You are on page 1of 61
BIBLIOTECA. DEL FOPOLO| Centesimi_7( i Oe Ogni’ voltieito consta di 64 Pagine di fitta composi Legg pleto pratied, mrased Ud ORE ass SERRE ts. CASA EDITRICE-SORZOGNO = MILANO | . 14. Vie Pasgitirolo - 14 “ef Prefazione ee ee ee ge ee Pag. RABIE, pe — La telegrafia senza filo. cap. 1. — Di aleuni fenomeni e nozioni utili a . ricordare . ney » Il, — Generalita sulla radiotelegrata - > » il, — Cimoscopl, od apparecchi ricevitori di onde... ee ee 2 » IV,— Antenma-Terras. 2 2 2 2. . » V. — Stazioni radiotelegrafiche trasmettenti a » VI. — Stazioni radiotelegrafiche riceventi . —» » VII. —- Stazioni complete — Tigger — Segnali v PARTE SECONDA. — Come si cosiruisce una piccola sta. aione radiotelegrafica . . . » Appendice, — Costo degli apparecchi e dei mate- tiali comunemente usati in T.S. F. 2 Milane — Stab. Grafico Matarelli, Via Passarella, 13-15, Dy 16 24 2g 33 43 Ac 61 PREFAZIONE Quando. Marcont, per la prima volta, nel gabinelto del pra- fessor Right oltenne la trasmissione a pocht metrt di distanza, tutto il mondo, meravigliato, gindicd cid una cosa immensa- mente interessante, ma nel solo campo scientifico, ¢ nessuno, cerlo, immaginava V'immenso sviluppo che da allora sino ad oggi ha preso la radioielegrafia negli ust pralicl, ed tl gran numero di cullori (che ogni giorno va qumentando) che si oc- cupa di questo nuovo ramo dell’Elettrotecnica, Ma esiste anche un numero infinito di dilettanti e di persone, che pur destde- rose di sapere come funziont un posto di radlotelegrafia, non vi riescono facilmente, anche consultando uno dei mollt e buo- nizsimi manuali di T. S. F. che sono in circolazione: perché, mancando delle necessarie cognizioni di Elettrotecnica elemen- stare, frovano, fin dalle prime righe di questi Trattati, wno sco- glto insormontabile, costituite dalla presenza at vocaboli 2 ter- mint sconoscinti alla maggior parte dei principianll. E do- vendo, per ben capire cid che in quei libri é seritio, imparare prima una gran parte di definizioni ¢ teoremi delVElettrotec- nica-elementare, la magglor parte dei ditelianlt trascura di oc- cuparsi di questa importante e dilettevole branca deila Scienza, Quesio voiumetio, che una persona anche per poco fornila ai elementi in questa materia disprezzerebbe, come cosa troppo volgare per lui, pud tornare utile per Vappunto a quel numero di dilettanii che volesse interessarsi principalmente della parte pratica di questa Scienza, Avverto perd il gentile leltore che, cid non ostante, non si é@ potnto fare a meno di ricordare al- cune nozioni, appareccht e definiztont, tmportantissime per la TS. F. poiché senza di cid sarebbe stato difficilissimo spiegare quei fenoment di cui pit innanzi avremo occasione di parlare, nonché il funzionamento di molli appareccht. Faccio infine no- tare che la costruzione Ai una piccola stazione radiotelegrafica non offre particolari difficolt® per ten buon diletlante eletirict. Sta: pazienza e tempo bastano per venire a capo di questo ge- nere di costruziont, che credo siano molto pit ativaenti ed istruitive di una comune costruzione meccanica. UGO GUERRA. ‘ELEMENT! DI TELEGRAHA SENZA FILO ad uso del dilettante PARTE PRIMA. La telegrafia senza filo. CAPITOLO I. Di alcunt fenomeni e nozioni uliii a ricordare. Dicesi carica 0 massa elettrica la quantitd di elettricita che un corpo elettrizzato possiede, e Vanita di catica rappresenta il coulomb internazionale che @ la quantitA di elettricith che passa in un secondo per la sezione di an conduttore percotso da un ampére Dicest ampére iniernazionale Vintensith (o quantita) di una corrente elettrica costante, che passando attraversu una solu- zione di argento puro nell’acqua, deposita argento nella ra- gione di mmg. 1,118 al secondo. Campo eletirico. é lo spazio nel quale sono sénsibili Je azioni di una_o pit cariche elettriche, e Vintensita sua in ogni suo punto. é la forza che solleciterebbe 1a carica wnita positiva po- sta in quel punto, Dicesi linea di forza, quella linea lungo la quale Punita di carica si sposterebbe, se libera di muoversi, uello spazio, Un campo é@ costituito dall’insieme di tutte le linee di forza, ¢ Vesperienza dimostra che una linea di forza o collega due masse di segno contrario o.si chiude su se stessa. Una masa carica di elettricita induce, cioé fa appatire sui corpi circostanti una ¢atica ugnale e di nomé contrario alla sua nella parte pill vicina, ed una carica di nome egttale nelia parte pit lontana (fg. 1), Se mentre dura Vinduaione, per un istante il corpo indotto si pone in comunicazione col suolo, si determina su di esso una carica che sussiste anche se cessa Vinduzione, ed é di nome contrario ail’inducente. In tutti i fenomeni elettro- statici, Linduzione si produce con le tinee di forza, e quando queste matcano, matca Vinduzione. Non si ha mai un solo corpo elettrizzato perché questo cree- rebbe sempre cariche di segno opposto, ed il caso pi sem- plice che si pnd verificare & quello di due corpi conduttori, lontani da-qualunque altro corpo. 6 | BLEMENTY pI TELEGRAFIA SENZA FILO Dicesi condensatore un sistema, di due corpi conduttori se- parati da una materia isolante. Chiamasi capacita di-un condensatore -il rapporto S-fra la carica elettrica Q dei duc corpi o armaiure che costituiscono il condensatore e la diflerenza V dei loru potenziali, Questa ‘for- fin niula si estende a tutti i sistem di condutton, bastando, per trovare la capacitd di uno di essi, fare la divisione della sua carica elettrica per il suo potenziale. La capacita: di un condensatote cresce con la vicinanza e com la superficie elle due armature da cui'é costituito: e simisura in fardd, che @ la capacita di un’ condensatore che richiede Ja carica di un coulomb affinché fra Je sue artwature si stabilisca la dilferenza dit volt. Dicesi volt la differenza di potenziale Ye fra i poli di una pita campione (Lati- é BS -a mex-Clarke) alla temperatura di. 15° cen- ff P tigradi (forza clettromotrice ordinaria *F di una pila Daniell). 4 La forma pi comune di condensa- tore & quella di due disehi piani isolati, posti di fromte (fig: 2). Altra.forma co- . mune é quella di una. bottiglia, detta Bottighia de Lerefe, vottiglia di Leida, dalla cits dove’ fu . scoperta, che & cosi composta (fig. 3): fig. 3 lo strato isotante-é costifuito dal vetro (a) ¢ le atmature,sono di stagnola incol: lata dentro ¢ fuori. & bene che queste wou arrivino. sino al- Vorlo della bottiglia, ma che si. atrestino ad una certa distanza b da questo € che Vintervallo sia verniciato con delia gomma. jacca se si vuole che le armaturé possano mantenersi-ad una grande differ€uza di potenziale. L’armatura interna pud anche essere -sostituita da foglioline d’oro, d’argeuto, limatura di ferro, ecc., di cui si-tiempie ta bottiglia, sino all’altezza del- Varmatura esterna. L’armatura interna @ sempre in comu- j it AD USO DEL DILETTANTE ~ 7 nicazione’ con ‘un conduttore e terminante in una sfera, allo scopo di nom lasciar sfuggire elettriciti. Altra forma di condensatore-é@ il condemsatore a carta paraffinata che é cost composto: si abbiano ‘tanti fogli di stagnola eguali fra loro, ed un egual numero di fogli, un po’ pid piceoli, di carta pa- raffinata. Situato su di una basctta isolante um foglio di. sta. gnola, vi si sovrappone un foglio di carta (fig. 4), e su questo O00 ey G00, TD. YZ L597. 4. un secondo foglio divstagnola, quindi un altro di carta, ecc., fino ad aver esaurito tutti i fogli di carta ¢ di stagnola. L fogli di stagnola pari, si collegano elettricamente fra di lore da una paste, ed i fogli dispari dalla parte opposta. I fogli pari ed i fogli dispari costituiscono le due armature di questo conden- satore, che ha uma capaciti assai grande. Vi sono pot dei con- deusatori detti a capacita: variabile, fatti in modo da potet variate: la distanza fra le due armattire, si da variare la capa- eita. Questi sono costituiti come qiello indicato nella fig. a: la sola differenza consiste nciVavere un disco mobile su di una guida mediante una vite micrometrica, in modo da -po- tersi spostare anche per piccole frazioni di millimetro (fig. 5). I condensatori pos- somo essere asso- ciati in serie o in Daralielo, cioe, nel caso di bottiglie di Leida, in serie, con Varmatura esterna di uno collegata con quella interna del- Yaltro immediata- mente dopo, e cosi via; ed in parallelo, eon tutte le arma- ture estérne colle- gate fra lore, come pure quelleinteme. I’ ufficio di un condensatore é quello di raggruppare im piccolo spazio uva grande carica eleitrica, cioé di aumentare di motty la capacit’ di-un eircuito. Aurbinpuzione. — Dicesi autoinduzione di un circuito Vin- duzione che questo circuito esercita su se stesso. Un rocchetta costituito da alquante spire di filo conduttorte isolato costitui- te un’autoinduzione o un autoinduttore. Quella scintilla che si 8 ELEMENT! DI TELEGRAFIA SENZA FILO osserva nell’interruttore dium campanello elettrico o del pri- mario di un rocchetto di Ruhmkorff, devesi all’estracorrente di rottura, che @ la corrente indotta dal circuito formato dai rocchetti del campanello, nell’istante in cui si chiude brusca- mente. Questo caso di autoinduzione & comunissimo. Ripie- gando un conduttore, comtunque lungo, su se stesso (fg. 6) a hig. 6. esso sara quasi privo di autoiiduzione perché ogni tratto & vicino al tratto in cui la corrente & di segno opposto: e quindi Vazione di questi due tratti sopra um terzo, sara nulla o quasi. RISONANZA. — Diconsi correnti alternate quelle in. cui le f. ¢. m. che le provocano non sono costanti (come.lo sono invece nelle pile), ma passano alternativamente da valori positivi a valori negativi, vale a dire cambiano continuamente d’intensita, Ja quale da zero eresce fino a un massimo, per decrescere nuo- vamente fino.a zero. Orbene, quando una di tali correnti per- corre tin’autoinduzione, la resistenza di questa aumenta gran- demente se Vautoinduzione comprende del ferro; ed é cid che dicesi resistenza apparente, la quale, per una corrente che ab- bia una frequenza (cioé che cambi di senso) di 25 a 100 al se- condo, pud essere da 20 80 volte maggiore della sua reale resistenza. Se invece questa corrente agisce su di un conden- satore, questo invece diessere quasi un isolante per essa (come accade per wna corrente continua) presenta’ una re- sistenza apparente picco- lissima, tanto pit debole, quanto la capacité e la fre- qtienza sono maggiori. Se ora poniamo-in serie un condensatore e una- auto- induzione (fig. 7), € sotto- poniamo.il sistema ad una eotrente alternafa, gene- Ly. F rando questi. due apparec- ot ohi effetti contrati, Ja cor. rente che attraverserd il circuito suri -debolissima..Se perd, facendo restar-invariato il valore della corrente, facciamo variare la sua frequenza, avremo che, a un dato valore della seconda, 1a prima diviene intensis- sima, cioé, come dicesi, in quel momento si produce Ja riso- nanza, In pratica questa si ha, quando la frequenza della cor- rente eguaglia la frequenza a@’oscillazione del sistema: cioé la resistenza di questo sj annulla eolo per una data frequenza della corrente, , AD USO DEL DILETTANTE 9 SAPITOLO Ht. Generalita sulla Radiotelegrafta, La telegratia senza fili é basata sul.fatto che, quando un flusso elettrico va da un conduttore a un altro, attraverso uno strato isolante, il.stio passaggio uon & continuo, ma é costi- tuito da una serie. rapidissima di passaggi che danno lnogo ad inmuterevoli scintillc, susseguentesi rapidamente. Questa serie di rapidi passaggi si traduce in vibrazioni che generano neélo spazio circostante dellé oscillazioni costituenti le ormat note ondg eletiriche: Un esempio pratico si riscontra elle onde concentriche prodotte dal cader di una pietra nellacque stagnante, . . Se si suppone di far cadere delle pietre in un bacino d’ac- qua parecchie volte, osservatdo le onde che vi si produrranno, si avrh un'idea abbastanza chiata delle onde-elettriche. Se queste, nel loro catmmino nello spazio, incontrano apparati tali da svelarle, si vede chiaramente come si possa trasmettere a qualunque distanza dei segnali, avvalendosi delle onde elettro- magnetiche: In generale, per produrre Je onde ci si avvale della scarica elettrica che avviene fra due conduttori isolati, mantenuti a una convenienté differenza di potenziale, Questi conduttori fra cui ‘avviene 1a searica, convenientemente dispo- sti, costituiscono i cosidetti spinterometri od oscillatori, Tl tipo pit semplice di oscillatore & costituito da due sfere di rame o di.ottone poste a uma certa distanza fra lore, e comunicanti ciascuna con un polo del generatore del flusso elettrico (fig. 8). Un altro tipo pili conveniente @ quello della fig. 9, dove la scintilla scocca fra tre sfere, di cui due di grande dlametro Go a 6o' mm.) ‘ed una pik piccola interposta fra lé due prime. Riguardo alla capacita conviene ancor pii loscillatore della fig. x0, dove le due piccole sfere sono in comunicazione con altre due di diametro pii grande, dette condensatrici, essendo _dotate di notevole capacit’. Un ottimo oscillatore & quella del Righi, in ent te sfere pik piccole sono immerse nell’dlio con- tenuto in-una vaschetta, allo scopo di aumentare Visolamento (fig, 12). Una modificazione di questo apparecchio vedesi nella Gg. 12, dove la.scintilla si suddivide in tre, di cui uma scocca ' 10 ELEMENTI DI TELEGRAFIA SENZA. FILO ~nelVolio, Altri tipi di osciliatori esistono, ma la loro deseri- aione eccede i modestissimi confini di questo volumetto. Vediamo ora in qual modo si generi i] flusso elettrico occor- rente. Dato che la corrente deve attraversare per un tratto pit o meno grande Varia, cio un isolante, devesi stabilire agli estremi del circuito una differenza di potenziale abbastanza ele- vata, si da vincere Penorme resistenza dell’aria, Questa cor: Six 0: rente di clevate voltaggio si pud genetare o direttamente (me- diante adatte dinamo, o- accoppiando in serie un’ numero gran- dissimo di pile o accumulatori} o, meglio ancora, si pud ren- dere tale corrente di pochi volts, trasformandola. Per la radiotelegrafia di piccola portata, i! pid conveniente trasformatore é il rocchetio di Ruhmkorff. Questo apparecchio, da una. cortente.di basso voltaggio, ma di. conveniente inten- sith, ce ne da una di elevatissimo potenziale, la cui intensita, pure essendo esigua, § di molto superiore a quella delle cor: renti forniteci-da mac- chine elettrestatiche, In generale, in questo, -co- me in qualsiasi tipo di trasformatore, il pro- dotto dei. volts (diffe- renza di potenziale} per gli ampéres (intensita), cio’ il numero di watts della corrente a basso veltaggio (corrente pri- maria), eguaglia, o.qua- si il numero di watts (volts x aypéres) della corrente-ad alto .potenziale (secondaria), Il rocchetto di Ruhmkorff & costituito da un ntcleo di ferro su cui si avvolge per pochi tratti un filo corto €.grosso nel.quale circola Ja corrente inducente :-intorno sono avvolti moltissimi strati di filo finissimo, accuratamente isolato, in cri nasce la corrente indotta. Per la produzione di questa eorrente occorre petd che. la corrente inducente non ‘sia continua, ma. periodicamente‘interrotta, cio’ Vinvio. della cor- rente si deve susseguire in rapidi tratti, separati da. tratti in cui la -corrente non circola; insomma si deve aprire e chiudere AD USO-DEL DILETTANTE 11 rapidamente il circuito. A questo scopo vi sovo degli apparecchi detti intérruttori o vibratori.. Esistono attualmente degli intéer- ruttori capaci di aprire e chiudere il circuito, da poche volte, sino a mille e pit al minuto secondo. Alcuni di questi in- terruttori funziona: no con la corrente delle pile o degli accumulatoti, e so- no quindi pid adatti per il dilettante; al- tri esigono delle correnti e delle in- tensitA elevate e fi convengono per i 49. 72. grandi rocchetti. Due sono i tipi principali di interruttori: a molia ed elettro- Utict. Vi sono inoltre interruttori a mercurio e a turbina. Gli interruttori a mola sono i pid semplici, ma possono ser- vire solo per rocchetti di mediocre potenza. Come vedesi hella fig. 13, sono analoghi al martetletto vibramte dei campanelli elettrici ¢ di tina semplicita assoluta. Tl pezzo principale é una elettrocalamita 4, la quale, al passaggio della corrente,-attira “a sé la molla B. Durante questa attrazione cessa perd il con- tatto della molla con la vite C, e cessa cosi il passaggio della cer- rente; cessa quind: an- che il magnetismo del- Velettrocalamita, la guale, abbandonando la molla, .ristabilisce di nuovo la continuitd del circuito. Con cid . perd la corrente ritor- na a circolare nelle 1 { ! spire della bobina; la " molla viene quindi di Z ntiovo attratta, sicché, . 79. 73. interrompendo la cor- tente, si ripete il fenomeno precedente. Questi fatti si susse- guono rapidamente:. la rapidita delle interruzioni varia se- eondo la lunghezza della molla, la forza dell’elettrocalamita, Ja distanza della molla da questa, ece. Avvicinando od allon- tanando quindi la prima dal nucleo, mediante 1a vite C, si potra variare a piacete la discontinuita della corrente. Questi appa-_ recchi danno una rapidita di interruzioni di 10 a 30 volte al se- condo : in essi i contatti della vite C con 1a molla sono di pla- tino, perché la scintilla d’estracorrente che si forma sviluppa una notevole quantita di calore che potrebbe fondere qualsiasi altro metallo meno resistente. 12 ELEMENTI DI TELEGRAFIA SENZA FILO L’INTERRUTIORE A MERCURIO, molto pik rapido, é. raffigurato nella fig. 14. In una bottiglia a collo largo s’imtroduce una spirale di filo di rame, preferibilmente stagnato e grosso, con Vestremita inferiore piegata ¢ immiersa nel merctrio M che ricopre il fondo della bottiglia -per circa 2 cm. Su questo si versera uno sttato- di alcool, allo scopo di render nulle Je scin- tille d'extra-corrente, e di raffreddarle se vi si formassero. Un filo di rame B pesea pure nel mercurio, e costituisce il secondo polo delapparecchio. La ragione delle interruzioni deve ricer- carsi nel fatto che quando Velica & percorsa da una corrente, si verifica un’attrazione fra le diverse sue spire, per ‘causa * della quale essa si raccorcia determinando l’uscita dal.mer- curio deli’estremita libera che vi pesca e quindi la rattura del. circuito. In seguito acid, per effetto dell'elasticita e del suo peso, la spirale riprende la sua forma primitiva, ristabilendo il contatio, per cui si ripete it fatto precedente. Se si volessero ampliare i movimenti della spi- rale, basterepbe introdurre nel- Velica, nella direzione cel suo asse, un nucleo di ferro fpun+ tegziato nella figuta): si potra cost far variate a piacere Vam- “piezza delle interruzioni va- fiando la lunghezza del nucleo incluso nell'elica. INTERRUTTORE ELETTROLITICO, — Questo interruttore, dette anche di Wehnelt, da nn numero gran- dissimo di interruzioni al se- Ug. Fb, condo (600 ,a 1800); la. sua ¢o- : struzioue inolire ¢ una grande semplicita. i stato scoperto da Wehnelt ed é ‘weravighioso per la. sua rapidita’ ¢ potenza. Si abbia un vaso di vetro contenente dell’acqua acidulata coi 10% di acido solforico, fino a cinque © sei centimetri dal fondo (fig. 15). Vi si faccia un coperchio con un pezzo di legno pa- rafinato che lo chinda a tenuta perfetta: e, praticato mn foro centrale, vi si faccia passare un tubo di vetro del diametro interno di-3 mm. fin che gitmga a 3 mm. dal fondo del vaso. Nel tubo suddetto, si fark scorrere a dolce frizione una stan- ghetta di ottone, fino a farle roccare il fondo. Lateralmente al coperchio si fissera una lastra di piombo tale da pescare nel Tiquido, e Jarga 25 mm. . Le ifterruzioni avvengono automaticamente per Feffetto ca- lorifico ed insieme elettrolitico della corrente, che viene perio~ dicamente interrotta per la formazione di “bollicine di vapore AD USO DEL DILETTANTE . 13 intorno alVottone (polo positivo, +) da cui, per sticcessivo raf- freddamento si distaccano, mentre s’infiamma l'idrogeno. Que- sto fenomeno si produce con molto rumore e con elevamento di temperatura del liquido. Come vedesi, questo interruttore f VAAN A AAY SSS SSI SSS SS ANA TRESS SN LG 76. & di costruzione semplicissima, per quanto meravigliosi sianc i suoi_ effetti. Vediamo ora come questi apparecchi si colleghiuo al roc: chetto di Rubmkorff. Questo é cosi composto (fig. 16): Nelle due testate di legno o ebanite b-b! & infilato. il fascio di fili di 14 ELEMENT! DI TELEGRAFIA SENZA FILO ferro 0 nucleo N sul quale -é avvolto in poche spire (dtte strati) un filo corto e grosso. Un capo di questo filo va al seftafilo F, Valtro va alla molla dell'interruttore E, la cui vite di rego- laggio comunica col serrafilo-F’, Alla molla ed alla vite dell’in- FIZEZIAN ZAI L | a Yat tetruttore sono’ connesse le armature di un condensatore (ge- neralmente a carta paraffinata) nascosto nella base, e destinato a render pil rapida lintetruzione della corrente nel filo indu- cente, e quindi 2 render maggiore la lunghezza della scintilla. Sul filo corto e grosso vi é ut manicotto di vetro o carta paraf- / finata a, sul quale ¢ avvolto un primy strato di filo lunghissime € Sottilissimo (1/10 a 4/10 mm.) un capo dei quale conminica col sarrafilo G. Su questa strato se ne avvolgono due di carta pa- raffinata, e su questa un secondo strato di filo, e cosi. via, fino ad aver esaurito chilometri di filo sottilissimo. L'altro capo di esso si fara comunicare col serrafilo G', col quale comunicherd ‘ _ AD USO DEL DILETTANTE 15 pure un polo del}’oscillatore, il eni secondo polo andra in G. . Winsieme di un rocchetto e di un oscillatore, collegati come * alla fig. 17, costituisce un apparecehio completo generatore di omle elettriche. . Neila disposizione che si é data alla fig. 16, Vinterruttore ha per elettrocalamita il primario ed il nucleo stesso del rocchetto; "eid si fa, oltre che per semplicitd, per risparmiare Venergia che assotbirebbe una scconda elettrocalamita, intercalata nel ci: cuito. Se invece dell’interruttore a molla si vuol sare Yinter- muttore a mereutio o quello di Wehnelt, si castruirk un roc- ehetto senza condensatore; unendo direttamente il primario ai sertafili F, F! e facendo gli attacchi con Ja pila P-e Pinterruttore Z, come nella fig. 18. Con imterruttore a mercurio, sarA bene derivare sui due poli un condensatore € (come una o due bottiglie di Leyda): per l'interruttore elettrolitico esso & inu- tile. Quindi una stazione rudimentale potrebbe essere quella della fig. 17: abbassando il tasto T si chiuderA il cireuito della pila o accumulatore col vrimario del rocchetto e col suo inter tuttore. Le va- tiazioni di cor- rente stscitate da questo gene- reranno nel se- econdario delle corrent? indotte ad alto poten- ziale che si tra- durranno in sca- riche nell’oscil- latore O,.e quin- Gi in onde etet- triche che si ir- radieranno nel- lo spazio. Nelle grandi stazioni, in luogo della pila, si usa un alternatore ed in luogo del rocchetto di Ruhmkorff, un_trasfor- matore ordinario di elevata tensione (20 a 3000 volts) ed alto iso. Jamento. Nelle bobine funzionanti con interruttore a mercurio, especialmente con interruttore elettrolitico, @ preferibile che gli avvolgimenti sicno immersi nellolio di paraffina, essendo il rocchetto indipendente dalVinterruttote, ed ottenendosi cosi, per Valto isolamento, un pid alto potenziale della corrente indotta. Saputo ora come si producano le onde elettriche, spendiamo, per chiarezza, alcune parole intorno ad esse. Le onde elet- triche, o onde hertziane perché scoperte dal fisico Hertz, sono quasi analoghe alle onde luminose, ma non sono sensibili ai no- stri sensi. Esse, come le onde luminose, si trasmettono in ogni senso; perd, mentre le prime sono straordinariamente piccole (la, loré lunghezza & di 76 milionesimi di mm.), e qualsiasi ostacolo le arresta facilmente, le onde elettriche si possozo ottenere di qualsiasi lunghezza, e si capiri facilmente che quanto maggiore @ la lore lunghezza, tanto pid grande-é la distanza che esse passono percotiere. (Lunghezza di un’onda é la distanza fra due nodi comsecutivi: dicesi nodo quel punto 16 ELEMENT! DI TELEGRAFIA SENZA FILO nel quale la corrente ha vdlore zero, mentite dicesi_ ventre quel punto dove la corrente é massima. Cosi il nodo di un’onda é Vistante in cui un’enda cessa, pet Ticoiminciarne un’ alta). L’onda elettrica, coime 14 correnitte, ‘si propaga con una velociti estremamente grande: la sua veldcitd & di circa 300.000 kim: al sécondo. Quindi ja ricezione di ut segnate in ‘un certo luogo, trasmesso in un dato dstante iritun altro luogo, per quanto lontano. dal primo, pid ditsi: istajitatica. Si possono produrre onde lunghe pit di 30co m.: la torre Eiffel che @ la stasione radiotelegrafica pid importante, genera delle onde di 2.200 m. di Iunghezza ed ha ui raggio d’azione di 6.000 km CAPITOLO III. Cimoscopi, od appareccht ricevitori di onde. La proprieta caratteristica delle onde elettriche @ quella di influenzare, nel lotro taggio di azione, certi dispositivi speciali detti cimoscopi, od altrimenti rivelatori di onde. Di questi cimoscopi vi sono diversi tipi: i.6 Coherer o cimoscopi.a coesione (tubetto di Branly, co- herer di Kreplin, di Castelli, di Lodge ¢ Muirhead, di ‘omma- sini, ecc.). * Maguetici « (ai Marconi). ” Klettrolitici (Schlémilch). x ° A galena. 4. Ternici. 3°. Audion e valvola di Fleming. . Fra questi i coherer sono i cimoscopi pit importanti ed i pid conosciuti, percha furono essi che permisero 2 Marconi la co- struzione della prima, stazione rediotelegrafica. Dei detectors i pid- pratici e forse i migliori sono quelli elet- trolitici: seguouo il cimoscopio a galena, il detector-di Mar- coni-e i rivelatori terinici. L’Audion di De Forest é if pit sen- sibile rivélatore d’onde che si conosca: la sua costruzione dif- ficile, ped, ¢ la cura che bisogna avete nell’usarlo lo esclu. dono dalle ‘piccote stazioni e ‘dagti usi_ pratict. Dei-cimoscopi descriveremo i principali, e per cominciare, par- h i céherer. Il funzionamento dei co- herer si basa su uno o pit contatti ituperfetti stabiliti nel cir cuito net quale l’onda & raccolta, e nello stesso tempo in tin circuito contenente ung pila ed un indicatore di corrente, come telefono, galvanometto, relais, ecc. L'onda che colpisce questi contatti, H rende pit o meno conduttori durante il tempo in cni -esSa ‘persiste, permettendo cosi, attraverso i primi, il passaggio della corrente della pila che ‘aziona l’ayvisatore, determinando quitndi la ricézione del segnale. IL tipo principale di cohérer & quello a limatura metallica, fondato sul fenomeno molto note per il quale la limatura me- tallica diventa* buona conduttrice quando viene colpita dalle onde eletirormagnétiché. Di questi coherer ve ne 6ono un’infi- nitd divtipi: destriveremo i principali. 2.-Detectors 1 AD USO DEL DILETTANTE 7 «.* coherer di Kroplin (fig. 19). Consiste in una scatola ro- - tonda d@’ebanite ¢ scoperta nella-sua parte stperiore e nel cui interno sono due placche di metallo nichelato ¢-c’ poste paral- lelamente fra loro ad uma distanza di circa mm. 2 a 21/2 e che stanno appoggiate al fondo ed alla parete della scatola. Da ogni lamina o elettrodo parte il relativo filo metallico che, at- _traversando le pareti della. scatola, comunica rispettivameyte col serrafilo F od F!: fra di esse trova posto ta limatura me- .tallica. 2. coherer o tubetto di Branly. & costituito da un tubo. di cristallo calibrato {un tubo dicesi calibrato quando il suo diametro interno & costante lungo tutta Ja Junghezza del tubo) in cui vanno esattamente due pistoncini di me- tallo- (preferibilmente di nichel), con le superfici affacciate legger- mente inclinate e distanti fra loro circa 2 mm.: spazio eceupato per meta dalla limatura metallica (fi- ~ gira 20). 3.° coherer di Marconi. F for- mato come il tubetto di Branly, perd ipistoncini sono di argenta @ lo spazio contenente Ja limatura & vuoto. daria. . Diciamo ora alewne parote in- © 4 WG tormo a questi coherer. Il pith semplice é evidentemente quello di Branly: perd esse, come gli altri due, deve essere decoherizzato dopo esser stato colpito dall’onda, cioé questi coherer, dopo aver segnalato Yonda, hanno bisogno, per ricondursi alle condizioni iniziali, di un piccolo urto, cioé di uno scuotimento. Inoltre, devono essere usati con una-corrente molto piccola: cioé 1a corrente che serve per Lormeatur F yO fig. 20, il funzionamento dell’apparecchio tivclatore (telefono, galvano- metro, relais, ecc.) deve avete una minima intensita e tensione. Questi rivelatori vanno situati nel modo seguente: Un-ekt- trodo del coherer C comunica con un dispositivo detto antenna, di cui avremo cccasione di parlate fra breve (apparecchio che serve a raccoglier onda che eventualmente possa trovarsi nello spazio) € altro elettrode comunica, o con un’altra antenna o, come. praticamente usasi, con la terra. Inoltre i due elettrodi comunicano in B-B’ con due fili che fanno parte di un cirenito gasi composto: pila (P), interruttore (R), apparecchio rivela- * 18 ELEMENTI DI TELEGRAFIA SENZA FILO tore di corrente I (telefono, relais, galvanometro, ecc,), coherer, pila. Quindi, come dalla fig. ar, il coherer viene a trovarsi sia nel cireuito antenna-terra, sia ‘nel circuito composto dalla pila e dal segnalatore 1. Chindendo percid linterruttore. R, Ja corrente delia pila giungera al coherer attraverso I, ma in questo troverA un ostacolo-insormontabile costituito dalia H- matura metallica, ‘che, come si sa, in condizioni normali (cioé non eccitata da nessuna onda) non ¢ conduttrice. Peto se un’onda, artivando all’antenna (4) colpisce il coherer, per quanto si é gid detto, la limatura diventa condutttice, e per- mette cosi alla corrente proveniente dalla pila di passare, chiudendo il circnito pila-campanello-pila, se l’apparecchio I é@ un campanelio elettrico. In questo caso if campanetlo si metterA a suonare, ma continuerd anche quando onda cessa, perché, per quanto si é detto, occorre dare una scossa al co- herer per far ritor- nare la limatura nel- le cogdizioni primiti- ve (non conduttrice). Quindi, se mentre stona il campanetlo e non vi é onda, noi trtiamo leggermente il coherer, il snono ecsserd, non essendo- vi pid’ corrente nel cireuito, petché im- pedita dalla limatura, ridiventata, per cost dire, isclante in se- peed guito allo scuoti- mento. Tn questi coherer Ja limatura é di nickel, con una piccola quantita di argento, e deve riempire per circa una meté lo spazio fra i due elettrodi, ed essere icggermente compressa . Come abbiamo detio, la corrente che deve attraversare il coherer, deve essere di minima intensita, e quindi negli ap- parecchi sensibili non pud essere usato il campanello come rivelatore, assorbendo questo, per funziouarc, tina certa inten- sita di corrente (0.30 a T ampére, quantita eccessiva per il co- herer}; praticamente quindi, eccetto negli apparecchi di poca prezzo, al posto del campanello vi @ un_rclais, congegno di cui vedremo fra breve. la costruzione ed il funzionamento. In appatecchi ancor pid sensibili si usa come rivelatore un tele- fono di elevata resistenza (200 a 2000 ohms); perd cid non si pud fare con i coherer che hanno bisoguo di essere decoheriz: zati, perché altrimenti non si potrebbe. far agire il dispositive a martelletto, che ora’ vedremo, e che serve appunto a decohe- rizzare il cimoscopio. Se siusa come rivelatore un campanello, allora basta mettere, per tale scopo, il coherer presso il mar- telletto del campanello (fig. 22) in modo che questo, di rim: AD USO DEL DILETTANTE . 19 balzo, colpisca leggerthente il coherer e lo decoherizzi. I col- legameuti vanno fatti come nella fig. 22, essendo P una pila a sacchetto (0 pila Leclanché 0 Daniell o a secco) ed J un inter- wuttore che serve a non lasciare in circuito i] eoherer nei p tiodi di prolungato riposo, perché a lungo andare, un po’ di corrente finisce sempre per attraversare il cimoscopio ed os- siderebbe la limatura, facendola diventare, cosi, inservibile. Gli apparecchi riuniti, come sopra, formano una tudimentale stazione ticevente, che, adoperata con la trasmiet- tente della fig. 12, costi- tuirebbe un apparecchio completo di ‘I. S. F. ftn- zionante a qualche metro di distanza secondo la po- tenza del rocchetto. Parliamo ora degli altri eimoscopi. Alla categoria dei cohe- ‘fer apparlengoue pure: 4.° Il coherer di Tom masini, che & autodeco- herente, cioé non ha biso- gno di essére urtato per poter ricevere una secon- da onda ed & come il tu- betto di Branly, solo che in-esso, al posto della li- mattra metallica, vi € della polvere di carbone come quella dei microfoni, Questo coherer deve essere usato con telefono: cioé, ai posto del campanelio, nella figura precedente vi sara un telefono, 5.° Coherer Castelli: & anch’esso autodecoherente, se usato con. telefono ed é cosi composto: si prenda un tubo di cristallo possibilmente calibrato e di un diametro di circa 3 mm., e Abrcucn laqcdoree Ore == aS) Ap. 23. tagliatole per una lunghezza da 50 a So mm. ‘con una lama di sega’a dentaitra finissima ¢ robusta o com la costa ai una lima a triangolo, si faccia con un chiodo od un pezzo di ferro uno degli elettrodi, Junge un po’ pid della meta lunghezza del tubo. Si cerchera di farlo entrare delicatamente in questo, e a questo scopo Velettrodo si fara di diametro nguale 2 quello interno def tubo: Per Valtro elettrodo si useta no di quei_bastoncini di carbone di storta che servono pet le piccole lampade ad arco: Jo si assottiglier&’ con una lima in modo da avere un diametto ugsale a quello deti’altro elettrodo, e Jo si fark entrare nel tubo fino a che, la faccia anteriore del crabone sia ad una distanza 20 ELEMENT DI TELEGRAFIA SENZA FILO di circa 2 mm. da quella dell'elettrodo in_ferro. Nel vano-fra i gue elettrodi si coliocheri’ una geccia di mercurio i] cui dia: metro sia, press’a. poco, la meta del diametro interno del tubo. Té meglio, perd, che la distanza precisa fra le facce dei due. pistoncini si stabilisca dopo alcune prove (fig. 23). Questo co: herer si collochera come nella fig. 22, se si usa #1 eampanello, o-come nella fig. 24 se si adopera il telefono. Adoperando que- sto, sia con il suaccennato tipo di cimoscopic, come con gli altri, mentre l’apparecchio @ colpito dall’onda si sentira un ronizio la_cui intensita dipender& dalla lunghezza dell’onda’ e dalla poténza della scarica nella stazione trasmettente, nonché dalla distanza Gi questa dalla stazione in cui trovasi il cimo- scopio. Se si usa un alfabeto a punti e a linee (Morse), un tonzio corte corrispondera ad un putito; un ronzidé prolungato (aurata di tre punti) rappresenter’ una lines. 6.° Coherer di Lodge Muirhead, di Tissot, ecc. Di questi coheret non faremo la’ de- Serizione perché non adatti per dilettanti e poco usati in pratica. “Parleremo invece dei cimoscopi appartenenti al’ importante categoria dei detectors. I pik importanti fra questi sono i detectors elettrolitici. Il tipo pitt usato (Schiémitch) & cosi compo- sto (fig. 25): A é un reci- piente ripieno per un terzo @acqua acidulata con acido sotforico al 10%, ove pescano un filo fino di piombo o di pla- tind C, comunicante col ser- tafilo F’, ed. un filo sottili: simo di platino P di z/roo di millimetro di diametro, contenuto in wn tubetto di vetro che ne fa sporgere solo la punta. Il filo di piombo C circonda, come un anello, nella parte inferiore, l’estremitd del filo di plating. I circnite si applica come alla fig. 26, in cui T é o un telefono o un galvanometro: meglio il. telefono. La pila P e formate da due o tre elementi al sacchetto posti in serie. Il funzionamento di questo tipo di detector é basato sull’elet- trolisi dell’acqua acidulata: La debole corrente che percorre il circuito: pila, interruttore, telefono, detector, pila, determina una. parziale elettrolisi e tiveste gli elettrodi del cimoscopio di una minuscola guaina gassosa. Le onde ricevute dall’antenna fauno variare Ja resistenza di tale guaina e quindi producono variazioni neltintensitd della corrente esistente nel circuito : qteste vatiazioni sono rese seusibili nel telefono con un ronzic abbastanza chiaro, 0 nel galvanometro con Jo. spostamento del- Vago. Come vedesi, la costruzione di questo detector é una deile pid semplici, ed @ agevolata dal fatto che é facile pto- curarsi il filo di platino di 1/roo di mm. perché esso é in ven- AD USO DEL DILETTANTE at ‘dita a poco ptézzo da molte cage costrutirici di apparcechi scientifici, col relative tubetto di vetro. Per wnantener bene i} detector, occorre interrompere Ja corrente in tempo di ripose, FOE » 1iy.28 altrimenti 1a continua elettrolisi corroder e metterebbe rapidamente il cimoseopio tector @ sensibilissimo: per pochi chilo: occotre neppure Pantenna, bastan- do, in Inogo di'questa, un filo di ferro di qualche metro di lunghez- za, ben isolato, teso ovunque. Il detector. magnetico usato da Marconi @ forse pit sensibile di quello elettrolitico: ma é& molto pid complicate. Lo descriveremo nella sta pit recente modificazione per la quale @ stato reso ‘niolto semplite. Il principio sul quale é basato il sno funzionamento é ii seguente: quando un’onda elet- “trica colpisce if ferro sottaposte ad una forza magnetica vatiabile, ne modifica il magnctismo durante tutto i] tempo che essa persiste. Si comipone (fig. 27) di un .fascio Gi fili dio a 1o.cm. di lunghezza, contenuto in un tubetto di vetro o celluloide di 3 a4 mm. di diame- tro interno e di mezzo millimetro di spessore e lungo 6 a 8 cm. Su questo @ avvolto un- sottilissimo ‘ebbe il filo di platino fuori uso. Questo de- metri di distanza non filo di rame copetto di seta, per due o tre strati (che chiameremo primario) comunicante per mezzo del serra- filo A con Vantenua e pet mezzo del serrafilo B con la terra, 23 BLEMENTi DI TELEGRAFIA SENZA FILO Sa questo strato di filo @ infilato un rocchettino di legno fine, di ctrea 4 cm. di diametro e con 1 cm, di spazio per ricevere Vavvolgimento: questo, poi, & costituito da parecchi strati di filo identico a quello del primario. Questo secondo rocchet- tino, che costituisce il secondario, comunica per -mezzo dei fili C e Don um telefono. Una forte calamita permanente E é situata con i suoi poly di-fronte al fascio di fili di ferra ed : fig. 28. é disposta in modo da poter girare attorno al suo asse O, per mezzo di una moltiplica R ed una manovella, o per mezzo di un forte moyimento di orologeria. Vediaiuo ora come funzicni Vappareccttio. La. calamita, girando, magnetizza variabilmeute il fascio di ferro E, e questo magnetismo non muta sinché il sistema é¢ nelle condizioni di riposo. Perd esso vatia di molto quando il primario é percorso dalle correnti oscillaterie pro- venienti dall’ antenna, creando cosi_ nel. secondario delle cor- renti indotte che al telefono si tramutano in suoni pil o meno chiari, secondo la poteuza dell’oada iieewuta, Questo de: tector, cosi. came, é. descritto, si presta ad esser costrutto dal dilettante; perd noi gli prefe- ‘riamo. sia per semplicita che per sictrrezza di funzionamento, il detector elettrolitico. Per que- sto cimoscopio non occorre pi- la: bisogna perd mantenere in movimento costante la calami- ta E (120 a 200-giri al minuto). In quanto ai detectors a galena, descriveremo soltanuto il pii usato. Questo cimoscopio, che prende ognor pit voga nel campo della radictelegrafia per la sua grande sensibilita, si basa sul contatto imperfetto di un piccolo punto su di un cristallo di pirite (solfuro di ferro) o di galena, il quale contatto ha Ja pro- prietd di raddrizzare le correnti alternate provenienti dall‘an- tenna e di inviarle liberamente all’apparecchio ricevente (tele- fono). E cosi composto (fig. 28): Su di un supporto di ottone O 2 collocato. un cristallo di galena naturale o di pirite, comuni- cante col serrafilo F’ In comunicazioue col serrafilo F é il sup- AD USO DEL DILETTANTE 23 porto metallico C-alla cui sommita vi 2 il braccio B girevole at- tomo a D. Ad una vite V, posta allestremité.di questo braccio, é saldato un filo di platino o diottone finissinio P, la cui punta sfiora la parte supcriore del cristallo. Facendo girare attorno a D,.per un piceolo tratte, i] braccio V e con esso il filo P, si possono far variare a piacimento i punti di contatto di questo filo con la galena. I collegamenti sono cos} fatti (fig. 29): un - serrafilo del detector comunica con V’antenna, l’altro con Ia terra. Dai due sertafili partono inoltre due fili. che comunicano con, un telefono. Come si vede, anche gttesto detector manca di pila: & sensibilissimo: perd presenta Vinconveniente di dover cercare, qualsiasi volta che si vuol ricévere una trasmis- sionc, il miglior punto di contatto del fild con la galena. Quindi vi é perdita di tempo e di segni di ricezione, Descrive- remo poi come possa esser costrutto facilmente da dilettante. I detectors termici sono invece basati stlla corrente elet- trica prodotta dall’elevamento di temperatura nel punto di con- giunzione di due metalli. Un cimoscopio termico potrebbe esser. cosi composto: Si fa una crace, “accavaliando due fili, uno di _ bismuto, l’altro di antimonio, piegati a V, per il loro vertice (fg. 30). Di questi due fili, uno comunica con l’antenna econ un serrafilo di un telefono sensibile, ma a bassa resistenza; Paltro con Valtro polo del telefono e con la terra, Nella ca- * tegoria dei_cimoscopi, comprendente !Audion ¢ la valvola di Fleming, vi sono dei rivelatori sensibilissimi, ma la loro co- struzione ed uso li rende adatti solo per grandi posti di T.S. F., ” © per esperimenti di gabinetto. Questi sono anche detti rive- latori a ionizzazione. I cimoscopi che abbiamo (esposto sono, quali pit, quali meno, tutti usati in pratica: perdi risultati migliori lihanno dati PAu- dion, il detector di Marconi e il detector elettrolitice. Questo, iusieme al coherer di Castelli che si @ innanzi descritto, si pre- * sta pit degli altri ad esser costruito da un dilettante, «d i risuitati che si sono. avati sinora gon tali apparecchi sono moltq soddisfacenti. 24 ELEMENTI DI. TELEGRAFIA ‘SENZA FILO CAPITOLO TV. Antenna, — Terra. Una delle parti pit importanti in un impianto radiotelegta- esti- fico @ antenna. Questo apparecchio, di somma utilita, a ato a meglio irradiare nello spazio le otide prodotte in un ey oscillatore da una scarica qualsiasi in una stazione trasmit- tente, ¢ a meglio reccogliere ed agevolare la formazione ‘delle correnti alternate d’induzione ad alta frequenza prodotte dalle onde elettromagnetiche negli: apparecchi delle stazioni rice- . venti. Le buone riee- zioni si devono, per la maggior parte, al- V altezza dell’ anten- na. Cid si comprende facilmente pensando . che con l'essere it punto d irradiazione molto lontano dalla terra, @ reso minore lo sperdimento delle onde attraverso il suolo: inokre, per la maggior parte, alla altezza dell’ antenna, Je onde trovano nel loro. propagarsi per lo spazio, minor nu- meto di ostacoli, na- turali e artificiali, di quanti ne incontre- . rebbere se il punto di 2 irradiazione fosse pid HG. oe, 7g. FS, basso, Il Marconi, du- fante. gH studi com- pinti si. avi intorno a cid, ha scoperto una proprieta ca- ratteristica delle onde elettriche: cioé queste si propagano nello spazic, molto meglio di notte che di giorno. Infatti, mon si sa con precisione per’ quale ragione, la Ince’ so- Jare ha un’infiuenza nociva sulle trasmissioni radiotelegra- fiche, e la pratica ha confermato cid, in quanto che una nave riceve di notte a maggior distanza che di giorno. Solo. con Piccole distanze non si nota differenza sensiyile fra la notte | AD USO DEL DILETTANTE 28 ed il giorno. L’antenna, nella sua pid semplice espressione, pud esscr costituita da un filo metaliico, teso fra due serie @ isolatori (fig. 31), e disposto it un qualunque site noi molto umido. La lunghezza di questo filo sard- proporzionale alla di. Stanza a cui bisogna. comunicare, generalmente minore di un chilotnetro (per questo tipo di antenna).ed all’altezza a citi vien eollocato.. Quindi, per esempio un filo lungo zo metri ¢ teso A a a'qo m..di altezza, fara la stessa funzione di un filo teso a 10 m., e lungo 30 6-49 metri. - Molto pit conveniente, dal punto di vista della eapacita, é Vantenna della fig, 32,. costituita da un certo numero di Gli di ferro, tesi fra isotatori e disposti orizzontalmente. Questo tipo vien_ quasi sempre adottato come antenna per le stazioni di T. S. B delle navi; a tal wopo occorre perd che queste abbino due alheri: per piroscafi mu- niti di un sol albero si adotta generaimente Vantenna indicata nella fig. 34, ma ‘col vertice allinsu: tipo molto ngato sulle navi da guerra. Un’antenna. molto capace @ anche quella della fig. 33. Nella fig. 34 viene illustrato un tipo di antenna non molto difficile a costruirsi, e che_& quello pit usato e ‘pit conveniente, anche per la pic- cola stazione del dilettante. Fre ‘due pali alquanto alti, o fra due mura, vien teso, mediante isolatori, il filo di ferro zincato 4B, da cui, in punti equidistanti, partono tanti fili conver- genti in C e disposti obliquamenté. 11 numero di questi. fili | AGF. 26 ELEMENTI DI TELEGRAFIA SENZA FILO dipendera. dalla distanza a cui. bisogna comunicare: il modo con cui gli stessi sono contiessi al filo orizzontale & indicato nella fig. 35. Per -maggior stabilita poi, Vattacco viene saldato ¢ verniciato per proteggerlo dalle azioni esterue. Nella fig. 36 si osserva un tipo di antenna, che in veritA nou é molto usata, essendo pitt conveniente che l’antenna si allarghi in alto che in basso, per la migliore‘irradiazione delle onde. Un’altra fotma. d'antenna @ quella della fig. 37, costituita da un filo orizzontate e da parecchi fili verticali, distanti tra loro da 75 cm. a r metro, e tesi da pesi epplicati alle loro estremita libere. Questi fili sono fissati alla sbarra orizzontale con lo stesso attacco della fig. 35. La migliore ditutte queste forme di antenna sarebbe iy EP Yi tl! fig. 56. certamente quella rappresentata nella fig. 32 se si avesse modo di dare ai fili una tunghezza da 20 a 100 metri e di farla con einque o sei fili distant fra lero da mezzo metro.a tino. Perd, per dilettanti e per stazioni di discreta potenza, si presta molto bene J’antenna della fig. 34, anche se non.si da ai fili una certa lunghezza: con il vantaggio, poi, di poter dare una certa dirigibilita atle onde, volgendo questa specie di ven- taglio che si viene a formare verso it luogo in cui. si. vaol comunicare. L’attacco delle antenne ai sostegni, di qualunque * forma esse siand, si fara con tre o quattro isolatori, disposti come nella fig. 38, usando della canapa o def cordoncini di seta per riunire fra di loro gli isolatori stessi..Questi, a forma di carrucola, si trovano facilmente dappertutto: é bene acqni- AD USO DEL DILETTANTE 2) starli piuttosto grossi, di'diametro non mai inferiore a 5 em. Per tiunire l'antenne alla stazione, converra usare un filo ac- Curatamente isolato, che si situera su degli isolatori di por- YY Ai 5B cellana o vetro per alto potenziale, o per lo meno molto grandi {1 a xo cm, di diametro), e distanti dal muro per quanto pit sia possibile (fig. 39). A questo scopo servira benissimo, anzi sara Wn hooos ottimo quel conduttote ad alto isolamento che vien usato nelle automibili per riunire il maguete alle condele di accensione: “il suo prezzo varia da zo a 50 centesimi al metro. Per l’entrata nella stazione, nel tratto in cui il filo attraversa il muro, biso- gnera farlo passare in un tubo di porcellana o gomma, del tipo 28 ELEMENT! BE. TELEGRAFIA SENZA FILO. di quelli comunemente tsati negli impianti elettrici. All’uscita, e all’entrata di questo tubo si porra un isolatore, su. cui si fisser il filo come ¢ indicato-nella fig. qo. Lautenna si fara comunicare con uno dei due poli della stazione, usando, anche nell’interno di questa, le massime + cautéle per il buon isolamento. del filo. Le onde prodotte dal- Voscillatore (se la stazione é trasmettente) per mezzo del filo di comunicazione andranuo ali’antenna, e da questa si irra- dieranno nelio spazio; mentre se la stazione & ricevente, le onde raccolte dall’anterina, per tezzo del filo giungeranno al detector e lo influenzeranno, azionando cosi gli apparecchi avvisatori. Riguardo all’sitezza dell’antenna, secondo una legge empirica enunciata da Marconi, bisognerebbe assumere, come lunghezza minima, il valore in metri-dato dalla formula: L=KVdistanza da vareare in metri, feve K é un coefficiente if cui valore aggirasi intorno a 9,15. fi. 9. Cosicché, se si volesse trastettere ad un km. di distanza, bisognerebbe dare all’antenna una lunghezza di: Loony 1090 = 0,15 X 31,623 3,743 cioé di circa 5 metri. Ma oggidi non si presta molta fede a questa formula, dipendendo ta lunghezza dell’antenna, oltre che dalla distanza da superere, anche dalla sensibilita degli apparecchi,. dall’energia impicgata, ecc. Laltro polo. della stazione andra alla terra, Quest’operazione é anch’essa molto delicata, poiché se la comunicazione col stole é insufficiente, si avra per lo pit una ricezione confusa; men- tre questa, con wna buona terra, é sempre nitida e chiara. Dove sia una condotta d’acqua, di gas o un parafulmine, non si avra a far altro che collegate il secondo polo della sta- zione con questi, facendo bene gli attacchi, e ottenendo cosi, senza alctn fastidio, una buona cotnunicazione col suolo, che é sempre migliore. Dove non sia né acqua né gas ¢ neppute un parafulmine, bisognerd costruirsi da st una presa. a terra, . . AD USO DEL DILETTANTE 29 operazione moltd fastidiosa e delicata. Dove sia un pozzo fuori uso, bastera immergere nell’acqna di questo dei pezzi di piombo o di carbone, in comunicazione con gli apparecchi. In caso contratio bisogneraé cos} procedere: si scaverA un fesso’ di circa un metro e mezzo di profondita e mezzo me- tro di diametro, in un terreno preferibilmente umido e privo di alberi, e vi si porri verticalmente, poggiata sul fondo, una lastra di rame di circa un metro quadrato, forgiata a ci- lindro. Questa si fath comunicare col secondo polo degli ap- parecchi; elo spazio fra essa e le pareti del pozzo si colmera con della carbonefla a piccoli pezzi, sino all’altezza della la- mina, comprimendo poi bene il tutto. La parte superiore si riempird con della terra, che, ad operazione finita, si inaffierd abbondantemente cou acqua salata. La comtinicazione col suoto che cosi si ottiene ¢ abbastanza buona, ma, come vedesi, il pre- pararla & cosa molto noiosa. Chi volesse fare in modo pid spic- cio, ma meno sicuro, potrebbe collegare {ra loro e gli apparec- chi, tutte le parti metalliche infisse al muro o al suolo che avri disponibili, come ringhiere di balconi, travi, inferriate, ecc. risparmiando cos) tempo e fatica. Perd, a chi bada sopratutto ad una buona ricezione, converrd costruire la comunicazione precedente, Ordinsriamente si usa una sola antenna ed una sola presa a terra, sia per la stazione trasmettente che per quella ricevente, intercalando un commutatore sul filo del Yantenna, in modo da far comunicare questa, quando si vo- glia, sia con gli apparecchi trasmettenti che con i riceventi. CAPITOLO V. Stazioni radiotelegrafiche trasmettenti. Si é visto, nel Cap. EI, come si generino le onde in un oscil- latore quatsiasi. Vediamo ora come queste onde-siano utilizzate in FT. S. F. e come sia costituita una stazione trasmettente. Questa dovrk sempre contenere i seguenti apparecchi: appa. tecchio generatore di corrente; generatore di onde (rocchetto di Rhumkorfl-oscillatore); apparecchio d’irradiazione (antenna); interruttore ‘per dare o toglicre la corrente; presa a terra. Nelle piccole stazioni, come si é detto, si usa generalmente il roc- chetto di Rhumkorff per fornire la corrente ad alta tensione, necessazia alla produzione delle scariche nell'oscillatore; e si é anche visto come V’insieme di un rovchetto con un oscillatore possa bastare, da solo, per trasmissioni di pochi metri. Infatti le onde prodotte dall’oscillatore si irradieranno all’intorno per mezzo dello stesso, influenzando cos} qiel cimostopio che even- tualmente possa trovarsi nel loro raggio d’azione. Ma evidente- mente tin appatecchio cosiffatto sarebbe inservibile per trasmis- sioni a una certa distanza: se ne aumenta la potenza, oltre che + con Vaggiunta dell’antenna, con una migliore disposizione delle parti (fig. 41). 30. ELEMENTI DI TELEGRAFIA SENZA FILO Vediamo prima quale sia la sorgente di elettriciti pid adatta per il funzionamento dei rocchetti nelle stazioni di T..S. F. Peri piccoli apparecehi da diiettanti, 1a sorgente pid adatta é la pila o Vaccumulatore. Se si adopera la prima, bisogna che questa corrisponda. ai seguenti requisiti ; . x.” Deve essere sufficientemente costante, ciod deve esser tale da poter fornire Venergia per parecchio tempo di seguito, senza che la stessa accenni a diminuire; 2. Deve fornire un elevato amperaggio, preferibilmente. anche superiore a quello assorbite dal roccheito, che & sempre molto elevato. EH cié-si compreude, perché essendo il primario del rocchetio, come si é detto, di filo corto e grosso, per la sua sezione passera una grande intebsita di corrente, timanendo relativamente basso il voltaggio. Ordinariamente, la pila che pitt si adatta a questo scopo @ la pila al bicromato a dne Hquidi, o pila di Poggendorf. Anche adatti sarebbero altri tipi di pile come la Grenet, la pila Lalande e Chaperon, quella al biossido di piombo, ecc.; ma per nou fare qui una di- versioue troppo lunga, mi limito ad indicarze una sola come Ja pit comune e di una di- screta potenza. L,’ele- mento citato & davve- TO: cosi conosciuto che sarebbe inutile ripete- te qui la sua deseri- zione, ma pur tuttavia Paccenno, pet comodo di coloro che potessero ignorarla. In un comn- ne vaso di vetro da pile, é situato nel cen- tro um vaso poroso contenente una.lastra o un bastoncino di zinco (fig. 42), mentre un cilindro di carbone, aperto longi- tudinalmente da una parte, circonda lo stesso vaso Pporoso. Tra questo ed il vetro, cioé nello spazio dove risiede il car- bone {polo positive +), si versa la seguente soluzione: Acqua (H;O) woe oo see + + » ST, TO00 Bicromato di sodio o di potassio (K,Cr,0, 0 Na:CnO) 26 6 ee ee » 150 Acido solfor. concentr. a 66° Baumé (H.SO.) “» — s4o(eme. 300) Si getta prima nelVacqua {1 bicromato ia cristalli non troppo gtossi vi si versa poi l’acido sclforico poco per volta, sempre agitando, e continuando ad agitare il liquide sin che il bicro- mato non si sia completamente scidlio. Nel vaso poroso, dove é coutenuto lo zinco (polo negativo —), vi é dell’acqua mesco- Jata a dell’acido solforico nella seguente dose: Acqua... 6 6. . ee. Qt. 000 Acido solforico a 66° Baumé. . » 90 (ome. 50) Questa pila da una tensione di citca 1,8 volts e un’intensits

You might also like