You are on page 1of 7
TEORIA E PRATICA DELLA TRADUZIONE LETTERARIA ROBERTO PUGGIONI BULZONI EDITORE Riccarno Bavist LA TRADUZIONE NE CON LE CULTURE INDIG “ONTATTO NE AMERICANE Nella comunicazione tra Nuovo & Vecchio Mondo e quindi nella traduzio- ne con i suoi fallimenti, aberrazioni e ricerca cli nuove forme per ridurre il “tradimento” o spostarlo dal suo asse egemonico, possiamo scorgere quet casi in cui tale lavoro si pone sul difficile crinale tra distinti universi concettuali Emerge cost la necessaria posizione ideologica da cui talvolta si muove I'ope~ rato del sradutiore diventando specchio € misura di un profondo confitto cul- ‘urate I contatto del mondo occidentale con le popotazioni indigene del conti- nente sud americano & segnato, oltre che dalla violenza con cui si impone ka nostra cultura, da una frattura nella comunicazione dovuta allo scontro tra lin- -2ue che racchiudono in sé modi diversi di concettuatizzare if mando. Nella conguista d’ America. i primi mediatori linguistic’ sono indigent che, per aver dimostrato una certa dimestichezza nelle pratiche linguistiche & nell'apprendimento, vengono catturati per insegnare loro lo ssagnolo in modo da poter svolgere la funzione di interprete. Venivano chiamati engi, (lingue), come Fetipitio testimone nel 1532 dell incontro tra Pimperatore In- ca Atahualpa e Francisco Pizarro. A Felipillo toed tradurre le motivazioni per cui quegli strani uomini con la harba venivano a impossessarsi di quelle terre, come anche le delucidazioni del padre Valverde dell’ ordine dei france~ scan, che accompagnava i conguistatori, I cronista indigeno Felipe Guamin Poma de Ayala, nella sua “Nueva erditica y buen gobierno” narra che Vimpe~ ratore incaico dopo aver ascoltato il discorso del religioso. in cui veniva di- screditata la religione autoctona a favore di quella cristiana, abbia chiesto una Fonte attencibile di quelle dichiarazioni, a quel punto la Bibbia, supremo rico- noscimento di quello che i conquistatori stavano per compiere. viene conse anata nelle sue mani, sancendo la comparsa della scrittura all"inerno di un mondo governato dall'oralita, L'imperatore incico non capendo in che modo quell oggetto potesse parlare si lascia cadete la Bibbia di mano, gesto che 191 viene interpretato come segn di slisprezzo ¢ che da il via alla sanguinosa bat- taglia. Viene da chiedersi con quali parole abbia potuto districarsi Felipillo trovatosi nella pericolosa conf lucia cei due mondi rappresentati da Atahual- pa e Padre Valverle, Un piccolo chiarimento in tal senso ci viene da un altro eronista, Gatcilaso le ka Vega el Inca che riporta lo stesso episodio con ('ag- siunta delle il dlolle parole di Felipillo che nel tentativo di esprimere il concetio cattoliew della trinita si pronuneiat eos: «Dio, tre © uno che fanno ia Fostacolo concettuale con T'espe- cliente della soma lasciandoci testimonianza di quanto potesse essere difti- cile i passitggio da un sistema di pensiero ad un alto, Altri fenguas dovettero cimentarsi con la traduzione di quell’atto di divtto chiamato Requerimienio e preparato al notaio spagnolo Palacios Rubio nel XVI secolo per dare una parvenza di legalita alla conquista e all’ appropria- Zione delle terre ameticane. Si legge in tale documento che Dio aveva creato il cielo, fa terra ¢ Adamo ed Eva da cui tutti proveniama, ¢ che inoltte aveva Iasciata San Pietto a capo del lignaggio umano, it discendente dt San Pietro, che era il Papa e viveva a Roma, aveva fatto donazione di tutte le Indie ai re di Castiglia si esortavano poi i nativi a comprendere tutto quanto gli era stato spiegato, a riflettere ¢ infine si minacciavano di guerra ye non avessero accet- tato la presenza straniera. Quel atto che veniva letto in spagnolo e nella mighiore delle ipotesi tra doito qualora vi fossero dei lenguas disponibili, & tra le cause che stanno al Forigine del detto sudamericano «la letra con sangre entra» cio’ la serittura cnitra con il sangue. Aggiungerci che anche la traduzione entra con il sangue nelle terre americane, rifletiendo sulle aberrazioni che dovevano avvertie gli indigent nel veicolare € nel ricevere quei concettiall’intema di culture che in molti casi considerano la terra come una madre comune per cui rivendicarne il possesso equivale a un atto blasfemo, ‘Ad aberrazioni simili non sfusy one operata dai missionari che dal canto Toro Furono i primi oecidentali ad acklentrarsi nelle lingue in ‘gene con il fine di diffondere la fede cattotica. Come passare da unio seems F.GP. ne Avaia, New erdnica + buen golem ed. di. V. Murra, 8 Adorno € 1 Atioste, vl, Maid, Hira 16, 1987, pp. 392-398, PG, DELA Vb EL Ica, Historie Gener del Peri Segura pare dle los Comentarios Reale se fos Incas, vol |. Mei, Bue N° 134, 1960 pp. 2-5 192 ontologico ad un altro? Come tradurre i pensiero occidentale che proviene da tun concetto lineare del tempo: unt monvlo cioe che nasce da una genesi € pro~ cede verso un giudizio finale, idea che « sua volta si interseca con delle astra- Zioni spaziali come inferno ei paradio, uno al di sotto della tera, P’altro at di sopra ma ambedne situati cronologicamente dopo la vita terrena Impresa ariaa se pensiamo che per essmpio nella cultura ancina il tempo ha una struttura circolare ¢ la parola pacha. quella pitt usata dai religiosi per Ja traduzione di inferno e di paradiso nelle spectewzioni di pacie di sotto © a Ta categoria pacha di sopra, possiede un alone semantico che comprende s del tempo sia quella dello spazio. Tra j molti ostacoli concettualirisalta inolt sione andina su una base essenzialmete monista, to — compo o essenza ~ sostanza, Proviamo quindi a immaginarei un mondo cche non ha nel sto immiaginario colletivo qualcosa che si assomigli alla filo- sofia di Platone 0 che concepisce i morti non tanto come aniine « degli spiriti cterei ma, coneretamente, come dei semi che dalla loro posizione sotterranea propiziano la fertilita del terreno o la possibilita di fare germogliare un futuro migliore, ‘A queste considerazioni si aggiunge l'instaurarsi nel tempo di una sorta di tradizione traduttiva cio’ la naseita a partire dai primi contatti di una serie di mutui equivoci linguistici che finiseono col tempo per essete considerati come dei modelli di equivalenze assolute tra le due lingue. Questo meccani- smo sta alla base del pregiudizio che i parlanti aymara si confondano nell’u- sare i tempi verbuli del passato ¢ del futuro, mentre la causa reale di cid risie~ de nella diversa ubicazione del tempo netlo spazio. Infatti il pensiero aymara calloca il passato in posizione frontale, davanti alla persona, ber visibile dal momento che & conosciuto mentre il futuro che non si pud vedere & posto alle spalle, II riflesso grammaticale di questa impostazione fa si che nella Tingua ‘aymara si possa usare il tempo presente per riferirsi al passato. Oppure Pesi- stenza nella lingua quechua di un sistema di persone diverso da quello occi- dentale in quanto comprendente due categorie che si riferiscono alla prima persona plurale: un noi inclusive e un noi esclusivo, come se per esempio al- Pinterno di un gruppo musicale si usasse il noi inclusivo per indicate tutto il g1uppo € il no} esclusivo per riterirsi ai soli suonatori di strumenti a corda, se 4 parlare & uno di loro, Di questo non si resero conto quei missionari che sur scitarono ilarita 0 forse sconcerto ne] momento che tradussero il Padre Nostr allle dicotomie spit usando l'aggettivo corrispondente sl noi inclusivo rendendo ana versione del- Ia preghiera cattolica che suonava in modo sinistro con parole simili a: «Padre nostro ma che sei solo nostro enon vostro...» Queste considerazioni pongono Faccento sulla drammaticita del eontlitte linguistico sudamericano, Aspetia rilevante nel caso di serittori che sano ka Jingua spagnola per esprimere kad versiti delle culture autoctone. Per avvicinausi a (ematiche pit: specificatamente letterarie, osserviamo to nei riguuardi della traduzione poetica di due tra i pit) grand icani impegnati nel riscatto delle culture indigene: it pert- viano José Maria Arguedas ¢ il Paraguayano Ruben Barreiro Saguicr. Nol Peri degli Anni Trenta, epoca che vede I'inizio della taicttoria di Ar- ‘guedas come scritiore, la maggioranza dei parlanti quechua era analfabeta € la cultura ufficiale per lo pitt disprezzava 0 cercava di rimuowere fa cultura autoctona, Questa scissione Argued la vive profondamente sia dal punto di vista petsonale, incarnando tutti contlitti di quello che si pud considerare unm metieciato culturale, sia dal punto di viste linguistico. Tutt la sua produzione: letteraria sara imperniata nel tentative di rendre la Tingua spagnola poros: nei riguardi delle strutture linguistiche del quechua. In tin suo scritto del "35, dal colo Tra if quechua e lo Spagnole langoseia del meticcio si legge come 1a lingua autoctona sia definita dall'autore espressione legittima dell’ vorno andino, per mezzo di essa & possibile rivelare anima di quel paesa quella luce che lo inonda, poche righe pit avanti ci avverte dell’angoscia che ha provato nel momento in cui ha cereato di exprimere i) mondo andino in spagnolo avvertendo tale tingua inadeguata per parlare det cielo, della piog- gia, della tenerezza verso certi aspetti della natura o dei sentiment che mud vono il cuore dell'uomo delle Ande’. In quel periodo Arguedas lavora come insegnante ¢ vede nelle abitudini linguistiche dei suo studenti metice:, che forzano Je strutture dello spagnolo coniaminandolo con i quechua, una spe~ ranza di riscatto per la cultura e la lingua autoctona, Per esprimere da dentro il dramma linguistico cultarale del suo paese At- jguedas crea una lingua letteraria che renda evidenza della frattura tra mondo ‘occidentale e mondo indigeno e che esprima con rigore la diversita della cul tura quechua senza seadese in facili mistificazioni, Processo che artiva al cul- 5M, Ascunons, Musca, dense ert deal dios del Peri ac. di A. Melis, Torino, Bi rid, 1991, pp. 39. 194 thine nel suo ultimo romanzo El corre de arriba y el zorro de abojo (La volpe di sopra e la volpe di sonto}, storia ambientata nel porto peschereecio di CChimbote ma inframezzata da pagine Ui diario che preanmuneianc ta tragica ka decisione del suicidio che Fautore compiri mel 1969, ‘Tra gli espedienti linguistici che mette in atto risalta uso di suffissi in guechua, Pintroduzione di lessico intigeno 0 di parole spagnols deformate dalla fonetica quechua, come anche la tendenza a spostare il verbo verso la della frase 0 la frequente omissione del articolo, Alcuni coneetti cultura- Ui indigeni tra cui Ia diversa disposizione verso la categoria del tempo Sono ri- proposti (producendo un effetto esiraniante) come st osserva nel racconto Warma Kuyay (che significa amore di bambino) quando il personaggio del Katu, un indio che decide di abbandonare seguito della vio~ lenza perpetrata dal padrone terriero sulla sua donna, annuneia la sua partenza con queste parole: diez dias mds atras me voy a ir, letteralmente diect giorni pitt indietro me ne andro ma con il signiticato di ancora dicei giomi e poi me ne andr®. L’espressione sembra essere un riflesso dell” ubicazione spaziale del futuro alle spalle dell’ essere umano, Ma questa sorta di mediazione linguistica che si risolve in un’ibridazione della Tingua spagnola non pud essere usata nel momento in cui Argucdas scr ve poesie in lingua guechua traducendole poi allo spagnolo, “Tre anni dopo la sua morte esce la raccolta poetica Kataray (tremare) in versione bilingue. Dall"analisi di studiosi dell” opera di Arguedas emerge nel proceso di autotraduzione un atteggiamento che mira a ticondurre la diversi 1a dei concetti indigent all’interno dell'universo culturale occidentale, in modo da readedti pit facilmente assorbibili, questo & osservabile sopraltutto nel modo in cui l"autore si muove tra i distinti apparati metafori dette diue lingue. Tn. un suo saggio sulle stesure poetiche di Arguedas, Antonio Melis ci in- forma che pid che di traduzione sia il caso di parlare di doppin redazione, esi- gonza dettata da intenzioni didascaliche nei confronti dei lettor in spagnolo* AI sigore che anima ls riflessione linguistica di Arguedas congiuntamente alla sua volonta di discostarsi da queglt autori che avevano offerto un'imma, "A. Muss, La doppia redacione delle poeste quechuadt José Maria Avguedan. !’Aq

You might also like