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Aut.ne Tribunale Livorno n° 683 del 02/03/2005 - Spediz. in abb. postale: postatarget creative - CENTRO 1/02524/11.2014 - Posteitaliane
Anno XX - n° 215
L’Editoriale
di Enrico Dello Sbarba
enricodellosbarba@virgilio.it
Una solidarietà
nazionale
che continua
a mancare
Avremmo tanto voluto scrivere
di una classe politica all'altez-
za della nuova e grave situazio-
ne che si profila a causa di que-
sta maledetta pandemia che
acuisce le preoccupazioni per
tutti noi.
Pensavamo e lo speravamo in
molti che, di fronte al riesplo-
dere di questa seconda ondata,
prevista dalla maggior parte dei
virologhi all'inizio dell'autunno,
prevalesse nella classe politica
ma anche imprenditoriale, quel-
la necessaria sensibilità per
concordare insieme le iniziati-
ve più opportune da assumere
per tenere testa a questo dram-
matico evento che sta sconvol-
gendo il mondo intero.
Non registriamo, al momento,
negli altri stati della Comunità
Europea, gli inquietanti feno-
meni di ribellismo che si stanno
verificando, nelle principali cit-
tà del nostro paese, messe a fer-
segue a pag. 2
Un’Europa
senza anima
In un recente articolo su Repubblica
di Giuseppe Franceschi
Massimo Riva si sofferma sul “Ricatto
di Visegrad” che ormai è diventato la
malattia mortale dell’Unione Europea. I
quattro Paesi del gruppo, amici dei so-
vranisti nostrani – Ungheria, Polonia, Re-
pubblica Ceca e Slovacchia con ascen-
dente sull’Austria - guidati dal premier
ungherese, Victor Orban, da tempo ten-
gono sotto scacco l’intera Unione Euro-
pea approfittando del fatto che i Trattati
prevedono in alcuni casi, espressamente
in politica estera ed economica, l’appro-
vazione all’unanimità. Il recente vertice
di Bruxelles sui fondi economici stanziati
per far fronte ai problemi del Covid è fal-
lito sia per l’azione dei cosiddetti “Paesi
frugali” guidati dall’Olanda sia perché
Varsavia e Budapest hanno minacciato il
veto sul bilancio, chiedendo di eliminare
la clausola che subordina la concessione
degli aiuti al rispetto dei principi fonda-
mentali dello Stato di diritto nei singoli
Paesi.
Dopo la caduta del muro di Berlino si era
pensato di cooptare nell’U.E. alcuni Pae-
si oltrecortina con la speranza di sottrarli
all’influenza della Russia: un successo di
politica estera in cambio di un sacrificio,
considerata la disastrosa situazione in cui
il patto di Varsavia li aveva ridotti. In real-
tà i suddetti Stati dell’Est entrati nel 2004
hanno beneficiato di consistenti finanzia-
menti europei, ma hanno incominciato
ben presto a praticare una politica auto-
ritaria che non tollera il dissenso e mira a
Novembre 2020
tenere sotto il controllo dell’esecutivo la
stampa e la magistratura. Orban che è il
falco del gruppo ha parlato di “demo-
crazia illiberale” ispirata da un cristiane-
simo che, a dir poco, si può definire
conservatore: in politica estera si affer-
ma una tendenza che contrastando con
le linee generali dell’U.E. simpatizza per
Trump e Orban, contrariamente alle spe-
ranze che hanno favorito l’ingresso del-
l’Ungheria, anche per Putin. Lasciando
da parte le posizioni oltranziste nei con-
fronti dei migranti, ce n’è abbastanza per
sostenere che i principi che scaturisco-
no dalle radici culturali e spirituali del-
l’Europa sono sistematicamente violati.
Libertà dell’individuo e pace sono le basi
che ispirano il Manifesto di Ventotene in
cui Altiero Spinelli e i suoi amici fonda-
rono sulla base di una cultura laica e so-
cialista la necessità dell’Europa unita.
Precedentemente, in ambito cattolico,
Sturzo, dopo il fallimento della Società
delle Nazioni, riprendendo i famosi 14
punti del Presidente americano Wilson
aveva auspicato per il mantenimento
della pace la nascita di una federazione
di Stati europei fondata sul rispetto della
legge morale e della sacralità dell’indivi-
duo secondo la cultura cristiana.
Tra i fondatori dell’Europa è importante
ricordare l’azione di De Gasperi che
puntò subito su una politica estera e di
difesa comune per cementare l’Unione;
purtroppo a causa della rivalità franco-
segue a pag. 2
 2 Politica
dalla prima pagina
Una solidarietà
nazionale...
ro e fuoco da gruppi estremisti di
destra e di sinistra che si inserisco-
no nelle giustificabili manifestazio-
ni di protesta da parte di operatori
di varie categorie in ansia per il loro
futuro.
Ed invece in questo nostro benedet-
to paese, ancora una volta stiamo
assistendo ad un gioco molto peri-
coloso.
Da una parte il governo con la sua
ibrida maggioranza che, alla meglio,
cerca di contenere questa mortife-
ra pandemia che, purtroppo, ha ri-
preso, dopo le follie estive, e forse
con maggiore virulenza dei mesi
scorsi, dall'altra l'opposizione di
destra che, per meri interessi di bot-
tega elettorale, persegue nel suo
disegno:combattere, con ogni mez-
zo, questo governo ritenuto assolu-
tamente inidoneo a gestire il paese
in un momento così drammatico.
In questo clima surreale abbiamo
ascoltato le dichiarazioni della pa-
sionaria- l'urlatrice, costantemente
in...cavolata, presidente dei Fratel-
li d'Italia, alias Giorgia Meloni di-
sponibile a collaborare o addirittu-
ra far parte di un governo di unità
nazionale ponendo come condizio-
ne, una volta vinta la battaglia con-
tro la pandemia, di portare il paese
alle urne. Ci sembrano affermazio-
ni farneticanti che si associano a
quelle, sempre più petulanti e ripe-
titive, di Matteo Salvini che, mal-
grado la sconcia esibizione dei suoi
rosari e dei suoi crocefissi, non rie-
sce a bloccare la costante contra-
zione dei consensi che si sono regi-
strati a partire dall'ultima campagna
elettorale.
Si evoca, da parte di quel duo, a
cui fa da contorno il buon Taiani
(più distaccato l'ex ministro Lupi
che, da ex democristiano, si tiene
sempre a distanza di sicurezza da
quel trio), il catastrofismo, si mobi-
litano le piazze, i loro messaggi
sono orientati solo ed esclusiva-
mente a chiedere "sempre di più"
senza tenere in alcun conto il disa-
stro finanziario verso cui l'Italia ri-
schia di precipitare.Naturalmente si
guardano bene "i due" dal citare
questa "madre ingiusta" che è la
Comunità Europea i cui finanzia-
menti forse salveranno l'Italia dal
fallimento
Ma, per par condicio, anche il go-
verno, guidato dal frigido Giusep-
pe Conte (uno può essere anche un
buon avvocato ma se nel
suo"cursum honoris" non ha mai
fatto politica, è difficile guidare un
paese ed in un momento di estrema
difficoltà, senza avere un'esperien-
za precedente) far registrare com-
portamenti a volte discutibili.
In effetti, questo governo, compo-
sto da due forze opposte e contra-
rie, costrette per l'emergenza poli-
tica ed ora sanitaria, a sopravvi-
vere, manifesta lacune ed incertez-
ze e/o primigenature difficilmente
giustificabili in un momento così
difficile: un grave ostacolo che può
compromettere la saldezza della
compagine ed insieme la soluzione
dei grossi problemi che si pongono
davanti. Se poi Italia Viva ed il suo
"incontenibile leader" - Matteo
Renzi - un giorno si e l'altro pure-
mettono in discussione le scelte del
governo, assunte, magari, dopo
giorni di discussione e di contrasti,
"il pranzo è servito".
In un momento così difficile e dram-
matico per il paese sarebbe forse il
caso di darsi "una calmata "evitan-
do di assumere il ruolo "dirompen-
te" che ebbe Rifondazione Comu-
nista- che, ai tempi dei due governi
Prodi, per le intemperanze del suo
leader e per le assurde pretese dei
suoi ministri, in aperto contrasto
con i programmi concordati, aprì le
porte ai due governi del Cavaliere.
Se si continua così, si rischia di
spalancare le porte ad un governo
di destra con i due laeder (Salvini
e Meloni) a dividersi la torta "or-
mai ammuffita" di questo povero
nostro caro paese.
E finiamola qui!!
Un’Europa
senza anima
tedesca, il disegno della C.E.D. non fu
approvato.
È prevalsa a poco a poco una logica
economica e politica che ha mirato al-
l’interesse dei singoli Paesi senza pen-
sare al bene comune. Il progetto di Co-
stituzione europea, varato da una Con-
venzione presieduta da Giscard
d’Estaing, che metteva ordine nelle clau-
sole dei vari trattati e ricordava in pre-
messa le radici giudaico-cristiane cul-
turali e spirituali dell’Europa prima di
elencare i principi fondamentali, è stato
ratificato soltanto da 18 Stati su 27;
Francia e Olanda nel 2005 hanno boc-
ciato il progetto tramite referendum.
È stata la morte della Federazione euro-
pea: dietro la mancata ratifica, infatti, si
celava il rifiuto di cedere sovranità; da
allora si sono diffusi populismi e sovra-
nismi, l’idea della Costituzione è stata
accantonata e si è andati avanti con la
revisione dei principali trattati esistenti
facendoli confluire in quello di Lisbona
del 2007, che recepisce molti elementi
migliorativi presenti nella Costituzione,
ma rimane uno strumento pattizio e non
fondativo. Stabilisce, in genere, un voto
a maggioranza qualificata, ma su punti
cruciali come la politica estera, di dife-
sa ed economica prevede ancora l’ap-
provazione all’unanimità. La violazione
dei principi fondamentali elencati nel-
l’art.2, seppure con molte omissioni
importanti, può essere sanzionata, ma
l’art.7 in cui si parla di sanzioni non pre-
vede espressamente una procedura di
espulsione. I Paesi del gruppo di Vise-
grad potranno continuare nella loro azio-
ne negativa.
Non si capisce l’esitazione della Merkel
sulla possibilità di espulsione di Orban dal
P.P.E.. Difficilmente in queste condizioni
si potrà arrivare alla creazione di una vera
federazione di Stati o anche ad un’effi-
ciente confederazione.
Mi piace concludere con le parole di Max
Scheler, un grande filosofo della mora-
le: “mai e in nessun luogo i semplici trat-
tati hanno creato una comunità, al mas-
simo essi la esprimono”. Un organismo
politico senza Costituzione è come un
corpo senza anima.

Alcune considerazioni sui recenti risultati delle elezioni amministrative della Toscana
Un’occasione perduta
di Massimo Cappelli
A distanza di alcune settimane dalle re-
centi elezioni amministrative e dopo la
formazione della squadra di governo
della Regione da parte del Presidente
Giani, ci sia concesso fare alcune con-
siderazioni.
La prima è che la riconferma del cen-
tro-sinistra alla guida della Regione, a
nostro avviso, è un fatto positivo per
molteplici fattori. Ne elenchiamo alcu-
ni: la continuità di governo in una deli-
cata situazione come la attuale, sia per
l’emergenza sanitaria che per i tanti pro-
getti di sviluppo e sostegno economico
avviati ma non conclusi. Il contributo
indiretto alla stabilità del quadro politico
nazionale, in un contesto emergenziale
che chiede certezza di comando. La
prova che un centro-sinistra inclusivo,
che veda al suo interno non solo il PD
ma anche Italia Viva +Europa e liste ci-
viche e di sinistra si sia dimostrata, in
Toscana ma anche in Emilia Romagna e
Campania, una formula vincente. Men-
tre in Puglia, pur vincendo, si è preferi-
ta una coalizione con un asse più spo-
stato a sinistra.
A questo proposito torno ad esprimere
un concetto già enunciato altre volte.
Pur andando le mie preferenze perso-
nali all’area di centro-sinistra, non ve-
drei negativamente al governo una sana
alternanza di forze politiche che espri-
mano anche visioni diverse, come un
centro-destra costruttivo, europeista
non populista. Nei paesi democratici è
ciò che avviene.
Oggi purtroppo, in Italia, non abbiamo
questa caratterizzazione del centro-de-
stra, dove il centro non esiste, se non
marginalmente, predominando una vi-
sione populista ed estremista, prettamen-
te di destra.
Ciò detto, tuttavia non ci possiamo esi-
mere da alcune critiche riguardanti gli
avvenimenti politici che hanno caratte-
rizzato la costituzione della squadra di
Politica 3
Governo regionale, ovvero la Giunta avviso, è stata una cosa grave che ha
con annessi e connessi. testimoniato una mancanza di visione e
Pur non condividendo il principio che un modo di pensare e agire molto pro-
tutti i territori della Toscana abbiano vinciale.
rappresentanza in Giunta, almeno que- Potevamo avere un rappresentante in
sto sarebbe opportuno per quelli ove Giunta che avrebbe comunque seguito
maggiori sono i problemi e dove più più da vicino i vari progetti del territo-
significativi sono i progetti avviati o in rio ma si è preferito farne a meno.
corso, che richiedono quindi attenzione Una occasione persa.
e proattività per le migliori soluzioni. Speriamo almeno che le deleghe che
Ora mi sembra che l’insieme dei terri- verranno conferite al consigliere Gian-
tori che costituiscono l’anello debole ni Anselmi possano in parte colmare
dello sviluppo economico della nostra questo grave errore. D’altra parte quan-
Regione siano quelli della fascia costie- to accaduto non fa che proseguire una
ra, da Massa Carrara a Grosseto, pas- sorta di nemesi per Livorno e provin-
sando per Livorno e Piombino. cia, dove per trovare delle forti rappre-
Livorno poi ha, da anni ormai, grandi sentanze politiche bisogna purtroppo
progetti di sviluppo sulla rampa di lan- risalire all’anteguerra.
cio quali la Darsena Europa, il nuovo
ospedale e, in tempi più recenti, il pro-
getto dei nuovi impianti ENI. Tutti im-
portanti per le ricadute occupazionali,
la certezza del lavoro, l’incremento dei
In zona
servizi al cittadino. Si pensi che assie-
me questi progetti portano a circa un
miliardo di investimenti, una grande
Cesarini...
opportunità che può risollevare una
economia alquanto depressa.
Nella passata Amministrazione regiona-
le, Presidente Rossi, Livorno e la sua
provincia potevano contare sulla pre-
senza in Giunta dell’Assessore Cristi-
na Grieco e, in Consiglio regionale, dei
consiglieri Francesco Gazzetti e Gian-
ni Anselmi.
Con la nuova Amministrazione, Presi-
dente Giani, mentre sono stati eletto-
ralmente riconfermati in Consiglio sia
Gazzetti che Anselmi, il nostro territo-
rio non ha più un assessore in Giunta a
rappresentarlo. O meglio, non lo ha per
una serie di veti sul nominativo di Ales-
Gianni Anselmi
sandro Cosimi, nostro ex sindaco, pro-
posto da Italia Viva ma fortemente Se proprio vogliamo utilizzare una
osteggiato dal PD di Livorno. notissima battuta dei tifosi di cal-
Un grave errore dove si è avuta la sen- cio, diciamo che, in zona Cesarini,
sazione che i giochi di partito e i senti- Livorno e la sua provincia, rimaste
menti personali abbiano prevalso sul- .... per terra nella formazione della
l’interesse della città e della collettività. Giunta Regionale guidata dal
Quanto avvenuto, a mio modestissimo segue a pag. 4
 4 Politica

da pag. 3
CONFINDUSTRIA LIVORNO-MASSA CARRARA
neopresidente Eugenio Giani a cui
l'intera redazione de Il Centro invia
i migliori auguri per un proficuo
Piero Neri neo presidente
quinquennio in favore del popolo
toscano,sono riuscite ad evitare
una beffarda sconfitta.
Abbiamo voluto riprendere una fra-
se ormai storica, utilizzata nel lin-
guaggio comune non solo nel cal-
cio, anche perché Gianni Anselmi,
in gioventù era un giocatore di cal-
cio che, insieme a Vinicio Monnanni
(tra l’altro, mio genero) ha calpe-
stato i campi di calcio: oddio han-
no militato insieme nella squadra di
Sasso Pisano ma bisogna sapersi
contentare!
Ho voluto anticipare con questo
simpatico "siparietto" (in tempo di Da sin. Piero Neri, Alberto Ricci e Umberto Paoletti
covid tutto può servire) per annun-
ciare con grande piacere l'attribu-
zione al neoeletto consigliere regio- (e.d.s.) - Nello scorso mese di ottobre è stata formalizzata l'elezione a presi-
nale Gianni Anselmi, già Sindaco di dente della Confindustria Livorno-Massa Carrara di Piero Neri di cui, anche
Piombino e nell'ultima legislatura, noi, avevamo dato notizia. Con grande piacere salutiamo questo importante
Presidente della Commissione Svi- evento che ha portato alla vertice confindustriale una personalità di grande
luppo economico e rurale, ad un im- spicco,un protagonista assoluto nella leggenda dell'economia legata al settore
portante incarico, quale quello di portuale della nostra città e erede di una grande, storica "famiglia autentica-
assistente al Presidente Giani. mente livornese". Si contano, forse, sulla dita di una mano gli imprenditori che
Anselmi si occuperà di: hanno segnato un ruolo storico nell'economia labronica. Frequentavo l'Istituto
- programmazione regionale; Vespucci, smisurati anni fa,ed il nome di Tito Neri e delle sue imprese sul
- programmazione territoriale negozia- porto di Livorno erano, già allora,oggetto di studio e di approfondite analisi
ta che coinvolga più assessorati sullo sviluppo economico della nostra città.
(definizione e attuazione); Ebbene, il caro amico Piero Neri ne ha rappresentato e ne rappresenta in manie-
- concertazione; ra emblematica, la continuità: ecco perchè prego i lettori di questo, ormai an-
- partecipazione della Giunta ai lavori ch'esso storico mensile, di comprendere l'enfasi di questa presentazione.
delle Conferenze dei Presidenti delle Del resto Piero Neri non si smentisce se nelle sue dichiarazioni subito dopo la
Regioni. Stato - regioni e Unificata. sua elezione a Presidente ha dichiarato: “Io presidente? Un dovere verso il
- rapporti tra Giunta e Consiglio Re- territorio e con la logistica vogliamo attrarre le aziende” (scrive nella intito-
gionale. lazione Il Tirreno subito dopo la sua plebiscitaria elezione alla Presidenza della
- aree di crisi complessa (Piombino e Confindustria di Livorno e Massa Carrara).
Livorno) inclusi i relativi tavoli di Questa sconvolgente "pandemia" che rischia di rinchiuderci in casa un'altra
crisi; volta non ci può far dimenticare i problemi socioeconomici di ogni natura che
- politiche per il mare, costa, isole; hanno indebolito e messo in crisi l'economia del territorio livornese.
- presidio regionale del Piano Nazio- Il Cavaliere del Lavoro Piero Neri, rappresenta una garanzia e per lui un impe-
nale di Ripresa e Resilienza gno morale di alto livello. Pensiamo e speriamo proprio che con lui alla guida
(PNRR). della Confindustria livornese si potranno realizzare i progetti storici: il Lotto
Non ci pare poco. zero, l'Aurelia da Rosignano a Tarquinia, le infrastrutture portuali del Tirreno,
Al nostro amico non possiamo au- il completamento delle bonifiche dei siti inquinati, la necessaria impiantistica
gurare altro che un affettuoso buon per i rifiuti speciali come ha dichiarato nell'intervista rilasciata al quotidiano
lavoro per la nostra Provincia e per locale.
la nostra Regione.

SE NE È PARLATO ALL’ASSEMBLEA PUBBLICA DI ASSOPORTI
Attivare partnership strategiche
di Cristina Battaglini
Durante il suo intervento all’Assemblea
pubblica di Assoporti, il coordinatore
della Struttura Tecnica di Missione del
MIT, Giuseppe Catalano, ha sottolinea-
to come uno degli elementi per dare cre-
dibilità a un progetto sia la sua capacità
di attivare partnership strategiche con
grandi operatori nazionali o internazio-
nali, quella di riuscire a creare valore
pubblico. Lo ha ribadito poco dopo il
presidente dell’AdSP dell’Alto Tirreno
Stefano Corsini, riferendosi in partico-
lare alla Darsena Europa, l’opera di
espansione a mare con la quale il porto
di Livorno vuole conservare i traffici
esistenti ma anche attrarne di nuovi.
L’opera, nata nel 2015 subito dopo l’ap-
provazione del Piano Regolatore Portuale
dell’allora Port Authority labronica, che
nel frattempo è diventata Autorità di Si-
stema del Mar Tirreno Settentrionale, è
poi stata assoggettata alla project review
avviata nel 2017 dal Ministero delle In-
frastrutture e dei Trasporti anche al fine
di asseverarne la sostenibilità economi-
ca e finanziaria. La Darsena Europa è
stata citata dallo stesso Catalano come
un esempio positivo e rappresenta per
Corsini un unicum nel panorama nazio-
nale, sia per il grado di maturità raggiunto
dalla fase progettuale, sia per l’attratti-
vità di un progetto che nel suo insieme
ha disponibilità finanziarie accertate di
parte pubblica per 550 milioni di euro: -
Per la prima volta in Italia a un’opera
marittima viene destinata una copertu-
ra pubblica così ampia - ha detto Cor-
sini, aggiungendo come Catalano abbia
ragione, la partecipazione del privato alle
opere pubbliche è un elemento fonda-
mentale, perché ne garantisce la buona
realizzazione ma anche una buona ge-
stione-.
La Darsena Europa, ad esempio, è un
intervento che giustifica di certo, alla
luce della copertura finanziaria pubbli-
ca disponibile, una proposta in project
financing di iniziativa privata per la rea-
lizzazione del nuovo terminal container
previsto nella prima fase del progetto.
La finanza di progetto è tuttavia una pro-
cedura molto complessa, i tempi diffi-
cili che la portualità italiana ha vissuto e
in parte sta ancora vivendo a causa della
crisi pandemica obbligano i potenziali
investitori a mantenere un atteggiamento
di cautela e prudenza.
Nel suo intervento, il n° 1 dei porti di
Livorno e Piombino ha sottolineato l’im-
portanza di assicurare in questa fase
una forte stabilità regolatoria e di go-
vernance della portualità italiana, chie-
dendo che “le iniziative a livello di Arco
tirrenico siano integrate in un solido pia-
no di Governo che tenga conto del con-
testo di riferimento e delle dinamiche
dei flussi di traffico”. Corsini ritiene
fondamentale che “La Conferenza dei
presidenti delle Autorità di Sistema Por-
tuale si riunisca con sempre maggiore
frequenza”, poiché “quello è il luogo
Attualità 5
destinato a definire, con il Ministro, le
priorità di sviluppo e investimento della
portualità italiana”.
“Sono sicuro” ha concluso “che il sot-
tosegretario Traversi ci darà su questi
temi una grande mano: le decisioni van-
no prese insieme. Gli investitori privati
devono avere ben chiara qual è la rotta
tracciata dalla portualità italiana e quali
le priorità su cui si intende puntare”.
Il Presidente Rocco Guido Natasi
nominato Vice Presidente Vicario
della Unione Interporti Riuniti
Nella seduta del Consiglio Direttivo del-
l’Unione Interporti Riuniti, tenutosi a Roma
il 14 ottobre, con all’ordine del giorno la
nomina dei nuovi vertici dell’Associazio-
ne, è stato confermato quale presidente
Matteo Gasparato presidente di Quadran-
te Europa di Verona, come vice presidente
vicario è stato nominato Rocco Guido Na-
stasi, presidente dell’Interporto Toscano
Amerigo Vespucci.
Al vice presidente vicario Nastasi sono sta-
te assegnate le deleghe relative a: Rappor-
ti con la Conferenza Stato Regioni, rappor-
ti con Assoporti, rapporti con UIRNET, in-
dirizzi normativi e tecnologici sui corridoi
intermodali, rapporti ed opportunità com-
merciali della rete Interportuale con
porti, aeroporti e operatori privati (via del-
la seta etc).
Questa nomina è un riconoscimento sul-
l’importanza che Interporto Toscano sta
avendo sempre più non solo in ambito re-
gionale ma anche nazionale.
Da parte della redazione de Il Centro le più
vive congratulazioni.
 6 Attualità

Può compilarlo dal sito chiunque abbia fruito dei vari servizi
Master su Innovazione
Indagine di gradimento online e tecnologie 4.0

per la Camera di Commercio Una importante iniziativa di AdSP,

UniPi, Camera di Commercio e Fe-
dermanager, la realizzazione di un
La Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno ha avviato un’indagine nuovo Master Universitario, Inno-
aperta a tutti i suoi utenti, diretta a rilevare il gradimento dei servizi resi al pubbli- vazione e tecnologie 4.0. Le iscri-
co, sia in presenza che online. zioni sono già aperte e si chiudono
Possono compilare il questionario le imprese, le associazioni di categoria, i pro- l’11 gennaio, il corso di primo li-
fessionisti e tutti coloro che hanno fatto ricorso ai servizi della Camera di com- vello costa 4000 euro, previsto il
mercio della Maremma e del Tirreno. rimborso anche integrale grazie ai
L’indagine – che tradizionalmente veniva svolta nelle due sedi di Livorno e Gros- voucher della Regione Toscana.
seto intercettando il pubblico – è adesso per la prima volta proposta in modalità Obiettivo del Master di 1° livello,
online: conseguenza del fatto che il 2020 è stato l’anno del lockdown, delle limi- “Smart and Sustainable Operations
tazioni di accesso alle sedi causa Covid19, ma anche del grande impegno con il in Maritime and Port Logistics”,
formare profili professionali alta-
quale tutti i servizi della Camera di commercio sono comunque rimasti sempre
mente qualificati, in grado di ge-
operativi e in dialogo con il pubblico, anche da remoto. Proprio per questo, parte-
stire in modo sinergico gli aspetti
cipare è molto importante, nell’ottica della crescita di un dialogo costruttivo tra
tecnici e tecnologici, legali e ma-
cittadini ed Ente pubblico.
nageriali, fondamentali per guida-
Il questionario si trova nella home page del sito www.lg.camcom.it e compilarlo
re l’innovazione del settore marit-
richiede pochi minuti. E’ possibile partecipare fino al 15 dicembre 2020.
timo, portuale e logistico.
La referente è la responsabile del Controllo di gestione, Dott.ssa Beatrice Fre-
diani.

"Servono più donne nei posti di re-
sponsabilità!" Questo ce lo dice
Papa Francesco che sottolinea
quanto sia "un benefico processo
quello della crescente presenza
delle donne nella vita sociale, eco-
nomica e politica a livello locale,
nazionale e internazionale, nonché
in quella ecclesiale". Insomma, le
donne "hanno pieno diritto di inse-
rirsi attivamente in tutti gli ambiti, e
il loro diritto va affermato e protetto
anche attraverso strumenti legali
laddove si rivelino necessari".
E invece constatiamo, specialmen-
te in politica, che le donne troppo
spesso hanno posti meno rilevanti.
Vi sono Comuni che non hanno mai
avuto come Sindaco una donna. Ma
anche Regioni che in 50 anni di vita
hanno avuto solo Presidenti uomi-
ni. Per non parlare di Enti, pubblici
e privati che sono stati prevalente-
mente o addirittura sempre guidati
da uomini.
***
Potremmo pensare magari per il ter-
ritorio di Livorno ad una Autorità di
Sistema Portuale prossimamente
guidata da una donna o si troverà
Papa Francesco: “Servono più donne nei posti di responsabilità!”.
Cinguettare di Luca Lischi
il pretesto che non ci sono profes-
sionalità adeguate?
***
Il problema non è quello di garanti-
re quote rosa, ma quello di comin-
ciare realmente a valorizzare le ca-
pacità e le professionalità di ognu-
no, sia esso uomo o sia essa don-
na. Purtroppo continuiamo ancora
ad assistere all'affidamento di inca-
richi che privilegiano le apparte-
nenze politiche. "Io sono di...". "lo
sponsor" valorizzi le competenze e
il merito!
Cinguettare 7
***
La seconda ondata del Covid sta
portando ad una situazione econo-
mica preoccupante. Vi sono settori
che sono sul lastrico. E che non
avranno altra scelta che la chiusura
totale di molte attività.
L' estate aveva dato la speranza che
avremmo potuto ripartire e arginare
il lockdown. Purtroppo anche la fri-
volezza e leggerezza di troppi irre-
sponsabili ha vanificato il lungo ed
estenuante sacrificio che adesso ha
conseguenze drammatiche.
***
In questa situazione gravissima
come si può pensare a quella nor-
malità che porta a programmare
vacanze, a fare viaggi a organizza-
re le Feste di Natale ecc.? La nor-
malità si è rivelata fragile e incerta.
Siamo in una crisi epocale e dram-
matica. Privati delle nostre relazioni
sociali, impossibilitati a fare proget-
ti, a pensare al prossimo futuro.
Costretti a vivere un una dimensio-
ne locale familiare. Costantemente
in attesa di curve epidemiologiche
che portano a doverosi Dpcm che
purtoppo da un momento all'altro,
repentinamente, stravolgono le vite
delle persone. Lasciando moltissimi
senza lavoro e senza un certezza di
futuro.
***
La Scuola ha messo in atto proce-
dure di sicurezza straordinarie. Du-
rante l'estate è stato fatto un lavoro
certosino in primis dai Dirigenti per
garantire la Scuola in presenza. La
Scuola è un luogo molto più sicuro
di altri e i dati confermano una inci-
denza molto bassa dei contagi. Lo
dimostrano anche gli altri paesi che
hanno chiuso tante attività ma non
la Scuola (come Francia e Germa-
nia in cui la situazione come affer-
mano i loro Premier è drammatica!)
Può andare bene la didattica a di-
stanza per le Scuole Superiori al
75%, ma che sia per un tempo bre-
ve e non se ne abusi!
 8 Spigolature
Suggerimenti
ai due Matteo
Non è nostra intenzione mettere sullo
stesso piano i comportamenti, un po'
troppo" sbarazzini", di Matteo Renzi
con quelli "scellerati" di Matteo Salvi-
ni.
Un suggerimento ci preme inviare al
primo: eviti di trasformarsi nel Berti-
notti - il leader di Rifondazione Co-
munista - che seminò di mine il per-
corso, già incidentato, dei due governi
di Romano Prodi. facilitando "la ren-
trée" trionfale del Cavaliere.
All'altro Matteo - il sottotenente Sal-
vini - degradato dallo spigolatore per
le sue brutture politiche - un suggeri-
mento: se insiste sulla politica finora
seguita, rischia di farsi fare un mazzo
così... dalla sua alleata Meloni.
Ed infine, sempre a proposito della
componente di destra, ci restano "le
pie donne"(tutte sempre imbellettate)
del Cavaliere che sembrano recitare,
quando vengono intervistate, le litanie
di una morte annunciata.
Le due pasionarie livornesi
appiedate dall'elbano
Non possiamo certamente dimentica-
re il ruolo, sempre in prima fila, delle
due pasionarie livornesi entrambe ri-
maste con.... per terra alle recenti ele-
zioni regionali. Non avendo altri obiet-
tivi a cui puntare, scaricano la loro
ure
t
sione " ha dato ottimi risultati: quelli di
la
contare meno del due di briscola faci-
igo
litando le scelte importanti, specialmen-
p
te a livello regionale, di escludere la
S
nostra città e l'intera provincia da ogni
incarico di un certo peso.
Si è salvato, per il rotto della cuffia,
Gianni Anselmi - elbano/piombinese -
che ha portato a casa un incarico di
"rabbia" di sconfitte contro il Sindaco sottosegretario, con importanti deleghe.
di Livorno, reo di fare realmente e fi-
nalmente gli interessi della città.
E i 5Stelle ?
Questi e quelle ci fanno invece quasi
Le rime
pena! Con in testa la terza "pasiona-
ria" già vice sindaco dell'innominabi- di Franco Biancani
le. Costoro e costei, dopo i disastri della
loro gestione nel comune di Livorno,
hanno ancora il coraggio e la faccia
di rivendicare il loro buon governo
(sic!!!!) e di esistere ancora politica-
Feeling
mente.
Una coppia in su con gli anni,
dentro il parco comunale,
E chiudiamo sta facendo i quattro passi
con i grandi architetti del passeggio abituale.
del PD livornese
Come tutti sappiamo, caso unico for-
Lui si ferma all’improvviso:
“Betta, ma secondo te
se in Italia, il Partito Democratico, al-
cuni anni fa, decise, stante le "immen-
ce l’abbiamo ancora feeling?”
se" dimensioni geografiche della pro- Lei lo guarda e dice: “Beh!
vincia di Livorno, di scindersi in due
federazioni: quella dell'hiterland livor- Non ne son tanto sicura!”
nese comprendente Livorno - Colle- Poi succhiando due mentine:
salvetti - Rosignano M. Cecina e Bib- “Hai guardato nel cassetto
bona e l'altra comprendene la Val di dove stan le medicine?”
Cornia e l'Isola d'Elba.
Questa "idilliaca, sconvolgente deci-
è CAF, via Cecconi 40 - Tel. 0586/811809 - Livorno
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ai lavoratori, ai giovani,
Livorno ai migranti, alle famigliesegue a pag. 19

UN’ECCELLENZA TUTTA LIVORNESE
ISTITUTO MASCAGNI:
la forza della musica anche in tempi di Covid19
di LorenzoTaccini
A Livorno, tra le tante gemme rare e
nascoste all’interno del tessuto cittadi-
no, brilla un’eccellenza: l’Istituto Su-
periore di Studi Musicali Pietro Masca-
gni. L’Istituto è nato come “Scuola
musicale Pietro Mascagni” nel febbra-
io 1953, prima scuola di musica pub-
blica nella storia della città fondata con
lo scopo di fornire elementi nuovi al-
l’Orchestra Labronica. Nel 1963 la ge-
stione della scuola è passata a un Con-
sorzio tra il Comune e la Provincia di
Livorno e nel 1969 il “Mascagni” ha
assunto la denominazione di ‘Istituto’.
Nel novembre 1978 è stato pareggiato
ai Conservatori di Stato. Hanno presie-
duto l’Istituto nomi illustri Ermanno
Giunti, Franco Ugolini, Paolo Fiumanò,
Guido Torrigiani, Maria Mazzarino Sfri-
so, Giuseppe Danesin e Giulio Cesare
Ricci. L’attuale Presidente è il Prof.
Marco Luise.
Dopo essere stato collocato in alcune
sedi provvisorie, dall’agosto 1957 alla
fine del 2002 l’Istituto ha avuto la sua
sede nella villa seicentesca conosciuta
come “Villa del Presidente”, in via Mar-
radi 116. Dal Gennaio 2003 l’Istituto si
è trasferito nel ristrutturato complesso
“Gherardesca” di via Galilei. L’edificio,
ubicato in Livorno in via Galilei, fu pro-
gettato dall’Architetto toscano Alessan-
dro Gherardesca nel 1844 e fu costru-
ito dal 1845 al 1861.
L’edificio nacque come “pia casa di la-
voro” e “ricovero di mendicità” e dai
livornesi era noto con il nome di G. Pa-
scoli in quanto fin dal 1980 ha ospitato
la casa di riposo per anziani successi-
vamente trasferita nella nuova sede di
Banditella. Il Gherardesca elaborò tre
successivi progetti, l’ultimo dei quali fu
presentato il 12 giugno 1844 e fu ap-
provato dal Principe Neri Corsini di
Laiatico, governatore di Livorno; la co-
struzione dell’edificio terminò nel 1861
Livorno 9
Il Direttore Lorenzo Sbaffi e Orchestra Istituto Mascagni al Goldoni.
con una brusca interruzione dovuta agli librettisti livornesi, che ha portato alla
eventi del 1848-49. realizzazione di numerose pubblicazio-
L’istituto Superiore di Studi Musicali ni e di convegni.
“Pietro Mascagni” occupa la parte cen-
trale anteriore del complesso della Ghe-
rardesca ed ha l’ingresso principale da BIBLIOGRAFIA:
via Galilei caratterizzato dalla presenza Rossana Chiti, L’Istituto musicale pareg-
di un pregevole porticato (è l’ingresso giato “P. Mascagni” di Livorno. Genesi
centrale e storico dell’intero immobi- e storia, tesi di laurea Università di Pisa,
le), da questo si accede alla chiostra Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1988/89,
contornata da ampie volte a crociera relatrice prof. Carolyn Gianturco.
che fanno da disimpegno per l’ingres- Giuseppe Lenzi, La Provincia. Una villa
so all’Oratorio, destinato ad Audito- e la musica a Livorno, Livorno, O. Debat-
te, 2001
rium, e per la distribuzione verso i pia-
Sitografia: https://www.consli.it/
ni superiori.
Quanto alle sue funzioni di divulgazio-
ne musicale e culturale, l’Istituto pro-
muove forme di collaborazione in am-
bito nazionale ed internazionale al fine
di favorire lo scambio culturale e la
mobilità degli studenti e dei docenti che
possono usufruire delle azioni previste
dal programma Erasmus. Una ricca bi-
www.porto.livorno.it
blioteca è stata completamente infor-
E-mail: info@porto.livorno.it
matizzata e fa parte del Sistema biblio- Tel. 0586 249 465 - 249 411
tecario provinciale. Essa promuove Fax 0586 429514
un’attività di ricerca su compositori e
 10 Livorno
SI È SVOLTO IL 24° CONGRESSO PROVINCIALE LIVORNESE
Le Acli a Congresso
di Gianni Giovangiacomo
Nonostante il Covid, gli aclisti livorne-
si si sono riuniti “in presenza” nei lo-
cali dell’Associazione in Via Cecconi
per eleggere i propri rappresentanti al
Consiglio provinciale che, a sua volta,
eleggerà il nuovo Presidente, il Con-
gresso ha anche avuto il compito di
eleggere i delegati al Congresso re-
gionale e a quello nazionale, tutto ciò
nel pieno rispetto delle normative anti-
virus.
Questo 24° Congresso provinciale li-
vornese è stato presieduto dalla dot-
toressa Elena Pampana, a ciò delega-
ta sia dalla presidenza regionale che
da quella nazionale, e ha iniziato il di-
battito congressuale illustrando il tema:
“Più uguali. Viviamo il presente, co-
struiamo il domani”, un concetto -ha
detto- che si propone di rinvenire nuo-
ve modalità di azione sociale capaci
di incidere sul presente per contrasta-
re le disuguaglianze e le povertà sem-
pre più in aumento.
Elena Pampana ha poi commentato le
posizioni dei due leader che si conten-
dono la futura Presidenza Nazionale:
quella dell’attuale Presidente, Rober-
to Rossini, e quella di Emiliano Man-
fredonia, che propongono due modelli
di organizzazione completamente di-
versi: il primo basato sull’accentra-
mento nazionale, il secondo sullo svi-
luppo territoriale.
Ha preso quindi la parola il Presiden-
Sede legale e amm.va: Via dello Struggino, 5/7/9 - Tel. 0586/429636 - 429331 - Livorno
Sede operativa: Zona Industriale Vallin del Buio - Livorno ◆ e-mail: info@abatesrl.it - www.abatesrl.it
te Provinciale uscente, Antonio Me-
lani, non ricandidabile, perché ha pre-
sieduto l’Associazione per nove anni,
in pratica più di due mandati. I due
mandati -ha detto- costituiscono un
limite “prezioso”, giusto, perché dopo
così tanto tempo subentra anche una
naturale stanchezza. La parola cardi-
ne del suo intervento è stato il termi-
ne “speranza”, più volte significativa-
mente ripetuto. I sospetti e le paure,
tipici di questi ultimi tempi -ha conti-
nuato- devono essere combattuti con
la fiducia e con l’amore, e dunque con
la speranza.
L’Europa -ha aggiunto- deve essere
“unita dai popoli e non dai governi” e
ha auspicato il ritorno ad “un umane-
simo solidale” già predicato da un
aclista e da un cattolico della tempra
di un Giorgio La Pira, mentre oggi si
guarda solo al risultato immediato che
“annichilisce i più deboli”. Oggi è an-
che necessario ridiscutere l’aspetto
istituzionale e dare all’istruzione il com-
pito di saper formare una “consape-
volezza critica”. Il prossimo futuro su
cui impegnarsi si può dunque artico-
lare sul trinomio:”Europa, patria, fa-
miglia”, infatti “la speranza non può
che rinascere dalla famiglia con la
quale si costruisce il futuro”.
Ha terminato dando il proprio soste-
gno alla candidatura di Emiliano Man-
fredonia e ha ringraziato tutti coloro
che lo hanno aiutato durante la sua
Presidenza, ha voluto poi ricordare
due persone decedute a lui molto care:
l’ex Sindaco Gianfranco Lamberti con
cui aveva avviato un progetto di colla-
borazione, e Giorgio Kutufà, un politi-
co attento con il quale spesso si con-
frontava, infine ha ringraziato il Vesco-
vo, Mons. Simone Giusti, per la sua
costante attenzione alle Acli e per i suoi
consigli sempre opportuni, ha conclu-
so ribadendo che l’aclista deve sem-
pre essere “un costruttore di ponti”.
Si sono poi aperti gli interventi e fra
questi Riccardo Rossato ha ringrazia-
to Melani per “la determinazione e la
risolutezza” sulle problematiche non
facili che ha dovuto affrontare, un giu-
dizio che anche chi scrive questo re-
soconto condivide.
Rossato ha aggiunto che nel prossimo
futuro si tratterà di saper cogliere le
diversità e le opportunità che ci posso-
no provenire dai servizi messi in cam-
po dalle Acli. Valerio Luci ha sottoli-
neato il “cambiamento” che è avvenu-
to all’interno delle Acli, dalla centralità
dei circoli si è passati alla centralità
dei servizi e ciò pone degli interrogati-
vi per il futuro.
Lucrezia Draicchio nel sottolineare le
difficoltà e le paure del momento ha
messo in rilievo che “questo nostro tem-
po dimentica le persone”, sarebbe op-
portuno fare “rete” con le altre orga-
nizzazioni impegnate nel sociale con
progetti da realizzare in comune.
Al termine, Sarah Rugiadi è stata
eletta Coordinatrice del movimento
donne, mentre Draicchio, Graziani,
Luci, Rossato e Savoca sono stati
eletti delegati al XXVI° Congresso
Nazionale.
Scavi - Demolizioni
Movimento Terra
Edilizia Industriale
Lavori Stradali

Lucrezia Draicchio ricoprirà la carica di presidente per i prossimi quattro anni
Una donna alla guida delle Acli
di Gianni Giovangiacomo
In conformità allo Statuto nazionale
delle Acli, nei locali dell’Associazione
in Via Cecconi, si sono riuniti, previa
convocazione del Consigliere primo
degli eletti Lucrezia Draicchio, i Con-
siglieri provinciali scelti dal XXIV°
Congresso Provinciale, per eleggere il
nuovo Presidente.
Ed è stata proprio Lucrezia Draicchio
a ricevere, per unanime acclamazio-
ne, l’incarico di Presidente che rico-
prirà per i prossimi quattro anni.
Ma chi è Lucrezia Draicchio? Si
chiederà qualcuno esterno all’am-
biente Acli. Lucrezia è una quaran-
tenne pugliese, nata a San Giovanni
Rotondo che ha vissuto per molti anni
a Ischitella in provincia di Foggia. Ha
dapprima lavorato in Abruzzo, nella
provincia di Chieti, sfruttando la sua
laurea triennale in Tecnica della riabi-
litazione psicomedica. A Livorno è ar-
rivata nel 2007 per l’amore verso il
proprio fidanzato, e sulle Acli dice:
“Qui ho trovato la mia famiglia”. In-
fatti alle Acli ha compiuto il proprio
servizio civile e a febbraio del 2008 si
è inserita in “Acli Service”, l’ente che
esplica i vari tipi di servizio che l’As-
sociazione rivolge ai cittadini. Dal 2010
viene inquadrata come dipendente e
nel 2014 per le sue indubbie capacità
acquisisce il titolo di responsabile del
settore servizi, che mantiene anche
oggi.
Le abbiamo chiesto: Che effetto ti fa
l’essere la prima Presidente donna
nella storia delle Acli? Una grande
soddisfazione, e non in senso femmi-
nista perché non mi ritengo tale. Sono
veramente lieta di intraprendere que-
sta avventura. In una riunione prima
del Congresso provinciale, il Presidente
Regionale, Giacomo Martelli, aveva
posto la questione del cambiamento di
genere, quello cioè delle Acli aperte al
genere femminile a livello direttivo, una
Livorno 11
alle necessità delle persone. Mi riferi-
sco non solo all’emergenza Covid, ma
alle vecchie e alle nuove povertà, al-
l’assenza di lavoro per le nuove gene-
razioni, su queste sfide e su queste pro-
blematiche le Acli possono fare la dif-
ferenza. Lavorando a favore delle
persone in difficoltà e nel disagio pen-
so che abbiamo il dovere di creare
qualcosa di concreto per la nostra co-
munità. Non dimentichiamoci mai che
le Acli sono appunto: associazione,
cristiana, dei lavoratori!
Ricordiamo infine che il Consiglio Pro-
vinciale ha eletto la nuova Presiden-
za, così composta: Vice presidente vi-
Lucrezia Draicchio cario: Riccardo Rossato; Vice presi-
futura possibilità di cui mi sono senti- dente Amministrativo: Valerio Luci:
ta subito coinvolta. Sono stata perciò Vice Presidente: Filippo Savoca. Gli
contenta di accettare questa carica altri componenti sono: Vincenzo Gra-
anche perché non mi aspettavo di es- ziani, Gianni Giovangiacomo, Romina
sere eletta all’unanimità in un ambito Marabotti. E’ stato eletto a far parte
prettamente maschile. Questo ricono- del Consiglio Regionale, Filippo Savo-
scimento mi riempie di gioia e di re- ca.
sponsabilità perché è certamente im-
portante, e …. nelle Acli io ci credo
davvero!
Cosa ti riprometti di fare nel corso
della tua Presidenza nei prossimi
quattro anni? Mi piacerebbe porta-
re le Acli ad impegnarsi con maggio-
re vigore e meglio in ambito sociale.
La mia esperienza nel settore dei ser-
vizi mi dice che c’è veramente biso-
gno di sentirsi partecipi della nostra
comunità. A mio parere le Acli pos-
sono dare il valore aggiunto riguardo
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 12 Livorno
L’angolo del Medico del Dott. Enrico Bianchi - A tu per tu con...
Leonardo Barellini
neo primario della Chirurgia senologica
Ospite di oggi è il dott Leonardo Barelli-
ni, neo-primario della nostra chirurgia
senologica.
- Buongiorno, Leonardo. Raccontaci
qualcosa di te.
50 anni di età, ho frequentato il liceo
Enriques e mi sono laureato in medici-
na e chirurgia nel 1995 all’Università
di Siena con la votazione di 110 e lode.
Specializzazione in chirurgia, conseguita
a Pisa con identica votazione.
- Dove hai iniziato la tua attività lavora-
tiva?
Primo incarico all’Ospedale di Livor-
no nel 2004 con l’allora primario, pro-
fessor Lucio Giuliani. Da allora non mi
sono più mosso.
- Quando hai deciso di passare alla se-
nologia, dalla chirurgia generale?
Per la verità, mi sono da sempre occu-
pato di senologia. All’inizio perché c’era
la necessità che qualcuno potesse ese-
guire le ecografie mammarie e le ago-
biopsie. Successivamente, l’arrivo del
dottor Casella a Livorno ha rappresen-
tato per me una grossa opportunità di
crescita professionale. Mi sono buttato
anima e corpo in sala operatoria con
Casella, che, peraltro, mi ha da subito
responsabilizzato, e dal quale ho im-
parato moltissimo.
- Dopo primari provenienti da altri lidi
tu, per dirla con una metafora calcisti-
ca, sei un prodotto del nostro vivaio: il
primariato ti ha sorpreso, visto che sei
molto giovane?
Il primariato ho cercato di costruirlo
con il lavoro, E comunque, per come è
arrivato, è stata una sorpresa emozio-
nante. Essere primario a Livorno, che
è la mia città, rappresenta motivo di
grande responsabilità, ma anche di
grande orgoglio.
- Quanti interventi hai effettuato?
Circa 2000 procedure chirurgiche in
campo senologico i campo, quasi tutte
con tecnica di chirurgia oncoplastica.
- Quali colleghi hai nella tua équipe?
La Breast Unit è una équipe multidi-
sciplinare che coinvolge oncologi, ra-
dioterapisti, radiologi, anatomopatolo-
gi e infermieri. Quello che noto quoti-
dianamente è che abbiamo costituito un
vero gruppo e che lavoriamo volentie-
Leonardo Barellini
ri insieme.
- Il Covid ha rallentato la vostra attività?
Come pensi di affrontare una seconda
ondata?
Nel periodo del lockdown abbiamo con-
tinuato ad eseguire gli interventi per la
patologia oncologica, mantenendoci
entro i 30 giorni di attesa indicati dalla
Regione. In caso di arrivo di una se-
conda ondata, paragonabile alla pri-
ma, saremo in grado di garantire alle
pazienti oncologiche un trattamento ade-
guato e in sicurezza assoluta.
- Quando ho iniziato a lavorare, a metà
degli anni 70, la chirurgia senologica,
effettuata dai chirurghi generali, era al-
tamente demolitiva: quale è stato il per-
corso che ha portato ai risultati attuali?
Negli anni 80, con il professor Verone-
si, la chirurgia ha cercato ha cercato di
ridurre l’ampiezza della exeresi, passan-
do dalla mastectomia radicale alla qua-
drantectomia, per diminuire le conse-
guenze dell’intervento sul risultato este-
tico, mantenendo altresì l’efficacia del-
l’intervento stesso.
- Dagli anni 2000 la chirurgia senologi-
ca ha preso a prestito tecniche della
chirurgia plastica per applicarle alla chi-
rurgia oncologica: è nata così la branca
della chirurgia oncoplastica, che ha rap-
presentato una vera e propria rivoluzione.
Anche la sopravvivenza è in costante
miglioramento: attualmente quella a 5
anni é di quasi il 90% ed è merito dello
screening e delle terapie multi-discipli-
nari. Questo ci rende orgogliosi e ci
sprona a dare sempre il meglio.

qui
Diocesi
di Fabio Figara
Un nuovo
corso
Numerose sono le novità
all’interno del nuovo li-
bro liturgico
Con l’arrivo dell’autunno, numerose
sono le novità all’interno del nuovo li-
bro liturgico, modifiche obbligatorie
dalla prossima Pasqua, il 4 aprile 2021,
ma già applicabili con l’arrivo dei nuovi
testi nelle parrocchie italiane.
Una revisione italiana completa del Mes-
sale: è questo il grande cambiamento del
nuovo anno pastorale. Una svolta coor-
dinata con grande impegno dalla CEI, e
che ha visto numerosi esperti collabo-
rare con la Commissione episcopale per
la liturgia. Numerose le variazioni, pri-
ma fra tutte, la più nota al popolo, è la
modifica di alcune parti della preghiera
del Padre nostro nelle frasi «come noi li
rimettiamo» e «non indurci in tentazio-
ne», che diventano rispettivamente
«come anche noi li rimettiamo» e «non
abbandonarci alla tentazione», modifi-
che care al Santo Padre e che sarà pos-
sibile già applicare dal 29 novembre, in
occasione della prima domenica d’Av-
vento.
Queste modifiche al testo erano già con-
tenute nella versione italiana CEI della
Bibbia, datata 2008, ed erano già inse-
rite nella rinnovata edizione italiana del
Lezionario; ma con queste indicazioni,
finalmente entrano nell’ordinamento del-
la Messa. Inoltre, nella liturgia, l’atto
penitenziale iniziale vedrà l’aggiunta del
vocabolo “sorelle”: «confesso a Dio on-
nipotente e a voi, fratelli e sorelle...» e
«supplico la beata sempre Vergine Ma-
ria, gli angeli, i santi e voi, fratelli e so-
relle...».
Particolare risalto è dato alle invocazio-
ni in greco «Kýrie, eléison» e «Christe,
eléison» sull’italiano «Signore, pietà» e
«Cristo, pietà». Inoltre, nel Gloria si avrà
la nuova formulazione «pace in terra agli
uomini, amati dal Signore», sostituen-
do le parole relative agli «uomini di buo-
na volontà», per mantenere una mag-
giore fedeltà all’originale greco del Van-
gelo. Nella liturgia eucaristica, invece,
dopo l’orazione sulle offerte, il sacer-
dote pronuncerà le seguenti: «Lavami,
o Signore, dalla mia colpa, dal mio pec-
Ex assessore regionale all’Istruzione, ora preside del ‘Cecioni’
Buon lavoro alla prof. Grieco
Grazie alla Prof.ssa Cristina Grieco per
tutto quello che ha fatto nell’interesse
della Scuola della Toscana durante il pe-
riodo di Assessore regionale all’Istru-
zione e il suo impegno,che è stato rico-
nosciuto anche fuori dei confini regio-
nali, fino a quelli ministeriali, ha contri-
buito a migliorare l'istruzione di secon-
do grado a cominciare da SCUOLA-
LAVORO.
E ci siamo permessi qualche volta, du-
rante la sua permanenza fiorentina, di
citarla.
Adesso è chiamata ad un nuovo incari-
co nella sua città: quello di preside del
Liceo scientifico “Cecioni”.
Buon lavoro nell’interesse esclusivo dei
giovani in momento davvero difficile per
la Scuola italiana
Mario Lorenzini
***
Anche il Centro ringrazia con affetto
l’importante lavoro svolto dalla nostra
carissima amica Cristina Grieco alla gui-
da dell’assessorato istruzione e forma-
zione lavoro della Regione Toscana. Ha
saputo mettere in evidenza le sue ecce-
Livorno 13
cato rendimi puro», e, nella preghiera
comunitaria: «Pregate, fratelli e sorelle,
perché questa nostra famiglia, radunata
dallo Spirito Santo nel nome di Cristo,
possa offrire il sacrificio gradito a Dio
Padre onnipotente». Sono ben sei, inol-
tre, i nuovi prefazi: uno per i martiri, due
per i santi pastori, due per i santi dottori
e uno per la festa di Maria Maddalena.
Sempre nell’Eucaristia,
Gesù affronta il suo sacrificio di reden-
zione del mondo «consegnando
si volontariamente alla passione». E se
il rito della pace diventa «scambiatevi il
dono della pace» - che già era in uso in
alcune parrocchie – e il pane e il vino
consacrati verranno mostrati all’assem-
blea con «ecc l’Agnello di Dio, ecco
colui che toglie i peccati del mondo. Be-
ati gli invitati alla cena dell’Agnello», per
il termine della celebrazione i fedeli ver-
ranno benedetti e salutati con «andate e
annunciate il Vangelo del Signore» op-
pure con il rispolvero delle tradizionali
parole latine: «Ite, missa est.».
zionali doti manageriali in due settori di
primaria importanza, quelle della scuo-
la e della formazione professionale. È
stata un'autentica protagonista al punto
che ha presieduto a Roma la commis-
sione nazionale degli assessori regiona-
li all’istruzione, raccogliendo consensi
da tutte le componenti politiche rappre-
sentate.
La ringraziamo con tanta simpatia ed af-
fetto nel momento in cui torna a presie-
dere a Li-
vorno un
Istituto im-
portante
come il Li-
ceo Scien-
t i f i c o
“Cecioni”.
Siamo però
convinti
che Livorno
abbia anco-
ra molto bi-
sogno di lei: Cristina Grieco
rappresen-
ta un patrimonio che non possiamo per-
metterci di ignorare.
 14 Rosignano
A tu per tu con il Sindaco di Rosignano a un anno e mezzo dalla sua elezione
6-domande-6 a Daniele Donati
1) E' trascorso un anno e mezzo dalla
tua elezione a Sindaco del nostro Co-
mune, quali sensazioni hai maturato su
questa suggestiva ma anche difficile
esperienza?
Fare il Sindaco è sicuramente una
esperienza stimolante, specie per
chi, come me, viene dal mondo del
lavoro ed associativo. E' il comple-
tamento di un percorso di formazio-
ne personale, ma anche l'occasio-
ne per mettere a disposizione della
Comunità un bagaglio di conoscen-
ze, valori e sensibilità maturate ne-
gli anni.
2) Numerosi sono i problemi di gestio-
ne per un Comune importante come il
nostro, uno dei più articolati della no-
stra regione (industria-commercio-tu-
rismo-agricoltura senza dimenticare i
tesori archeologici di cui è ricchissi-
mo): una pluralità che richiede un gio-
co di squadra di notevole spessore e
quindi il ruolo di coordinamento del Sin-
daco risulta essere determinante.
Oggettivamente il nostro è un terri-
torio articolato, sia da punto di vi-
sta sociale che economico, con mol-
teplici difficoltà di gestione, deri-
vanti dalla coesistenza di aspirazio-
ni ed interessi legittimi diversi. per
governarlo occorre un grande sen-
so dell'equilibrio e la capacità di
poter valorizzare tutte queste diffe-
renze, che sono anche una grande
opportunità. La squadra di gover-
no è importante, e noi abbiamo mes-
so in campo anche giovani ed espe-
rienze nuove, così come la struttu-
ra dell'Ente, che stiamo riorganiz-
Daniele Donati
zando e ringiovanendo, anche alla
luce delle dinamiche previdenziali
degli ultimi anni, che hanno porta-
to ad avere pensionamenti, anche
in posizioni apicali.
3) Il momento che sta attraversando
il nostro paese è sicuramente uno dei
più complessi e delicati che coinvolge
tutto e tutti. Mi sembra però che, pur
nella serietà di questa drammatica con-
giuntura, fino ad oggi il nostro comu-
ne sia riuscito a mantenere quasi inte-
gro il suo tessuto socioeconomico.
Qual'è il tuo pensiero in proposito?
Come dicevo precedentemente, le
diversità, anche economiche e so-
ciali del nostro territorio sono una
ricchezza. Ed anche nel momento
di grande difficoltà che abbiamo
vissuto e che in parte stiamo anco-
ra vivendo per effetto della pande-
mia, questo è venuto fuori. La gran-
de industria ha retto faticosamente
il colpo, così come il turismo duran-
te la stagione estiva passata, ed a
cascata gli altri settori. Abbiamo de-
stinato risorse importanti del bilan-
cio del Comuna, in aggiunta alle ri-
sorse messe in campo dal Governo,
per aiutare le fasce sociali più de-
boli, che normalmente da noi godo-
no di una protezione attenta, ma
anche per sostenere i settori econo-
mici più colpiti, e questo credo sia
stato percepito ed apprezzato dai
nostri cittadini e dagli imprenditori.
Ovviamente dobbiamo lavorare per
far ripartire gli investimenti pubbli-
ci e privati, migliorare il livello dei
servizi territoriali, e qui penso alla
nuova Casa della salute, ed agli in-
terventi sul patrimonio scolastico che
dovremo avviare. Sono occasioni
per migliorare ed adeguare il livello
dei servizi, ma anche per creare nuo-
ve opportunità di lavoro per il no-
stro territorio
4) L'area dell'ex Ciucheba, quella del-
la Godilonda ed infine i lavori sospesi
da tempo a Portovecchio dove è in co-
struzione un edificio da tempo sospesi
e nel cui progetto è prevista anche una
sala cinematografica, sono purtroppo
tre "incrinature" su cui non si riesce a
trovare una soluzione. Quali sono le pre-
visioni per un loro definitivo decollo.
Ovviamente dobbiamo avere la con-
sapevolezza che si tratta di interventi
privati, su cui è impensabile un in-
segue a pag. 15
 Rosignano 15

da pag. 14 Comunale intervenga, con più solleci- rallentato gli interventi, reso più
tervento diretto dell'Amministrazione. tudine e determinazione, per migliorar- complicato gli affidamenti, ma sono
E' chiaro che dobbiamo essere attenti ne il suo aspetto laddove si sono regi- comunque risorse che abbiamo ac-
alle mutazioni del quadro economi- strate "assenze o ritardi" specialmen- cantonato nel fondo pluriennale per
co e sociale circostante, per consen- te nei suoi aspetti estetici e manuten- gli investimenti, che saranno spesi
tire, pur mantenendo una program- tivi. nel prossimo periodo. Questo insie-
mazione nell'interesse dello sviluppo In questo primo anno abbiamo, at- me a nuove risorse che metteremo
equilibrato del territorio, di poter far traverso variazioni di bilancio 2019 in campo con i prossimi bilanci. Ac-
cogliere la possibilità, per i soggetti ed il nuovo bilancio pluriennale canto a ciò abbiamo rilanciato le
proponenti interessati, per dare nuo- 2020/2022, destinato cifre impor- esperienze dei "patti di collabora-
vo slancio a questi investimenti ed tanti alle manutenzione ed al deco- zione" con i cittadini e le Associa-
eliminare le ferite che queste rappre- ro del territorio: quasi 3 mln. di euro zioni, insieme ad interventi di ade-
sentano. di asfaltature, interventi sui marcia- guamento di alcuni regolamenti che
5) Su questa benedetta e tanto discus- piedi, manutenzioni del verde, tan- dovremo deliberare, in modo da va-
sa transitabilità sull'Aurelia per il tratto to per citarne alcuni. Per il verde, lorizzare il contributo e le energie
che attraversa Rosignano Solvay aggra- tra l'altro, stiamo rafforzando l'uf- sociali del nostro territorio, ma, al
vata dalla "criticatissima ciclabile" cosa ficio competente e promuovendo un tempo stesso, coordinarle con i sem-
pensa di fare "da grande" l'Amministra- piano pluriennale di gestione. Ov- pre maggiori interventi pubblici che
zione Comunale"? viamente il periodo di lockdown ha vorremmo mettere in campo.
Credo che le problematiche dell'Au-
relia e del declino commerciale di
questa parte del territorio, fossero
preesistenti alla nuova viabilità ed
alla presenza della pista ciclabile. In
questi mesi abbiamo accolto alcune
istanze di imprenditori e cittadini per
adeguare e migliorare la circolazio-
ne, ma la visione di una ciclopista
del Tirreno, collegata con gli altri
territori, rimane un'asse importante.
Ciò con la possibilità di intercettare
anche nuovi flussi turistici, come il
crescente fenomeno del "turismo len-
to", oppure migliorare la risocializ-
zazione di alcune aree. Ovviamente
dobbiamo completare gli investimenti
previsti dal PIU Ways, ed avviare, tra
l'altro, una programmazione com-
plessiva della zona a mare di Rosi-
gnano Solvay, completando il percor-
so avviato. Per fare questo dovremo
prevedere investimenti pubblici ma
anche stimolare interventi privati:
penso ad opportunità che potranno
derivare dal Recovery Fund, ma an-
che dalla promozione degli interventi
sul patrimonio immobiliare privato
legati al Bonus 110%, che dovremo
cercare di stimolare e promuovere.
6) Rosignano M. è il mio paese di resi-
denza anagrafica che mai ho abbando-
nato ed al quale sono naturalmente mol-
to affettuosamente legato: raccoman-
do, anche per integrare il mirabile sfor-
zo delle "ragazze rosignanesi" che si oc-
cupano di tante cose per tenere "bene"
il loro paese, che l'Amministrazione
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UNA GIORNATA PARTICOLARE AL MUSEO DI STORIA NATURALE
Tra Cinema e Letteratura
di Massimo Ghirlanda
Museo di Storia Naturale, un enorme
clessidra di trenta minuti è sul tavolo
dei relatori, segno di un pomeriggio ati-
pico, che apre Lezioni di Cinema. Giun-
ge così alla sua quinta edizione il pro-
getto, ideato da Massimo Ghirlanda ed
organizzato da 50&Più, Università di
Livorno, con Erasmo Editore, Centro
Studi Commedia all’italiana, Comune di
Livorno e Circolo Kinoglaz.
La prima lezione, sabato 24 ottobre,
indaga il rapporto tra Cinema e Lettera-
tura, con nove relatori - docenti, esperti
e studiosi di cinema - che hanno a di-
sposizione trenta minuti per illustrare
un’opera della letteratura, portata sul
grande schermo. Le opere sono dispo-
ste in ordine cronologico, tenendo conto
dell’uscita del film.
Si inizia con Cenere (1916), film muto
di Febo Mari, che vede Vita Maria Ni-
colosi fermarsi sul rapporto tra la pro-
tagonista, Eleonora Duse – ripresa sem-
pre in campo lungo, a motivo dell’età
avanzata - e Grazia Deledda, l’autrice
del romanzo. Segue Marco Vanelli, con
Alberto Moravia, che ha girato un’uni-
ca pellicola della durata di cinque mi-
nuti, dal titolo Colpa del sole (1951),
tratta da un suo racconto. È poi la vol-
ta di Michele Cecchini che, per parlare
di Un maledetto imbroglio di Germi
(1959), prende spunto dalla sua espe-
rienza di scrittore, chiedendosi se sia
un vero complimento quando la gente
dice: “è bello questo tuo libro, bisogne-
rebbe farci un film”. Come se il libro
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Cultura 17
non trovasse pieno compi-
mento in sé. Anna Pala
Spagnoli esplora il concet-
to di capolavoro sia per il
libro che per il film Il Gat-
topardo di Visconti (1963),
soffermandosi sul principe
di Salina, come uno che
“vede la storia”. Per La
vita agra di Carlo Lizzani
(1964), Fabio Canessa ri-
prende le suggestioni lan-
ciate da Cecchini: se il ro-
manzo dell’Ottocento è
amico del cinema perché
ha un plot, problematico
diventa il rapporto con la
letteratura del Novecento,
dove il romanzo nega il
concetto classico di narra-
zione. Il sesto relatore è
Paolo Lago che racconta il
Conformista di Moravia
(1970) e l’interpretazione Massimo Ghirlanda e Gianfranco Panariello
che ne dà Bertolucci attra-
verso la psicanalisi. Alle 19.00 Massi- dente di 50&Più di Livorno, e Gianfran-
mo Ghirlanda scuote il pubblico per i co Panariello, responsabile culturale del
rimandi con il presente, attraverso il film settore cinema, ringraziano per la bella
di Nelo Risi, fratello di Dino, dal titolo e interessante iniziativa, piena di spunti
La colonna infame del 1973, ispirato e suggerimenti.
alla Storia della colonna infame di Ales- Tocca a Massimo Ghirlanda girare an-
sandro Manzoni, che racconta di un cora una volta la clessidra, preconio di
processo agli untori di peste nel 1630 e tempi migliori.
di un’ingiusta giustizia che manda a
morte cinque poveri innocenti. Il pe-
nultimo intervento è di Federico Lenzi
che si confronta con l’ego gigantesco
di Malaparte, autore, scottante e incol-
locabile, della Pelle e dell’omonimo film
della Cavani (1981). Infine, Pier Dario
Marzi, docente di Storia e Filosofia in
un liceo di Lucca, che affronta l’opera
più recente, Una questione privata
(2017), l’ultimo film dei fratelli Taviani
che, dopo Maraviglioso Boccaccio,
chiudono con un inno alla vita il loro
sodalizio artistico.
Termina così, dopo cinque ore, la ma-
ratona letterario cinematografica, e,
mentre qualcuno fa notare che nessu-
no degli studenti di V superiore del Ve-
spucci-Colombo ha mai toccato il pro-
prio cellulare, Loretta Raffaelli, presi-
 18 Cultura
FRANCESCO BORROMINI
UN TICINESE A ROMA
di Livio Lazzeri
Quando nel 1619 Francesco Borromini
arrivò a Roma aveva 20 anni ed era un
emerito sconosciuto. Era infatti nato nel
1599 in Svizzera, a Bissone, un paesi-
no nei pressi di Lugano. La sua forma-
zione artistica era pressoché nulla. La
sua unica esperienza lavorativa era sta-
ta quella di operaio presso la Fabbrica
del Duomo di Milano, dove aveva fatto
lo scalpellino, uno dei tanti. Tutto qui.
Arrivato a Roma, trovò lavoro come
collaboratore di Carlo Maderno, suo
concittadino e uno dei più famosi ar-
chitetti dell’epoca, che dirigeva i lavori
della Basilica di S. Pietro e di palazzo
Barberini. Rimase con il Maderno una
decina d’anni, fino alla morte di que-
st’ultimo. Furono questi gli anni fon-
damentali della formazione artistica di
Borromini. Alla morte del Maderno, la
direzione dei lavori sia di S. Pietro che
di palazzo Barberini passò a Gian Lo-
renzo Bernini, artista già famoso e pu-
pillo di papa Urbano VIII Barberini. In
entrambi questi cantieri il Bernini man-
tenne la collaborazione con Borromini.
E fu proprio il Bernini ad accorgersi del
grande talento del suo collaboratore ti-
cinese: determinante fu infatti il contri-
buto dato dal Borromini alla progetta-
zione ed esecuzione dei lavori per il
Baldacchino di S. Pietro e per la scala
elicoidale nell’ala ovest di palazzo Bar-
berini.
E fu ancora il Bernini a procurare al
Borromini la sua prima commessa. In-
fatti quando papa Urbano VIII decise
di costruire il complesso universitario
della Sapienza, fu proprio il Bernini a
raccomandare caldamente al papa il
Borromini, ancora pressoché scono-
sciuto. Fu così che il papa nel 1632
nominò il Borromini Architetto alla Sa-
pienza. Fu l’inizio del successo.
Per lo studio e la progettazione del com-
plesso della Sapienza, il Borromini im-
piegò ben 10 anni. I lavori finalmente
iniziarono nel 1643 e durarono 20 anni,
durante i quali oltre alla chiesa di San-
t’Ivo, fu realizzato l’adiacente edificio
della Biblioteca Alessandrina. Nel frat-
tempo il Borromini lavorò anche ad al-
tre commesse, non solo per il papa, ma
anche per altri committenti. Nel 1634,
infatti, i frati Trinitari Scalzi spagnoli
gli affidarono la progettazione della
chiesa di San Carlino alle Quattro
Fontane e dell’annesso convento. Fu
la sua opera prima. Seguirono nume-
rose altre opere, sia con Urbano VIII
che con il suo successore Innocenzo
X: il rinnovamento di San Giovanni in
Laterano (1646-49), la fabbrica di San-
t’Agnese in Agone (1653-57) a piazza
Navona, la chiesa e il Collegio di Pro-
paganda Fide (1646-66) in piazza di
Spagna, etc.
Si è scritto molto sulla profonda diver-
sità di carattere tra il Borromini ed il
Bernini, una diversità che si ritrova per
molti aspetti anche nella loro arte. Il
Borromini era schivo, silenzioso, dedi-
to esclusivamente al lavoro. Quando
non era al cantiere era a casa a proget-
tare e a studiare: matematica, fisica,
idraulica. Soffriva di insonnia e lavora-
va fino a notte fonda. Non aveva amici
e non conobbe l’amore di una donna.
Amava la solitudine; rifuggiva la con-
versazione preferendo sprofondarsi nei
suoi pensieri. La sua casa era spoglia,
arredata con l’essenziale; i suoi abiti sem-
pre neri. Ma soprattutto era depresso
cronico, afflitto da una profonda malin-
conia che non lo abbandonava mai. Al-
l’età di 68 anni decise di farla finita e si
suicidò buttandosi sulla sua spada. La
morte non fu immediata, ma soprag-
giunse il giorno dopo. Ebbe così il tem-
po di dettare il proprio testamento e di
ordinare di essere sepolto insieme al-
l’amico Carlo Maderno, nella chiesa di
San Giovanni dei Fiorentini.
Il Bernini era tutto l’opposto. Estrover-
so, brillante, amava la vita mondana e il
bel vivere. Odiava la solitudine, aveva
numerosi amici, frequentava salotti dei
quali era un ambito animatore. Il lavoro
era importante ma era soprattutto un
mezzo per viver bene: infatti aveva ta-
riffe altissime, mentre il Borromini spes-
so non si faceva neppure pagare. Vesti-
va elegantemente ed amava il lusso.
Borromini non ebbe né figli, né eredi,
né discepoli: il suo stile artistico fu e
rimase una cosa personale. Bernini in-
segue a pag. 21
 Cultura 19

da pag. 20
vece ebbe figli,eredi e discepoli che cer-
carono di imitarlo e di proseguire la sua
opera.

Borromini e Bernini furono agli antipodi

anche nello stile artistico. Quello del
Borromini era severo, scarno, essenzia-
le, mentre quello del Bernini era caldo,
lussuoso, sovrabbondante. Per un con-
fronto, l’ideale è visitare due chiese quasi
alla Sapienza: entrambe sono razionali, addirittura soltanto curvilineo: non c’è
adiacenti: San Carlino del Borromini e
geometriche, simmetriche a pianta cen- una sola parete piana (!!). Le pareti
Sant’Andrea del Bernini, entrambe in via
XX Settembre. San Carlino è scarna, trale, ma la pianta di S. Ivo è enorme- curve non fanno altro che conferire di-
essenziale, con pareti bianche e nude; mente più complessa del semplice cer- namicità e movimento allo spazio, in
chio del tempietto. Due triangoli equi- contrapposizione alla staticità rinasci-
Sant’Andrea è piena di marmi policro-
lateri sovrapposti in modo da ottenere mentale. Perfino le superfici della fac-
mi, pareti dorate, statue e dipinti. Un’al-
una stella a sei punte, con un cerchio ciata sono curvilinee, sicché appaiono
tra evidente differenza tra i due artisti
in ogni vertice in modo da stondare le come onde in movimento.
sta nella loro carica innovativa. Quella
del Bernini è discreta, ma quella del Bor- punte, alternativamente in modo con- Questo dinamismo è espressione di
romini è sorprendente, desta meraviglia, cavo ed in modo convesso (!!). En- una concezione dinamica del mondo che
trando in S. Ivo si percepisce che c’è deriva dal progresso. Nel ‘600 infatti,
e finisce sempre per stupire per la sua
uno schema geometrico razionale, ma oltre alle grandi scoperte scientifiche di
genialità e originalità. Per questa sua
non si capisce quale esso sia se non si Newton, Galileo, Cartesio, etc., ci sono
carica innovativa B. Zevi definisce Bor-
ha a disposizione una piantina (!!). Me- scoperte geografiche, invenzioni (tele-
romini addirittura un rivoluzionario.
Anche qui è possibile un confronto rav- taforicamente, si potrebbe dire che se scopio, microscopio, barometro, oro-
vicinato tra i due artisti. Infatti a palaz- S. Pietro in Montorio è una equazione logio, etc.) e grandi commerci (Com-
di primo grado, S. Ivo è una equazione pagnie delle Indie) che portano prodot-
zo Barberini ci sono due scale, una per
di secondo grado. S. Carlino non è da ti nuovi. Dopo secoli di stasi, il mondo
ciascuna delle due ali del palazzo: una
meno: due triangoli a formare un rom- cambia e il cambiamento pervade la vita
scala l’ha fatta il Bernini, l’altra il Bor-
bo, due cerchi ed una ellisse, tutti iscritti della gente.
romini (entrambe le scale sono visitabili
gratuitamente). Quella del Bernini è a l’uno nell’altra. L’architettura del Bor- Altra novità è la geometria delle cupole,
pianta quadrata, quella del Borromini è romini si può quindi ritenere una evo- che è più complicata della classica se-
luzione di quella rinascimentale: il rigo- misfera rinascimentale. Quella di S.
elicoidale a pianta ellittica (sic!). Sor-
re geometrico e razionale del rinasci- Carlino è un semi ellissoide, cioè un
prendente e geniale.
mento non solo c’è ancora ma è porta- pallone ovale da rugby tagliato a metà.
to alle estreme conseguenze, compli- Quella di S. Ivo è animata da vele ri-
Tra gli aspetti che più caratterizzano le
opere del Borromini, ne citerei senz’al- cando enormemente le forme. curve che ne fanno ondeggiare le su-
tro due: la razionalità e la rottura degli Altra grande innovazione sono le su- perfici.
perfici. L’interno di S. Ivo è infatti mi- E’ proprio soprattutto in queste due
schemi classici. Siamo infatti nel secolo
stilineo, cioè una alternanza di una pa- chiese, minuscole e raccolte, che il
in cui nascono la fisica (Galileo,
rete piana con una curvilinea, concava Borromini ha mostrato tutto il suo ge-
Newton), l’astronomia (Galileo, Keple-
o convessa. L’interno di S. Carlino è nio.
ro), il calcolo infinitesimale (Leibnitz),
la geometria analitica (Cartesio), etc. e
la scienza e la razionalità si vanno sem-
pre più affermando sulle vetuste ed in-
sostenibili teorie medioevali, imposte con
la forza dall’Inquisizione. Non a caso
tutti questi scienziati hanno avuto a che
fare con essa. Già il Rinascimento è tutto
pervaso da razionalismo, ma il Barocco Imballaggi industriali - Servizi
lo porta alle estreme conseguenze, oltre
al razionalismo dell’arte classica
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 20 Cultura

L’angolo di Don Ordesio Bellini

Sull’attuale Sinodo
della Chiesa in Germania
La Chiesa tedesca sta svolgendo un
SINODO NAZIONALE della dura-
ta di due anni dibattendo problemi e
proposte che in alcuni casi si annun-
ciano dirompenti e che potrebbero
mettere in crisi l’unità della Chiesa
stessa.
L’amico Enrico ha letto un articolo su
Repubblica del 17 ottobre 2020 dal
titolo: “Celibato e donne prete, pa-
ura in Vaticano per lo scisma tede-
sco” e mi chiede gentilmente se vo-
lessi commentare la “notizia”.
Sono secoli però che questa non è più
una notizia. I due argomenti sono già
apparsi ciclicamente altre volte nel
corso della storia della Chiesa. Oggi
forse con maggior impeto grazie ai
media e soprattutto grazie a questo
clima di “liberi tutti”.
Il rischio dello scisma è sempre pre-
sente in ogni realtà umana sociale cul-
turale politica e religiosa. Direi che il
rischio di divisione è talmente presen-
te nel cuore dell’uomo che in teologia
si definisce il peccatore “l’uomo divi-
so in se stesso”. E il ricorso massic-
cio agli psicologi e agli psichiatri fa
perfettamente capire che questo non
è solo un problema della Chiesa e del
Vaticano, ma è un vero problema di
salute pubblica, un vero problema po-
litico.
Tornando al mio articolo del numero
precedente del “Centro” ribadisco con
convinzione profonda che da decenni
noi siamo in balia di una “cultura ado-
lescenziale” formata dai cervelli di
uomini e donne di ogni età che hanno
in gran parte ritardato, se non addirit-
tura bloccato il processo della loro ma-
turità. E come già scrivevo, hanno an-
che “occupato il potere”.
E siccome l’adolescenza, sia essa ana-
grafica o culturale, si esprime soprat-
tutto nella presunzione spesso arrogan-
te e irridente della storia passata e delle
tradizioni, oltre a mille rivendicazioni a
catena, ecco perché ho difficoltà a
esprimere un parere in un contesto di
SOSTANZIALE RICATTO,
OGGI CHIAMATO IL “POLITI-
CAMENTE CORRETTO”.
L’adolescente giovane o adulto vuole
tutto e subito. Io sono abituato a guar-
dare in prospettiva futura e a valutare
per quanto possibile le ricadute, ossia
il pro e il contro proiettato nel futuro.
In altre parole oggi, soprattutto gli “ado-
segue a pag. 21

foto tratta da La Repubblica


segue a pag. 20
lescenti adulti”, hanno dato origine a
un lungo movimento storico dove la
pancia, il sottopancia e il sentimenta-
lismo sembrano avere sopraffatto la
ragione e le sue ragioni.
La cosa triste è che questo spirito ag-
gressivo di rivendicazioni, diventati un
ricatto e una minaccia (lo scisma è in
fondo un ricatto e una minaccia più o
meno cercata e voluta) hanno fatto
degenerare problemi reali, veri, impor-
tanti: nella Chiesa il problema della
donna legato anche a quello della so-
cietà, un nuovo modo di essere preti,
vescovi e papi, ossia un nuovo modo
di essere Chiesa, più madre che tribu-
nale, sentinella umile e attenta del pre-
sente e del futuro.
Vari movimenti sono falliti per rivendi-
cazioni adolescenziali. Il movimento
femminile ad esempio, che per me ri-
mane un tentativo di “rivoluzione” in cui
ancora spero e credo. Forse non ab-
biamo bisogno di altri preti in versione
femminile ma di istituzioni in cui la don-
na esprime con pari dignità il “potere”
della tenerezza che rende presente la
tenerezza materna e paterna di Dio.
Che dire poi della Germania? Bastano
due frasi diventate famose nel conte-
sto ecclesiastico: “los von Rom” (=
lontani da Roma) e la rivalità culturale
con la tradizione latina “doctor roma-
nus, asinus germanus”. Senza scomo-
dare il nazista “Deutschland uber al-
les”, che esprime in forma parados-
sale e folle una antica presunzione di
superiorità.
Direi che al pericolo di scisma della
Germania la storia ci ha un po’ abi-
tuati e in qualche modo preparati.
Noi italiani abbiamo visto dalla co-
siddetta caduta della prima repubbli-
ca lo sfaldarsi e il frantumarsi di tanti
partiti apparentemente infrangibili. Si
è tentato di ricostruire qualcosa di
nuovo, ma che fatica e finora che il-
lusione: gli adolescenti al potere!
Tornando a un possibile scisma nella
Chiesa, che dire allora?
Innanzitutto pregare per chi crede alla
preghiera. Ce lo chiede il Signore con
la Sua famosa preghiera “che siano
una cosa sola perché il mondo veda
e creda”. Ma d’altra parte l’altro gior-
no in una Messa ho letto anche il Van-
gelo dove il Signore dice «Non cre-
diate che io sia venuto a portare
pace sulla terra; sono venuto a por-
tare non pace, ma spada. Sono in-
fatti venuto a separare l’uomo da
suo padre e la figlia da sua madre
e la nuora da sua suocera; e nemi-
ci dell’uomo saranno quelli della
sua casa.
Queste due frasi così apparente-
mente contrapposte dette dal Signo-
re ci accompagnano sempre nella
vita della chiesa, come nella politi-
ca di ogni popolo e di ogni fami-
glia.
Non nascondiamoci dietro un dito:
le divisioni ci sono e sempre ci sa-
ranno. Quello che abbiamo rag-
giunto ora rispetto al passato è
guardarci con occhio fraterno, con
buona educazione e gentilezza.
Speriamo che almeno questo con-
tinui e regga! Già negli anni set-
tanta/ottanta del secolo scorso nel
Cultura 21
pieno della contestazione anche ec-
clesiale in modo serio e scherzoso
a un tempo si diceva: “ preghiamo
per i fratelli separati e non ancora
uniti e per i fratelli uniti e non an-
cora separati”. Qualcuno lo inten-
deva in modo poco cristiano, spe-
rando che questi ultimi si levassero
di torno. Oggi saranno forse di
nuovo i tedeschi?
Abolizione del celibato, ordinazio-
ne delle donne,… ? Di una cosa io
sono certo: al di là delle controver-
sie e delle discussioni, tutto questo
non risolve ASSOLUTAMENTE nul-
la. L’attuale contesto storico ci mo-
stra nella vita politica nazionale, in
quella delle nazioni e dei popoli
come pure nella Chiesa che si trat-
ta di una crisi culturale è antropo-
logica. Per superarla non basta rat-
toppare, anche con la migliore buo-
na volontà.
Mensile del Circolo Culturale “Il Centro”
Aut.ne Tribunale Livorno n° 683 del 2/3/2005
Redazione ed Amministrazione:
Via Trieste 7 - 57124 Livorno
e.mail: ilcentro.livorno@gmail.com
www.circoloilcentro-livorno.it
DIRETTORE RESPONSABILE:
Enrico Dello Sbarba
COMITATO DI REDAZIONE:
Massimo Cappelli,
Sergio Cini,
Fabio Del Nista,
Livio Lazzeri,
Luca Lischi,
Mario Lorenzini,
Mauro Paoletti,
Angela Simini,
Franco Spugnesi.
Hanno collaborato a questo numero:
Cristina Battaglini, Ordesio Bellini,
Franco Biancani, Enrico Bianchi, Mas-
simo Cappelli, Giuseppe Franceschi,
Massimo Ghirlanda, Gianni Giovangia-
como, Livio Lazzeri, Luca Lischi, Mario
Lorenzini, Angela Simini.
Grafica e impaginazione: Editrice “Il Quadrifoglio”
sas di Palandri Giulia & c., Livorno - Tel. 05861732178.
Stampa: Tipografia Sagittario - Bibione (Venezia).
Giornale chiuso: 2/11/2020
 22 Cultura
Riflessioni sull’evento culturale più importante dell’estate livornese
Intorno al Festival di Mascagni
di Angela Simini
Il Festival Mascagni è stato sicura-
mente l’evento culturale più importante
dell’estate 2020, anzi possiamo dire di
tutto l’anno in corso fino ad oggi. Con
i suoi cinque appuntamenti molto ben
programmati del Festival e con gli otto
incontri del “Mascagni Off”, che si
sono aggiunti come un corollari, l’ini-
ziativa tutta, nel suo complesso, ha
intercettato l’attenzione e la parteci-
pazione dei livornesi, che accarezza-
vano l’idea di dedicare un festival al
compositore labronico fin dalla sua
scomparsa, avvenuta il 2 agosto 1945.
Il varo ufficiale del Festival di Ma-
scagni è avvenuto questa estate: “Ab-
biamo voluto onorare gli impegni pre-
si con i livornesi , per cui, dopo le ono-
rificenze dedicate a Modigliani, era
giusto procedere con il Festival di
Mascagni” - aveva dichiarato il sin-
daco, Luca Salvetti.
“Questo numero zero del Festival che
abbiamo l’onore di tributare a Masca-
gni – aveva commentato l’assesso-
re Lenzi – nasce nella certezza che
Livorno debba fare ogni sforzo possi-
bile per raccontare la sua più autenti-
ca ricchezza: un carattere autentico
la cui peculiarità più spiccata è una
straordinaria creativi-
tà”. Ed è stato un
momento di grande
emozione, che dopo il
lock down, ha ripor-
tato i livornesi a con-
tatto con la città, con
la realtà spettacolare
e culturale, nel gran-
de parco della Fortez-
za Nuova, per proseguire anche nella
Fortezza Vecchia e, soprattutto nella
Terrazza Mascagni. Ci ricorderemo a
lungo del tripudio di luci che si ris-
pecchiavano sui Fossi di Livorno, dello
spettacolo che ha portato in scena
cantanti lirici di grande spessore, ac-
compagnati al pianoforte da Laura
Pasqualetti, degli interventi commos-
si e profondi del direttore artistico del
Festival, il tenore Marco Voleri, e del
musicologo Fulvio Venturi, della let-
tura di testi ed epistole del Maestro
stesso e dei critici del suo tempo.
E, siccome non è possibile in questa
sede ripercorrere tutti gli spettacoli,
veniamo al Mascagni Gala alla Ter-
razza Mascagni, illuminata a giorno,
mentre le creazioni digitali di Immer-
siva proiettavano sui giochi d’acqua
e sulla facciata dell’Hotel Palazzo im-
magini del musicista, della sua vita,
delle sue opere. Musica e video map-
Il logo del Mascagni Festival
ping avevano conquistato e stupito i
livornesi. Uno scenario immenso dun-
que ha accolto gli spettatori, e tra que-
sti gli eredi di Mascagni, che hanno
espresso giudizi lusinghieri sull’inizia-
tiva dell’amministrazione livornese.
L’Orchestra della Toscana , diretta da
Beatrice Venezi, ha accompagnato
bravissimi cantanti lirici, impegnati nel-
le arie mascagnane. Ospite d’Onore,
non dimentichiamolo, è stato Luca Zin-
garetti che, grande attore di teatro, TV
e cinema, si è prodotto in un lungo ed
intervallato monologo, un inedito di
Michele Santeramo. Applausi e richie-
ste di bis hanno accolto le performan-
ce dello spettacolo.
Il Festival si è degnamente concluso
sabato 19 settembre, ancora alla Ter-
razza Mascagni, col concerto della
Banda musicale dell’Arma dei Cara-
binieri diretta dal colonnello Massimo
segue a pag. 23
segue a pag. 31
 Cultura 23

da pag. 22
Martinelli.
La Banda è uno spettacolo di per sé
stessa con i carabinieri in alta unifor-
me, col suono ritmato delle loro ese-
cuzioni, dalle quali non si escludevano
però i toni dolci e commoventi. Si ag-
giunga che lo spettacolo, programma-
to per le 19, si è svolto difronte ad un
tramonto rosso e azzurro, che sem-
brava ordinato per l’occasione. Anco-
ra grande entusiasmo ed ancora richie-
ste di bis.
Ma quello che dobbiamo rilevare è
che il Festival è salpato durante il lock
down, quando si sono dovuti rispet-
tare gli spazi sociali e le norme anti-
covid. Nonostante ciò si è raggiunto
un livello alto di produzione, con ese-
cuzioni molto buone ed appropriate a
far apprezzare e conoscere Masca-
gni anche a chi ne sapeva poco. E,
soprattutto, il Festival, anche in perio-
do di Covid , ha attirato spettatori da
fuori di Livorno, e non è poco, in mo-
menti come questi, di precarietà ge-
neralizzata. Si sono “ricalcate” le
orme delle manifestazioni intorno a
Modigliani, in senso positivo ovviamen-
te, con i numerosi appuntamenti of-
ferti al pubblico e con la curiosità che
questi hanno suscitato. E si è risve-
gliato un interesse nuovo e stimolante
per la cultura e per gli allestimenti li-
vornesi.
Un plauso dunque a chi si è tanto ado-
perato per raggiungere lo scopo, dalle
autorità cittadine, agli sponsor, alle fi-
gure culturali ed artistiche.

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