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il Giornale le grandi @ della storia & VIVIANI EDITORE Po Francesco | di Francia 8 sconfitto e fatto prigioniero dalle forze imperiali di Carlo V: picchieri svizzeri e tedeschi e ‘villani armati d'archibugio” decretano il definitive tramonto della cavalleria come “regina delle battaglie” aa a ae Carlo V (1500-1558) Re di Spegna dal 1516, Carlo V era nato del matrirronio di Giovanna la Paz, figlia di Ferdinando d° Aragon detto il Catolico € Isabella di Castiglia, con Filippo il Bello, figliodelimperatore Massimiliano ¢° Asburzo. ‘Alla morte del nonao Massimiliano, ne) '319, Carlo si candid alla corona di Germania ca quella del Sacro Romano Impero. Anche {i savrane fancese, Francesco I si era fatto avanti, ma i “grand cletior” tedoschi, solleticat) nee Lora smaaie autonomistiche dal fatto che Carlo vivesse lontano dla sede dell impero e corroUi dal denare delle banche solidal con gli Ashurgo, consentirene the venisse incoronata imperatore ad Aquisgrana il 23 oitobre 1520. ‘lire che sulla Spagna e sti terror italian, Carlo gavezoava ance su) teaitori degli Asburgo in Austr, Boom, Fiandse ce Pacsi Bassi era dal epoca di Carlo Magno che in Europa un sovana non accents sotto ti sé un cos! vasto dominio {Genza tenar conto dei vast possediment! colonia dela Spagna} [italia 1 Pues; Bassi, la Germania furono di sola in volta tat del pluridecennale conflict fra la Spegna : ela Francia, “acceschiata” dalla tenogtia e F ei Soin Sagoo aoe juesti scontri insieme alla minaccia del Turco e dei piratl barbareschi, alla ddivisione tra luterante cattolici elle notizie ‘di avovi mondh, contibuirono all'atfermarione del “ito irmperiale” {ioe all ieaizzazione dell impeto universale come fonte di stabilita politica e sociale) prosso tutti gli strat social. ‘Quanto pit Is eal appariva incerta 6 priva di riferimenti stabil, tanto pia Sicereava online ¢razionalita, Ineffett Pimpero, precario cosgulo 6 regni terogenci.sifoniave sul principio ‘universalistion di stampo reedievale decisamerte anacronistico~ della collaborazione tra Paps e imperator Nel 1555 la pace di Augusta, sancita ‘ua Carlo V @ i peincipi todeschi, divise la Geomania i ternton cattolic eluterani, obbligando i suddit seyuire la coniessione {del proprio sovrano. L'anno sepuente Carlo V, abdicando, avrebie diviso i possedimenti (ra fratello Fecdinando L, che eredit la corona imperiale, ei fglio Filippo Il, che conservi Spagus. Italia asst Bass e colonie ameficane: con questa spartizione, dopo cizca quarant arm ci foe, Carlo V siconosceva il faimento delPimpero universale La morte avrebbe colto ne! rtiro di Yast, nel 1558. Francesco I (1494-1547) Lavin d Francesco I semba solgrs in pralio, per cet ven alam, apt a quel det uo grande vale Cato, Suc immenso mpero "sole non mont mal La nea police la ati iia di Francesco Ie Carlo ergo shili fflaca entra dal miageo del geton europe asprin compiione et acorn del Sacro Resto Lape sapresct) Sobol plogo del conta che lave accorguual peru la vita, Nel Ave elaqurra Machiavell desea Ite i Francia come lnsovlaro asolotoyacapo uno dl Sal acioal sce aBbano favorita nino po scesito per alr mana passone> Francesco datos aveno spsato Cia, pa di Laigh Xl sls sun mone gi auceae a oro & Fran ceme Frances Nella ch Margo 155 scone le emis fnterepeceesvizzere ioongustand mares, ase prtenza per ‘a poliicsdesgansinso algo raga, Diego ogo dl Seto Romano impo, Pasco, argu od cece ‘eniinjuene, goed lacane della gums ues un obliga done, ome aeravano fio Tames cavalst Palio e Baie. {sera dla scontita di Pavia scriss lla madre ua frase pasate alla sori: ol qouto posedzvo mi ® masta solanga anor Clas che slvan;nola tees serta,etava,invid'l propt all a sutaso Solimano per vocaene Patt! qUancelotano Gra questo gosto deg dea della cavaleriaestaral ‘Tastontoprigeonito a Madi, fro un pesunte trata di pace be avrebbe rnaepst aon appeda libero, aderendo alls Lega Sania dst Papa cdl principal, Avalendos aun corpo diplomaico dh prinvordneavtetbe sempre tetato dh valet a wo favors imate Je pana ees cea le otha yonle Caro Yarn pre German vel ersegute tn Francine striae eanza porsing con Tush (1528 1533) nstaund Paso regio, otaolando {eas peice es nat eutar Bela, nine as galt (una grande horturn dl eggene sofa avenue Einoroc), 5 dimosr ance slendigo mecedae ii pesoagas come Leonardo, Celi, Rablas, as Jean Clowet (1486 cirea-1541) Ritratto di Francesco I redi Francia Battaglia di Pavia 24 FEBBRAIO 1525 lddio mi dia cento anni di guerra e non un giorno di bartaglia: ma ara non c"@ alira via d'uscitat.. FRANCESCO FERDINANDO D' AVALOS, Marchese di Pescara La situazione politica alla vigilia dello scontro La pace di Lodi de! 1454 aveva consolidato nella Penisola una situa- one di equilibrio tra i cinque maggiori Stati regionali: il Ducato di Milano, la Repubblica di Venezia, quella di Firenze, il Regno della Chiesa ¢ il Regno di Napoli. La politica di “coesistenza pacifica” inaugurata a Lodi, fayori un notevole miglioramento delle condizio~ ni di vita degli Italiani e promosse quella fioritura delle arti e delle scienze, che culmind nella successiva et del Rinascimento. D’altra parte, perd, come Machiavelli alla fine del XV secolo gid vedeva chiaramente, ciascuno degli Stati della Penisola, pre- so singolarmemte, disponeva di forze militar’ insigni- ficanti rispetto a quelle della Spagna e della Francia, ormai avviate a creare, invece, un regno unitario: lo Stato nazionale e assoluto moderno. In sostanza, la pace di Lodi contribui a innescare il pro- cesso che avrebbe condotto la Penisola italiana, in ra- sgione delle sue ricchezze e della sua posizione strategi- cal centro de] Mediterraneo, sotto il giogo straniero per i futuri te secoli,¢ gli Italiani a dover riconquistare ‘8 caro prezzo la propria liberta, con il Risorgimento. 1Francesi in Italia Nella seconda meta del secolo XV una “passeggiata militare” organizzata da Carlo VIII di Francia verso Napoli aveva attraversato indisturbata la Penisola ita- liana, partendo dalle basi milanesi fornite da Ludovico Sforza. T successore di Carlo, Luigi XII, avanzando pretese verso I’antica alleata Milano, abbatté nel 1500 la di- nastia degli Sforza, dopo averne occupato il Ducato: sccampando le solite motivazioni legittimistiche, si diresse quindi verso Napoli. Dalla guerra per la su- premazia nel Meridione, Luigi XII usci sconfitto, perdendo cos! tutti i possedimenti italiani, tranne il Ducato di Milano, La “Lega Santa” tra il papa G IL, Venezia, i cantoni elvetici e Ferdinando il Catolico avrebbe, in seguito, seacciato i Francesi dal Ducato, che fu restituito si agli Sforza, ma sotto la pe- sante tutela degli Svizzeri. Francesco T . sueceduto a Luigi XII, riconqui stava_ la Lombardia nel 1515 ¢ Ia Penisola italiana, a questo pun- to, si trovava cos) ri- partita: Francesi_al Nord, Spagnoli a Na- poli e in Sicilia, Re- pubblica di Genova Franceseo Leos! inmaginava le competizione dei as re alla. corona immperiale: «que como dos amigos .. namorados de una dlamae, Amicizia, pond, non poteva essere, La corona imperial, per antico deitame. venivs assegaata dal voto degli areivescov' di Teeviri Magonza e Colonia, del re i Boemia, dal dca di Sassonin. de conte palatine del Reno del Mergravio di Brandeburgo. Francesco off loro, 300,000 seul oro, mentce Cari, sostenuto dalla banca Pugger, cai Gualierot 4i Firenze e dai Fornarie Vivaldi 8 850.000 orbitante nell” area fran Senora: tae z e jorini. I pit esos eletiori faron0 cese, quella di Firenze Farvivescovo di Magonza¢ ill come satellite della Spagna, del Palatina, Fedetico di Sassonia Venezia ancora forte e indipendente e il Pa pato in equilibrio di plomatico tra le due potenze straniere, siaccontenta del rimborso diun credito: 30.000 fiori Da quel “salasso” il neo imperatore stenid parecchio a riprendensi tanto da farsi una farna di avazo, Anton van Dick (1599-1641) Un nado strategico: Wrtto di Caro ia Lombardia dipinto oto Con Carlo V eletto imperatore, la situazione geo-strategica era mu- tata rispetto al 1515; per Carlo V la conguista della Lombardia si rivelava, ora, una questione di vi tale importanza strategica per garantire i collegamenti tra i suoi domini italiani e quelli imperiali. Se nel 1516, alla morte di Tra il XII e il XVI secolo. periodo di grandi mutamenti storici, si assiste a una profonda trasformazione anche del modelo militare: se gli eserc ti del Medioevo erano composti quasi esclusivamente dalla caval- Ferdinando il leria pesante, a Pavia entrambe le Cattolico, parti disponevano ormai di fante- sembrava Fic, cavalleria ¢ artiglieria in pro- aprirsi_ un porzioni piuttosto omogenee. petiodo sto- La cavalleria feudale si era evoluta assumendo connotazioni ordinative e tattiche pit articolate: le formazio- ni di picchieri svizzeri c tedeschi ave vano rivoluzionato il modo di combatte- re, € furono messe in crisi soltanto dallarti- glieria. Infine, le opere di fortificazione, frutto in particolare del genio italiano, rivestirono un'enorme importanza nel- arte bellica rinascimentale. rico pitt sore- no, in realta gi si’ stava_prepa- rando in Europa il duello, che sarebbe du- rato tre decenni, tra il“ valleresco” e impetuoso Fran- cesco Ie il malinconico e medi- tativo Carlo V. Formazioni militari “povere”, costi- tuite da contadini e montanari, erano comparse nelle battaglie cantonali di Laupen (1339) e di Sempach (1386), e batterono poi le nobili lance borgo- enone nella battaglia di Nancy (1477), Lesereito contedersto svizze- 10. tipico del XV secolo, comprende- va tre quadrati di picchieri,ciascuno composto da. 85 calonne per 70 righe, compresse in cirea 100 metr di lato. In battaglia precedevano pochi cava- lieri e tiratori, poi il primo quacirato impegnava il nemico, il seeondo ac- coreva ad uno dei lati del primo, mente il t70 dava il eolpo decisivo. Le armi erano la lunga picea ¢ l'ala- ‘barda; quest'ultima univa i pregi del~ la picca a quelli della scure, colpendo di punta o spezzando, di taglio, lance nemiche © zampe di cavalli, L'ad~ destramento prevedeva solo kt mar- cia, il cambio di fronte © una diseipli- na inflessibile. La formazione doveva agire in assoluto silerzio, per udire gli ‘ondinie rispondere all'unisono; non ‘era permesso turbare lo schieramento neppure per saccorrere i feriti o per catturare prigionieri, peaa la morte, infltta al trasgressore dai suoi stessi compagni dei ranghi vicini. Come dalla ctisi dell'economia mon: tana erano nate le picche svizzere, an- che in Germania il malessere dei con tadini perla sempre maggiore povert delle loro campagne porte alla nasci- {adi una formazione militare di pic- chieri, i lanzichenecchi (Land Kne- chi, “servi del paese”), che facevano della guerra la loro principale attivitt A pantire dal XV sevolo i lanziche~ necchi raggiunsero l'efficienza delle picche svizzere, ponendosi sempre un po’ al di sopra di tute Te alte fanterie, ‘compresa la pia famosa delle italiane, quella di Val Lamone. ‘Archi anzeeneech nella battaglia di Pavia, particolare (avazzo fiammingo, XVE see.) Le milizie comunali italiane, dotate di molti lestierie Tesercito inglese, con idongbowmen della Guerra dei Cento Anni, avevano eausato quella trasformarione della cavalleria i stampo feudale che Gevidente sul campo Gi Pavia, Nel XTV secolo sieza sviluppata la “lancia perfeziona‘a poi nel secolo successive, La “lancia” francese era costituita da 6 persone a cavalo: I'uomo ‘Parme in srrmatura pesante, uno scudiera in appoggio, due arvierio balestrien un valletto per il bagaglio,cke all’occorren- zaentrava in betaglia armato di mazza od'areoe, infine, un pagsio, Lalancia’” borgognona, dello stesso periodoolte 2 6 uomini a cavalo prevedeva anche un archibugiere, un balestriere¢ un picchiere appiedat Negli esereili del tarde Medioevo Giminuisce, dunque, il numero ei cavalieri armati di lancia da urio © aumenta quello dei tiratori della cavallesia leggers, Questa tendenza della cavalleria aevolversi ds una massiccia formazione ta siepe « uno schieramento pid oss 2 articolato fu mesa in crist ‘sua volta dalle formazioni dai piechieri svizzeri Anonimo Snot ne atta EP arazzo fiammingo XVI sec. particolare Pavia i L. armi da fuoco Solo lantiglicria poteva scompaginare la formazione falangitica dei pic- chieri svizzeri, L’adozione delle palle di ferro per i cannoni sicolloca trail 1470 il 1500, mentre il perfezionamento delle armi da fuoco individua- i avvenne nel primo ventennio del XVI secolo. Gli archibugi, sino alle guerre d'Italia che ne videro exploit, risultavano ancora inferior ali ar- re, cost il loro impiego tattico era simile a quello delle ar- a i] fumo e le esplosioni avevano senz’altro un effet- to scioccante sull’avversario, ma gli archibugi erano armi pesanti c lente darricaricare, In compenso essirichiedevano un breve addestranento, Due rante i secoli XIV e XV soprattutto, erano compatsi i grossi calibri d°arti- glieria per 'assedio, le “bombarde”, che sparavano palle di pietra alla cadenza di una o due ogni ora, A partire dal 1480 il pez- zo Cartiglieria, sempre pitt leggeroe rapido nel tiro, venne montato su affustie ruote, mentre gli eserviti andavano potenziando le aliquote di artiglieria “cam- q pale”. Ancora troppo lenti nel tiro e nella mobili i cannoni campali venivano, tutavia, spesso catturati dal nemico, Con il diffondersi delle armi da fuoco, le picche avrebbero as- sunto un ruolo sempre pitt an- cillare, Gia all’epoca di Carlo V. in battaglia era schierato un maggior numero di quadrati ciascuno di essi era composto da un minor numero di picchieri af- fiancati da unita di tiratori. Con il ter- cio vedra il numero dei picchieri ridotto ormai ad un “terzo”, appunto, della forza dell’intera unit, affiancato a destra e sinistra da due “mani- che” di tiratori. Le prime pistole sostituiranno la “nabile” lancia gia nel- Ja seconda met del XVI secolo. aerea di Palm SF ean forte costs del XVI sec. He ine aet S00 Bombarda a corta gittata con sistema di puntamento, A lato: Bombarda XVsee. Fortiticazioni . e lavori campali Un‘ultima innovazione bellica, la fortificavione della citta, in- teressa il periodo rinascimen- tale ed @ eminentemente frutto del genio italiano, in particolare della famiglia dei Sangallo. Alle mura a piombo e alle torri alte e strette (lel Medioevo. con cepite per resistere soltanto ai col- pi dei “mangani”. i nuovi inge- gneri sostituirono le difese raden- {is torrioni haysi e larghi con corti- ne rinforzate da terrapieni © ba- stioni salienti e rientranti a stella circondati a loro volta dai rivel- lini, Le nuove fortezze sono pitt basse. smussate. sfuggenti, per meglio assorbire | colpi dellarti- alicia pesante d'assedio. Inoltre, tna successione di fossatitrincee e termapieni impedisce al nemico di schicrare ["artiglieria a ridosso delle mura, Fra nate inyonnmet fa gara tra muro ¢ eannone, tra a= chitetto e artigliere. Le fanterie degli eserciti, infine, sempre pi spesso ricorrevano ad approntamenti campali: fossatell trincee e steceat Tutte le innovazioni belliche del tardo Medicevo trovarono nelle guerre d'Italia Ia loro prova del Fuoco, nella quale gli Haliani ap- prendevano [a nuova triste arte di combattere ed asservire le loro risorse tecnologiche e finanziarie alla gloria di re stranieri: un costume sradicato soltanto con Punita Italia. Gi antecedenti storici La Bicocea Nei 1521 Francia e Impero si scontrano ancora una volta nel Ducato di Milano, ponte di colle- gamento tra i territori imperiali ¢ {a Spagna. Per |'Impero un esercito di Spa- gnoli e Pontifici, guidato dal ro- mano Prospero Colonna, si diri- ge in Lombardia attraverso la via Emilia, Il suo avversario, il gene rale Lautrec al comando dei Anonimo ‘Veduta prospetticn di Pavia nel 1500 francesi, mentre Milano @ difesa dal condottiero Teodoro Trivul- Zio con una guamnigione di 3.000 Veneziani. Lautrec si dimostra pavido e prudente, sicché l'intra- prendente Colonna pud assalire fulmineamente Milano e occu- parla il 21 novembre. La morte di papa Leone X, fede- Je alleato dell” Impero, muta im- provvisamente la situazione per- ché, una parte dei soldati pon- tifici si allontana dallo Spagnolo, mentre nel campo opposto i Francesi si rinforzano con I'aiuto di 23.000 Svizzeri, di 200 lance, e dei 2.000 fanti del capitano di ventura Giovanni de’ Medici. Ora il Colonna, nonostante il rin- forzo di alcune migliaia di Lanz chenecchi, non dispone che di 19,000 uomini contro i 32.000 Franco-Elvetici Deve quindi rassegnarsi a pred sporre una difesa fortificata alla Bicocea, in attesa dell'inevitabile assalto di Lautree. Su di un’area circondata da due fossati, il Co- Jonna schiera le artiglierie protette da 4,000 archibugieri spagnoli, dietro ai quali stanno gli uomi- ni d’arme e le picche. A batta- lia iniziata gli Svizzeri di Lau- tree, organizzati in due quadrati di 7.500 uomini Vuno, avanzano frontalmente con il sostegno di 500 cavalieri Lartiglieria non i fermera, ma gli. archibugieri del Colonna, sapientemente schie rati su quattro file di 1,000 uomini, sparano con cadenza impressio- nante, Probabilmente ci troviamo di fronte al primo esempio militare nella storia in cui il tiro delle armi da fuoco viene sviluppato “a rota- Zone”, con una fila per volta a sparare mentre le altre ricaricano T'arma, garantendo, cosi, una con- tinua pioggia di piombo sugli av- versa La Lombardia tomd cosi sotto il dominio degli Sforza, ma il contlit- tonon cess. Francesco I in campo Nel 1523 una nuova offensiva fran- ccese guidata dal generale Bonnivet, vide Ia morte del Baiardo, il liere senza macchia e senza paura” i Qavia pit celebre del tempo. I Francesi rano Stati sconfitti anche a Marsi- ¢glia dal marchese di Pescara, quel Francesco Ferdinando d’ Avalos che fi, forse il miglior condottiero al servizio di Carlo V. 1 marchese di Pescara, perd dovette abbando- nare Marsiglia e accorrere in Lom- bardia, ove gia si stava dirigendo tun nuove esercito francese ricosti- tuito e condotto, questa volta, da Francesco I in persona Nel frattempo gli imperiali aveva- no abbandonato Milano, perché colpita dalla peste, ¢ si erano rin- chiusi nella piazzaforte di Pavia con una guarnigione di 5.000 Fanti tedeschi e 1.000 spagnoli al co- mando dell’abile condottiero Anto- nio de Leyva, L’assedio della citta di Pavia inizid verso la fine di otto- bre del 1524. Ii marchese di Pes dell’Impero, che nel gennaio del 1525 era stato raggiunto a Lodi dai rinforzi costituiti dai robusti Lanzi- chenecehi guidati_da Giorgio Frundsberg, passd il fiume Lambro € si mosse con Pesercito, ora al completo, puntando direttamente su Pavia. Francesco I non volle ascoltare le esortazioni dei suoi mi- gliori generali, La Palisse e La Tre- mouille (che Sarebbero caduti in battaglia di Na poco sotto le mura di Pavia) a rinunciare all’assedio della citta, ¢ si trovd, cosi, a com- battere su due fronti: le truppe im- periali del marchese di Pescarae la ‘guamigione del de Leyva, arrocea- ta nella citta fortificata. Raffaello Sancio (1483-1520) Leone X Medici Giovan Paolo Dalt'Olmo Giovanni dalle Bande Nere Per le sue vieende politiche, Malia ‘quaxttocentesci fii] centro promocore della nuova ratio prgnanlé ‘i condottieri, Dott e innovativi nell'arte militare, i condotieri avevano fatto "scuols e dottrina della guerra di nento, per non rimetterci lo “steurmento ci lavoro”, Fesercito, I marchese di Pescara amava ripetere «meglio cento anni di guers ‘che una sola battaglis. Un condottiero, Giovanni de" Medici ‘dalle bande neve”, inizid a rendersi famoso comandando, dieiottenne, 100 lance a Urbino nel 1516. Osannato dei suoi uomini, si rivelO bile e innovatore: fu trai primi «far uso di archibugier x cavallo ‘© praticare una sorta di guerrigtia nelle retrovie nemiche. Poiché combats per i Papi ce conttn PImpero, cera storiogratia ha voluto rinvenire in jui una sorta ci ammunciazione del patriotismo italiano, In wealta “To seudo d'Italia ce spade scampo””— come Jo chiamd il Tasso — combatteva solo per Toro. D'altvonde, nessuno in lala collegava i propri programm all unit nazionale, cosi come & oggi intes Giovanni “dalle bande ners” non partecip® alla battaglia di Pavia perché ferito. Morira nel 1526 a soli 28 anni, per una ferita @’arma dda Fuoco, Il marchese di Pescara, al ser- vizio di Carlo V, disponeva di una cavalleria pesante formata da 800 uomini d’arme, 1.500 cavalli leggeri, 20,000 fanti, di cui 12,000 Lanzichenecchi. 5.000 Spagnoli ¢ 3.000 Italiani e 17 cannon. in totale una forza di 23.000 uomini. Lresercito di Francesco I era pitt numeroso di quello impe' contava infatti 1.200 nobili lance pesanti, le migliori d’ Europa, 2.000 cavalli leggeri © 23.000 fanti, di cui 8.000 Svizzeri, 5.000 mercenari tedes 4.000 Italiani 6.000 Francesi: aveva inoltre ben 53 cannoni, per una forza complessiva di 26.200 uomini. A vantaggio del sovrano francese, anche se egli ne era ignaro, vi era anche il fattore tempo: il marchese di Pescara, infatti, non poteva pagare i suoi soldati, nonostante fosse legato loro da un contratto che scadeva il 24 febbraio. Ee ene La BATTAGLIA Schieramento ¢ prime azioni L'accampamento del_marchese di Pescara era posto a poco pil di due chilometri di distanza da quello francese, che si estendeva lungo il tratio orientale delle mura di Pavia, fra il Ticino e il Parco di Mirabello. protetto da un doppia trinceramento sia dalla parte della citta sia dal lato che dava sulla campagna D’*Avalos, come si é detto, co- stretto com’era ad agire entre 24 febbraio prima che i suoi mer- Cenari lo abbandonassero, si mosse nella notte del 23. Lascia- Gi nel campo 5.000 uomini © i fuochi aecesi, con il grosso delle forze penetrd nel parco di Mira- bello attraverso alcune brecce fatte aprire sul lato nord del mu- ro di cinta, Silenziosamente gli uomini, che indossavano titi abiti_confezionati_ con stoffe bianche per assicurare il ricono- scimento reciproco durante i mo- vimenti notturmi, assunsero lo schieramento di battaglia, Con questa mossa a sorpresa Vimperiale correva un ri- schio gravissimo: nel caso si fosse presentata la ne- cessita improvvisa di una ritirata, l'esercito imperia- le sarebbe rimasto imbotti- gliato dalle mura di cinta della tenuta, Francesco I, sebbene fosse stato av- visato dai cavalieri in rico- gnizione dei movimenti notturni, interpretd quelle Mosse come un"azione di- versiva, sicuro che il ne- mico non mettesse a re- di Pavia. particolare flamingo del XVI see. pentaglio Mintero esercito in un luogo chiuso da tutti i lati, Quando finalmente si mossero, i Francesi lasciarono a guardia degli accampamenti e della citta soltanto 6,000 uomini e le “Ban- de Nere” italiane, ed entrarono anch’ essi nel parco alla spiccio- lata, attraverso i varchi_ prece- dentemente praticati sul proprio lato del muro di cinta, Di fronte a se, nella luce incerta dell’ aurora, Francesco I scorse gli imperiali gia schierati a batta- glia: la cavalleria sulla destra Scaglionata in tre “battaglie”, gli ara, i Lanzichenecchi ra ordinati su due quite drati; Fartiglieria, imprudente- mente lasciata per ultima, stava ancora passando attraverso le brecce. Francesco, il “re cavalie- re”, cerca lo scontro con i suoi simili per sangue e tradizioni, € dispone quindi i suoi stupendi ee wvalieri, di cui prende person mente il comanclo, di fronte alla cavalleria avversaria. T suoi L zichenecchi, con una. fra degli svizzeri, si schierano al centro, mentre la maggior parte dei picchieri Svizzeri rimane in- dietro, non avendo avuto ancora il tempo per entrare in campo. Nonostante la terribile sorpresa Fartiglieria francese, messa in batteria con mirabile rapidit’, subito prende a tuonare soprat- tutto sui densi quadrati di Lanzi- chenecchi imperiali. Le testimo- nianze parlano di teste volate in aria insieme a braceia e ad arma- ure, Mentre infuria questo mas- siccio bombardumento, la caval- leria leggera francese, con mano- vra rapida ed avvolgente, aggira abilmente la dest giungendo ai varchi, dove disper- de gli artiglieri nemici e cattura aleuni pezzi spagnoli 2, Lacarica della gendarmerie Tcronisti narrano che a questo punto Francesco I, reputato il mi- glior cavalicre d’Europa, non vol- Te laseiare tutto il merito dello scontro alla “ignobile” artiglieria © provo il desiderio di “spezzare qualche lancia”. Parti dunque in una travolgente carica, seguito dai suoi uomini d’arme, come bei tempi del Feudalesimo, diri- gendosi contro la cavalleria ne- mica, che teneva Pala destra, ¢ mettendola ben presto in grave difficolta, Splendido nella sta so- praveste tempestata di gigli e or il sovrano si diverte come a un tomeo, II nemico 2 presto battuto e Francesco si volge ai suoi di- cendo: «adesso mi voglio chia- mare signore di Milano» T“bei tempi” del Feudalesimo e- rano, perd irimediabilmente tra- montati: d’ Avalos, facendo spo- stare una formazione di 1.500 ar- chibugieri spagnoli schierati al centro, ordind che si disponesse- ro in un bosehetto, ¢ di i attac- cassero sul fianco destro le “lan- ce” dei nobili cavalieri francesi. Una, due, tre scariche e i genti luomini d’Oltralpe, con le loro vesti sfarzose, le armature scintil- lanti e gli elmi piumati, caddero a centinaia: «l’onorata virtd della cavalleria si perdeva_atfattor, commento Paolo Giovio. La co- reografica carica della pitt bril- lante cavalleria d’Europa falliva sotto il fuoco di 1.500 villani ar- mati d’archibugio! Contro la gendarmerie, ormai scossa.¢ decimata, si avventarono allora i cavalieri imperial, ai qua- Ii si aggiunsero i fanti spagnoli. Gli ultimi uomini d’arme soprav- vissuti, sirett in quadrato intorna al re di Francia, si sacrificarono coraggiosamente per lui, mentre i fanti spagnoli s’insinuavano fra i oro ranghi sventrando i caval. 1 cavaliere che cadeva, 0 comun- que rimaneva appiedato, era per- duto, impossibilitato com’era a muoversi sotto il peso delle pro- prie armi. A quel punto il fante nemico, estratto il pugnale, pote- va scegliere se sgozarlo nella giuntura tra elmo € la corazza, oppure pugnalarlo attraverso le sotili fessure della celata. Gli uo- mini armati di archibugio, invece, usavano un’ altra tecnica: insinna~ vano l’arma sotto la cotta del ca- valiere, poi facevano esplodere il colpo sulla vittima direttamente dentro I"armatura, Fu cost che venne ucciso, per esempio, La Tremouille, mentre La Palisse fu trafitto da una pugnalata, France- sco I stesso, senza pit il cavallo sotto Parcionee rimasto appieda- to (era molto apprezzato per esse- te uno dei pochi cavalieri al mon- do in grado di reggersi in piedi camminare nonostante I'imp: cio dell armature), continud a di- fendersi con eccezionale ener- gia, ma sarebbe senz’altro perito miseramente se, come sembra, il viceré di Napoli Carlo di Lannoy non avesse arrestato la sete di sangue degli inferociti archibu- gieri, promettendo loro forse chissd quali ricompense. In realta, a.coloro che catturarono France- sco I toced in sorte soltanto la gloria perché, stando alle notizie dei cronisti, ayaro Carlo V li ri- compensd con 100 miseri scudi 3. La mischia di fanteria Mentre si consumava il macello della cavalleria di Francia, la bat- taglia continuava ad ardere tra le fanterie. Al centro venne avanti il quadrato dei 5,000 Lanzi al servi- Zio di Francesco I, ottime truppe mercenarie chiamate “le Bande Nere tedesche”. Contro di essi si lanciarono animosamente i due quadrati di Lanzi imperiali, deci- sia sterminare i propri connazio- nali agli ordini del nemico. Nella lotta, breve e feroce, gli imperiali ebbero la meglio ¢ 1 mercenari del re di Francia vennero trapas- sati dalle lance e scannati a terra. Sull’onda di questo sucesso T'ar- tiglieria francese fu presto rag- giunta e catturata, Rimaneva al Francese, ancora in- tatto e fresco di energie, un qua- drato di 8,000 picchieri svizzeri 100 uomini in fila per 80 righe, che poteva a sua volta stritolare le due formazioni dei Lanzichenec- chi, vineitori ma stanchi, Gli im- perturbabili fanti elvetici si appre- stano alla scontro: rullano i tam- buri, si abbassano le picche contro ipetti nemici, quando ecco alle lo ro spalle un nuovo nemico. Sono i difensori di Pavia, che con una sortita hanno avuto presto ragione delle “Bande nere” italiane che presidiavano il campo francese ¢ sono ara alle spalle di cid che resta dell'esercito del. Valois. La fine della battagliaé decretata Dei picchieri svizzeri alcuni resi- stettero e furono massacrati sul posto, menire altri tentarono la fu- ‘ga verso il Ticino in piena, nono- stante il ponte di barche che lo at- traversava fosse andato dlistrutto, Parecchie centinaia annegarono nelle acque limacciose de! fiume. Epilogo Erano le 8 di un nebbioso e gelido mattino, quando ebbe termine la strage. Dei Francesi erano caduti almeno 6,000 uomini, fra cui mol- tidei loro piit famosi generali. Con la dissennata carica dei gentiluo- mini francesi era stata decretata la fine del]"epoca d’oro della caval- leria, Ire, prigioniero a Pavia ¢ trattato con tutti i riguardli, fu poi condotto in Spagna, dove in cam- Anonino La hattaglia di Pavia, aaczp det NVI sec Ipiechieri svicceri respint dai difensori di Pavia tentano la fuga nel Ticino in piena bio della libert& firmd il Trattato di Madrid: si rattava pit di una tre- gua che di una pace duratura, con Ja quale egli rinunciava alle prete- se su Milano ¢ Napoli ¢ si impe- ghava a cedere la Borgogna, Tor- hato in patria, Francesco avrebbe denunciato il Trattato, con il fon- dato pretesto che era stato imposto in condizioni di prigionia e quindi non poteva considerarsi valido: prese quindi a tessere, con foga inesauribile. nuove trame contro il suo mortale nemico Carlo V e, nel 1526, riusci a promuovere la cele- bre Lega di Cognac con Firenze. Venezia, Milano e il pontefice Clemente VII. senza pero ottenere un success concreto. Nel 1527 Lanzichenecchi lutera- mi del Frundsberg, che avevano vinto a Pavia, sarebbero calati su Roma, senzstincontrare resistenz, mettendola a sacco, A proposita del “mito dell Impero” e2e0 come Lulevice Arias, nel canto XV Gell Orlando Purine aifigura Carlo ¥, erede degli imperstori roman { propiziatore del ritomo di Aste, dea dolls giustzia, fugsita in sezuito alle iolene degt! worm, «Del sangue d’Austria eda vegsio hascer sul Reno afl siniira river 1m principe, al valor det gual paregeio nessun vor dl csi par o Seriva. Asirea vedo per Iu riposta in seguio lanci di orta rtornata viv le virti che cacci if monde, quando lei eaceid ancora uscir perl di Bardo. Per questi mert fe Bona suprema huon solamente di qnel ereade tmpero fa disegrato ch bia diadema (ch ebbe Auguste, Tratar, Marco e Severe Imad ogni terra e quince quindi (he ma né af sol né all cro apne tb E yuol che sone a quesio inperatore Solo wn ovle si, sole we pastore Domenico Revo, deta i Brusasirci (1516 ca.1567) contrano a Bologna per Minearonazione Paps Clemente Vil e Catto V «Abbiamo peso Roma Fass, Sterminata 8000 penne, acebexita Finer anime ata tibet In evatonot bg eas mle ue mano Seas Sco Mer, Mfanshenctco dh Rae she ‘eva areca a soc dr Rowm dl ge 321 Cala ats Gemaria eral oman {hel tmdbere 8on0sold aaa SStnoltwnral ota ters facoplns so cen aa Spurl ssc pag es ifsc nau ocene sete tela gla pnts seconde fervent ie onesie Case! Sa angeio rag ofa del Pp peru seoppit® Sprtgl ce Benvenuto [Sees Sando sever da Roma in GiioSpetucolochelachotrein questo nomenon Sebastiano del Piombo (1485 ca -1547) Ritratto di papa Clemente VIL a ” eee THER comme conseguenze storic Con Iaccordo di Barcelona la pace di Cambrai (1529), papa Clemente Vil dovette cingere Carlo con la corona del regno italico e con quella del Sacro Romano Impero. Si dice che Pimperatore non reclamasse “neppu- re un piede di terra” che non fosse gif suo: |"Tualia era ormai tutta, ad ec cezione di Venezia, sotto il controllo spagnolo e Firenze sarebbe stata as- soggettata di lia pochi mesi. Le truppe di Spagna potevano ora transitare liberomente dall’Italia alle Fiandre. Alla “missione storica” dell'impera- tore, Carlo aveva gid aecemnato durante la Dieta di Worms quando, par- Jando dopo Lutero, aveva dichiarato: «sono risoluto ad arvischiare i miei regnie possessi, i miei amici, i mio corpo e il mio sangue, la mia vita e la mia anima [...] giacché sarebbe una vergogna [..| se per nostra negligen- za anche solo un apparenza di eresia penetrasse nel cuore degli uomnini> 11 sogno di un impero “universale” sarebbe perd ben presto svanito, Carlo V non colse a Pavia una vit- toria decisiva: affrontera pit tardi nuove guerre contro Francesco ¢ il suo suecessore Enrico, Da un’e- ventuale vittoria di Francesco, che non surebbe stata neanche essa ri- solutiva, avrebbero perd ricavato probabilmente un certo vantaggio Venezia e, soprattutto, il Turco giunto ormai a Vienna,

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