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I problemi della stabilità e del centraggio direzionale e laterale - relativi cioè alle rotazioni del velivolo
attorno all'asse di imbardata e a quello di rollio - sono notevolmente più complessi di quelli fin qui
esaminati della stabilità e del centraggio longitudinali. Mentre, infatti, una variazione d'incidenza
dell'aereo (almeno sotto le usuali ipotesi semplificative) comporta in sostanza solo variazioni in
modulo ed in punto di applicazione della portanza non riscontrandosi variazioni nelle forze agenti
normalmente al piano di simmetria del velivolo e nei momenti di rollio e di imbardata, ogni rotazione
dell'aereo attorno ad uno dei due ultimi assi citati fa usualmente nascere momenti anche rispetto
all'altro, e sostanzialmente produce, in tutte le forze aerodinamiche agenti sull'aereo, variazioni di
difficile valutazione. E' quindi giustificato parlare, più che di una stabilità direzionale e di una stabilità
laterale, di una stabilità laterodirezionale. Inoltre, in conseguenza di tale accoppiamento, una analisi
approfondita della stabilità laterodirezionale può essere impostata solo dal punto di vista dinamico. In
questa sede accenniamo solo agli aspetti più significati del problema separando, fin dove sarà
possibile, la stabilità statica attorno all’asse di imbardata da quella attorno all’asse di rollio.
Con riferimento alla figura 16.1.1, indichiamo con N il momento attorno all’asse di imbardata
N = qSbC n (16.1.1)
dove b è l’apertura alare e Cn il coefficiente di momento d’imbardata.
La condizione di stabilità si traduce nell’imporre che
∂C n
= Cm / β > 0 (16.1.2)
∂β
nel senso che ad una rotazione positiva del velivolo che porta ad arretrare la semiala sinistra rispetto a
quella destra deve nascere un momento attorno all’asse di imbardata che tende a riportarlo in assetto
non deviato (essendosi logicamente assunti positivi i momenti d'imbardata che tendono ad arretrare
l'estremità alare destra).
La valutazione della derivata di stabilità C n / β viene ottenuta sommando i contributi delle varie
parti dell'aereo, tenendo nel debito conto l'effetto dei fenomeni d'interferenza tra le parti medesime del
velivolo, che in diversi casi può essere di considerevole importanza. L'ala, salvo il caso in cui la sua
freccia sia considerevole, porta un contributo praticamente trascurabile alla stabilità direzionale del
velivolo; fusoliera e gondole hanno un notevole effetto instabilizzante; l’elica, se presente, fornisce un
contributo instabilizzante se piazzata anteriormente al baricentro e stabilizzante se disposta
posteriormente; l’impennaggio verticale è la parte del velivolo che ha di gran lunga il maggior peso
sulla stabilità direzionale dell’aereo. Infatti la portanza che nasce sul piano di coda verticale quando
l’aereo sta volando in assetto deviato, genera un momento attorno all’asse di imbardata che tende a
riportare il velivolo nell’assetto originale. La posizione del baricentro non è così fondamentale come
nel caso longitudinale.
Occorre rilevare anche che ruotando il velivolo dell’angolo di rollio φ (angolo di bank) (figura
16.3.1), inclinandosi lateralmente la portanza, la componente verticale di questa forza (nel caso di volo
alla velocità e all'assetto che il velivolo aveva nel caso di volo con angolo φ nullo) non è più
sufficiente a equilibrare il peso dell'aereo, la cui traiettoria deve di conseguenza assumere una
curvatura con concavità verso il basso.
Determinandosi quindi un'accelerazione diretta normalmente alla traiettoria, ed orizzontalmente, il
velivolo acquista una velocità di traslazione laterale, i cui effetti possono venire approssimativamente
valutati scomponendo la medesima velocità in una prima componente giacente nel piano di simmetria
del velivolo (che sommandosi vettorialmente con la velocità del vento relativo dovuta al moto di
avanzamento dell'aereo determina una diminuzione della sua incidenza), ed in una seconda
componente normale a detto piano.
Ci concentriamo su questa componente; può venire a sua volta scomposta in una componente
giacente, per ciascuna semiala, nel piano della semiala stessa - i cui effetti possono almeno in prima
approssimazione ritenersi nulli, o quanto meno praticamente trascurabili - ed in una seconda
componente diretta secondo la normale al piano della semiala (figura 16.3.2).
Quest'ultima componente della velocità, sommandosi vettorialmente con quella che il vento
relativo ha rispetto all'aereo per effetto del moto di avanzamento di questo, determina a sua volta un
incremento di incidenza della semiala che si è abbassata, ed una diminuzione di incidenza di quella
che si è invece alzata, causando così la comparsa di un momento di rollio che tende a raddrizzare il
velivolo, riportandolo nella condizione di volo iniziale.
E’ questo il cosiddetto “effetto diedro” che si deve alla presenza di un angolo diedro γ nelle ali.
Si parla allora di stabilità laterale in termini di capacità di generare un momento attorno all’asse di
rollio per effetto della derapata. In termini matematici introducendo il momento attorno all’asse di
rollio L
L = qSbC l (16.3.1)
ha senso assumere come indice della stabilità laterale la derivata del coefficiente di momento di rollio
rispetto all’angolo β che per garantire la stabilità deve essere
∂C l
= Cl / β < 0 (16.3.2)
∂β
Ovviamente al valore di C l / β non contribuisce solo il diedro alare, ma tale derivata di stabilità
risulta somma dei contributi dell’ala, della fusoliera e dell’impennaggio verticale. L’angolo di freccia
contribuisce ad incrementare l’effetto diedro. Un velivolo con ala alta, per effetto dell’interferenza ala
fusoliera, amplifica l’effetto diedro rispetto ad una ala bassa.
Nel dimensionamento degli alettoni occorre fornire adeguate capacità di controllo attorno all’asse di
rollio, capacità che possono essere espresse in termini di accelerazioni angolari iniziale o di velocità
angolare a regime.
Bibliografia
[1] Nelson, R. C., Fligth stability and automatic control, New York, McGraw-Hill, 1989
[2] Etkin, B. Dynamics of flight : stability and control - 2 ed.. - New York : Wiley, 1982