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150 3- ‘ANALISIDI FREQ )UENZA DELLA TURBOLENZA. x. La fanzione di spettro dipotenza S/d) che rappresenta la distribuzione_dell’energia cinetica per unita di ivexac Scale spaziali del fenomeno turbolento. Per poter ‘analizzare tale funzione occomre definire un numero d’onda k, che, dal momento che il diametro del vortice pud essere considerato come la metd della lunghezza d’onda, vale:-# 2n z r —_2__t z ee 5.30) Tunighesza 'ondg de wee oe § Ss E’ chiaro che, poiché if diametro dei vortici varia, sispossono definire un numero d’onda ‘massimo ed un numero d’onda minimo, (5.31) “ad 630) an k, Nel processo turbolento, Lenergiavcinetica:del fluido-Bpche ha dimensioni [L*T7], si trova distribuita fra i diversi vortci presenti, per cui la frazione dé contenuta nei vortici'con numéro d’onda compreso fra ky € kt dy vale: bar=5,, (,)at (6.32) ‘per cui le dimensioni di Ey sono [L*T7], mentre, in base all’ analisi dimensionale, si ha che: Ey (y= Bek, . 633) dove B é una céstante dimensionale, che pud essere messa in relazione alla A, prima introdotta, integrando la (5.32) fra il valore minimo ed il valore massimo del numero d’onda, pari a Kymy2/L © kpmaz, in modo da ottenere l’energia totale posseduta dal sistema, che, in prima approssimazione, pud essere posta pari a quella associata al vortice pitt grande, che pari a U2. Pertanto, si ha: 4 wv | . JE (Ey) hy = | (5.34) a oui segue che: ; 25/1 7 pale za Ba z4 (5.35) Tivalore di B @ stato determinato sperimentalmente ed & pari a circa J&% per cui A=0.97. La legge di potenza con esponente -5/3 per lo spettro di energia é stata osservata sperimentalmente nell‘inertial subrange, prima definito. La FigS.14a mostra la sovrapposizione di alcuni spettri di potenza longitudinal, ossia relativi alla componente della velocita nella direzione del numero d’onda. La linea retta dove si trova la maggior parte dei Carlo'Gualtieri - Appunti di Ldraulica Ambientale I Edizione, 2006 - Capitolo V dati per valori di kv"”‘e! compresi fra 10% e J 151 17! cortisponde al tass6 di, decadimento con legge di potenza di esponente -5/3 previsto dalla teoria di Kolmogorov. a as Lommel Tnoltre, quanto pit elevato @ il numero di Reynolds del moto, tanto pitt ampio & Vintervallo di numeri d’onda dove vale tale legge di potenza. Le eroci poste in alto nel grafico di Fig,5.14a, che poi sono presenti anche nella curva principale del grafico, corri icaten estuario, dove si aveva il massimo valore di Re. een 10 0.0 Fig.5.14b - Spettro di potenza per moto turbolento pienamente sviluppato X Pendenaa=-55 10 logo 20 = 30 ~ 152 Va, tuttavia, osservato che non tutti sono d’accordo su tale legge di potenza, perché alcuni hanno proposto delle teorie alternative che prevedono una legge di potenza con esponente -2. La Fig.5.14b mostra un altro esempio di spettro di potenza per un moto turbolento completamente sviluppato. La presenza di uno.spettro.continuo-di-dimensioni dei.vortici ¢ di scale temporali consente.« Pimpiego degli integrali di Fourier peftla stima degli spetti di potenza al fine di determinare le frequenze principali all'interno di un set di dati di misura e di individuare come l’energia~ turbolenta @ trasferita dalle scale pir grandi, avbassa frequenza, a quelle pitt piccole; 2 frequenza pid elevata. Tale procedura si. basa-sulle’ proprieta delle~serie-di-Fourier che consentono di rappresentare, attraverso una somma di funzioni seno.¢.coseno, qualsiasi seri@ continua di dati. * --- 0 Fig.5.15 ~ Funzione sinusoidale 2 Si consideri, ad esempio, una semplice funzione periodica, del tipo (Fig.5.15): f= 4 +05en (ot) dove ap é una costante, a & l'ampiezza del termine sinusoidale e o=27/T é la frequenza. Se si aggiunge alla (5.36) un secondo termine sinusoidale si ha (Fig.5.16): fl)= ay +0, sen (w;t) +a, sen(;1) dove ay e a sono le ampiezze dei due termini sinusoidali ed @)=20/T; ¢ @2=2n/T2 sond'le relative frequenze. Nel caso di dati che variano nello spazio @ possibile costruire delle espressioni equivalenti in termini di frequenze spaziali o numeri d’onda. Questa idea di base pud essere estesa al mumero di termini necessario per rappresentare la finzione data; di solito, si impiegano termini sinusoidali e cosinusoidali. Se la funzione @ stata misurata Iungo un certo intervallo spaziale L o temporale 7, tale lunghezza @ posta, nella rappresentazione in serie di Fourier, pari ad un ciclo del processo. (5.36) (537) 0 Fig.5.16 — Funzione composta 2 La Fig.5.17 mostra una certa funzione jf) per la quale sono disponibili misure effettuate nell’intervallo fra x9 € xp*L; la relativa rappresentazione in serie di Fourier vale (Fig.5.18): Sle) = ay Dl. cos 24.5, sen 2m) (5.38) dove a é una costante, pari al valore medio a lungo termine della ffx), mentre a,, € b, sono le ampiezze associate con ogni frequenza, che si possono ricavare a partire dalla funzioni trasformate di Fourier: er ay=2 foe« 639) ae 2 ang [eee 40) 2 pet Dare =i), Seen ae (6.41) Di solito si pone, come frequenza spaziale, il numero d’onda hy pati a ky=2nn/L, in modo che ai engoment dei termini sno e eoteno possono estere sx sempioemente come (i). Va anche osservato che la sommatoria nella (5.38) rapprese : una funzione periodica, con periodo L. 6.38) rappresenta esattamente fs) quando questa & La rappresentazione statistica di un processo causale ¥, dove ¥ & un set di valori misurati di un certo parametro del campo turbolento, quale velociti, pressione, -profondita, concentrazione, etc., ed é un generico valore di tale set, dipende dalla funzione di density probabilita p(x), che ha sempre un valore compreso fra 0 ed I: al 154 f “p(e)ax = 2 (5.42) mmentre la funzione di probabilita cumulata F(x), detta anche PDF, &, per una certa x, larea sottesa dalle curva della p(s): F(z)= [pea (6.43) che indica la percentuale di dati appartenenti a ¥ che sono inferiori ad x. rm Fig.5.17 —La funzione f(x) misurata fra xo e xo+L o x xotl Il valore atteso 0 media di ¥ & E(z)=x= f x p(x) dx (6.44a) mentre la varianza é: o(Z)= f (3) ple) ar = £f 2)_[e(@)P (5.450) NelPipotesi, molto frequente, di processo turbolento stazionario, la media pud essere definita in termini finiti: 7 ae)=4 [20 ®) dt @=5 Jx¢ (5.44b) dove Té il tempo di misura; nel caso di dati di tipo digitale, si ha: Carlo Gualtieri = Appunti diddraulier Ambientale 1 Edizione, 2006~ Capitolo 155 x (5:44c) oo i cca F. dove NV é il numero totale di osservazioni e x, ¢ una delle misure del set del pro . Fig.5.18 - Rappresentazione periodica a della funzione f(&) di Fig.5.13 Allo stesso modo, per un processo stazionario, la varianza vale: o(@) -i fio- B(z)P at sas e, per dati digitali, &: gp HF «sss inal dove si divide per N-1 anziché per N in modo da avere una stima corretta della varianza, I coefficiente di autocorrelazione vale: Rat)=7 [Oel+ 8-59" Kn) (6.46) comtispondenti a dt e N é il media. Se 7 é la lunghezza ossia con N=10, pud =1, ma solo J termine se m=9. correlazione dalla:’ ~ del set, N’& pity piccolo al crescere di dt. Ad avere 9 termini nella somma della (5.46) se m: Infine, la S(a) & legata al cocfficiente di auto: Spettro di potenza S - ‘env is2xEiz S(o)= SR (4#)cos (w At)d(4t) e, viceversa: 2 Jj slo)eas (w41)deo R(4 156 (5.48) ~ Queste ultime due relazioni costituiscono una copia di trasformate di Fourier. In particolare, la (5.47) fornisce una maniera diretta per identificare delle specifiche frequenze vale: P(o)=[oS (@)}” al'interno del segnale per un certo set di dati, dal mom che fornisce I’ampiezza della funzione in corrispondenza della frequenza ©. La Fig.5.19 mostia lo spettro di potenza calcolato per la velociti di agitazione turbolenza nella direzione del moto medio misurata lungo l’asse centrale di un getto di superficie, mentre la Fig.5.20 presenta la corrispondente funzione di ampiezza. Si osserva che i valori. massimi delle funzioni indicano le frequenze dei moti pid ricchi di energia. Un altro esempio di impiego di queste funzioni @ in relazione al livello idrico misurato alla bocca di un estuario; Yapplicazione dell’analisi di frequenza fornisce una indicazione del periodo della marea ¢ del periodo d’onda predominante. Fig.5.19 - Spettro di potenza della velocita ento che la funzione di ampiezza (6.49) Fig.5.20 - Ampiezza corrispondente allo longitudinale de! getto spettro di Fig.4.19 0 0 1 a e 4 oor oe 0.001 oot 0.01 0.10 1.00 10.00 100.00 1000.0 1 0 01 0:10 1.00 10.00 100.00 1000.00 (82) (8) 157 5.4—ANALISI DI STABILITA DELLA TURBOLENZA. i oni present? In estrema sintesi,,’analisi di stabilita ha la finalita di prevedere se le SET ab ata in-un-certo-moto cresceranno 0 menor In questo paragrafo si considera sole. ° 0 0", linearesnella quale un moto stable stazionario.con-velocith-i7;-7-€°W -€ oH pressionc P soggetto-alle-corrispondenti fluttuazioni u’, v',.wiep'ypercui-vales . fuataw cad (5.50) Si tratta di espressioni formalmente simili alla (5.8), solo che qui interessa capire se.i-termiini dirfluttuazione-tendono a crescere meno, piuttosto. che le loro proprieté-una-volta.che-essi-si siano-pienamente-sviluppati. Anche qui, espressioni identiche alle (5.31) possono essere soritte anche per altre grandezze del campo turbolento, quali densita, temperatura 0 concentrazione, ma in questo paragrafo si considerano solo la velocita ¢ Ia pressione, anche perché le variazioni di densiti, in base all’approssimazione di Boussinesq entrano. in gioco solo nel termine di galleggiamento, Jelequazione:di continuita e le equazioni di Navier-Stokes per un fluido incomprimibile sono, rispettivamente: bu , Oy , Ow ae - 2.408) au Mew or a, ar (2.880) ow wow or dove il termine di Coriolis non é stato considerato in influi cil temmine di Coriolis non & stato quanto non influisce nell'analisi di stabil dl primo-ordine, Nelipotes i moto stable e stazionario, ossia ponnasente To hes equazioni peri valori medi nel tempo della velociti e della pressione sono: “ee (5.51a) 158 (6.524) Questa soluzione deve anche soddisfare tutte Je condizioni al contomo del problema considerato, Se si sostituisce la (5.50) nell’ equazione di continutd, 1a (2.408), questa diventa: (6.53a) (5.536) ‘Ma per Ja (5.51a) ed anche perché la media temporale di un termine di agitazione @, per Ja (6.5), nulla, la (5.536) assume la forma: = (6.53) Inoltre, la (5.532), considerando la (5.512), mette in evidenza che la parte di agitazione del campo turbolento ha divergenza nulla, ossia €= Ou’ Ov’ | Ow" Bul , ov! 3H" 20 ashe (5.534) Riguardo l’equazione del moto, l'inserimento della (5.50) nella (2.88c) fornisce: aes) #) go) ee) ») .@+y)) aes), wow) 4) ¥)_ = av+y') 2 -i8ete) + Vv? @+u') +(f4u'), '+(F+¥) +(W+w') +v') ate+ er & on (5.54a) _ _ -2% LAPP). 92644) . a@+p') a age! 2 raw! zp HV? GFW) 159 i i ito in condizioni Se si sottrae la (5.52) alla (5.54a) e si considera che si tratta di un mo stazionarie, ossia di‘moto permanente: ou! Ou! OT Ou’ ul |, ey ea yw pw a a oe yy Oe Pe La (5.534) ela (5.54b) sono 1é equazioni di base poritermini di agitadione, == 11 caso pit semplice di analisi di stabilita da studiare é quello di perturbazioni sinusoidal d piccola ampiezza. Dal momento che le due equazioni di base, ossia la (5.534) ¢ la (5.54b), sono lineari ed il moto rappresentato dalle Z, ¥ e W econ pressione 7 é stazionario, tali perturbazioni valgono: Saleen tp.23)0 Filey x2, x3)e 17" Sule x3)e" fp er apas)e dove fn fy fu © Jp Sono fanzione solo della posizione g & una funzione complessa avente dimensioni di T”. Si vede dalle (5.55) che le perturbazioni crescono o si attenuano con il tempo a secondo se Ia parte immaginaria della generica funzione oj 2, rispettivamente, Positiva o negativa; pertanto, il moto @ instabile se oj>0 ed é, invece, stabile se o/<0, mentre se o(=0 si parla di stabilita neutra, dove le perturbazioni non crescono né si attemiano nel tempo. Se si sostituisce la (5.55) nella (5.53d) e nella (5.54b), si ottiene: He, a a ey (6.55) Ww P' (5.56) i ontomno, ossia la (5. Ee 57), devono cosets pmogent, er cui anche le condizioni al contomo per Taf, i foe la f sono omogenee. Una soluzi joni bce eS 18 fa determinati valori dio, ne non bansle per questeequazioni&, quindi,possiile por Carlo Geaiert-Appunt a rautica A 1 i Lrautica Ambientale I Edizione, 2006 - Capitolo V nal = =a aeaeeHTlhOHTeEOsMTECCUTCOFRT ORT ORT RM aePOaeeOe Oe et 5.5.1 Generaliti - Nei paragrafi precedenti sono state illustrate le tecniche di base utilizzate per studiare, da un punto di vista statistico, 1é qiantité caratteristiche del campo turbolento e il tipo di analisi impiegata per prevedere le condizioni di sviluppo 0 di atteniazione della furbolenza. Tuttavia, 'indagine sperimentale 2 ancora utile per descrivere il processo turbolento, sia la fase di transizione alla turbolenza sia le propriet& del moto turbolento completamente sviluppato. Tipico esempio, sia pure elementare, esempio di indagine sperimentale é la classica esperienza di Reynolds, prima descritta, I risultati_dell’indagine * ii anche,ora, in questo .paragrafo, dove.si alcuni, metodi iusura del, set to: turbolento, i 5.5.2 Le equazioni di Reynolds - Comé gia chiarito nel Paragrafo 5.1, il moto turbolento retto dalle stesse equazioni presentate nel Capitolo 2, nelle quali, perd, sono introdotti anche i, termini di agitazione, legati.al carattere turbolento del moto, i quali determinano la presenza | _ di fermint-agpiunti nelle dette equazioni, ossia 'equazione di continuité ¢ le equazioni_di { ‘Navier- i¢, per un fluido incomprimibilé dove si considéra anche Vetietto della rotazrone ferrestre, sono, rispettivamente: wete £ (2.408) 2.101) lue.equazioni occorre epplicare-il procedimento di Td (6.2); in particolare, la media che si va ad effettuare & di, tipo-temporile; definita nella (5.4), per cui la d jone-di-Reynolds assume la-forma (6.8), che, applicata alle grandezze presenti nelle due equazioni, diventa: i 1 EK —_ (5.58) Carlo Gualtieri - Appunti di Jdrauliea Ambientale I Edizione, 2006 - Capitolo V 161 dove é, appunto, presente..na.camponente media nel. tempo éd une-componente.di-dgitazione ere erature, jl Ta (5.58) @ conccttualmente uguale alla (5.50), solo che, in questo caso, la presenze dei termini di agitazione é data per scontata e non oggetto di una analisi per prevederne la crescit 0 lattenuazione nel tempo, ; nn Nell'ipotesi di proceso turbolento stazionario, l'equazione di continuita diventa, a seguit (6.59a) (5.596) D’altra parte, poiché la media temporale di un termine di agitazione &, per Ia (5.5), nulla, vale (6.590) a GG} Se si mettono isiéme Ta (5.596) e la (5.59c), si dintostia che anche i campo di moto medio deve soddisfare Pequazione di continuita, ossia: ‘GH Wg! (5.59d) che & 'equazione di continuit’ mediata alla Reynolds. Inoltre, dalla (5.59a) ¢ dalla (5.594) sia che anche il campo di moto di agitazione ha divergenza nulla, ossia: it (5.59) " ce oi sapprossimazionk. fy pow a Riguardo l’equazione del moto, se si introduce |’approssimaziont 4i Boussinesq, ossia la >) (2.116b), tranne che nel termine di rento, le 3 equazioni scalati della (2.101) \ diventano: . BT Tekient ao Ou ou ou fe GPE eee By Oy Oh gy He py ae By a ree Pieper Gre eee 6 PER CRETE) eae dander BPH By a Oe ay” ae, poh Be Bo \ dove, come visto nel sotoparagrafo 2.73, o & un vlore i base ella densi, Se tie la desomposiione di Reyaols pe le praidear Ino, sir SSWy Wale (S60ey Carlo Gualtieri- Appunti di Iaraulica Ambientale 1 Edizioine, 2006 -Capitolo V 162 nella quale si osserva, in primo luogo, che laddove i. valori istantanei delle varie grandezze compaiono in espressioni di tipo lineare, come, ad esempi, la derivata_rispetio.al tempo, esi i corrispondenti valor medi temporali. termine di agitazione ¢, ‘aguale a quella entrant; S il fluid & incompziit tale ie Vale sia mediamente che in omni isianfe. Se si passa a -considerare re Te Huan moto taspora dala massa Carlo Gualtieri - Appunti di Idraulica Ambientale ‘[Edizione, 2006 - Capitolo V 16 i tli termini nelle (5.60c) ce ne sono 9,3 in ciascuna delle 3 equazioni scalar, essi sr (618) nella quale si osserva che la somma del secondo, del quarto e del sesto termine al secondo ‘membro di ogni equazione scalare equivale alla equazione della gontinuith: 6.62) j per oui fe (5.61) ssidono alles Tae ga. a, aa | (6610) che, introdotte nella (5.60e),forniscono: ‘Carlo Gualter!- Appunt di Tarnlica Ambientale TEalzone, 2006 -Capltolo V ENS el (6.604) [3 213 -91y 4, ae ye ae by & che, portando al secondo membro i termini contenent. ae 4ei prodotti delle component apitezione della veloc, dive: cche & chiamata, assieme alle corrispondenti equazioni scalari della (5.60e), aa moto o equazione di Navier-Stokes mediata alla Reynolds. L’ cai della (5.63a), 0 delle corrispondenti relazioni scalar (5.606), cost Reynolds o Reynolds averaged Navier-Stokes (RANS) equations. Fig.5.21 —Trasporto nel moto turbolento frat della velit media OF aon (Carlo Gualteri- Appunti di Idraulica Ambientale TEdizione, 2006 Capitolo V Pi (2.106 che in essa compaiono jj mi Bel campo tiene ed nae a see <2,“ contengono, come si& vist, dei pr {St Tall emia apprneae Pe ti “Ghinnat orn dv Remclas eeu sad Hrd che quest iscosita del fuido, w ‘diverse propricta del fh sovrapporre almsto principale, I sforai di Reynolds definise Reynolds: — | mm rie vw bs.) ww — Spesso la relazione fia gli sfarziturholenti e quelli viscasi. eapressa nelle forma-vettoriale: (oe wir 0 boF PPLE a] | = ove D € il tensor della vlocta di deformazione relatvo al moto medio Tabella 5.1 — Classificazione dei modelli di turbolenza Tipo di approccio ‘Model Ordine ‘Modelio della lunghezza di miscelazione a Zex0 ‘Modelli classici basati sulle RANS Modelo ie Secondo Modello degli sforzi di Reynolds Primo Modello algebrico degli sforzi i pe Impiego con filtri delle equazioni diN-§ ~ Large eddy simulation (LES) mediate nello spazio _ Simulazione numerica direta (DNS) Simulazione diretia nelle equazioni diN-§ __. Dbresenca deol sfora di Reynolds fa sorgere coset problema della chiusura, come ae ate Some gil meso Wy evidenza nel Sottoparagrate 24-1, mente il sistema dS equcion formato dal’equacone di contin, dellreeee : 4 ont Navier-Siokes‘costituiva un’ tisiema chagrin ~ ado_di_definife le 5 incognite ‘rappresentate dalla. densiti(p) dalle te sone ¥ = alle-proasione F ione di alte iHCbgatiG™ Valea component Gi agitcione ¥7e W' Ghe afiancano ale clasihe incopiie, ia weno ee Carlo Gualtiri- Appuntidi Idraulicn Ambientale 1 Edizione, 2006 - Capitolo V - 166 _ — ty p18 Wore vino — - - {loro valori medi 9, 7, ¥, W ¢ F, rende il problema aperto, ossia non risolvibile senza la * presenza di alte equazoni. Ifa nella (5.60e), gi sfori di Reynolds non sono affato gid quantificati ma soltanto messi i enti di velocita del moto medic ‘che vengono affiancate.alle.5 spodo-da renders detent poems Gamo n-noietwbeleto, cosiiscana 9 che si chiama un modello di furbolenza, Pertanto, un mndello-di_tusbolenza non simula del_moto, eto i eihsondo Tala delle SompOueRE inostrano 1 Tot ogservato che(tordine del eas g lle . JRANS che il iodello introduce per risolvere “ Fig.5.22 — Classificazione dei modelli di turbolenza [Equazioni di Navier-Stokes | ———[ Simulazione diretta (DNS) | [Large eddy simulation (LES)| Equazioni di Reynolds (RANS) Modelii degli sforzi di Reynolds ‘Concetto di viscosita turbolenta (Modelo italinghezsa, [Modelio ee | di miscelazione (MIM).} pid ovvio, approccio, che, perd, a site nella rsoluzione-diretia di.tute le Carlo Gusitieri - Appunt di Idrauliea Ambientale 1 Edizione, 2006 - Capitole ¥ scale dells turbo [un tipo di chiuoura. Tale appoeai> a erica 2 (DNS). ‘iia pn a tutte lescale del moto, dominio di Salcolo deve essere abbastanze-grande-da poter-rip _correttamente levoluzione spazi ‘emporale delle scale pid grandi c.rieche.dienergia, che sono govemnate dalle condizioni ‘contonfo;D’altra parte, le dimensioni delie griglic di caloslé"devaic piedole’ de fiusoite a patturare issipazione dell'energia cinetica; atteristice dei vortici pil_grandi 6.206) = cui, il costo in. termini. di_calcolo.per-una.DNS-in,una solo direzione.& proporzionale a { Re" pertanto, dal momento che ja turbolenza ¢trdimensionale e non stazionaria, il costo di “"Galédlo,per ottenére ina adeguatarisoluaione spazile lungo le 3 direzioni dello spazio cresce con Re™ Cie comport snariseretizzaziona pazialeestremamente spinta,con un numero dl nodi delordine i /10']per seguire il feriomeno turbolento in tutte le sus SSale-SpuaTali. Inotvecom ao, i enone Helge MEME SU Mh aMpiG Sal a temporal, per cul gli-eventr pit"Tapiar-# evolgono con frequenze di circa 70 LT ‘che jedon0 un passo di calcolo temporale dell rdine di 07 Tutto cid rende una’ dirétasinilazione del fenomeno ‘ubolento decisamente onerosa dal punto di vista computazionale, anche, se il rapido. sviluppo delle capacita di calcolo dei ercomputers apre delle interessant prospettive all'impicgo delta DNS, che offre anche In ‘POSSbITTA ina ipliore conDsceiza Gel fenomeri fisico della turbol il numero di, Reynold ¢ oh dk legato prineipalmiente_af vorfici pi Bem oe senomneno fucholantn. Pertanto, lé ticerche sulla turbolenza sono state ~sSopratute indiizate alla reread esressioni edi schemi di calelo il pia posiile senna pe la valutesione degli fori di Reynolds ¢ dei coixeguentitemmini di traporte tuboionrs In alte parole, i Iavoro dei.riereatri& stato jinipamete volo al meat chiusura con la ideazione di numerosi mo. 2-fondamentalniente beara KRANS) che sono, poi, quelt di pia squaziont di Reynolds, ossia Ia (5.59d) {frequente impiego nei problemi applicat 1 modelli classici della turbolenza sono sost di velocita (shear Reynolds, oss ‘Carlo Guaitierl - Appunti di Idrauliea Ambientale ‘1 Biizione, 2006 - Capitolo V 168 rettere in relazione questi vbimi_alla velocth di_defermasione-dellclemento fhuido, che, come & nota, ¢ legata ai gradienti delle component della velocité nelle diverse direzioni “Bpaztali. Nel 1877, Boussinesq propose, seguendo un approccio simile a quello della diffusione molecolare, di esprimere gli sfo olds in termini del_gradiente. della veloc: dove vin, ry © Yee [L*T] sono i goefficienti di viscosith cinematica turbolenta (eddy viseosity) nelle direzioni x, ye. Dalla (5.67) deve, ovviamente, che: dove fs Huy © Hee (ML*T'] sono i coefficienti di viscosit dinamica turbolenta nellé direzioni x, ye 2. Sinoti che mentre la viscosth dinemica ye la vis 0 proprieta del Suido, in staal dialite Spiers at neactee ete | song caratteristiche del moto-c-dipendana dalla nubolenca-e-dalle-sue scale spaziali e di veloc g “Ta G87) esprime il cosiddetto( principio della viscosita turbolenta] che.® sull'ipotesi che le componenti ss i sforzi i defermazione deal Iinplictamente-che Ic balenza 3 = 5. a (“ia asportataal'intemo del campo di moto, Va noiaio Ce TTconceii di viscostisinematica furbolenta deriva dallipotesi di_una i movimenti_che hanno Tuo mmolecolare, da cui ba origine la legge di Stokes per la viscosita in moto laminare, e quelli di ‘ipo turbolento. Come 1a foraat ‘molecolaze]é proporzionale alla velociti, media del mote al cammino medio libero delle molecole, 1a viscosité turbolenta pud essere considerata velocité ed ad una Iunghezza ca fel moto turbolento, come illustrato pit in dettaglio nel SottoParagrafo 5.5.5 . Va, pero, osservato che questa analogia ‘rova un punto debole nel fatto che i vortici turbolenti non sono dei corpi tigidi in grado di conservare la loro identita, come le molecole, e che i vortici pit. grandi, cui @ legato il ‘rasporto della quantita di moto, ed il loro cammino medio libero non sono affatto trascurabili + rispetto al dominio del moto medio, come richiesto dalla teoriacinetica dei ges. Le (6.67) consentono di esprimere in un’ unica maniere gli sforzi di Reynolds e quelli viscosi, yuindi, basato, Carlo Gualtieri- Appunt di drautica Ambientale 1Esizione, 2006 - Capitelo V 668) 7” 169 gradiente della velocita media; introducendo la dal momento che entrambi dipendono dal (6.67) nella (5.60¢), questa diventa: turbolenta: I =< + Zeatpev for v7 (5.636) ‘A guesto punto, to turbolento ® molto pit intenso di quello-legato alle Forze viscose, si pud porre vi.>>v, Vi->>V € .>>v &, quindi, a (9.41g) aésume la forma: Carlo Gualtieri - Appunti di Jdraulica Ambientale [Bdizione, 2006 - Capitolo V. (6.60) (6.63c) idel_gradiente della velocita media det imare i viscosita turbolenta, Infatti, Pintroduzione del concetto di {yjscasita i aa prone sim Yq VEFE Ve: pud essere ottenuta attraverso una misurazione diretta degli | serch are Reynolds-e-dei-gradienti_della_velacit’ media ed utilizzandea (5.67). Si tratta, | “attavia, di una procedura di salito piutosto Tunga e difficile, che remede yn elovato nimero di misure per poter avere una stima sufficientemente precisa. Un altro metodo per la stima della viscosita turbolenta consiste nell’immettere un tracciante © ; Ia viscosita turbolenta viene, poi, stimata _ Je misure di nel fori previsti dalle equazioni, nell'ipotesi che lecaratteristiche del ‘pero, basala Sulla risoluzione dell’equazione del Spr aetna nce din sara illustrata nel Capitolo Tpplicazione della analogia di Reynolds, che ipotizza che il trasporto della quantita. oto, della masse-e-del-ealore_si_svolza con Valori simili de] generico _coefficiente di -Giffasione, in quanto il trasporto_di Ste ose eters See agli stessi vortici | nto “tale approccio, & base il modello ella . tito nel prossimo sattoparagafo. In linea generale, la viscosita cinematica turbolenta non é costante, ma varia con la direzione Carlo Guakieri - Appunti di Iéraulica Ambientale - I Edizione, 2006 - Capitolo V im considerata, come, dala parte, tenuto conto nelle equazioni illustrate, Gid-dinende dal fatto che tle peameto & stetamente leat alle sit della Suibolenza, tappresentate dalle CBee ine fels-woec, qual bam aves career erat lunghezza, frequenza @ graindezza, nellé diverse dirézioni dello spazio. E? chiaro, pertanto, nel caso di turbolenza isotropa, i tre coefficienti di viscosita turbolenta Vis, Viy @ Ver amo uguali fra loro, e, nel caso di fifemente-con-ta-definizione, non dipende dalla posizione, ma pud ancora variare nelle 3 direzioni spaziali x, y ¢ z. In ‘questo caso, la viscosita pud essere portata fuori dall’operatore del gradiente nella (5.63c). 5.5.5 Il modello della lunghezza di miscelazione ~ Come gid spiegato prima, i mofelli classici di turbolenza sono basati sullipotesi che il motj medio del “fluido sia influenzato Rrincipalmentesoltant da vt pl gradi del WRDSTeRE. qual contengood la maggior Parte dell’energia Ginetica del moto ed inferapiscana con il moto medic IWmodello deta it miscelazione , proposto per primo da Prandtl (1925), & basato sull’analisi.dimension: nomeno turbolento, attrayerso cui & possibile stimare la Niscosifa cinematica turbolentgp Prandtl osservo che dalla'feo va coe ica dei gas la viscosita Ginematica di un gas v, vale: (5.69a) diGélineare una analogia fra, che la viscosita cinematica, 5 (5.690) . dove, appunt, a. In effetti, tale Tunghezza earatteniiex steno Tegat al vor pil grand, € propre quella che é stata, i precedenza, chiamata(scala integrale del fenomeiigl Come vit etiaen ests Sata ia evide alogia non tiene, Derd, conto fo che i i turbo ‘ell'ipotesi di un moto bidimerisionale, con_velocita lung significati avelox i al strato limite, Ia velocitd carat me SE MRS Siaig Kant, Ia velocitl caratteristica cercata vale: CT ra) = Coins Lua a Per cui, sostituendo la (5.70) nella (5.694), si ottiene: Carlo Gear -Appunti i draatea Ambiente I Edizione, 2006 - Capitoto V : 172 (5.69¢) dove Cnin1.¢ Cmim2 sono due-costanti numeriche © Ly detta lunghezza di miscelazione. Pertanto, combinando la (5.68) e la (5.69c), si ottiene che gli sforei di Reynolds relativi al caso considerato valgono: . 2 |ealar ty 2h =p 2 5.71 lal a ca per cui gli sforzi di Reynolds sono funzioni delle caratteristiche del moto. Si vede, quindi, che nel modello proposto da Prandtl "unica incognita, che consente, appunto, la stima dif¥) sia la lunghezza di miscelazioneL»)In effetti, tale modello si @ dimostrato effcace in slounl ast-ar novo Teatvameme sete pais Te Les “ud essere valutata wtilizzando alcune semplici formule empiriche, Al contrario, il modelo non € adatio laddove i provessi-ai-tr fa furbolenza sono importanti e, pid in generale, in situazioni complesse, nelle quali non @ facile stimar( To) Nella Tabella 5.2 sono mostrati, appunto, i valori della lunghezza di miscelazione L, relativi ad alcuni tipi di moto bidimensionale. Tabella 5.2 ~Lunghezze di miscelazione Ly in diversi tipi di moto bidimensionale a ee Tipo di moto Te Lain Mixing layer 0.07% Zim Spessore del layer Getto 0.09%Lmin Meet dello spessore del getto Scia piana 0.16%Lmin “Meta dello spessore della scia 55.6 Il modello ke — Una me ‘turbolenta y, pud essere oifsnuta considerando un modello a2 equazioni. chiamato modello k- “{L*T>], La presenza di queste due equazioni Tenere conto del trasporto delle grandezze caratteristiche della turbolenza e rende, quindi, questo modelo adatto a studiare situazioni dove il trasporto advettivo e diffusivo di tali grandezze é significativo. Va osservato che il modello @ chiamato, per semplicita, Ee e non, come dovrebbe essere a rigore, k'-e". ‘@ I modello ke é stato sviluppato per rappresentare i meocani Te successiva distruzione dell’ energia cinetica tur a visto anche come uj | altro metodo per stimare i valore della viscosita turbolenta. : Ti valore istanfaneo del'er neti ;, Seguendo il solito approccio statistico al fenomeno turbolento, pari alla somma del valore medio e di quello di agitazione: (5.72) per cui ’epergia cineticaturbolenta k’ & definita come: 1B balay (6.73) 2 :omponenti di agitazione della yelocita nelle ossia @ una misura diretta dell'intensit’ i ; 3 direzioni spaziali; inoltre, poiché I’energia cinetica & principalmente associata ean 1 vo della scala pi grande, si pud assumere VE" come velocita caratteristica di tali vortici pid sgrandi. IL legame gi assunto in precedenza fra la viscosifa turbolenta v,e la scala pid grande déIfenomeno turbolento, suggerisce, infine, che dipenda v; da k’. L’analisi dimensionale fornisce, pertanto, che: ¥,=C, Ly ve } (6.74) detta equazione di Kolmogorov-Prandil, dove C; & una costante numerica ¢ LJ, @ la Junghezza caratteristica che occorre introdure per motivi di uniformita dimensionale ¢ che non pud che essere la lunghezza dei vortici pid grandi, ossia la seala integrale del fenomeno, che é associata, per definizione, a tali vorti Anche il valore istantaneo del tasso di‘dissipazi Bi tica del moto per unita di (5.75) dove D @ il tensote della deformazione istantanea, in cui ogni elemento é somma del termine di deformazione relativo al moto medio e di quello relativo al moto di agitazione; conseguentemente, ¢’ vale: 2D 6.76) La lunghezza caratteristica L; pud essere anche messa in relazione con il termine dissipativo «', che non dipende dalla viscosita v, in quanto I’energia turbolenta é associata principalmente ai vortici pit grandi, In alire parole, ¢’ vale: Ck? sn L 6.77) dove C; & un'altra costante numerica, Introducendo V'espressione di L, che si ricava dalla (5.77) nella (5.74), si ha: CG, k? ye (5.78) dove Gi=CrC, vale all'incitea 0.09. La (5.78) vale nel caso di turbolenzaisotropa, ‘ Gli sforzi di Reynolds sono direttamente legati all’energia cinetica delle componenti di agitazione della velocit; quando tale energia é elevata, le componenti di agitazione song taggiormente in grado di trasportare le propreti del Sudo all'interno del campo di mots tubolenta, A questo punto conviene eviluppare Pequacione dell’energia cinetica relativa al moto medio, che si otfiene moltiplicando Pequazione del moto, la (5: i termini medi mato meio, a (5.60e), per i termini medi Carlo Gualtieri- Appunti di draulica Ambientale TEdizione, 2006 - Capitolo V 174 SF * 2). wih aeE 3 Grave oe ox (5.79a) Si nota che in queste equazioni il termine di Coriolis @ assente perché esso non compie lavoro, in quanto esso agisce ortogonalmente al vettore velocita; tuttavia, tale termine influisce sulla distribuzione dell’energia fra le diverse componenti di velociti. La (5.79a) pud essere riorganizzata nella forma: =) Zz 2(ta).02 (La) S(iar) e532") ra a2 we -2- 2) br] wl Hz \ a7) ira Be BH. x a a le 175 glo Flo Plo GL (5.79) che, in forma vettoriale, dopo alcuni Passaggi ¢ dopo aver inserito FE, diventa: me oes pt Stvk¥=23-Ly BO Po” be ¢ 7 che ¢ Vequazione del? energia cinetica media J, per imita di massa, dove il significato dei singoli termini é il seguente: 1, Variazione locale di F ; Trasporto advettivo di E ; ‘Trasporto di & per effetto della graviti ine di i . Trasporto di & per effetto delle forze di Pressione; e salleegiamento, Trasporto di F per effetto degli sforzi viscost? Trasporto di & per effetto degli sforzi di Reynolds; Dissipazione di & per effetto degli sforai di Reynolds; 5. cissipazione di E in calore pe effetto degli sfra viezoi, termine 7 esprime anche il asso del lavoro compute dagli sforzi di Reyn ewes Venergia cinetica media Ein energia cinetica turbolenta (KE) ed & ch Production. La somma dei termini 43 e-3% ita flux diver; nell'insieme la redistribuzione ed il trasporto dell’enen nt oo Bence € pressione e degli sforzi viscost ¢ turbolent sSitons degh sforai viscosi ¢ turbolenti, a + eV D~2n BB ae (6.800) ar TT L’equazione dell’energia 116 di Navier-Stokes, nella forma della (5.416), ossia prima di procedere all’operazione di media temporale, per Ve sottraendo’al risultato equazione dell’energia cinetica media, ossia la (6-790); alla fine, i ottiene: ayia > 2G ).22 : 7)a72 a 2 (te) L ema (5.81) nella quale, rispetto alla (5.80b), al posto di E, c'é k’, mentre nei termini 5 e 8, ossia relativi, rispettivamente, al trasporto ed alla dissipazione di k’ per effetio degli sforzi viscosi, 'é il teasore delle velociti di deformazione di agitazione D' al posto di quello delle velocita di deformazione medie D . Va osservato che il termine 8 rappresenta, dal punto di vista fisico, il Javoro fatto dai vortici pits piccoli contro gli sforzi viseosi éd @, quindi, la principale causa di distruzione della turbolenza. Infine, il termine di shear production & qui negativo, ossia ha segno opposto che nella (5.80a) e nella (5.61), in quanto esso rappresenta, di solito, una fonte di energia cinetica turbolenta a spese dell’energia cinetica media del moto. Cid ‘Carlo Gualtieri - Appunti di Idraulica Ambientale 17 i turbolenza, ossia i significa che quello che & stato sottratto al moto medio per ai @ nella TKE una termine 7 dela (5.809), che era in questa equazione tm termine SE PEND, © Oo nat sorgente di energia cinetica turbolenta. Soltanto in particolari con¢ “Anche qui, neila (5.824), rotazione, quando il flusso‘di energia & opposto, e380 cambia segno. fa nell’equazione Imanca i termine i Coriolis, per In sea ragioe per cu esso scompariva nelequazione dell’energia cinetica media, mentre termini di fluttuazione ad esco legati non sono pres ; uanto-non si consderan le component di agitzione della. Infne, anche qui, come nel moto medio, I’accelerazione di Coriolis influenza la distribuzione della k’ fra le varie componenti della velocita. . a dell La (5.82a) pud essere semplificata considerando la (5.75), ossia ’espressione della DISSIPAZIONE, ed introducendo le seguenti relazioni: B+ Pvp +v-opBP-pPPT FLUSSO (5.83) 2 PV D=2y,DB PRODUZIONE (5.84) dove oy=/, per cui la (5.632) diventa: (5.82b) V", che & la prima equazione del modello k-e. Nel caso di clevali valori del numero di Reynolds Re, i termini viscosi contenuti nella (5.80b) ¢ nella (5.822) possono essere trascurati,ecceto il termine di dissipazione, che determina la distruzione finale dei vortici turbolent,¢ queste due equazioni diventano, in forest vettoriale: (5.80d) Pequazione dellenergiacintica media, mente equazione del enegiacnetica turbolenta é: (5.820) L’equazione che esprime il trasporto del tasso di dssipazione per units di massa dell’eneroi Cinetica turbolenta 6" si pud ottenere a patie dall'equazione del moto meine an picts ¢ dalla equacione del moto medio. Iifati, 3 si sotrae equazione del nay ‘mediate alla Reynolds (RANG), ossia le (5.60e), dalla equazione del moto medio, essa ke (6.60b), e si iraulica Ambientale apitolo V Carlo Gualtieri - Appa ‘Edizione, 2006 178. trascura il termine di Coriolis e quello legato alla gravita, si ottiene, infatti: (5.85a) A partire da questa equazione, attraverso alcuni passaggi, si ottiene, dopo aver introdotto la (6.75): (Fev (tve 3 D ; (5.86) che é la seconda equazione del modello k-s. In definitiva, tale modello, basato sulla (5.78), che definisce la viscosita cinematica turbolenta , sulla (5.820), che @ Pequazione dell’energia cinetica turbolenta Xe sulla (5.86), che & a issipazione ¢”, richiede,come-si-vede,la-definizione-di-5-costanti, vale a dire'Cu Gh, dq Cie © Cp, Lcui-valori sono onmai disponibili per un largo numero di tipi di moto turbolento. ‘Le due equazioni del modello Ke risolvono il problema della chiusura del problema inamico in moto turbolento nella maniera che segue. Si procede, in primo luogo, a risolvere Je due equazioni principali, ossia la (5.82b) e la (5.86), per ottenere i valori dik’ e e’ da introdumre nella (5.78) per ricavare il valore di@ Tale_valore pud essere inserito nell”equazione del moto ).0 della (5.60h), che, insieme alla equazione di continuita mediata alla Reynolds ed all’equazione di stato del fluido forniscono i valori delle incognite cercate, vale adire 3,7, 7, We D. In tal manierafil problema dinamico in moto turbolento é risolto. 5.5.1 Le eaquazioni degli sforzi di Reynolds ~Le equazioni degli sforzi di Reynolds possono essere ricavate utilizzando una procedura simile a quella usata per l’equazione della energia cinetica turbolenta. Se si sottrae l’equazione del moto mediata alla Reynolds (RANS), ossia la (6.60e), dalla equazione del moto medio, ossia la (5.60b), e si trascurano il termine di Coriolis € quello legato alla gravita, si ottiene, infatti: 179 (5.87a) Se si moltiplica ciascuna delle 3 nella (5.872) per una generica componente di agitazione della velocita, ad esempio la v’, siottiene, ad esempio, nella equazione per l’asse x: vay whe ve a sy vn (5.876) yD ayy vegy Hy WO Po » Se, adesso, si scrive una tema di equazioni simile alla (5.874) ¢ si moltiplica la gencrica equazione secondo lay per ue la si somma alla (5.87b), i ottiene la generica equasieece Oz sw] lev), u'r), lu'y)], alurora’) alar'v) aunt) > = 2 Ae] eee a ae He Essay Eat Ey Epp Daeg A a7 1 f(a, a”), a'r), aerp)] (ez Gu By" glow (SE) eet aaa» a oF By By ee di cui ne esistono, ovviamente, in totale, 6, 1a prima, ora mostrata, con uv’, la seconda con conu’ew’ laterza con y'e w’, ela alte 3 con a coppia di component ujual. Se opens a 180... media temporale di queste equazioni e si pone il generico sforzo di Reynolds per unitd di massa pari a SR,, = u'¥", le generica equazione prima ricavata, la (5.87c), diventa: ASR, 7 2 5| Se GSR; , Ry] LOSRKy | ARy | Ry) ASR | ORy , ASR ey or ye at a a aw aw a om a +4}-5R,, 2 sr, 2 sr, 2 sr, F-SR,, = - SR { Fy F See ZS SR, SR, } he Bg Rn BSR oe oe ay a xa eyay eo2 ap) at au'yy autvw sR , 2 ee eh 9 yO SRy , FSR “i f a y| Oe eg, Sal eh aa = La (5.874) e le altre 5 equazioni analoga & detta equazione del trasporto degli sforzi di Reynolds, dove al primo membro c’t, ovviamente, la variazione totale del generico sforzo di Reynolds. I termini al secondo membro della (5.874) sono raggruppati parentesi graffe in base al loro significato fisico: 1. il primo termine @ chiamato correlazione pressione-deformazione, che gioca un ruolo importante nella distribuzione degli sforzi di Reynolds; il secondo termine, simile all’analogo termine presente nella TKE, @ chiamato produzione del generico sforzo di Reynolds SRy; 3. il terzo termine rappresenta Ja diffusione turbolenta ¢ la redistribuzione del generico sforzo di Reynolds SRy, per effetto della pressione; 4. il quarto terminé rappresenta il trasporto di tipo viscoso del! generico sforzo di Reynolds SRy; 5, il quinto termine rappresenta la dissipazione per effetto della viscosit’. La tisoluzione delle 6 equazioni del trasporto degli sforzi di Reynolds fomnisce i valori di tali sforzi SRy, i quali possono essere inserti nella equazione del moto mediata alla Reynolds, oscia nella (5.60e), che rendere determinato il sistema delle RANS.:L’impiego di queste equazioni costituisce un modello del primo-ordine in quanto si introduce una nuova equazione per ottenere la chiusura del sistema delle RANS. 2. 5.5.8 Il modello algebrico degli sforzi di Reynolds ~ Un metodo alternativo alla risoluzione elle equazioni del trasporio degli sforai di Reynolds @ il modello algebrrico degli sforzi, che pud essere ottenuto direttamente a partie dalla (5.874) ed analoghe. Per semplificare la complessa struttura di queste equazioni, si pud porre, sempre con Tiferimento alla coppia u’e ¥': (5.88) Carlo Gualtieri - Appuati di Idrauliea Ambientale [ Edizione, 2006 - Capitolo V 181 (6.89) (5.90) (5.91) (5.92) Pertanto, sulla base di queste definizioni, la generica equazione degli sforzi di Reynolds, la (5.87d), assume la forma: aSRy dt Se, adesso, si pone P=P)/2, e=e/2 ¢ d=dy/2 e, génericamente, Ty=SRyk’ e si introduce questa variabile nella (5.93a), si ha: =H, +Qy~ey +dy (5.938) dT, ty (Poetd)e eh = 4Py +Qy~ey + dy (5.936) Si noti che Qi=0. Le derivate di Ty sono di solito piccole rispetto agli altri termini della (6.930), per cui possono essere trascurate, Infine, se si pone dj=Tir, il termine del trasporio viscoso pud essere anch’esso trascurato e la (5.93b) diventa: Ty (P—e)=+P, + Oy ey (5.930) che consente di valutare gli sforai di Reynolds in una forma puramente algebrica, da. cul il nome del modello, E chiaro che gi altri termini dell'equazione, vale a die Qy e devono essere preventivamente valutati; a tal fine, sono state svilupp: Y ate delle apposite espressions ay tipo algebrico, qui non presentate, che danno luogo alla relazione finale: posite espressioni di Yo 2 Py -=P 6, saa 3 ) (5.934) 1-10 ¢2, ag=3 c4-1, ¢)=0.5 € c2=0.06. La (5.93d) @ il modello algebrico degli sforzi di Reynolds, Anche qui, la risoluzione delle 6 equazioni algebriche del tipo definizione dei valori dei termini Ty. Da essi, Hisolvendo Penn re rapa turbolenta, la (5.82b), necessaria per ottenere k’, si valutano gli sforat dt Reynolds sf vi gual ossono essere inserti nella equaione del mofo mediata alla Reynolds woos Si Wal che rendere determinato il sistema delle RANS. » ossia nella (5.60e), Ye, infin, osservato che le definizione introdote con le equicion dalla (5.99 consentono di esprimere in maniera pit semplice anche equasione delle turbolenta, la (5.92), come: ) alla (5.92) energia cinetica Bearesa . Ki (5.94) <; nellé quale, per semplicit il termine di gelleggiamento é stato trascurato, sp RN eer nh, Seta rapeTER He TAH 559 La large-eddy simulation (LES) - La large-eddy simulation i_basa sull?osservazione che Ia scala pitt pil Tiosa dt energia della turbolenza & anisotropa e “Taroaene ipenleats Ge Sona a aaa eT co TG eee ., Piccola, dissipativa, della turbolenza dei caratteri di_universaliti. La scala piccola ‘tende,imolire, ad essere molto pil isotropa ed indipendente dalle condizioni al contomo, ossia la maniera in cui Ta turbolenza é prodotta nel campo di moto. Sulla base di queste considerazioni, si pensato di risolvere direttamente la scala pit grande del moto attraverso Je equazioni di Navier-Stokes in tre dimensioni ed in condizioni non-stazionarie, mentre gli effetti delle scale pid piccole sono portati in conto attraverso un modello a parte, del tipo SGS (subgrid'scale). Dal punto di vista fisico, il senso del metodo molto chiaro. La scala pid grande dove la turbolenza é prodotia é risolta direttamente assieme alla parte superiore dell’inertial subrange, dove ha luogo il trasferimento non-viscoso e non-lineare dell’ energia verso le scale inferiori. La parte rimanente dello spettro turbolento non @ risolta direttamente ma si usa un modello che assorbe e dissipa lenergia proveniente dalla scala pit grande. La scala inferiore viene eliminata dalle equazioni della turbolenza mediante un procedimento di filtro spaziale. Liapproccio LES & ancora allo stato di ricerca e richiede un impegno di calcolo ancora notevole. 5.6 -ESERCIZI 5.6.1 Brusco allarzamento in un_condotto rettangolare in regime turbolento — In questo esercizio é studiato il campo di moto in regime turbolento nel caso di un brusco allargamento della sezione idrica di un condoito rettangolare. Tale geometria é chiamata in letteratura backward-facing step flow (BFSF). Si tratta di un classico esempio di flow separation che & spesso utilizzato per valutare le prestazioni di codi¢i di CFD per la sua geometria piuttosto semplice ed in quanto sono disponibili degli affidabili dati sperimentali; in alouni casi, nello stadio del BFSF é considerata anche la presenza di fonti di calore o di sorgenti di soluti in ‘modo da analizzare l'interazione esistente fra il campo di moto ¢ quello di temperatura 0 di concentrazione. Lo schema del moto a valle di un brusco allargamento comprende diverse regioni, come mostrato in Fig.5.23. In particolare, é possibile distinguere 7 regioni: strato limite iniziale(1), shear layer di separazioné ({1), zona di riattacco (IM), regione di ricircolo principale (IV), ‘vortice d’angolo (V), strato limite in riformazioner (VI) ¢ zona di separazione secondaria Carlo Gualtieri- Appunti di Jdraulica Ambientale 1 Edizione, 2006 - Capitol *

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