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ALESSANDRO MANZONI TUTTE LE OPERE 4 cura e con introduzione di MARIO MARTELLI premessa di RICCARDO BACCHELLI VOLUME SECONDO SANSONI EDITORE DELL’UNITA DELLA LINGUA E DEI MEZZI DI DIFFONDERLA RELAZIONE_ AL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE >ROPO- RTA DA ALESSANDRO MANZONI AGLI AMICI COLLEGHI BONGHI E CARCANO, ED ACCETTATA DA LORO I sottoscritti onorati dall'llLmo signor Ministro della Publica Istruzione de!- Vineatico — di proporre tutti i provs- dimenti e i modi coi quali si_possa tigtare e rendere pitt universale in tutti i ordini del popolo la notizia della juona lingua e della buona pronunzia, — frovano necessario di premettere alcune eonsiderazioni alla proposta con cui si tiudieranno di rispondere allimportante Invito. ‘Una nazione dove siano in vigore vati Wiomi, e la quale aspiri ad avere una lingua’ comune, trova naturalmente in {questa varieta un primo e potente osta- rola al suo intento. In astratto, il modo di superare un tile ostacolo ® ovvio ed evidente: s0- witwire a que’ diversi mezzi di, comu hicazione d'idee un mezzo unico, il qua le, sottentrando a fare nelle singole parti della nazione Vufzio essenziale che fanno 1 pacticolari linguaggi, posse anche sod: disfare il bisogno, non cost essenziale, senza dubbio, ms rilevantissimo, d’in tendersi gli vomini delPintera nazione tra di loro, il pitt pienamente e unifor memente che sia possibile Ma in Ttalia, a ottenere un tale in- tento, s"incontra questa tanto singolare quanto dolorosa difficolta, che il mezzo esso @ in questione; e mentre ci t10- viamo daccordo nel voler questa lingua, quale poi essa sia, 0 possa, o deva esse- re, se ne disputa’ da cinquecento ar ‘Una tale, si direbbe quasi, perpetuitd di tentativi inutili potrebbe, a prima vista, far credere che la ricerca stessa sia-da meteersi, una volta per sempre, nella gran classe di quelle che non han hho rluscita, perché if loro intento & i maginario, ¢ i mezzo che si cerca non tine che net devide, Tontani per sé da_un tale scoraggi mento, e animati dalVautorevole © pa- triottico invito del sig. Ministro, i sot toscritti non esitano a esprimere la loro petsuasione, che il mezzo cera, come €% ancora; che il non avere esso’poruta fesercitare le sua naturale cttivith ed ceffcacia, 2 avvenutp per Ia mancanza di circostanze favorevoll, senza, perd, che tuna tale mancanza abbia_petuto farlo imenticare, né renderlo alfatio inopero- 50; e che questa sua debole attivith & quella che ha data occasione ai tant! sistemi che hanno potuto sovrapporglisi come le borraccine @ i licheni s un albero che_vegeti_ stentatamente, ‘Questo mezzo, indicato dalla cosa stes- sa, ¢ mesto in’ evidenza da splendidi cesempi, &: che uno degl’idiomi, pitt o meno diversi, che vivono in una nazio- ne, venga accettato da tutte le parti di essa per idioma o lingua comune, come piace’ di pity giacché a diflerenza fra 1916 questi due termini, & puramente nomi- se, come rewuterd dt pi un Inogo i questo scritto, senza che ci sia biso una dimosttasione dreta sme ‘Abbiamo detto che un tal mezzo 8 indicato dalla cosa stesse; ¢ infatti per sostituire una cosa a molte, milla st pad iimmaginare di pit adattato e vieino al Teffeto, che il prendere una cosa della stessa natura di quelle, formate nello stesso modo, vivente d'una vita mede sima, come sono appunto glidiomi. tra i loro rune et Abbiamo anche accennati degli splen- didi ceemph, © ne tcchereno tee Sen didissimi; e per il primo, quello cella lingua lating, che basta nominare perch corra alla mente quale e quanta. poté essere, ¢ in quante’ parti difonders, E anno se no ier rkevato per inae euaggio. usato in Lisitro esempio & quello della Fran- cia, dove, pido meno esplicitamente, ma per un eoncorso. di fati, a lingus i Parigi ¢ ‘rconosciute per’ la Hngua della 'nazione: consuetudine. princptata dallasanaione di Ugo Gapetd al trons, sulla fine del secolo decitno, e che era it consolidata e difuss nel duodecimo, Gio’ un buon. pezzo prima che, tra df ok pcise « paar il caso nostro. Tl nome poi di lingua francese ton le venne dallesser diventata la lin gua della nazione, come si crede comu. Bement: a Fave gh ome sp pro prio e particolate, per significare Pidlioina gil ato ‘ert che tava I'lle de France, e pid usualmente la France, nel quale si trovava Patigh © del quale era dca quel? Ugo che divenne it capo della terea dinastia Insieme con Ia lingua, divent® ‘comune il nome, i quale," per un incontro fortuito venne 4 guadtare a novo e pandioso destino E non c' da maravigliasi che una tal ing, vendo une ust de woparee alle tante.e diverse unith deg! idiomi viventi nella nazione, abbia poruto uscit ai casa, piantatsie vivere al loro faneo, fceupat Sempre un po’ pit del loro So-e, se non bandift alate, accontant SCRITTI LETTERARI E LINGUI Seed sg pt am inp | Se Re ree ee He ante Lag abs po calngee eeoeee a cae pees ere rea Sa en ct sly i oe mee gra cele Seed ee suing gree Saves nal pe morgane ot cabolario come quello dell’Ac Se mat green Sr ae Swe cote Si pele mepl a se fore il op sour i ope ne aga nena Se ‘mo, locuzioni segnate d'uno stesso ooo ote i conviventi; e riguardo al secondo 4 Tongue sia, i pe di locual saa mal, pe perfluo ¢ Tincerto, manca spesso il Se ne ee Reread eee i Ne erie aie a ee ee pel ee pr, sy ee = gee spesso molto singolari, ma che dal’ Ere Sr oe al an scons « a dee tt See ee aril Hog Mtn ase DELL'UNITA DELLA LINGUA EOC. ‘wol mantenere a chi pensa che Vaccet tazione e Pacquisto delfidioma Gorentino i mezzo che potsa dare di fatto a'Ktalia una lingua comune, Senza il Iunicipalismo di Roma e di Perigi non fi sarebbe stata, né lingua latina, né lingua francese. dice, © con tapione, che una gran gic de! successimirabili div quelle ingue fu Veffeto del relazion, diremo toni, forzate con Rama e con Paci, de" paesi di cui quelle citta divennero, di mrano in mano, le capitali. E se ne in- ferise, ma contro ragione, che tai esem- non coneludano per il nostro caso, Ron's sett, angomentando. cos), che ve quelli furono.aiuti per _combattere fe unt idiom, a condone ese dlale perché potessero operare, era aver ona che dase il modo ai far di meno ali quell, ciot un linguaggio venuto, ‘ome loro, in una societa vivente e riu- nita, dove una totale continuita di lezioni tra gli uomini produce neces- mente. uh uso uniforme di lingua Ora, quella condizione @ la stessa nel reo caso, come in ell; @ sarebbe tna cosa troppo strana, che la maneanza di mezzi sussidiari diventasse una ragio ne per poter far div meno d'un mezzo cvenaiale TRiconosciuta_poi che fosse Ia neces un tal mezzo, la scelta d'un idioma the ossa servire’ al caso. nostro, non trebbe esser dubbia; anal & fat, erché & appunto un fatto notabilissimo questo: che, non cessendo stata nel- Maia moderna una capitale che abbia potuto forzare in certo modo le diverse province @ adottare il suo idioma, pare iT toscano, per le vite d'alcuni seritt famosi al’ loro primo apparire, per la fclce caposizione di concetti pit comu- ni, che segoa in molti altri, ¢ resa fac ds alcune qualitt dellidioma medesimo, che non importa di specificar qui, abbia potuto essere accettato e proclamato per lingua comune dell tala, dare general mente il suo nome (cos! avesse_potuto dar la cosa) agli scitti di tutte, le part Tealia, alle prediche, ai discorsi pub- bic,’ anche privati, che non fossero expres in nessun altro de? diversi idiomi 7 @talia, E Ja ragione per cui questa denominazione sia stata accettata. cost facilmente, & che esprime un fatto chia- 10, uno di quelli la di cui viet & nota a chi si sia, Ognuno infatti, che nen sia reoccupato da opinioni arbitrarie e si- Stematiche, intende subito che, per poter sostituire un linguaggio novo a cuello d'un paese, bisogna prendere il linguag- gio d'un altro psese. ‘Svaggiunga un altro fatto itnportante anch’eso, cio? che, o tutti 0, quasi tutti quelli che negano ‘al toscano [a ragione di-essere Ia lingua comune d'Italia, gli concedono pure qualcosa di speciale, una certa qual. preferenza, un certo, qual ivilegio sopra gli altri idiomi d'Italia. Gon che, pervert), danno segno di ton vere una chia log nazone una lingua; la quale non é, s¢ non tun tutto; ea yolerla prendere un po” di qua e un po’ di 18, & ii dim ‘maginarsi perpetuamente di farla, senza averla fatta mai, Per chi ragione, @ con- cedere i tutto. 1, Et gsservars, del rimanente che la denominavione di lingua toscans, non. corrisponde esattamente alla cosa che si vuole e si deve volere, ciot a une lingua tuna; mentre il parlare toscano ® compo- sto d'idiomi pochissimo dissimili bens tra di loro, ma dissimili, e quind) non formanti una unit. Ma Pimpropricta del vocabolo non potri cagionare equi- vvoci, quando si sia, in fatto, accordo nel concetto; in quella maniera che le denominazioni di latino, di francese, di castigliano, quantunque ‘derivate, non da delle citta, ma da dei teritdri, nor han- zo impedito che, per latino s'intendesse il Tinguaggio di'Roma, come, per fran- ese © per castigliano, s'intendono quelli i Patigi di Madtid, Uno poi de’ mezzi pit effceci ¢ d'un ffetto pit generale, particolarmente nel- Te nostte cireostanze, pet propagare una Tingua, &, come tutti sanno, un vocebo- lario. E, secondo i prineipi e i fatti qui esposti, il vocabolario @_propesita per THrlia’ non potrebbe_ exter lithe quello del Tinguaggio florentino vivente ‘Ma qui (ed & la cagione che ci move 4 toccar questo punto anticipatanente, wie ea parte dagli altri prowedimenti), qui insorgeranno. senza Gubbio, pit clamo rose, pid risolte, pid ineaanti le obie- zioni che le cose dette fin qui aveanno git potute.suscitare. Ne accenneremo Guattro, che ctediamo le prinipall e le pit riperute; © confidiamo’ che un breve same’ di esse potth servire a mettere in pit chiara luce Tassunto ‘La prima ® che, dovendo un vocabo lario essere come il rappresentante delle cognition’, delle opintoni, det conceit Gogol genere, d'una intra nazione, deve essere formato sulla lingua della nazio- fe, ¢ non sull'dioma di una cit "A’ questo rispondiamo che in Firenze si trovano tutte le cognizion), le. opt soni, i concetti di ogni genere che ci possano essere in Italie; ¢ ci, non gid per alcuna prerogativa di quella cit, ina come ci'sono in Napoli in Torino, in Venezia, in. Genova, in Palermo, in Milano, in’ Bologna, anche in tante altze eitth meno. popolose, essendoe! in tutte, a un dipresso, an medesimo grado di colturs, una conforma de’ bisogai, Selle vicende, e delle circostanze prin Spall della vita, ¢ insémma dogni ma teria di discors, E si_pottebbe.scom. mettre, se ci potesse anche essere il iudice ‘una tale scommessa, che tutto id che ® stato detto in us anno, pubblico e di privato, di politico ¢ di domestico, derudito edit comune, i scientific’ ¢ di ptatico, i grave ¢ di faceto, in una di_queste citth, © stato detto ‘in tutte, meno, stiamo per dite, {nomi propti delle persone, Si dice fut Te stesse cose; solo’ fe diciamo in modi diversi I dir rai Te stesse cose attesta la possibli. disosttuire un idioma a tutti gif alti; i disle in. modi diversi attests il bisogno che abbiamo di questo ‘Lobiezione che esaminiamo nega im plicitamente questo bisogno; malo, fa Pet_una supporizione afatto gratuita, ot che ci sia in Trae una tingua. co mune di fatto, e che non rimanga altro da fare, che di raccoglietla e metteria in ‘un_vocibolario, Sul valore di questa supposizione ba- steranno qui pochi cena! SCRITTI LETTERARI E LINGUISH Che ci sia una quantita indetinis Tocuzioni comuni a tutta I'Ttalia, 0 ché si trovino_primitivamente ‘ne vari idiomi, 0 per essere venue co gue ¢ donde che sia, @ un fatto ch Ressuno potrebbe neppure venire’ mente di negare, Ma nessuno vorra ‘meno affermare’ che una quantita lungue di locuzioni basti'a cost una lingua, Se questo fosse, non avr alcun senso ragionevole il titolo di li morta, che si da, per esempio, alla na, Maun tal senso lo ha; e impad per Tappunto, una quantita bens locuzioni, me tina quaatitd non adeqa a una intera comunicazione di pend ‘ra una societd umana: che ® a: Paniversale degli womini intende lingua, per quanti possano essere, gran tumero diese, i nomi con Sesprime questo coneett. 5 ra, sebbene quelle due quanti locuzioni dffeiscano di motto, rigu alVorigine, sono uguali nel resulta, nel non esse linge. Dell insufficienza a cid delle Jo laine rimaste, Ia capione # evidente sé: una parte pon pub essere un tw La cagione d’una uguale insu delle loeusioni comuni a tutta Tel facile a trovarsi, Come. mai dalle zioni che glltaliani delle diverse ving possno “aver avate ta satebbe potuta resultare quella to di segni che, in una societdrunita, sulta necessariamente da telazioni hale, contac, neta, a sgenere? Chiungue poi, ¢ aqualung provincia d'Italia appartenga, deside aver di cd qualche prova di fatio, hha che a frugare nella sua_mentey troverh senza fatica unaltra quantita opporre a quella che abbiamo tea sciuta dianzi, ciot una quantita. di che nomina, di concetti che esp abitualmente, conde" boni perl sia in Veneziano, sia in Napoletano, in. Bergamasco, sa in Patmigianoy in Sado, vi, dscomendo; © Ting zione cofrspondente in una lingua liana, di fato ln cerchertinvano ndo il bisogno, ne uscir) certam in qualche modo: © per mezzo di DRLL-UNITA DELDA LINGUA ECC. ilicismo, 0 d’una perifrasi, 0 col defi te iis sos 9 sbpme ee pel oe ee ts eg rhe che una lingua italiana s’abbia a trovar le do eens tools peel eal entry aes one ae fines raliana, senza aver cercato prima ngs ar. ce er Gro ie Soyo ie, oa mo a fronte, 2: che cid che si vuole m9 questo caso, non cortispondono ad alcun fatto reale, i_possono essere bens, © ci sono, de” dialetti, nel senso di parlari che si trovino in. opposizione e in concorrenza con una lingua, E cid accade presso quelle nazioni, dove una lingua postiva, Ticonosciuta tunanimemente, e diventata comune a una parte considerabile, particolarmente alla parte pitt colta delle diverse province, sit sas a restrin- re in unaltra parte di esse pit rozza, che va scemando ogni giomo, Tso di quelli che, prima delPintroduzione d’una tal lingua, erano gli unici linguagi delle diverse. province. A questi sta bene il rome di dialetti, Ma tra di noi, iavece, i veechi e vari idiomi sono in pieno vvigote, ¢ servono abitualmente a. ogni classe’di_ persone, per non essex it effettiva concorrenza con essi una lingua atta a combatterli col mezzo unicamente eficace, che & quello di prestare il ser virio che essi prestano. E a quella che Jo. potrebbe si oppone a sproposito il ‘nome di dialetto, per la sole ragione che rnon 2 in fatto Ta fingus della nacione cosa tanto vers quanto trists, ma che non ha punto che fare con’ Tessenza una lingua, Nel 987, che fu Parno in ‘eui Ugo Capeto, duca di Francia e conte ai Patil, fa incoronato re de” Franchi, il francese non eta eertamente Ja lingua una aazione: lo poté divenize, perché, entto que’ primi confini, e con quella copia e qualiti di materiali, che dava i secolo decimo, era una Tingua viva € Fino che una Fingua d’ugual satura non sia riconosciuta anche in Ttalia, la parola dialetto non ci potts avere an'ap. plicazione logiea, perché le manca il relative, ‘Altza obiezione, Penormita del preten: dere che una citti abbia a imporre una lenge @ uniners navione Tmporre uns legge? come se un bolario avesse a essere una. specie di codice penale con prescrizioni divieti ¢ sanzioni, Si tratta di somministrare un mezzo, ¢ non d'imporre una legge. Es- sendo le lingue ¢ imperfette e aimen- tabili di loro natura, nulla vieta, anzi 1920 tutto consgia di prendere da dove torn tnegio 0 anche di formare de" novi vo cabeli chest! da novi bisopnts che Tso non somministrs Ma ger aggune ager uttlmente, & ecesario Coote a ota cui si vole agplungeey © poter Guindi dsceraere cid the le manche ta Gffetto, Alrimenti pu accadere (ene ae ‘de! che uno, non erovand un fennine fest deto italiano, iat creda, ¢ anche Gon ragione, e'averbisogno, hon one 5, anche gui ‘con. tapton, seein a squello che li G2 il suo idioma, come Ova prendetio da une Tigus stashe, & conlare uno, mente Ture foven tino glielo potredbe dare bento, se te aessimo i vocsbolatio. Coa a a gqesce bent gush guazsabuglo che S Sto sopra, ta non sagiunge a una lingua pis di quello che cl butte una pictra fa ‘in aocchfo di picts, Seaiutl ad alzare una fabbricn. Invest (Gi che pod parerestano a cit ai fered alla prima

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