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CAPITOLO VIIL VENERGIA DI DEFORMAZIONE 1. I lavoro delle forze esterne. Le forze esterne (cap. II, § 1) sono le forze applicate al corpo (di massa e superficiali) e le reazioni (superficiali). Nel seguito di questo capitolo le forze esterne si suppongono concentrate; come gia fatto osservare (Cap. ID), le forze concentrate non sono che una astrazione, ma il considerarle tali importa spesso notevoli semplificazioni, altro non fosse di ordine simbolico e grafico. Si passa dalla forza distribuita XdV (0 p, dS) alla forza concentrata F, fa- cendo tendere dV (o dS) a zero ed X (0 p,) ad ~ in modo che il prodotto XdV (© P, AS) resti costante e pari ad F,; dV (0 4S) sono intorni del punto P di appli- cazione di F,. Si avverte fin d’ora che in tale passaggio al limite i valori di alcuni enti possono tendere all'c, per esempio cid accade senz’altro per le tensioni; quindi pud risultare fallace una dimostrazione basata sull’astrazione delle forze concentrate, e che implicitamente si basi sul presupposto che i valori di tali enti si conservino mitati, Nel seguito di questo capitolo perd Vipotesi di forze concentrate, salvo espli- cito avviso, si adotta al solo scopo di semplificare le definizioni e le notazioni, che restano in sostanza inalterate nel caso reale, e ciod in presenza di forze distribuite; basta, infatti, sostituire alle F, le XAV (0 le p, dS), ed alle sommatorie delle forze eli integrali in V (0 in 8), Siano F, le forze esterne, agenti nei punti P, e definite attraverso le tre componenti F,, F,, F;, secondo gli assi coordinati; siano inoltre u, ==, vi=8,, Wi=8), le componenti dello spostamento s, di P,, valutate a par- tire dalla configurazione corrispondente alle forze F, nulle. I valori F,, ed , sono quelli finali; ad essi si arriva in un certo lasso di tempo, nel quale Je forze hanno i valori F(t), Fy (t), F(t) e gli spostamenti i valori s'x(t), S'y (B, 8'u(t), ambedue funzioni del parametro t (tempo) (*). Si fa Pipotesi — salvo esplicito avviso in caso contrario — che le for- ze variino molto lentamente nel tempo, e cioé che le derivate —— siano praticamente nulle. Tale ipotesi (cosiddetta di applicazione statica delle (*) Si precisa che le s, devono essere soluzioni di equilibrio sotto le forze F,. Inoltre, le F", (1) possono essere qualsiasi; tra esse possono anche intervenire forze, che alla fine ‘assumono ovviamente valori nulli, diverse dalle F,. CAP, VII L'ENERGIA DI DEFORMAZION: 263 forge) permette di trascurare i termini temporali e quindi rende possi bili, sotto determinate forze F, (congelate, per cosi dire, nel tempo) solu- zioni u' v'w' indipendenti dal tempo. Cid si ottiene perché @ accettabile Tipotesi che le oscillazioni determinate dagli incrementi dF, negli inter- valli dt suecessivi non siano tra loro in fase. Per garentire che sotto determinate forze F” siano possibili soluzioni s' indipendenti dal tempo, occorre inoltre — e basta — fare anche I'ipo- tesi, di carattere del tutto operativo, che nel passaggio da uno stadio a quello immediatamente vicino i punti di applicazione delle forze siano bloc- cati da vincoli fittizi che lentamente cedano fino a staccarsi dalla strut- tura stessa; e inoltre che opportuni vincoli impediscano il passaggio da un ramo di equilibrio ad un altro. BY questa V'ipotesi di deformazione guidata, cui si & § 5-6. Assegnate le funzioni F’, (t) (o assegnata, come si usa dire, la trasfor- mazione 3! che porta le forze dal valore zero al valore finale F,,) le s', (t) non sono in genere definite in modo univoco, se non sono validi i presup- posti del teorema di Kirchhoff (*). Noto perd un possibile insieme s', (t), i cui valori finali siano s,,, si pud, in relazione a questo, calcolare in modo univoco il lavoro svolto dalle F’,, (t). Esso @ fornito da L=% fir. ds’, 5 a) si indica da ora in poi con F’, la generica componente della forza e con s', la corrispondente componente dello spostamento, con F, ed s, i loro valori finali. a » Fic. 8-1 Infatti (fig. 8-1 a) nello stadio generico della trasformazione ¥’, carat- terizzato (**) da un valore t del parametro c dai valori F', ed s', delle (*) La trasformazione si definisce con riferimento alle sole forze; assegnate quin- i le F'(®, ove t non ha dopo Vipotesi di applicazione statica altra funzione che quella di parametro sempre crescente, la trasformazione & fissata, quali che siano gli s(t). (**) E interessante osservare che il diagramma ¢',(F’,) non parte di necessita 264 SCIENZA DELLE COSTRUZIONI vou. 1 forze e degli spostamenti, alla variazione dt del parametro t corrisponde una variazione dF’, della F’, e ds‘, della s',. La F, compie il lavoro FY, ds’, 5 (a) la dF’, compie lavoro non definibile, ma comunque trascurabile rispetto al valore (a); cid non perché le forze sono applicate staticamente (infatti oF, dF’, & fornito da a dt, e pud essere fissato indipendentemente dal va- lore di aF"\/st) ma perché tendendo ds’, a zero i due termini del lavoro F', ds’, e dF’, ds’, tendono a zero con velocita differenti. Lrespressione (8-1) @ valida in qualsiasi caso, anche cio’ se i vincoli non sono lisci, se il materiale non é elastico, se gli spostamenti non sono piccoli Per un’altra trasformazione 5", che porti agli stessi valori finali F, ed s della 3’ (fig. 8-1b) attraverso le funzioni F”,(t) ed s",(t), il lavoro L", @ in genere diverso da L’,, ed @ fornito da L.=3, f F’, ds). () Si noti esplicitamente che quanto detto sopra vale anche se le forze F, agiscono sulla struttura gia soggetta ad altre forze o distorsioni, In tale caso gli spostamenti s che compaiono nelle formule precedenti sono da valutare a partire dalla configurazione relativa alle forze e distorsioni preesistenti. Si facia l'ipotesi che il materiale sia elastico — anche se non linea mente — e che i vincoli siano lisci. Sotto tali limitazioni, il corpo si pud scaricare — e cio’ si possono portare a zero le F, e quindi le s, — percor- rendo gli stessi stadi F’, s, della fase di andata. Cid ovviamente & sempre valido per le F’, ; le ipotesi fatte consentono perd di dire che ad un insieme di F’, identico a quello della fase di andata, possono corrispondere nella fase di ritorno (¢ nellipotesi di deformazione guidata) le stesse s', della fase di andata. Infatti nello stadio generico F’,s’, della 2’ & ey=e'y (nd » (©) dall'origine; pud darsi per esempio che nella ¥/ le altre forze appaiano prima della F’,, e che quindi ci siano valori di s', diversi da zero per F’, ancora nullo, Nel porre la (8-1) si @ implicitamente ammessa la continuita delle funzioni F’ (t) ed s' (1), conseguenza delle due ipotesi di applicazione statica e deformazione guidata, CAP. VII ENERGIA DI DEFORMAZIONE 265 Dalle (c) si ha Bey do'y, AO'an (da) Poiché si @ supposto che il materiale sia elastico, le relazioni (c) devono fornire le 4 come funzioni ad un sol valore delle oy, ‘Si esige poi che anche le inverse delle (c) o, = Fy Emp siano funzioni ad un sol valore; quindi le do,, considerate infinitesimi sono funzioni univocamente determinate delle ds,,,, e cioé il sistema nelle incognite do,, a, —* doy, © Bon de, @ a soluzione unica (si ha riprova cosi che i materiali elastici rientrano negli ipoe- Bey lastici). Cid traduce a suddetta condizione nell’altra: che le derivate —~ siano Bonn funzioni ovungue ad un sol valore delle ¢, e indipendenti dal segno di do, e che il loro determinante (jacobiano delle ¢,) sia diverso da zero. Le stesse condizioni 80, devono essere rispettate per le derivate —! Ben altre relazioni, che saranno riportate al § 8-8. i queste poi devono ancora soddisfare Nella (d) le derivate sono da calcolare per i valori delle o',, dello sta- dio generico, e da intendersi quindi come costanti. Poiché le do’,, sono piccole, sono valide le (e): relazioni analoghe alle elastiche lineari, Le variazioni ds, dovute alle variazioni dF’, sono le soluzioni delle equazioni dell’equilibrio elastico nelle dF’, ancora lineari (perché gli spostamenti ds, sono piccoli, per l'ipotesi di deformazione guidata) ed espresse attraverso Ie costanti della (e) invece che attraverso quelle della (4-1). Le equazioni nelle dF’, e ds’, sono lineari, ma non del tipo (5-1), per- ché le tensioni vanno in genere calcolate sulla struttura gia deformata dalle dF", ; la soluzione ds’, pud quindi non essere unica. Se perd i vincoli sono lisci, e le condizioni ai limiti sono quindi invariabili con le forze, le equazioni e le condizioni ai limiti sono lineari ed identiche a se stesse, € percid se sono soddisfatte per dF’, e ds’, lo sono pure per — dF", e —ds',. 266 SCIENZA DELLE COSTRUZIONI vou. 1 Cid significa che il segmento di componenti ds’, nello spazio degli s, pud essere percorso nei due sensi se le forze variano da F’, ad F’,-+ dF¥,, 0 da F, +49, ad F'; e cio’ la trasformazione elementare, per materiali ela- stici e vincoli lisci, @ reversibile, La dimostrazione @ valida anche se sotto le forze F’, gli spostamenti non sono piccoli, e se le forze F*, agiscono in presenza di altre forze costanti gia applicate precedentemente alla loro azione, 0 di distorsioni; la reversibilita, dimostrata per la trasformazione elementare, vale anche per una trasformazione finita. Se nella fase di ritorno sia le F’, che le s’, vanno dai valori F, ed s, a zero conservando gli stessi legami della fase di andata — e cid come si é visto 2 possibile se il materiale @ elastico ed i vincoli sono lisci — si indica con il simbolo 3’ _ (trasformazione di andata o trasformazione diretta) quella che porta le forze e gli spostamenti dai valori zero ai valori F, ed s,e con 3’ (trasformazione di ritorno 0 trasformazione inversa) quel- la che porta le forze e gli spostamenti dai valori F, ed s, ai valori zero. Il lavoro delle forze esterne nella trasformazione inversa é uguale e con- trario a quello svolto nella trasformazione diretta: L Li. (andata) L,=— Li, (ritorno) . (2) 3. La trasformazione chiusa, Tra le infinite trasformazioni secondo cui si pud arrivare alle F, fi- nali, se ne considerino due qualsiasi, 3’ e 5”. Il materiale sia elastico, ed i vincoli lisci. Si percorra la 3’ in andata e la 2” in ritorno; la trasformazione ae + Be @ una trasformazione chiusa. Il lavoro £, (*) & fornito da f= Vat Les ove é Li. —Lg=— Lu"; risulta quindi L= Lb —L, @ (*) Si indicano in genere con il simbolo £ gli enti lavoro relativi ad una tra- stormazione chiusa. cap. vin L'ENERGIA DI_DEFORMAZIONE, 267 4. Energia elastica o energia di deformazione; lavoro perduto, Si faccia ora Vipotesi che le F, agiscano sul corpo in assenza di altre forze applicate (possono essere presenti, perd, distorsioni). Una parte del lavoro L’, definito al § 8-1 si trasforma in energia ter- mica, non pitt recuperabile, per vincere V/attrito nei vincoli. Un’altra parte, se il materiale non é elastico, si spende per la creazione di deformazioni permanenti; neppure essa é recuperabile, ed in definitiva si degrada in calore, come la prima. La somma di queste due parti, e solo questa, é il lavoro perduto nella fase di andata, e si indica con L’,. Se il materiale @ elastico e i vincoli sono lisci, L',=0; in tal caso facendo diminuire le forze secondo la 3’, | fino ad annullarle (statica- mente, beninteso, e con deformazione guidata) il lavoro compiuto dalle forze stesse risulta negativo, e pari proprio in valore, come si @ visto (8-2), ad Li. Si ricordi che ad un lavoro positivo svolto dalle forze deve corrispon- dere una produzione di energia, ed ogni lavoro negativo @ compiuto in- vece a spese di una certa parte di energia. Si pud anzi correttamente definire come energia un ente cui @ con- nessa la possibilita di far compiere lavoro negativo ad un gruppo di forze (per esempio, la possibilita di sollevare dei pesi), a spese ovviamente dello stesso ente definito come energia, che diminuisce. Esiste quindi una ener- gia, che si definisce come energia elastica 0 energia di deformazione; il suo simbolo é L. Nel caso dei vincoli lisci e del materiale elastico la di ferenza AL! tra i valori di L in presenza ed in assenza delle F, coincide con Li, ; cid, si ripete, se le F, sono tutte le forze agenti Esempi evidenti della presenza di una energia nei corpi deformati sono quelli della balestra, della fionda ad elastico, dell’orologio 0 del gio- cattolo con caricamento a molla, del trampolino di tuffo; come tale l’ener- gia elastica @ stata tra le prime ad essere sfruttata dall’uomo. Se il materiale non @ elastico, 0 se i vincoli non sono lisci, non tutta Yenergia AL’ & restituibile allo scarico; come si @ perduta una parte del lavoro L', nella fase di andata, si perde una parte di AL/ nella fase di ritorno, In genere & Li, AL! ; (3) se il materiale é elastico, e i vincoli sono lisci, pud porsi AL! (4) 268 SCIENZA DELLE COSTRUZIONI Vou. 1 Si consideri un corpo costituito da materiale elastico, ed a vincoli lisci. Si precisa che I’elasticita pud essere anche del tipo non lineare e che gli spostamenti possono essere non piccoli; si suppone poi che siano va- lide le solite ipotesi di applicazione statica delle forze, e di deformazione guidata, In tal caso si é in presenza di un sistema conservativo, nel quale cio8 non si ha dissipazione di lavoro o di energia in calore. Tali sistemi godono di una peculiare proprieta. Siano 5’ e 5” due tra- sformazioni diverse che portino le forze applicate da zero agli stessi va- lori finali F,. Le F, agiscono sul corpo in assenza di altre forze; possono essere presenti, perd, distorsioni Sia s, una delle possibili soluzioni sotto le forze F,(*). Alle F’,(t) corrisponda un insieme di funzioni s‘,(t), che, come gia precisato, pud essere piil di uno, alle F’,(t) un insieme s”(t); si scelga un qualsiasi s’,(t) ed un qualsiasi s",(t), che abbiano perd ambedue come valori fi- nali s,. Nella trasformazione 2’ ,_,,+3",_,,, che & chiusa, risulta (f) £.=L',—L" Ma é pure (8-4) infatti il sistema conservativo, e percid £, = 0. Dialtro canto & AL=0 perché il sistema ritorna nella posizione naturale. Quindi pud scriversi L.= Mo Te @) e Valtra, per essere il sistema conservativo (8-4) AL! AL" AL. (6) (*) Si ricordi (§ 8-1) che Ie s, sono valutate a partire dalla contigurazione 1, e cio’, se F, sono tutte le forze, dalla cosiddetta configurazione naturale; Fr, questa differisce dalla configurazione iniziale (corrispondente a forze e distorsioni ulle) per gli spostamenti dovuti alle distorsioni presenti per F,= 0. L'ENERGIA DI DEFORMAZIONE. 269 Le (8-5) ed (8-6) si enunciano: «il lavoro compiuto da tutte le forze esterne agenti su un corpo di materiale elastico ed a vincoli lisci, e la dif- ferenza di energia di deformazione che é uguale al suddetto lavoro, di- pendono soltanto dai valori finali delle forze e degli spostamenti corri- spondenti, e non dai valori assunti dalle forze e dagli spostamenti nel corso della trasformazione; essi sono cio’ indipendenti dalla trasforma- zione ». Seguendo quindi 3 invece che 3”, le singole aree tratteggiate dei diagrammi ¥’s' (fig. 8-1) variano, ma la loro somma rimane costante. Questa proprieti é caratteristica dei sistemi conservativi. Il lavoro L, e Ja differenza di energid AL sono quindi funzioni ad un sol valore di F, ed s,. Si pud dire pure che L, e AL dipendono in modo univoco dalla sola configurazione del corpo. Questa sia assegnata infatti attraverso le tre funzioni uvw, che possono anche non soddisfare alla nota condizione di piccolezza; da esse si passa univocamente (§ 1-12) alle componenti di deformazione, e da queste ancora univocamente alle componenti di ten- sione, attraverso le inverse delle (c), pur esse uniformi, Dalle equazioni ai limiti (2-6) e indefinite (2-8) si traggono cosi uni- vocamente le forze esterne F, associate alle uv w, ed univocamente per- cid si caleolano L, e AL. Se nella configurazione naturale esistono delle distorsiont ¢,¢, L, ¢ AL: dipen- dono sempre soltanto dalla contigurazione uvw del corpo. Infatti assegnate le uvw dovute alle forze, si determinano univocamente le uvw totali dovute alle fy¢ ed alle forze (come somma ai quelle u* ¥w* dovute alle distorsioni, che si sup- pongono note, e di quelle uvw dovute alle forze) le ¢, total, le e,, elastiche fornite dalla ltfererza tra queste © le, le cy ¢ qulndi Ie foree, Tutto ld vale anche se all spostamenti dovuti alle ¢,*°non soto piecoll nel senso. noto Se si @ nel campo di validita del principio di Kirchhoff, pué dirsi che L, e AL sono funzioni ad un sol valore delle sole forze F,, poiche alle F, corrisponde una sola soluzione uv w; se non si é nel suddetto campo, L, € AL sono invece funzioni a pili valori delle F,, a tanti valori quante sono le soluzioni uv w sotto le forze F,.. 6. I sistemi non conservativi Se il sistema non é conservativo, ed é sottoposto ad una trasformazione chiusa Y, +2" )_4) si ha ‘a= ALL +L, @™ 270 SCIENZA DELLE COSTRUZIONI Vou. 1 dove Af é un caso particolare della cosiddetta energia elastica vincolata che si definira in generale piti avanti; il nome & dovuto al fatto che AL non pué essere restituita in lavoro che a patto di speciali accorgimenti. La L',-+L', invece si disperde in calore, e non & quindi recuperabile; essa @ il lavoro perduto. Si precisa che nella fase di ritorno il lavoro L",, delle forze esterne & negativo, e compiuto a spese di una parte dell’energia elastica AL, ; V'al- tra quota di AL’, @ spesa in una parte L”, (positiva) per vincere gli attriti e creare le deformazioni permanenti nella fase di ritorno, mentre V'aliquota AL rimane vincolata: AL, =— L", +L", + AL (8) L'esempio elementare che segue pud servire a meglio comprendere il significato fisico degli enti introdotti in questo paragrafo, Si prenda in esame una trave di materiale elastico, soggetta ad una forza F; V'appog- gio sia scabro, e il suo attrito sia caratterizzato da un angolo di una certa apertura (fig. 8-2). Nella fase di andata (trasformazione 5,_,,) il carrello si sposta verso sinistra, e quindi la reazione @ diretta secondo il lato de- cap. VII L'ENERGIA DI_DEFORMAZIONE, 271 stro dell’angolo di attrito (fig. 82a); il contrario accade (fig. 8-2b) in quasi tutta la fase di ritorno ¥,_,, (*). Nella B,_,, la trave percid @ tesa, e nella 3 ,_,,6 compressa; dun- que allo stesso valore della forza corrisponde nella ¥ | _, uno spostamen- to s', inferiore a quello s’, della 5, Il diagramma F's’ nella trasformazione chiusa si presenta quindi come nella figura 82 Si ha: La= OC, AB Ly. =—~ OC, AB f= OC, AC, O=Ly +L. > 0 Se i vincoli sono lisci, ma il materiale non é elastico, risulta ancora Ler Fic. 8-3 (fig. 8-3a, b) s',>s',, per la presenza delle deformazioni permanenti; quindi il diagramma F’ s' della trasformazione chiusa 3, _,+E,_,,Si pre- (*) La trasformazione = @ unica, trattandosi di un'unica forza sempre crescente © sempre decrescente, 272 SCIENZA DELLE COSTRUZIONI senta come nella fig. 8-3c; rimane un valore finito di s, per F‘=0, per la presenza delle deformazioni permanenti. Si ha nel caso in esame Le = OC, AB lL, =— DC, AB £,+A£= OC, AC, D=L, +L > 0. 7, La funzione potenziale elastica. Si consideri un sistema conservativo, Poiché la variazione di ener- gia di deformazione dalla configurazione naturale a quella deformata di- pende in tali sistemi univocamente dalla configurazione, esiste una espres- sione ® (u,v, w) della configurazione (*) tale che la differenza dei valori da essa assunti per due configurazioni C, (u, v, w,) € C, (u,v, W.) forni- sce Ja variazione di energia di deformazione nel passaggio dalla configura- zione C, alla configurazione C, (AL) 10, = 0 (ve w,) — O (uy v4) @ La ® @ chiamata funzione potenziale elastica connessa con il sistema (Green 1837, Kelvin 1855); essa é definita a meno di una costante. Si ponga, per fissare questa costante, Lew = (0) ; (10) essa @ Venergia elastica connessa con le distorsioni preesistenti alle forze. E’ quindi (AL) oe = ® (tv, Wi) — Leeo + ap dove (AL), ,,¢ Yaumento di energia di deformazione dovuta alle forze; quindi © (u,v, w) @ Venergia di deformazione L presente nel corpo sotto le forze F e gli spostamenti uv w a questi connessi. Si ha cio® L=0 (uvw)= (AL) oe +L a2) Dalla (8-12) appare che 'energia elastica La. presente nel corpo pri- ma dell’applicazione delle forze si somma semplicemente all'energia ela- stica (AL) ,_,, generata dalle forze. (*) Le uvw sono prese a partire dalla configurazione naturale. cap, VL L'ENERGIA DI DEFORMAZIONE 273 Il passaggio da una configurazione C, corrispondente alle forze Fy, ad un’altra C, sia dovuto all’applicazione di un gruppo di forze F.,; il la- voro compiuto dalle F,, é fornito sempre dalla (8-1): La=% fr Py dss @ dove le s'y variano da sy ad s, La (g) perd non coincide con &, — %,, e cioé con la variazione di energia di deformazione tra C, ¢ C,; infatti la (AL) ,,_,€ pari al lavoro di tutte le forze esterne compiuto nel passag- gio da C, a C,, e in queste forze devono essere comprese anche le Fy, con- nesse con Ja configurazione C, . Poiché le F,, non variano nel passaggio da C, a C,, si pud porre (AL) ge, = 81 FP dss FF Ga — Sa) rc) Se si chiama P,, l'energia potenziale delle forze esterne F,,, € — (AP,) Ea Fin (Son ¢ la (h) puo seriversi (8L) ge, FOP, 2e, = J Ps dos as e ciod il lavoro compiuto da un sistema di forze F, é pari alla somma del- Yaumento (0 diminuzione) dell’energia elastica e dell’'avmento (0 dimi- nuzione) dell’energia potenziale delle forze F, presenti durante l'appli- cazione delle F,. La (8-13) @ la traduzione del principio di conservazione dell’energia. La somma E—P-+L dell’energia potenziale P delle forze esterne F, totali agenti sulla struttura (definita a meno di una costante) ¢ del- Venergia di deformazione L connessa con le stesse forze (anch'essa defi- nita a meno di una costante) si chiama energia potenziale totale connessa con le forze F,. Si mostrera in seguito che in corrispondenza di una con- figurazione di equilibrio Penergia potenziale totale @ stazionaria rispetto a tutte le possibili variazioni della configurazione stessa; condizione neces- saria e sufficiente perché la configurazione sia stabile ¢ che V'energia po- tenziale totale sia un minimo rispetto a tutte le suddette variazioni. La condizione @ dimostrabile in rigore come sufficiente (Dirichlet), non altrettanto come necessaria (Ljapunov). se rnancont + Solana dali costrasion! = Val. 274 SCIENZA DELLE COSTRUZIONT L’applicazione, a partire dalle F,, di un sistema di forze elementari dF,, se la configurazione relativa alle F, é stabile, induce degli sposta- menti ds, piccoli, considerabili percid come variazione della configura- zione di equilibrio relativa alle forze preesistenti F,; pereid il lavoro compiuto dalle dF, pari per la (8-13) alla variazione dell'energia poten- ziale totale connessa con le forze F,, é positive perché la configurazione relativa alle F, @ stabile. Si osservi che mentre 8L e &P sono del primo ordine, la loro somma é del secondo. Se in presenza delle F, agiscono le forze finite F,, il lavoro da esse compiuto é indipendente dalla trasformazione seguita, come appare dalla (8-13), Facendo crescere le F, in modo che conservino inalterati i mutui rapporti (carico proporzionale, § 5-6) si ha Pyk Fa o 0. Pud dirsi percié che il lavoro svolto da un gruppo di forze finite F,, agenti in presenza di altre forze F,, & sempre positivo se per carico pro- porzionale si passa attraverso configurazioni tutte di equilibrio stabile. Se le forze F, sono nulle, dalla (8-13) risulta &L, > 0; e cio’, sotto le condizioni gia dette, la variazione di energia elastica a partire dalla con- figurazione naturale @ sempre maggiore di zero. cap, VI LUENERGIA DI DEFORMAZIONE 205 8 Il potenziale elastico. Si prenda in esame un volume elementare dV costituente Vintorno di un punto P (x y z) ubicato nell’interno del corpo; si isoli tale elemento dal corpo, facendo agire sulla superficie dell’elemento le forze elementari 1, dS. Il sistema che ne risulta é sicuramente conservativo sotto la sola ipotesi che il materiale sia elastico, poiché la seconda condizione di con- servativita (vincoli lisei, § 8-5) @ implicitamente verificata. La variazione di energia di deformazione dell’intorno preso in esame é uguale al lavoro dL, compiuto dalle forze elementari t, dS nel passaggio dai valori nulli ai valori finali, secondo una qualsiasi trasformazione, Il rapporto tra il valore dL. dell’energia clastica contenuta nel vo- lume dV ed il volume dV é V’energia elastica riferita all'unita di volume; esiste, in analogia alla funzione potenziale elastica , una funzione ¢ della configurazione dell’elemento (e cioé delle componenti di deformazione , in P) che con la differenza tra i valori assunti in corrispondenza delle deformazioni ¢, ed ¢, fornisce 'aumento o la diminuzione del rapporto dL/aV nel passaggio da ¢, ad ¢, : (3 Se ) — 9 Le ¢, della (8-14) sono quelle elastiche, e cicé quelle derivanti dalle tensioni t, e ad esse legate dalle relazioni elastiche; solo tali ¢,, infatti si (4) riducono a zero per ¢,-0, e per esse quindi le t, compiono nella fase di ritorno £, ~ 0 un lavoro negativo, a spese di un’energia che & l’energia di deformazione dL immagazzinata nell’clemento dV. Se nell’elemento gia soggetto alle tensioni t, si verificano delle deformazioni ¢,* derivanti da cause che non siano tensioni e che possono essere caratterizzate da va- lori qualsiasi, le t, compiono un lavoro, che non é perd recuperabile; in- fatti se le f, vanno a zero, le ¢,,* restano inalterate. Quindi se le «, elasti che sono nulle, e quindi Je tensioni t, anche esse nulle, I'energia elastica dL é nulla anch’essa, poiché non c’é niente che possa restituirsi in lavoro negativo, essendo nulle le t,. Ne deriva che e(O)=0. (15) Se si suppone che la configurazione dell’elemento @ sempre stabile, la @ & sempre, in presenza di tensioni, positiva, per quanto detto alla fine del paragrafo precedente. 276 SCIENZA DELLE COSTRUZIONT VoL. 1 La funzione ¢ si chiama potenziale elastico; per la (8-15) pud porsi oe (16) re Dalla (8-16) deriva pure =f ga; an la conoscenza di ¢ quindi permette di conoscere il vero valore di L, su- perando V'incertezza relativa al valore iniziale ® (0), relativo a forze ester- ne nulle. Si ha cosi (8) Il potenziale elastico ¢ pud essere espresso, per quanto detto al § 8-5, come funzione univoca delle sole deformazioni ¢,,, delle sole tensioni t,, © di ambedue; poiché g @ in rigore il limite del rapporto dL/dV per dV --0 nel punto P, il suo valore non dipende dalla forma dell’intorno di P. Per comodita di calcolo, e per far intervenire le tensioni f, sotto la forma delle componenti speciali, si assume per intorno il parallelepipedo retto di lati dx dy dz paralleli agli assi coordinati (fig. 8-4); 'energia dL. si calcola come lavoro dL, delle forze esterne oS applicate alle facce dell’elemento, I valori finali delle deformazioni e delle tensioni siano e,0,; alle a, si pud arrivare attraverso una qualsiasi trasformazione o', (1), senza che - ; (| __. rat varii il valore di dL, ; alle o', (t) si associano le ¢',, (t) fornite dalle rela- zioni (¢) di elasticita. I diagrammi ',,¢',, sono sei, tre del tipo riportato nella fig. 8-4 e relativi alle ¢’, tre del tipo riportato nella fig. 8-5 e relati- cap. VIL ENERGIA DI DEFORMAZIONE 207 vi alle y'. Anche nel caso in esame pud darsi che qualeuno di tali dia- grammi non parta dall’origine, se le o',, non sono tutte presenti all’inizio della trasformazione. Si consideri il generico tempo t ¢ le relative «', (t) Fic. 85 c/y (t), € si caleoli il lavoro ddL, nel tempo dt successivo a t; esso é com- piuto dalle o', (t)dS per effetto delle de'y. Ogni o/,dS compie lavoro soltanto per la corrispondente de'y, poi- ché @ ortogonale alle altre de’, ; il lavoro ddL, si compone quindi di sei termini, Per quanto riguarda la g', il contributo a ddL., & fornito (fig. 84) da ol, dy dz de', dx==0', de’, dV @ Per quanto riguarda la v’,, (ig. 8-5) il contributo é pari a tly dy dz+ dy'y dx=thy dy AV; ® infatti se si tiene fissa la faccia AD le due forze v’,,dxdz agenti sulle faece AB e DC non compiono lavoro perché gli spostamenti di ogni punto delle due facce sono ortogonali alle suddette forze, e la forza v',, dy dz agente sulla faccia BC compie lavoro per tutto lo spostamento dy’,, dx, che avviene nella stessa direzione della forza. Dalle (i) ed (1) si trae ddL,=dV ¥ o'y de’, e quindi dL, =dL=dv £ f° o'y de'y 278 SCIENZA DELLE COSTRUZIONI Vou. 1 Si pué percid scrivere ef o’, de’, +f o', de’, + f a’, de’, 4 + fr Ta dyn t Pedy + ie ted’ Il primo termine della (8-19) & Varea tratteggiata del diagramma della fig. 8-4, il sesto termine é l'area tratteggiata del diagramma della fig. 8-5; g coincide quindi con la somma delle sei aree di questo tipo relative ai sei diagrammi o', e/,. Se si perviene alle o,, ed e, attraverso un’altra tra- sformazione 0", (t), i sei diagrammi suddetti variano, ma la somma delle sei aree resta la stessa. Dalla (8-19) risulta che se il materiale é clastico e si accetta il prin- cipio di conservazione dell’energia la forma differenziale lineare (19) E o'y de'y (20) & un differenziale esatto. Infatti il suo integrale curvilineo tra due punti qualsiasi dell’S, delle ¢,, A (ci) e B(e®), non dipende dalla curva c’ del- P'S, congiungente A e Be definita dalle sei equazioni parametriche (a) 14) 14+—=)=—(12 VY 1+——}). 2G/ 3 m—2 Sul piano mf la funzione £ (m)= 1+ & una iperbole equilatera, i cui m—2 asintoti (fig. 8-7) sono le rette parallele ad m e ad f, e poste alle distanze +1e +2 rispettivamente dagli stessi assi; infatti le sostituzioni f—1=y, m—2=x con- sentono di scrivere xy = 3 = cost. Lasse m intersecato nel punto (—1, 0), quindi f & negativo nel segmento —1 < m < 2, positivo all'esterno di esso (e cio’ per bod m<—1, ed m> 2), Tale limitazione coincide con quella —1<—<— m2 gia ritrovata; quindi la quantita 1+ & sempre positiva, ed a @ reale. Ne di- m—2 scende che @ positiva. Viceversa, dalla condizione ¢>0 si risale alla disugua- glianza che limita il modulo di Poisson tra i noti estremi —1 ed 1/2. cap, vin ENERGIA DI DEFORMAZIONE 283 Si osservi inoltre (8-24) che ¢ @ combinazione lineare dell’invariante quadratico T, di tensione e del quadrato dell’invariante lineare T,: cosi pure pud verificarsi (8-25) che @ @ combinazione lineare dell’inva- riante quadratico e del quadrato dell’invariante lineare di deformazione. Si trova conferma in tal modo dell’invarianza di g rispetto ad una qualsiasi trasformazione delle coordinate; questa propricta, di per se evidente per ragioni fisiche, é valida anche per corpi non isotropi 10. Lenergia vincolata. Si @ detto che se le uniche cause deformanti sono le forze, l'energia elastica in assenza di forze, fornita dal valore della funzione potenziale elastica per u w=0, é nulla. In realta esistono cause deformanti che non sono forze, come varia- zioni termiche, cedimenti vincolari, deformazioni plastiche verificatesi per superamento dei limiti di elasticita nella vita precedente della strut- tura (che peraltro pud trovarsi in regime elastico nell’intero campo di applicazione delle forze di esercizio), scorrimenti di ordine viscoso, defor- mazioni non congruenti prodottesi nel processo di lavorazione o nei trat- tamenti correttivi a caldo e a freddo. Tutte le suddette cause deformanti possono esprimersi attraverso le relative componenti di deformazione «*, e si chiamano in genere distorsioni (§§ 1-1 ¢ 5-5). Non sempre le «,* gene- rano uno stato di tensione; se infatti esse rispettano le equazioni di con- gruenza (1-33), e le u* v* w* che da esse in tale ipotesi si traggono ri- spettano, a meno di spostamenti rigidi, le equazioni di vincolo (5-2), nulla si oppone al loro esplicarsi, e quindi nessuna reazione esterna e nessun sistema di tensioni sorge nel corpo. Sono queste le cosiddette distorsioni atensionali, Se le e,;# rispettano le equazioni di congruenza interna, nelle strutture isostatiche non generano mai stati di tensione; in quelle iperstatiche ne generano se e solo se le u* v* w* non rispettano le condizioni di vincolo. Esempi di tali distorsioni sono le variazioni termiche costanti o variabili linearmente lungo le sezioni rette di una struttura monodimensionale, e, pit in generale, nello stesso tipo di struttura, le ¢,* che conservano la planeita delle sezioni rette (distorsioni di Volterra). Se le «,* non rispettano le condizioni di congruenza, da esse non possono trarsi delle u* v* we; tali distorsioni generano stati di tensione sia nelle strutture isostatiche che in quelle iperstatiche. Siano a, le ten- 284 SCIENZA DELLE COSTRUZIONI Vou. 1 sioni generate dalle ¢,* (stato di coazione derivante dalle distorsioni) ed ‘@, le deformazioni elastiche che ad esse si accompagnano; le oj, sono tali che le &, da esse generate sommate alle e,* soddisfano sia le condizioni di congruenza che quelle di vincolo; alle ¢,* + &, si associano quindi delle componenti di spostamento u* v* w* (*). Lienergia elastica Li derivante dalle Gj, si calcola in genere attraverso la (8-19) tf gav=f dvr Oy de'y (28) ed @ funzione univoca delle ,, 0 delle 6, Se il materiale @ ad elasticita lineare, la L pud calcolarsi invece at- traverso la (8-23): 1 - L=5 f AVE Gye - (29) Lenergia L puo essere restituita in lavoro solo se si sconnette il so- ido in volumi elementari; in tal caso infatti, e in genere solo in tal caso, le &, possono annullarsi, e le forze G, dS compiono un lavoro nega- tivo pari in valore ad L. L’energia elastica L prende nome percid di ener- gia vincolata. Un esempio di energia vincolata é quello incontrato al § 6 i questo capitolo; essa in tal caso sorge dopo una trasformazione chiusa, se il corpo in questa trasformazione ha valicato le soglie del dominio ela- stico, per la formazione di deformazioni «,* di carattere plastico, e cioé permanenti. Dall’esame della (8-12), appare che il valore Le.., energia elastica allo stato naturale, é un caso particolare di energia vincolata L; chiamando Ly Yenergia di deformazione connessa con le forze esterne, la (8-12) si scrive L=Ly+Levs - (30) La (8-30) assicura che le due energie Ly e Le., si sommano senza che intervengano termini di scambio, e cid nella sola ipotesi di materiale elastico, anche se non linearmente. Si pud dire, in sintesi, che gli stati tensionali derivanti da forze sono ortogonali con Jo stato di deformazione iniziale. E’ bene precisare che mentre nelIipotesi di elasticita lineare e (*) Si indicheranno con ut v* w* gli spostamenti dovuti ad <,* che rispettano le condizioni di congruenza interna ed esterna, con ul* v* w* gli spostamenti connes- si con ¢,,* che non rispettano la seconda condizione, o nessuna delle due. cap. Vint ENERGIA DI DEFORMAZIONE 285 di piccoli spostamenti Ly é indipendente da L.., € cioe dallo stato preesi- stente di coazione, nel caso pitt generale le soluzioni s, dovute alle forze F, variano al variare dello stato di coazione, e cosi varia pure Ly; questa pero & sempre pari al lavoro svolto dalle forze applicate. Della (8-30) si ha pure conferma attraverso il principio dei lavori virtuali di cui si tratterA nel seguito. Infatti Yenergia di deformazione di scambio sarebbe fornita dal lavoro eseguito dalle @,, preesistenti per effetto delle ¢,,, dovute alle torze: Lap f av BG, typi © 1 - nella (0) non compare il termine — perché le 4,, sono presenti nella loro integrita fin dal primo apparire delle,» Per lo stesso motivo la (0) é valida anche per materiali ad elasticita non lineare. Le G #0n0 in equilibrio con forze applicate nulle, ed eventualmente quindi con un sistema di reazioni vincolari in equilibrio. 11 principio dei lavori virtualiassi- cura che se un insieme di tensioni du @ in equilibrio con un insieme di forze esterne R (nel senso che tali insiemj soddisfano le equazioni di equilibrio indefinite ed ai limit), e con riferimento ad una determinata configurazione del corpo, il lavoro delle forze esterne per effetto di una qualsiast variazione virtuale di configurazione Up Vp Wy & uguale al lavoro delle forze interne: f AVE Oy eyp=ER Spy @) In corrispondenza dei vincolt gli spostamenti sap dovuti alle forze sono nulll. E infattl, se 1 vincoll cedono anelasticamente questi’ cedimentl sono da intendersi come distorsion{, e quindi { loro effett! si risentono nel quadro delle ©, ; s¢ invece i vincoli cedono elasticamente, si pud far rientrare la loro elasticita in quella della struttura, e ciob inglobare nella struttura il vincolo elastico, fino al suolo rigldo, Percid il secondo membro della (p) é nullo, e si ritrova, per la (0), La dimostrazione @ valida anche se le distorsioni hanno provocato forti sposta- menti, e se il materiale @ elastico non linearmente, E’ necessario perd per la sua validita che Ie up VpW, slano piecole nel senso noto; in tal senso la dimostrazione ora eseguita ha un campo di validitA pid ristretto di quella eseguita al § 8-7. Se il materiale @ a vincoli lisci e linearmente elastico, e se gli spo stamenti sono piccoli, vale il principio di sovrapposizione degli effetti; un sistema di distorsioni <,* ed un sistema di forze F generano le stesse &y Gy € le stesse ej, dp, quale che sia il loro ordine di applicazione; poiché poi il sistema @ conservativo, l'energia elastica finale L @ la stessa. Se 286 SCIENZA DELLE COSTRUZIONI Vou. T agisce prima il sistema di distorsioni e poi quello di forze, si pud dire che L=L,+E 1) poiché vale la dimostrazione gia fata. Se agiscono prima le forze, L non varia, e la (8-31) continua a valere. Pud percié nelle suddette ipotesi ge- neralizzarsi la (8-30), e dire che comunque, nel campo di validita del principio di sovrapposizione degli effetti, 'energia dovuta alle forze e quella dovuta alle distorsioni si sommano senza che compatano termini di scambio; forze e distorsioni costituiscono cio@ due sistemi ortogonali, Nella L va compresa ovviamente anche la Ly... La (8-31) é espressione analitica del secondo principio di reciprocita 0 di Colonnetti. Come Ly si ha a spese del lavoro L, delle forze esterne, cosi pure L deve ottenersi a spese di un lavoro positive, o di una diminuzione di altra forma di energia. Se le ¢,* sono di carattere plastico, o viscoso, L @ ottenuto, come si é visto, a spese di una parte del lavoro delle forze esterne che hanno prodotto le ¢,* stesse. Se le , sono di carattere ter- mico, L corrisponde ad un aumento apparente del calore specifico, nel senso che alla quantita di calore necessaria per lincremento termico oc- corre che se ne aggiunga un’altra equivalente ad L. Se le «,* sono im- presse, L @ ottenuto a spese del sistema distorcente (es. distorsioni di disarmo applicate mediante martinetti, 0 correzioni di difetti di mon- taggio). Se le «,* sono cedimenti vincolari, L equivale al lavoro svolto dalle reazioni durante il cedimento stesso. 11. Il lavoro complementare. Si definisce lavoro complementare Vespressione uf AV Say ey* (32) dove le a, sono dovute alle distorsioni ¢,* ed alle forze esterne. Nell'ipo- tesi di vincoli lisci, di materiale ad elasticita lineare, e di spostamenti piccoli, — ipotesi che resta valida in tutto questo paragrafo — pud porsi Oy= Oy Oye dove Gi; € a1,» sono dovute alle distorsioni «,* ed alle forze, € sono calcola- cap. VI LENERGIA DI DEFORMAZIONE, 287 bili ambedue sulla struttura indeformata; puo scriversi percid L* =L,* +L (33) dove L* f AV Layer ey" (34) Lt =f AVI Gyey* - (89) La Ly é il lavoro complementare relativo alle forze, la L* il lavoro complementare relativo alle distorsioni stesse. Se le ¢,* agiscono quando gia le forze sono presenti, le o, » compiono realmente il lavoro L,#. Esso si ritrova come lavoro compiuto dalle forze F. Infatti, chiamando s* gli spostamenti connessi con le ey*+&j, il prin- cipio dei lavori virtuali (valido per le ipotesi gia fatte) permette di scrivere BRS =| AV Sour ey" +f dV Saye Il secondo integrale é nullo, sempre per le suddette ipotesi, poiché rappresenta l’energia elastica mutua di un sistema di forze e distorsioni; & percid LE se SL. (36) Se invece le ¢,* agiscono prima delle forze, Ly* non & compiuto, @ percid soltanto una espressione analitica. too ho TAs +ERs (s) Le due espressioni (r) ed (s) sono uguali percha il sistema é conser- vativo; quindi risulta Rs, IRs. (43) La EF,s, si chiama lavoro mutuo L,, delle forze F, per gli sposta- menti prodotti dalle forze F,; la 3F,s, si chiama lavoro mutuo L,, delle forze F, per gli spostamenti prodotti dalle forze F,. La (8-43) stabilisce Tuguaglianza dei due lavori mutui, e pud anche scriversi Ly=Ly (44) E’ questo il teorema di Betti, noto pure come primo principio di reciprocita. 292 SCIENZA DELLE COSTRUZIONI Vou. 1 E’ ovvio che l'uguaglianza (8-43) vale anche se i due sistemi di forze extiottlie R, ERs = ERs, Fic, 11 F, ed F, non agiscono assieme sulla stessa struttura ma separatamente su due strutture identiche (fig. 8-11). 14, Il teorema di Volterra. Si sia in presenza di due sistemi di distorsioni di Volterra concentrate D, e D, agenti su una struttura monodimensionale (fig. 8-12). b, >, ° YON EOD SE GD, Frc, 8-12 Se agisce prima D1 e poi Ds si ha il lavoro esterno Le , coincidente con Yenergia di deformazione L, 1 1 ZED FT ECD FEC, D, § w € infatti nelle sezioni ove agiscono le D, sono gia presenti in tutto il loro valore le caratteristiche C, , che compiono il lavoro EC, D, per effetto delle D, Se agisce prima D, e poi D, si ha invece il lavoro L, fornito da w (as) Definito lavoro mutuo L,, delle caratteristiche connesse con le distorsioni D, per cap. vin L'ENERGIA DI DEFORMAZIONE 293 le distorsioni D, la quantita £C, D,, 1a (8-45) esprime Y'uguaglianza det lavori mu- tui L,, ed L,,; essa & Vespressione analitica del teorema di Volterra, o terzo prin- cipio di reciprocita. 15, La derivazione sintetica dei teoremi energetici. Si riportano in questo paragrafo le deduzioni sintetiche dei teoremi energetici, la cui trattazione st rimanda ad un capitolo seguente; esse sono Testensione alle strutture dei ragionamenti gia fatti in tema di potenziale. Dalla (8-1) si trae che, per sistemi conservativi, la forma SP ds', é un differenziale esatto; il suo integrale curvilineo dal punto fisso di coordinate s,, al punto variabile di coordinate s, @ una funzione L delle 5, e si ha aL ~ . (46) 8s; La (8-46) é la traduzione analitica del secondo teorema di Castigliano: in un sistema costituito da materiale elastico, anche se non lineare, ed a vincoli lisci, ed in presenza di spostamenti anche non piccoli, la derivata del’energia di deformazione, espressa in funzione degli spostamenti cor- rispondenti alle forze, rispetto ad una componente dello spostamento nel punto di applicazione di una forza, fornisce il valore della corrispondente componente della forza. Con tutta legittimita si rigetta — sul piano del rigore — la formulazione (8-46) del secondo teorema di Castigliano, Mentre infatti l'introduzione del concetto di for- za concentrata @ stato finora un mezzo per scrivere delle formule pit semplici, ma pienamente valide se si sostituiscono alle forze concentrate quelle superficiali e di massa, nella (8-46) questa sostituzione non @ possibile per la natura stessa del teorema, Il Frola ha dimostrato che Vespressione corretta della (8-46) &, per le for- ze di massa, —=x(P), e per le forze superficiali aL lim —= p,,) oe am f as 294 SCIENZA DELLE COSTRUZIONI VoL. 1 In rigore, infatti, non si pud parlare di L come di un integrale curvilineo di una forma differenziale nelle s,, come invece é lecito dire per il potenziale; infatti non © possibile caratterizzare la configurazione con un numero finito di parametri s,, € cio’, sotto determinate forze concentrate F,, attraverso i valori degli spostamen- ti s, corrispondenti a tali forze, poiché le forze concentrate sono un’astrazione. Né, si noti, & possibile scrivere le equazioni ai limiti in presenza di forze concentrate. Sul piano tecnico si accetta perd il postulato del De Saint-Venant, per cui gli effetti di una forza superticiale p agente su una superficie $ eoincidono in tutti i punti della struttura con gli effetti della risultante F delle p dS agenti su 8, purché tali punti siano a conveniente distanza da S. Lienergia di deformazione L pué quindi anch'essa intendersi come funzione di F, con una approssimazione tanto piit elevata quanto pid piccole sono le dimensioni Gi $ in confronto alle dimensioni della struttura Se agiscono percid delle forze molto elevate su zone molto ristrette, come ac- cade spessissimo in corrispondenza di carichi accidentali, o di pesi propri trasmessi 4a pilastri, archi o altre strutture monodimensionali, é lecito sul piano tecnico con- siderare tali carichi concentrati; d’altronde non sarebbe possibile determinare la vera legge di variazione delle forze superticiali costituenti tali carichi. Lo spostamento s corrispondente ad F dipende anch’esso dalle deformazioni di tutta la struttura, © quindi si pud trascurare la variazione che in esso si induce sostituendo alla pdS la F. Assegnati { punti di applicazione e Je direzioni delle forze F, (intese, come gia precisato, come risultanti di forze superficiali agenti su aree limitate) queste ultime risultano funzioni monodrome dei corrispondenti spostamenti s,. Si supponga i fatti che ad un insieme di 5, corrispondano due insiemi di forze F,, ed F,,. Si passa dalle F,, alle F., (£12) applicando le forze AF, = F,, —F,,,e dalle F,, alle F,, (Z2—>1) applicando le forze —AF,. Poiché fi sistema @ ‘conservativo, e gli s, hanno gli stessi valori iniziale e finale, nella Z:-+2 le AF, compiono (8-13) un lavoro L, uguale e contrario a quello compiuto dalle — AF, nella 32-+1, pari alle variazioni dell’energia di deformazione + AL, ‘Ma poich@ il lavoro compiuto da un gruppo di forze deve essere positivo (§ 8-7), si giunge ad un assurdo, e tale & anche V'ipotesi fatta in partenza. Quindi all'insleme non pud corrispondere che un solo insieme di forze F,. E’ questo un altro aspetto del secondo principio di Kirchhoff, enunciato gia in questo capitolo sotto altra forma, ‘Leespressione BF, ds, che compare sotto integrale nella (8-1) pud essere considerata percid come una for- ma differenziale nelle variabili indipendenti (in numero finito) s,, e, se tale forma & integrabile, L, (e AL) pud essere considerata funzione uniforme delle s,. Per le proprieta dei differenziali esatti deve essere oF, aa an La (8-47), valida sotto la sola ipotesi di elasticita, anche non lineare, e di vincoli lisci, assicura che se, con riferimento alla configurazione fi- nale, una variazione ds del solo spostamento in h (fermi restando gli CAP. VII L'BNERGIA DI. DEFORMAZIONE 295 altri spostamenti s) @ connessa con una variazione dF, della forza in i (variano ovviamente anche le altre forze) un’identica variazione ds del solo spostamento in i é connessa con una variazione dF, della forza in h pari a dF, E’ questo il secondo teorema di Maxwell, che acquista particolare rilievo se le F sono reazioni vincolari ¢ le s i relativi cedimenti anelasti Si faccia l’ipotesi di elasticita lineare e di piccoli spostamenti, oltre quella di vincoli lisci. La (8-40) assicura che L @ funzione quadratica delle forze F,, e funzione quadratica degli spostamenti s,. E’ pereid (8-m) 2 porns Fy da cui si trae aL mo (48) E’ questo il primo teorema di Castigliano: nella ipotesi di validita del principio di sovrapposizione, la derivata della energia di deformazione rispetto ad una forza concentrata @ lo spostamento corrispondente a tale forza. Nella stessa ipotesi di validitA del principio di sovrapposizione, si ha F,=3, bin Ss (49) s, Per la (8-47) risulta Bin (50) e cio8 la matrice delle b,, & simmetrica rispetto alla diagonale princi- pale, E’ pure percid simmetrica la matrice inversa, e cio’ Ain = Ang (51) La (8-51) @ il primo teorema di Maxwell: se é valido il principio di sovrapposizione, lo spostamento in i corrispondente ad una forza F, e pro- voeato da una forza F,, unitaria in h, & uguale allo spostamento in h corrispondente ad F,, e provocato da una forza F, unitaria in i. Questo teorema, che @ anche conseguenza diretta di quello di Betti, é alla base del tracciamento delle linee d'influenza degli spostamenti per forze viag- gianti. 296 SCIENZA DELLE COSTRUZIONI vou. I Dalle (8-49) si ha pat ensat nbs et Dahl v) gy PE Rs=_ Ebusss— > Lan kiF, @) da cui (52) F (oy. + by =b, gy (Pmt bud =n - Gli ay, sono i coefficienti di influenza degli spostamenti, i by, i coef- ficienti di influenza delle forze. Una struttura monodimensionale sia soggetta a distorsioni D, con- centrate; la (8-42) permette di asserire che, per sistemi conservativi, la EC’, dD), (2) @ un differenziale esatto; il suo integrale curvilineo esteso da un punto fisso al punto variabile di coordinate D, @ una funzione L delle D,, pud scriversi aL aD, Cae (53) La (8-53), secondo teorema di Castigliano relativo alle distorsioni, si enuncia: in un sistema costituito da materiale elastico, anche se non Iinearmente, ed a vincoli lisci, ed in presenza di spostamenti anche non piccoli, la derivata dell’energia di deformazione, espressa in funzione delle distorsioni, rispetto ad una distorsione, fornisce il valore della corrispon- dente caratteristica nella sezione dove la distorsione é applicata. Perché la (2) possa definirsi forma differenziale occorre che le C,, siano fun- zioni ad un sol valore delle D,,. Cid si verifica. Infatti si facia Vipotesi che alle stesse distorsioni D, corrispondano due sistemi di caratteristiche C,, e C,, nelle sezioni di applicazione delle distorsioni stesse. Esiste una trasformazione Diz che porta le D, agli stessi valori D,, e le Cy, alle C,,; ed esiste lanaloga Z2—+1 che porta le C,, alle C,,. Il lavoro L, nella 21-2 @ uguale e contrario al lavoro svolto nella Z:—1, poiché il sistema @ conservativo, e pari alla variazione di energia ela- stica st AL, poiché le D, hanno gli stessi valori iniziale e finale, Ui lavoro L, nella 2i—r @ compiuto dalle sole AC=C, — C,, @ nella Sa+1 dalle sole —AC, perché alla fine le D, riattingono gli stessi valori. Poiché, per gli stessi motivi invocati al § 8-7, il lavoro compiuto dalle caratteristiche dovute ad un gruppo di distorsioni per effetto delle distorsioni stesse, sia pure in presenza di al- 297 cap. Vr ENERGIA DI DEFORMAZION! tre distorsioni, deve essere comungue positive, si perviene ad un assurdo. Quindi alle D,, non pud corrispondere che un solo insieme di caratteristiche C,. E questo 41 secondo principio di Kirchhoff relativo alle distorsioni Per le proprieta dei differenziali esatti deve essere . (54) La (8-54), secondo teorema di Maxwell relativo alle distorsioni, si enuncia: sotto la sola ipotesi di elasticita anche non lineare, e di vincoli lisci, € con riferimento alla configurazione finale, se una variazione dD della distorsione D, in h provoca una variazione dC, della caratteristica C, in ¢ corrispondente a D;, la stessa variazione dD in i della distorsione D, provoca in h una variazione dC,,, della caratteristiea C, corrispondente a D,, pari a dC, Si faccia ora Vipotesi di elasticitA lineare e di piccoli spostamenti, oltre quella di vincoli lisei. La (8-38) assicura che L é funzione quadratica delle D,, delle C, Percid risulta aL z C,=2C,D, ac, da cui si trae aL a —=p,. 55) acy, a La (8-55), primo teorema di Castigliano relativo alle distorsioni, assi- cura che, nella ipotesi di validita del principio di sovrapposizione, la de- rivata dell’energia di deformazione rispetto alla caratteristica corrispon- dente ad una distorsione @ la distorsione stessa. Nella stessa ipotesi di validita del principio di sovrapposizione si ha C=fidin Dy (56) D,=Eyem Cy - Per la (8-54) risulta Ain = daw (57) da cui Cn . (58) 298 SCIENZA DELLE COSTRUZIONI Vou. T La (8-58) @ il primo teorema di Maxwell relativo alle distorsioni: se @ valido il prineipio di sovrapposizione, Ia distorsione D, in i che provoca in h una caratteristica C, unitaria @ uguale alla distorsione D, in h cor- rispondente a C,, che provoca in i una caratteristica C, unitaria corrispon- dente alla distorsione D,. Nella stessa ipotesi di validita del principio di sovrapposizione il se condo teorema di Maxwell per le distorsioni assume T'aspetto particolare espresso dalla (8-57): la caratteristica C, provocata in i dalla distorsione Dy, unitaria ayente in hk & uguale alla caralterislica C, corrispondente a D, € provocata in h dalla distorsione D, unitaria corrispondente a C, e agente in i. Questo teorema, che @ pure conseguenza diretta di quello di Volterra, @ alla base del tracciamento delle linee d’influenza delle caratteristiche per distorsioni viaggianti. Dalle (8-58) si ha 1 1 1 PQD=— L4,D,D,=— Le,CC, 2 2 da cui si trae el aC, aC, Cu (59) el aD, aD, icy sono i coefficienti di influenza relativi alle distorsioni, i dy, i coef- ficienti di influenza relativi alle caratteristiche 16. Variazione dell’energia di deformazione. Si vuole Vespressione della variazione della funzione L quando il corpo passa dalla configurazione di equilibrio uv w ad una configurazio- ne variata prossima alla prima e definita dalle componenti dello sposta~ mento u-+ Su, v-+év, w+ 6w. Si parte dall’espressione di L in funzione delle componenti di defor- mazione attraverso il potenziale elastico L f 9 (Gem Yn) AV. cap. VE L’ENERGIA DI_DEFORMAZIONE 299 Puo porsi cosi, limitandosi ai termini del 2° ordine nelle derivate prime di Bu By éw. a Lia=[ eave f ( Fes 4 v v \8e (a') 1 a 1 a9 ) = be tte Bye Be, Be, +...) AV - G ae RTM TG Btn! Bezee, ert Liultimo integrale della (a’) non @ altro (n) che I'fy@dV calcolato per i valori 2,... By,,.. invece che per i valori e... {yz} e880 si indica con il simbolo W: Be, + Be, + Be, w=[ [o Gat 3584802942 Sater G $5 Crt ene +ey2)] av. co) Pud percid seriversi L+8L+ at=f eave (04 Beg! ne typ Byya!? +o) AV + + f (0, Beg $m + tye Bf? +.) AV + W , da cui aL=f (Gy Beg fae $ tye Bre? Fn) AV taf (0, Beg!) one $ tye Byye” +.) AV + W (60) La (a’) @ valida anche per materiali ad elasticita non lineare. La (8-60) @ condizionata all'essere g una forma quadratica omogenea, e cio? all’elasticita lineare; se il corpo @ anche isotropo, la W si serive come nella (b'). Inoltre le (a'), (b’) e (8-60) sono valide anche se le uv w non sono piceole nel senso noto. La W @ essenzialmente positiva, poiché é lenergia di deformazione inerente agli spostamenti 6u Sv w; percid, se si trascurano le componenti del secondo ordine della deformazione, @ 8,L > 0.

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