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Cultura della ricostruzione a Roma tra Ottocento e Novecento. Precedenti e prospettive Elisabetta Pallottino I complesso della Casa delle Vestali, del Tempio e dell Edicola di Vesta al Foro Romano |. TRADIZIONE DELLO SCAVO E DELLA AKCOSTRUZONE NEL (CONTEST ARCHEOLOGICI TAA SETTE E OTTOCENTO tutto qui é moto confaso ¢ mal tenuto, persino le piazza ® un vero cas, una vera roving; vi hanpo piantato ‘na lung fila di aber, erect male, che le danno un’ ‘a ancor pis campeste ed abbandonata. Eimpressionan. te come, fcendo tantespese quate ne fanno qui pe rn cere magnifies la cit, none sa ancora adottato un piano pet ripulre questa vasa piazza, dase una forma, dicot ferrare,restaurare,conservare gli antichi monument che la riempiono, © dare un bel axpetto a questo luogo che contiene tate belle cose anche e moder! Intorno alla meta del Settecento le parole serit- te sul Campo Vaccino dall'umanista e politico Eancre Case de ros anne ci ci rezza e inconsapevole lungimiranza, quanto aii comincia a el dlverst conte! che fino ad allora hanno conservato i resti dell antico ‘Anche se de Brosses @ un osservatore esterno ¢ riflete in primo luogo sulle necessita di una ‘buona amministrazione, il suo programma di “valorizzazione” individua tutti possbili ter fasa on adatone Alf anc, da onan po isogna portare rispeto, bisogna scoprilo, pro- teggerlo e separarlo ordinatamente dal resto ¢, in pi, bisogna garantimne una sistemazione che abbia una forma, anzi un bellaspetto. Tutto cid cche per secoli ha espresso aecumulazione e conti- ‘nuita deve essere ora fortementeridotto 0 almeno radicalmente sistematizzato, e Finterruzione di questa continua indifferente si manifesta, come conviene ad ogni procedimento scientfico, scende le modal. df una pogreaiv sparta. be; Bintlobcationale bcperttione de bavghl Gel. Vantico dai luoghi del suo riuso successivo ed 2 anche insieme I'svwio di una separazione delle discipline e delle pratiche che $i prenderanno cura di quei luoghi: dell'archeologia (dissotterra- re) © dell architettura (restaurare, conservare € anche dare una forma ..€ un Bell aspetto), Di quella nuova tradizione che cominciava la sua stradaintomo alla meta del Settecento, poten- iando la conoscenza? a seapito della continuita, noi siamo ancora partecipi e, pur con tutte le diverse trasformazioni che hanno investto da allora entrambe le discipline, molti confronti di tra archeologi e architetti, ma anche molti (8st cra le loro diverse identi alliterno del proprio ambito scientifco e professionale, hanno ancora a che fare con il concetto di separazione, sia nella definizione dei confini delle speciiche competenae che nella prefiguazione dele posi ‘La nuova finalitd conoccitiva comporta una rmanipolazione inedita dei esti anichi,consuma- tio trasformati fino ad allora, per secoli, secondo i modi propri di una continuitaindifferente alla loro identtaoriginaria nelle eave che ne compro- mettevano ulteriormente Finteprita fisica € nei riusi funzionali che ne alteravano il significato architettonico peculiar. Interrompere quegli usi altars dle rsorsione «Roma per la prima volta Pattenzione a ening seta ely ee Ad wager cra rimasta sempre lontana e scissa dalla mate lita dei resi, Proibire per legge di prelevare le pie- tre dei monumentiantchi, come fu nuovamente? prescitto dalleditto Doria del 1802 nello Stato Pontificio, o itenere, come avvenne a Roma nel 1750, che T'nsediamento di una chiesa cristina allinterno del Colosseo ne avrebbe “deformato” lo epasio, quando coltanto pochi decenni prima lo si considerava invece valorizzato da analoghi pro geiti di Bernini e di Carlo Fontana’, equivale simultaneamente a cercare nuove, diverse, ste modelita di uso e trasformazione dell ar chittura antics superstte La resttusione del Pintegrita di quci resti era stata sempre soltanto feast pa ca er gape ate p provaio ad immaginarlao nelle parole degli anti- quari che Pavevano descrtta, Ma allora la cono- scenza dellntegritt perduta era rivolta ad altri scopi. Al decadere di quelle finalit, insieme di tutti gli usi di cui la materia antica era stata ogget- to, la conoscenza dell'architettura compiuta dliventava fine a se stessa e si misurava diretta- ‘mente sui rest fisici, preservandone incolumiti e favorendone la comprensione, con. azioni inten- zionalmente mirate al suo recupero materiale. ‘A Roma, nel nuovo contesto.amministrativo che, fin dai primissimi anni dell Ottocento, regola Vandamento di scavi, restauri ¢ sistemazioni dei luoghi antichi, il tema della ricostruzione del!” ddentita architettonica originaria ¢ ormai in primo piano. Ne diseutono insieme i primi archeolog di formazione specialistca, come Antonio Nibby, i dlletanti archeologi eee vo e sono respons seavi, come il com- smissario alle Antichita Carlo Fea, ali architeti ccameraliche sono incaricati di prendersi cura dei ‘monument antichi, anche a nome dell’Accademia i San Luca, come Raffaele Stern, Giuseppe Valadier, Giuseppe Gamporesi. Le loro teore, le loro discussion, le foro ipotesi di restituzione, sostanziate da riievi quotati, sono da ora in poi uno strumento al servizio delle possibiliricostru- zionieffetive dei rest antichi liberati. Il confron- to degli studi avviene, infarti nelle sedi strecta mente scientifiche, come l'Instiuto. di Cor reapondane archeologica, ole vite come femorie enciclopediche sulle antchici ¢ belle tart. di Romar, ma anche nelle commissioni pub bliche dello Stato Pontificio che decidono suali seavi e sui restauri, come 1a Commissione Generale Consuliva di. Antichita € Belle Arti Valadier presenta la sua Narrazione artstce dell o- perso al'Arco di Tito at colleghiarchtet © archeologi nel corso di una delle serate di studio promosse dall’Accademia Pontificia di Archeo logia:@ un esempio molto noto che dimostra una forte uniti dintenti e soprattutto un interesse attento e condiviso per le icadute operative delle ipotesi teoriche. Questo lavoro comune che coinvolge due pro: fessionalita diverse ma anche a volte indistingui bill si defnisce in una lunga serie di pubblicazio: ni e restauri nel corso degli ulimi decenni dello Stato Pontifico fino al 1870, Gli archeologi-archi ‘etti © eli architettarcheologi eperimentano cul ‘campo le loro idee sull'anticoe le verificano a per tire dai rilevi di cid che rimane, Anche la moder: za tradizione del disegno ricostrutivo ha inizio in ‘questo coniesto: se non ne sono rimasti molti csempi pubblicati € perché la rappresentazione di restiavweniva in flagranza, nel corso dei lavo Fi di restauro, ma il modello inaugurale pud ese re riconosciuto nelle tavole dettagliate dei Pensionnaires dell Accademia di Francia, i primi architetti a rilevare la materia dello Stato attuale per poterla raccontare altrove, fuori all Italia ‘Alla met del secolo Luigi Canina lavora da archeologo negli seavi del Portico degli Dei Consent, della Basilica Giulia © della Via Appia da architeto, sperimenta i completamenti delle cortine laterizie superstiti sulle tema, in modo “artistieo”, i resti marmo: rei, Ancora da architetto filologo, retaura il set tore settentrionale del Colasseo, prefigurando anche una ricostruzione ~ mai ralizzata ~dell’n tresso con quadriga, Nelfultima campagna di scavi portata a termi: ne prima dell'unita d'Italia, Varcheologo topo sgrafo ¢ architetto Pietro Rosa ne eredita i modi ricostrutivi: sia nelle invsibill reintegrazioni delle cortine della Domus Tiberiana, che nelle scom ‘parse sistemazioni artistiche dei frammenti mar- ‘morei della Domus Flavia. Nello stesso palazzo fale realizaa una compin anatlon dla sarallelo con quella che I’: Sedge tang OP hrappese ora. termine al Portico degli Dei Consenti nel Foro Romano. La collaborazione ~ a volte la simbiosi ~ tra architett ¢ archeologi prosegue anche dopo Iu pita d'Italia e ancora oltre almeno fino alla prima ‘meta del nuovo secolo, Pur nelle diverse declna 2ioni e nelle sfortune delle singole categorie, pos Siamo gga itroso rconoscer nel nga re ta 0 1a Nespressione Segoe a lh grande On ne Sooo archeologi e architetti in possesso della stesa ‘comperenza a lavorare sullantico,e a pesteziona- ‘ef enter mesa punto nel primo cinguantennio nuovo Steto italiano, di cui, a seguire, propo- nniamo qualche traccia di con il Facconto delleliberazionie delle ricostruzionirealizzate nel ‘complesso delle Vestali al Foro Romano. 2. Mocha Paicat archivo del Tempio iV sid incon el profile dele eos dl re Deacon, del fino del prise, dell ondine arcitewonicy delle bugne di mara della celle (ACS, AABB.AA, 1° ner samento,b 112/31, poi pubblicatain R. Lanciani,eNscs, 1883 e in R Lanciant, Lai ch Vesta, Roma 1884, tt. 20. 10 ; 1 costae f TAAML | 2.2 Maret; Tempco di ea suid esinsone dd propa dl pat rie del pat dl sein. tne del rude (ACS, AABB.AA., 1° ersamento, b. 12/31, po pubbliate in RLancant, «Nic», 1883 edn R. Lancom, Tosco Vea Rome 184 1 KX u R 45. T. Chachi (tr), Resttsione ideale del Edizola di Vesta ol Foro Romano, sala 1:10 (ante 18982). Somo ricoloct ovo posta i fammenttsupersiti emersi durante gl sav di Lancani Archon Disegn della Soprintonderzaorchooloica <4 Roma = ADSAR, Foro RomanePalotino,620/5) B Yea yer ‘omsnyrg ourny 10g VS) C8061) Og oMtonIS paar sBep ony eI PEN Aap AF EER FaMsnMONOr PNEaA taHUHHEED “T-9 Caltre dele riasraione a Roma usi/ocs ‘om -ourncy 10g "BY SAY) €06E IA 2p 9H Bap Ise op auz> fo uo Up EpPaNs HoUEErZO unm Pp UDUUEH eANPOA NIRA MIN TL soy cielo} 90 Pew “at b 8. T Cinch (tr), Foro Romano. Tempio di Vesta, scala 1:50: pienta di studio pr il ipoxisionamento val radere basa ‘mentale dna parte delle colonne (ADSAR, Foro Roman-Paatino, 26), 16 9.7. Ciach, Ricosteusione di una pare del Tempio di Vesta, pants e prosptto, seals 1:50: 2 Pltima ipotes i progetto ‘per rieostrcione del Tempio ecarrisponde al monument rievposto de Alfonso Bartoli e Gustavo Giovannoni nel 1929- 30 (ADSAR, Foro Romane-Palatino, 934/79). 0 10. M.Baroso It Tempio di Vesta dopo la costco (ADSAR, Foro Romano Palatino, 899/43). 18 Caltre dele riasraione a Roma 11, L. Crema, Racostracione idea de Tempio di Vests (19317), Lag Crema & Ventre di ua vere di disegn del Tempio destnai probabilmente a ua pubbliasione provista dopo la conclsione del restauro (ADSAR, Foro Romano-Palatno, 0743), altars dle rsorsione «Roma 2. CULTURA DELLA RICOSTRUZIONE NEGLI ANNI DI ROMA CCAPITALE: UN ESEMPIO AL FORO ROMANO. SCAM, SISTE: MAZIOM, RCOMPOSIZONI E RESTAU! NELLAREA DELLA (CASA DELLE VESTALI (1889-192, FINO AL 1990" Nella hing storia dep svi del Foro Romano, 41 1882 2'un anno fondimentale. Nel mese di tarzo, viene eliminataquela lingua di tera ui ma testimonianza del progresivo innalzamento dala quote original n ft moderna, che ancora Gultgier de uondet © purest i Tempio a ‘Antonino e Faustina con la chien iS ara iberattce,e separave Te due zone arte scavate nel corso delOrtocento’ (gr. mpariva a quel punto definiivamente anche Fal licerto del Campo Vaccino ela ricongu sta della spianata untaria del Foro antico,sosp Tato tragurdo di tant sav parva © aogno oraton’ di-molte generaziont di archcologt © cher, diventava ua real Esicamente pero: Pile, pur nella ambiguita delle diverse quote di a imperial. ‘Alla fine del'anno seguente, il ministro dell PubblicaIstruzione Guilo Becel, nel promuo- sere la visa al scavi di deputate senator: del Regno dali icorda Fevento ene evidenzia i signficato. politico, sottolineando.Timportanca che ei scae! ancora in corso atibuiscono ora al Ticongiungimento delf'area del Foro-« qucla del Palatino, prim segnale operat de futuro pro- geto di una Paeeguatasrcheoloiea nell zona ‘monumentale centrale MA goidere gi scavi 2 Parcheologo Rodolfo Lanciani, ingegnere eapo del scavi, git in servi- zo sul Palatino e al Foro Romano dal 1877-78", Gli epprofondimenti stati rafici, che al centro della sue atv fin dap soc econ pry wnneimns Farea di confine aif Palatino ei Foro Romano, 90 di riportare alla luce soprattuto aleuni tra olla Via Noval Tad Tesh 150) ne abbatcuto a questo fine il muraglione degli Orti Famesiani che insisteva per un tratto sullarea ancora, nascosta del complesso della Casa delle Vestal, Se gli scavi ¢ le demolizioni dovevano quindi servire principalmente a chiarite Vassetto viario € topografico della zona, le scoperte dei monuments che in quell ecasione ritornano alla luce! obbligano a concentrare Pattenzione anche sul tema dell sistemazione e della ricostruzione architettonica, in particolare sone i reati nume= rosi delle strutture imperial dell Atrizm Vestoe, riconoscibili per la prima volta dal vivo, di moti frammenti supersiti del Tempio di Vesta, il cui rudere basamentale @ in luce dal 1876, a indiriz- zare Vatvita di Lanciani e dei suoi collaboratori anche verso questo particolare settore dell'indagi- ne archeologica. Una prima relazione, con un 20 ‘esoconto piuttosto reticente degli scavi in corso, bblicata nel 1883". Lanci poe ii resti la struttura emersa, corrispondente secondo Jui ad un’unica fase severiana, e da conto di tutte Je strutture post-classiche che si erano insediate na’Atso fin dlato Mecoev.Rimene invece scamsiancntslecgpbows le pescedcre neni Sea togiais chi foul cag Cacao Boni!?. La della Casa delle Vestali, con i Peden a tiie a yee Pianterreno intorno all'ampio cortile porticato a due ordini, scandito dalla serie di piedistalli iscrit- ti che sostenevano le statue delle Vestali massime, ‘alkepin otis fea Guante/ ern jevodal lange dal 1870 in pois'*, «Noi abbiamo ritrovato statue, bust, picdisalli in perftto stato di conscrvazio. ne, ¢ talvolta non mossi dal proprio posto»”” rife. risce Lanciani, Le fotografie Pi Thomas, Ashby, al. Foro Romano dal 1892 e motte alr tesimonan ze fotografiche successive fino alle riprese acree dit fine secolo, mostrano ancora la posizione del ritrovamento: pochi piedistalli al loro posto, sopra sl as eedcvet, © molt, lees accantonati, insieme con i resti delle statue, sul, Jato verso il Palatino, forse in attesa di essere cal- oa ee mite Lancie wveva pee lamgo i porico, col come on li veda ttn nestle ocr asi yosie a eas fistrazione negli annt 50, l responsabile diretto di questa sistemazione. i coopramese ties Alani cocear sione dl sicno Tempio crolare, i rvinon ‘mente spoliato nel 1549. Ed @ sui resti del Tempio vee went onl le revo nenenie oe apache manta ke pine intaion!d eco ie aepoaice opcoen aaa di una storia ricostruttiva che si concludera, cin- itanifeaen doje, ecaila hen concert anal a Alfonso Bartoli. I 35 frammenti architettonici rinvenuti nel 187679 nelle vicinanze della fonda: zione circolare del Tempio sono oggetto di studio ed resttuzione"e Videa di suggerizne Ia local: Seclone originale ene lncosagat exp ‘mente in sede istituzionale: «ll Ministero si pro- pone di farli ricomporre, dopo le debite diligenti icerche architettoniche, e di presentare cosi agli studigsi ‘un saggio dell’ornamentazione del tem: i atin gat w quel ances det sca eas ns Von ree se nico Marchetti e Marco Giammiti, iscritti_ nei ‘uoli della Direzione Generale Antichita e Belle Arti del Ministero della Pubblica Istruzione, € (Sieh Marie Mend inca Je ea busti di alcune statue delle Vestali («Nse», 1883, ‘tav. XVID; Marchetti, ingegnere e architetto, responsebile diretto delle riparazioni urgenti di Caltre dele riasraione a Roma volte e strutture murarie nella Casa delle Vestal sidedica al Tempio di Vesta, con la restituzione in scala dei partcolari architettonici («Nsor, 1883, tax. XX) (fig, 2) il rilievo della pianta ¢ della sezione del rudere c le ricostruzione ideale del pprospeito ¢ della pianta (, 1883, fav XXID, primo claborato parziale della furura pla- ‘mets generale del Palatino e del Foro Rom seen arenes avo", Negi stesi anni una serie i tlievo ¢ di restiuzioneillastrano i testi che, is ‘me con quello di degli sea”: i ‘quelli di RO. Schulze che, nella monografia di Henry Jordan, propone, tra Paltro, la prima resti- tuzione ideale dell Edicola di Vesta". ‘Scavo, tilievo, esegesi e progettata sistemazione dl complesso delle Vestali sono quindi il rsulta to dell'atvta dellarcheologo, architetto ¢ inge- ‘gnere Rodolfo Lanciani, ma insieme sono anche il prodotto di un lavoro di gruppo, peril quale si rivela detcrminante il contributo dei suoi collabo- tatori, architett e disegnatori, ¢ di alti che in dela ricompo- sisione dl colonnat, dalla wabeazionee dl sok fino del penbolo®, si decide, in sitonia con le proposte ci Gucchi, per uyanesos! pia omo- fees, Vice leg in toe ciclre de Tempio (una parte dello stilobute, re colonne petsilio pitrun frammento, due campate com- Plete dell trabeazione curiines, il muro € le Eolonne della cla cortspondente un tatto del soffino del penbolo), uilizzando { framment marmoreirinvenati durante gi seavi di Lancianie {i Bone ricostraendo ex novo in pictra da azo, anche nele part pi Tacunoee, etl gli clement ‘schicrocid eeneane, Quest, In pescensule Sika b umenorel Sauna Sl realizat in traverting per dstingueri dal tale ¢ lavorat con forme e intaglisemplifcal, Se eas acs df set mecaeoas che replicano lastest scanalatura baccelata det framment antich, secondo una precisa indicazio- ne di Giowannoni, I rsuaro ® un modell sce- altars dle rsorsione «Roma ‘nografico in pietra che risponde nel migliose dei modi alle esigenze di immediatezza comunicativa del regime di allora, come era gid avwemuto con le ricostruzioni di Ostia antica. Le reintegrazioni differenziate per materiale e forma, che nel primo Onocenio eran sate reainete al'Arco di Tho pper soli motivi economici, sono qui, proposte intenzionalmente, a consuntivo di pit di un seco- Jo disperimentazioni metodologiche. I disegni dal 2 dele doen recon Mai Barony pittoreschi come tute le sue immagini di cronaca di quegli anni, ei mostrano un nuovo monu- ‘mento isolato (fig. 10) ~ non liberato o completa- to, come tanti altri, ma ricostruito ex novo ~ che si erge al centro del Foro ¢ ne modifica ancora tuna volta il paesaguio, datandolo al Ventennio. ‘Sono quindi gli archietti a decidere della tico- stnizione ea sostenere le responsabilta di Bartoli prima Giovanni Battista Milani giovane’*, autore dei progetti promossi dal Governatorato, poi Gacchi, Giovannoni e Cozzo, tuti esperti cono- scitori dellarchitettura romana per apprendistato © per formazione e tutti, in diversa misura, aten- ti flologi della teenica antica forse pitt di quanto potesse esserlo Tumanista archeologo. Alfonso Barvoli. Ad affancarlo, negli anni immediatamen- te suecessvi, in un altro ben visible riprstino del- Yidentita architettonica antica, programmato in funzione politica, sara ancora alla Curia, Vinge gnere Luigi Crema (ig. 11)*. |, UNA DIVERSA FORTUNA DELLA CULTURA DELLA RICO- SSTRUZ{ONE ALLAMETADEL NOVECENTO. INTERRUZONE E NUOVE PROSPETTE eee ala ined del Novecetg, casas city ic peck ga mewe a Pie 6 pein igual gore Gel ean iin cultura della ricostruzione conosce un nuovo periodo di grande fortuna, Quegli architetti, che fer continu dl formanane sono ance caper {ke tecnologia contre atien ©.goegl archeologi, che nei rest architetonii percepisco- Sihienaned ie kemieiceraon alinsopers d'arte, continuano a lavorare in comune perché le roving consolidate anol pid possible parlant ene deosretion ai lewd monomatel eel i coeted cater Doone Wi iemes Marine ¢ Villa Aurtana®; davoaeano che la tradiclone de pr enol del solo facora vee ICeche a contunicasion delfdeonta archi. pr elle Eo tr cee ee dover leah eschendoet sopticaenilensts Coma ge in pasa, ess servono del architt pero stuire scenografie explcite dove, a vole, si pd anche fare a meno di una soluzione filologica ine- 24 ‘quivocabile, in cambio di un’immagine di facile comprensione. E ormei ampiamente diffuso il Hicoo improprio material tttral extranet ccontesto, Luuso del cemento armato, opportu- pence dcajurclieet ie ae rispettare Fimmagine antica, secondo le racco: ‘mandazioni a suo tempo espresse da Giovan: ‘oni, diventa una costante dei restauri di quegli anni, Pompei ed Ercolano ne offono wn'abbon- dante casit ‘Ma proprio in quel stesi anni si manifestano i primi i un'inversione di rotta, un'of: fesa al ebuon nome dell archeologia italiana» ‘Anche i primi architeti, come Franco Minissia Piazza Armerina che, proprio negli anni 50, con Fe sritre dona emo deat che pr, ‘eggono i rest imperial, introduce n eontesto antico il linguaggio ormai affermato della contemporaneit, finiscono per teasmettere, al di la del valore che ad esse si voglia o meno riconoscete, una possibile alternativa alle pratche ‘tadizionali della cultura della ricostruzione. Nei decenni successivi, questaltemativa si & trasfor. ‘mata spesso in un'opposizione, esasperando in modo semplicstico la naturale divaricazione di ‘un percorso formativo che, nelle facota di archi tettura, doveva insegnare sia il linguaggio dell’ar- chitettura contemporanea, nei corsi di progetta- one, che il linguaggio delfarchitetwara antica, ni corsi di restau. Conservare lo status quo, rinunciare alle rico struzioni didattiche perché troppo scenografiche, Inseriresensa mediationt contempo ‘anco nei contestiantichi, e anche esagerare, nei sestausi, le dilferenziazioni delle parti di comple- tamento, sono tutte manifestazoni che, nel corso della seconda meta del Novecento, hanno contri- buito, ogmuna per suo conto, a censurare ideolo- giicamente la tradizione delle ricostruzioni, in rnome di un culto feicstico dell’autenticita della Caltre dele riasraione a Roma ‘materia antica ~ intoccabile e separata -,e a sca- pito dellinterpretazione del suo significato archi- tettonico, Una censura acrtica che ha trovato il so capro espiatorio soprattutto negli isolamenti¢ nelle ricostrizioni del Ventennio fascista, come se quelle operazioni fossero motivate soltanto da ‘una volonta politica, come se fossero state inven- tate allora e non esprimessero una ben riconosci- bile tradizione, come se Ia ricostruzione in sé Fosse condannabile al pari dll'ideologia politica dicui era diventateeffiace strumento, Tnfine, nel corso degli anni "80, anche alcuni archeologi urbani hanno contribuito a svalutare la logica scletiva degli interventi di ricostruzione, ‘quando hanno esasperato il concetto di stratifica- Zone, in nome del quale né lo scavo né la sua sistemazione sembravano avere il dirtto di opera- rs selein’nlfinseme diacronico det fammen- ti, rutti ugualmente importanti e degni di essere cconservati, tutti quindi in definitiva prvi di un signficato riconoscibile Linsieme differenziato di tutte queste manife- stazioni risulta in reat fortemente omogenco ‘quando si prestaattenzione a quanto le aecomu- ‘a: Fea che il rispetto per le testimonianze del ppassato passi attraverso Ia rinuncia ideologica ad lung loro contestuae interpretazione. proprio questo convincimento ad essere oggi {in corso di revisione sia da parte degli architett che da parte degli archeologi. E una delle conse- ‘guenze pitt owie di questo proceso, che riapre i Dero dela storia e sugerse di tommre 8 ‘manipolare il passato secondo gerarche trasmissi- bili da scegliere di volta in volta”, € il rinnovato riconoscimento della vitalith della tradizione della cultura della ricostruzione. ‘Comunicare atraverso la parzale ricostruzione dei luoghi sembra ancora una volta possibile, per- seguendo un loro uso politico ¢ sociale, definen- do i confini di un‘eccessiva ingerenza di linguag- tecnologie e material ad ess estranei,mitan- Je differenziazioni esasperate di completamen- tie reintegrazioni, ed operando una selezione del contest git nella fase dello scav. er ali architert i compito & si difficile di quanto non fosse nella p Novecento, quando le finalitd di un‘archeologia selettva facilitavano la definizione e Vfficacia di tun progetto che silimitava a sottolineare una fase cronologica gia prescelta prima dello scavo. A fronte delle innumerevoli perdite di conoscenza archeologica, le immagini di allora erano effcaci, chiare e anche elle nella loro riconoscbile iden: tita. Oggi invece, di fronte ai luoghi generatidallo scavo stratigeafico, i termini della questione sppaiono pressoché ribaltati: a fronte di un risul- ‘ato scientfieo ineceepibile, la comunicazione rischia di ridursi ad afasia a una confusione della parola che si potra scongiurare soltanto con il ritomo ad una consapevole selezione, sia in fase discavo che in fase di progettazione e restauro. E ‘un compito questo che pud vedere di nuovo uniti, come nel «grande Ottoeento>, gli archeologi che sono tometi a raccomandare una presentazione sclettva dello scavo ¢ esereizio del disegno rico- struttivo™ e gli architettiche, nelle ricostruzioni virtual” e nei progett di restauro, sono tornati a praticare il disegno di restituzione, che lavorano per labbandono dei dogmi mal interpreta delle carte del estauro e che propongono nelle facol di architettura nuovi percorsi formativi che con- sentano di progettare l'antieo con gli strumenti della filologia”® Ques ito paler che gnome Porta, Chit Actos fo idee ere sel nie hem ‘re omo satin pane ogg dw Bnaniamen pres saiment di Progtasone «Stade ell Arcee ¢ mere ona pats somal ogi dl Stone 8 ares Be 9 comers fewest ape Partie prac partnered one ee ‘Sri acolo cooseanone 1.C. de Broses, Viggo in Ilia: letere fami, Basi 1982, 508 (ed. Paris 1799), luera XLVI (73340), cit 4p VCs, Dal Campo Vacano el Foo Romano il rckimo ‘atAntco x Roma nla prone meta dell Otecent, in Mase, ‘E Rome. De Nopoeone allie

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