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82 Posi nile crave: che viene a forsarsi: let fungion— di collegamgnto trasversale di tutti 1 travetti, che si esplica attraverso ta sua capaéita flessionale e torsionale, nel caso ai disposizioni non uniformi dei sovraccarichi.*Questi ultima possono infatti assume re valori elevati speciaimente quando il solaio rap- presenta 11 calpestio di locali destinati ad uso com merciale di magazzino, deposito, ecc., abbastanza tre quente al piano terra degli eaitici. 3.2.4) Sbalzi. La sezione trasversale di uno sbalzo si presen- ta come in fig. 3-18 a e &); secondo che la soletta sia piena o alleggerita. Nel primo caso essa e’ ra stremata inferiormente, in modo da ridurre il peso proprio con una forma sutficientemente concorde con 1 andamento del diagramma der momenti. Se pero (ti gura 3.19) Ll’ ampiezza (luce) del balcone ec’ variabi le in pranta Ja suadetta soluzione con mensolatura pone 11 aitemma se realizzare 1 intradosso con pen aenza costante (fag. 3-19 &) o variabile (f1g.3 19c) 6 ko sbalzo con soletta piena sbalzo con soletta alleggerita con blocchi in Laterizio. a) Fig 3.18. b) — sbalzo leterale comunque Sagomato sbalzo trapezi0 ®) Fig3.19 abede at Alla pendenza costante corrisponderebbe una superficie di intradosso piana con un’altezza variatile della se zione a1 incastro (che nella sezione si proietta an A-A'): alla pendenza variabile (A =A') una superfi- cie ad intradosso. ingobbata che, nel caso che il peri- metro AA'BB! (f1g. 3-19 a) abbia i ata AA’ e BB! ret tilinei, assume Ja forma di paratboloide iperbolico. Se per semplacita’ esecutiva si vogliono evitare questi probiema si realizza la sotuzione indicata in tig. 3. 19d) con’ superficie ai intradosso orizzonta- le, alleggerendo ta struttura con laterizi. In questa soluzione si veratica J’irrazionalita’ che Ja soletta e’ superiore, cioe’ 1n zona tesa; 1a soluzione ai fi- gura 3- Be) secuzlone perche’, realizzata Ja solettina inferiore, piu’ razionale ma di piu’ delicata e- occorre successivamente disporre i laterizi di alleg- gerimento sui conglomerato ancora tresco e di piccolo spessore. Piu’ spesso quindi si preterisce 1a soluzio ne di tig. 3-19 4) disponendo aliargamenti della sezio ne resistente del travetto in prossimita’ degli inca- stri riducendo Ia larghezza dei blocchi di Laterizio man mano che il-valore del momento Jo richiede. Dal punto di vista esecutivo e’ opportuno ricorda re, che in questi casi occorre ben garantire (con staf te o distanziatori verticali) La posizione dell‘arma- tura metallica resistente nello strato superiore, per che’ e ben facile che durante |'’operazione di getto essa $1 abbassi con notevole riduzione della sua effi, cacia. E’ stato gia trattato dai precedenti . corsi lo schema di solaio a sbalzo posto in prosecuzione dei travetta deli'a campata retrostante. Si considera nel seguito pertanto lo schema di sbalzo (laterale) ordito trasverealmente all’orditura dei travetti del solaio adiacente.e quelio deljo shal zo @'angolo; per altri casi si riporta solo !a rappre Sentazione, di per se’ significativa, dei provvedimen ti di volta in volta adottati. 3.2.4.1) Sbalzi Laterali- Nulla ai nuovo occorre aggiungere al normale ai mensionamento dei tratto a sbalzo, La trave di testa ta, alla quale e’ vincolato lo sbalzo, sopporta le rea zioni a’incastro dello sbakzo stesso, il tompagno (e- ventuale) dai perimetro dell’edificio e 11 proprio pe- so. Per if calcolo dell’insieme sbalzo-trave-solaro(a diacente) si comsiderano nel seguito due schema stati ci, che coincidono solo per la zona, gia’ esaminata etfettivamente a sbalzo. a) Nel primo schema it momento d’incastro dello sbalzo e’ assorbito attraverso un regime. torsionale della trave di bordo, considerata incastrata in corri spondenza dei nodi che la collegano ai pilastri ed al le travi 3. 4, 5 (fig 3-20) disposte in direzione or togonale alla trave di bordo Fissando 1! attenzione sulla sezione SS indicata in fig. 3-21 a}, osservia- mo che la parte a sbalzo (a sinistra) esercita su quel la a destra uno sforzo di taglio T, ed un momento flet tente M, Quest ultimo comporta la trasmissione di uv na forza di trazione F - M,/h* attraverso 1 armatura metallica superiore e di una eguale forza di compres sione attraversa 11 conglomerato (vedi fig 3-21 4) 86 H H Y N N — © Fig 3.20.- Shalzo laterale NN r r a Il momento flettente, almeno inizialmente, non e’ as~ sorbito dalla trave totalmente in regime torsionale, ma, per congruenza, in parte anche a flessione dal so laio retrostante. Questo quindi risulta sollecitato interiormente a compressione (in corrispondenza dei blocchi di lateérizio) e, superiormente,a trazione(pel ta soletta in conglomerato nella quale sono disposte solo le armature di ripartizione prescritte dal rego- Lamento)} Anzi puo’ affermarsi che in una prima faseil momento flettente e’ assorbito per la maggior parte dal solaio, che ha una rigidezza flessionale molto piv elevata della rigidezza torsionale della trave. Tuttavia in breve tempo la resistenza a trazione del conglomerato della,soletta viene vinta ed il fer- ro ‘di ripartizione, presente in modesta entita’ ( se- condo le norme: 3 @ 6 per metro), viene eccessivamen- te sollecitato. La frattura che si determina riduce la ~seil ~16c0] 7 ») Ms . Ts ©) a) possibile linea di frattura i ermatura di rapartizione armatura a flessione el armature di perete’ — armatura a flessione Fig 3 21 rigidita’ del soleio e riporta praticamente quasi tut- to il momento alla sola trave, che risulta sollecitata a torsione all’ancirca dall’intero momento trasmesso gello sbalzo, cosi’ come ipotizzato all’inizio. In questa condizione limite sono noti i daagrammi del tagiio, del momento flettente e torcente per la tra ve. Dalla conoscenza del regime flettente e aelle Sol- lecitazioni tangenziali dovute al taglio ed alla tor - sione si ottengono le armature corrispondenti, costi tuite da barre longituainali (eventuaimente sagomate) e da armature ai parete a forma di rete realizzata con staffe ed ulterior: barre longitudinali. Le barre di ac ciaio’ che armano lo stbalzo si debbono ripiegare all’in terno delia trave (vedi fig. 3-21) per garantire latra smassione dello sforzo di trazione. * q1 momento flettente trasversale diminuisce man ma no che si procede iungo 1’altezza della trave tramutan dosi in momento torcente. La forza da trazione delle barre si trasmette per aderenza d@ll’acciaio al con - glomerato e da questo,per taglio,alla rete metallica costituita daile staife e dai ferri di parete destina- ta,con if conglomerato che la irrigidisce, all’ assorbi- mento delle tensioni tangenziali-. (ing. 3-21) f)). {1 momento torcente si trasmette longitudinalmente tungo 1a trave e da questa ai vincoli costituiti daing a2 di collegamento deila trave stessa con i pilastri e Je travi ortogonala innanzi citate (fig. 3-20). Per et fetto della reazione totale torcente questi pilastri e travi sono sottoposti rispettavamente ad un regime di pressofiessione e di ilessione Nel criterio accettato di fascia di comportamento e ricordando che 1 pilastri degli ultimi p1ani sonomol to tlessitili, si puo’ ipotizzare che tutto 11 momento torcente debba essere, nella prima ipotesi limite, as sorbito dalle sole’travi; cio’ e’ opportuno anche per che’ spesso tra pilastri e travi (indicate con i nu meri @@Oretia fig. 3-20) sussiste una frattura di esecuzione. : 7 Questo criterio di non tener affatto conto del con tributo dei pilastri, oltre a rappresentare una eviden- te ipotesi limite,consente all’impaicato di essere st ticamente indipendente dalle capacita’ di resistenza tlessionale dei pilastri con un proporzionamento valido a tutti'i piani( piano tipo). La rigidezza dei pilastri pero’ e’variabile iungo l’altezza dell’edificio e rende effettivamente valido questo schema limite solo nella parte piu’ alta dove i pilastri sono sottila e deformabili e all’impaicato, molto piu’ rigado dei pilastri, compete per congruen- za l'assorbimento pressocche’ totale della reazione torcente. Ai piani inferiorf4 invece i pilastri sono molto rigidi e possono assorbire anche 1a quasi tota- dita’ del momento torcente; le due ipotesi Limite con figurano la "fascia" di assorbimento de! momento tor- cente. £’ peraltro doveroso concludere con |’osservazio- ne che questo schema e’ staticamente ammissibile, ma comporta una lesione lungo la linea di attacco tra so laio e trave, il che e’ poco accettabile dal punto di vista estetico se si manifesta a edificio completato per i distacchi che si manifestano sulle superficiedi calpestio del pavimento (fig. 3-21 e). b) Nel secondo schema il momento d’incastro del lo sbalzo e* assorbito tutto dal solaio retrostante Occorre quindi rendere il solaio capace di resistere in senso trasversale alla sua orditura principale al- L'azione flettente indotta dallo sbalzo. A tale scopo (fig- 3-22) s'inseriscono nel solaio ortozonalmen- te elle sua orditura, una armatura metallica diffusa nefla soletta e travetti pieni discontinui (A) figura 3-23 Normalmente questi travetti si dispongono ad un 2érip interasse non superiore ad 1,5 - 2,00 m (due o treper campata) e si armang coa quattro barre di acciaio (@ 8 + @ 10) e staffe. La larghezza-di ciascun travet te deve essere commisurata al momento flettente globa le dello stalzo agente nell‘interasse tra di essi; es sa spesso si assume comunque pari a quella di un bloc co di Laterizio in modo da inserirsi facilmente nella trama gia’ predisposta sulla cassaforma del solaio. Per 1’ assorbimento dello storzo di trazione, che deve corrispondere sempre al momento flettente trasnes 30 dallo sbalzo, Le armature di questo si prolungano nella soletta del solaio e si piegano nel primo, nel secondo e talora onche nel terzo travetto in dipenden za della Luce dello sbaizo (1,00 + 1,50 2m). In definitava il momento flettente distribuito (m) esercitato dallo sbalzo si trasmette al sistemadiscon tinuo dei travetti (A) attraverso la capacita’ torsio nale deila trave di bordo, che e’ impegnata ad assor- bire if momento torcente che si sviluppa agli estremi aeli‘interasse tra i travetti(A)inseriti : nel solaio (fig. 3-23). Ik corrispondente regime torsionale e’in genere di modesta entita’, atteso il piccolo valore di i, ed e spesso sufficiente La sola capacita’della se zione di conglomerato ad assicurare l’assorbimento del le corrispondenti sollecitazioni tangenziali senza un calcoié apposito delle armature metalliche; tuttavia e sempre opportuno disporre un armatura a torsione -costiturta da una rete di staffe e ferri di parete di stribuita lungo il contorno della sezione. QOccorre anche osservare che, per congruenza, la trave comunque assorbe a torsione 1’ aligquota di momen to sia pur piccolo che fe spetta ne! rapporto del La sua rigidezza torsionaie rispetto a quella flessio nale de! solaio cosi’ irrobustito. La distribuzione dei momenti flettenti nei travet ti (A) si dovrebbe determinare considerando questi ap poggiati elasticamente alja trave ed alle nervature del solaio (fig 3-23). I1 problema cosi impostato dal punto di vista qualitativo, nan e’ di facile soluzio- ne quantitativa e un calcolo rigoroso di validita’ ge nerale sarebbe molto Laborioso. In via approssimata Potrebbe anche considerarsi isolatamente una solastri scia di lunghezza seminfinita con l‘origine in corri spondenza della trave di bordo (fig, 3-24) e risolve- re lo schema rappresentato in fig. 3-23) Anche senza risolvere materialmente questo schema se ne puo’ dedurre che a causa dello smorzamento rapi do delle caratteristiche, in genere e’ sufficiente a mitare la lunghezza degli elementi inseriti nei solaio alla seconds o terza nervatura del solaio stesso. Si puo’ anzi supporre ‘che gli effetti statici si annulli no in corrispondenza di tale sezione. Una ulteriore amatura suppletiva nei travett inter: ati dallo sbalsq erele fig 3 24. ipotesi semplificativa potrebbe considerare le reazio ni mutue tra elemento e nervature del solaio tra loro tutte eguali e la trave di testata indeformabile ovve ro rappresentabile con un appoggio fisso tenuto conto che essa e’ molto piu’ rigida dei travetti del solaio adiacente, E’ evidente che non appena il valore delie reazioni mutve supera quello de! peso proprio del so- laio, anterviene la resistenza flessionale dei travet a (fig. 3-24).a realizzare l’effetto di contrappeso che assicura l’equilatrio dell’intero sistema alla ro tazione intorno ad A. Supponendo valido tale schema semplificativo, La trave di bordo, Supposta infinitamente torcibile e quing: non piu’ sottoposta a torsione sopporta un au mento di carico verticale, che puo’ assumersi pari al carico complessivo dello sbalzo stesso, se gli elemen ti di ancoraggio (A) hanno la stessa lunghezza dello sbalzo Quindi nel calcolo della trave occorre consi derare questo incremento di carice. Inoltre le nerva ture del solaio sono sottoposte a carichi diretti ver so |'alto e quinda a ftlessioni di segno opposto aquel le normali dovute al carico direttamente agente sul so Laio. . E necessario pertanto. disporre nelle nérvature alle quali si ancora Lo sbalzo anche un armatura (su periore) atta ad assortire il momento (negativo) che vi si desta. In fig. 3-25 a) e 3 di sbalzo laterale 25 b) si riporta un esempio In fig. 3-25 cde, riportato un esewpio di sbalzo con‘ controsoletta 98 a) nee, ee eee rere 2-3 ws —» b) Me toceth evkegarh' 26480 Ud wnke) "A900. 0 86/t00m. fee 3 25 a) bo 96 Gore ary ne ni v 3.2.4.2 )sbalzi d angolo. Per gli sbalzi ‘angolo si consigiia di seguire il criterio approssimato qui di seguito esposto. Si supponga ta zona di jati ‘ 68 xt (elqguanto piu’ ampia di a’ x b')) separata dagst sbalzi latera- dived incastrata al pilastro nella sezione AA' (vedi fig 3-26). La risultante del carico, supposto unitor me, Q = psa, e concentrata nel baricentro G aella zona considerata € provoca in corrispondenza della se zione AA' 11 momento ilettente Me Qa Si procede alla verifica della sezione AA' a inca stro, considerate come una normale sezione rettangola re. In caso che 11 risultato della verifica sia nega- tivo si accrescono per tentativi, nei limita del pos. hl ottenendo un maggior valore per AA', op Pure si accresce lo spessore all incastro. Ottenuto un risultato accettabile, si di spongono Je barre di acciaio indicate dal calcolo secondo un ta se1o0 di centro P convenientemente arretrato (d1 100 = + 120 cm) rispetto alla sezi1one AA’. T1 punto P aeve essere arretrato anche raspetto al tilo Posteriore del ta trave CD per dare conveniente anterasse alle barre che abbracczano la trave stessa, Le Larre si sagomano a "molla" come in figura. . La forza (concentrata), che la trave CD esplica Per bilanciare lo sbalzo, si determina schematizzando 1o sbalzo d angolo (fig. 3-26 ) come trave su due ‘ap- Poggi uno in corrispondenza della sezione AA' e 1’ al 7M PAGANO - Teoria degli edifici. - 98 Ferra rapartitori _ aN Fig-3.26. tro in corrispondenza del punto P',con la zona aX & a sbalzo. La trave CD, che rappresenta 1’ appoggio in P!, e° quindi caricata dalta forza concentrata di valore M/, in wezzeria,; essa e’ tesa nella sua parte superiore e le sue armature devono ancorarsi profondamente nel- Je due travi di bordo per trasmettere le corrisponden ti reazioni dirette verso !I’alto. Si noti infine che te reazioni della trave CD, dirette verso 1’ alto,ingu cono nelle due travi perimetrali uno stato di solleci tazione atbbastanza vicino a quetlo che corrispondereb be al momento ftlettente globale trasmesso dallo sbal zo d’angolo applicato nel vertice e decomposto nelle due direziona. Le due travi perimetrali sarebbero sol decitate in tal caso da momenti alle estremita’ inve- ce che da due torze (costituenti una coppia) prossime agli estremi; esse devono essere armate con aaeguate armature superior: (tig. 3-27). Tutto quanto sopra presuppone una separazione idea Je della zona d’angolo dagli sbaizi adiacenti: nel- la realta’ non solo non e* cosi’ mae’ anzi opportuno curare 11 collegamento dello stalzo d'angolo con gli sbalzi adiacenti. A tale scopo si raddoppia 1 armatura di riparta zione, che viene ad incrociarsi nella zona a angolo,e 1 armatura di borao Si noti che, come sie gia tat to nel caso dello sbalzo lateraie, anche per lo sbal zo d angolo non si e fatto affidamento sulia possi bilita da parte dei pilastri di assorbire momenti flet tenti ma solo sulla resistenza delle strutture oriz zontali, Questa ipotesi e molto prossima ai vero a1 Pilani superzori in regime di servizio ed ai piani in- teriori in corso di esecuzione: si realizza'cosi uno 100 sbalzo “tipo” valido a tutti: i piani. La capacita fles sionale dei pilastri costituisce, ai piani inferiori,u na viserva di sicurezza in fase di esercizio; si e’an cora una volta adottato il criterio di "fascia" per 11 dimensionamento di questo elemento strutturale. Fig. 3.27. ‘In fir.3.28a) eb) e? rivorteto un esempio dz stalzo d volo. Fig 3 26 e) Strelcio di cerpenterze con cess di sbelri Jetereli obiiqui a angolo. tia 328 b) Superiormente e* réppresentata I armatura dello sbalzo d° angolo della fig. 3528 a). Inferiormente e' riportato un provvedimecte di “cucitural latereie per uno sbalzo incassato tra due Jati ri gidi. d 7 - 103 - 4) TRAYI. 4.1) Generalita’. Con La dizione "travi" s*indicano, neeli edifici, quegli elementi costruttivi che sostengono 11 peso der solai e di eventuali tramez2i e tompagni, per trasmet terlo direttamente o, piu raramente attraverso altre travi ai pilastri. Come sie gia piu volte ricordato. anche per le "travi" vedremo che il regime statico del singolo “e lemento" a rigore dovrebbe essere inquadrato nejlo stu dio della intera ossatura. che costituisce un "siste ma" cioe un "insieme" assolutamente inscindibile Cio” diventa necessario quando 1 ossatura e chia mata a resistere non solo ai carichi verticali (*) ad essa direttamente applicati, ma anche alle azioni o rizzohtali agenti sull edificio dovute, ad esempio al vento oppure a scosse sismiche (**) In questo caso le "travi" collaborano alla resi stenza in quanto, rigidamente connesse ai pilastri co stituiscono i "traversi" di "teiai" dea quali, secon do le normali schematizzazioni puo considerarsi com posto 1 edificio (***) (*) Per quanto riguarda 1] analisi dei carichi e utile consulta re il par § 2 ed in particolare il comma e). (1) A queste ultime azioni corrispondono ossature a "nodi spo stabili" trasversalmente inveoe che ea "nodi fissi" oggetto di questo volume (**") L assorbimento delle spinte oriztontali per il quale pos sono anche essere chiamati a collaborare pareti piene e panne}li di muratura inseriti nei tel i, si ésaminera’ nel vol. Iv. 104 Nel caso,che qui si considerera’, di soli carichi vertical1 sara’ possitile, attraverso il solito cri terio di "fascia", separare le travi dalla restante ossatura (*). Il regime ui sollecitazioni in una “trave",in ge nerale, dipende aga tutte le caratteristiche: flessio ne, taglio, toc’sione e storzo normate. Tuttavia ne- _ gli edifice: az dimensioni e caratteristiche usuali, nelle suddette tpotesi di carico prevalentemente ver ticale, La "flessione" ed 11 "“taglio" sono di gran lunge piu’ importanti delle altre caratteristicne, che saranno quindi: trascurate. 4:2) Travi“emergeiti” e travi a “spéssore. 4.2.1) Discussione enerale di alcuni aspetti worfologi ‘ef, tecnologici e statici. Dal punto dz vista morfologico, nelle ossature in cemento arnfato si distinguono travi "emergenti" e travi a "spessoré di solaio" (fig. ‘4-1). Le travi “emergenti" presentano una sezione tra- sversale a T o ad bk, 1n cui La suola e’costituita dalla parte’ piena del solaio che si puo’ considerare collaborante con fa trave e 1’ anima ha forma ret - tangolare “emergente" al!’intradosso del solaio stes _so o, solo piu’ raramente, all'estradosso. Le travi "a spessore" sono invece tutte conte- nute nel corpo del solaio; la loro altezza, cogtante, a o' sara’ possibile anche nel caso in cui le forze orit - zontali sono interamente affidate ad appositi elementi struttu- rali (vedi nota ***) e I*edificio puo’ con buona approssimazio ne ritenersi a "nodi fissi". - 105 - bq : “sy ese yi soletta normale del solaio — zona di solette ingrossate laterizi ribassati d>2 cm th pe d rs traferro laterizi normali coincide cioe’ con il suo spessore, mentre la Larghez za puo’ variare in funzione delle caratteristiche del la sollecitazione. La larghezza dell’ anima aelle travi emergenti de- ve essere tecnologicamente sufficiente ad avvolgere le barre costituenti Ll’ armatura metallica in un conglome rato di buona fattura e deve essere inoltre statica - mente iuonea a sopportare le sollecit” 1 ai fles- sione e taglio. Per le normali esecu7t n opera e’ - 106 - mediamente soddistacente una larghezza di 20 cm (rara mente si assegnano larghezze minori di 15 cm 0 maggio ri di 40 cm); L‘altezza e’ normalmente compresa tra 50 2 70 cm. Le travi interne al perimetro dell’edificio hanno quindi spessore generalmente minore della dimensione minima dei p:lastri e, per ragioni architettoniche,in planta raramente sono disposte assia!mente rispetto al pilastro, bens: con una faccia verticale coincidente con un suo Lato- invece le travi perimetrali talora si fanno di larghezza coincidente con lo spessore del la parete e del pilastro (fig 4:2) Queste disposizicni sono vantaggiose infatti nel fe distribuzioni interne Le travi emergenti si fanno cosi coincidere almeno per una faccia con isottostan ti tramezzi; questi sono di spessore minore delie tra vi‘ mae cosi® possibile rendere complanari una fac pil trave tramezz0 > Fig 42 ~ Pianta architettonaca dimosirativa dei ventaggi distribu Livi ottembils con disposizicn usivmetriche delle trovi tispetto ai prlastri 107 cia della trave deft tramezzo.e del pilastro ed avere sporgenze solo dal lato opposto che si fa corrispon dere possibilmente ad ambienti meno impegnativi dal’ punto di vasta estetico (corridoi servizi ece ) Lun go il perimetro si adottano sia travi di spessore mi nore che eguate a quello del tompagno e dei pilastra; da convenienza della scelta va valutata volta per vol ta attraverso lo studio funzionale deila parete (illu minazione isolamento termico acustico ecc ), Le travi emergenti richiedono un impiego ai accia io molto minore delle travi a spessore, in proporzio ne pressocche 1nversa ael rapporto delle altezze Va a vantaggio delle travi emergenti anche la mag giore rigidita che, a parita’ da ogni altra condizio ne esse conteriscono all interr ossatura, Poiche la rigidezza delle travi, a parita’ di ogni altro fatto ree proporzionale al momeuto di inerzia della se zione e. quindi al cubo aell‘altezza, ne segue che v na trave "emergente"” delle dimensioni innanzi indica te risulia circa dieci volte pau’ rigida della corri spondente trave "a spessore di solaio": si hanno quin di ridotte deformazioni per effetto dei carichi e mi- nore entita dei "distacchi" delle opere di completa- mento (muri di tompagno, tramezzi, ecc.). Inoltre lo incremento di rigidita’ trasversale. ovvero la ridu zione delle deformazioni dell ossatura dovuta ad azio ni orizzontali, allontana notevolmente il pericolo di una instabilita globale. Tuttavia e opportuno precisare che e’ sempre pos sibile realizzare un edificio ugualmente rigido adat tando 1n concomitanza con travi ‘a spessore pilastri di dimensioni opportunamente maggiorate (pilastri pa rete). > 108 Peraitro e aa attribuire a vantaggio delie travi a spessore una maggiore semp!icita costruttiva - da pendente dail fatto che 1a cassaforma deli impaicaw ri sulta completamente piane e una maggiore tunzionali ta distributive degli ambient: deli editicio, poten dos comunque variare 1a a1sposazione dei divasort in terni senza aicun vincolo imposto dalla posizione ael le trava Come gia’ risulta da queste brevi osservazioni, un contronto tra i due tipi strutturali, che tenga conto a1 tutti 1 parametri in gioco, non e* facile; esso e Anz. impossitale ed in pratica di volte in volta pre- valgono alcun: dea citati parametri nei aeterminare Ja sceita. 4.2.2) Déecusstone comparativa dell’ aspetto statico. Hiprendendo in particolare 1 esame aell% aspetto statico e anteressante qui ricordare che 1 due tipi ai trave,nelia bibliogratia tecnica,si ricollegano lo gicamente ai due nota schemi adi teleio a "pilastria ae voli" e, rispettivamente, a "travi deboli”. Con 11 primo schema sono ovviamente congeniali ie travai “emergentz": con 11 secondo le travi "a spesso re” (trava debol1) associate con palastri ain genere 1u robusta che nel primo caso Lo scnema di rottura d) una struttura dimensiona a @ Urava "“deboli° sottoposta a carichi orizzontal quello rappresentato in fig. 4-3 b nel quale es “© ta tengenza alia formazione di cerniere agii estre ee eS « - 109 - mensole incastrate al piede dell’edificio, In tal ca so le pilastrate se dimensionate solo in base allo sforzo normale tenendo conto ai fini,dell‘instabilite di lunghezze libere pari all'interpiano ~ non possono adi certo offrire adeguata resistenza, anche in asgen za di azioni orizzontali, quando l’altezza effettiva eguaglia quella dell intero edificio e la Lunghezzali bera d inflessione diventa conseguentemente 11 doppio a1 tale altezza In presenza poi di torze orizzontali la sollecitazione al piede dell’edificio diventa mol to elevata e logicamente si dovrebbe pervenire alla rottura per formazione di cerniere al piede aei pila stri (fig. 4-3b), Ma ancora prima ‘di arrivare a tale schema limite si perviene a condizioni critiche (glo bali) per uno schema (iperstatico) con un numero di cerniere minore di quello che lo rende labile (*). In questo caso occorre quindi che al limite i pi lastri siano dimensionati in mode da essere capaci al piede ai assorbire le azioni flettenti corrispondenti allo schema di mensola, considerando, a1 fina della instabilita’, una lunghezza Libera pari al doppio del l‘altezza dell’edificio; questi criteri conducono ra- zionalmente dai normal: pildstri alle "pareti" a se zione rettangolare notevolmente allungata (pareti si smiche o di controvento). : Lo schema a pilastri "deboli" (o a travi "rigiae" emergenti) (fig. 4-3 a) porta invece, logicamente, al 1a’rottura per formazione di cerniere localizzate pre valentemente alle estremita’ dei pilastri e,solo piu raramente,agli estremi di qualche trave (*) Questo problema e’ esaminato in dettaglio » proposito del Iinstabilita’ dei telai in regime elestoplastico (vol.V) - 110 - b) Fag 43-8) FT) telero. a “palastri deboli" (travi nigde) presenta a rotture greconismi cinenoticr parziali almeno ad un psano (generalmente jp base by celal 2 "trava deboli"” (pilestri rigidi) presenta.a rottu— re.mensole vertical; cé'leghte da pendoli © snfine rotture al Ja base. dei pilastri. : ~ lil - It collasso, nel caso limite di travi molto rigi- de, si verifica in seguito alla creazione di un mecca nismo cinematico con cerniere a tutti gli estremi dei ritti di almeno un piano, Esse, allorche’ si verifica la crisi, si localizzano preferenzialmente agli estre mi dei pilastri dei piano piu’ basso e si ha ta rottu™ ra per formazione di tale meccanismo parziale. Non st puo’ escludere peraltro anche in questo caso, sia in base alla teoria che ai risultati sperimentali, che, prima di pervenire ad un cinematismo, si raggiungano condizioni critiche globali per uno schema intermedio, ancora iperstatico. Tra 1 comportamenti descritti per i due schemz limite innanzi illustrati esiste una gam ma intermedia ai schemi dotati di caratteristiche in termedie di rigiaita’ Comunque e’ facxle desumere che il dimensionamen to delle travi e’ Legato in ogni caso inscindibilmen te al proporzionamento dei pilastri; e' logico ed im- mediato,inoltre,estendere 1 ragionamenta su esposti dal "telaio piano" al "telaio spaziale che meglio schematizza la ossatura dell’edificio, per aedurre la interdipendenza tra tutte le travi ed i pilastri che ne fanno parte. E’ bene pero’ precisare che |’ aspetto statico,per quanto importante, raramente.e’ determinante nella scelta sig del tipo strutturale che della sua morfolo gia, e che piu’ frequentemente altri criteri prevalgo no; tra i quali ad eserpio,come si e? gia’ accennatoy La "funzionalita’" e La "economia", intese nel senso piw lato. Il vantaggio tunzionale di una pianta libera puo’ prevalere largamente su ogni altra esigenza, quando si voglia Lasciare alil’utente la possibilita’ di variare > 112 - Je distribuzione durante o anche dopo il corso della uaa prea ooo, Btle ediliaia nelle qual.) Gnvcce” da distribuzione interna sia prefissata ea invariabi- te, La scelta e’ determinata dall’aspetto economico Jimatato al costo della costruzione, 4.2 3) Discusione comparativa dell ‘aspetto economico, Nella impossitilita’ di un contronto rigoroso completo tra 1 gue tipa strutturali, nel seguito,a ti tolo a1 esempio, ci si limita ad un contronto che tie ne conto 1n modo approssimato solo ael!‘aspetto econo mico costituito dat costo di costruzione. A tale scopo, individuati i parametri piu’ signi- ficativi, se ne considerano fissi alcuni e si fanno Varzare gli altri, determinandone i vatori che rendo- no minamo if costo. Nell’esempio che segue (fig. 4-4) Si considerano invariabili: lo spessore (s) della suo to (pari all+ottezza det solaio), ta Jarghezza (b)ael - 1a3 - ta trave, la larghezza (B) dell’ala, fa solitecitazio ne (vy) deli‘aceraio, © tuttr gia indici unitari a costo, det ferro (cy), dell’intonaco (compresa pitty ra) (c,), delta cassatorma (c,),del conglomerato(c,). Come parametro varzabile si assume solo 1’ altezza (h) della trave e se ne ricerca 11 valore per 211 quale il costo diventa minino. Naturaimente in un edifice tale ricerca andreb- be estesa a tutte Je travi; tenuto pero’ conto della opportunita’ 43 unificare le altezze e dei grado di approssimazione che e’ rnsito nella stessa indagine che si eifettua (a causa di tutti gli altri fattor: che si trascurano), e' certamente giustificato crea- re una trave ideale campione (*), che, per tuce, ca rico e vincoli, possa considerarsi rappresentativa, ai fini della determimazione del costo, az tutte le travi. Una sifddtta trave iaeale non e’ di didficile individuazione in normali earfici, specie quando in una razionale progettazione, la magize strutturale s1 pongs come elemento non secondario di impostezione dello studio distributivo degli: ambienti.In molt: ca sifinfatti,gli interass1 dei pilastri sono fissati an base ad una magii@ regolare e quinai e° facite in dividuare una sola campats (eventugimente due o tre campate che si ripetano un numero suitici‘ente cz vol te) economicamente “rappresentativa" deli‘ansreme del Je travi. Per quanto riguardsa 1! carico agente sulla "trave campione" nel grado d) approssimazione con nesso a questa intagine, puo certamente assumers) un '*) Bi molto frequente #1 caso che si debbeno considerare due trevi campione une interne ¢ Il’ elira perimetrale. M.PAGANO . Teoria degli editicr S ee valore medio costante, trascurando cioe’ 1’incidenza della variabilita’ adel peso proprio al variare della altezza della trave, e ritenersi quindi costante il carico totale. Per questa trave campione, che si suppone a se - zione costante, si possono determinare le condizioni di minimo costo riferendosi ad un suo tronco di lun=- ghezza unitaria appartenente al tratto di mezzeria, Occorre pero’ aggiungere aa esso Le maggiori quan tita’ di acciaio esistenti nelle zone di estremita (sagomati, staffe piu’ fitte, ecc.} supposte distri buite uniformemente su tutta la luce, cosi’ come si chiarisce meglio in seguito. Il costo del tronco pre scelto e’ somma dei-seguenta termini: a) costo del conglomerato b) costo dell’ acciaio (uniformizzato) c) costo dell’intonaco e della pittura 4) costo della cassaforma e) costo della eventuale sottostante parete di chitsura del riquadro sormontato dalla trave. a) It costo del conglomerate si esprime con il pro dotto de! volume di conglomerato emergente (*)dal so laio per il suo costo unitario: Ce = b(n - sc, EFL) dove t Jarghezza della trave {L] altesza totale [L] C.= costo per unita’ di volume dei conglomerato (4.L7°) ) Le parte compresa nel aolaio e’ stata supposta costante e ¢ quindi non interviene nel confronto 115 - tb) Tl costo dell’ acciaio vale M °F" Tow a, er [Hes ner] fev] M = momento flettente in mezzeria della trave cam pione. yy" peso specitico dell’acciaio [F L~*] Cy= costo deli’acciaio per unita’ di peso [£7] k = coetficiente (>1) che maggiora il peso delle sole barre inferiori esistenti in mezzera per tener conto nel tronco che si considera: ~ della incidenza delle stafte e dei reggistat- fe esistenti nello stesso tronce, + della incidenza delle maggiori armature esi stenti altrove, distribuite su tutta la lunghezza del la trave (armature d’incastro, tracci sagomati, sovrap posizionz, ganci; intittamento aelle staffe agli estre mi ecc.) Il vatore di &k va determinato di volta in volta attraverso un’analisi apposita; tuttavia, in pratica, per una stessa prassi di progettazione si puo’ ammet- tere che il valore gi k sia costante; che cioe’,al va riare della, luce, del carico e dei vincoli, il peso to tale di acciaio sia Jegato da una costante di propor- zionalita’ all’area della sezione ael ferro inferiore resistente a trazione in mezzeria. L'esperienza indi- - 116 - ca che k assume valori prossimi a 2. c) Il costo dell’intonaco e delle nitture ainterviene nel contronto economico perche in caso di trave emer gente lo sviluppo della superficie da intonacare e di pingere e maggiore di queila che competerebbe al ca so di trave a spessore; nel computo occorre tener an- che conto di eventuali magisteri per formazioni di spi mola (f1g. 4-5) utp C,,p e@' i costo unitario [&L°*] deti'intonaco e delle pitture, molto variabile in dipendenza delle caratteristicne di finitura dell‘edificio a e' un fattore (> 1) che tiene conte dei fatto che il costo deil’intonaco e della pittura non e’ vatutabile solo in base alla superficie. ma anche ai.sudaetti magisteri di spigolo. a4) Il costo della cassaforma si esprime con: Ch = 2 (n-s)C, + B {£1477} aove C, © il costo unitario convenzionale della cas- saforma per superfici piane: @ e' un coefficiente (> 1) che si propone di ri condurre al costo reale il suddetto costo valu _. ., Bato per unita di superficie della cassatorma (*) (*} La determinarione di B e' alquanto delicata, perche !'ese~ as - 117 spigoli Egiore — superficie la trave visibile all’ intradosso presenta quattro spigoli e due superfici laterali in piu’ rispetto alle trave e spessore spigoli tramezro se la trave ha spessore maggiore del sottostente tramezz0,presente solo due spigoli in piu rispetto alle t ve ® spessore Fig. 4-5 trave leggera ®) piattabanda, veletta caséonet! persiane avyol gibi trave ») cassonetto a, persiana ay volgibile esempi di trave esterna avene spessoré minone:a),o egua- le b) a quello della parete - 118 - e) El costo del tramezzo o -del muro di perimetro C, va'considerato in detrazione allorche’ la trave co- stituisce “erchitrave" di un riquadro riempito da un pannello di muratura, perche’ in tal caso, in tut to lo spessore o in parte di esso, sostituisce, per la sua altezza, il muro. Riferendosi, al caso piu’ semplice del tramezzo (*) (fig. 4-5) si puo’ esprimere tale costo con: cle. G, (n-s) [fb] dove e’ il costo deil’unita’ di superficie del tramezzo al rustico (il segno e’negativo per che’ in detrazione). \/. cutione di ume trave emergenté non comporta solo un incre- mento dellw superficie di caseaforma ma anche un notevole incre mento di magisteri e consumo di Iegno; infatti occorre tener pre aente che 1@ parte sporgente al di sotto del solaio rappresente un notevole eggravio, dal punto di vista costruttivo, per il mag gior impegno di tracciamenta © di costruzione nonche’ per I’ one re di taglio di tutto if tavolato di legno che supere if confi- ne imposto dalle nervature emergenti. Nel caso di trave @ spes- sorre, ovviamente, non esistono questi problemi di tracciamento o di esecutione ne’ linee obbligate di taglio e possono adotter si con maggiore convenienza sistemi di casseforme con caratteri sticke molto piu’ elevate di riutilizzerione ¢ minor coato “di montaggio (ad esempio, pannelli metallici, fogli di compensato, ece..) (fig. 4-5)- Forse piu’ opporttnamente il costa della cassaforma dovreb- be essere espresso da una formula binomia, di cui i} primo ter “mine esprime I’ incidenza,per unita’ di lungbezza di trave, del- ta mano d’opera occorrente, ©& }’altro J’incidenza per unita’ di superficie del materiale utilizzate per la cassaforma- (*) per il tompagno perimetrale il problema e” piu’ complesso perche’ Te soatituzione di parte del tompagno com Ta trave in- volge il costo dei rivestimenti.esterni, delle coibentazione ‘*r mica nonche’ altri problemi architettonici (avvolgibili, infis- si, ecc.). - 119 - In definitiva, sommando tutte le precedenti espres sioni, si ha l’espressione del costo totale C=b{h-s)C.+ * YC g42(n-s) Cz, 04 2(h-s)C{B-C, (h-s). 0,9no Essa rappresenta iJ costo di un tronco convenziona le delia trave campione di lunghezza unitaria,che puo assumersi come "indice di costo" della trave stessa Facenao variare l'altezza h il costo C e*rappresen tato da una curva nel piano (C,h), in cui te ordinate rappresentino ii costo (C) e le ascisse |’ altezza del ta trave (h) (41g. 4-6) Spesror c Cain bh! Fig. 4-6 - 120 - L'eventuale "minimo" gi tale curva si trova annul dando La derivata di C rispetto ad h: ac | Sn Mem Gg ranFa, VISIT? ACeap PELB-E, =O oe a =bC,+2 +2C ,B-C oan, vyCpk = EC, +2 aC; ,,42C,B-C,. Dividendo per C, si ottiene ancora: M ye Cy City 1 .. . : 0,9n* 0, C, os ac BS c © e © = tbe . Bem p Bin he Pig Ii secondo membro, posto sotto forma di una som- ma di Larghezze (b,b ecc.) puo’ fisicamente in- taps terpretarsi come la eres bog di una trave (i- deale) costituita solo da conglomerato che abbia lo stesso costo del tronco di trave campione. Infatti alla largnhezza ettettiva (b) si aggiungo no (algebricamente) altri tre termini che incrementa no la larghezza di quantita’ tali che il corrispon- dente costo di conglomerato, per ciascun termine, e- guagli quello del corrispondente magistero o mate- riale (cassaforma, pittura, tramezzi). Con riferimento alla trave ideale di solo conglo merato di larghezza (b;4) economicamente equivalente a quella effettiva (fig. 4-7) si ha quindi: M yelp OM big 019 C, oy B, (negativo) Fig. 4-7 ne = rt M a bid essendo e Co Cc, bog = bt2 a —f*P + 2 tL id Cc Cc © © L'altezza h* corrispondente al minimo costo, risul ta funzione del momento flettente M e,attraverso r', della sollecitazione ammissibile deli'acciaio, del: rap porto tra costo dell’acciaio e de! conglomerato ed,in - 122 - fine, attraverso L,g di tutti gli aitra costi rappor tati ciascuno a queilo del conglomerato . Se la trave campione e incasttata agli estremi Ja conaizione d1 compatitilita’ statica della sezio- ne d'incastro per il momento negativo Mi e fF M rl ee ri Bia 1usuale e ben noto coefficiente per 21 pro 1 essendo getto di seziona rettangolari a semplice armatura. asad A be M G ae | ae — 3 bia My ersengo generaimente nella suddetta 1potesi ai trave aneartrata < a
  • 4. din altra condizione di compatibilita’ statica,dae terminante per le travi appoggiate e’ ta verifica al taglio -aghi -estremi, dove l’altezza h* deve essere maggiore di quella che corrisponde al massimo vaiore cammissitile imposto dalle norme per ia sollecitazio- ne tangenziale: " Dia In nota (*) si riporta lo sviluppo di un esempio 41°) ESEMPIO ‘NUNERICO Assumendo i seguenti walori: 3 tm = 500.000 kgca Gy = 2000 kgcm” ; b= 20 cm f 7800 kem = 7800 -30 B000-2 m= 8960 «107 = BOL ke sk = 15 7 - 123 - numerico dal quale si trae un risultato di un certo interesse; infatti per gli assegnati valori dei coef ficienti, L’altezza piu’ economica della trave-risul ta di 18,5 cm, il che orienterebbe senz’altro il pro gettista ad adottare travi a spessore. Infatti quando il risultato teorico indica come altezza h* piu’ conveniente un valore di poco diver- so dello spessore s del! solaia, e’ intuitivo che e’ senzialtro conveniente assumere L’altezza pari ad s . Si puo’ al massimo determinare di quanto. il co- sto C aumenta teoricamente per il fatto che se’ di- versa dal valore h* fornito dal procedimento ~ Puo’ anche bastare a tale scopo un esame qualita tive dell’ anaamento della curva in prossimita’del mi nimo: se essa presenta ivi piccola curvatura, ed if valore di s e’ di poco discasta da h* si ottiene per s un lieve incremento del costo, certamente bilancia wooden *= iooo-10"* fen? ; @= 1,5 loo =7=1000-10°* &em* ; B= 1,5 = 0° (trave in. vista) 2¢ 2ac c : {v8 er, 246tep :) 7 5 VP eb e,> c,6 wife 2x1000X107 “x1, 5 : 2x1, 5x1000%107 “) 3 = Bs = « 8000X10 °x20 _ g000x10° °x20 . Te we Vtect Se. \ 7800 X10 exeszea _ 0,9 > of C 0, 9% 2000800010 . + 00.000 98 = 18,50 cm. ~ 124 - to dai vantaggi che repentinamente si determinano. pas sondo da una cassaforma discontinua ad una cassafor- ma piana. Occorre infatti sempre tener ben presente che il procedimento innanzi svolto ha carattere qualitativo, non essendosi tenuto conto in modo esatto di tutti i fattora che i ffettivamente intervengono nel costo. Nel caso che si e° considerato risuiterebbe poi che La condizione r'> r non sarebbe rispettat nel campo dei valori normalmente ammissibila per le sol- fecitazioni ail che orienterebbe ancora La scelta ver so la trave a spessore. 4.5 Pisnosizione delle armature nelle travi emergenti. 43 1 - Problemi'counessi alla presenza di "sagomati" In Italia la disposizione piu’ usuale delle bar- re metalliche nelle travi in cemento armato e’ quel- la idlvstrata dalla fig 4-8a che HF oi verticali pisni verticali in cui e’conte nuta le sagoma. de diritti in altez- za La posi - zione del fon- do e quella del —hracein Fig. 4-9 ») 7 ne nel caso, abbastanza ftrequente, che il numero del Je barre sia tanto elevato aa doverie disporre, per al rispetto degii interferri, in piu’ strati o "regz stri', E’ evagente che per le barre appartenenti ai diversi registri, le altezze delie sagomature debba no essere diverse tra Joro. Per una accettabile ese cuzione occorre anche studiare preventivamente !’ubi cazione delle singole tarre nella sezione trasversa- Je della trave essendo artficili, e talora impossibi li, an fase ai montaggio (fig. 4-9 b),deviazioni tra sversali dei segomati dal proprio piano di giacitu- ra. ~E! poi ada tener presente che in un edidiczio mul tipiano, dotato di iano tipo, Le rastremazioni dei pilastra obbiigano a spostare gradueimente la posi - zione delie sagomature ai vari piani per un raziona- le assorbimento de! regime flessionale e tagliante in prossimita’ del pilastro. Cio’ richiede specifiche in dicazioni nel "sagomario" delie armature. Ne risulta sostanzaatmente imficiata la possibilita’ di utiliz- zare il concetto ai p2zano tipo perche’ia continua va riabilita’ aelle dimensioni delie armature e° in con traddizione con la unificazione e la ripetizione al- Je quala tenderetbe tale concetto (f1g. 4-10) Inoltre in pratica. per rendere possibile il mon taggio dei segomati la staifa al banco si realizza aperta (v fig 4-11) e si raggiunge la iorma chiuse solo an un secondo momento picgando in opera 11 la to superiore di un angolo di 90° dopo che il montag g10 dei sagomati e stato completato. Talvolta, meno opportunamente si completano statfe ad: forma aperta aventi un modesto ancorageio superiors con cappel Jotti discontanur e quind: di minore s+ ticacia per - 129 - Fig 4.10 quanto riguarda il ripristino completo della forma chiusa (fig. 4-11) che e’ invece essenziale, ad esem Pio. in presenza di elevati momenti torcenti, Se non si affrontano e risolvono in sede di pro- getto e di esecuzione i protiemi innanzi illustrati, si verificano inevitabilmente aifett: del. manutatto. con pregiudirio, talora anche sensibile, della quali- ta’ e funzionalitea si verificano infatti, special- mente in mezzeria ed agli incastri, eccessivi adden- samenti di armatura € conseguenti midi di ghiaia (fag. 4-12) nel conglomerato. Se, ad esempio, nume- ros: “sagomati" (che andretbero disposti in pau re 9. M.PAGANO - Teoria degli edifici. - 130 - gistri) si realizzano tutti con la stessa altezza di sagowatura si determina agli estremi deila trave, dove si eccavaliano con queili delle campate adiacenti, uno strato di barre poste tutte allo stesso livello che hon rispettando 1 prescritti valori dell’ interterro, forma una superficie, praticamente continua,che inter- rompe la continuita’ de! conglomerato I} conglomerato ftresco,nella zona immediatamente al gi sotto aa tale strato di barre.si distacca per et tetto del calo che il getto sutisce nelje prime ore con pregiudizio cella preservazione del metaiio lungo I] conglomerato flyido continua ad assestarsi dopo il svetto; se il movimento e’ ostecola- to delle barre si puo’ formare un moto nel | pilastro. Loe eo la trave e dell’aderenza tra conglomerato e metallo. La scarsa compattezza, discontinuita’, del conglome- rato puo’ diventare pregiudizievole per la stessa sta bilita’ nel nodo @’intersezione tra trave e pilastro tormando un vuoto nella sezione compressa dei pila- stro,
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