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iiambiti ‘el fica O- tasciensa detfessere determinazion 3 ) la metafisica 0 filosofia prima ~ verimonine Scleraadaltessere in quant essere, dele cause prime ei Dio materia piva «forma origina bnecesaio sinolo inscindtile ation ato, privo di potenza ce uindi di materia: Dio + essenaa (piano ontologico) + concett (piano gnoseoogico) 11 nome smetafisica», come abbiamo visto, deriva in modo piuttosto accidentale dalla collocazione dei relativi libri dopo quelli di fisicas, ad opera di Andronico di Rodi, II termine si@ pot imposto nella filosofia per indicare i due ambiti fondamentali dello studio dellessere, 0 vontologiar, edi Dio, 0 wteologia». Cid che oggi chiamiamo metafisica era invece definito da Aristotele come wilosofia prima Aristotele definisce la «filosofia prima» come 1) sla scienza che considera Tessere in quanto ‘essere e le proprieta che gli competono in quanto tale» (Metafisica, IV, 1, 1003a, p. 131). Questo @il significato sul quale insiste maggiormente e dal quale partiremo, anche se egli assegna alla «flo sofia prima» altri ambiti di analisi, sui quali torneremo pid avanti e pitt precisamente: 2) le cause e { principi primi, 3) la sostanza, 4) Dio e la sostanza immobile, La filosofia prima é quindi ontologia, cio’ studio delfessere. «essere si dice in molti sensi, serive Aristotele, e per ogni accezione c@ una scienza che se ne occupa: la medicina studia Tessere in quanto sano o malato, la fisica studia Tessere in movimento ecc. jt ‘Mente le diverse scienze studiano essere determinato, considerato ci in relazione a un certo redicato (lessere in movimento, o Fessere vivente ecc) la filosofia prima studia Fessere in quanto tale, ponendosi quindi la domanda sul significato ultimo della real, sui principi che regolano la realtd nel suo insieme, ‘Ma che cast slessere in quanto esseres? Le cose che esistono sono esseri determinati, che possie~ dono cioé qualita: le piante sono esseri viventi, gli uomini sono animali provvisti di ragione, il moouLoS © Aristotele LA SOSTANZA E IL DIVENIRE 13 Abbiamo ricordato prima che il concetto di sostanza risolve il problema del divenire, costi- spiegatione tuendo cid che rimane stabile nel cambiamento, Ma come e perché avviene il cambiamento? In che modo pud essere spiegato? Aristotele sottolinea che esso non @ casuale, ma é sempre indirizzato verso un fine preciso. Una ghianda diviene una quercia e non pots’ mai diven- NODI DI DISCUSSIONE AO Ultimi vent’anni di vita de! maestro, quindi nel periodo della revisione della teoria delle idee e del tentativo di conciliare il mondo inteligibile con quel- lo sensibile. € importante sottolineare questo fatto, perch le crtiche (insistite e pesanti) che Aristotele muove alla teoria delle idee sono rivolte pit contro i platonici che contro lo stesso Platone, e uno degli argomenti pili celebri, quello del wterzo uomox, era gia stato formulato da Platone stesso, che lo aveva ‘meso in bocca a Parmenide nel dialogo omonimo, Cio premesso, anche Platone & oggetto di critica, in particolare nella Metafsica. Vediamo quali sono i punti principali di differenziazione, pa°tenco pro- prio dallargomento ricordato sopra, Se noi ammettiamo lesistenza di ur‘idea, ad esempio quella di uomo per spiegare una motteplici= tai individu, avremo da un lato gli uomini concreti, dallaltro 'uoro ideale Sitratta, perd, drealta etero- genes, ed @ necessario quindi rune sotto ur‘altra entit, un aterzo uomos, appunto, diversa dagli uo- ‘mini concreti e dall'uomo ideale. Ma in questo modo abbiamo tre entita eterogenee, e il ragionamento ud continuare all'infinito, costringendo ad ammet- tere un numero sempre maggiore di enti ideal. La critica di fondo che Aristotele rivolge a Plato- ne e ai platonic, nel libro | della Metafisica, riguarda proprio l'introduzione delle idee per spiegare la realta, cin primo luogo ~ scrive Aristotele ~ costoro [i platonicil, cercando di cogliere le cause degli esse- +i sensibili, hanno introdotto entita sovrasensibii in ‘numero uguale rispetto ai sensibil: come se uno, vo- lendo contare gli oggetti, ritenesse di non potere far questo finché gli oggetti sono troppo poco numerosi, «, invece, di poterli contare dopo averne aumentato il numero (Metafsca, |, 9, 990b, p. 51). Si tratta di una critica radicale alla filosofia platonica, perché le idee dovrebbero svolgere la funzione di unificare larealta, ‘ma finiscono per complicarla, aumentando la mol | rapporti con Platone e la critica alla teoria delle idee teplcita con Vintroduzione di enti idea accanto 2 quell concret). Ma la eritia pit radicale alla teoria delle idee riguarda la trascendenza, la separazio- ne dellessenza dalfesistente, in modo tale che, secondo Aristotele, la prima non & pil in grado di spiegare lesistente stesso. «Maa dificolta pid grave che si potrebbe sollevare & la seguente: quale van- taggio apportano le Forme agi esseri sensibii (|? Infatt le Forme, rispetto a questi esseri, non sono causa né di movimento né di alcuna mutazione. Per 4 pit, le idee non giovano alla conoscenza delle cose sensibil (infati non costituscono la sostanza delle cose sensibil altrimenti sarebbero a queste imma- nent), né alfessere delle cose sensi n quanto non sono immanenti alle cose sensibilche di esse parte- cipanos (Metafsica, 9, 91, p. $5) In realt3, nella prospettiva di Platone, le idee han- ro proprio la furzione di conferire un essere stablle alle cose e di rendere inteligiil, ma Vottica di Ari- stotele & evidentemente diversa, It principio della razionalita e delfessere deve essere immanente alfesistente, anche se non coincidente con esso, Ne costituisce la forma, come vediemo, concetto che anche nel nome riciama le idee platoniche, per® calate nella reata Callimmanenza, che si contrappone alla trascen- denza platonica come la diferenza pili evidente, ne derivano altre. Se le forme, cui corrispondono i con- Ceti sono dentro alle cose, la conoscenzainizier® da sensi, che ci pongono in contatto con le cose: eono- seiamo, per Aistotele, con Fesperienza, anche se dobbiamo poi andare oltre per cogliere nelle cose la forma, percepibile non ai sensi ma allntelletto Inaltre, le forme immanenti corrispondono alle ‘dee delle cose, ma non esiste alcuna «forma» immanente corrispondente alle idee-valori Ora, Platone fondava Vuniversaita della morale sulfog- gettivitd delle idee-valore, che, come le altre idee, potevano essere conosciute da chi si era purifcato tare un ciliegio, cosi come un uovo diviene un uccello della specie che lo ha deposto e un bambino diventa un uomo, Lo: ipo avviene mediante l'aggiunta (I'assimilazione) di mate- ria, che perd assume una forma determinata. I] processo di trasformazione é quindi guidato dalla forma propria dell'individuo, la quale plasma la materia, per sua natura informe. Una pianticella di grano e una di granturco assorbono dal terreno la stessa materia, ma nell'una viene organizzata in un modo diverso rispetto allaltra, Lindi iduo contiene quindi in sufficientemeente dalle passioni. Quind! in lui la cono- scenza delle cose (il vere) e quella dei valori (i bene) coincidono, e il filosofo, che conosce le idee, & in- sieme sapiente (conosce il vero) e saggio (conosce I bene). Ne consegue che i filosofi sono anche i mi- gliori governanti, Tutto questo ragionamento viene meno in Aristotele: Ie essenze sono immanenti, © ch’ le conosce @ sapiente, ma i valori sono stabiliti agli uomini e quindi appartengono a una diver- ‘sa sfera: le essenze riguardano 'ambito teoretico, i valori quello pratico, e tra i due non c’e identita. Ne consegue che il sapiente non necessariamente & un buon governante e i ruoli del filosofo e del politico, caincident in Platone, vengono distinti Infine, se la verita @ trascendente, lo studio del mondo fisico non ha per Platone interesse °, sopratutto, non pub essere oggetto di scienza Nel Timeo, unico dialogo in cui parla del avisibiles, afferma che il discorso in questo ambito pud esse- re soltanto «verosimile», perché non c’é conoscenza scientifica, Aristotele, invece, affronta in modo cientifico lo studio del mondo fisico nei suoi vari aspetti, dalla fisica propriamente detta alla- stronomia, dalla botanica alla zoologia, dallo studio dei fenomeni meteoralogici a quello della psiche. Tra Aristotele e Platone ci sono molte altre dife= renze, ma queste sono le principal. Numerose sono anche le analogie, soprattutto se, come abbiamo sottolineato, confrontiamo il pensiero aristoteli- Co con quello delultimo Platone. Anche in agi questo caso, accenniamo alle princi- ai pali che verranno megiio chiarite pit avanti In ambito logico, ie eatego- rie di Aristotele si ricallegano strettamente ai wgeneri som- min di Platone, riprendendone la funzione anche se sono di- verse come numero e come tipi Viene infatti conservata lidea dei preicati uti dela realea come fondamento dei gud equinai dela conoscenza/ Le ide platoriche, come 51 & detto, dventano la forma immanente di Aristotle, passando dala trascendenzaaiimmanen- 2. Se ne conservano pert, anche in questo cao, le ‘unzion’ fe fee unifieavano il molteplice empiri co @ anche le forme sono identiche (© cuindiuni- che) per ogni classe di individu, cosi come |'idea Gi uomo & unica per tutti gh uomini, anche a forma uomon la stessa,e su piano conoscitivo ad essa corrisponde i concetto, che svlge la stessafunzione dele idee, consentendoci di pensae in modo unitario Vesistente Anche sul piano pratico-morale, accanto alle difference che abbiamo ricordato, sono importanti le analogie. La rivalutazione del piacere nel Filebo toma in Arstotele, che da questo dialogo riprende la concezione matematica del piacere come egiusta rmisuran@ la convinzione che alcune passion pos- sano essere positive purchésiano regolate dala ra- clone. Le vir etiche di Aristotele sviluppano fa Prospettiva del controllo razionale delle passio- ni, anche se in modo pi articolato rispetto a Pla- tone. Anche in ambito politico Aristotele ripren- de alcuni temi delfultimo Platone, del Poitico © dele Legg, ma in questo caso sembrano prevalere le difererze, a partre dallimpostazione generale che muove, in Aristotele, dallo studio delle forme storiche dello Stato (le costtuzion’ delle ples Comunque, alcune anaisi di Pltone e di Aistotele sono simi, in particolare la classiicazione delle possibit forme ci stato e dele rispttive degenerazion (vedi il parsgrafo La potica,p 289) Q ice ceta robin ss, fometarara Galcanpane et Duro rence ere Museo del Opra Gel Doom a Oto @ HUM eyosoIY ors ETE

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