fed orem [309 ang HWTVLSOd LLSLINTHAOD LARLY ‘ypouinu auvjobuoye4 on109 no oui? <#99 1) wyiod vou 6 prime 9 wou vynazon OT *b'a 2010 DI SCHEMI, CONSULENZA TECNICA SCRIVERE CHIARA- SERE UTILIZZATO PER EFFETTUARE L'ABBONA- MENTO A ELETTRONICA PRATICA E PER LA RI- CHIESTA DI FASCICOLI € DI TUTTO IL MATERIA- LE OFFERTO DALLA NO- MENTE E DI PRECISARE NELL'APPOSITO SPAZIO LA CAUSALE DEL VERSA- STRA RIVISTA. SI PREGA MENTO. DL By oS. °° B> a3 eu eg aD go §3 zQ aa ARRETRATI, “yosod tmua1s0> uo op own eas fap aud vp suoyzozzu0;n> was “ousuiDsi2a” yD TuRH=TIOR ¥ cquoo opdosd sod aundunys yp eooof vy mqeHuDLOD 1 syuasz0 rp tt [ep etorzesrpur espero, dure Tesozcuiy OU} wioqend syusssor ojueo Top stlorzeysonUT eT seus Woo epueaTPH!) oUNATIOG slUSEeIa TT “oNsENIG OraK O OTE “ossorsouy woo etjomd ‘outir eo vuymoonm © "Ed one of sim, Up eieyduoo enep syuwssen Ty o]UeUIESIaA Ty axNsoSa 9E ‘sqewod O/D un erage 19 1p axoasy v oxouap 4p seHoUZ axENHEBS Fad ODIUOUOD. TIE 2 soq|duree qIg ozzoUL 1 g MIUeTI09 OpUOD Uy yUOUIERION AZNALYAAAV ‘yueauiog p09 yp opuNLE TieNa|S ae “ene! ewe 2 mg sp nisenf > motneie + sod oyssabteg 9 08 <1 D7) omoueuaa pp somn02 my 29d ood PIU’ MODERN! RITROVATI TECNICI. ICORSO TEORICO-PRATICO DI AGGIORNAMENTO, INFORMAZIO- INE E APPLICAZIONE SUI tata, cio? i diodi, non @ da considerarsi chiuso e verra ripreso quanto prima, soprat- tutto per wattare 'elfetto zener, Feffetto valan- 82 © pitt in generale, gli effetti dei campi ma- gnetici ed elettrici, quelli della luce ¢ della ten peratura, fino all’analisi dei diodi tunnel e di quelli clettroluminescenti. La trattazione di questi argomenti verra fatta in sede pratica, e non in sede teorica, in modo da far apprezzare al lettore le applicazioni concrete dei diodi normali e speciali. Tuttavia, per una esposizione completa sulla teoria e sulla. pratica dei diodi, & necessario anticipare alcune notizie relative ai transistor, che sono anch’essi dei se- miconduttori e che permettono”di valutare me- glio le caratteristiche clettroniche dei diod I ‘argomento trattato nella precedente pun- COMMUTATORE PER TENSIONI ELEVATE Con un transistor di tipo NPN, di potenza, adatto a funzionare come commutatore per ten sioni elevate fino a 250 V e con correnti fino a 10 A, si pud realizare on circuito molto utile per migliorare il sistema di accensione degli au- toveicoli con batteria a 12 volt, senza ricorrere ai pitt banali sistemi a scarica capacitiva, che logorano gli isolamenti dei cireuiti ad alta ten- ne quando non sono opportunamente calco- lati. Analizziamo il ‘circuito elettrico di figura 1. In €ss0, come si pud notare, & rappresentata una. semplice applicazione di due transistor, dei qua- li uno & di tipo PNP, altro é di tipo NPN. Winterruttore P rappresenta le puntine platina- te dello spinterogeno (contatto ruttore). Questo interruttore non funziona con correnti elevate © neppure con carico induttivo; cid significa che le Puntine dello spinterogeno hanno una durata di vita praticamente illimitata. Esse pilotano, attra- verso il transistor TR1, che svolge appunto la funzione di interruttore «senza scintilla>, il transistor TR2. In pratiea si deve notare Pas- senza di contatti mobili ¢ la possibilita di sfrut- tare tutta Penergia accumulata nella bobina, an- che ai regimi di motore piti elevati. Questo circuito garantisce, con una spesa limi- tatissima, un ottimo funzionamento del motore a scoppio al massimo rendimento, tutti i regimi di rotazione, nonché una pit lunga durata del- lo spinterogeno. I condensatore Cl é quello gid esistente nel circuito elettrico dell'autovettura; sso, dunque, assieme alla bobina, non deve es. sere sostituito, FUNZIONAMENTO DEL CIRCUITO Il funzionamento del circuito rappresentato in figura 1 & il seguente. Quando I'interruttore P. € chiuso, una corrente score attraverso a re- sistenza R1 la giunzione base-emittore del tran- sistor TR1, che si comporta come un diodo po- larizzato direttamente; tra emittore ¢ il collet- tore di TRI, in virti delle caratteristiche del transistor, scorre una corrente di maggiore in- tensita, corrispondente al valore definito come guadagno statico di corrente del transistor mon- tato in circuito con ernitiore comune. Tale con- 303 +12v contatto ruttore Fig. 1 - Con un transistor di tipo NPN, di potenza, ‘adatto per funzionare co- me commutatore per ten- ‘sioni elevate @ correnti fi- no a 10A, si pud realizza- re un circuito molto utile per migliorare il sistema di accensione degli auto- veleoli con batteria a 12V. BOBINA COMPONENTI C1 = condensatore montato sull'autovettura Rt = 570 ohm - 1 watt R2 = 33 ohm - 20 watt D1 = 41HF20 BSSI7 BUII6 contatto ruttore dizione @ determinata dalla presenza della re- sistenza R2 che, unitamente alla giunzione base- emittore di TRY, limita Ia corrente. Sulla base del transistor TR2 fluisce una corren- tee cid avviene anche fra la giunzione collettore- emittore; questultima corrente risultera aumen- tata del valore apportato dal guadagno statico del montaggio del transistor in circuito con emit- tore comune; anche in questo caso il fenomeno @ dovuto alla presenza della resistenza della bo- bina, e cid a prescindere dai fenomeni transitori dovuti allinduttanza della bobina stessa. Quando l'interruttore P & aperto, viene a man- care la corrente nella base del transistor TRI ed anche quella nella giunzione emittore-collet- tore di TR1; poiché sulla base di TR2 viene a mancare la corrente, questa si interrompe anche nella giunzione collettore-emittore. Per concludere si pud dive quindi che i due 304 wransistor TR1 ¢ TR2 si comportano come due interruttori, pilotati dalle correnti che scorrono, attraverso le loro basi. In presenza di corrente essi_conducono; in assenza di corrente riman- gono alPinterdizione. Occorre notare ancora che il transistor TRI é di tipo PNP, mentre ill transistor TR2 @ di tipo NPN, cio’ le polaritA delle rispettive giunzioni risultano invertite; ne consegue che, in presenza di tensioni di polarizzazione, applicate agli elet- trodi, con polarita invertite, i due transistor pre- sentano un identico comportamento. Per rendersi meglio conto della validita del cir- cuito di figura 1, basta tener conto che con una corrente di soli 10 mA, nelPinterruttore P (in pratica non si manifesta alcuna scintilla), é pos- sibile controllare una corrente di 5 A nella. bo- binal COMPONENTI 220 ohm R2 180 ohm RS 1.000 ohm Ra 6.800 ohm RS = 4.700 ohm (semifissa) lg a BAYS) D2 BAY38 TRI = BC177 TR2 = BC177 TRS = BC286 - BC301 ” RELE’ = 12 V - 100 ohm Fig. 2 - Anche questo proget- to si tiferisce ad una pratica applicazione del transistor in funzione di interruttore. Appli- cando una tonsione all'entrata, @ possibile pilotare il relé RL; fensione applicata viene con- trollata per mezzo di un trim mer (FS). CONSIGLI PRATICI Il transistor TR2 @ di tipo BULI6. Esso deve essere montato su un grosso dissipatore di ener- gia termica, adatto per custodie TO-3. TI tran- sistor TRI, invece, deve essere montato sx un. dissipatore di medie dimensioni, adatto per custodie TO-39. Ul diode D1 é di tipo 41HF20; esso serve per Proteggere i due transistor TR1 e TR2 dalle i versioni di tensione, generate dal brusco inter- rompersi della corrente che attraversa la bobina; essopud essere montato su una_piccola piastra di alluminio di 5 cm? di superficie. | TRANSISTOR INTERRUTTORI Per migliorare la conoscenza del lettore dei tran- sistor, montati_ come interruttori, conviene an- cora analizzare il progetto rappresentato in fix gura 2 In questo circuito il transistor TR3, che é di ti- po NPN, di media potenza, funge da elemento interruttore del circuito di alimentazione di una bobina di eccitazione del relé RL} il circuito pi- otato, tuttavia, pud essere rappresentato da un altro clemento di carico, come, ad esempio, una lampadina ad incandescenza; in questo caso non @ pili necessario il diodo D2 che protegge il tran- sistor dai carichi induttivi, purché la resistenza del carico non sia inferiore ai 100 ohm. Ilrelé RL ¢ adatto per una tensione continua di 12 V e la sua resistenza alla corrente continua @ superiore ai 100 ohm. La corrente che pilota il transistor ‘TR3_provie- ne dalla resistenza R2 e, piti a monte, dalla giun- zione emittore-collettore di TR2 e dalla resisten- za R3, La conduzione 0 la non conduzione del transi- stor TR3 dipendono dal comportamento del tran 305 TRI TR2 o sistor TR2. Quest'ultimo diviene un elemento conduttore quando la tensione presente nella giun- zione emittore-base risulta superiore ai 0,7 V cir- ca; € poiché la tensione di base oscilla fra OV e 5V circa, a seconda della posizione del cursore del potenziometro RS, il transistor TR2 diviene conduttore quando la sua tensione di emittore sa? le oltre il valore di 0,7 V. Ma Ia tensione di emit- tore di TR2 dipende dalla corrente che scorre attraverso la resistenza R3, cio® anche dalla cor- rente che fluisce attraverso la giunzione emittore- collettore di TRI. In pratica, dunque, se il tran- sistor TRI conduce, il transistor TR2 si trova al'interdizione, ¢ cid si verifica quando la ten- sione di base del transistor TRI é inferiore, spetto a massa, del valore di 0,7 V rispetto a, quella di emittore. Si pud dunque concludere cendo che, se la tensione di base del transistor TRI & inferiore a quella presente sulla base del transistor TR2, che & determinata dalla pos ne del cursore del potenziometro R3, il transistor TRS si trova all'interdizione mentre, in caso contrario, diviene un elemento conduttore. In pratica @ possibile pilotare il funzionamento del relé RL con una tensione applicata all’in- gresso (A-B), se la tensione applicata supera un certo valore stabilito dalla posizione del cursore del potenziometro R5; il relé si eccita o si disee- cita. La precisione del punto di intervento & assai ele- vata ed é limitata, in pratiea, dalla accuratezza con cui si tara il potenziometro R5 e dalla sua qualiti, mentre la corrente richiesta per il pilo- taggio & assai ridotta. Fra i punti A ¢ B@ neces- sario che Vimpedenza non superi il valore di qualche migliaio di ohm, perché, contrariamente, 306 contatti utilizzaz. Fig. 3 - Pratica applicazione del transistor in funzione di interrutiore per pilotaggio di_un relé. Questo piano di cablaggio si riferisco al progetto teorico jl relé rimarrebbe continuamente eccitato. In ‘ogni caso, per evitare tale inconveniente, si pud collegare fra i punti A e B una resistenza da 2.200 ohm. AMPLIFICAZIONE DI PICCOLI SEGNAL! Dopo aver acquisita una certa conoscenza dei transistor in funzione di interruttori, cerchiamo ora di conoscere meglio il transistor quale ampli- ficatore di piccoli segnali alternati. In figura # & riportato un circuit pilotato da due transistor al silicio, di tipo NPN, ad elevato guadagno e a basso rumore. T due transistor pi- Jotano un circuito amplificatore, La caratteristica principale del semplice proget- to di figura 4 consiste nelimpedenza di ingresso molto elevata, che raggiunge il valore di 3,6 me- gaohm. Questo valore cost elevato permetie di collegare il circuito con sorgenti di segnale anche critiche, che richiedono un collegamento con il preamplificatore in grado di non alterare le con- dizioni di funzionamento della sorgente ¢ del se- gnale. Questo cireuito, quindi, @ adatto per gli strumenti di misura su segnali alternati [voltme. tri, distorsimetri, misuratori di velocita) e su_al- cuni tipi di microfoni ad elevata impedenza: es so si adatia anche al collegamento con partico- lari tipi di trasduttori. Il diagramma rappresentato in figura 5 inter- preta la distorsione su tre tipiche frequenze di funzionamento. In nferiori ai 2 volt, il massimo_valore esso si vede che, per uscite che rappresentano di regola richiesto per questi tipi di preamplificatori, la distorsione diviene inavverti- bile, cio’ inferioree allo 0.25%. Nel diagramma di figura 6, invece, si pud notare en 47.000 pF @ 5 UF - 25 VI. (elettrolitico) ca 100 uF - 25 VI. (elettroliti Ri = 470.000 ohm R2 150.000 ohm RB 18.000 ohm Ra 22.000 ohm RS 22.000 ohm R6 27.000 ohm TRI = BC148 TR2 = BC148 ct come il rumore sia assai basso; in questo stesso diagramma é indicato il valore della tensione equi- valente di entrata del rumore in funzione della resistenza della sorgente del segnale (la. tensione equivalente di rumore, riferita all’ingresso, & quel- la che, applicata all'entrata di un amplificatore ideale, senza rumore proprio, di pari guadagno, produrrebbe all'uscita un valore di tensione di rumore eflettivamente riscontrata nel nostro pre- amplificatore). Anche per le sorgenti con impedenza di 3 me- gachm, la tensione si mantiene inferiore ai 15 milionesimi di volt; cid significa che, con tali edenze, il preamplificatore @ in grado di am- Plificare, in modo intelleggibile, anche quei se- gnali il cui volume & di appena qualche centinaio di microvolt ({.V). Fig. 4 - In questo circuito si vuole interpretare il concetto di amplific zione, per mezzo di due trani di piccoli segnali alternati, La ca- ratteristica fondamentale di questo circulto @ rappresentata dalla ele- vata impedenza di ingresso, che rag- giunge il valore di 3,6 megaohm. Lelevata impedenza di entrata é stata ottenuta per mezzo di transistor di tipo semplice e di bas- 80 costo, utilizzando una elevata controreazione; cioé si ¢ riportato, all’ingresso, tramite il con- densatore C2, una parte del segnale di uscita, ma con polariti invertita (in opposizione di fase), in médo che si opponesse al segnale di ingresso, pro- vocando leffetto analogo 2 quello di una elevata impedenza di ingresso. PARTICOLARITA’ DEL CIRCUITO Tl wansistor TRI riceve il segnale, sulla hase, tramite il condensatore Ci, che provvede ad isolare il transistor dalle componenti continue. Il segnale applicato alla base lo si ritrova, amplifi- cato, sul collettore di TRI Tl partitore di tensione, composto dalle resisten- ze RI-R3, determina il valore della tensione di base del transistor TR1. Il partitore di tensione collegato alla base del transistor tramite la resi- stenza R2 che, assieme alla resistenza R3, stabili- sce la percentuale di controreazione, necessaria per non diminuire Pimpedenza di ingresso dello stadio. In alue parole si pud dire che il partitore di tensione determina la parte di segnale che, prelevato dall'emittore, ove & pure presente il se- gnale amplificato, giunge alla base di TRI. La resistenza R5 «solleva > da massa lemitto- re; questa resistenza, non essendo cortocircuitara, 307 os deoe rt Fig. 5 - Questot diagram- ma’ interpreta il fenome- 0.25] no della distorsione su tre tipiche frequenze di funzio- namento dell'amplificatore transistorizzato, ° ° 1 vet) A 6 tu 0 107 0 1 Fig. 6 - Il diagramma qui rappresentato permette di valutare la poca entita de! rumore ed il valore della tensione equivalente di entrata del rumore stes- 80 in funzione dolla resi- stenza della sorgente del segnale. Rim) 10 da alcun condensatore, per quanto riguarda il se- gnale, determina anch’essa una ceria controrea- zione. La resistenza R4 determina la tensione di coll tore del transistor, e, contemporaneamente, quel- la di base del transistor TR2. Questo secondo, transistor ha il collettore collegato direttamente con la linea della tensione di alimentazione po- sitiva; il segnale amplificato, quindi, pud essere prelevato soltanto dall’emittore di TR2 ¢ questo sistema prende il nome di « amplificazione con uscita a collettore comune » ; il circuitot presenta, 308 come caratteristica fondamentale, una bassa im- pedenza di uscita che, nel nostro caso, & di 250 ohm, In questo circuito non esistono problemi di sta- bilitA termica, grazie ai tipi di transistor al sili- cio prescritti per TRI e TR2. In ogni caso la stabilitA termica @ assicurata dalleffetto equili- bratore delle elevate resistenze di emittore e di collettore. Il guadagno di tensione del circuito @ unitario, cio’ la tensione del segnale presente allingresso & identica a quella del segnale in uscita. Il circuito @ wv Pur 1 was COMPONENTI C1 = 100,000 pF C2 5 UF - 25 VL (eletrlitico) 3 5 iF - 25 V1. (elettrolitico) C4 100.000 pF C5 = 500 iF - 25 VI. (elettrolitico) Ri = 270.000 ohm R2 100.000 ohm 3 100.000 ohm Ra 15,000 ohm BS 12.000 ohm RG 15.000 ohm RT 100.000 ohm RB 100.000 ohm R9 270.000 ohm 15.000 ohm = BC148 BC14e BC148 presenta inveee un elevato guadagno di corrente all'uscita si pud prelevare una corrente decisa- mente pitt elevata di quella ottenuta dalla. sor- gente, che non tollera piceole impedenze di ca- In sostanza l'amplificatore rappresentato in figue ra ‘f, chiatato anche « buffer », serve per isola. re Ia sorgente del segnale dal preamplificatore vero © proprio. La banda si estende da meno di 20 Hy a poco pir di 20.000 Hz, cio’ il cirenite copre fa cosiddetta banda audio, Fig. 7 - Le caratteristiche del pro- getlo rappresentato in figura 4 pos sono essere meglio apprezzate in questo citculto di miscelatore a due entrate © ad unluscita. UNA PARTCOLARE APPLICAZIONE Per meglio comprendere le caratteristiche del circuit ora esaminato, presentiamo in figura 7 una particolare applicazione, Questa volta si tratia di un miscekatore a due en- trate © ad una uscita IL miscelatore ba il compito di somumare duro pit) segnali provenienti da sorgenti diverse, senza che le due sorgenti interferiscano wa di tore. Un altro compito & quello di presentare in useita la somma dei due segnali sa una basa impedenza, in modo da scongiurare i roncii, le interferenze, le attenuazioni delle Frequenze elevate anche con avi seliermati della lunghezza di alcune centinaia di mets. Le caratteristiche elettriche del circuite di figura 7 sono notevoli, Infatii, si nota che la disposi- vione cireuitale dei transistor TRL ¢ TR2 sono simili a quelle del transistor TRI di figura 4 Cid permeite Ui ottenere una impedenza di en- trata di 2.5 megachm {lt differenza & dovuta al diverso dimensionamento delle resistenze ein particolare, al diverso rapporto R2/R3 = R?/ {RB dal rapporio R2/R3 del circuito di figura 4, Tn queste condizioni viene scongiurato il pericolo Gi qualsiasi ipo di perturbazione sulla sorgente del segnale. La somma dei due segnali si ottiene collegando 309 USCITA Fig. 8 - Piano di cablaggio dal progetto del miscelatore rappresentato in figura 7. I compito di questo circuito consiste nel ‘sommare due segnali provenienti da sor- genti diverse, senza che le due sorgonti interferiscano tra di loro. Fig, 9 - Il diae gramma qui ti: portato si riferi- sce alla espres- nel caso in cul alla entrata del circuito di figura 7 viene applica- to un solo so- gnale, mentre lo 50 HF - 12 VI. (elettrolitico) 100 LF - 12 VI. (elettrolitico) iodo (BAY38) assieme i collettori di TRI e TR2; in questo mo- do le due entrate risultano separate tra loro, per- ché il segnale non pud ritornare dal collettore alla base. La sofnma dei due segnali viene appli- cata, come indicato in figura 4, alla base del transistor TR3, che # montato in un eircuito con emittore comune; anche questa volta Puscita del segnale @ derivata dall’emittore in modo da ot- tenere unimpedenza di uscita di soli 70 ohm. In figura 9 @ rappresentato il diagramma relative alla distorsione, nel caso in cui alla entrata del cireuito viene applicato un segnale, mnentre Pal- tro viene cortocircuitato; si ha cos 'opportunita di constatare i buoni risultati ottenuti. Ognuno dei due circuiti preamplificatori pre- sentati nelle figure 4 ¢ 7 pud essere collegato al cireuito di figura 2, in modo da far scattare un relé quando, ad esempio, squilla il telefono. Applicando all’ingresso di uno dei due pream- plificatori un captatore magnetico per telefoni, del tipo di quelli utilizzati per registrare le te- lefonate, @ possibile ottenere una interessante ap- Plicazione pratica dei circuiti. 11 relé, infatti, Fig. 10 - Collegando sui terminali Ae B un segnale alternato, fra | terminall Be C si ot tiene un segnale continuo, proporzion: Vampiezza del segnele applicato. Cid rifica in virta della presenza del diode D1, che raddrizza il segnale alternato, permettendo alla sola alternanza positiva di influenzare la conduzione del transistor TRI. seatta quando un segnale di sufficiente ampiezza, viene applicato al circuito del preamplificatore. mo che questa disposizione circuitale & fiabile soltanto per sorgenti di segnale par ticolari, perché per la maggior parte delle sor- genti di segnale conviene sempre ricorrere ai co- muni preamplificatori. Tl circuito rappresentato in figura 10 serve agli scopi ora citati. Infatti, collegando sui terminali di entrata A e B un segnale alternato, si ottiene un segnale continuo, fra B e C, che @ proporzio- nale all'ampiezza del segnale applicato, Cid si verifica perché il diodo D1 raddrizza il segnale alternato permettendo alla sola alternanza positi- va di influenzare la conduzione del transistor TR1. In tal modo sulla resistenza R2 @ presente un segnale if cui valore medio non é nullo, perché il condensatore elettrolitico C2 provvede allinte- grazione del segnale continuo proporzionale al- Fampiezza del segnale applicato allentrata. Dun- que é chiaro che i terminal B e C. possono essere, collegati con i terminali A e B di figura 2, men- tre i punti A e B del circuito di figura 3 possono essere collegati con Fuscita di un preamplificatore, 311 UN CONSULENTE TUTTO 2) PER VOI Tutti i lettor! di ELETTRONICA PRATICA, abbonati o no, possono usufruire del nostro servizio di consulenza, rivolgendoci quesiti tecnici inerenti i vari progetti presentati sulla Rivista. Da parte no- stra saremo ben lieti di rispondere a tutti, senza distinzione alcuna, pubblicamente, su queste pagine, oppure, a richiesta, privatamen- te, tramite lettera. Per rimborso spese postali e di segreteria si prega aggiungere alla domanda limporto di L. 800 (abbonati L. 600) in francoboll La vecchia radio a galena Sono uno dei tanti lettori della vostra interessan- te Rivista, nella quale ho riscontrato quel senso di familiarita che da tempo andavo cereando, ma invano, su altre pubblicazioni. Ora vi scrivo per chiedervi un chiarimento tecnico. Pochi giorni fa ho costruito un ricevitore radio a galena, com- posto da un condensatore variabile, da un'anten- na telescopica, da una bobina, da un diodo e dalla cuffia. Ho controllato pit volte i pochi col Jegamenti e tutto mi é parso in ordine, Purtrop- Po non sono riuscito a ricevere alcuna emittente tadio. Desidererei ora che voi mi aiutaste a rea- lizzare questo progetto, suggerendomi ogni even- tuale variante e tutti i consigli necessari. LONGHINI ALVARO. Milano La denominazione «radio a galena> risale ai tempi croici della radio, quando ancora si usa- vano le antenne a telaio ¢ le valvole che assomi- gliavano molto alle lampadine. Ma quella deno- minazione era esatta, perché Velemento rivelatore del circuito era rappresentato da un cristallo di galena sul quale, per mezzo di un filo di acciaio sottile, si cercava di individuare il punto pid fa vorevole al processo di rivelazione dei segnali ra- dio. Lo stesso cristallo di galena era contenuto in un piccolo involuero di vetro, che prendeva il no- 312 me di «detector >. Oggi il vecchio cristallo di galena ? stato sostituito con il diodo al germanio, che @ un piccolissimo componente, che appartiene al settore dei semiconduttori, il quale si lascia at- traversare soltanto da una parte delle semionde che compongono il segnale alternato captato dal- Pantonna. Tutto it resto 2 rimasto pressoché im- mutato, Ma questo tipo di ricevitore radio viene costruito soltanto dai principianti, cioé da coloro che vogliono studiare la radiotecnica ¢ Velettrom nica. Si tratta quindi di un tipo di ricevitore a carattere sperimentale. Per quanto riguarda Papparecchio da lei realiz~ zato, non cid possibile offrirle wna risposta esau- riente, perché Lei non ci ha inviato lo schema € non ¢i ha comunicato i dati costruttivi delta bo- bina. Ad ogni modo pensiamo di aiutarta uguate mente pubblicando il circuito di questo tipo di ricevitore radio con tutti i dati costruttiot neces sari, Tenga presente che jl funzionamento di que- sto semplice apparecchio radio & condizionato dal tipo di antenna che ad eso viene collegata. Ma il ricevitore funciona anche con il classico tappo- luce. II condensatore Cl ha il valore di 150 pF. Hi condensatore C2 0 di tipo variabile ad aria od a mica e la sua capaciid (massima) pud va- riare tra i390 ed i 500 pF. I diodo DI é un dio- do al germanio di qualsiasi tipo. Il transistor & un ACI27. L’alimentazione 2 ottenuta con la pi- laa V ¢ la cuffia deve avere un'impedenza di 200 chm. La bobina Li é composta di 100 spire corupatte di filo di rame smaltato det diametro di 0.2 mm. Lanvolgimento 2 effettuato cu un tubo di cartone bachelizzato 0, comungue, di materia~ le isolante; alla quarantesima spira, a partire dal lato terra, si ricava la presa intermedia per il col- legamento con it diodo al germanio. Tenga presente che questo ricevitore si differenzia sensibilmente da quello pitt elementare, concepi- to senza Pimpiego di aleun transistor. Infatti in questo ricevitore & compreso anche un sistema di anplificazione dei segnali radio, i quale permet te di evitare Vinstallazione di un‘antenna ecces- sivamente ingombrante ¢ montata sul telto dello edificio. E? ovvio che tale condizione ¢ collegata con la distanza esiiente tra Papparecchio radio ¢ la pid vicina emittente radiofonica. Due amici volenterosi Abbiamo deciso, io ¢ il mio amico, di metterci a studiare Valfabeto morse e di imparare a trasmet- tere e€ a ricevere regolarmente in codice. Cid per prepararci, in_un prossimo futuro, allesame di radioamatori. Ci o¢corre quindi il progettino di_un oxcillatore di bassa frequenza con entrata per tasto ed uscita in cuffia. Potreste pubblicare un articolo su tale argomento che, siamo certi, potra interessare molti giovani lettori come noi desiderosi di andare molto avanti con T'elettro- nica? MARIANI ¢ FERRETTI Novara ICondensatori 22.000 pF 22.000 pF 22.000 pF 2 megaohm 10.000 ohm 5.600 ohm transistor (BCLOT - BC109) 1.000 - 2.000 ohm ov Non occorre un articolo vero e proprio per pre- sentare il progetto che vi interessa. Ci limitiamo quindi a pubblicare lo schema elettrico dello- seillatore BF, la cui realizzazione pratica non im- pegna moito Fesecutore. Controllo velocita nei motori in ce Mi occorzerebbe il progetto di un circuito in grado di provocare T’arresto istantaneo, Vinver- sione del senso di marcia e il controllo preciso della velociti di rotazione dei motori alimentati in corrente continua con potenze fino ad 1/3 di cavallo. Faccio presente di aver acquistato. pres- so un mercato surplus, un certo numero di que- sti motori, cioé con potenze di 1/3 di cavallo e 313 1.750 giri al minuto, alimentati con la corrente continua a 117 V. Gon questi motori vorrei rea- lizeare alcuni progetti di carattere particolare. Siete in grado di aiutarmi? ALESSANDRO MIGLIORINI Torino Il progetto che presentiamo permette Varresto itantanco, Pinversione di marcia e it controllo della velocita di rotazione. Il diodo D1 e it condensatore elettrolitico, col- legato in serie, compongono un insieme raddric- zatore, che alimenta lo statore det motore. Lautotrasformatore deve essere adatto per la tensione di 17 V - 3 A. La resistenza RI ha il valore di 10 ohm - 25 W ¢ deve essere di tipo fa filo. Il relé @ adatto per la tensione di 110 V falternati ¢ deve essere munito di contatti in gra- do di sopportare la corrente massima di 10 A. Il condensatore elettrolitico ha il valore di 50 WF - 150 VL I diodo Di é adaiio per la tensione di 440V e fa corrente di 1 A, Ciascuno dei quattro diodi che compongono il ponte raddrizzatore RS deve essere adatto per la tensione di 220 V e la corrente di 3 A. Quando Uinterruttore generale S1 & chiuso, fo statore del motore é alimentato. Se Vinterruttore S2 2 aperio, il rotore non é ali- mentato. In pratica, quando Uinterrutiore S22 aperto, il relé rimane aperto e il circuito del ro~ tore si chiude sulla resistenza RL. In queste con- dizioni, con lo statore alimentato ¢ il rotore chix so sulla resistenza Ri, la minima rotazione det rotore, sollecitata dall'esterno, provoca in questo una corrente indotta i cui effetti si oppongono lla rotazione. It motore diviene allora un vero freno elettromagnetico. La. resistenza RI limita Vintensitd di corrente in- dotta ¢ dissipa, sottoforma di calore, una buona parte del lavoro assorbito dal freno, Quando V'in- 314 terruttore $2 8 chiuso, il relé sedtta e il rotore é normalmente alimentato tramite una tensione re~ golabile, che permette di far variare la velociti: Linversore $3 serve ad invertire la polarita del- Ia corrente del rotore ¢, dungue, il senso di ro- tazione. Liapertura di S2, quando il motore gi- ra, provoca un frenaggio brusco. Per sopprime- re la frenata é suffictente lasciar chiuso S2 ed apnre $1. Una valvola speciale B’ stata regalata da una mio parente la valvola 5879. Desidererei ora sapere da voi di che tipo di valvola si tratta e, se fosse possibile, vorn anche conoscere in quale modo potrei_ montare questo componente allo scopo di realizeare un cireuito amplificatore di basa. frequenza. VESCOVI GIAMPIERO. ‘Treviso Effettivamente si tratta di una valvola speciale, adatta per Varplificazione di bassa frequenza ad alta fedelia; piie precisamente si tratta di un pen- todo noval che noi le consigtiamo di montare in un circuito preamplificatore. Tenga presente che il progetto, qui presentato, 6 adatto per un'entrata ad alta impedenza co- me, ad esempio, quella di un microfono piczoelet- trico, un pick-up, eec. COMPONENTI Condensatori GI = 47.000 pF G2 = 47.000 pF 23 25 uF - 25 VI. (elettrolitico) cory 220.000 pF C5 36 WF - 300 VI. (elettrolitico) Resistenze RI 2,2 megaohm - 1/2 W R2 1.000 ohm - 1/2 W R3_— = 100.000 ohm - 1/2 W Rt 470.000 ohm - 1/2 W RS 22.000 ohm - 1 watt Vorrei raggiungere i 279 MHz Ho ricevuto il kit della vostra microtrasmittente ¢ vi ringrazio. Ora gradirei avere un’informa tione tecnica. E’ possibile, sostituends la bobina, ed agendo sul compensatore, far funzionare Pap- Parecchio sulla frequenza dei 279 MHz. G, MARCHI Milano La modifica da tei proposta non & possibile. Sia perché il tansistor adottato presenta una frequen- 20 di taglio che si aggira intorno ai 250 MHz, sia perché occorrerebbe ristrutturare Pintero circuito oscillatore, dato che questo dovrebbe lavorare a costanti distribuite e non a costanti concentrate. Per l'ascolto della nostra micro- trasmittente ultrasensibile occor- re un RICEVITORE AM - FM Tutti quei lettori che, volendo realizzare fa nostra microtrasmittente, fossero con- dizionati dal possesso di'un ricevitore a modulazione di frequenza, possono acquistare il nostro SOLID STATE POCKET RADIO al prezzo d’occasione di sole lire 10.500. CARATTERISTICHE Ricezione in AM: 530-1625 Ke Ricezione In. FM: 8. 108 MHz Potenza d'uscita: 08 watt Antenna: fintema in forrite per AM - estema a 5 elementi per FM. Semiconduttori: ‘9 transistor -+ 7 diod! Alimentazione: pila a 9V Dimensionie x 1 40 mm, I ricevitore @ munito di cinturine di st curezza e auricolare. L'ascolto principale Bottenuto in altoparlante. aE roe ane « NOSTRO wrcazzmo AL VOSTRO SERVIZIO IN QUESTA RUBRICA VENGONO PRESENTATI AL LETTORE, MENSILMENTE E IN ORDINE ALFABETICO, | PRINCIPAL! PRODOTTI ELETTRONICI POSTI IN VENDI- TA DA ELETTRONICA PRATICA. QUESTE STESSE PAGINE, A LUNGO ANDARE, SE ORDINATAMENTE RACCOLTE E CATALOGATE, POTRANNO FORMARE UN CA- TALOGO-GUIDA, DI FACILE E RAPIDA CONSULTAZIONE ED UNA GARANZIA DI SICURA REPERIBILITA’ COMMERCIALE DEI VARI COMPONENTI NECESSARI PER LA REALIZZAZIONE DE! VARI PROGETTI PRESENTATI E DESCRITTI SULLA RIVISTA. SI TENGA PRESENTE CHE | PREZZI CITAT| HANNO SOLTANTO UN VA- LORE ATTUALE, PERCHE’ QUESTI COL PASSARE DEI MESI, POSSONO SUBIRE QUALCHE VARIAZIONE. ANCHE IN QUESTO CASO OGNI EVENTUALE ORDINE DEVE ESSERE EFFETTUATO VERSANDO ANTICIPATAMENTE L'IMPORTO A MEZ- ZO VAGLIA O c.c.p. N. 3/2482. INDIRIZZATO A ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - VIA ZURETTI 52. CONDENSATORI VARIABILI PER TRANSISTOR MOD. CV/Tri MOD. 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Valimentazione é@ derivata dalla rete-luce. II consumo complessivo di energia elettrica si aggira intorno ai 35 W. Il circuito di accen- sione delle cinque valvole @ di tipo misto: in serie e in parallelo. La gamma delle onde medie si estende tra i 190 e i 580 metri, men- LIRE tre quella delle onde corte @ compresa fra a 1.15.5 e i 52 metri. Le richieste devono essere effettuate versando anticipatamente: l'importo di Lire 7.900 (spese di spedizione comprese) a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA, Via Zuretti, 52 - 20125 MILANO.

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