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So ee ne ae ee om See as Gans GEES Gus Gum Gun Om etait Peel hic tae {eee nme Sn ED GED GED SEED GN GE GDN GS SS SS —— a i quaderni del QQERIN= RORINS Vy | CINQUANTANM ianni Lussoso DEL ““— DESCARA / CINQUANTANNI PESCARA a cura di Gianni Lussoso 1927-1932 Campionati di prima divisione con il nome di «Tito Acerbo » PE 1932-1933 1. divisione 9. posto 1933-1934 1. divisione 3. posto 1934-1935 1. divisione 5. posto 1935-1936 Campionato regionale di zona (la squadra si ritira) 1936 Costituita "AS. Pescara (ufficializzata Ja divisa biancazzurra) 1937-1938 Campionato regionale di zona 1. classificata 1938-1939 Serie © girone G 8. posto 1939-1940 Serie C girone G 6. posto 1940-1941 Serie C girone F promosso in B 1941-1942 Serie B 3. posto 1942-1943 Serie B 8. posto 1944-1945 Campionato regionale della ripresa 1. posto 1945-1946 Campionato misto di A e B 6. posto 1946-1947 Serie |B girone C 3. posto 1947-1948 Serie B girone C 7. posto (spareggio per ia sal- vezza con Parma e Pro Sesto) 1948-1949 Serie B girone unico retrocessione in C 1949-1950 ‘Serie ‘C girone € retrocessione in D 1950-1951 (Campionato interregionale 2. posto 1951-1952 Campionato interregionale girone L promosso in quarta serie 1952-1953 Quarta serie girone G 1953-1954 Quarta serie girone G 3. posto 1954-1955 Quarta serie girone G 3. posto 1955-1956 Quarta serie girone G 1. posto '(perde le finali con la Reggina) 1956-1957 Quarta serie girone G 5. posto 1957-1958 Campionato v'eccellenza 1958-1959 Serie C girone B 14, posto 1959-1960 Serie C girone C 10. posto 1960-1961 Serie C girone © 12. posto 1961-1962 Serie C girone C 10. posto 1962-1963 Serie C girone C 4. posto Lo « spareggio alla bolognese » san 4963-1964 Serie C girone C 5. posto — % 1964-1965 Serie © girone C 11. posto ee IL SOGNO é realta. Lo stadio 1965-1966 Serie C girone C 10. posto ce & stracolmo. Le bandiere bian- cazzurre sventolano spinte dal- 1966-1967 Serie C girone C 6. posto Yentusiasmo di trentamila a- 1967-1968 Serie C girone C 6. posto : 5 bruzzesi giunti a Bologna con 1968-1969 Serie C girone © 15. posto ; pullman e machine e con due 1969-1970 Serie © girone C 9. posto " treni speciali: le « frecce bian- 19701971 Serie © girone G 12. posto ‘ | sazzurre >. Caldora fa i i it - Pe z del impo € va dapprima ver- PTA UTE: Serie © petreceesione 10D: eee eoilat carpal sudiaeraecoio 19721973 Serie D promosso in C 3 : dere il tifo dei supporters 1973-1974 Serie © promosso in B oe che sembrano non 1974-1975 Serie B 10. pesto = caldo che imperves ca, ma non riesc: re’ il grido di «Ale Pescara, si va, si va, in 1975-1976 Serie B 14. posto 2 1976-4977 Serie B promosso in A e if trionfo di Giancarlo Cade e deli'intero Abruzzo: dopo cinquant’anni il Pescara approda in serie A serie A». Il giro di Caldora | obiettivo. Pazienza. Ma il mo-| telli, ed arriva la battuta: «Se completo. Pochi tifosi_neraz- zurri si sono assiepati sulla curva nord. Non hanno pit} nulla da chiedere. Sono gia in serie A. Chi soffre é il nostro pubblico. Abbiamo gid pareg- giato con il Cagliari a Terni, nel primo degli spareggi. Una sofferenza per ventimila a- bruzzesi. Uno zero a zero che @ stata una rapina. Almeno un rigore sacrosanto negato. Ma Je cose del calcio ben si pos- sono capire. Una giornata ne- ra capita anche all’arbitro pit mento magico é scattate ed| ora basta un _pareggio per ar-| rivare in_serie A. In tribuna, | qualche fila di poltrone pit in| Ia c’é la signora Caldora. Sola.| Bella come sempre. Appat pensieros: snte il peso di questa partita. Ha imparato a dividere gioie e dolori con} il marito. Un presidente che nessuno avrebbe_accreditato| della potenziale vittoria di un posto in serie A. Tantomeno ci credeva Di Properzio, pre- sente pure Jui, con i due fra- il Pescara pareggia o vince e conquista un posto in serie A, io e la mia famiglia ci di- mettiamo. Abbiamo assolto al nostro compito ed ora ce ne andiamo ». «Si, ce ne _andia- mo» precisa ancora il fra tello Mario. «Ora possono fa- re da soli». Ma il tempo passa. Arriv: momento in cui le squadre en- trano in campo. Un'ovazione accoglie i nostri ragazzi. L'ar- bitro & Gonella. Con lui, @ stato battuto il casa, & » cenza, Si spera di_dimentica- re Michelotti e il Cagliari, Questa la formazione: Pilo- ni; Santucci, Mosti; Zucchini, | Andreuzza, Galbiati; La Rosa, | Repetto, Orazi, Nobili, Di Mi- | chele. In panchina, Pruneccht | e Mancin. SI COMINCIA A GIOCARE. Si capisce subito che il Pe scara ha la possibilita di an- dare in serie A. L’Atalanta & squadra ben organizzata ma non possiede nemmeno la pa prika necessaria ad accendere il palato del tifoso meno esi . Per I’Atalanta (che dopo il 2-1 . per il Pescara é la «grande occasione» gente. Il piatto offertoci scen-| de git accettabile solo per il) fatto che significa, per noi, il| passo in avanti verso la con- quista della serie A. Non ci sono momenti « magici », non ci sono contorni ricchi: non| ce altro che un primo piatto che prelude al dolce. Un gio-| co a centrocampo che solo il nervosismo di alcuni elemen- ti pud far credere da thrilling. Altrimenti tutto procede se condo un copione normale che fa irritare al massimo il cagliaritano venuto a vedersi da vicino lo scontro tra le due squadre che potrebbero farlo ancora sorridere con un ri- sultato che condannasse il Pe- scara. Ma non ci sono proble- mi, Non riesce a vivacizzare la partita nemmeno una spe- cie di papera collettiva della difesa a cui mette una pezza Andreuzza, il gigante che ha saputo conquistarsi una di- mensione notevole nell’arco del campionato, tanto da di ventare un punto di forza in assoluto della squadra. Soffre il cagliaritano, gioisce il pescarese, se ne frega l’ata lantino. Si destreggia Gonel- la, Solo il pubblico fa scena E’ uno spettacolo d’altri tem- pi. Una citta povera, delusa, tartassata, umiliata,’ ritrova nel calcio una sua’ rivincita spirituale, politica e societa- ria, e non molla. FINISCE come tutti avevano pronosticato: zero a zero. Ri- mango li, in mezzo alla trib na stampa, con gli occhi Iuci- di ed un dolore che mi prende al petto e non intende lasciar- mi in pace. Siamo in serie A. I giocatori salutano, portano in trionfo Cadé, il pubblico impazza, la promozione cade proprio nell’anno del cinquan- tenario della Provincia. Adesso il Pescara @ in A. Ne parliamo tutti, ancora incre- duli. Non ci saziamo di dirci che ormai é fata. I pescaresi hanno vissuto un altro mo- mento importante, quello del la promozione in B, a Latina, ma il momento @ diverso. An: che quel campionato fini tra timori ed ansie. Anche quel campionato fu vinto sul filo di lana con l'ultimo exploit, Yultimo rush a Latina. Colpo vincente di Franco Rosati. Ma fu diverso. Non si dovette lot: tare contro avversari che non fossero le squadre del campio- nato. In questo, invece, quan- ti ostacoli da superare, ¢ non tutti di carattere calcistico. Basti ricordare le lotte.... pri maverili in seno alla presi denza e rientrate solo perché il Guerin Sportivo le denun- id immediatamente. Il fatto & che i dirigenti pescaresi non hanno mai perso labitudine di giurarsi fedelta alle sedu- te «private » del consiglio e poi di parlare con questo ¢ con quello, solo per farsi bel- li, per darsi un atteggiamento importante. Si dovette lottare anche contro alcuni arbitrag- gi, che condizionarono la squa: dra, e non @ il caso, certo, di fare « pianti greci» e passare da vittime di un andazzo che, comunque, c’é. Si dovette lot- tare contro i dissapori esisten- ti tra i Club e tra il presi- dente effettivo e quello ono- rario, Stracca e Manzo, per intenderci; e contro la disin- formazione di alcuni che poi tavano altro fuoco sulle di scordie interne. Ma, soprat- 1 tre protagonisti del «giallo della presidenza »: sopra, Galdora; al centro, il sindaco Casalini; e sotto, 'Amministratore delegato Di Properzio tutto si dovette lottare contro Vincredulita di coloro che, in- vece, avrebbero dovuto cre- dere per forza e per fede e portare il Pescara a raggiun- gere il meraviglioso traguar- do tagliato a Bologna. RITORNO A CASA. Tutti uw briachi di stanchezza, di sole e di soddisfazione anche. An- che la gente rimasta a Pesca- ra sta alla finestra e applau- de. Nella notte continuano a sventolare bandiere. Si sten- ta a credere che siano le quat- tro del mattino. Penso alle dimissioni strategiche di Di Properzio. Una mossa fatta nel momento meno opportu: no. Me ne domando anche il motivo. E allora vedo che I’ ultimo. tassello del mosaico chiude il gioco. Caldora, in questo modo, viene fatto fuo- ri. Di Properzio sara costret- to a rientrare da una volonta superiore (vedi Casalini, il sin- daco), ¢ alla fine gli studieran- no il modo di dirigere senza esporsi. Come ha fatto sem- pre del resto. L'indomani in citta il clima & strano. Non sembra di vive- re pit in una citta promossa in serie A. I caroselli del gior- no prima son diventati un ricordo, Tutti mugugnano e¢ commentano _negativamente la posizione assunta da Di Properzio, Si dimettono altri. Era previsto. Sono stati i so- stenitori della linea di Renzo ed ora appoggiano la sua mos- sa, Il risultato si delinea nel primo pomeriggio di giovedi 7 luglio. Caldora si agita e convoca una conferenza stam- pa. Ribadisce di essere in ac- cordo con tutto il Consiglio di prensidenza. Ma fa presente che se muore un papa (Di Properzio) se ne fa un altro. La sua filosofia é spicciola € pratica. Ma non siamo sicuri che questa volta gli basti. Sentiamo tutti che ci sono sotto delle motivazioni pit se- rie. I premi di promozioné non sono stati pagati. I gio catori hanno fatto sapere di essere un po’ scocciati. Cal dora dice che @ pronto a pa- gare la sua quota. Ma solo quella. Non se la sente di an- ticipare se non é sicuro di es- sere rieletto. Di Properzio, da parte sua, dice di poter an- ticipare il tutto se, perd, gli assicurano di poterselo ripren- dere a campagna abbonamenti avvenuta. LOTTANO, intanto, anche i di- rigenti dei Club. ‘Il sindaco Casalini richiama tutti all’or- dine. Non per nulla il Pesca- ra é una societa calcistica fondata sul mattone. E alla parola del sindaco non si pud restare sordi. Specie in ma. teria edilizia. II gioco @ fatto. Anzi, il Consiglio @ fatto: un- dici elementi_a reggere le sor ti del sodalizio, con un ammis nistratore delegato. Dieci soci » 5 L'ultimo atto: gli spareggi Terni, 25 giugno: Pescara-Cagliari 0-0 Genova, 29 giugn Atalanta-Cagliari 2-1 Bologna, 3 luglio Pescara-Atalanta 0-0 8 g sosimz | — viscipL. GIOCATORE 2 # FAT. AV. 3 Esp. Squal z & 8 PESCARA aw 2 — =- = = = 0 1 = — — + 1 32 ee a7 2 = = = = = 52 — — = = = 702 — =— =— = = 6 2 — tf — = = Moree 3 2 —- —- = -— = o@ 2 — = = = = Prunecchi Sof 0 4 4 = SO Di Michele rr a Repetto B30 foe ee ATALANTA Pizzaballa 3 2 — — = = = Andena a7 2 — =e Se Mei a Mastropasqaa 511 Marchetti 4% 2 - -~ = = 1 Tavola BR Bee Palos eA oe Fanna B 2 —- 41 — = = Rocca Ba 4c, ee Scala 7 SSSnY te cea ae eee ee Festa “a 2 — =— =— = = Bertuzzo 2 2 = = =— = = Percassi G8 f lt Soe Mongardi 6 4 —- —- =- = = Chiarenza ee CAGLIARI Corti 2 4—- —-—- = Ciampoli to 2 —- — — = ‘Longobueco a2 - — = Casagrande SoA nk Aes Valeri 9.2 —- = =—- =— = Roffi ao 2 — — =— = = Bellini 7 2 —- =—- = = = Quagliozzi 2 2 — =e OS Piras BS 2 ee ee 46s 2 —-— 1 — = = 7 2 —-— - = = = Copparoni 2 14 —-— =— = = = Lamag) BET et she Se ee Ferrari AD 2 ee As ee eee scelti tra i maggiori azionisti Renzo Di Properzio, Armando Caldora, Carlo Maresca, Atti lio Taraborrelli, Ovidio D’Era- mo, Vincenzo Marinelli, Gian- ni Capacchietti, Alberto Di Nar do, Filippo De Cecco, Livio Partenza. Un elemento’ rap- presentare i soci minoritari, Giuliano Torlontano. L’Amministratore delegato @, in pratica, il responsabile giu- ridico della societa. Sara suo compito la firma dei contratti, delle spese generali, di ogni entrata e uscita. La carica non @ triennale, come per i componenti del’ comitato di presidenza, ma pud essere re- vocata in ‘ogni momento, su votazione a maggioranza. Tut- te le operazioni dell’'ammini- stratore delegato debbono es: sere avallate da altri due de; gli undici azionisti_maggiori, In pratica il piano che va sot- to il nome del suo ideatore, «Piano Di Properzio », ha da to il suo frutto: ha messo fuo- ri dalla presidenza Caldora, ed ha dato il potere massimo a Renzo, che cosi, senza colpo ferire (e soprattutto senza su- scitare la reazione popolare) prende in mano la societa cal- | cistica che altri gli hanno por- tato in A. MA RESTIAMO al calcio ¢ ve- diamo come siamo riusciti a realizzare questa conquista. Rosati era stato mandato via al termine del campionato scorso, e con lui Gianni Ca- pacchietti. Il presidente, infat- ti, aveva_dovuto subire le «ire» di Di Properzio che non aveva accettato e la conferen- za-stampa di Rosati nella qua- le questi accusava di incapa- cit dirigenziale i responsa- bili del sodalizio biancazzur- ro, e la = di posizione di Gianni Capacchietti che vuo- to il sacco, come suol dirsi, e preciso che non avrebbe mai voluto fare il burattino dir to dalla «mente » (come vie- ne definito, tra l’altro, il pe troliere pescarese) ed ‘accusd tutto il gruppo di averlo sem- pre boicottato. Gianni lascio, ma ebbe modo di dire che aveva tanto da fare nella sua azienda che era stato costret- to a trascurare a causa del Pescara Calcio ma che... sa rebbe anche potuto tornare. Ma le cose andarono divers mente. Ancora una volta Di Properzio preferi dirigere le sorti del sodalizio dalle quin- | te e divenne presidente Ar-| mando Caldora. presidente, del pubblico, una buona campagna acqu sti realizzata da Aggradi (in collaborazione con Marinelli) e con I'assunzione di un tecni- Il giovane co quale Giancarlo Cade, pre-| feri muoversi in una dimen-| sione pratica, Non vendette | giocatori di rilievo, tenne du-| ro alle offerte che gli giun-| gevano per Zucchini ¢ Nobil ed acquistd Galbiati (un gio- | vane elemento interista che) aveva esordito in A nella par- tita contro la Sampdoria nel novembre ’74), e acquisto Pier Giuseppe Mosti (dal Genoa) ¢ Angelo Orazi (dalla Roma). Questi tre elementi serviro- no a rafforzare la squadra Venne chiamato anche Cesati, sempre dall’Inter, ma il ragaz- zo non ebbe fortuna Come sempre capita, quando | ci sono dei grossi cambiamen- | tial vertice, la piazza si era divisa tra quelli che volevano ancora Tom Rosati alla gu da del Pescara e mal accet- tavano la presenza di un al- lenatore che Yanno prima a- veva avuto delle grane piutto-| sto serie con la sua squadra| (tanto da doverla lasciare pri ma del termine del campiona to) e quelli che, invece, accet- tavano qualsiasi alternativa a Tom, con la speranza di vede- re un gioco diverso dalla di- fesa ad oltranza che sembra- va essere una prerogativa del- la concezione del gioco in se- rie B visto da Tom. Anzi, apertamente, gli veniva contestato il fatto di non es- sere «maturo» per la serie cadetta e che le doti che lo facevano apprezzare in serie C, erano appannate e spi te in serie B dove aveva avuto due esperienze negati- ve: Salerno e Livorno. Comungue sia, il fatto @ che la piazza si divise subito. Il Bar Excelsior, (solito punto i raduno « ufficiale » della ti- foseria locale) sembrava un vespaio. Le voci e i commen- ti si intrecciavano in modo ta- le da creare un bailamme in- descrivibile. Lavorare, per Ca- de, non sarebbe stato facile. Ma Aggradi (che con l'uscita di Gianni Capacchietti, veniva a ritrovare una sua migliore collocazione in seno alla so- apendo gli umori| sostenuto da| Carrellata su tre mister del periodo-Galeota: sopra, a sinistra, Gianmarinaro (che sostitui Cervato); sopra, a destra, Tontodonati (che prese il posto di Seghedoni) e infine (sotto) Tom Rosati il predecessore di Giancarlo Cade, I'allenatore della promozione cieta) lavord molto. Fece la| Poi, invece, aggiustato il tiro, spola tra il centro della tifo- seria dell’Excelsior e il clan di Santilli. Passo da un Club all’altro e, con accortezza, con sagacia, Soprattutto con pa- zienza, riuscl a cucire attor- no alla compagine degl'inte- ressi piuttosto concreti IL_CAMPIONATO comincid sotto una luce falsa facendo credere ai seguaci della linea del dissenso di aver ragione. La nuova presidenza Presidente: Attilio Taraborrelli Ti il cannone biancazzurro é riu- scito a colpire nel segno ¢ ad aggiudicarsi il premio in pa io. L’indescrivibile entusiasmo che ha fatto dire «cid che i politici hanno diviso, il calcio ha riunito », ha contagiato un po’ tutti e, nonostante le be- ghe interne, che hanno porta- io a parlare di crisi dirigen- ziale nel Pescara, il pubblico abruzzese ha saputo unirsi sotto il vessillo biancazzurro Vice-presidenti: Vincenzo Marinelli ¢ Filippo De Cecco Ammii pacchietti istratore Delegato: Gianni Ca- YARABORRELLI Tesoriere: Renzo di Properzio Dirigent Ovidio D'Eramo (settore giovanile); Giuliano Tor- lontano ‘{rappresentante soci minoritari); Ennio Nait (ac- compagnatore ut e Panfilo De Leonardis ale); Carlo Maresca, Alberto Di Nardo »> e si @ imposto affinché i di- rigenti ritrovassero, pur nelle irose riunioni del’ direttivo, una unita d'intenti che servis- se a preparare il Pescara per il campionato di serie A. Mes- sia tacere i dirigenti e le loro beghe, il Sindaco ha imposto una linea di condotta che ha portato al Pescara Cinquetti, Grop, Bertarelli, Pinotti. Con gli altri uomini a disposizione, la formazione @ tale da dare delle buone garanzie anche in serie A. Andando all’indietro sembra- I RICORDI del calcio, a Pe scara, ci portano ai giorni in cui si giocava, con una volon- ta encomiabile e con pochi mezzi, su un campo di fortu- na che madre natura aveva re galato nello spazio di terra, diremmo meglio di sabbia, su cui oggi ha sede l'univer- sita «Gabriele d’Annunzio », proprio di fronte all’albergo Explanade. Si era al 1924 ed il calcio aveva ancora il sa- pore di una grossa avventura. La squadra pescarese, allora, si chiamava Ursus e’ vestiva Il Pescara della promozione 2 g som 4 oiscm. GIOCATORE = ec FAT. AV. ° Esp. Squal. ee 3 Pilot port. = Motta A Mosti Zucchini cc. a lores ndreuzza omma dif. Santucci Prunecchi (Manzoni Donatelli Ferro no cosi_lontani, ora, i tempi|i colori giallobli. Pescara non della. Strapaesana, |e della Virtus ¢ della Uursus e della retrocessione in serie D. Anni di lotte, di esaltazioni fugge- voli_¢ di delusioni brucianti. Anni in cui il calcio sembrava finito in questa regione abruz- zese. E non ci sembra_inop- portuno ricordare, anche se in rapida sintesi, quegli anni che, comunque, sono stati u- affinché si‘ creasse il ne- cessario bagaglio tecnico per giungere alla prima divisione nazionale. si chiamava ancora cosi ma Castellammare. La formazio- ne di quei giorni: Verrocchio, Di Tommaso, Ercole, Baldac: ci, Masi, Brindisi, Lenzi, Mon- ti, Paltrinieri, Nini, Solazzi. Un paio d’anni di esperienza in incontri giocati tra i giro- ni di prima divisione marino @ montano con espressioni tecniche piuttosto valide an- che se limitate da vari fat tori, Sull’entusiasmo dell’Ur- sus arriva subito dopo un’al- tra societa che si chiama la «Crociata », per via della ma- glia bianca con la croce rossa sul davanti. Nel 1927 nasce Ja provincia pescarese (quest’anno infatti si festeggia 11 Cinquantenario e nulla poteva giungere pitt a proposito di questa promo- zione in A) ¢ le due societa dilettantistiche si fondono e dal seme piantato da Masi, che fu il primo presidente del- TUrsus, nacque il «Pescara Tito Acerbo» che ebbe come presidenti, prima Panzone ec, subito dopo, Senese. Il Tito Acerbo si iscrive al campio- nato di prima divisione, gio- ca con: Verrocchio (Gelati), Vannini, Scarpa, Brindisi, De Angelis, Massacese, Curti, Ma- si, Florio, Pasti, Ciabotto. Ma per un caso mai chiarito di Corruzione sportiva, il Tito Acerbo viene espulso dai ran- ghi federali. Si ricomincia dac- capo. Si fonda la Sportiva A- driatica che si iscrive al cam- pionato di terza divisione ed usa per la prima volta i co- lori biancazzurri. Siamo al 1929. Si gioca al Rampigna. UN ANNO di rodaggio ¢ poi il primo campionato con in- tenti... professionistici, I] duo dirigenziale _ Mariani-Delfino chiama a dirigere la squadra un allenatore di fama: mon; diale: Rodolfo Stanzel, nativo di Vienna (gia allenatore del Borussia e trainer del Porto. gallo nelle Olimpiadi di Am: sterdam del '28). Delfino, il mai dimenticato Don Celesti- no, impone una struttura ma; nageriale alla societa, che ver- ra chiamata S.S. Abruzzo, ¢ gioca nel campionato di ter: za divisione, girone B. Questa la rosa dei titolari: Verroc- chio, De Amicis, Ercole, De Angelis I, Ferri, Piccinini_I, Susini, Timoteo, Ferri, Ga- gliardi, Cirillo, ‘Mariani, Di Santo, Caporale, Ranalli, Cic- conetti. Con don Celestino si forma la societa e nascera la Strapaesana la squadra che @ il mito del calcio abruzzese. Una compagine fatta di cle menti locali che seppero co- gliere il segreto del gioco del calcio che @, e rimane sem- pre, un givco di équipe in cui le peculiarita di ognuno deb- bono fondersi in un tutt’ung omogeneo. Il clan, questa la vera espressione della men: talita del gioco di squadra. E quei giovani che si ritrovaro- Festa grande per il traguardo della A, al fischio di chiusura di Gonella. In ogni ordine di posti: sugli spalti (sopra) e per Piloni, Zucchini (sotto, a sinistra) e Andreuzza (a destra) sul campo no insieme sotto la bandiera pescarese (rossoblit al momen- to in quanto era stata di nuo. vo cambiata la divisa) seppe- ro formare un nucleo omoge- mpatto e dare vali- a alle loro esigenze sportive. Sotto la guida di due maestri dello sport che si succedette- ro alla sua guida, Piselli c Pizziolo, il Pescara conquisto le platee nazionali_raggiun- gendo in pochi anni la dimen- sione del mito. 1 Pescara ai va in forza elementi quali Di ® »> La coreografia @ stata perfetta: 30,000 i pescaresi giunti a Bologna e il giro d’onore de! pre: lente Caldora (sotto). Poi il gioco: (sopra, pagina accanto) Pizzaballa para su La Rosa e a destra, Piloni anticipa Bertuzzo. Il tutto per dare concretezza ad un sogno che data dal « Tito Acerbo » (sotto) Clemente, Creziato, Di Mat- teo, Mariani e Romagnoli I che erano delle autentiche fu- rie in attacco; nella linea me- diana c’erano Michetti, Picci- nini e De Angelis; mentre, in- dietro, il terzetto estremo, era rappresentato da Mariani, D’ Albenzio © Romagnoli I. Si giocava al Rampigna ela squa- dra, ormai, era 'A.S. Pescara: una compagine entrata nel cuore della tifoseria che ha sempre seguito con affetto ¢ amore- questa societa dando vita ad esaltanti manifestazio- ni di tifo come nei giorni di questo campionato del ’76-77, in citta quali Terni, Ferrara, Bergamo, Vicenza, dove & vic vo il ricordo dei pescaresi. DUE PRIMI campionati nella prima divisione, girone G ne- gli anni ’31 ¢ 32 con i se guenti_ giocatori: Murgo, Ro- magnoli, D’Albenzio, Brindisi, Michetti, Susini, Creziato, E. Di Santo, Di Maiteo, Pictinini, Mariani 'e grossa occasione nel campionato '32’33 quando per un soffio, agli spareggi, si perde la possibilita della pro mozione. Nel torneo succes- sivo Delfino porta a Pescara il trainer Radi, un tecnico un: gherese di chiara fama. Si as- siste ad un gioco di elevato tenore ma la squadra, al ter- mine del campionato, si sci glie. Una grossa crisi econo- mica costringe i responsabili del sodalizio a vendere i mi- gliori- giocatori: Creziato va al Foggia; Brindisi, Romagno- li e Michetti vanno all’Aquila che era stato promosso in B; DiAlbenzio, Carta, De Ange: lis e Fabiani vanno al Man- fredonia; Brindisi ¢ to al Messina; Picci Taranto. L’amore per il calcio porta, perd, Angelo Delfino a cos tuire, sulle ceneri della spa rita $.S. Abruzzo, la S.S. Pu ritas: forse il primo esempio di abbinamento tra sport € industria. I colori sociali so no il bianco e il verde. I gio catori: Antonucci, Palozzi, Mincarelli, La Porta, Iacone, Barlaam, D'Emilio, Gambetta, Mei, Prosperi, Ranalli. LAL lenatore & Ciro Quaranta. Sia mo al 1936. Poche partite ed ancora una deludente rottura dei quadri_dirigenziali. 11 cio perd ritrova nuove forze, Arrivano Forese, che dona un giusto apporto finanziario, Ma- riani che torna dal Popoli ¢ Bonino che viene assunto co: me allenatore. Si costituisce YAS. Pescara ¢ si assume ufficialmente la divisa biancaz: zurra. Partiti con tanto entu- siasmo e con tanto impegno, i pescaresi ritrovano il gusto alla vittoria e si conquistano un posto in serie C. Il pre-| ri Mariani, Pezzella, Monini I; sidente Vetta @ soddisfatto. Il torneo del '3637 ci vede in C con il ritorno di Piselli alla guida del Pescara. Anni di maturazione e di formazione mentre arriva la guerra ad o- scurare le anime ed abbruti- re le coscienze. Nel campio nato 194041 il Pescara con: quista la promozione in serie B. Concorsero a tale conqui sta, dopo. un entusiasmante campionato ed un durissi spareggio con i vincitoy gironi della serie C, i porti »> Parata di stelle: come dire questo il Pescara che @ stato promosso in serie A dopo cinquant’anni: in pie 12 Zucchini, Piloni, Mosti e Galbiati, Accosciati, sempre da sinistra: La Rosa, Orazi, Santucci, Repetto, De di da sinistra: Andreuzza, lichele e Nobili terzini Mingarelli, Paludi, Rotone i mediani Ventura, De Angelis, Brandimarte, Di Santo; gli attaccanti Mannelli, Cereala, Maturo, Candeloro, Rontodons yy Piccinini, Costan- IN SERIE B il Pescara ritro- va subito una sua dimensione calcistica efficace e sotto la guida di Pizziolo prima, e di Ferrero poi, il complesso bian- cazzurro si fa ammirare per tecnica e capacita realizzative tanto da sfiorare il colpo gros- so di una promozione in se- rie A. La formazione base di quelle entusiasmanti giornate: Miglio, Romagnoli, Mincarelli, Ventura, De Angelis, Brandi- marte I, Lanciaprima, Paoli- Replay sull'unico neo di Pescara-Atalanta: la partita é filata liscia | ni, Tontodonati, Di Santo, Cre- sui binari della regolarita per settantotto minuti, poi Gonella ziato. La forza del Pescara (sopra, all'entrata in campo) ha espulso I’atalantino Tavola di quei giorni era rappresen- per aver steso Galbiati (sotto) con un pugno in tata dalla cura particolare z che i dirigenti_ponevano nel pr SR Ne fe fi | portare avanti il discorso sul | | settore giovanile. Le forma- zioni minori del Pescara giun- gevano quasi sempre alle fi- nali nazionali. Rappresentava- no un serbatoio inesauribile per la prima squadra e da- vano linfa e vigore alla for mazione di base. Un po’ quel- lo che fa oggi nella regione il |Giulianova’ che rappresenta | un caso eccezionale di vitali- |t& nel settore giovanile. Ma la guerra pud ancor pitt de: gli aneliti di vita dei giova- ni € il 31 agosto 1943 sotto una pioggia di bombe Pesca- ra si arrende all’ineluttabile. Si parla di sopravvivenza e non pitt di reti ¢ di vittorie. Dopo la guerra si riprese a giocare. Gli animi crano fe- Titi ma non a morte. Si_vo- leva a tutti i costi riprendere il ritmo normale della vita. E lo sport fu una molla im- portante per ridare un « to- no» accettabile al primissi mo dopo guerra. Si ricomincid nel ’44 con un campionato regionale e dopo averlo vinto partecipammo al torneo misto di squadre di serie A e B divise in due giro ni, nord e sud. Il Pescara gio- cd nel girone Sud con Am conitana, Bari, Fiorentina, La- zio, Napoli, Pro Livorno, Pa: Iermo, Roma, Salernitana e Siena'e presentd questa for- mazione di base con le va- rianti che precisiamo tra pa- rentesi: Fabiani, Schiavone (Romagnoli), Mincarelli, Bran- Il cammino verso la serie A @ a meta: finisce il primo tempo di gioco e i due natori, Cadé (a sinistra nella foto) e Rota lasciano il campo. Tra i due mister, l’atalantino Mei dimarte II, D'Incecco, De An- gelis, Colabruno, Brandimar- | te I, (Ventura), Lanciaprima, | Maturo (La Porta), Tontodona- ti (Suozzi), Centorame (Di/ Teodoro), Guarnieri, (Costan-| tini). FU UN CAMPIONATO con- dotto avanti con molti sacri- fici e tra molte perplessita. Troppi squilibri tra le forma. zioni_ del Nord e del Sud e al termine del campionato Fer rero, Vallenatore, venne eso- nerato e Tontodonati passo al- 1a Roma. Non c’era pit: un vivaio valido a cui attingere come nel pas- sato e il Pescara comincid a sentire il peso dei campionati di serie superiore e a ritro- varsi, come suol dirsi, con I’ acqua alla gola. Nel campio- nato successivo venne assun- to Y'ungherese Banas. Venim- mo inseriti nel girone meri- dionale della serie B insieme a Trastevere Roma, Arsenal (Taranto), Brindisi, Catanzaro, Cosenza, Foggia, ‘Lecce, Pe |rugia, Rieti, Scafatese, Siracu- | sa, Salernitana, Taranto, Ter- | nana, Torrese. Correva J'anno | 1946, avrebbe scritto uno sto- riografo, ma noi non stiamo |facendo storia, stiamo soltan- |to cercando di ricordare. | Questa @ una notte di baldo- ia. Domani non sappiamo co- sa_succedera. Di Properzio continuera nel suo atteggia- mento? Camminiamo e pen- siamo. si tratti solo di una presa di posizione strategica; ma, dicevamo, che correva I’ anno 1946 ¢ ii Pescara schie- rava la formazione composta da: Fabiani (Gabaglio), Roma- gnoli, Brandimarte II, Di Teo- doro, De , Brandimar- te I, Giorgetti (Lanciaprima), Maturo, Toscani, Ricci, Rinal- di, oltre ai vari Pivi, Chiulli, Suozzi, Centorame e Costan- tini. Dopo un inizio piuttosto delu- dente Ja squadra seppe ri- prendersi e giocd ad un livel- Jo abbastanza buono. Riusci a rimanere in serie B e al ter- mine del campionato vendet- te Brandimarte II al Bologna che lascia Rinaldi e Ricci al Pescara e da in cambio Maioc- chi, un mediano laterale. Si prosegue a giocare in B sem- pre sotto la guida di Banas; si comincia come nell'anno precedente un po’ in sordina. E' rientrato Tiritheco (dal Tor- re Annunziata) ma la compa- gine stenta ad esprimersi. Si teme la retrocessione. I diri genti decidono di intervenire. Partono per Firenze Di Pro- perzio, Arlini e Barbi per ten- tare di convincere Mario Piz- ziolo a ritornare al calcio. Ci «| riescono e Pizziolo viene a dare una mano alla «sua» squadra. Muore, intanto, il se- gretario della societa, il bra- vissimo Edmondo De Amicis che tanto ha contribuito alla organizzazione interna del so- dalizio. IL RITORNO di Pizziolo se- gna la ripresa della squadra che riesce a salvarsi dalla re- trocessione dopo uno spares. gio con il Parma e il Pro Se »> sto. Intanto, nella riunione del | 15 luglio 1948 il Consiglio Fe-| derale delibera la ristruttura; | zione del campionato e sta- bilisce che la serie A sia a gi-| rone unico con venti squa- dre, la serie B a girone unico con 22 squadre e che ci sia una promozione e quattro re- trocessioni. Questa nuova dimensione del campionato di serie B rende Je cose molto pit difficili per il Pescara che risente, notevol: mente, di questa « selezione ». Intanto il calcio & venuto e- volvendosi e dal metodo si passa al sistema. Una evolu- zione tecnica che ci trova al- quanto impreparati soprattut- to perché i dirigenti del mo- mento, De Cecco, Di Proper- zio, Celsi, Cetrullo e Vianello, Dall'album dei ricordi: @ il 1930 e il calcio pescarese prende con: jenza, Il « Tito Acerbo Pescara » diventa « Strapaesana » sono sotto pressione e non se| {con i colori rossobli) e Vetta (sopra) ne é il primo presidente la_sentono di investire altri milioni sulla squadra per ac- quistare elementi idonei. Ce- trullo, poi, se ne va in Vene- zucla ¢ il '‘dottor Pizziolo, che ha avuto il pieno mandato da Di Properzio ¢ De Cecco, al termine di lunghi colloqui con i dirigenti delle varie societa, riesce a formare il seguente complesso; portieri: Collesi acquistato— dall’Anconitana, Pivi; terzini: Tiriticco ¢ Mas- sei acquistato dal Cecina; me- diani: Frugoli giunto dalla Pi- stoiese, De Angelis, Di Marco, Chiulli; attaccanti: Di Pietro acquistato dal Teramo, Berga- mini dal Sesto Fiorentino, Ma- soni dal Pontedera, Voccia dalla Vastese, Neri’ dal Pro Firenze, Ricci, Rinaldi, Voccia, Centorame, Giorgetti, Guar- nieri. Si comincia con alterna fortuna. Tl Pescara gioca delle belle partite ma la classifica non @ pari al valore espresso dalla compagine. Ci sono al cuni arbitraggi che incidono davvero troppo e condiziona- no la resa della squadra, i di- rigenti sentono il malumore della piazza e si smarrisco- no. Prendono un provvedimen- ‘to che decidera poi negativa- mente del futuro del ‘sodal zio: si esonera Pizziolo € si da Vincarico di dirigere la squadra a Piccinini, La piaz- za reagisce male, In societa regna V’anarchia. Intanto un lutto colpisce tutto il mondo sportivo nazionale, precipita Yaereo del Torino. Il dolore grande. Ancor pitt per il cal- Cio pescarese che vede finire i suoi sogni di gloria e cadere in zona retrocessione la squa- dra che, pur giocando ancora un buon calcio, sul piano tec- nico, non hha grinta e non rie- sce a ritrovarsi nemmeno con il suo pubblico che abbando- na la compagine diretta ora da Stella al suo triste desti- no. I] torneo 48-49 si chiude con Ia caduta in serie C del Pescara. Una retrocessione che segna due fatti fondamentali: primo Yerrore dell’esonero di Pizzio- lo che ha confermato che non si risolvono le crisi interne creando il capro_espiatorio nell’allenatore, cosa che con- tinua ancora oggi a capitare nel buon calcio nazionale ¢ poi che i dirigenti spesso sba- gliano quando si lasciano prendere dagli umori della folla e non seguono il concet- to della direzione su basi ma- nageriali. Una cosa che si ti pete ancora oggi e che lascia strabiliati chi considera come questi uomini, capaci di diri- gere imperi commerciali, si la- scino prendere e condizionare da errori gravissimi dettati sopratiutto dalla emotivita quando si parla di calcio. Il periodo che va dal 1949 al 1957 sono anni di crisi ricor- rente. La retrocessione -venne assorbita male da tutti i th fosi che manifestarono il loro dissenso piuttosto apertamen- te. I dirigenti, dal loro can- to, non erano capaci di tro- vare una soluzione poistiva ai che per mancanza di fondi Per tentare di ridurre i pas- sivo si vendette Tiriticco, Ma- soni (Cremonese), Frugoli (Si- racusa), Rinaldi (Milan) Bimbi torn al Livorno per fine pre- stito e Massei venne ceduto al Solvay. iLe redini della societa erano dirette da un consiglio di reg- genza formato da Vianello, Di Properzio, Daidone; men- ‘tre alla commissione tecnica erano stati riconfermati Bar- bi, Mariani e Quaranta. L’all natore era Benedetto Stella. ‘La rosa dei titolari era forma- ta da: Collesi, Costantini (Schiavone), Pupillo (Pieran- tuoni), De Angelis (Rapino), Bernardini (Chiulli), Busiello, Coccia (Tomei), Neri (Canta- rini), Di Giulio (Raimondi), Centorame, Bruni. La direzio- ne perd, non ‘riusci ad acon. tentare ‘le richieste dei gioca- tori che si misero in sciopero. Poi, per forzare la mano ai dirigenti, cominciarono a spron battuto il campionato | vincendo le prime due partite ma, quando notarono che non cera nessuna volonta nel di-| rettivo di fare sacrifici finan- Ziari, tutto si vanificd e si sciolse come burro al fuoco | e la squadra retrocedette in- sieme alla Ternana al Fucec- chio al Monsummano e al Ti- voli e dovette disputare il Campionato Interregionale. Ul consiglio direttivo non rie- ‘sce a cavare il classico ragno dal buco ¢ si dimette. Viene dato T'incarico al dottor Mas- simo Amati di prendere con- tatti con i maggiori esponenti del mondo economico cittadi- no. La risposta 2 negativa. Non si riesce a trovare Vac: cordo nemmeno sulla figura di un Commissario e solo con fatica si riesce a trovare una soluzione nella persona di Del Grosso nella sua duplice fun- zione di giocatore e di alle- natore. Il comm. Breda scio- glie le sue riserve iniziali ¢ di- venta il Commissario con pie- ni poteri. Tl campionato di promozione interregionale vede il Pesca- ra impegnato con squadre del- Abruzzo, Marche, Umbria e Lazio. Del Grosso e Breda lavorano con molto impegno e sagacia riuscendo a ricostruire, dal nulla, quasi, la societa e la squadra. torneo venne vin- to dal Chieti ed il Pescara fi- ni al secondo posto. Ci fu una questione di corruzione che colpi il ‘Chieti ma venne as- solto, altrimenti per il Pesca- ra si sarebbe trattato subito di un ritorno in serie C. L’an- no successivo con accortezza si ritorné al vivaio e alla cu- ra dei (giovani, I Pescara riu- sci a vincere il campionato presentando una formazione base composta da: Gasperi, Pupillo, Godeas, Chiulli, Mun- go, Di Marco, Del Grosso, Raimondi, Morbioli, Di Cle- mente, Palpacelli, Di Pietro, Di Matteo, Rapino, Del Mo- naco, ¢ Orazi che’ esordisce li decimo posto del 1966 da vita a polemiche feroci e l'anno successivo spunta Galeota che portera il Pescara in B per lasciare poi la presidenza a terra fino al termine del 1976 proprio nel’ultima partita di campionato a soli sedici anni contro l’Avezzano, NELL’ANNO successivo (1952-| Be 53) il Pescara si presenta ai nastri di partenza del campio- nato di quarta serie con Ja stessa formazione che ‘ha vin- to il campionato: interregio- nale di promozione. Fu un campionato ancora pieno di delusioni per il calciofilo pe- scarese. La formazione fu Ja seguente: Gasperi, Del Mona- co, Pupillo, Di Matteo, Go- deas, Rapini, Mungo, Chiulli, Di Giulio, Del Grosso, Cec: Di Clemente, Palpacelli, Rai mondi. Nel campionato successivo il Pescara venne inserito di nuo- vo nel girone G. La societa dalle mani di Raffaele Breda passa ad una commissione di «sette uomini d’oro », capita- nata dal duo Di Properzio Fo- rese. Del Grosso lascia la citta e ritorna nella sua Parma men- tre De Angelis accetta di diri- gere Ja squadra. Il Pescara e- \dizione '53-’54 parte senza gran- di ambizioni, nessuno ffa pro- messe, come negli anni [passa- ti, di resurrezione e la squa- dra comincia a macinare Vit- torie su vittorie fidando su questi ‘uomini: Argelassi, Ga- spari, Del Monaco (portieri); Pupillo, Godeas, Di Giulio, Di Matteo, (terzini); Mungo, Ra- pini, Adami, Bulgarelli_ (me- diani); D’Alé, Finotto, Ferra- ri, Di Clemente, Palpacelli, Pa- gliaro, Orazi, Busiello, Di Mar- co e Raimondi attaccanti. I biancazzurri terminano al ter zo posto mentre un rinnovato |entusiasmo ‘sembra prendere | gli sportivi per la posa.in ope- ra della prima pietra dello sta- | dio ‘Adriatico. | Anche il campionato del ’34'55 ci chiuse con una nuova de- lusione. I] Pescara fini ancora al terzo posto rimandando al- | 'anno successivo la promozio- ne. Cominciava quasi a diven- |tare Ja favola delle consorelle | abruzzesi che sentivano ad o- gni inizio di campionato i pro- clami che affogavano, poi, mi- seramente nel nulla. Il presi- dente Di Properzio cerca di trovare il bandolo della ma- tassa ma i risultati tecnici so- no sempre al di sotto delle aspettative. Gli uomini impie- gati nel torneo '54'55 furono: Gaspari, Del Monaco (portie- ri); Pupillo, Godeas, Lalli, Di Matteo (Terzini); |Montera- stelli, Palestini IV, Monaco, jernardin, Sampo (mediani); Tontodonati, Ferrari, Cuoghi, Marverti, Palpacelli, Costa, Di Marco, Di Giulio, ‘Lapi, ‘Pa- gliaro, Fidanza, Orazi (attac- canti). Presi dalla morsa delle delu- sioni si cerca di cambiare re- gistro. Il presidente Di Pro- perzio assume come allena- tore Notti. Si procede ad una campagna acquisti notevole per dispendio di soldi e di sforzi per assicurare gli uo- mini adatti. I quadri sono foltissimi. Por- tieri: Landucei_ e Di Cenzo; terzini: Lalli, Godeas, Tiritic- »> 17 co, Di Matteo; mediani: Mo- naco, Bernardi, Palestini, Puc- cetti, Foscili, Mungo; atta canti: Lecis, Mercatali, Costa, Tontodonati, Traini, Palestini, Cuoghi, Palpacelli, Zamperlini. Sulla carta la squadra € mol- to forte. Si rianimano i tifo- si, Sono speranzosi i dirigenti. E la squadra risponde alle at- tese vincendo il campionato. Si inaugura anche lo stadio Adriatico. Nel corso delle fi- nali con la Reggina, perd, il Pescara perde. die a zero in casa e pareggia a i consuma il dramma all’ultimo minuto. Il Pescara rimane in quarta serie e si apre una cri- si dirigenziale di grossa por- tata. Notti se ne ve e suben- tra Sola. Acquisti a catena. Spese da capogiro. Valzer di panchine. Licenziato Sola su- bentra ancora Piacentini. Cam- pionato deludente e solo quin: to posto finale. Ma per ia ri strutturazione ‘dei campiona- ti voluta dalla LEGA il Pescara viene inserito d’ufficio, nel campionato di serie «Eccel- Jenza » per poi essere inserito in serie C per meriti sportivi. IL CAMPIONATO detto «d’ onore» (0 d’Eccellenza) del 51-'58 vede il Pescara impe- gnato con i seguenti elementi. Portieri: Di Cenzo, Landucci; terzini: Lalli, Cialabrini, Cle- de, Camarlengo; mediani: Mo- naco, Macripo, Palestini, Fo- scili, Rapini, Bernardi; attac- canti: Tontodonati, Ferrari, Guasco, Paciello, "Colombo, Merlonghi, Pagliaro, Pietran- tonio, Falasco e Fochesato. Fu un campionato piuttosto buo- no. Il Pescara fini a ridosso delle prime ma al termine del) [torneo rimedid una squalifi- | ca da scontare nel campiona- to successivo per le botte che rese V'arbitro D'Ascola di | Reggio Calabria che ne combi- no di tutti i colori nel corso della partita interna con il per due a zero. Invasione di campo e botte da orbi all’ar- bitro che riusci a stento a sal- varsi e nell’occasione tenne un comportamento altamente sportivo Tontodonati che cer- co in ogni modo di difendere Vincolumita del signor Ran- cher. La Lega fu giustamente severa e la squadra, passata subito dopo agli ordini di Ton- Moglia. Una partita senza sto-| todonati, (Piacentini venne ¢- ria, tranquilla dal punio di|sonerato) ando peregrinando vista della classifica che ebbe il demerito, al termine, di far scatenare ‘alcuni facinorosi che costrinsero, da quel gior- no, il signor D‘Ascola a cam- biare mestiere. Nulla di nuovo sotto il cielo biancazzurro nell’anno seguen- te: sempre Piacentini alla di- rezione tecnica e sempre Di Properzio presidente, La rosa dei giocatori; portieri: Di Cen- zo, Tuniz, Carabba;_ terzini: Lalli, Clede, Cialabrini, Dolci ¢ Camarlengo; mediani: Mona- co, Bernardi, Papa, Pivonello, Foscili, Palestini V, Becchi, Macripo, Felicione; attaccan- ti: Conio, Ferrari, i Paciello, Pagliaro, _Vanini, Tontodonati, Mattucci, Cleri- co, Spina e Mario Di Proper- zio. Questo torneo del 1958- 39 fu un disastro. Si giocd tanto male da finire al 14. po- sto e si ebbe una sonora le- zione ‘dalla Lega che per i fatti dell’Adriatico ci inflisse una squalifica di quattro mesi. Accadde che l'arbitro Rancher (di Roma) espulse Monaco nella gara interna con il Ca- tanzaro che stava vincendo sui vari campi delle Marche per disputare i restanti in- contri. Si riparte con Tontedonati al- la guida del Pescara nel_cam- pionato successivo (1959-’60) con la utilizzazione della se- guente rosa: Tuniz, Di Cenzo, Ganzerla, Bernardi, Clede, Riuscitti, Foscili, Padovan, Fe- licione, Cialabrini, Becchi, An- dreoli, Clerico, Ferrari, Pa- gliaro, Masoni, Cavicchia, Spi- na, Vanini, Matteucci, Natteri e Conio. E’ I’anno delle Olim- piadi di Roma. Lo sport esal- ta un po’ tutti ma non la. squadra di calcio che conti- nua a vivacchiare alla ricer- ca di una dimensione societa- ria e tecnica che sembra ir- raggiungibile. Si chiude al de- cimo posto senza infamia ¢ senza lode ma peggio capi- tera nel torneo successivo (' ’61). Si finisce al 12. posto, sotto la guida di Bencic che utilizza nell’arco del torneo i seguenti uomini: Di Cenzo, Nobili, Magni, Bernardi, Fo- scili, Quaiattini, Becchi, Mu- po, Conio, Borella, Visentin, ‘Meregalli, Barone, Natteri, Ca-| tipico del Pescara di questo| lano di vergogna sportiva e si vicchia, Pace. | periodo: gli errori dirigenzia- | fanno i raffronti con la... « mi- E’ il solito ritornello. A Di’ li € la poca oculatezza nel pe- | tica » Strapaesana. Di Proper- Properzio si fanno delle ac- | tiodo del mercato vengono ad-| zio se ne va. E’ stanco anche cuse velate di immobilismo. | debitati agl'incolpevoli allena-| lui. Per anni ha sostenuto sa- Gli si rimprovera di non es. tri. Gli uomini chiamati in crifici piuttosto impegnativi. sere capace di «formare » una biancazzurro nel torneo ’6l-| Non possiamo fargli torto di societa. organizzata e di far| 62 sono: Tuniz: Nobili, Ma-| non aver saputo costruire at- dipendere tutto dai suoi umo-| ni, Fabris, Riccioni, Stolfa,/torno a sé una societ&. Era Chissa se li sborsa 0 no| Barone, Camozzi, Ive, Conio,/ yn presidente che possiamo i soldi quest’anno. Una spe-| Bertuccioli, Orio, Ganzerla,| Gefinire della categoria dei cie di vassallaggio economico | Bronzini, Carabba, Tereo, Cor-| « mecenati », capace di mette- che umilia la citta e limita le} $1, Lovecchio, Di Bartolomeo,| re mani al portafoglio; ma esigenze sportive. Alla guida| Pace, Mattucct. Una gaseto| 22 aveva la dimensione per della squadra c’t Umberto De| tecnica: nel corso di apest© | pensare ad una societa spor- Angelis, ma poi viene sosti-| fo™neo vengono tesi OPDIIgA”| tiva strutturata come un'a- tuito nel corso del torneo da| t1!? Pal raat zienda. Purtuttavia il suo ap- Nardino Costagliola seguen-|L'ENNESIMA delusione fa/ porto alla vita e ai successi do un andazzo che diventera| smuovere la piazza. Tutti par-|futuri del Pescara é@ stato »> considerevole, quanto meno perché ci ha permesso di usci- re fuori dal periodo iniziale quando, senza il suo sostegno pratico, non sarebbe stato pos- sibile pensare ad un Pescara diverso da una dimensione re- gionale, Al posto di Di Properzio su- bentrd Antonio Sacco che, co- me primo atto, prese come ge- neral manager I'ex arbitro ro- mano, Gemini, e confermod Nardino Costagliola come al- lenatore. Si effettua una_di- screta Campagna acquisti € vendite. Pace passa al Bolo- gna, la squadra sembra vive- re in un momento di euforia. Il pubblico ritorna con pit amore attorno ai colori bian- cazzurri e si finisce al quarto posto nel torneo '62-'63 utiliz- zando la seguente rosa: Ca- rabba, Stolfa, Magni, Conio, Nobili, Pieri, Barone, Raccu- glia, Capuano, Cerri,” Zucchi- nali, Di Cenzo, Temeilin, Mat- tucci, Romoli, Riccioni, Lo Buono, Fabris, Tobia, Scurti. Un fuoco di paglia. I malu- mori continuano e le critiche crescono. Sacco cerca di tam- ponare e di rimediare nel suc- Cessivo torneo. Il fatto & che la «piazza» vuole la B. La citta cresce e cresce in fret- ta, Sta vivendo un momento particolarmente felice nel set- tore dell'edilizia. Tutta la zo- na & scossa da fremiti di e- spansione. Si cresce in ogni settore. Molti i soldi che ci colano. Molti arricchiscono in breve tempo. Solo nel cal- cio si é al livello di... sottosvi- luppati. SACCO pensa di risolvere il tutto liquidando Costagliola assumendo Renato Piacentini. Sbaglia la campagna acquisti riuscendo solo a portare gra- no nella dispensa societaria ma la squadra ne esce indebo- lita. Nonostante tutto la com- pagine si classifica al quinto posto ma i risultati alterni costano il posto a Piacentini che viene sostituito da Bencic. Nel corso dell’anno calcistico 6464 si alternano in maglia biancazzurra: Di Cenzo, Lo- buono, Magni, Pieri, Misani, Fabbris, Barone, Conio, Minto, Mattioli, Capuano, Raccuglia, Zucchinali, Borca, Tobia, Ro- 29 Moli, Matteucci, Raccini, Pie- tranico, Luciani. IL QUINTO POSTO non viene accettato. La folla_contesta Sacco che se ne va. Il Sindaco viene chiamato in causa. Si cerca una soluzione e si_ac- cetta un ripiego: l'avv. Gian- sante nella veste di Commi sario straordinario. Siamo in condizioni di assoluta emer- genza. Viene confermato Ben- cic. Si comincia in modo de- ludente. La folla non sta cal- ma. Si teme il peggio. Si ten- ta di sfruttare le capacita dia- lettiche e di simpatia di Scue- cimarra che viene chiamato a dirigere la societa. Vincenzo Scuccimarra non ha la forza economica di Di Properzio 0 di Forese, assolutamente, ma ha una presa_immediata’ con il pubblico. Chiama in squa- dra Gianmarinaro e Bottari, licenzia Bencic e lo sostitui- sce con Marsico. Ma alla fi- ne del torneo ’64’65 il Pesca- ra @ accreditato solo dell’un- dicesimo posto in classifica. Nel corso dell'estate il Sinda- co Zugaro De Matteis fa con- cedere un contributo straor- dinario di venti milioni alla societd. Scuccimarra arringa la folla. Accende entusiasmi nuovi. Ma & un nuovo calva- rio. « Chiacchiere e tabacchie- re ‘di legno il Banco di Na- poli non I'impegna »: cosi pre- cisa un vecchio detto napo- Ietano e cosi il torneo con- ferma. Crisi ancora a tutti i livelli. Nel corso del torneo 65-66 viene esonerato Marsi- co e la squadra passa a Gian- marinaro, poi torna a Notti e dopo quaiche settimana anco- ra_a Gianmarinaro, poi torna a Notti e dopo qualche setti- mana ancora a Gianmarinaro. Si chiude al decimo posto in classifica. Gli uomini chiama- ti in formazione: Bottoni, Fol- lador, Magni, Martella, Misa- ni, Pieri, Franceschetti, Pinna, Torriglia, Porro, Ciccolo, Gianmarinaro, Gallo, _ Gola, Mele, Parolini, Gerosa, Guizzo, Dallan, Bellei, Prosperi, Di Cenzo, Simeoni ¢ Tontodonati. Le crisi ricorrenti portano al- cuni soci minoritari del Pe- scara Calcio a farsi avanti. Si creano delle alleanze in seno al direttivo, si fa saltare Scuc- cimarra, e prende le redini del Pescara il neo presidente Galeota. Comincia un nuovo periodo. Attorno a Galeota prendono posizione Malagri- da, Testa, Alici, Caporale, Cri- stini, D'Ambrosio, Fileno, Epi- fanio, Di Marcantonio, Giam- pietro, Lottéria, Madonna, Ma- rinelli, Pirocchi_e Renato ¢ Mario’ Serafini. Essi_ riescono a darsi una struttura unita- ria, Chiamano Cervato e sem- bra davvero che le cose deb- bano avere una svolta_posi- tiva, Ma il torneo '66-'67, an- cora una volta, miete le sue Vittime. La pid illustre pro- prio Cervaio che viene silu- rato senza tanti complimenti. Il torneo ci vede al sesto po- sto. La rosa che ha difeso i colori biancazzurri @ la se- guente: LamiaCaputo, Benec- chi, Ventura, De Marchi, Cres- soni, Macchia, Parolini, Si- meoni, Misani, Tontodonati, Cannavacciolo,, _ Maschietto, Scali, Pagani,’ Pinna, Guizzo, Gerosa, Franceschetti, Porro, Prosperi, Cavallito, Frascoli. L’esonero di Cervato fu forse troppo precipitoso ma la so- cieta ormai aveva una sua di- mensione precisa. Venne chia- mato ancora Gianmarinaro a dirigere le sorti della squadra. Non viene confermato Caval- lito, pur essendo questi un giocatore di notevole valore tecnico, Con cura e metodo Gianmarinaro riesce ad orga- nizzare una squadra abbastan- za_omogenea € riesce a classi- ficarsi_ al sesto posto. Questi gli uomini utilizzati nel corso del torneo ’67-'68: LamiaCapu- to, Ventura, De Marchi, Cres- soni, Pinna, Palanca, Canta- relli, Gerosa, Boccolini, Guiz- zo, ‘Fanti, Basilico, Pozzar, Pantani, Misani, Maschietto, Simeoni, Ferrero, Prosperi. Ii sesto posto non ‘soddisfa, pe- rd, alcuni dirigenti del_grup- po e cominciano le defezioni a catena che portano Marinel- lie Malagrida a restare da soli ad aiutare Galeota. Una situazione d'emergenza_ma che non é pit: nera delle altre che I'hanno preceduta. PER IL CAMPIONATO 1968- 69, Galeota chiama a dirige- re'la squadra Gianni Seghe- doni, Marinelli _comincia ad intrecciare relazioni con diver- si dirigenti di_societa, ed il «duo» comincia a dimostra- re di che tempra sia fatto. Non a caso con Galeota e Ma- rinelli si tocca il fondo con la retrocessione in serie D ma si ritrova lo slancio per quel ri- torno in serie B da tutti pro- messo e da nessuno mante- Due formazioni che esemplificano alla perfezione I'altalena del Pescara: sopra, l'undici che nel '72 retrocesse in serie D; sotto, quello dell’anno successivo che riconquisto subito fa serie C sb 2:*

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