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ASSEMBLEA COSTITUENTE co. SEDUTA POMERIDIANA DI GIOVEDI 24 LUGLIO 1947 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TERRACINI INDICE Pag. Comunicazione det Presidente: PRESIDENTE - 6464 Disegno di legge (Discussione}: Approvazione del Trattato di pace tra le Potense Alleate e Associate e I'Italia, fArmato a Parigi il 10 febbraio 1947 (23) PRESIDENTE 6461, 6481 Sroasa, Minis aet aan esteri. ) 6464 Groce. 6169 Gaspaxorro 6172 CANEPA 6477 RUIN 6481 Interpellanza ed interrogazion! con ri- Chiesta d’urgenza (Annunzio)t PRESIDENTE - 6190 De GasrERt, Presidente det Consigtio det , + ministri ‘e190 Gnassi, Minisiro di grasta ¢ giustista . 6194 Sui lavori dell’Assemblea: PRESIDENTE - 6192 La Maura e192 De Gasper, Presidente det Consiglio det minisirt 6193, Interrogazioni (Annunzio): PRESIDENTE 6193 La sedits comincia alle 17. RICCIO, Segretario, legge il processo ver~ bale della precedente seduta pomeridiana, (B approvato). Comunicazione del Presidente. PRESIDENTE, Comunico che l'onorevole Corbino mi ha fatto pervenire le sue dimissioni da presidente e da componente del gruppo parlamentare liberale. Sard pertanto iscritto al gruppo misto. Diseussione sul disegno di legge: Approvazione del Trattato di paco fra le potenze Alleate ed Associate PItatia, firmato a Parigi il 10 febbraio 1947. (23). PRESIDENTE. L'ordine del giomo reca la discussione sul disegno di legge: Approva- zione del Trattato di pace tra le Potenze Al- leate od Associate.e I'Italia, firmato a Parigi {1 10 febbraio 4947. (23) Ha chiesto di parlare il Ministro degli af- fari esteri, onorevole Sforza, Ne ha facolta. SFORZA, Ministro degli affari esteri. Onorevoli colleghi, & perché sento la grave responsabilild morale che pesa ogi su ognuno 4i noi, che, pid: cho un discorso vorrei sotto- porvi una specie di riassunto assolutamente obiettivo. I Trattato che 8 oggi sottoposto alla vostra ratifica fu firmato il 40 febbraio scorso. La responsabilita di quella dolorosa deci- siono fu presa dall’onorevole De Gasperi © da me, confortati non solo dal favorevolé av- viso dei partiti che erano allora al governo con noi, ma anche di altri gruppi, i cui capi, con franchezza e decisione, ci dichiararono la loro solidarieta. Malgrado cid, il nostro rispetto per la sovrana volontd dell"Assembles Costiiuente AsseMBLEA CostiTuENTE — 6102 — 24 LueLio 1947 fu e rimase st profondo che, permis istruzione, accordo col Presidente del Consiglio, il no- stro Plenipotenziario parti per Parigi con 'or- dine di depositare prima della firma una for- male dichiarazione precisante ~ qui cito - cho «la firma stessa rimane subordinata alla ratifica che spetta alla sovrana decisione del- VAssemblea Costituente », La notte che precedette il momento della firma telefonai io stesso al nostro Pienipoten- ziavio a Parigi, vipetendogli che se fossero sorte obiezioni alla solenne accettazione della nostra dichiarazioné ogli doveva tornar tosto a Roma senza firmare. L'Assemblea Nazionale, voi dunque lo vedete, 8 pienamente libera ¢ sovrana nelle sue decisioni. B il mondo intero lo sa. Poche ore dopo la firma pensai ch’era dovere mio di chiarire al mondo a quali con- dizioni e per quali ragioni ci eravamo indotti a firmare, Credo opportuno leggervi la brove nota che quel 10 {ebbraio inviai per telegrafo alle venti Potenze firmatarie del Trattato. ‘Ecoone il testo: «Il Governo italiano, firmando un ‘Trat- tato che non @ stato chiamato a negoziare é che sara sottoposto alla approvazione dell’As- sembiea Costituente, ha voluto provaro che affronta gli atti pit dolorosi por alfrettare Yavvenite di una vera pace costruttiva nel mondo. «Ma il suo primo dovere verso i Governi Airmatari 6 i loro popoli é di esprimersi ed agire con la pitt assoluta lealla. Quosta lealta gli impone di ricordare che i Trattati di Pace non sono eseguibili che se sostenuti dalla coseienza’ morale dei popoli. «1! popolo italiano ha la coscienza di aver agito coatto di fronts al regime che lo trascind Poi nella guerra e che tanti all'estero sosten- nero con le loro lodi. I popolo italiano non potd inostrare al mondo il suo vero carattere che riuscendo a liberarsi per il primo da un regime di opprossione ¢ fornendo poi agli al- leati, durante la guerra di liberazionéy dei vantaggi diretti ed indiretti cui non @ stata resa sufflciente giustizia, « Il Govemo italiano mancherebbe all’ono- re ~ il patrimonio che gli é pit sacro ~ se non avvertisse gli alleati che il ‘Trattato peggiora ancora nelle sue clausole territoriali econo- miche coloniali militari quella atmosfera di soffecazione demografiea cho pesava prati- camente sul popolo italiano e che in parte & all’origine di tanti mali per noi e per gli altri. Il Governo italiano stima che 8 un intoresse dirotto dotle grandi democracie di rivedere per 4 beno generale lo loro relazioni col problema italiano che @ un aspetto essenziale de! rias- selto mondiale, «Pur ammettendo tanti errori passati, espiazione del popolo italiano é stata st dura fino alla firma odierna che noi ei sentiamo per Vavvenire, come italiani @ come cittadini de! mondo, in diritto di contare su una revisione radieale di quanto pud paralizzare 0 avvele- nare Ja vita di una Nazione di quarantacinque milioni di esseri umani congestionati su un suelo che non li pud nutrire » Tale fu il mio primo commonto alla firma del Trattato. La risposta che primo fra tutti = dieci giorni dopo - mi fece giungers il Segre- tario di Stato americano, fu per noi preziosa, colla sua franca affermazione che la via della revisione ci era aperta. Quasi tutte le risposte, del resto, furono ispirate a sincera simpatia, Cid che pit mi piaeque come italiano fu che il mondo capi che noi protestavamo non solo ‘come italiani, ma come europei, ¢ che prote- stavamo onestamente e lealmente, perché decisi a rigettare tanto una politica di astuzie quanto di sterili violenze; @ che, se ci dole- vamo del cattivo Trattato, cid non era solo pel torto che osso ci infliggeva, ma anche per- ché colle sue concezioni da secolo xvimt esso nuoceva agli interessi pitt alti e pit veri di caloro stessi che lo redassero e ce 10 imposero, 11 Trattato di pace costituisee l'ultimo capi- tolo di un periodo della storia d'Italia. Non distinguendo sufficientemente un popolo — reso incapace di ribellarsi - da un regime di oppressione (che ~ come ricordai il 10 feb- braio ~ tanti appoggi ricevette dallo straniero), iI Trattato volie costituire la condanna di una lunga politica inconsciamente contraria agli interessi supremi deli’ Italia, Il Trattato non @ tanto Ja sanzione di una seonfltta, quanto il suggello di una politica immorale ¢ sbagliata. Esso @ Vatto finale di un isolamento, cle comineid nel 4922, quando ‘una dittatura soffocd i sentimenti delia Na- zione, e ci separd moralmente e politicamente dal resto dell’Europa libera, gettandoci poi, impreparati, in una guerra dove in ogni caso avevamo tutto da petdere. Nel 4940 isola mento politico e morale divenne crisi violenta © portd i} paose alla catastrofe ¢ disperse le vite di tanti italiani in Patria © sui fronti di guerra, Amarissimo & por noi sopratutto il ricordo di questi soldati, formati ad una tra- dizione di saerificio ¢ di disciplina, che com- batterono una guerra ingrata, male armati ed equipaggiati, abbandonati spesso dai tedeschi nei momenti di maggiore sfortuna, e che scris- sero tuttavia belle pagine nella storia del valore e della fedelta del soldato italiano. Assempura Uosrituents — 0103 — 24 zvoLIe 1947 Fu necessaria ancora, dopo 1'8 settembre, Vinnata generosité di questi stessi nostri soldati, furono nevessari i sacrifci eroici della nostra Marina, fu necessario il sangue di tanti volontari ¢ di tante vittime, perché intorno alla Nazione Italiana si riformasse all'estero un alone di simpatia, 1! nostro isolamento morale fint relativamente presto, perché pre- sto si vide di che sostanza umana |'Ttalia era fatta, Entro cert limiti, questo miglioramento si tradusso in termini politici, L'armistiaio fu interpretato con spirito pit aporto,I'Italia normalizz o quasi le sue relazioni diploma- tiche cogli altri paesi, entrd a far parte di vari_ organismi_ intornazionali Tuttavia alla Conferenza della Pace o ai tavoli dove erano uomini mai stati a contatto con Italia liberata, italiani ardenti div pac triottismo ~ come Aleide De Gaspori ~ dovet- tero riconoscere che c'era ancora molta strada da percorrere per adeguare al piano morale raggiunto, il piano politico e diplomatico. Fy allora che dovemmo sentire come il rif tare la firma avrebbe significato ribadi Visolamento nostro, mentre nostro supremo interesse era di rientrare di pieno diritto nel concerto delle Nazioni, appunto perché erd- vvamo siouri di noi stessi e del nostro avvenire, Non firmando, avremmo in un certosenso dato ragione agli autori del Tratiato, i quali non si erano agcorti che fra il pit imagionovolo degli armistizi ¢ i negoziati ai Parigi il clima nazionale ¢ interazionale dell'Ttalia era pro- fondamente mutato. Da allora gli spiriti mutarono gradual- mente, fino a che si cristallizzd una atmosfera ai cui esprossione pit recente fu l'accoglienza cordiale ¢ leale che le Potenze, riunite a Parigi per la ricostruzione economica dell"Europa, fecero ad una rinnovata Italia, riconoscendole Ja posizione o Minfluenza che le spettano, id prima dell’atto formale della. nostra ratifiea dol Trattato . Ma non @ solianto da un’punto di vista immediato che va posta la questione. Per noi é necessario creare delle vie libere intomo alla nostra politica. Un singolo uomo diventa un eroo se rimane in prigione; un popolo non ha il diritto di rimanere in un campo di concentramento, un popolo deve affermarsi, agire, espandersi. (Applausi al een- tro). E soprattutto quando, temporaneamente 6 no, non si é forti, che bisogna~se non si viol essore esclusi dalla vita ~ accettare il prinei- pio della cotlaborazione. Guardate la Germania, ancora immersa nello stupore che segue Ia crisi di follia, quale quella di cui questo sciagurato popolo fu reda; essa glace accasciata © son certo che vi sono ancora tra I tedeschi dei nezisti abba- stanza fatul per compiacersi del loro: isola- mento. Ma noi Italiani, la cui vita ¢ sempre stata tanto pitt dura di quella dei ben pasoiuti tedo- sehi, possiamo bens! sentir pieta del loro fato come si ha piota dello follie di don Chisciotte, ma non indulgere agli stessi sentimenti, poi- cché abbiamo superato il punto morte e riacqui- stato una sana fiducia in noi stessi, ben di- versa dalla malata megafomania che ha inva~ sato per tanti anni la Germania, Guardate invece la Cecoslovacchia: sem-” pre fedele, sotto la guida di Masaryk e di ‘Benes, alla collaborazione internazionale. Essa cadde: a Berchtesgaden ¢ a Palazzo Venezia inrisaro alla sua caduta; ma essa risorse oircon- data dal rispetto del mondo. Purtroppo noi italiani facemmo Mespe- rienta invetsa, Pagammo il fio del massimo errore doi capi fascisti: aver rotto la colla- Dorazione internazionale, Ormai la coscienza dei popoli tende ad una sempre maggiore coordinazione econo- mica © morale, come condizione essenaiale di pace e di progresso. E i popoli hanno forse eapito tutto questo meglio dei governi ed @ pereid che ~ in assenza di un organismo inter- nazionale in perfetta efflcionza ¢ di una com. penetrazione di interessi sentiti da tutti - dobbiamo porei al riparo dal pericolo che, in caso di crisi, il problema europeo si ponga di nuovo in tetmini di forza, B qui che noi ita liani non dobbiamo farei illusionis in caso di ritorno alla violenza, sara chi 4 militarmente pit disarmato che soccombera pel primo, che paghera per tutti. Oltre @ queste elementari ragioni ai sicu- rozza, che ci spingono a solidarizzare con gli sforzi di tutti quoi paesi europol che sono decisi ad adoperarsi in ogni modo perché sia scon- giurato il pericolo di una nuova guerra, vi sono altro ragioni, che ¢i consigtiano di repri- mero giusti sdegni o santi dolori pur di colla- botere a una impostazione non jsolazionista, della nostra politica estera, Gli avvenimenti degli ultimi anni hanno impresso un tale ritmo al progresso collet- tivo degli uomini, da modificare completa- monte il volto delia societa. Cib che noi ab- biamo chiamato finora democrazia si avvia @ Givenire democrazia pitt ampia ¢ pia vera, tra- sformandosi in regime che pud reggersi solo se sostenuto dalle grandi masse popolari in continua, pacifica ascesa. Ma come potremmo effettuaré la. costruzione di tale solida moderna democrazia, come potrebbe aver luogo quosto

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