L’estate
se n’é andata
I cielo fu nuvoloso per qualche giorno,
ele vie e le piazze furono grigie ¢ tristi
Ma poi le nuvole se ne andarono dal cielo,
¢ Varia fu pit limpida che non nell’estate,
e il sole pitt splendente anche se meno cal-
do. I suoi raggi penetravano ormai profon-
damente nel terreno, anche quando il sole
si trovava al culmine del suo giro
Guardandosi attorno dopo la pioggia,
gli uomini seppero che l’estate se n’era an-
data, ed era venuto l’autunno, la stagione
piena di frutti e di torpore malinconico.
Lungo le grandi strade della pianura,
qualche foglia seccata dell’estate cadeva
dagli alberi e si posava sull’asfalto o sui
lati erbosi o nei fossi asciutti
Giuseppe Berto
da « Il cielo & rosso »
Ed. Mondadori, Milano - rid.
La montagna
d’autunno
Anche quest’anno ormai bisogner’ scen-
dere, Salutare la montagna d’autunno é
malinconia grande. Perché in luglio, si, vi
accoglie fiorente ¢ fiorita, e giovane e fre-
sca, e tutta luminosa nelle giornate lun-
ghissime; ma ora il pomeriggio si corruc-
cia, si veste di nuvole folte, e borbotta, ¢
poi urla e scroscia sulle cime.
Non c’é pid nessuno in questa tarda
stagione. Nemmeno i contadini. I] fieno &
gid tagliato e raccolto nelle capanne.
Cosi alto in autunno fra le montagne il
silenzio, cosi alto e profondo, come stil-
lasse e colasse dalla volta del cielo
Manara Valgimigli
da « II mantello di Cebete »
Ed. Mondadori, Milano - rid. ¢ adatt.
Bosco autunnale
Il bosco autunnale & tutto chiomato.
V’é ombra e sonno e silenzio.
Né il picchio, la civetta
0 lo scoiattolo
Jo ridestano dal sonno.
E il sole pei sentieri autunnali
entrando sul declino del giorno,
sbircia intorno guardingo
se non si celi una trappola.
Vi sono pantani, monticelli
e muschi e boscaglie di ontani,
¢ olire il suolo pantanoso del bosco,
nel villaggio cantano i galli
Lancia un gallo a perdifiato
il suo richiamo.
ed ecco, nuovamente tace a lungo,
come fosse occupato a pensare
che senso ci sia in quei suoi primi
accordi.
Ma in qualche angolo lontano
un vicino fa chicchiricchi.
Come una sentinella dalla garitta
il gallo rimanda la risposta
Risponde come un’eco,
ed ecco, un gallo dopo V'altro
marcare con la gola,
come un segnale,
Voriente e V’occidente,
il settentrione e il sud.
All’appello dei galli
si apre verso il margine il bosco
e, come fosse la prima volta, scopre
la lontananza e i campi e Vazzurro
del cielo.
Boris Pasternak
da « Autobiografia e Nuovi Versi »
Ed. Feltrinelli, Milano - framm.L’autunno cancella
i colori
Ogni stagione ha la sua poesia di gior-
ni e di cose. é
Se la primavera inventa i colori, l'au-
tunno li cancella, a
La tetra ha lavorato a dar fieni e bi
de, ed ecco lautunno copritla di foglie
cadute, velarla di nebbie sottili, perché si
addormenti ¢ dolcemente riposi.
Gli alberi, fino a ieri folti di chiome,
cosi verdi e popolati di nidi, ingiallisco-
no e si spogliano. L’autunno li prepara
alla vita pit segreta delle radici.
E dove sono gli uccelli? Le rondini
dove sono?
La bella stagione andandosene li ha
chiamati con sé. Il cielo lascia vedere la
sua malinconia ¢ toca le cose con un so-
le impallidito, che al mattino s’alza tardi;
ed @ subito sera.
Renzo Pezzani
da « Foco vivo » - Ed. $.E.1., Torino - rid.
Da una vigna all’altra
In ogni vigna si vendemmia: Luva
passa dalle mani invischiate delle ragazze
che le mondano dagli acini secchi 0 gua-
sti e ne riempiono ceste e bigonce.
Ronzano vespe ¢ mosche ubriache. I]
sole scotta ancora. Frullano per ogni do-
ve, pazzi di gioia, schiere di uccelli; an-
che per essi @ vendemmia.’
Da una vigna all’altra i canti si chiama-
no, si rispondono, tacciono; ¢ s’ode un’ac-
cetta, in quel silenzio a un tratto slarga-
to, battere nel bosco vicino. Poi, il ru-
more di un carro, le voci del paese dalle
aie, un fischio lontano.
Giovanni Titta Rosa
da « II varco nel muro » -
Ed. Carabba, Lanciano - rid.
La foglia secca
Le piante e gli alberi
che sono in questo mondo
anche loro hanno un tempo
per vivere
e uno per morire:
la foglia secca
guarda tristemente
alto ramo;
capisce da se stessa
che il suo colore non & pit
quello di prima.
Yuan Tsen-Ts’ai
da « Voci d’oltremare » -
Ed. Centro Educ. Missionaria, Parma
Annunci d’autunno
E strano come il mondo
si trasforma senza parere,
con l’autunno lento.
Il vento é pigro,
e porta solo suoni
da due passi, isolati: di una donna
che maltratta la secchia
andando al pozzo,
di brevi giuochi urlati
di bambini,
di raffiche di passeri e di foglie
che battono le case dei sobborghi
e del cane da punta
che la nebbia fiuta
come uno stormo sconosciuto,
E benché vaghi
il triste odor di morti
che hanno i fiori,...
giunge il tempo ch’é caro
a cena il lume
come un commensale.
Corrado Govoni
da « Preghiere al trifoglio » -
Fd, Casini, Roma - framm.