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(© 1996, Gius, Laterea& Figli, Roma Bati Prima edizione 1996 ‘Terza stampa 2002 psp penn promotor pon ere effetti de 17% dsc, solunt dto, la iat Semper dalet 6 crm dle 22 ‘pei 8 cao leone nea Goxeanritanaro, Cass Chaat CENTIA IE Le riproducon per wo diferent da quello prionalepotranno even olo a sepia dspeiia tone eda Ebio : 112 (Praca) del cap. 8 devel collabora di ML Bianchi cap, 3 (Le sen nl Seftecento) si deve alla collaborazione di G. Stabile, ‘Le Tavole sinortiche alla fine del volume sono state curate da M, Muceillo eS. Tanghetlini. EadtoriLaterza Piazza Unnbert 1,54. 70121 Bari ‘esmal: redazionesol@lateraait p/w latent . Adorno T. Gregory V.Verra di Tullio Gregory Editori Laterza Proprietaletteraia riservata Gis Laterza& Figl Spa, Roma-Bati Finito di stampare nel settembre 2002 Poligraico Dehoniano- Stabilmento di Bari per conto della Gius. Laeraa & Figli Spa cLai0613 ISBN 88-421.0361-6 | | Indice ile Onna Umanesimo e Rinascimento 41. Che cosa# -Uimanesimo,p.1 2 Il senso dela storia, p.2 3, La everta del Rina- scimento», 3m Indicazioni bbliografiche,p.5 Il platonismo del Rinascimento 1. La rinascita del platonismo, p.7 2. Marsilio Ficino, p.m 3. Pico della Mirandola, p. 11m 4, «Prisca theologia» e «philosophia perennis», p. 12 5, Francesco Patrizi da Cherso, p. 14 m Indicazion bibliograficte,p. 16 Indice del volume L’aristotelismo del Rinascimento 1. Aristotelismo e Umanesimo, p.17 @ 2. Pietro Pomponazzi, p.18 m 3.Simone Porzio, p. 22m 4, Giacomo Zabarella, p, 23 m 5. Cesare Cremonini, p, 25 Giulio Cesare Var nini, p.27 m Indicezionibibliografiche, p28 Niccolé Cusano 1. La vita le opere, p. 30 2. La «dott ignoranza»,p. 31 3, Conoscere come con- gettura, p. 33m 4, Dio e mondo, p.34m 5. Una nuova cosmologia,p. 35 6, La tolle- Tanza, p, 36 Indicazioni bibliografich,p. 37, Filologia e storia. Valla ed Erasmo 1. Filologia evita civile, p.38 m 2. Lorenzo Valla,p.39 m 3, Erasmo da Rotterdam, p. 4 1 Indicazionibibliografiche, p. 44 Il pensiero politico 1, La filosofia politica e «utopia» del Rinascimento, p. 45m 2. Niccold Machiavelli, p. 51. Indicaziontbibliografiche, p. 57 w Indice del volume La Riforma 1. Verso la Riforma, p. 58 2. Martin Lutero, p, 60m 3, Giovanni Calvino, p. 64 In- Aicazionibibliografiche, p. 68 Filosofia della natura e nuova scienza 1. Platonismo, magia, astrologia, p. 70m 2. Paracelso, p. 72m 3, Bemardino Telesio, p.76@ 4, Tommaso Campanella, p. 78m 5.La enuovascienza»,p.81™ 6. Leonardo da Vinci, p. 86m Indicazioni biliografche,p. 87, La rivoluzione astronomica da Copernico a Keplero 4, Luniverso aristotelico-tolemaico, p. 90m 2. Coperico, . 91m 3. Tycho Brahe: la fi- ne delle sfere celesti, p. 951 4, Keplero: dal corchio alle ellss . 971 Indicrzoni bi biografiche, p 100 Giordano Bruno 1. Lavita ele opere, p. 102 2, Bruno e la concezione copericana delt'universo,p. 103 = 3.11 problema dell’intnito, p. 104 m 4, La logica, p. 106 m 5. Etica e religione, p. 107 1 Indicazionibiliografche, p. 108 Lo scetticismo tra Cinquecento e Seicento 1. Lo scetticismo del Rinascimento, p. 109m 2. Michel de Montaigne, p. 110 3. Pier- re Charron, p. 112 4, La critica scettica nel Seicento. Bayle, p, 114m Indicezionibiblio- srafche, p. 15 Francis Bacon 1.Lavita ele opere,p. 118. 2. La critica della cultura tradizionale, p.119 @ 3, Laifor- ‘ma del sapere, p. 120m 4. I «Nuovo Organo», p. 122 5. interpretazione della na- ‘ura, p. 123m 6 La storia naturale e sperimentale, p. 125m 7. La «Nuova Atlantider, p. 126 m Indicazioni bibliografiche,p. 127 Galileo Galilei 1. La vita e le opere,p. 128 2. La formazione sciontifco-tecnica,p. 130 3. Il can- nocchiale, . 130% 4, Scienza ¢ teologia, 137m 5. Il «libro della naturay,p. 133 6. La conoscenza: qualita soggettve ¢ oggettve, p. 133m 7. Tl copernicanesimo ¢ la sfruttura del mondo, p. 134m 8. Nuovi progress in fsica,p. 136 @ Indicazion Bibi svafch,p. 137 ‘Thomas Hobbes 1. La vitae le opere, p. 139m 2, Meccanicismo e materilismo, p. 140 3. La cono- scenza, p. 141 m 4, Il linguaggio ela scienza, p. 142m 5. La morale ¢ la politica, p. 144 1 6.11 patto sociale, p 145 m 7. I sovrano, p. 146 m Indicazonibibliogrfiche, p. 148 vn Indice de volume René Descartes 1. La vitae le opere, p.150™ 2. Lintuizione di una scienza meravigliosa,p. 151 ® 3.Le «Regole», p. 152 4. Dio ele vert eterne,p. 153 m 5. Lafisica meccanicistic,p. 154 6.La machina del corpo, p. 155% 7. Il «Discorso sul metodo, p. 156m 8. Le regole della morale provvisora, p. 158 9. II dubbio, p. 159 10. «'go cogito, ergo sumo, p.160W IL La ares cogitans» p. 161 12 Dal «cogito» a Dio, p. 162 13. Dio garan- tedi vert, p. 164m 14.1 mondo esterno, p. 165 m 15. «Res cogitans»e «res extensar, p.166 16.11 problema dell erore, p. 169 m Indicazioni bibliografche,p. 169 Momenti dell’eta cartesiana 1.Sviluppi del cartesianesimo,p.171 m 2.1/occasionalismo,p. 172m 3.GeulincxeMa- lebranche, p. 172m 4, Pierre Gassendi p. 174 5. Blaise Pascal, p. 177 6.La «Gram- ‘maticay ela «Logica» di Port Royal, p. 183 ® 7. giusnaturalismo. Grozio, Pufendort e Thomasius,p. 186% 8. Giusnaturalismo ¢ contrattualismo, p. 189 Indicacioni b- bliografiche, p. 190 Nuovi ideali educativi: Amos Komensky 1. La vita e le opere, p. 192 ® 2, Riforma delle scuote e del sapere, p. 198 m Indicazioni bibliografice, p.197 18 Baruch Spinoza 1. La vitae le opere, p. 198 m 2. La sostarza, p. 199m 3, Gli attributi, p. 200 4. I mo- di, p.201 m 5, Natura naturante e natura naturata, p.203 @ 6, Liberta enecessita,p. 204 i Indice del ole 7. Letre forme di conoscenza, p.204 m 8, La morale, p, 205 @ 9, Dirittoe Stato, p.207 © 10, Laliberti, 209m 1. Filosofia eteologia, p. 210m Indicazion bibliografcke,p. 211 Gottfried WilheIm Leibniz 1. Lavitaele opere, p.213 m 2. La logica, p. 214. 3, VeritA di ragione e vert’ di fatto, 7.216 4, Lasostanza individuale, p.217 " 5, ’armonia prestabilita, p.219 m 6.1 gra. di di attivita della monade, p. 220 7. La conoscenza, p. 221 8, Dio ¢ la creazione, p. 222m 9, Lottimismo e il finalismo, p, 223 m Indicazionibibliografiche, p. 224 vi) La rivoluzione scientifica del Seicento. Newton 1. Una nuova concezione della scienza, p. 226 2, La matematica come strumento di conoscenza, p. 228m 3, Isaac Newton, p. 229m Indicezow bibliografcke, p. 239 John Locke 1. Significato e problemi dell'empirismo, p. 241 m 2. Locke: la vita ele opere,p. 242 m 3. Una nuova teoria della ragione, p. 243 m 4, La critica delf'innatismo. Idee semplici e idee complesse, p.244 W 5. Le idee ei inguaggio, p 248 m 6, Religione razionale etol- Jeranza, p. 250 7.11 pensiero politico, p. 252 m Indicazioni bbliografche,p. 254 ts Delsti, moralisti ed economisti Llldeismoinglesep. 256% 2, 1 moralisti p.258 3, Adam Smith. 260. 4. Thomas Reid, p. 262 m Indicazion ibligraiche, p. 263 Ince del alum George Berkeley 4. La vitae le opere,p. 265m 2. Lanalisi delle ide, p. 2661 3, Critica della distinzio- ne tra qualith primarie e secondarie, p. 27m 4, Sostanza materiale esostanze spiri- tall . 268. Indicasion bbliografiche, p. 271 David Hume ‘L La vita e le opere, p. 272 2. Metodo sperimentale e mondo degli uornini, p. 273 3. Lanalisi empirica della conoscerza, p. 274m 4, La relazione causa-efetto, p. 275 8 5. Le idee di sostanza materiale e di sostanza spirituale, p. 276M 6. Abitudine e cre- denza,p. 278 @ 7. Il senso morale ela simpatia, . 280 @ 8. Problem religiosi,p. 282 8 Indiazioni bibliografiche,p. 283 uy Edmund Burke 1. Lacitica della Rivoluzione francese, p. 285 2, I bello eil sublime, p. 285 m Indi- cazioni bibliografiche, p. 288 yy Giambattista Vico 1.La vitae le opere, p. 289 2. La polemica anticartesiana, p. 290 3, I mondo degli ‘uomini: la storia, p. 283 m 4, Senso, fantasia, ragione, p. 294 m 5. Linguagglo, poesia e mito, p.296m 6. Corsie ricorsistorii, p. 298 m Indicazionibibligrafiche, . 299 TO 4 Indice dl volume Pi Uilluminismo france: 1. Che cos’é ITiluminismo, p. 301 m 2. L'Muminismo francese, p. 303 @ 3, La Mettrie: Yuomo-macchina, p. 304m 4, Helvétius, p. 307m 5. Diderot, p. 309 6, Condillac, p.311m 7. D’Holbach, p, 313 @ Indicazionibibliografiche, p. 318 ws Enciclopedia» nella cultura francese 1 Storiae struttura dell opera, p. 318m 2, Lordine ¢ la connessione delle conoscenze, 320m 3, enciclopedia delle scienze, p. 321 m Indiceioni bibiogafcke,p. 323, 29 Montesquieu 1. Lavitae le opere, p. 324m 2. Le «Lettere persianes ela critica della societ francese, P. 324m 3.Significatostoricoe politico della decadenza dei zomani, p.326 m 4,Lo «Spi. Tito delle leggin, 3271 5. Forme di governoe condizioni natural, p. 328m La teo- 1a della distinzione dei poter,p. 330 m Indicazion bibliografche, p. $81 Voltaire 1. La vita e le opere, p. 333 m 2. Voltaire e la tradizione empiristca inglese,p. 333 @ 3:11 deismo,p, 335 m 4, «lo sono corpo e penso»,p. 336." 5, Una morale laica, 337" 6. Tlimiti della ibertd umana: tutto & necessario, p. 337m 7. La tolleranza, p. 339m 8. Voltaire ¢ Ia storiografia dell Muminismo. Turgot e Condorcet, p. 340. Indicazioni bibliografiche, p. 344 Indice del volume wi Jean-Jacques Rousseau = 3. Lorigine della disu- 4. Lavita ele oper, p. 345 2. Critica del progresto p. 346m 3, Lorigine dell ‘guaglianza, p. 347 4,11 «Contratto sociales, p. 349 5. Lo Stato, p.351 m 6, Lieduca- Zione di Emilio, p. 352 @ 7, La religione, p.353 @ Indicazion bibliografche, p. 355 32) L'llluminismo italiano 1 Orientamenti e programmi riformatori nel Regno delle due Sicllie, p. 356m 2. Ll- luminismo lombardo, p. 364 8 Indicxzion bibliografcke,p. 368 Le scienze nel Settecento ‘enze teoriche e scienze applicate. Riduzionismo e autonomia delle scienze, p.370 * Zamtomatorsceredelegrndceaingenrdle p30 3 Suede ge metria analitica, I calcolo infinitesimale, p.374 4. Astronomia e fisica sperimentale. Lelettrologia, p. 377m 5. La nascita della chimica moderna, p. 381 6, Lo sviluppo delle «scienze della vita», p.385 @ 7. Buffon: la nuova storia della natura e della Terra, p. 387 m Indicazionibibliografiche, p. 390 34] luminismo tedesco 1, Carateristiche general, p. 392." 2. Gotthold Ephraim Lessing, p. 395 3. Alexan- der Gottlieb Baumgarten, p. 397 m Indiazion bibliograiche, p. 398 xa nice de volume 33 Immanuel Kant 4. Lavitaele oper, p. 3999 2. Ieriticisme:fisia e metaiscep. 401 @ 3. Giudizi ana- litce giudictsintetici, p 403 m 4. La sensibiliti: spazio e tempo, p. 405m 5. Vintellet. to ele categorie, p. 407 6, La ativoluzione copernicana», 409 7. La ragione le ‘dee, p. 412 8, La morale: limperativo categorico, p. 418m 9, postulati della agion pratica p. 419 10. Religione e storia p. 421 m 1. Il sentimento estetico ela finelta dlella natura, p. 422 @ 12.1 giudizio estetico, p. 424 13,11 giudizio teleologico, p. 426 © Indicazion’bblografihe,p. 428 Tavole sinottiche ».101 Indice dei nomi». 451 Manuale di storia della filosofia we i L Umanesimo e Rinascimento Che cosa é r'Umanesimo (Quel grande periodo che segna l'inizio dell'Eta moderna, e che suole indicarsi co- ‘me epoca dell’Umanesimo e del Rinascimento, ha alle proprie spalle la crisi del- 4a Scolastica, gia aperta al suo interno dallo scontro tra le varie interpretazioni ¢ Utilizzazioni dellaristotelismo, e dalla critica francescana e occamista. Se 8 im possibile, come in ogni processo storicn, indicare date precise, ®tuttavia possibi- Jerintracciare i moment dell affermarsi di una nuova cultura, fuori dagli schemi scolastc, gia nel Trecento tra Petrarca e Salutati. Le prime espressioni di questa ‘nuova cultura sono la polemica antiaristotelica gia connessa a un consapevole ecupero della cultura antica~ e 'accentuato interesse peri problemi degli uomi- ni, della citta terrena, della vita civile. L'Umanesimo si afferma anzitutto con la chiara consapevolezza di vivere lun momento di «tinascita» e di distacco dal mondo medievale, che si esprime al- traverso la tiscoperta ¢ Vimitazione dellantico, dei classici grecie lati, soprat- tutto nel campo delfarte e dele lettee. Ma questa riscoperta dell'antico, per es. sere compresa, deve inserirsi nell'ambito del nuovo interesse per problemi teri ‘rascurati dalla cultura medievale, del! affermarsi di una preminente attenzione per i valori mondani, per i problemi della concreta vita degli uomini. Da questo ‘nuovo punto di vista il linguaggio, le «lettere» sono anzitutto il mezzo propria. 1.Coluccio Salut (1381-1406), cancellere della Signoria a Firenze, promos gi stud wae istic riprendendo il messaggo di Petrarc. Nelle sue opee (De aru regione De at, Satur cf casu; De abribusHerculi; De nbiilate gum et meicina,importatissimn il Epselori) of dsegne una precisa esaltarione dell oprare man, dela vita erena, degit «sstudia humanitatis» come strumento capace di itrovate e comprendere il senso del meee do degli uomini. ‘Manuele disioria del filosofia mente umano di comunicazione e di rapporto. Di qui Iaccento posto sulle huma- nag litterae come essenziali per la formazione dell'uomo («gli studi umanistici studia humanitatis~ si chiamano cosi perché portano I'uomo a perfezione» secon- do una tipica espressione ricorrente nel Quattrocento), la celebrazione della di- gnitas hominis e della «vita civile» in cui Yuomo storicamente si afferma. B qui il valore non meramente leterario dell Umanesimo: nella riscoperta e nel recupero del mondo antico, 'Umanesimo vede lo strumento per affermare quella nuova f- losofia dell uomo che assume una posizione centrale ed emblematica nel Rina- scimento, dal quale !'Umanesimo @ stato solo fittiziamente distinto, Il senso delia storia L'Umanesimo non ignora che i classic erano notié leti anche nel Medioevo: ma @ proprio nel modo di questa lettura che si verifica la frattura e la contrapposi- zione. L'Umanesimo polemizza contro opera di adulterazione cui il Medioevo ha sottoposto i classic adattandoli a esigenze propre, piegandoli a interpretazio- ni ea insegnamenti del tutto estranei agli autori antichi; vuole per questo risco- Pricli nella loro autenticita, ascoltare il loro messaggio, intenderli nella loro stori- ca veriti. Cid vuol dire che i classici, proprio mentre venivano presi a modello da {mitare (un‘imitazione che era via ad una nuova creazione), erano posti come al- {ri da noi, storicamente collocati ¢ intesi: la dimensione storica con cui si coglie Vantico ® uno dei frutti maturi della filologia umanistica. La quale peraltro, nel suo lavoro di riscoperta e di restauro delle opere antiche, metteva in opera stru- ‘menti critic ¢ filologici che dovevano assuumere estrema importantza in tutto il campo delle discipline umane, La filologia e la critica storica, nel momento in cui si pongono come autentiche vie d’accesso alla «verita» di un antico messaggio scritto daaltxi uominj alla comprensione della storia passata nella sua autenticta, diventano arma polemica contro Yautorita della tradizione, strumento di batta glia contro fittzi privilegi; alla nuova metodologia critica non potra sottrarsi nep- pure [a Sacra Scrittura (di cui nel Rinascimento comincid I'esame filologico e sto- Fico, che portava a considerare la Bibbia alla stregua di ogni altro testo letterario), 1né la donazione di Costantino, per fare due esempi famosi dei risultai della filo- logia di Valla e di Erasmo (cft, oltre, cap. 5). Ancora, la filologia umanistica veni- va.a proporre la lettura di nuovi testi agli uomini del Quattrocento e del Cinque- cento: basterebbe ricordare la grande importanza delle traduzioni di Platone e di 1 Unanesimoe Rinascinento Plotino (cfr. il § 1 del cap. 2), o di testi scientifici, quali Archimede ed Erone?, che ebbero importanza decisiva nella formazione della nuova scienza, i La «verita del Rinascimento» Leesasperata contrapposizione che tn certo tipo di storiografia ha voluto vedere {ra Medioevo e Rinascimento, ha permesso ad altri storici di sottolineate, al con- {rario, i moltepliei nessi che legano la cultura rinascimentale a quella medievale. In particolare,isolando alcuni teri - come amore peri classci il senso della di- gnita dell uomo e della positivita della natura ~& stato facile ritrovarli nella cul- tura medievale come in quella rinascimentale, cosi da negare a questa una pro- pra originalitarispetto ai precorrimento alle urinascite» medievali. Ma una sto- Fiografia pit fine e articolata, abbandonando le generiche contrépposizioni o ri- uzioni, ha messo in evidenza che, al di la dei nessi con epoca precedente, Vori- ginalita dell’ Umanesimo e del Rinascimento si coglie quando si faccia attenzione, piit che a singoli tem o a determinati sistemi, al nuovo atteggiamento che si vien maturando di fronte ai problemi del!'uomoe del mondo. Come ha fortemente sot- tolineato lo storico Eugenio Garin (tno dei massimi studiosi del Quattrocento del Cinquecento europeo),originalits del Rinascimento va anzitutto individua- ta in «un animo nuovo, in una forma nuova, uno sguardo nuovo tivolto alle co- se, € soprattutto nel modo di intendere la funzione stessa della cultura, nella for- mazione dell'uomo, in tutti i rapporti umani, nell organizzazione della vita civi- Je, nell'uso umano delle forze della natura». In questa prospettiva la «verit® del Rinascimento» andra ricercata non tan- to nella filosofia ufficale delle scuole, che spesso ripeteva stancamente temi gid esauritinellaspeculazione medievale, quanto nella «filosofia dei non flosofiv che nasce dalla viva esperienza dell'uomo e della natura: nelle opere dei filologi e dei maestri di retorica, dei poeti e degli artisti, nei testi dei politici e degli storii, nell opera dei tecnicie degli scienziati, Li insomma dove contro le astratte dedu- ioni della filosofia tradizionale, contro i ben ordinati sistemi metafisici, si viene accentuando il valore dello studio del particolare conereto; questo poteva essere costituito da un testo antico che andava interpretato ed emendato, o dai proble- 2.Per Archimede, matematico efisio greco, eft. vel I: Erone (forse Il see. C0 anche Lo T4.C) fu grande matematicoe stecnicoo grec, inventors di mscchine ¢ congegni tenic, Bee ee aE EE Ege vET ee ornare Even Tee TeP TnI TE ETTTTET ETT TTT TET EUTTTTTE EET PITTI PETIT TRTTTTTE aT TTTTTTT En TRTTETET Ean ETRE ET TTT Manual dl storia dl fils 11 mi della vita civile e morale, o da un fenomeno naturale studiato nella sua effet- tiva realta. In queste ricerche circola sempre il desiderio di ricondurre ogni feno- ‘meno entzo limiti umani, edi rivolgere la conoscenza nuovamente acquisita ver- s0 fini mondani «La veritd della Rinascenza - scrive Garin ~¢ lo sentiamo tutte le volte che seriamente ci avviciniamo a quel tempo, proprio nei Valla, negli Albert, nei Po- lizianot, e poi nei Masaccio, nei Brunelleschi, nei Leonardo (cft, oltre, p. 86), nei Michelangelo, nei Galileo, e cio negli artisti, nei poet, nei filologi-storici, negli snzati e poi nei politic-storici, come Machiavelli e Guicciardini,e fin nei pro- feti e riformatori da Savonarola in poi... Il punto di incontro delle esperienze diverse che si intrecciano nel Rinasci mento e che salda insieme indagini scrtti apparentemente diversi ('edizione un testo antico e la descrizione precisa di un fenomeno naturale, "analisi della vi {a politica e la castruzione di un nuovo sistema del mondo fisico) sta sempre nel- Ja comune ricerca di una misura umana, nell'affermazione dei compiti mondani dell'umano sapere. Tale sapere viene organizzandosi secondo forme autonome e metodi diversi, fuori dagli schemi generalizzanti di una filosofia che sostituiva parole a cose, e fuori dall orizzonte teologico (pur senza negare il valore della fe- de quale esperienza di una realta superiore all ambito umano), Abbiamo qui la coscienza del valore positivo del particolare concreto, dei problemi che nascono dalla vita politica e civile, 'affermazione di possibilita nuo- ve per I'uomo, anche quando si accentua in termini drammatici la sua lotta con- tro incerta fortuna; quest’ womo, di cui il Rinascimento celebra la «dignit’», si po- ne di fronte al mondo storico e fisico con la precisa volonta di conoscerlo secon- do i suoi intemi prindpi, di ridurto entro leggi che permettano, conoscendolo, di dominarlo, eae enna ieneaatonaaat Say eet arent ate sate ae 1 Umanesino eRinascimento Indicazioni bibliografiche Sagal crite AAV, Inferpretazioni del Rinascimenty, a cura di A. Prandi, Il Mulino, Bologna 1971, AAWV. 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Zambelli I/ambigua natura dela magia, Il Saggiatore, Milano 1991 La rinascita del platonismo Nella cultura filosofica del Rinascimento, se Je universita continuano a rappre- sentare la roccaforte dell’aristotelismo, fuori delle universita si diffuse ampia- ‘mente, fino a divenire una moda, la filosofia platonic, Gia Petrarca, sulla scorta di Agostino, guardava a Platone come al filosofo pit vicino alla religione crstiana e Io contrapponeva polemicamente allaristote- lismo e all'averroismo; ma di Platone Petrarca poteva leggere quel poco cono- sciuto nel Medioevo (parte del Timco, il Fedone, il Mentone). Una nuova lettura, ve- rariscoperta di Platone, siebbe soltantonel secolo XV quando furono ripresi icon- tatti fra il mondo greco bizantino e quello occidentale e si giunse alla convocazio- ne del XVI concilio ecumenico, aperto a Basilea (1431) ma proseguito poi a Fer- rara (1438), Firenze (1439-42) e Roma (1443-45) per la composizione dello scisma religioso creatosi nel secolo XI con la separazione fra la Chiesa latina e la Chiesa FO a presenza di numerosi dott bizantini vent in Kai l sepuito dln peratore d’ Oriente apri agli studiosi occidentali un nuovo orizzonte di sapere: dal mondo bizantino cominciarono ad affluire in Occidente test grec fino allora igno- ti in particolare i latin! vennero a conoscenza di una lunga tradizione di pensie- 10 di ispirazione platonica della quale si era perduta traccia in Occidente. Alla scuola dei doti bizantini si form® tutta una generazione di studiosi che si accin. sero in primo luogo alla traduzione delle opere pitt significative di questa tradi zione. In tale prospettiva ha svolto tn ruolo di grande importanza Marsilio Fici- no (1433-1499) che, sotto la protezione dei Medici, Signori di Firenze, si pose a tra~ durre in latino Vimponente corpus di scritt di ispirazione platonica, che com- prendeva non solo tutte le opere di Platone (0 a lui attribuite), ma anche il cosid- ew iti lo. : 2. Iplatonismo del Rinascimento gana’ possibile ritrovare una profonde affinita com il crstianesimo, perché le va- te religioni sono espressioni delldentica natura umana che Dio ha dotato di na- turale senso religioso. a / ae letto Corpus hermeticum, gli Oracoli caldaici, gli Inni orfici e pitagorici!, nonché nu- _ merose altre opere di autori della scuola neoplatonica, da Plotino a Giamblico e a Proclo. Traducendo, commentando e parafrasando questo «tesoro» di antico sa- pte filosofico e religioso, Ficino pose a disposizione dell'Europa colta un gran numero di «nuove» fonti di fondamentale importanza per la cultura europea, ¢ ne suggeri una loro precisa interpretazione, che lungamente condiziond la tradi- zione platonico-neoplatonica dei secoli successivi Marsilio Ficino Fondamentale, nell‘opera di Ficino, la convinzione ~ che egli riprende dalla Pa- Uuistica greca di una continua e progressiva rivelazione del Verbo 0 logos divino, dalla quale nasce la pia philosophia (o anche teologia antichissima: prisca theologia), tuna filosofia cio® intrinsecamente religiosa che trova le sue prime manifestazioni in Oriente, in Zoroastro, nel mitico Ermete ‘Trismegisto®, per poi trasmettersi ai Greci e giungere a piena maturita in Platone. Questa pia philasophia, proprio pet essere frutto della rivelazione del Verbo divino, é una docta religi, intrinsecamen- te affine al cristianesimo e con questo convergente, Non c@ dunque contrapposi- zione tra vera filosofiae religione, ma anzi sono una sola ¢ identica cosa, come gid affermava Agostino; e come nella tradizione filosofica esiste una continuita ¢ ‘omogeneita che conduce al crstianesimo, cost anche nella tradizione religiosa pa- 1.11 Corus hermetic &un nsiome i seit i rintamentoplatonico con fort acentua ‘ini msiche e mage atti a Emete Tiimegist, personaggio mic, identifies con Tht fondatre ila eligone ita Ts aca oa al ee a ase Ermete la adiione venne po ttibuendo lst lcm, sstologl e magi Cl (Onc cai = perdi conserva in rane sono opera dl omblente platonic dl sec, Calla stena epoca apparergono i nt trib sOrfeo e Museo. 2. Zorosto nome a Zarathustra second a forma ilanizzta dal gre © aio Zona- ste foatore del rlgione dessa e ator ian pctolo grape dot 8 (Gita, ecants) confit ne Aes test caso dla rine ice Nes hanno dati biografc ou di ut da sleuni strc collocato ala fie del I millennia da alt fe. Vile Vise. a 1 Rinsciment cononce Zoronto stars fon rece diet llentticn chelo presenavano come un aio sapien, prof, tumaturg, conowstore dl pl pest sgret del mondo ei ioe i stribvano set alceni magis soto} th mest crstani ea stato anche indict come prof di Crit. Per Frmete Testo,» veda la nota precedente Svolgendo il tema della pia philosophia al cui centro st la flosofia platonica, Ficino si rallacciava al platonismo cristiano dei Padri greci, di Agostino, dello Pseudo Dionigi (che Ficino, come gia i medievalie i suoi contemporane, rtene- va essere il Dionigi I'Areopagita convertito da san Paolo, quindi anteriore a tutti ineoplatonici che a ui si sarebbero ispirati);e nella tradizione platontica Ficino ve- de Valtemativa alfaristotelismo che gli sembrava chiudere I'uomo in un ambito naturale, negando la creazione, la provvidenza, Vimmortalit, Centrale diviene quindi il tema del!'immortalita dell anima: nell’opera sua maggiore, la Theologia platonica de immortalitate animorum (1482), Ficino sviluppa il tema dell'anima umana, della sua posizione nell’universo, delle sue facolta, € {nfine del suo destino ultraterreno. Lluniverso di Ficino, secondo la prospettivaneoplatonica che fa propria, un tutto gerarchicamente ordinato, da Dio ~ in cui tutte le perfezioni si uniscono ~ allinfima materia informe: fra questi due estremi (Dio e a materia informe), viso- ro, dall‘alto, le menti angeliche, dal basso le qualita, nel mezzo anima umana. $i costituisce cos! un quintuplice ordine (Dio, angeli, anima umana, qualita, materia) alcuicentro@ collocata anima razionale che proprio perlasuanatura—autonoma sostanza spirituale che permea eregge il corpo—uunisce ericapitolain sétuttele pro- prieta degli ordini a lei inferior (materialita, divisiblita, mutabilita,finitezza spa- Ziale e temporale, corruttibilita)e di quelli superiori (immaterialita, indivisibilta, immutabilit,infinta spaziale e temporale).In tal modo anima dell'womo diven- tail vero «modo» (copula mundi) dell'universo che garantisce e conserva I'unita or- dinata del tutto, al confine fra mondo naturale e sovrannaturale, fra il tempo Veternita. Questa posizione consente all’anima di sottrarsi al destino di dissolu- zione di tutte le creature sensibili e materiali per accostarsi, nella sua parte razio- nale (mens), agli esseri eterni e incorruttibili cio’ alle ment angeliche e a Dio. I1platonismo si presenta cos! a Ficino come unica alternativa al materali- smo epicureo eal naturalismo aristotelico: una filosofia che afferma il primato del- lo spirito, della trascendenza, che —coincidendo con tutta la tradizione cristiana ~ 43. Sotto il nome di Dionigi Areopagita (il doo pageno che secondo gli Att degli Aposit, XV, 34 fa convertito al crstanesimo dalla predieatenata da Paolo all Ateopago di Atene) ‘itcolarono dal Vise. dieciletteree quattro tatat Strata scr di un autre gro igno- fo, forse vissuto in Siria tra a fine del V eVinzio del VI see... I quattro tattati De cle- sti hierarchia, De eclsastcnhierrcha, De dvinssnomindus, De mystica thologi) ele lettere rappresentano Yorganico tentativo di utlizzae le dotrine neoptoniche,sopcatutto pro- liane, nel quadeo dina vtcologa» cristana, I Conpus aeopagticum ebb larghissima for. tuna nel Medioevo (dal sec. IX) nel Rinascimento verso la sua origine prima e il suo fine ultimo, Dio, Torna in Ficino i platonico e plotiniano della «fuga» dalle tenebre alla luce, dalle immagini “alle idee, dai miti alla verita, dalla molteplicita all‘unita, fino al congiungimento con Dio in un supremo atto d’amore, al di sopra delV’intelletto, Mentre linelleito infatt tutto riduce entro limiti circoscritti, quasi abbassando oggetto conosciuto nell ambito del soggetto conoscente, soltanto Yamore pud adeguare il soggetto. all oggetto, pud congiungere'I'womo a Dio. Cosi amore (Yer platonico)é lo tru ‘mento pit alto per cogliere 'infinito, Dio. Di qui Vimportanza central, in Ficino € nel platonismo del Rinascimento, della «filosofia dell’amore» (grancle fortuna ebbe il suo commento al Convivio platonico), che comporia il primato del bene sull'essere, dell’amore sul conoscere. Tutto il mondo appare quale espressione del bene e la bellezza @ la sua connotazione intrinseca; e come la produzione del mol- teplice da parte di Dio é atto d'amore, cost il ritomo del molteplice all'uno, attra verso I'uomo, sirealizza in un atto d'amore. Nell'universo platonico di Ficino — tutto pervaso e retto da un unico spirito ‘anima (animamundi)~sisipresentano i granditemi dell'armoniacosmica, eivin. coli fra cielo e terra, frale stelle i singol esseri del mondo sublunare. Conoscitore ditutta la tradizione aristotelica greca e araba, dei testi ermeticie teurgici del tardo neoplatonismo, Ficino ne riprende tutte le suggestion: vi un rapporto organico fra ciel le cose del mondo sublunare el'uomo; la causaliti dei celi imprime ca- ratteristiche proprie a erbe, pietre, animali, uomini; se questi ultimi sono superiori agliinfiussicelesti per anima razionale,iloro temperamenti detivano dalle stelle €condizionano, sia pure indirettamente, la libertadell'uomo. Sicché conoscere gli influssi celesti & necessario per conoscere Ie concrete condizioni in rapporto alle quali'womo deve compiere le propre scelte (per curare le malatte, perintrapren- dere un’azione). Su un tema Ficino soprattutto insiste nel terzo libro del De vita, libro dedicatoai rapportdellavitaconiieli Devitacoeituscomparanda, 1489} Ywo- ‘mo, conoscendo i modi delle infiuenze celest, pud utilizzarle a fini umani;non so- lo nella medicina per la cura delle malattie#essenziale conoscere il rapporto frail corpo ele stelle, eg influssi di queste sui medicinaliadatti;ma anche pid ampi mented possibile indirizzare eusare gi influssicelst altraverso immagini scolpi- te-su pietre, su oggetti vari, immagini che, imitando le immagini celest, possono appropriarsi delle virts dei cieli cost pure altre operazioni, come canti, preghiere ¢ parole appropriate, possono inclinare a nostro vantaggio gli spirit (o demoni) del. le stelle. Secondo un antico paragone, I'uomo che conosce le influenze celestie la struttura armonica del cosmo, cio il sapiente o mago, connette cielo e terra come Yagricoltore innesta il pollone sul tronco:il sapiente coltivatore del mondo (nta- dicola)— porta a sé, unisce, domina gli influssi celesti ovunque presenti, favorisce e , notevole significato assume altrest il ‘numero cospicuo delle nuove versioni di opere di Aristotele, gia tradotte in lat- no nel Medioevo. Queste nuove traduzioni non solo pretendevano di presentare tun testo latino libero dai barbarism medievali e pits dolce ad orecchi educati alle cadenze cicerotiane, ma cercavano di offrire un testo pit sicuro, fondato su una v Manuae distri dela lof 11 recensione dei manoscrittigreci;inoltre, insieme alle opere di Aristotele, veniva- no tradotte opere di commentator fino allora rimaste ignote come il commento di Alessandro di Afrodisia e quello di Simplicio al De anima di Aristotele': sono commenti che incidono profondamente sult aristotelismo del Rinascimento av- viando nuove interpretazioni del testo aristotelico. Ancora, le nuove versioni di Aristotele ponevano soprattutto Vaccento sui suoi scriti etic e politici, contro la prevalenza degli scitti fisici e metafisicic alla tradizione scolastica. Esemplare da questo punto di vista 2 I'opera del Bruni contrapponendo la vita attiva, l'umana e civile conversazione, alla «vita oziosa decicaa alla contemplazione», Bruni svolge la sua polemica antistoca,aniasce- fica e antimonastica ripresentando I’ Aristotele politico e etic, traducendo I Eliot nnicomachea, la Politica ¢ gli Economici e stablisce un‘opposizione tra I'Aristotele tradotto e conosciuto dai (odora!) ct immortalita; on totalmente assorbito nella na. tura corporea, ma neppure superiore ad essa. Né vale dire che Yanima umana «reata direttamente da Dio, perch¢ il concetto di creazione @ estraneo ai limiti na- furali in cui si pone Varistotelismo per il quale & vero invece che — come ogni al- {1a forma ~ anima ¢ prodotta «non per creazione ma per generazione, poiché il sole e Yuomo generano I'uomo», secondo la generale legge della fisica di Aristo- tele. Chiuso ne limit natural, 'womo trova inessi anche il crterio adeguato del suo comportamento morale: non 2 infati vero ~ dice Pomponaz in una pagina che sara cara ai libertini del Seicento ~ che per agire morale sia necessatio po- stulare Vimmortalita e la ricompensa ultraterrena: «La virti’& premio a se stessar ¢€ azione tanto pit virtuosa in quanto «non attende altro premio che dalla virtt tessa», sicché «coloro i quali asseriscono ehe I'anima ¢ mottale salvano il princi plo della virtit meglio di coloro che I affermano immortale. Inatti la speraitza del Premio e il terrore della pena comportano un certo atteggiamento servile che & Contraro alla vrtl, anche se tale speranza o paura 8 necessaria perl Volgoe, co- me tale, & piuttosto invenzione di legislatori e politic. Esclusa la possibilita di provare, sui prinaipi della filosofia aristotelica, che Yanima é immortale, Pomponazziindichera il problema come «neutro», allo stes- 80 modo del problema dell'eternita del mondo; Dio solo pud indicare la soluzio- ne vera, che sara oggetto di fede, Dal punto di vista del credente, quindi, tute le 19 Fees aE Ee Ev ESTEE EE Ea EET TET ETT TTT ECE PTET ETE TTTPTTT EEE ETET ET TETTTTTE ETE TRTTTTT En RET TETRTT ET ‘Manuaedstori dela osfa ragioni che provano la mortalita dell’anima ~ quelle civ? che Pomponazzi ha txpost e dfeso ~ sono false, Concusioe orma artes cli og ace smo che ~ contrario ai tentativi concordistici dei teologi ~ avesse realizzata la se- pprazione tra wfilosofia naturale» ¢ fede. La posizione pomponazziana,avvicina- taa quella di Alessandro di Afrodisia, suscitd violente polemiche; ¢ nei decenni successivi, fino allinoltrato Seicento, Pomponazzi sara indicato come colui che aveva sostenuto la mortalith dell’anima umana. La critica dei miracoli. Fra le altre sue opere, capitali il De naturaliun efectuumt admsirandorum causis sive de incantationibus e il De fat: la prima opera risponde al problema se si diano cause soprannaturali di fenomeni naturali, ma il discorso si allarga subito alla discussione del valore det miracoli, delle profezie, delle reli- gioni. La complessa problematica @ svolta nell'ambito della filosofia aristotelica della natura ove le cause di ogni accadimento vengono ritrovate nelle «qualiti» o sessenze» dei corpi e nell'universale causalita dei cieli. Questa riduzione dei fe ‘nomeni «soprannaturali» nell’ambito della «natura» aristotelica induce il Pom- onazzi a considerare le religioni —e ifatti miracolosi che ciascuna adduce a pro- prio sostegno ~ sul piano puramente naturalistico, spiegandole in relazione a par- ticolari congiungimenti o influssi astrali sto; € cid 2 giusto perché & impossbile che vi slano mutament cosigrandi sen- sere Ss nt pele ope lnc on pea Da questo punto di vista andra ricordato che lungo tutto il Rinascimento Faristo- telismo offre un sistema del mondo in cui la causalita si esercta non sul piano dei rapport orizzontal tra fenomeni, ma sul piano dei rapport tra forze quasi psi- . Ela conclusione estrema ~ in cui la lezio- ne di Machiavelli connessa al naturalismo rinascimentale prende il sopravvento ~ che Vanini affidava alla cultura libertina del Seicento la quale insister’ su que- sta finalitA politica del sacto e quindi sullimpostura delle religioni, lasciando ca- dere Vambiguo contesto astrologico. Indicazioni bibliografiche ‘Traduzioni italiane delle opere Laristoteliona a cura diT. Gregory, in Grande Antologi Filesofca, parte I: Il pensero dela Rinascenzae della Rforma, vol. VI Marzorati, Milano 193, pp. 607-837 P. Pomponazzi, Tractatus de immortalitote anime (est lt. e trad Morra, Nanni & Fiammenghi, Bologna 1954 Leopere di Giulio Cesare Vanini ele tro font a cara di L. Corvagli, 2 voll, Congedo, Galatina 1990 (stampa), Sagi eritict AAWV,,Aristotelismo veneto e scienza moderna, a cara di L. Olivieri, 2 voll, Antenore, Padova 1983, AAV, Leinterpretazioni di GC. Vanini, acura di G, Papuli, Congedo, Galatina 1975. ‘A. Crescini, Le origin del metodo anaitco. 1 Cinquecento, Del Bianco, Udine 1965. B | 3, Llristotlismo del Rinaseimento MA. Del Torre, Studi su Cesare Cremonini. Cosmologiaelogica nel trdo aristoteismo pa- ‘dovano, Antenore, Padova 1968,, F.De Paola, Vanini il primo ‘600 anglo-veneto, Centro Studi G.C. Vanini, Taurisano 1999. P.O. 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Immatricolato nel 1416 al- 1a Facolta delle arti del universitA di Heidelberg, passd anno seguente alla uni- versita di Padova dove studid diritto conseguendovi (1423) il grado di dottore. ‘Tomato nel 1425 in Germania, continud gli studi teologico-filosofic all'universita «di Colonia e divenne segretario del cardinale Orsini. Nominato decano di S. Fio- Fino in Coblenza, nel 1432 partecip® attivamente ai lavori del concilio di Basilea sostenendo il partito conciliare contro la tesi curialista del primato pontificio. Sui rapporti fra il concilioe il papa, pubblicd nel 1433 il De concordantia catholica e nel 1434 il De auctoritate praesidendi in concilio general, Passato dalla parte papale, fu della delegazione inviata a Costantinopoli nel 1437 per invitare Himperatore e il patriarca di Bisanzio a partecipare al concilio indetto per riunificare la Chiesa gre- ca con la romana (concilio di Ferrara-Firenze). Tornato nel 1438 in Germania, per circa dieci anni si mostrera instancabile sostenitore della causa papale contro i conciliari di Basilea, fino al definitivo riconoscimento di Eugenio IV da parte dei principi tedeschi. Creato cardinale (1448), a Roma nel 1450 & consacrato vescovo i Bressanone. Tra il 1438 ¢ il 1449 compose: il De docta ignorantia (terminato nel 1440), il De coniecturis (1440-45), una serie di opuscoli teologico-filosofici, due scritti matematic einfine I’ Apologia docte ignorantiae (1449). Durante il soggiorno romano del 1450 compose I’Idiota. Dopo il suo ingresso in Bressanone (1452), presto entrd in conflitto con il du- a Sigismondo d Austria le cui minacce lo obbligarono nel 1457 a rifugiarsi nel pperiferico villaggio di Buchenstein, Al periodo di Bressanone risalgono il De pace Jidei (1453) il Complementum theologicum (1453), il De visione Dei (1453), il De beryl- To (1458) diversi scrtti matematici. Invitato da Pio IL, sirecd a Roma in qualita di 30 a 4, Nicol Cusano vicario generale dello Stato pontificio. Dopo un infelice tentativo diritorno a Bres- sanone (1460), conclusosi con Ia sua sconfitta a opera di Sigismondo, ripard nuo- ‘vamente in Italia: mori nel 1464. Tr le ultime sue opere ricordiamo il De non ald (1462), il De venatione sapientiae (1463), il De ludo glbi (1463), il De apice theariae (0461). a La «dotta ignoranza» Nella Dottaignoranza~ la sua prima e forse pitt famosa opera filosofica ~ Cusano svolge un discorso metodologico sulla natura e sui limiti della conoscenza uma~ na che ? di estrema importanza ed & centrale per comprendere il senso della sua riflessione filosofica ¢ teologica, Cusano, analizzando i modi della conoscenza, mette in evidenza come.questa proceda sempre attraverso definizioni e compa~ razioni, riducendo Fignoto al noto attraverso vari medi proporzionali; conoscere 2 sempre un paragonare oggetti definitn (cid limitatie fra loro omogenei per- hé debbono essere ricondotti a comuni classificazioni. Appare chiaro che o noscenza, proprio per essere comparativa, &intrinsecamente legata a oggetti fini- ti, tra i quali soli si possono stabilie reciproci rapport e confronti V'infinito quin- di non pud essere oggetto di conoscenza perché, in quanto infinito, non pud es- sere compreso in alcuna definizione né paragonato ad altro. Se conoscere é sem- pre ricondurre Yoggetto entro categorie determinate e quindi stabilire raftiont, Vinfinito resta sempre al di fuori di queste operazioni: «Non ¢@ rapporto prépor- Zionale tra finito e infinito, Casano giunge cosi a una critica profonda delle strutture della logica tradi- Zionale (aristotelico-scolastica) mostrando come esse siano legate sempre e ne- cessariamente all'ambito del finito, Linfinito, proprio perché non pud essere paragonato ad altro e non pud es- sere definito, esta inconoscibile: Lintelletto, dunque, che non ® la verita, non comprende mai la verita in modo cost preciso da non poterla comprendere pitt precisamente ancora allinfiito, perché sta alla verita come il poligono sta al cerchio. Quant pit angoliavra il poligono inscritto, tanto pitt sara simile al cerchio: tuttavia, non sara mai ugua- le, anche se avremo mottipliato i suoi angoliallnfinito, a meno che non siri- solva nell'identitacon il circol. 31 ‘Manual distri del flo 1 Linfinito @ Vassoluto, cid che non ha nulla fuori di sé perché nulla pud esistere fuori dellinfinito (altrimenti non sarebbe infinito, ma limitato da cid che & fuori di-esso); ancora, in quanto negazione di tutte le determinazioni finite, Yinfinito & al di la anche degli opposti i quali nell'infinito si annullano o coincidono (coinci- ‘fentia oppositorum), Cosi Dio sara anche al di la della distinzione aristotelica di at- fo potenas, sara invece coincidenza, nesso di atto e potenza: con tetmine proprio di Cusano, possest (che & dalla fusione di posse e est). Rispetto alle definizioni introdotte dalla ragione che non pud mai superare gli opposti,’assoluto si pone al dia diessi, e trascende la conoscenza «perché noi non sappiamo connettere insieme i contraddittdri che distano allinfinito». I prin- Gpio di non contraddizione, fondamentale per la logica tradizionale, demuncia ‘per Cusano il limite intrinseco della conoscenza umana legata all’ambito del fini- toe incapace quindi di arrivare al «luogo cintato dalla coincidenza dei contrad- Aittdri» (coincidentia contradictoriorum), cio® all'assoluto. Cosi, mentre il conoscere discorsivo trova evidenziat i propri limit, si af- ferma un concetto di assoluto al di li di ogni principio logico umano e quindi iducibile alle categorie della conoscenza discorsiva: agisce in Cusano T'influenza profonda della tradizione neoplatonica, in particolare di Proclo, e dello Pseudo- Dionigi che aveva utilizzato la speculazione procliana per elaborate la sua feolo- gia negativa: di Dio ~ cio’ dell'infinito ~ si pud meglio dite cid che non 2 piuttosto di quello che @, cisi pud meglio avvicinare a hui negando tutti i concetti umani (teologia negatioa) piuttosto che riferendoli a lui positivamente (teologa affermati- 12); ancor meglio & affermare e negare insieme (felogia copulativa). La consapevo- Jezza di questa intrinseca limitatezza di ogni nostro conoscere @alla radice di una tensione verso una pit alta forma di conoscenza: se la ragione é limitata dal pris cipio di contraddizione, Yintelletto tende a superarlo in una visione intuitiva delYassoluto in cui ogni distinzione @ annullata e superata;e tuttavia anche que- sta visione resta negativa, & infatti un intelligere incomprehensibiliter. Cosh si com- pie pienamente la pit alta forma di sapere («sapere come Iinattingibile si colga in maniera inattingibile»), la dotta ignoranza. Essa presuppone la raggiunta consape- volezza del non sapere: da questo punto di vista, Cusano pud contrapporre ai pre- suntuosi dott delle scuole (gli orator ifilosofi), la sapienza del'diota, dell uomo non corrotto dal sapere scolastico; solo rinunciando alla cultura fondata sui libri e sullfautorita, volgendosi piuttosto al gran libro della natura (libro «scritto» da 1. Prolo (#12-45) faa capo della scl platonic dl Ate Rprese el labor emi pi catatterstc della speculasione di Pot, con intonaionedecsamentereligios.Eauore . Lorenzo Valla La filologia ela critica umanistica trovano uno dei maggiori rappresentanti in Lo- renzo Valla, Romano di nascita (1407-1457) egli sottolinea fortemente Iimportan- te esperienza che si realizza nel suo tempo per la vinascita» dell'antica lingua e cultura latina: ella lingua latina, all‘analisi delle trutture del discorso come stru- ‘mento chiatificatore del pensiero e come mezzo di critica storica dedica alcune delle sue opere pit important: le Elegantizelinguaelafinae (1440) le Dialeticaedi- sputationes (1439), In queste opere @ costante il rchiamo al valore della parola, el sera, libe- rato da tutte le sottigliezze medieval, analizzato in rapporto alla realta, ai suoi contest storici: tale analisi vuol ricondurre a una lettura dei testi pitt autentica, a tun legame fecondo fra scientia rerum e perita linguarum ‘analisi del discorso, 'interpretazione delle parvle (interpretato verborum) 2 appunto fine precipuo della nuova filologia: non a caso proprio attraverso 'esa- sme del testo della Donatio Constantini Valla ne denuncia il falso (De falso credita et ementita Constantin’ donatione, 1440), non potendosi attribuire all‘eti di Costanti- no un testo che chiaramente presenta moduli linguistici e riferimenti storici tipi- ‘camente medieval In questa analisi critica del testo per impugnarne I'autenticita (si trattava del testo che fondava l’autorita temporale dei papi), lafilologia uma- nistica dimostra anche la sua forte vocazione civile e riformatice: perché la ct «a filologica della Donatio Constantini costituisce la premessa per la denuncia dei ‘mali che alla Chiesa son derivati dallesercizio del potere temporale: «ll papa por- 39 Manuale distr dla flo, ta guerra ai popoli tranquil, semina discordie fra le cittae i principi, il papa ha sete delle ricchezze altrui[.... Mercanteggia persino le cose della Chiesa e dello stesso Spirito Santo». Peccati, passioni, corruzione, queste le conseguenze della sete di potere dei papi; ) e riconoscendo a Lutero quanto egli ha scritto «di pio e di cristiano sull’immensita della grazia di Dio, sulla necessit& di lasciar da parte ogni senti- ‘mento di presunzione fondato sui propri meriti, sulle nostre opere e sulle nostrefa- colt». Ma su un punto centrale peraltro Erasmo dissente da Lutero: la sua nega- Zione radicale della liberta del volere, del valore delle opere, che secondo Erasmo finisce per favorire gliempi eaccusare Dio dicrudelta edi ingiustizia;dicontro Era- smo preferisce «la dottrina di quelli che concedono qualche cosa al libero arbitrio purriconoscendo il potere pits grande della grazia |... teniamoci dunque alla sol- ione di mezzo: cison pur opere buone, ancorché imperfett,e delle quali 'womo non pud valersi senza farsene un titolo perinsuperbire:é pur qualche mexito, ma bisogna riconoscere che se lo si &conquistato lo si deve a Dio». Posizione che Lutero accusa di scetticismo e di irrligione, confermando le propre tesisullassoluta imperscrutabile giustiziadivina, sul Dio solo che giust- ficae salva, sulla sola fede senza alcun concorso dell’uomo peccatore. Erasmo non rispondera a Lutero perché avvertiva ormai 'aprirsi di una polemica che andava ‘contro queglt ideali di pace edi unit’ che erano al fondo del suo programma rifor- ‘matore, rfiutava di chiudere il messaggio evangelico in dispute teologiche e in lotte fra interessi diversi, Erasmo voleva una Chiesa unita nel recupero dei pitt au- tentici valori cristiani, libera dagli odi teologici, aperta alla tolleranza, Perché questo fosse possibile, per metter fine alle inutili dispute teologiche alle persecuzioni che ne derivavano, era necessario secondo Erasmo ricondurre la fede ad alcuni punti essenziali Noi definiamo una folla di cose che potrebbero benissimo essere lasciate nell'ignoranza e nel dubbio, senza danno per la salvezza. Non @ possibile sen- tirsivicino al Padre al Figlioeallo Spirito anche senza sentirsi in grado di spie- gate flosoficamente la differenza fra di loro e fra la generazione del Figlio ela rocessione dello Spirito Santo? Tu non sarai dannato se non sai se lo Spirito Santo proceda dal Padre e sei Figlio abbia uno o due principi, ma non sfugg- raialla dannazione se non cotivifrutt dello Spirto che sono amore, gioia, pa- ce, pazienza, gentilezza, bonta, tolleranza, misericordia, fede, modestia, cOnti- nenza e castita La sostanza della nostra religione & pace e umanita; ma queste ‘non possono reggersi a meno che noi non restringiamo le definizioni al mini ‘mo possibile st molte question’ non lasciamo eiascuno libero di seguire il pro- prio giudizio. La distinzione che Erasmo introduce in materia di fede fra le dottrine fondamen- tali(fundamenta) e quelle indifferent (adiaphora) di grande rilievo e indicava la B ‘Mamuae distri dela los via per ritrovare la pace nell’unita cristiana in un clima di tolleranza. Ma il clima del tempo non era favorevole a causa dell’accentuarsi violento delle polemiche e delle condanne sino alla definitiva distruzione dell unitacristiana. Erasmo cui poco prima della morte era stato offerto il cappello cardinali- io da lui rifiutato — fini condannato dalla Chiesa romana come dai riformati; i ‘suo messaggio di pace entrd rapidamente in crisi dopo i primi entusiasmi susci- tati negli ambient colti d’Europa, in principi e prelati; ma la sua opera continud ad agire in profonditi nei secoli successivi,legata comera ai temi di una religio- sita pitt autentica, di una misura umana da far trionfare ovunque contro i dog- ‘matismi, di una tolleranza che facesse tacere gli odi teologici e conducesse gli uo~ mini alla concordia e alla pace. Indicazioni bibliografiche ‘Traduzioni italiane delle opere Erasmo da Rotterdam, Adagia. Sei sage politic in forma di proverbi (esto lat. fronte), ‘a cura di. Seidel Menchi, Einaudi, Torino 1980. Erasmo da Rotterdam, If Ciceroniano o deo stile miglire, a cura di A. Gambaro, La Scuola, Brescia 1965. Erasmo da Rotterdam, L‘eduotzione del principe cristiano, a cura di M. Isnardi Paren- ‘te, Morano, Napoli 1977. Erasmo da Rotterdam, Elogio della pazzia, intr. di D. Cantimori, acura iT. Fiore, Et audi, Torino 1984. Erasmo da Rotterdam, Elogio della follia,a cura di B. Garin, Mondadori, Milano 1992. Erasmo da Rotterdam I lamento della Pace, acura di C. Carena, Einaudi, Torino 1990. Erasmo da Rotterdam, Vita di San Girolamo (testo lat. e trad. it), cura di A. Morisi ‘Guerra, Japadse, L’Aquila 1988. L. Valla, Scritiilosfiiereligios, a cura di G. Radetti, Sansoni, Firenze 1953. Saggi critic: RH, Bainton, Erasmo dellacristanita trad, it, intr. di A. Rotond®, Sansoni, Firenze 1970. F.Gaeta, Lorenzo Valle Filologiae storia nell Umanesime italiano, Istituto Italiano per gli ‘Studi Storici, Napoli 1955. EE. Garin, Erasmo, Cultura della pace, Firenze 1988 LE, Halkin, Erasmo, trad. it, Laterza, Roma-Bari 1989. S.Seidel Menchi, Erasmo in Italia 1520-1580, Bollati-Boringhieri, Torino 1987. 4 Il pensiero politico ea La filosofia politica e I'«utopia» del Rinascimento La crisi delle itituzioni della Chiesa e dell'Impero, la nascita degli Stati moderni, il farsi avanti di nuove forze social, prima fra tutte la borghesia, impegno della riflessione filosofica nell'ambito dei problemi mondani e umani, la nuova lettura dei classici antichi, le polemiche sorte attorno alla Riforma, sono tutti fattori che rendono estremamente feconda la filosofia politica del Rinascimento. Abbando- nando certi schematismi della tradizione aristotelica e della teologia scolastica, te- nendo innanzi agli occhi il concreto comportamento degli individui e degli Stat, ponendo il problema politico in rapporto alle nuove realta che si andavano ma. nifestando, la filosofia politica del Rinascimento giunge alla formulazione di una nuova teoria dello Stato e della sovranita, ad una nuova impostazione del pro- blema dei rapporti della politica con la morale ela religione, a una nuova defini- zione dei concett di libertae di tolleranza. A questo stesso approfondimento con- corrono — sia pure in maniera e con esti diversi - tanto le ealistiche analisi di un Machiavelli quanto le utopistiche costruzioni di cittae Stati idea _AMachiavelli abbiamo dedicato il paragrafo che segue. i limitiamo qui ad indicare sommariamente I'altro filone del pensiero politico del Rinascimento cui si accennava, quello dell’ utopia: lo studieremo nelle opere di Tommaso Moro ‘Tommaso Campanella. Liutopia' del Rinascimento ~ cio’ le varie costruzioni di modelliideali di vi 4. «Utopia» (dal gzeco nessun luogo»)& nome dell sla di cui Moro descrive le strutture Poltche, social relgiose; i termine & stato preso a significare ogni formulazione dl ideal polis social religiosi svota in cntrapposiione ad una determinatarealt esistente; ma nell svluppo degli usi del termine si ¢ sempee pit inristto sul valore irraggtungibile dt ue Hel pur sempre rconoscat come igor chet cia rela dove ufo 45 ‘Maaaedistoria dele losfa ta civile, politica e religiosa ~ rappresenta un filone di estremo interesse: deli- neando ideali citta o repubbliche con strutture profondamente diverse e opposte rispetto a quelle dela societa contemporanea all'autore (per quanto conceme ad esempio l'assetto costituzionale, Vorganizzazione economico-socale, le scale di valori prevalent, la vita religiosa ecc.), si voleva indicare la possibilita di modi di vita diversi e pit giusti, pid! conform alla natura e alla ragione umana, ¢ con cid stesso si condannavano istituzioni e pratiche in uso nella societi del tempo. Alla realta storica presente (in cui emergeva il prepotente potere di sovrani dispotici e assoluti, la sempre pitt netta sperequazione di ricchezze e il trionfo del ingiusti- 2a, in cui dilagava I'impoverimento e la corruzione) non si contrapponeva solo tun ideale diverso: gli autori degli scritti utopistici sostenevano che quel'ideale aveva trovato una sua realizzazione in un luogo, in uno Stato di cui essi avevano avuto diretta conoscenza o esatta descrizione da testimoni degni di fede. Questi Stati ideal di cui si afermava Vesistera storica, si presentavano come organiz- zazioni politiche nelle quali trionfavano, contro Fassolutismo monarchico forme i regime democratico, contro le profonde differenze sociali 'eguaglianza, contro il valore attribuito alla proprieta e al denaro la negazione della proprieta, contro il trionfo della politica della forza e della guerra la pace ela tolleranza. LUtopiay di Tommaso Moro. Che nel tracciare modelli utopistici gli autori avessero ben presente la situazione storica concreta alla quale polemicamente si ‘opponevano, risulta chiaro gia in quel testo famoso da cui trae origine lo stesso termine «utopia»: si tratta della Utopia o della miglior forma di repubblica di Tom- maso Moro? In questo suo scritto Moro da un lato svolge una critica assai acuta cosi della organizzazione assotutistica dello Stato, come della situazione economica del suo tempo caratterizzata - soprattutto in Inghilterra — dal dilagante pauperismo cau- sato dalla crisidell'economia agricola, dalla trasformazzione delle campagne in pa- scoli per far fronte alla necessita della nascente manifattura della lana, dalla con- centrazione dei beni tertieri; altro lato Moro delinea la struttura economica, 50- ciale,religiosa di uno Stato ideale, quello appunto esistente nella fantastica isola di ‘Utopia. Moro, scriveva Frasmo, «ha pubblicato I'Utopi con Vintento di additare per quali cause gli Stati si trovano in difficolta; ma raffigurd essenzialmente I'In- ghilterra, che ha analizzato e conosce a fondo». A Moro appariva chiaro che il fon damento di ogni ingiustizia ¢ della dilagante corruzione & la proprieta privata «e 2. Thomas More nacque a Londra nel 1478; compl i suol studi a Oxford avwocato oon fort ‘ntresi filsofc e letterari bbe rapport: i amiczia con dott umanist fra cul Erasmo da, Rotterdam. Lord cancallere del re Enrico Vil al suo rfuto di seguir il sovrano nella sua politica religoss,venne imprigionato equind! giustiziato nel 1535. % 6. I pesier politico con questa denaro», quindi nell isola dell Utopia non esiste proprieta privata ma {uttoéin comune: «A me sembra ~egli scrive~che dovunque vige la proprieta pri- vata, dove il denaro ? la misura di tutte le cose, sia ben difficile che mai si riesca a porre in ato un regime politico fondato sulla giustiziae sulla prosperit’; l'egua- slianza dei beni» sara dunque «la sola via del comune benesseren. Leeconomia dell'isola di Utopia & pressoché esclusivamente agricola (ai la- vori agricoli tutti i cittadini sono tenuti), con Yesercizio di pochi altri mestier li beramente scelti da ciascuno: lavorazione della lana, tessitura del lino fare il mu- ratore, il fabbro, il carpentiere. Sono le attivita produttive elementati, sufficienti «per soddisfare la necessita, non il lusso», giacché ogni genere di lusso e di tice chezza non solo @ bandito ma inutile in una Societa dove non esiste proprieta pri- vata e tutto in comune, La societa degli utopiani vive in modo estremamente fra- gale, quasi monastico, con alla base dell organizzazione sociale la famiglia, di stampo patriarcale. Poiché tutto &in comune, gli utopiani non hanno case proptie, vestono in maniera semplice e uniforme, non hanno monili o altri ornamenti di usso, consumano in comune i pasti, condannano gli svaghi propri delle citta eu- ropes. Tutti lavorano e tutti attingono liberamente quanto & necessario dai ma- ‘gazzini nei quali ciascuno porta i prodotti della propria altivita. Un governo elet- tivo @ preposto soprattutto a regolare e distribuire la produzione, a promuovere ‘matrimoni onesti e sani (8 concesso in alcuni casi il divorzio), a promuovere la sa- Jute di tutti attraverso tuna pubblica organizzazione sanitaria (in casi estremi & consigliata leutanasia). Societa per molti aspetti arcaica, fuori del tempo. Tutta- via proprio nel proporsi come alternativa radicale alla societa inglese contempo- anea, ¢ in genere ai paesi europei, il testo di Moro denuncia alcuni punti critic, indica situazioni insostenibili, prospetia modelli di vita pit giustie piacevoli, se- condo ragione. Di qui alcune significative scelte che Moro propone proiettandole nell‘or- ganizzazione dellisola di Utopia: contro il lavoro erudele cui erano sottopost sa- lariatieartigian’ inglesi (dalfalba al tramonto), in Utopia bastano sei ore di lavo- 10, distribuite fra mattina e pomeriggio; contro la ricchezza dei pochi, un diffuso benessere in cui tutti gli essenziali bisogni sono egualmente soddisfatti; contro ‘una societA autoritaria, una societa in cui tutte le cariche sono elettive, anche il sa- cerdozio cui sono ammesse le donne. Hanno poche leggi, poiché é ingiusto uno Stato in cui il numero delle leggi sia tale da non poter essere conosciuito da cia- scuno, dando cosi spazio all‘arbitrio dei giudici e dei legulei. In Utopia 'educa- Zione ¢ aperta a tutti i giovani, maschi e femmine, e agli adulti per tutta la vita, fondata sul volgare (non il latino come nelle scuole europe), con la promozione dei migliori talenti ai quali & riservato il diritto di attendere liberamente agli stu- i, senza lavori manuali. Contro ideali etic stoicie monastici considerati «supre- ‘ma follia» (essi propongono infatti «una virtiardua e scostante>,e rifiutano «la a Monae distra del flo. 1 dolcezza del vivere») gli utopiani ricercano una comune felicta che si realizza ne- sli equilibrati piaceri dell’animo e del corpo; etica «secondo natura», ovvero se- condo ragione che spinge «a condurre una vita per quanto 2 possibile libera da af- fannie piena di gioia», nella ricerca del piacere: gli utopiani «non ritengono proi- ito nessun genere di piacere, purché non ne consegua poi un qualche danno>. In~ fine, e soprattutto, una rigorosa tolleranza in materia religiosa: contro il dogmati- smo e 'uso della forza per obbligare a seguire una fede, nell'isola di Utopia «si praticano religioni diverse», perché Dio stesso «vuole essere venerato in modo va- rio e multiformey; nessuno quindi «pud essere perseguitato per la propria re gione» e ognuno «libero di credere quel che meglio gli piacesse». Unica fede co- ‘mune, a tutti imposta, 2 il riconoscimento del! immortalita dell’anima ¢ dell’es- stenza di una mente provvidente che premi e castighi in una vita ultraterrena: fe- de questa essenziale per la stabilita politica, perché altrimenti non sarebbe assi curato il rispetto delle leggi; chi potesse impunemente violarle & infatti trate to solo dalla paura di pene ultraterrene, Ma anche questa elementare fede re giosa ~ coerente al lume della ragione ~ non & imposta con la forza: chi la rifiuta, vviene circondato dal disprezzo, «non lo considerano un essere umatno», & escluso dalla magistratura e da altre cariche, ma ealtra pena non gli infliggono», perché nessuno pud essere indotto con la forza a una fede, né deve essere obbligato adis- simulare le propric idee: anzi chi rfiuta la fede comune & invitato a confrontarsi con le «persone di senno» e con i sacerdot, in un pacifico dibattto, nella comple- ta fiducia del trionfo della ragione. ‘Questo «lo Stato miglione fra tutt>, «il pit felicer, il solo che sia veramente «cosa pubblica», in cui unico fine & che «il maggior tempo possibile sia sottratto al servizio del corpo e consacrato alla libertae alla cultura dell‘animo di tutti cit- tadini>. Questo modello «dlestinato a vivere in eterno» & contrapposto da Moro a tutti gli Stati degli altri popol fra‘ quali non esiste «una sia pur minima traccia di giustizia e di equitin. Ovunque nell'utopia di Moro ~e sara caratteristica di altre utopie rinas ‘mentali— 'accento batte sul carattere naturale, razionale de! modo di vita dei cit- tadini che si contrappone al carattere innaturale e irrazionale proprio dell orga~ nizzazione politica e sociale del mondo contemporaneo. La «Citta del Sole» di Tommaso Campanella, Quasial termine del Rinascimento ein pieno clima di Controriforma si pone un altra delle grandi utopie: La Citta del Sole di Tommaso Campanella’. La Repubblica di Platone e I Utopia di Tommaso ‘Moro sono alle sue spalle, esplicitamente, ei temi di una ormai antica tradizione tomanonelloperadi Campanella, La ittidel Sole sorgeinunisola dellazonaequa- 83: Per a vita, le opere ela ilosofa di Campanella ft, oltre, i§4 del eap 8 8 en es remem ee 6 I pense poiton toriale, ove pit temperata la natura, sisviluppa su di un colle distinto in sette gi- ronio piani ~in rapporto ai sette pianeti—e termina in alto con un grande tempio nella cui cupola raffiguratoil cielo stellato. I ittadini (solar) vivono «alla filoso- fica in comune: «Tutte cose sono in comuuney, «onde non solo il vitto, ma le scien- zee onorie spassi sono comuni, ma in maniera che non si pud appropriate cosa al- ‘cuna». Anche le donne sono in comune o, pit esattamente, l'accoppiamento dei sessi per la generazione & regolato secondo leggi scientifiche precise che tengono conto dell’equilibrio fisico e delle differenti doti naturali: la generazione avviene sotto il controllo dei magistrati a cid prepost, competent soprattutto in astrologia ‘emedicina, al fine di fare «buona razzap. Tesi questa fortemente innovativa che, ri- prendendo una suggestione di Platone, elimina la struttura tradizionale della fa- miglia e tutto affida allo Stato, cosi i matrimoni come i figli,e vuole introdurre un’assoluta razionalita scientifica nella generazione umana, Lattento controllo degli accoppiamenti per la generazione riflette il caral- tere «scientifico» di tutta I'organizzazione della Citta del Sole: qui tutto é minuta- mente regolato (dai nomi impostiai bimbi, al ritmo del lavoro, alla definizione dei vestti, dei pasti, dei rti) secondo una ragione che affonda le sue radici nel siste- 1a filosofico dell’'autore. In questa citta,eliminata la proprietae la famiglia, @ eliminato amor pro- prio, il desiderio di ricchezze, i lasso, che sono viai propri «di quelli che non han- no filosofato». Il lavoro @ obbligatorio per tuti, ma ridotto a quattro ore giorna- liere poiché «tutto il resto & imparate giocando, disputando, leggendo, insegnan- do, camminando, e sempre con gaudio». Importanza centrale, nel organizzazio- ne della vita dei solar, insieme al controllo della generazione, Veducazione: essa 2 per tutti, curata fin dai primi anni di vita nei giochi, poi facilitata dai disegni e dalle scrite poste sui muri della citta (ove sono raffigurate variamente tutte Ie ar- tie le scienze), quindi affidata a «lettorin che debbono insegnare «tutte le atti», dalle scienze naturali alle matematiche, dalla medicina alle atre scienze fino alle arti meccaniche ¢ al lavoro nei campi. Educazione enciclopedica che tnisce alle lettre le scienze, alle arti i mestieri: contro il carattere libresco dell educazione scolastica, essa deve fondarsi sullo studio della natura e sull‘esercizio delle arti pratiche, Forse proprio nella forte connessione posta da Campanella fra il sapere teorico il fare pratico, nell’esaltazione quindi del lavoro non solo come dovere sociale (ozio & bandito come vizio) ma come momento educativo, é uno degli aspetti pi originali dei propositi educative riformatori di Campanella. Sull’edu- cazione Campanella insite fortemente, intendendola come unica vera forza mo- ralizzatrice della societa politica; ai liveli di istruzione @ legata anche la scelta dei ‘magistrati, secondo una meritocrazia tutta culturale: «Quelio tenuto di pit gran- de nobilta che pitt arti impara e meglio le fan. Lareligione dei solari si presenta come religione naturale, secondo ragione: 49 F Manuale stra dla flo, 1 essa comporta il riconoscimento di un Dio provvidente e dell'immmortalita del- Yanima, anche se restano incert i destini nell’al dil. Dio, la cui immagine viven- te il Sole, si configura — secondo i principi della metafisica di Campanella ~ co- ‘me una Trinita (potenza, sapienza, amore) senza attingere presso i solar la preci- sione del dogma trinitario cristiano perché essi «non ebbero rivelazione»; per que- sto onorano egualmente tutti fondatori di religioni, Mose, Osiris, Giove, Mercu- rio, Maometto e con questi Cristo, cui riconoscono un «loco pit onorato». Molta attenzione & dedicata al culto di Dio, sempre raffigurato nel Sole. La struttura del governo elettiva, ma fondata sui meriti, sulla cultura, sullfesperienza di coloro che debbono essere designati alle cariche pubbliche. Se da un lato vi un gran consiglio di tutto il popolo, il potere si esercita in pitt ri- stretticonsigli. Uno degli «uficiali»divisi secondo lerispettive competenze, euno costituito solo dai te uffciali preposti uno alla guerra (potesta), uno alle scienze ealle arti (sapienza), e uno alla generazione (amore), a capo dei quali sta il Sole 0 il Metafisico, «capo di tutti in spirituale e temporale». E facile vedere in questo vertice la dottrina campanelliana delle tre primalit divine (ce, oltre, p.79)e in- sieme il suo costante ideale di un regime fondamentalmente teocratico, che uni- scaspirituale e temporale. II Metafisico &colui che conosce tutte le storie delle gen- tie tutte le art liberal e meccaniche, quindi tutte le scienze; soprattutto, come di- ceil nome, egli& metafisicoe teologo perché conosce il fondamento ultimo della realta: it di tutti bisogna che sia metaiscoe teologo, che sappia ben la radice epro- vad ogni arte escienza le similitudin ele fferenze delle cose, la Necesit, {lato e YArmonia del mondo, la Possanza la Sapienza ed Amor Divino ¢ . In questa prospettiva la Cit del Sole # un paradigma proposto per quella che sara la nuova organizzazione monarchica universale, ordinata secon- do il modo di vita dei solari, che & poi un ritorno a quello del cristianesimo na- scente. E qui siripropone in termini nuovi -e non pitt meramente naturalistici deistici~il problema del rapporto tra la religione dei solar ei cristianesimo: giac- ché a religione dei solar, dettata dalla natura e dalla ragione, si presenta assai vi- ina al crstianesimo il quale «nulla cosa aggiunge alla religione naturale se non i sacramentiv, Anzi, proprio da questa vicinanza tra religione naturale e cristiane- simo, Campanella pud trovare argomento per dimostrare che «la vera legge & la ctistiana e che, tolti gli abusi, sara signora del mondo»: questa convergenza della ragionee della natura conil cistianesimo — aspetto essenziale del ritorno all'unita vagheggiato da Campanella - un momento essenziale in tutta la sua prospetti- va politico-escatologica, a Niccolé Machiavelli La vita e le opere. Niccold Machiavelli (1469-1527), segretario (1498) alla secon- da Cancelleria della Repubblica fiorentina, per la quale svolse anche unimpor- {ante attivita diplomatica presso vari Stati; fu costrettoalasciare la carica con il r- toro dei Medici (1512). Nuovi incarichi pubblici e diplomatici ottenne dal 1520, Jo studio fiorentino gli commission® di scrivere «annali e cronache fiorentine. Dalla sua varia esperienza politica nascono le opere maggiori: I! principe (1513), Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio (1513-19; Vinizio della stesura & da alcuni spostato al 1515), Dell'arte della guerra (1519-20, pubblicata nel 1521), le Istorie fo- rentine (1521-1524/25), oltre numerosi scritt in rapporto alle legazioni svolte. E autore tra Yaltzo anche di commedie (Mandragola e Clizia)e di un ricchissimo epi- stolario, Trealismo. Il pensiero politico di Machiavelli é strettamente legato alla sua lun- 2 esperienza di uomo di governo e insieme all'attento studio degli storici anti: hi, Livio soprattutto ma anche Senofonte e Diodoro Siculo, Plutarco e Polibio: & Quanto si preoccupa di ricordare proprio all inizio del Principe, compiuto nel 1513, SL ‘Manuale di storia del flosfa. 1 quando da alcuni mesi era stato allontanato dal suo ulficio di segretario della se- onda Cancelleria della Repubblica e sperava di poter avere un nuovo ufficio dat Medici che andavano riprendendo potere. Il Principe nasceva da «una lunga espe- rienza delle cose moderne e una continua lezione delle antique»; non diverse pa- role ricorrono nel Proemto ai Discorsi sopra la prima deea a Tito Livi. Problema centrale nel Principe ~e pitt in generale nel pensiero politico di Machiavelli-& come si acquista, simantiene esi perde il principato; problema che cegliesamina soprattutto nel caso del «principato nuovo», non quello ereditatio né {quello ecclesiastco: [A dove il «principe nuovo» deve conquistare lo Stato, «intro- durre nuovi ordini» e assicurarsi il potere «per vie virtuose>, con la sua forza, la sua capacita «estraordinarian. Tl discorso di Machiavelli si configura subito tutto legato alla reat effet- tuale, alle «cose del mondo»: egl sottolinea il distacco radicale da una tradizione precettstica antica e moderna dei trattati sui governi («partendomi massime, nel Aiscutere questa materia, dagli ordini antichi»), giacché volendo fare «cosa utile», ha preferito «andare drietro alla veritaeffettuale della cosa» piuttosto che «alla maginazione di essa». La polemica batte conto chi ha disegnato «repubbliche e pprincipati che non si sono mai visti econosciuti essere in vero» e quindi contro chi hha descrito «come si dovrebbe vivere», invece di studiare concretamente «come si vive. Questo il ealismo e il razionalismo di Machiavelli, consapevole anzitut- to della malvagita che sottende le azioni umane: «Degli uomini si pud dire que- sto generalmente; che sieno ingrat, volubil, simulator e dissimulatori, fuggitori de’ pericoli, cupidi di guadagno>; gli uomini, insiste, sono tristi, cio’ cattivi («es- sere gli uomini trsti, «li uomini sempre ti riusciranno tristi»), per questo, scrive- vva nei Discorsi, «& necessario a chi dispone una repubblica ed ordina le leggi in quella, presupporre tutti gli uomini rei ‘Visione realistica che rinuncia a ogni idealizzazione, quindi anche ad ogni astratta scala di valori: non giova appellarsi a cd che 2 bene o male fare o non fa~ re, fuori dalle concrete situazioni storiche («le condizioni umane>) in cui il «prin- cipe nuovo deve operare: il problema inftti quello di «salvare lo Stato» ein funzione di questo supremo tinico fine dell operate politico, «8 necessario» che il principe pratichi anche «viai» senza i quali non gli sarebbe possibile perseguire il suo fine: «Colui che lascia quello che si fa per quello che si dovrebbe fare impara piuttosto la ruina che la preservazione sua» Tmerzi eil fine. La citta terrena — quella patria che il cittadino deve stimare «pitt che anima» ~ si costituisce all’interno di un orizzonte storico che non conosce ve~ lori assolutt: per questo il principe sara guidato nella sua azione — nell'esercizio della sua virti da un punto di riferimento tutto mondano, «vincere e mantene- re lo Stato: e' mezzi saranno sempre iudicati onotevoli e da ciascuno laudatin; 52 6. I penser politico «donde io vedo - scriveva al Soderini — che si habbia nelle cose a giudicare il fine come le on fatte, et non il mezzo come le si fanno>. E cosi che Romolo, per aver ucciso il fratello Remo e poi Tito Tazio «eletto da lui accompagno nel Regno», «merita iscusa e non biesimo», avendo avuto di mira sla comune Patria»; «con- viene bene che, accusandolo il fatto, lo effetto lo scusin. Di qui le pagine famose del capitolo XVIII del Principe, «ln che modo e” principi abbino a mantenere la fede», Ove I'analisi delle situazioni concrete porta all crude indicazon sul comportamento del principe che deve usare la legge ¢ la forza, essere insieme uomo e bestia; e, come bestia, essere insieme volpe e ne, astuto e forte: : sa Non pud, pertanto, uno signore prudente, né debbe osservare la fe 7 te, né del are la fede, quando tale osservanzia li torni contro e che sgno spente le cagioni che la feciono pro- ‘mettere.E se gli uomini fussino tutti buoni, questo precetto non sarebbe buo- noma perch sno trite non a oservarebber ae tu etiam non Pha ad os- dovra quindt il principe «essere gran simulatore e dissimulatore>, soprattutto tun principe nuove non pub cservare tute quel cose pre qual ri sono tenut buon, sendo spesso necessitato, per mantenere lo stato, operate conto ala fede, con alla cst, conto ala nant, cons ala religion pperdbisogna che egliabbia uno animo disposto a volgersi secondo che’ venti della fortuna ef variazioni delle cose li comandano, e, come di sopra dss, non partirsi dal bene, potendo, ma sapere intrare nel male, necessitat. ‘Dunque ~in forza della «necessita» imposta dalle diverse situ impost iversesituazioni ~il princi ddovra avere non le qualita che Ia precettistica morale indicava come poprie de principe (pieta, fede, integriti, umanita,religione), quanto piuttosto sembrare di averle:«E paia, a vederlo eudirlo, tutto pet’, tutto fede, tutto integrit, tutto uma- nifa, tutto religione. E non @ cosa pith necessaria a parere di juesta ul- tia qualit, essere rligioso. , sone equesu La religione e lo Stato. Dell‘uso della religione nel govemno dello Stato Machia- velli tratta a lungo nei Discorsi parlando della religione dei romani, con conside- razioni che di fatto investono tutta la fenomenologia religiosa. La religione, «o- sa al tutto necessaria a volere mantenere una civilta», deve essere conservata € promossa dal principe poiché «la osservanza del culto divino é cagione della grandezza delle repubbliche»; quindi i principi debbono sempre 8B Momuate i stora deta flosfia.IL { fondamenti della religione che loro tengono, mantenergl [..]. E debbono tut- te le cose che nascano in favore di quella, come che le gitudicassono false, favo- title e accrescerle |... E perché questo modo é stato osservato dagli uomini sa- vvi,ne nata opinione dei miracoli che si celebrano nelle religion’ eziamadio fal- se; perché i prudent gli augmentano, da qualunque principio e' si nascano, € Vautorita loro da poi a quelli fede appresso a qualunque. ‘Assidua Vinsistenza sui modi di «usare> della religione nelle scelte politiche pitt significative, sul suo valore per la stabilit dello Stato, prescindendo dalla sua ve- rit o falsita: di qui la dottrina, di ampia circolazione fra Cinquecento e Seicento, presto indicata come propriamente machiavelliana ~ ma che aveva precise ascen- denze nellaristotelismo averroistico - della natura politica delle religioni, ridotte a creazioni di abili politici, dei «legislatoriv, per il governo della moltitudine: esemplare, ricorda Machiavelli, il comportamento di Numa che «simul di avere dimestichezza con una ninfa» per import, in suo nome, «ordini nuovi»;infatti «mai fu alcuno ordinatore di leggi straordinarie in uno popolo che non ricorresse Dio, perché altrimenti non sarebbero accettaten. Euuna concezione questa che si inserisce entro tn orizzonte naturalistico in cui la rligione, come tutte le ale istituzioni umane viene chiusa nel «corso» «or dinato dal cielo», in cui tutto nasce e muore nell’alterna vicenda delle «cause che ‘vengono dal cielo»; «e perché queste sette [le religioni] in cingue o seimila anni variano due o tre volte, si perde la memoria delle cose fatte innanzi a quel ter- po». Lorizzonte della storia biblica, il divino disegno della rivelazione, & del tut- to dimenticato come in analoghe pagine di Pietro Pomponazzi: resta solo la cen- tralita delle credenze religiose nel governo degli Stati, garanzia di ordine ¢ stru- mento di governo. 1 ciclo naturale e lo studio storico, La religione rientra nella stessa prospettiva, fortemente naturalistica, che investe gli Stati («corpi misti come sono le repubbli- cheeele setten), destinatia nascere e morire, come ogni altra realt& naturale: sottolo stimolo della letura di Polibio, ma anche non senza influenze dello schema astro- logico che lega ilciclico nascere e morire di ogni realta mondana al moto dei cieli, torna in Machiavelli lo schema del cictico alternarsi delle umane vicende: «Perché non essendo dalla natura conceduto nelle mondane cose il fermarsi, come le arti- vvanoalla oro ultima perfezione non avendo pitt dasalire, conviene che scendano. Ell ciclo «determinato dal cielo generalmente» secondo il quale si svolge «ogni tumana generaziones, che costituisce il presupposto teorico pet lo studio delle sto- rie antiche, soprattutto della storia romana; questa, presentando un ciclo comple- to, offre cospicui esempi dei modi di governo dello Stato: «Tutte le cose del mondo in ogni tempo hanno il riscontro con gli antichi tempi», sicché «@ facile cosa a chi Et am 6 I penser politico esamina con diligenza le cose passate, prevedere in ogni repubblica le future». Di quia necessita di meditare ¢ imitare gli esempi della storia antica, degli «uomini ‘grandi: rifiutare questo, sostenere «la imitazione non solo difficile ma impossibi- en 8 «come seil cielo, ilsole, li elementi, li uomini, fussino variati di moto, di ordi- ne edi potenza da quello che gli erono antiquamente».. Virtite fortuna, «Giudicoil mondo sempre essere stato ad uno medesimo modo»: questa generale prospettiva che potrebbe anche chiudere in un disperato pessimi- ‘smo, in una rassegnata rinuncia, non toglie a Machiavelli la fiducia nel potere di seguire la propria natura, !'womo sembra cosi sempre in balia della fortuna che muta secondo i tempi; resta solo ancora wna scelta, forse estrema, per vincere la fortuna: ® quella di batterla con impeto «per- ché la fortuna 2 donna, ed ® necessario, volendola tenere sotto, batterlae urtarla, E si vede che la si lascia pitt vincere da questi, che da quelli che freddamente pro- cedano; e per’ sempre, come donna @ amica de’ giovani, perché sono meno re- spettivi, pit feroci e con pitt audacia la comandano». Che @ conclusione pit: passionale che razionale di un dilemma antico dal quale @ possibile uscire solo con impeto, con forza, con quella virti straordinaria che sola & presidio dello Stato: «E quelle difese solamente sono buone, sono certe, sono durabili, che dependono da te proprio e dalla virtt tua». Sono le parole con lusive del capitolo «Per quale cagione i principi d'Italia hanno perso li stati lo- ro»: Iiera denunciata «la ignavia loro» perché non la fortuna é stata loro avversa, ‘ma la loro incapacita di far fronte a situazioni nuove onde «pensarono a fuggit- sin; capitolo al quale fa come da contrappunto I'ultimo del Principe con I’sesorta- zione a pigliare la Italia ¢ iberarla dalle mani de’ barbariv. Qui Yesortazione vuole indurre il principe nuovo a un‘azione veramente «estraordinariav: se V'talia & «battuta, spogliata, lacera, corsa», 2 possibile una sua «tedenzione». Machiavelli ‘rede ormai possibile Yavvento di «uno principe nuovo» ~ Vesortazione & rivolta ai Medici ~ che «con la sua fortuna e virtit» «possa farsi capo di questa redenzio- ne»; i segni sembrano propizi perché «® disposizione grandissima» e non si deve «asciare passare questa occasione>. Machiavelli semibra attendere la verifica sto- rica di tutta la sua spietata analisi sulle qualita e la virtt del principe nuovo, con- fermando la centralita del problematico binomio virti-fortuna: da un lato la for- 2a, la virt, le armi («pie sono le armi dove solo nelle armi é la speranzan, scrive citando Livio) dall‘altzo i tempi favorevoli, quasi attuazione di un disegno prov- videnziale. Ma lesortazione di questo ultimo capitolo non risolve il problema dell’ambiguo rapporto fra virti e fortuna, in cui risiede il segreto, il mistero, del- lastoria umana e dell agire politico. 56 6. U pease plo Indicazioni bibliografiche dizioni e traduzioni italiane delle opere ‘T, Campanella La citt del sole, acura di N. Bobbio, Einaudi, Torino 1941 ‘T, Campanella, La cit el soe, acura A. Seroni, Feltrinelli, Milano 1991, ‘T, Campanella La citt del sole ealtr seit, Mondadori, Milano 1991, N. Machiavelli, Opere, 4 voll, Utet, Torino 1986-89 N.Machiavelli, Opere letterarie, a cura di L. Blasucsi, Utet, Torino 1989. N Machiavelli, Opere:lettere, acura di F. Gaeta, Utet, Torino 1984 1N. Machiavelli, Tute le opere, «cura di M. Martell, Sansoni, Firenze 19925 IN. Machiavelli, Discos sopra la prima deea di Tito Livo. Segui dalle «Considerazioniin- toro ai Discorsi del Machiaoelis di Francesco Guiciardni, a cura di C. Vivant, Ei audi, Torino 1988. IN. Machiavelli, Discorsoo dialogointorno alla nostra lingua, a cura di BT, Sozzi, Ei- ‘aul, Torino 1976. 1N. Machiavelli I principe, acura di L. Firpo, introduzione e note di F. Chabod, Ei- ‘audi, Torino 1984", N. Machiavelli 1! principe, a cura di U. Dotti, Feltrineli, Milano 1991 1N. Machiavelli, I principe e altri scritti, a eura di G. Sasso, La Nuova Italia, Firenze 1968. ‘Th. More, L'Utopia, a cura di Fiore, Laterza, Roma-Bari 1992 ‘Th. More, Utopia, acura di L. Firpo, Guida, Napoli 19812 Filosofia religione nel Cinquecento italiano (con antologia di testi), a cura di A. Inge= sgno, Sansori, Firenze 1977, Saggi critic AA.WY, Studi sullutopi, acura di. Fispo, Olschki, Firenze 1977 N. Borséllino, Machizvell Laterza, Roma-Bari 198° F.Chabod, Seri sw Machiavelli, Einul, Torino 19822, V. De Captaris, Scrttis Machiveli,P & M Associa, Messina 1992. C:Dionisoti, Mackivelerz Storia fortuna di Machiavelli, Einaudi, Torino 1980. Garin, Machinvli fa politia estore, Finauel, Torino 1980 E.Garin, Rinascte¢rooluzioni, Moviment cultura del XIV al XVII ecole, Laterza, Ro- rma-Bari 19502 F Gilbert, Machicvel ei! suo tempo, tad, it, 1! 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Essa trova il suo promotore in Martin Lutero e si sviluppa per opera dei suoi pit diretti seguaci e per liniziativa di altre personalita non tutte direitamente legate al suo messag- gio, quanto variamente interpreti del desiderio di riforma religiosa e della rea- ione antiromana di cui Lutero era stato Yantesignano. Fra i seguaci di Lutero, Filippo Melantone! ~ che offrira la prima sistema- zione teologica della dottrina luterana-, fra gli uomini che con Lutero ebbero rap- pporti vari, anche polemic, anzitutto Giovanni Calvino promotore della riforma a Ginevra: dal suo insegnamento deriveranno varie correnti della riforma, di gran de importanza nella formazione dello spirito moderno. Altra origine avra la rifor- 1. Flipo Melantone 1697-1560 umanit, profesor geo al univers di Wittenberg (1518, divere aco eollaborstore i Later ded con soi Lit oma oi es lieu 12a pimasitemazione dla clog trae Paras alleplemiche sol Jette ds sero, cercando sempre una idiavione ir cet suet eter ee dotane calc indonaato im unto dalla sua soa cura flsofca dal su pepaarone ‘mans (notvele allenaszione dl spessmismeIsterano, ps posta valutarione det uomo, ee} A deve la redavione dela Cfo ante (130) del 12a sa asia opera eli Crear in pla eal at Romane. Nel 1536 dave nao visit alr univerta di Witenberg pot acl dase univer fedesche,promue do coi una ro gh su ce gl mer ola prs Geman In et st aan alte ana, cert Finer el rae 2 lesofche, negate secondo a taizone atte, pongo come propeeutiche ala teoogi ‘A Be dati sono anche dedicat leu soa son lose come De dat inte (148) i Deanna (1540) gi tna dacs 17) 5B om SE — 7, La Riforma ‘ma anglicana in Inghilterra: origine politica, impersonata dall'azione dei sovrani: Enrico VIM (1534, atto di supremazia che sottomette il clero alla corona: il xe d- viene il «capo supremo» della Chiesa d’Inghilterra; formula poi modificata in «su- ptemo govematoren), e Edoardo VI; definitivamente compiuta, dopo il periodo di reazione cattolica della Regina Maria, da Elisabetta che proclamera la supre- ‘mazia regia e i trentanove articoli anglicani (1571) accogliendo motivi calvinisti, ma conservando I'episcopato e parte della liturgia cattolica ‘Varie le component religiose, le suggestioni cultural, le spinte politiche che stanno alforigine della Riforma luterana. Gia negli ultimi secoli del Medioevo la ‘necessité di una riforma della Chiesa aveva trovato espressione in vari movimenti « gruppi di fedeli che richiedevano una vita religiosa pit intensa affermando il primato della Bibbia sulla dottrina e sulla prassi ecclesiastica, denunciando la de- cadenza della Chiesa di Roma troppo legata a interessi mondani; questi movi- ‘menti cercavano forme di vita religiosa pitt vicine a quelle del cristianesimo pri- mitivo praticando la povert la vita comune, la libera lettura della Scrittura, r= vendicando una diretta partecipazione alla vita carismatica nel!'illuminazione dello Spirito Santo. Erano movimenti spesso di origine popolare (radicati nella tradizione dell’ascetismo monastico), ma non mancavano forti posizioni dottri- rnali come quelle di Wyclif?e Hus? nel corso del Trecento. Peraltro anche la cultu- 2 Johan Wyaltrformatore religioso ingles (1320/30-1984) svolse una violenta polemica antiecesiastica negando al papa ella Chiesa la possiblit di possedere eesercitace la 3 vranit el drto di proptiet,predicando insieme ideal di une vita rligisa conforme Crlatlanesimo primitvo, in nome dell esempio di Cristo e dela poverta evangelical potre clvilee esereizio della sovrantaspettaquindi solo al sovrano laico,al quale compete ares Ja vigilanza sul cometto uso delle elemorine da parte del ler (non acako gid papa Grego ro Xi condannava Wolf come seguace di Mavilio da Padova). Incortelazione alla soste- ‘uta autonomia della societ e del potere cvile, Wyelfdefinisce Ia sua teoria della Chiesa, chenon 8 urvorganizzazione trrena, ma comuritd del credentipredestnat da Dio alla sal vezza Respinia ides dl una gerarchia ccesiastica che possa Vantare una posizione privi- legiata il canone della fede diviene la Bibbia da interpretare secondo la letters e alla quale tut fedelt debbono aecedero diretamente senza la modiacione dia interpretazione ai tentica(Wyeliffece tradurre in ingles la Bibbia come strumento di predicazione ta il po- polo) Assunta la Bibbia come norma di fede ad essa si dovrd alfenere anche il sovrano vile per controlar egiudicae gi ati delcleroe del pontefice. AlVinsegnamento di Wyelif 1 dlaranno i «pove predator det lllard, gruppi di predicator itinerant che prose {ulrono la violenta polemica di Wyclif contro la Chiesa, entrando anche in confit con le sutort politiche. Tale opere principal di Wyclt De dominio doin, Dect domi, Dee "inte Sacre Scriptura, De potstate Papas, De ordive christian Vase le se ope pi tec ‘mente flosofiche in cu assume posizioi fortemente realist in logica ein metaisica. Le sue ottinefurono condannate dalla Chiesa al Conciio di Costanza (L415). 5. Jan Hus (1269 cies - 1415) telogo boero seguace delle teorie di Wyelf, uno det princi Pallesponent della cultura booma. Condannatodal Concilio di Costanza fuarsoal ogo ne! To stesto 1415, Forte in Hus Pimpegno per la rforma e Velevazione del lero boemo, la po- 9 ‘Manual distri delta fils, ra umanistica — soprattutto con Erasmo ~ non aveva mancato di assumere posi- zioni critiche nei confronti della decadenza morale della Chiesa e contro la teolo- gia scolastica, indicando le vie di una riforma della Chiesa nel ritorno al cristia- rnesimo primitivo e alla riflessione teologica dei Padi della Chiesa. Anche la teo- logia nel corso dei secc. XIV e XV aveva visto entrare in crisii tentativi concordi- stici che cercavano un equilibrio fra Aristotele e Bibbia, fra ragione aristotelica e fede cristiana, e aveva spostato I'accento sull'insondabile onnipotenza divina, al Ja quale 2 sospesa la natura quanto la grazia, e aveva anteposto alla riflessione fi- losofica il valore dell esperienza religiosa e della intuizione mistica. Molti dei temi gia presenti nella vita religiosa e nella teologia della fine del Me- dioevo si ritrovano in Lutero’, non senza una forte influenza dell/occamismo con lemnica controle pretesetecratiche della curia romana richiamata al dovere i praticare la overt evangeica;riprende la teoria di Wyelif sulla predestinazione e sulla Chiesa come SocitS det predestinat unit nel corpo di Cristo, 4, Martin Luter (1483-1546) entrato nel 1505 nel convento degli eremitani ds. Agostino ad Eur, dottoreinteologia nel 1512, nel 1513 inizia il suo insegnamentoall universita di Wit- tenerg, com un corso stl Saini (1515-1515) seguito da un coro sul Eisole af Roman (1515- 1516), ih cu sono presenti primi element della sua teologia, Nel 1517 explode la qusione delle indulgence. Lutro stil in latino Te 95 tsi (Diputatio ro declarations vires inden trum), ben presto tradote in tedeacoe dfs da un capo alfaltzo della Germania, Nee ‘guirono numerose dispute, nelle qual bbe come principale anagonsia il teologo Giovan- ni Eck, e, nel 1520, la minaceia di seomunica da parte del papa Leone X (blla surge Do- ‘mine in questo stesso anno Lutero compone tre libel: Alla nb cristian di nzione tee sen, ove si contesta la distinzione tra cer elaicato dst esclusiv della gorarcia a in- terpretar le Scrtture, del papa a convocare un conilo); De cpiztateBabyloice Elsie reludium (slo tre sono sacrament rconosciut, battesimo, penitenza, eucaresti: per ue ‘ultima, viene armessa le consustanaiazione e negaa la ransustanziazione); De rte (Christiana cula giusiicazione per fede) e cisponde alla bella papal (Adverss excrablem Antchristitullon:2la completa rottura con Roma, cvecondanna definitivamente Litera co ‘me eretico (1521), Messo al bando dallmperatore, Lutero trascore dict mesi nel castello della Wertburg (4 maggio 1521-1" marzo 1522) sotto la protevione del principe eletore, Fe- {eric i Savio. Sono di questo petiodo la radurione in teclesco del Nuon Testemeno (pub- Dlicata el 1522) e mumerose letere, Tornato a Wittenberg (1522), prende a predicare © a scrivere perla diffusione della sua dotrina. Motiv politi teologi si intreeiano: prende Je dstanze dai cosiddetti oprofeti di Zovinckaa»,exortafratie monache ad abbandonate 60 7, a Rforma Ja sua dottrina dell'assoluta onnipotenza di Dio e della radicale contingenza del- la creatura, con la forte distinzione fra filosofia e teologia, con crescente diffiden- za verso aristotelismo scolastico. E tuttavia la dottrina di Lutero nasce anzitutto dalla sua profonda e ango- sciata esperienza teligiosa di monaco degli eremitani di sant’ Agostino (era entra- to nell'ondine nel 1505), spaventato dallidea biblica dellira di Dio, scosso dal dubbio sulla possibilita per 'uomo di amare un Dio del quale non comprende i ilo dall’idea di Cristo come giudice che grazia e condanna nel giot- izio, convinto dell assoluta inutilita di ogni pratica penitenziale e asce- tica perché I'uomo 2 soggetto a Satana, «signore di questo mondo», la cui presen a Lutero avvertiva in ogni momento della sua vita quotidiana. La lettura della Bibbia, soprattutto dellepistolario paolino, influenza di Agostino, fondatore dell’ordine di cui faceva parte, e insieme il sempre pitt netto rifiuto della pratica penitenziale della Chiesa, che in quegli anni aveva fortemen- te intensificato la vendita delle indulgenze facendo credere che per questa via fos- ‘se possibile ottenere la remissione dei peccati portava Lutero a nuove folgoranti esperienze e alla comprensione della paradossale situazione del cristiano: pecca- tore per la sua stessa natura corrotta e insieme purificato dalla fede in Cristo, per ii merit acquisiti dal figlio di Dio morendo in eroce. Diviene centrale nella rflessione religiosa di Lutero la dottrina della giust- {icazione per fee: egli stesso ne sottolinea la fondamentale importanza legandola allinsegnamento di Paolo Apostolo e all'intuizione che ebbe, attorno al 1515, me- ditando su un passo della Lettera ai Romani (I, 17}: «La giustizia di Dio ~ aveva scritto Paolo-si rivela da fede a fede, secondo che & scritto: ma il giusto vivra per fede (justus autem ex fide vivit)». Questo, scrive Lutero, «il punto principale della dottrina cristiana, la nostra giustificazione mediante la fede in Cristo, senza alcu- na opera della legge». Lutero ha presente un altro capitale versetto paotino (Let- {era ai Romani, 3, 28): «L/vomo ® giustificato mediante la fede, senza le opere del- la legge», il cui senso egli rafforza aggiungendo «soltanto mediante la feden. Gli uomini, tutti peccatori, «devono essere giustificati senza merito alcu- ‘convent, condanna le rivet contadine (Controle scallerate han di contain, 1525), otione adesione via via pil massiela dei princp, fino al iconoscimento nella dicta di Augusta (1530) alla pace i Norimberga (1532). Di quest anni sono gl seit polemic contro Ensi- ‘9 VIII (1522) contro Tommaso Munzer (152 e 1525) contro Erasmo (Desersarbiro, 1525), ‘contro gli ansbatist (1532), la dgputa con Zing intomo af euerestia (1529), a pubbli- ‘azione del Grande Catechisnae del Piccolo Catechism (152); tr 1523 ei 1532 taduce in tedesco ‘Antico Testamento. Negi ulimi arn, in una fase ormal soprattutto organizzativa, del cultoe della Chiesa wevangelicas, Lutero dark ancora alle stampe numeros srt, men” ‘we el 1538, per desidero i Giovanni Federico di Sassona, vedeva la luce i primo volume delle sue opere complete 61 Manual storia dl fsa, 1 no, per la fede in Cristo che ha meritato questo per noi mediante il suo san- gue @ ha ottenuto da Dio il perdono dei nostri peccti, la sua «gustiziay che Questa fede @ essa stessa dono gratuito di Dio, non conquista delle nostre ‘opere: solo attraverso la fede «possiamo appropriarci della morte e della resurre- ione di Cristo», fino a far propria la sua croce «nell annullamento e nel disprez- 20 di sé»; quella che Lutero indica come theologia crucis, Fede 2 Vaffidarsi con f- cia alla grazia di Dio «meritata da Cristo mediante il suo sangue», nella consa- pevolezza che le proprie azioni non hanno alcun potere salvifico, anzi sono tutte peccaminose senza la gratuita giustificazione da parte di Dio: «la giustizia & do- rata per grazian, «la giustizia della fecle non @ per le opere, ma viene messa in con- to soltanto dalla misericordia e dalla grazia di Dio», Non v’é spazio per la liberta del volere,insiste Lutero in dura polemica con- tro Erasmo: I'uomo @ sempre peccatore, sottoposto allira di Dio perché «la natu- ra in sé senza la grazia & malvagian e chi vuole vivere secondo la propria natura © libera volonta resta sempre nel peccato. Radicale & in Lutero questo senso del peccato che coinvolge tutta I'umanita, soggetta a Satana la cui costante presenza costituisce per Lutero un'esperienza fondamentale. Da Satana e dal peccato I'uo- ‘mo é liberato solo dalla grazia che sgorga dal sacrificio di Cristo, pur restando uomo sempre in preda al peccato: simul iustus et peccator, i cedente& giusto per- ché Dio gli atribuisce la propria giustizia, peccatore perché il male resla sempre operante in tui Dio solo dunque giustifica attraverso il sacrifcio di Cristo; tutto quello che illibero volere pud compiere é sempre empio e ingiusto: luomo non é giustifica- to dalle proprie azioni, ma solo per la giustizia che Dio gli conferisce con il suo perdono; «giustizia passiva» non guadagnata ma ricevuta, «giustizia forense» in ‘quanto il peccatore restando peccatore &, senza alcun merito, giustificato da Dio che lo ha predestinato alla salvezza: «Nell etema predestinazione di Dio ha la sta prima origine chi deve e non deve credere, chi pud e non pud essere affrancato dal peccato»; all uomo resta la speranza nella grazia di Dio, nella consapevolezza delimit ogni opera senza la grazie, nella sofferenza per la propria malva- git Peraltro proprio dalla fede sgorga una nuova liberta, la «liberta cristiana», Ja cdiberta della fede, la «liberta di fare ogni cosa e di soffrire ogni cosa», senza Ja costrizione di una legge esterna; a fede rende libera la volonta e «rende gi ste tutte le opere umane», essa anzi é «l’opera pits eccelsa», principio di tutte le opere che senza di essa sono nulla, anzi sono peccato, Cosi anche la dicotomia fra fede e opere assume tutto il suo significato: se le opere muilla possono e val- sgono senza la fede, dalla fede ~ che & essa stessa opera - sgorgano le opere, tut- te buone perché giustificate dalla fede, Aver sostenuto che «la fede giustifica a | 7, a Rijorma senza opera alcuna» non vuol dire «che non si debba fare alcuna opera buona», perché «le opere buone sono segni esteriori che derivano dalla fede, «la fede nnon rimane oziosay; «nella fede tutte le opere sono ugualli, perché le opere sono -gFadite non per se stesse, ma a cagione della fede che unifica ed & indistinta- ‘mente in tutte le opere e in ciascuna di esse, ¢ vive in esse e per loro mezzo fa sentire la sua efficacia». Dottrina anche questa di grande importanza per la valorizzazione delle at- tivita secolari, delle professioni in cui ciascun fedele realizza la propria fede: non vvi sono modi di vita privilegiat, perché gli uomini, nella fede, realizzano quoti- dianamente la propria missione in questo mondo, si fanno portatori della parola di Dio, collocandosi ciascuno nell’ordine che gli proprio, nella famiglia, nello Stato, nella Chiesa. Da questa complessa doitrina della fede e della giustificazione per fede de- rivano altre caratteristiche del messaggio di Lutero: eliminato il valore dei meriti individuali che una teologia tradizionale faceva derivare dalle opere, se la fede & id che «fa valere come giuisto agli occhi di Dio», non é necessaria la mediazione di una casta sacerdotale: il sacerdozio, come testimonianza della parola di Dio, & di tutti (sacerdozio universale), anche se Lutero riconosce valore al magistero pa- storale per la comunita dei credenti. Inolre, se a fede @ adesione fiduciosa alla pa- rola di Dio, poiché questa si manifestata nella Scrittura, la lettura e lintelligen- zadella Scrittura (i cui significato & chiaro nella sua lettera) deve essere aperta ad ogni credente senza la mediazione e I'interpretazione di un’autorita dottrinale: utero stesso mettera mano alla traduzione in tedesco del Nuovo ‘Testamento e poi del Vecchio Testamento non solo portando un contributo fondamentale alla diffusione del testo sacro fra i fedeli, ma costituendo il primo grande documento del tedesco moderno. La polemica contro la teologia tradizionale e soprattutto contro la Chiesa di Roma ~che assume in Lutero toni profeticie apocalittici facendo del suo messag- gio uno dei grandi momenti dell’apocalittica cristiana — investe non solo tutta la gerarchia sacerdotale, le sue pretese teocratiche, ma la stessa tradizionale dottr- na dei sacramenti,ridotti da Lutero a due, battesimo e cena (eucarestia), che non sono efficaci per se stessi, ma per Vatto di fede del credente che li riceve. Con il battesimo i peccati sono rimessi a tutti quelli che credono nelle promesse di Dio, con Yeucaresta il fedele partecipa del vero corpo e sangue di Cristo (alla dottrina della transustanziazione, Lutero sostituisce la consustanziazione secondo la qua- Teil corpo e il sangue di Cristo coesistono nell'eucarestia con la sostanza del pane del vino) e in forza di questa partecipazione al sacifico di Cristo @ confermato nel perdono dei peccati. Manual distra dla flosofia, a Giovanni Calvino Giovanni Calvino’, francese, di formazione umanistica, giurista, era vissuto in Francia in ambient vicini alle idee di Lutero; ruppe presto con la Chiesa di Roma, ‘ma dovette rifugiarsi in Svizzera ove scrisse una delle opere pitt important della teologia riformata, Vstituzione della religione crstiana (1536, negli anni suecessivi pitt volte rimaneggiata e ampliata). Quando Calvino arrivd in Svizzera, in molte ‘Gttd erano in atto movimenti di riforma ed importanti tealizzazioni: a Zurigo per opera di Zwinglit, a Strasburgo per opera di Martin Butzer?; a Ginevra, Gugliel- 45. Giovanni Calvino (1509-1564, ampia cultura umanistica,é la massima personalth del Ie Riforma dopo Lutero. Nella Christine religions nsw (1536, e pot in edizione defini tiva, 1553), da una sistemazione organica della telogiacformata, com una forte accentua ‘one personae: acclta la dotrin luterana dllagiustificazione per fede e della Bibia co- ‘ne font esclusiva della Rivelazione, Calvino accentua fortementeil tema della predestina lone legato a quello della sovreni asolutae imperscrutabile di Dio, e della redenzione ‘perata da Cristo, Ginevre, dove Calvino si stabil dal 1536, divenne per sua opera i entro tivo della propaganda calvinista, che conguist rapidamente IBuropa esercitando far shicema induonva in ttt | campi, Calvino fi inteansigente nel combateree persegutare Fon solo atti, ma anche gl spirit liber, nel quali vedevai propagator dellempieta 6 lluldereich Zwingl (Wildhaus, Toggenburg, 1454 Kappel 1531, di formazione umani- Sica pese le moss da Erasmo per predicare uh imnovamentoetico-elighso della vita ci Stiana (contro la corruzione della Chiesa di Roma, Yabuso del clto del sant, dele indul fence), perseguendo al tempo steso unemancipazione politica dei canton] svizzeri dai Brandi Stat europe. Pievand della Groseeminsterkirche (dal 1519) di Zurigo, fu Vspiato- Fei tutte le misure di rforma emanate dal Senato cittadino che ne accett le 67 tet soste- ‘ute nna publica disputa contro Johannos Faber delegato del vescovo di Costanza (1523). ‘Apposgiata dal Senate, Zovingtdivenne anche Vspiratore della politica stessa di Zurigo, fltomo acu riuniunaleanza di ctta pasate alla Riforma, cust opposer canton cattli- Frit ecaturato nea battaglia di Keppel fra canton protestant e cattolct, vere ucei- Soeebruciate come ertico (1531), Molt i punt di disaecordo anche con Lutero, in materia di ‘eucaresta, di crstologia edi cccesiologa. Trai suoi crit: Auslegen und Grande des Soh Seen oder Artikel Essie efondameti del tsi o artic, comment ale 67 tsi, 1523), De ‘era et flo religione (1525), File ratio (1590) Lnsegnamento di Zwingi~ dl impronta era- Smiana ~ promuove Ia libera predicazione della Bibb, acoentua V'nutiita delle opere 1 sSpetio allinsondabile,assoluta maesta di Dio, i vlore simbolico della eucarestia (quindi Controls dotrina di utero) la Chiesa come epopolo di fedelinche venivaaidentificars con {oStato (in aoncretounione dei Canton svizzeri promossa da Zing) ilcui govern spet- ta uomin che esprimono la «Chiess del popolos, con una stetta dipendenza dell polit cadallareligione E Mastin Butzer(Schletstadt 1491 - Cambridge 1551), domenicano, ede trai primi alla pro- {esta di Luteo, contsibuendo non poco, grazie alla sua ablithorganizeativa, a diffondere la Riforma. La sua indecisone nella polemnica sulla eucazestia gl allen le simpatie edi Lute a 7. La Rifrma ‘mo Farel! aveva gid predicato la Riforma e ottenuto 'appoggio delle autorita c- vili. Fu Guglielmo Farel a trattenere a Ginevra Calvino, che era divenuto lettore in Sacra Serittura. Quando giunge a Ginevra, Calvino ha gia elaborato i capisaldi della sua dottrina nella Istituzione della religione erstiana Il forte senso del peccato e della intrinseca malvagita dell'uomo, il valore salvifico della fede in forza dei meriti acquisti dal sacrificio di Cristo, Yassoluta e imperscrutabile onnipotenza di Dio, stanno alla base dell'esperienza religiosa e della riflessione teologica di Calvino, come gia di Lutero. Ma in Calvino con pitt forte accentuazione di alcuni motivi, fai quali la dottrina della predestinazione, che assumera importanza sempre pit netta nei successivi sviluppi del calvinismo. Posto che tutti gli uomini per il peccato di Adamo sono partecipi di una natura radicalmente corrotta, schiava del peccato, incapaci di operate il bene, solo Dio ‘pud liberare da questa colpa coloro che egliha dall’eternita deciso di salvare «sen- za considerazione delle loro opere, asciando tutti gli altri nella stessa corruzione e condanna, per dimostrare cosi la sua giustizia, come nei primi ha fatto brillare Ia ricchezza della sua misericordia. Poiché gli uni non sono migliori degli altri, prosegue Calvino, fin quando Dio non li distingue secondo il suo immutabile con- siglio che ha determinato in Gesti Cristo prima della creazione del mondo». La predestinazione dunque il consiglio eterno di Dio con il quale egli ha determinato i destini di ciascun uomo, dei giusti che vuole salvare e dei peccato- ri che vuole perdere, ¢ solo coloro che sono destinat alla salvezza sono illumina- ti dalla fede e ricevono la parola di Dio. Questo I'abisso, il segreto profondo del giudizio di Dio: noi non possiamo dare aleuna ragione del perché Dio sceglie i suoi eleti, se non riconoscendo che cost egli vuole: la volonta di Dio @ la regola somma di giustizia che ci deve spa- ventareeatterrire come I’aspetto pitt misterioso della sua onnipotenza e della gra- tuita della sua grazi ur essendo espressione dell'assoluta iniziativa di Dio, incomprensibile all'uomo, la predestinazione assume una grande forza nel dare agli elett la sicu- tezza della salvezza: la fede sincera, la vita rigorosamente condotta, la partecipa- zione ai sacramenti, conferiscono al credente ~ anche ridottoallestremo della roe dei sostenitori di Zowingl Oppostot alfinterim di Augusta (1547) dovetteabbandona- re Strashurgo, da dove per anni aveva esercitato una larghissima influenza ta riformati, riparare in Inghlterra 8, Guglielmo Fael (1489-1565) Di formazione umanistia, tenta senza successo dl riforma- sla chiesa di Meausx. Costretto alf ei, intraprende uintensa attivita di predieatore it nerantein polemica conto la decaderza della Chiesa cattoica, reando ovungue nuclei i ‘format, Tappe principal della sua predicarionefurono Basilea, Zurigo, Ginevra. Dapp ‘ma vicino a Zwingli se ne staccher,fnendo con Vaccoglierelatcoogia di Calvin. 6 ‘Manual storia dla flo, sperazione — la fiducia in Dio e permettono di amarlo senza angoscia, con mente serena. La predestinazione rinvia allincamazione di Cristo perché, dice Calvino, coloro che Dio ha predestinato alla salvezza li ha giustificati con la morte ei me- Titi di Cristo, Cristocentrica come la teologia di Lutero, anche quella di Calvino trova nelt'incamazione e morte di Cristo il momento centrale di tutta la dattrina della fede e della grazia: «Cristo morendo si@ offerto al Padre per soddisfazione> cha cancellato le nostre colpe, senza alcun merito da parte nostra. Nessuna azio. ne ha merito, ma Dio pud accettare le opere fatte con la fede nella sta benevolen- 2a, liberandole da ogni iniquita per i meriti acquisiti da Cristo. La giustificazione & quindi ~ come in Lutero un atto di iberalita da parte i Dio, in quanto ci rimette i peccati in Gesit Cristo, ci rende giusti in Cristo per i suoi meriti: essere giustificati da parte di Dio significa che egli ci assolve nella sua incomprensibile giustizia peril sacrficio di Cristo. Sicché propriamente neppure la fede giustfica, ma solo Dio. (Cid non toglie che Calvino riprenda la dottrina della giustificazione per fe- de («I'uomo é giustificato dalla sola fede»), che anzi considera di valore essenzia- le, «articolo principale della religione cristiana». La fede infatt,intesa come fer- ma convinzione della misericordia di Dio verso di noi, fondata sulla promessa gratuita fatta anoi attraverso Cristo, & essa stessa opera dello Spirito Santo in noi, Con la fede noi riceviamo una duplice grazia: quella di essere riconciliati a Dio in Cristo e di essere santificai dallo Spirito Santo. E solo dalla fede ~ che ci unisce al corpo di Cristo e ci rende partecipi della sua opera ~ possono sgorgare opere che in forza della stessa fede possono essere rese giuste da Dio; essa rende intelligibi- Tela parola di Dio (la Scrittura 2I'unica fonte di fede) e valid i sacrament (ridot- tia battesimo e cena o eucarestia), Anche Calvino insiste sul concetto che se le opere fuori dalla fede sono sem- pre malvagie, nella fede esse assumono valore in quanto possono essere accetta- teda Dio. Ma particolare valore rispetto a Lutero assume in Calvino il concetto di ‘opera legato alle professioni. Proprio perché fondamentale nella dottrina di Cal- vino @ idea di predestinazione, la professione di ciascuno & disposta da Dio che hha assegnato a ciascuno un posto nel mondo. Ciascuno & chiamato da Dio («vo- cazione») a svolgere un ruolo preciso nella societa, Dio «ha ordinato a cascuno il da farsi [... ognuno deve considerate che il suo stato @ per Iui come un punto fer- ‘mo assegnato da Dio. La vocazione di Dio per noi il principio fondamentale per dirigerci rettamente in ogni frangente e colui che non visi sar’ attenuto non se- ‘guia mai la retta via per compiere il suo dovere», Cosi la condizione di ciascuno diviene espressione della vocazione da par- te di Dio; in ogni ativita mondana si realizza il disegno di Dio attraverso gli uo- ini: non era solo la negazione delle condizioni privilegiate del monachesimo 66 7. La Rife rerdozio medievale; era la celebrazione pit alta del valore e della serieta del- Ie proenon ed mtr in ua nuova svetaDrghee che cn i pops a vvoro vuole assolvere la missione che gli é stata conferita da Dio. Peraltro Calvino si impegna a mettere in pratica le sue dottrine nella citta di Ginewra che vole ender na «Cit i Sant: uperate le prime fon opposiio; i applicando il pid intransigente rigorismo morale, cosi da vietare comporta- tren mondan ordre lect i tant, opllendo i dsident dalla cto condannando e giustiziando gli eretic che non accettavano i dogmi della fede cal- vinista (il caso di Serveto’, bruciato sul rogo perché contrario alla dottrinatrini- taria) icentificando di fatto potere politico e religioso perché il primo deve assu- mere e far prop i principi del calvinismo vivendo «secondo il Vangelo nella pa- rola di Dio», Calvino trasform® la citta di Ginevra in una comunita rigoristica che qualcuno ha assimilato ad una citta-chiesa, ma che divenne presto Yesempio di quanto potesse impegno intramondano predicato da Calvino: egli ha cosi con- tribuito a formare un tipo di uomo nuovo, ilcalvinista, fermo nella fede, impe- gnato nella sua professione secondo il pit rigoroso rispetto di un’etica sicura del- [a propria veri; proprio peril deciso impegno intramondano Calvino respinge attesa dell’imminente fine del mondo ~ che aveva retto Yimpeto riformatore di Lutero ~e richiama i fedeli a realizzare nel mondo il Regno di Dio, regno dei po- chi eletti predestinati alla salvezza ee sete co en et crs Sieg Sommer emcee ane Ieee rr ante ey aoe folsom tnt sneha ees) take seer deh ce stope ome Shine teins esate raeareonns ee see oe nt entree oa ares oe ceeregareener naire naanee tener 7 ‘Manale di storia dela flosofia, I Indicazioni bibliografiche ‘Traduzioni italiane delle opere G Calvino, Istitucione della religionecrstiana, a cura di G, Tourn, 2 voll, Ute, Torino 1983 (istampa). G Calvino, I catechismo di Gineora (1537), a cura di V. Vinay, Claudiana, Torino 1983. Erasmo da Rotterdam, Sul libero arbitra, acura dil. Pin, Studio Tesi, Pordenone 1989. Brasmo da Rotterdam - M. Lutero, I libero arbtrp. seren arbitri, a cura di R. Jou. venal, Claudiana, Torino 1999? 1M. Latero, Sritrelgis, acura di V. Vinay, Utet, Torino 1986 (rstampa) M.Lutero,L’Anticristo, Replica ad Ambrogio Catario. Passonale di Cristo ede! Antiri- sto, acura di L. Ronchi De Michelis, Claudiana, Torino 1989. 'M. Lutero, Come si decono isttuie i minsti dela Chiesa acura di, Nitti, Claudiana, ‘Torino 1987. 'M Lutero, Dalia parla ale vita, Scrit spiritual a cura di J, Hanselmann, P. Helbich, Gitta Nuova, Roma 1984, 'M. Latero, Discos a taoola, a cura di L Perini, saggio di D. Cantimori, Einaudi, To- ino 1978? M. Lutero, La lettera ai Romani, a cura di F. Bozzi, Edizioni Peoline 199. M.Latero, La Libert del cristiano. Lettera « Leone X, a cura di G. 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HER Trevor Roper, Protestantesino etasformazione sociale, trad. it Laterza, Roma-Ba- 111994 (istampa). V. Vinay, La Riforma protestante, Paideia, Brescia 1982?, @} Filosofia della natura e nuova scienza a Platonismo, magia, astrologia Estremamente complesso lo sviluppo del pensiero filosofico-scientifico nel Rina- scimento: su un fondo di diffuso anti-aristotelismo ~ in un’epoca in cui tuttavia aristotelismo non 2 solo la filosofia ufficiale insegnata nelle universita, ma offre Ja comune concezione del mondo fisico accolta come «vera» ~ si vengono affer- ‘mando orientament di ricerca e concezioni diverse. Sul piano pitt genericamen- te filosofico, cospicua importanza per la concezione della natura assume la ripre- sa della filosofia platonica (in cui rifluiscono suggestioni di antiche cosmologie vi- talistche e ilozoistiche e dello stoicismo}: il platonismo costituisce il fandamento di una concezione del mondo fisico retto da forze spirituali che si attraggono e si respingono (simpatice antipatie), governato da unt anina del mondo che rende fra lo- ro corrispondenti e omogenei i diversi ordini della reat; in questa concezione che trovavano fondamento scienze come la magia e ’astrologia le quali presup- pongono un universo fatto di forze vital, che & possibile conoscere e modificare ‘Tuttavia nel platonismo si trovava anche un‘altra indicazione: quella della struttura armonica dell'universo in base alla sua struttura matematica (come gid sileggeva nel Timeo di Platone) sicché la matematica diviene lo strumento per co- gliere il ritmo della realta: in questo sensoil platonismo, congiunto al pitagorismo, si ritrova alle origini della nuova scienza matematica della natura, Nell'ambito di una concezione vitalistica, platonica, del mondo fisico, si ‘maturano alcune delle pitt significative filosofie della natura rinascimentali: in es- se si afferma sempre, centrale, la figura del sapiente come mago e astrologo, co- ‘me colui che — attraverso il suo sapere — riesce a cogliere i processi nascosti se- condo cui opera la natura, a riprodurli, a modificari: bastetebbe ticordare Agrip- 0 8, Filosfa dla natura e moo scienza pa di Nettesheim? e Paracelso (cfr, oltre, §2), Cardano®¢ Della Porta’. Ma al di la delle diverse particolari sistemazioni, si vuole solo sottolineare Yimportanza di questa cortente platonico-magica proprio per gli esiti che essa ha sul piano della concezione del sapere, giacché proponeva un tipo di sapiente che non si limita al- a contemplazione di pure essenze, ma che sperimenta e interroga la realti al fine i dominarla. Di qui importanza ~al dia di certi progressi teenic e di certe sco- perte empiriche — di scienze come la magia, Vastrologia, Valchimia Non & dunque lecito trascurare tutta un’amplissima produzione relativa al- Ja filosofia della natura di otientamento platonico-magico e alchemico, in nome della sua scarsa adesione a precisi dati sperimentali o matematici o per essere re- stata nell'ambito del! arbitratio, dell'approssimativo, del non verificabile, Come si detto, la vastissima produzione magica, astrologica, alchemica non propone- 1 Comelio Agrippa di Netosheim (1486-1595) uno del pit pic rappresentanti deglt sv 1hippi magic del platonismo e del ermetsmo del Rinascimento: Ia ua cultura si nutre non solo della tradizione platonica, madi quella astrologic,alchemice, abalictca © medica (fe ‘ra faltro medico di Luisa d Savoia). Nel De ocultepilosophiedelina una eoncezione del ‘mondo distinto gerarchicamente invari ordini (mondo clementare, mondo celeste, mondo intelligible), percorso da un principio di vita ed inteligibilit la luce, che costituisge anche lveicolo di difusione delle forme e dala realta una strutura matematio-goometica (te ;ma svolto in chiave mistico-pitagorica)- in questo universo, tutto connesso nel sol Vari of dln, la magia scolloa come la scienza che ~ attraveso la conoscenda di tale conneseione, delle rispondenze ede nes tra cosa e cosa permette di coger i proces latent dela na turae quind! i orientale dominari secondo fnalitsproprie del mago. Nel Deincertitadi- ‘nee vilate eientarwm— ce rvela le stesce matic cultura, con forte accentazione mi stica~ Agrippa svolge una polemicavivacissima conto le varie forme di sapere e quindi controle pretese della ragione umana cu viene contrapposto valor primarioe institu bile dela fede 2. Gerolamo Carano (1501-1576) ® un tpicorappresentante del naturalismo rinascimenta- le pe la sua concezione dela natura come eta da forze vital spiritual sulle sfondo del Ja sua cultura 8 utVimpostazione neoplatonia che si accentua nel problema del eapporto ‘unita-molteplict en particolae nel problema della derivazione del molteplice dal uno; a ‘eoplatonismo s ieollega anche la concezione vtalistica dell natura ela rcerca dei mezzi pid appropriati per entrare in rapporto con questeforze-di qui i largo spazio che trovano In Cardano Yastrologia, la demonologla la magia. Ma in Cardano ® anche asai vivo ~ ane che se non rislto~ I problema del rxpport tra Yesperienza molteplice (ac eg sente la grande importanza)¢ la matematica;egl riteneva Yesperienza incapace di cogiere le o> Senze, a seconds gl apparivaastatta eineapace quind di cogliee la relt, Tra le sue na rmarose opere si rleordano il De subtitate el De rerum varie 3. Giovanni Battista Della Porta (1535-1615) Yopera sua magglore & Magia natural soe de mines rerum natura ri: la emagia naturales @ la cmoseenza del process atti nel: Jannatur (concepita come un tutto animato) che i mago pub alutae a venice lla lace com: piendo opere che il volgo considera «miracolose; in evalth la sua opera 8 naturale, cod onforme alla natura. Della Porta scrisse di argomnt svaratssini, ma sopratttto not 2o- ‘no isuoi studi dioica sulle ecnihe della memoria sul rapport anima-conpo (De huriana Physiognomia), ‘Manual tori dla flosfia 1 vva solo nuove teorie circa gli elementifisicie le loro possibili trasformazioni (com- battendo quindi la dottrina aristotelica degli elementi: bastera ricordare 'impor- tanza dell opera di Paracelso, anche per la positiva costruzione di una nuova me- dicina), ma indicava la possibilita di costruire un sapere che fosse operazione sul- la natura, capace di trasformarla secondo finalita umane. Nello stesso senso si muovono le ricerche astrologiche (del resto & gia diffi cile distinguere «astrologia» da «astronomia» alle origini della scienza moderna) che intendevano stabilire un rapporto tra le influenze degli astri, gli elementi na- turali e 'uomo, tali che quest’ultimo potesse piegare le forze celesti a propri fi «dl sapiente dominera le stelle @ antica insegna degli astrologi che torna insi- stentemente quasi ad indicare il programma delle conoscenze e delle pratiche astrologiche. Ma anche a volertrascurare Vanalisi di queste diverse posizioni, che siestendono ampiamente lungo il’600, un posto dovra essere fatto a quei sistem fisico-metafisici della natura in cui rfluiscono suggestioni di antiche tradizioni fi- losofiche, tagliate fuori dalla storia del pensiero per la prevalente influenza ari- stotelica: cosi, a seguito di una pitt articolata conoscenza della flosofia antica, tor- rnanonel Rinascimento filosofie della natura ilozoistichee vitalistiche,e infine ato- ‘istiche: la nuova utilizzazione di quelle antiche cosmologie servive alla costru- Zione di visioni del mondo fisico diverse dal’aristoteica e che parevano pitt conform alla dinamica dei processi naturali. In questo ambito assumeranno par- ticolare significato le filosofie di Telesio, Bruno, Campanella. a Paracelso Sostanzialmente dipendenti da quella medesima cultura neoplatonica ed ermeti- @e acui si possono ricondurre le dottrine di un Marsilio Ficino e di un Pico del- la Mirandola appaiono le teorie del medico filosofo svizzero Theophrast von Hohenheim, pitt noto con to pseuclonimo, da lui stesso impostosi, di Paracelsus * 4. Nato a Hinsedein nel 1493, dopo aver ottenito il dottorato in medicna presso TUnives. sth di Ferrara compie lunghi vagal in Furopa in qualith di medico militar. Stabltos! per breve tempo prima a Salsburgo poi a Strasburgo, nel 1527 ei traserace a Basle, chiama- tovi dai citcol riformati di quella ta con i doppio incario di medico municipal einse- {gnante all universt Costreto a dimettersi anno sueessivo peril caraltereeterodosso dei ‘uol comportament delle sue tring inizia una nuova fase ci peregrinazion,prenden- dosedesolo per brev period in varie cit del area germanica. Muore a Salisburgo nel 151, 2 8, Filosofia della natura emucon sieren Nelle sue opere, perd, gli insegnamenti derivanti da questa tradizione «colta» si intrecciano a suggestioni di altra provenienza, che si possono far risalire alla tra- dizione orale della medicina popolare, al patrimonio folklorico della sua terra di ‘origine nonché alla diretta presa di contatto, nel corso della sua esperienza di me- ico vagante, con quel vario complesso di procedimenti e teeniche di utilizzazio- ne e di trasformazione della natura che, a partie dalla fine del Medioevo, era sta- to elaborato, in modo sempre pitt ampio e articolato, dal mondo delle arti e dei mestieri I quattro pilastri della medicina: filosofia ¢ astronomia, Centrale negli scrtti paracelsiani @ la polemica contro la medicina ortodossa, di derivazione aristoteli- co-galenica, a cui viene contrapposta una diversa forma di sapere medio, fonda~ ta~come viene spiegato nel Paragrano~ su quattro «pilastriv: la filosofia, astro ‘nomi, Valchimia e «la personale virtd del medico». Nella loro accezione paracel- siana filosofia e astronomia hanno per oggetto il mondo della natura in quanto si suddivide in due ampie regioni: una inferiore, occupata dagli elementi della ter- ra e dell'acqua e una superiore comprendente Faria e il cielo. Queste due sfere, benché distinte e separate nello spazio, sono perd, per Paracelso, intimamente connesse, in quanto le determinazioni fisiche e i rapporti presenti nell'una si i- ‘rovano anche nellaltra le enti celesti si riflettono in quelle terrestr e viceversa, ‘Con questo suo dare rilievo alle parentele e ai legami di affinita che colle- gano nel cosmo anche gli enti fra loro pits remoti, Paracelso si riallaccia alle teorie ‘magico-astrologiche elaborate in eta ellenistica dal platonismo e dall'ermetismo, Jargamente presenti nella cultura europea del tempo, cosi come deriva da questa ‘tadizione un altro tema che nelle sue opere ha grande rilievo e cio’ quello dell'uomo come «anicrocosmo», in cui si compendiano tutte le caratteristiche e de- terminazioni presenti nel mondo della natura. In ambedue questi motivi Paracel- so introduce perd un elemento originale in quanto accentua l'aspetto cognitivo che vi era implicito: se egliinsiste sui parallelismi e le analogie che legano i vari settori del cosmo e questo, nel suo complesso, all‘individuo umano, cid & infatti soprattutto per mostrare come nella natura esterna il medico possa trovare tutto quanto gli serve sapere a proposito dell'uomo e che non potrebbe essere cono- sciuto direttamente. Cosi, ad esempio, sapere come si generino determinati feno- meni meteorologici comporta che si divenga esperti di quei processifisiologici e , sara capace di operare in modo che quelle varie forze si volgano al servizio dell'uomo, cosi come fecero i magi persiant «che jnvestigarono le cose occult di Dio e della natura, sua arte, € poi operarono cose meravigliose applicandole all uso umano». Te scienze sono al servizio della ma- sila religione, la medicina e Vastrologia Ia prima vserve per purgar animo per farsi atto elle conoscenzen, la seconda «per conoscere le virtit dell'erbe, pietre e setalie la simpatia e antipatia tra loro e con noi», la terze, Vastrologia, «per o- ‘osoere il tempo di operate». Scienza dunque che atinge le strutture profonde del Cosmo, la magia «sapienza speculativae praticainsiemen, permette dj arrivare a ‘ose soprannaturaliv, Tuttavia se propriamente i miracoli sono opera di «magia Givinan (opera ci’ di Dio diretamente otramite i suotinviat) la magia naturale ® capace di produrre opere che il volgoritiene miracolose, ma che in reat si fon- dano su unvattenta conoscenza delle forze naturali, presupposto per modificarle t inditizzarle a vantaggio degli uomini, fino a «prolungare la vita», a migliorare Je generazioni e~ usando sapientemente I'astrologia, cot la conoscenza del! in- 8 8, Flasofa dle natura e nua senza fluenza universale dei cili sul mondo sublunare ~ dare anche leggi agli uomini, prevedere il destino dei popoli. Vertice del sapere, la magia, @ la sapienza suprema propria di colui che legge in questo libro {della natura} e impara da lui quello che le cose sono, € non dal suo proprio capticcio, e impara Varte eil governo divino, ¢ per conse- fguenza si fa'a Dio simile e unanime, ¢ con lui vede ch’ogni cosa é buona [~]- ‘Dal Creatore imparae arte del creatore, nelle cose innestata sente,e per quel ln ogni cosa al gran fine guida e muove,finché ogni cosa sata fatta ogni cosa e ‘mostrera ad ogni altra cosa le bellezze dell'eterna idea, Or chi Yammira le co- ‘nosce, chile conosceI'opera, chi opera fia amico di Dio, partecipe della gran sa- pienza universale sempre beata e glorisa. a cal La «nuova scienza» Molti dei motivi che abbiamo ricordato nei paragrafi precedenti stanno alle ori- gini della «nuova scienza» del “500, espressione con la quale si intende indicare quella scienza che si viene costruendo attraverso un preciso approccio sperimen- tale e matematico alla conoscenza del mondo fisico e che trovera il suo pieno svi- luppo nella fisica meccanicistca e matematica del ’600: basterebbe ricordare, ol- {re alla polemica antiaristotelica e il richiamo alla diretta esperienza, la concezio- ne del sapere come tn operare, un intervenite attivo nei processi naturale, an~ ora, il presupposto platonico di un’ omogeneita profonda tra la mente dell'womo tea natura in quanto questa @ retta da un ordine matematico e geometrico. Inol- tre un notevole contributo alla nuova scienza aveva portato la filologia umanisti- ca, riproponendo la lettura di grandi classici della scienza matematica e meccani- ca dell'antichiti, prima ignorati del tutto o trascurat ilimiteremo qui a esporre altri aspetti eindirizzi, spesso di primaria im- pportanza, che stanno alle origini della nuova scienza e hanno provocato quella «ri Voluzione scientifica» che si avvia hungo il Cinguecento, sconvolgendo antichi quadri mentali e ordinate concezioni fisiche e metafisiche del mondo. La cisi della cosmologia aristotelica. Per comprendere i radicali mutamenti che si verificano gid nella cultura del secolo XVI nei modi di vedere, descrivere e con~ cepire il mondo fisico, si deve ricordare quella che era la consueta concezione ari- stotelica del mondo. a Manualedistra dlls, ra questo il mondo in cui vivevano gli uomini da quando, nella seconda ‘meti del secolo XIU, i era accolto Faristotelismo come la «filosofia»,e se ne era accettata tutta la concezione del cosmo, in una forma, ancor pitt schematica det originale, che era il risultato della lunge storia del/aristotelismo. Questo mondo era fatto di sfere concentriche, concepite come sfere reali enon come tracciati geo- ‘metric, in cui erano infisi i pianeti, fino all‘ottava sfera, quella delle stelle fsse, cui Tolomeo aveva aggiunto la none, o primo mobile; fete considerate incorrut- till e perfette, costituite dal quinto elemento. Al centro delle sfere celesti la Ter- ra, circondata dagli altri element: acqua, aria, fuoco; era questa la 2ona dei pro- cessi di generazione e corruzione (al di sotto della sfera della Luna). La Terra, nella geografia antica, era divisa in cinque zone: due zone glaci li ritenute inabitabili, due zone temperate abitabili al centro la zona torrida an- ch’essa ritenuta inabitabile. Solo dunque due zone, quelle comprese nelle fasce ‘temperate, erano considerate abitabili, né era ritenuto possibile un passaggio dall’una all altra percheé tra di esse intercorreva la zona torrida, non abitabile. Poi di fatto la zona abitabile era stata circoscritta al mondo conosciuto, dalla Spagna al’India. Inoltre,inabitabili si ritenevano gli antipodi, non potendosi pensare che dalla parte opposta alla nostra cifossero womini i quai, secondo una semaplicist- ‘cae popolare visione fatta propria anche dai fisic, in quanto opposti a noi, si sa- rebbero trovati a camminare con la testa in git e i piedi in su. ‘Questa geografia aveva trovato il suo appoggio scientifico non solo in «di- ‘mostrazioni filosofiche ma anche, nei primi secoli cristiani, in dottrine teologi- che; Finabitabilita di zone della Terra opposte a quella conosciuta era sostenuta ‘anche in base al principio che, essendo queste zone separate da noi dalla zona tor- rida non transitabile, sarebbero state inaccessibili ai predicatori del Vangelo ¢ guindi, se abitate,sarebbe stato impossible estendere a tutti gli uomini il verbo evangelico. Un monaco del Medioevo fu condannato per aver sostenuto V'abita bilitA degli antipodi. Le scoperte geografiche. # proprio questa concezione del mondo fisico~ cui era connessa tutta una concezione dell'uomo e dei «valori» ~ ad essere messa in crisi dalla rivoluzione scientifica del secolo XVI. Immediatamente risalta, in questo secolo, Vimportanza centrale che assu- me la rivoluzione copernicana, respingendo la cosmologia geocentrica e affer- ‘mando, con Veliocentrismo, una visione dell universo fisico opposta a quella tra- dizionalmente accolta e autorevolmente difesa da filosofie teologi. Ma a mutare ‘un’antica concezione del mondo e dell'uomo, attraverso la critica della cosmolo- giae della fisica aristotelica, hanno contribuito altresi esperienze molteplici, pro- mosse da uomini di diversa formazione; basti pensare come, ancor prima del- Yastronomia, fosse mesa in crisi la tradizionale concezione geografica dalla sco- a 8. Fiasofa dla natura e moa scienza perta di nuovi mondi. Esperienza fondamentale pet la coscienza europea, come gia avvertiva Amerigo Vespucci? parlando del «mondo nuovo» allora scoperto: «Questo va molto al di li del opinione dei nostri antichi, giacché la maggior par- te degli antichi disse che al di la della linea equinoziale verso il Sud non vi énes- sun continente, ma solo il mare chiamato Allantico; e se alcuni affermarono che viera un continente,dissero tuttavia che esso non sarebbe stato abitabile. Ma que- sta mia ultima navigazione ha dimostrato che la loro opinione éfalsa e del tutto contra all vert pole in quelle part! meridional ho trovato un continente Noi sappiamo che non solo sul piano geografico le nuove scoperte ebbero portata profondamente innovatrice; esse non silimitavano a mutare la cartografia antica emedievale segnando, la dove erail grande oceano Atlantico, nuove terree ‘un nuovo continente, Nella coscienza europea, la scoperta di un nuovo mondo metteva in crsi scale di valoritradizionali,e anzitutto la definizione stessa di vill&, fino allora strettamente identificata con la cultura ela civilta dell/Europa. Di fronte alle descrizioni del mondo allora scoperto si ponevano problemi nuvi: se gli abitanti del nuovo mondo vivessero in un felice «stato di natura» e quindi se a questa espressione potesse corrispondere una realta storica; se quei Popol avessero una religione o se fosse possibile vivere senza religione eleggi se i sselvaggin potessero trovare salvezza ultraterrena pur non avendo conosciito il messaggio evangelico. In queste varie maniere il tema del «selvaggio», soprattut- to quando se ne metteva in evidenza ~ come in molti racconti dei navigatori la bbonta, la semplicta, Fassenza di leggi e di religioni, poneva in crisi anliche dot- trine, come quelle relative alle origini dell'uomo, al peccato originale, ai modi dell'organizzazione sociale. Non sembrava pitt possibile adoperare parametri di valutazione assoluti: anche la definizione di «barbarie» veniva posta in discus- ione, perché «barbari» possono sembrare i modi di vita europei se confrontati con i modi semplici e naturali dei «selvaggi. Le arti meccaniche. Abbiamo detto dei navigatori: il discorso potrebbe ampliar- si per ricordare Vopera dei tecnici, dei pratici, degli sperimentatori,cultori delle arti meccaniche tradizionalmente ritenute inferiori alle atiliberali erion degne di uuomini liberi, destinate a fini esclusivamente pratici e non conoscitivi. Nei loro scrttinon si indicavano solo nuove esperienze, ma si veniva costruendo la visio- 7, Amerigo Vespucs (182-1512) navigatore, nei sol vari vag raggiune il Rlo delle ‘Amazzon, oltepasd per primo Eguatore hang la costa radliana verso aud, qin (- condo vega} spince ancora pb as lingo la costa del Amerie Merdionale io ala tata dS Mate, Larghissma diffsione ee suo Mand novus (1509 versione tina, certo simaneggios, della sua Eptla Lonnao de Male. 8 ‘Manual di lv dll fils. IL ne di un mondo diverso da quello aristotelico, con il quale 'uomo entrava in un rapporto nuovo, non pitt solo contemplativo, ma operativo. La contrapposizione polemica tra il carattere astratto della teoria aristotelica e il conereto mondo dell‘esperienza & assai significativa in opere di tecnici, Un ceramista del Cinque~ cento, Palissy', scriveva: Guardati dal credere alle opinioni di coloro che dicono e sostengono che la teo- ria ha generato la pratica [..] domanderei a quelli che sostengono tale opinio- ne se quando avranno studiato cinquant anni i libri di cosmografia e di navi- ‘gazione sarebbero capaci di guidare una nave come farebbe un uomo esperto, e pratico [..] nine quando avranno tanto discusso dovranno confessare che la, ppratica ha generato la teora [..].[o con la pratica dimostro in pitt punt falsa la teoria di moltifilosofi anche dei pitt rinomati ed antichi. Buna testimonianza, tuttaliro che isolata, dei nuovi compiti che la ricerca prati- a ed empirica veniva ad assumersi con chiara consapevolezza. Lo stesso ad esempio potrebbe dirsi delle ricerche di mineralogia e metallurgia come quelle di Giorgio Agricola delle ricerche di anatomia condotte da Vesalio”. 'Di qui, ancora, Vimportanza che vennero via via assumendo gli scritti sul- le teeniche e le macchine pubblicati nel Cinquecento. Si tratta di scritti dedicati a descrivere macchine e a indicame progetti nuovi. Non sempre si pud compren- dere quando questi progetti rispondano a esigenze reali, o quando sian estrosa escogitazione dell'autore. Ma sta di fatto che, dinanzi alle descrizioni di «axtifi- ciose macchine», si ha la sensazione che si stesse scoprendo una dimensione nuo- 8 Bernard Palisy (1515 cira-1589 circa, celebre ceramistafrancese: nei suo Discowrs ad ribs (1580) raceogie una vastissima messe di osservazion siche (sui metal, mineral fos Si sulle font ele condotte delle acque, ec.) e di consgh per manipolazion teniche(ave- ‘ve presso di sé un gabinett-laboraori di storia naturale): dalla sua patica i sperimenta- tore e dal ativia teenia per a lavorazione delle ceramiche nagoe la sua polemics cantzo i cataltere astrato elibresco dalla cultura scolastica, ela valonizzazione della dirttaespe- renza e della tecnica per conoscece [areata naturale 9. Georg Bauer (latinizato Agricola) (1441555) Dapprima studioso di teologia flosfia, prese poi ad ccruparsi di medicina, esereitando Ja professione nella ct minerara di Joa {himathal, In queste eicostanze si interessd di problemi di mineralogia ¢ di metallurga ‘compose quindi numerose opere su questo tema di cull pit nota il De re mee, in cul ‘st utlizea ampiamenteVesperienza dele teniche artgiane. ‘1, Andrea Vesalio (1515-1564), medico e anatomist, docente di anatomia all'atenco di a> ova. Autore del monumentale De crpeis hunni, testo fondamentale che sega una ‘uova epoca peranatomia, da Vesalo fondaa sulla dsoezione dei cadaver di uomini. Eb ‘beduramente contrara la magaloranza dei medic dl indsize tradizionale, che usavano te vole anatomiche derivate da Galeno ¢ Avicenna, prevalentemente fondate sulla disseione cadaver di animal, cs a 8, Fils della nature noon sina vva dell‘opera del!'uomo, una maniera diversa di conoscere, legataall'esperimen- to.ealla descrizione del particolare. ‘Un modo nuovo di conoscere. La ricerca del particolare assume valore non solo per i progressi che permette alle singole scienze, ma in quanto implica la valoriz~ zarione ela difesa di un metodo di approccio alla natura che rifugge dalle astra- zioni dei filosofi, che trova inutili le strutiure del discorso sillogistico, e ad esse contrappone verita di fatto, puntualmente sperimentate. Dalle tecniche nascono alcuni dei principali problemi metodologici della nuova scienza: anzitutto un modo nuovo di porre il nesso teoria-pratica, con una valutazione degli strumenti conoscitivi in rapporto alla loro capacita di modifi- care la reat esterna per creare migliori condizioni di vita all'uomo. Contro il di- staccato, metafisico contemplare, i criterio dell'utilita si pone come essenziale per discriminare cid che & vero ¢ cid che @ fals0, 0 meglio cid che vale la pena di stu- dire e cid che non vale perché fuori dalle capacit’ umane. ‘Tomando al progressivo allargarsi dell‘orizzonte fisico, alle «scoperte», ap- pare indubbio tuttavia che fu proprio questo ampliamento della sfera delle espe- rienze possibilia provocare la crisi pit profonda tra Cinquecento e Seicento. Il fa- miliare mondo aristotelico andava in frantumi: scoperti nuovi continenti enuovi popoli,I'Europa perdeva la sua posizione unica sulla terra abitata; infrante le sfe- re colesti la terra diventava un corpo come tanti altri ruotante nello spazio, non pitt al centro del mondo, gemma detl'universo. Da questo punto di vista di capitale importanza fu lo sviluppo della nuova astronomia: dall‘affermazione di Copernico che la terra non é al centro del mon do, fino alla scoperta che i moti dei pianeti non si compiono secondo traiettorie circolari, ma secondo ellissi, cio? la grande scoperta di Keplero, che rompeva il mito della «dignita» del moto circolare, al quale neppure Galileo era riuscito asot- trarsi. Alcuni di questi temi si troveranno sviluppati nel capitolo seguente sulla rivoluzione agtronomica, (Qui si vuole ancora soltanto ricordare come - per comprendere la nascita di tuna nuova metodologia scientifica - sia necessario tener presente che accanto al- la decisa e spregiudicata difesa dell’esperienza si verra affermando, pitt lenta- mente ma decisamente, 'importanza della matematica. Relegata dalla filosofia aristotelica aun livello di astrattezza che sembrava rendere impossibile la sua uti- lizzazione come strumento di conoscenza della natura, essa viene affermandosi invece come il mezzo che meglio di ogni altro permet la costruzione di una nuo- va fisica. Questo comportava I'eliminazione dalla fisia di tutte le qualita e forze occulte ela spiegazione dei fenomeni naturali in termini di quantita, cio’ di mas- se in movimento: sara soprattutto il Seicento a compiere questo fondamentale ri- volgimento scientifico. ‘Manuae distor dla oso. 1 Leonardo da Vinci Prima della nascita della «nuova scienza» matematica e meccanicistica, forse 90° fo Leonardo" ebbe chiara 'intuizione del fondamentale nesso esperienza-mate- ‘atica nella ricerca scientifica: nei suoi appunti é esemplare non solo la polemica onto ogni discorso fisio fondato sul autorit degitantichi che finiva pes esse- coun insieme di parole vuote, ma soprattutto la puntuale e continua affermazio- ne che wla sapienva éfigliola della sperienza»; in rapporto a questo, significativa Teoaltarione del valore delle arti meccaniche nel! esercizio delle quali eg era personalmente impegnato —in quanto proprio queste ali pongono a dirs'o cot Piito con process! naturali ene rendono possibile la loro dirtta conascenza, Ny tamentesignifietivo® anche il valoreconoscitiv che Leonardo assegna al dise- gno (imo centinaia nei sui manoscrtt), perché esso permette la rappresents- Jone praficae la scomposizione cosi degli strument delle macchine (di cu sy pegna a individuare gl ingranaggi, gi ati i gioco delle forze), come de sss Pee fel corpo, degli animalie dell womo, visti come macchine di cui Leonardo Studia e mette a nudo le strutture portanti (ossa, nervi, ec) Lesperienza sentita da Leonardo come la via che permet di conoscere la natura; my la natura @ retta da region cio® da legge sono ragioni necessarie, di acossita matematica, cio? leggi materatiche. Non dunque solo Vesperienza, ma Te anatematica sara necessaria a conoscere la necessita immanente alla natura [Fesperienza ibera dal astoita e pone a diettocontatto con la natura: allo p aes dell uomo sara in grado, con la matematica di cogliere le gion, cok le Trg della natura, Una volta conosciute le ragion,esperienza divented inate perché sara la conoscenza della legge che ci ender capaci di conoscere effet- TMuhe da essa derivano. E cosi sottolineato acutamente il rapporto tra esperienza aebilee conoscenza matematica e anche il carattere proprio di quest ultima che, sola, permet i raggiungere la conoscenza dela enecessti, cit dellalegge che regge I'accadere naturale. Mala posizione di Leonardo 2, si diceva, pressoché islata, ei suoi appuy” tinon permettono di individuare una ben definita metodotogia; oecorrerd molto su. Leonard nacquea Vine) nel 452. A Firenze godette dll protezione dei Medic Filo aa ene eesti del Rinazcimento si era formato da autodidatt, fuori agit ambient lett aa este vicino invec alle botteghe degli rtigian ede tecricy tuttavia cbbe a ben” Tat ale caltura umanistinforetina. A Milano compl studied experiment di ingegneris sae alcaattereteonico escietifico (farms quell sul volo, sila vit, slic, ec) ‘Mos in Franca vieino ad Amboise nel 1519 6 8, Filosofia dla natura e nuooa scien C ol oT ‘i fempo perché si costruisca una fisica in cui la connessione esperienza-matemati- ‘ca mostri tutta la sua fecondita: & quanto avverra tra la fine del Cing Ja fin jecento e il Indicazioni bibliografiche aizionietraduzioné italiane delle opere G.Bruno-T. Campanella, Oper a cua i A. Gurzoe R. Amero, Riccardi Milano- Napoli 1956. G. Bruno-T, Campanella, Sritt sceti a cura di L. Fipo, Utet, Torino 1966 (ristam- a) ‘T. Campanella, Opere letterarie, acura di L. 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