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METROLOGIA
I CALIBRI
CLASSIFICAZIONE DEI CALIBRI PER TIPOLOGIA DI RILIEVI.

A seconda del tipo di appendici il calibro può essere classificato:

1. per esterni, dotato di becchi pensati per andare a battuta su due pareti poste
esternamente rispetto ad un oggetto
2. per interni, dotato di becchi o 'appendici a coltello' pensate per andare a battuta
su due pareti poste internamente rispetto ad un oggetto
3. di profondità, dotato di un'asta pensata per andare a battuta sul fondo di una
cavità, mentre una superficie di riferimento è poggiata sul bordo di quest'ultima
4. universale, dispone di una combinazione di appendici tali da poter effettuare più
tipi di misure (interni, esterni, profondità)

Particolarmente critica è la realizzazione di calibri per letture di profondità: la difficoltà


nel realizzare stabili superfici di riferimento, problemi d'allineamento e flessioni
nell'asta, limitano la precisione di misura per i modelli più economici. Solo modelli
pensati appositamente per questo impiego garantiscono adeguate precisioni di misura.

CLASSIFICAZIONE PER TIPOLOGIA DI LETTURA.

A seconda del sistema di lettura il calibro può essere classificato:

1. calibro a nonio, dotato di scala principale sul corpo, tipicamente millimetrata, le


frazioni vengono lette grazie ad un nonio realizzato sul corsoio.
2. calibro a quadrante, dotato di scala principale sul corpo, tipicamente
millimetrata, le frazioni vengono lette grazie ad un quadrante ad orologio montato
sul corsoio.
3. calibro digitale, anche sprovvisto di scala principale sul corpo, la lettura si
esegue direttamente su un indicatore elettronico digitale, montato sul corsoio.

CALIBRI FISSI.

Per verificare che le dimensioni di un oggetto siano comprese nei limiti di tolleranza
previsti, si possono impiegare calibri fissi, detti anche calibri differenziali o calibri
passa - non passa. Sono calibri che non danno la lettura del valore della dimensione, ma
permettono di verificare se un pezzo prodotto è da accettare o da scartare. Sono calibri a
tampone per gli interni ed a forcella per gli esterni, e portano due estremi con dimensioni
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diverse, corrispondenti ai limiti della tolleranza, entro cui il pezzo deve passare o non
passare.

CALIBRI A COMPASSO.

Calibri a compasso per esterni ed interni.


Calibri a compasso per interni
Il calibro a compasso (vedi foto) è un tipo di
calibro costituito da due bracci opportunamente
sagomati fulcrati ad un'estremità. Normalmente
questi calibri non possono eseguire direttamente
delle misure in quanto sprovvisti di scale
graduate su cui leggere la misura; ciononostante
possono essere definiti strumenti di misura in
quanto è possibile fare dei confronti tra due
grandezze fisiche (tipicamente lunghezze).
Calibri a compasso per esterni
Normalmente viene usato per veloci confronti
su misure di interni o esterni, accompagnato da
una riga graduata di riferimento: si utilizza
chiudendo il compasso fino a sfiorare le
superfici da controllare, poi si va a controllare
sullo strumento di riferimento la misura
ottenuta. L'uso di questa metodologia e di
questa strumentazione, permette di ottenere
misure di scarsa precisione (intorno al mm). Se
però viene usato con molta perizia (specie nello
sfioramento delle superfici) e accompagnato con
un adeguato strumento di riferimento (es. un
micrometro), è possibile fare misure con
precisione di qualche centesimo di millimetro.

CALIBRI A CORSOIO (O A CURSORE).

Due definizioni per evitare confusione nel proseguimento della lettura:

CURSORE o CORSOIO: parte mobile del calibro che scorre


sulla parte fissa. Porta con sè un becco per esterni e uno per
interni e l’asta di profondità (calibro universale a corsoio).
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NONIO: scala graduata stampigliata sul cursore che serve per


rilevare le frazioni di millimetro.

Il calibro a corsoio è un tipo di calibro costituito da un regolo graduato realizzato in due


parti che scorrono assialmente tra loro e dotato di appendici (becchi, aste) che servono
da battuta per le quote da misurare.

Normalmente si definisce parte “fissa” o corpo la parte che reca la gradazione


principale, mentre l'altra si definisce parte mobile, o semplicemente corsoio quella che
reca la graduazione detta nonio.

Il corsoio dispone di un sistema di bloccaggio (chiamato freno) per evitare di perdere


accidentalmente la misura durante la manipolazione dello strumento. Normalmente
vengono usati o un pulsante frizionante o una vite di bloccaggio. La massima apertura
del calibro è definita portata.

Calibro universale a corsoio con nonio analogico: parti.

I noni possono essere decimali, ventesimali o cinquantesimali, e conseguentemente


la risoluzione dello strumento potrà essere di 0,1 - 0,05 - 0,02 mm. Noni con
risoluzioni superiori non sono convenienti in quanto, per essere leggibili, devono
avere dimensioni notevoli.
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La graduazione sul nonio viene realizzata per i calibri decimali dividendo in 10 parti 9
millimetri della scala principale; per i calibri ventesimali dividendo in 20 parti 19
millimetri della scala principale; per i calibri cinquantesimali dividendo in 50 parti 49
millimetri della scala principale. Il lato dove è stato inciso il nonio è smussato, per
avvicinarlo alla scala della parte fissa, e annullare gli errori di parallasse. Le graduazioni
vengono incise e annerite, per evitare che vengano cancellate da abrasioni accidentali.

I calibri vengono costruiti in modo che lo strumento dia la massima precisione alla
temperatura standard di 20 °C. Misurazioni effettuate a temperature significativamente
più alte, e con strumenti di grande risoluzione, devono tenere conto della dilatazione del
materiale con cui è costruito il calibro stesso.

Misurazione con calibro a nonio analogico.

Si legge il numero intero dei millimetri sulla parte fissa, a sinistra dello zero del
nonio, si aggiungono tanti decimi (calibro decimale), ventesimi (calibro
ventesimale), cinquantesimi (calibro cinquantesimale) quante sono le divisioni
del nonio contate fino al punto in cui una di esse coincide esattamente con quella
della scala fissa.

Esempio:
se alla sinistra dello zero del nonio la misura in millimetri sulla scala fissa è 24, mentre
la quattordicesima linea del nonio coincide perfettamente con una qualsiasi della scala
dei millimetri la lettura sarà: 24 mm + (14/20).

Per portare la frazione ventesimale in centesimi si moltiplica numeratore e denominatore


per cinque ( il ventesimo di millimetro è 5 volte più grande del centesimo), pertanto si
avrà: (14 x 5 / 20 x 5) = 70/100 = 0,70 si leggerà 24,70 mm.
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Per portare la frazione ventesimale in decimi, invece, si divide numeratore e


denominatore per due (il decimo di millimetro è il doppio del ventesimo), pertanto si
avrà: (14 : 2 / 20 :2) = 7/10 = 0,70 si leggerà 24,7 mm.

CALIBRO A QUADRANTE.

In questi tipi di calibri, sul corpo viene


normalmente incisa una scala millimetrata,
mentre sul corsoio viene montato un
quadrante ad orologio mosso dal movimento
del corsoio con cinematismi simili a quelli
usati per i comparatori. Pertanto, sulla scala
fissa vengono letti i millimetri, sul quadrante
le relative frazioni.

CALIBRO A CORSOIO DIGITALE.

In questo tipo di calibro, sul corsoio viene montato


un indicatore elettronico digitale che ne rileva lo
spostamento e quindi la misura, mentre sul corpo
viene normalmente incisa una scala millimetrata,
usata però solo per la verifica grossolana dello
strumento elettronico.

I display sono normalmente realizzati con una risoluzione 0,01 mm (centesimo di


millimetro).

L'evoluzione dell'elettronica ha permesso la realizzazione di indicatori miniaturizzati e


dal consumo molto basso, tanto da poter essere facilmente alimentati da una comune
batteria a bottone.

Gli indicatori possono disporre di numerose funzioni:

• visualizzazione sia di letture metriche, che inglesi;


• azzeramento della lettura in un punto arbitrario;
• settaggio arbitrario di una quota;
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• collegamento seriale con un PC, per poter (tramite apposito software)


automatizzare le misure.

I MICROMETRI (o Palmer)

Storia.
Il primo micrometro a vite fu realizzato da William Gascoigne nel XVII secolo come
miglioramento rispetto al calibro Vernier e usato per la misura delle distanze stellari e il calcolo
della parallasse con un telescopio. Successivamente Jean-Louis Palmer lo perfezionò e ne ridusse le
dimensioni.

Caratteristiche.
Il micrómetro (o calibro Palmer) è uno strumento di misura in grado di misurare lunghezze con
una accuratezza fino al milionesimo di metro. Il nome dello strumento deriva dal prefisso micro,
normalmente utilizzato per indicare un sottomultiplo pari ad un milionesimo.

Rispetto al calibro, il micrometro è più semplice da usare e più preciso nella lettura. Il principio di
funzionamento è basato sull'avanzamento di una vite che spinge un cilindro mobile contro uno
fisso, tra i quali viene posto l'oggetto da misurare. Una scala graduata solidale alla vite è suddivisa
in tacche, in modo che si possano apprezzare le frazioni di passo della vite stessa. Se per esempio la
vite avanza di un millimetro ad ogni giro e la scala è suddivisa in cento parti, la precisione dello
strumento sarà di un centesimo di millimetro. Una seconda scala solidale all'albero fisso rispetto
alla vite consente di determinare i multipli di passo e quindi la misura macroscopica ( i millimetri).

Esistono micrometri adatti per misure di spessore e diametri esterni di barre, fili o sfere, altri per
misure di diametri interni ed altri infine per la misura di profondità di fori.

Micrometro per esterni analogico.


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Struttura di un micrometro per esterni


Il micrometro Palmer (vedi foto) è costituito essenzialmente da un arco di acciaio fucinato o di
ghisa, alle cui estremità sono situati due cilindretti coassiali, uno fisso (incudine) e uno mobile
(asta di misurazione o asta mobile). L'incudine viene fissata in modo solidale all'arco. A volte
dispone di un attacco filettato che ne facilita la sostituzione in caso di danneggiamento o usura.
All'altro capo dell'arco è fissata coassialmente una controbussola, filettata internamente, nella
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quale viene imboccata l'asta di misurazione, anch'essa filettata. All'estremità esterna dell'asta di
misurazione è fissato un tamburo, anch'esso coassiale, e graduato sul bordo interno. Agendo sul
tamburo, si può avvitare l'asta di misurazione sulla controbussola, e così avvicinare la sua estremità
interna all'incudine, al limite, arrivando a battuta.

Ad ogni giro di tamburo, corrisponde un avvicinamento o un allontanamento pari al passo della


vite. Normalmente, i micrometri vengono realizzati con filettature passo 0,5 mm, pertanto ogni giro
avvicina o allontana l'asta all'incudine di questa misura. Una scala graduata realizzata all'esterno
della controbussola (scala fissa), permette (utilizzando come indice il bordo interno del tamburo) di
leggere i millimetri d'apertura del micrometro. Nel caso di un micrometro con passo vite "0,5", la
scala presenterà gradazioni di 0,5 mm.

La rotazione del tamburo di una frazione di giro, corrisponde ad uno spostamento di pari frazione
del passo vite. La scala realizzata sul bordo interno del tamburo, permette (utilizzando come indice
la scala fissa) di leggere le frazioni di giro, e di conseguenza spostamenti più piccoli del passo vite.
Normalmente il passo di vite è di 0,5 e la graduazione sul tamburo conta 50 divisioni, quindi viene
realizzata una scala con una risoluzione da 0,01 mm ( 0,5 / 50 = 0,01 ).

Uso del micrometro per esterni

Per utilizzare lo strumento:

1. collocare il pezzo da misurare tra i rebbi (le estremità libere dell'incudine e dell'asta),
avendo cura di pulire eventuali detriti che falserebbero la misura;
2. avvitare il tamburo utilizzando il nottolino (o la ghiera) della frizione (che impedisce di
applicare un momento torcente eccessivo) fino a 'serraggio';
3. leggere sulla scala fissa la componente maggiore, in genere i millimetri o mezzi
millimetri, e sulla scala del tamburo le frazioni centesimali.

Quando necessita effettuare misure impegnative (per numero o per accuratezza), è utile l'utilizzo di
basi per micrometri, che, mantenendo lo strumento bloccato, lascia libere le mani per manovrare
comodamente l'oggetto da misurare e il tamburo del micrometro.
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Caratteristiche metrologiche
I comuni micrometri presentano campi di misura piuttosto limitati (tipicamente 25 mm) e
raramente grandi aperture (fino a 400 mm). L'unità di formato delle scale, è tipicamente 0,01-0,002
mm per strumenti meccanici e 0,01-0,001 mm per strumenti elettronici.

Incidenza della forza di serraggio

Il serraggio di un oggetto con un dispositivo a vite può produrre forze di compressione notevoli. In
un uso scorretto, un micrometro può provocare:

• danneggiamento dell'oggetto da misurare;


• danneggiamento dello strumento di misura;
• variazioni delle dimensioni dell'oggetto da misurare, e conseguentemente errori nella
misura.

Per evitare questi accadimenti i micrometri sono dotati di frizioni che limitano la forza applicabile.
Si aggiunga che per misure di materiali relativamente soffici, oltre alla limitazione della forza
applicabile, è necessario standardizzare la forza applicata, in modo da rendere le misure
riproducibili. Nei micrometri, la regolazione standard delle relative frizioni è di 1 kg forza.

Azzeramento del micrometro

Con l'utilizzo, lo zero della graduazione può non corrispondere alla battuta tra i due rebbi. La cosa è
facilmente verificabile, pulendo accuratamente i rebbi, e andando a serraggio senza interporre nulla.
Qualora ci si trovasse di fronte ad un micrometro ad ampia apertura, viene normalmente fornito un
calibro fisso (referenza), di dimensione nominale pari alla misura inferiore del campo di misura.
Esempio: con un micrometro da 75-100mm dispone di un calibro fisso da 75mm. Le referenze
possono assumere diverse forme:

• a disco, realizzato con diametro pari al valore nominale;


• a cilindretto, realizzato di lunghezza pari al valore nominale;
• a cilindretto raggiato, simile al precedente, ma con facce raggiate invece che piane.

Calibrazione del micrometro

Qualora lo strumento risulti starato, si può calibrare agendo fisicamente sul micrometro. Spesso, il
micrometro viene fornito di chiavi adatte allo scopo. Le modalità per attuare questa operazione
dipende da come sono costruiti i micrometri. Normalmente si può effettuare in due modi:

1. variando la posizione relativa tra tamburo e asta. In questi casi il tamburo è avvitato
sull'asta, e bloccato da una ghiera. Sbloccando la ghiera si può avvitare (o svitare) il
tamburo fino a riazzerare la sua gradazione.
2. variando la posizione della controbussola (conseguentemente la scala fissa) rispetto
al corpo. In questo caso è la controbussola che può essere avvitata o svitata rispetto
al corpo del micrometro.

Qualunque metodologia si debba usare per la calibrazione, è necessario preventivamente:

1. serrare i rebbi usando la frizione (eventualmente usando la relativa referenza).


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2. bloccare l'asta con il freno.

Micrometro di profondità.

I micrometri di profondità (vedi foto)


hanno il dispositivo di lettura identico ai
micrometri per esterni, ma sono privi di
arco e incudine. Dispongono invece di un
corpo con una superficie rettificata
perpendicolare all'asse dell'asta. Questa fa
da riferimento alla scala e da battuta da
posizionare sull'orlo della cava da
misurare.

Micrometro di profondità con prolunga

Micrometri per interni.


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Micrometro per interni a contatti espandibili

Struttura di un micrometro a contatto espandibile


Anche i micrometri per interni hanno il dispositivo di lettura identico a quello descritto per i
micrometri per esterni, ma differiscono per il sistema di rilievo quote. Privi di arco e incudine, il
corpo è costituito da un cilindro coassiale alla controbussola del dispositivo di lettura. All'interno,
un'asta comanda dei palpatori che fuoriescono radialmente rispetto all'asse dello strumento. I
palpatori possono essere dei cilindretti piani, dei cilindretti raggiati o delle semisfere. Per le
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particolarità costruttive di questi tipi di micrometri, il loro campo di misura è in genere molto
piccolo.

I micrometri per interni si suddividono essenzialmente in

1. micrometri a 2 punti, dotati di due palpatori distribuiti radialmente a 180° di distanza,


necessari per la misurazione di quote interne su cave o fori non cilindrici;
2. micrometri a 3 punti, dotati di tre palpatori distribuiti a 120° di distanza, utili per l'ottimale
centraggio in cave cilindriche, ma inutili per cave di forme differenti.

Uso del micrometro a contatto espandibile

Per utilizzare lo strumento:

1. regolare il tamburo in modo da ritrarre i palpatori per il diametro più piccolo che lo
strumento è in grado di misurare;
2. introdurre lo strumento nella cava (o nel foro) dov'è la quota da misurare;
3. avvitare il tamburo utilizzando il nottolino della frizione fino a battuta con superfici da
misurare;
4. leggere sulla scala fissa la componente maggiore e sulla scala del tamburo le frazioni
centesimali.

Micrometri digitali Come per i calibri, di recente sono stati introdotti


micrometri a visualizzazione digitale. In questo
Micrometro per esterni digitale. tipo di micrometri, sul corpo viene montato un
indicatore elettronico digitale che rileva lo
spostamento dell'asta di misurazione. I display,
alimentati da comuni batterie a bottone, sono
normalmente realizzati con una risoluzione 0,001
mm. Come per i calibri, gli indicatori possono
disporre di numerose funzioni:

• azzeramento della lettura in un punto


arbitrario;
• settaggio arbitrario di una quota;
• collegamento seriale con un PC, per poter
automatizzare le misure.
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Generalità strutturali dei micrometri.


La realizzazione di grandi micrometri presenta alcuni problemi comuni:

• difficoltà nella realizzazione di lunghe ed accurate filettature micrometriche;


• difficoltà nella realizzazione di corpi di grande dimensione, precisi, rigidi e termicamente
stabili;
• peso elevato;
• scarsa praticità nella movimentazione di lunghe viti.

Pertanto i micrometri presentano campi di misura piuttosto corti (tipicamente 25 mm) e raramente
grandi aperture (fino a 400 mm). Comuni sono le serie con campi di misura 0-25 mm, 25-50 mm,
50-75 mm, 75-100 mm, 100-125 mm, 125-150mm. Per aggirare queste difficoltà, esistono anche
micrometri che dispongono di aste intercambiabili di diversa lunghezza, che pur avendo sempre
corse di 25 mm, permettono di fare misure da 0 a 150 mm, e oltre.

Nei micrometri è sempre presente un dispositivo di bloccaggio (freno) che blocca l'asta rispetto al
corpo. Si aziona tramite un anello o una levetta, e funziona applicando una forte frizione sull'asta di
misurazione. Generalmente utilizzato per trasformare il micrometro in calibro fisso, ha la sua
ragione d'esistenza nell'operazione d'azzeramento del micrometro. Nota: l'utilizzo come calibro
fisso, e/o del freno per 'bloccare' la misura è improprio, e può comportare all'usura eccessiva dei
rebbi.

Un altro dispositivo sempre presente è la frizione. Come già descritto, il suo uso è indispensabile
per prevenire danneggiamenti e/o misure errate. Generalmente assume la forma di una ghiera
zigrinata o di un nottolino montati sul tamburo, che scatta quando la forza applicata supera 1 kg
forza, impedendo al tamburo di continuare a muoversi.

I tamburi e le controbussole sono normalmente realizzate in acciaio inossidabile, con superfici


satinate o cromate, per evitare abbagliamenti durante la lettura delle scale.

Per assicurare una lettura corretta, i rebbi vengono spianati a specchio (lappati); inoltre il materiale
viene indurito con trattamenti superficiali, onde ridurne l'usura.
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I comparatori
Il comparatore è uno strumento di misura utilizzato per misure di spostamento lineare. Lo
strumento basa il suo funzionamento sulla lettura dello spostamento di un'asta cilindrica mobile che
scorre all'interno di una guida tubolare. L'estremità dell'asta (chiamata tastatore o palpatore) è a
contatto della superficie dell'oggetto sottoposto a misura. Una molla spinge costantemente l'asta
verso l'esterno del corpo del comparatore, assicurando cosi' che il tastatore sia perennemente in
contatto con l'oggetto di misura. Quando la superficie si sposta nella direzione dell'asse dell'asta
(avvicinandosi o allontanandosi), anche quest'ultima si muove. Un sistema di lettura amplifica e
visualizza questo spostamento rendendo disponibile la misura.

I comparatori normalmente vengono realizzati con corse utili comprese tra 1 e 100 mm, mentre la
risoluzione è normalmente centesimale (0,01 mm), anche se vengono realizzati comparatori di
precisione bimillesimali (risoluzione 0,002 mm).

Uso del comparatore.

Il valore dello spostamento del


tastatore viene amplificato sul
quadrante, quindi x del
quadrante > di x del tastatore.

Il comparatore è utilizzato per molti scopi:

• misurare lo spostamento di un oggetto;


• rilevare errori di parallelismo;
• verificare la planarità o la perpendicolarità di una superficie rispetto ad un piano di
riferimento;
• verificare la cilindricità di una circonferenza rispetto ad un asse;
• rilevare differenze di quota tra un pezzo in esame ed un campione;
• controllare deformazioni di un pezzo.

Classificazione per tipologia di lettura


A seconda del sistema di lettura, il comparatore può essere classificato:

1. comparatore a quadrante, dove la lettura si esegue grazie ad un quadrante ad orologio;


2. comparatore digitale, dove la lettura si esegue direttamente su un indicatore elettronico
digitale.
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Comparatore a quadrante.

In questo tipo di comparatore sull'asta è realizzata una


cremagliera; un pignone trasforma lo spostamento
assiale in rotazione. Il pignone muove degli
ingranaggi moltiplicatori collegati ad una lancetta
(indice); quest'ultima è infine montata in un quadrante
ad orologio. Minimi spostamenti assiali dell'asta si
traducono così in grandi movimenti rotazionali
dell'indice. I comparatori vengono normalmente
realizzati in modo che un giro completo di indice
equivale ad uno spostamento assiale di 1 mm, ma
nei comparatori di precisione, può corrispondere ad
uno spostamento di soli 0,2 mm.

Sulla circonferenza del quadrante viene stampata una scala opportunamente graduata. Il quadrante è
mobile: può essere ruotato per regolare la scala ad un valore arbitrario rispetto all'indice. Spesso è
presente una vite di bloccaggio che impedisce di ruotarlo accidentalmente dopo la regolazione
iniziale. In alcuni comparatori, nella cornice del quadrante, vengono inseriti degli indici mobili
destinati a indicare minimi e massimi di una tolleranza prestabilita.

Quasi sempre il comparatore ha una corsa utile molto più grande di quella leggibile in un giro
completo dell'indice, pertanto è presente un secondo quadrante (più piccolo, all'interno del
quadrante principale) destinato a contare i giri di indice. Nei comuni comparatori, un piccolo
quadrante è destinato a contare i millimetri di spostamento, mentre nel quadrante più grosso si
possono apprezzare i centesimi di mm.

I comparatori a quadrante vengono realizzati con diversi accorgimenti per migliorare precisione e
durata:

• i cinematismi vengono realizzati in acciaio inossidabile;


• i perni e i supporti vengono lappati per ridurre i giochi;
• la cremagliera e il pignone subiscono trattamenti d'indurimento superficiale per ridurne
l'usura.
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Comparatore digitale
Il comparatore digitale funziona sullo stesso
principio del comparatore a quadrante, con la
differenza che gli ingranaggi movimentano un
piccolo encoder collegato ad un contatore
elettronico. Minimi spostamenti dell'asta si
traducono così in impulsi elettrici conteggiabili
da un indicatore elettronico.

Comparatore digitale millesimale


Misura max:12,5 mm
Risoluzione:0.001 mm

L'evoluzione dell'elettronica ha permesso la realizzazione di indicatori miniaturizzati e dal consumo


molto basso, tanto da poter essere facilmente alimentati da una comune batteria a bottone. I display
dei comparatori sono normalmente realizzati con una risoluzione 0,01 mm.

Gli indicatori possono disporre di numerose funzioni:

• visualizzazione sia di letture metriche, che inglesi;


• azzeramento della lettura in un punto arbitrario;
• settaggio arbitrario di una quota;
• inversione del verso di lettura;
• settaggio e allarme quando la misura è fuori tolleranza;
• collegamento seriale con un PC, per poter (tramite apposito software) automatizzare le
misure.

Tastatori.

Il tastatore è costituito da una testina che viene fissata all'estremità dell'asta tramite un
accoppiamento filettato; questo per una rapida sostituzione quando risulta rovinato. Sulla punta
della testina una piccola sfera d'acciaio temprato rotola all'interno di una sede speculare. Quando il
comparatore viene usato per la verifica di profili e della planarità, e dunque fatto scorrere sulle
superfici, questo accorgimento permette:

• di ridurre le forze radiali che subisce l'asta (riducendo errori legati alla flessione della
medesima);
• di ridurre l'usura del tastatore.

Nei comparatori di precisione la sfera è spesso realizzata in rubino sintetico, la cui elevata durezza
ne riduce fortemente l'usura.

Incidenza della spinta dell'asta


La presenza di una molla che mantiene l'asta in posizione di massima estensione, crea problemi
analoghi a quelli riscontrabili nei micrometri: esercita una spinta (una forza) sull'oggetto da
misurare tale che può creare delle variazioni delle sue dimensioni, e conseguentemente errori nella
misura. Il problema è particolarmente evidente nei materiali soffici (plastica, gomma...). Una
soluzione è ridurre al minimo questa forza usando molle che producono forze deboli, anche quando
sono molto compresse (quando l'asta è completamente premuta). I comparatori migliori esercitano
forze inferiori a 0,1 chilogrammo-forza, anche quando sono completamente premuti).
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Supporti per comparatori


Per un pratico e accurato uso dei comparatori si utilizzano dei supporti snodabili che si agganciano,
o alla guida tubolare dell'asta, o ad appositi attacchi a coda di rondine posizionati sul retro o in cima
al corpo del comparatore. Spesso le basi dei supporti dispongono di un pratico magnete che
permette di fissarli sulla struttura metallica dei banchi di lavoro o sulle macchine utensili (basi
magnetiche).

Supporto magnetico 1
Supporto con colonna scorrevole.
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