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(eo O ere Li) Ld OY) 0 Lo OMS CO lore UNA LACRIMA PER TE L’altra notte mi sono fermato sulla spiaggia ad osservare il cielo. Tu non c’eri ma ho visto i tuoi occhi pieni di malinconia ed ho provato una stretta al cuore mentre una lacrima scendeva sul mio viso. Pade Estratto dal yolumetto di pensieri «Sei veramente vivo soltanto se... » dello stesso editore, Presentazione dell’editore Il successo ottenuto dalla collana «La salute atiraverso le medicine naturaliv, testimoniando Vesistenza di un numero sem- pre crescente di persone interessate ai metodi naturali di preven- zione e cura delle malattie, ha rafforzato la mia convinzione nel- la validita di iniziative editoriali dedicate alla salute ed ai suoi problemi. Nell’intento di venire incontro alle esigenze dei lettori allar- gando l’indagine ad aspetti non ancora trattati, presento la nuo- va collana «Salute naturale», comprendente una serie di pubbli- cazioni che hanno il merito di associare al rigore scientifico, che la materia richiede, la semplicita e la chiarezza che rendono Iar- gomento accessibile a tutti. Queste opere di carattere generale o dedicate a temi specifi- ci, sono tutte frutto dell’esperienza di specialisti che, rivedendo in chiave critica la scienza medica tradizionale, hanno scoperto le infinite possibilita che la Natura offre all’uomo per mantenere o ritrovare la sua piena efficienza funzionale senza ricorrere a medicinali di sintesi o ad interventi chirurgici che rappresentano pur sempre quatcosa di innaturale e traumatico per l’organismno. I metodi terapeutici naturali, gid ampiamente collaudati in molti Paesi, riflettono una nuova concezione della medicina: non pitt medicina repressiva tendenie ad eliminare i sintomi delle malattie, ma ricerca approfondita delle reali cause dei disturbi e quindi delle cure volte a rimuoverle in profondita. 1 vari organi del corpo vengono considerati nella complessi- ta delle loro relazioni cost come I’uomo viene considerato nella sua globalita, nel suo essere corpo e mente, materia e spirito. Eun modo di intendere la medicina che porta il singolo indi- viduo a riappropriarsi del proprio corpo, per usare un’espressio- ne cara a quanti rivendicano il diritto dell’uomo ad essere sem- pre e comunque soggetto attivo del suo divenire e non oggetto passivo di cure e decisioni altrui. Si tratta di capire il funzionamento e la complessita dell’or- ganismo, di cogliere ed analizzarne le manifestazioni e le reazio- ni, di operare e collaborare alla guarigione o al mantenimento della salute, la cui gestione é stata finora affidata, direi quasi cie- camente, agli specialisti e agli addetti ai lavori. In questa pro- spettiva, anche il ruolo del medico e soprattutto il rapporto medico-paziente sono destinati a cambiare, mettendo in crisi la medicina tradizionale e le sue istituzioni. Queste pubblicazioni a carattere divulgativo si propongono di iniziare la massa dei profani alla comprensione dell’anatomia e della fisiologia del corpo umano, delle sue disfunzioni e delle sue malattie e di suggerire mezzi naturali di prevenzione e cura, puntando sull’alimentazione sana e razionale, sul corretto eser- cizio fisico, sul massaggio, sulla fitoterapia e sull’utilizzazione delle proprieta terapeutiche di sostanze naturali che l’organismo puo assimilare senza danno. Di facile consultazione, questi libri possono essere un valido strumento di educazione o rieducazione sanitaria, fornendo quelle nozioni basilari che rendono la persona capace di cono- scere il proprio corpo, di curarlo rispettandone le peculiarita e, in caso di gravi disturbi, di servirsi correttamente delle strutture esistenti, controllando il funzionamento e la rispondenza dei ser- vizi ai fini per cui sono istituiti. L'editore Sergio Musumeci Come praticare l’orticoltura senza concimi né trattamenti chimici, Che cosa seminare, quando e come. Introduzione e cronistoria Volendo definire l’alimentazione attuale con un attributo che ne sintetizzi la caratteristica pid saliente, potremmo dire che é devitalizza- ta. La stessa terra da cui proviene é inquinata: i vegetali gia all’ origine carenti € sottoposti a trattamenti vari, subiscono prima di essere con- sumati una serie di operazioni: vengono raffinati, riscaldati, sterilizza- ti, colorati, decolorati, irradiati (patate), gassati (agrumi), protetti con sostanze chimiche da eventuali parassiti (grano). L’agricoltura tradizionale ci ha tramandato terreni in perfetto sta- to. La degradazione é avvenuta progressivamente nel corso del XX se- colo ad opera dei concimi chimici, dei pesticidi, dell’impiego di mac- chinari troppo pesanti, della monocoltura, del disboscamento, dell’estirpazione delle siepi. Questo non significa che l’agricoltura biologica rappresenti un ri- torno al passato, perché non si torna mai indietro. In ogni tempo econ altri mezzi, gli uomini hanno degradato il loro ambiente e la loro stessa sorgente di vita: lo prova la trasformazione in deserto di parte del Ba- cino mediterraneo, del Mato Grosso in Brasile, attraverso il disbosca- mento e il prolungato e continuo pascolo di animali. L’uomo crea i de- serti (tocca a lui restituire la vita alle terre). Ogni metro quadrato restituito alla vita, ogni siepe salvaguardata 0 piantata, contribuisce alla nostra sopravvivenza ed ognuno di noi ne ¢€ personalmente responsabile. L’orticoltura é un’attivita liberamente orientata ed organizzataed é inoltre un elemento di equilibrio individuale: infatti, costringe il cor- po ad un’attivita fisica benefica e, nello stesso tempo, obbliga lo spiri- to a distaccarsi dagli elementi che turbano la vita moderna e la vita in- teriore, quindi ritempra il corpo e lo spirito. L’orticoltura non vincolata agli schemi del reddito industriale di- venta un’arte, traducendo una grande ingegnosita, portando ad un continuo affinamento tecnico, come dimostrano le tecniche che pre- senteremo. E necessario, anzitutto, chiarire il significato del termine biologi- co, che vuol dire: «che si riferisce alla vita». Con l’espressione «agri- coltura biologica», ormai entrata nell’uso corrente, si indica una real- ta: Pesistenza di un’agricoltura che ha respinto la moderna agrochimi- ca che conduce alla distruzione della base stessa della vita umana. Dal- la degradazione dell’humus', base della fertilita del suolo, deriva la di- minuzione della capacita degli alimenti di nutrire Puomo, mancando «la qualita biologica» necessaria a mantenere la vita. L’agricoltura biologica & il risultato di nuova presa di coscienza, la base del pensiero ecologico moderno: scegliere questo tipo di agri- coliura ed j suoi prodotti per la propria alimentazione e quella dei pro- pri familiari, scegliere questo modo di coltivare l’orto, costituisce un impegno concreto e reale di fronte alle velleita di difendere la natura, agli appelli ai pubblici poteri, ai proclami senza futuro. Non ci definire «ecologisti» se per il proprio. consumo non ci si sforza di ricor- rere ad alimenti prodotti da coltivazioni biologiche; l’agricoltura ed il giardinaggio biologici e l’alimentazione naturale sono frutto di una scelta che l’individuo pud fare liberamente; si pud sperare di modifica- re le strutture esistenti facendo per prima cosa — e subito — certe scel- te pratiche. Nonostante alcuni segni di apertura, sulla spinta dell’opinione pubblica e della crisi energetica, le strutture ufficiali, ispirate soprat- tutto dalle industrie chimiche, agroalimentari e farmaceutiche, non sempre riconoscono I’esistenza legale dell’agricoltura biologica, rico- noscimento di cui si potrebbe fare a meno se tale situazione non impe- disse troppo spesso all’agrobiologista di fare assegnamento sul proprio metodo di produzione, ‘Humus: vedi glossario. Secondo certi pensatori e legislatori ufficiali, tutto sarebbe biologi- co, visto che un vegetale o un animale, cresciuti naturalmente o no, so- no comunque esseri viventi. Certo, si potrebbe anche dire che un essere vivente in buona salute ¢ un moribondo sono entrambi esseri viventi, quindi ugualmente biologici. 1 consumatori, dal canto loro, non do- vrebbero rilevare inconvenienti nel fatto che l’agricoltura chimica ac- compagna i suoi prodotti con precisazioni quali: grano cresciuto in un campo diserbato con 2-4-5 T?. Nell’agricoltura industriale, il principio della fertilizzazione pre- vede di reintegrare nei terreni i tre elementi fondamentali, sotto forma di concimi solubili. N: azoto: Dopo averlo prima estratto dai nitrati del Cile, lo si ot- tiene ormai da vari anni dal petrolio con un procedimento chimico, estremamente costoso dal punto di vista energetico: 1 tonnellata d’azo- = parecchie tonnellate di petrolio. P: fosforo: Immesso nel suolo sotto forma di fosfati naturali o trasformali in superfosfati resi solubili attaccandoli con l’acido solfo- rico. K: potassio: Proveniente dalla silvinite, minerale estratto in Alsa- zia, costituito da cloruro di potassio. Se ne elimina il sale che viene get- tato nel Reno e raggiunge infine la falda freatica dei Paesi Bassi, con soddisfazione degli Olandesi... Finché ’humus lasciato dalla fertilizzazione tradizionale é stato sufficiente, i risultati sono sembrati soddisfacenti tanto che si é arrivati persino a pensare che la terra fosse soltanto un supporto per la pianta. Intanto aumentavano i terreni che non ricevevano materie organiche o vegetali e la paglia veniva bruciata. Per nutrire la pianta, di cui si era creduto poter determinare scientificamente e con precisione le esigen- ze, si € ipotizzata un’unica soluzione: il concime chimico solubile. 22.4-5 T: diserbante agricolo defoliante mil I successi ottenuti dalle scienze fisiche e chimiche avevano lasciato supporre che si poteva procedere nello stesso modo nell’ambito pro- priamente biologico. Non era, invece, cosi. Dopo alcuni anni di rese spettacolari, fu ne- cessario forzare le dosi di concimi (il che, certo, non dispiacque a tutti). Intanto le malattie ¢ i parassiti devastavano queste fragili pian- tagioni che si dovette proteggere con l'aiuto di potenti pesticidi. I con- sumatori, perd, a poco a poco si allontanavano da questi prodotti dal gusto incerto. Quella che era stata presentata come la fertilizzazione ideale e scientifica aveva il suo merito principale nell’aver permesso a certe in- dustrie di riconvertire la produzione (fabbriche di esplosivi trasforma- te in fabbriche di concimi azotati), di vendere gli scarti (scorie di defo- sforazione) ¢ di trovare nell’agricoltura milioni di clienti trasformati in schiavi dei pesticidi e dei costi. In un tale i insieme, non é mai stato posto il problema della salute ultati? I prodotti, innanzitutto. L’agricoltore che sfrutta la chimica, in genere, non utilizza i prodotti trattati, Freguentemente, per il proprio consumo, coltiva un orto fertilizzato secondo metodi na- turali, lasciando all’altrui consumo la sua produzione. Prescindendo da considerazioni di ordine etico-professionale, bisogna per lo meno riconoscere una manifestazione di sana diffidenza contadina nei con- fronti della novita, Il coltivatore, condizionato da una propaganda po- tente, indebitato per pagare i macchinari, teso alla ricerca di un reddito illusorio, dimentica che la sua funzione fondamentale é quella di nutri- re gli uomini. I fertilizzanti chimici, che abbiamo-citato, passano nella linfa del- le piante, diminuendone la qualita; cellule dilatate contenenti azoto in eccesso, cioé nitrili tossici, abbondanza di potassio i cui effetti cance- rogeni sono ormai stati evidenziati da molto tempo dai fratelli Voisin. I concimi chimici hanno un effetto «bloccante» nei confronti degli oligo-elementi come il rame, il magnesio, lo zinco, il ferro ecc., indi- spensabili all’equilibrio vegetale ed umano. Inoltre, per loro effetto, i terreni sono mantenuti ad uno stadio di PH alcalino, condizione propizia al cancro; il lavoro viene eseguito 10 con I’ausilio di macchinari sempre pid pesanti che induriscono il suolo. Le siepi vengono strappate per aumentare il terreno coltivabile e facili- tare le manovre dei macchinari. I risultati sono evidenti: raffredda- mento, disseccamento dei campi ad opera del vento, scomparsa degli uccelli, peggioramento delle condizioni climatiche, Per avere un quadro completo della situazione dell’agricoltura at- tuale, bastera aggiungere i diserbanti, dalle proprieta cancerogene ¢ te- ratogene, che disorganizzano la vita del suolo. Su questo suolo morto, dal quale sono scomparsi microbi e lombrichi, si sviluppano ortaggi e piante forzati, cresciuti troppo in fretta, incapaci di resistere alle ma- lattie, ai parassiti, agli insetti, alle malattie crittogamiche. Diventa al- lora necessario, per salvare le colture, far largo uso di pesticidi e fun- ghicidi di sintesi dagli effetti variabili. Queste sostanze, rese obbligato- rie dalla fertilizzazione chimica, si trovano negli ortaggi, nella frutta, nel latte e derivati, nei tessuti dell’uomo che recupera cosi quel che ha seminato; H.C.H., Heptalcloro, Aldrina, Dieldrina e derivati del D.D.T. In certi Paesi, persino il latte materno contiene dosi di pesticidi pid volte superiori alle dosi tollerate dall’O.M.S. *(e d'altronde varian- ti da Paese a Paese). La tossicita di questi prodotti é ben conosciuta e gli effetti del loro impiego si faranno sentire a lungo. Le molecole di sintesi che non esistono in natura non sono biode- gradabili o lo sono in minima parte. La loro permanenza é pertanto duratura: si ritrovano, come i nitriti edi nitrati, nelle acque delle sor- genti, dei fiumi, dei mari. Molte persone, agricoltori, agronomi, filosofi, terapeuti, si sono ben presto resi conto che tale sistema conduceva rapidamente alla di- struzione dei terreni per la scomparsa dell’humus, alla diminuzione del valore nutritivo degli alimenti, alla modificazione del loro sapore, alla malattia e, a lunga scadenza, alla degenerazione della specie umana. II tecnicismo esasperato non si addice alla vita né in agricoltura né in me- dicina. 4O.M.S.: Organizzazione Mondiale della Sanita. M1 che, Oggi si presenta una prospettiva nuova: /’agricoltura biologica pur ritrovando la via tradizionale, sfrutta le ricerche pit recenti. L’agricoltura biologica, ormai collaudata da varie decine di anni, pud attualmente avvantaggiarsi di una solida esperienza. PARTE PRIMA I principi dell’agricoltura biologica L’agricoltura biologica mira essenzialmente a ripristinare la fertilita dei terreni e a proteggere Pequilibrio naturale, mentre le tecniche dell’agri- coltura chimica portano alla profonda degradazio- ne della struttura del terreno, che si trasforma a poco a poco in deserto. 1. Principi fondamentali e tecniche dell’agrobiologia L’agrobiologista rifiuta del tutto i concimi chimici ed i pesticidi di sintesi, i cui effetti negativi sono gid spesso stati sperimentati dal suo organismo. La fertilizzazione viene realiczaia usando unicamente la composta' (a base di paglia e di deiezioni animali) e concimi verdi (tr foglio, faverella) che arricchiscono il terreno di azoto. La vita microbi- ca del suolo viene stimolata ¢ conservata e, a tale scopo, non si lascia mai la terra spogtia di vegetazione, ma si provvede a copritla con pa- alia o concimi verdi. I! suolo non viene mai rigirato, ma viene dissoda- to in superficie e ricoperto: La materia organica o vegetale non viene mai interrata, ma incor- porata allo strato superficiale del terreno. Si evita la monocoltura che isterilisce il terreno, come si é verificato in vaste regioni degli Stati Uni- ti, ormai di trutte. Si praticano Ia policoltura ela rota- zione agraria, avendo ormai constatato la validita dell’equilibrio esi- stente nella pratica dell’agricoltura tradizionale, Questo significa che gli animali sono sempre presenti, che gli alberi e le siepi, che proteggo- no ¢ rendono armonioso il paesaggio rurale, sono rispettati. L’uomo, Ja cerra ¢ le piante fanno parte di un tutto unico ed armonioso: la natu- ra. Con la natura, agricoltore deve allearsi anziché combatterla per avidita od egoismo: cosi tutti gli esseri collaboreranno alla sua opera, mentre le energie cosmiche ed i cicli naturali asseconderanno il suo la- voro. 'Wedere capitolo Composta. 15 I terreni riconyertiti in coltivazioni naturali rappresentano oasi di equilibrio, mentre le grandi concentrazioni urbane ed industriali, Vin- quinamento dei mari, il disboscamento, la diminuzione della vita nei terreni, perturbano, come ognuno di noi pud constatare, gli scambi con l’atmosfera e sconvolgono il clima. Il rendimento La resa dei terreni coltivati biologicamente é paragonabile alla re- sa che si ottiene con i mezzi chimici. La situazione si sta, perd, modifi- cando, in quanto la fabbricazione dei concimi chimici diventa sempre pit costosa per l’elevato consumo di energia, mentre Vagrobiologista tende a diventare autonomo ed autosufficiente per la fertilizzazione dei suoi terreni. Se pratica l’allevamento, le buone condizioni sanitarie del suo bestiame — malgrado sia talvolta costretto a sottoporlo a vac- cinazioni obbligatorie — gli permettono di ricorrere solo eccezional- mente ai servizi veterinari ¢ inoltre, usando il concime naturale, arric- chisce costantemente di humus i suoi terreni, cui assicura un futuro di fertilita. 1 suoi figli non riceveranno in eredita una terra sfruttata ed isteri- lita. La sarchiatura manuale e la preparazione della composta rappre- sentano indubbiamente un sovraccarico di lavoro per l’agricoltore, ma gli permettono di contribuire alla salvezza della terra ed al benessere degli uomini: questa consapeyolezza sara certo per lui fonte di soddisfa- zione. L’agrobiologista ha fatto la sua scelta, nonostante l'incompren- sione dei suoi vicini e, talvolta, nonostante la mancanza di assistenza tecnica. Anche il consumatore deve scegliere i prodotti giusti. Attualmen- te, tutti sono ormai consapevoli della cattiva qualita dell’alimentazio- ne industriale. Si obietta talvolta che, essendo l’inquinamento genera- le, nessuno pud pretendere di ottenere prodotti biologici. E un’affer- mazione errata: infatti, se l’agrobiologista deve per certi aspetti subire le scelte dei suoi vicini (acque di ruscellamento, trattamenti tossici ae- rei), la sua terra, acquisisce pero una composizione che non éassoluta- 16 mente paragonabile a quella di una terra che viene considerata come un semplice supporto ai concimi chimici. Il terreno fertilizzato biologicamente é ricco di humus, ricco di vi- ta: micro-organismi, batteri, funghi, lombrichi. Il problema deve quindi essere considerato con chiarezza: quanti mettono in dubbio la validita della produzione biologica, traendo pretesto dal fatto che non tutta la superficie terrestre é stata riconvertita alle nuove tecniche, so- no indubbiamente in malafede. Se realmente si comprende la portata di tale sforzo, si cercherd di sostenere e promuovere la riconversione, senza fidarsi di una presunta protezione della salute dei consumatori da parte dello Stato, Perché non fidarsi? A sostegno della nostra tesi, riportiamo un esempio: a che serve perdere il proprio tempo a decodi: ficare i nomi dei coloranti sulle confezioni dei prodotti alimentari, quando basterebbe semplicemente eliminare tutti i coloranti, conser- vanti, edulcoranti, emulsionanti, ecc. Se avessero realmente a cuore la salute dei consumatori, gli organi preposti alla loro tutela avrebbero gid emanato disposizioni in tal senso. Ogni uomo pud produrre una parte delle sostanze necessarie al suo fabbisogno alimentare se vuol sapere cid che mangia e riallacciare dei legami con la terra, con i vegetali che, per dare, hanno bisogno di ricevere, di essere amati. Come ai bambini non sono sufficienti razioni di cibo pur equilibrate e ben dosate, ma per vivere e svilupparsi é ne- cessario l’affetto, cosi ¢ per tutto cid che nasce, vive e muore: suolo, alberi, piante, animali. Se non si ha la possibilita di dedicarsi all’orticoltura e di essere au- tosufficienti dal punto di vista alimentare, é perd possibile trovare frutta, verdura, cereali, latticini, ottenuti con procedimenti rigorosa- mente naturali. Bastera cercarli nei negozi specializzati fra i prodotti che offrono una garanzia scritta di coltura biologica. Le basi di un’alimentazione normale poggiano su/ consumo quoti- diano di verdura e frutta, purché ottenute in modo sano e naturale. la maggioranza della popolazione dei Paesi industrializzati soffre di di- sturbi, di malattie, di vulnerabilita alle infezioni, dovuti alla mancanza di cellulosa, di vitamine, di magnesio, di sali minerali, cioé di quelle sostanze che abbondano nei legumi e nei cereali. 2. Le principali correnti dell’agricoltura biologica Questa presentazione si propone di spiegare al coltivatore dilet- tante gli elementi che hanno permesso di giungere ad una conoscenza e ad una pratica coerenti di agricoltura ed orticoltura biologiche, Alcune persone illuminate — in luoghi diversi ed in epoche pit o meno recenti — constatando che |’agricoltura moderna si stava dibat- tendo fra varie difficolta, hanno cercato con i mezzi di cui disponeva- no di sbloccaré la situazione in modo originale. Tutte le correnti hanno in comune I’esaltazione delle forze vitali e tutte hanno dato un prezio- so contributo alla soluzione dei problemi. a) La biodinamica Le basi di tale corrente furono gettate sin dal 1924 da Rudolf Stei- ner attraverso le «6 conferenze sull’agricoltura»: visione geniale, con- siderazione interiore dell’organismo - terra nelle sue relazioni con il tutto cosmico. Le applicazioni pratiche su vasta scala di tale metodo si devono essenzialmente a E. Pfeiffer. L’apporto pit) rilevante dal punto di vista metodologico é dat - dall’utilizzo di preparati per dinamizzare i vegetali e le compo- ste. ~ dall’integrazione di tutti gli elementi nel lavoro agricolo: flora, clima, paesaggio, ambiente, energie cosmiche, in una prospettiva real- mente umana ed ecologica, b) Metodo Howard Sykes (Paesi anglo-sassoni) Sir Albert Howard con il suo «Testamento agricolo» (1940) ha la- sciato all’umanita un’opera di fondamentale importanza per rigore scientifico, profondita di pensiero ed immenso campo di applicazione. Ad Howard va il merito di aver messo in evidenza la relazione esistente tra le malattie vegetali (e umane per conseguenza) e la fertilizzazione minerale solubile, frutto della scienza tecnicistica del XIX secolo. Ad Howard risale l’invenzione di tecniche di correzione del terreno appli- 18 cate con successo ovunque (aerazione, rapporto carbonio-azoto) e la razionale utilizzazione dei concimi verdi. Queste tecniche rappresenta- no i principali risultati dei suoi lavori. ¢) Metodo Rusch-Miiller (Svizzera) Questo metodo, particolarmente adatto per i paesi di montagna, prevede l’immediato spargimento del letame ottenuto nelle stalle sulla superficie dei terreni (concimazione superficiale) e |’utilizzo di polvere di silice. Rusch ha ideato e messo a punto un metodo per la valutazione della fertilita dei terreni. d) Metodo Lemaire-Boucher Tale metodo, il pit diffuso in Francia, si ispira alle tecniche di correzione del terreno suggerite da Howard per la fertilizzazione dei terreni ¢ sfrutta in particolare un’alga calcarea presente nell’oceano: il litotamo, di cui sono note le proprieta stimolanti ¢ riequilibranti. Tale metodo, proponendo agli agricoltori ed agli orticoltori un insieme di prodotti fertilizzanti e di consigli tecnici, sintetizza ed applica le fonda- mentali leggi della coltura biologica: concimi verdi, aromaterapia, po- licoltura. e) Metodo Jean Pain Tale metodo, ideato ed elaborato dal suo autore espressamente per il clima secco del Mezzogiorno della Francia, consiste nel far fer- mentare cespugli selvatici appena tagliati. E una tecnica che da risultati sorprendenti, permettendo di coltivare i terreni senza irrigazione e si presta pertanto ad essere diffusa ed applicata nei Paesi del Bacino Me- diterraneo, che rischiano di trasformarsi in deserti anche ad opera de- gli incendi che hanno devastato grandi estensioni di terre coperte da vegetazione. Le popolazioni di queste zone, per secoli, senza i moderni mezzi escogitati dalla tecnica e dalla burocrazia, erano riuscite a proteggere la vita delle loro regioni... poi, con l’ayvento dei tempi nuovi, per so- pravvivere hanno dovuto abbandonarle. Anziche accettare e in un certo senso favorire l’esodo dalle cam- 19 pagne povere, con la giustificazione che la loro coltivazione non é red- ditizia, sarebbe pid opportuno cercare di renderle fertili sfruttando le proprieta fertilizzanti delle sterpaglie; tale metodo offrirebbe il duplice vantaggio di conservare il sottobosco e di restituire terre oggi incolte all’agricoltura. 3. L’uso della composta A proposito della coltivazione biologica, si sente talvolta dire, piu © meno disinteressatamente o per scarsa conoscenza del problema, che se non si mette niente non si raccoglie niente: é evidente. Si vorrebbe con tale affermazione lasciar intendere che non esistono alternative di- verse: o si lasciano crescere stentatamente le verdure o si aggiungono di nascosto concimi chimici. Eppure !’agricoltura non é certo nata con i concimi chimici, il cui uso risale a qualche decennio fa: la nostra stessa esistenza prova che, per secoli, si é potuto raccogliere il grano e preparare il pane per nutri- rel’organismo umano, senza ricorrere al concime completo N.P.K. ed al suo corteo di pesticidi. La coltura biologica prevede l’uso di sostanze fertilizzanti naturali sfruttando ed applicando tecniche lungamente elaborate e largamente sperimentate. a) Che cos’é la composta La composta viene ottenuta mediante la fermentazione di sostan- ze organiche e vegetali. Le piante coltivate, in particolare gli ortaggi, sono piante selvatiche che l’uomo ha migliorato e manipolato per ren- derle pitt adatte al consumo: ne ha sviluppato le dimensioni, i fiori, le radici o le foglie, secondo i tipi di pianta. L’intervento migliorativo operato sulle piante le ha rese pil esigenti; le specie «add omesticate» sfruttano il terreno pit delle corrispondenti specie selvatiche e quindi rendono necessaria la reintegrazione delle sostanze assorbite nel terre- no per renderlo nuovamente fertile. La composta é la sola cosa real- mente indispensabile all’orticoltura biologica. 20 SCHEMA 1 Ll mvechto ob composta Allo stato naturale, le foglie degli alberi, le erbe, le deiezioni ani- mali e gli insetti morti formano uno strato che viene lavorato e trasfor- mato da una moltitudine di micro-organismi, di funghi, d’insetti, di lombrichi, in un processo che sfocia nella lenta formazione dell’humus fertile. In un’economia di sussistenza, si sfrutta l’humus che si é for- mato spontaneamente, mentre con un’agricoltura moderna si cerca di accelerare la formazione dell’humus partendo dalle stesse sostanze. LA COMPOSTA: tecnica di base dell’agricoltura e dell’orticoltu- ra biologiche. Correttamente applicata, da risultati sicuri. La compo- sta, paragonabile al lievito che fa lievitare la pasta, ¢ il nutrimento del terreno che, a sua volta, nutre la pianta. b) Come preparare la composta IL LUOGO: occorre scegliere, se possibile, un luogo riparato da un muro, una siepe, da arbusti, da alberi, evitando pero le piante resi- nose. Sono particolarmente adatti i noccioli, le betulle, gli ontani, ma una buona protezione pud essere data anche da erbe con stelo alto co- me girasole o granturco. Occorre predisporre uno spazio sufficiente- mente ampio da permettere l’uso della forca, |’accesso con la carriola e la possibilita di innaffiare con facilita la composta. Si raccomanda di dare al mucchio un orientamento Nord-Sud. L’area su cui preparare la composta non deve essere ricoperta di cemento, ma di terra per permettere gli scambi con la terrae facilitare la risalita dei lombrichi, Dallo spazio prescelto si provvedera ad aspor- tare un sottile strato di terra dello spessore di 10 cm, L’estensione dello spazio dipendera dalle dimensioni dell’orto da fertilizzare e dalla quantita di sostanze da far fermentare. c) Quali materie prime utilizzare Rifiuti vegetali: piante, erbe, resti di colture, foglie secche, cardi, segatura, paglia, erbetta rasa forniranno soprattutto la materia carbo- niosa e cellulosica. Materia organica: \etame, escrementi di gallinacei, piume, forni- ranno l’azoto. Possono essere utilizzati anche rifiuti organici casalin- ghi per la cui raccolta si consiglia l’uso di un’apposita pattumiera, nel- 22 la quale dovranno finire solo i rifiuti biodegradabili. Nella composta non si devono mettere materie non biodegradabili: vernici, vetro, pla- stica, detersivi, metalli, ecc. E comunque necessario tener presente che la composta risultera piti o meno ricca di elementi, in rapporto alla varieta delle sostanze usate. Si badi bene che alla composta non dovranno essere incorporate erbe infestanti il cui seme sia giunto allo stadio di maturazione, Per utilizzarle e permettere un pit facile attacco da parte dei micro- organismi, é necessario sminuzzarle e schiacciarle il pit possibile. Cer- te sostanze particolarmente legnose richiedono un lungo periodo per la trasformazione. Gli steli ele foglie di alcune specie, per esempio i pla- tani, dovranno essere ammucchiate a parte ed eventualmente incorpo- rate successivamente alla composta, dopo la decomposizione, a meno che non si disponga di un frantumatore, Tutti i materiali usati devono essere mescolati in modo omogeneo quindi ammassati per formare un mucchio dalle dimensioni variabili in rapporto alla quantita di materia usata, comunque circa 1,20.- 1,50 di larghezza e 80 cm - 1,20 m di altezza. Tali dimensioni, benché appros- simative, devono essere rispettate se si vuol ottenere una corretta fer- mentazione, Il mucchio non deve essere troppo piatto né troppo alto o troppo stretto: solo proporzioni equilibrate sortiscono gli effetti desi- derati. Il terreno ricevera inoltre un corretto nutrimento soltanto se le sostanze carboniosiche, cellulosiche ed azotate saranno presenti in proporzioni equilibrate (schema 1). Il letame proveniente dalla stalla potra fornire la base ideale, con- tenendo anche paglia calpestata ed imbevuta di urina di mucche. Lo sterco raccolto nei prati e sminuzzato pud costituire un ottimo lievito per la composta, purché si evitino, come anche per il letame provenien- te dalle stalle, gli escrementi di animali cui sono somministrati antibio- tici: tali sostanze, infatti, finendo nella composta, potrebbero contra- stare la fermentazione. L’effetto degli antibiotici pud, perd, essere neutralizzato da com- plessi a base di essenze di piante. Gli orticoltori che svolgono le loro attivita vicino ai grandi centri urbani incontreranno difficolta a reperire letame, ma potranno co- munque ricorrere ai maneggi ed agli ippodromi. Il letame proveniente 24 Achillea millefoglie Camomilla dai mattatoi, molto compatto e povero di paglia, deve essere spezzetta- to con la forca e, prima di essere utilizzato e fatto fermentare, deve es- sere unito a paglia e foglie. Anche gli allevamenti domestici di conigli e galline possono forni- te letame. Sara utile percid prevedere per pollai e conigliere una dispo- sizione e aperture adatte, che ne facilitano la pulizia. Gli escrementi dei gallinacei, molto ricchi di azoto, saranno incor- porati alla composta. Per utilizzarne interamente le proprieta, se ne consiglia la preventiva macerazione in recipiente non metallico. Man mano che si forma il mucchio, sara opportuno aggiungere ai vari livel- li, alcune manciate di alga calcarea (con aggiunta di fosfati in inverno) distribuendola bene, in modo che I’azione bonificatrice ¢ stimolante venga uniformemente esplicata. Se si vuole ottenere una composta da utilizzare rapidamente (nel giro di 4 - 6 settimane), dopo aver formato il mucchio occorre bagnar- lo abbondantemente e comprimerlo per far in modo che l’acqua im- pregni bene tutte le sostanze che lo compongono. Si consiglia di man- tenerlo umido, per una settimana circa, periodo che coincide con la co- siddetia fase anaerobica (senza ossigeno). Sara quindi necessario rime- scolare ed arieggiare il mucchio facendo passare all’interno le parti esterne ¢ viceversa. Il mucchio dovra infine essere coperto da un sottile strato di terra, quello tolto dall’area su cui sorge, per esempio, quindi da uno strato di composta gia matura ed infine protetto dalle intempe- rie, con paglia disposta ai lati. Avra cosi inizio la fase aerobica (con os- sigeno). Si possono prevedere camini di aerazione costituiti da fascine disposte su tutta la lunghezza della base e verticalmente ad un metro di distanza l’una dall’altra o da pali, un po’ spessi, che, una volta rimossi lasciano delle specie di condotte che permettono la circolazione dell’aria (schema 2). La seconda fase, la piu attiva, determina la tra- sformazione delle materie ammassate e porta alla formazione di un prodotto completamente nuovo per composizione ed aspetto. Durante la fermentazione, si ha generalmente una produzione di calore di in- tensita proporzionata alle dimensioni del mucchio. Si possono ottenere composte anche se non si verifica produzione di calore, come capita spesso quando il mucchio é di dimensioni limitate 0 viene formato gra- 26 datamente. La composta ottenuta é ugualmente valida, ma la sua fer- mentazione dura pil a lungo e richiede frequenti rimescolamenti. Per una corretta trasformazione delle sostanze, occorrono cure ed attenzioni particolari: la composta deve essere considerata come orga- nismo da proteggere dal freddo, dal vento, dal sole, dalla pioggia e da tutti quegli elementi che potrebbero rallentare od arrestare il processo di fermentazione. In base a tali precisazioni, si comprende l’importan- za del luogo prescelto per la fermentazione. Pud rendersi talvolta indispensabile la copertura del mucchio con paglia o sacchi per evitare che venga bagnato dalla pioggia, disseccato oraffreddato, secondo le condizioni ambientali. La condizione meteo- rologica pi favorevole per rigirare il mucchio é cielo coperto con as- senza di vento. Se il mucchio emana troppo calore si possono trovare tacce biancastre all’interno oppure il mucchio pud presentare parti non decomposte. Eventuali cattivi odori che si sprigionano dal mucchio segnalano che la fermentazione non avviene normalmente: in tal caso, occorre di- sfare il mucchio, bagnarlo, incorporare sostanze che stimolino la fer- mentazione - un po’ di terra presa dall’orto, della composta gia pronta - quindi ricomporre il mucchio. Dopo la produzione di calore, la com- posta matura lentamente. Si pud considerare pronta quando si presen- ta morbida, con una colorazione brunastra ed emana un buon odore di sottobosco. La composta deve essere rapidamente utilizzata, Si tratta di un prodotto completamente diverso dalle sostanze ori- ginarie, molto pid ricco di azoto, di batteri, lombrichi ed assolutamen- te privo di germi patogeni. Lasciato sul posto, perderebbe rapidamente le sue caratteristiche, percid conviene spargerlo subito e mescolarlo al- lo strato superficiale del terreno, fino alla profondita di 10 cm circa, utilizzando una forca ricurva 0 la fresa di un motocoltivatore (vedi ca- pitolo «La lavorazione della terra»). La composta non deve mai essere interrata. Infatti, poiché la fer- tilita del terreno dipende dalla vita microbica indispensabile per la tra- sformazione dell’humus che si trova sullo strato superficiale di 10 cm circa, se si interrasse la composta, i micro-organismi di superficie sa- rebbero in qualche modo soffocati e non potrebbero moltiplicarsi. La composta deve essere distribuita a piu riprese, in quantita moderate: la 27 sua assimilazione da parte del suolo pud, infatti, essere paragonata ad una lenta digestione. La qualita, la quantita, il momento e la dose delle sostanze nutritive dovranno ovviamente essere commisurate alle con- dizioni del terreno. Si pud osservare che un terreno ricco di humus pud digerire la paglia che finisce per scomparire, mentre un terreno privo di micro-organismi non puo assimilare la paglia che restera in superficie fin quando sara dispersa dal vento. Per poter rifornire adeguatamente il terreno delle sostanze necessarie, occorre predisporre mucchi di com- posta a diversi stadi di maturazione in modo da averla pronta all’oc- correnza, sia quando si semina, sia quando si trapianta. Per alcune piante particolarmente esigenti, quali il sedano, i porri, le bietole, é ne- cessario aggiungerne tra le file. La quantita necessaria varia in rappor- to alle verdure coltivate, alle specie precedentemente seminate, alla fer- tilita del suolo ed oscilla dai 40 ai 70 Kg per ara. L’esperienza dimostra che la composta non é quasi mai sufficiente, an- che per un orto di dimensioni limitate, percid é meglio abbondare nella preparazione. Se i rifiuti domestici non bastano, é bene procurarsi fasci di pa- glia, tenerli verticalmente e cospargerli eventualmente con sostanze che favoriscono la fermentazione (alga calcarea). Nella composta entreranno anche vegetali verdi (erbe infestanti, erbetta tagliata) che apportano azoto. Per favorirne la fermentazione ed evitarne la putrefazione in un mucchio troppo compatto ¢ non suf- ficientemente arieggiato, é necessario unirli a foglie e paglia. Certe piante hanno la proprieta di accelerare la decomposizione delle sostanze della composta: tra quelle che si possono trovare piu fa- cilmente, citiamo l’ortica, la camomilla, l’achillea millefoglie, la cico- ria (cf.: scheda illustrativa), Possono essere incorporate direttamente alla composta oppure sparse sul mucchio. In tal caso, se ne fanno ma- cerare nell’acqua alcune manciate ¢ dopo 3 - 7 giorni, a macerazione avvenuta, si utilizzano distribuendole sul mucchio!yL’orticoltura bio- logica respinge nel modo pit assoluto lo spargimento diretto sul terre- no del contenuto dei pozzi neri. Tale materia pud essere utilizzata solo dopo adeguata preparazione: si sparge su mucchi di paglia che si de- comporranno lentamente, si aggiunge polvere d’alga calcarea, quindi, quando la paglia é ridotta in minuti frammenti brunastri emananti 28 odore di sottobosco, la si mescola ad una composta contenente altre sostanze. Se non é stato possibile preparare la composta per mancanza di tempo o di materia prima, si utilizzino composte gia pronte, in grado di apportare alle piante gli elementi nutritivi necessari e di sviluppare la vita microbica nel terreno. 4. I fertilizzanti e gli insetticidi naturali a) Composte e terriccio Dovendo ricorrere a preparati gid pronti, occorre accertarsi, leg- gendo le indicazioni relative alla composizione, che siano di origine esclusivamente vegetale o organica, senza aggiunta di concimi minerali solubili ottenuti trattando un minerale (superfosfati) o per sintesi (tipo ammonionitrati). E’ difficile valutare il reale valore fertilizzante di una composta. EB’ consigliabile pertanto rivolgersi a fertilizzanti collaudati, prodotti da case specializzate nelle produzioni per |’agricoltura biolo- gica, b) Composte da rifiuti urbani o immondizie Le composte da immondizie sono da sconsigliare: l’odore sgrade- vole che emanano denota, infatti, una tecnica di fermentazione difet- tosa. Vi si ritrovano scarti di plastica o di vetro e una non trascurabile percentuale di metalli pesanti (piombo). Indipendentemente dalle com- poste, alcuni prodotti, quali l’alga calcarea, la polvere di rocce silicee, il letame ed i rifiuti organici secchi, possono essere sparsi sul terreno, mescolati allo strato superficiale o incorporati alle composte: se ne consiglia l’uso nella stagione primaverile per favorire il germogliamen- to dei legumi. ¢) Il litotamo (fiore di pietra) Alga marina calcarea che si trova al largo delle coste dell’ Atlanti- co, possiede proprieta rivitalizzanti e sterilizzanti. Oltre al calcare ap- 29 Porta tutti gli elementi presenti nel mare: magnesio e micro-elementi vari. Per poter essere assimilata dal suolo, deve essere ben frantumata etalvolta unita a fosfati naturali insolubili/che saranno lentamente at- taccati dalla debole acidita del terreno, cui forniranno del fosforo. Altri prodotti a base di sangue secco, piume, letame polverizzato, sono ricchi di azoto. I complessi di essenza delle piante (tipo fitostimo- lanti) hanno un effetto vitalizzante sui terreni resi squilibrati dalla fer- tilizzazione chimica, o su letame non biologico Proveniente da animali trattati con antibiotici, d) Altri fertilizzanti LA TORBA: prodotto poco fertilizzante, pud contribuire ad al- leggerire i terreni. GUANI:; molto concentrati, sono da utilizzare a piccole dosi, NITRATO DI SODA NATURALE SOLUBILE: presenta senz’altro degli inconvenienti, come tute le sostanze assorbite diretta- mente dalle piante senza essere preventivamente trasformate dal terre- no. La polvere di rocce silicee fornisce un discreto apporto di elementi minerali (magnesio, silice, micro-elementi), DOLOMIA: utile in caso di accentuata carenza di magnesio. 5. I preparati biodinamici Si tratta di preparati particolarmente attivi a base di asperella, va- leriana, camomilla, ortica, silice, achillea millefoglie, cicoria. Ideati in Germania per iniziativa di Rudolf Steiner, troveranno certamente in futuro un vasto campo di applicazione. Come per J’omeopatia, anche per la fertilizzazione, & stato accertato che deboli dosi di certe sostan- ze, permettono di attivarne grandi quantita. In un ambiente altamente degradato, l’impiego di tali sostanze pud risolvere il problema della scarsita di fertilizzanti e costituire un potente mezzo di risanamento e rigenerazione dell’ambiente, 30 6. I concimi verdi Con il termine concimi verdi si indicano le piante che migliorano la fertilita del terreno. [mportanti fattori riequilibranti, diventano in- dispensabili nelle grandi coltivazioni cerealicole, ma si dimostrano molto utili anche nei piccoli orti. Negli orti, in genere, si tende a sfruttare al massimo il terreno con raccolti successivi di legumi sulla stessa aiuola, anche a costo di dover ripetutamente aggiungere composte. Si consiglia percid di seminare dei concimi verdi in un angolo dell’orto, tra due aiuole, trale file di verdu- re oppure nei passaggi: non solo forniranno azoto e materia organica, ma proteggeranno il terreno dall’erosione, dal freddo e dal caldo. Quali piante utilizzare? Le leguminose: trifoglio, veccia, faverella elupino che, con le nodosita delle loro radici, apportano l’azoto. Se si lasciano i concimi verdi tutto l’anno, vi si possono associare trifoglio rosso ¢ loglio perenne che, tagliati, serviranno a nutrire gli animali, a preparare il mulch oppure potranno essere lasciati sul posto perché il terreno li assorba, Le piante fertilizzanti possono essere seminate tra una coltura e Valtra: per esempio, dopo il raccolto estivo, non si lasceranno le aiuole spoglie, ma vi si seminera un miscuglio di veccia e segale (fine agosto), che servira anche a ripulire il terreno dalle erbe infestanti. Successivamente, si semineranno senape e colza (crocifere) per falciarle all’inizio della stagione invernale e lasciarle sul posto ad arric- chire il terreno. Le piante fertilizzanti: trifoglio bianco, lupino, fave possono esse- re seminate anche insieme a certi tipi di ortaggi che, per le loro dimen- sioni, non corrono il rischio di essere sommersi e soffocati. I concimi verdi, come la composta, non devono essere interrati in profondita, ma semplicemente mescolati allo strato superficiale del terreno (10 cm). 31 7. La composta di sterpaglie Il metodo Jean Pain a) Caratteristiche di tale tecnica - come materia prima si utilizzano sterpaglie; - non occorrono sostanze azotate, come per esempio il letame. Il procedimento di Pain dimostra che /a fertilita del suolo pud es- sere ripristinata ovunque, Tale metodo é stato ideato appositamente per le regioni del Mezzogiorno della Francia, ma si adatta bene a tutte le regioni del Mediterraneo, anzi risponde perfettamente alle loro pos- sibilita e da risultati sorprendenti, b) Varie fasi di preparazione _ 1) Raccolta di sterpaglie tenere (rametti dal diametro inferiore ad 1 cm per permettere la rapida decomposizione) senza distinzione di specie; la pianta non viene strappata né danneggiata: si tagliano i tene- ri germogli di ginestra, timo, rosmarino, lavanda, ecc., senza rovinare la pianta. 2) Macerazione della sostanza vegetale (introdotta in un recipiente pieno d’acqua e tenuta compressa da una pietra pesante). 3) Dopo alcuni giorni, togliere le sterpaglie dal recipiente, scuoter- le, rimescolarle con una forca ricurva e riunirle in un mucchio triango- lare dalle seguenti dimensioni: - larghezza della base: 2,20 m. - altezza del vertice: 1,60 m. 4) Si ricopre il mucchio con un sottile strato di terra o di sabbia e lo si protegge dalle intemperie con rami sistemati in modo da formare una specie di tetto. Durante la fermentazione ci sara, come per le altre composte, pro- duzione di calore. Il prodotto, utilizzabile dopo 3 mesi circa, sara spar- so sul terreno in modo da formare un leggero strato di copertura. Le coltivazioni ne saranno avvantaggiate dal punto di vista quan- titativo e qualitativo e si dimostreranno pi sane e resistenti. 32 L’applicazione di tale tecnica offre, perd, un altro vantaggio im- portante, specie considerando il clima delle regioni cui é destinata: non richiede, infatti, innaffiature. Inoltre, raccogliendo le sterpaglie, che favoriscono lo scoppio e la diffusione degli incendi, si proteggeranno le foreste. Le regioni mediterranee potrebbero trovare nell’applicazione ge- neralizzata di tale metodo un mezzo ideale per salvaguardarsi dalla di- struzione e dall’abbandono. Tale metodo é stato applicato anche in al- tre regioni, variando la materia prima usata ed attingendola fra le spe- cie esistenti. 8. I tipi di suolo Come riconoscerli? Come migliorarli? Impariamo, innanzitutto, ariconoscere il tipo di terreno attraverso l’osservazione della struttura edell’aspetto del suolo ela flora, anche se ovviamente |’analisi chimica rimane il mezzo pit preciso. a) Terre argillose Grosso modo, si possono distinguere terre argillose a gradi diversi. Sono riconoscibili dal fatto che sono pesanti e restano a lungo umide. Dopo le piogge diventano appiccicose, tendono a fare cemento e si induriscono facilmente. Possono anche diventare impermeabili, fa- cendo ristagnare l’acqua in superficie. Si eviti di calpestarle, soprattut- to se bagnate, e, prima di lavorarle, si aspetti che siano ben asciutte, Pud esser talvolta necessario drenarle scavando piccoli solchi per il deflusso delle acque. Le aiuole dovranno essere rialzate rispetto ai passaggi. FLORA SPONTANEA: acetosa, menta, ranuncolo, cicoria, tus- silago e, in caso di grande umidita, anche giunco e carice; se manca adeguato drenaggio: asperella. A questo terreno si adatta bene la mag- gior parte degli ortaggi: bietole, barbabietole, carciofi, cardi, cavoli, 33 spinaci, dolcetta, acetosa e, fra gli alberi, in particolare j meli edi pru- ni. Il terreno argilloso offre buone possibilita all’orticoltura poiché Vargilla forma con I’humus un composto molto stabile, a condizione pero di fornire materia organica sotto forma di composta per rendere il terreno pid leggero: foglie, concimi verdi incorporati al suolo o am- mendamenti minerali naturali: sabbia di fiume o, meglio ancora, sab- bia umificata proveniente da sottobosco sabbioso, apporto di calcare che corregge i difetti del suolo argilloso e permette la trasformazione della materia organica in humus. L’apporto di calcare pud avvenire per mezzo di litotamo 0 di do- lomia (calcare magnesiaco) oppure si puo aggiungere alla composta ce- nere di quercia. b) Terre calcaree Di colore biancastro, le terre calcaree sono poco fertili. Si surri- scaldano facilmente e dopo la pioggia, sulla superficie, formano un fango compatto, Sono poco adatte alla coltura di ortaggi poiché le so- stanze azotate diventano rapidamente inutilizzabili. FLORA SPONTANEA: fiordalisi, salvia blu, camomilla, convol- volo, bosso, borragine. Le terre molto calcaree richiedono un elevato apporto di sostanze organiche. Composta: da 40 a 60 Kg l’ara, terric- cio, torba, limo. c) Terre silicee, molto sabbiose Questo tipo di terreno presenta poca coesione, lascia passare l’ac- qua, si riscalda e raffredda presto e non si arricchisce di sostanze orga- niche di cui non costituisce riserve. Pud essere reso pi compatto da un ammendamento con argilla (marna). Si raccomanda soprattutto di spargere composte sugli strati superficiali e di fare coperture con vegetali. FLORA SPONTANEA: ramolaccio, gramigna, cardo, acetosa, viola del pensiero, trifoglio bianco e giallo, asperella, erica. I terreni silicei sono adatti agli ortaggi che si sviluppano sottoter- ra: bulbi (aglio, cipolle), radici (carote, rape), tuberi (patate), ma an- che agli asparagi ed ai fagioli. 34 Le terre troppo ricche 0 troppo povere di argilla, silice ¢ calcare sono poco favorevoli alla coltura degli ortaggi. Avendo la possibilita di scelta, ci si deve orientare verso terreni eom- pleti, che contengano questi elementi in quantita equilibrate ed abbia- no una percentuale di humus del 5 — 10%. I terreni che presentano queste caratteristiche sono adattia tutte le colture e si lavorano con fa- cilita: bastera mantenerle fertili con l’apporto di composta incorporata superficialmente. 9. La rotazione degli ortaggi I diversi tipi di ortaggi hanno esigenze varie: assorbono dal terre- no gli elementi di cui si nutrono, lo reintegrano di altre sostanze, ri- chiedono quantita pil o meno abbondanti di concime. II loro sistema radicolare si presenta variamente sviluppato: alcuni hanno radici brevi eallargate, altri lunghe radici che attingono profondamente nel terre- no gli elementi minerali che utilizzano o mettono a disposizione delle colture successive per il fatto che li riportano in superficie, Da quanto sopra esposto, si comprende l’importanza della rota- zione degli ortaggi su una stessa aiuola per mantenere la giusta percen- tuale di humus, per ottenere raccolti abbondanti ed evitare carenze ¢ malattie. Sarebbe opportuno prevedere parcelle di terreno o appezza- menti in cui coltivare successivamente i vari ortaggi, secondo un certo ordine, attuando appunto quella che viene definita rotazione. In genere, le piante che richiedono molto letame non devono esse- re coltivate di seguito in uno stesso luogo: per esempio, non si devono coltivare bietole dopo sedano o cavoli. Citiamo alcune fra le piante pid esigenti di azoto che potremmo definire voraci, in quanto richiedono un abbondante apporto di com- posta: 1) bietole, sedano, cavolo, cetriolo, zucca, spinaci, lattuga, grano- turco, porri, patate precoci, rabarbaro. 2) a quelle precedentemente elencate ¢ opportuno far seguire piante meno esigenti: radici (barbabietole rosse, carote, insalata belga, 35 Tape, pastinaca, sassefrica, ravanelli), tuberi (topinanbur), bulbi (aglio, cipolle) e foglie (alcune insalate, dolcetta, cicoria). 3) Infine, si coltivano piante poco esigenti e capaci di arricchire il terreno: fave, fagioli, lenticchie, piselli, soia, piante leguminose che costituiscono riserve di azoto nel terreno. Si possono coltivare anche fiori che danno all’orto bellezza e profumo. In genere, si consiglia di alternare ortaggi con parti pid sviluppate e commestibili diverse: fo- glie, radici o bulbi, semi o frutti. 4) Si eviti di riseminare nello stesso luogo piante della stessa spe- cie; cavolo verza e cavolfiore, per esempio, non possono avvicendarsi ma neppure piante che, pur sviluppando parti commestibili diverse, appartengono alla stessa specie botanica: - barbabictole, spinaci, bietole, bietole-spinaci (chenopodiacee); - sedano, sedano-rapa, carota (ombrellifere); - sassefrica, scorzonera, cicoria, lattuga, soffione (composite); - ravanelli, rape, rutabaga (crocifere), Tali rotazioni possono avvenire in 3 — 4 anni. — PATATE ORTAGGI FOGLIE Roa ESIGENTI 1 ANNO 1° ANNO t , ORTAGGI-FRUTTI ORTAGGI-RADICI LEGUMINOSE 2° ANNO —_—__- SeTANNO 36 AIUVOLA 2 AIUOLA 3 AIUOLA 4 fans AIUOLA 1 1° Ortaggi- foglie Radici Leguminose Patate esigenti : A Ortaggi- Radici Leguminose Patate foulie ° A 7 Ortaggi- nae 3 Leguminose Patate fouls Radici Ortaggi- Patate Radici Leguminose foglie z Le indicazioni che abbiamo fornito possono, perd, contemplare alcune eccezioni. I pomodori possono essere coltivati nello stesso posto per vari an- ni successivi: a fine raccolto, le piante, lasciate sul posto e ricoperte di composta 0 ammucchiate, forniscono gli elementi nutritivi necessari alle piante dell’annata seguente. Se il ciclo della rotazione ha inizio con le patate, si constatera che esse ripuliscono il terreno dalle malerbe co- tiacee come la gramigna, per esempio. Le rotazioni non devono avvenire necessariamente su un ritmo annuale, ma in base alle varieta coltivate ed alle condizioni ambientali € climatiche, due specie possono anche alternarsi nel corso di una stes- sa annata (lattuga di primavera seguita da rape invernali). Va, inoltre, tenuto presente che certe piante rimangono allo stesso Posto per vari anni (asparagi, fragole). 37 Se l’orto é piuttosto esteso ed il concime scarseggia, si possono se- minare in una parcella di terreno, piante fertilizzanti che arricchiranno il terreno di sostanze utili alla nutrizione delle piante: per esempio, tri- foglio bianco o segale associata a veccia, oppure faverella (cfr. Cap. Concimi verdi). Facendo precedere alla coltivazione di piante leguminose (fagioli, piselli, soia) delle crocifere (cavoli, rape), si impedira la putrefazione delle loro radici. Pur essendo la rotazione un fattore importante per il successo delle colture, si fa tuttavia notare che il suo peso non é deter- minante se il terreno viene abbondantemente concimato. La rotazione, perd, evita l’isterilimento del terreno e previene la comparsa di nefaste carenze. Allo schema allegato si possono aggiun- gere piante che non rientrano nella rotazione annuale: asparagi, car- ciofi, rabarbaro, fragole (poiché costituiscono piantagioni di durata pluriennale). 10. Le associazioni vegetali Allo stato naturale, le varie specie crescono le une accanto alle al- tre. La loro vicinanza non é casuale: infatti, ogni pianta dalle radici secerne sostanze che favoriscono o disturbano la presenza di altre piante ed emana odori che allontanano certi parassiti. Le ricerche nel campo delle associazioni vegetali sono state con- dotte soprattutto in Germania e negli Stati Uniti dai fautori del dina- mismo biologico. Le tabelle seguenti, frutto delle loro sperimentazioni, mettono in evidenza le associazioni favorevoli ¢ le associazioni sfavorevoli. Le associazioni vegetali possono anche costituire un valido mezzo di difesa dai parassiti. Le piante aromatiche, per esempio, forniscono una buona protezione dagli insetti nocivi e dalle malattie: timo, rosma- rino, menta, salvia, issopo (molto ricercato dalle api). 38 ORTAGGI O PIANTE Azione Stimolante ASSOCIAZIONI FAVOREVOLI Azione protettiva particolare ASSOCIAZIONI SFAVOREVOLI Aglio Barbabietole, lat- tuga, pomodori; la presenza del- Paglio giova ai rosai Fagioli, piselli Melanzane | Fagioli, calei dola 1 fagioli vati nelle nanze tengono lontano le fore colti- vici- dori- fagioli, cavoli ros- si, cavolfiori Asparagi Pomodori, prez- zemolo, meli, peri L Basilico Pomodori Bietole Porri Barbabiciole | Fagioli nani, ci- polle, soia a Carote Lattuga, ravanel- | Le cipolle, e i por- li, piselli, pomo-| ri proteggono le dori, cipolle, ci-| carote dalla mo- polline, cerfoglio | sca delle carote, cosi come le scor- zonere coltivate a| file alterne Sedano Porri, pomodori, 39 oO RTAGGI O PIANTE Azione Stimolante = ASSOCIAZIONI FAVOREVOLI Azione protettiva particolare ASSOCIAZIONI SFAVOREVOLI Sedano-rapa Porti, fagioli vio- la; far precedere da veccia inver- nale — Cavoli Patate, sedano, barbabietola, ci- polle File 0 bordure di canapa_allonta- nano la cavolaia come anche la menta e l’assen- zio, i pomodori e il crescione in- glese Pomodori, frago- le Cavolo-rapa Barbabietola, cipolla Aglio, cipolle, s logno, patate Cetrioli, zucche, girasoli, pomo- dori, piselli, pian- te di lamponi Patate, issopo, Ks Piselli Carote, rape Palate Fagioli, granotur- | Bordure dim co, cavoli, fave | lanzane attirano le dorifore che si possono cosi fa- cilmente distrug- gere {—_ Ravanelli Piselli, lattuga, | La menta respin- carote, crescione | ge il pidocchio | cerfoglio dei ravanelli Pomodori Cipolle, asparagi, | Il basilico li pro- carole, prezze- molo, cavoli, te- tragonia tegge e ne miglio- ra, il gusto; piante di ribes. Elimina la gramigna Patate, cavolo- rapa, fagioli, fi- necchio 11. Gli astri e l’orticoltura L’influenza degli astri sui vegetali suscita ancora molto scettici- smo. Per quale ragione? Indubbiamente perché |’astrologia evoca im- magini fumose. Facciamo, perd, notare che essa poggia in parte sull’astronomia che é una scienza matematica esatta risalente ad epo- che remote (i Maja ed i Babilonesi erano astronomi ed astrologi). Eppure, nessuno pud negare che il ciclo del sole permette la vita e scandisce il ritmo delle stagioni: le sue macchie, le sue eruzioni eserci- tano un’influenza sugli organismi terrestri. La luna, pid vicina alla ter- ra, solleva le acque producendo le maree ed agisce su certi organismi terrestri. E quindi, perché no sui vegetali che pure contengono clevate percentuali di acqua? L’agricoltura tradizionale non metteva in dubbio l’azione degli astri e moderni esperimenti (Kolisko, Faussurier) l’hanno confermata. Questo elemento non viene tuttavia considerato: non ci si spiega il perché di questa azione, come si é ben lungi dal conoscere tutti i pro- cessi vilali e gli elementi che li regolano. Nell’orto, ognuno pué fare gli esperimenti che desidera e trarne le debite conclusioni. Si potranno ottenere risultati migliori procedendo nel modo se- guente: a) Con luna crescente La linfa sale nella parte aerea delle piante: é quindi il momento fa- vorevole per la semina degli ortaggi di cui si consuma la parte che cre- sce fuori dalla terra: cayoli, pomodori, fagioli, piselli. Sembra che il periodo pitt favorevole cada due giorni prima del plenilunio. b) Con luna calante Con luna calante, e precisamente due giorni dopo il plenilunio, si seminano gli ortaggi di cui si consuma la parte che si sviluppa sotto ter- ra: ravanelli, carote, rape, sassefrica, barbabietole. Si seminano sem- pre con luna calante anche gli ortaggi a sviluppo aereo di cui si vuole 4) SCHEMA 4 e€che rischiang vwa precoce monte 0 ss gent aes, ) ne eels poanle A sviivppo aero rranne Luna nvova Cnon visibele) WS Semino olelie planre asviluype > _., SoHeranes Ly ‘as: olelle lunoe semmne evitare la precoce formazione di semente durante l’estate: in particola- re, spinaci, lattuga, cerfoglio, sedano primaticcio (schema 4). Si pud verificare la validita di tali indicazioni con semine compa- rative, annotando le date delle varie semine e numerando con precisio- ne le corrispondenti file di ortaggi. c) Fasi della luna e semine Per determinare le date ¢ conoscere se la luna é in fase crescente 0 decrescente, basta osservare il cielo o consultare un calendario. Bisogna, tuttavia, tener conto anche di altre posizioni. Due volte al mese, la luna interseca la traiettoria seguita dal sole (eclittica), dando origine ai cosiddetti nodi lunari, sfavorevoli a tutti i lavori agricoli, nelle quattro ore precedenti e nelle quattro seguenti. 42 Quando una semina da risultati mediocri per motivi apparentemente inspiegabili, si potrebbe pensare all’influenza negativa dei nodi lunari. Non solo il sole ¢ la luna esercitano la loro influenza, ma anche gli altri pianeti ed i relativi passaggi nei segni dello Zodiaco diffondono le loro energie nel cosmo. Diventa, perd, pil complicato e difficile valu- tarne la portata. Facciamo, perd, notare che la primavera comincia il 21 marzo con il segno dell’Ariete: segno di forza, di rinnovamento, rappresenta realmente l’inizio della vita e dell’anno (visto che dicem- bre vuol dire 10, decimo mese). Come potrebbe la vegetazione sottrarsi all'influenza dei movimenti astrali? Per utilizzare con precisione tali dati, esistono appositi calendari biodinamici (vedi capitolo: Le corren- ti dell’agricoltura biologica). 12. La lavorazione del terreno e Vattrezzatura necessaria La lavorazione del terreno tende semplicemente a favorire la vita microbica del terreno, nel quale si distinguono due tipi di strato: uno strato superficiale, di 10 cm circa, i cui micro-organismi possono vive- re solo in presenza di aria (aerobi), che corrisponde allo strato fertile nel quale si forma I’humus; gli strati inferiori nei quali si sviluppano altri micro-organismi anaerobi (senza ossigeno). Gli strati del terreno non devono essere scompigliati. La lavora- zione del terreno deve rispettarne la struttura, senza invertire l’ordine degli strati, come capita invece nelle grandi coltivazioni ed anche negli orti quando si riportano in superficie con la vanga gli strati inferiori. Come lavorare il terreno e quali attrezzi usare per praticare l’orti- coltura in modo rispondente ai principi indicati? Non passiamo in ras- segna tutti gli attrezzi da giardinaggio, ma ci limitiamo a descrivere quelli di uso pit corrente. a) Attrezzi per la sarchiatura La prima operazione consiste nel dissodare e sminuzzare il terreno 43 VANGA con REBBI a T di Papon (Modello depositato) Facilita il dissodamento e la vanga- tura. Pud essere utilizzata anche da persone non dotate di forza suffi- ciente per lavorare con una vanga normale, Si utilizza la barra orizzontale come una leva apponggiandovi il peso del corpo per penetrare in profondita; non occorre abbassarsi per sollevare una pesante zolla di terra, La sua forma permette di lavorare nel- le migiori condizioni, con una buona posizione del corpo ¢ delle mani, La zolla viene facilmente disgregata dai particolari rebbi a larghi spigoli. Dopo il dissodamenio, si raccolgono con un rastrello le erbe ¢ le radici. con scassi superficiali, interessanti i primi 10 cm. Allo scopo possono essere utilizzati numerosi utensili; i piu adatti sono: - Forca ricurva o forca da letame - Per terreni duri: zappa (disegno 1) - Forca con rebbi piatti appuntiti (disegno 2) Tali attrezzi vengono usati per dissodare il terreno e mescolarvi la composta. b) Attrezzi per aerare il terreno in profondita La seconda operazione fondamentale dell’orticoltura biologica consiste nell’aerare il terreno in profondita, senza perd dissodarlo, allo 44 scopo di consentire una regolare respirazione delle radici e di favorire la penetrazione del nutrimento e dell’acqua. Per tale operazione pud servire la vanga, ma si adattano ancor meglio, per dimensionie resa nel lavoro, la forca a due manici e la spe- ciale vanga a rebbi con due manici, uniti da un asse trasversale, rappre- sentati nello schema 5. L’attrezzo viene affondato nel terreno ed inclinato dall’avanti all’indietro per sollevare la terra ¢ rompere lo strato profondo in modo da permettere gli scambi con la superficie. Questo lavoro, molto meno faticoso del tradizionale dissodamen- to con la vanga, deve essere ripetuto a pit riprese nei vari sensi. Si constata spesso che lo strato inferiore ¢ compresso dal calpestio e dall’uso di attrezzi, di vanga e di motozappa che, penetrando sempre alla stessa profondita e ripassando ripetutamente sullo stesso posto, fi- niscono per levigare e indurire la terra. Inoltre non avvengono tra gli strati del terreno, gli scambi necessari per permettere una libera circo- lazione dell’aria, dell’acqua ¢ dei minerali, La scelta deve cadere su attrezzi di buona qualita, anche se pil co- stosi, che possano all’occorrenza essere affilati (attrezzi forgiati). c) Motocoltivatore: come scegliere Gli orticoltori tendono sempre pit a meccanizzarsi: i motocoltiva- tori permettono, infatti, di lavorare pid rapidamente e con minor sfor- zo grandi superfici. Facciamo, innanzitutto, presente che per un orto di medie dimen- sioni non é necessario munirsi di un motocoltivatore. Praticando, in- fatti, orticoltura biologica, la struttura del suolo migliora per l’au- mento di humus, rendendo il lavoro sempre pit facile. L’esperienza di- mostra che la terra diventa friabile: il frequente apporto di composta, le zappettature rapide e ripetute, la copertura di paglia ed erbe fertiliz- zanti (tagliate e lasciate sul terreno) la rendono pit soffice, I grossi sforzi dispiegati per vangare e scassare sono inutili; i micro-organismi ed i lombrichi risparmiati dai veleni chimici si attiva- no: basta nutrirli. Il motocoltivatore si dimostra invece molto utile se la superficie da coltivare é estesa ed il tempo a disposizione limitato. 45 vango convebb col kw tore Vanga con rebbt Appare, perd, assurda la tendenza degli orticoltori ad equipaggiarsi di una attrezzatura costosa che sfruttano solo per pochi giorni all’anno. Non bisogna perdere di vista il fatto che il principale compito dell’orticoltore é quello di migliorare il terreno, cioé proteggerlo e nu- trirlo pil che rimescolarlo. Tale operazione non richiede mezzi mecca- nici ma pud essere fatta con l’ausilio di una carriola e di una forca. La motozappa, il mezzo meccanico pid diffuso nei piccoli orti, de- ve essere sufficientemente robusta da durare nel tempo. Per preparare le aiuole, si consiglia di incorporare la composta con un passaggio superficiale della motozappa (penetrazione di 10 cm al massimo). Se il terreno é infestato da malerbe (gramigna, convolvo- lo), l’uso di una motozappa a rapida rotazione, tagliando le radici a pezzetti, potrebbe trasformarle in altrettante talee favorendone la dif- fusione. Occorrera liberare spesso le lame dalle erbe che le avvolgono (ovviamente dopo aver spento il motore). Un tale attrezzo, a meno di non essere potente e demoltiplicato, non permette grandi lavori di dissodamento e tende inoltre ad indurire il terreno. Ad un motocoltivatore munito di ruote portanti possono, perd, essere adattati interessanti accessori: per esempio, lo scarificatore che rompe il terreno senza rivoltarlo, il piccolo aratro-talpa che permette di rendere meccanicamente pil soffice e friabile il terreno come gia raccomandato. Questa operazione é possibile soltanto se il terreno & sufficientemente leggero da non opporre troppa resistenza. Peri frutteti ed i terreni incolti si dimostra particolarmente adatta la sterpatrice a lama rotante orizzontale, che riduce i vegetali in minuti frammenti facilitandone la fermentazione e favorendo la formazione dell’humus. Poiché, come abbiamo detto, la rapidita dell’azione dei micro- organismi sui rifiuti dipende dalle loro dimensioni, si consiglia l’uso di un frantumatore meccanico per trattare gli elementi legnosi troppo spessi e di lenta decomposizione: steli di granoturco, torsoli di cavoli, piante di fagioli, perfino sterpaglie e rametti. Un attrezzo simile diven- ta redditizio se utilizzato da piv persone. II tipo particolare di lavoro che é chiamato a svolgere non presenta, infatti, mai il carattere di ur- genza per cui, organizzandosi, si pud acquistarlo in societa. 47 SCHEMA 6 use della vonge con vebbs lavoratione del terreno Volendo trasformare un prato in orto, si pud ararlo, purché su- perficialmente, ma si possono ottenere risultati altrettanto validi rico- prendolo di paglia o di mulch (erba tagliata, fieno) che, lasciati per un certo periodo di tempo, ripuliscono il terreno in modo sorprendente. Con tale sistema si pud inoltre mantenere il suolo fresco € pulito (pacciamatura di pomodori, bietole, fragole). Anche le radici dei vegetali lavorano il terreno: la segale, la soia e illino sgretolano l’argilla e lasciano il terreno pronto per ortaggi che ri- chiedono un terreno friabile; anche la colza esplica un’azione disso- dante. d) Forma delle aiuole La larghezza piu pratica per le aiuole é di circa 1,20 m, in quanto permette I’uso degli attrezzi dai passaggi, senza dover calpestare laiuola stessa. Le doppie file di verdure, separate le une dalle altre da uno spazio abbastanza largo da permettere il passaggio di un motocol- tivatore si prestano ad essere lavorate con mezzi meccanici. 13. L’innaffiatura In certi casi, é indispensabile innaffiare l’orto (dopo la semina se non piove e in periodo di siccita), pur considerando che I"humus — la cui percentuale dovrebbe awvicinarsi al 10% — costituisce una vera spugna (1 Kg di humus pud trattenere 2 Kg d’acqua). Conviene percid evitare l’evaporazione con una coperiura di paglia o di mulch, sotto la quale si irrighera i! terreno che rimarra a lungo umido: tale metodo si adatta in particolare a pomodori, bietole, sedano. Nelle campagne si sente dire: «Una sarchiatura vale due irrigazio- ni» e, in effetti, in un terreno compatto dove l’acqua forma un film continuo dagli strati profondi alla superficie, la sarchiatura rompe tale film in modo che I’acqua non giunge in superficie, dove evaporerebbe subito (disegno 1). Anche le radici delle erbacce fanno da stoppino, fa- 49 SCHEMA 7 keeareleeresiele Oo oO OO SANS 65 CORATRS IO 0 00)}m 9 (099 O00 Yolo oOo i Filua Oi Sconbkingo 25902 Wimane nel Ferveno. ® effetto del olissoda vto S Film conhnve cilitando la risalita dell’acqua in superficie. Si comprende quindi che la sarchiatura, come la zappettatura, rappresentano validi mezzi di lotta contro la siccita. Se le erbacce strappate non perdono i semi né posso- no riprendersi vanno lasciate sul posto come copertura. L’irrigazione delle aiuole appena seminate va fatta con un getto d’acqua a pioggia o con la cipolla di un innaffiatoio per non trascinare le sementi. I trapianti vanno bagnati alla base, come indica lo schema 2. Gli ortaggi non vanno mai innaffiati con il tempo caldo: l’asper- sione in pieno calore favorisce le malattie. Alcuni ritengono che il momento pit favorevole é il mattino pre- sto piuttosto che la sera. Se possibile, usare l’acqua di una vasca alimentata da acqua pio- vana, riscaldata dal sole, pit salutare della normale acqua di rubinet- to, troppo fredda e contenente spesso cloro. 14. Le erbe infestanti Si nota spesso che una specie di malerba predomina in un orto, mentre un’altra specie prende il sopravvento l’anno successivo oppure sono presenti pid! specie in uno stesso orto, nelle varie zone, in rappor- to al lavoro che vi si svolge. Le «erbacce» sono indicative sulla natura del terreno ¢ le sue ca- renze e tendono a riequilibrarlo apportando le sostanze che mancano (la tesi di Kervran sulle trasmutazioni biologiche dimostra appunto la presenza in una pianta degli elementi che mancano nel terreno e che quindi il terreno non ha potuto fornire). Le pratoline che crescono abbondanti in un prato denunciano, per esempio, mancanza di calcare sostanza di cui esse sono particolarmen- te ricche, Si comprende percié quanto sia importante conservare ¢ favorire eventualmente la crescita di erbe e di preparare composte (prima che i se- mi siano maturi) per arricchire il terreno degli elementi di cui sono ric- che. I ranuncoli lasciano nel terreno preziosi elementi: cobalto, rame, ferro, manganese, potassio, fosforo. I cardi apportano rame e potas- . 51 sio; il potassio viene anche fornito dalla cenere del legno, che si pud spargere sul terreno o sulla composta. Certi vegetali aiutano a combattere i parassiti e le erbe infestanti. Per esempio, sono state fatte osservazioni sorprendenti sull’azio- ne del garofano indiano: si é verificato che con le secrezioni delle radici allontana i nematodi della patata e della fragola e riputisce l’orto dal convolvolo, dalla gramigna e dai cardi, erbacce particolarmente tenaci ed infestanti. 15. Insetti nocivi e malattie delle piante Potrebbe, talvolta, sembrare che la lotta contro le malattie ed i parassiti sia diventata l’aspetto pil importante del lavoro agricolo ed orticolo: invasione d’insetti nocivi, comparsa di malattie, di funghi, di virus sconosciuti per cui vengono approntate centinaia di pesticidi sempre pitt potenti. La soluzione al problema dei parassiti e delle malattie deve essere, invece, globale. Malattie e parassiti vanno considerati in una prospetti- va diversa: la malattia si manifesta in un terreno squilibrato, i parassiti attaccano le piante indebolite, incapaci di difendersi e di sopravvivere. Le condizioni del terreno e il tipo di fertilizzazione adottato sono, an- che in questo senso, determinanti. La causa fondamentale della malattia e della diffusione dei pa- rassiti sta in una fertilizzazione che contrasta la vita: impiego di conci- mi chimici, di letami non fermentati o interrati, di diserbanti. Con l’'uso di moderni mezzi di lotta si arriva, talvolta, a risultati parados- sali, come é stato osservato con certi pesticidi che vengono assorbiti direttamente dalla linfa delle piante, di cui modificano il tasso di glu- cidi: il loro uso ha favorito lo sviluppo di altri parassiti, come per esempio il «ragno rosso» della vite diffusosi dopo trattamenti a base di questi prodotti, Diventa allora necessario trattare la pianta con nuovi prodotti, innescando una reazione a catena che non giunge mai alla vera soluzione del problema. La fertilizzazione chimica rende obbligatorio l’uso massiccio di pesticidi di sintesi poiché divitalizza l’ambiente. La coltivazione biolo- 52 gica, invece, come é stato ampiamente sperimentato, ristabilisce Vequilibrio naturale nel terreno e il problema dei parassiti si risolve, in parte, automaticamente. Una pratica errata porta a continue delusio- ni, cui spesso si cerca di ovviare in modo sbagliato: infatti, ’impiego di pesticidi, reso necessario dalla fertilizzazione chimica distrugge anche gli organismi che contribuiscono a mantenere l’equilibrio naturale, come gli insetti predatori di parassiti, coccinelle distruttrici di pidoc- chi. Anche gli uccelli, che si nutrono di insetti, larve e lombrichi, di- ventano sterili ingerendo certe sostanze chimiche e finiscono per scomparire. 16. Come prevenire e combattere i parassiti - 1. La fertilita del terreno deve essere mantenuta con mezzi natu- rali. - 2. Non si devono usare letami troppo freschi, che favoriscono Vinsorgere di malattie, specie per i bulbi. Questi temono anche l’ecces- so di umidita per cui si consigliano opportuni drenaggi. - 3, Il terreno va aerato con frequenti zappettature. - 4, Si deve favorire la presenza di animali protettori: insetti pre- datori (risparmiati dai pesticidi), uccelli per i quali si possono prepara- re luoghi di cova, ricci, rospi (in piccola vasca). - 5. Le innaffiature non devono awenire nelle ore calde della gior- nata, ma al mattino presto o alla sera. - 6. Le bordure, le file e i ciuffi di erbe aromatiche costituiscono un elemento di protezione. - 7. Si possono sfruttare le rotazioni di colture ¢ le associazioni fa- voreyoli. - 8. Si pud rafforzare il terreno polverizzando alghe, miscugli di essenze di piante e aggiungendo complessi speciali di elementi minerali che forniranno magnesio, rame, zinco, manganese, la cui carenza é per i vegetali fonte di malattie. 53 - 9. Si possono anche usare insetticidi naturali biodegradabili, mi- nerali o vegetali. Tutti i prodotti che si usano nell’orto devono essere biodegradabili, siano essi di origine minerale (sali di rame, zolfo...), vegetale (piretro, rotenone...) 0 biologica in senso stretto (batteri, in- setti predatori). Alcuni di questi prodotti presentano per l’uomo una certa tossici- tae per il terreno alcuni inconvenienti, ma vengono tutti rapidamente degradati e riciclati senza causare danni duraturi. I pesticidi di sintesi, invece, non devono assolutamente essere usa- ti. Infatti, la loro tossicita é stata ormai dimostrata. Inoltre non essen- do biodegradabili, o essendolo in misura limitata, si accumnulano nel terreno, nella falda freatica, nei tessuti umani, nei grassi, nel latte ma- terno. La rapida moltiplicazione dei parassiti va sempre collegata a de- bolezza del terreno o a errori di coltivazione. Anche il clima ele condi- zioni meteorologiche influiscono sulla diffusione delle malattie vegeta- : questi fattori, apparentemente, sfuggono al controllo dell’uomo, ma in realta l'uomo agisce sul clima con la distruzione o la conserva- zione del manto vegetale. Un terreno spoglio 0 asfaltato é tagliato fuo- ri dal resto dell’universo, mentre un terreno vivente é sensibile, riceve ed emette flussi di energia che portano all’equilibrio. 17. Quali prodotti usare e come utilizzarli Si possono usare: 1) Prodotti preparati utilizzando piante aventi proprieta insettici- de 0 repulsive: - Rotenone, estratto da certe leguminose che viene associato ad al- tre sostanze vegetali (piretro) - Piretro - Quassia amara - Nicotina 54 2) Insetticidi tradizionali di origine minerale: - Poltiglia bordolese (solfato di rame pit calce), - Fiore di zolfo. 3) Miscugli di essenze di piante. 4) Preparati che l’orticoltore pud approntare da solo: - Poltiglia d’ortica - Decotti di certe piante: assenzio, asperella. Esaminiamo in modo piu dettagliato alcuni di questi procedimenti. a) Lotta biologica LA BATTOSPEINA: prodotto di concezione nuova, si dimostra piuttosto attivo poiché associa alla piretrina (insetticida vegetale) un batterio (il bacillus thurigensis) che distrugge i parassiti paralizzandone la digestione. LA NICOTINA: mancando foglie di tabacco, si fanno bollire per mezz’ora 150 g di mozziconi di sigaretta ricchi di nicotina in 5 litri d’acqua, che si devono poi diluire in 20 litri: il liquido ottenuto costi- tuisce un potente insetticida. Azione: bruchi, pidocchi, punteruoli. Avvertenza: molto tossico per l’uomo. Lavarsi accuratamente le mani dopo I’uso. PREPARATI A BASE DI PIRETRO E DI ROTENONE: Si prepara un miscuglio con 1 litro di insetticida vegetale (piretro e rotenone) pit 1/2 litro di aceto pid 3% di un tensioattivo (sapone nero, silicato, olio minerale o latte scremato). Per combattere la ticchiolatu- 1a, si usa il silicato come tensioattivo. Come utilizzare i preparati: nebulizzandoli di sera, si elimineran- no pidocchi, bruchi, altiche e altri insetti nocivi; il giorno seguente il prodotto diventera innocuo e non potra nuocere alle api. IL ROTENONE: sostanza insetticida vegetale, viene cosparsa 0 nebulizzata: accertarsi che nella composizione non entrino adiuvanti di sintesi. 55 Azione: dorifore, pidocchi, verme del porro, pulce del cavolo. Ayvertenza: non utilizzarlo troppo abbondantemente né troppo spesso: prodotto naturale, ma tossico, il rotenone finirebbe per di- struggere i lombrichi. LA POLTIGLIA BORDOLESE: miscuglio di solfato di rame e di calce, si pud trovare presso i commercianti di granaglie, senza aggiunta di pesticidi di sintesi. Naturale ¢ biodegradabile nel terreno, é legger- mente tossica e non dovrebbe essere usata su frutti giunti a maturazio- ne; in ogni caso, lavarli accuratamente prima del consumo. Azione: soprattutto preventiva. Come utilizzarla: nebulizzandola contro la peronospora delle pa- tate, dei pomodori e della vite. LA POLTIGLIA BORGOGNONA: si ottiene mescolando una soluzione di solfato di rame (100 g per 5 litri di acqua) e una soluzione di carbonato di soda (100 - 150 g per 5 litri d’acqua). Azione: contro la ticchiolatura dei meli e dei peri. Avvertenza: non usarla nel periodo in cui gli alberi sono coperti di foglie. 1 trattamenti a base di rame e zolfo non devono essere sistematica- mente ripetuti; saturare il terreno con questi elementi significa squili- brarlo ed indebolire la vegetazione. IL LITOTAMO (alga calcarea): lo spargimento di litotamo, del tutto innocuo, deve avvenire nelle ore calde della giornata; esso provo- ca la morte dei pidocchi per disidratazione e rafforza la pianta; viene asportato dal vento e dalla pioggia per cui si consigliano frequenti trat- tamenti. LA POLTIGLIA D’ORTICHE: presenta il duplice vantaggio di poter essere preparata da chiunque e di non costare nulla. Si ottiene fa- cendo macerare in un recipiente di legno 100 g di ortica in 10 litri d’ac- qua per 2 giorni. La macerazione va diluita in un volume d’acqua 10 volte superiore quindi nebulizzata. Azione; preventiva contro gli insetti, i pidocchi in particolare. II 56 liquido di macerazione concentrato esplica anche un’azione fertiliz- zante e vitalizzante; come insetticida va diluito per non bruciare le piante. La macerazione non deve prolungarsi oltre i 4 giorni. b) Altri decotti utilizzabili ASSENZIO: tanaceto. Contro i pidocchi ¢ i bruchi. ALOE: repulsivo, Contro le limacce. DECOTTO DI ASPERELLA: come la macerazione d’ortiche, il decotto di asperella svolge un’azione biologica globale: lotta contro i parassiti e i funghi e rivitalizza il terreno e le piante. Come si prepara: si fanno bollire 150 g di asperella essicata in 10 litri d’acqua per 20 minuti. Si lascia macerare per 2 giorni quindi si al- lunga con 100 litri d’acqua e si polverizza. Azione: peronospora, ticchiolatura, oidio, ruggine. INFUSO DI CAMOMILLA: si prepara un infuso con 10 fiori di camomilla cui si aggiungono poi 10 litri d’acqua. Azione: contro i pidocchi (delle fave, in particolare). L’aspetto gracile delle piante é, in genere, dovuto a carenza 0 mancanza di humus. La crescita lenta e]’ingiallimento delle foglie pos- sono indicare mancanza di azoto, cui si rimedia spargendo composta € seminando concimi verdi, quali il trifoglio ¢ la veccia, che con le nodo- sita delle radici captano direttamente l’azoto nell’aria. Oltre che dagli insetti, le piante possono essere danneggiate da funghi (malattie crittogamiche). LA PERONOSPORA, rara negli orti coltivati biologicamente, at- tacca pomodori, patate, sedano, melanzane e viti, soprattutto con un tempo umido e caldo. Sintomi: prime macchie scure con alone verde pallido sulle foglie che vengono poi ricoperte da una patina bianca. Per prevenirla si fan- no trattamenti con la poltiglia bordolese o quella borgognona. Per proteggere i pomodori dalla peronospora si passa un fil di ra- me attorno allo stelo principale delle piante. OLDIO: siniomi: le foglie sono ricoperte da una feltratura bianca. 57 Pud aitaccare carote, carciofi, barbabietole, zucchini € zucche. Questo fungo si combatte con lo zolfo. 18. Come salvare le colture a) Il verme dei porri Il verme del porro costituisce un pericolo per le coltivazioni, ma é molto raro negli orti coltivali biologicamente. Se i porri sono ben con- cimati e sono trapiantati in un terreno adatto, si difendono da soli dall’attacco del yerme. Esistono, perd, numerosi mezzi per combattere questo parassita generato da una piccola farfalla che depone le uova sulle foglie duran- te l’estate. Si possono proteggere i porri lasciando le piante seccare alcuni giorni al sole: anche trapiantandole secche, si riprendono bene. Si possono anche tagliare i porri sotto il punto in cui c’é il verme: infatti, le radici germoglieranno nuovamente. Un‘altra soluzione effi- cace ¢ costituita da aspersioni con soluzioni di piretro, di rotenone, o di sapone nero, I porri e le carote disposti a file alterne si proteggono reciproca- mente dai rispettivi parassiti. b) Il maggiolino La larva del maggiolino pué talvolta rovinare le aiuole dell’insala- ta o delle fragole. I maggiolini si possono distruggere dopo averli fatti cadere dagli alberi. Alcuni sostengono che si possono eliminare le larve interrando cascame di lana grezza. ce) I bruchi 1 bruchi attaccano le rape, le insalate e i cavoli. Alcuni uccelli, le cince, per esempio, ne distruggono centinaia al giorno. Contro la cavo- laia si possono utilizzare il piretro e la battospeina o coltivare nelle vi- cinanze piante di menta, rosmarino, pomodori e canapa che la tengo- no lontana. 58 d) La dorifora E’ stato osservato che in un terreno riequilibrato la dorifora fini- sce per scomparire. Si pud combattere con il rotenone; si raccolgono le dorifore, si bruciano e si spargono le ceneri ottenute sulle piante di pa- tate per proteggerle (procedimento biodinamico). e) I pidocchi Se presenti in gran numero, i pidocchi fanno deperire le piante. Ne sono attaccati: fagioli, fave, carciofi, ciliegi. La loro presenza viene favorita dall’eccesso di azoto e dall’uso di letame fresco. Ricordiamo che il predatore pit diffuso del pidocchio é la coccinella che, perd, ten- de a scomparire in seguito all’impiego dei pesticidi. Trattamenti possibii - Alga calcarea - Poltiglia d’ortica - Decotto di assenzio - Infuso di camomilla - Nicotina - Piretro Per proteggere le coltivazioni, si possono anche seminare bordure di nasturzi che attirano i pidocchi. Per proteggere naturalmente le piante, si possono coltivare nelle vicinanze cavoli rossi, verso i quali i pidocchi si dirigeranno. f) Le altiche Pulci di terra, le altiche attaccano le piantine di ravanelli, cavoli e cetrioli. Al loro passaggio lasciano una moltitudine di piccoli buchi nelle foglie. La loro presenza viene favorita dalla siccita e dalla poverta di humus nel terreno. Si possono neutralizzare con innaffiature ¢ con trattamenti a base di piretro e rotenone. T pomodori, la menta ed il rosmarino allontanano le altiche. g) II grillotalpa Grosso insetto di 4-5 cm, il grillotalpa con le sue pinze trancia net- tamente il colletto ¢ le radici delle insalate, delle carote, delle patate, 59 dei cavoli. I trattamenti naturali non sono abbastanza efficaci per vin- cerlo, tanto pid che si rintana a 15 cm di profondita. Se la presenza degli insetti é stata accertata (piante tagliate al col- letto), si possono preparare trappole interrando vasi da fiori raso ter- ra: le grillotalpe, di notte, vi cadranno dentro. Un altro metodo effica- ce consiste nel fare parecchi buchi di 15 cm di profondita su ogni metro quadrato con una barramina e versarvi una soluzione a base di piretro. Poiché gli insetti scavano gallerie comunicanti, verranno rapidamente distrutti. h) Le limacce In certe annate, le limacce proliferano in modo particolare, di- struggendo regolarmente i giovani germogli delle insalate appena spuntate. 1 loro nemici naturali sono i rospi ed i ricci. Per combattere le li- macce si usano tecniche artigianali che richiedono tempo e pazienzi - Arrestarle circondando le aiuole con righe (larghe alcuni centi- metri) di segatura, calce, cenere o solfato di ferro. - Sistemare nel giardino assi o lamiere sotto cui, di notte, le limac- ce vengono a riunirsi: al mattino, sara facile distruggerle. - Spargere nel giardino acqua con aggiunta di solfato di rame (100 g in 10 litri d’acqua), poiché é stato osservato che le limacce prolifera- no particolarmente nei terreni carenti di rame. - 10g di aloe fatti bollire in 10 litri d’acqua possono costituire un buon repulsivo. 19. Le colture precoci e la costruzione di letti caldi Il letto caldo é un terreno coperto con vetri e stuoie e particolar- mente letamato per raggiungere e mantenere temperature adatte alla forzatura e alla produzione di piante precoci (gennaio- febbraio. Vedi 1 lavori mese per mese). 60 SCHEMA 8 Letto calde Questa tecnica richiede tempo e cure particolari. Si sistema uno strato di 30-40 cm di stallatico di cavallo ben ba- gnato, si copre con un cassone vetrato della dimensione di 30 cm infe- riore a quella dello strato di letame, quindi si sparge uno strato di 20 cm di terriccio. Sotto il cassone si sviluppa una temperatura elevata: prima di se- minare, si aspetta che i valori massimi di temperatura (60°-70°) scen- dano: la temperatura pill adatta é di 20°-25°. Di notte si chiude il cas- sone e, di giorno, lo si socchiude perché la temperatura non si alzi troppo, soprattutto se il tempo é bello. Si possono utilizzare anche altri tipi di letame che sviluppano meno calore: letame ovino, bovino; letti caldi a base di resti vegetali: paglia, fieno vecchio; concimi organici: escrementi di galline, polvere di sangue o d’ossi. Questi miscugli, fer- mentanda, sviluppano calore. 61 Per mantenere la temperatura costante sui 20°-25° si sistemano degli strati di letame all’esterno del cassone (vedi schema). Se si preparano pit letti caldi, conviene coprire con letame lo spa- zio che li separa. Dopo lo smontaggio, si possono riciclare gli avanzi in un mucchio di composta. 20. Il frutteto Forniamo solo alcune indicazioni di massima per la manutenzione o la preparazione di un frutteto. Per la fertilizzazione e la lavorazione valgono gli stessi principi suggeriti per l’orto: uso di composta distribuita ¢ mescolata sullo stra- to pit superficiale del terreno; uso di concimi verdi tagliati e incorpo- rati alla terra; zappettatura del terreno; aerazione del sottosuolo. Si deve lavorare in particolare attorno alle radici degli alberi. Si devono evitare le varieta arboree moderne concepite per una buona resa quantitativa: sono assai sensibili ai parassiti e portano frut- ti di sapore mediocre e poveri di vitamine e minerali. E’ meglio pianta- re le varieta tradizionali procurandosele presso un vivaio coltivato bio- logicamente: infatti, le piante cresciute naturalmente hanno radici molto pil sviluppate degli alberi sottoposti a fertilizzanti chimici, che non hanno bisogno di ricercare in profondita le sostanze nutritive. Per i trattamenti antiparassitari, rimandiamo al capitolo dedicato ai parassiti, facendo perd presente che le polverizzazioni devono essere pil abbondanti se gli alberi sono grandi. I trattamenti indicati saranno completati da spennellature a base di argilla e alga calcarea' sui tronchi ed i rami tagliati, a scopo cicatriz- zante e battericida. Consigliamo inoltre di impiantare una siepe per proteggere l’orto: Ja siepe, infatti, attenua l’effetto del vento, mantiene una temperatura ed una umidita pid costanti, offre riparo agli uccelli. Le siepi formate da pit specie — noccioli, biancospini, pergole di carpini — danno al )Vedere:Argilla per la nostra salute - editore Musumeci. 62 giardino un fascino particolare. Gli alberi di alto fusto hanno bisogno di molto spazio, mentre le piante di lamponi, di ribes, gli arbusti rustici che crescono spontaneamente nelle regioni temperate e fredde, richie- dono poco spazio se si limita la loro espansione con adeguate potature. 21. Una tecnica promettente: orto a collinette Metodo naturale di coltivazione elaborato e sperimentato da alcu- ni anni in Germania, richiede un notevole lavoro di preparazione, ma permette uno sfruttamento intensivo del terreno (con i rilievi si guada- gna spazio) ed una produzione particolarmente precoce; inoltre per pa- recchi anni dispensa dalle fertilizzazioni. Si coltiva sul terreno in rilievo — specie di collinette che facilitano il lavoro — non essendo necessario lavorare curvi come nell’orticoltu- ra tradizionale. Si prepara, innanzitutto la collinetta: - 1. Si delimita una striscia di terreno larga 1,50 m. - 2. Si prelevano in questo spazio zolle di terra quadrate che si mettono da parte. - 3. Lungo la linea mediana di questo spazio si accumulano rami secchi di specie diverse per farne un mucchio arrotondato in superficie, lasciando alle due estremita uno spazio di 60 cm. Sopra si possono mettere steli di fiori e di ortaggi. - 4, Sul mucchio si mettono le zolle prelevate dal terreno sisteman- dole con la terra rivolta in alto e si coprono con alcune palate di terra, comprimendo bene il tutto con l’aiuto della pala. Quindi si aggiungo- no foglie umide di varie specie vegetali, formando uno strato di 25 cm ed infine si copre con uno strato di terra alto 5 cm, badando bene a comprimere e uniformare la superficie. - 5, Sopra, si spande uno strato di composta ben matura e fermen- tata per un’altezza di 5 cm. - 6, Si distribuisce su tutta la superficie della torba per uno spesso- re di 8-10 cm, - 7. Infine, si stende della composta vegetale mista a torba. 63 We ws Si provvede quindi a dare al mucchio una forma regolare, rastrel- lando, pressando e chiudendo bene eventuali aperture. Intorno ai rilie- vi si possono sistemare delle tavole per i passaggi. I] mucchio si asseste- raa poco a poco, mentre i lombrichi lavoreranno nell’interno. Tl momento pit adatto per costruire le colline é l’autunno, in mo- do da poterle utilizzare per la primavera. Per la semina si seguono le curve di livello del terreno, dal vertice alla base (vedi schema). 22. La conservazione degli ortaggi a) Come conservare le radici per l’inverno. Carote, barbabietole rosse, rape, pastinaca, ravanelli neri, sedano-rapa, non possono essere lasciati sul posto in inverno, ma van- no conservati in un silo, 64 mae GEEGhIA palo camino AL rEATIONE i Si eit Bor nado Trove Peraenze Ir fo @ Visto lateral mente a /) Side 9 fooler QT) b) Sistemazione di un silo. Si prepara uno scavo profondo 50 cm con il fondo in leggera pen- denza, di lunghezza proporzionata alla quantita di ortaggi da conser- vare. Sul fondo si sistemano fascine stese nel senso della pendenza, sab- bia e paglia, quindi si mettono gli ortaggi da conservare e, per proteg- gerli dal freddo, si coprono con sabbia, terrae abbondante paglia. Per ripararli dalla pioggia, si pud utilizzare una lamiera o anche un telo di plastica, avendo perd cura di lasciare una sufficiente aerazione alle estremita o un camino costituito da una fascina disposta verticalmente (vedi schema). Gli ortaggi vanno preparati prima di essere insilati: le earote van- no tagliate all’altezza del colletto; alle rape e alle barbabietole si taglia anche l’estremita della radice. Questi ortaggi si possono anche conservare in una cantina fresca: in uno spazio delimitato da assi, si mette uno strato di sabbia, quindi le tadici, che si coprono con sabbia. Si consiglia di controllamne periodi- camente le condizioni, togliendo quelle che si sono deteriorate. 68 PARTE SECONDA Gli ortaggi: esigenze e caratteristiche __ Consigliamo di segnare con precisione la data di acquisto 0 di produzione sulle bustine di sementi per evitare l’uso di semi scaduti. 69 1. Acetosa L’acetosa ama il terreno ricco di humus. Se ne possono mettere al- cune piante ai bordi dell’orto, Si pud seminare da marzo a giugno oppure moltiplicare trapian- tandone alcuni ciuffi nel mese di aprile ‘La coltura pud durare parecchi anni. L’acetosa-spinacio é la va- rieta meno acida. 2. Aglio Questo bulbo, dalle numerose proprieta aromatizzanti e terapeu- tiche, si conserva facilmente; predilige i terreni leggeri e ben drenati: se la terra é bagnata, prima della semina, ¢ meglio farla asciugare scavan- do un solco lungo tutta la linea su cui sara seminato. Il concime pit adatto & una composta molto fermentata, simile al terriccio (Vumidita eccessiva ¢ il letame troppo fresco potrebbero farlo marcire). Gli spicchi, o bulbilli, vengono interrati, con la punta rivolta in alto. Le file devono essere distanziate di 20 cm circa ¢ gli spicchi, dispo- sti sulla stessa fila, di 10-12 em. ~ Associaziont: Paglio si coltiva da solo; la sua vicinanza non é fa- vorevole ai piselli ed ai fagioli, Piantando alcuni spicchi d’aglio ai pie- di dei rosai, li si irrobustisce ¢ si ottengono fiori piii odorosi. L’aglio si semina a febbraio-marzo; il raccolto awiene a luglio- agosto. Si fanno essiccare gli steli al sole per alcuni giorni sul terreno, pri- ma di appenderli in un Iuogo ben arieggiato. La varieta rosa o violetta si conserva meglio di quella bianca. " 3. Aneto Le piante aromatiche dovrebbero condire tutti gli alimenti e pro- fumare tutti gli orti. Possono essere coltivate come bordure, in mezzo agli ortaggi, agli angoli delle aiuole. Simile al finocchio per aroma e fogliame, l’aneto spunta con faci- lita e tiene lontane le limacce e le lumache. Si semina in primavera. 4. Anice verde Si semina ad aprile-maggio. 1 semi vengono utilizzati soprattutto per la preparazione di tisane. 5. Asparagi Prima di raccogliere gli asparagi, occorrono 3-4 anni dal trapianto delle radici o zampe. Le piante possono poi durare per pid di 10 anni, quindi l’impianto diuna asparagiaia richiede uno spazio coltivabile piuttosto ampio. Nei primi due anni, si possono coltivare tra le file di asparagi altri ortaggi, in particolare, pomodori, con cui formano un’associazione favorevole, Per la coltivazione degli asparagi sono indispensabili un terreno ben drenato e un abbondante apporto di composta matura. La conci- mazione con letame fresco da agli asparagi un sapore sgradevole. In marzo, si piantano le radici di due anni (che si possono acquistare 0 ot- tenere con la semina) in solchi profondi 10 cm e distanziati di un me- tro; ogni radice viene sistemata su mucchietti di terricciato distanti 60 cm, preparati in fondo ai solchi; le radici vengono quindi coperte con tetra e composta, compresse per ottenere una buona aderenza; nel II anno si ricopre il solco con composta e nel III si rincalza. La produzio- ne sara abbondante a partire dal IV anno. - Varieta: asparagi precoci d’Argenteuil; asparagi a punta violacea. 6. Barbabietola rossa La barbabietola richiede una terra ben dissodata e una concima- Tz. zione organica con composta matura. Un eccesso di sostanze azotate favorisce lo sviluppo delle foglie ai danni della radice ed influisce nega- tivamente sulla conservazione e sul sapore. Si possono scaglionare le semine da aprile alla fine dell’estate (per la raccolta invernale). Le piante vengono poi diradate e trapiantate ab- bastanza vicine le une alle altre (10 cm: le barbabietole non devono di- ventare troppo grosse). Prima del trapianto, che deve awenire di sera, si consiglia di tagliare un poco le foglie e le radici. Per la conservazione invernale, si devono raccogliere le barbabie- tole prima delle gelate, tagliarne le foglie quindi mettere le radici in un silo o in un locale secco ¢ fresco, ricoprendole di sabbia. Associazioni: favorevole con i fagioli nani e le cipolle. Varieta: si distinguono varieta tonde, piatte, precoci (barbabieto- la rossa, nero d’Egitto), lunghe per l’inverno. La barbabietola rossa si pud consumare cruda in insalata, cotta al forno oppure sotto forma di succo. 7. Basilico Pianta aromatica, dal profumo molto accentuato. Originaria dal- Je regioni meridionali, ama il caldo. Si semina da febbraio-marzo sot- tovetro; si trapianta a maggio in posizione ben soleggiata. La sua vicinanza é favorevole ai pomodori. 8. Bietola o Costa o Cardoneto La bietola si sviluppa bene a condizione di ricevere uno stallatico organico abbondante (richiede una composta poco fermentata). Da raccolti abbondanti; si utilizzano le foglie e le coste esterne che si ta- gliano man mano che crescono. Si consigliano aggiunte di composta tra le file a pacciamature per conservare l’umidita e favorire la produ- zione. Seminata a fine estate ¢ protetta in inverno da foglie o paglia, in primavera rivegeta bene. Si utilizzano sia le foglie sia le coste. La bietola da taglio, o «erbetta», si adopera come gli spinaci, di 73 cui é meno acida. Si semina sul posto o si trapianta distanziando le piante di 30-35 cme le file di 40 cm. Si eviti la vicinanza con i cavoli. Varieia: a coste argento e verde. 9. Borragine La borragine selvatica é talvolta presente negli orti, dove spicca per il colore blu intenso dei suoi fiori: si utilizza nella preparazione di tisane. Esiste anche una varieta coltivata, molto produttiva, diffusa soprattutto in alcune regioni della Spagna. Questa pianta, che produce grandi cespi, meriterebbe di essere meglio conosciuta: si consuma co- me gli spinaci, ha un sapore ottimo, ma la mondatura degli steli richie- de parecchio tempo. La borragine coltivata, che si semina a primavera, richiede una buona concimazione. 10. Carciofo Bella pianta, di grandi dimensioni, il carciofo da il massimo della sua produzione dopo 3 anni, quindi una carciofaia dura diversi anni. I] primo anno, si raccolgono 3 teste per pianta, 7-8 nei seguenti. Richiede un ¢erreno molto ricco di humus, abbondantemente con- cimato: composta poco matura, senza eccessiva umidita. 11. Cardo Il cardo richiede un terreno ricco di humus, ben concimato. Si se- mina ad aprile sottovetro o in piena terra distribuendo 2-3 semi in bu- chette distanti tra loro 1 m in ogni direzione. A germogliazione avvenuta, per ogni buchetta si lascia solo la pianta piu robusta. In autunno, 2-3 settimane prima del raccolto, si le- gano le foglie per favorirne ’imbianchimento. I] cardo viene protetto dal freddo awvolgendolo in sacchi di iuta o di carta, avendo cura dico- prirlo tutto per evitare la penetrazione dell’acqua nel cuore. All’ap- prossimarsi dei freddi intensi, bisogna portare dentro i cardi ed inter- rarli con il loro pane di terra, tenendoli sempre legati. I cardi crescono 14 lentamente; si possono seminare negli spazi lasciati liberi dagli ortaggi a rapido germogliamento: ravanelli, insalate, carote precoci, piselli. 12. Carota La carota ama il terreno ben dissodato, finemente lavorato e con- cimato con composta ben fermentata: un concime troppo ricco di azo- to pud portare malattie e nuocere alla conservazione; un concime non stagionato pud far crescere carote biforcute. Il terreno deve essere accuratamente ripulito. Per evitare che Vestirpazione delle erbacce danneggi le piantine di carote, si consiglia di preparare il terreno alcune seitimane prima della semina, Si rastrella ogni tanto il terreno per far germogliare i semi delle erbacce che si eli- minano man mano che spuntano. In tal modo, l’aiuola non sara pid invasa da erbacce. I semi di carota sono molto piccoli e, talvolta, attaccati fra loro: per una semina regolare (file distanziate di 25 cm circa), é opportuno mescolarli a terra fine o a sabbia in modo omogeneo: si evitera cosi Valternarsi di densita eccessive a vuoti. Conviene seminare rado per non dover diradare, operazione che rischia di danneggiare le altre piantine. Le semine possono awvenire progressivamente da gennaio-marzo, sotto tunnel o su letto caldo, fino a luglio in piena terra. Si distinguono: varieta precoci corte e mezze lunghe da seminare sotto tunnel o in piena terra e raccogliere in estate: mezza lunga nante- se; delle varieta lunghe (carota di Chantenay, nantese, colmar) per l’in- verno: si possono far svernare nel terreno proteggendole con foglie o paglia oppure, piu prudentemente, si mettono in un silo scavato nel terreno 0 si conservano sotto sabbia in locali secchi ed arieggiati. Sono possibili associazioni interessanti: in particolare, ravanelli e lattughe; secondo alcuni, i piselli ¢ le sassefriche possono tener lontana la mosca della carota, I porri ele carote a vicenda si stimolano e si proteggono dai rispet- tivi parassiti (verme mosca); si possono, percid, seminare carote preco- ci in file distanziate di 60 cm, in mezzo alle quali si trapiantano i porri. 15 Mescolando ai semi di carota alcuni semi di ravanelli che germogliano pit rapidamente si ritrova pit facilmente I’andamento delle file. Anche le carote e le rape tonde si stimolano reciprocamente. I se- mi non vanno mai interrati, ma appena ricoperti di terriccio. Si evitino innaffiature a getto ‘che potrebbero asportare i semi. 13. Cavolo Il semenzaio deve essere adeguatamente concimato con una com- posta ben fermentata, come richiedono il seme e la piantina. Si consi- glia anche di spargere terriccio. Prima del trapianto, si immergono le radici in una poltiglia di argilla, alga calcarea e stallatico. Le distanze dipendono dalle varieta: 30-50 cm fra le piante, 60-80 cm fra le file. - Per il raccolto primaverile, si seminano a fine agosto - inizio set- tembre le varieta a foglie lisce: cavolo cappuccio cuore di bue, cavolo cappuccio, cappuccio precocissimo. - Per il raccolto estivo e autunnale, si seminano a febbraio-marzo sottovetro le seguenti varieta: cavolo cappuccio, cavolo di Brunswich, cavolo testa di ferro a testa durissima adatto per crauti, cavolo di Mila- no (verza), cavoloverza di Piacenza. - Per l’inverno: cavolo cappuccio di Vaugirard che si pué mettere in silo; cavoliverza verdi. Questa pianta assume forme molto varie; se ne possono consuma- re, secondo i casi, le foglie, il fiore o la radice. Richiede terreniricchi di sostanze organiche, con buon stallatico ben decomposto ed anche pol- vere di alga calcarea; non ama i terreni acidi. II terreno va mantenuto morbido con zappettature. Per ogni stagione esistono varieta di cavoli disponibili, ma questo ortaggio é particolarmente adatto all’inverno, quando scarseggiano gli ortaggi verdi. Ci sono varieta che sopportano bene il freddo (cavoliverza verdi molto resistenti, cavoli rossi pit sensi- bili alle basse temperature quindi da proteggere), altre che possono es- sere tagliate e conservate in silo. Tutte le varieta possono essere consu- mate crude. Tra i cavoli invernali non dimentichiamo il CAVOLO DI BRU- XELLES. 16 Si semina da marzo-aprile in semenzaio, Associazioni possibili: dolcetta, barbabietole, sedano, piselli, fa- sioli, lattughe. 1 CAVOLFIORI temono soprattutto le variazioni di temperatura, il freddo e il caldo eccessivi. Richiedono regolari innaffiature per evit: re dannosissimi arresti di vegetazione. II clima oceanico é quello pit congeniale ai cavolfiori. Non potendo influire sulle condizioni ambien- tali, si potra comunque mantenere costante la temperatura coprendo il terreno con uno strato vegetale (paglia, foglie, mulch). I/ cavolbrocco, simile al cavolfiore, produce infiorescenze verdi 0 giallo-verdognolo commestibili come anche le foglie. Si semina in primavera, si raccoglie in autunno. CAVOLO-RAPA CAVOLO-RAPA O RUTABAGA: si semina a maggio-giugno ¢ si raccoglie in autunno: ingiustamente trascurata, ha un ottimo sapore e da una buona resa. CAVOLO CHINESE: di forma allungata, molto tenero, si consu- ma crudo o cotto. Sopporta bene il freddo. Jl rosmarino, la salvia e la menta tengono lontane le cavolaie. 14. Ceci Come i piselli il granoturco, si raccolgono quando il seme é giunto a maturazione. 15. Cerfoglio Pianta aromatica molto profumata, ama i luoghi freschi e ben ombreggiati; una volta seminato, si risemina da solo. Proteggendo una semina fatta a settembre, si raccoglie in prima- vera. La sua vicinanza da un sapore piccante ai ravanelli. - Varieta: cerfoglio comune, 7 16. Cetrioli e cetriolini I cetrioli richiedono una concimazione molto abbondante con composta ben fermentata: particolarmente adatto lo stallatico di ca- vallo, che sviluppa molto calore. Per non rovinare le radici del cetriolo, che sono superficiali, si so- stituisce la zappettatura con una copertura di mulch che mantiene Pumidita (evitare, invece, l’irrigazione). Questa pianta, per essere col- tivata, richiede temperature piuttosto alte (minimo 10°). Si semina a: - Marzo-aprile: sottovetro. Trapianto a maggio quando il rischio di gelate é scongiurato. - Maggio: in piena terra; se si vogliono raccolti precoci, é necessa- rio l’uso di letti caldi, tunnel e serre. Per la semina si mettono 3-4 semi messi verticalmente in fossette sistemate in un solco pieno di composta (Q in ciotole quando si vogliono ottenere delle piantine). Non si potano le piante di cetriolini, ma si pud cimare lo stelo principale sopra la V o VI foglia. Le rami: ieazioni che si svilupperanno porteranno piccoli frutti. Per evitare che i frutti siano a contatto con la terra, si consiglia di coltivare i cetrioli come i fagioli rampicanti, soste- nendo le piante con ramaglie o fili tesi ad 1,20 m di altezza. - Associazioni favorevoli: piselli, fagioli, granoturco, girasole, in- salate, sedani, cavoli. - Associazioni contrarie: pomodori. - Varieta Piena terra: cetriolo verde lungo inglese, cetriolo verde lungo de- gli ortolani. Sotto terra: Marketer. - Cetriolini: cetriolino di Parigi, verde di Massy. 17. Cicoria Esistono molte varieta di cicoria con forme e sapori molto diversi: coria riccia, scarola, cicoria di Bruxelles (vedi indivia), cicoria selvatica. 78 a) La cicoria riccia e la scarola Le cicorie € le scarole richiedono un terreno ricco di humus, conci- mato con composta ben fermentata. Il germogliamento deve essere rapido (36 orc). E’ indispensabile che il terreno sia sufficientemente umido e, soprattutto, ben riscaldato. Si semina da marzo (su letto caldo), da maggio a fine luglio in pie- na terra (il germogliamento pud essere favorito da un telo di plastica steso sull’aiuola, che si toglie appena |’insalata spunta). Le piante si possono lasciare sul posto e trapiantare in file, spaziandole di 30 cm; le file devono essere distanziate di 40 cm. Le cicorie ricce e le scarole, ben protette da strati di fogliame o di paglia disposta su ramaglie, possono resistere al freddo. Per l’inverno sono particolarmente adatte la cicoria scarola fio- rentina e la cicoria scarola cuore pieno. Per ottenere un perfetto imbianchimento, si legano i cespi. - Varieta: cicoria, scarola «casco d’oro». b) La cicoria selvatica La cicoria selvatica éun’insalata piccola e rustica, molto resistente. Spesso, insieme con la dolcetta, é l’unica insalata disponibile in inverno e all’inizio della primavera. Poco esigente, pud essere coltivata in tutti i terreni. Si semina sul posto da aprile ad agosto. - Varieta; la cicoria amara, da taglio; si recidono le foglie a 2 cm dal colletto e le piante rivegetano pia volte. La cicoria «pan di zucchero» é una varieta migliorata, pid grande € meno amara: seminata in agosto, si pud raccogliere in primavera. La cicoria verde a grumolo detta ceriolo forma una rosetta ed é molto gustosa. Esistono varieta a foglie rosse (cicoria di Treviso; cicoria di Vero- na, cicoria palla di fuoco rossa) precoci, adatte al consumo invernale. 18. Cipolle Come tutti i bulbiin genere, le cipolle non amano il letame fresco. 79 Si distinguono: a) Cipolle bianche Quando sono ancora piccole, si consumano con gli steli verdi che poi appassiscono. Si seminano da aprile a settembre in semenzaio. Si trapiantano in file distanti 15 cm, dopo aver accorciato un poco la ra- dice. Semina diretta ad agosto-settembre, diradando poi in modo da la- sciare una pianta ogni 10cm. Queste cipolle devono essere protette da foglie e paglia dai freddi dell’inverno e raccolte in primavera. b) Cipolle gialle Si seminano da marzo ad aprile sul posto in file distanti 20 cm quindi si diradano spaziando i bulbi di 7-8 cm. Si possono anche pian- tare piccoli bulbi distanziati di 12 cm circa e interrati a 3 cm. - Varieta: cipolla dorata, cipolla gialla. A luglio-agosto, si raccolgono le cipolle gialle; dopo averle fatte asciugare al sole, si appendono in un luogo secco ed arieggiato. - Associazioni: barbabietole e carote tengono lontana la mosca della cipolla; piselli’e fagioli non amano la sua vicinanza. 19. Cipollette e cipolline Queste piante richiedono un terreno leggero e fertilizzato con con- cime stagionato. Si possono mettere ai bordi delle aiuole. In primavera si seminano 0 si trapiantano piccole parti contenenti bulbi. Per i] con- sumo, si tagliano gli steli, senza strappare la pianta. 20. Coriandolo Il coriandolo, pianta aromatica di cui si utilizzano le foglie fresche ed i semi, si coltiva facilmente. Si semina in primavera. 80 } / 21. Crescione inglese e crescione da giardino Molto facile da coltivare ed estremamente produttivo: 15 giorni dopo la semina si pué tagliare, poi gli steli ricrescono e in pochi giorni spuntano anche le foglie. Si possono fare pit semine in file, scalarmen- te dalla primavera. In estate acquista un sapore piccante. 22. Dolcetta (0 valerianella) La dolcetta non necessita di abbondante concimazione; si pud se- minare da fine luglio a settembre. E’ particolarmente adatta per |’in- verno poiché sopporta bene il freddo (semina fine agosto-inizio set- tembre). La dolcetta impiega parecchio tempo per spuntare: il terreno do- vrebbe essere ben ripulito, leggero e friabile, ma un po’ costipato al momento della semina. Per germogliare, ha bisogno di umidita. - Associazioni favorevoli: dolcetta e cipolle, dolcetta e porri. Puo essere seminata anche in mezzo a specie che vanno distanziate - pomodori, zucche, cavoli. E’ preferibile seminarla a file piuttosto che alla volata. - Varietd: dolcetta a foglia verde d’Etampes; dolcetta a seme grosso. 23. Dragoncello Pianta aromatica, di sapore piccante, ama i terreni leggeri ¢ teme Pumidita. Si moltiplica dividendo i ciuffi che si piantano a marzo- aprile. Prima del gelo, si tagliano gli steli e si protegge la pianta con fo- glie. La pianta essicata pud essere utilizzata in inverno. 81 24. Fagiolo J fagioli richiedono una concimazione con letame ben stagionato e possono essere seminati dopo altri ortaggi. Il potassio, di cui hanno bi- sogno, pud essere fornito mescolando cenere di legna al terreno. It calore é indispensabile alla loro vegetazione quindi é inutile se- minarli troppo presto: meglio aspettare il mese di maggio, quando il terreno é ben riscaldato. Per facilitarne la germogliazione, si consiglia di bagnare le file do- po aver seminato i fagioli. Le piante devono quindi essere zappettate e rincalzate bene, fa- cendo attenzione a non danneggiare le radici che si sviluppano in su- perficie. Dopo il mese di luglio, le semine sarebbero inutili in quanto i fagioli, soprattutto i rampicanti, non avrebbero piu il tempo necessa- rio per svilupparsi prima delle gelate. Per i fagioli rampicanti occorre lasciare uno spazio di 70 cm tra le file e sistemare rapidamente i paletti di sostegno piantandoli in terra, all’interno delle file, vicino alle piante. Lunghezza consigliata: 2,50 m circa. I paletti vanno quindi uniti e legati a due a due in cima. Per raf- forzare la struttura portante, si consiglia di mettere dei paletti orizzon- talmente, in alto. - Associazioni favorevoli: carote, sedano, cetrioli, barbabietole, lattughe. - Associazioni sfavorevoli: aglio, cipolla, scalogno, pomodoro, fi- nocchio, - Varieta: sono molto numerose: a) Fagiolini nani Si distingue una specie di fagiolini verdi molto gustosi che, cre- scendo, fa perd rapidamente il filo; ¢ necessario raccoglierli quasi quo- tidianamente, quando sono molto piccoli: Trionfo di Farcy, Fini di Bagnoles. b) Mangiatutto Non hanno filo o ne hanno molto poco; sono da preferire alle va- 82 rieta precedenti se si dispone di poco tempo, in quanto possono essere raccolti quando sono abbastanza grandi: - a baccello giallo: fagiolo burro; - a baccello verde: Wade, Tenderlong; - nani (da sgusciare): borlotti, cannelloni, bianchi; - rampicanti verdi: fagioli mangiatutto «Saint-Fiacre» a baccello viola (di abbondante produzione); - rampicanti gialli: fagioli burrro di Saint-Fiacre, fagioli burro «Gancetto», fagioli burro «Meraviglia di Venezia»; - rampicanti da sgusciare: fagioli Soisson bianchi, fagioli di Spa- gna, borlotti «Lingua di fuoco». 25. Fava La fava, leguminosa che richiede poca concimazione, arricchisce il terreno di azoto e pud essere utilizzata come pianta fertilizzante (concime verde). Si semina da febbraio a maggio, lasciando cadere nel solco 2-3 se- mi a mucchietto ogni 20cm, in file distanziate di 40 cm. Attira rapida- mente i pidocchi per cui, se scarseggiano le coccinelle, loro naturali ne- mici, occorre provvedere con trattamenti a base di rotenone e alga cal- carea. Nelle regioni calde, si pud seminare in autunno, ovviando, in tal modo, al problema dei pidocchi. - Varieta: fava d’ Aguadulce, fava «Reina Blanca», fava «Reina Mora». Si consuma cruda o cotta quando il baccello é ancora tenero. 26. Finocchio Pianta originaria dei paesi mediterranei, ama il caldo e i! terreno abbondantemente concimato. Le semine si fanno da aprile a luglio, quando il terreno é ben riscaldato. Si dirada il semenzaio e si trapianta- no le piante tolte. Rincalzature adeguate permettono di ottenere un re- golare e buon ingrossamento del grumolo. 83. Il finocchio influenza negativamente la crescita della maggior par- te degli ortaggi, in particolare dei fagioli, dei pomodori e dei cavoli; si consiglia percid di coltivarlo in un angolo appartato. - Per le semine di primavera: finocchio precoce Romanesco, fi- nocchio tondo di Sicilia; - Per le semine d’estate: finocchio di Firenze. 27. Un cereale: il frumento Con il frumento, che alcune persone desiderano coltivare in un angolo dell’orto, usciamo dall’ordine degli ortaggi per entrare in quel- lo dei cereali, che hanno un valore nutritivo superiore. Se si dispone di uno spazio abbastanza esteso, si pud fare un’espe- rienza interessante: seminare, mietere, trebbiare, spulare, macinare, abburattare, impastare e cuocere il pane. Se non si possono, perd, ef- fettuare tutte queste operazioni che richiedono tempo e spazio, si pud utilizzare il frumento come becchime per le galline; in tal caso, non é necessario trebbiarlo, ma si daranno agli animali steli espighe quindi si potra utilizzare la paglia rimasta come concime. 1] frumento si semina in primavera o meglio in autunno (ottobre) in file distanziate di 20 cm per poter sarchiare e zappettare, ottenendo cosi un rendimento superiore a quello ottenuto con la semina alla yola- ta. Un altro metodo di semina consiste nell’abbinare le file: si semina- no 2 file distanziate di 10 cm e alla distanza di 30 cm altre 2 pit vicine e cosi via. Si ottiene un duplice vantaggio: la sarchiatura é piu facile e gli steli accoppiati resistono meglio al vento. In primavera, occorre un’adeguata sarchiatura per evitare che le erbacce soffochino il frumento. E’ necessario aggiungere al terreno composta abbastanza matura. Dopo la rincalzatura che si effettua quando le piantine di frumento hanno raggiunto l’altezza di 20 cm cir- ca, si pud seminare tra le file del trifoglio nano che si potra successiva- mente falciare per lasciarlo sul terreno insieme alle stoppie ed incorpo- rarlo alla terra quando é decomposto. 84 28. Fragola Come la fragola selvatica che cresce nei boschi, anche la varieta coltivata ama i terreni freschi, ricchi di humus e piuttosto acidi. Non sono adatti alla sua coltivazione i terreni calcarei che si riscal- dano presto. La semina si fa da luglio a settembre trapiantando dei ciuffi presi dalle fragolaie o dei filamenti (steli rampicanti terminanti con una ro- setta di foglie). Si consiglia di tagliare i filamenti appena spuntano per evitare che la fragolaia si trasformi in un inestricabile viluppo. La fra- golaia deve essere mantenuta fresca e protetta dal sole con una coper- tura che evitera anche il diretto contatto dei frutti con il terreno. - Associazioni favorevoli: cicoria, spinaci, pomodori. I boschi di abeti rossi costituiscono |’habitat naturale delle fragole selvatiche: con la loro vicinanza il profumo delle fragole diventa piu intenso ed inoltre i loro aghi forniscono il nutrimento adatto. Esiste una gran varieta di fragole: - d’ogni mese a frutto piccolo - a frutti grossi. 29. Granoturco dolce Il granoturco richiede un terreno di humus leggero e sufficiente- mente riscaidato. Si semina da maggio a giugno in file distanziate di 50 cm per permettere la sarchiatura e la rincalzatura, mettendo i semi a15 cm l’uno dall’altro (se necessario, diradare). I semi vanno consumati freschi, prima di giungere a completa ma- turazione; possono anche servire da nutrimento per gli animali. Per conservare le pannocchie, si appendono in un luogo ben arieg- giato. Si possono anche provare le varieta da sgranare (pop-corn). Co- me per altri semi (frumento, orzo, soia...) la germinazione ottenuta con macerazione ne sviluppa notevolmente la percentuale di elementi nutritivi assimilabili. Dopo il raccolto, si pud seminare il trifoglio bianco. Gli steli del granoturco vengono talvolta utilizzati come sostegni dei fagioli rampi- 85 canti. I] granoturco seminato ai bordi dell’orto costituisce un elemento di protezione. - Associazioni: con fagioli, piselli, zucche, cetrioli. 30. Indivia Ottenuta dalla cicoria Witloof (cicoria belga), l’indivia ¢ una pianta poco esigente, che richiede wn terreno leggero ed un concime maturo. Si semina da maggio-giugno sul posto, distanziando le file di 30 cm. le piante hanno 3 foglie, si diradano un poco. Per evitare i sviluppino troppo, a partire da ottobre si tagliano le fo- glie a 2cm dal colletto, si scava un solco profondo 25 cm, si mettono le radici fianco a fianco nella terra. Si possono eventualmente accorciare le radici troppo lunghe per far in modo che i colletti siano tutti alla stessa altezza. Si colma quindi il solco con terra leggerae friabile, si co- pre con paglia, si mettono delle pagliate o delle lamiere, quindi ancora paglia. Per affrettare il raccolto, si pud mettere stallatico di cavallo sul solco oppure coltivare le indivie in casse piene di terra o di sabbia: si innaffieranno periodicamente e si otterranno indivie molto regolari. La coltivazione dell’insalata belga ¢ pil semplice: dopo aver ta- gliato le foglie a 2 cm come sopra indicato, si rincalza. Si raccoglie quando le radici hanno emesso un serrato cespo di foglie bianche. 31. Issopo Pianta aromatica, si riproduce facilmente per semina o per tra- pianto; per ottenere nuove semine bastera poi rincalzare e zappettare attorno alla pianta. L’issopo in fiore attira in modo particolare le api. 32. Lattuga La lattuga esige un terreno fresco, fertilizzato con concime matu- 86 To e ben fermentato; il suo sviluppo deve avvenire rapidamente, senza arresti; il calore ¢ la siccita la fanno rapidamente montare in seme. Differenziando le epoche di semina, si pud ottenere una produzio- ne continua per quasi tutto l’anno: - a gennaio-febbraio si semina sotto vetro; - per l’estate si pud ricorrere alla varieta da taglio (tipo lattughino a foglie di quercia) che rivegeta rapidamente pit volte o alla lattuga «romana», resistente al calore; - per l’inverno: la Batavia, se ancora abbastanza piccola al giunge- re delle prime gelate ed eventualmente protetta, pud resistere ad un in- verno non troppo rigido. Si semina in file distanziate di 40 cm. Si raccolgono le giovani piantine per il consumo ed il trapianto. - Associazioni favorevoli: carote, fragole, ravanelli. La lattuga si sviluppa rapidamente e si pud coltivare intercalata a cavoli, carote, sedani, che occupano a lungo il terreno. Le lattughe coltivate biologicamente hanno un vigore ed un sapo- re di gran lunga superiori alle corrispondenti varieta fertilizzate con concimi chimici e sottoposte a trattamenti chimici. - Varieta: LATTUGHE DI PRIMAVERA: sottovetro: lattuga la Preferita, Bionda, Regina di Maggio. LATTUGHE PRIMAVERILI E ESTIVE: in piena terra: Bata- via, Bionda, Regina dei Ghiacci, Incappucciata napoletana. LATTUGHE ESTIVE E AUTUNNALI: Meraviglia delle quattro stagioni, Batavia bionda di Parigi, Bruna di Germania, lattuga degli ortolani. LATTUGHE INVERNALI: Meraviglia d’inverno, lattuga rossa a cappuccio grosso e compatto, romana bionda, lattughino riccio a fo- glio di quercia (da taglio, pud restare sul posto; molto resistente). 33. Lenticchia La lenticchia ama i terreni leggeri e teme il concime organico fre- sco. 87 Si semina a fine marzo, in file distanziate di 30 cm, a mucchietti di 6 semi, distanti 35 cm circa. - Varieta: lenticchia larga bionda; verde - Resa: 150-200 Kg l’ara. 34. Mag: Piccola pianta aromatica, si usa in cucina come condimento e nel- la preparazione di infusi. Si semina in primavera in un luogo ben espo- sto al sole. 35. Melanzana La melanzana riesce veramente bene solo nelle regioni meridiona- Ji; in altri ambienti, la sua coltivazione é aleatoria. Le semine si fanno a febbraio-marzo su letto caldo; si trapianta ad aprile-maggio sotto tunnel 0 sotto vetro. La melanzana richiede un’abbondante concimazione. Si deve ci- mare il fusto principale sopra la quarta o quinta vegetazione ascellare e si sopprimono anche i getti al piede. Con tempo secco, occorre irrigare e coprire il terreno con paglia per mantenere |’ umidita. Le dorifore sono particolarmente ghiotte delle foglie di melanza- na: si tengono lontane con bordure di fagioli. 36. Melone Il melone, che richiede abbondante concimazione con sostanze or- ganiche ben decomposte, viene coltivato soprattutto nelle regioni cal- de, possibilmente in un luogo ben riparato e protetto: vicino ad un mu- ro orientato a Mezzogiorno, in serre. Si semina a marzo-aprile su letto caldo, a fine maggio sotto vetro, amucchietti, lasciando spazi di 80 cm in ogni senso. Quando le piantine hanno alcune foglie, si diradano lasciando un’unica pianta; si possono trapiantare le pid vigorose. La cimatura ¢ 88 molto importante. Quando il getto ha emesso la seconda foglia va ci- mato. Si svilupperanno delle ramificazioni ascellari che, a loro volta, vanno cimate sopra la terza foglia. Dall’ascella di queste foglie cresce- ranno ramificazioni che andranno ancora cimate. Queste tre successive cimature favoriscono una migliore produzione. II melone é rampicante ed isuoi rami possono essere sostenuti da paletti fissati verticalmente. - Varieta: Cantalupo di Charentais, verde rampicante. 37. Menta La menta cresce facilmente; viene largamente utilizzata in cucina e nella preparazione di tisane. 11 suo odore tiene lontani i pidocchi, le cavolaie e le zanzare. 38. Pastinaca La pastinaca é una pianta con radici carnose di sapore dolce e gra- devole, un tempo ampiamente coltivata ed oggi praticamente assente dagli orti. Eppure, varrebbe la pena di riprenderne la coltivazione. Ri- chiede terra friabile, ben dissodata in profondita e concime maturo. Resiste bene al freddo. Durante l’inverno si pud conservare all’aperto con adeguata protezione o in silo. Non si devono utilizzare per la semina sementi aventi pit di un an- no, altrimenti germoglierebbero male. Per favorime la germinazione, occorre mantenere il terreno umido. - Varieta: pastinaca rotonda precoce, semi-lunga di Guernesey. 39. Patata La patata richiede un’abbondante concimazione con composta abbastanza fresca, ma sufficientemente fermentata. Per una miglior produzione, si potranno spargere alcune manciate di alga calcarea con aggiunta di fosfati. La patata ama i terreni leggeri, ben dissodati in profondita con la vanga a rebbi. 89 Per la semina si consiglia l’uso di patate provenienti da colture biologiche, che daranno piante sane ¢ vigorose. Si possono trovare gia germogliate oppure si possono far germogliare sistemandole su graticci (o in bugnole di legno traforate) in un locale in cui penetri la luce del giorno. Le patate troppo grosse possono essere tagliate in due nel senso della lunghezza, purché ogni meta abbia due occhi e sia provvista di un germe corto, ma spesso. Alcuni giorni prima della semina, cospargere i tuberi con argilla e polvere di alga calcarea. Si tracciano file distanziate di 60 cm, si scava- no buchi di 10 cm di profondita ogni 40 cm ¢ si mettono le patate, quindi si sarchia. Quando le piantine hanno raggiunto una sufficiente altezza, si rincalza per evitare che i tuberi superficiali, restando scoper- ti, vengano rinverditi dalla luce. Le patate sono pronte per la raccolta quando le foglie ed i gambi sono appassiti. Si possono raccogliere patate novelle sin dal mese di giugno semi- nando varieta precoci a fine marzo, in terreno ben esposto. Le patate da conservare vengono raccolte in autunno. Ne esistono moltissime varieta; si evitino, comunque, le varieta pid grandi, spesso cave ¢ di sapore mediocre. Il discorso sulla coltivazione della patata non pud prescindere dai parassiti, in particolare dorifora e peronospora. A tal proposito, non possiamo che ripetere quanto abbiamo gia detto: per combattere i parassiti, é determinante la resistenza naturale della pianta che poggia essenzialmente su un elemento che possiamo modificare: il terreno. Possiamo inoltre agire sulla qualita della semen- te, scegliendo patate provenienti da colture biologiche o selezionando i migliori tuberi che abbiamo prodotto. Secondo alcuni, le piante di canapa tengono lontana la dorifora mentre bordure di rafano stimolano la vitalita della patata. Si possono fare trattamenti a base di rotenone per la dorifora e nebulizzazioni di poltiglia bordolese contro la peronospora. Altri mezzi: sali di rame puro (ossicloruro); nebulizzazioni di asperella, con tempo umido. - Associazioni favorevoli: granoturco, fagioli, piselli, cavoli. 90 40. Peperoni I peperoni esigono un clima caldo e si sviluppano bene solo nelle regioni calde o nelle serre. Si ibridano facilmente con i peperoncini pic- canti. 41. Piselli Il pisello é una pianta poco esigente (@ sufficiente poco concime stagionato) e arricchisce il terreno di azoto. Teme il calore e la siccita; germina anche con temperature abbastanza basse. I piselli siseminano dal mese di marzo, prima dei fagioli e non oltre il 15 maggio nelle re- gioni calde. Per un raccolto autunnale, si pud tentare una semina a fi- ne luglio. Si semina in file distanti 35 cm mettendo un seme ogni 3-4 cm (0 mucchietti di 5-6 semi). Per evitare che le piante si corichino, si posso- no sostenere con ramaglie conficcate all’esterno delle file, attorno a cui le piante si avviluppano. Ai piselli si possono associare varie piante che si avvantaggiano dell’azoto lasciato dai piselli: cetrioli, ravanelli, granoturco, patate. Si eviti di seminare nelle vicinanze dei bulbi: aglio, cipolle, scalo- gno, che costituiscono associazioni sfavorevoli. Facendoli succedere ad una crocifera (rape, cavoli), si protegge la radice dal marciume. - Varieta: Nano con seme rotondo: pisello provenzale, pisello precocissimo, pisello generoso. Rampicante: express. Nani a seme crespo (pit: produttivo, da seminare in piena stagio- ne): meraviglia di Kelvedon, meraviglia d’America, telefono. Rampicante: baccellone, San Cristoforo, senatore. Piselli mangiatutto o taccole rampicanti: gigante svizzero, corno di montone, semi-rampicante Caruby. 91 42. Pomodoro Il pomodoro esige un’abbondante concimazione con composta Fresca. Si dimostra particolarmente adatta una speciale composta pre- parata con i gambie le foglie dei pomodori dell’annata precedente, da utilizzare per la semina su letto caldo o in casa (semina in marzo-aprile in una cassetta o in vaschette). Si potra aumentare la produzione dei pomodori coltivati in serra concimando con un miscuglio di corteccia di pino e di sostanze azotate organiche. Quando le piante hanno 4-5 foglie, si trapiantano a maggio, quando il pericolo delle gelate é scon- giurato 0 sotto tunnel se si vuole accelerare la produzione dei frutti. Per il trapianto si scavano buchi sufficientemente grandi nei quali si versa composta quindi, si forma un piano inclinato su cui si appog- gia la pianta, infine la si raddrizza e si riempie il buco con composta e terra. Quando le piante sono alte 30-35 cm si rincalzano e si predispon- gono paletti tutori ai quali si legano le piante con fili di rafia, non trop- po stretti. Per ottenere dei frutti di buona pezzatura si consiglia di ci- mare le piante. Si svilupperanno due o pid rami si terranno i due pid robusti, potando gli altri. Quando questi avranno emesso due grappoli di fiori, si procede ancora alla cimatura. E’ molto importante per la qualita e la maturazione dei frutti sopprimere le vegetazioni che cre- scono all’ascella delle foglie e diradare le foglie quando i frutti comin- ciano a colorire. Si potranno lasciare alcune piante senza cimarle: i frutti saranno pit piccoli e la pianta piu folta. Per combattere la peronospora che pud minacciare i pomodori, si irrorano le piante con decotto di asperella; talvolta, si mette anche un filo di rame attorno al gambo. La poltiglia bordolese si dimostra parti- colarmente efficace. I frutti che non sono giunti a maturazione all’arrivo del freddo potranno essere raccolti e messi in un locale caldo, dove termineranno la maturazione. - Associazioni favorevoli: cavoli. - Varieta: pomodoro precocissimo, cuore di bue, Saint-Pierre, di Marmande, palla di fuoco. - Varieta tardive, con piccoli frutti: perette, Napoli, San Marzano. 92. 43. Porri 1 porri preferiscono un terreno ben lavorato e concimato con leta- mee fertilizzanti a base di rifiuti animali ben decomposti. Il loro consumo ¢ particolarmente interessante per l'inyerno: i porri resistono quando la maggior parte degli ortaggi sono gelati. La data delle semine e dei trapianti variera in funzione dell’epoca in cui si vyogliono raccogliere. . - In gennaio, semina su letto, trapianto in marzo per raccogliere a giugno-luglio, scegliendo le varieta grosso e corto estivo e gigante pre- coce. - In marzo, semina sottovetro per raccogliere a novembre, sce- gliendo le varieta mostruoso di Carentan, d’Elboeuf, - In maggio, semina in piena terra per raccogliere da dicembre ad aprile, scegliendo le varietA porro di Liegi, gigante d’inverno. - Per raccogliere in primavera, si deve seminare prima del 15 set- tembre, quindi proteggere bene l’aiuola con paglia. In ogni caso, si seminano in semenzaio e si trapiantano dopo 60 giorni, quando hanno raggiunto almeno le dimensioni di una matita. Dopo aver accorciato le foglie ¢ le radici, si trapiantano distanziandoli di 8-10 cm su file distanti 25-30 cm (mettendoli piu vicini, i porri diven- terebbero pit alti e sottili Il verme del porro si pud evitare lasciando per vari giorni le piante al sole prima del trapianto; se i porri vengono colpiti dopo il trapianto si tagliano sotto la parte attaccata e, come abbiamo gia avuto modo di dire, essi torneranno a vegetare. ! Si possono coltivare i porri in associazione con il sedano, gli spi- naci, la lattuga. Le carote allontanano il verme del porro che, a sua volta, protegge le carote dall’attacco della mosca. Si possono, percid, vantaggiosamente coltivare porri e carote a file alterne o gli uni vicini alle altre. 44. Portulaca Pianta dalle foglie carnose, si sviluppa spesso spontaneamente, 93 diffondendosi sul terreno, nel periodo pii caldo. Si pud consumare mista ad altre insalate. 45. Prezzemolo Il prezzemolo si semina da marzo a luglio. L’ultima semina potra superare l’inverno, se sara adeguatamente protetta. Il seme germina molto lentamente. La germinazione potra es- sere accelerata facendo macerare i semi nell’acqua la notte precedente la semina. Per seminare, bastera mescolare i semi a sabbia asciutta. Il prezzemolo richiede frequenti innaffiature. 46. Rabarbaro Il rabarbaro richiede un terreno soffice e ricco; si riproduce tra- piantando ad aprile-maggio alcuni ciuffi. Lasciare almeno 1 metro di distanza tra le varie piante. 47. Rafano Al rafano si addicono terreni ricchi di humus, freschi ¢ profondi. ll rafano si pud seminare 0, meglio ancora, si riproduce interrando un pezzo di radice. Si raccoglie staccando frammenti di pianta, che si ta- gliano poi in piccoli pezzi. Il suo sapore molto forte richiama la sena- pe. 48. Rapa Questo ortaggio riesce bene in tutti i terreni, ma meglio in quelli sciolti e soffici. Non richiede abbondante concimazione organica e pud essere coltivato, senza aggiunta di concime, dopo un ortaggio che ha tichiesto una buona fertilizzazione. Trae particolare giovamento da un apporto di alga calcarea con aggiunta di fosfati. Dopo la semina, per ottenere un regolare germo- 94 gliamento, é necessario mantenere il terreno umido per una settimana. Le file vanno distanziate di 20-30 cm. - Varieta da serninare sottovetro: rapa da forzare, nantese, rossa di Milano. - Varieta da seminare in primavera in piena terra: rapa di Croissy, bianca piatta precoce, rossa piatta a foglia intera. - Varieta da seminare da fine luglio a meta settembre: per la prov- vista invernale (togliere prima del gelo e mettere in silo): rapa bianca invernale (lunga), di Nancy (rotonda), rapa di Mcaux. - Associazione con i piseili: la vicinanza della menta e del rosmari- no tengono lontana la rapaiola. 49. Ravanello Questo ortaggio acquista un sapore pid gradevole nei ferreni ric- chi di humus e sufficientemente umidi, d’ estate, se molto esposti al so- le, i ravanelli acquistano un sapore forte. Sono ortaggi a rapida crescita. La semina pud avvenire da febbraio (su letto caldo) a ottobre. Conviene fare semine scalari e frequenti per avere una produzione con- tinua. I ravanelli giunti a maturazione, se non vengono tempestivamente raccolti, diventano grandi e duri, di sapore forte. Anziché seminare in- tere aiuole di ravanelli, si potra mescolarli ad altri ortaggi: lattughe, carote, piselli, insalate, fagioli, Essi acquisteranno un sapore partico- larmente gradevole in prossimita del crescione da giardino e piccante in prossimita del cerfoglio. - Varieta: - Precoci: rosso precoce, tondo rosso, d’Orléans. - Di tutti i mesi: ravanello Pernot. - Estive: Candela di fuoco, mezzo lungo di Strasburgo. 50. Ravanello invernale Viene talvolta, a torto, chiamato rafano. Di dimensioni pid gran- 95 di del ravanello estivo deve essere tolto prima dell’inverno e tenuto in silo. E’ una specie poco conosciuta, ma pué entrare nella preparazione di insalate con altre radici, opportunamente grattugiata. - Varieta: nero lungo d’inverno; rotondo grosso invernale, rosa invernale. 51. Rutabaga Vedi capitolo Cavolo-rapa. 52. Salvia Pianta aromatica perenne, viene usata in cucina come condimento e nella preparazione di infusi. Tee Molto facile da impiantare con semina o trapianto di alcuni ciuffi. 53. Santoreggia Pianta aromatica cui si attribuiscono proprieta terapeutiche parti- colari: capacita di rinvigorire e ringiovanire. Si semina in primavera. Favorisce lo sviluppo dei fagioli. 54. Scorzobianca e scorzonera Questi ortaggi amano ferreni lavorati profondamente, ricchi di humus, molto friabili (tipo alluvione). La fertilizzazione deve essere data da composta matura. La scorzonera (sassefrica a scorza nera) é pit rustica e produttiva ed é una pianta biennale. Scorzobianca e scorzonera si coltivano se- condo le stesse modalita. La semina si fa sul posto ad aprile-maggio; in seguito si diradano le piantine tenendole distanti 6-7 cm. Tra le file la distanza deve essere di 20-30 cm. In genere, si tolgono le infiorescenze quando spuntano. 96 Prima dell’inverno, si ricoprono con paglia oppure si tolgono e si con- servano in cantina, ricoperte di sabbia. “ ~ Varieta: scorzobianca, mammouth a grossa radice, scorzonera gigante di Russia. 55. Sedano I sedani vogliono terreno sciolto, abbondantemente concimato, con apporto di composta matura. Il terreno, prima della semina, deve essere dissodato in profondi- ta. Il seme é minutissimo e non va interrato, ma appena ricoperto con un po’ di terriccio. La semina si fa ad aprile su letto caldo, a maggio in piena terra; si trapianta a giugno-luglio, lasciando 30 cm tra ogni pian- ta (trapiantata con il suo pane di terra) e 40 cm tra le file per permette- re la rincalzatura. I sedani amano il terreno umido: si consiglia di mettere sul terreno uno spesso strato di paglia, mulch o composta per mantenere il fresco e l’umidita. Si possono anche spargere polveri a base di resti animali, ricche di azoto; per evitare la ruggine, che ne colpisce spesso le foglie, si consigliano nebulizzazioni di poltiglia d’ortica o di decotto di aspe- Tella. I sedani a coste temono il freddo e devono essere raccolti ai primi freddi; con il loro pane di terra, si possono conservare per alcune setti- mane, - Associazioni favorevoli: ravanelli, fagioli nani, lattughe, pomo- dori, porri. 56. Sedano-rapa Quando la pianta raggiunge l’altezza di 5 cm circa, la si toglie dal semenzaio ¢ la si trapianta dopo aver tagliato l’estremita della radice. A settembre-ottobre, quando la base é sufficientemente sviluppa- ta, si staccano alcune foglie esterne (sfogliatura), quindi si scopre la ra- dice per un terzo (scalzamento) e, per rinforzarla e renderla pit tondae 97 regolare, si sopprimono i rigetti alla base. Si lascia attorno una piccola conchetta per mantenere l’umidita. Come il sedano a coste, richiede un ’abbondante concimazione. In silo si conserva per tutto l’inverno. Al sedano-rapa possono essere associati ortaggi a rapida crescita -ravanelli, lattughe, fagioli nani, pomodori e porri - predisponendo spazi adeguati. - Varieta: sedano bianco pieno. Mentre il sedano a coste sviluppa una grande massa di foglie, il sedano-rapa della stessa famiglia sviluppa sottoterra una grossa radi- ce. La crescita della radice pud essere favorita da 3-4 trapianti successi- vi, man mano che si sviluppa. La semina si fa ad aprile. 57. Scalogno Lo scalogno si coltiva come |’aglio: concimazione abbondante e matura. Come I’aglio, si moltiplica attraverso gli spicchi che si pianta- no a febbraio-marzo, con la punta in alto, a 10 cm di distanza, in file spaziate di 20 cm. - Varieta: scalogno di jersey che si pianta in autunno. 58. Soffione Il soffione, detto anche dente di leone o tarassaco, é una pianta molto rustica che si semina da marzo a luglio in file distanziate di 30 cm, Si dirada e si trapianta lasciando 15 cm tra ogni pianta. Il soffione germogliera rapidamente se, dopo la semina, si sparge terriccio e si mantiene l’aiuola umida. Per non esaurire la pianta, si tagliano gli steli che montano in fio- re. I soffioni imbiancano se coperti o ritirati in cassa per la forzatura. - Varieta: soffione normale, verde di Montmagny. 59. Soia La soia si coltiva come i fagioli. E molto nutriente. Le qualita mi- 98 gliori ¢ pid adatte all’alimentazione umana non si addicono ai nostri climi troppo freddi, tuttavia la varieta a semi gialli pud essere consu- mata a scopo alimentare. 60. Spinaci Gli spinaci amano terreni freschi e ben fertilizzati con concime stagionato. Il calore e la siccita ne favoriscono la rapida monta a seme e, percid, le semine primaverili per l’estate sono poco produttive. Per la raccolta autunnale, si semina ad agosto; per mantenere l’umidita, si consiglia di coprire il terreno con paglia o con uno strato di mulch. Si diradano le piante (una ogni 15 cm); le piante producono larghe foglie che si tagliano, lasciando il mazzo centrale per permettere lo sviluppo di altre foglic. Se il clima non é troppo rigido, una semina autunnale potra per- mettere raccolti invernali e riprendere la vegetazione nella primavera successiva. Mangiati crudi, misti ad altre insalate, gli spinaci sono ottimi. - PER L’ESTATE, si possono seminare: spinacio re dell’estate, spinacio gigante. - PER L’INVERNO: spinacio mostruoso di Viroflay, gigante d’inverno - Associazioni favorevoli: fagioli rampicanti, barbabietole rosse. Tra le file, se si prevede uno spazio sufficiente, si possono coltivare porri, piselli, fave, sedani-rapa. 61. Tetragonia (spinacio della Nuova Zelanda) Ama i terreni ricchi di humus e sopporta il caldo meglio degli spi- naci, per cui la sua coltivazione é particolarmente interessante per Pestate. Si semina su letto caldo sin dalla fine di marzo e si trapianta quan- do le piante sono gia abbastanza sviluppate. In piena terra si seminaad aprilc-maggio, mettendo 3-4 semi in buche piene di composta. Le pian- te si sviluppano molto, quindi si deve lasciare uno spazio sufficiente: 99 80 cm in ogni direzione. Richiede abbondanti innaffiature e coperture di mulch. Se le estremita degli steli montano, si tagliano. - Varieta: tetragonia cornuta. La tetragonia tende ad occupare ampi spazi. La sua vicinanza pud giovare ai pomodori, purché se ne limiti lespansione. 62. Timo Pianta aromatica, richiede una buona esposizione. Si riproduce per semina o trapianto di alcuni rametti radicati; molto indicato per bordure di aiuola. La sua vicinanza protegge e fa- vorisce tutti gli ortaggi. 63. Topinambur Pianta poco apprezzata, merita tuttavia una maggior diffusione per i suoi tuberi ricchi di amido. Poco esigente e resistente al freddo, pud essere lasciata sul posto in inverno o conservata in silo. - Varieta: topinambur bianco, topinambur rosa. 64. Tuberina del Giappone Con i nostri climi, si moltiplica unicamente per rizoma, da pianta- re nel mese di marzo. Pud essere associata ai pomodori 0 ai cavoli che protegge dalle ca- volaie. 65. Zucchino-zucca Gli zucchini e le zucche amano il caldo ed i terreni ben concimati. Si presentano in una gran varieta di forme e colori. 100 Spesso si seminano da sole, spuntando sui mucchi di composta ove sono stati accumulati resti vegetali: se la composta non occorre su- bito, si possono lasciar sviluppare per poi trapiantarli. La coltivazione della zucca richiede ampio spazio, ma poche cure (@ sufficiente un buco riempito di composta). Seminata in un angolo dell’ orto, i suoi steli, allungandosi, contribuiranno a soffocare le erbe infestanti. Con un terreno fertilizzato, daranno una resa migliore. Devono essere cimate, lasciando 4-5 frutti per pianta. Le zucche vanno raccolte prima del gelo e conservate in un locale secco e temperato. Esistono numerose varieta: zucca bottiglia, zucca noce di burro, gialla mammouth, rossa d’Etampes. GLI ZUCCHINI esigono calore e umidita per svilupparsi. Della famiglia delle cucurbitacee, possiamo anche citare la zucca pasticcina (specie di frutto bianco semisferico dall’aspetto di fiore simile allo zuc- chino, ma meno acquoso). LO ZUCCHINO DOLCE GIAPPONESE, di piccole dimensio- ni, molto decorativo per la varieta di colori, ricorda la castagna per il suo gusto e per la consistenza farinosa della polpa. E’ la varieta dotata di maggior potere nutritivo. Si possono conservare semi di zucca per semente, tenendo perd conto che varieta diverse che crescono fianco a fianco tendono facil- mente ad ibridarsi tra loro. 101 PARTE TERZA I lavori mese per mese 103 1 lavori dell’orto dipendono, ovviamente, dalle condizioni fisico- climatiche della regione in cui si vive. Le possibilita variano in rapporto alla latitudine, all’altitudine, al- la vicinanza del mare ¢ subiscono anche influenza di certe situazioni locali. Nelle regioni meridionali i lavori seguono un certo calendario, nelle regioni settentrionali e alpine i lavori saranno necessariamente ri- tardati. Ogni orticoltore valutera la situazione in base alle sue esperienze ed alle sue esigenze, Gennaio ¢ febbraio sono i mesi pid rigidi dell’anno, nei quali la vegetazione subisce un arresto, tuttavia il terreno, nonostante il fred- do, continua il suo lavoro in profondita, soprattutto se @ coperto da un manto di neve. 1. Lavori di gennaio Semine, se si vuole raccogliere presto sin dalla primavera, Si seminano, in serra o su letto caldo, soltanto i seguenti ortaggi: carote, cavolfiori precoci, lattuga (regina di maggio), rape (semilunga bianca), porri estivi, ravanelli. Trapianti: nelle stesse condizioni di cui sopra: trapianti di cavol- fiori, di lattuga (seminata in settembre). Si raccolgono e si proteggono, se non é gia stato fatto: carote, ca- voliverza, indivie, spinaci sotto serra, dolcetta, porri. Si dovranno to- gliere alcuni porri, in previsione dei grandi freddi che ne renderanno difficile l’estirpazione dal terreno. Lavori: si raccolgono tutte le materie organiche ¢ vegetali possibili - foglie, paglia, scarti, melma - ¢ si ammucchiano sulle aiuole libere da ortaggi. 105 Alberi: si piantano, se la terra non é gelata. - Si inizia la potatura dei meli e dei peri. - Si puliscono gli alberi con una spazzola e si trattanoi tronchi con argilla e alga calcarea. 2. Lavori di febbraio Semine su letto caldo: carote, sedani, cipollette, cerfoglio, cavoli precoci, cavolfiori, cetrioli, lattughe, meloni, rape, melanzane, porri, ravanelli, pomodori, basilico. In mancanza di serre, si possono utilizzare delle vaschette, da te- nere in casa, per sedano, pomodori, basilico. In questo mese, possono essere seminati molti ortaggi, a condizio- ne di controllare accuratamente la temperatura e l’umidita delle serre. In piena terra: verso la fine del mese, si possono seminare: fave, cipolle, piselli, aglio, scalogno. Un certo mitigamento della temperatura potrebbe far pensare ad un precoce inizio della primavera ed indurre l’orticoltore ai primi tra- pianti: spesso, perd, le giornate tiepide sono seguite da freddo e gelo, che arrecano gravi danni alle giovani piantine, molto sensibili alle va- riazioni di temperatura. Raccolte: carote, indivie, cavoliverza, cavoli di Bruxelles, spinaci (protetti), dolcetta, soffione, porri, scorzobianca, scorzonera, topi- nambur. Alberi: piantagioni. Potatura: i rami gli alberi tagliati si possono utilizzare per la pre- parazione di composte oppure frantumare ¢ lasciare sul posto (a meno che non si tratti di legno malato, che conviene bruciare). 3. Lavori di marzo Vero inizio dell’anno per la vegetazione (21 marzo-primavera). L’orto, perd, non é ancora del tutto al sicuro dalle brinate. Semine su letto catdo: si semina come a gennaio e febbraio, pen- sando pero alle varicta estive: cavoli per l’estate ¢ l’autunno, zucche e zucchini. 106 Semine sotto serra e tunnel di plastica: carote, rape, insalate, lat- tughe romane, scarole, ravanelli neri. Semine in piena terra: piselli nani precoci, cipolle di colore, rape rotonde precoci, spinaci, carote precoci, fave, lattughe, prezzemolo, ravanelli, coste. Piantagioni in piena terra: aglio, carciofi, dragoncello, scalogno, timo, cipolle, patate precoct Si potranno seminare insieme segale e veccia, da utilizzare come concimi verdi. Lavori: si deve preparare il terreno con 10 giorni di anticipo sulle semine per ripulirlo dalle erbacce. Frutteto: si pud terminare di piantare gli alberi e di potare le pian- te grandi. A fine mese, si potano le viti ed i peschi. 4. Lavori di aprile Semine sotto tunnel (si possono usate vasetti, molto pratici per il trapianto): meloni, cetrioli, cetriolini, zucche, zucchini, pomodori, melanzane, cicorie, scarole, lattughe (batavia, romana, quattro stagio- ni), sedano a coste, sedano-rapa, porri, cardi, tetragonia. In piena terra: cavoli (per l’estate e l’autunno), cavoli di Bruxel- les, cavolfiori, lattughe, porri, timo, scorzonera, scorzobianca, cipol- le, prezzemolo, cerfoglio, spinaci, acetosa, piselli rampicanti, patate. Layori vari: preparazione del terreno, sarchiatura; si tagliano i concimi verdi e si uniscono allo strato superficiale del terreno, per pre- pararlo alle semine di maggio. Si devono sorvegliare attentamente le serre: si aprono quando il sole é caldo e si chiudono di notte. Innaffiare. Frutteti: si continua la concimazione. 5. Lavori di maggio Semine in piena terra: sedano, lattughe, cardi, cicorie (per il tra- pianto). 107 Sul posto: carote per l’inverno, ravanelli, zucche, fagiolini, cipol- le, scorzonera, cavoli per l’inverno, cavolfiori (per l’estate e l’autunno), spinaci, pastinaca, granoturco, ravanelli, prezzemolo, fi- nocchi. Trapianti: cavoli, cetrioli, lattughe, porri, cetriolini, cardi, bietole. Verso la fine del mese: meloni, pomodori, melanzane, peperoncini. Lavori: innaffiature, rincalzature delle patate, pacciamatura delle fragole. 6. Lavori di giugno Semine: insalate, cavoli d'inverno, cavolfiori, ravanelli, rape, pi- selli, fagioli, carote per l’inverno, cipolle, bietole, finocchi, pastinaca, prezzemolo, ravanelli neri, trifoglio bianco in mezzo agli ortaggi pit grandi. Trapianti: sedano, cavoli, lattughe, porri. Lavori: mettere paletti tutori ai pomodori e cimarli, pacciamatura del terreno per mantenere |’umidita ed impedire la crescita delle erbacce. 7. Lavori di luglio Semine: dolcetta, cipolle bianche, piselli, fagioli, carote, cicorie, finocchio, prezzemolo, ravanelli, cerfoglio, spinaci. Trapianti: sedano-rapa, cavoli, lattughe, porri. Sulle aiuole libere, si possono seminare concimi verdi. 8. Lavori di agosto Semine: insalate: cicorie, lattughe romane, ricce, scarole (per l’in- verno), piselli, dolcetta, spinaci, cipolle bianche, rape, cavolfiori, ca- voli di Bruxelles, fragole. Lavori; cimatura di pomodori, cetrioli, peperoni, zucche, melan- zane. Fruiteto: semina di concimi verdi, veccia, piselli. 108 9. Lavori di settembre Semine: cavoli di primavera, cavolfiori, spinaci, lattughe, dolcet- ta, ravanelli, cipolle bianche. Trapianti: fragole. Semina di concimi verdi: nella prima meta del mese, leguminose: veccia, faverella. 10. Lavori di ottobre Semine: spinaci, dolcetta, porri, ravanelli. Trapianti: cavolfiori, lattughe, cipolle bianche. Lavori: si preparano: silos per l’inverno (carote) e si utilizzano i resti vegetali per la preparazione di composte. Si seminano veccia, se- gale, da utilizzare come fertilizzanti. Si proteggono i cardi con sacchie si pud cominciare a metterli al riparo. 11. Lavori di novembre Trapianti: si trapiantano lattughe d’inverno in piena terra, tutte Je insalate sotto tunnel o in serra, i cavoli di primavera. Lavori; si raccolgono gli ortaggi che temono il gelo, si insilano le radici: sedano-rapa, ravanelli d’inverno, carote, rape, pastinaca, bar- babietole rosse. Si proteggono dal gelo: carciofi, cicorie, scarole, spinaci. Le caro- te, ben protette da paglia, possono rimanere sul posto. Frutteto: si piantano gli alberi. 12. Lavori di dicembre Si effettuano soprattutto lavori per proteggere gli ortaggi dal freddo: - preparazione di letti caldi - forzatura delle indivie - raccolta ¢ insilamento degli ortaggi minacciati dal gelo: carote, principalmente, 1oy Glossario Aerobio: micro-organismo che si sviluppa in presenza di ossigeno. Anaerobio: micro-organismo che si sviluppa in assenza di ossigeno. Biodegradabile: si dice di una sostanza i cui elementi possono combi narsi con altri nel ciclo naturale. Concimi verdi: piante fertilizzanti che si falciano e si uniscono allo strato superficiale del terreno. Crittogama: fungo parassita che vive ai danni della pianta che gli serve da supporto: peronospora. Fungicida: sostanza utilizzata per distruggere i funghi parassiti dei ve- getali, ‘Humus: sostanza bruna fertile, originata dalla decomposizione di so- stanze organiche vegetali ed animali per azione di vari organismi pre- senti nel terreno. K: simbolo chimico del potassio. Mulch: strato di materia vegetale (fieno, paglia, foglie, erba tagliata) con cui si ricopre il suolo per proteggerlo. N: simbolo chimico deli'azoto. PH: misura del grado di acidita 0 alcalinita di una qualsiasi sostanza: terreno, in particolare. mW Presentazione dell"Editore Introduzione ¢ cronistoria Parte prima: I principi dell’agricoltura biologica ty 2 Principi fondamentali ¢ tecniche dell’agrobiologia Mrendimento Le principali correnti dell’agricoltura biologica a) La biodinamica b) Metodo Howard Skykes ¢) Metodo Rusch-Miller d) Metodo Lemaire-Boucher ©) Metodo Jean Pain L’uso della composta a) Che cos’é la composta b) Come preparare la composta ©) Quali materie prime utilizzare I fertilizzanti e gli insetticidi naturali a) Composte e terriccio 'b) Composte da rifiuti urbani o immondizie ©) Ilitotamo d) Altri fertilizzanti I preparati biodinamici I concimi verdi La composta di sterpaglie - metodo Jean Pain a) Caratteristiche di tale tecnica b) Varie fasi di preparazione 1B 15 16 18 19 19 19 19 20 22 22 29 29 29 30 al 32 32 10. 11. 13. 14, 15. 16. 17, 19. 20. 21. 22, I tipi di suolo a) Terre argillose b) Terre calearee c) Terre silicee, molto sabbiose La rotazione degli ortaggi Le associazioni vegetali Gliastri e V’orticoltura a) Con luna crescente b) Con luna calante c) Fasi della luna e semine La lavorazione del terreno ¢ l’attrezzatura necessaria a) Attrezzi per la sarchiatura b) Attrezzi per aerare il terreno in profondita c) Motocoltivatore: come scegliere d) Forma delle aiuole L’innaffiatura Le erbe infestanti Insetti nocivi e malattie delle piante Come preyenire e combattere i parassiti Quali prodotti usare ¢ come utilizzarli a) Lotta biologica b) Altri decotti utilizzabili Come salvare le colture a) Il verme dei porri b) Il maggiolino ¢) I bruchi d) La dorifora e) I pidocchi 1) Le altiche g) Il grillotalpa h) Le limacce Le colture precoci e la costruzione di letti caldi Il frutteto Una tecnica promettente: |’ortoa collinette La conservazione degli ortaggi a} Come conservare le radici per |’inverno b) Sistemazione di un silo 33 33 34 34 35 38 41 41 41 42 43 43 44 45 49 49 51 52 53 54 55 57 58 58 58 58 59 59 59 59 60 60 62 63 64 64 68 Parte seconda: Gli ortaggi, esigenze ¢ caratteristiche ll. 12. 13. 14, 15, 16. 17, 18. 19. 20. 21. 22. 23, 24, 25. 26. 27. 28. Sewer napone Acetosa Aglio Aneto Anice verde Asparagi Barbabietola rossa Basilico Bietola o costa 0 cardonato Borragine Carciofo Cardo Carota Cavolo Ceci Cerfoglio Cetrioli e cetriolini Cicoria a) La cicoria riccia ¢ la scarola b) La cicoria selvatica Cipolle a) Cipolle bianche b) Cipolle gialle Cipolleite ¢ cipolline Coriandolo Crescione inglese e crescione da giardino Dolcetta o valeriana Dragoncello Fagiolo a) Fagiolini nani b) Mangiatutto Fava Finocchio Un cereale: il frumento Fragola 69 7L 7L 72 72 Re 72 B 73 74 74 74 75 76 7 77 78 78 79 79 79 80 80 80 80 81 81 81 82 82 82 83 83 84 85 Granoturco dolce Indivia Issopo Lattuga Lenticchia Maggiorana Melanzana Melone Menta Pastinaca Patata Peperoni Piselli Pomodoro Porri Portulaca Prezzemolo Rabarbaro Rafano Rapa Ravanello Ravanello invernale Rutabaga Salvia Santoreggia Scorzobianca e Scorzonera Sedano Sedano-rapa Scalogno Soffione Soia Spinaci Tetragonia Timo Topinambur Tuberina del Giappone Zucchino - zucca 85 86 86 86 87 88 88 88 89 89 89 91 91 92 93 94 94 94 94 95 95 96 96 96 97 97 98 98 98 99 99 100 100 100 100 Parte terza: I lavori mese per mese Lavori di gennaio Lavori di febbraio Lavori di marzo Lavori di aprile Lavori di maggio Lavori di giugno Lavori di luglio Lavori di agosto Lavori di settembre Lavori di ottobre 11. Lavori di novembre 12. Lavori di dicembre SVeravawne Glossario 103 105 106 106 107 107 108 108 108 109 109 109 109 it : raat Dele ar eur ee CUE a a Re Me e-Ure lcere ) della natura e la terra : 7 Sheen nostri ali- Buc diventa ogni giomo pil inquinata dall'uso di concimi e tratta- TgcenuTe dee it Soe eee Matra acer eae VOC Mc MME N Stl a Ho a ee Soe secre nea ottima qualita eee ae ae cS Reeds su IIE ol ee |e) Una risposta concreta alla scarsita di. Cp dt PAP Me Mester Pree NC

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