SE ES
Concetto di
pastorale liturgica
studi Riflessione epistemologica
a partire dal dibattito
contemporaneo
DOMENICO SARTORE, CSJ
Premessa
Nella programmazione e nell’attuazione della riforma li-
turgica, il Vaticano II ha espresso fin dalla Sacrosanctum Con-
cilium (=SC) 1, la convinzione di vedere realizzato in modo
del tutto partic: iL pri incipale
aveva assegnato, qu Te i
giornomdipiw la vita cristiana dei fedaiis (SO 1). Tutta la SC
rivela questo fondamentale intent srale, che ha trova-
to mirabile espressione in 2 ofetici del Con-
cilio:
« L’interesse per l’incremento rinnovamento della Litur-
gia é giustamente considerato come un segno dei provvidenziali
disegni di Dio sul nostro tempo, come un passaggio dello Spiri-
to Santo nella sua Chiesa; esso imprime una nota caratteristica
alla sua vita,
Nei primi venticinque anni successivi alla SC si € certamente
lavorato intensamente, a tutti i livelli, «per sviluppare sem-
pre pili questa azione pastorale liturgica nella Chiesa» (ad
“ $C 43 costituisce un solenne riconoscimento della importanza dell’azione
pastorale liturgica. Il testo, com’é risaputo, riflette, quasi alla lettera, due pas-
saggi del discorso tenuto da Pio XII il 22 settembre 1956 ai partecipanti al
Congresso liturgico internazionale di Assisi: cf « Acta Apostolicae Sedis » 48
(1956) 712.724.
LXXIX (1992) RIVISTA LITURGICA 9-24hance actionem pastoralem liturgicam ulterius in ecclesia So-
vendam), come puntualizzava SC 43, ma rimane ovunque dj
pressante attualita l’orientamento autorevolmente proposto
da Giovanni Paolo II a tutta la Chiesa:
«Se infatti la riforma della Liturgia voluta dal Concilio Va-
ticano II risulta ormai posta in atto, la pastorale liturgica, inve-
ce, costituisce un impegno permanente per attingere sempre pid
abbondantemente dalla ricchezza della Liturgia quella forza vi-
tale che dal Cristo si diffonde alle membra del suo Corpo, che
é la Chiesa».’
1. Lezioni della tradizione antica
La riflessione teorico-pratica sui rapporti tra liturgia e pa-
storale, iniziata nel Movimento liturgico, ha saputo trarre si-
gnificative lezioni dalla pid antica storia della Chiesa, ren-
dendo sempre pit chiara la duplice convinzione che la litur-
gia stessa dev’essere pastorale, e che essa, comunque, possa
adattarsi alle esigenze della comunita, esige sempre una cura
pastorale prima, durante e dopo la sua celebrazione.
In occasione del XXX anniversario del Congresso inter-
nazionale di liturgia pastorale di Assisi (1956) si é prestata,
di recente, una rinnovata attenzione alla celebre conferenza,
tenutavi da
ve della storia liturgica». Lo studioso austriaco, analizzan-
= 2 See er ae
sa assunte, finché poté essere una realta viva, si poneva que-
sta domanda: «Secondo quali criteri furono create queste for-
‘me? Dove troviamo la chiave del segreto di tante parole, let-
ture, canti, preghiere, movimenti, cerimonie, la cui varieta
ericchezza’é per noioggi/spesso umenigma? Soprattutto, per-
* GIOVANNI Paoto II, Lett. apost. Vigesimus quintus annus, n. 10, in
ae» 25 (1989) 412-413.
A. Jusomann, La pastorale liturgica come chiave della storia della Li-
Ip., Eredita liturgica e attualita pastorale, Ed. Paoline, Roma 1962,ché questa molteplicita di forme? ». Il p. Jungmann rispon-
deva: «La risposta a queste domande la troviamo nella/preoc-
talita dei fedeli, per la plebs sancta, ie
ininemnas gia iceaDionell
«stessa Venga santificata. Tale preoccupazione é stata ae
va nella creazione delle forme di culto...».*
Numerosi storici della pastorale antica e soprattutto gli sto:
rici della liturgia, hanno evidenziato che «anche la celebra-
r-
gia bisogna i ia i condotto, perché|
e
-ghiera della Chiesa, capire le sue azioni sacre, partecipare ne!
modo giusto, anzi non sarebbe autentica la loro intelligenz:
della liturgia se non fosse ricevuta dalla Chiesa stessa».’
* Ibid., p. 557.
* A. G. Martimort, La pastorale liturgica nell’esperienza storica, in: In-
troduzione agli studi liturgici, CAL, Roma 1962, pp. 149-173: lA. documen-
ta tre aspetti emergenti dalla prassi antica: la Liturgia, come preghiera di tut-
to il popolo di Dio; la sollecitudine pastorale dei pastori nella celebrazione
stessa; le varie forme di adattamento nella tradizione liturgica antica; cf an-
che: B. NEUNHEUsER, Legons du passé pour la partécipation a la Messe, in
«Questions liturgiques et paroissials» 42 (1962) 109-127.
Lo stesso Martimort sottolineava l’utilita per l’attuale pastorale liturgica
dei numerosi studi sulla pastorale delle Chiese antiche. Ne segnaliamo alcuni:
V. Saxer, Vie liturgique et quotidienne a Carthage vers le milieu du III siecle,
Istituto di Archeologia cristiana, Citta del Vaticano 1969; F. VAN DER MEER,
S. Agostino, pastore d’anime, Ed. Paoline, Roma 1971; A. G. HAMMAN, La
vie quotidienne en l'Afrique du Nord au temps de Saint Augustin, Hachette,
Paris 1985; V. Monacuino, La cura pastorale a Milano, Cartagine e Roma,
Gregoriana, Roma 1947; I., S. Ambrogio e la cura pastorale a Milano nel
secolo IV, Centro ambrosiano di documentazione e di studi religiosi, Milano
1973; E. Grirre, La Gaule chrétienne a |’époque romaine, 3 voll., Letouzey
& Ané, Paris 1964-1965; H. G. J. Beck, The Pastorale Care of Souls in South-
East France during the sixth Century, Gregoriana, Roma 1950; J. FERNAN-
Dez Atonso, La cura pastoral en la Espana romanovisigoda, Iglesia Nacional
Espafiola, Roma 1955; C. Garcia Det VALLE, Jerusalém, un siglo de oro de
vida litirgica, Studium, Madrid 1968; P. ReNTINCK, La cura pastorale in An-
tiochia nel IV secolo, Gregoriana, Roma 1970; A. Gain, L’Eglise de Cappa-
doce au IV siécle d’apres la correspondance de Basile de Césarée (330-379),
Pontificium Institutum Orientale, Roma 1985. Preziosi contributi possono ve-
nire anche dalle ricerche sulla predicazione: cf es. J. BERNARDI, La prédica-
CONCETTO DI PASTORALE LITURGICA II2. Verso un concetto di pastorale liturgica
Negli anni in cui, sulla base degli insegnamenti del Vatj_
cano II, maturava la riforma liturgica con tutto ’impegno
pastorale che essa esigeva, si sviluppavano vari modelli di rj.
flessione sistematica per meglio definire il fondamento, le fj-
nalita, il metodo, i caratteri della pastorale liturgica e la sua
specifica collocazione nell’ambito piu generale della pasto-
rale della Chiesa. Presentiamo in forma sintetica quelli che
ci sembrano i modelli pit significativi di questa riflessione,
a) Modello Roguet
La sua prima formulazione risale alla prima edizione del
noto manuale diretto dal Martimort (1961); é stata adattata
nella sua successiva edizione (1965) alla Costituzione SC, men-
tre non é stata pit riportata, né sostituita nella edizione pit
recente."
ne degli uomini), sottolineando la sua destinazione propter
homines...
La definizione di pastorale liturgica specifica quella di pa-
storale: « poiché la pastoralé é l’arte/dijgovernare, istruiree
santificare i] popolo cristiano, la pastorale liturgica é quella
parte di quest’arte che consiste nel farlo’partecipare in mo-
do attivo e cosciente alle azioni cultualiy affinché attinga alle
sue*fonti il’vero"spirito' cristiano’ E quindi la gerarchia
che stabilisce leggi e principi della pastorale liturgica.
La pastorale liturgica assume alcuni caratteri che la speci-
ficano metodologicamente: non é direttamente missionaria
(lo é solo in senso mediato, sia negativamente, che positiva-
tion des Peres cappadociens, Presses universitaires de France, Montpellier 1968;
A. Outvar, La predicacién cristiana antigua, Herder, Barcelona 1991.
° Cf A. M. Roauer, La Pastorale liturgique, in: A. G. Martimort, L’E-
glise en priére. Introduction a la Liturgie, Tournai 1961, pp. 229-236. Cf le
relative edizioni italiane.
" Ibid., p. 231.
12mente); é anzitutto educativa (paterna, istruttiva, formati-
va, progressiva); inserisce i fedeli nella tradizione vivente della
Chiesa.
Vengono indicati come e/ementi della pastorale liturgica
gli impegni concreti in cui essa si esplica: le esigenze pastora-
li nei confronti della celebrazione stessa e dei suoi condizio-
namenti esterni; le esigenze pastorali attorno alla Parola; la
catechesi; le monizioni.
Ci si interroga sul posto della pastorale liturgica (=p.1.)
nell’attivita della Chiesa: non esaurisce tutta la pastorale della
Chiesa (c’é un «prima», un «dopo», un «simultaneamen-
te», rispetto alle celebrazioni), ma la funzione stessa della
liturgia nella vita della Chiesa assegna alla pastorale liturgi-
ca un compito principale e unificante.
E un progetto classico di p.1., nel quale, insieme ad aspet-
ti di valore perenne, ne riscontriamo altri meno attuali, co-
me un’eccessivo isolamento della p.]., una troppo limitata
attenzione agli aspetti antropologici (segni, celebrazione,
scienze umane); una responsabilita troppo esclusivamente cle-
ricale e gerarchica.
b) Modello Gelineau
Secondo J. Gelineau," il fondamento della pastorale li-
turgica sta nei tre «munera», attraverso i quali si attua la
missione della Chiesa (insegnare, santificare, guidare) e nel
duplice movimento della liturgia, nel quale culto e santifica-
zione si implicano a vicenda.
L’attenzione é subito posta sulla funzione dei segni, nei
quali la Chiesa riconosce !’azione di Cristo salvatore, ma la
cui efficacia non é meccanica, in quanto suppone la fede e
la partecipazione cosciente: di qui il compito della pastorale
liturgica, che si propone di realizzare una comunicazione ef-
fettiva attraverso i segni. Essa si propone di creare e di favo-
* Cf J. Geuneau, La pastorale liturgica, in: Nelle vostre assemblee. Teo-
logia pastorale delle celebrazioni liturgiche, Queriniana, Brescia 1970, pp
41, La trattazione é rimasta sostanzialmente identica nelle due ed. italiane sue
cessive.
CONCETTO DI PASTORALE LITURGICA 13rire «l’ambiente culturale specifico » che permetta ai cristia-
ni riuniti di pienamente comprendere e pienamente porre in
atto i segni attraversoi quali essi possono comunicare tra lo-
ro econ Dio. Essa opera per la formazione e l’educazione
del « soggetto cristiano» all’uso dei simboli che costituisco-
no il mezzo di comunicazione con Dio nella comunita cri-
stiana.
Vengono illustrati come criteri di un atteggiamento pasto-
rale autentico: \’attenzione ai valori (integrita sostanziale dei
riti; interpretazione autentica dei segni); |’attenzione agli uo-
mini.(cultura umana dei gruppi; momenti particolari della
vita e tappe nella fede).
Tre note caratterizzano la pastorale liturgica: essa é nor-
malmente collettiva; é progressiva; ¢ veramente cattolica.
E una scienza e un’arte, per rendere i segni il pid signifi-
cativi possibile. Come arte, é un saper fare, che suppone la
conoscenza e l’esperienza pratica di varie arti umane (parla-
re, gestire, cantare, organizzare, celebrare, festeggiare, edu-
care, animare); come scienza, é prima di tutto consapevolez-
za umana profonda di cid che la Chiesa vuole comunicare
attraverso i riti; scienza teologica, ma con |’apporto delle
scienze umane relative (storia dei riti, semiologia, antropo-
logia culturale, psico-sociologia, letteratura, musica e arti pla-
stiche, ecc.).
La responsabilita della pastorale liturgica si pone a vari
livelli del popolo di Dio, il quale tutto, nel suo insieme, é sog-
getto della celebrazione, ma compete soprattutto ai pastori,
con i quali collaborano i ministeri laicali e vari organismi di
studio, consultazione ed animazione, che esigono gradi di-
versi di formazione specifica.
Questo progetto conserva maggiori caratteri di attualita
ed é stato ripetutamente approfondito dall’autore in pubbli-
cazioni piu recenti nel suo aspetto pit specifico (attenzione
ai segni), e nell’esigenza di una formazione adatta ai vari ope-
ratori, anche sotto il profilo pil propriamente tecnico.”
* Cf J. Geuieau, L’agire dell’assemblea: le azioni simbolicke, in: Nelle
vostre assemble. Teologia pastorale delle celebrazioni liturgiche, vol. 1, Que-
14
ip.c) Modello Della Torre
Ci riferiamo ad un contributo per un convegno dell’ Isti-
tuto di Liturgia pastorale di Padova, pit che alla voce « Pa-
storale liturgica» del Nuovo Dizionario di liturgia.”
Il fondamento della pastorale liturgica é colto nei tre «mu-
nera» della Chiesa, ma con la premessa che essi sono studia-
ti da discipline diverse, mentre Il’agire ecclesiale si svolge at-
torno ad oggetti concreti, sui quali convergono le varie di-
scipline. L’A. preferisce parlare di tre « pratiche » della Chiesa:
la pratica della Parola, la pratica della celebrazione cristia-
na, la pratica della progettazione e verifica ecclesiale.
Questa distinzione obbliga a cogliere cid che vi é di meto-
dologicamente specifico in ciascuna delle tre, ma la pastora-
le liturgica, come quella catechetica e quella organizzativa,
ha in concreto una competenza specifica che attraversa tutte
e tre le pratiche, avendo per ciascuna esigenze da rilevare e
iniziative da proporre: essa riconosce di non poter essere au-
tonoma in nessun settore, ma di aver bisogno dell’apporto
delle altre discipline.
Quali, allora, le prospettive di fondo della pastorale litur-
gica? Essa deve favorire il passaggio dalla « pratica rituale»
alla « pratica ecclesiale», intendendo per «pratica rituale »
non solo il « progetto rituale», ma anche i « modelli operati-
vi» che ne sgorgano, con riferimento al contesto della cele-
brazione, che la rende esistenzialmente efficace e culturalmen-
te significativa.
Lo specifico della pastorale liturgica é un sapiente, tenace
e paziente lavoro perché si verifichino le condizioni che con-
sentano alle celebrazioni di liberare tutta la loro capacita pneu-
riniana, Brescia ‘1986, pp. 96-110; cf anche tutta ’impostazione della nuova
edizione francese dell’opera: J. GELINEAU (ed.), Dans vos assemblées. Manuel
de pastorale liturgique, 2 voll., Desclée, Tournai 1989.
" Cf L. DELta Torre, Prospettive ed esigenze per una pastorale liturgi
ca, in: P. ViseNTIN - A. N. TERRIN - R. Cecouin, Una liturgia per ('uome,
Messaggero, Padova 1986, pp. 83-105; Ip., Pastorale liturgica, in: D. SAxvo
RE - A. M. Truacca (a cura di), Nuovo Dizionario di liturgia, Ed. Paoline
Roma 1984, pp. 1040-1059.
CONCETTO DI PASTORALE LITURGICA 15matica e cristiforme per strutturare le comunita ecclesiali come
concretizzazioni storiche del popolo messianico.
La pastorale liturgica attinge alle riflessioni teologiche, ma
le traduce in iniziative pastorali, valorizzando i momenti pro-
pizi e pazientando di fronte alle difficolta e resistenze, rico-
noscendo all’avventura conciliare e alla sua dimensione j-
turgica prospettive epocali che non si esauriranno alle soglie
del terzo millennio.
d) Modello Floristan
Questo modello si caratterizza, prima di tutto, perché tratta
della pastorale liturgica in stretto nesso con la pastorale pit
propriamente sacramentale, in consonanza con |’impostazione
di tutta l’opera."
Il fondamento della pastorale liturgica é visto nel fatto che
la liturgia é azione, e azione pastorale. Ma 1’A. preferisce il
termine « prassi», che ha significato pil ampio e pill profondo
di «pratica», in quanto connota impegno anziché accetta-
Zione, attitudine critica anziché conformismo, concretizza-
zione anziché astrattezza, ed in definitiva rivoluzione 0 cam-
bio radicale nella radice dell’uomo e nella societa, con riferi-
mento specifico al marxismo. La liturgia é « azione pastora-
le», in quanto esige l’esercizio di una pastorale, anche se non
si riduce ad una pastorale ed é solo una parte dell’azione pa-
storale, poiché esiste un « prima » della liturgia (il tempo del-
Vevangelizzazione e della catechesi) e un « poi» della liturgia
(il tempo della comunita e il tempo del servizio al mondo).
La finalita della pastorale liturgica consiste nel favorire
la partecipazione piena, cosciente e attiva del popolo. Ma que-
sta prospettiva viene specificata dalle annotazioni dell’A. sul
perdurante contesto socio-culturale dell’attuale liturgia: |’ac-
centuazione sacrale (una liturgia sacrale; una |. intemporale;
una I. clericale; una |. interclassista, che riproduce al suo in-
" Cf C. FrorisrAn, Pastorale liturgica, in: D. Borosio (ed.), La celebra-
zione nella Chiesa. 1: Liturgia e sacramentaria fondamentale, Ed. Elle Di Ci,
Leumann (Torino) 1992, pp. 565-614.
16
SA al
a eeterno le classi sociali e tende a mantenere nella loro condi-
zione gli oppressi); il carattere secolare; il contorno cultura-
le; la dimensione politica, talvolta espressa e vissuta in mo-
do unilaterale.
Si affrontano alcuni aspetti di una pastorale piu propria-
mente sacramentale: la crisi dei sacramenti, gli scacchi della
pastorale sacramentale, l’appartenenza diversificata alla
Chiesa.
Si illustrano alcune polarizzazioni della pastorale liturgi-
ca (l’evangelico e il sacramentale; la liberta e la norma).
Viene approfondito il discorso circa lo stile della celebra-
zione, in rapporto alla dimensione comunitaria dell’assem-
blea, la proclamazione profetica del messaggio cristiano, il
significato dell’azione simbolica, il rapporto liturgia-impegno,
la funzione presidenziale, i vari ministeri.
Altri aspetti di questa trattazione, come alcune problema-
tiche di carattere pedagogico, le interessanti indicazioni sul-
la preparazione di una celebrazione o |’approfondimento del
rapporto tra catechesi e liturgia si inquadrano meglio in una
programmazione concreta.
Conclusione parziale
Questi progetti teorico-pratici di pastorale liturgica non so-
no stati formulati secondo un metodo unitario e rivelano im-
postazioni, terminologie e aperture diverse.
Ci limitiamo ad evidenziare qualche convergenza e qual-
che peculiarita.
Il fondamento della pastorale liturgica ¢ visto da Roguet
nel duplice movimento della liturgia, sottolineando il prop-
ter homines; Gelineau lo scopre nei tre « munera» della Chie-
sa, in stretto nesso con le due dimensioni della liturgia; Del-
la Torre parte dai tre « munera» (nelle tre « pratiche » eccle-
siali), cogliendoli nella loro convergenza operativa; Floristan
valorizza invece il fatto che la liturgia ¢ azione, e percid prassi,
intesa in una prospettiva socio-politica.
Approfondendo la finalita specifica della pastorale litur
gica, Roguet la colloca nella partecipazione attiva e coscien-
CONCETTO DI PASTORALE LITURGICA 1
BIBLIOTECA
PONT. ATENEO S. ANSELMOte del popolo cristiano alla liturgia, a cui si riferisce anche
Floristan, sia pure in un’altra prospettiva. Gelineau Precisa
come compito della pastorale liturgica la realizzazione di una
effettiva comunicazione attraverso i segni nell’assemblea cri.
stiana, mentre Della Torre vede la prospettiva di fondo della
pastorale liturgica nel favorire il passaggio da una «pratica
rituale» ad una «pratica ecclesiale».
La determinazione della collocazione della pastorale litur-
gica nel pi. ampio ambito della pastorale ecclesiale tende a
superare la tripartizione classica, per sottolineare la funzio-
ne centrale e unificante della pastorale liturgica (Roguet) o
per constatarne l’impegno molteplice (Floristan) e l’esigenza
interdisciplinare (Della Torre).
Tutti questi progetti si arricchiscono di varie determina-
zioni, parlando di criteri, caratteri, elementi, polarizzazioni,
esigenze, ecc., della pastorale liturgica.
3. Confronto con la teologia pastorale
La pastorale liturgica, intesa come riflessione sull’attivita
liturgica della Chiesa, si é sviluppata negli ultimi decenni, so-
prattutto in rapporto alla storia e alla teologia liturgica, agli
studi biblici e all’ecclesiologia, valorizzando i molteplici ap-
porti delle scienze umane.
Ma puo essere particolarmente fecondo un confronto pit
approfondito con la teologia pastorale o pratica, disciplina
che negli ultimi anni ha compiuto un notevole cammino di
ricerca, per arrivare ad una sua autofondazione critica secon-
do un chiaro statuto epistemologico e per dotare gli opera-
tori ecclesiali, nei vari contesti socio-religiosi, di una meto-
dologia pastorale unitaria e solidamente fondata. Il confronto
potra essere efficace in ambedue le direzioni: sia nel senso
di una qualificazione pitt pastorale della pastorale liturgica,
sia nel senso di una qualificazione pit liturgica della teolo-
tia pastorale.”
Cf L. Deita Torre, Pastorale liturgica..., pp. 1046-1051.a) La teologia pastorale o pratica
Questa disciplina relativamente giovane e tuttora in pieno
sviluppo di riflessione e di ricerca presenta una panoramica
di correnti e di impostazioni, che qui non ci é neanche possi-
bile riassumere.” Preferiamo affidarci alla guida di un solo
studioso, che ci pare particolarmente autorevole, sia nella sua
attenzione ai vari punti di vista, che nella proposta di una
sintesi." Egli muove dalla constatazione che tra i vari autori
é stato raggiunto un ampio e fondato consenso sul fatto che
questa disciplina teologica ha identificato un proprio ogget-
to di studio e dispone di un proprio itinerario metodologico.
Prendendo posizione tra una prospettiva clero-centrica
(azione o prassi dei pastori), una prospettiva ecclesio-centrica
(azione o prassi della comunita ecclesiale) e una prospettiva
antropologico-soteriologica (in riferimento alla prassi anche
extra-ecclesiale), l’A. pensa che l’oggetto materiale di que-\
sta disciplina dovrebbe abbracciare la problematica concer-
nente tutto il rapporto religione-Chiesa-societa.
Per meglio determinare questo ambito materiale viene pro-
posta una catalogazione aperta che vada al di la degli schemi
classici precostituiti, ma tenga presente una serie di temi, at-
torno ai quali si sono storicamente radunati i vari problemi.
Essi riguardano: i soggetti, i referenti, i tipi generalissimi di
azione, le dimensioni, le forme istituzionali ed organizzati-
ve, i campi di azione, i differenti contesti, i modelli di azione
pastorale. La stessa diversita e complessita delle tematiche
stabilisce la legittimita, ma anche la relativita dell’articola-
® Cj limitiamo a segnalare alcune delle pubblicazioni italiane pit signifi
cative: M. Mipaui, Teologia pastorale o pratica. Cammino storico di una ri
Slessione fondante e scientifica, LAS, Roma *1991; B. Seveso, Edificare le
chiesa. La teologia pastorale e i suoi problemi, Ed. Elle Di Ci, Leumann (To
rino) 1982; G. Carparopout, La pastorale come mediazione salvifiea, Cita
della, Assisi 1982; E. Marinetu (a cura di), La feologia pastorale. Natura ¢
compiti, EDB, Bologna 1990.
“Cf M. Mipaui, Teologia pastorale o pratica...; per una presentazione
chiara e sintetica: cf Ip., Teologia pastorale, in: M. Mipaui R. Toneius (a
cura di), Dizionario di pastorale giovanile, Ba, Elle Di Ci, Leumann (1
1989, pp, 1048-1064 ¢ i tre contribuli successivi
LITURGICA 19
CONCETTO DI PASTORALEzione della teologia pastorale in discipline particolari (
chetica, odegetica, familiare, giovanile, ecc.).
Piu differenziata la ricerca sull’oggetto formale della teo.
logia pastorale sulla base di tre punti di vista fondamentali:
una disciplina che riflette sull’attuale divenire storico della
Chiesa; 0 che si pone nell’ottica di una teologia dell’azione;
o in vista di una prassi storica, legata a determinati contesti
umani, cristiani ed ecclesiali.”
Tenendo presenti queste tre posizioni, giudicate non in-
conciliabili, ma complementari, l’oggetto formale della teo-
logia pastorale viene cosi delimitato: «rilevare, valutare e
orientare, alla luce della fede e con I’ausilio di principi unifi-
, catori, di leggi, di modelli e di categorie interpretative, il di-
| venire della religione, del cristianesimo e della Chiesa, con-
siderato nell’ oggi e nei differenti contesti umani, cristiani ed
ecclesiali»."
L’oggetto formale cosi precisato viene studiato con un me-
todo proprio, o meglio con un proprio itinerario metodolo-
~ gico, dato il carattere dinamico della prassi in questione. Evi-
denziando i limiti di un metodo puramente applicativo, e le
prospettive pil ricche, ma ancora incomplete, del metodo del
Vaticano II (« vedere, giudicare, agire»), l’A. presenta un mo-
dello che si avvale degli apporti del metodo empirico, pro-
prio delle scienze dell’azione, vagliandolo alla luce di criteri
ricavati dal Vangelo, dalla tradizione ecclesiale e da una let-
tura cristiana dei segni dei tempi.
Tale itinerario metodologico si articola in tre fasi distinte:
— una fase kairologica (l’analisi valutativa di una situa-
zione);
— una fase progettuale (fase progettativa della prassi de-
siderata);
— una fase strategica (fase programmatrice del passaggio
dalla prassi vigente ad una nuova prassi).
Ognuna delle tre fasi passa attraverso vari momenti che
CM. Mupats, Teologia pastorale o pratica..., pp. 510-872
Ibid., p. S71
20
_si implicano tra di loro: un momento fenomenologico-
descrittivo, un momento critico-interpretativo, un momento
criteriologico, un momento normativo.
Di questo metodo, cosi configurato, viene approfondita
la qualifica teologica, mostrando la mutua implicanza di prassi
credente e di teoria teologica e il riferimento specifico ai luo-
ghi teologici; e poi, il carattere scientifico, ricorrendo ad una
concezione moderna di scienza e assumendo il ricorso alla
fede come orizzonte ultimo di verita e di senso.
E un metodo di teologia pastorale che richiede una solida
informazione di base su non poche scienze teologiche e umane,
necessarie a fondare una specifica competenza teologico-
pastorale, capace di dialogare con le scienze segnalate.
b) La pastorale liturgica
Muovendo dalla diversita e dalla complessita della tema-
tica che é oggetto della teologia pastorale abbiamo visto che
IA. da noi seguito proponeva I’articolazione di questa disci-
plina in teologia pastorale fondamentale e in discipline
teologico-pastorali particolari, tra le quali egli indicava la pa-
storale liturgica. La riflessione sistematica di questi ultimi anni
sulla pastorale liturgica ci suggerisce due considerazioni su
questa disciplina:
— E legittimo e doveroso un discorso specifico di pasto-
rale liturgica, ma esso appare riduttivo, quando non si tenga
sufficientemente conto della specialissima funzione che la li-
turgia ha nella storia della salvezza, nella vita della Chiesa
e dei singoli cristiani. I] Vaticano II ha espresso la convin-
zione che «la liturgia non esaurisce tutta la vita della Chie-
sa» (SC 9), ma nondimeno essa é «il cu/mine verso cui tende
l’azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui pro-
mana tutta la sua virtt» (SC 10). Un asserto che esige qual-
che precisazione, ma tale da ridimensionare un qualunque
giudizio di settorialita sulla pastorale liturgica, e da eviden
ziarne e fondarne la centralita e il carattere unificante nei ri-
guardi di tutta l’attivita pastorale della Chiesa
— Ma nello stesso tempo sono da tenere presenti i rise
CONCETTO DI PASTORALE LITURGICA 21an
che pud correre anche la pastorale liturgica di isolarsi da un
contesto ecclesiale pitt ampio, quando non tenga cont, che
la sua competenza specifica, come ha sottolineato L, ella,
Torre, attraversa anche altri settori della vita della Chiesa,
e, d’altra parte, essa non pud riconoscersi come autonoma
in rapporto a nessuno di essi, e non puo espletare il suo com.
pito senza un costante apporto interdisciplinare.
La pastorale liturgica ha certamente come oggetto mate.
riale tutto cid che nella vita della Chiesa riguarda la liturgia
e cid che con essa é connesso. Ha quindi un campo di ricerca
e di azione ben delimitato e articolato.
L‘oggetto formale della pastorale liturgica ci sembra pos-
sa essere indicato nella celebrazione concreta, in quanto ca-
ratterizzata da una sacramentalita ecclesiale specifica, nella
quale si esprime la funzione sacerdotale esercitata sia dal corpo
ecclesiale, che dal ministero ordinato. Non solo quindi la li-
turgia nella sua esecuzione rituale, ma tutto cid che nell’esi-
stenza cristiana e nell’attivita ecclesiale emerge come espres-
sione ritualizzata, e quindi pit intensa, della funzione sacer-
dotale.”
Questa opzione si apre a campi e a sottolineature diverse,
che vanno da una considerazione antropologica della ritua-
lita religiosa, alla specificita della ritualita cristiana, consi-
derata in ambiti pit ampi della liturgia strettamente intesa,
fino all’approfondimento della celebrazione liturgica come
«culmen et fons» della vita di una comunita cristiana, e quindi
a tutti gli aspetti del complesso rapporto vita-liturgia-vita.”
Ci sembra particolarmente illuminante ripensare in chia-
ve liturgica |’itinerario metodologico proposto dalla teolo-
gia pastorale, nelle sue varie fasi e nei suoi vari momenti:
— fase kairologica: dal momento fenomenologico (inchie-
ste, verifiche sulla base delle scienze umane), ad un momen-
to critico alla luce della Bibbia, della tradizione e dei docu-
menti recenti del magistero;
" Cf L. Detta Torre, Pastorale liturgica..., pp. 1050-1051
" Ibid., pp. 1055-1056,
22— fase progettuale: muovendo dalle esigenze emergenti
dalla ricerca pastorale concreta e dalla riflessione teologico-
pastorale sono evidenziate le mete da raggiungere;
— fase strategica: per attuare il passaggio dalla situazio-
ne data alla realta programmata si presentano una serie di
linee di programmazione concreta, di suggerimenti operativi
sulla base degli orientamenti forniti dalle scienze umane e dalla
riflessione teologica.
Nella sua specificazione liturgica questo itinerario meto-
dologico mette in particolare evidenza che esso non ha solo
un carattere applicativo, ma, come abbiamo gia sottolinea-
to, si rivela di tipo pit complesso, partendo da dati empirici,
che vengono elaborati alla luce di criteri di ragione e di fede.
Conclusione generale
Una riconsiderazione attenta della pastorale liturgica, in-
tesa come momento di riflessione sistematica sull’attivita li-
turgica della Chiesa, alla luce del cammino percorso negli anni
piu recenti dalla teologia pastorale o pratica pud dare dei buo-
ni contributi per una pit accurata definizione del suo profi-
lo epistemologico e per una riaffermazione della sua specifi-
cita che le deriva dalla peculiare funzione che riveste la litur-
gia nella vita della Chiesa.
Partendo dalla testimonianza della tradizione cristiana che
la liturgia esige un’azione pastorale che ne promuova la com-
prensione e la realizzazione piena, alcuni studiosi hanno tro-
vato il fondamento della pastorale liturgica nel concetto stesso
di liturgia, sviluppato secondo varie determinazioni che hanno
approfondito |’insegnamento conciliare.
Se la liturgia nei suoi vari aspetti e nelle sue varie impli-
canze puo essere indicata come oggetto materiale della pa-
storale liturgica, pensiamo che il suo oggetto formale debba
essere identificato nella celebrazione concreta, prospettiva
complessa che si apre ad aspetti diversi, riferiti alla sua pro-
mozione integrale (cf la veritas umana e cristiana dei segni
il trinomio progetto/programma/regia, |’animazione litu
CONCETTO DI PASTORALE LITURGICA 23gica, I’esercizio della presidenza ¢ dei ministeri, la
zione consapevole ¢ attiva dei fedeli), il suo inserimento
Vorizzonte esperienziale-culturale dell’assemblea, Vesplicita..
zione della sua dimensione impegnativo-politica, ece. :
Infine, pud assumere un notevole significato per la ricer-
ca specifica della pastorale liturgica l’itinerario metodologi-
co proposto per la teologia pastorale, nelle sue varie fasj
(fenomenologico-descrittiva, progettuale, strategica) e nei suoj
vari momenti, che ne definiscono il carattere empirico-critico,
Questa rilettura in filigrana della pastorale liturgica sullo
sfondo della teologia pastorale pud essere fruttuosa per am-
bedue, precisandone il giusto rapporto e favorendo un reci-
proco influsso sia a‘livello di riflessione teorica che di attua-
zione pratica.
D. Ss.
Istituto Teologico «S. Pietro»
Viale A. Diaz 25, Viterbo.