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Aut.ne Tribunale Livorno n° 683 del 02/03/2005 - Spediz. in abb. postale: postatarget creative - CENTRO 1/02524/11.2014 - Posteitaliane
Anno XX - n° 207
L’Editoriale
di Enrico Dello Sbarba
enricodellosbarba@virgilio.it
Adda passà
’a nuttata...
Abbiamo voluto ricorrere al tito-
lo di una famosa commedia na-
poletana del grande Edoardo De
Filippo per commentare le vicen-
de politiche di questo nostro pa-
ese in continua "ebollizione"
(avremmo preferito parlare di
evoluzione: un sogno, chissà per
quanto tempo ancora, "proibito").
Una prima valutazione sul risul-
tato elettorale di domenica 26
gennaio e, in particolare, quello
dell'Emilia-Romagna che ha con-
fermato, alla grande e con dimen-
sioni certamente non previste, il
successo del centro-sinistra ed in
particolare del governatore Bo-
naccini di cui, tutti hanno dovuto
riconoscere, i meriti e le capaci-
tà emerse nel corso del suo pri-
mo mandato. Si è votato pure in
Calabria dove la destra ha vinto
nettamente anche per le deficien-
ze ed i guai giudiziari che hanno
interessato la precedente gestio-
ne.
La partita, alla grande, si gioca-
va indubbiamente in Emilia-Ro-
magna sulla quale, un risultato
negativo per il centro-sinistra,
avrebbe potuto provocare una
crisi politica di grosse proporzio-
segue a pag. 2
Febbraio 2020
Germanicun,
la chiusura di un cerchio
di Nicola Graziani
Ultimo arrivato nella lunga lista dei pro- ze, che nel sistema proporzionale puro
getti di riforma, riusciti e no, della legge in vigore in Italia fino al 1991 invece
elettorale, il cosiddetto Germanicum rap- c’erano, ed erano plurime. Qua si as-
presenta la chiusura di un cerchio. Si segnerebbero i seggi sulla base di liste
iniziò quasi trent’anni fa per abolire il bloccate presentate dai partiti, su scala
proporzionale con la preferenza multi- nazionale.
pla, e nacque la Seconda Repubblica. Due considerazioni, a questo punto. La
Ora si cerca di superarla e si torna al segue a pag. 2
proporzionale. Salvo, come si dice, inte-
se. Nel caso specifico: un conto è la pre- Circolo ‘Il Centro’ - Via Trieste 7 - Livorno
sentazione di un progetto di legge, tut- Martedì 18 Febbraio, h. 18
t'altra cosa la sua approvazione. Chissà
incontro con
se questo Parlamento diviso e rissoso
ce la farà mai. Don Paolo Razzauti
Il progetto prevede questo principio: hai sul tema:
tanti seggi quanti sono i tuoi consensi in
rapporto al totale dei voti espressi. Ma
La presenza dei vescovi
per vederteli assegnati devi superare lo
sbarramento del 5 percento. O hai al-
a Livorno
meno quella percentuale, o al massimo da Mons. Piccioni ad oggi
ti devi accontentare di una rappresen- Moderatore:
tanza senza poteri decisionali. Hai dei Franco Spugnesi
parlamentari che stanno a guardare, in
altre parole, mentre gli altri decidono. Mercoledì 26 Febbraio, h. 18
Una rappresentanza "di tribuna" che il incontro con
modello tedesco, cui questa legge par-
rebbe ispirata, non ha: lì sei dentro o fuo- Alberto Paloscia
e Massimo Bianchi
ri. In fondo tra l’assistere senza fiatare
e lo stare fuori la differenza non è così
sul tema:
grande. Inoltre il modello tedesco pre-
vede anche la possibilità di aumentare il
numero dei parlamentari per adeguare
Progetto
il più possibile la rappresentanza del Pietro Mascagni
Bundestag ai voleri del corpo elettora- Moderatore:
le. Da noi sarebbe impossibile. Ultima Enrico Dello Sbarba
caratteristica: non ci sono le preferen-
 2 Politica
dalla prima pagina
A da passà
a nuttata...
ni. Ed invece, il Capitano che ha tra-
scorso mesi e mesi in quella regione,
impegnato in una martellante ed as-
sordante campagna elettorale, apprez-
zabile almeno sul piano della resisten-
za fisica e mentale, è stato clamoro-
samente battuto oltre le più ragione-
voli previsioni.
Se vogliamo fare un excursus sulle vi-
cende del nostro paese negli ultimi tem-
pi (dal giugno in poi) concordiamo con
l'analisi politica di Antonio Polito -vi-
cedirettore del Corriere della Sera - di
martedi 28 gennaio.
"Sembra incredibile - scrive Polito - ma
Matteo Salvini ha commesso, più o
meno, lo stesso errore dell'altro Mat-
teo (Renzi) quando era lui - l'uomo
forte- della politica italiana e svettava
sui sondaggi alle Europee. Renzi si
mise in testa di strappare il Veneto alla
Lega con una giovane candidata di
nome Alessandra Moretti: fu surclas-
sata dal grande successo di Luca Zaia
che prese il 50,08%. Luca Zaia aveva
e sta governando bene.
La sua regione stava e sta attraver-
sando, ora un po' meno, un periodo di
sviluppo, grazie anche alla buona poli-
tica del Governatore ed allora perchè
i veneti avrebbero dovuto cambiare?
La stessa cosa è accaduta esattamen-
te ma, con conseguenze forse più gra-
vi, a Matteo Salvini che si è ottusa-
mente concentrato su di una battaglia
difficile con una candidatura mediocre
ed in un contesto socioeconomico che
aveva trovato in Bonaccini un impor-
tante interprete.
Non è nostra intenzione insistere ulte-
riormente sulle strategie elettorali di
quella importante regione ma analiz-
zarne brevemente le conseguenze che
non possono certamente escludere la
clamorosa "debacle" dei 5Stelle che
hanno subito, nelle due regioni, un gra-
ve rovescio: non sono riusciti ad eleg-
gere nemmeno un consigliere.
Ora, se è vero che le elezioni regionali
non dovrebbero avere conseguenze
sulla politica nazionale, è anche vero
che i riflessi, stante la portata e le di-
mensioni da una parte dei vincitori e
dall'altra degli sconfitti, non possono
essere certamente cancellati. Intanto
dobbiamo verificare l'uscita dal "coma
profondo" del Partito Democratico che,
dopo una serie di insuccessi, può, ma
solo un po', rialzare la testa.
Dall'altra, un movimento, quello dei
5Stelle, i cui programmi, molto appros-
simativi, di natura populista, che, è op-
portuno ricordarlo, il "Capitano" quan-
do era al governo, subiva e accettava
supinamente, si trova in un tunnel dal
quale difficilmente ne potrà uscire.
Per quanto riguarda la Lega, seppure
premiata dai sondaggi (gli ultimi però
la danno in leggero calo), non può igno-
rare la dura sconfitta frutto anche del-
la scriteriata campagna elettorale di
Salvini conclusasi brillantemente (sic!)
con la telefonata ad un presunto spac-
ciatore!
Non sappiamo cosa potrà accadere
negli ultimi passaggi elettorali della
prossima primavera ma il quadro poli-
tico resta confuso ed incerto anche se
sintomi di un certo risveglio (vedi l'an-
damento in ribasso dello spread ed un
migliorato rapporto con la Comunità
Europea, non presa più a pallonate dal
Capitano e dai suoi seguaci) possono
indurre ad un cauto ottimismo attenua-
to però dal ribasso dei dati economici
dell'ISTAT riguardanti l'ultimo perio-
do.
Permangono, perciò, tutte le incertez-
ze di un quadro politico evanescente.
Vediamo di sperare un po' nello spiri-
to appassionato, positivo e spavaldo e
dei giovani delle sardine e della sag-
gezza del Presidente della Repubbli-
ca: ecco, perchè, "adda passà 'a nut-
tata”.
Germanicum,
la chiusura
di un cerchio
prima: sostengono i critici che torne-
rebbe l’instabilità. Facile la risposta:
quella che abbiamo avuto negli ultimi
trent'anni è stata una stabilità vera-
mente poco stabile. E se quel sistema
politico ci ha stancato, un motivo ci
sarà. Diceva Aldo Moro che la politica
è proprio il momento in cui si riflette
insieme per trovare soluzioni condivi-
se. Insomma, è la fatica di parlarsi.
Agitare lo slogan "la sera delle elezioni
dobbiamo sapere chi governa" vuol dire
cercare una scappatoia dalle proprie
responsabilità in direzione della cattiva
politica. Seconda considerazione: il pro-
porzionale – anche questo, che non è
certo puro – ridà al cittadino la possibi-
lità di votare nel nome di ciò che vuole,
non della necessità di bloccare quello
che si ritiene il male peggiore. Per trop-
pe volte abbiamo votato l'uno per evi-
tare l'altro, e l'offerta di politica è an-
data via via impoverendosi. Senza con-
siderare che la rinascita di partiti a spic-
cata identità culturale aiuterebbe a ri-
portare la gente a votare, e quindi ad
identificarsi con le istituzioni democra-
tiche. Anche se l'idea, strampalata,
delle liste chiuse e del collegio unico
nazionale impedirebbero un vero radi-
camento dei partiti sul territorio. Ma il
percorso è solo all'inizio, e si può sem-
pre migliorare.
Mensile del Circolo Culturale “Il Centro”
Aut.ne Tribunale Livorno n° 683 del 2/3/2005
Redazione ed Amministrazione:
Via Trieste 7 - 57124 Livorno
e.mail: ilcentro.livorno@gmail.com
www.circoloilcentro-livorno.it
DIRETTORE RESPONSABILE:
Enrico Dello Sbarba
COMITATO DI REDAZIONE:
Massimo Cappelli,
Sergio Cini, Valeria Grillo,
Luca Lischi, Mario Lorenzini,
Mauro Paoletti, Giovanni Schiano,
Angela Simini, Franco Spugnesi.
Hanno collaborato a questo numero:
Cristina Battagliani, Ordesio Bellini,
Franco Biancani, Francesco Butini,
Massimo Cappelli, Fabio Del Nista,
Gianni Giovangiacomo, Nicola Grazia-
ni, Livio Lazzeri, Mario Lorenzini, Fa-
brizio Rosticci, Silvia Roccuzzo, An-
gela Simini, Franco Spugnesi, Loren-
zo Taccini.
Grafica e impaginazione: Editrice “Il Quadrifoglio”
sas di Palandri Giulia & c., Livorno - Tel. 05861732178.
Stampa: Tipografia Sagittario - Bibione (VE)
Giornale chiuso in tipografia il 5/2/2020

È ciò che è emerso dopo il voto delle elezioni regionali in Emilia Romagna
Il PD non è morto
di Francesco Butini
Finalmente siamo arrivati alle fatidiche
elezioni regionali in Emilia Romagna (e
in Calabria, di cui nessuno sembra voler
parlare). Risultati alla mano, alcune que-
stioni si sono chiarite, altre si sono con-
fermate, e su altre ancora viene gettata
una luce diversa.
Si è fatto chiarezza sul Partito Demo-
cratico, si è avuta conferma sulla forza
della Lega e sulla frana del Movimento
5 Stelle, e brilla una luce diversa sul go-
verno e sulle prossime elezioni regionali
di primavera, soprattutto in Toscana.
Il dato elettorale dell’Emilia Romagna ci
dice che il Partito Democratico non è
morto, e non è destinato a morire. Per
molti sarà stato anche scontato, ma
dopo quanto accaduto negli ultimi cin-
que anni nulla poteva essere sicuro. Nel
maggio 2014, alle elezioni europee, il PD
raccolse il 40,8% dei voti (11 milioni di
voti). Nel marzo 2018, alle elezioni poli-
tiche, raccolse il 18,7% dei voti alla Ca-
mera dei Deputati (6 milioni di voti). In
appena quattro anni perde 5 milioni di
voti.
Da allora il PD perde tutte le elezioni re-
gionali, con amministrazioni uscenti tutte
guidate dai Democratici, e tutte sconfit-
te nelle urne. Subisce la scissione a fred-
do di Renzi, con l’incognita di una pos-
sibile nuova emorragia di voti.
La vittoria in Emilia non poteva essere
scontata. E in Calabria comunque il PD
ha continuato a perdere, pur essendo il
partito più votato.
Grande merito va indubbiamente al pre-
sidente uscente Bonaccini, molto ap-
prezzato. Ma il PD si conferma primo
partito in Emilia, ha politicamente assor-
bito la scissione, è diventato l’interlocu-
tore di nuovi movimenti come le cosid-
dette “sardine”, si presenta come la com-
ponente seria e attrezzata della compa-
gine governativa.
Se il PD non è morto, il Movimento 5
Stelle sembra in coma elettorale. In Emilia
ha conseguito il 4,7%: alle politiche del
2018 aveva il 29,6%. E in Calabria ha
raggiunto il 6,2%, dopo aver preso il
43,3% nel 2018. Difficile immaginare
una inversione di tendenza: mancano i
presupposti della preparazione politica
e della selezione della classe dirigente.
La Lega si è confermata forza in netta
crescita, anche nelle “regioni rosse”.
Soffre dei mali tipici del protagonismo
contemporaneo, ma gode dell’esauri-
mento costante della spinta propulsiva
di Forza Italia. Il protagonismo fa brut-
ti scherzi. La campagna elettorale in
Emilia era diventata tra Stefano Bonac-
cini e Matteo Salvini. E la vittoria di
Bonaccini non è stata dunque accom-
pagnata dalla sconfitta di Lucia Borgon-
zoni, ma da quella di Salvini. Non sem-
bra una lungimirante operazione politi-
ca, soprattutto per coloro che hanno
creduto nella novità di una possibile
rottura dell’incantesimo delle “regioni
rosse”.
Le conseguenze del voto emiliano si
proiettano sul governo nazionale e sulle
imminenti elezioni regionali in Tosca-
na.
A livello nazionale si sarà tirato un so-
spiro di sollievo a Palazzo Chigi: rischi
immediati di travolgimento della com-
pagine governativa non ce ne sono nel-
l’immediato. L’unico dato di tensione
Attualità 3
continuerà ad essere il Movimento 5
Stelle: è il partito di maggioranza relati-
va nel Parlamento nazionale, ed è diven-
tato uno dei partiti di minoranza assolu-
ta nel Paese. Una cosa del genere non si
è mai vista.
A livello toscano si studiano le similitu-
dini e le differenze, prima dell’avvio della
campagna elettorale. La differenza più
evidente sta nei candidati alla presiden-
za della regione. In Emilia si è presenta-
to il presidente uscente (apprezzato)
contro il quale si è schierato il capo na-
zionale della Lega. In Toscana il presi-
dente uscente non si può ripresentare,
per il centrosinistra si candida il presi-
dente del Consiglio regionale (apprez-
zato), e del centrodestra non si sa an-
cora nulla.
Ma c’è un’altra differenza, più insidio-
sa per il PD, e riguarda Italia Viva, il
partito nato dalla scissione a sinistra. In
Emilia, Italia Viva non ha presentato una
sua lista: si è camuffata dentro la lista di
Bonaccini. In Toscana, Italia Viva do-
vrà essere visibile al giudizio degli elet-
tori toscani. E questa creerà una forte
concorrenza con il PD.
Se il centrodestra toscano fosse politi-
camente all’altezza della situazione,
avrebbe qualche buona carta da gioca-
re. Ma sarà all’altezza?
 4 Politica
NON SOLO IN LIGURA MA ALTRE ARTERIE FONDAMENTALI SONO AL COLLASSO
Strade d’Italia
orfane della politica
di Francescalberto De Bari
Non c’è solo la drammatica situazione
della Liguria, ma il collasso di arterie
fondamentali: si pensi all’A14 da inter-
rotta al viadotto del Cerrano, a Nord di
Pescara, con danni incalcolabili all’au-
totrasporto e all’economia. E non ci
sono solo i grandi assi di comunicazio-
ne, ma tutte le viabilità che innervano
un Paese come l’Italia, che ha una po-
polazione molto distribuita sul territorio
e poco aggregata in grandi centri urba-
ni. Le vecchie strade provinciali, inve-
stite dal maldestro intervento di “aboli-
zione” delle Provincie (2012, Decreto
Delrio), sono strade a perdere, che ci
sono finché reggono, che smottano, si
sbriciolano e si avvallano, spesso lan-
guiscono a una corsia, poi scompaio-
no.
Eppure, nel periodo 2000 – 2015, l’Ita-
lia ha speso circa 15.000 euro per la
manutenzione di ogni km di strada (Fon-
te: OCSE). Una cifra ragguardevole, ci
pone al secondo posto nella graduato-
ria mondiale per spesa pubblica in ma-
nutenzione delle strade, dietro solo alla
Norvegia.
Come si spiega ciò?
Senz’altro con le caratteristiche del ter-
ritorio italiano irto di catene montuose.
Se correggiamo la graduatoria con l’al-
titudine media (Fonte: Portland State
University), al primo posto troviamo la
pianeggiante Danimarca, mentre l’Ita-
lia delle Alpi e degli Appennini scivola
di poco, al 7° posto mondiale, e conti-
nua a distanziare nettamente altri paesi
come Belgio, Francia, Canada e USA.
Evidentemente questa spiegazione non
basta.
Certo, l’Italia non brilla per efficienza
della spesa: è facile immaginarsi che per
lo stesso intervento l’Italia spenda di
più rispetto ad altri Paesi
Ma la spiegazione in realtà è un’altra:
l’Italia spende tanto ed ha una mobilità
così difficile perché, rispetto ad altri
Paesi, si costruiscono poche strade
nuove e si continua ad intervenire su
strade vecchie. Infatti, la grande fase
espansiva del sistema stradale italiano
risale agli anni ’60 e ’70 ed oggi ci tro-
viamo con infrastrutture (ponti, piloni,
viadotti, tunnel) vecchi di 50 – 60 anni,
Corsi di formazione per la sicurezza
dei lavoratori, patentini per PLE, GRU,
CARRELLI ELEVATORI, movimento
terra, trattori portuali, agricoli e
forestali, ponteggi PiMus, lavori in
quota e confinati. Attestati Elettricisti
PAV e PES, ecc.
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Sede operativa regionale Toscana:
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costruiti con materiali e tecniche an-
ch’essi vecchi. Di conseguenza i costi
di manutenzione sono alti e, soprattut-
to, sempre crescenti.
L’aumento dei costi di manutenzione che
registriamo, unito ai continui problemi
fino ai crolli “improvvisi” a volte dram-
matici, va visto come il segnale che sia-
mo già dentro una fase critica, nella
quale la manutenzione, anche straordi-
naria, non basta ed è necessario inter-
venire attraverso la sostituzione di interi
segmenti dell’infrastruttura stradale.
Per evitare di procedere in urgenza, con
l’approccio sprecone del “tappare le
buche”, è necessaria una vera program-
mazione degli interventi di livello nazio-
nale e regionale, non solo per le strade,
ma anche per il riassetto del territorio,
per contrastare frane, erosione ed altri
fenomeni che “travolgono” le fragili in-
frastrutture.
Purtroppo la politica, se così vogliamo
chiamarla, ha deciso di mettere al cen-
tro della discussione la revoca delle con-
cessioni autostradali ai Benetton, terre-
no facile di proclami, mentre i problemi
di sistema, per quanto seri ed urgenti,
sono orfani, come le strade d’Italia.

Siamo in un periodo storico dove si parla di “economia della conoscenza”
Globalizzazione
e proprietà intellettuale
di Livio Lazzeri
Secondo molti economisti, oggi siamo
in un periodo storico in cui l’economia
è fondata sulla conoscenza. Si parla in-
fatti di “economia della conoscenza” o
knowledge economy. Essa è caratteriz-
zata da processi di innovazione perma-
nente, che richiedono sempre più alti li-
velli di competenze, una formazione
continua e investimenti continui in ri-
cerca e sviluppo. Si tratta in sostanza di
creare valore dalle competenze di cui
una impresa dispone.
E’ un cambiamento radicale rispetto al-
l’epoca industriale. Come è noto, per
fare impresa ci vuole sia il capitale fi-
nanziario, sia il capitale umano. Nell’epo-
ca industriale il capitale finanziario ave-
va una importanza predominante sul
capitale umano, costituito da operai non-
specializzati. Oggi invece è il capitale
umano ad avere sempre più importan-
za, perché è dalle sue competenze che
l’impresa crea valore. La sfida per mol-
te imprese è quella di reperire questo
capitale umano, farlo crescere e man-
tenerlo fedele mediante una retribuzio-
ne adeguata.
Il gap più grave che oggi separa un pa-
ese sviluppato da uno sottosviluppato
non sono le risorse, ma la disparità di
conoscenze. I paesi avanzati godono di
enormi “rendite di conoscenza” che
generano redditi molto più elevati rispet-
to ai paesi che non li hanno. La globa-
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lizzazione, con la delocalizzazione delle
fabbriche, ha agevolato il passaggio della
tecnologia ai paesi in via di sviluppo, i
quali hanno “imparato facendo”.
Quando una azienda delocalizza, porta
all’estero non solo il suo capitale, ma
anche il suo know-how. Il trasferimen-
to all’estero del know-how arreca un
grande beneficio al paese ricevente, che
acquista così competenza e capacità di
generare valore, ma è un danno per il
paese d’origine, che perde un vantag-
gio competitivo.
Per questo i paesi avanzati, accortisi del
pericolo, hanno introdotto la globaliz-
zazione dei Diritti di Proprietà Intellet-
tuale (DPI), estendendone la validità
anche ai paesi sottosviluppati, i quali non
possono più usare le nuove tecnologie
se non dietro pagamento di royalties.
Nel 2012 gli Usa hanno incassato oltre
20 miliardi di royalties. Le regole riguar-
danti la circolazione dei DPI sono in-
cluse nei trattati commerciali, insieme
alle regole riguardanti la circolazione
delle merci e dei capitali. Nel nuovo trat-
tato commerciale che Trump vuole
scrivere con la Cina, le regole sui DPI
sono un argomento cruciale.
La questione dei DPI è sempre stata
molto dibattuta. Da un lato ci sono le
aziende che investono in sviluppo e ri-
cerca e giustamente vogliono veder re-
tribuiti i loro investimenti. Ma dall’altra
ci sono i consumatori, che sono co-
stretti a pagare di più i nuovi prodotti. In
effetti, le aziende che producono beni
protetti da DPI, specie nei paesi in via di
sviluppo, non riescono a fare prezzi
competitivi proprio per le royalties da
pagare. Le aziende detentrici di DPI fi-
niscono così per operare in regime di
monopolio. Senza royalties ci sarebbe
una maggiore concorrenza, i prezzi ca-
lerebbero e ne trarrebbero beneficio sia
i paesi poveri, sia quelli avanzati.
La Cina è l’esempio più eclatante di un
paese che ha saputo sfruttare in modo
eccellente la globalizzazione, ed è riu-
scita a trarre il massimo vantaggio dai
Attualità 5
capitali e dal know-how messo a di-
sposizione dalla globalizzazione, con
grandi ricadute positive sull’economia.
Ha invitato le aziende manifatturiere sul
proprio territorio, offrendo manodope-
ra a basso costo e molto disciplinata,
anche se scarsamente addestrata. Ra-
pidamente i cinesi hanno “imparato la-
vorando”, e sono diventati padroni del-
le varie tecnologie. Saggiamente la Cina,
per consolidare e sviluppare ulterior-
mente il suo capitale umano, si è dotata
di un eccellente sistema scolastico,
molto selettivo e rigoroso. Le sue uni-
versità sfornano ingegneri preparatis-
simi, soprattutto nel campo delle infra-
strutture logistiche (ferrovie, strade,
aeroporti) e delle telecomunicazioni.
Nel giro di pochi anni le conoscenze di
una azienda si sono estese alle altre azien-
de della zona, dando luogo a distretti in-
dustriali evoluti. Contemporaneamente i
corrispondenti distretti industriali ame-
ricani sono scomparsi, e con essi la ri-
cerca e sviluppo associati. Il risultato è
che la leadership mondiale, in certi set-
tori manifatturieri, è ormai cinese.
Uno degli esempi più eclatanti è il co-
losso cinese Huawei, conosciuto so-
prattutto come produttore di smartpho-
nes (2° produttore mondiale, dopo Sam-
sung), ma primo produttore mondiale
di apparecchiature per telefonia mobi-
le. E’ da più di 10 anni il principale for-
nitore di quasi tutti gli operatori di tele-
fonia mobile, compreso il gigante Vo-
dafone. Adesso che c’è da definire gli
standard 5G per la telefonia mobile di
domani, è difficile tener fuori il primo
produttore mondiale. Trump l’ha capi-
to e l’anno scorso ha bandito le aziende
cinesi, Huawei e Zte, dalla realizzazio-
ne del 5G negli Usa. La ragione ufficia-
le è il pericolo che Huawei metta nelle
sue apparecchiature dispositivi spia. Lo
scontro economico tra Cina e Usa, ini-
ziato con i dazi, prosegue sul 5G, dove
per alcuni osservatori si gioca la partita
per il futuro dell’economia globale. Sta-
remo a vedere.
 6 Attualità
Lo statista è stato ricordato dal Prof. Cosimo Ceccuti
Giovanni Spadolini:
Uomo politico e uomo di cultura
di Gianni Giovangiacomo
Nel Salone Consigliare della Provin-
cia si è tenuta da parte del prof. Co-
simo Ceccuti la presentazione del
suo lavoro: “Giovanni Spadolini –
Frammenti di una vita di italiano
1972-1994”. Si tratta di un Album
fotografico, pubblicato dalla Fonda-
zione Spadolini-Nuova Antologia,
con il quale si è voluto ricordare il
25° anniversario della scomparsa
dello statista fiorentino. “Uomo po-
litico e uomo di grande cultura”, così
lo ha definito il direttore del “Cen-
tro”, Enrico Dello Sbarba, che ha ri-
cordato un episodio di quando
Spadolini era Ministro della Pubbli-
ca Istruzione nel governo Andreotti.
Dello Sbarba, che si trovava a
Roma in piazza Montecitorio con
alcuni deputati, incontrò Spadolini
che sapendolo di Livorno, gli anti-
cipò di avere appena nominato il
nuovo Provveditore agli Studi di Li-
vorno! Era da tempo infatti che que-
sto incarico era vacante creando
non poche difficoltà di gestione..
Anche il moderatore l’ex direttore de
“La Nazione”, Giuseppe Mascam-
bruno, ha ricordato un episodio
avvenuto a Livorno nel clima fune-
sto del terrorismo.“In via Grande
vidi arrivare tre alfette della Polizia
a sirene spiegate che seminarono
il panico tra i cittadini, cosa era suc-
cesso? Le macchine si fermarono
davanti alla Libreria Belforte, Spa-
dolini, allora Ministro della Difesa,
fece il suo ingresso e … andò ad
acquistare alcuni libri!”.
Spadolini non era solo uno storico
quotato, la sua opera “Gli uomini
che fecero l’Italia” è conosciutissi-
ma ma era anche un lettore acca-
nito che oltre alle librerie non man-
Giovanni Spadolini (1925 - 1994)
cava anche di rovistare tra le ban-
carelle dei libri. Cosimo Ceccuti,
che per trent’anni gli è stato accan-
to e lo ha conosciuto a fondo, ha
subito evidenziato i buoni rapporti
intercorsi tra Spadolini e il Presiden-
te Ciampi che prese la direzione
della “Nuova Antologia” alla sua
morte.
Il volume - ha continuato - racco-
glie le immagini della sua vita poli-
tica, una scelta non facile perché
si è voluto dare spazio agli aspetti
della sua umanità nel rispetto della
memoria storica.
Sollecitato da Mascambruno l’au-
tore ha messo in rilievo alcuni ele-
menti dell’azione culturale e politi-
ca di Spadolini: la passione per i
giovani e le loro aspettative, ed ai
quali dedicò alcune lezioni sulla Co-
stituzione cercando di inculcare in
loro il “senso dello Stato”.
Ma soprattutto fu “uomo delle Isti-
tuzioni” che venivano sempre “pri-
ma e al di sopra delle parti”, anche
del suo partito, il PRI, di cui fu Se-
gretario. L’amore per l’Italia era
sempre al primo posto ed il suo
operare era intriso di “onestà mo-
rale e politica”.
Fu uno dei responsabili del dialogo
con gli Stati Uniti, ai tempi della pre-
sidenza Reagan. In quell’occasione
convinse il governo statunitense ad
adottare per le loro forze di Polizia
la pistola italiana Beretta al posto
della Colt.
La battaglia in favore della cultura
fu tra i suoi impegni più profondi. In
un incontro con Guttuso, esponen-
te del partito Comunista di cui di-
venne amico, nel corso di un dibat-
tito pubblico, richiamavano insieme
l’attenzione sulla catastrofica situa-
zione dei beni culturali. E anche que-
sta fu una battaglia vinta. Così come
riuscì a smussare la tensione tra Ita-
lia e Francia sulla questione dei vini
grazie ai buoni rapporti personali
con il Presidente francese Mitte-
rand, che insieme parlarono preva-
lentemente di Firenze, dei Medici e
del Machiavelli!
Al termine Mascambruno ha chie-
sto a Ceccuti se si poteva fare un
parallelo con i giorni nostri e con il
tracollo dei valori. Ceccuti ha rile-
vato che le differenze odierne sono
proprio incentrate sulla “mancanza
di valori”. C’è quasi il gusto dell’igno-
ranza. In politica c’è la caccia ad
avere più voti e il potere è conside-
rato solo come il rafforzamento del-
la propria parte.
Secondo Spadolini la soluzione dei
problemi doveva avvenire nell’inte-
resse del paese e non del tornacon-
to personale o partitico. Prima pre-
valeva la “stagione dei programmi”,
ora si naviga a remi guardando a
dove tira il vento.
Spadolini era il Presidente galantuo-
mo, lui stesso diceva: “essere ga-
lantuomo non è un requisito, non è
un merito, un presidente “deve” es-
sere galantuomo!”.

Il Giggino
ed il suo piccolo
passo indietro
Le clamorose sconfitte che ha accu-
mulato nel breve porgere di qualche
mese insieme ai crescenti contrasti al-
l'interno di quello strano mondo dei
"5stelle" hanno costretto Di Maio (il
Giggino) a dimettersi dal coordinatore
di quello strano movimento, ha mante-
nuto, però, la poltronissima di Ministro
degli Esteri.
Vogliamo ricordare al nostro amatissi-
mo Giggino (il rinnovatore di una poli-
tica pieni di buone intenzioni) che nel
lontano 1959, Amintore Fanfani, a se-
guito di dissensi sulla linea del suo go-
verno, si dimise, contemparaneamen-
te, da Presidente del Consiglio, Mini-
stro degli Esteri e da Segretario della
D.C.
Massimo D'Alema, nel 2000, a segui-
to della debacle elettorale subita dai
Democratici di Sinistra, si dimise da
Presidente del Consiglio.
Ma, Giggino, ha mantenuto la poltra-
nissima di Ministro degli Esteri!!!!
ure
lat
igo
Sp
Cresce, a dismisura,
il livello "intellettuale
degli esponenti
leghisti".
a) Qualche giorni prima della conclu-
sione della campagna elettorale in
Emilia Romagna, il vicesindaco di Fer-
rara ha proposto ad una consigliera le-
ghista di dimettersi in cambio di un
buon posto di lavoro sollevando natu-
ralmente commenti e critiche. Avvici-
nato dai giornalisti, che chiedevano
conferma dell’episodio, è uscito lette-
ralmente "dai gangheri" inondando di
irriferibili parolaccie "quei rompi.....”.
b) Su Repubblica di martedi 28 gen-
naio: il post sessista del vicesindaco di
Biella.
Elezioni. Il post sessista del vicesin-
daco leghista di Biella scatena l'indi-
gnazione dei social. A seguito di una
sua dichiarazione dopo le elezioni in
Emilia."Vincere in Emilia", afferma
l'eminente esponente salviniano, "è
come quando vuoi tromb... 20 ragaz-
ze nuove e visto che non ormai, te
la.... dà nessuna ti accontenti dell'uni-
ca che ormai te la da anni”.
c) Pertini, un assassino e un brigatista
rosso.
Sono queste le dichiarazioni rilasciate
Spigolature 7
da un giovane consigliere leghista del
comune di Massa, coordinatore dei gio-
vani del Carroccio. Nessuna esperien-
za politica, nessuna scuola di partito,
soltanto una "sana passione politica".
Si legge su Il Tirreno di martedi 28 gen-
naio, pag.8, che, non condividendo la
decisione del suo Sindaco di intitolare
un ponte all'ex Presidente della Repub-
blica Sandro Pertini, ha tastato sulla sua
pagina facebook, questa incredibile di-
chiarazione: “Un ponte a Pertini? Lo
stesso Pertini che elogiò Stalin, che
concesse la grazia al partigiano Tof-
fanin, che uccise una marea di per-
sone accusate di essere fasciste?”.
Ci fermiamo qui limitandoci a fare solo
una piccola considerazioni: abbiamo
voluto pubblicare un piccolo "spacca-
to" di quello che potrebbe essere la
nuova stagione politica nel caso in cui
molti italiani, decisamente già troppi,
continuassero a votare Lega e portas-
sero "il capitano" alla guida del Pae-
se!!!!.
Le rime
di Franco Biancani
Contenuti
Un marito torna a casa
ed ha fame, vuol mangiare,
ma s’accorge che la moglie
sta sul tavolo a stirare.
S’avvicina e le sussurra:
“Perché stiri il reggiseno?
Per quel che ci metti dentro
ne potresti fare a meno!”
Lei lo guarda rancorosa
poi risponde: “Che domande!
Deficiente! Se è per questo
stiro pur le tue mutande!”
 8 Livorno

Livorno risorge
di Massimo Cappelli

La mostra su Modigliani sembra aver
messo in moto un meccanismo virtuo-
so che può contribuire a far risorgere
la nostra città, non solo culturalmente
ma anche economicamente.
Dobbiamo riconoscere un grande co-
raggio al Sindaco Luca Salvetti, al-
l’Assessore alla Cultura Simone Len-
zi e all’Amministrazione Comunale
tutta per aver affrontato l’impegno di
questo evento di risonanza nazionale
e internazionale, dopo gli infelici tra-
scorsi del 1984, collegati alle false te-
ste di Modigliani.
Come dice l’esperto e cultore di Mo-
digliani, Carlo Pepi, questo geniale pit-
tore ha dipinto più da morto che da
vivo, se è vero che a fronte di circa
350 dipinti riconosciuti autentici del
maestro ne circolano circa 1300 attri-
buiti allo stesso.
Operazione culturale quindi di grande
coraggio, affrontata con professiona-
lità e con le massime garanzie, che sta
dando i suoi frutti. Quando mancano
ancora una ventina di giorni alla chiu-
sura della mostra, prevista per il 16
Febbraio, i visitatori sono già stati ol-
tre 80 mila ed i costi spesi per la sua
organizzazione ( circa 1,25 milioni) già
ripagati. Con buona pace dei pochi de-
trattori che anche in questa occasio-
ne di valorizzazione della città non
sono comunque mancati.
Ma questo evento non deve chiudersi
su se stesso, deve essere l’inizio per
un “risorgimento” culturale ed anche
economico per Livorno.
Seguire questo percorso vuol dire valo-
rizzare e conferire una precisa identità
alla città che deve divenire la” Città di
Modigliani”, non solo perché lo è, ma
anche nella accettazione e coscienza del
pubblico nazionale e internazionale.
Quante città al mondo hanno basato
gran parte del turismo culturale che le
caratterizza per essere città natali di
noti artisti? Molte. Anche Livorno lo
può fare.
Ed aggiungo che in un ipotetico pro-
getto virtuoso, vi sono anche altri illu-
stri personaggi da valorizzare più di
quanto non lo si sia fatto in passato.
Due su tutti : il grande musicista Pietro
Mascagni, il poeta Giorgio Caproni.
Senza considerare che Livorno è già
punto di riferimento importante per tutta
la scuola dei pittori macchiaioli, anche
questo da valorizzare in modo migliore.
Se tutta la città saprà ben operare, e
con ciò intendo non solo l’Ammini-
strazione Comunale ma anche le varie
Associazioni Culturali e non, i commer-
cianti, i semplici cittadini, se tutti mostre-
ranno spirito di squadra, può darsi che il
futuro dell’economia livornese possa non
essere legato solo allo sviluppo del por-
to e delle industrie rimaste.
Attenzione però. Percorrere questa
nuova strada legata alla storia e alla
cultura della città non deve portare a
trascurare i pochi punti fermi che an-
cora generano ricchezza per la collet-
tività livornese. Lo sviluppo del porto,
con la nuova Darsena Europa, il con-
solidamento degli investimenti nella in-
dustria dell’Energia, a nord con gli sta-
bilimenti ENI e nella chimica a sud con
quelli Solvay, debbono essere persegui-
ti. Come ha detto il Vescovo “non pos-
siamo permetterci di perderli”, cosa che
sottoscrivo in pieno.
Se vogliamo che figli e nipoti abbiano
maggiori chances lavorative e possano
rimanere nella loro città, tutti questi ele-
menti sono necessari. Come necessa-
rio è lavorare tutti con spirito costrutti-

LILIANA SEGRE vo. L’occasione c’è, non lasciamocela

sfuggire.

cittadina onoraria di Livorno

La senatrice a vita Liliana Segre ha accolto, con un messaggio di saluto
alla città, la cittadinanza onoraria che le è stata con-
ferita dal Consiglio Comunale di Livorno con voto una-
nime durante la seduta del 12 dicembre.
La Senatrice ha apprezzato la cittadinanza onoraria
e le parole di stima e solidarietà del Consiglio Comu-
nale sottolineando la storia e le tradizioni di Livorno
di cui bisogna essere orgogliosi.
“ Sono particolarmente soddisfatto della risposta po-
sitiva della senatrice Liliana Segre - ha affermato il Ultimi giorni per visitare la mo-
sindaco Salvetti - che ha accettato la cittadinanza ono- stra “Modigliani e l’avventura di
raria. Studieremo il modo di semplificare il percorso per far avere alla Montparnasse” che terminerà il
Senatrice l'attestazione scritta della cittadinanza, perchè a causa dell' 16 febbraio 2020.
età avanzata, ha difficoltà negli spostamenti”.

LA MOSTRA DI MODÌ: Non sembra neanche di essere a Livorno...
La bellezza della mostra,
l'incanto del luogo
di Fabio Del Nista
Ore 18,00 di giovedì 23 Gennaio:
è una serata piuttosto umida ma
siamo nel mezzo di un inverno stra-
ordinariamente mite. Mostra di Mo-
digliani, molto si è letto e scritto, in
qualche occasione anche a spro-
posito e pertanto, metabolizzare
questa novità enorme per la nostra
città, sicuramente inaspettata mi è
apparso doveroso.
Ho avuto occasione di visitare due
mostre interessanti una a Verona
di “Giacometti ed il suo tempo” e
l'altra, a Padova, con opere di Van
Gogh, Degas e Monet a inizio gen-
naio: belle, interessanti e di note-
vole pregio le locations. E quindi
con uno stato d'animo tra l'attesa
ed il timore latente di delusione che
mi affaccio su piazza del Luogo Pio
e quasi non la riconosco, illumina-
ta con un giallo discreto, ingentilita
da una corona di alberi e piante,
nobilitata dalla austera facciata
della chiesa dei padri Trinitari e al-
leggerita dal campanile a vela del-
la chiesetta sconsacrata della piaz-
za, ma soprattutto sorprendente per
l'invenzione dell'ingresso alla mo-
stra: arioso, invitante e significati-
vo. Così si entra e, senza aggiun-
gere parole a quelle sicuramente
più appropriate e competenti, mi li-
mito a dire che ho trovato l'allesti-
mento, le luci ed i colori perfetti e la
disposizione delle opere con l'ala
centrale riservata a Modigliani quasi
come un crescendo musicale.
Esco dopo la visita di un museo e
di una mostra che mi ha interessa-
to o meglio coinvolto, piuttosto
stanco anche se soddisfatto: que-
ste le impressioni e gli stati d'ani-
mo che ho percepito dopo la visita
alla mostra di Modì, stavolta an-
che un po' orgoglioso, da livorne-
Amedeo Modigliani: ritratto di Chaine
Soutine
se, che ha visto finalmente premia-
to e celebrato un genio di casa no-
stra.
E così immerso ancora nelle rifles-
sioni, negli stimoli e nei sentimenti
determinati dalla mostra in genera-
le e da alcune opere di Modigliani,
solo dopo pochi passi ho preso pie-
na coscienza dei luoghi ove mi tro-
vavo, luoghi a me familiari vissuti
appieno sin dai tempi dell'Universi-
tà quando il nostro punto di ritrovo
era " Da Carlino", ma prima anco-
ra, addirittura per la prima comu-
nione fatta ai Domenicani, ed infi-
ne per la consuetudine di luoghi in
anni ed anni di frequentazione del
Palazzo Comunale molto vicino alla
piazza del Luogo Pio. Il clima della
sera della visita era caratterizzato
dall'assenza di venti: un clima tie-
pido che, insieme alla calda luce
gialla dei lampioni della Venezia ed
all'acqua immobile dei fossi, offriva
un sensazione di grande tranquilli-
tà, quasi di serenità. Erano le 20
Livorno 9
ed a quell'ora abitualmente Livor-
no e non solo la Venezia si spopola,
salvo riaccendersi in modo anche
troppo massivo poco dopo.
Mi sono così ritrovato in un ambien-
te che tanta altre volte ho visto e
vissuto con una partecipazione
spontanea e naturale, ma che mai
mi ha emozionato al punto da farmi
sentire il bisogno di doverlo espri-
mere, quasi tornassi nella mia città
e nella Venezia dopo tanti anni.
Certo, nel giro di poche ore l'ambien-
te sarebbe mutato con l'apertura
dei locali dove la fanno da padrone
le musiche, le voci dei giovani ed i
rumori del traffico delle macchine e
dei motorini. Insomma la vita di sem-
pre con i problemi quotidiani degli
abitanti e quelli, momentaneamen-
te sopiti dei visitatori (siano essi cro-
ceristi e non).
Ma la mostra ha dato un segnale di
non ritorno: quello che viviamo come
ordinario è bello intrinsecamente
che può e deve essere valorizzato
e fatto capire per trasmetterlo e di-
fenderlo.
A margine mi permetto, pur con
scarsa modestia, di esprimere una
riflessione su Modigliani: ho letto che
con i suoi ritratti voleva cogliere lo
stato D'ANIMO DEI SOGGETTI DI-
PINTI, la piena veridicità di questa
affermazione l'ho ritrovata nel qua-
dro raffigurante il pittore amico Chai-
ne Soutine: leggere la didascalia
che ne descriveva il carattere e
guardare il ritratto fatto da Modi: per
me, almeno per me, è stato come
conoscere l'uomo e scandagliarne
il modo di essere e di comportarsi.
In questo, anche in questo la gran-
dezza di Modigliani, la bellezza del-
la mostra ed infine il valore aggiun-
to della riscoperta della bellezza
unica di un pezza della mia, della
nostra città.
 10 Livorno
Interessante dibattito al Circolo Il Centro con l’assessore regionale Cristina Grieco
Scuola, formazione, lavoro
di Gi. Gi.
L’argomento: “Il modello della Toscana:
scuola, formazione, lavoro”, è stato dibat-
tuto al Circolo culturale “Il Centro” con
l’intervento dell’Assessore Regionale alla
Formazione e al Lavoro, Cristina Grieco e
con la Presidente della 7° Commissione
Comunale all’Istruzione e Cultura Eleono-
ra Agostinelli mentre a nome del “Cen-
tro” la giovanissima Silvia Roccuzzo, scrit-
trice e laureata in Ingegneria Biomedica e
Robotica ha svolto il compito di modera-
re l’incontro.
All’input della Roccuzzo, l’Assessore
Grieco ha detto che la Regione ha “l’os-
sessione” per il futuro dei giovani e che
in questa legislatura è stato realizzato un
piano regionale di sviluppo che ha con-
seguito il successo delle politiche forma-
tive e del lavoro. Infatti è stato fatto un
programma di azione con l’obiettivo ben
preciso di affrontare sia l’abbandono sco-
lastico sia quello dei giovani fuori dai pro-
cessi formativi e dal lavoro: cioè quelli che
comunemente vengono chiamati: Neet..
Abbiamo superato di gran lunga - ha con-
tinuato - l’obiettivo che ci eravamo pro-
posti dell’abbandono scolastico passan-
do dal 18% al 10,6% arrivando così alla
media europea, per i Neet siamo invece
un fanalino di coda in quanto continua il
trend negativo ma anche per loro è stato
abbassato il tasso percentuale. Purtrop-
po siamo consapevoli che se un giovane
rimane per molto tempo in panchina alla
fine si apre per lui l’esclusione sociale.
Formazione e lavoro sono due elementi
che si integrano tra loro e per questo vo-
gliamo far ripartire “l’ascensore sociale”,
non a caso abbiamo chiamato questo pro-
getto con l’acronimo “lift”. In questi tem-
pi infatti le differenze si vanno polarizzan-
do e se si vuole un futuro sostenibile bi-
sogna ridurre le disuguaglianze e dare ai
giovani delle opportunità evitando che i
migliori siano costretti ad andare all’este-
ro. Gli interventi coordinati dal 2008 al
2018 hanno fatto sì che gli occupati siano
aumentati: la Toscana ha retto meglio la
crisi di altre Regioni perché ha saputo
gestire bene gli ammortizzatori sociali.
Eleonora Agostinelli, forte della sua plu-
riennale esperienza di docente, ha eviden-
ziato che vi è stato un miglioramento ri-
guardo la dispersione scolastica, ma che
non bisogna accontentarsi.
L’assessore Cruistina Grieco
con la moderatrice Silvia Roccuzzo.
Il problema della nostra scuola - ha ag-
giunto - è quello di avere dei docenti sem-
pre più anziani. Mentre, seguendo la tec-
nologia dei tempi attuali si richiede che
l’insegnante debba continuamente ag-
giornarsi, usare un linguaggio attento e
strumenti di comunicazione idonei per
interagire con il mondo dei ragazzi. La
scuola deve dunque attrezzarsi sempre
di più per incontrare i bisogni dei ragazzi
che psicologicamente sono sempre i più
fragili. Per entrare in relazione con loro è
necessario dare spazio all’aiuto, all’ascol-
to, all’accompagnamento, e tutto ciò im-
plica anche un cambiamento nei modi di
spiegare. Il rapporto genitori-insegnanti
è cambiato nel tempo, molti genitori, quan-
do non si pongono in modo conflittuale,
sono impreparati e delegano tutto alla
scuola.
E’ necessario - ha ribadito - lavorare sul-
l’orientamento, che va fatto bene e non
deve discriminare. Si tratta di trovare la
scuola più adatta e più confacente a cia-
scun ragazzo perché “orientamento e di-
spersione scolastica sono le due facce
della stessa medaglia”.
E’ poi emerso, anche dalle domande del
pubblico presente la problematica dell’al-
ternanza scuola-lavoro. Nata nel 2003 e
rivolta espressamente agli Istituti tecni-
co-professionali, nel 2015 è stata istitu-
zionalizzata e resa obbligatoria con la
“buona scuola”.
La professoressa Agostinelli ha specifi-
cato che i ragazzi, che ha personalmente
seguito, “sono stati mandati dove loro
stessi avevano chiesto di andare” per cui,
a esperienza conclusa, c’è stato anche
chi ha detto “questo lavoro non fa per
me”, quindi l’utilità di tale esperienza è
stata per tutti notevole.
In chiusura, l’Assessore Grieco ha volu-
to mettere in evidenza che “non si tratta
di un apprendistato ma è una “metodolo-
gia didattica” che privilegia il contatto con
il mondo del lavoro che prima non esiste-
va, in definitiva si tratta dell’incontro con
le trasformazioni economiche imposte dal
nostro tempo.
(e.d.s.) - In margine alla conferenza del-
l’assessore regionale Cristina Grieco, di
cui parliamo ampiamente in questo servi-
zio, ribadiamo il convincimento, già
espresso e raccomandato in diversi inter-
venti, sulla imprescindibile esigenza del-
la riconferma dell'assessore livornese che
ha svolto con grande capacità il manda-
to nel delicato settore dell'istruzione, del-
la formazione e del lavoro. Com’è noto
ha presieduto, con generale consenso, la
commissione Stato-Regione nei settori
appunto della formazione, istruzione, uni-
versità e ricerca.
La scuola di Modì
Amedeo Modigliani ha frequentato il Li-
ceo Classico e nel quadro della esposi-
zione dei suoi quadri si deve comprende-
re l’iniziativa del nostro Liceo che ha mo-
bilitato gli studenti per ricercare fra i
documenti conservati ancora nell’archi-
vio i dati scolastici di anni tanto lontani
che fossero riferiti allo studente Amedeo
Modigliani e la ricerca è stata positiva e
i dati sono sono stati messi a disposizio-
ne della stampa e della televivione (era
presente RAI 3).
Conoscevamo la biblioteca fornitissima
del Liceo Classico avendola frequentata
parecchi anni fa in occasione della pub-
blicazione del libro dedicato alla Storia
del Liceo e ci siamo un po’ indugiati da-
vanti a documenti scritti a mano da fun-
zionari e docenti e solo dopo parecchi
anni la macchina da scrivere ha fatto la
sua comparsa negli uffici scolastici.
Diamo quindi atto al personale del Li-
ceo di aver realizzato questa iniziativa.
Mario Lorenzini

SE NE È PARLATO AL CIRCOLO IL CENTRO COL DOTT. MASSIMO PROVINCIALI
Le sfide della portualità livornese
di Gianni Giovangiacomo
Al Circolo culturale “Il Centro” è iniziato
l’incontro sul tema: “Le sfide della portua-
lità livornese” con un minuto di raccogli-
mento, proposto dal direttore del “Cen-
tro”, Enrico Dello Sbarba, per ricordare la
recente dipartita dell’ex Presidente del-
l’Autorità Portuale Giuliano Gallanti. Quin-
di a nome del Circolo, l’ingegner Cristiano
Toncelli ha presentato il relatore della se-
rata, il dottor Massimo Provinciali, attuale
Segretario generale dell’Autorità Portua-
le, sottoponendogli alcune domande nel-
la consapevolezza che “lo sviluppo del
porto è lo sviluppo della città”.
Massimo Provinciali ha ringraziato per il
ricordo dell’avvocato Gallanti perché “pri-
ma o poi si capirà l’importanza che ha avuto
per lo sviluppo di Livorno”. Risponden-
do ai quesiti proposti da Toncelli, ha det-
to che la “provenienza” da cui uno viene,
come lui da Roma e Gallanti da Genova,
quindi estranei alla città, non ha molta im-
portanza, quello che conta è “la compe-
tenza”. Come dirigente del Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti e, per un pe-
riodo, responsabile dei servizi ferroviari, è
stato colui che ha introdotto nel sistema
un operatore privato come Italo. Quando
gli proposero di spostarsi a Livorno era
animato dalla curiosità di venire su un ter-
ritorio per lui allora sconosciuto. Si incon-
trò con il Ministro dei trasporti in carica in
quel momento, il livornese Altero Matteo-
li che, consapevole delle difficoltà che
avrebbe incontrato gli disse: “se riesce a
dare una mano alla città, ne sarei molto
contento!”.
I suoi primi passi furono quelli della rior-
ganizzazione della struttura , con la cura, a
partire dal luglio 2012, dei lavoratori por-
tuali attraverso “la chiarezza delle regole
d’ingaggio” per evitare il Far West nel
Porto. “Certamente -ha aggiunto- il Piano
Regolatore era già ben avviato ma Gallanti
ha dato un colpo di acceleratore in chiave
di prospettiva per il futuro. Non si poteva
ricominciare tutto da capo perché sareb-
be stato un suicidio. Per il problema del-
l’accessibilità al Porto, siamo riusciti a fare
già qualcosa, ma bisogna urgentemente
trovare nuovi spazi a mare, perché, se non
si dà attuazione alla Piattaforma europa, si
rimane nella Serie C”. Sulla conferma del e
Livorno 11
senz’altro superiore ai porti liguri che non
possono fare ampliamenti significativi, a
Genova si dovrebbe spostare la diga, con
un costo che supererebbe di quattro vol-
te quello della Piattaforma Europea. Livor-
no è perciò “l’unico territorio” nella sua
globalità - Porto, Interporto, ferrovia e
autostrada - che ha così ampie possibilità
di sviluppo. “La politica non deve farsi
distogliere dalle finalità concrete, così che
si possa continuare nell’accettare qualsi-
asi sfida senza timidezze e incertezze”.
Certamente la litigiosità in Porto può co-
stituire un deterrente, le imprese portuali
Massimo Provinciali
sono soggette a dinamiche esterne e le
in vista del suo futuro “il Presidente Cor- criticità spaventano gli eventuali investi-
sini ha ritenuto di confermarmi nell’inca- tori ma “Livorno può essere il polo della
rico di Segretario Generale”. logistica portuale del Mediterraneo!”.
Smentendo alcune notizie giornalistiche, Si sono poi aperte le domande da parte di
ha chiarito che “dal 2012 ad oggi l’attivi- un pubblico numeroso e qualificato, dalle
tà portuale, dati alla mano, ha avuto un quali è emerso il rapporto Livorno-Pisa e
aumento costante e continuo, sia nel to- su questo argomento Provinciali ha sot-
tale, sia nelle singole componenti: aumen- tolineato di aver già incontrato per ben
to del numero delle navi e delle loro di- tre volte gli Amministratori pisani, speci-
mensioni, del Teus, dei mezzi commercia- ficando le prospettive e i benefici comuni,
li, dei passeggeri e dei crocieristi: chi non nonché la possibilità di “interventi com-
conosce questi numeri è disinformato”. pensativi”. Riguardo al porto di Piombino
Il dottor Provinciali ha anche rilevato che è evidente la mancanza di collegamenti e
la competizione fra i porti incomincia la dipendenza dal settore siderurgico. Per
quando si arriva a banchina, perciò biso- i tempi della Piattaforma Europea è inutile
gna sempre guardare a cosa c’è alle spal- rimpallare colpe tra burocrazia e politica,
le del Porto, cioè l’Interporto che evita la l’importante è “che non siamo fermi”. Sul-
congestione: “senza collegamenti ferro- le progettazioni preliminari sono stati stan-
viari il Porto non esiste”. “Livorno è un ziati 50 milioni dal governo e 250 dalla Re-
Porto che ha un trend di sviluppo supe- gione, è auspicabile l’arrivo di altri finan-
riore a qualsiasi altro porto d’Italia. É ziamenti governativi.
L’Assemblea
della
Confindustria
Cristina Battaglini - Si è svolta alla Camera di Commercio di Livorno l’assemblea generale
2019 di Confindustria Livorno Massa Carrara, sul tema “Un’alleanza per lo sviluppo del
territorio”. Dopo i saluti di Riccardo Breda presidente della Camera di Commercio,
sono intervenuti Alberto Ricci, presidente di Confindustria Livorno Massa Carrara, a
cui ha fatto seguito il keynote “L’industria della costa toscana” con Stefano Casini
Benvenuti direttore IRPEF; quindi una tavola rotonda sul tema “Un’alleanza per sviluppo
del territorio” con Adelio Antolini, sindaco di Collesalvetti, Francesco De Pasquale
sindaco di Carrara, Daniele Donati Sindaco di Rosignano Marittimo, Francesco Ferrari
sindaco di Piombino, Francesco Ferrari sindaco di Massa, Luca Salvetti sindaco di Livorno.
L’incontro si è quindi concluso con la sottoscrizione del patto per lo sviluppo del territorio.
 12 Livorno

qui I Re Magi a Livorno

Nel giorno dell’Epifania l’arrivo dei Re Magi è stato rappresentato
Diocesi con un partecipato “presepe vivente” per le strade del centro cittadino

di Fabio Figara

Il cielo notturno è ricco di mille ba-

gliori. Centinaia di pastori sonnecchia-
no o vegliano sul sonno delle proprie
pecore, arginando le sofferenze del
freddo con un fuocherello su cui han-
no abbrustolito qualche focaccia, ma
godendo del profumo della terra, degli
odori che si spargono nell’aria, di quel
cielo stellato che fa loro da tetto. Pro-
prio loro, gli emarginati della società,
coloro che sono considerati dei ladri
girovaghi, nomadi pericolosi da allon-
tanare dai centri abitati, sono chiama-
ti ad essere testimoni della Storia. zato: i suoi vagiti fanno accorrere an- Loco di Rosignano), di fronte all’altare,
Quella loro tranquillità viene sconvol- che coloro che, più restii, avevano pre- ai piedi della Sacra Famiglia, hanno così
ta dalla luce dell’astro che richiama la ferito rimanere al bivacco. La madre, deposto generi alimentari e di prima ne-
loro attenzione: uno passa accanto al- spossata, lo prende in braccio, lo ac- cessità, destinati alle persone bisogno-
l’altro che dorme, e lo sveglia; un al- carezza, lo bacia, lo culla lentamente. se. Presenti decine di bambini che han-
tro fischia richiamando i suoi amici; Arrivano i Re Magi, insieme agli altri, no ascoltato le spiegazioni del Vescovo
un altro ancora chiama la propria mo- portando doni preziosi. Mons. Simone Giusti sul significato
glie e i propri figli, dicendo loro di se- Quest’anno, a Livorno, per la prima profondo dell’Epifania. Presente il vice-
guirlo urgentemente. Tutti si dirigono volta, centurioni, pastori e altri perso- sindaco Monica Mannucci, in rappre-
verso una casupola con una mangia- naggi hanno accompagnato i Re Magi sentanza dell’amministrazione locale.
toia. Qui una giovane donna è nel tra- per le strade del centro cittadino, con L’intero evento si è concluso con l’ado-
vaglio tra la polvere, il fieno, alcuni tappa finale all’interno della Cattedra- razione di Gesù Bambino.
animali, ma insieme al marito, che la le, insieme a numerosi cittadini. I figu-
Foto da: www.lasettimanalivorno.it
soccorre. Il Bambino nasce. È un cor- ranti (appartenenti all’Associazione
picino gracile, infreddolito, traumatiz- culturale “La Livornina” e alla Pro

Per. Ind. Claudio Cavallini

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 Livorno 13

GABBRIGIANO DOC, È STATO CONSIGLIERE COMUNALE NEGLI ANNI ‘60

Navarrino Malanima, ciao caro amico!

(e.d.s.) - Ho appreso con grande dolore
della recente scomparsa di Navarrino
Malanima - un gabbrigiano doc - demo-
cristiano, già consigliere comunale ne-
gli anni sessanta,elemento dj primo pia-
no nelle iniziative parrocchiali, special-
mente in quelle di carattere sociale non-
chè prezioso collaboratore delle tante
manifestazioni che hanno fatto di Gab-
bro e dei gabbrigiani un punto di riferi-
mento e di incontro ormai tradizionale.
Di Navarrino non posso certamente di-
menticare la profonda amicizia e stima
che ci legava: i Suoi suggerimenti, le Sue
valutazioni, sempre appropriate e pun-
tuali, hanno sempre rappresentato un
preciso punto di essenziale riferimento.
Ogni tanto ricordavamo un piccolo ma
significativo episodio accaduto alla vi-
gilia delle elezioni amministrative nel
1964 nel comune di Rosignano.
Eravamo, tutti e due, candidati per la
Democrazia Cristiana e, come si face-
va una volta, decidemmo di correre in-
sieme. Le nostre disponibilità finanzia-
rie erano, però, molto ridotte e non ci
consentivano di sostenere spese per la
campagna elettorale. Ci venne incontro
un esponente nazionale della D.C. al
quale mi rivolsi per avere "un aiutino":
mi dette 10.000 lire e con quelle stam-
pammo i famosi ed indimenticabili san-
tini. Ffummo, naturalmente, eletti en-
trambi ed insieme conducemmo una
dura ma leale opposizione alla maggio-
ranza socialcomunista che aveva eletto
Sindaco il compianto prof. Demiro Mar-
chi.
In quel tempo, la politica era una cosa
seria: lo scrivente ed il compianto caro
amico Navarrino ne siamo stati mode-
sti ma degnissimi rappresentanti.

ALCONCORSO ‘VIVALAPIZZA’

Simpatiche
Canaglie
al 2° posto
Le Simpatiche Canaglie conquistano il se-
condo posto al gioco "Viva la pizza" orga-
nizzata dal quotidiano "Il Tirreno".
Al primo posto si è piazzata la pizzeria del
Parco del Mulino di Livorno con 12.647
preferenze ed è un successo che premia e
qualifica un gruppo di ragazzi meritevoli
per le loro capacità ed impegno.
Al secondo posto si è invece classificata
con 10.536 tagliandi la pizzeria "Le sim-
patiche canaglie"che, fino all'ultimo, ha
contrastato il successo dei vincitori.
Anche per l'amicizia con il titolare e per
la "rosignanità" del direttore de Il Cen-
tro, abbiamo convintamente sostenuto "Le
simpatiche canaglie" la cui notorietà, già
largamente ampia, subirà, con questo bril-
lantissimo secondo posto, un ulteriore
avanzamento. Diciamo questo, certi di non
sbagliare, perchè conosciamo la serietà,
la professionalità del titolare, le cui pre-
stazioni, anche nel campo nazionale ed in-
ternazionali, sono ormai largamente dif-
fuse e conosciute.
 14 Montecatini Val di Cecina

re economico e sociale che si protras- Luigi Porte in società con i finanziatori

(dal libro “La Miniera di Camporciano
a Montecatini Val di Cecina” di Fabri-
zio Rosticci)
2ª puntata
se nel corso di tutto l’Ottocento.
Dopo svariati e vani tentativi di colti-
vazione del giacimento di Caporcia-
no, incoraggiati anche dalla Relazio-
ne della visita effettuata a Monteca-
tini il 6 novembre 1742 da Giovanni
Targioni Tozzetti – che così si espri-
meva3: «Io crederei cosa molto utile
per la Toscana, il far qualche conclu-
dente tentativo sopra questa Miniera,
e farlo nel dirupo sotto la Cava, dove
sono i segni più manifesti di Rame.
Non scaverei a Pozzo, o Mina, come
facevano gli Antichi; ma sdrucirei ad-
dirittura il Monte, lavorando a cava
aperta» –, la miniera era rimasta ab-
bandonata fino al settembre 1827,
quando fu riattivata per iniziativa di
Sebastiano Kleiber e Giacomo Luigi
Leblanc.
Nel 1836 subentrarono nella Società
d’Industria Minerale i fratelli Orazio
e Alfredo Hall, uomini d’affari livor-
nesi, i quali coinvolsero nell’impresa
Francesco Giuseppe Sloane, esperto in
mineralogia, e Pietro Igino Coppi, cui
venne affidata la responsabilità ammi-
nistrativa della nuova Società di Mon-
te Catini (Ditta Fratelli Hall e Soci).
Finalmente, grazie alla capacità impren-
ditoriale di Sloane, di lì a poco azioni-
sta di maggioranza della società, e alle
conoscenze tecniche dell’ingegner
Augusto Schneider, direttore della mi-
niera per ben 46 anni, si dette final-
mente inizio ad una coltivazione razio-

La miniera
di rame
di Montecatini
Così, nel suo Dizionario, Emanuele
Repetti apriva la descrizione di «Mon-
tecatini, o Montecatini in Val-di-Ce-
cina»1:

Cast.[ello] capoluogo di
Com.[unità] con chiesa pleba-
na (S. Biagio) nella
Giur.[isdizione], Dioc.[esi] e cir-
ca 7 migl.[ia] a lib[eccio] di Vol-
terra, Comp. [artimento] di Fi-
renze. Trovasi sulla estrema
balza di un poggio che stendesi
verso scir.[occo] da quello più
elevato di Caporciano, ossia del
Poggio alle Croci, il quale ac-
quapende in due valli, a
sett.[entrione] nell’Era, a
scir.[occo] nella Cecina […].

Da poco più di dieci anni, e con una

certa fortuna, era stata riattivata la
cosiddetta “cava del rame”, che ben
presto i più illustri mineralogisti del
tempo indicarono come la più ricca
miniera cuprifera d’Europa. Fu in quel
periodo che Montecatini Val di Ceci-
na2 conobbe il suo massimo splendo-

nale del giacimento che col tempo
avrebbe prodotto risultati superiori ad
ogni aspettativa.
Nel corso di ottant’anni di sfruttamen-
to, furono estratte dai gabbri rossi di
Caporciano oltre 90.000 tonnellate di
minerale, equivalenti a circa 30.000
tonnellate di rame metallico4.
Nel 1873 avvenne un nuovo cambia-
mento di gestione: la miniera passò al
conte Demetrio Boutourline5, tutore del
figlio minore Augusto, erede del patri-
monio Sloane6.
Boutourline apparteneva ad un’antica
ed importante famiglia russa trasferi-
tasi a Firenze nel 1817, presso la qua-
le lo stesso Sloane aveva svolto per
anni la funzione di precettore. Dopo
l’improvvisa morte di Demetrio la pro-
prietà della miniera nel 1883 passò a
Giovan Battista Serpieri, affermato im-
prenditore minerario riminese, che nel
1888, coadiuvato da altri finanziatori
dette origine alla Società Anonima
delle Miniere di Montecatini Val di
Cecina.
Nel 1907 la società, che nel frattempo
aveva variato la denominazione in
Montecatini Spa, a seguito della per-
durante crisi del mercato del rame, ma
soprattutto per la vetustà degli impian-
ti ormai scarsamente competitivi, de-
cise la definitiva chiusura dell’attività
estrattiva a Caporciano, innescando a
Montecatini e nel territorio circostan-
te una profonda crisi economica di cui
ancora oggi paghiamo le conseguen-
ze.
Situato a poco meno di un chilometro
dal paese, l’insediamento minerario ri-
sulta essere stato uno dei primi esem-
pi di “villaggio sociale”. Volute dai pro-
prietari della miniera, quasi tutti di ori-
gine o di estrazione culturale nord-eu-
ropea, numerose furono le realizzazio-
ni di infrastrutture urbane e le istitu-
zioni di opere sociali a favore dei di-
pendenti. E proprio a Caporciano, già
dall’inizio dell’attività estrattiva, prese-
ro vita iniziative di carattere socio-as-
sistenziale con l’istituzione di una del-
le prime Società operaie.
Alla metà del XIX secolo Jacopo Grä-
berg de Hemsö7, all’interno di una più
dettagliata descrizione di tali istituzio-
ni, ebbe modo di scrivere:
Montecatini Val di Cecina 15
[...] gli attuali proprietari unendo alle al sommo il loro piano di rende-
vedute del proprio interesse il re questo stabilimento il più soli-
desiderio di dar prove di ricono- do e anche il più pubblicamente
scenza ad un paese nel quale la e perennemente utile del suo
Provvidenza elargisce loro i suoi genere. Quindi è che fin dal prin-
benefizii, non perdonano né a cipio pensarono a fondarvi, e
tempo, né a fatica, né a dispen- mantenervi [...] lodevolissime
dio per tirare innanzi, e recare istituzioni.
(2. continua)
(Footnotes)
1
Emanuele REPETTi, Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana, Firenze, presso l’Autore e
Editore, coi tipi Allegrini e Mazzoni, 1839,
ad vocem.
2
Per una breve descrizione sul «paese del rame» rimando a Maria Luisa CECCARELLI LEMUT, Gianna
BERTINI, Fabrizio ROSTICCI,
Montecatini Val di Cecina, Pisa, Edizioni ETS, 2010.
3
Giovanni TARGIONI TOZZETTI,
Relazioni d’alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana pper osservare le produzioni naturali
e gli antichi monumenti di essa, in Firenze,
nella Stamperia Granducale, per Gaetano Cambiagi, Ed. II, 1769, Vol. III, pp. 142-170.
4
Sull’argomento si consulti Aroldo SCHNEIDER, La Miniera cuprifera di Montecatini Val di Cecina,
Firenze, Tipografia G. Barbera, 1890; Alberto RIPARBELLI, Storia di Montecatini Val di Cecina e delle
sue miniere, Firenze, Tipografia Giuntina 1980; Moira TADDEI , Montecatini Val di Cecina. Il paese
del rame, Pisa, Pacini Editore, 2003.
5
Cfr. Fabrizio ROSTICCI, Il conte Dmìtrij Petròviè Boutourline a Montecatini Val di Cecina, San
Miniato, Grafiche Leonardo, 2008.
6
Su Sloane si veda Gianluca SALVATORI, Spall. Vita e virtù di Francis Joseph Sloane, Firenze, presso
l’Autore, coi tipi della Tipografia Pegaso, 2008; Fabrizio
R OSTICCI , Pio IX tra Firenze e Volterra e la munificenza di un personaggio poco noto: Francis
Joseph Sloane, in “Rassegna Volterrana”, a. LXXXVI, 2009, pp. 149-208.
7
Jacopo GRÄBERG DE HEMSÖ, Cenni storici iponomici e statistici sulla miniera di rame detta “la cava
di Caporciano” presso Montecatini nella Valle di Cecina
, Firenze, Tipografia Galileiana, 1847. Ma l’aspetto sociale già veniva evidenziato nelle “Notizie
diverse 1840-41 della Miniera di rame” del Ms. D. 7. Fasc. N, cc. 821/r.-829/v. inserito nel Fondo
Martelli c/o Biblioteca Marucelliana.
 16 Attualità
Tramandiamo l’arte
della tradizione a km0
di Silvia Roccuzzo
Sarà capitato anche a voi di accende-
re la TV e inciampare per puro caso
su di un programma che parla di cuci-
na!? Oramai, direi che questi program-
mi sono diventati l’ossatura dei palin-
sesti di quasi tutte le emittenti, sia di
carattere nazionale che locali.
Ad esempio, gare di cucina a cui am-
biscono le personalità più in vista del-
le nostre star TV, e tutta una serie di
programmi di svariato tipo, dove in al-
cuni dei quali, addirittura, si va alla ri-
cerca della “italianità” dei ristoranti
aperti dai nostri connazionali all’este-
ro. Questo perché la cultura del cibo
italiana è l’indiscussa regina a livello
internazionale. Oggigiorno, tutti, gio-
vani e meno giovani, parlano di cuci-
na, ricette, sapori, impiattamento, in-
gredienti esotici e altro ancora, ma la
cosa che dovremmo mettere al primo
posto è senza dubbio la qualità dei pro-
dotti, la loro freschezza e, non meno
importante, la provenienza. Imparare
a selezionare le materie prime anche
mettendo in secondo piano il costo e
prediligendo gli ingredienti del nostro
territorio.
Semplicità, ben lontana dall’essere
banalità: la natura, ha bisogno di cure
e rispetto, di impegno e dedizione,
come ci racconta Massimo Pelusi, pro-
prietario dell’Agriturismo “I Greppio-
li” a Lorenzana, piccolo borgo sui col-
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LIVORNO
li toscani, non lontano dalla nostra cit-
tà di Livorno. Giunto dalle coste
abruzzesi nel 1949, gestisce oggi una
azienda agricola di circa 60 ettari in-
sieme a sua moglie Gilda, dove pro-
duce in modo del tutto naturale vino
ottenuto dalle proprie vigne, olio ex-
travergine di oliva, verdure provenienti
dal proprio orto, miele, foraggi natu-
rali destinati all’alimentazione della
pregiata razza chianina I.G.P., del cui
allevamento si occupa personalmen-
te, oltre a quello di polli e conigli, tutto
fatto proprio come una volta.
La carne chianina, come suggerisce
il buon Massimo, sottolineando che
come altri prodotti nel mondo ci è in-
vidiata, se non addirittura emulata,
dovrebbe essere I.G.P. (sigla che sta
per “Identificazione geografica pro-
tetta”), ed a questo proposito dovrem-
mo fare particolare attenzione.
Per trovare cura e qualità si deve
spendere, sia in tempo e dedizione da
una parte, sia in denaro dall’altra.
Massimo e sua moglie Gilda, raccon-
tano come fin da piccoli siano cresciuti
con la cultura contadina grazie alle loro
famiglie, dedite alla tradizione da ge-
nerazioni, portando avanti con amore
e sapienza un mestiere antico e fati-
coso, che al giorno d’oggi viene scan-
sato dai giovani e che quindi rischia di
scomparire a favore della grande in-
dustria e dei prodotti di scarsa quali-
tà. La vita, sempre più frenetica e “di-
gitale” sta portando all’abbandono del-
le campagne, e i mestieri un tempo ri-
spettati e necessari adesso sembrano
divenuti qualcosa che debba sempre
far qualcun altro. Nonostante questo,
vorremmo tutti nutrirci di cibi salutari
e gustosi, ma a lungo andare queste
nicchie, oasi di genuinità in un mare di
artificiosità, potrebbero non perdura-
re.
Qualche speranza di interesse in cam-
po agrario si intravede dalle azioni del-
l’Università (campi dell’agraria e del-
la robotica) e dalle nuove tecniche spe-
rimentali di coltivazione, che portereb-
bero nuovamente i giovani ad interes-
sarsi ad un mondo che sembra diven-
tato obsoleto. Addirittura, alcuni dei
nuovi metodi in via di sviluppo sem-
brerebbe prevedere l’utilizzo di droni
per l’irrigazione e per la semina del
terreno, cosa che ci spinge a riflettere
su come il mondo sembri procedere.
Ciò porterebbe l’afflusso di tecnici spe-
cializzati sul terreno, facendo ritrovare
lustro ad un mestiere semidimentica-
to, tuttavia, l’impiego di nuove tecno-
logie dovrebbe essere comunque sog-
getto alla sovranità della stagionalità e
dei tempi della natura, rispettandola.
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 Attualità 17

AL POSTO DI ANGELA SIMINI

Jasmine
Cipriani
neo
presidente
Fidapa La nuova presidente Jasmine Cipriani e Pinella Bombaci (board internazionale).

la Bambina. iniziative; alla mia associazione ed al

di Cristina Battaglini La nuova presidente Jasmine Cipriani territorio, dove continueranno le colla-
ha ringraziato la past president per l’im- borazioni con le Istituzioni ed il Comu-
Si è svolta al Ristorante Le Volte la ceri- pegno profuso. ne, è rivolto il mio impegno” ha detto
monia del passaggio delle consegne tra “Stiamo già lavorando per le prossime Cipriani.
la presidente uscente della Fidapa (Fe-
derazione Italiana Donne Arti Professioni
Affari) Angela Simini e la nuova presi-
dente Jasmine Cipriani Locci, alla quale
hanno presenziato numerose autorità
istituzionali, tra cui la Vicesindaca Mo-
nica Mannucci, l’assessore alla Cultura
del Comune di Collesalvetti Mascia
Vannozzi, Pinella Bombaci (board inter-
nazionale Fidapa), i presidenti degli altri
club service cittadini, ospiti e socie.
La presidente uscente Simini ha ricor-
dato le principali iniziative realizzate du-
rante il suo mandato, all’insegna del
tema nazionale “La creatività femmini-
le”: la violenza sulle donne, sulla quale
si deve intervenire attraverso la preven-
zione e l’educazione ; un convegno sul-
le start up, un convegno su donne e in-
formatica, sulla globalizzazione, sulle
donne compositrici, la annuale Rasse-
gna d’arte, la nuova Carta dei diritti del-

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Angela Simini, presidente uscente
18 Attualità

L’angolo di Don Ordesio Bellini

Cominciamo subito chiarendo la
terminologia.
I vecchi come li intendo io non fan-
no parte necessariamente della ter-
za età. La terza età è una specie di
nuova giovinezza: si viaggia, si bal-
la, si va o si torna all’Università detta
appunto della Terza Età dove si può
frequentare anche un corso di san-
scrito. E’ una specie di “liberi tutti”
in tono moderato.
Anche i “miei” vecchi comunque cu-
rano la loro salute e curano soprat-
tutto una costante capacità di in-
formazione e riflessione in tempo
reale sul mondo che li circonda.
I vecchi della Terza Età non sem-
pre amano essere chiamati vecchi:
sono della Terza Età.
I vecchi come li intendo io sono pro-
prio vecchi e se ne gloriano. Fan-
no tesoro del loro passato e hanno
un solo desiderio: testimoniare e
raccontare. Sono essenzialmente
dei narratori, dei saggi narratori.
I vecchi cercano di star bene, ma
non sono salutisti ossessivi. Ai vec-
chi vanno bene anche le rughe. I
vecchi non sono sempre belli, ma
si vedono comunque belli, anzi
spesso non si pongono neppure il
problema. Si accontentano di al-
cuni ritocchi non tanto per essere
belli ma per rendere felici coloro
che li circondano.
Quando mia mamma per la sua ma-
lattia non poteva più camminare, io
la prendevo in braccio e scenden-
do a piedi tre piani la portavo dalla
pettinatrice perché le è sempre pia-
ciuto farsi la “messa in piega”. A me
sarebbe piaciuto che si facesse
anche un semplice riflesso blu nei
capelli, un tocco che a me sembra-
E’ bello essere
“vecchi”
va darle un supplemento di elegan- lo estetico.
za. Non ha mai voluto! Ma poi c’era comunque modo di ri-
Quando ero giovane sui vent’anni mediare anche “al baffo”.
amavo molto leggere libri non trop- Ma per andare al sodo, il vecchio e
po voluminosi di psicologia. Ricor- la vecchia come li intendo io hanno
do di aver letto in uno di questi li- una caratteristica che va decisa-
bretti una bella descrizione di che mente al di là dell’aspetto estetico,
cos’è la bellezza. A differenza di della salute, della capacità di fare
Marilyn Monroe che a quei tempi era viaggi e attività che non sono ov-
un po’ l’icona della bellezza femmi- viamente da rigettare. Il vecchio e
nile (a me non è mai piaciuta per- la vecchia come li intendo io non
chè Il mio tipo era Romy Schneider, sono tipi che aspettano di morire,
tanto per la cronaca!), una donna tutt’altro! Ma non sono neppure os-
con un po’ di baffi (lo dico perché sessionati dal non voler morire. I
ne ho conosciute) con una marito e vecchi come li intendo io sono stra-
dei figli che l’adoravano e che lei namente rivolti al futuro e vogliono
adorava era in fondo una donna ve- contribuire a realizzarlo intelligente-
ramente bella dal punto di vista mente. I vecchi come li intendo io han-
umano, un po’ meno forse da quel- segue a pag. 19
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segue a pag. 19
 Attualità 19

da pag. 18 na materna (l’altra non l’ho cono- chio padre diceva … mia nonna .. mia
no una grande voglia di vivere e una sciuta) e è stata la prima persona madre diceva”.
grande voglia di essere utili con due morente che ho assistito senza mai A me capita spesso di ricordare che
semplici attività: testimoniare e “sca- lasciarla. E lei a quel tempo la pen- cosa il mio vecchio parroco diceva.
vare” con la vanga. sione proprio non ce l’aveva. Forse qualcuno lo ricorderà anche
Quando in Albania cadde il l comu- A me fa un immenso piacere quan- di me, vecchio prete brontolone che
nismo incominciarono a uscire da do sento adulti giovani e meno gio- a pensarci bene credo di essere sta-
sotto terra statue di Madonne e di vani che ogni tanto escono fuori nel- to vecchio … da sempre?.
Santi che i vecchi avevano a Suo le loro conversazioni con la bella fra- Sì, lo ammetto: mi farebbe piacere
tempo seppellito. Anche Gorbacev se “mio nonno diceva… il mio vec- e lo spero.
fu battezzato di nascosto dalla non-
na. Esempi del genere in tutti gli ex
paaesi comunisti e non solo. Anche
oggi noi vediamo, troppo spesso
purtroppo, tanti bimbi battezzati per
l’insistenza dei nonni, a torto o a
ragione.
Questo da tempo mi ha fatto riflet-
tere, e ho capito a cosa servono i
vecchi: a seppellire e disseppellire
i grandi valori della vita secondo i
vari tempi e le varie circostanze. E’
un lavoro di pazienza e di lungimi-
ranza. Bastano la parola, un sorri-
so e una “vanga” da usare nel
momento giusto, ossia tenerla sem-
pre a portata di mano.
La cosa paradossale è che i vec-
chi spesso inconsciamente in alcu-
ni periodi oscuri della storia prepa-
rano il futuro. Se ci fate caso que-
sta è una costante della storia di
ogni civiltà, salvo quelle che poi
sono finite. Queste forse non han-
no avuto dei grandi vecchi o forse
come oggi purtroppo i vecchi gio-
cavano a fare i giovincelli.
E nonostante l'impressione che i Vendita al dettaglio
vecchi siano inutili e andrebbero
"eutanasiati", sono testimone di tan-
di carni e salumi
ti nipoti che hanno sofferto immen- interamente prodotti
samente la morte dei nonni, e non e lavorati in azienda
credo che fosse solo perché ormai Loc. Poggio Marchino - Rosignano M.mo
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UNA STELLINA NELL’AZZURRO DELLO SPORT LIVORNESE
Valentina Bellini,
reginetta del synchro
di Lorenzo Taccini
Se il celebre cantautore genovese Gino
Paoli nel 1986, alla non più puerile età
di cinquantadue anni ancora si doman-
dava Cosa farò da grande, c’è una ra-
gazza livornese di (quasi) quindici anni
che le idee pare avercele molto chiare:
Valentina Bellina. Nata nell’Aprile del
2005, Valentina è attualmente una stu-
dentessa dell’ITI di Livorno con ambi-
zioni future legate al mondo della chi-
mica. Sin dall’età di cinque anni e mez-
zo frequenta uno sport, o forse meglio
dire, una disciplina, assolutamente in-
teressante: il nuoto sincronizzato. A dire
la verità Valentina si approccia all’am-
biente della piscina tramite i tradizionali
corsi di nuoto, ma presto scocca l’idil-
lio con quella che sarà (ancora ad oggi)
la sua insegnante, Katia Raneri. In que-
sti anni Valentina ha accresciuto le sue
esperienze ed ottenuto ottimi risultati nel
campo del nuoto sincronizzato, fino alla
grande soddisfazione della convocazio-
ne a Firenze nel Gennaio 2020 al primo
raduno regionale per le atlete categoria
ragazze al cospetto del c.t. della nazio-
nale Patrizia Giallombardo. Attualmen-
te l’atleta è tesserata con la società “Of-
ficina dello Sport – Sport Management”
che gestisce le piscine livornesi, costi-
tuendone fiore all’occhiello per il setto-
re del nuoto sincronizzato. La abbiamo
incontrata e con il fresco sorriso della
sua giovane età, ha raccontato qualco-
sa in più su se stessa.
Valentina, bella soddisfazione la con-
vocazione al raduno regionale delle
atlete toscane del nuoto sincroniz-
zato, al cospetto della c.t. della na-
zionale.
Assolutamente sì: hanno scelto le pri-
me quindici atlete classificatesi in To-
scana per la categoria “ragazze” in
base ai risultati della stagione 2018/
2019. Sport Management ha soltanto
due atlete di questa categoria ed io per
i punteggi devo scegliere l’esibizione
nel cosiddetto “singolo” (nel nuoto sin-
cronizzato si acquisiscono punteggi
sulla base dello svolgimento di esercizi
“obbligatori” e su “balletti”, che pos-
sono, appunto, essere singoli, a cop-
pia, di squadra, o combinati, n.d.r.).
A maggior ragione saranno neces-
sari un grande allenamento ed una
bella costanza…
Io mi alleno cinque volte a settimana,
talvolta addirittura sei, ed all’incirca
dalle due alle tre ore al giorno. Fortu-
natamente sono molto sciolta e questo
mi avvantaggia non poco.
A proposito di “avvantaggiare”, ma
come fai a conciliare questo impe-
gno con lo studio?
Cerco di sfruttare tutti i momenti utili
ed appena esco di scuola mi metto a
studiare, dedicandomici spesso anche
dopo cena. Ci vuole senz’altro una
buona organizzazione!
Quali sono le tue ambizioni nell’am-
bito del nuoto sincronizzzato?
Sinceramente quest’anno vorrei vincere
i campionati regionali toscani ed arri-
Sport 21
vare tra le prime quindici atlete in Ita-
lia: la via per poter entrare a far parte
della nazionale italiana di nuoto sin-
cronizzato.
Naturalmente è sembrato opportuno
chiedere un parere anche all’insegante
di Valentina, e così Katia molto dispo-
nibile, si è espressa con generose paro-
le nei confronti dell’allieva.
<<Valentina è davvero una ragazza
molto seria e s’impegna tantissimo. E’
abituata a lavorare ed a sostenere an-
che grossi carichi di allenamento. Na-
turalmente da quando la conosco è cre-
sciuta tanto e progressivamente si è fat-
ta la ragazza che è adesso: riflessiva e
matura, anche se, talvotla, un po’ trop-
po timida… (sorride n.d.r.)>>.
E tu,Valentina, che messaggio, che
augurio, o che saluto vuoi lanciare?
Io ringrazio prima di tutto i miei geni-
tori e nonni per avermi sempre accom-
pagnata agli allenamenti e fornito tut-
ti gli strumenti necessari, nonché la mia
allenatrice Katia per avermi sostenuta
in questo percorso. A tutti i ragazzi che
fanno sport voglio augurare di sapere
sempre dare il meglio di loro stessi, per
raggiungere i risultati che ambiscono.
 22 Cinema
Una bella iniziativa a Villa Hendersen della sezione livornese di “50epiù”
LEZIONI DI CINEMA
Amante del cinema, da sempre, parteci-
po alle lezioni di cinema che la sezione
livornese di "50epiù" organizza presso
l'Auditorium MUSMED di Villa Hender-
son in via Roma.
Sabato 11 gennaio è stata la volta di
Charlie Chaplin - La nascita del vaga-
bondo e la morte di Moliere.
La lezione ha ripercorso la vita e il cine-
ma di Charlie Chaplin: si è trattato di un
avvenimento di grande rilievo culturale
ed artistico.
Un protagonista assoluto che ha saputo
esaltare, in maniera splendida, tutta la
storia della settima arte.
Sarebbe troppo lungo affrontare un tema
così esaltante dalla grande stagione del
cinema muto al passaggio incerto ed
affascinante del sonoro che decretò la
fine del suo
personaggio
più celebre,
Charlot (così
un passaggio
significativo
della nota di
presentazio-
ne).
Ma quello che
ci preme met-
tere in eviden-
za è la bravu-
ra, la grande
sensibilità arti-
stica di Massi-
mo Ghirlanda,
un insegnante
ed uno dei fondatori del Centro Studi nome del popolo italiano di Age e Scar-
Commedia all'italiana di Castiglioncello pelli
di cui è presidente dal 2009.Ha tenuto Ha illustrato in maniera appassionata la
corsi di Storia del cinema; nel 2007, per presentazione della lezione di cui sopra
l'editore Pacini, ha pubblicato il volume e si è guadagnato un lungo entusia-
"Castiglioncello e il cinema. I film, i luo- smante applauso da parte dei numero-
ghi e i personaggi." si presenti. Si è aggiunto anche il mio
E' attualmente direttore della collana "I insieme ad un abbraccio per le grandi
Quaderni di Storia del cinema della casa capacità di un personaggio che meri-
editrice Erasmo" di cui ha curato le edi- terebbe ampi elogi e omaggi molto più
zioni critiche delle sceneggiature del "elevati" di quanto non siano quelli da
"Sorpasso" di Scola e Maccari e "In noi espressi.
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 Teatro 23

ottenuto vari premi: “ Scala d’Oro” nel 2017

e “Leonia per l’Audacia” nel 2019.
E’ direttore Principale dell’Orchestra Milano
Classica , dell’Orchestra Scarlatti Young ed è
Direttore Ospite Principale dell’Orchestra
Regionale della Toscana.
Inoltre ha collaborato con nomi illustri del
panorama musicale: Bruno Canino, Stefan Mi-
lencovich, Carla Fracci, Andrea Bocelli. Nel-
l’aprile 2019 ha pubblicato il suo primo libro
Il programma “Allegro con fuoco” per la casa editrice UTET
e nell’ottobre 2019 è uscito il suo album di

di Febbraio
debutto per Warner Music, dedicato a brani
sinfonici di Giacomo Puccini registrati al Gi-
glio di Lucca con l’Orchestra della Toscana.
Nel programma del concerto ci sono brani di
Ermanno Wolf -Ferrari, di Giuseppe Martuc-
di Angela Simini ci, di Wolfang Amadeus Mozart. Il concerto
di domenica pomeriggio dunque è stato all’al-
tezza delle aspettative, con un’ interpreta- Uto Ughi
Il mese di febbraio al teatro Goldoni si è aper-
zione molto romantica di Ermanno Wolf –
to domenica 2 con uno spettacolo significati-
Ferrari e del napoletano Giuseppe Martucci,
vo e al passo con i tempi, per la gioia di chi
mentre la Sinfonia n.39 k.543 ha avuto il suo
rivendica l’emancipazione femminile. Sul po-
rilievo vigoroso e morbido insieme.
dio, a dirigere la prestigiosa Orchestra del Mag-
Applausi a scena aperta hanno scandito le
gio Fiorentino è salita la giovane Beatrice Ve-
varie fasi dei brani.
nezi, musicista e compositrice, già nota al pub- è in distribuizione gratuita
Questo il tabellone dei prossimi spettacoli:
blico livornese per aver diretto a Livorno la anche presso i seguenti punti:
- Sabato 22 febbraio ore 21.00, grande ritor-
Manon Lescaut del 2017.
no di Uto Ughi sulle scene livornesi, promo-
Nata nel 1990, vanta al suo attivo una carriera
tori Amici della Musica Livorno e Rotary Club LIVORNO:
strepitosa, per cui figura tra i 100 leader Un-
Livorno, concerto fuori abbonamento. Libreria nuova di Biagini Silvia,
der 30 del futuro nella rivista Forbes ed ha
- SEZIONE EVENTI: corso Amedeo 23-27
giovedì 27 con replica venerdì 28 febbraio, Libreria Feltrinelli, via di Franco
h. 21.00 : la Compagnia della Rancia in Grea- Edicola Cairoli, via Cairoli 18
se. Edicola Nelli, piazza Cavour 39
LIRICA: Edicola P.zza Grande
- Venerdì 14 febbraio, h.20.30, con repli- lato Farmacia Ospedale
ca domenica 16, h.16.00, va in scena il Edicola Bianchi, via del Porticciolo
Edicola Attias, corso Amedeo
melodramma “Tosca”, musica di Giaco-
Edicola Sant’Agostino
mo Puccini, libretto di Giuseppe Giaco-
Piazza Aldo Moro
sa. Direttore Marco Guidarini, regia di
Edicola piazza Matteotti
Ivan Stefanutti, Orchestra Filarmonica Edicola Cartolibreria Lo Stregatto
Pucciniana. via Malta 36A
PROSA: Ed. Lo Strillone, viale Italia 113
-Venerdì 7, h.21.00 - “A che servono gli uo- Edicola Barcellona, via Goito
mini?”, commedia musicale di Lia Fiastri, Edicola Ramagli & Rossi, via Calatafimi
musica di Giorgio Gaber, con Nancy Brilli, Edicola Cipriani Mila, via Goldoni 28
regia di Lina Wertmuller . Edicola Borghi, corso Amedeo
- Martedì 18 febbraio, h.21.00 “The Deep angolo via dell’Origine
Blue Sea” di Terence Rattingan con Luisa Il Tabaccaio, via Roma 133
La giovane direttrice d’orchestra Beatrice Venezi Ranieri, regia di Luca Zingaretti. Tintoria Rossi, corso Mazzini
Ed. Martelli Anna Lisa
via Meucci 5 (Coteto)
Edicola c/o Bar Oasi, Ardenza Mare
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Abbadia san Salvatore Panicagliora ROSIGNANO SOLVAY:
Sovicille ............................................. Edicola Giovannoni, via Allende
............................................. LIVORNO Edicola Vallini, via O. Chiesa
FIRENZE Via Cattaneo (LI) Edicola Bellucci & Vitiello
Viale Guidoni (FI) * .............................................
Via della Repubblica 27/B
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Fucecchio Montecatini Val di Cecina VADA:
* in ristrutturazione Cartoleria 'Cartoland, via Magellano 3
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