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SAGGI Sommario Ricerche di Storia Politica Anno XII, numero 1, marzo 2009 La delegittimazione dell’avversario politico legittimo nell'Italia post-unitaria di Fulvio Cammarano Dove non osé la diplomazia. Alcune riflessioni sull'internazionalismo democristiano e sulle relazioni italo-cilene, 1962-1970 di Raffaele Nocera RASSEGNE Scrivere una storia sociale del politico e del religioso nella Francia contemporanea di Bruno Dumons TAVOLA ROTONDA Storia narrativa, storia narrazione. Tavola rotonda con Hayden White a cura di Mauro Moretti Intervengo: jiuliana Benvenuti, Girolamo Imbruglia, Mauro Moretti, Marcello Musté BIBLIOTECA Biblioteca Indice degli autori e dei volumi recensiti Ricerche di Storia Politica 1/2009 29 53 69 95 a1 BE ere nenrnpon ante tenner ten Saggi Raffaele Nocera Dove non os6 la diplomazia Alcune riflessioni sull’internazionalismo democristiano e sulle relazioni italo-cilene, 1962-1970" Where diplomacy didn’t dare. Considerations about Christian Demo- cratic internationalism and the connections between the govern- ments of Italy and Chile, 1962-1970 The essay analyzes the connections between the governments of Italy and Chile during the Sixties. In particular, it discusses the relationship between the Italian Christian Democratic Party (DC) and the Partido Demécrata Cristiano de Chile, making use of yet unexplored primary sources, such as the correspondence between the party leader, Eduardo Frei Montalva, who was at the same time the President of the Chilean Republic, and some leading exponents of the DC (Fanfani, Moro, Bemassola, Freato ‘among them). The author seeks to explain the motivations behind the decision of the so-called «dorotea» faction of the DC to commit itself politically and financially in a distant geopolitical context, which was, with the exception of Cuba, still under the exclusive influence of the United States. Keywords: Christian Democratic Party, Italy, Chile, International Relations, Cold War. Per gran parte della seconda meta del Novecento il Cile non é stato, nello scac- chiere latinoamericano, un paese con cui (Ttatia ha intrattenuto relazioni politico-diplomatiche ed economiche privilegiate. I governi italiani apparvero, infatti, essenzialmente interessati o a rinsaldare, come nel periodo tra le due guerre mondiali, 4 vincoli con paesi storicamente a forte immigrazione italiana (Argentina e Brasile), oppure ad approfondire i legami con quelli con i quali gli scambi commerciali erano molto pid consistenti, come nel caso di Messico e Venezuela (per quest‘ultimo va considerato anche un consistente flusso migratorio negli anni Cinquanta). Linterpretazione della marginalita del Cile nella politica estera italiana del pe- riodo risulta valida indipendentemente dalle forze al potere. Essa non cambia sostanzialmente neppure negli anni di governo di Eduardo Frei Montalva (1964-70), quando i contatti tra i due paesi si intensificarono per via dei vincoli esistenti tra la Democrazia cristiana italiana e quella cilena. Pit che ad un rafforzamento dei legami diplomatici e commerciali, che pure si verificd, in quel periodo si assiste, infatti, ad una accentuazione degli scambi ¢ dei contatti tra partiti. In * Il presente saggio rappresenta una prima e parziale riflessione di una ricerca iniziata nell'inverno del 2004 sui rapporti tra la Democrazia cristiana italiana e quella cilena nel periodo 1950-1970. 29 i Ricerche di Storia Politica 1/2009 sostanza, a migliorare e approfondirsi fu la dimensione «potitico-partitica» e non quella istitu- zionale. Nondimeno @ vero che, come mai era accaduto in passato, Italia e Cile furono molto vicini durante gli anni Sessanta. Nel 1964, la democrazia cristiana cilena (Partido Demécra- ta Cristiano Chileno, Pdc) portava a compimento una lunga fase di avwicinamento al potere, ri- scuotendo un grande sucesso con la vittoria alle elezioni presidenziali di Eduardo Frei Montalva, leader storico del partito. Il uolo dell'Ttalia o, per essere pid precisi, della Dc, non era stato affatto secondario sia in termini finanziari che politico-ideologici. Anzi, i democristiani italiani potevano mostrarsi giustamente compiaciuti di quel risultato perché in un crescendo di iniziative e di impegno, dapprima timido e blando e poi via via sempre pit! incalzante, erano stati tra coloro, in ambito europeo, che pill avevano creduto all'affermazione anche in America Latina di formazio- ni democristiane e soprattutto alla possibilita che giungessero al potere, proponendosi come una alternativa sotida e di lungo periodo ai partiti tradizionati e, specialmente, ai partiti di sinistra. Il percorso fu perd accidentato per la presenza di una pluratita di ostacoli ge- nerati da dinamiche politiche sia regionali che italiane. Non secondarie furono te incertezze dei democristiani italiani di interferire in uno scenario geopolitico lontano e nel quale Washington esercitava una influenza esclusiva (sino alla rivoluzione cubana); e la considerazione che lazione politica dei vari partiti democristiani latinoamericani si era manifestata in contesti molto diffe- renti. In merito a quest‘ultimo aspetto, occorre infatti ricordare che: Nate dalle stesse radici e alimentate dagli stessi principi, la Dc europea e quella latinoamericana hanno dovuto realizzare compiti sostanzialmente di- versi perché diverse sono le societa che hanno motivato il loro intervento. La Dc europea aveva degli obiettivi definiti, vale a dire creare o consolidare la democrazia politica che era stata accettata nel pensiero ufficiale della Chiesa? con estrema lentezza e sospetto e che generalmente era stata caricata di un significato settario’. La Dc latinoamericana si trovd ad affrontare invece un percorso pieno di ostacoli: Allfnizio fu necessario precisare Videologia, definire i principi, creare un'im- magine e aprirsi la strada. La Dc fu aspramente combattuta dalla destra, scon- fessata quando non condannata dalla gerarchia ecclesiastica, inascoltata dalle masse cattoliche e considerata con diffidenza dai partiti di sinistra’. Dialtronde, nonostante la diffusione di un anticomunismo molto precoce e mi- litante, in America Latina la relativa lontananza del pericolo comunista - sino alla rivoluzione *Cfr. M. Conway, Catholic Politics in Europe, 1918-1945, London, Routledge, 1997; S.N. Kalyvas, The Rise of Christian Democracy in Europe, London, Cornell University Press, 1996, ® Tomas Braton, I movimenti democristiani e la lezione del Cile, in «Politica Internazio- nale», 4, 1975, p. 31. 3 Ivi, p. 35. 30 fl Raffaele Nocera cubana ~ e Vesistenza di forme di capitalismo molto incipiente con strutture agrarie arretrate, fecero si che la Chiesa cattolica si identificasse a lungo con i partiti conservatori (confessionali e clericali)’, aspetto che rese difficile e posticipd la nascita di partiti di stampo democratico- cristiano. Sebbene le origini dei movimenti di matrice cattolica in America Latina ri- salgano ai primi decenni del Novecento® e pur esistendo sin dall'aprile del 1947 un organismo continentale di collegamento, l'Organizacién Demécrata Cristiana de América (Odca)*, si dovette cosi attendere gli anni Cinquanta per assistere all/affermazione e allo sviluppo, soprattutto in al- cuni paesi (i cui esempi pit importanti sono rappresentati da Cile e Venezuela), della democrazia cristiana’. Alla base di questo fenomeno vi furono la diffusione della dottrina sociale della Chiesa, Vespansione dellelettorato (in particolare con Uincorporazione del voto femminile), la sostituzione del conflitto religioso con quello sociale e la necessita, molto sentita da alcuni settori, di introdurre riforme «strutturati» con le quati contrastare, dopo la rivoluzione castrista, “la crescente minaccia del comunismo. Fu, cosi, solo durante gli anni Sessanta del secolo scorso, sulla scia del Concilio Vaticano IL, che si ebbero, in forma irregolare e variando da paese a paese, pid alti livelli di collaborazione e convergenza tra la Chiesa cattolica e la democrazia cristiana latinoamericana. Nonostante Vesplicito richiamo alla dottrina sociale della Chiesa, & opportuno rimarcare che i partiti democristiani latinoamericani non possono essere equiparati ai partiti cattolici tradizionali del subcontinente e, in particolare, alle formazioni conservatrici (da cui soli- tamente derivano per effetto di scissioni e spaccature). Queste ultime, infatti, sorsero dalla supposta necesita di difendere gli interessi della Chiesa e Videntita reli- giosa, culturale ed anche economica dei cattolici, in un contesto ostile carat- terizzato da governi liberali. Invece [i democristiani si attribuivano] compiti ben definiti derivanti dalla situazione socio-economica del{America Latina [con un] impeto di riforma sociale che li differenziava dai partiti conservatori “cfr. DAH. Levine (a cura di), Churches and Politics in Latin America, Beverly Hill-London, Sage Publications, 1980; Edward L. Cleary, Crisis and Change: the Church in Latin America Today, Maryknoll (N.Y., Orbis Books, 1985; William H. Swatos Jr. (a cura di), Religion and Democracy in Latin America, New Brunswick, Transaction Publishers, 1995. 5 Sono, tuttavia, degni di nota solo quelli di Uruguay e Cile. Da ricordare che negli anni Trenta e Quaranta nutrono forti simpatie per il falangismo spagnolo e il corporativismo. * LODCA nacque a Montevideo per iniziativa di esponenti del movimento giovanile studentesco cattolico di Argentina, Brasile, Cile e Uruguay. Un secondo congresso si tenne, sempre nella capitale uruguaiana, due anni dopo. In questa circostanza furono definiti i propositi delforganizzazione, tra cui quello «essenziale di instaurare un tipo di civilta in cui i valori del cristianesimo siano realmente vissuti nelle istituzioni politiche, sociali ed economichen. Cfr. El Congreso Demdcrata Cristiano de Montevideo de 1949, Resoluciones, in «Politica y Espiritun, 43, 1949, p. 27. 7 Cfr, J.M. Macrum, Themes and Appeals of Christian Democracy in Latin America, Wash- ington, Center for Research in Social Systems, 1967; E.A. Lynch, Latin America's Christian Democratic Par- ties, Westport, Praeger Publishers, 1992; S. Mainwaring ~ T. Scully (a cura di), Christian Democracy in Latin ‘America, Electoral Competition and Regime Conflicts, Stanford, Stanford University Press, 2003. 31 i Riflessioni sullinternazionalismo democristiano e sulle relazioni italo-cilene, 1962-1970 ed anche dal cattolicesimo, itigiditosi per motto tempo su forme tradizionali di pensiero e di condotta (specialmente la gerarchia ecclesiastica)*. Sono, dunque, forze politiche che hanno mutuato la loro dottrina dalle princi- pali encictiche papali (in particolare Rerum Novarum del 1891 e Quadragesimo Anno del 1931) @ sono state fortemente influenzate da teologi moralisti e filosofi sociali europei, in particolare Jacques Maritain e Luigi Sturzo; si sono proposti come terza via tra marxismo e capitalismo; sono «partiti dichiaratamente cattolici ma con Uaspirazione di non essere confessionali [...] difendono la subordinazione degli interessi economici a quelli spiritual e generali della nazione; auspicano tuna rottura con gli aspetti negativi del passato, proponendosi di arginare gli eccessi del sistema capitalista»®; hanno una base elettorale soprattutto nel mondo rurale e tra i ceti medi urbani e gti strati popolari urbani. Centrali nella loro riflessione e azione politica sono il comunitarismo e il corporativismo, il primo «prospettato come soluzione per il mondo rurale, mentre per il mondo urbano si predica come meta finale la comproprieta, la cogestione e la compartecipazione dei lavoratori agli utili delimpresa»", 1. Le affinita elettive Uinteresse della Dc e la costituzione di vincoli con partiti affini latinoamericani rimontano ad un periodo precedente alla meta degli anni 1960 - vale a dire gia ai primi anni del secondo dopoguerra — sebbene il «dialogo interoceanico» si sviluppi per circa un quindicennio in forma molto episodica e disomogenea", in base ad iniziative individuali e senza che la contropar- te peninsulare ~ 0 quanto meno molti suoi esponenti di spicco ~ abbia una visione internazionale complessiva o elabori un progetto di largo respiro e una precisa anatisi dei problemi e delle situa- Zioni presenti nei vari paesi latinoamericani, delle prospettive a medio termine e degli obiettivi da raggiungere. Malgrado cid, & possibile fissare come punto di partenza di una tendenza nuova che sidelined a livello di partito, tesa cio8 ad approfondire j vincoli tra formazioni politiche affi- ni, Uimmediato secondo dopoguerra, allorquando in America Latina e in particolare in Cile si dif- fusero alcuni scritti di personalita di rilievo della nascente Dc” e si incominciarono ad instaurare i primi contatti tra personalita politiche cattoliche italiane e cilene. Sino ad allora, infatti, non Hofmeister, La opcién por la democracia. Democracia Cristiana y desarrollo politico en Chile, 1964-1994, Santiago, Konrad Adenauer Stiftung, 1995, p. 31. °'M, Plana ~ A. Trento, LAmerica Latina nel XX secolo, Firenze, Ponte alle Grazie, 1992, p. 211. » Wi, p. 212. + In realta, come si & gia segnalato, non poteva essere diversamente dal momento che i partiti democristiani o cattolici apparvero tardivamente in America Latina — il primo fu il COPEL venezuelano (Comité de Organizacién Politica Electoral Independiente) che nacque nel 1946 ~ e le formazioni politiche di Tiferimento del mondo cattolico erano i partiti conservatori. 2 In Cile un luogo privilegiato di confronto e di diffusione fu la rivista «Politica y Espiri- tu» della formazione politica Falange Nacional predecessore del PDC. Sulle pagine di questa rivista uscirono tra iL 1945 e il 1950 sei articoti a firma di Luigi Sturzo, nonché contributi di Fernando Della Rocca e Alcide De Gasperi, oltre a numerosi scritti sulla Dc e sulla politica italiana. Anche negli anni sequenti la rivista si ‘occupé motto delle vicende politiche ed elettorali italiane, dei successi democristiani e dellevoluzione del movimento democristiano europeo. 32 [ Raffaele Nocera vi erano state occasioni di confronto tra esponenti di questa corrente dei due paesi, ad eccezione del Congresso degli studenti cattolici che si tenne a Roma nel 1933, cui presero parte numerose delegazioni latinoamericane e alcune future personalita di spicco della democrazia cristiana del subcontinente, tra le quali il venezuelano Rafael Caldera® e il cileno Eduardo Frei Montalva’. IL vero salto di qualita si ebbe, tuttavia, a partire dai primi anni Sessanta. In tal senso, non secondario fu il ruolo svolto dall’Unione mondiale Democratico-Cristiana (Umdc) nel rinsaldare i vincoli al di la della comune matrice ideologica’®, LUmdc nasceva durante la IIT Con- ferenza intercontinentale dei democratici cristiani tenutasi a Santiago del Cile dal 27 al 30 luglio 1961 sul tema «Le condizioni politiche, sociali ed economiche dei continenti e lo sviluppo della Democrazia Cristiana»*”. In un certo senso, si coronava una vecchia aspirazione di Luigi Sturzo, di creare cio8 una organizzazione intemnazionale dei partiti di ispirazione cristiana™, anche se, a onor del vero, la costituzione dell'Umdc fu principalmente una iniziativa dei latinoamericani, intenzionati a far nascere un organismo di collegamento tra le organizzazioni regionali. Non @ un caso, infatti, che a Santiago gli europei avessero inviato personalita di secondo piano e/o poco rappresentative (la delegazione della Dc, tuttavia, era presieduta dal vicesegretario nazionale Gian Battista Scaglia), mentre anno sequente, si mostrarono molto pidi interessati e partecipi in occasione del 1° Congresso Mondiale dell'Unione Internazionale Giovani Democratico Cristiani tenutosi a Caracas (dall’8 al 15 maggio 1962)". ® Presidente del Venezuela dal 1969 al 1974 e capo indiscusso del COPET. % Cfr. G, W. Grayson, El Partido Demdcrata Cristiana Chileno, Buenos Aires, Editorial Fran- cisco de Aguirre, 1968, pp. 117-118. Frei visit anche il Belgio e la Francia (a Parigi partecipd ad alcuni se- minari tenuti da Jacques Maritain). A Roma, il giovane leader cileno comincid a creare un primo legame con gli ambienti del Vaticano (incontrando lallora cardinale Pacelli e monsignor Pisardo), divenuti pid intensi negli anni sequenti, come mostrano alcune lettere inviate a monsignor Montini e Paolo VI rispettivamente nel 1945 e nel 1964 nel 1973 (documentazione in Centro de documentacién Fundacién Frei, d’ora in avanti CFF) e le udienze speciali con i pontefici Giovanni XXIII e Paolo VI, rispettivamente del maggio e dellottobre del 1963 (cfr. C. Gazmuri, Eduardo Frei Montalva y su época, 2° vol., Santiago, Aguilar, 2000, pp. 542-545). 4 Si veda il testo di R. Papini, L'intemazionale De. La cooperazione tra i partiti demo- cratici cristiani dal 1925 al 1985, Milano, Franco Angeli, 1986, che risulta molto utile per la descrizione del percorso, del ruolo e degli aspetti organizzativi e tecnici delle organizzazioni regionali (americana ODCA e Veuropea Nouvelles Equipes Internationales — NEI) e dell'Umdc. La Te la II conferenza, in un certo senso preparatorie di quella di Santiago, si erano tenute rispettivamente a Parigi (8-9 novembre 1956) e Bruxelles (9-10 luglio 1958). 17 R. Papini, LIntemazionale Dc, La cooperazione tra i partiti democratici cristiani dal 1925 al 1985, cit., p. 289. Si vedano anche: La IIT Conferencia Mundial D.C. Nace una fuerza mundial, in «Politica y Espiritu», 263, 1961, pp. 28-32; C. Zegers, Congreso mundial Democratacristiano, in «Mensajen, 102, 1961, pp. 385-386. Sui tentativi fatti da Sturzo negli anni Venti-Quaranta del Novecento, vale a dire dalla costituzione del Partito popolare italiano sino agli anni del suo esilio, per finire con la nascita delle NEC nel 1947, si veda N, Arbal, I democristiani nel mondo, Milano, Edizioni Paoline, 1990, pp. 62-68 sui passi compiuti dalle organizzazioni regionali Dc per giungere alla creazione dell'Umdc nel 1961; e R. Papini, L'in- temazionale De. La cooperazione trai partiti democratici cristiani dal 1925 al 1985, cit., pp. 33-72. 4 Su quest'ultima riunione si veda il saluto inviato da Aldo Moro (membro del Comitato donore insieme ad Amintore Fanfani) e un memorandum di preparazione al Congresso in Archivio Storico dellIstituto Luigi Sturzo (dora in avanti ALS), Fondo della Democrazia Cristiana, Segreteria Politica, scatola 158, fascicolo 13, la lettera di Amintore Fanfani ad Eduardo Frei nella quale comunica la composizione della delegazione italiana (CFF, Lettera di Amintore Fanfani ad Eduardo Frei Montalva, 10 luglio 1951, Correspon- dencia Intemacional, (C/2-2-IT) e C. Gazmuri, Eduardo Frei Montalva y su época, cit., pp. 523-524, 33 i Riffessioni sullintemnazionatismo democristiano e sulle relazioni italo-cilene, 1962-1970 Il processo di cooperazione intemazionale tra i partiti democristiani, nonostan- te la grande novita che esso rappresentava, non fu dunque agevole e soffri soprattutto le resisten- ze delle formazioni europee - non di quella italiana ~ ad approfondire vincoli con realta lontane e considerate periferiche. Non @ un caso che a distanza di due anni dalla riunione di Santiago Volandese Karl Josef Hahn — uno dei piti sensibili alle realta extraeuropee tra i dirigenti della Dc europea — in un brevissimo articolo pubblicato sul trimestrale «Civitas»®, spronasse i democristia- ni europei a fare di pid, ritenendo la collaborazione urgente sia per le condizioni politico-sociali ed economiche vissute in quegli anni dai paesi afticani (instabilita e incertezze post-coloniali) latinoamericani (sottosviluppo militarismo), sia per la sempre pid montante sfida del comuni- smo internazionale-(in America Latina sotto le spoglie del castrismo). Hahn rivolgeva una severa critica ai partiti democristiani europei, poco attenti alla proiezione internazionale del movimento cattolico salvo che nel vecchio continente e rei di aver sottovalutato sino a quel momento, e di continuare a sottovalutare, le esperienze politiche cristiane in Africa e America Latina. Probabilmente Hahn era stato a sua volta sollecitato dalle lamentele giuntegli dagli «amicin democristiani extraeuropei e, in particolare, latinoamericani. Non a caso, alcuni mesi prima, con la campagna elettorale per le presidenziali alle porte, Eduardo Frei gli aveva in- viato una dura lettera in cui si denunciava Cuscita di un opuscolo, pubblicato con il patrocinio del Centro Internazionale di Studi e Documentazione, sulla situazione politica dellAmerica Latina, nel quale, nella parte relativa al Cile, a suo dire, erano state riportate notizie completamente «falsen, in particolare quelle relative alle divisioni interne alla democrazia cristiana cilena, al forte vincolo del partito con le gerarchie ecclesiastiche cilene e allo scarso radicamento tra gli operai®. Malgrado cid, non c’@ dubbio che la scelta della capitale cilena come sede per sancire la nascita dell'Umdc rappresentd un grande e importante tributo, soprattutto simbotico, alla locale democrazia cristiana, che ad appena 4 anni dalla sua costituzione’* era gia riuscita ad imporsi come una delle formazioni politiche pid prestigiose nel panorama nazionale e lati- 2 KJ, Hahn, Le forze della Democrazia Cristiana fra Europa e Terzo Mondo, in «Civitas», 4-5, 1963, pp. 3-15. 2 Frei chiudeva la missiva segnalando, altresi,. che «alcuni dirigenti italiani ci hanno visitato, si sono informati, hanno cercato di comprenderci e aiutarci. Al contrario, quest’opuscolo ci arreca un grande danno» (CFF, Eduardo Frei Montalva a Karl Josef Hahn, 12 dicembre 1962, Italia 1945-1963, cc/2-311). ® Awenuta nel 1957 per unione della Falange Nacional, formazione politica nata nel 1937 da una costola del Partido Conservador, e altri gruppi social-cristiani. Sulla Falange e il passaggio al Pde si vedano A. Sepilveda Almarza, Los afios de la patria joven: (a politica chilena entre 1938-1970, San- tiago, Ediciones ChileAmérica CESOC, 1996; F. Castillo Infante, La flecha roja, Santiago, Editorial Francisco de Aguirre, 1997; J. Diaz Nieva, Chile: de la Falange Nacional a la Democracia Cristiana, Madrid, Universidad Nacional de Educacién a Distancia, 2001. Una breve rassegna dei valori che hanno ispirato la Falange e, in particolare, dei rapporti con le gerarchie ecclesiastiche dalla nascita del movimento sino al 1947 si trova in Maria Rosaria Stabili, Il pensiero socialcristiano in Cile, in «Andes», 14, 1992, pp, 83-93; sull'mportanza di Jacques Maritain, si veda A. Benaventura Urbina, Jacques Maritain y la politica chilena, in «Estudios So- ciales», 34, 1982, pp. 127-144. Sempre a proposito dei filosofi e pensatori (Maritain, Mounier, Lebret) che hanno influenzato i cattolici e, in seguito, 1 democristiani cileni, si veda C. Corghi, lideologia democristiana e linternazionale Dc, Milano, Mazzotta, 1974, pp. 237-270. 34 i Raffaele Nocera noamericano®; e che tre anni dopo riusci a far eleggere alla presidenza della repubblica un suo candidato. Ma cos‘era la democrazia cristiana cilena? Nella Declaracién de Principios del 1957, il Pdc «si identificd come un partito che sottolineava la sua stretta relazione programmatica con il cristianesimo e un modo di agire politico che derivava da quest/ultimo»*. Il suo principale ideologo, Jaime Castillo Velasco individud in particolare tre «fonti» della democrazia cristiana ci- lena: la filosofia cristiana, da cui derivarono i fondamenti etici per il comportamento dei cristiani nella societa e la realizzazione del concetto maritaniano dell'«umanismo integraley; il conflitto sociale che si esplicitd nella critica al modello sociale del comunismo e al capitalismo liberale; e la dottrina sociale cattolica, che forni le norme morali ¢ le istruzioni pratiche dell/azione politica, nel quadro tuttavia di una chiara ed esplicita differenza tra la missione della Chiesa cattotica e quella del partito e della convinzione che quest/ultimo era un movimento non confessionale aper- to anche ai non cattolic?. Secondo Maria Rosaria Stabil, il partito democristiano cileno, «si pone al centro dello schieramento politico»*, prospettando un cambiamento radicale delle strutture politiche, sociali ed economiche in una fase della vita politica nazionale caratterizzata dalla «rottura del consenso ¢ delle alleanze all'interno dei partitin e da «un crescente conflitto politico e socialey’”. La Dc cilena si inseri in un quadro politico «teso e polarizzato», dovuto alle ripercussioni della rivoluzione cubana (e alla risposta predisposta dalla Casa Bianca) e, niente affatto secondario, ai mutamenti che si manifestarono nella Chiesa cattolica cilena in ragione del gia menzionato Concitio Ecumenico Vaticano II*. In tal senso, occorre infatti rammentare che il Concitio implicd un cambiamento drastico «di programmi e posizioni [e] la presenza, all'interno della gerarchia ® Cfr. R. Boizard, La democracia cristiana en Chile, Santiago, Ed, Nascimento, 1963; E. Marin Riveros ~ S. Correa, Historia del Partido Demdcrata Cristiano, Santiago, Instituto Chileno de Estudios Humanisticos, 1981; M. Fleet, The Rise and Fall of Chilean Christian Democracy, Princeton, Princeton Univer- sity Press, 1985; I. De la Nuez, La demacracia cristiana en la historia de Chile, VAvana, Editorial de Ciencias Sociales, 1989; F. Suau Baquedano, La democracia en el POC chileno: de fa ambigiiedad politica a la crisis institucional (1957-1970), Santiago, Universidad de Chile, 1989. % Vi. Hofmeister, La opcign por la democracia, cit., p. 52. ® Per un‘analisi particolareggiata delle tre «fontin, si vedano J. Castillo Velasco, Las fuentes de la Democracia Cristiana, Santiago, Editorial del Pacifico, 1963; E. Frei, Sentido y forma de una politica, Santiago, 1951; E. Frei, Pensamiento y accidn, Santiago, 1958; E. Frei, La verdad tiene su hora, Santiago, 1958. = M.R. Stabili, Il Cile. Dalla Repubblica tiberale al dopo Pinochet (1861-1990), Firenze, Giunti, 1991, p. 106. 7 Twi, p. 109. ® La risposta statunitense si esplicita, durante Camministrazione Kennedy, nel parziale abbandono dellnterventismo e nel varo di un piano economico continentale noto con il nome di Alleanza per il progresso, che associava gli aiuti statunitensi (di lungo periodo) alle riforme strutturali, allo sviluppo economico e alla democratizzazione. Da notare che proprio la Dc cilena fu considerata da Washington come la principale forza politica, in ambito regionale, in grado di realizzare i propositi previsti dallAlleanza, men- tre il suo leader Eduardo Frei, come Cuomo politico latinoamericano pit in sintonia con la nuova strategia nordamericana, tesa sostanzialmente a scongiurare il diffondersi del comunismo in America Latina. Cfr. ALL Michaels, The Alliance for Progress and Chile's «Revolution in Liberty», 1964-1970, in «Journal of Inter- American Studies and World Affairs», 1, 1976, pp. 74-99. ® Cfr. M.A. Huerta - L. Pacheco Pastene, La Iglesia chilena y los cambios sociopoliticos, Santiago, Cisoc-Bellarmino, 1988; M. Fleet ~ B.H. Smith, The Catholic Church and Democracy in Chile and Peru, Notre Dame, University of Notre Dame Press, 1997; E.D. Dussel (a cura di), Historia general de la Iglesia i sull’internazionalismo democristiano e sulle relazioni italo-cilene, 1962-1970 35 fl Riflessi a ecclesiastica cilena, di uomini nuovi, capaci di gestire la trasformazione dellistituzione»® Tra la fine degli anni Cinquanta e il principio del decennio seguente, allinterno della Chiesa cilena cominciarono a prevalere correnti pid riformiste e si verificd un significativo rinnovamento gene- razionale dei vertici con la sostituzione di ben 14 vescovi su un totale di 28, di cui la gran parte con una chiara impostazione progressista. Tra questi spiccano i nomi di Emitio Tagle, Rail Silva Henriquez - nominati nel maggio del 1961 rispettivamente arcivescovi di Santiago e di Valparai- so ~ e, soprattutto, del vescovo di Talca Manuel Larrain, i quali si pronunciarono decisamente a favore dell'impegno della Chiesa per i mutamenti strutturali della societi cilena. Essi mostrarono un‘attenzione crescente per i problemi sociali e si pronunciarono contro gli assetti tradizionali ¢ in favore di trasformazioni strutturali (in particolare della riforma agraria)* e, infine, aprirono la strada alla caduta della pregiudiziale sino ad allora esistente nei confronti del partito demo- cristiano (con conseguente dectino del partito conservatore)*. Forte del sostegno del clero e del consenso della maggioranza dei cattolici, e, per altro verso, grazie alle riforme elettorali appro- vate tra il 1958 e il 1962 che favorirono la formazione di un elettorato di massa, la Dc cilena si affermé rapidamente come un «partito di sintesin: combinando il programma di modernizzazione eco- nomica del paese con gli ideali di giustizia e di sviluppo sociale del pensiero socialcristiano, questo partito vuole identificarsi con gli interessi di un ampio spettro della societa che va dalla borghesia industriale di recente formazione e opposta alla oligarchia fondiaria, finanziaria e commerciale di pii antica estrazione, sino a una larga frangia di lavoratori industriali. IL suo messag- gio interclassista punta a unificare il paese in un solo progetto politico. La De porta avanti una proposta «non capitalist» e «non socialistan, opta per un «percorso originale», per una sorta di alternativa capace di integrare le istanze positive dei due modelli. Nasce cosi «la rivoluzione nella liberti», un progetto politico di radicale trasformazione economica e sociale che, secondo idemocristiani, deve portare alla ribalta della vita nazionale Vinsieme dei set- tori sociali emarginati e ancora fuori dal sistema politico, in modo particolare i lavoratori agricoli sino a quel momento non sindacalizzati, le donne”. en América Latina, IX, Cono Sur (Argentina, Chile, Uruguay y Paraguay), Salamanca, Comisién de Estudios de Historia de la Iglesia en América Latina, 1993, % MAR. Stabili, II Cle, cit., p. 109, » Prima ancora della riforma agraria, poi avviata dal governo di E. Frei a partire dal 1967, S, Henriquez e Larrain, nel 1962, distribuirono circa 5.500 ettari di terra (equivalenti a poco pit del 10% delle terre di proprieta della Chiesa cilena) appartenenti alle diocesi di Santiago e Talca ai contadini che vi lavoravano (S. Correa et aL, Historia del siglo XX chileno, Santiago, Editorial Sudamericana, 2001, cfr. p. 220). ® Fondamentale fu, in tal senso, la pastorale del settembre del 1962, El deber social y politico en la hora del presente, con la quale prendevano nettamente le distanze dai conservatori, sposando pubblicamente il programma della democrazia cristiana. ® MAR. Stabili, Il Cile, cit., pp. 114-115. Non a caso la «rivoluzione nella liberta» si ba- sava soprattutto su quattro iniziative di grande respiro: la riforma agraria, la nazionalizzazione graduale del rame, la promozione popolare, la concessione del voto agli analfabeti e la riforma del sistema dell istruzione. Sul programma elettorale e di governo della Dc cilena si veda G.W. Grayson, El Partido Demécrata Cristiano Chileno, cit., pp. 350-357; sullanalisi della realt nazionale e della «crisi integrate» che il paese viveva in quegli anni, che fece da sfondo al programma di riforme, e sugli interventi concreti del governo Frei, si veda W. Hofmeister, La opcién por la democrazia, cit., pp. 62-97. 36 / Raffaele Nocera ‘A quanto rilevato dalla Stabili si pud aggiungere che ~ dottrinaria, integralista e con unarraganza tipica dei movimenti messianici - riconoscendasi e proponendosi come unica alternativa valida al sociatismo e al capitalism e come avanguardia illuminata, la democrazia cristiana cilena rifiutd la formazione di alleanze, di governo ed elettorali, con altre forze politi- che, scommettendo su quello che essa stessa defini un camino propio, in base al quale i postulati democristiani non sarebbero stati minimamente scalfiti da altre proposte politiche, né avrebbero contemplato accomodamenti e compromessi politici di alcun tipo. Durante gli anni di governo di Frei Montalva, si ebbero una accentuazione de- gli scambi e dei contatti tra la Dc e il Pdc, e un approfondimento della dimensione «politico- partiticay sul versante delle relazioni bilaterali tra i due paesi. «l’interesse della Democrazia cristiana (Dc) per il continente Latinoamericano si rafforza in quegli anni grazie anche alla vittoria elettorale, nel 1964, della Democrazia cristiana cilena» e all'ascesa alla presidenza del suo pid importante leader*, Come si & gid accennato, la Dc italiana ~ 0, per essere pili precisi e come vedre- mo tra poco, alcuni suoi esponenti - aveva seguito Vevoluzione politica cilena e, in particolare, il percorso della democrazia cristiana ben prima della vittoria di Frei. D’altronde, tra questultimo e alcuni dei pid influenti esponenti italiani esistevano gia da alcuni anni intense relazioni, che si rivelarono motto importanti durante la stagione di governo, sia per quanto riquarda i legami inter- partitici che a livello di rapporti bilaterali tra stati. Ancor prima della sua ascesa alla presidenza, Eduardo Frei era stato, infatti, spesso in Italia (e in Europa) tessendo la rete di contatti di cui si sarebbe servito molto negli anni sequenti sia per raccogliere fondi e appoggi per la sua carriera politica, sia per dirimere a suo favore i contrasti interni al partito™. I rapporti con gli amici italiani furono determinanti durante la campagna elet- torale per le presidenziali del 1964. Sereno Freato, allora segretario amministrativo del partito e fedelissimo di Aldo Moro, si impegnd in un programma di aiuti finanziari al Pde, messo poi in atto nel triennio 1962-1964. A quanto pare, la sua fu una iniziativa personale o, in ogni caso, circoscritta a poche persone alt'interno del partito e di cui non furono investiti, inizialmente, la Sezioni Esteri del partito e gran parte dei vertici®, Discorso analogo per quanto riguarda un‘altra iniziativa, sempre sponsorizzata da Freato e rivolta anch’essa all/area latinoamericana. > L, Guarnieri ~ M.R. Stabili, Il mito politico dellAmerica Latina negli Sessanta e Settanta, in A. Giovagnoli - Giorgio Del Zanna (a cura di), I! Mondo visto dall'ltalia, Milano, Guerini e Associati, 2004, p. 229. % Sui numerosi viaggi che Eduardo Frei effettud negli Stati Uniti e in Europa dal 1959 sino quasi a ridosso del giorno delle elezioni presidenziali si veda C. Gazmuri, Eduardo Frei Montalva y su &poca, cit., pp. 525-547. : % E questa Vopinione di Roberto Savio che, in una intervista concessa all'autore il 17 aprile 2007, ha precisato pid volte che le «operazioni cilene» furono una iniziativa personale di Sereno Fre- ato e non della Dc. A suo dire, solo dopo la vittoria di Frei e con Mariano Rumor alla quida della segreteria del partito, il rapporto con il Pde si istituzionalizzd, sequendo canal pid formali e, per quanto riguarda i versante dei finanziamenti, coinvolgendo direttamente la Sezione Esteri del partito. Lopinione di Savio sul ruolo di questultimo ufficio contrasta, tuttavia, con quanto emerge dalla documentazione custodita nellArchivio della Fundacién Frei e, in particolare, la corrispondenza relativa all'anno 1963 tra Frei e Angelo Bernassola di cui daremo conto piti avanti, 37 i Riflessioni sull'internazionalismo demacristiano e sulle relazioni italo-cilene, 1962-1970 Prima di entrare nei dettagli del’aiuto offerto alla Dc cilena, che qui pid ci interessa, occorre infatti segnalare che in quel periodo Freato patrocind anche un programma di sostegno a tutte le formazioni democristiane latinoamericane, sebbene meno impegnativo in termini finanziari, Viniziativa gli fu sottoposta da Roberto Savio" dopo che questi aveva com- piuto nel 1962 un lungo viaggio in giro per LAmerica Latina, durante il quale aveva incontrato esponenti di primo piano delle forze democristiane locali (in Cile in particolare Eduardo Frei e Radomiro Tomic). Savio prepard un Piano minimo di aiuti ai partiti Dc dell’America Latina dellim- porto complessivo di 60.000 dollari annu‘. Si prevedevano fondi da destinare a tutte le formazioni democristiane latinoamericane, ad eccezione di quelle venezuelana e cilena dal momento che per queste ultime due esistevano gia due programmi ad hoc, con finanziamenti ben pid) cospicui, e, soprattutto, perché su di esse si concentravano le rivalita e le opposte vision’ della Dc e della Cdu tedesca®, Nell'introduzione al piano Savio insisteva su tre punti: a) Il piano corrisponde ad una richiesta effettiva e diretta avanzata dagli stessi partiti interessati: esso @ il frutto di un viaggio di studi e di contatti durato cinquanta giorni, di un anno circa di colloqui con i dirigenti in visita in Europa, e di precise lettere di richiesta di aiuti, corredata di bilanci e di preventivi [...] b) Il Piano @ inoltre contenuto in una cifra a prima vista ridicola: 60.000 dol- lari, ossia 36 milioni di Lire: 5.000 dollari al mese. Pud sembrare pretenzioso e ingenuo il ritenere che con tale cifra sia possibile compiere una effettiva opera di presenza e di promozione in tutti i partiti De del vasto Continente latinoamericano se non si tenesse conto che, eccezion fatta per i partiti gia vicini al govemo [...] in geneze Vimponente avanzata della Dc nasce su basi di entusiasmo e di contribuzioni personali [...] c) Il Piano per riuscire @ legato ad una precisa condizione: che le some in esso indicate vengano inviate con regolarita ed ogni mese. Si sconsiglia nella maniera pitt assoluta di inviare [...] il totale annuale di aiuti, perché il piano di finanziamento si trasformerebbe in un aiuto «una tantump [...] Dal presente Piano sono esclusi i partiti Dc del Venezuela e del Cile, con i quali esiste da tempo un diretto e sostanziale programma di aiuti [...] Il Piano di aiuti @ quindi diretto pitt ad afutare i partiti minori che crescono anche pit, rapidamente, di quelli gia affermati. Il Piano é quindi inteso ad appoggiare «la ‘America del Mafianay, ed intende garantire nello stesso tempo una presenza » Roberto Savio comincia la sua carriera professionale come giornalista. In seguito, entra nell’équipe di Moro, suo referente all'intemo del partito, e viene collocato nella Sezione Esteri della Direzione centrale della Dc diretta a quel tempo da Angelo Bernassola. A meta degli anni Sessanta fonda la Inter Press Service, agenzia di stampa, nata dalle ceneri della Roman Press Service, che dirige per molti anni (e di cui attualmente @ presidente onorario), In quegli anni lavora anche per numerase organizzazioni intemiazionali e ancor ogi svolge una intensa attivita di analista di politica internazionale. "Tn sostanza, la Cdu appoggid il COPEL venezuelano, mentre la Dc aiutd il Pd, allora con una vocazione riformista e molto pid vicino, rispetto ai democristiani venezuelani, agli orientamenti di centro-sinistra dei colleghi italiani. Da notare che una volta giunto alla segreteria del partito, Mariano Rumor (con Uaiuto di Angelo Bemnassola) prese ad occuparsi in prima persona degli «affari latinoamericanin, determinando di fatto fuscita di scena di Sereno Freato. Rumor si sforzd — tuttavia con risultati modesti - di superare le divisioni e le tensioni con la Cdu, iniziando, di concerto con i tedeschi e investendo l'Umdc, una politica uniforme per tutta America Latina che non tenne pid conto, dunque, del criterio «spartitorio» sinora ad allora seguito da italiani e tedeschi. Raffaele Nocera italiana ovunque. Una awvertenza infine: il Piano non contempla le varie con- tingenze elettorali dei partiti, e si limita quindi alla vita normale dei partiti considerati nel loro aspetto organizzativo-aziendale™, Nelle pagine sequenti si elencavano tutti i singoti casi nazionali, gti importi previsti e le attivita da finanziare; proposte di finanziamento di borse di studio per giovani lau- reati latinoamericani, di corsi di studio da realizzare direttamente nei paesi del subcontinente e di corsi di studio per leaders Dc latinoamericani da tenersi a Roma; invio di tecnici ed esperti di partito; ricorso a mezzi audiovisivi e stampa (invio di cinemobili e film prodotti dalla Spes, opuscoli e pubblicazioni di partito); creazione di una agenzia di stampa. Infine, Savio segnalava che «un punto piuttosto oscuro @ quello dei nostri servizi diplomatici, composti da elementi di destra e che spesso agiscono contro gli interessi dei movimenti democristiani latino-americani [..-] Sarebbe quindi necessario prowedere ad inserire in ogni ambasciata un elemento di fiducia del Partito»’®, IL «piano minimo» fu accolto con favore da Freato e, di comune accordo con Peter Molt della Fondazione Konrad Adenauer e August Vanistendael, gia esponente di punta della Confederazione Sindacale Cristiana e dal 1952 segretario della Confederazione Interna- Zionale dei Sindacati Cristiani, fece da base ad una sorta di fondo di solidarieta per i partiti democristiani, attraverso il quale furono finanziati i partiti cattolici latinoamericani, fondo non dotato di personalita giuridica e che fu accantonato dopo la vittoria di Frei, quando, come gia segnalato, Mariano Rumor decise che fosse giunto il momento di istituzionalizzare i rapporti interpartitici e soprattutto di concertare megtio gli interventi con gli altri partner europei, in primo luogo quello tedesco, inserendo la collaborazione interoceanica in una cornice dotata di maggiore capacita organizzativa e di efficienza, scevra da personatismi e iniziative occasionali. Tornando al Cile e al sostegno che Freato garanti in particolare ad Eduardo Frei, occorre rilevare che, nellottobre del 1962, Franco Cortesi, giovane e brillante esponente della Dc bergamasca, fu inviato a Santiago in vista delle elezioni presidenziali cilene del 1964 con il compito «di aiutare la Dc cilena e in particolare il suo leader Eduardo Frei Montalva, sia con aiuti economici sia assistendo di persona con suggerimenti, consigli a testimonianza dell'interesse e della solidarieta che la Dc italiana voleva dimostrare verso la consorella cilenan. Cortesi era stato contattato telefonicamente alcuni mesi prima da Filippo Pandolfi - su proposta di Gian Battista Scaglia, allora vicesegretario nazionale del partito ~ per sapere se era interessato ad una espe- rienza in America Latina. Recatosi a Roma, ricevette istruzioni pid dettagliate direttamente da » Piano minimo di aiuti ai partiti Dc dell”America Latina, senza data, elaborato da Roberto Savio (gentilmente concesso all’autore). “© Una versione molto ridotta del piano, consegnata da Savio a Bernassola ¢ intitolata Schema di aiuti alla Democrazia Cristiana Latino Americana, senza data, in ALS, Fondo della Democrazia Cri- stiana, Segreteria Politica, scatola 159, fascicolo 15. “Intervista concessa all'autore il 30 maggio 2007. 39° ff Riflessioni sull'internazionalismo democristiano e sulle relazioni italo-cilene, 1962-1970 Sereno Freato*. Poi, parti per il Cile dove ufficialmente si recd come inviato di «Il Popolo», anche se furono pochi gli articoli pubblicati dal quotidiano della Dc: Tl carattere riservato dell‘iniziativa @ confermato anche dal fatto che nessun esponente della De italiana, tranne il direttore de Il Popolo, era al corren- te della mia presenza in Cile. Neppure il Dipartimento Esteri della Dc, retto dallavvocato Bernassola, lo era“. Ma, in realta, oltre che agevolare il collegamento politico fra i due partiti, i suoi compiti furono anche altri e tra questi figurava quello di consegnare personalmente a Eduardo Frei una somma mensile di 8.000 dollari* per un importo complessivo, sino alle elezioni presidenzia- li, grosso modo di poco inferiore ai 200.000 dollari* - soldi che furono utilizzati per le esigenze organizzative del Pdc, per le spese della campagna elettorale per le elezioni amministrative del marzo 1963 e per quelle presidenziali dell’anno seguente. In occasione della prima delle due tomate elettorali appena citate, Cortesi in- vid un resoconto a Roma in cui, oltre a segnalare Uottimo risultato dei democristiani cileni, e le buone chances di vittoria 'anno seguente, sottolineava: il nostro aiuto @ stato tempestivo e determinante nel dare una base finanzia- ria sicura, sulla quale pianificare un minimo di organizzazione e di attivita. TL Pac ne aveva assoluto bisogno, perché si trovava praticamente paralizzato in ogni progetto ed iniziativa per mancanza di fondi. La campagna di propagan- da @ stata la migliore che il partito abbia mai fatto e, a giudizio degli esperti, * Secondo Cortesi, il progetto era nato in accasione di un precedente viaggio di Freato in America Latina e prevedeva che «l’accordo di collaborazione — presenza a Santiago di un rappresentante della Dc italiana e aiuti finanziari, in vista delle presidenziali del '64 ~ fosse tra Frei e Freato». * Non a caso, in una lettera riservata inviata il 25 aprile del 1963 a Scaglia e Freato, su cui ci si soffermera piti avanti, Cortesi giudicava la «formula del «giornalista» [...] inadeguata al compito, perché non consente la profondita di contatti necessarin, amentandosi altresi del fatto che «il Popolo» non avesse sino ad allora pubbticato nemmeno «una riga sul Cile». Vedi: F. Cortesi, Los orfgenes de la Democracia cristiana chilena, in «Politica y Espiritu», 282, 1963, pp. 28-29; F. Cortesi, Un problema para el Occidente: la América Latina, 283, 1963, pp. 49-50 e 80. Intervista a Franco Cortesi, 30 maggio 2007. Cortesi rileva anche che, durante il suo soggiorno, ebbe «sporadici rapporti con la collettivita italiana e nessuno con YAmbasciatan. Il «carattere riservaton a cui allude Cortesi non dovette durare a lungo, e in seguito Angelo Bernassola e, dunque, la Sezione Esteri del partito furono sicuramente informati del suo soggiomo e dei compiti che stava svalgendo, anche se @ probabile che allora lui ne fosse tenuto al’oscuro. E quanto si evince da una comunicazione di ‘Angelo Bernassola ad Eduardo Frei del 17 giugno 1963. Cr. CFF, Lettera di Angelo Rernassola ad Eduardo Frei Montalva, 17 giugno 1963, Correspondencia Internacional, CC/2-3-IT. 4 «Mensilmente una lettera personale di Freato mi informava del bonifico a mio nome presso una Banca (spesso era il Banco Nacional de Trabajo). Mi recavo allo sportello per l'incasso e il cambio da dollari in pesos». Cfr. Intervista a Franco Cortesi, 30 maggio 2007. “Savio sostiene che quella gestita da Cortesi fu solo una parte del finanziamento fornito dalla Dc e che, dunque, complessivamente si trattd di una cifra pid alta, vale a dire poco meno di 700.000 dollari, cifra che Freato «trovén e «prese» presumibilmente «dai finanziamenti al partito provenienti dal set- tore pubblico (Eni, Iri, ecc.) e da molti settori privati». Cir. Intervista a Roberto Savio, 17 aprile 2007. Quale che sia timporto esatto dell'aiuto italiano, @ singolare constatare che i democristiani cileni di primo piano a quel tempo, o che lo sarebbero stati di lia poco, continuino ancora ogi a negare Vesistenza di finanziamenti italiani, E quanto sostenuto, solo per citare un esempio, dall’ex presidente della repubblica Patricio Aylwin Azécar in una intervista concessa all‘autore nel dicembre del 2005. 40 i Raffaele Nocera la migliore e la pid efficiente in queste ultime elezioni. Alcuni partiti sono arrivati a fare insinuazioni ed illazioni sulla campagna «milionaria» del Pdc, soprattutto i radicali e i comunisti*. Pid avanti, a conclusione della sua lunga missiva, Cortesi suggeriva di continua- re ad appoggiare i democristiani cileni anche nei mesi sequenti (come nei fatti avenne): Propongo che gli 8.000 dollari mensili siano interamente destinati al raffor- zamento del partito e delle sue strutture organizzative, alla realizzazione del piano di penetrazione campesina, al rafforzamento della corrente sindacale cristiana, Ritengo che le spese per la campagna presidenziale propriamente deta possano essere sostenute da Frei e dal partito senza speciali interventi da parte nostra, Tuttavia, per i mesi a venire, Cortesi consigliava «un sistema pid sicuro ed in- diretto per la consegna materiale degli aiuti, di quello attualmente usato», la creazione di una filiale a Santiago dellAgenzia Italia o di una filiale dell'stituto di Studi e Documentazioni Dc di Roma; in ogni caso, sottolineava, «@ indispensable una qualificazione tecnica specifica e un evidente rapporto di rappresentanza colla Dc italiana 0 european®. Sereno Freato rispose a Cortesi alcuni mesi dopo e a seguito di una visita di Frei a Roma (nel mese di maggio), invitandolo a prolungare il suo soggiormo sino alle presidenziali® e informandolo che «stiamo studiando le nuove forme di pagamento. Intanto a Frei ho consegnato un piccolo nostro aiuto extra»™. Ma a quanto pate i soldi a Frei non bastavano o, quanto meno, ton si sentiva rassicurato sino in fondo dalle promesse degli amici italiani se appena giunto a Santiago scriveva dapprima una lettera a Roberto Savio, in cui gli chiedeva di insistere con Freato sul'importanza degli aiuti promessi®, e poi direttamente al fedelissimo di Moro sottolineando «('importanza che avra per noi laiuto che Lei, cosi generosamente, mi promise. £ vitale. Il signor Cortesi le sta scrivendo per indicarle il modo di procedere [...] Considero decisivo il suo intervento * Franco Cortesi, Lettera riservata personale all‘onorevole G. Battista Scaglia e al dott. Sereno Freato, 25 aprile 1963, gentilmente concessa allautore. Cortesi proponeva anche di finanziare, con «lo stanziamento di una somma (30.000 dollari2) «una tantum», la creazione di un giornale di partito o, in altemativa, «di valorizzare la Radio Cruz del Sur» con una spesa di 60.000 dollari che, tuttavia, «sarebbe anticipata a titolo di credito», Queste considerazioni venivano formulate a chiusura di una richiesta molto esplicita di interrompere il suo soggiomo cileno o, almeno, di riformularlo su nuove e diverse basi dal momento che «la mia esperienza, dimostratasi di tipo «esplorativon, rion pud essere ripetuta nella stessa forma» e «ho timpressione di aver esaurito il mio compito date le condizioni in cui mi trovo». > Da notare che dopo {esperienza in Cile, Cortesi tornd ad occuparsi delta sua professione ~ assicuratore ~ e della politica a livello locale a Bergamo. > Sereno Freato, Lettera a Franco Cortesi, 5 giugno 1963, gentilmente concessa da Cor- tesi alfautore. ® ell vostro aiuto & decisivo. Freato é luomo adatto per prendere le decisioni e ho fidu- cia in lui [...] Ti prego di insistere con Freato sullimportanza decisiva del suo aiuto dal momento che per noi & vitale» Cfr. CFF, Eduardo Frei a Roberto Savio, 26 maggio 1963, Italia 1945-1963, Italia 1945-1963, cc/2-3-T1, 41. B_ Riftessioni sull'internazionatismo democristiano e sulle relazioni italo-cilene, 1962-1970 jn tutta questa faccenda, giacché senza il suo aiuto in questo momento staremo in una situazione molto difficilen®. Poco meno di due mesi dopo Frei inviava ur‘altra lettera a Freato in cui, dopo averlo messo al corrente dell‘inizio della campagna elettorale e dei progressi del Pdc, gli ram- mentava nuovamente che «il problema centrale continua ad essere quello delle spese che sono soffocanti [...] Non intendo insistere su questo punto perché conosco la sua buona volonta. Per me quest‘aspetto & decisivo perché ho preso impegni basati su cid che Lei mi disse a Roma [...] La prego di non dimenticarsi di noi e pensi che stiamo lavorando contando sul suo generoso aiuto». Freato non si tird indietro. Nel settembre di quell’anno Cortesi metteva al cor- rente con compiacimento degli importanti passi in avanti compiuti dai democristiani cileni. A suo dire, rispetto alla campagna elettorale del 1958 - a cui Frei si era presentato per la prima volta come candidato presidenziale® ~ «@ ogi un partito di maggioranza relativa, notevolmente ma- turato; 28 lappoggio di larghi settori del clero; ¢@ il nostro aiuto finanziario; lo stesso candidato infine & forse ogi pit consapevole della sua collocazione politica, in difesa degli interessi auten- ticamente popolarin®*, Ma occorreva fare di pit, soprattutto in termini finanziari, per giungere al sucesso finale, Il giovane democristiano bergamasco segnalava infatti: Lo sforzo che deve fare tutto il partito per arrivare al sucesso @ indubbiamen- te grande, poiché @ necessaria una costante e massiccia presenza sia sul piano organizzativo sia su quello della propaganda. A tal fine devo dire che Vaspetto finanziario acquista un'importanza essenziale. Sopra un preventivo di spesa complessiva di 500.000 dollari, il nostro attuale aiuto copre poco pitt di una quinta parte, se continua della stessa quantita e ritmo. Altri aiuti esterni non si prevedono: da parte dei tedeschi & stato promesso un aiuto di 70.000 dollari, per un tanto al mese, ma finora non s@ visto niente”. Cortesi passava poi ad indicare le modalita di impiego del finanziamento italia- no, che meritano di essere riportate: # da rilevare che circa 5.000 dollari mensili, che provengono dal nostro aiuto, servono esclusivamente per le spese di organizzazione del partito (dipendenti della sede centrale; 32 attivisti sindacali; 25 attivisti campesinos; dipendenti delle sedi periferiche di Valparaiso, Concepcién, Cautin e del Sud). Gli altri 3.000 dollari sono destinati alla segreteria della Campagna, per spese di affit- to dei locali, personale, giri in provincia del candidato ecc. Pertanto, tutto il CFF, Eduardo Frei a Sereno Freato, 28 maggio 1963, Italia 1945-1963, CC/2-3-IT. % CFF, Eduardo Frei a Sereno Freato, 18 luglio 1963, Correspondencia Internacional, cc/2-3-T1. Le elezioni furono vinte da Jorge Alessandri Rodriguez con il 31,2% dei voti, su Salva~ dor Allende (28,6%) e, appunto, Eduardo Frei (20,5%). % Franco Cortesi, Lettera riservata personale all’onorevole G. Battista Scaglia e al dott. Sereno Freato, 5 settembre 1963, gentilmente concessa allautore. # Evidentemente Cortesi non era a conoscenza dell'aiuto nordamericano, di cui si dira pid avanti. 42 j Raffaele Nocera settore della propaganda e tutte le spese di carattere pitt propriamente elet- torale (come quelle per Vorganizzazione di congressi, meetings ecc.) restano a carico dei finanziatori locali del partito, che pur essendo numerosi e costanti, sono perd economicamente deboli. Sara poi necessario, piti in la, uscire con un foglio quotidiano e quindi farsi carico di ulteriori impegni finanziari. é per questo motivo che caldeggiava nuovamente «di sequire fino alla fine d'an- no con Fattuale versamento mensile, pid il versamento straordinario di 15.000 dollari in ottobre per la Radio Cruz del Sur, e successivamente nel corso del ’64 di aumentare di 3-4.000 dollari i versamenti mensili, per venir incontro in misura maggiore ai bisogni degli amici cilenin. In una delle sue ultime relazioni inviate dal Cile, datata 15 aprile 1964”, Cortesi ritormava su molti dei temi trattati in passato, in primo luogo sull'aspetto finanziario comuni- cando che «Frei ci richiede un aiuto immediato di 70-100 mila dollari». Informava, poi, che, la candidatura del leader democristiano era ormai quella con maggiori possibilita di successo e che la sua campagna elettorale si stava sviluppando senza intoppi significativi, anzi con maggiore efficienza sul piano organizzativo, della propaganda e nel «settore della stampan*; che grazie alla sua intercessione, la FIAT di Santiago aveva messo a disposizione di Frei una autovettura «per i suoi giri elettoralin (Cortesi ipotizzava anche che Uazienda torinese avrebbe potuto «mettere a disposizione una decina di campagnolen); infine, sottolineava che era «assai importante creare un clima di solidarieta esterna a Frei» perché «non ¢@ dubbio che la posta in gioco nelle elezioni presidenziali cilene & motto alta, non solo per quel paese, ma per U'intero mondo occidentale». A questo punto, @ lecito chiedersi: perché Freato, fedelissimo di Aldo Moro, investi tante risorse e impegno sulla democrazia cristiana cilena? A quanto pare, il Cile presenta- va una pluralita di condizioni favorevoli ma soprattutto di somigtianze con la realta italiana del periodo. Una spiegazione ce la fornisce proprio Franco Cortesi: La presenza dei partiti De in America Latina, dove ‘unica alternativa ai partiti conservatori o alle Giunte militari sembrava essere la rivoluzione castrista di Cuba, poteva rappresentare la via alternativa per le riforme e lo sviluppo democratico. La situazione del Cile sembrava prestarsi bene al nuovo esperi- mento. Anche per singolari analogie con Vesperienza italiana: problemi di sviluppo economico e sociale simili a quelli che in quel periodo il nostro Paese attraversava nel Mezzogiomno, un leader Dc come Eduardo Frei di grande leva- tura riformista che poteva richiamare una figura come quella di De Gasperi, un partito comunista cileno attento alle posizioni del partito comunista italiano e unito nel Fronte Popolare ad un partito socialista attraversato da molte ani- me come da noi in Italia. Non a caso nei comizi per la campaqna presidenziale % Quasi alla fine della lettera, Cortesi rilevava che con il potenziamento («grazie al no- stro aiuto») di questa emittente radiofonica «la Dc potra disporre di un importante strumento di presenza politica non solamente in Cile, ma anche in altri paesi del continente dove la radio potra essere ascoltatan. Da notare che il finanziamento italiano fu complessivamente di 30.000 dollari.. ® Franco Cortesi, Relazione, Cile (visita dal 15/3/64 al 8/4/64), gentilmente concessa allfautore. © A tal proposito segnalava «appoggio che i giomali dellimpresa editoriale El Mercurio (la pia importante del Cile) danno ormai alla candidatura di Frei», 43 [ Riflessioni sull‘intemazionatismo democristiano e sulle relazioni italo-cilene, 1962-1970 Frei parlera del «miracolo economico» italiano realizzato dalla De, prometten- done un altro per il suo Paese. Insomma, Yavvento in Cile, per la prima volta in America Latina, di un Presidente democratico cristiano contro conservatori e comunisti avrebbe significato un sucesso politico internazionale anche per ia Dedi Moro. Un sucesso politico tanto pit significativo anche verso Valleato Stati Uniti cost vitalmente interessato alle sorti del Sud America e peraltro gid cosi scettico sulle prospettive della politica di centrosinistra avviata dalla De italiana®, Nel triennio 1962-64 la Dc italiana ~ o, per essere pid precisi, Freato e la cor- rente morotea ~ si lancid dunque in un progetto di aiuti finanziari in un paese dell’America Lati- na, Certo, si trattd di cifre molto inferior’ rispetto a quelle messe in campo dal Dipartimento di Stato statunitense® e non si pud escludere che le somme raccolte da Freato provenissero anche, se non soprattutto, dagli Stati Uniti, nel senso che furono stornate da quelle che la De riceveva regolarmente e copiosamente da Washington per «attivita varien. Molto probabilmente il governo nordamericano era informato di questa iniziativa®, anzi si pud supporre che la Dc agi di concerto con li Stati Uniti sulla base della considerazione che il partito italiano poteva fare leva sulle affinita politico-ideologiche con la controparte cilena, nel quadro di una operazione imponente messa in piedi dall'amministrazione Kennedy®. Lex ambasciatore statunitense in Cile dal 1967 al 1971, Edward Korry, sostiene infatti che 'amministrazione Kennedy si lancid in un programma in grande stile, sull’esempio di quanto gli Stati Uniti avevano fatto in Italia nel 1948, al fine di creare una «dinastia politica democratico-cristiana» nel paese andino che governasse a lungo e che fosse sufficientemente stabile e affidabile da ricevere gli aiuti nordamericani. A suo dire A Santiago, organizzazioni ecclesiastiche nazionali e straniere coordinarono {loro sforzo di raccolta dei fondi in Europa con la CIA ¢ la Casa Bianca; gli import rastrellati mediante questa operazione congiunta, provenienti da or- ganizzazioni democristiane come la Adenauer Siftung tedesca e da sovrani come il re del Belgio [...] rappresentano la somma di denaro messa insieme © Intervista a Franco Cortesi, 30 maggio 2007. Savio afferma, invece, che nel finanziare la De cilena, Freato vi intravedeva la possibilita di «fare affari in America Latinan, cioé che il rafforzamento dei vincol interpartitici potesse favorire un approfondimento dei rapporti economici e degli scambi commer ali, Cr. Intervista a Roberto Savio, 17 aprile 2007. © Nel 1975, la commissione Church del senato statunitense stabili che si tratté di una cifra tra 13 e1 4 milioni di dollari. Lambasciatore statunitense in Cile dal 1967 al 1971, Edward Korry, so- stiene, invece, che gli aiuti nordamericani alla campagna elettorale di Frei ammontarono a circa 20 milioni di dollari raccolti dallAgency for Intemational Development. Cfr. Intervista di Arturo Fontaine Talavera e Joaquin Fermandois ad Edward Korry in «Estudios Pablicos», 72, 1998, pp. 75 € ss. © Nellintervista pid volte citata, Cortesi ricorda di un pranzo di lavoro a Roma con Freato e Scaglia alla presenza di un esponente dell’ambasciata statunitense in Italia, e soprattutto che, durante il suo soggiomo cileno, elabord alcune relazioni sulla situazione politica del paese Latinoamericano, consegnandole esclusivamente ad un «cittadino statunitense» (di cui non ricorda il nome ma che «disse che lavorava presso una Compagnia nel settore del ramen). Savio sostiene che Freato non avesse messo al corrente gli Stati Uniti. & Secondo Filippo Pandolfi «non é la Dc che finanzia, la Dc @ il canale di finanziamento privilegiato della CIA 0 dei servizi di intelligence del Dipartimento di Stato», canale incaricato di sfruttare il meccanismo della solidarieta democristiana internazionale e le affinita ideologiche. Cf. Intervista a Filippo Pandolfi, 18 luglio 2007. 44 i Raffaele Nocera dal'amministrazione Kennedy per finanziare Voperazione realizzata in Cile tra 411963 e il 1964", Dunque, agli spunti forniti da Cortesi, occorre aggiungere quelli pid. circostan- ziati del'ex ambasciatore Kory e ipotizzare che Cazione italiana rientrd in un progetto di pid vasta portata pianificato dalla Casa Bianca e tendente a favorire Lascesa al potere in Cile di una forza politica verso cui convogtiare gli aiuti previsti dall/Alleanza per il Progresso e, pill in gene- tale, in grado di contrastare il «pericolo comunista» e di assumersi il compito di baluardo della democrazia. 2. I rapporti istituzionali Le manovre cui abbiamo fatto cenno ~ fossero esse frutto delliniziativa perso- nale (di Freato), di una corrente della Dc (quella morotea), elaborate di comune accordo 0 meno con gli Stati Uniti®, sicuramente riservate e delle quali fu all’oscuro la rappresentanza diplomatica ‘italiana in Cile, dal momento che vennero utilizzati canali non ufficiali - testimoniano il gran- de interesse e, appunto, la «solidarieta che la Dc italiana voleva dimostrare verso la consorella cilena» e, pid, in generale, lintenzione di proiettarsi in un contesto geopolitico lontano e di ottenere un successo politico internazionale, magari da spendere con l'alleato statunitense. Tanto pid che Vattenzione dell‘Ttalia in quegli anni non era rivolta solo al Cile, bensi un po’ a tutto il subcontinente, come dimostra il viaggio che il presidente della repubblica Giuseppe Saragat, accompagnato da Fanfani, compi dal 10 al 21 settembre del 1965 in alcuni paesi latinoamericani (Brasile, Uruguay, Argentina, Cile*, Venezuela, Pert). La terza visita di un capo di stato itatiano jin America Latina® fu annunciata come una iniziativa dell‘talia tesa a rilanciare la sua politica verso (America Latina®. La «ripresa cosciente dei problemi» delle realta del subcontinente, come © E. Kory, Los Estados Unidos en Chile y Chile en los Estados Unidos. Una retrospectiva politica y econémica (1963-1975), in «Estudios Pablicos», 72, 1998, p. 65. Pid avanti, nellintervista gid citata rilasciata a Fermandois e Fontaine, Korry accenna anche «ai contatti della CIA e di [padre Roger] Veckemans con i democristiani italiani affinché questi ultimi inviassero aiuti al Cile. Non si pud dire che fu una operazione diretta degli Stati Uniti; ma [...] bisognava rimborsare Italia, forse non tutto, ma qualco- 58... Wi, Ps 79, © In seguito, durante la gestione di Rumor non sarebbero mancate incomprensioni con Washington, come si evince da un appunto riservato inviato da Francesco Cossiga a Mariano Rumor il 12 agosto 1965. Nel metterlo al corrente dei preparativi del suo imminente viaggio a Washington (fissato per it 25 di quel mese) e, in particolare, dei colloqui avuti con il capo della sezione politica delambasciata statunitense a Roma, Peters, e con il suo assistente per gli affari della Dc e della Santa Sede, Cooke, Cossiga segnalava: «Sono ritomati alla carica sulla influenza della Dc nell’America Latina, cui evidentemente comin- ciano a dare la giusta importanza». Cit. Lettera riservata di Francesco Cossiga a Mariano Rumor, 12 agosto 1965, conservata in ALS, Fondo della Democrazia Cristiana, Segreteria Politica, scatola 182, fascicolo 2. ® A Santiago Fanfani, oltre agli incontri ufficiali, ne ebbe uno, il 19 settembre, con la direzione nazionale del Pdc. Per un resoconto e il discorso pronunciato dal ministro degli Esteri italiano si veda Boletin P.0.C., 4, 1965, pp. 9-13. Le prime due erano state compiute da Giovanni Gronchi nel settembre del 1958 (Bra- sile) e nellaprile del 1961 (Peri, Argentina e Uruguay). © Chr. B.C., Il presidente Saragat nellAmerica Latina, in «Relazioni Internazionalin, 37, 1965, pp. 851-852. Riflessioni sull'internazionalismo democristiano e sulle relazioni italo-cilene, 1962-1970 si disse allora, era stata, del resto, anticipata da Fanfani alcuni giorni prima del viaggio con Saragat, il 4 settembre, in occasione di una colazione offerta agli ambasciatori latinoamericani a Villa Madama. In quella circostanza il ministro degli Esteri aveva annunciato la creazione di un istituto italo-latinoamericano per la cooperazione culturale ed economica e per le relazioni umane”, Quello esposto e immaginato da Fanfani era uno obiettivo molto ambizioso, realizzatosi solo in parte. Malgrado cid, si trattava di una proposta originale e molto impegnativa che poneva (‘Ttatia in prima fila, tra i paesi europei, nella cooperazione con 'area latinoamericana. Il governo italiano si faceva, dunque, promotore della creazione di un organismo di collegamento con tutti { paesi del subcontinente, con personalita giuridica e di diritto internazionale ~ {Istituto Italo- Latinoamericano (lila) ~ che sarebbe nato, dopo intense attivita diplomatiche tra UItatia e i 20 stati latinoamericani, ufficialmente a Roma il 1° giugno 1966” «con il voto favorevole in Parka mento dell opposizione comunistan”. Vannuncio di Fanfani sull'Tila awenne esattamente un anno dopo le elezioni presidenziali cilene e la vittoria di Frei, che ricevette grande copertura mediatica in Italia” con numerosi trafiletti e articoli pubblicati sui principati quotidiani, servizi radio-televisivi e scritti di commento come quello apparso nella rivista dell'Ispi, «Relazioni Internazionalin. Nel numero del 12 settembre 1964”, si analizzava proprio il risultato ottenuto da Frei, sottolineando il successo anetto» e «inatteson’5. Una settimana dopo era la volta di un breve ma encomiastico ritratto di Eduardo Frei, politico «indubbiamente dotato» e «primo presidente democratico cristiano di una Repubblica delAmerica latinay”. Gli articoli usciti in occasione della vittoria di Frei fornirono una prima e parzia- le rappresentazione di cid che era accaduto e stava accadendo in Cile ma, ovviamente, non col- marono la sostanziale indifferenza mostrata dai mezzi di comunicazione sino ad allora. Nel 1964, pertanto, ancora molto poco si sapeva in Italia della democrazia cristiana cilena. Ma la curiosita e U'interesse per il Pdc e per la politica cilena in generale ben presto crebbero e, in tal senso, la vittoria di Frei fece da volano. Uno dei primi tentativi tesi ad informare Vopinione publica ™ Cfr. Fanfani propone un istituto di cooperazione cutturale ed economica, in «Relazioni Intemazionali», 37, 1965, p. 863. "2 Cf. LV, Ferraris (a cura di), Manuale della politica estera italiana 1947-1993, Roma- Bari, Laterza, 1996, p. 206. 72 L. Guamieri - M.R. Stabili, Il mito politico dellAmerica Latina negli Sessanta e Settanta, cit., p. 229, Per il testo della convenzione vedi: «Relazioni Internazionalin, 26, 1966, pp. 696-697. Si veda pure Istituto Italo-Latino americano, Decimo anniversario, Roma, TILA, 1976. ® Vambasciatore cileno in Italia Hernan Cuevas Y. ne dava pronta comunicazione in un dispaccio nel quale sottolineava «la straordinaria ripercussione in Italia» della tornata elettorale, soprattut- to in considerazione del fatto che «la stampa italiana, di solito, non riporta le notizie su cid che succede nei paesi latinoamericani». Cfr. Archivo del Ministerio de Relaciones Exteriores (d’ora in avanti AMRE), Amba- sciata cilena a Roma a Ministero degli Esteri, Oficio Ordinario n. 559/138, 7 settembre 1964, volume 157. ER, La vittoria di Eduardo Frei, in «Relazioni Internazionalin, 37, 1964, pp. 1179- 1180. %5 La rivista si era gia occupata delle elezioni cilene quattro mesi prima del voto in L.G., Prospettive nuove per le elezioni cilene, in «Relazioni Internazionalin, 18, 1964, pp. 672-673. % Cfr, Eduardo Frei, in «Relazioni Internazionali», 38, 1964, p. 1209. Da notare che alla cerimonia di assunzione del mandato presidenziale la missione straordinaria italiana fu composta da Gian Battista Scaglia (capo missione), da Luigi Valdettaro della Rocchetta (consigliere diplomatico del presidente della Repubblica), da Sereno Freato e da Roberto Savio. 46 i Raffaele Nocera italiana” e ad offrire una prima comprensione delle formazioni democristiane latinoamericane e cilena fu Uarticolo di José Luis Gotor in cui si esaminavano i principi ispiratori e taluni aspetti delideologia democristiana del subcontinente, nonché i passi pid importanti compiuti dai partiti Dc attraverso gli scritti di alcuni tra i suoi principali esponenti. Sul versante delle «funzionin Gotor segnalava: Alcuni osservatori politici attribuiscono alla Democrazia Cristiana latino-ame- ricana la stessa funzione di argine anticomunista che la Democrazia Cristiana ebbe in Europa nellimmediato dopoguerra. Cid pud essere anche possibile, ma cid che importa sottolineare @ che oggi i cattolici [...] tendono a costituirsi come partito di apparato e di massa, a creare, sulla base della dottrina sociale della Chiesa [...] una terza posizione di rivoluzione «integralen, che si pone come alternativa al comunismo e al capitalismo e al governo con il liberismo, il radicalismo di sinistra e il conservatorismo [...] La funzione immediata ed urgente che i partiti democristiani si propongono di assolvere & quella di in- . tegrare politicamente le masse rurali, di modernizzare le strutture di una so- cieta arcaica, promuovendo drastiche riforme agrarie, tributarie e scolastiche e assicurandosi, nel contempo, il consenso degli strati medi’. Sulle prospettive ovviamente non ci si sbilanciava pit di tanto anche se si rico- noscevano le grandi potenzialita delle formazioni democristiane latinoamericane e i tentativi tesi ad approfondire ta collaborazione internazionale: Non sappiamo quali saranno le possibilita reali di questo movimento, di questo rilancio della Democrazia Cristiana. E certo che essa lavora oggi per organiz- zare i suoi sforzi su un piano continentale. D’altra parte, anche la Democrazia Cristiana europea (Germania e Italia) [...] sta cercando di intensificare la sua azione in America Latina, collaborando alla formazione di quadri dirigenti, e promuovendo scambi di studio e di informazione e organizzando seminari”. La prudenza di Gotor era dovuta al fatto che lazione di governo della Dc cilena non era ancora iniziata e, per giunta, in quelle settimane si nutrivano forti timori circa la posizio- ne di minoranza al Parlamento dell'esecutivo a guida democristiana, timori che venivano accanto- nati Vanno seguente, quando si salutava con grande soddisfazione il trionfo del Pdc nelle elezioni parlamentari del mese di marzo e la conquista della maggioranza assoluta®, Tutto sembrava pronto per acctamare anche in Italia il leader pid innovatore dellAmerica Latina e per tributare il giusto omaggio al Cile e alla democrazia cristiana cilena. E in quest’ottica che va inquadrato il ”' Ma non il primo. Si veda, solo per citare un esempio, il numero della rivista mensile «IL Nuovo Osservatoren, del gennaio 1964, con vari articoli sull”America Latina e sulle Dc del subcontinente, con contribuiti di democristiani italiani e latinoamericani, tra cui quello di Eduardo Frei dal titolo La rivoluzione nella liberta. *J,L. Gotor, La Democrazia Cristiana nell/America Latina, in «il Mulino», 9, 1964, p. 897. ™ Iv, p. 900. © Chr. Trionfo della Dc nel Gile, in «Relazioni Internazionali», 11, 1965, p. 252. Riflessioni sull'internazionalismo democristiano e sulle relazioni italo-cilene, 1962-1970 47 viaggio di Eduardo Frei in Italia dal 2 al 4 luglio del 1965*, in occasione di un tour europeo che lo portd anche in Francia, Gran Bretagna e Germania®. Prima di esaminare pid nei dettagli la visita di Frei e gli sviluppi successivi, & opportuno sottotineare che a partire da allora, se nion addirittura dalla sua vittoria nelle elezio- ni presidenziali, si assiste ad un sostanziale cambio di registro, nel senso che da una relazione esclusivamente interpartitica si passa ad un rapporto principalmente istituzionale. Cid non si- gnifica che la collaborazione (e il sostegno italiano) tra i due partiti venne accantonata; pid semplicemente essa rappresentd un fattore aggiuntivo, che agevold la cooperazione diplomatica ed economica-commerciale. In sintesi, @ indubbio che il migtioramento qualitativo e quantitativo delle relazioni italo-cilene che si registrd nel periodo 1965-70 fu facilitato dal fatto che a dialo- gare furono politici dello stesso colore politico, ma @ altrettanto fuori discussione che a partire dalascesa alla presidenza di Frei al centro delle discussioni non ci fu pit il tipo di aiuto che la De poteva fornire alla sua controparte cilena, piuttosto quali strade seguire per potenziare i vincoli tra i due paesi, magari awicinandoli quanto pid possibile 2 quelli esistenti tra UTtalia e i suoi partner storici nel subcontinente®. Tornando alta visita, essa servi, ovviamente, anche a cercare di migtiorare gli scambi commerciali (tanto pid che «il Cile non @ per Utalia un mercato di vaste proporzioni»)®, ma ancor di pid i vincoli interpartitici®, e pid in generale per rilanciare su basi pid solide le rela- © Cfi. Un viaje histérico, in «Politica y Espiritu», 290, 1965, pp. 11-14; El Diario all Gior- no» de Mildn entrevista al presidente Eduardo Frei, in «Politica y Espiritu», 291, 1965, pp. 30-36; Comunicado oficial de la visita del presidente Eduardo Frei, in «Politica y Espiritu», 291, 1965, pp. 38-39. Ma si veda anche, solo per citare un esempio, il commento dell'ambasciatore cileno a Roma Francisco A. Pinto del 12 luglio 1965, secondo il quale, a proposito della copertura mediatica, «gli articoli e le cronache di quotidiani e riviste, dedicate alla visita, superarono il numero di 1.300». Cft. AME, Ambasciata cilena a Roma a Mini- stero degli Esteri, Aerograma n, 762/110, 12 luglio 1965, scatola 65. © Un resoconto dettagliato del viaggio di Frei in Europa (e in America Latina) si trova nella circolare inviata il 20 novembre 1965 dal ministro degli Esteri Gabriel Valdés Subercaseaux a tutte le sedi diplomatiche all‘estero. Cir. AMRE, Circular Estrictamente Confidencial n. 14. ® Tl miglioramento dei rapport italo-cileni si insert in una strategia di grande dinamismo della politica estera del governo Frei, incentrata soprattutto sul rafforzamento dell'integrazione latinoame- ricana e, dopo il 1967, su una maggiore autonomia dagli Stati Uniti. Quegli anni rappresentarono per il Cile il periodo di maggior prestigio in ambito intemazionale e, in particolare, di quello interamericano. Cf. J. Fermandois, Mundo y fin de mundo. Chile en la politica mundial 1900-2004, Santiago, Universidad Catética de Chile, 2005, pp. 302-324; W. Hofmeister, La opcién por la democracia, cit., pp. 97-102. % Quella di Frei fu preceduta e seguita quell’anno ~ a conferma della sintonia esistente tra i due paesi - da numerose altre visite di personalita cilene di primo piano come, solo per citame due, il cardinale Ral Silva Henriquez e il presidente del Senato Tomas Reyes Vicufa, nonché da due delegazioni parlamentari. Cfr. AMRE, Ambasciata cilena a Roma a Ministero degli Esteri, Oficio Confidencial n. 265/12, 30 aprile 1966. % B.C., La visita del presidente Frei, in «Relazioni Intemnazionalin, 28, 1965, p. 659. I ‘temi commerciali furono affrontati anche nel comunicato congiunto e nel discorso di Frei in Campidoglio. Si veda nello stesso numero della rivista Loperante solidarieta sottolineata dal comunicato finale (p. 672); Frei invita UTtalia e {Europa a collaborare con tAmerica Latina (pp. 673-674); Esaltati da Moro i comuni obiettivi (pp. 672-673). Un’accurata analisi degli scambi commerciali italo-cileni si trova in AMRE, Ambasciata cilena a Roma a Ministero degli Esteri, Oficio Ordinario n. 298/75, 12 maggio 1966, nel quale si segnalava, tra Ualtro, che rispetto all’anno precedente le esportazioni cilene erano diminuite dello 0,2%, quelle italiane dell’8,2%. ® qaffinita ideologica tra la formazione politica di Frei e la Democrazia cristiana italiana @ un elemento che ha il suo peso nella valutazione del viaggio a Roma del presidente cileno». Cfr. B.C., La visita del presidente Frei, cit., p. 659. Raffaele Nocera zioni bilaterali. In quell’occasione, infatti, e successivamente con la visita di Sa ragat in Cile, i due governi intavolarono negoziati su molte questioni, accordandosi in particolare per Listituzione di una Commissione mista interministeriale permanente incaricata di favorire la cooperazione tra le due nazioni, Vapertura da parte del governo italiano di una linea di credito in favore del Cile per lo sviluppo industriale e ampliamento dell’assistenza tecnica, e Vinstallazione nel paese andino di industrie italiane (in particolare la Fiat). Le intese abbozzate nel periodo luglio-settembre 1965 furono perfezionate V'anno seguente. In merito alla linea di credito, i due governi firmavano il 1° febbraio 1966 un accordo in base al quale UTtatia concedeva un prestito di 6 miliardi e 250 mitio- ni di lire al Cile per Vacquisto di macchinari e attrezzature industriali italiane: gli enti incaricati di gestire operativamente il prestito furono, da parte cilena, il Banco Central de Chile, da parte italiana (Istituto Mobiliare Italiano”. Uapprezzabile stato delle relazioni bilaterali fu confermato dalla visita ufficiale in Cile del ministro del Tesoro Emilio Colombo il 21-23 aprile. Anche se il suo viaggio fu principal- mente di tipo «esplorativo»®, Colombo ebbe colloqui ai massimi livelli con il presidente Frei e i ministri degli Esteri (Valdés), dell'Economia (Santamaria), delle Finanze (Molina), dell'agricoltura (Trivelli), con il presidente del Pdc (Aylwin), durante i quali si discusse di come approfondire i rapporti industriati e commercial e, pid in particolare, di un accordo tra aziende italiane e cilene per la produzione di manufatti di rame e delf'installazione in Cile della Fiat come associata della cilena Corporacién de Fomento de ta Produccién (Corfo), per la produzione di parti elettriche di automobili con licenza della Marelli. Per ragioni di spazio non @ possibile dilungarsi sull’evoluzione della coopera~ Zione economico-commerciale tra i due paesi negli anni sequenti. £ sufficiente rilevare che i due governi lavorarono intensamente per potenziarla sino alla fine del mandato di Frei nel 1970. E difatti, a differenza di quanto segnalato dall’ambasciatore cileno Francisco A. Pinto nel 1966, la situazione migliord sensibilmente e nel periodo 1965-1970 gli acquisti italiani di prodotti cileni testimoniarono una crescita significativa raddoppiando, nel 1970, la partecipazione raggiunta nel 1965. In quest'ulti- mo anno, le esportazioni del Cile verso UItalia rappresentavano il 3,6% delle esportazioni totali, mentre nel 1970 si sono elevate fino al 7,4%. In questo ™ Si vedano AMRE, Ambasciata cilena a Roma a Ministero degli Esteri, Oficios Confiden- Giales n. 81/6 ¢ n. 265/12, rispettivamente del 4 febbraio e del 30 aprile 1966, Nel novembre del 1967, con scambio di note, i due governi procedevano ad ampliare la linea di credito di ulteriori 3 miliardi e 125 milioni di lire. Cfr. AMRE, Nota inviata dal Ministero degli Esteri cileno allAmbasciata italiana a Santiago, 6 novembre 1967, scatola «Italia, misién residente, 1967». ® Cfr. AMRE, Ministero degli Esteri ad Ambasciata cilena a Roma, Oficio Confidencial n. 8, 1 giugno 1966. * In una lettera inviata ad Amintore Fanfani il mese sequente, Frei accennd alla visita di Colombo, sottolineando che la sua presenza confermava «ancora una volta la straordinaria amicizia che ci unisce all Ttalia e il fatto che voi siete gli unici in Europa che comprendete realmente il processo politico che stiamo portando avanti. Cf. CFF, Eduardo Frei Montalva ad Amintore Fanfani, 27 maggio 1966, Corre- spondencia Internacional, (C/2-2-IT. ® Cfr. Colombo conclude la visita in Cile, in «ll Popaton, 23-6-1966. ® Cf. AMRE, Ambasciata cilena a Roma a Ministero degli Esteri, Oficio Ordinario n. 255/64, 26 aprile 1966; e Ministero degli Esteri ad Ambasciata cilena a Roma, Oficio Ordinario, 29 aprile 1966. 49 Riflessioni sull'internazionalismo democristiano e sulle relazioni italo-cilene, 1962-1970 a periodo, e specificamente nel 1967, UItalia ha avuto la sua massima parte- cipazione nelle esportazioni cilene, con '8,16% del valore totale, livello che non @ stato pid possibile raggiungere negli ultimi 20 anni. In relazione alle importazioni, queste sono rimaste stabili — circa il 2% — nel periodo™. Vale la pena segnalare, inoltre, che il miglioramento della cooperazione econo- mico-commerciale fu possibile soprattutto grazie alle numerose missioni governative italiane e cilene che si recarono nell'uno e nell’altro paese®. In tutte le occasioni in cui le delegazioni dei due stati si incontrarono, a Roma come a Santiago, il comune denominatore fu di incrementare appunto la cooperazione bilaterale nei pit svariati ambiti, industriale, commerciale, culturale, militare e ovwviamente politico-diplomatico. E in questo quadro che occorre inserire, dunque, la missione economica e commerciale italiana che si recd a Santiago dall'11 al 17 aprile del 1969 presieduta dall’onorevole Giuseppe Gerbino™, e la visita sempre in Cile alla fine di quel mese del gruppo di lavoro degli istituti Iceps e Svires (Sviluppo Relazioni Estere) incaricata di verificare la fattibilita di un programma di collaborazione industriale, tecnica, economica e finanziaria fra italia e il Cile%; la delegazione commerciale cilena in visita in Italia nel mese di settembre del 1969%; la visita ufficiale a Roma del ministro degli Esteri Gabriel Valdés il 23-24 ottobre sempre di quell'anno™; la missione in Cile del presidente dell Tri, Giuseppe Petrilli, dal 18 al 23 aprile del 1970, Gli incontri appena elencati testimoniano il significativo salto di qualita com- piuto nella seconda meta degli anni Sessanta sulla strada del miglioramento qualitativo e quanti- tativo delle relazioni bilaterali Italia-Cile e, sebbene si manifesti sotto traccia, dell’accentuazione dei vincoli interpartitici. Cid nonostante, alla fine del decennio, alVinterno della De erano ancora pochi coloro che erano al corrente di quanto stesse avvenendo nel lontano paese andino, e/o consapevoli dei risultati della Dc cilena e, piti in generale, latinoamericana. Probabilmente é per © Istituto per la cooperazione economica internazionale e i problemi dello sviluppo ((ceps), Venti anni di economia cilena. Analisi delle relazioni economiche e commerciali ta Cile e Ttalia e prospettive di cooperazione, Roma, 1987, p. 24. 3 Non mancarono, owiamente, gli incontri tra rappresentanti dei due partiti ~ dunque inseriti nella cornice interpartitica e non istituzionale - soprattutto in Italia. In tal senso, occorre ricordare iLlungo soggiorno di Patricio Aylwin nel 1967. Aylwin ebbe modo di visitare praticamente tutta la penisola e di incontrare i vertici della Dc e del governo italiano (in particolare Fanfani, Moro, Rumor, Colombo). Vedi, a questo proposito, le lettere inviate da Roma da Patricio Aylwin a Tomas Reyes Vicufia e al presidente Eduardo Frei rispettivamente il 24 aprile e il 29 settembre del 1967 custodite, ma non catalogate, dallarchivio della Comoracion Justicia y Democracia. % Cf, AMRE, Ministero degli Esteri ad Ambasciata cilena a Roma, Oficio Ordinario, n. 9563, 12 maggio 1969. % Cf, AMRE, Ambasciata cilena a Roma a Ministero degli Esteri, Oficio Confidencial n. 129/18, 10 marzo 1969, ma si vedano anche le notizie riportate in Programma di cooperazione economica italo-cilena, in «ll Globo», 6-3-1969; [Ttalia collaborerd allo sviluppo del Cile, in «Il Messaggero», 6-3-1969; ‘Accordo di cooperazione fra (Ttalia e il Cile, in «Il Tempo», 6-3-1969. 9% Cf, AMRE, Ministero degli Esteri ad Ambasciata cilena a Roma, Oficio Ordinario n. 17593, 12 settembre 1969. 7 Cfr, AMRE, Ambasciata cilena a Roma a Ministero degli Esteri, Oficio Confidencial n. 606/64, 6 novembre 1969. % Chr, AMRE, Ministero degli Esteri ad Ambasciata cilena a Roma, Oficio Confidencial n. 13, 15 maggio 1970. 50 i Raffaele Nocera rispondere a una esigenza di maggiore conoscenza che nel 1968 Angelo Bernassola dava alle stampe un libro che, come ammesso nella breve introduzione, si presentava come un «modesto sforzo [...] compiuto specialmente per rispondere ~ seriza pretesa di completezza - allesigenza di quanti, all‘interno e all'esterno della D.C., lamentano la frammentarieta delle notizie riguardanti il cammino ¢ Uincidenza delle idee democratico cristiane fuori del nostro Paese»®. A proposito del significato della «rivoluzione nella liberta» di Frei, Bernassola scriveva: Vesempio cileno ha dimostrato che la vera rivoluzione la si ottiene senza violenza, rafforzando le istituzioni democratiche, rimuovendo gli ostacoli che si frappongono allo sviluppo della cultura, attuando un ampio intervento pubblico in economia e sottraendo alle pressioni straniere le propre risorse natural, Bernassola non prevedeva che Lesperienza della Dc cilena e del governo Frei si sarebbe esaurita di li a due anni, né tanto meno, che nel 1973 i democristiani cileni non si sareb- bero opposti al golpe. Molto @ stato scritto, soprattutto in chiave polemica, sulle responsabilita del Pdc in quella circostanza™. Per ragioni di spazio non @ possibile affrontare la questione in questa sede. Si pud solo accennare, a mo’ di conclusione, e nel quadro dei rapporti italo-cileni, che la Dc, ufficialmente, si mostrd sorpresa per il colpo di stato e che i rapporti interpartitici subirono nei due anni successivi all'ascesa al potere dei militari un brusco raffreddamento, come dimostra la nota lettera di Eduardo Frei a Mariano Rumor del novembre del 1973”, in cui il leader cileno giustificava la condotta sua e del suo partito in occasione del colpo di stato e smentiva connivenze con i militari, per diventare nuovamente cordiali nel biennio 1975-76; e che sul piano delle relazioni diplomatiche UItalia fu uno dei pochi paesi a non riconoscere ta giunta militare. Solo nei confronti della dittatura cilena il governo italiano optd per la linea della fermezza, so- prattutto perché costretto da motivazioni contingenti legate alla politica nazionale (intransigen- za dei socialist). Nei confronti degli altri regimi mititari al potere in quegli anni, Roma scelse una condotta differente, tesa proprio a non ripetere gli «errorin commessi in occasione del cambio di regime in Cile nel 1973, preferendo una consapevole e sostanziale disattenzione per le vicende politiche interne ai paesi latinoamericani. Raffaele Nocera, Universita di Napoli-U‘Orientale, mocera@uniorit ® A. Bernassola, Democrazia Cristianarealtaintemazionale, Roma, EdizioniCinque Lune, 1968. 109 Tvi, p. 35. +1 Tn tal senso, solo per citare un esempio, si veda, il gia menzionato contributo di Corrado Corghi, Lideologia democristiana e Uintemazionale Dc, scritto sullonda dell’emozione per la tragica morte di Salvador Allende e la fine dellesperienza politica di Unidad Popular (nonché delle prime notizie relative alla violazione dei diritti umani). +2 La versione originale si trova nel Centro de documentacién Fundaci6n Frei. Una ripro- duzione integrale @ presente nel volume curato da S. Correa et al., Documentos del siglo XX chileno, Santiago, Editorial Sudamericana, 2001, pp. 413-427. 51 Riflessioni sull'internazionalismo democristiano e sulle relazioni italo-cilene, 1962-1970

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