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PASQUALE STOPPELLI La Mandragola: storia ¢ filologia Con I’edizione critica del testo secondo il Laurenziano Redi 129 BULZONI EDITORE ‘TUTTI I DIRITTI RISERVATI B vietata la traduzione, la memorizzazione elttronia, la riproduzione totale o parziale, con qualsiasi mezzo ‘compres la fotocopia, anche ad uso interno 0 didattico Lilleito sara penalmente perseguibile a norma delat 17 della Legge n, 633 del 22/04/1941 © 2005 by Bulroni Editore | (00185 Roma, via dei Liburni, 14 ; tp:fwwewbulzoniit e-mail bulzoai @bulzoni it ISBN 2570.01. TNOMI DEI PERSONAGGI In un frammento riportato da Ateneo!, Antifane, drammaturgo ateniese attivo nel IV secolo a. C., sostiene che I’arté del poeta comico é ben pid diffi- cile di quella del tragico®. Quando Edipo entra in scena, basta che sia proferi- to il suo nome e gli spettatori sanno gia tutto di lui, Il poeta tragico non ha bisogno di raccontare l'antefatto. I commediografo, invece, mette in scena ogni volta una vicenda nuova’. Gli spettatori della commedia non conoscono preventivamente i personaggi: sono costretti a scoprirli man mano che Ia rap- 1 Bnudito greco det IIL secolo d, C., autore dei Deipnosofit, opera in quindici porta, fra altro, citea 1500 frammenti di testi di autori greci andati perduti. L'opera & ‘ata tradotta in italiano in una splendida edizione: Ateneo, I Deipnosofisti, Prima traduzio- fe italiana commentata su progetto di L. Canfora. Introdurione di Ch. Jacob, Roma, Salerno Editrice, 2001 a paterita del frammento (2222-b) & da alcuni atibuita ad Aristofane. Si tascrive dall’edizionecitaa (II, pp. 541-42): «La tragedia& in tutto poesia fortuna: il pubblico / ne ‘conosce bene gli argomenti/ ancor prima che parli un personaggio: sicché il poeta / deve Solo ricordarli. Mi bastera di Edipo faze il nome: / ogni altra cosa il pubblico conosce: che Laio gli ® padre, / madre Giocasta, quali son le sue figlie e quali i tigi / che cosa pati {quali imprese ha compiuto. / Se uno poi nomina Alemeone, anche i bambini subito / hanno {ia dete tutto: che in preda a follin uccise /la madre, e che subito Adrasto adirato / giun- fget.¢ di nuovo poi se ne andra [..] / Quando poi non riescono a dite pit nulla / per assolu- fa mancanza di drammatiche risorse, /itragici, come un dito, sollevano la macchina, / con fappagamento degli spettatori. / La stessa cosa non @ leita a no, che dobbiamo /invemtarci {uto: nomi nuovi, argomenti nuovi, /discorsi nuovi, ¢ inoltre Vantefsto, / le vicende in ‘corso, Pepiloge /¢ Fesordio, Se un Cremete oun Fidone trascura/ uno qualungue di questi lementi lo si caccia subito a fischi. / Cid si concede invece a Peleo e a Teucro.» [Traduzione di A. Rimedio} Cosi commenta Borsellino 1989, p. 20, in maggine al frammento di Antifane: «ll comico percid non raccoglie una memoria colletiva, né fa riferimento a un astro maggiore Su cui misurare le proptie distanze. TI suo nucleo originario & un buco nero, un orice in ‘cu precipita la sua prima essenza: il riso» Soria eflologia della Mandragola presentazione si svolge. L'argomento 0 il prologo possono tutt’al pitt dare informazioni sommarie. Il tragico dispone di quanto gli occorre ancora prima di cominciare. 11 comico ® tenuto a inventare ogni volta tutto: i nomi, I’argo mento, i discorsi, ¢ poi I'antefatto, lepilogo. Nella lista di Antifane i nomi coccupano il primo posto, come se si dovesse cominciare proprio da fi. Di fatto in commedia il nome @ il primo segno distintivo del personaggio, il suo cartellino, Anche per il personaggio comico il nome ha a che vedere col suo destino, seppure in una forma meno costrittiva di quanto non avvenga in tra gedia, 0 addirittura in modo antifrastico. In un saggio dedicato ai nomi in commedia Anne Barton‘ sostiene che proprio in questo genere teatrale si giocherebbe la partta pit) interessante fra Cratilo ed Ermogene, i due personaggi del Cratilo di Platone divenuti ct mi rispettivamente della significativita e della convenzionalita nella commedia pid che in altri generi, come il romanzo o il raci Vautore dispone di tempi pit distesi per la descrizione del personaggio. Se infatti facciamo riferimento alla commedia dall’eta classica fino al teatro se tecentesco, osserviamo che i nomi sono tendenzialmente motivati. O perché dichiarano esplicitamente le caratteristiche del personaggio, o perché, anche se non sono linguisticamente “parlanti”, finiscono per definire convenzional- mente un tipo anagrafico ¢ sociale, dunque acquisiscono all'interno del gene~ re lo statuto di eponimi. Truffaldino, Tagliacame, Spaccamonti, Sbrodegona sono nomi goldoniani che contrassegnano immediatamente un tipo; ma a chi conosce le convenzioni del genere dicono molto anche nomi come Florindo, Rosaura, Colombina 0 Doralice. Quando Goldoni nella lettera «A chi legge» premessa al Sior Todero brontolon dell’edizione Pasquali, scrive: «Usavasi tun tempo dare ai personaggi delle Commedie de” nomi ¢ de” cognomi tratt dal loro carattere, 0 dai loro difettin’, lascia intendere di non condividere pid questa consuetudine. L’alternativa sari di dare ai personagei nomi realistici (Claudio, Roberto, Angelica, Camilla, ece.). L’autore sara allora costretto a mettere in atto degli accorgimenti drammaturgici per supplire alla mancanza di informazione che il nome-etichetta garantiva. Una lunga carriera teatrale 2 modo a Goldoni di sperimentare tutte le possibilita onomaturgiche a disposizione di un autore di commedie Plauto nelle sue 20 commedie da il nome a circa 175 personagsi: di que sti solo cinque condividono il nome con un altro personaggio. Dei 75 perso- “A. Barton, The Names of Comedy, Oxtord, Clarendon Press 1990, p. 14. Il saggio, {dopo un capitotointroduttivo, analizza sopratutto j nomi delle eommedie di Shakespeare "Tutte le opere di Carlo Goldoni, a cura di G. Onclani, VIll, Milano, Mondador 1948, p. SI igi non hanno nor pitt creati pitt all’in ventiva st con eleme terenziana uso di e Chremes Mach nabile pe grafo @ fi chiavelli tanto rist ratio al s capitolo, conto dit @ denomin cia, Ligur Lnon i Callims all’onoma V Heautor un po! m: V'Heauton gi Machis una comp variegata, Dei r bili, “Call battaglie, dragola ® conquista rma nel let pertinente moteo. “) vincitore, tutto amb “Timoteo mo tutt'al pid! darne Iecorre ancora prima futto: i nomi, I'argo- tdi Antifane i nomi ge proprio da li. Di | personaggio, il suo i che vedere col suo ynon avvenga in tra- Barton' sostiene che pil interessante fra pne divenuti emble- Bionalita dei nomi Fo il racconto, dove del personaggio, Se Ea fino al teatro set- Smotivati. O perché fo, © perché, anche fire convenziona interno del gene- smonti, Sbrodegona Be un tipo; ma a chi come Florindo, ra «A chi legge» serive: «Usavasi ide” cognomi tratti condividere pit nomi realistici allora costretto a fire alla mancanza carviera teatrale ‘onomaturgiche a maggi: di qui Dei 75 perso- Milano, Mondadori, I nomi del personage nagei nominati nelle 6 commedie di Terenzio ben 28 sono invece quelli che hanno nomi condivisi. Plauto & dunque dal punto di vista onomaturgico ben pid creativo di Terenzio. Egli affida la riconoscibilita del personaggio per lo pid all’interpretazione del nome. I nomi plautini dimostrano una fantasia in- ventiva straordinariamente fervida: nomi parlanti, antfrastici, ora composti con elementi greci ‘ora misti. Il maggior naturalismo della poetica terenziana fa invece che il personaggio possa rendersi riconoscibile attraverso uso di eponimi: Sostrata @ il nome della matrona, Bacchis della meretrice, Chremes del vecchio, Siro del servo. I modi sono diversi, il fine & lo stesso. Machiavelli non & un autore seriale di commedie, dunque non & parago- nabile per questo verso a quelli finora citati. La sua attivita di, commedio- grafo é limitata, ma non per questo secondaria. L’onomastica comica di Ma- chiavelli va di conseguenza saggiata su un campione ristretissimo di nomi tanto ristretto da rendere incerta finanche la possibilita di individuare una ratio al suo interno. Il tentativo di interpretazione che ® oggetto di questo capitolo, per giunta centrato sulla sola Mandragola, & costretto dunque a far conto di un insieme di otto personaggi e sette nomi (uno dei personaggi non @ denominato). Cominciamo facendone I’elenco: Callimaco, Siro, Messer Ni- cia, Ligurio, Sostrata, Frate Timoteo, Una donna, Lucrezia. I nomi dei due personaggi minori, Siro e Sostrata, rispettivamente servo di Callimaco e madre di Lucrezia, sono un evidente omaggio di Machiavelli all'onomastica di Terenzio. “Sostrata” @ il nome della madre i famiglia nel- T' Heautontimorumenos, nel Hecyra € negli Adelphoe: nella Mandragola un po madre di famiglia, un po’ ruffiana, “Siro” & il nome del servo nel- V'Heautontimorumenos ¢ negli Adelphoe. In relazione a questi dt ‘gi Machiavelli fa dunque propria l'eponimia terenziana. E il primo tassello di ‘una composizione onomaturgica che risulterd alla fine alquanto complessa © variegata, Dei restanti cinque nomi ben quattro sono etimologicamente interpreta~ bili. “Callimaco” &, con facile scomposizione greca, il guerriero dalle belle battaglie, il combattente valoroso e vittorioso: e il protagonista della Man: dragola effettivamente un vincitore, riuscendo a realizzare le sue mire di conquista, Che Callimaco combatta le sue battaglie non contro nemici armati ‘ma nel letto di Lucrezia é tuttavia un particolare che rende nello stesso tempo pertinente ¢ antifrastico quel nome, non diversamente da quelli di Nicia e Ti moteo, “Nicia” infatti racchiude in sé la nike, la vittoria. Ed & anche Nicia un vincitore, avendo guadagnato con Ia certezza di un erede il trofeo che pid di tutto ambiva. A quale costo questo avvenga lo sanno tutti, tranne Tui. Cosi pe “Timoteo”: con etimologia greca & “colui che onora Dio”; e infatti non c" ie personag Storia efilotogia della Mandagola nessuno pit sollecito del frate alle pratiche del culto. Che la sua moralita non idissima e che sia egli pitt del lecito tentato dal denaro, sono due aspet- ti che rendono tuttavia alquanto incerto lo statuto del nome che porta. Fin ‘qui, comungue, restiamo saldamente dentro le convenzioni proprie del gene- re comico, seppure con una maliziosita e una capacita corrosiva che non hanno precedenti nella tradizione plautina e terenziana, e neppure nelle com. medie italiane avanti e dopo la Mandragola. Ma all'interno di un'onomastica di commedia si iscrive a pieno titolo anche il nome di Ligurio. La sua interpretazione non 2 tuttavia, come per i precedenti, di altrettanta immediata decifrabilita. “Ligurio” deriva dal verbo latino ligur(ririre, della stessa radice di lingere ‘leceare’*. | significati che ligur(r}ire pd assumete sono tutti connessi con quello base di ‘leccare*, In Orazio (Sat. 1, IIT 81) sta per ‘assaggiare, degustare’, ed & costruito transitiva ‘mente. Altre attestazioni si registrano in Cicerone, Varrone ¢ Macrobio. Te renzio lo usa una sola volta nell” Eunuchus, in costrutto assoluto. Qui il servo Parmenone ha introdotto il giovane Cherea in casa di una meretrice che ha in ccustodia la fanciulla di cui Cherea & innamorato. Di questo Parmenone mena vanto, perché oltre a far ottenere al padroncino quanto desiderava, ha per- messo a lui di far esperienza dello squallore della vita delle meretric Quae dum foris sunt nil videtur mundius, nec mage compositum quicquam nec magis elegans, ‘quae cum amatore quom cenant ligurriunt Harum videre inluviem sordes inopiam, {quam inhonestae solae sint domi aique avidae cibi, {quo pacto cx jure hestemo panem atrum vorent ‘nosse omnia haee salus est adulescentulis Ligurriunt, ‘mangiano appena’, ossia ‘mangiucchiano, spilluzzicano’. E il caso di ricordare che I’Eunuchus & la commedia di Terenzio che, Andria a parte, lascia pid tracce nell’opera di Machiavelli: dalla rassegna dei tipi di commedia dei vv. 35-40 (ripresi nel prologo della Cizia e nel Dialogo) alla © Non ha alcun fondamento linterpretazione del nome di Ligurio come ‘igure, delka Liguria’, 0 la sua connessione con “ligurio", nome di una pietra preziosa che si ieneva, avere origine dall‘orina pietrficata della lince (vd. Sorella 1990, p. 29 sg. ripreso da S, Melani, Polisemia nei nom della “Mandragola” di Machiavelli, «ll Nome nel testo», IV 2002, pp. 125-36). Bun. 934-40, disposi v9), preced tori de copia ¢ Al Captiv ri lasci Al impieg nel cor bona t alla pe 0 tore” n Callim Io ha i che lo cene attribul ne. La rito ch comicc “odios "y n Saracen 1518, ¢ second nel 149% Einaudi ua moraliti non sono due aspet- = che porta, Fin roprie del rosiva che non pure nelle com = a pieno titolo via, come per i eriva dal verbo ignificati che di *leceare’, In ruito transitiva- Macrobio. Te: #0. Qui il servo etrice che ha in rmenone mena derava, ha per- retrici iMluzzicano’. pohe, Andria a gna dei tipi di | Dialogo) alla jne ‘igure, della is ripreso da > nal testo», IV disposizione in assetto militare dei personaggi dei vv. 774-76 (da cui Mand TV 9), fino al «sati’ diu hoc iam saxum vorso» (v. 1085), che si attesta come il precedente pitt diretto del «voltolare un sasso» della lettera a Francesco Vet tori del 13 dicembre 1513. Del resto il giovane Machiavelli aveva tratto una copia di sua mano dell’ Eunuchus in quello che & l’attuale Vat, Rossiano 884° Anche Plauto usa una sola volta ligurrire. Nella scena d’apertura dei Captivi (82-84) Ergasilus, il parassito, si lagna del fatto che col caldo i ri lasciano la citt& per la villeggiatura, abbandonando a sé stessi i parassiti item parasti rebus prolatis latent dum ruri rurant homines quos ligurriant Anche senza voler sottolineare Vimportanza del fatto che ligurrire sia impiegato qui proprio in rclazione ai parassit, leggendo Ia glossa al verbo nel commento a Plauto di Gian Pietro Valla® («quos ligurriant, i.e. quorum bona turpiter absumanb», alla lettera “i beni dei quali essi portano via disone ), si ha la sensazione che il significato attibuito a ligurrire calzi alla perfezione anche alle caratteristiche del personaggio di Ligurio. Il Ligurio della Mandragola ® definito “parassito” nel prologo e “pappa tore” nella prima scena; sappiamo anche che spilla talora del denaro a Nicia: Callimaco gli promette una buona somma di denari qualora 'impresa in cui Jo ha impegnato riesca. Un tempo Ligurio faceva il sensale di matrimoni (il che lo rende competente in fatto di ruffianeria), poi «s'® dato a mendicare cia tutavia la golosita, che dovrebbe essere (0, non da Iuogo ad alcuna specifica situazio~ rio consumano nella cantina di Nicia solo un cene e desinarin. Nell attributo comico del person: ne, La cena che Siro € 1 accorgimento per tenere i due persona Tito che si sta celebrando nel piano superiore. De Sanctis notava che il lato comico del personaggio sarebbe appena accennato: la sua figura riuscirebbe “odiosa e spregevole””. Questo giudizio nasce da una valutazione morale. socialmente inferiori lontani dal *Vd. p37. ci Acti Plauti, Comoediae is vannis Petri Nallae ct-Nenetis, per Melchiorem Sessam et Petrum de Ravanis, © 98y. Gian Pietro Valla, fglio del pit: noto umanista Giorgio Vala, visse tra seconda meta del "400 ela printa del "500; & autore di un commento a Plauto pubblicato gi nel 1499 (Venezia, per Simone Bivilagua) e poi pit volte ristampato, insieme ad altri com: enti, nel corso del "500, F. De Sanctis, Storia della letieratura italiana, a cura di N. Gallo, 11, Torino inaudi, 1958, p. $99, toriae filologia della Manragola La dimensione di Ligurio & in effetti tutta intellettale, per nulla comica, Ma- chiavelli attribuendogli quel nome paga un tributo alla tradizione del genere, ma crea un personaggio che vive in una dimensione completamente diversa. Ritornando al nome, il significato che meglio aderisce al personaggio & proprio quello della glossa del Valla: “lo sfruttatore”. Ci si pud chiedere allo- ra per quali vie il processo di nominalizzazione del verbo sia avvenuto. Le Glossae greco-latinae'" attestano l'aggettivo ligurus come sinonimo di gulo- sus, ma Machiavelli non poteva conoscerle; né sembra poter avere una qual- che incidenza il nome di Aulus Ligurius che compare tre volte nell’epistola- rio di Cicerone", E pid probabile invece che elemento di mediazione sia la nota a figurire contenuta nel commento all’ Eunuchus di Guido Juvenalis' Ligurire enim fertur ille qui cleganter et morose cumque multo fastidio suaviora ‘quaeque degustat. Nonius et dicit ligurire esse degustare. Inde abligurire: idest avide multa consumere. Inde liguriones qui ligurientes, et suavissima edulia ac pocula degustantes, eaque undique sibi conquirentes, patrimonia sua consum- pserunt Guido Juvenalis descrive i liguriones come dei golosi dal palato raffina- to che distruggono non i patrimoni altrui, come nella glossa plautina del Val- la, ma i propri. L'impiego di ligurire nel significato di “assaporare, assaggia- re” (0 anche di “degustare prelibatezze”) dell’ Eunuchus ha certamente poco a che vedere con il personaggio della Mandragola, ma il singolare ligurio, facilmente estraibile dal plurale liguriones, era fi bell’e pronto per essere acquisito come nome volgare. Le incertezze sul nome di Ligurio non riguardano tuttavia solo questioni di ordine linguistico o interpretativo. Due alire commedie fiorentine dei primi decenni del °500 attribuiscono lo stesso nome al parassito. La prima & Ia Commedia del geloso di Francesco Leoni, personaggio malnoto di cui sopravvivono anche un poema latino celebrativo di Pier Soderini e alcuni ca- pitoli in terza rima. Con il Leoni siamo nella cerchia delle possibili frequen- Corpus glossariorum Latinorum a Gustavo Loewe incohatum auspiciis soctetatis literarum regiae saxonicae; composuit, recensuit, edidit Georgius Goetz, IL, Lips, Teubner, 1888, p.361 n. 48. "pista Q. fe, WIS,9; Epist. ad fam., XVI 18, 3; Epis ad Aut, X19, © Su Guido Juvenalis vd. p. 26, Si ita da Terentius cum duobus commentisvidelicet Donatum et Guidone, Venetis, per Simonem Papiensem, 1494, c.02 "Le notizie conosciute del Leoni sono quelle raccolte da Angela Piscini in Leoni Geloso. tazioni di M condivide © levanti com del babuass Pindar, che diversa. Ch poligenetic: stabilire un: debito di M qualita tra Commedia dalla comm ancora aggi tio nominis: “logorare”, terenziana: un n0 E pa ccertiss perché rob aun che salva in Ligu il nome Lacco: (uo. Egli h tuttavia ric riportata la comica. Ma. tazioni di Machiavelli. La commedia del Leoni @ in versi (terzine ¢ ottave): one del genre, condivide con la Mandragola, oltre al nome di Ligurio, due termini non irri- nente diversa levanti come sergeri («io lo fard d’inchini e di sergeri») e babuasso («Eel ha | personaggio & del babuasso»)', ¢ una richiesta di comparatico («Post’ho “n sodo / misser bchiedere allo Pindar, che siate mie compare»). A parte questo, si tratta di cosa del tutto g avvenuto. Le diversa. Che il nome di Ligurio possa avere nelle due commedie un‘ori pnimo di gulo poligenetica improbabile. Ovviamente non abbiamo alcun elemento per ivere una qual e nell’ epistola- Mliazione sia la Juvenalis stabilire una priorit ca. Mi sembra tuttavia difficile ipotizzare un debito di Machiavelli nei confronti del Leoni: intanto per la differenza di qualita tra i due testi, poi perché il sistema dei nomi dei personaggi nella Commedia del geloso, Ligutio a p iginalita Jalla commedia antica (otto nomi da Plauto, uno da Terenzio). Si potrebbe ancora aggiungere la convenzionalita del parassito del Geloso eV interpreta: tio nominis che il Leoni fa del nome di Ligurio, che & posto in relazione con logorare”, dunque senza alcun riferimento al figurrire delle fonti plautina ¢ terenziana: rte, & mutuato senza alcuna or iurre: idest issima edulia ac Ax[AsstTo}. Io non credo sie cosa posta a caso: palato raffina ve" se mie padre ebbe ben carestia @utina del Val un nome ch’oggi é solo in me rimaso! rare, a E par a dillo pure una bugia, amente po ce certissimo egl'®: Ligurio disse golare ligurio, perché ‘n prima la sua e poi la mi 1 E la commisse mio per essere roba gli logorassi ‘aun che ‘n poco tempo la ridusse solo questioni salva in un Ventre, e tutta ve la misse fiorentine dei fo. La prima & palnoto di cui i e alcuni ca- Sibili frequen- Ligurio in prima a dire pare il Brausse, il nome d'un armato centurion mia son tucte se actorno van busse L’accostamento di Ligurio a logorare ® ripetuto poche battute pitt avanti (us. Egli ha nome Ligurio. Oh, logorato! / ra. Chi mi chiama?). Bisogna tuttavia riconoscere che I'accenno allo sperperare la propria roba potrebbe avere invece relazione con la riportata, ppiciis societati lossa a ligurrire di Guido Juvenalis prima bidone, Venetis, Leoni Gieloso, pp. 53 ¢ 81. IL Laurenziano Redi 129 (vd. pp. 127-31), assi della Man Piscini in Leoni Anche Lucrezia (V 68) chiede a Callimaco che si faccia compare di le e del marito * Leoni Geloso, pp. 51-2 Storia e filotogia della Mandragola Laltra commedia che ha un Ligurio fra i suoi personaggi & I’anonima, ¢ neppure questa databile, Commedia d’Adulazione"®, uno strano miscuglio di commedia a tesi per il soggetto e lintreccio e di commedia erudita per I'uso della prosa (ma ci sono anche delle parti in versi), con la presenza del paras- sito-adulatore (appunto di nome Ligurio), modellato sul personageio di Gna- to dell’ Eunuchus. Qui il sistema onomastico dei personaggi, a parte il nome di Ligurio, 2 in linea con quello delle commedie in versi fiorentine dei primi due decenni del °500, dunque pitt vicino all’onomastica della sacra rappre- sentazione che non a quella della commedia classica. Ma, almeno in questo caso, a dirimere le questioni di precedenza ci sono due luoghi: lincipit del- Targomento («Salvivi Dio, benigni spectatori che siate alla presenza raguna- ti») che, dispiegando nonostante Ia prosa un doppio endecasillabo, rifa il primo verso del prologo della Mandragola («Idio vi salvi, benigni auditoris), il quale a sua volta aveva mutuato il “benigni auditori” dal prologo dei Suppositi: ¢ soprattutto la seguente battuta: «Messer Silvio [...] Costui sanza virti, homo da pocho, ignorante, benché a lui chi gli dicessi ~ egli ha a morire el pid savio huomo del mondo — lui subito penserebbe dover esser quello ece.»", che riadatta (stante ancora una volta la differenza di qualita fra i due testi, sarebbe difficile immaginare il percorso inverso) una battuta della Mandragola (IV 114): «nicia ... Poi ch’i dicessi: “Che impiceata sia la pit savia donna di Firenze!” la direbbe: “Che tho io fatto?" Uno dei motivi ricorrenti degli studi sulla Mandragola ® il riconosci ‘mento del carattere politico della commedia, Non mi riferisco alla cosiddetta interpretazione allegorico-politica, su cui pili avanti ritornerd, ma pitt in generale al fatto che Machiavelli rappresenterebbe la vita privata mettendo in luce come in essa agiscano forze ¢ logiche identiche a quelle che regolano la vita publica, L'opera di pitt diretto riferimento & naturalmente II Principe” Ma se in politica e nel privato l'uomo agisce sostanzialmente allo stesso modo, le due fondamentali dimensioni del vivere sociale possono talora confondersi e i grandi fatti o personaggi del passato anche ripresentarsi nella ‘quotidianita del presente. «Mi pare che tutti li tempi tornino, et che noi siamo sempre quelli medesimi», scrive Machiavelli a Guicciardini in una lettera del » Pintor 1907, pp. 433-65. > Pintor 1907, p. 443, % Pintor 1907, p. 445. ® Una letra pantuale della commedia alla luce del Principe e dei Discorsi si ha in Flaumenhafe 1978. Ma il tema ricorre in moti ext, 16-20 ott questo av nome div Mandrag confronto seppure c Che | cui raccor neppure 3 amica di denza che Lucrezia nome € u! una donn: proprio d: te). Esso | pria mogh sercito ro di Sesto T nore con sgozzare | apparisse della Mai delle dont per assicu del disonc Liou caLL LIGUR dian Let * Dell 1978; Rose Sass Sic della V1 gic novella 3 de {2 anonima, e 90 miscuglio di rudita per I’uso enza del paras: gio di Gna. a parte il nome intine dei primi @ sacra rappre- meno in questo i= incipit del- senza raguna: asillabo, rifa il jgni auditor»), al prologo dei Costui sanza ssi —egli haa ga di qualita fra na battuta della peata sia Ia pit 2 il riconosci- alla cosiddetta erd, ma pitt in ula mettendo in e Il Principe®. ate allo stesso possono talora resentarsi nella Eche noi siamo -una lettera del Uninet sori 16-20 ottobre 1525®. Quando la quotidianita si confonde con la storia, e questo avviene in commedia, il tragico volge in comico e diventa parodia. Il nome diventa anche in questo caso etichetta di riconoseimento. Nella Mandragola non & solo il personaggio di Lucrezia a essere investito di un confronto col passato: anche Callimaco, Nicia ¢ Timoteo sono impegnati seppure con minore evidenza, nella stessa direzione. Che la Lucrezia della Mandragola sia la parodia di Lucrezia romana, di cui racconta Tito Livio (I 57-8), & cosa di tale evidenza da non dovere essere neppure argomentata®. II fatto che Ia Riccia, la prostituta per lunghi anni amica di Machiavelli, si chiamasse proprio Lucrezia®, 8 una curiosa coinci- denza che consente tutt’al pid all'autore di confondere i piani. Tornando alla Lucrezia romana, il racconto di Livio non presta a Machiavelli soltanto il nome ¢ una situazione che lo scrittore fiorentino capovolge (nel primo caso, una donna che difende con il suicidio l’onore violato; nel secondo, una che proprio dall’onore violato trae occasione di una vita erotica pid soddisfacen te). Esso ha anche un valore strutturante per I'intreccio della Mandragola, a cominciare dall’antefatto (I'esaltazione della bellezza e dell’onesta della pro- pria moglie fatta imprudentemente da Collatino fra i giovani ufficiali dell'e- sercito romano all'assedio di Ardea, che & all’origine dell" incapricciamento di Sesto Tarquinio e dei fatti tragici che seguono) fino alla minaccia del diso- nore con cui Sesto Tarquinio vince la resistenza di Lucrezia (ucciderla e poi sgozzare un servo ¢ lasciarlo denudato accanto al cadavere di lei, cost che apparisse aver trovato la morte in un sordido adulterio). Anche la vicenda della Mandragola prende avvio da un discorso fra giovani sulla bellezza delle donne; cosi Iargomento decisivo che Ligurio fa balenare a Callimaco per assicurarlo della conquista di Lucrezia consiste proprio nella minaccia del disonore che la donna riceverebbe se si rifiutasse (IV 64-66)" JGURIO Qui ti condurra tu, ma a fare che tu vi possa ritomare sta ate € non a noi CALLIMATO Come? LiguRI0 Che tte Ta guad dia a conoscere, scuoprale lo " n questa notte; che, innanzi che tu ti parta, te le nno, mostrile amore li port, dicale el bene le > Lewere,p. 1222, * Della ricea bibliografia sall’argomento cito solo Je voci pitt rilevanti: Flaumenhatt 1978; Roselli 1981: Martinez 1983; Sasso 1988, pp. 140-50: Sasso 1997, pp. 299.321 5 Sasso 1997, p, 320 Si cita a proposit della minaccia del disonore anche il precedente della novella della VI giornata del cosl, per quanto riguarda Iinnamoramento da lontano, la novella 3 della VI giorata. Ma solo in Livio e poi nella Mandragola i due te i somo part della stessa sto Storia filologia della Mandragol associative i di ragione. ( una sequenz Promessi sp altre, & lone va gli autori voi; © come sanza sua infamia la pud esser tua amica e con sua grande infamia tua nimica. E impossibile che la non convenga teco e che la voglia che questa notte sia sola Ligurio nel far certo Callimaco che in quella notte riuscira a “guadagnar- Lucrezia, invera il cognome dichiarato nel prologo («Un giovane, Calli- maco Guadagnio, / venuto hor da Parigi / ...»): peraltro Guadagni é effettiva mente un cognome fiorentino dell’etd di Machiavelli. Le cose, come si sa, andranno proprio come Ligurio aveva previsto. Ma Callimaco non avra biso: gno di arrivare alle minacce; smuovera la donna solo dichiarandole il suo amore. Il discorso di Callimaco (V 39) avra gli stessi toni rassicuranti, inclu- sa la promessa di matrimonio («qualunque volta Dio facessi altro di Nicia», se cio’ Dio vorra chiamare a sé il marito), di quello che Romolo, ancora se condo i racconto di Livio (I 9), aveva fatto alle vergini sabine dopo il loro Callima Damone del nome di due erale di dio posto d sconfitto. In gio, non s¢ rapimento”. Callimaco d Ma il rapporto della Mandragola con la storia non passa solo attraverso Per il Ponomastica dei personaggi. Né richiamerei qui come argomento a sostegno plesso. A Ni della componente storica della commedia la battuta irrilevante sul passaggio del Turco (Ill 32). Rilevante mi sembra invece il fatto che Machiavelli ancori cronologicamente i fatti della Mandragola al 1494, anno della discesa in Italia di Carlo VILL. Callimaco & nato nel 1474; a dieci anni (1484), mort entrambi i genitori, & mandato a Parigi; a venti (1494) avrebbe dovuto far ritomo a Firenze, ma Ia passata di re Carlo e le guerre d'Italia gliel’hanno impedito; nel 1504, a trent’ anni, fa finalmente ritomo a Firenze, spinto dal- Tinnamoramento a distanza per Lucrezia. La scansione degli anni per decadi & anch’essa significativa di un’ottica storica, ma & ancora pid significativo notare che il 1494 @ anche I’anno da cui prende avvio il primo Decennale quello in cui si concludono le Istorie fiorentine, pet non dire dei Discorsi, una biogral Nicia, figli parte alla v moderati. S una polit peri) incert Preferiva Ia prevaricazi Siracusa (4 decisivo qu Discorsi di che fanno pit volte rimando al 1494 come @ una data cruciale. Non pare Tl Nici dubitabile alla luce di queste evidenze che Machiavelli intenda attribuire alla gia da Sum commedia un valore esemplare rispetto ai nuovi tempi che proprio i fatti del 1494 avevano tristemente inaugurato. Dopo queste considerazioni appare plausibile che anche i nomi di > url veccki € nwo Onomastica ® Sull' Roma, Istitu sariarferito Callimaco, Nicia e Timoteo, gia etimologicamente motivati, possano essere anche determinati in senso storico. Purché si tenga conto che nell’ onomastica letteraria il meccanismo di attribuzione dei nomi pud anche seguire logiche "Car. Lue. E un‘osservarione acuta di Flaumenhaft 1978, p45. » Diseo ™ Vd. a atta 7. * Sum grande infumia yoglia che questa ba “guadagna giovane, Call genie effetiv se, come si sa, pon avra biso- grandole il suo fcuranti, inclu- altro di Nicia», olo, ancora se- ne dopo il loro solo attraverso |nto a sostegno ® sul passaggio shiavelli ancori ella discesa in 1484), morti bbe dovuto far lia gliel'hanno we. spinto dal- inni per decadi @ significativo je Decennale ¢ t dei Discorsi, ale. Non pare pattribuire alla pprio i fatti del she i nomi di possano essere ell'onomastica eguire logiche nomi det personage associative imprevedibili, come tali difficilmente spiegabili fino in fondo a fil di ragione, Quando, per esempio, Manzoni estrae dall'ordinario della messa tuna sequenza di nomi di sante e di santi e li attribuisce a personaggi dei Promessi sposi®, quale criterio razionale guida le sue scelte? Ma, forse pid di altre, @ onomastica pirandelliana a dare la misura di quanta liberta associati- va gli autori si permettano nell’ attribuire il nome ai loro personaggi. Callimaco, Nicia e Timoteo (come del resto Cleandro, Nicomaco, Pirro e Damone della Clizia) sono nomi presi dalle Vite di Plutarco. Callimaco @ il nome di due uomini d'arme. Il primo, combattente a Platea°'. II secondo 8 un generale di Mitridate, comandante della difesa della citta di Amino nell’asse- dio posto da Lucullo™; & detto esperto di machine di difesa, ma finisce sconfitto. In questo caso, in relazione sia al primo sia al secondo personag- gio, non sembrano al di la del nome evidenziarsi altri riscontri con il Callimaco della Mandragota. Per il nome di Nicia il rapporto di Machiavelli con Plutarco & pid. com- plesso. A Nicia, capo politico e comandante militare ateniese, Plutarco dedica tuna biografia in parallelo con quella del romano Marco Licinio Crasso. Nicia, figlio di Nicerato, era nato intomno al 470 a. C. Ricchissimo, prese Parte alla vita politica della sua citta capeggiando il partito dei democratici moderati. Si tov a dover contrastare prima Cleone, poi Alcibiade, fautore di una politica aggressiva contro Sparta. Abile stratega militare, si dimostrd perd incerto per eccessiva prudenza nella conduzione degli affari politici Preferiva la mediazione e l'accordo allo scontro. Era alieno dal commettere prevaricazioni o furberie. Mori nella disastrosa spedizione di Atene contro Siracusa (415-13 a.C.) per non aver avuto il coraggio di sferrare I"attacco decisive quando la situazione era favorevole agli ateniesi. Machiavelli nei Discorsi dice Nicia «uomo gravissimo e prudentissimo», I Nicia della Mandragola & stato associato al personaggio di Plutarco sid da Sumberg™. Ma i due Nicia, oltre al nome, non condividono nulla, a ™ Fu rilevato la prima volta nel 1924 da Cesare Angelini (ora in Capitol sul Manzoni \ecchi e muevi, Milano, Mondadori, 1966, pp. 3-4) sull'arzomento vd. anche G. Contin, (Onomastica manzoniana, in Variant’ e altro lingustica, Torino, Einav. 1970, pp. 201-05. * Sull'onomastica pirandelliana & fondamentale L. Sedita, La maschera del nome, Roma, Istituto del’ Enciclopedia Italiana, 1988, forse il miglior lavoro di onomasticalete aria riferito ad autor italian, Cat, mai. 29(2),2, © Luc. 19,2°3 Discorsi 53, 20. ™ Sumberg 1961, p. 333, Storia ¢ fillogia della Mandragols meno che non si voglia contrapporre, ancora una volta antifrasticamente, 1 strema prudenza del primo con la sventantezza c la sciocchezza del secondo. Se perd, seguendo l'indicazione successiva di Parronchi®, per il quale il Nicia della Mandragola richiamerebbe Pier Soderini, teniamo conto anche di quello che Machiavelli scrive nei Discorsi a proposito del gonfaloniere fiorentino, ecco che i tre personaggi sembrano stabilire una curiosa triangolazione. Leg gendo Ia Vita di Nicia di Plutarco e i passi dei Discorsi nei quali Machiavelli esprime dei giudizi sul Soderini, si ha I'impressione di trovarsi dinanzi quasi a delle vite parallele. I riscontri riguardano pid aspetti. Porto alcuni esempi: la ricerca del consenso generale attraverso l'equilibrio e l'imparzialita* Qui (Nicia licet etiam paulo severior haberetur, non tamen gravis erat aut fustera nimis eius severitas, sed comitate quadam et urbanitate condita: praete- rea timoris et cautionis similitudine ad sui amorem multitudinem alliciebat”. ier Soderini si aveva fatto riputazione nella cittd di Firenze con questo solo, di favorite Puniversale; il che nello universale gli dava riputazione come amatore della liberta della cit. Lragire con giustizia e umanita un altro elemento distintivo sia del greco Nicia sia di Pier Soderini. Ma in politica non sempre i comportamenti improntati a questi valori pagano; infatt il primo fu ingannato da Aleibiade, il secondo rovind insieme allo stato: In reipublicae vero administratione nihil unquam callide nihil iniuste nihil vio~ Jenter a Nicia factum reperiretur: sed cum esset Alcibiadis potentia ac fraudibus circumventus, summa cum modestia ad populum quasi injuriarum vindicem futurum confugit Piero Soderini [...] procedeva in tutte le cose sue con umanita e parienza. Prosperd egli e la sua patria mentre che i tempi furono conformi al modo del procedere suo; ma come vennero dipoi tempi dove e* bisognava rompere la pazienza e I'umilta, non lo seppe fare, tale che insieme alla sua patria rovino®. ® Parronchi 1962, pp. 59-60. % TL testo della Vita dé Nicia di Plutarco si cita dalla traduzione Jatina di Guarino Veronese che Machiavelli poteva leggere in una delle edizioni delle Vite disponibili nei primi decenni del'500. Peril testo seguo: Plutarchi Vizae, Venetiis, per Bartolomeum de Zanis de Portesio, 1496. "Lib. He. 13r (Vic. 2,4 * Discorsi 12, 6 » Lib. Il, ¢.25v [Nic Discorsi 19, 13-14. 5 Ip uomini « sard pre; greco Ni Non affe hum Que bene tant supe viol bast Per tentenna gua di w Sed cffu que qua relic Anc Pier So« essere a L Pan rid “is “Dp *Li “Mu ticamente, I’c- ia de! secondo. I quale il Nicia anche di quello ere fiorentino, plazione. Leg- i Machiavelli dinanzi quasi a uni esempi: la Hira gravis erat aut poodita: prac alliciebat”. questo solo, di Scome amatore tivo sia del smportamenti da Alcibiade, uste nihil vio- a ac fraudibus pum vindicem B e parienza, ial modo del ya rompere la ia rovino®. na di Guarino disponibili nei iolomeum de {nomi dei personaggi II politico che spera di ammorbidire lostilita degli avversari o degli uomini di cattivo sentire con il beneficarli, mostra una bonta che alla fine sara pregiudizievole per lui. Questo sarebbe stato il comportamento sia del greco Nicia sia del Soderini: Non minus enim his a quibus mala quispiam timeret quam his de se bene meriti essent tribuere convenit. Itaque plurimis hominibus facultate cius utiitatem afferebat: malis quidem timoris causa, bonis autem ob ingenitam in omnes hhumanitatem et liberalitatis studiumy Quell’altro [Soderini} credeva col tempo, con la bontd, con Ta fortuna sua, col bbeneficare alcuno spegnere questa invidia, vedendosi di assaifresca et, e con {anti nuovi favori che gli arrecava el modo suo di procedere, che credeva potere superare quelli tanti che per invidia se gli opponevano senza alcuno scandalo, violenza ¢ tumulto; e non sapeva che il tempo non si pub aspettare, la bont non basta, la fortuna varia la malignita.non trova dono che la plachi® Per finire con una davvero sorprendente coincidenza. Plutarco giudica i tentennamenti di Nicia nel preparare la spedizione contro Siracusa alla stre- gua di un comportamento bambinesco: Sed postquam neque populum ad belli studio avertere neque imperandi laborem effugere se posse conspiciebat, de utroque summa contentione laborasset, sibi- que populus reluctant et invito magistratus gerendi onus imposuisset, non ultra cunctari aut remisse quippiam agere oportuit, verum summo studio ac diligentia quae ad perfectionem opus essent expedire; nec, tamquam delitiosum pucrum, relicta post se littora e navi prospicientem collachrymare™ Anche Machiavelli, in un feroce epigramma scritto come epitaffio per Pier Soderini, giudica questi un bambino, e come tale indegno persino di essere accolto nell’inferno: La notte che mori Pier Soderini anima and® de Vinferno a la bocea; ‘grido Pluton: ~ Chinferno? anima seiocea, Va su nel limbo fra gli alti bambini* * Lib. Ie. 13v OWie. 4,3) Discorsi WL 30, 21 Lib. Me. 1Sv [Nie. 14,2) Martel 1971, p. 1008 Storia filologia della Mandragola Se i riscontri esibiti avessero effettivamente valore di prova, il Nicia di Plutarco diventerebbe l’anello di congiunzione tra il suo omonimo della Mandragola e Pier Soderini, ¢ di conseguenza sarebbe rivalutata I’interpreta- zione della commedia proposta dal Parronchi come un‘allegoria politica che rappresenta il principe dei Medici (Callimaco) che conquista Firenze (Lucre- Zia) con aiuto della chiesa (Timoteo) dopo aver fatto cadere la repubblica avendone spossessato il Soderini (Nicia). Insomma i fatti fiorentini del 1512 trasferiti in commedia. Ma una rispondenza cosi puntuale, e meccanica, con- tinua a risultare nonostante tutto poco convincente. La Mandragola ha un respiro ben pitt ampio: se I'autore stabilisce un’associazione tra un personag- gio storico e un personaggio di commedia, facendo trasparire in filigrana die- tro i due la figura scialba del Soderini, & ancora una volta perché gli vomini se non ritornano proprio gli stessi, comunque si somigliano molto. «Se nel mondo tornassino i medesimi uomini, come tornano i medesimi casi, non passerebbono mai cento anni che noi non ci trovassimo un’altra volta insie- me, a fare le medesime cose che ora». Cosi scrivera Machiavelli nel prologo della Clizia’, e questa affermazione pud forse dar ragione retrospettivam anche dell’ onomastica della Mandragota. Resta il nome di Timoteo. Per questa scelta & stato ipotizzato il possibile riferimento al discepolo di san Paolo con questo nome“, destinatario di due lettere dell’ apostolo. L’elemento che giustificherebbe l'associazione 2 il fatto che la prima delle due lettere contiene degti insegnamenti pastorali sulla con- dizione ¢ il ruolo delle vedove in seno alla chiesa. Poiché, come si sa, il frate entra in scena proprio dialogando con una vedova, & parso che in Machiavelli potesse agire una suggestione neotestamentaria. Tommasini”, volgendosi alla cronaca, aveva in precedenza richiamato lattenzione sugli estratti di let- tere della Cancelleria dell’ anno 1494 redatti da Machiavelli, nei quali si regi- stra il divieto opposto a un frate scellerato di nome Timoteo di predicare a Volterra, Ma Dionisotti® ricorda con umorismo il gran numero di frati fio: rentini che nel Cinquecento portarono il nome di Timoteo, ¢ la singolarita del ‘ Marelli 1971, p. 891 “© Flaumenbaft 1978, p83. Tommasini Vita, I p. 388 n, ® «Ordinossi che uno fra Timothco non predicassi ad Volterra come homo scandolo- so» (N. Machiavelli, Legazioni, Commissarie, Sertt di govemo, a cura di F. Chiappelli, | Bari, Laterza, 1971, p. 549). Parronchi 1995, pp. 81-83, avrebbe sucvessivamente identifi ccato questo personaggio con Timoteo di Filippo Buonaccorsidell’ordine dei Serv * Dionisott 1984, p. 629, fatto che i bilita eccl dell’autor nella cone mologia. J piano dell viamo pid di quest’ Damo ut sic det me enim Lepi Alessandi intempera condottier principe t dedica un femine si Aristotle, ingiuriato rompere i causa dell ali stati “y sua preser Dario, & i Lal Niccold, €0 Timoteo * Tim, = Phi > Lib, * Dis vas il Nicia di monimo della ta interpreta ja politica che enze (Lucre- la repubblica ntini del 1512 eccanica, con- fragola ha un sun personag. pfiligrana die- shé gli uomini polto. «Se nel a volta insie- li nel prolos spe vamente ato il possibile atario di due gione @ il fatto ali sulla con- fe si sa, il frate in Machiavelli volgendosi -estratti di let- i quali si regi di predicare a 0 di frati fio- singolarita del domo scandolo: FF. Chiappelli | jamente identi nomi dei personage fatto che il personaggio della Mandragola non influi «sulla dignita e appeti bilita ecclesiastica del nome» neanche in una famiglia collaterale a quella dell'autore’®. Certo la cronaca pud aver esercitato qualche suggestione, ma nella concezione machiavelliana non basta certo a spiegare le scelte. Intanto, come si @ gid detto, il nome di Timoteo si giustifica anzitutto con la sua eti- mologia. Abbandonando poi il terreno della contingenza per trasferirci sul piano delle storie, tornando a consultare onomastikon plutarchiano, tro viamo pitt personaggi che portano il nome di Timoteo: uno stratega atenie- se‘!, un poeta (Timoteo di Mileto)®, un soldato dell’esercito di Parmenione generale di Alessandro, Leggiamo cosa racconta lo storico greco a proposito di quest uhm: Damonem et Thimotheum Macedonas quorundam stipendia sub Parmenione mmerentium temerisse mulieres [Alexander] audiens, ad eum scribens, mandat ‘ut, si convicti sint, eos tamquam perniciosas humano generi beluas saevis truci- det modis. In ea epistola hoc pacto de se verbum ex verbo scripsisse liquet. E enim Danii uxorem nedum aspexisse aut aspicere decrevisse, sed eorum qui eXi iam eius vel illus formam praedicant, ne verba quidem admisisse comperiar® Leepisodio riportato da Plutarco mette in evidenza Vinflessibilita di Alessandro nel punire chi mette in pericolo la coesione dell’esercito con atti intemperanti, ¢ nello stesso tempo la virtuosita dei comportamenti del grande condottiero, Le sue sono virti politiche, non morali. E pericolosissimo per un principe tollerare che si rechi ingiuria alle donne degli altri. Machiavelli dedica un capitolo dei Discorsi a questo argomento: «Come per cagione di femine si rovina uno stato». Cosi si legge, tra 'altro, in quel capitolo: «E Aristotile, intra le prime cause che mette della rovina de" tiranni, @ lo avere ingiuriato altrui per conto delle donne, con stuprarle © con violarle 0 con rompere i matrimonii». L’aggressione di Sesto Tarquinio a Lucrezia romana, causa della fine della monarchia, & l'esempio pia vistoso di come si perdano gli stati “per cagione di femine”. Da questo punto di vista Alessandro, che in sua presenza non permette neppure che si parli delle bellezze della moglie di timodello di Sesto, che Dario, @ il modelo virtuoso da contrapporr © La famiglia dei Ricsi, con cui si era imparentata la Bartolomea, ultima figlia di Niccold, conterebbe intorno alla meta del "S00 addirittura due frati domenicani di nome Timoteo, 5! Tim, 36,1; Syl 6, Sete © Phi, 11,3: Agi. 10,7 ete Lib. hed & Disearst TH 26. L 5 mento &toecato anche nel Pr ine, capp. XVITe XIX Storia eflologia della Mandragola proprio da discorsi sulla bellezza delle donne si era acceso di insano amore per Lucrezia. E cosi era ayvenuto anche per Callimaco nei confronti della Lucrezia fiorentina, Ma cosa c’entra il Timoteo della Mandragola con tutto questo? Nulla C’ perd nel racconto di Plutarco un particolare, apparentemente trascurabile, che potrebbe forse chiamare inaspettatamente in causa il frate. I! soldato compagno di malefatte di Timoteo ha nome Damone, e Damone & anche il nome del personaggio della Clizia che mette la sua casa a disposizione di Nicomaco per il convegno amoroso con Clizia. Damone svolge la parte del ruffiano, proprio come fa Timoteo nella Mandragola, seppure in altro modo, E vero che “Damone”, che non & nome plautino né terenziano, era stato gid usato da Ariosto nei Suppositi, ma questo aggiunge non sottrae spessore alla scelta di Machiavelli, rendendo ancora pit fitta la rete dei richiami, Le coin- cidenze sono certo sorprendenti, ma forse non ci sorprenderemmo pid di tanto se conoscessimo pit in profondita i meccanismi dell’ onomaturgia let raria, Che gli autori, nel dare il nome ai loro persona; ano percorsi mentali imprevedibili non pare comunque dubbio. Questo & del resto cid che rende nello stesso tempo difficili, incertie affascinanti gli studi di onomasti- ca letteraria Ing nella tra dibattuti anche a manosen do cosi ¢ 1. Laca ua 14 lig finta ign stolidez gioco di to daun Mac abu 2B

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