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Q uaderni

del Ministero 4
Salute
della n. 4, luglio-agosto 2010

Appropriatezza diagnostica e terapeutica


nella prevenzione delle fratture da fragilità
da osteoporosi
Q uaderni
del Ministero
Salute
della
Quaderni del Ministero
Salute
della

n. 4, luglio-agosto 2010
Ministro d e lla S alute : Fer ruccio Fa zio
Direttore Scie ntifico: Gio v anni S imo ne t t i
Direttore Re sp o nsab ile: Pao lo Ca so la r i
Direttore E d it o riale : D aniela Ro d o r ig o
Vicedirettore esecutivo: Ennio Di Paolo

Comitato d i D irezio ne
Francesca Basilico (con funzioni di coordinamento); Massimo Aquili (Direttore Ufficio V Direzione Generale Comunicazione e Relazioni Istituzionali);
Silvio Borrello (Direttore Generale Sicurezza degli Alimenti e della Nutrizione); Massimo Casciello (Direttore Generale Ricerca Scientifica e Tecnologica);
Giuseppe Celotto (Direttore Generale Personale, Organizzazione e Bilancio); Claudio De Giuli (Capo Dipartimento Prevenzione e Comunicazione);
Marta Di Gennaro (Capo Dipartimento Innovazione); Gaetana Ferri (Direttore Generale Sanità Animale e del Farmaco Veterinario); Giovanni Leonardi
(Direttore Generale Risorse Umane e Professioni Sanitarie); Romano Marabelli (Capo Dipartimento Sanità Pubblica Veterinaria, Nutrizione e Sicurezza
degli Alimenti); Concetta Mirisola (Segretario Generale del Consiglio Superiore di Sanità); Fabrizio Oleari (Direttore Generale Prevenzione Sanitaria);
Filippo Palumbo (Capo Dipartimento Qualità); Daniela Rodorigo (Direttore Generale della Comunicazione e Relazioni Istituzionali); Giuseppe Ruocco
(Direzione Generale Farmaci e Dispositivi Medici); Francesco Schiavone (Direttore Ufficio II Direzione Generale Comunicazione e Relazioni Istituzionali);
Rossana Ugenti (Direttore Generale Sistema Informativo); Giuseppe Viggiano (Direttore Generale Rappresentante del Ministero presso la SISAC)

Comita to S cie ntifico


Giampaolo Biti (Direttore del Dipartimento di Oncologia e Radioterapia dell'Università di Firenze); Alessandro Boccanelli (Direttore del Dipartimento
dell’Apparato Cardiocircolatorio dell’Azienda Ospedaliera S. Giovanni Addolorata – Roma); Lucio Capurso (Presidente del Consiglio di Indirizzo e Verifica
degli Istituti Fisioterapici Ospitalieri – Roma); Francesco Cognetti (Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale Tumori Regina
Elena Irccs – Roma); Alessandro Del Maschio (Direttore del Dipartimento di Radiologia delI’Ospedale San Raffaele Irccs – Milano); Vincenzo Denaro
(Preside delIa Facoltà di Medicina e Chirurgia e Responsabile delI’Unità Operativa Ortopedia e Traumatologia del Policlinico Universitario Campus
Biomedico – Roma); Massimo Fini (Direttore Scientifico delI’Irccs S. Raffaele Pisana – Roma); Enrico Garaci (Presidente delI’Istituto Superiore di Sanità
– Roma); Enrico Gherlone (Direttore del Servizio di Odontoiatria delI’Ospedale San Raffaele Irccs – Milano); Maria Carla Gilardi (Ordinario di
Bioingegneria Elettronica e Informatica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia delI’Università di Milano – Bicocca); Renato Lauro (Rettore dell’Uni-
versità Tor Vergata – Roma); Gian Luigi Lenzi (Ordinario di Clinica Neurologica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia delI’Università la Sapienza –
Roma); Francesco Antonio Manzoli (Direttore Scientifico delI’Istituto Ortopedico Rizzoli – Bologna); Attilio Maseri (Presidente delIa Fondazione “Per
il Tuo cuore - Heart Care Foundation Onlus” per la Lotta alle Malattie Cardiovascolari – Firenze); Maria Cristina Messa (Ordinario del Dipartimento di
Scienze Chirurgiche presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia delI’Università di Milano – Bicocca); Sergio Ortolani (Coordinatore dell’Unità di Malattie
del Metabolismo Osseo e Reumatologia – Irccs Istituto Auxologico Italiano – Milano); Roberto Passariello (Direttore dell’Istituto di Radiologia – Uni-
versità La Sapienza – Roma); Antonio Rotondo (Direttore del Dipartimento di Diagnostica per Immagini – 2a Università di Napoli); Armando Santoro
(Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica ed Ematologia – Irccs Istituto Clinico Humanitas – Rozzano, Mi); Antonio Emilio Scala (Preside delIa
Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Vita/Salute San Raffaele – Milano); Giovanni Simonetti (Direttore del Dipartimento di
Diagnostica per Immagini, Imaging Molecolare, Radioterapia e Radiologia Interventistica del Policlinico Universitario Tor Vergata – Roma); Alberto
Zangrillo (Ordinario di Anestesiologia e Rianimazione dell’Università Vita/Salute San Raffaele e Direttore dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione
Cardiochirurgica dell’Ospedale San Raffaele Irccs – Milano)

Comit a t o d i Red azio ne


Massimo Ausanio, Carla Capitani, Amelia Frattali, Francesca Furiozzi, Milena Maccarini, Carmela Paolillo, Alida Pitzulu, Claudia Spicola
(Direzione Generale della Comunicazione e Relazioni Istituzionali del Ministero della Salute), Antonietta Pensiero (Direzione Generale Personale,
Organizzazione e Bilancio del Ministero della Salute)

Quaderni del Ministero della Salute


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senza il permesso scritto da parte dell’Editore
Le ragioni di una scelta e gli obiettivi

Perché nascono i Quaderni

U niformare e fissare, nel tempo e nella memoria, i criteri di appropria-


tezza del nostro Sistema salute.
È l’ambizioso progetto-obiettivo dei Quaderni del Ministero della Salute, la
nuova pubblicazione bimestrale edita dal dicastero e fortemente voluta dal
Ministro Ferruccio Fazio per promuovere un processo di armonizzazione
nella definizione degli indirizzi guida che nascono, si sviluppano e proce-
dono nelle diverse articolazioni del Ministero.
I temi trattati, numero per numero, con taglio monografico, affronteranno
i campi e le competenze più importanti, ove sia da ricercare e conseguire la
definizione di standard comuni di lavoro.
La novità è nel metodo, inclusivo e olistico, che addensa e unifica i diversi
contributi provenienti da organi distinti e consente quindi una verifica
unica del criterio, adattabile volta per volta alla communis res. La forma dun-
que diventa sostanza, a beneficio di tutti e ciò che è sciolto ora coagula.
Ogni monografia della nuova collana è curata e stilata da un ristretto e iden-
tificato Gruppo di Lavoro, responsabile della qualità e dell’efficacia degli
studi. Garante dell’elaborazione complessiva è, insieme al Ministro, il pre-
stigio dei Comitati di Direzione e Scientifico.
Alla pubblicazione è affiancata anche una versione telematica integrale sfo-
gliabile in rete ed edita sul portale internet del Ministero www.salute.gov.it;
qui è possibile il costante approfondimento dei temi trattati grazie alla sem-
plicità del sistema di ricerca e alla scaricabilità dei prodotti editoriali; tra
questi spiccano le risultanze dei pubblici convegni mirati che, volta per
volta, accompagnano l’uscita delle monografie nell’incontro con le artico-
lazioni territoriali del nostro qualificato Sistema salute.
Non ultimo, il profilo assegnato alla Rivista, riconoscibile dall’assenza di
paternità del singolo elaborato, che testimonia la volontà di privilegiare,
sempre e comunque, la sintesi di sistema.

Paolo Casolari Giovanni Simonetti


Direttore Responsabile Direttore Scientifico
Q uaderni
del Ministero 4
Salute
della

Appropriatezza diagnostica e terapeutica


nella prevenzione delle fratture da fragilità
da osteoporosi

GRUPPO DI LAVORO
Maria Luisa Brandi, Giuseppe Guglielmi, Salvatore Masala,
Salvatore Minisola, Fabrizio Oleari, Sergio Ortolani, Filippo Palumbo,
Paola Pisanti, Giovanni Simonetti, Umberto Tarantino, Rossana Ugenti
Quaderni del Ministero 4
Salute
della n. 4, luglio-agosto 2010

Appropriatezza diagnostica e terapeutica


nella prevenzione delle fratture da fragilità
da osteoporosi

Appropriatezza diagnostica
e terapeutica nella prevenzione
delle fratture da fragilità
da osteoporosi

Indice

Prefazione pag. IX

Foreword pag. XIII

Sintesi dei contributi pag. XVII

1. Definizione e cenni di eziopatogenesi delle osteoporosi pag. 1

2. Epidemiologia dell’osteoporosi e delle fratture da fragilità pag. 5

3. Fattori di rischio di osteoporosi e di frattura pag. 11

4. Approccio diagnostico (Ministero della Salute) pag. 17

5. Prevenzione dell’osteoporosi e delle fratture da fragilità pag. 29

6. Trattamento non farmacologico delle fratture e dei loro esiti pag. 43

7. Appropriatezza clinica, strutturale-operativa e tecnologica pag. 55


nella prevenzione delle fratture da fragilità

Bibliografia pag. 75
Ministero della Salute

Prefazione

C ome più volte richiamato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità


(OMS) negli ultimi anni, le fratture da fragilità costituiscono una delle
principali sfide per i Sistemi Sanitari dei Paesi occidentali, per il loro crescente
numero a fronte del costante aumento della popolazione in età anziana. Nel
corso della vita, circa il 40% della popolazione incorre in una frattura di femore,
di vertebra o di polso, nella maggioranza dei casi dopo i 65 anni, con enormi
costi sociali ed economici, non solo per la spesa sanitaria generata dai ricoveri,
ma anche per la disabilità e la perdita di autonomia che ne derivano, soprattutto
nel caso delle fratture di femore. Nelle donne di oltre 45 anni le fratture da osteo-
porosi determinano più giornate di degenza ospedaliera di molte altre patologie
di rilievo, quali infarto del miocardio, diabete o carcinoma mammario. Perciò,
ridurre l’impatto sanitario e sociale della fragilità scheletrica significa non solo
preservare l’autonomia motoria, componente essenziale della qualità di vita del
cittadino anziano, ma anche realizzare rilevanti economie sanitarie.

La coscienza, anche politica, del rilievo sociosanitario di questa patologia è re-


lativamente recente e ciò spiega il ritardo, non solo italiano, nella messa a punto
di programmi organici di intervento sanitario, rispetto a quanto è già stato rea-
lizzato per altre patologie di vasto impatto. Questo Quaderno è la testimonianza
che il Ministero della Salute ha ora posto le fratture da fragilità e l’osteoporosi
fra le priorità del Sistema Sanitario Nazionale, in sintonia con le raccoman-
dazioni di un recente rapporto della Commissione Europea.

Gli ultimi vent’anni hanno visto progressi considerevoli nella comprensione dei
fattori che contribuiscono alla formazione del rischio di frattura, nell’elucida-
zione dei meccanismi genetici, molecolari e cellulari che regolano il metabolismo
del tessuto osseo, il suo sviluppo e la sua involuzione nel corso della vita. Da
queste nuove conoscenze deriva oggi la concreta possibilità di identificare in
modo più efficiente e tempestivo i soggetti a elevato rischio di frattura, su cui
indirizzare le terapie che in questi anni hanno dimostrato efficacia nel ridurre
il numero di fratture.

Ma l’obiettivo di ridurre l’impatto della fragilità scheletrica non può essere per-
seguito ricorrendo solo alla terapia farmacologica. Molte delle fratture da fragilità

IX
Ministero della Salute

avvengono in soggetti a rischio moderato, che pertanto costituiscono una percen-


tuale molto ampia della popolazione. È quindi indispensabile sviluppare anche
programmi di prevenzione primaria che promuovano il radicarsi fin dall’età
evolutiva di stili di vita più corretti, per conseguire, anche in tempi medio-lunghi,
una riduzione del rischio di frattura in larghi strati di popolazione.

Molti dati ci indicano che la prevenzione primaria è possibile anche per l’osteo-
porosi e per le fratture da fragilità, ma come per altre diffuse malattie croniche
non è un obiettivo facile né rapido da realizzare. Ciò non deve giustificare una
rinuncia a iniziare oggi un percorso che partendo dai giovani possa negli anni
dare di ritorno importanti risultati. Per citare solo uno dei vari approcci possi-
bili, si calcola che un incremento del picco di massa ossea del 5% al termine
dello sviluppo scheletrico – un obiettivo concretamente realizzabile ottimizzando
gli stili alimentari e l’attività fisica degli adolescenti – si tradurrebbe in una
riduzione del 30% circa degli eventi fratturativi in età anziana.

Tuttavia, malgrado l’evidente interesse della prevenzione primaria dell’osteo-


porosi attraverso l’adozione di stili di vita salutari, vi è tuttora carenza di studi
su grandi gruppi di popolazione che forniscano le necessarie evidenze scientifiche
sulla fattibilità, l’efficacia e l’efficienza economica di tale approccio. Questa è
un’area in cui è richiesto l’impegno della ricerca pubblica indipendente, anche
sfruttando le opportunità di collaborazioni e sinergie a livello europeo, per for-
nire le ulteriori evidenze scientifiche utili a guidare l’impostazione di pro-
grammi di prevenzione su vasta scala e ottimizzarne l’efficienza.

La disponibilità di mezzi diagnostici clinici e strumentali e di agenti terapeutici


di provata efficacia rende oggi doveroso il massimo impegno da parte del Sistema
Sanitario Nazionale per ridurre l’impatto sanitario e socioeconomico delle frat-
ture da fragilità. Come per ogni patologia che coinvolga grandi numeri di sog-
getti a rischio, è cruciale associare all’efficacia degli interventi diagnostici,
terapeutici e riabilitativi un’attenta valutazione della loro efficienza e sosteni-
bilità. Questo documento intende fornire gli elementi necessari a definire i criteri
di appropriatezza diagnostica, terapeutica e assistenziale nella prevenzione e
nel trattamento delle fratture da fragilità. Vengono altresì identificate le aree di
maggiore criticità per una maggiore efficienza dell’azione del Sistema Sanitario
Nazionale nei confronti di questa patologia. Due aspetti spiccano per la loro
urgenza. Soltanto una minoranza dei pazienti ricoverati per una tipica frattura
da fragilità viene inserita dopo la dimissione in un appropriato percorso dia-

X
Prefazione

gnostico e terapeutico, nonostante l’elevato rischio di rifrattura che caratterizza


questi pazienti. Dall’altro lato, meno della metà dei pazienti che iniziano un
trattamento farmacologico continua ad assumere regolarmente la terapia dopo
un anno, generando un’inaccettabile inefficienza di sistema e vanificando
un’opportunità di intervento.

Apparentemente semplici nella loro evidenza, questi due problemi condividono


la necessità di un approccio culturale e organizzativo più moderno. Solo supe-
rando la parcellizzazione di intervento, sfruttando le sinergie di sistema, l’ap-
proccio multidisciplinare e una maggiore efficienza organizzativa secondo
protocolli condivisi, il paziente che viene ricoverato per il trattamento acuto di
una frattura da fragilità potrà essere inserito in un percorso che ne garantisca
anche il corretto inquadramento clinico prima della dimissione. È la proposta
di sviluppare un modello organizzativo di “Fracture Unit” per sfruttare al me-
glio le competenze professionali che già esistono nei nostri ospedali e garantire
al paziente uno standard di cura più elevato, facilitando il compito del medico
di medicina generale nel proseguire sul territorio un percorso clinico che riduca
il rischio di nuove fratture in soggetti ad alto rischio.

Proprio la medicina primaria deve essere chiamata alla responsabilità di un


ruolo chiave nella lotta alle fratture da fragilità. È il medico di medicina gene-
rale che meglio di chiunque altro può contribuire all’identificazione capillare
dei soggetti a maggiore rischio di frattura, attraverso la ricerca sistematica dei
fattori di rischio clinico, che richiedono un approfondimento diagnostico attra-
verso la densitometria ossea e le altre eventuali indagini. E quando è richiesta
una terapia, è ancora il medico di medicina generale a essere nella posizione
migliore per condividere con il paziente la scelta terapeutica e motivarlo a
un’aderenza ottimale alle cure.

L’azione della medicina primaria deve integrarsi in un sistema sanitario effi-


ciente nel fornire accesso alle prestazioni specialistiche dove appropriato, mettendo
a disposizione una rete di Centri di II e III livello, indispensabili a garantire
standard di cura elevati, uniti alla garanzia di appropriatezza nell’impiego delle
risorse diagnostiche più complesse e nella prescrizione delle terapie più costose.

La prevenzione delle fratture da fragilità comporta pertanto un elevato investi-


mento di risorse anche economiche. È indispensabile disporre di indicatori che
permettano di conoscere in modo tempestivo e approfondito l’evoluzione del fe-

XI
Ministero della Salute

nomeno. Per questo il Ministero ha deciso di organizzare il Registro Italiano


delle Fratture da Fragilità (RIFF), che sfrutterà il nuovo flusso di dati dai di-
partimenti di emergenza e urgenza, per rilevare anche le fratture da fragilità
che non danno luogo a un ricovero ospedaliero e che per questo non sono trac-
ciabili attraverso le SDO. In una visione moderna, un registro delle fratture
non è più limitato alla raccolta di dati epidemiologici, ma diviene strumento
essenziale per stimare i costi sanitari (diretti e indiretti), i costi sociali (mortalità,
disabilità, impatto sulla qualità della vita), nonché per rilevare la qualità dei
trattamenti e, infine, per definire standard ottimali di cura. Il RIFF dovrà per-
tanto interfacciarsi con le banche dati dei sistemi informativi del Servizio Sa-
nitario per misurare e analizzare una serie di “outcomes di processo” (prestazioni
sanitarie, terapie, durata e tipo di ospedalizzazione, procedure chirurgiche ecc.)
e di “outcomes finali”, ben più importanti, che includono mortalità, disabilità
residua e qualità della vita. L’implementazione di un regolare processo di
“audit” basato sul registro nazionale permetterà di conoscere la qualità dell’in-
tervento sanitario a livello nazionale e di condurre confronti tra diverse realtà
locali e contribuirà a identificare le aree di miglioramento delle prestazioni del
servizio sanitario.

È inoltre volontà del Ministero fissare alcuni obiettivi concreti all’azione del
Sistema Sanitario nella prevenzione delle fratture da fragilità. Riteniamo che
entro 5 anni sia possibile che il 70% dei pazienti posti in trattamento per osteo-
porosi prosegua con regolarità la terapia dopo 1 anno e che l’80% dei pazienti
ricoverati per una frattura da fragilità venga posto in terapia per ridurre il ri-
schio di rifrattura. Stimiamo che raggiungendo questi obiettivi l’incidenza di
fratture di femore possa essere ridotta del 20% nei prossimi 10 anni, contri-
buendo in modo consistente a migliorare la qualità di vita della nostra popola-
zione anziana.

Prof. Ferruccio Fazio


Ministro della Salute

XII
Ministero della Salute

Foreword
A s noted by the World Health Organisation (WHO) in recent years, fragility
fractures represent a significant challenge for Health Systems in the western
world because of their increasing number, a factor directly related to the steady
growth of the elderly population. Around 40% of the population experience a
femur, vertebrae or wrist fracture once in their lives, and in most cases this
occurs after the age of 65 years, thus causing significant social and economic
costs for both the health expenditure generated by the hospitalisation, and the
resulting disability and loss of independence; this is particularly noteworthy for
femur fractures. Fractures in a context of osteoporosis in women over 45 years
of age cause more hospitalisation days than other important health conditions
such as myocardial infarction, diabetes or breast cancer. As a consequence, a re-
duction in the social and health impact of bone fragility would preserve the in-
dividual’s motion independency, which is directly related to the quality of life
of all elderly citizens, and would be associated with valuable cost savings at the
health system level.

The social and health relevance of this condition has been realised only recently
and this partly explains the delay in the implementation of organic health in-
tervention plans, compared to those implemented for other diseases with a large
impact on the population. This situation is apparent not only in Italy but also
in other developed countries. The present book informs that the Ministry of
Health now considers fragility fractures and osteoporosis as high-priority matters
in the National Health System, in accordance with the recommendations found
in a recent report from the European Commission.

In the last twenty years, there have been enormous advances in our understanding
of the many factors that contribute to fracture risk, and in elucidating the genetic,
molecular and cellular mechanisms that regulate bone metabolism, growth and
involution during the course of life. Based on this knowledge, we now have the
ability to identify in a more efficient and timely manner those individuals that
have a high fracture risk, and thus be in a position to start them on therapies
that have, in recent years, proven effective in reducing the number of fractures.

However, when aiming at reducing the impact of bone fragility, we should con-
sider factors other than just pharmacological therapy. Many fragility fractures

XIII
Ministero della Salute

are observed in individuals with only a moderate fracture risk, who represent a
large percentage of the population. It is therefore necessary to develop primary
prevention plans that promote a healthy and correct lifestyle in the younger pop-
ulation, with a goal to obtain a fracture risk reduction in a large proportion of
the population, even with a mid- to long-term timeframe.

There are significant quantitative data available to indicate that primary pre-
vention is possible for osteoporosis and fragility fractures but, as with other com-
mon chronic diseases, it may not be easy nor quick to reach the goal. However,
this should not discourage us from initiating a path that could lead to important
results in the future by starting to educate the younger population today. To
name just one of the possible approaches, it is estimated that an increase of 5%
in bone mass at the end of bone development – a realistic objective that can be
achieved by modifying the food habits and the physical activity of adolescents –
could translate to a 30% reduction of all fracture events in old age.

However, despite the clear interest in primary prevention for osteoporosis through
a healthier lifestyle, there are a lack of studies in large population groups to pro-
vide the necessary scientific evidence on the feasibility, efficacy and economic ef-
ficiency of this approach. A contribution from public, independent research is
required in this area, along with the utilisation of collaborations and synergies
at European level, in order to provide further scientific evidence. Such evidence
will support the implementation of large-scale prevention programmes and assist
in optimising the efficiency of these programmes.

Currently, there is an expectation that the National Health System will work
with greater effort to reduce the health and socio-economic impact of fragility
fractures, especially considering the availability of both clinical and instrumental
diagnostic tools, and of therapeutic agents with proven efficacy. As with any dis-
ease involving a large number of at-risk individuals, it is crucial to evaluate
the efficacy of diagnostic, therapeutic and rehabilitative interventions with close
attention to the efficacy and sustainability of these interventions. This document
aims to provide the elements required to define diagnostic, therapeutic and as-
sistance appropriateness in the prevention and treatment of fragility fractures.
We will also be focusing on other critical areas in order to obtain a greater effi-
ciency of the National Health System in this disease. There are two main aspects
that are highlighted as needing urgent attention. Only a small number of the
patients that are hospitalised for a fragility fracture are then offered an appro-

XIV
Foreword

priate diagnostic and therapeutic path after discharge , in spite of the high risk
of recurrence that is typical in these patients. On the other hand, less than half
of the patients that start on a pharmacological treatment adhere to their med-
ication and therapy regimen after one year, thus generating an unacceptable
system inefficiency, and nullifying the chance of intervention efficacy.

These two issues may seem simple, however they share the necessity of a common
approach from a cultural and organisational point of view. Any patient that is
hospitalised for acute treatment of a fragility fracture can be direct along an ap-
propriate path whereby the correct clinical approach can only be guaranteed
through the avoidance of intervention fragmentation. The correct path would
utilise all the synergies that the system provides, by applying a multi-disciplinary
approach along with a greater organisational efficiency following shared proto-
cols and procedures. We are proposing the creation of a “Fracture Unit” in order
to maximise the existing expertise of our hospital staff and to grant higher stan-
dards of care to patients. This will help physicians to implement their institu-
tional presence and plan initiatives aimed at reducing the risk of recurring
fractures in individuals at risk.

Primary medicine needs to have a key role in the battle against fragility fractures.
General practitioners can at best contribute to the identification of subjects at
high risk of fractures, through a systematic search for clinical risk factors that
require a diagnostic intervention via a bone densitometry and other tests. They
are also in the best position when it comes to plan a therapeutic regimen and
share this with patients, as well as to motivate them to adhere to the chosen
medication.

The effects of primary medicine need to integrate with an efficient health system
that provides easy access to specialist intervention when appropriate, granting
access to a network of second- and third-level centres that are necessary to grant
high standards of care. This should be coupled with appropriate utilisation of the
more complex diagnostic resources and prescription of the more costly therapies.

Prevention of fragility fractures therefore requires a significant investment of a


variety of resources, including those with an economic focus. It is therefore key to
have markers available that will allow us to follow the evolution of this situation
in a timely and appropriate manner. For this reason, the Ministry decided to
create the Italian Registry of Fragility Fractures (Registro Italiano delle Fratture

XV
Ministero della Salute

da Fragilità, or RIFF), that will be populated with data provided by emergency


departments in order to identify even those fragility fractures that do not result
in hospitalisation, and that are thus not tracked via the SDO (Schede di Dimis-
sione Ospedaliera). Under a modern vision, a fracture registry is not limited to
a mere collection of epidemiological data, but is a key element to aid in direct
and indirect health cost estimates, in evaluating social costs (mortality, disability,
impact on the quality of life), as well as collecting information on the quality of
treatment and ultimately to define optimal standards of care. The RIFF will
therefore communicate with databases from the Health Service in order to meas-
ure and analyse a series of “process outcomes” (health services, therapies, duration
and type of hospitalisation, surgical procedures, etc.) and “final outcomes”, which
are more important, and include mortality, residual disability and quality of
life. The implementation of a regular auditing process based on the national reg-
istry will allow us to get an insight on the quality of the intervention at national
level, to compare different local settings, and will also contribute to the identifi-
cation of areas of improvement for the Health Service action.

The Ministry also aims at establishing some real objectives in terms of action of
the Health Service in the prevention of fragility fractures. In 5 years, we believe
that 70% of patients under treatment for osteoporosis will be continuing with
their therapy after 1 year, and that 80% of patients that are hospitalised for a
fragility fracture will be treated to avoid the risk of a recurring fracture. We es-
timate that by reaching these goals, the incidence of femur fractures could be
reduced by 20% in the next 10 years, thus contributing in a significant manner
to improving the quality of life of our elderly population.

Prof. Ferruccio Fazio


Minister of Health

XVI
Ministero della Salute
n. 4, luglio-agosto 2010

2. Epidemiologia dell’osteoporosi
Sintesi dei contributi e delle fratture da fragilità

Questo capitolo affronta nel dettaglio l’epidemio-


logia dell’osteoporosi e delle fratture da fragilità
in Italia.
1. Definizione e cenni di eziopatogenesi Si riportano i dati dello studio ESOPO (Epidemio-
delle osteoporosi logic Study On the Prevalence of Osteoporosis),
che ha indagato la prevalenza dell’osteoporosi e del-
L’osteoporosi è un disordine scheletrico caratteriz- l’osteopenia in Italia. Lo studio è stato eseguito nel
zato da una compromissione della resistenza del- 2000 in 83 Centri distribuiti lungo il territorio na-
l’osso che predispone a un aumentato rischio di zionale, che hanno utilizzato lo stesso strumento di
frattura e viene classicamente distinta in 2 grandi misurazione dell’ultrasonografia quantitativa del cal-
gruppi: osteoporosi primitiva e osteoporosi secon- cagno. Attraverso la collaborazione di 1532 MMG,
daria. L’osteoporosi primitiva comprende l’osteo- è stato indagato un campione non selezionato di
porosi idiopatica (giovanile e dell’adulto) e l’osteo- 11.011 donne di età compresa tra 40 e 79 anni e di
porosi involutiva. L’osteoporosi secondaria è causata 4981 uomini di età compresa tra 60 e 79 anni.
da malattie di vario tipo che possono determinare Per le fratture da fragilità, sulla base del trend de-
una riduzione della resistenza scheletrica. Nel 1983, mografico degli ultimi cinquant’anni si evince che
Riggs e Melton proposero la suddivisione dell’osteo- il numero dei soggetti fratturati è destinato ad au-
porosi involutiva in 2 sindromi distinte: osteoporosi mentare e si rendono sempre più necessari gli in-
di tipo I e di tipo II. L’osteoporosi di tipo I interessa terventi preventivi e quelli volti a migliorare la regi-
tipicamente la donna entro i venti anni dalla me- strazione e l’elaborazione dei dati epidemiologici.
nopausa, riconosce come meccanismo patogenetico In conclusione, soltanto una conoscenza appro-
fondamentale la carenza estrogenica ed è caratteriz- fondita del fenomeno e delle sue conseguenze può
zata da fratture in siti scheletrici ricchi di tessuto consentire interventi mirati ed efficaci sull’intera
osseo trabecolare. L’osteoporosi di tipo II colpisce popolazione.
entrambi i sessi con l’avanzare dell’età, riflette le in-
fluenze esercitate sul tessuto osseo dalle modifica- 3. Fattori di rischio di osteoporosi
zioni ormonali conseguenti all’invecchiamento ed e di frattura
è caratterizzata da fratture che riguardano siti com-
posti da tessuto osseo sia corticale che trabecolare. Finora la diagnosi di osteoporosi si è basata prin-
Attualmente si preferisce considerare l’osteoporosi cipalmente sulla misura della densità minerale
come una malattia multifattoriale, nella quale di- ossea (BMD), espressa in T-score. A seguito di un
versi fattori, genetici, fisici, nutrizionali e ormo- rapporto tecnico prodotto nel 1994 da un gruppo
nali, compromettono l’integrità scheletrica. di lavoro promosso dall’OMS, il valore di –2,5
Oltre alla definizione, in questo capitolo si affron- T-score è stato ampiamente accettato come soglia
tano l’importanza del picco di massa ossea e il diagnostica dell’osteoporosi e spesso adottato anche
processo di rimodellamento, analizzando nel det- come soglia per decidere la terapia. Tuttavia, esi-
taglio le fasi di riassorbimento e di neoformazione. stono altri fattori di rischio clinici che forniscono

XVII
Ministero della Salute

informazioni sul rischio di frattura indipendenti e sospetto clinico di osteoporosi non può prescin-
aggiuntive rispetto a quelle che si possono ottenere dere da una valutazione clinica completa che com-
dalla semplice misurazione della BMD. prenda la raccolta di un’anamnesi accurata e l’ese-
La valutazione del rischio di frattura deve quindi cuzione di un attento esame obiettivo, al fine di
essere distinta dalla diagnosi di osteoporosi, te- escludere altre cause di fragilità scheletrica.
nendo conto del valore individuale degli altri fat- Si affrontano nel dettaglio la diagnostica biochi-
tori di rischio clinico, che in questo capitolo ven- mica, la diagnostica strumentale e i metodi visivi
gono analizzati nel dettaglio: età, terapia con glu- semiquantitativi [morfometria vertebrale (MRX,
cocorticoidi, anamnesi personale di fratture da MXA); densitometria ossea a doppia energia
fragilità, anamnesi familiare di fratture da fragilità, (DXA); ultrasonografia ossea quantitativa (QUS);
fumo, basso peso corporeo, eccessivo consumo di TC; RM; medicina nucleare].
alcool. Il trattamento può quindi essere offerto ai La parte finale del capitolo è dedicata agli obiettivi
soggetti che presentano una probabilità di frattura dell’attività di ricerca e alle prospettive future.
superiore alla soglia d’intervento definita. Occorre
però rilevare che le soglie di intervento sono sog- 5. Prevenzione dell’osteoporosi
gette a cambiare in modo significativo, a seconda e delle fratture da fragilità
della disponibilità di nuovi farmaci, più efficaci o
meno costosi, e in funzione della sostenibilità dei La prevenzione della fragilità scheletrica, tipica
costi economici di intervento per un particolare dell’osteoporosi, e delle fratture a essa correlate
Sistema Sanitario Nazionale. può essere effettuata a tre livelli:
• primario: include tutte le misure adottate a li-
4. Approccio diagnostico vello della popolazione generale senza che
(Ministero della Salute) venga analizzato il rischio del singolo soggetto.
Tipiche raccomandazioni riguardano un’ali-
L’osteoporosi è una malattia che spesso decorre mentazione bilanciata, l’esecuzione di una re-
asintomatica per anni e che può dare, come primo golare attività fisica, la cessazione del fumo e
segno di sé, una frattura vertebrale o non verte- l’astensione dagli alcolici;
brale. Le fratture vertebrali sono le fratture da • secondario: mira a una diagnosi precoce della
osteoporosi più frequenti, in particolar modo nella malattia utilizzando apparecchiature oppure
donna in menopausa. Nei due terzi circa dei casi algoritmi in grado di stimare il rischio di an-
esse sono asintomatiche e vengono diagnosticate dare incontro a frattura;
incidentalmente attraverso radiografie eseguite per • terziario: si rivolge ai pazienti che hanno già su-
altri motivi. Inoltre, con il passare degli anni la bito una frattura e hanno pertanto manifestato
postura cifotica, l’andatura incerta, la riduzione clinicamente i segni della fragilità scheletrica.
dell’equilibrio, l’alterazione dei riflessi e la ridu- Occorre tuttavia ricordare che nel caso dell’osteo-
zione del tono muscolare determinano un au- porosi esiste una discreta confusione terminologica
mento della tendenza a cadere, causa a sua volta sui livelli di prevenzione delle fratture da fragilità.
di ulteriori fratture, sia degli arti superiori (spalla, Infatti, con i termini prevenzione primaria e se-
gomito e polso), sia soprattutto del femore. condaria ci si riferisce spesso alla possibilità di
L’approccio clinico del paziente affetto da o con trattamento farmacologico per prevenire la prima

XVIII
Sintesi dei contributi

frattura nel paziente osteoporotico, mentre è se- ai bisogni di salute del crescente numero di anziani
condario ogni intervento farmacologico rivolto che subiscono un ricovero ospedaliero a causa di
alla prevenzione di ulteriori fratture che viene ef- fratture da fragilità. Nel dettaglio, di questo nuovo
fettuato nel paziente che ha già sofferto di frat- modello organizzativo si analizzano le principali
tura/e da fragilità. In questo capitolo s’intende caratteristiche e i benefici attesi.
mantenere una terminologia coerente con il pri-
mitivo e più consolidato significato dei diversi li- 7. Appropriatezza clinica,
velli di prevenzione. strutturale-operativa e tecnologica nella
Il capitolo si conclude con un’ampia sezione de- prevenzione delle fratture da fragilità
dicata alla terapia farmacologica.
La domanda di prestazioni sanitarie è aumentata
6. Trattamento non farmacologico negli ultimi anni in molti Paesi, evidenziando quindi
delle fratture e dei loro esiti il bisogno da parte degli stessi di dotarsi di strategie
che migliorino la razionalizzazione dell’offerta, uti-
Da alcuni anni sono entrate nell’uso clinico alcune lizzando metodologie di lavoro basate soprattutto
modalità di trattamento mininvasivo delle fratture sull’appropriatezza delle prestazioni erogate.
vertebrali, nate dall’esigenza di superare alcuni li- Nel nostro Sistema Sanitario, che tiene conto oltre
miti della sola terapia farmacologica e conserva- che dell’universalità anche dell’equità, diventa mag-
tiva, sia per quanto riguarda il controllo del dolore, giormente necessaria l’implementazione dell’ap-
sia per quanto concerne l’evoluzione seguente propriatezza, elemento inderogabile per realizzare
delle fratture. l’equità, in quanto l’equità, intesa come capacità
In questo capitolo si analizzano nel dettaglio: di assicurare ciò che è necessario, garantendo il su-
• la vertebroplastica percutanea, che consiste nel- peramento delle disuguaglianze sociali e territoriali,
l’iniezione percutanea di cemento osseo (poli- non può essere realizzata se non si attua un sistema
metilmetacrilato, PMMA) nel corpo vertebrale di valutazione e di appropriatezza nell’accezione
e trova indicazione nel trattamento di fratture sia clinica, che professionale e organizzativa, utiliz-
vertebrali compressive su base osteoporotica, zando un linguaggio comune nella definizione della
angiomatosa, mielomatosa o da localizzazione stessa per evitare distorsioni del suo significato fra
secondaria di neoplasia che causano dolore non tutti coloro che partecipano al sistema.
responsivo al trattamento farmacologico; L’appropriatezza clinica, professionale e organiz-
• la chifoplastica, una recente evoluzione della zativa non vanno considerate elementi staccati ma
vertebroplastica percutanea che, attraverso il finiscono per influenzarsi reciprocamente. È per-
gonfiaggio con mezzo di contrasto di cateteri tanto necessario che vi sia una crescita contem-
a palloncino, è in grado di ripristinare la mor- poranea dell’appropriatezza nei vari ambiti con
fologia del corpo vertebrale collassato, con con- eliminazione delle inappropriatezze, e il conse-
seguente riduzione della deformità cifotica, guente risparmio delle risorse.
prima della stabilizzazione con cemento osseo. A questo scopo il capitolo affronta nel dettaglio: l’ap-
Si affrontano poi i temi della riabilitazione e quello propriatezza clinica – diagnostica e terapeutica –,
delle Fracture Unit, un nuovo modello di assetto l’appropriatezza strutturale e operativa e, infine, l’ap-
organizzativo, proposto per dare risposte avanzate propriatezza tecnologica.

XIX
Ministero della Salute
n. 4, luglio-agosto 2010

1. Definizione e cenni di eziopatogenesi


delle osteoporosi

L’osteoporosi è un disordine scheletrico caratte- massa ossea e d’incremento del rischio di frattura.
rizzato da una compromissione della resistenza Nel 1983, Riggs e Melton hanno proposto la sud-
dell’osso che predispone a un aumentato rischio divisione dell’osteoporosi involutiva in due sin-
di frattura. La competenza meccanica dello sche- dromi distinte, rispettivamente l’osteoporosi di
letro deriva dall’integrazione di due componenti: tipo I e di tipo II, differenti tra loro in rapporto
la quantità del tessuto, comunemente indicata in ai meccanismi patogenetici e alle modificazioni
termini di densità minerale, e la sua qualità, che regionali della massa ossea e caratterizzate dall’oc-
invece riflette le diverse, e in parte sconosciute, correnza di fratture in sedi scheletriche diverse.
caratteristiche microarchitetturali. L’osteoporosi Secondo tale classificazione, l’osteoporosi di tipo
viene classicamente distinta in due grandi gruppi: I (osteoporosi postmenopausale) interessa tipica-
osteoporosi primitiva e osteoporosi secondaria. mente la donna entro i venti anni dalla meno-
L’osteoporosi primitiva comprende, a sua volta, pausa, riconosce come meccanismo patogenetico
l’osteoporosi idiopatica (giovanile e dell’adulto) e fondamentale la carenza estrogenica ed è caratte-
l’osteoporosi involutiva. L’osteoporosi secondaria rizzata dall’occorrenza delle fratture in siti schele-
è invece causata da malattie di vario tipo che pos- trici ricchi di tessuto osseo trabecolare, come le
sono, con meccanismi diretti, o indirettamente vertebre e il radio distale. Al contrario, l’osteopo-
attraverso l’interazione di molteplici fattori di ri- rosi di tipo II (osteoporosi senile) colpisce en-
schio e/o concause, determinare una riduzione trambi i sessi con l’avanzare degli anni e riflette le
della resistenza scheletrica. Il riconoscimento delle composite influenze esercitate sul tessuto osseo
forme di osteoporosi secondaria è di estrema im- dalle modificazioni ormonali conseguenti all’in-
portanza, poiché esse, se correttamente diagno- vecchiamento, quali l’iperparatiroidismo secon-
sticate e trattate con una terapia eziologica, sono, dario e la compromissione della formazione ossea.
nella maggior parte dei casi, reversibili. D’altra In questo caso le fratture riguardano tipicamente
parte, l’impostazione di una terapia per l’osteo- siti composti da tessuto osseo sia corticale che tra-
porosi, in un paziente in cui non sia stata dia- becolare, come il femore, l’omero, la tibia e il ba-
gnosticata una forma di osteoporosi secondaria, cino. La suddivisione in due sindromi dell’osteo-
può portare a una mancata risposta alla terapia, o porosi involutiva ha in realtà un valore puramente
addirittura a un danno in termini di perdita di didattico ed esemplificativo; infatti, attualmente

1
Ministero della Salute

si preferisce considerarla come una malattia mul- Una volta raggiunto il picco di massa ossea, il bi-
tifattoriale, nella quale diversi fattori – genetici, lancio scheletrico viene regolato dal processo di
fisici, nutrizionali, ormonali (tra cui la deficienza rimodellamento, articolato in due fasi – il rias-
estrogenica) – operano, da soli o in concerto, nel sorbimento e la neoformazione – che, procedendo
compromettere l’integrità scheletrica. Negli ultimi appaiate, consentono il mantenimento dell’inte-
anni, infatti, numerosi studi hanno dimostrato grità scheletrica.
che il patrimonio scheletrico posseduto in ogni La perdita ossea postmenopausale riconosce due
momento della vita adulta equivale alla massa os- possibili meccanismi patogenetici. Il più impor-
sea raggiunta alla maturità (picco di massa ossea) tante di questi, dal punto di vista quantitativo,
meno la quota che viene successivamente persa. consiste nell’aumento del turnover scheletrico,
Di conseguenza, il picco di massa ossea rappre- mentre il secondo meccanismo patogenetico,
senta un elemento determinante nella patogenesi spesso coesistente con il primo, si identifica nel
dell’osteoporosi; pertanto, tutti i fattori che in- disaccoppiamento del riassorbimento rispetto alla
fluenzano negativamente l’accrescimento schele- neoformazione: la quantità di osso formata all’in-
trico condizioneranno un picco di massa ossea ri- terno di ogni unità di rimodellamento risulta in-
dotto rispetto a quello atteso. Gli studi clinici feriore alla quantità di osso riassorbita. Quest’ul-
condotti su gemelli mono- e dizigoti hanno di- timo evento può derivare da un aumento del rias-
mostrato che i fattori genetici possono spiegare sorbimento, da una riduzione della formazione o
dal 40% all’80% delle differenze osservate nel dalla combinazione di entrambi ed è irreversibile.
picco di massa ossea. Altri studi sottolineano, in- Le alterazioni del rimodellamento responsabili
vece, l’importanza di fattori genetici indipendenti della perdita ossea si accompagnano a modifica-
dalla massa ossea, quali per esempio i polimorfismi zioni dell’architettura scheletrica, la quale è una
del gene del collagene di tipo a1, che potrebbero componente fondamentale della resistenza mec-
determinare minime modificazioni della struttura canica. Nell’osso trabecolare si assiste all’assotti-
del collagene e/o dei suoi legami crociati, ma tali gliamento, all’erosione e alla perforazione delle
da causare una maggiore fragilità scheletrica. Tut- trabecole, in particolar modo di quelle disposte
tavia, durante l’infanzia e l’adolescenza anche i orizzontalmente, con conseguente perdita dell’in-
fattori ambientali possono influenzare la crescita tegrità e del supporto strutturale.
scheletrica, operando sia isolatamente sia attraverso Il rimodellamento scheletrico è regolato da numerosi
l’interazione con il substrato genetico. Per esem- fattori ormonali, locali e meccanici. Del tutto recente
pio, un variabile introito di calcio potrebbe in è la scoperta di due proteine di derivazione osteo-
parte spiegare le differenze della massa ossea os- blastica che medierebbero l’accoppiamento delle due
servate in rapporto ai diversi alleli del recettore fasi del turnover scheletrico. Un fattore di differen-
per la vitamina D. Sono stati studiati numerosi ziazione osteoclastica, il RANK-Ligand, stimolerebbe
geni e il loro possibile ruolo patogenetico nel- la produzione degli osteoclasti attraverso il legame
l’osteoporosi. A tutt’oggi, però, non è stato indi- con il suo recettore RANK, presente sulla membrana
viduato con certezza alcun gene correlato alla ri- cellulare dei loro precursori. Una seconda proteina,
duzione della massa ossea, sebbene ciascun gene detta osteoprotegerina (OPG), complessandosi con il
considerato singolarmente sembri esercitare un RANK-Ligand, ne impedirebbe il legame al RANK.
effetto sostanzialmente modesto. Quando il rimodellamento osseo aumenta, una mag-

2
Definizione e cenni di eziopatogenesi delle osteoporosi 1

giore quantità di RANK-Ligand si legherebbe al suo L’aumento del turnover scheletrico e il disaccop-
recettore specifico, promuovendo così un aumento piamento negativo conducono a una perdita di
della proliferazione osteoclastica. Al contrario, tessuto osseo pari a circa l’1-3% per anno; in
quando il rimodellamento si riduce, la produzione altri termini, nei primi 5-10 anni dalla meno-
di RANK-Ligand diminuisce, aumenta la produzione pausa la donna può perdere fino al 10-15% del
di OPG che, competendo con il RANK, determina patrimonio osseo iniziale. Il fenomeno si eviden-
una riduzione della proliferazione osteoclastica. Il zia soprattutto sulle superfici trabecolari ed en-
sistema RANK/RANKL/OPG è a sua volta con- dostali dell’osso, metabolicamente più attive, spie-
trollato e modulato da numerosissimi fattori, so- gando così l’aumento dell’incidenza delle fratture
prattutto ormonali, quali il paratormone (parathyroid vertebrali che si osserva tipicamente in questo
hormone, PTH) e gli estrogeni. Il meccanismo at- periodo della vita della donna. La fase lenta di
traverso il quale gli estrogeni inibiscono il riassorbi- perdita della massa ossea che segue, dai 55-60
mento scheletrico non è ancora del tutto conosciuto; anni, quella accelerata è caratterizzata da una ri-
certamente la carenza ormonale induce a livello locale duzione inferiore all’1% per anno; essa riconosce
una modificazione di citochine e fattori di crescita come fattori patogenetici prevalenti quelli legati
che direttamente, o modificando localmente gli ef- più propriamente alla senescenza, quali l’aumento
fetti dei fattori circolanti, sono in grado di attivare il del PTH e la diminuzione del numero e della
turnover scheletrico. funzione degli osteoblasti.

3
Ministero della Salute
n. 4, luglio-agosto 2010

2. Epidemiologia dell’osteoporosi
e delle fratture da fragilità

2.1. Epidemiologia dell’osteoporosi in Italia tratta di svariati farmaci (in particolare tiroxina,
warfarin, immunosoppressori, tiazidici, altri anti-
La prevalenza dell’osteoporosi e dell’osteopenia in pertensivi, statine, o terapie per l’osteoporosi quali
Italia è stata indagata attraverso lo studio ESOPO calcitonina, bisfosfonati e supplementi di calcio
(Epidemiological Study On the Prevalence of Osteo- e/o vitamina D), o di trattamenti cortisonici per
porosis), eseguito nel 2000. Si tratta di uno studio oltre 3 mesi. Veniva anche richiesto di valutare la
trasversale condotto in 83 Centri distribuiti lungo condizione percepita di salute e, alle donne, di
il territorio nazionale, che hanno utilizzato lo stesso fornire informazioni circa l’età del menarca e della
strumento di misurazione dell’ultrasonografia menopausa, il numero di gravidanze, l’eventuale
quantitativa del calcagno. Attraverso la collabora- isterectomia o ovariectomia e l’eventuale terapia
zione di 1532 medici di medicina generale, è stato estrogenica sostitutiva.
indagato un campione non selezionato di 11.011 Il parametro Stiffness Index (SI), calcolato dal soft-
donne di età compresa tra 40 e 79 anni e di 4981 ware dello strumento combinando i parametri
uomini di età compresa tra 60 e 79 anni. A tutti i misurati dell’attenuazione del fascio ultrasonoro
partecipanti è stato sottoposto un questionario e della sua velocità di trasmissione intra-ossea, è
atto a indagare sia una vasta gamma di fattori di stato utilizzato per definire le condizioni di osteo-
rischio per osteoporosi, sia le fratture occorse dopo penia [corrispondente a valori di T-score compresi
i 50 anni di età nei pazienti o nei loro genitori. È tra –1,0 e –2,5 DS (deviazione standard) rispetto
stata quindi eseguita la misurazione ultrasonogra- alla media dei giovani adulti sani] e di osteoporosi
fica quantitativa del calcagno. Il questionario era (almeno –2,5 DS sotto la media della stessa po-
articolato in modo da raccogliere informazioni polazione di riferimento).
sullo stile di vita (tempo trascorso quotidianamente I dati ultrasonografici sono stati disponibili per
all’aperto passeggiando o andando in bicicletta), 10.428 donne e 4741 uomini (95% del campione).
su eventuali periodi protratti di allettamento, sulle Nell’intero campione, la prevalenza di osteopenia
abitudini dietetiche (assunzione dietetica giorna- e di osteoporosi fra le donne è risultata pari a 44,7%
liera di latte e derivati) e voluttuarie (assunzione e 18,5%, rispettivamente, mentre i corrispondenti
di caffè e bevande alcoliche, fumo di sigaretta). tassi sono stati del 36% e del 10% nel sesso ma-
Veniva anche indagata l’eventuale assunzione pro- schile. La prevalenza di entrambe le condizioni era

5
Ministero della Salute

Tabella 2.1 Prevalenza di osteopenia e osteoporosi vertebrali, l’impossibilità di distinguere le fratture


successive a trauma minore da quelle francamente
Normale Osteopenia Osteoporosi traumatiche. Tuttavia, questo studio rimane un
Donne punto di riferimento epidemiologico, poiché è
40-49 anni 55,7% 39,9% 4,4% stato condotto su un vasto campione rappresenta-
50-59 anni 41,9% 46,4% 11,7%
tivo della popolazione italiana, utilizzando la me-
60-69 anni 24,4% 47,6% 28,0%
70-79 anni 15,0% 43,1% 41,9% desima metodica e procedure di cross-calibrazione
degli strumenti tra i diversi centri.
Uomini
60-69 anni 55,2% 36,3% 8,5%
Sotto questo aspetto occorre osservare che uno
70-79 anni 50,9% 35,8% 13,3% studio sulla prevalenza dell’osteoporosi e del-
l’osteopenia nella popolazione italiana sarebbe au-
spicabile, utilizzando metodiche quali la DEXA;
quindi più elevata nelle donne e aumentava signi- ciò tenendo anche conto del fatto che esistono
ficativamente con l’età (secondo quanto espresso dati normativi con questa metodica su un’ampia
in termini percentuali nella Tabella 2.1). popolazione di riferimento di donne.
I valori di Stiffness sono risultati correlati negati-
vamente con l’età, il numero di gravidanze e il
numero di sigarette al giorno fumate, e positiva- 2.2. Epidemiologia delle fratture da fragilità
mente con il peso all’età di 25 anni, il peso attuale, in Italia
la statura, l’assunzione giornaliera di calcio. Altresì
significative sono state le associazioni riscontrate Da un’osservazione sul trend demografico degli
con l’entità dell’attività all’aria aperta, l’assunzione ultimi cinquant’anni sono emersi un incremento
cronica di farmaci e la percezione soggettiva dello dell’aspettativa di vita e un cambiamento nella
stato di salute. distribuzione dell’età nella popolazione dei Paesi
Informazioni relative alle fratture si sono rese di- industrializzati. Nel mondo, l’Italia è il Paese con
sponibili per 7055 donne e 4376 uomini; sono la maggiore aspettativa di vita: secondo i dati del-
state riferite 1238 fratture fra le donne e 764 fra l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), l’aspet-
gli uomini. In entrambi i sessi, la prevalenza delle tativa di vita alla nascita risulta essere incrementata
fratture aumentava con l’avanzare dell’età; nella di 4 mesi per anno dal 1950 al 2005, raggiun-
fascia compresa tra i 70 e i 79 anni, il 34,5% gendo 78,1 anni per gli uomini e 83,7 anni per le
delle donne e il 27% degli uomini con osteoporosi donne, ma si stima che possa salire a 78,9 e 84,2
rilevata ultrasonograficamente riferivano una pre- anni, rispettivamente, nel 2010.
cedente frattura. Attualmente il 20% circa della popolazione ita-
Non si può ignorare come lo studio ESOPO ri- liana ha un’età maggiore di 65 anni; nel prossimo
senta di importanti limiti metodologici, quali l’im- decennio questo gruppo di soggetti potrebbe at-
piego di una metodica dal coefficiente di variazione testarsi intorno al 22% della popolazione. In par-
più elevato rispetto alla mineralometria DXA, la ticolare, il 5,6% ha già raggiunto un’età ≥ 80
limitata affidabilità delle informazioni sullo stato anni. Numerosi studi osservazionali hanno dimo-
di salute riferite dallo stesso paziente, la verosimile strato che l’incidenza di fratture da fragilità au-
notevole sottostima della prevalenza delle fratture menta all’aumentare dell’età, e ciò è particolar-

6
Epidemiologia dell’osteoporosi e delle fratture da fragilità 2

mente evidente nelle donne. Pertanto, il numero ture di femore, il 75% si verifica nella popolazione
dei soggetti fratturati è destinato ad aumentare femminile e, di questa percentuale, il 94% avviene
negli anni a venire, e si rendono sempre più ne- nelle donne con età > 65 anni.
cessari, da un lato, gli interventi preventivi e, dal- Il 90% delle fratture femorali è legato a una caduta
l’altro, quelli volti a migliorare la registrazione e e il rischio di cadute aumenta con l’età. Circa un
l’elaborazione dei dati epidemiologici, che sono terzo degli individui oltre i 65 anni cade almeno
fondamentali per conoscere i rischi, i costi e l’im- una volta l’anno. L’1% delle cadute, nelle donne,
patto sociale di questo problema. Si stima che in provoca una frattura del femore.
Italia l’osteoporosi colpisca circa 5.000.000 di La mortalità per frattura di femore risulta essere
persone, di cui l’80% è rappresentato da donne del 5% nel periodo immediatamente successivo
in postmenopausa. I siti scheletrici generalmente all’evento traumatico e del 15-25% a un anno
riconosciuti come sede di fratture da fragilità sono dallo stesso. Nel 20% dei casi si verifica una per-
quelli a maggiore contenuto di osso trabecolare, dita definitiva della capacità di deambulare in ma-
ossia le vertebre, il femore prossimale, il polso, niera autonoma e solo il 30-40% dei soggetti
l’omero prossimale e la caviglia. A oggi i dati epi- torna alle condizioni precedenti la frattura.
demiologici raccolti in Italia su vasti campioni Le più alte incidenze di frattura del femore pros-
sono scarsi e quelli più rappresentativi sono stati simale si osservano nelle donne al di sopra dei 75
estrapolati dalle Schede di Dimissione Ospedaliera anni (oltre 50.000 l’anno dal 2001 al 2005). L’in-
(SDO), raccolte dal Ministero della Salute. Essi, cidenza raddoppia nelle donne a partire dai 65
tuttavia, si riferiscono solo ai soggetti in cui la anni di età (osteoporosi postmenopausale), mentre
frattura ha richiesto un ricovero. negli uomini questo fenomeno si osserva al di so-
In Italia ogni anno si registrano circa 80.000 frat- pra dei 75 anni (osteoporosi senile) [Figura 2.1].

60.000

50.000
N. fratture del femore prossimale

40.000

30.000

20.000

10.000

0
45-64 65-74 ≥75 45-64 65-74 ≥75 45-64 65-74 ≥75 45-64 65-74 ≥75 45-64 65-74 ≥75 45-64 65-74 ≥75 45-64 65-74 ≥75 45-64 65-74 ≥75
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Figura 2.1 Incidenza annuale delle fratture del femore prossimale dal 2000 al 2007 in Italia nella popolazione maschile
(blu) e femminile (rosa) con età ≥ 45 anni (dati SDO).

7
Ministero della Salute

Per quanto riguarda le fratture di omero prossi- pausa e si stima che il 16% delle donne di etnia
male, esse rappresentano la seconda frattura negli bianca (ma solo il 2-3% degli uomini) subirà una
anziani di oltre 65 anni, dopo le fratture dell’anca. frattura di polso dopo i 50 anni. È stato calcolato
Circa il 75% delle stesse avviene nella fascia d’età che nelle donne di oltre 65 anni circa un terzo
sopra i 60 anni; l’incidenza maggiore è nel sesso cade ogni anno e nell’1-2% dei casi si riscontra
femminile ed è legata a traumi a bassa energia. una frattura di polso.
Nel 2005, in Italia 5194 fratture dell’omero pros- Anche per le fratture del polso in Italia si registra
simale hanno richiesto un ricovero in donne oltre un aumento dei ricoveri nelle donne a partire dai
i 65 anni e 1735 negli uomini della stessa età. 45 anni di età, ma, a differenza delle fratture del
Mentre nelle donne l’incidenza aumenta vertigi- femore e omero prossimali, l’incidenza tende a
nosamente dai 45 anni in su, passando dai 2239 diminuire con l’aumentare dell’età. Ciò è parti-
casi nella fascia d’età 45-64 ai 3082 tra i 65 e i 74 colarmente evidente negli uomini, in cui il nu-
anni ai 5122 oltre i 75 anni, negli uomini l’inci- mero di ricoveri diminuisce sensibilmente oltre i
denza più elevata si osserva tra i 45 e i 64 anni, 64 anni di età (Figura 2.2). Questa riduzione di
pur rimanendo nettamente inferiore rispetto alla incidenza nell’età più avanzata è probabilmente
popolazione femminile (1261 casi). dovuta alla minore prontezza ed efficienza neuro-
Il polso rappresenta la sede più comune di frattura muscolare, che compromette la capacità di pro-
tra le donne di mezza età. Le fratture distali del tendere in tempo le mani a protezione dall’im-
radio sono le fratture più comuni dell’arto supe- patto col suolo, accompagnandosi infatti a una
riore in soggetti con età ≥ 65 anni e in particolare crescita speculare dell’incidenza di fratture d’anca
tra gli uomini di età < 70 anni. Nelle donne l’au- e di omero.
mento di incidenza inizia subito dopo la meno- I dati riguardanti le fratture vertebrali sono meno

6000

5000
N. fratture del radio distale

4000

3000

2000

1000

0
45-64 65-74 ≥75 45-64 65-74 ≥75 45-64 65-74 ≥75 45-64 65-74 ≥75 45-64 65-74 ≥75 45-64 65-74 ≥75 45-64 65-74 ≥75 45-64 65-74 ≥75
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Figura 2.2 Incidenza delle fratture del radio distale dal 2000 al 2007 in Italia nella popolazione maschile (blu) e fem-
minile (rosa) età ≥ 45 anni (dati SDO).

8
Epidemiologia dell’osteoporosi e delle fratture da fragilità 2

accurati, perché le deformità del rachide sono che svolgono un’attività lavorativa sia per chi pre-
spesso misconosciute, diagnosticate come reperto sta loro assistenza (costi indiretti). Inoltre, fratture
occasionale, e comunque solo in alcuni casi ri- più gravi, come quelle femorali, sono spesso in-
chiedono un ricovero. Il 50-80% delle fratture validanti e privano i soggetti colpiti della propria
vertebrali è asintomatico e viene identificato ca- indipendenza, compromettendone inevitabil-
sualmente in successive radiografie del torace, per mente la qualità di vita. Per affrontare in maniera
perdita progressiva dell’altezza o per ipercifosi dor- ottimale il problema delle fratture da fragilità,
sale. In uno studio retrospettivo pubblicato nel esse devono essere appropriatamente identificate
2000 da Gelbach et al. su 934 donne di età > 60 dal punto di vista sia qualitativo sia quantitativo.
anni, è stata riscontrata la presenza di fratture ver- Solo una conoscenza approfondita del fenomeno,
tebrali, esaminando radiografie standard del to- e delle sue conseguenze, può consentire interventi
race, in 132 casi; solo nel 50% il radiologo ne mirati ed efficaci sull’intera popolazione. I dati
aveva segnalato la presenza come reperto occasio- disponibili sono spesso incompleti e discordanti,
nale. Si stima che oltre il 50% delle donne e il poiché ricavabili solo da studi epidemiologici su
30% degli uomini andranno incontro a una frat- campioni limitati o dalle statistiche sulle SDO
tura vertebrale da compressione nel corso della fornite dal Ministero della Salute che, tuttavia,
vita. Infatti, le incidenze ricavate dalle SDO ne sono attendibili soprattutto per quanto concerne
sottostimano il numero in maniera evidente. Dalle le fratture femorali, le uniche che richiedano sem-
SDO del 2005 risulta che nelle donne oltre i 45 pre un ricovero.
anni di età si siano verificate 8597 fratture verte- Le fratture non femorali spesso vengono trattate
brali e 5901 negli uomini. Mentre dai 45 ai 64 incruentemente in Pronto Soccorso senza succes-
anni di età il rapporto donne:uomini è pari a 1:1, sivo ricovero ospedaliero e pertanto non sono ri-
esso passa a 2:1 oltre i 65 anni di età. Infatti, nella levabili dall’analisi delle SDO. Da proiezioni sta-
fascia d’età over 65 il numero di ricoveri per frat- tistiche il numero stimato di fratture vertebrali
tura vertebrale tende a diminuire negli uomini, per l’anno 2005 in Italia era pari a 78.750, mentre
mentre continua ad aumentare nelle donne. le SDO relative a pazienti ricoverati per frattura
Per poter gestire in maniera ottimale un problema vertebrale sono state, nello stesso anno, solo 9213.
così rilevante dal punto di vista socioeconomico, Stesso dicasi per le fratture dell’estremo prossimale
è necessario innanzitutto che i dati raccolti siano dell’omero e distale del radio, che risultano an-
il più possibile completi e realistici, in modo da ch’esse ampiamente sottostimate dalle statistiche
avere una stima precisa della situazione italiana e sui ricoveri ospedalieri.
da programmare opportuni interventi preventivi L’osteoporosi può quindi essere definita “epidemia
e terapeutici su vasta scala. silenziosa”, non solo perché non dà segno di sé
prima della frattura, ma anche perché, anche dopo
2.3. Conclusioni e prospettive la frattura, essa il più delle volte non viene identi-
ficata, segnalata e trattata.
Ogni frattura necessita di un trattamento, sia esso Inoltre, nella classificazione ICD-9 delle patologie
conservativo o chirurgico, che ha un costo diretto esiste la dicitura “frattura patologica” per le fratture
per il Sistema Sanitario Nazionale, ma determina che avvengono in assenza di trauma o per trauma
anche una perdita di produttività sia per i pazienti minimo ma, nella comune pratica clinica, sono

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Ministero della Salute

classificate come “patologiche” solo le fratture di • ridurre il rischio di frattura nella popolazione
origine neoplastica, primitiva o secondaria. Per- anziana, con conseguente decremento della
tanto, risulta difficile discernere tra fratture su base mortalità, delle disabilità, del numero di accessi
neoplastica e su base osteoporotica, anche perché in Pronto Soccorso e di ricoveri ospedalieri.
difficilmente, nella codifica delle patologie, viene Per raggiungere gli obiettivi descritti si potrebbe
utilizzato un criterio eziologico. Di solito, infatti, agire su più fronti:
ci si limita a segnalare la frattura in base alla sua lo- • migliorare la codificazione delle fratture, po-
calizzazione. È quindi evidente la necessità di creare tendone indicare l’eziologia osteoporotica sia
un nuovo sistema classificativo e/o identificativo, nelle SDO sia nelle schede di accesso in Pronto
che preveda anche la segnalazione di una condizione Soccorso. Negli individui di mezza età o in età
osteoporotica nota, o presunta in funzione del mec- senile, infatti, possono essere considerate da
canismo traumatico. Ottenere informazioni più fragilità tutte le fratture conseguenti a traumi
precise fornirebbe una serie di vantaggi: di lieve entità (cadute dalla stazione eretta o da
• poter tracciare un quadro più preciso dell’entità altezza inferiore) e le fratture che si verificano
del problema e del suo impatto socioecono- apparentemente in assenza di trauma;
mico; • creare un Registro Nazionale delle fratture da
• non perdere l’opportunità di segnalare una fragilità cui afferiscano i singoli Registri Re-
condizione di fragilità scheletrica, in modo che gionali.
essa sia adeguatamente valutata e trattata, se Il fatto che la condizione osteoporotica venga iden-
non durante il ricovero, almeno dopo la di- tificata e resa nota tanto in Pronto Soccorso che
missione, dal medico curante o dallo specialista alla dimissione dal Reparto potrebbe agevolare
di riferimento; l’ingresso del paziente in un percorso diagnostico-
• consentire la prescrizione sistematica di un far- terapeutico appropriato, con i notevoli vantaggi
maco contro l’osteoporosi. Infatti, sono ormai descritti in precedenza. La presa di coscienza ge-
numerosi gli agenti per i quali è stata scientifi- nerale che ne deriverebbe, a partire dal paziente
camente dimostrata un’efficacia nel ridurre il fino al Sistema Sanitario Nazionale, sensibilizze-
rischio di frattura. Ciò, oltre agli innegabili rebbe ulteriormente l’opinione generale sull’argo-
vantaggi per il paziente, avrebbe conseguenze mento, ne approfondirebbe la conoscenza, ne sti-
importanti anche sulla società e sul Sistema molerebbe lo studio e ne diffonderebbe in maniera
Sanitario Nazionale; esponenziale l’identificazione e il trattamento.

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n. 4, luglio-agosto 2010

3. Fattori di rischio di osteoporosi


e di frattura

Finora la diagnosi di osteoporosi è stata basata frattura indipendenti e aggiuntive rispetto a quelle
principalmente sulla misurazione della densità che si possono ottenere dalla semplice misurazione
minerale ossea (bone mineral density, BMD), della BMD.
espressa in T-score [deviazione standard (DS) dalla La valutazione del rischio di frattura deve quindi
media degli adulti giovani]. essere distinta dalla diagnosi di osteoporosi, te-
A seguito di un rapporto tecnico prodotto nel 1994 nendo conto del valore individuale degli altri fattori
da un gruppo di lavoro promosso dall’Organizza- di rischio clinico. Questi includono età, basso peso
zione Mondiale della Sanità (OMS), il valore di corporeo, precedenti fratture da fragilità, storia fa-
–2,5 T-score è stato ampiamente accettato come miliare di fratture da fragilità, fumo, uso di corti-
soglia diagnostica dell’osteoporosi e spesso adottato costeroidi sistemici, eccessivo consumo di alcool e
anche come soglia per decidere la terapia. artrite reumatoide. I contributi di ognuno di questi
Tuttavia, sia per gli uomini che per le donne, due fattori di rischio possono essere tra loro integrati,
aspetti importanti devono essere presi in conside- al fine di calcolare la probabilità di frattura, con o
razione. senza l’uso della BMD. Il trattamento può quindi
In primo luogo, benché la soglia diagnostica di –2,5 essere offerto ai soggetti che presentano una pro-
T-score identifichi una percentuale della popola- babilità di frattura superiore alla soglia d’intervento
zione con più di 60 anni che è circa la stessa della definita.
popolazione con fratture da fragilità prevalenti, una Le attuali linee guida europee suggeriscono che
parte significativa di fratture incidenti si verifica in l’intervento terapeutico dovrebbe essere offerto a
soggetti che sono al di sopra di questa soglia. quegli individui in cui sia riconosciuta un’osteo-
In secondo luogo, il rischio assoluto di frattura porosi in base a un valore prefissato di T-score
per ogni dato valore di T-score aumenta con l’età, (es. –2,5). Occorre rilevare che le soglie di inter-
indicando che l’età costituisce per se stessa un im- vento sono soggette a cambiare in modo signifi-
portante fattore di rischio per le fratture da osteo- cativo, a seconda della disponibilità di nuovi far-
porosi, agendo in modo indipendente dalla BMD. maci, più efficaci o meno costosi, e in funzione
Inoltre, vi è una serie di altri fattori di rischio cli- della sostenibilità dei costi economici di intervento
nici che forniscono informazioni sul rischio di per un particolare Sistema Sanitario Nazionale.

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Ministero della Salute

3.1. I maggiori fattori clinici dell’osteoporosi (T-score –2,5 DS), la probabilità


di rischio di frattura di frattura dell’anca nei 10 anni successivi varia in
funzione dell’età, negli uomini e nelle donne, pas-
La BMD è un fattore di rischio di sostanziale im- sando per esempio da 1,4% per una donna di 50
portanza. La sua capacità di predire il rischio di anni a 14,2% per una donna di 80 anni, dimo-
frattura è dimostrata da una notevole mole di evi- strando che la valutazione combinata di questi due
denze scientifiche, risulta simile in entrambi i sessi parametri permette di identificare con maggiore
ed è stata convalidata su base internazionale. Il accuratezza l’intervallo di rischio di un soggetto.
suo impiego nell’identificazione dei casi ad au-
mentato rischio di frattura risulta pertanto am- 3.1.2. Terapia con glucocorticoidi
piamente appropriato.
È importante comunque tenere presente che la L’uso cronico di glucocorticoidi è una causa im-
maggior parte delle informazioni desunte dai dati portante di osteoporosi e fratture. La perdita ossea
disponibili in letteratura si riferisce a popolazioni risulta più rapida nei primi mesi di trattamento e
scandinave. Poiché la probabilità di frattura del- colpisce sia lo scheletro assiale sia quello appen-
l’anca varia notevolmente nelle diverse parti del dicolare, ma è più marcata a livello della colonna
mondo (molto più della BMD), l’effetto dei di- in cui predomina l’osso spugnoso. Il rischio di
versi fattori di rischio sulla probabilità di frattura frattura derivante dall’assunzione di corticosteroidi
dovrebbe essere ricalcolato per ciascun Paese. non è, tuttavia, esclusivamente da attribuire alla
perdita di tessuto osseo e una serie di evidenze in-
3.1.1. Età dicano che esistono componenti aggiuntive di ri-
schio, indipendenti dalla BMD.
Molti studi sia trasversali che prospettici indicano I dati epidemiologici indicano che il rischio di
che il rischio di frattura aumenta di 1,4-2,6 volte frattura di anca, avambraccio e omero è aumentato
per ogni DS di riduzione della BMD. Tuttavia, lo di circa 2 volte. L’effetto sul rischio di frattura
stesso valore di T-score si associa a livelli di rischio vertebrale risulta anche superiore. Lo studio più
diversi in età differenti. Per ogni dato T-score, il grande e più recente ha esaminato il rischio di
rischio di frattura è molto più elevato negli anziani frattura utilizzando la banca dati della medicina
rispetto ai giovani, perché l’età contribuisce al ri- generale del Regno Unito, confrontando circa
schio indipendentemente dalla BMD. Infatti, dalla 250.000 pazienti in terapia corticosteroidea con
conoscenza del rapporto tra BMD e rischio di frat- controlli di pari età e sesso. È stato rilevato un ef-
tura (gradiente di rischio relativo), il rischio di fetto dose-dipendente sul rischio di frattura, con
fratture dell’anca dovrebbe aumentare di 4 volte un rischio relativo di fratture vertebrali di 5,2 per
tra 50 e 80 anni, come conseguenza della sola di- dosi giornaliere di prednisolone superiori a 7,5
minuzione della BMD. In realtà, per la frattura mg, mentre tra 5 e 7,5 mg al giorno il rischio re-
dell’anca il rischio aumenta di 30 volte, indicando lativo è risultato pari a 2,6.
che nel corso della vita l’effetto dell’età è circa 7 Non è ancora chiaro se l’incremento di rischio
volte più importante di quello dovuto alla ridu- fratturativo si modifichi in rapporto ai valori di
zione della BMD. BMD. Tuttavia, poiché l’aumento di rischio non
Per un valore di BMD alla soglia di definizione differisce in maniera significativa dopo aggiusta-

12
Fattori di rischio di osteoporosi e di frattura 3

mento per i valori di BMD, l’effetto negativo dei 3.1.3. Anamnesi personale
corticosteroidi sul rischio di frattura appare essere di fratture da fragilità
in gran parte indipendente dalla densità ossea. Di
particolare interesse è stata l’osservazione che l’au- Svariati studi di coorte, caso-controllo e trasversali
mento del rischio di frattura ha un esordio rapido hanno dimostrato in modo chiaro che le fratture
(circa 3 mesi) con l’inizio della terapia cortisonica osteoporotiche determinano un aumento del ri-
e analogamente cala rapidamente quando viene schio di future fratture. Una frattura pregressa di
sospesa. Anche questa rapidità di comparsa e avambraccio comporta un incremento di circa 2
scomparsa suggerisce che il rischio possa essere volte del rischio di successive fratture e analoghi
ampiamente indipendente dalla BMD, dal mo- incrementi di rischio sono stati recentemente di-
mento che le variazioni di massa ossea avvengono mostrati per altre tipiche fratture osteoporotiche.
in tempi sensibilmente più lunghi. Il meccanismo Il rischio di un’ulteriore frattura vertebrale è par-
per l’aumento del rischio potrebbe essere in parte ticolarmente elevato dopo un frattura di questa
spiegato dalle stesse malattie di base, per esempio sede scheletrica. Conferme in tal senso sono
l’artrite reumatoide, per le quali i corticosteroidi emerse anche dall’analisi dei bracci in placebo de-
vengono prescritti. In aggiunta, possono essere gli studi clinici randomizzati, che hanno mostrato
coinvolti altri effetti dei corticosteroidi, per esem- un rischio di cedimenti vertebrali circa 5 volte
pio quelli sulla forza muscolare o su altri aspetti più elevato nei pazienti con precedenti fratture
metabolici. Inoltre, è verosimile che questi agenti vertebrali rispetto a quelli senza.
abbiano un impatto sull’architettura scheletrica, L’aumentato rischio fratturativo può essere in
anche a causa delle variazioni indotte sul turnover parte spiegato dalla densità ossea mediamente più
osseo. È stato inoltre suggerito che i glucocorti- bassa in coloro che hanno subito un precedente
coidi possano compromettere la vitalità degli frattura, ma gli studi in cui il rischio è stato ag-
osteociti, cellule che vengono oggi considerate giustato tenendo conto dei valori di BMD hanno
uno snodo essenziale nel mantenimento dell’in- mostrato che il rischio relativo viene in tal modo
tegrità strutturale del tessuto osso. ridotto solo in parte. La forza dell’associazione
Pertanto, poiché gli effetti negativi dei corticoste- tra pregresse fratture e rischio di fratture future
roidi sul tessuto osseo non sono fortemente cor- ha determinato l’inclusione di questo fattore di
relati con i livelli di BMD, la valutazione del ri- rischio nella generalità delle linee guida interna-
schio individuale, anche ai fini di stabilire l’op- zionali quale criterio per l’identificazione sia dei
portunità di istituire un trattamento farmacolo- soggetti da sottoporre a densitometria ossea, sia
gico, deve tenere in dovuto conto la componente di quelli da considerare per il trattamento farma-
indipendente di rischio che risulta associarsi all’uso cologico.
di glucocorticoidi, in parte prescindendo dai valori
di T-score. 3.1.4. Anamnesi familiare
In conclusione, la terapia pregressa o in corso con di fratture da fragilità
corticosteroidi conferisce un aumento del rischio
di frattura che risulta sensibilmente maggiore di Esiste un’elevata quantità di evidenze scientifiche
quello atteso in base alla sola misurazione della sull’importanza dei fattori genetici nel determinare
densità ossea. la BMD. Per esempio, una serie di studi su gemelli

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Ministero della Salute

ha dimostrato che nei gemelli omozigoti esiste sia per le fratture tipicamente da osteoporosi) è
una differenza di massa ossea significativamente maggiormente aumentato negli uomini rispetto
minore rispetto a quanto si osserva in quelli ete- alle donne, con eccezione della frattura di femore,
rozigoti. La componente genetica del picco di per la quale il rischio aumenta con il fumo in
massa ossea appare di diversa entità per siti sche- modo simile nei due sessi.
letrici differenti, con un maggiore impatto per L’effetto negativo del fumo risulta più evidente
quanto riguarda il rachide vertebrale, rispetto ad per la probabilità di subire fratture di femore,
altre regioni scheletriche quali l’avambraccio, mentre non sembra che la frattura di polso sia in-
l’anca o il calcagno. fluenzata significativamente dall’abitudine al
Con l’avanzare dell’età le differenze tra omozigoti fumo. In parte il maggior rischio viene conferito
ed eterozigoti diminuiscono, indicando la cre- a causa di una ridotta BMD, ma anche dopo aver
scente rilevanza di fattori ambientali, che vengono corretto per questa componente il rischio relativo
a stratificarsi sulla componente genetica con l’au- rimane ancora significativamente più elevato nei
mento dell’età. Anche un’anamnesi familiare po- fumatori e la BMD riesce a dare conto di meno
sitiva per fratture da fragilità rappresenta un fattore del 50% dell’incremento di rischio associato al
di rischio per incorrere in fratture. L’incidenza di fumo.
frattura di femore è più elevata nelle figlie di madri Va anche tenuto presente che, seppure con effetto
che hanno subito fratture da fragilità dopo l’età più contenuto, anche un’anamnesi di pregressa
di 50 anni. abitudine al fumo determina un rischio di frattura
Anche nello Study of Osteoporotic Fractures (uno superiore rispetto a coloro che non hanno mai
studio epidemiologico prospettico statunitense tra fumato.
i più ampi condotti), il rischio di frattura di anca Sulla base di queste evidenze, il fumo è stato in-
e di polso risultava significativamente aumentato serito tra i fattori di rischio maggiori nelle linee
nelle donne con storia familiare di questo tipo di guida statunitensi e canadesi, ma non in Europa.
fratture.
Sulla scorta di queste evidenze, una storia familiare 3.1.6. Basso peso corporeo
di fratture (in particolare di femore prossimale) è
contemplata come fattore di rischio maggiore nella Il basso peso corporeo e/o un basso indice di
maggior parte delle attuali linee guida dell’osteo- massa corporea (IMC) è stato dimostrato associarsi
porosi e in molti casi costituisce un criterio per al rischio di fratture future, con un aumento di
l’accesso alla terapia, se associato a valori di densità circa 2 volte della probabilità di incorrere in frat-
ossea al di sotto di una certa soglia. ture per IMC di 20 kg/m2 nei confronti di indi-
vidui con IMC di 25 kg/m2.
3.1.5. Fumo Il gradiente di rischio relativo per unità di modi-
fica dell’IMC è molto simile nei due sessi. Tutta-
L’associazione tra fumo di tabacco e riduzione di via, dopo aver compensato per l’effetto che la
BMD risulta ben dimostrata da numerosi studi massa corporea determina sulla BMD, sia negli
concordanti, sia nell’uomo sia nella donna. Una uomini sia nelle donne, non si osserva più alcuna
recente metanalisi indica, inoltre, che il rischio differenza di rischio di fratture per valori diversi
relativo di frattura (sia per ogni frattura in genere, di IMC.

14
Fattori di rischio di osteoporosi e di frattura 3

È importante osservare che il gradiente di rischio vista dell’utilità e applicabilità clinica, la stima del
fratturativo non è distribuito in modo lineare ri- rischio relativo di frattura è di gran lunga inferiore
spetto ai diversi valori possibili di IMC, in quanto a quella del rischio assoluto (o probabilità) su un
un aumento di quest’ultimo non è associato a periodo di tempo ragionevole (es. 5 o 10 anni).
una riduzione lineare del rischio. In altri termini, Questo periodo temporale copre l’intervallo di
la magrezza è un fattore di rischio più forte di tempo della probabile durata della terapia e dei
quanto il sovrappeso sia un fattore protettivo. suoi possibili effetti dopo la sospensione del trat-
In conclusione, poiché l’IMC è un fattore di ri- tamento e, pertanto, presenta un’indubbia prati-
schio indipendente da età e sesso, ma fortemente cità nell’uso clinico.
dipendente dalla BMD, il suo impiego nel predire Al contrario, il rischio quoad vitam è senz’altro
il rischio individuale di frattura è utile quando utile per le valutazioni di tipo economico-sanita-
non sia disponibile il dato di densità ossea. rio, ma il suo utilizzo clinico è scarsamente utile
nel caso delle fratture osteoporotiche, perché dopo
3.1.7. Consumo di alcool una certa età, specie oltre i 70 anni, l’incremento
progressivo del rischio di morte annulla l’effetto
Un elevato consumo di alcool è noto essere causa dell’aumento nell’incidenza specifica di fratture,
di osteoporosi secondaria ed è stato dimostrato determinando una paradossale riduzione della
associarsi a un aumento del rischio di fratture, sia probabilità di frattura quoad vitam.
per gli uomini sia per le donne. Uno studio recente Un notevole vantaggio nell’impiego del rischio as-
su un’ampia base internazionale di dati ha mo- soluto di frattura risiede nella possibilità di stan-
strato che in ambedue i sessi il consumo di alcool dardizzare facilmente il risultato di diverse tecniche
si associa a un aumentato rischio di fratture osteo- di misura della massa ossea in siti scheletrici diversi,
porotiche e di fratture di femore, ma tale effetto è una volta conosciute le prestazioni di una determi-
rilevabile solo al di sopra di una soglia di 2 unità nata modalità di misurazione in termini di gra-
di alcool al giorno. Non è risultata esistere alcuna diente di rischio relativo. Inoltre, è possibile incor-
interazione significativa con il sesso, l’età e con i porare nel calcolo del rischio assoluto uno o più
valori di BMD. fattori di rischio aggiuntivi oltre alla densità ossea.
Se, per esempio, per una donna di 60 anni in base
3.2. Uso integrato della densità ossea alla BMD e all’età viene stimato un rischio assoluto
e dei fattori clinici di rischio a 10 anni del 2,4% di incorrere in una frattura di
femore, in presenza di una pregressa frattura verte-
Quanto sopra esposto evidenzia che i fattori clinici brale la stima del rischio verrà aumentata al 4,8%.
che contribuiscono al rischio di frattura sono sva- L’uso integrato di molteplici fattori di rischio non
riati e molti di essi agiscono in misura ampiamente è un concetto nuovo ed è stato già impiegato con
indipendente dalla BMD. Pertanto, ci si deve at- successo nel campo delle malattie cardiovascolari.
tendere che il loro impiego congiuntamente alla Tuttavia, esistono alcuni aspetti critici non ancora
densità ossea possa migliorare la sensibilità nel completamente risolti per la stima del rischio di
predire il rischio di frattura senza influire negati- fratture da fragilità. Anzitutto non sono ancora
vamente sulla specificità della stima. state completamente indagate le interazioni reci-
È inoltre importante rilevare che dal punto di proche che potenzialmente possono esistere tra i

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Ministero della Salute

diversi fattori di rischio, quando molti di questi rente in diverse aree del mondo, mentre la maggior
vengono utilizzati congiuntamente in un modello parte degli studi epidemiologici da cui derivano
predittivo (algoritmo). le nostre conoscenze sui fattori di rischi è stata
Un’altra limitazione all’impiego clinico è la ne- condotta nel Nord Europa e nel Nord America.
cessità di validazione dei possibili algoritmi pro- Per tale validazione è necessario realizzare studi
posti, con studi trasversali, ma preferibilmente prospettici di adeguate dimensioni e disporre di
prospettici, condotti nelle diverse aree geografiche un Registro Nazionale delle Fratture per la rileva-
in cui ne viene proposta l’applicazione. Infatti, zione e classificazione delle fratture da fragilità
l’incidenza di fratture risulta essere molto diffe- con metodica standardizzata.

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Ministero della Salute
n. 4, luglio-agosto 2010

4. Approccio diagnostico
(Ministero della Salute)

4.1. Diagnostica clinica schio di polmoniti ab ingestis ecc. L’abbassarsi


della gabbia toracica comporta, inoltre, un rilas-
L’osteoporosi è una malattia che spesso decorre samento della tensione dei muscoli del torchio
asintomatica per anni e che può dare, come primo addominale, che perde efficienza, facilitando l’in-
segno di sé, una frattura vertebrale o non verte- sorgenza e/o l’aggravamento della stipsi. Con il
brale. Le fratture vertebrali sono le fratture da passare degli anni la postura cifotica, l’andatura
osteoporosi più frequenti, in particolar modo nella incerta, la riduzione dell’equilibrio, l’alterazione
donna in menopausa. Nei due terzi circa dei casi dei riflessi e la riduzione del tono muscolare de-
esse sono asintomatiche e vengono diagnosticate terminano un aumento della tendenza a cadere,
incidentalmente attraverso radiografie eseguite per causa a sua volta di ulteriori fratture, sia degli arti
altri motivi. Le fratture vertebrali sono gravate da superiori (spalla, gomito e polso), sia soprattutto
un aumento della morbilità e della mortalità. del femore. Infine, le fratture vertebrali sono gra-
Circa il 20% delle donne che ha avuto una frattura vate da un aumento della mortalità, da ricollegare
vertebrale va incontro a una nuova frattura verte- non soltanto alle complicanze polmonari che con-
brale nell’anno successivo; inoltre, il rischio di seguono alle modificazioni della gabbia toracica,
fratture in altre sedi, in particolare a livello del fe- ma anche a cause diverse.
more, è aumentato. Le deformazioni vertebrali si L’approccio clinico del paziente affetto da o con
associano a riduzione della statura, rachialgia acuta sospetto clinico di osteoporosi non può tuttavia
e cronica, deformazione della gabbia toracica, di- prescindere da una valutazione clinica completa,
sabilità, riduzione della qualità della vita. Lo svi- che comprenda la raccolta di un’anamnesi accurata
luppo della cifosi dorsale causa la compromissione e l’esecuzione di un attento esame obiettivo, al
di numerosi funzioni: l’abbassamento della gabbia fine di escludere altre cause di fragilità scheletrica,
toracica ostacola, per esempio, il normale funzio- ovvero di individuare malattie o fattori di rischio
namento del diaframma, con peggioramento della che possono causare o contribuire alla riduzione
funzione respiratoria; l’appiattimento del dia- della massa ossea. Infatti, il rilievo densitometrico
framma provoca un allargamento dello iatus eso- di una riduzione della massa ossea o la presenza
fageo che facilita l’insorgere di un’ernia iatale, di di una frattura non sempre sono l’espressione di
un reflusso gastroesofageo, di un aumentato ri- un quadro clinico tipico dell’osteoporosi involu-

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Ministero della Salute

tiva. Per esempio, una discreta percentuale di rina. L’osteoporosi indotta dai corticosteroidi è
donne con fratture da fragilità e diagnosi densi- particolarmente frequente, clinicamente più severa
tometrica di osteoporosi soffre in realtà di osteo- nei ragazzi di età inferiore a 15 anni, nelle donne
malacia, condizione che, nei maschi con frattura in menopausa e negli anziani. Essa si caratterizza
del femore, può essere presente anche nel 20% per la presenza di fratture, soprattutto vertebrali
dei casi. Poiché il trattamento dell’osteomalacia è e costali; tuttavia, anche il rischio di fratture del
completamente differente da quello dell’osteopo- femore è raddoppiato. La perdita di massa ossea,
rosi, si comprende facilmente come la distinzione specie nelle sedi ove prevale il tessuto trabecolare,
tra le due condizioni, possibile solo attraverso una è maggiore nei primi 6-12 mesi dall’inizio della
valutazione clinica completa, risulti di fondamen- terapia. Il rischio di frattura aumenta con la dose
tale importanza al fine di istaurare un trattamento utilizzata e la durata della terapia; tuttavia, dosi
ottimale. La necessità dell’approccio clinico viene anche non particolarmente elevate, pari a 2,5
inoltre sottolineata dai risultati di diversi studi se- mg/die di prednisone, si associano a una conside-
condo i quali fino al 30% circa di donne affette revole riduzione della massa ossea.
da osteoporosi involutiva soffriva di un’altra con- Oltre ai glucocorticoidi, numerosi altri farmaci pos-
dizione, non sospettata, responsabile della malat- sono influenzare negativamente il metabolismo os-
tia. L’individuazione di altre cause responsabili seo, attraverso svariati meccanismi, quali la ridu-
della riduzione della massa ossea è ancora più ne- zione dell’assorbimento del calcio, del fosforo, della
cessaria nel sesso maschile ove, a seconda delle vitamina D, oppure attraverso gli effetti sulle cellule
casistiche esaminate, la prevalenza dell’osteoporosi ossee o l’interferenza sulla qualità e la quantità delle
secondaria arriva fino al 60% dei casi. proteine della matrice. Tra le diverse molecole vanno
Numerosissime condizioni sono in grado di pro- particolarmente ricordate quelle utilizzate nella te-
vocare la comparsa di osteoporosi; esse possono rapia del carcinoma mammario e della prostata,
essere raggruppate come segue: che hanno lo scopo di sopprimere la produzione e
• malattie endocrino-metaboliche (ipogonadi- l’azione degli androgeni e/o degli estrogeni. La te-
smo, ipercortisolismo, iperparatiroidismo pri- rapia da deprivazione androgenica comprende gli
mitivo, ipertiroidismo); agonisti dell’ormone rilasciante gonadotropine (go-
• malattie mielo- e linfoproliferative; nadotropin releasing hormone, GnRH), che causano
• condizioni associate a malassorbimento inte- un ipogonadismo ipogonadotropo, e gli anti-an-
stinale; drogeni, che bloccano l’azione periferica degli an-
• malattie reumatiche (artrite reumatoide e pso- drogeni. In maniera analoga, gli inibitori dell’aro-
riasica, lupus eritematoso sistemico); matasi riducono la conversione degli androgeni
• malattie renali (ipercalciuria idiopatica, insuf- surrenalici a estrogeni. Pertanto, tutti questi farmaci
ficienza renale cronica); causano una rapida e grave riduzione della massa
• malattie del collagene (osteogenesi imperfetta); ossea e un aumento del rischio di frattura in rap-
• trapianto d’organo. porto alla riduzione della quantità di androgeni ed
L’osteoporosi può inoltre conseguire all’uso di estrogeni biodisponibili. Altri farmaci che interfe-
molti farmaci, in particolar modo i glucocorti- riscono negativamente con il metabolismo osseo
coidi. Possono avere un ruolo rilevante anche gli sono il medrossiprogesterone acetato, gli inibitori
immunosoppressori e la terapia cronica con epa- di pompa protonica, l’eparina, i farmaci antiepi-

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Approccio diagnostico (Ministero della Salute) 4

Tabella 4.1 Farmaci che possono causare una riduzione della massa ossea e/o fratture da fragilità

Classe del farmaco Esempio


Glucocorticoidi*# Prednisolone
Inibitori della calcineurina*# Ciclosporina A
Chemioterapici Metotressato
Inibitori della tirosinchinasi Imatinib
Tiazolinedioni*# Rosiglitazone, pioglitazone
Agonisti del GnRH*# Goserelin, buserelin, flutamide
Inibitori dell’aromatasi*# Anastrazolo, letrozolo, exemestano
Progesterone Medrossiprogesterone acetato
Inibitori di pompa protonica*# Omeprazolo, pantoprazolo
Eparine non frazionate*#
Inibitori della lipasi Orlistat
Ormoni tiroidei# L-tiroxina
Antiepilettici* Fenitoina, carbamazepina, barbiturici
Antidepressivi*# Inibitori selettivi del re-uptake della serotonina
Antiretrovirali Tenofovir

* Presenza di una forte evidenza.


#
Associazione con un aumento del rischio di frattura.

lettici che inducono gli enzimi epatici (fenitoina, è consigliabile l’esecuzione di esami più costosi e
primidone, carbamazepina, barbiturici), gli anti- mirati, in rapporto al sospetto clinico (esami di II
depressivi inibitori selettivi del re-uptake della se- livello, Tabella 4.3).
rotonina, i farmaci antiretrovirali utilizzati nella te-
rapia dell’infezione da HIV. Nella Tabella 4.1 sono Tabella 4.2 Esami di I livello
riportati i farmaci che possono causare una ridu-
zione della massa ossea e/o fratture da fragilità. • Velocità di eritrosedimentazione (VES)
• Emocromo completo
• Protidemia con elettroforesi
4.1.1. Diagnostica biochimica • Calcemia
• Fosforemia
• Fosfatasi alcalina totale
In tutti i pazienti, indipendentemente dal quadro • Creatininemia
clinico, l’esecuzione di alcuni esami ematochimici, • Calciuria 24h
semplici e poco costosi, che, nella maggior parte
dei casi, consentirebbe l’esclusione delle forme
Tabella 4.3 Esami di II livello
più comuni di osteoporosi secondaria, poiché non
esiste alcuna anomalia biochimica tipica dell’osteo- • Calcio ionizzato
• Ormone stimolante la tiroide (TSH)
porosi primitiva. La normalità di questi esami, • Paratormone sierico
denominati di I livello ed elencati nella Tabella • 25-OH-vitamina D sierica
4.2, esclude nel 90% dei casi altre malattie o • Cortisoluria 24 ore
• Testosterone libero nei maschi
forme di osteoporosi secondaria. • Immunofissazione sierica e/o urinaria
Se la storia clinica, l’esame obiettivo ed eventuali • Anticorpi antitransglutaminasi
alterazioni degli esami biochimici iniziali sugge- • Esami specifici per patologie associate
(es. ferritina, triptasi ecc.)
riscono altre cause di riduzione della massa ossea,

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Ministero della Salute

A tale proposito occorre ricordare che non esistono possono essere utili per la stima del rischio di frat-
linee guida universalmente accettate su quale sia tura, anche indipendentemente dalla BMD.
l’iter diagnostico biochimico più appropriato e co- I marker sono indici complessivi di turnover osseo
sto-efficace per l’individuazione delle forme se- e possono rivelarsi vantaggiosi nel monitoraggio
condarie di osteoporosi; la scelta di queste indagini della terapia, al fine di verificare la risposta tera-
è spesso irrazionale (molti esami costosi del tutto peutica e la compliance al trattamento.
inutili) e non efficacemente concentrata sulle forme
più comuni e per altro verso asintomatiche. Alcune 4.2. Diagnostica strumentale
linee guida suggeriscono che una ricerca appro-
fondita delle cause secondarie dovrebbe essere fatta Nella valutazione e gestione dei pazienti affetti
nelle donne in età fertile, nei maschi con numerose da osteoporosi la diagnostica strumentale gioca
fratture da fragilità o in tutti i pazienti nei quali la un ruolo rilevante che si può sintetizzare nei se-
massa ossea sia particolarmente ridotta rispetto ai guenti punti:
valori attesi per l’età. Tuttavia, quest’ultimo criterio • diagnosi [studio radiologico, morfometria ver-
appare piuttosto discutibile, poiché non esistono tebrale, densitometria ossea (DXA), ultraso-
evidenze che pazienti con BMD molto ridotta nografia ossea quantitativa (QUS), tomografia
siano più probabilmente affetti da una forma se- computerizzata (TC), risonanza magnetica
condaria; inoltre, i criteri dell’Organizzazione (RM), medicina nucleare (MN)];
Mondiale della Sanità (OMS) per la categoriz- • follow-up (DXA, QUS);
zazione della densità minerale ossea non sono • ricerca (QUS, TC e RM a elevata risoluzione).
mai stati intesi come criteri diagnostici, ma Per quanto riguarda l’attività diagnostica, l’in-
come indice della prevalenza della malattia nella dagine radiologica permette la diagnosi di fratture
popolazione. Pertanto, il giudizio clinico ri- da osteoporosi in quelle che sono le sedi più co-
mane l’elemento fondamentale che dovrebbe muni di interessamento (colonna vertebrale, coste,
guidare l’approccio diagnostico. bacino, femore prossimale, omero prossimale, ra-
Infine, solo quando tutte le altre cause sono state dio ultradistale e calcagno). Inoltre, una generica
escluse, se il paziente non risponde alla terapia, o condizione osteopenica con riduzione della BMD
si sospetta una causa molto rara di osteoporosi è che può precedere l’insorgenza di frattura può es-
indicata l’esecuzione della biopsia ossea. sere rilevata sul radiogramma tradizionale valu-
L’utilizzazione nella pratica clinica routinaria della tando lo spessore della corticale ossea, la riduzione
misurazione dei marker biochimici del rimodel- dei fasci trabecolari e, nel caso della colonna ver-
lamento scheletrico non trova indicazione al mo- tebrale, la prevalenza dei sistemi trabecolari verti-
mento attuale, sia per la scarsa riproducibilità sia cali in risposta al modificato stimolo biomeccanico
per il costo dei dosaggi. In soggetti adulti l’au- con aspetto striato dei corpi vertebrali.
mento dei marker del turnover scheletrico al di In particolare, lo studio radiologico e la morfometria
sopra dei valori di normalità suggerisce un’acce- vertebrale, semiquantitativa o quantitativa, permet-
lerata perdita di massa ossea o l’esistenza di altre tono l’identificazione e la corretta classificazione delle
patologie scheletriche primitive o secondarie. In deformità vertebrali che non in tutti i casi corri-
studi di popolazione, particolarmente nelle donne spondono a fratture vertebrali da fragilità osteopo-
anziane in menopausa, i marker del turnover osseo rotica. Le fratture vertebrali sono inoltre considerate

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Approccio diagnostico (Ministero della Salute) 4

il più alto fattore predittivo di fratture femorali, in- non si limiti a identificare le fratture vertebrali,
dipendentemente dal valore della massa ossea. Tut- ma assegni loro un punteggio in base al tipo e alla
tavia, diversamente da quelle femorali e del polso, le gravità della deformazione del corpo vertebrale,
fratture vertebrali sono spesso asintomatiche e si rea- senza comunque effettuare la misurazione delle
lizzano anche in assenza di uno specifico ed efficiente dimensioni vertebrali. Fra tutti i metodi proposti
evento traumatico, ritardando spesso la diagnosi e il in passato, quello ancora maggiormente utilizzato
trattamento. Per questo motivo è decisivo il ruolo è il metodo semiquantitativo di Genant, che pone
dei clinici e dei medici radiologi nella diagnosi e nel l’enfasi sull’effettuazione a priori della lettura dei
trattamento precoce delle fratture vertebrali per evi- radiogrammi da parte di un radiologo esperto per
tare un’ulteriore progressione della patologia. poter discriminare le varie cause di deformità ver-
La diagnosi delle fratture vertebrali è richiesta sia tebrali (osteoporotiche, traumatiche, degenerative,
negli studi clinici tendenti a valutare l’efficacia dei neoplastiche, congenite, infettive, da emomielo-
diversi presidi terapeutici sia negli studi epidemio- patie, da osteopatia di Paget e malattia di Sche-
logici per identificare fattori di rischio di frattura uermann). Una volta diagnosticata la natura osteo-
e sviluppare strategie preventive. A fronte della ne- porotica della frattura vertebrale, il radiologo
cessità di fornire una corretta diagnosi delle fratture esperto esegue una valutazione visiva semiquanti-
vertebrali, sta la difficoltà che si potrebbe incontrare tativa, classificando le altezze vertebrali in “nor-
nella loro identificazione sulla base della sola lettura mali”, “borderline”, “fratture lievi”, “fratture mo-
qualitativa dei radiogrammi. Ciò deriva principal- derate” e “fratture gravi”. Questo metodo per-
mente dall’aspetto anatomopatologico delle frat- mette di raggiungere un’elevata concordanza di
ture vertebrali, le quali si presentano, in realtà, giudizio tra radiologi esperti, dimostrandosi alta-
come deformazioni del corpo vertebrale per ridu- mente riproducibile per la diagnosi sia di preva-
zione di una delle sue altezze oltre un certo valore lenza che di incidenza delle fratture vertebrali. La
soglia, in assenza di un’evidente rima di frattura. sua precisione è tuttavia dipendente dall’esperienza
La lettura dei radiogrammi, a seconda dell’altezza del radiologo e, comunque, diminuisce per l’iden-
vertebrale che viene a essere ridotta, consente di tificazione delle fratture di grado lieve (“mild”).
identificare 3 tipi di fratture vertebrali: a cuneo La diagnosi di queste lievi deformità vertebrali è
anteriore, biconcava e collasso totale. Per rendere molto importante, perché, pur essendo asintoma-
più precisa l’identificazione delle fratture vertebrali tiche, esse sono comunque associate a riduzione
negli ultimi decenni sono stati proposti vari me- della massa ossea e ad aumentato (5 volte) rischio
todi in grado di fornire una valutazione più o di insorgenza di fratture vertebrali più gravi e sin-
meno quantitativa delle deformazioni dei somi tomatiche.
vertebrali. Tali metodi si possono classificare in 2
gruppi: metodi visivi semiquantitativi e metodi 4.3.1. Morfometria vertebrale
morfometrici quantitativi.
Al fine di rendere più obiettiva e riproducibile
4.3. Metodi visivi semiquantitativi l’identificazione delle fratture vertebrali anche di
grado lieve e asintomatiche viene utilizzata, da
Questi metodi prevedono che il radiologo esperto, più di un decennio nella pratica clinica, la mor-
con la semplice valutazione visiva dei radiogrammi, fometria vertebrale, metodica di misurazione delle

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altezze – anteriore, centrale e posteriore – dei le altezze. I dati ottenuti vengono confrontati
corpi vertebrali dei tratti dorsale e lombare del con i dati normali di una popolazione di rife-
rachide. rimento inseriti nel programma, il quale così
Attualmente la morfometria vertebrale viene ese- individua, in base alla soglia di frattura pre-
guita sulle immagini ottenute con apparecchio scelta, quale o quali vertebre siano fratturate.
radiologico tradizionale, morfometria radiografica Affinché la MRX sia precisa, è necessario che le
(morphometric X-ray Radiography, MRX), o su radiografie siano eseguite in maniera corretta con
quelle ottenute con apparecchio per densitometria, adeguati parametri di esposizione. Per effettuare
morfometria assorbimetrica (morphometric X-ray radiografie del rachide in proiezione laterale il pa-
Absorptiometry, MXA). ziente deve essere accuratamente posizionato in
decubito laterale, in modo che per ciascuna ver-
Morfometria radiografica (MRX) tebra sia visibile una sola limitante superiore e in-
Questo tipo di morfometria viene eseguita sulle feriore. Difficoltà nel posizionare correttamente
immagini radiologiche dei segmenti toracico e il paziente possono derivare da obesità o scoliosi
lombare del rachide in proiezione laterale. La mi- (angolo di Cobb > 15° nei radiogrammi acquisiti
sura delle altezze vertebrali può essere: in antero-posteriore), condizioni che, nonostante
• manuale, misurando, con l’ausilio di un ap- l’impiego di supporti correttivi, possono deter-
posito righello, le altezze di quella vertebra che minare un’obliquità delle vertebre con doppia al-
visivamente sembra deformata oltre un certo tezza posteriore. Altre possibili fonti di errore
valore stabilito come soglia di frattura (tale sono: errata tecnica di esecuzione delle radiografie,
tecnica ha il vantaggio di essere facilmente ap- errata identificazione dei livelli vertebrali, distor-
plicabile nella pratica quotidiana, ma eviden- sione vertebrale dovuta alla geometria conica del
temente può risultare imprecisa, anche se ese- fascio radiante ed errato posizionamento manuale
guita da operatori esperti); dei 6 punti vertebrali.
• computerizzata: per questa tecnica è necessario
disporre delle radiografie del rachide in for- Morfometria assorbimetrica (MXA)
mato digitale per poterle visualizzare su work- Questa metodica prevede l’esecuzione della mor-
station ad alta risoluzione. La necessità di li- fometria sulle immagini della colonna vertebrale
mitare il più possibile gli errori operatore-di- ottenute mediante metodica DXA (Dual-Energy
pendenti ha portato allo sviluppo di sistemi X-ray Absorptiometry) con i modelli di apparecchi
computer-assistiti. Un software specifico per- per densitometria di ultima generazione. Tali ap-
mette dapprima un’elaborazione qualitativa parecchi sono in grado di riprodurre in una singola
delle immagini tendente a esaltare la visibilità immagine la colonna vertebrale dorsale e lombare
delle limitanti vertebrali e facilitando, quindi, in proiezione laterale lasciando il paziente in po-
il successivo posizionamento con il mouse da sizione supina, grazie al movimento del tavolo e
parte dell’operatore dei 6 punti su ciascuna alla rotazione di 90° del sistema tubo radiogeno-
vertebra da T4 a L4. Una volta eseguita questa rivelatori. Ottenuta l’immagine, il software per la
fase, il computer calcola le distanze tra i punti morfometria identifica i livelli vertebrali e posi-
superiori e inferiori delle vertebre, cioè le al- ziona automaticamente i 6 punti per ciascuna ver-
tezze vertebrali (Ha, Hm, Hp), e i rapporti tra tebra da T4 a L4. Questo posizionamento auto-

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Approccio diagnostico (Ministero della Salute) 4

matico, non tenendo conto delle possibili varia- Pertanto la MXA, in considerazione della bassa
zioni morfologiche della colonna (scoliosi, ano- dose di radiazioni erogata al paziente, potrebbe
malie vertebrali), richiede spesso l’intervento cor- essere considerata la tecnica morfometrica da pre-
rettivo da parte dell’operatore. Terminata questa ferire rispetto alla MRX. In realtà si deve sottoli-
fase, il programma calcola le altezze vertebrali e i neare che la morfometria, essendo un metodo
rapporti tra le altezze, dalla cui valutazione è pos- quantitativo, non è in grado di distinguere defor-
sibile diagnosticare la presenza di fratture vertebrali mità vertebrali osteoporotiche da deformità ver-
secondo i criteri soglia predefiniti. Possibili fonti tebrali dovute ad altri fattori (anomalie congenite,
di errore in MXA sono rappresentate da: una li- acquisite o da artefatti tecnici). Ovviamente non
mitata risoluzione spaziale delle immagini, una è assolutamente possibile ottenere questa diagnosi
limitata visualizzazione del rachide, un’elabora- differenziale valutando le immagini della MXA a
zione di immagini con elevato rumore o presenza causa della loro bassa risoluzione spaziale. Al con-
di scoliosi. trario, un’attenta lettura delle tradizionali imma-
La MXA, rispetto alla MRX, ha il grande vantag- gini radiografiche permette di giungere a una dia-
gio della ridotta dose di radiazioni cui viene espo- gnosi corretta della deformazione vertebrale, prima
sto il paziente durante l’esame (10-20 mSv vs 800- di effettuare la morfometria.
1200 mSv). L’immagine del rachide in proiezione Si può pertanto considerare che la MRX, nono-
laterale è acquisita lasciando il paziente in posi- stante la maggior dose di radiazioni, sia da preferire
zione supina ruotando il sistema tubo-rivelatori, alla MXA per la diagnosi di prevalenza delle frat-
il tutto in assenza della distorsione geometrica e ture vertebrali da osteoporosi. Una volta effettuata
dell’ingrandimento dell’oggetto grazie alla geo- questa diagnosi, per il monitoraggio nel tempo
metria a ventaglio del raggio. del paziente a rischio per fratture da fragilità, non-
ché per la diagnosi di incidenza delle fratture ver-
Confronto tra MRX e MXA tebrali, è preferibile utilizzare la MXA, sia per la
Entrambe le tecniche morfometriche sono dotate bassa dose di esposizione sia per la maggiore ri-
di una buona precisione. La MRX computerizzata, producibilità dovuta al più facile posizionamento
in virtù della maggiore risoluzione spaziale delle del paziente.
immagini, può raggiungere elevati livelli di preci-
sione, purché le radiografie siano eseguite accura- 4.3.2. Densitometria ossea a doppia energia
tamente secondo le procedure standardizzate. (DXA)
Studi comparativi hanno dimostrato una buona
correlazione della MXA con la MRX per l’identi- Può misurare in maniera accurata e precisa la
ficazione delle fratture vertebrali, soprattutto per BMD, che giustifica il 60-70% della resistenza
quelle di grado moderato e grave. Ne consegue biomeccanica dell’osso e che insieme ad altri pa-
che la scarsa visualizzazione del tratto toracico su- rametri, quali la microarchitettura, il metabolismo
periore del rachide nelle immagini utilizzate nella e il network trabecolare, concorrono a determinare
MXA sembra non influire in maniera significativa il rischio di frattura. Con la DXA si studia lo
sui dati riguardanti la prevalenza delle fratture scheletro assile e appendicolare e con l’acquisizione
vertebrali ottenuti con la MXA, che risultano so- “total body” si ottengono anche dati relativi alla
vrapponibili a quelli ottenuti con la MRX. composizione corporea nelle due componenti mu-

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scolare e adiposa. La massa ossea in termini di densitometrico è diminuita da numerose possibili


densità scheletrica (BMD) può essere valutata con condizioni interferenti, che devono essere consi-
varie tecniche genericamente definibili come den- derate da chi referta o esegue la misurazione. La
sitometria ossea (o mineralometria ossea compu- valutazione densitometrica lombare è spesso poco
terizzata, MOC). L’indagine densitometrica con- accurata dopo i 65 anni di età per l’interferenza
sente oggi di misurare in modo abbastanza accu- di manifestazioni artrosiche, calcificazioni extra-
rato e preciso la massa ossea e rimane il miglior scheletriche o fratture vertebrali. Per queste ragioni
predittore del rischio di fratture osteoporotiche. la valutazione densitometrica femorale può essere
La refertazione densitometrica di osteoporosi si preferibile dopo questa età.
basa sul confronto fra il valore di BMD del sog-
getto esaminato, espresso in DS e il valore medio 4.3.3. Ultrasonografia ossea quantitativa
di BMD di giovani adulti sani (picco di massa (QUS)
ossea) dello stesso sesso. Il valore di BMD può
anche essere espresso in raffronto al valore medio Numerosi studi di coorte hanno dimostrato che i
di soggetti di pari età e sesso (Z-score). Va ricor- parametri ultrasonografici sono in grado di predire
dato che la soglia OMS per diagnosticare la pre- il rischio di fratture osteoporotiche (femorali, ver-
senza di osteoporosi (T-score < –2,5 DS) è appli- tebrali, non vertebrali) in maniera non inferiore
cabile oggi solo ai valori densitometrici ottenuti alla DXA lombare o femorale sia nelle donne che
con la densitometria ossea a raggi X a doppia negli uomini. L’uso combinato dei parametri ul-
energia (DXA). trasonografici e dei fattori di rischio migliora la
La densitometria ossea valutata con tecnica DXA predizione del rischio di frattura. Risultati discor-
è da considerarsi la tecnica di elezione nella valu- danti tra la valutazione ultrasonografica e quella
tazione della massa ossea. La densitometria ossea DXA non sono infrequenti e non indicano neces-
è oggi eseguita quasi esclusivamente con la tecnica sariamente un errore, quanto piuttosto che i para-
a doppio raggio X (DXA). Questa tecnica con- metri QUS sono predittori indipendenti del rischio
sente di valutare il bone mineral content (BMC, di frattura. Anche per questa ragione la QUS non
g/cm di segmento osseo) e la BMD <(g/cm² di può essere utilizzata per la diagnosi di osteoporosi
segmento osseo) virtualmente su ogni segmento secondo i criteri OMS (T-score < –2,5). Un limite
scheletrico. I siti più frequentemente misurati importante della QUS è rappresentato dall’etero-
sono la colonna lombare, il femore prossimale, il geneità delle apparecchiature che danno valori non
radio prossimale e distale, il calcagno e il “total sempre correlabili fra loro. La QUS è particolar-
body”. Per ogni riduzione di una DS (circa il mente utile quando non è possibile una valutazione
10%) il rischio di frattura in ogni sito aumenta DXA lombare o femorale e può essere raccoman-
di 1,5-3 volte. In generale, la misura di un sito data per indagini epidemiologiche e screening di
stima più accuratamente il rischio di frattura per primo livello, considerandone i costi relativamente
quel sito. Va ricordato che non esistendo adeguati bassi, la facile trasportabilità e l’assenza di radia-
studi sulla correlazione tra rischio di frattura e zioni. La QUS ha un ruolo soprattutto nella valu-
densità ossea misurata con tecnica “total body”, tazione qualitativa della struttura ossea relativa-
questa modalità di scansione non andrebbe uti- mente alla microarchitettura, al turnover osseo e
lizzata a tale scopo. L’accuratezza del risultato alla mineralizzazione ossea. Inoltre, la mancanza

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Approccio diagnostico (Ministero della Salute) 4

di radiazioni rende questa tecnica particolarmente terminato volume, risultando quindi una me-
utile nella valutazione dei soggetti in età pediatrica, todica più accurata della DXA nella misura
nei neonati e nei nati pretermine. della BMD nei bambini;
• la QCT misura separatamente, all’interno delle
4.3.4. Tomografia computerizzata (TC) ROI, la densità della componente ossea trabe-
e risonanza magnetica (RM) colare che, avendo più elevato turnover, varia
più precocemente;
La TC e la RM giocano un ruolo insostituibile • la QCT non è influenzata da quei reperti, quali
nella diagnosi differenziale tra un collasso verte- osteofiti e calcificazioni vascolari, che influen-
brale osteopenico “benigno” e un collasso verte- zano invece la DXA.
brale “maligno” da metastasi o emomielopatie. Il limite principale della QCT è la dose equiva-
La TC consente di valutare la matrice ossea e per- lente erogata al paziente, che varia da 50 a 100
mette di evidenziare i vari tipi di osteolisi (per- µSv.
meante, infiltrante, a carta geografica) espressione La RM consente di datare il collasso vertebrale
di diversi gradi di aggressività. evidenziando l’iperemia-edema della spongiosa
Una valutazione quantitativa degli aspetti macro- subcondrale e di valutare l’estensione comparti-
e microstrutturali può migliorare la nostra capacità mentale della malattia. Uno sviluppo significativo
nella stima della resistenza biomeccanica dell’osso. nella valutazione della struttura ossea trabecolare
Fra le tecniche che ci consentono tali valutazioni è legato all’uso della stessa RM. L’osso trabecolare
ricordiamo la tomografia computerizzata quanti- consiste di elementi simili a lamine interconnessi
tativa (QCT), che negli ultimi anni ha subito no- tra loro a formare una rete tridimensionale, il
tevoli progressi, passando da un’analisi a livello tutto immerso nel midollo osseo composto in
del rachide lombare e del femore prossimale a parte da acqua e in parte da tessuto adiposo. La
una valutazione periferica (pQCT) a livello del percentuale di grasso e acqua nel midollo osseo
radio ultradistale o della tibia prossimale con l’uti- varia in relazione alla sede scheletrica, oltre che
lizzo di scanner dedicati. La tomografia compu- all’età del paziente. La suscettibilità magnetica
terizzata quantitativa (QCT) e la tomografia com- dell’osso trabecolare è sostanzialmente differente
puterizzata quantitativa periferica (pQCT) sono da quella del midollo osseo. Questo determina
attualmente le uniche tecniche non invasive che un aumento dei gradienti di suscettibilità a ogni
misurano la reale densità di tessuto osseo in un interfaccia osso-midollo. Le disomogeneità ma-
determinato volume in mg/cm3, a differenza di gnetiche originate da questi gradienti di suscetti-
altre metodiche quali la DXA che, in quanto “pro- bilità dipendono dalla forza del campo magnetico
iettive”, risentono la sovrapposizione di altri tessuti statico, dal numero delle interfacce osso-midollo
(non ossei) di un determinato distretto corporeo. e dalla dimensione delle singole trabecole. Al mo-
La QCT permette di valutare la densità ossea se- mento sono disponibili metodiche per quantificare
paratamente nella componente trabecolare, in questi risultati e correlare i risultati ottenuti con
quella corticale o in entrambe, in tutto lo schele- le altre tecniche di imaging.
tro. I vantaggi della QCT sono: La disponibilità di scanner ad alto campo (da 1,5
• misura della reale densità ossea, che non è in- a 3 Tesla), con gradienti veloci e bobine di super-
fluenzata dalle dimensioni dell’osso, in un de- ficie ad alto rapporto segnale/rumore, ha consen-

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Ministero della Salute

tito di ottenere immagini RM a elevata risoluzione schio di frattura e della risposta terapeutica, uti-
spaziale (~150 µm) e spessore delle scansioni in- lizzando apparecchi dedicati che consentano di
feriore a 250 µm. Nella RM ad alta risoluzione superare le limitazioni derivanti dalla necessità di
vengono comunemente utilizzate due sequenze magneti ad alto campo e dai costi elevati.
di impulsi, spin-echo (SE) e gradient-echo (GE)
con TE relativamente corto (< 10 ms), la cui su- 4.3.5. Medicina nucleare (MN)
scettibilità magnetica consente di differenziare il
segnale del tessuto osseo da quello del midollo La MN nei casi di frattura da insufficienza con la
osseo. Immagini con tali caratteristiche possono scintigrafia ossea “total body” permette una mi-
essere utilizzate per la valutazione della complessa gliore evidenza delle fratture sacrali e delle branche
rete trabecolare ossea. Il tempo di rilassamento pubiche, che possono talora non essere evidenti
trasversale T2 del midollo osseo è influenzato non allo studio radiologico.
solo dalla densità dell’osso spongioso, ma anche
dalla sua architettura spaziale, risultando differente 4.4. Ricerca e prospettive future
nel midollo con numerose e sottili trabecole ri-
spetto a quello con poche e spesse trabecole, in L’attività di ricerca è indirizzata soprattutto allo
presenza di uguale densità ossea. Utilizzando la sviluppo di nuove applicazioni della DXA, della
RM a elevata risoluzione, con dimensioni del TC e della RM finalizzate allo studio di parametri
voxel uguali o minori allo spessore trabecolare in geometrici e microstrutturali del tessuto osseo,
almeno due delle tre dimensioni spaziali, è possi- quali nuovi indicatori della competenza biomec-
bile valutare la qualità dell’osso trabecolare, cal- canica dell’osso in grado di cogliere alcune carat-
colando alcuni parametri isto-morfometrici stan- teristiche di rilievo della “qualità” dell’osso, che
dard della struttura ossea, quali la frazione di area sfuggono alle attuali metodiche puramente quan-
trabecolare ossea, lo spessore delle trabecole e lo spazio titative. In particolare, per la DXA l’active shape
intertrabecolare. La maggior parte degli studi me- modelling a livello vertebrale e l’HSA (hip structure
diante RM a elevata risoluzione è stata effettuata analysis) del collo femorale potrebbero aggiungere
a livello dello scheletro appendicolare, come tibia, un contributo importante alla stima del rischio
calcagno e polso, mentre solo recentemente è stata di frattura.
esplorata la possibilità di analizzare la struttura La micro-QUS (µ-QUS), la micro-TC (µ-TC) e
trabecolare del femore prossimale. la micro-RM (µ-MRI) a elevatissima risoluzione
È stato dimostrato che i parametri della struttura spaziale unitamente alla RM quantitativa (QMR)
trabecolare valutati con la RM ad alta risoluzione forniscono parametri isto-morfometrici standard
correlano in maniera significativa con l’età e con della struttura ossea, quali la frazione di area tra-
i valori della densitometria ossea. In particolare becolare ossea, lo spessore delle trabecole e lo spa-
lo spessore trabecolare, la frazione trabecolare e il zio intertrabecolare, indipendenti dalla BMD e
numero delle trabecole diminuiscono, mentre lo che migliorano la predizione del rischio di frattura.
spazio intertrabecolare aumenta con la riduzione Queste nuove tecniche di indagine sono già di-
della BMD. Quindi si apre la prospettiva dell’im- sponibili e validate per applicazioni particolari di
piego clinico della RM ad alta risoluzione nelle ricerca su campioni di tessuto osseo e su animali
sindromi osteopeniche per la valutazione del ri- di piccola taglia. È prevedibile che in un prossimo

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Approccio diagnostico (Ministero della Salute) 4

futuro gli ulteriori progressi tecnici potranno ren- ognuna di queste metodiche deve essere di volta
dere applicabili queste tecniche anche nella dia- in volta guidato dal quesito clinico.
gnostica clinica umana. Nel follow-up, la densitometria ossea mediante
DXA è la tecnica da utilizzare nella maggior parte
4.5. Conclusioni dei casi per la dosimetria meno invasiva e per la
maggiore precisione. Tuttavia, in alcune particolari
La metodica di riferimento per la misurazione condizioni metaboliche, per esempio l’acromegalia
della densità ossea nella diagnosi dell’osteoporosi (per avere una misura di densità volumetrica) e
è la densitometria ossea DXA delle vertebre lom- l’iperparatiroidismo (per distinguere la densità
bari e del femore prossimale. Tuttavia, tutte le corticale da quella trabecolare) l’impiego della
tecniche sopramenzionate presentano vantaggi e QCT è preferibile. Studi recenti hanno dimostrato
svantaggi, forniscono informazioni complementari che anche la QUS, specie in età pediatrica e neo-
e non sovrapponibili e, pertanto, l’utilizzo di natale, riveste un ruolo significativo.

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Ministero della Salute
n. 4, luglio-agosto 2010

5. Prevenzione dell’osteoporosi
e delle fratture da fragilità

La prevenzione della fragilità scheletrica, tipica di rischio facilmente desumibili dall’esame obiet-
dell’osteoporosi, e delle fratture a essa correlate tivo e dalla storia clinica del paziente. Tale area
può essere effettuata a tre livelli: primario, secon- sta registrando notevoli sviluppi, poiché appare
dario e terziario. chiaro che nel futuro la rimborsabilità dei farmaci
La prevenzione primaria nell’ambito dell’osteopo- da parte del Servizio Sanitario Nazionale dovrà
rosi include tutte le misure adottate a livello della tenere conto del valore di rischio assoluto di in-
popolazione generale senza che venga analizzato correre in nuove fratture. Pertanto, ai pazienti ad
il rischio del singolo soggetto. Tipiche raccoman- alto rischio potrà essere offerto un trattamento
dazioni comprendono l’adesione a una dieta con terapeutico efficace, mentre coloro che sono ca-
adeguato contenuto di calcio e di proteine, l’ese- ratterizzati da un basso profilo di rischio potranno
cuzione di una regolare attività fisica, la cessazione essere rassicurati e seguiti nel tempo. L’imple-
del fumo e l’astensione dagli alcolici; infine, anche mentazione di questo approccio nella pratica cli-
alle nostre latitudini, è importante assicurare l’ap- nica richiede, però, la preventiva validazione degli
porto di adeguate quantità di vitamina D. algoritmi nella popolazione specifica e questo
Anche per l’osteoporosi la prevenzione primaria passo ancora manca in Italia.
può divenire strategia efficiente se riuscirà ad af- La prevenzione terziaria si rivolge ai pazienti che
fermarsi su vaste porzioni di popolazione. A tal hanno già subito una frattura e hanno pertanto
fine è essenziale proporre campagne di sensibiliz- manifestato clinicamente i segni della fragilità
zazione che inizino nelle fasi scolari della vita e scheletrica. Tali malati devono essere seguiti sotto
perdurino fino alle decadi più avanzate. vari aspetti (farmacologico, interventistico, riabi-
La prevenzione secondaria mira a una diagnosi pre- litativo) che implicano un significativo impegno
coce della malattia utilizzando apparecchiature finanziario da parte del Sistema Sanitario Nazio-
[es. quelle impiegate per la misurazione della den- nale. Il razionale che impone il trattamento di
sità minerale ossea (bone mineral density, BMD)] tali malati risiede nel rilievo scientifico che l’aver
oppure algoritmi in grado di stimare il rischio di avuto una frattura aumenta il rischio di andare
andare incontro a frattura. Tali algoritmi possono incontro a successive fratture, indipendentemente
includere la misurazione della BMD oppure essere da altri fattori di rischio. Per ciò che concerne gli
basati esclusivamente sulla valutazione di fattori aspetti farmacologici, la Nota AIFA 79 ha già re-

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Ministero della Salute

cepito tali concetti; tuttavia, restano margini di di donne in menopausa osteopeniche rispetto a
perfezionamento per una migliore utilizzazione quelle osteoporotiche. Purtroppo, per questo im-
delle risorse economiche a disposizione. piego gli studi clinici controllati a nostra disposi-
Tutto ciò premesso, si rileva che nel caso dell’osteo- zione sono limitati, dal momento che lo sviluppo
porosi esiste una discreta confusione terminologica di nuove molecole per l’osteoporosi richiede la
sui livelli di prevenzione delle fratture da fragilità. dimostrazione di una capacità antifratturativa in
Infatti, con i termini prevenzione primaria e secon- popolazioni di pazienti con osteoporosi.
daria ci si riferisce spesso alla possibilità di trattamento Una delle migliori misure per prevenire l’osteopo-
farmacologico per prevenire la prima frattura nel rosi è quella di sviluppare ossa più forti durante
paziente osteoporotico, mentre è secondario ogni l’adolescenza, poiché il picco di massa ossea viene
intervento farmacologico rivolto alla prevenzione di raggiunto intorno ai 20 anni. Si stima che un au-
ulteriori fratture che viene effettuato nel paziente mento pari al 10% del picco di massa ossea sia in
che ha già sofferto di frattura/e da fragilità. grado di ridurre del 50% il rischio di fratture da
In questo capitolo s’intende mantenere una ter- osteoporosi negli adulti. Di certo abitudini diete-
minologia coerente con il primitivo e più conso- tiche appropriate, che iniziano nel bambino e con-
lidato significato dei diversi livelli di prevenzione. tinuano nell’adolescente, aiuteranno a migliorare
la salute delle ossa durante tutta la vita. Parimenti,
5.1. Prevenzione primaria dell’osteoporosi un’attività fisica regolare permetterà di far rag-
giungere il picco di massa ossea geneticamente de-
È essenziale lavorare alla costruzione di una stra- terminato. L’eliminazione di fattori di rischio mo-
tegia globale per la prevenzione dell’osteoporosi, dificabili (es. fumo, alcool e magrezza eccessiva)
perché la popolazione non comprende con chia- rappresenterà un altro intervento necessario nel
rezza come l’osteoporosi possa essere prevenuta. giovane, che potrà essere mantenuto nell’età adulta.
Lo stile di vita deve rappresentare l’elemento di Sempre primaria è la prevenzione che deve essere
forza in campagne di prevenzione rivolte al pub- attuata qualora debbano essere intraprese terapie
blico. Pertanto, una corretta alimentazione e un’at- farmacologiche che andranno a incidere sulla per-
tività fisica adeguata dovrebbero essere implemen- dita di massa ossea (es. corticosteroidi e inibitori
tate laddove insufficienti. E questo dovrebbe ac- degli ormoni sessuali) oppure nei casi in cui ven-
compagnare ogni individuo in un continuum, che gano diagnosticate malattie che causano come ef-
preveda variazioni relative alle esigenze di ogni età. fetto secondario la perdita di massa ossea (es. iper-
La prevenzione primaria dovrebbe basarsi preva- paratiroidismo e ipercalciuria).
lentemente sulla promozione di uno stile di vita Ed è prevenzione primaria quella che dovrebbe
che tenga conto della salute dello scheletro, ma essere adottata in gravidanza e durante l’allatta-
teoricamente non è escluso che si intervenga pri- mento, informando le donne sulla necessità di in-
mitivamente con dei farmaci in soggetti che siano trodurre quantità maggiori di calcio.
a elevato rischio di sviluppare osteoporosi, ma che Ancora con un meccanismo d’azione primario
non l’hanno ancora manifestata. Questo è ancora agisce la terapia sostitutiva ormonale nel periodo
più vero se la popolazione a rischio è osteopenica, postmenopausale, quando la prescrizione avviene
considerando il fatto che il numero assoluto di in donne con intensa sintomatologia climaterica,
fratture da fragilità è superiore nella popolazione che non hanno ancora manifestato l’osteoporosi.

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Prevenzione dell’osteoporosi e delle fratture da fragilità 5

5.1.1. Alimentazione Tabella 5.1 Quantità di calcio da introdurre giornal-


mente nelle varie età della vita, raccoman-
date nel nostro Paese
Una strategia intelligente e a buon mercato per
investire sul proprio scheletro è quella di seguire Fasi della vita Quantità raccomandata al giorno
una dieta bilanciata, perché inclusiva di micro-
Lattante
(minerali e vitamine) e macro-nutrienti (proteine, 0-6 mesi 400 mg
grassi e carboidrati) nelle giuste proporzioni. Una 6 mesi-1 anno 600 mg
dieta bilanciata, sufficiente dal punto di vista ca-
Bambino
lorico, è vitale per il normale sviluppo e per il 1-6 anni 800 mg
mantenimento di uno scheletro sano. E questo 7-10 anni 1000 mg
indipendentemente da gusti e da esigenze inter-
Adolescenti
correnti. Così, essere vegetariani o avere un’intol- 11-17 anni 1200 mg
leranza al lattosio non impedirà di costruire una
Uomini
dieta in grado di supportare la salute dello schele- 18-29 anni 1000 mg
tro. Inoltre, molti dei nutrienti indicati per la sa- 30-59 anni 800 mg
lute delle nostre ossa sono ottimi anche per il ≥ 60 anni 1000 mg

buon funzionamento di altri apparati e per la pre- Donne


venzione di altre malattie croniche. 18-29 anni 1000 mg
Il tessuto osseo è costituito da un’abbondante com- 30-49 anni 800 mg
≥ 50 anni 1200-1500 mg
ponente proteica, l’osteoide, che andrà incontro a Gravidanza 1200 mg
mineralizzazione con la precipitazione di cristalli Allattamento 1500 mg
di fosfato tricalcico (l’idrossiapatite). Di conse-
guenza, è intuitivo che sia il fosfato sia il calcio
sono indispensabili per una buona mineralizza- calcio dalle ossa attraverso il processo di riassor-
zione del tessuto osseo ma, mentre per il fosfato bimento, depauperando lo scheletro di questo
l’abbondanza di questo elemento nella dieta non prezioso minerale.
causa in condizioni normali problemi di supple- Le quantità di calcio raccomandate nella dieta va-
mentazione, per il calcio la popolazione deve essere riano nei diversi Paesi del mondo, probabilmente
informata sulle quantità raccomandate a ogni età per una variabilità nell’interpretazione dei dati
e sulle sorgenti cui riferirsi. Numerosi sono gli scientifici disponibili. Nella Tabella 5.1 sono in-
studi che hanno evidenziato l’associazione esistente dicate le quantità di calcio da introdurre giornal-
fra un ridotto introito di calcio nel corso della mente nelle varie età della vita, raccomandate nel
vita, grado di osteopenia e rischio di frattura. nostro Paese.
In realtà è proprio il nostro scheletro il reservoir Il calcio viene assorbito nell’intestino tenue, ma è
di calcio, perché dal tessuto osseo il calcio può es- a livello gastrico che diviene biodisponibile, cioè
sere rapidamente mobilizzato per andare a rifor- assorbibile. Pertanto, una funzione gastrica o in-
nire sistemi, quali quello cardiovascolare oppure testinale compromessa non permette un giusto
quello nervoso. Infatti, se il calcio non viene in- assorbimento di questo elemento. Un esempio
trodotto giornalmente nelle quantità raccoman- importante per i risvolti pratici è l’inibizione del-
date, il paratormone si mette in azione e rimuove l’assorbimento intestinale di calcio in soggetti che

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Ministero della Salute

fanno uso di inibitori della secrezione acida ga- La vitamina D circola in quantità inadeguate in
strica. In questi soggetti, se il calcio viene assunto circa il 50% delle donne dopo la menopausa, con
come supplemento è consigliabile scegliere pro- conseguente riduzione della massa ossea. Sfortu-
dotti come il calcio carbonato e gluconato, più natamente, l’introduzione di vitamina D con la
facilmente assorbibili a pH neutro. dieta non raggiunge solitamente quantità soddi-
Gli alimenti più ricchi di calcio per unità di peso sfacenti, anche se esistono oggi alimenti arricchiti
sono il latte e i latticini, anche se il calcio è conte- in vitamina D, quali l’olio di oliva e il latte. È per
nuto in varia misura anche nelle acque potabili, questo motivo che per le donne dopo la meno-
sia del rubinetto che minerali. Inoltre, alcune ver- pausa è oggi raccomandata una supplementazione
dure rappresentano un’interessante sorgente di di vitamina D.
calcio. In questo settore è necessario effettuare Il fabbisogno giornaliero medio di vitamina D
campagne educazionali che permettano di istruire nella popolazione anziana è stato recentemente ri-
la popolazione generale su regole alimentari ele- valutato dall’International Osteoporosis Foundation
mentari, che potrebbero influenzare notevolmente sulla base dei numerosi studi randomizzati e con-
i programmi di prevenzione primaria. trollati pubblicati negli ultimi anni. Queste nuove
Nell’alimentazione dei Paesi industrializzati l’ap- raccomandazioni indicano in 800-1000 UI il fab-
porto giornaliero di calcio è in genere insufficiente. bisogno giornaliero medio di vitamina D per la
Anche in Italia il calcio introdotto giornalmente popolazione di oltre 60 anni, al fine di raggiungere
con la dieta è frequentemente inferiore alle quantità il valore circolante appropriato di almeno 30 ng/ml
raccomandate e nel 20-30% dei casi è del tutto di 25OH-vitamina D. Questo fabbisogno è sensi-
inadeguato in entrambi i sessi. Il quadro peggiora bilmente più elevato rispetto alle 400 UI/die che
nel periodo della menopausa, quando per l’au- erano considerate appropriate in precedenza.
mento dei livelli circolanti di colesterolo le donne Poiché tale fabbisogno viene difficilmente rag-
tendono a eliminare il latte e i latticini dalla dieta, giunto con la normale esposizione alla luce solare
anche perché erroneamente consigliate da specialisti (specie nei mesi invernali), la prevenzione primaria
in malattie cardiovascolari. Purtroppo, anche nella dell’osteoporosi in età postmenopausale deve in-
popolazione adolescenziale i dati non sono più in- cludere anche la vitamina D somministrata gior-
coraggianti, dal momento che meno del 50% degli nalmente, settimanalmente, mensilmente oppure
adolescenti Italiani introduce le quantità racco- con pause maggiori sino a 6 mesi. A maggior ra-
mandate di calcio, per il timore di un aumento gione, la vitamina D deve rappresentare un sup-
ponderale legato all’introduzione di latte e latticini. plemento obbligatorio per la popolazione in età
E questo è ancor più vero per il sesso femminile. avanzata e a tale riguardo in alcune Regioni ita-
A complicare il quadro c’è anche un altro fattore: liane sono state iniziate campagne di sommini-
l’assorbimento di calcio avviene attraverso l’azione strazione di massa alla popolazione anziana.
della vitamina D, un ormone sintetizzato a livello Infine, per la salute del tessuto osseo, oltre al calcio
cutaneo, che se circolante in quantità insufficienti e alla vitamina D, è importante che la dieta con-
o inadeguate potrà compromettere l’assorbimento tenga anche un apporto proteico adeguato, senza
attivo del calcio a livello dell’intestino tenue, con eccedere con le proteine presenti nella carne rossa
conseguente iperparatiroidismo secondario e au- che facilitano l’eliminazione urinaria di calcio. La
mento del riassorbimento osseo. dieta ipocalorica prolungata è parimenti dannosa

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Prevenzione dell’osteoporosi e delle fratture da fragilità 5

per lo scheletro. Questi sono ulteriori problemi zienza il loro ritorno per vedere quali effetti avesse
che spesso si incontrano nelle età più delicate, avuto l’assenza di gravità sul loro organismo. La
quali quella adolescenziale e della prima giovi- prima e più evidente conseguenza è stata che i
nezza, con conseguenze devastanti sulla salute muscoli si erano atrofizzati, ma ben presto si resero
delle ossa per le età successive, quando lo scheletro conto che lo stesso era avvenuto alle loro ossa. In
subirà stress metabolici cui non sarà preparato. assenza di gravità, i muscoli, non dovendo lavorare
come al solito per stare seduti, per alzarsi in piedi
5.1.2. Attività fisica o sollevare qualcosa, si consumano. In maniera
similare, periodi anche brevi di immobilizzazione
Le ossa dovrebbero essere utilizzate regolarmente, sono particolarmente deleteri per la massa ossea.
altrimenti possono deteriorarsi: proprio come av- Oggi abbiamo una migliore comprensione del
viene per l’apparato muscolare quando non viene rapporto tra densità ossea e massa muscolare. Sap-
utilizzato. Infatti, esiste una forte correlazione di- piamo che non possiamo dipendere unicamente
retta tra massa muscolare e massa ossea. dalla forza di gravità per fornire la stimolazione
Per mantenersi forti, le ossa hanno bisogno di meccanica, perché anche l’esercizio fisico costante
sollecitazioni frequenti e di breve durata. Per esem- svolge un ruolo fondamentale.
pio, alcune attività quotidiane, come camminare L’invecchiamento si associa a una riduzione pro-
e salire le scale, sono molto importantanti, ma gressiva dell’efficienza neuromuscolare e della
per diventare ancora più forte il nostro scheletro competenza biomeccanica dello scheletro. Oltre
deve essere sollecitato più intensamente, attraverso a sviluppare e mantenere la massa ossea e l’appa-
un’attività fisica dedicata. Queste affermazioni rato muscolare, l’attività fisica favorisce la postura
sono state confermate dai risultati di studi pub- e l’equilibrio, contribuendo pertanto a ridurre il
blicati. Per esempio, ragazze che fanno più moto rischio di caduta, che aumenta con l’età. Evitare
sviluppano fino al 40% in più di massa ossea ri- le cadute può di per sé contribuire notevolmente
spetto a ragazze della stessa età, però meno attive. alla prevenzione delle fratture, soprattutto quelle
E se pensiamo che il tessuto osseo accumulato dell’anca, di cui sono spesso la causa diretta.
dalle adolescenti tra gli 11 e i 13 anni corrisponde Tuttavia, esistono diverse forme di attività fisica e
al quantitativo perso nei 30 anni successivi alla molteplici variabili quali la frequenza, la durata,
menopausa, si comprende l’importanza di accu- l’intensità e l’età di inizio; inoltre, il suo impatto
mulare massa ossea in queste giovani età. sull’osso è variabile a seconda della sede scheletrica
Ma, come per l’alimentazione, l’attività fisica fa sollecitata. Comunque, è l’attività fisica gravita-
bene a qualsiasi età della vita. Né è mai troppo zionale quella più efficace, mentre un’attività se
tardi per cominciare, perché l’attività fisica, se da pur intensa come il nuoto non si dimostra efficace
una parte contribuisce allo sviluppo osseo dei gio- nella prevenzione della perdita di massa ossea nella
vani, dall’altra contribuisce a proteggere lo sche- popolazione generale. Gli studi sono prevalente-
letro dell’adulto. L’esempio più drammatico in mente caso-controllo e non randomizzati, con dif-
questo senso viene da una fonte ultraterrestre: lo ferenze tra i due sessi e casistiche limitate caratte-
spazio. Quando cosmonauti e astronauti hanno rizzate da una bassa aderenza al protocollo di spe-
viaggiato per la prima volta oltre l’atmosfera ter- rimentazione. Per le donne in premenopausa è di-
restre, i medici sulla terra attendevano con impa- sponibile una metanalisi, che ha mostrato l’efficacia

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Ministero della Salute

sia dell’attività fisica ad alto impatto (es. corsa, radicata nelle abitudini di vita a partire dalla gio-
ballo e salto) sia di quella di resistenza (es. pesistica vane età. Questo obiettivo può essere perseguito
e stretching) nel prevenire la perdita di massa ossea solo con programmi educativi e interventi capillari
correlata all’età. Nelle donne dopo la menopausa nella scuola e nella società, per promuovere l’af-
le metanalisi disponibili a oggi giungono alla con- fermazione di modelli culturali adeguati nei sog-
clusione che l’attività fisica è in grado di prevenire getti in età evolutiva.
l’1% della perdita minerale ossea annuale, con un
effetto migliore a livello della colonna vertebrale e 5.2. Prevenzione secondaria
con esercizi ad alto impatto. Gli esercizi fisici fi- delle fratture da fragilità
nalizzati a migliorare la forza e la resistenza di spe-
cifici gruppi muscolari (es. quelli che utilizzano La prevenzione secondaria delle fratture da fragilità
pesi o attrezzature statiche) producono, invece, ri- nei soggetti osteoporotici deve sempre tenere
sultati densitometrici contrastanti. conto dello stile di vita. Così alimentazione, as-
Il momento della crescita sembrerebbe rappresen- sunzione di vitamina D e attività fisica sono for-
tare l’occasione ideale per garantire il raggiungi- temente raccomandate nei pazienti con osteopo-
mento di un adeguato picco di massa ossea, am- rosi, anche se queste misure da sole non consen-
messo che l’attività fisica sia in grado di determi- tono di sostituire la terapia farmacologica nei pa-
nare effetti positivi permanenti sullo scheletro. zienti con malattia in atto.
Studi con adeguate casistiche e durata di osserva- Per l’alimentazione è importante che l’introito
zione non sono ancora disponibili, anche in rela- giornaliero di calcio sia rispettato. L’incapacità a
zione alle difficoltà interpretative di valutare le seguire una dieta adeguata in calcio, proteine e
variazioni di massa ossea in popolazioni (quali calorie deve essere corretta, così come è indispen-
l’infantile e l’adolescenziale) la cui struttura sche- sabile supplementare con vitamina D le popola-
letrica è in continua evoluzione. zioni che non possono esporsi alla luce solare con
Un messaggio importante è comunque quello di continuità e coloro, che per motivi endogeni o
non esagerare con lo sport: l’attività fisica dovrebbe esogeni, non sono più in grado di sintetizzare
essere adattata alle esigenze individuali, anche per- quantità adeguate di vitamina D (es. anziani).
ché un suo eccesso può ridurre troppo la massa Infine, chi non ha mai effettuato attività fisica,
adiposa e causare amenorrea, che in donne giovani una volta fatta diagnosi di osteoporosi, deve essere
contribuisce alla perdita di massa ossea. Così pure fortemente stimolato a intraprendere un’appro-
atleti e atlete che praticano molto intensamente priata routine ginnica, che includa sempre la gin-
sport, senza un adeguato apporto calorico, pre- nastica posturale globale. Perché non è mai troppo
sentano un rischio maggiore di osteoporosi, di tardi per iniziare un’attività fisica. È tuttavia im-
fratture da stress e di danni alle articolazioni. portante, anzi necessario, rivolgersi sempre a un
La maggiore difficoltà nell’implementare in modo medico per essere informati sul livello e il tipo di
diffuso i vantaggi di un’adeguata attività fisica ri- esercizio più adatto alle proprie caratteristiche.
siede nella scarsa aderenza nel lungo periodo a Nei pazienti affetti da osteoporosi è necessaria
programmi di esercizio fisico intrapresi in età una valutazione più approfondita, per stabilire
adulta. È pertanto estremamente importante che correttamente il programma riabilitativo da asso-
l’adozione di uno stile di vita non sedentario venga ciare alla terapia farmacologica, per ottimizzare la

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Prevenzione dell’osteoporosi e delle fratture da fragilità 5

salute di ossa e muscoli, migliorare la qualità di Invece, per la prevenzione delle fratture osteopo-
vita e ridurre il rischio di fratture da fragilità. È rotiche gli estrogeni trovano indicazione approvata
importante ricordare come per le persone affette solo come trattamento di seconda scelta, nei casi
da osteoporosi esista un rischio maggiore di subire in cui non sia possibile l’impiego di uno degli
fratture, se si sottopongono all’improvviso a un altri farmaci approvati per il trattamento del-
programma intenso di esercizi. L’attività fisica va l’osteoporosi.
sviluppata gradualmente, personalizzandola sulla Raloxifene è classificato come una molecola
base delle capacità individuali e delle frequenti SERM (selective estrogen receptor modulator) perché
patologie associate, quali artrosi, malattie cardia- in grado di interagire con i recettori estrogenici,
che, respiratorie o neurologiche. ma con azione diversa nei vari tessuti (es. estroge-
Tuttavia, una volta instaurati tutti gli interventi nica sull’osso e antiestrogenica sul tessuto mam-
relativi allo stile di vita e alle necessarie supple- mario). Come gli estrogeni, raloxifene agisce ini-
mentazioni, la terapia farmacologica è quella che bendo il riassorbimento osseo. Raloxifene è ap-
permette di prevenire con maggiore efficacia le provato in Italia per la prevenzione delle fratture
fratture da fragilità. La corretta individuazione dei delle pazienti con fragilità ossea. Raloxifene pre-
soggetti da trattare costituisce il primo fondamento viene, infatti, la perdita di massa ossea in donne
per un approccio razionale alla terapia farmacolo- in postmenopausa e riduce il numero di fratture
gica dell’osteoporosi. La scelta deve tenere conto da fragilità vertebrali e non vertebrali in donne
dell’efficacia antifratturativa dei farmaci, del profilo con osteoporosi senza fratture (prevenzione se-
metabolico del paziente, del rischio che presenta e condaria) e con fratture (prevenzione terziaria).
dei criteri di rimborsabilità riconosciuti dalle nor- Nonostante l’efficacia dimostrata nel prevenire
mative vigenti (attualmente la Nota AIFA 79). anche il carcinoma mammario invasivo, nel nostro
I farmaci approvati per il trattamento dell’osteo- Paese il farmaco ha incontrato una limitata diffu-
porosi sono: estrogeni, raloxifene, bisfosfonati, ra- sione per il suo effetto di aumento della sintoma-
nelato di stronzio e peptidi del paratormone. tologia climaterica. Per raloxifene, come per gli
Gli estrogeni da soli o in somministrazione com- estrogeni, l’aumento del rischio tromboembolico
binata con i progestinici prevengono la perdita di costituisce l’effetto indesiderato più importante.
massa ossea in menopausa e le fratture da fragilità, I bisfosfonati sono una famiglia di molecole con
incluse quelle di femore, attraverso un meccani- tropismo per il tessuto mineralizzato, in grado di
smo di inibizione del riassorbimento osseo. Tut- inibire il riassorbimento osseo. Tra i bisfosfonati,
tavia, i risultati dello studio Women’s Health Ini- sono gli aminoderivati – alendronato, risedronato,
tiative (WHI) hanno contribuito a creare una ibandronato e zoledronato – quelli con sicura do-
forte sfiducia nei confronti di questa terapia da cumentazione di efficacia nel ridurre i rischi di frat-
parte di pazienti e medici. Per questo, tale terapia ture vertebrali e non vertebrali, mentre solo per
trova attualmente indicazione soprattutto per con- alendronato, risedronato e zoledronato è stata di-
trastare la sindrome climaterica in donne forte- mostrata l’efficacia nel prevenire le fratture di fe-
mente sintomatiche, spesso non ancora osteopo- more. Queste quattro molecole sono prescrivibili
rotiche; in questi casi può pertanto essere consi- ai pazienti osteoporotici secondo le condizioni de-
derata anche come un intervento di prevenzione finite nella Nota AIFA 79. Alendronato e risedro-
primaria dell’osteoporosi. nato si sono dimostrati efficaci anche nella preven-

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Ministero della Salute

zione e nel trattamento dell’osteoporosi indotta da tiva tra BMD e riduzione del rischio di frattura da
glucocorticoidi. Inoltre, alendronato, risedronato fragilità in donne in postmenopausa trattate con
e zoledronato sono i bisfosfonati approvati in Italia questo farmaco. L’effetto indesiderato più fre-
per il trattamento dell’osteoporosi maschile. Gli quente del ranelato di stronzio è l’intolleranza in-
effetti indesiderati più importanti per gli aminobi- testinale (diarrea o stipsi), mentre quello più grave
sfosfonati sono le lesioni gastroesofagee (formula- è la rarissima evenienza di una severa reazione da
zioni orali) e l’osteonecrosi delle ossa mascellari. ipersensibilità nota come sindrome DRESS (Drug
I peptidi del paratormone – PTH 1-34 o teripa- Rash with Eosinophilia and Systemic Symptoms).
ratide e PTH 1-84 – rappresentano i capostipiti La terapia con ognuno di questi farmaci va di
di una famiglia di farmaci che, a differenza dei norma associata a una supplementazione con
precedenti, agiscono stimolando la neoformazione vitamina D e sali di calcio per garantire, tenuto
ossea. Entrambi i peptidi sono registrati in Italia conto delle abitudini alimentari del paziente e di
per la terapia dell’osteoporosi postmenopausale se- condizioni particolari associate (es. ipercalciuria
vera, con fratture vertebrali multiple o incapaci di e nefrolitiasi), un adeguato apporto di queste so-
rispondere alle terapie antiriassorbitive. Entrambe stanze, che è indispensabile per un pieno effetto
le molecole riducono le fratture vertebrali, ma solo dei farmaci antiosteoporotici. Infatti, non sola-
il PTH 1-34 si è dimostrato in grado di prevenire mente il calcio e la vitamina D sono sempre stati
le fratture non vertebrali. Il PTH 1-34 è inoltre associati ai farmaci contro l’osteoporosi negli studi
indicato per l’osteoporosi da cortisonici e per clinici controllati che ne hanno evidenziato l’effi-
l’osteoporosi severa nel maschio, essendo disponi- cacia antifratturativa, ma è stato anche dimostrato
bili studi specifici in queste condizioni. Questi far- che l’inadeguata assunzione di calcio e vitamina
maci non possono essere prescritti per un periodo D si associa a una minore risposta terapeutica.
superiore ai 18 mesi nell’arco della vita di un pa- La prescrizione di questi farmaci a carico del Si-
ziente, mancando finora studi adeguati per tratta- stema Sanitario Nazionale è riconosciuta dalla
menti più lunghi. Gli effetti collaterali indesiderati Nota AIFA 79 quando la BMD è inferiore a de-
sono rappresentati da ipercalcemia e ipercalciuria. terminati valori soglia (a seconda che sia o meno
Il ranelato di stronzio è un farmaco in grado di associata a un fattore di rischio maggiore), oppure
disaccoppiare il processo di rimodellamento osseo nei casi con anamnesi personale di fratture da fra-
a favore della neoformazione. In donne con osteo- gilità delle vertebre o del femore, indipendente-
porosi postmenopausale questa molecola ha di- mente dai valori di densità ossea. Nei pazienti così
mostrato di prevenire le fratture vertebrali e non individuati il trattamento presenta un favorevole
vertebrali, incluse le femorali nelle pazienti di età rapporto costo/beneficio, essendo basso, a causa
> 70 anni con bassa densità ossea. È l’unico far- dell’elevato rischio di frattura, il numero di pazienti
maco per il quale gli studi clinici controllati sono da trattare per ogni frattura evitata. Un nuovo
stati condotti per 5 anni. Anche se lo stronzio che strumento, la carta di rischio di frattura (FRAX®),
progressivamente si accumula nel tessuto osseo nel è stato sviluppato sotto l’egida dell’OMS con lo
corso della terapia produce un artificioso aumento scopo di fornire una valutazione sintetica e quan-
della densità minerale ossea, per il maggior peso titativa del rischio assoluto di frattura a 10 anni.
molecolare dello stronzio rispetto al calcio, è stata Calcolata mediante un algoritmo ricavato dai prin-
comunque dimostrata una correlazione significa- cipali studi epidemiologici sulle fratture da fragilità,

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Prevenzione dell’osteoporosi e delle fratture da fragilità 5

la carta di rischio FRAX® integra le componenti È auspicabile che il Governo metta in atto tutti i
del rischio derivanti dalla densità ossea e dai prin- presidi necessari affinché i cittadini italiani possano
cipali fattori clinici di rischio conosciuti. Questo partecipare consapevolmente ai programmi di pre-
tipo di approccio, già consolidato nel campo delle venzione dell’osteoporosi e delle fratture da fragi-
patologie cardiovascolari, presenta il vantaggio di lità. Il successo di tali iniziative trova le sue basi
una maggiore semplicità di applicazione in medi- nella trasmissione di messaggi semplici, iniziando
cina generale, oltre a consentire di modificare, in sin dall’età scolastica. Ciò contribuirebbe enor-
base a criteri oggettivi, le soglie di trattamento ed memente a ridurre l’impatto che la fragilità sche-
eventualmente di differenziarle per i diversi far- letrica ha e avrà sulla qualità di vita degli italiani.
maci, a seconda delle loro caratteristiche di efficacia Sarà necessario condurre studi clinici controllati
e di costo economico. che valutino l’impatto degli interventi nutrizionali,
Pertanto, l’impiego di carte di rischio di frattura della supplementazione con vitamina D e dell’atti-
(come quelle basate sull’algoritmo FRAX®) po- vità fisica nelle varie età della vita, per poter costruire
trebbe rappresentare nel futuro un importante indicazioni affidabili basate su solidi risultati.
passo avanti nella rimodulazione della rimborsa- Le carte del rischio di frattura dovranno essere
bilità dei farmaci antifratturativi, garantendo così valutate anche nella popolazione italiana e in que-
una maggiore efficienza anche nella prevenzione sto sarà necessario un intervento mirato del Go-
farmacologica della prima frattura. Tuttavia, man- verno, perché sarà sulla base dei risultati ottenuti
cano ancora gli studi di validazione di queste carte che verranno costruiti i profili di trattamento nel
di rischio per la popolazione italiana, studi che futuro. E sempre su questa base potranno essere
sono indispensabili perché è dimostrato che l’in- ottimizzati gli interventi di prevenzione dell’osteo-
cidenza di fratture da fragilità e l’effetto dei diversi porosi e delle fratture da fragilità.
fattori di rischio presentano sensibili differenze
nelle diverse popolazioni. 5.4. Prevenzione terziaria
delle fratture da fragilità
5.3. Prospettive per il futuro
Nell’osteoporosi la prevenzione terziaria è rivolta
Abbiamo solide conoscenze scientifiche per sug- ai pazienti che hanno già subito una frattura da
gerire la prevenzione nei bambini e negli adole- fragilità e si propone di diminuire il rischio di ul-
scenti (affinché raggiungano il picco di massa teriori fratture. È ampiamente dimostrato che
ossea che il potenziale genetico prevede), per in- ogni evento fratturativo si associa a un aumento
staurare opportuni sistemi di sorveglianza (deri- da 2 a 5 volte del rischio di fratture successive,
vanti dalla conoscenza dei fattori di rischio) al indipendentemente dalla presenza di altri fattori
fine di mantenere la massa ossea durante l’età di rischio. Pertanto, un’efficace prevenzione ter-
adulta, prevenire la perdita di massa ossea alla ziaria costituisce un momento fondamentale per
menopausa, prevenire la prima frattura in un pa- ridurre l’impatto sociosanitario delle fratture da
ziente affetto da osteoporosi e ulteriori fratture fragilità, perché si rivolge a una popolazione con
da fragilità nel paziente già fratturato. Tuttavia, rischio particolarmente elevato di frattura.
molto vi è ancora da fare per rendere realtà gli in- Lo scopo della terapia farmacologica nella pre-
terventi di prevenzione necessari. venzione terziaria dell’osteoporosi è soprattutto

37
Ministero della Salute

aumentare la resistenza scheletrica, riducendo il pristinato l’eventuale deficit di base. Attualmente,


rischio di nuove fratture. A oggi sono disponibili vengono considerati sufficienti valori di 25OHD
numerosi farmaci che, con meccanismi d’azione > 30 ng/ml (76 nmol/L). In Italia, quasi tutti i
diversi, hanno dimostrato di essere efficaci nel de- prodotti per la supplementazione di calcio con-
terminare non soltanto un aumento della massa tengono anche vitamina D, comunemente cole-
ossea, ma anche un miglioramento qualitativo del calciferolo, e permettono quindi una semplifica-
tessuto scheletrico. Diversi studi clinici interna- zione dello schema di assunzione e un aumento
zionali, multicentrici, randomizzati, controllati e dell’aderenza alla terapia.
versus placebo hanno ormai documentato in ma-
niera inequivocabile l’efficacia di quasi tutte le 5.5. Terapia farmacologica
molecole disponibili in commercio nel ridurre il
rischio di nuove fratture dei maggiori siti schele- Tra i farmaci inibitori del riassorbimento schele-
trici coinvolti nelle complicanze della malattia trico certamente i bisfosfonati sono quelli consi-
osteoporotica. derati di prima scelta. Questi farmaci hanno l’in-
Tuttavia, presupposto fondamentale a qualunque dicazione per la terapia dell’osteoporosi, sia ma-
terapia farmacologica è certamente quello di con- schile che femminile, e per l’osteoporosi da glu-
sigliare una modificazione degli stili di vita erronei, cocorticoidi.
quali per esempio l’abuso di alcool e di fumo, o Alendronato e risedronato sono i principi attivi
la scarsa attività fisica, come già ampiamente de- più comunemente utilizzati, in base all’evidenza
scritto in precedenza. Particolare enfasi nella pre- della loro efficacia antifratturativa sia vertebrale
venzione terziaria dovrebbe essere rivolta all’attività che femorale. Ibandronato, grazie alla sua som-
fisica, in particolare gli esercizi personalizzati mi- ministrazione mensile o endovenosa trimestrale,
rati al rinforzo muscolare, alla rieducazione della può essere una valida alternativa per migliorare
deambulazione e al miglioramento dell’equilibrio, l’aderenza alla terapia, anche se la sua efficacia nel
per ridurre, specie negli anziani, il rischio di cadute ridurre il rischio di fratture non vertebrali è meno
e i traumi a esse correlati. documentata. L’assorbimento orale dei bisfosfo-
Tra i provvedimenti cosiddetti non farmacologici, nati è assai modesto (0,5-5%). Questi farmaci
un’adeguata supplementazione con sali di calcio tendono a legarsi con gli alimenti e per questo
e vitamina D risulta di fondamentale importanza motivo ne è consigliata l’assunzione al mattino, a
per ottimizzare l’efficacia dei farmaci utilizzati per stomaco vuoto, come primo farmaco, con abbon-
la terapia dell’osteoporosi e mantenere la funzione dante acqua (≥ 250 ml), mantenendo il digiuno
muscolare riducendo il rischio di caduta e di con- per almeno 30-60 minuti. Gli effetti collaterali
seguenti fratture. che più frequentemente si associano al trattamento
Le due forme comunemente disponibili di vita- con bisfosfonati per via orale sono quelli a carico
mina D sono il colecalciferolo (vitamina D3) e dell’apparato gastrointestinale (gastrite, esofagite
l’ergocalciferolo (vitamina D2). Alcuni studi sug- e ulcere esofagee), soprattutto in persone con re-
geriscono che il colecalciferolo sia più efficace flusso gastroesofageo o alterata motilità esofagea
nell’aumentare i livelli di 25OHD sierici, rispetto e che non seguono in maniera corretta le indica-
all’ergocalciferolo. La dose consigliata di vitamina zioni sulla modalità di assunzione. Tuttavia, at-
D è 800-1000 UI/die, ovviamente dopo aver ri- tualmente l’incidenza di questi disturbi, con le

38
Prevenzione dell’osteoporosi e delle fratture da fragilità 5

formulazioni intermittenti (settimanale o mensile), tromboembolici). In conseguenza di tali rilievi, la


è molto bassa. Più recentemente ha ottenuto l’in- terapia estroprogestinica non viene più attualmente
dicazione per l’osteoporosi postmenopausale e considerata come terapia di prima scelta dell’osteo-
maschile anche zoledronato, di cui è dimostrata porosi. Tuttavia, uno studio gemello, anch’esso
l’efficacia antifratturativa a livello vertebrale, fe- promosso da WHI, ma condotto su donne iste-
morale e non vertebrale. Anche questo farmaco, rectomizzate e perciò trattate con solo estrogeno,
che prevede un’unica somministrazione annuale, non ha dimostrato un eccesso di eventi neoplastici
per via endovenosa in ambiente ospedaliero, può mammari né di eventi cardiovascolari, giustificando
essere una valida alternativa per migliorare l’ade- l’ipotesi che nella terapia ormonale sostitutiva della
renza, soprattutto in pazienti che abbiano con- menopausa la sostanza che genera maggior rischio
troindicazioni all’utilizzo di bisfosfonati per via non sia l’estrogeno ma il progestinico.
orale. L’utilizzo di questo farmaco, a dosaggi mag- Pochi gli studi condotti con estroprogestinici nella
giori nei pazienti neoplastici, è associato a un au- prevenzione terziaria delle fratture.
mentato rischio di osteonecrosi della mandibola Tra i farmaci inibitori del riassorbimento scheletrico
(osteonecrosis of the jaw, ONJ). Tuttavia, al mo- occorre annoverare anche raloxifene, appartenente
mento attuale non è perfettamente noto il reale al gruppo di farmaci definiti SERM. Tale molecola
rischio di ONJ nei pazienti trattati con zoledro- esplica il suo effetto biologico attraverso il legame
nato per l’osteoporosi; è stato stimato che il rischio con recettori presenti in numerosi tessuti tra i quali
di ONJ sia collocabile fra 1 ogni 10.000 e 1 ogni il seno, l’apparato riproduttivo, l’osso, il fegato e il
100.000 pazienti-anno nei malati trattati con bi- cervello. Tuttavia, tale farmaco ha dimostrato effi-
sfosfonati orali per l’osteoporosi. Sintomi simi- cacia nel ridurre unicamente il rischio di nuove
linfluenzali possono manifestarsi, invece, dopo fratture vertebrali, ma non di quelle non vertebrali,
l’assunzione di bisfosfonati per via endovenosa e comprese le fratture di femore; di conseguenza
più raramente dopo la somministrazione mensile viene più frequentemente prescritto nelle donne
di bisfosfonati per via orale. I sintomi durano ge- giovani con riduzione prevalentemente vertebrale
neralmente dalle 24 alle 72 ore, spesso associati a della massa ossea. Recentemente, le indicazioni di
una reazione di fase acuta, e sono tipicamente questa molecola si sono ampliate grazie alla dimo-
rappresentati da mialgie e artralgie. Il trattamento strazione della sua efficacia nel ridurre l’incidenza
con farmaci antipiretici migliora i sintomi in ge- del carcinoma mammario primario; pertanto, è
nere e la loro ricorrenza diminuisce con le infu- probabile che raloxifene possa rappresentare una
sioni successive. scelta ottimale nelle donne nell’immediato periodo
Gli estrogeni, da soli o in combinazione con i pro- postmenopausale con bassa massa ossea e con mag-
gestinici, sono in grado di aumentare la massa os- gior rischio di neoplasia mammaria.
sea. Lo studio WHI ha inoltre documentato la ca- Il ranelato di stronzio è un farmaco caratterizzato
pacità degli estrogeni di ridurre il rischio di fratture da un particolare meccanismo d’azione, in parte
osteoporotiche. All’effetto positivo sulle fratture e anabolico e in parte antiriassorbitivo. È indicato
sul rischio di sviluppare il carcinoma del colon- per la terapia dell’osteoporosi postmenopausale,
retto si contrappone, tuttavia, un aumento del ri- mentre non sono ancora disponibili dati per quella
schio di sviluppare neoplasie della mammella ed da glucocorticoidi o quella maschile. Tale molecola
eventi cardiovascolarari (ictus, eventi coronarici e ha un’efficacia riconosciuta nel ridurre il rischio

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Ministero della Salute

di fratture sia vertebrali che non vertebrali. In In Italia, la prescrizione di questi farmaci con il
particolare, questa molecola sembrerebbe essere Sistema Sanitario Nazionale è regolata dalla Nota
indicata soprattutto nella popolazione anziana a AIFA 79 e limitata a categorie di pazienti con ri-
elevato rischio di frattura; infatti, studi recenti di- schio di frattura particolarmente elevato, quali
mostrerebbero che il trattamento prolungato con quelli con pregressa frattura di femore e/o fratture
ranelato di stronzio riduce significativamente il vertebrali severe multiple (3 vertebrali o 2 verte-
rischio di fratture vertebrali e non vertebrali nelle brali più frattura di femore) e nei soggetti che ab-
donne di età superiore a 80 anni. I limiti dell’uti- biano mostrato una risposta non adeguata alla te-
lizzo del farmaco sono legati alla possibile bassa rapia con bisfosfonati, quali quelli che incorrono
aderenza alla terapia, per la sua somministrazione in una nuova frattura vertebrale o femorale dopo
giornaliera, e alla difficoltà nell’interpretare i valori almeno un anno di terapia con altri farmaci pre-
della densitometria nel follow-up; infatti, la so- visti dalla Nota AIFA 79. Inoltre, il PTH 1-84 è
vrastima della BMD, dovuta all’attenuazione dei prescrivibile unicamente nelle donne, mentre il
raggi X da parte degli atomi di stronzio depositati PTH 1-34 anche per l’osteoporosi maschile e per
a livello osseo, risulta difficilmente quantificabile. l’osteoporosi da corticosteroidi, qualora i pazienti
I più comuni effetti indesiderati sono la nausea e presentino almeno 1 frattura vertebrale severa o
la diarrea, generalmente riferiti all’inizio del trat- 2 fratture vertebrali moderate e assumano da al-
tamento. meno 1 anno glucocorticoidi in terapia cronica a
Nei casi più gravi di osteoporosi è indicato l’uti- un dosaggio non inferiore a 5 mg di prednisone o
lizzo di farmaci puramente anabolici, quali il pa- equivalenti. Al termine della terapia con uno di
ratormone (PTH 1-84) e il teriparatide (PTH 1- questi farmaci, è opportuno re-instaurare una te-
34). Questi farmaci, a differenza di quelli che agi- rapia con un farmaco antiriassorbitivo, solitamente
scono inibendo il riassorbimento, stimolano la un bisfosfonato (ma anche raloxifene in caso di
formazione di tessuto osseo e attivano il rimodel- intolleranza ai bisfosfonati), per consolidare l’au-
lamento scheletrico. Inizialmente il PTH stimola mento di massa ossea ottenuto. Il PTH 1-34 e il
la formazione di nuovo osso e in seguito stimola PTH 1-84 vanno somministrati mediante inie-
sia la formazione che il riassorbimento, mante- zione giornaliera sottocutanea nella regione ad-
nendo tuttavia il bilancio sempre a favore della dominale, da eseguire sempre nella stessa fascia
formazione. L’apposizione di nuovo osso permette oraria. Essi sono solitamente ben tollerati. Gli ef-
il ripristino della microarchitettura e cambiamenti fetti collaterali più comuni sono l’ipercalcemia e
nella geometria, fondamentali per la resistenza l’ipercalciuria. In questi casi si procede con una
dell’osso. Il maggiore effetto di questi farmaci si riduzione della supplementazione con calcio e vi-
esplica a livello dell’osso trabecolare. La terapia tamina D o eventualmente con una temporanea
con PTH 1-84 e 1-34, per almeno 18 mesi, riduce sospensione. In caso di persistenza dell’ipercalce-
in maniera significativa il rischio di nuove fratture mia si può consigliare la somministrazione di
vertebrali nelle donne in postmenopausa (anche PTH a giorni alterni. Infine, il paratormone e il
nel maschio in terapia con PTH 1-34). Tuttavia, teriparatide possono essere prescritti unicamente
l’efficacia nel ridurre il rischio di fratture non ver- in centri di riferimento, prevedono la compila-
tebrali, per il momento, è stata dimostrata solo zione di un piano terapeutico e, attualmente, il
per il PTH 1-34. loro utilizzo è limitato a 18 mesi.

40
Prevenzione dell’osteoporosi e delle fratture da fragilità 5

5.6. Considerazioni critiche appropriata e da un programma completo per la


prevenzione di ulteriori fratture, che tenga conto
I pazienti con osteoporosi severa (associata a frat- nel paziente anziano della tipica complessità me-
tura da fragilità) sono il gruppo a maggiore rischio dica associata alle comorbilità e alla polifarmaco-
di frattura. È stato dimostrato che una frattura terapia.
da trauma a bassa energia possa aumentare da 2 a Infine, non va sottovalutato che, con l’avanzare
5 volte il rischio di ulteriori fratture, soprattutto dell’età, alla fragilità intrinseca del tessuto osseo
entro un anno dalla precedente. si associano altri fattori che contribuiscono ad au-
Nonostante ciò, anche un recente sondaggio ri- mentare il rischio di frattura. Tra questi appare
volto agli ortopedici europei e promosso dalla sempre più evidente il ruolo della propensione
Bone and Joint Decade ha evidenziato la necessità alla caduta. Perciò, sia la condizione di fragilità
di migliorare la gestione di base della patologia scheletrica che le possibili cause di caduta dovreb-
osteoporotica nei pazienti che subiscono una frat- bero essere valutate e corrette per ridurre in modo
tura da fragilità, perché nella maggior parte dei più efficace il rischio di ulteriori fratture.
casi non vengono valutati e trattati in modo ade- Perciò alle terapie farmacologiche mirate a ridurre
guato. Da qui la necessità di fornire indicazioni la fragilità scheletrica dovrebbe sempre associarsi
sulle procedure assistenziali più appropriate in un’analisi delle cause di caduta, compresa una va-
precise circostanze cliniche. Nella gestione della lutazione dei rischi legati all’ambiente domestico,
frattura da fragilità, si dovrebbe seguire un per- luogo dove si realizza ben più della metà delle
corso diagnostico-terapeutico basato sull’evidenza fratture d’anca dell’anziano. Tutto questo richiede
e finalizzato alla prevenzione della rifrattura. In l’intervento coordinato di competenze professio-
tutti i pazienti con fratture da fragilità, un corretto nali diverse, specifiche per i vari aspetti che devono
trattamento conservativo o chirurgico della lesione essere affrontati da un programma efficiente di
scheletrica non può prescindere da una valutazione gestione del paziente con frattura da fragilità.

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Ministero della Salute
n. 4, luglio-agosto 2010

6. Trattamento non farmacologico


delle fratture e dei loro esiti

6.1. Vertebroplastica e chifoplastica daria e le neoplasie ne determinano il restante 15%.


per il trattamento delle fratture vertebrali Le complicanze delle fratture vertebrali compres-
sive vengono solitamente distinte in acute e cro-
Viene definita frattura una riduzione in altezza niche. Quelle acute sono rappresentate da ileo
del soma vertebrale di oltre il 20% delle sue di- transitorio, ritenzione urinaria ed eventualmente
mensioni iniziali. La lesione fratturativa si viene a dolore spinale. La sintomatologia dolorosa, non
generare quando la combinazione del carico assiale sempre presente (circa il 40% delle fratture è asin-
e rotazionale sulla colonna eccede la resistenza of- tomatico), sembrerebbe legata all’irritazione delle
ferta dal corpo vertebrale. Le fratture vertebrali terminazioni algogene del periostio e delle capsule
vengono poi distinte dal punto di vista morfolo- articolari. Le complicanze a lungo termine si svi-
gico in 3 tipi: luppano in un terzo dei pazienti e sono dominate
• biconcava, in cui si ha una riduzione in altezza da un dolore cronico altamente debilitante che
della porzione intermedia del soma con mar- condiziona sfavorevolmente la qualità della vita
gini conservati; del paziente. Sono inoltre presenti insonnia, de-
• cuneiforme, con prevalente riduzione del muro pressione e una progressiva cifosi (soprattutto nelle
anteriore rispetto alla porzione intermedia e fratture con morfologia cuneiforme e se sono in-
posteriore (è la forma più frequente); teressati più livelli). L’aumento dell’angolo di
• da compressione, in cui si ha un collasso uni- cifosi è responsabile a sua volta di riduzione in al-
forme del corpo vertebrale. tezza dell’individuo (circa 4 cm persi per ogni 15°
Inoltre, la severità della frattura è valutata in base di incremento della cifosi), di iperlordosi cervicale
all’entità della riduzione in altezza del soma, per- e riduzione della fisiologica lordosi lombare, di
tanto è definita lieve se si riscontra una riduzione addome prominente, ma soprattutto della ridu-
in altezza a qualsiasi livello (anteriore, medio o zione volumetrica della cavità toracica con conse-
posteriore) compresa tra il 20% e il 25%, mode- guente compromissione della funzionalità respi-
rata se tra il 25% e il 40%, o infine severa se mag- ratoria (riduzione sia della capacità vitale del 9%
giore del 40%. per ogni livello fratturato sia del flusso espiratorio
L’osteoporosi primaria è la principale causa di frat- massimo in un secondo). Questi motivi spiegano
ture vertebrali (85%), mentre l’osteoporosi secon- la maggiore mortalità (circa 1,6% in più) presen-

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Ministero della Salute

tata dai pazienti con fratture vertebrali compressive procedura di riferimento per la cura delle fratture
rispetto a soggetti della stessa età. Nei 5 anni suc- vertebrali compressive. La procedura è indicata in
cessivi alla frattura il rischio di decesso cresce fino tutti i casi di fratture vertebrali compressive re-
al 10% e proporzionalmente al numero di livelli sponsabili di persistente dolore spinale non radi-
coinvolti. colare e non rispondente alla terapia medica. Il fal-
L’alterata biomeccanica spinale dovuta alla defor- limento della terapia medica si ha per la mancata o
mità cifotica può determinare un sovraccarico a li- minima riduzione del dolore alla somministrazione
vello delle vertebre adiacenti, aumentando il rischio di analgesici per tre settimane o per un’adeguata
in queste di sviluppare nuove fratture. L’alterazione risposta solo attraverso dosaggi non tollerabili da
morfostrutturale del corpo vertebrale causata dalla parte dei pazienti.
frattura aumenta infatti di cinque volte il rischio Le controindicazioni assolute consistono in di-
di fratture nelle vertebre sopra e sottostanti, per sordini della coagulazione, infezioni locali a livello
anomala trasmissione delle forze in relazione a una del presunto sito di ingresso (osteomielite e spon-
modificazione bio-meccanica; in circa il 20% dei dilodiscite) e fratture instabili per coinvolgimento
casi tale condizione si verifica entro il primo anno. del muro posteriore vertebrale con compressione
In caso di 2 o più fratture il rischio di incorrere in degli elementi neurali.
un ulteriore collasso vertebrale arriva fino a 7-9 Controindicazioni relative sono costituite dal grave
volte rispetto a un individuo sano. schiacciamento del corpo vertebrale, dalla mancata
Da alcuni anni sono entrate nell’uso clinico alcune integrità dei peduncoli o delle faccette articolari
modalità di trattamento mininvasivo delle fratture o dall’estensione del tessuto neoplastico all’interno
vertebrali, nate dall’esigenza di superare alcuni li- del canale vertebrale. Tutti i pazienti candidati
miti della sola terapia farmacologica e conserva- alla vertebroplastica percutanea devono essere sot-
tiva, sia per quanto riguarda il controllo del dolore, toposti a un attento esame clinico-anamnestico
sia per quanto concerne l’evoluzione seguente per confermare il ruolo della frattura vertebrale
delle fratture. compressiva come causa di dolore e disabilità.
Inoltre, sia a scopo diagnostico che per finalità
6.1.1. Vertebroplastica percutanea procedurali, i pazienti vengono sottoposti a una
serie di indagini strumentali comprendenti l’esame
Consiste nell’iniezione percutanea di cemento osseo radiografico tradizionale nelle due proiezioni or-
(polimetilmetacrilato, PMMA) nel corpo vertebrale togonali, la tomografia computerizzata (TC), la
e trova indicazione nel trattamento di fratture ver- risonanza magnetica (RM) e la scintigrafia ossea.
tebrali compressive su base osteoporotica, angio- In particolare, la RM è una tecnica estremamente
matosa, mielomatosa o da localizzazione secondaria utile nello studio delle fratture vertebrali, poiché
di neoplasia che causano dolore non responsivo al attraverso la valutazione delle modificazioni del
trattamento farmacologico. Tale metodica risulta segnale nel midollo osseo è in grado di evidenziare
infatti efficace nella riduzione o scomparsa del do- la vertebra sintomatica suscettibile di trattamento.
lore spinale e nel rafforzamento del corpo vertebrale. Le fratture acute e subacute, su base osteoporotica,
Originariamente descritta da Deramoud e Galibert con meno di 30 giorni risultano essere ipointense
per il trattamento di un angioma aggressivo a livello nelle sequenze T1 pesate e iperintense nelle se-
di C2, la tecnica si è evoluta fino a divenire una quenze T2 pesate e nelle STIR-T2 per la presenza

44
Trattamento non farmacologico delle fratture e dei suoi esiti 6

di edema intraspongioso. Le fratture compressive transpeduncolare l’appropriato profilo radiografico


completamente guarite dimostrano una normale è rappresentato da una proiezione detta “En face
intensità ossea oppure possono apparire ipointense view” (Arco “C” con angolazione di 10-20°), in
in T1 e T2 per la presenza di una significativa cui il peduncolo appare di forma ovale. Un im-
sclerosi. Nelle fratture da localizzazione neoplastica portante punto di riferimento in proiezione an-
si evidenzia un’alterazione di segnale del midollo tero-posteriore è il margine corticale mediale del
osseo più eterogeneo e una maggiore iperintensità peduncolo che delimita lateralmente il canale ver-
disegnale nelle sequenze T2 pesate o STIR-T2 con tebrale. Durante la progressione dell’ago, che deve
possibile estensione della neoplasia nei tessuti molli presentare una direzione antero-medio-caudale,
limitrofi o nello spazio epidurale. La RM è inoltre tale repere non deve essere superato per non en-
utile nell’escludere la presenza di ernia discale quale trare all’interno dello speco vertebrale.
possibile causa della sintomatologia dolorosa. L’avanzamento dell’ago oltre la corticale e all’in-
La procedura è eseguita in anestesia locale con il terno dell’osso si ottiene con l’ausilio di un mar-
paziente in decubito prono sotto guida fluoro- tello chirurgico. Prima di iniettare il cemento può
scopica o TC. Per il trattamento delle vertebre essere eseguita una biopsia ossea con un ago tran-
cervicali e dorsali alte è cautelativamente indicato ciante da 16 Gauge, introdotto coassialmente at-
l’utilizzo della guida combinata TC e fluoroscopia, traverso l’ago della vertebroplastica. Infine, veri-
in quanto con la TC si riconoscono meglio i pe- ficato l’esatto posizionamento dell’ago all’interno
duncoli ed è più facile stabilire l’inclinazione del- del corpo vertebrale, si procede alla preparazione
l’ago sul piano assiale. Per eseguire la procedura il del cemento. Il PMMA, costituito da cemento in
paziente viene posizionato prono sul tavolo an- polvere unito a un catalizzatore liquido, viene
giografico. La posizione prona è indicata nel trat- amalgamato in un contenitore sterile fino a otte-
tamento delle vertebre toraciche e lombari, mentre nere una consistenza scarsamente viscosa e caricato
la posizione supina per le vertebre cervicali. Per all’interno di un sistema d’iniezione a pressione.
ottenere la massima estensione della colonna due Sotto attento controllo fluoroscopico si inizia
cilindrici di materiale sintetico sono posizionati quindi l’iniezione a pressione del cemento, che
trasversalmente, uno sotto il torace e l’altro sotto va interrotta, almeno temporaneamente, non ap-
la pelvi. Dopo aver localizzato sotto guida fluoro- pena si identifica uno stravaso extravertebrale. La
scopica la vertebra da trattare e i rispettivi pedun- proiezione laterale è preferita, poiché permette
coli, previa incisione della cute, si procede all’in- una precoce individuazione di leak endocanalari.
troduzione di un ago da biopsia ossea da 11-13 Quando i 2/3 anteriori del corpo vertebrale sono
Gauge. L’approccio classico transpeduncolare è riempiti e il cemento si è omogeneamente distri-
preferito nelle vertebre toraciche e lombari per la buito su entrambi i lati e tra le due limitanti,
sua maggiore sicurezza e può essere sia monolate- l’iniezione può considerarsi terminata. Nei pa-
rale sia bilaterale. Nel trattamento delle vertebre zienti con crolli osteoporotici, 2,5-4 ml di ce-
dorsali alte, per le ridotte dimensioni dei pedun- mento permettono un ottimo riempimento della
coli, si utilizza l’approccio attraverso l’articolazione vertebra, ottenendo sia la consolidazione sia la ri-
costo-trasversaria, mentre l’accesso postero-laterale duzione del dolore.
rappresenta un’alternativa poco utilizzata per il Il tempo di esecuzione della vertebroplastica per-
trattamento delle vertebre lombari. Nell’approccio cutanea è di circa 20-25 minuti per livello.

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Ministero della Salute

Si possono trattare più vertebre nella stessa sessione nel trattamento dei crolli di natura neoplastica.
in relazione alle condizioni cliniche del paziente La maggiore incidenza di complicanze riscontrata
e alla curva d’apprendimento dell’operatore. Ter- nel trattamento delle localizzazioni secondarie trova
minata l’iniezione del cemento la scomparsa o la spiegazione nella particolare permeabilità idraulica
riduzione del dolore è pressoché immediata e solo del sistema, nel quale la presenza della lesione neo-
in pochi casi si è dovuto attendere qualche ora. plastica, caratterizzata da una maggiore viscosità
In realtà il meccanismo analgesico conseguente rispetto al midollo osseo, comporta un aumento
all’iniezione di PMMA non è tuttora noto. di resistenza al flusso del cemento attraverso la
Il tempo di iniettabilità del cemento per effettuare struttura trabecolare; si viene così a generare un
una vertebroplastica si aggira tra i 4 e i 15 minuti. incremento della pressione intrasomatica con mag-
Al termine della procedura viene effettuato un giore rischio di spandimenti extravertebrali.
controllo TC, per valutare la diffusione di cemento Le complicanze sono:
e la presenza di eventuali complicanze emboliche • leak di cemento;
a livello toracico. • infezioni;
Il paziente viene tenuto a riposo in posizione supina, • fratture costali, degli elementi posteriori o dei
nelle 4 ore successive all’intervento, per permettere peduncoli;
la completa e uniforme consolidazione del PMMA • rischio di collasso dei corpi vertebrali adia-
all’interno del soma vertebrale (il cemento in genere centi;
si indurisce già dopo 20 minuti e raggiunge il 90% • reazioni allergiche;
della sua definitiva compattezza dopo 1 ora); il • sanguinamento nel sito di puntura.
giorno seguente viene dimesso. Un dolore localiz- I leak di cemento sono spesso asintomatici; deficit
zato a livello del punto di ingresso dell’ago può es- neurologici transitori, presenti in meno dell’1%
sere riferito nelle prime 72 ore successive alla pro- dei pazienti osteoporotici e nel 5% dei pazienti
cedura e trattato con blandi analgesici. con crolli di natura neoplastica, raramente persi-
Le complicanze associate alla vertebroplastica si stono oltre i 30 giorni e richiedono trattamento
distinguono in complicanze minori e complicanze chirurgico. Deficit neurologici permanenti sono
maggiori. quelli con sintomatologia di durata superiore ai
Le complicanze minori sono quelle che non ri- 30 giorni o che richiedono trattamento chirurgico.
chiedono terapia e che non generano sequele, op- Questi non sono stati riscontrati in pazienti osteo-
pure quelle che richiedono minima terapia (con porotici, mentre nei pazienti neoplastici hanno
breve periodo di osservazione intraospedaliera pre- un’incidenza del 2%. Le possibili localizzazioni
cauzionale) e che comunque non generano sequele. dei leak sono:
Le complicanze maggiori sono invece gravi rea- • discale e tessuti paravertebrali; sono solitamente
zioni avverse che richiedono terapia intraospeda- clinicamente silenti; comunque, nei pazienti
liera o un intervento chirurgico d’urgenza o che con osteoporosi severa leak maggiori possono
esitano in importanti sequele permanenti per il favorire il collasso dei corpi vertebrali adiacenti;
paziente. • spazio intracanalare e intraforaminale; possono
Il riscontro di complicanze secondo i dati riportati causare radicolopatia e paraplegia come risultato
in letteratura è inferiore dell’1% nel trattamento della compressione rispettivamente delle radici
delle fratture osteoporotiche e inferiore al 10% nervose o del midollo spinale. La radicolopatia

46
Trattamento non farmacologico delle fratture e dei suoi esiti 6

rappresenta una reazione avversa minore; questa loncino, è in grado di ripristinare la morfologia
si verifica per il contatto e il riscaldamento che del corpo vertebrale collassato, con conseguente
il cemento in fase di polimerizzazione produce riduzione della deformità cifotica, prima della sta-
sulle radici nervose emergenti. Per evitare questa bilizzazione con cemento osseo. La chifoplastica
complicanza, si dovrebbe immediatamente po- può essere eseguita nei metameri compresi nel
sizionare nei forami un ago spinale per iniettare tratto toracico. La selezione del paziente e le in-
lentamente una soluzione salina a raffreddare dagini strumentali preliminari sono analoghe a
le radici nervose. La radicolopatia può anche quelle della vertebroplastica.
richiedere una breve somministrazione di far- Le indicazioni all’intervento di chifoplastica sono:
maci antinfiammatori non steroidei (FANS) o • pazienti con osteoporosi severa dolorosa con
l’iniezione locale a livello dell’area interessata depressione o frattura da carico di una vertebra
di analgesici. La compressione midollare è in- toracica in contesto recente e/o sintomatico;
vece una complicanza maggiore che richiede • pazienti con tumori vertebrali dolorosi (metastasi
un’immediata decompressione neurochirurgica o mieloma) cui si associa un rischio di frattura;
al fine di evitare importanti sequele neurologi- • pazienti con angioma vertebrale sintomatico.
che permanenti; Le controindicazioni all’intervento di chifoplastica
• plesso venoso paravertebrale; può causare sono:
un’embolia polmonare, la quale però è solita- • pazienti con osteomielite nella vertebra inte-
mente periferica e asintomatica (microembolia ressata da frattura;
polmonare silente). • pazienti con coagulopatia non correggibile;
Inoltre, in base al rapporto tra il loro diametro mas- • pazienti con infezioni sistemiche o locali come
simo e le strutture circostanti i leak di cemento sono nel caso della spondilodiscite;
divisi in minori, moderati e maggiori. Vengono • allergia ai componenti utilizzati.
considerati stravasi di minore entità quando il loro La procedura viene effettuata in anestesia generale
diametro è minore di quello del peduncolo più vi- con paziente in decubito prono sul tavolo angio-
cino, di moderata entità quando questo è maggiore grafico. Vengono utilizzati due cuscini cilindrici,
di quello del peduncolo ma minore della lunghezza in materiale sintetico posizionati trasversalmente,
cranio-caudale della vertebra sana più vicina e, in- uno sotto il torace e l’altro sotto la pelvi, per de-
fine, di maggiore entità allorquando supera anche terminare la massima estensione della colonna.
la vertebra contigua come dimensioni massime. Gli approcci possibili nel trattamento sono due:
Le infezioni, così come le fratture degli elementi transpeduncolare e intercosto-vertebrale. In en-
posteriori o dei peduncoli, si verificano in meno trambi i casi si tratta di accessi bilaterali per offrire
dell’1% dei casi. La reazione allergica al PMMA un migliore ripristino della morfologia del corpo
è caratterizzata da ipotensione e aritmie. vertebrale.
Sotto guida fluoroscopica, utilizzando un arco a
6.1.2. Chifoplastica C che consenta un’adeguata visualizzazione del
È una recente evoluzione della vertebroplastica rachide nei vari piani dello spazio, viene identifi-
percutanea, effettuata per la prima volta da MA cato il punto di ingresso dell’ago da biopsia ossea
Reiley nel 1998 in California; attraverso il gon- da 11 Gauge.
fiaggio con mezzo di contrasto di cateteri a pal- Previa incisione della cute, l’ago da biopsia viene

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Ministero della Salute

avanzato con un’inclinazione, rispetto alla circon- fluoroscopico e monometrico. Si genera così una
ferenza immaginaria disegnata dal peduncolo, a forza radiale in grado di compattare circonferen-
ore 2 o 3 negli approcci destri e a ore 9 o 10 negli zialmente la spongiosa ossea in periferia, in modo
approcci sinistri. Tale inclinazione sarà più oriz- da aumentare la resistenza della corticale e di creare
zontalizzata, a ore 3 o 4 a destra e a ore 8 o 9 a si- una cavità intrasomatica. Le condizioni che im-
nistra, nel caso in cui sia presente un avvallamento pongono la cessazione dell’insufflazione sono co-
della limitante somatica inferiore. La progressione stituite da: riduzione della frattura, raggiungimento
dell’ago deve essere antero-medio-caudale; negli della massima pressione di gonfiaggio, completa
approcci transpeduncolari la punta dell’ago nella distensione del palloncino o contatto di questo
sua progressione all’interno del peduncolo non con le superfici corticali somatiche. Dopo la de-
deve mai superare il margine corticale mediale, il flazione e rimozione del catetere a palloncino, la
quale delimita lateralmente il canale vertebrale, stessa cannula di servizio viene utilizzata come via
per evitare di penetrare all’interno dello speco ver- d’accesso per la somministrazione del PMMA nella
tebrale. Successivamente viene inserito coassial- cavità preformata. Il PMMA è una miscela costi-
mente all’ago un filo di Kirshner, che viene utiliz- tuita da un composto in polvere (copolimero co-
zato come guida per far scorrere fino a 3 mm oltre stituito dal 68% da metil-metacrilatostirene, 30%
il muro posteriore del corpo vertebrale una cannula di solfato di bario e 2% di benzoile perossido)
di servizio (diametro esterno di 4,2 mm e uno in- unito a un catalizzatore liquido (monomero di
terno di 3,6 mm). Quando la diagnosi di natura metil-metacrilato in liquido sterile). Tale composto
della frattura è incerta, un ago da 16 Gauge coas- viene amalgamato fino a ottenere una consistenza
siale viene introdotto mediante la cannula di ser- altamente pastosa e poi caricato all’interno di can-
vizio per prelevare materiale bioptico da inviare nule riempitive dedicate. Le cannule riempitive
all’anatomopatologo. Successivamente viene creato, vengono fatte avanzare, attraverso quelle di servizio,
attraverso l’utilizzo di un trapano a mano (3,3 fino in corrispondenza del terzo anteriore della ca-
mm di diametro), un canale osseo intraspongioso vità ossea e il cemento viene rilasciato lentamente
con estremo distale a pochi millimetri dal margine a bassa pressione attraverso l’azione di una pompa
corticale anteriore. Questo permette l’inserimento a pressione, sotto continua guida fluoroscopica in
del catetere a palloncino all’interno del corpo ver- laterale per controllarne la sua distribuzione.
tebrale, il cui esatto posizionamento viene verificato Il numero di cannule che devono essere preparate
in fluoroscopia, in proiezione laterale, mediante è in relazione al volume finale raggiunto dal cate-
l’ausilio di due reperi radiopachi. La scelta del pal- tere a palloncino nella sua distensione e visualiz-
loncino da utilizzare per la procedura viene fatta zato sul display del sistema di gonfiaggio.
in relazione alla morfologia del corpo vertebrale. Spesso il volume di cemento è di circa 1-2 cc su-
Le misure disponibili sono 10, 15 e 20 mm con periore rispetto al volume finale di gonfiaggio,
un volume massimo di distensione rispettivamente per permettere al bolo centrale di interdigitarsi
di 4 ml, 4 ml e 6 ml. La medesima sequenza viene con la spongiosa circostante. Sotto controllo fluo-
successivamente eseguita controlateralmente. I pal- roscopico nelle due proiezioni ortogonali vengono
loncini all’interno delle due emivertebre sono si- rimosse le due cannule di servizio e suturate le
multaneamente gonfiati mediante una miscela di incisioni cutanee.
mezzo di contrasto (mdc) sotto continuo controllo Il tempo di esecuzione della chifoplastica è di

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Trattamento non farmacologico delle fratture e dei suoi esiti 6

circa 35-45 minuti per livello. Dopo il trattamento cifosi non solo può predisporre a rachialgie legate
devono essere eseguiti un controllo radiografico alla postura, ma anche aumentare ulteriormente il
tradizionale e la TC. Le complicanze sono analo- rischio di cadute. Il dolore cronico può essere cau-
ghe a quelle della vertebroplastica, con un minore sato dalle fratture vertebrali o essere il risultato di
rischio di leak, dal momento che il cemento si va anomalie posturali, come atteggiamenti ipercifotici
a distribuire all’interno di una cavità intrasomatica o scoliotici della colonna, con distensione abnorme
da noi preformata. Il paziente è tenuto sotto con- delle strutture legamentose. Una storia di frattura
trollo nelle 4 ore successive l’intervento e viene da osteoporosi, indipendentemente dalla localiz-
dimesso il giorno seguente. zazione, si associa a un rischio raddoppiato di li-
mitazione fisica e funzionale. Nonostante le con-
6.2. Riabilitazione seguenze delle fratture del polso sembrino meno
serie, l’abilità funzionale può essere anche in questo
L’osteoporosi provoca una riduzione della qualità caso influenzata negativamente a 6 mesi. Il piano
di vita in individui che altrimenti godrebbero di riabilitativo varia a seconda dell’età, del grado di
ottima salute. I professionisti sanitari hanno un osteoporosi e dello stato funzionale del paziente.
ruolo importante nel prescrivere un’adeguata atti- L’esercizio fisico in età adulta è molto importante,
vità fisica e nell’individuare strategie che possano in considerazione del fatto che lo scheletro adulto
migliorare la funzionalità fisica, ridurre il rischio è molto più sensibile agli effetti negativi dell’assenza
di caduta e gestire il dolore. Nella gestione dei pa- di carico rispetto agli individui normali. Numerosi
zienti a rischio di frattura da fragilità, la riabilita- studi hanno dimostrato che l’attività fisica può es-
zione muscoloscheletrica dovrebbe essere utilizzata sere utile nel mantenere o aumentare la densità
come preludio o anche in associazione alla terapia minerale ossea (bone mineral density, BMD), con
farmacologica, per migliorare la salute dell’apparato conseguente riduzione del rischio di frattura. Le
muscoloscheletrico e la qualità di vita e per ridurre donne in postmenopausa sembrano tuttavia essere
il rischio di frattura e di rifrattura. Le fratture nel- meno responsive a stimoli di uguale intensità ri-
l’anziano, soprattutto dello scheletro appendicolare, spetto alle donne in premenopausa. La maggior
sono legate a una scarsa qualità dell’osso associata parte delle fratture negli anziani si verifica in se-
a un aumentato rischio di caduta. Una maggiore guito a cadute accidentali e il rischio di caduta è
propensione alle cadute aumenta il rischio di frat- correlato al rischio di frattura, quindi la riduzione
tura, e le cadute sono frequenti dopo i 65 anni. delle cadute è importante anche per prevenire le
Inoltre, i soggetti affetti da osteoporosi sembrano fratture. L’esercizio fisico è importante per ridurre
avere una postura e una stabilità differenti rispetto le cadute ed è stato dimostrato che uno stile di
ai soggetti sani. Soprattutto nell’osteoporosi severa vita attivo si associa a riduzione del rischio di frat-
con fratture vertebrali multiple, l’ipercifosi dorsale tura di femore in donne anziane. Poiché una ri-
può provocare una riduzione dello spazio fra torace dotta mobilità e una compromissione dell’equili-
e addome, con aumento della pressione intra-ad- brio e della forza muscolare sono fattori di rischio
dominale e conseguente riduzione della capacità per caduta e per frattura, le strategie per la pre-
respiratoria e della tolleranza all’esercizio fisico, er- venzione delle cadute dovrebbero prevedere un
nia iatale, difficoltà digestive, reflusso gastroesofa- miglioramento dell’equilibrio e della forza musco-
geo e incontinenza urinaria. Lo sviluppo di un’iper- lare. Il mantenimento della forza muscolare nel

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Ministero della Salute

corso della vita si associa a una ridotta prevalenza legati al calore e all’assenza di carico ed è partico-
di limitazioni funzionali. La risposta dell’osso larmente utile per fornire al paziente la sicurezza
osteoporotico agli stimoli meccanici è diversa ri- necessaria a intraprendere un programma di esercizi
spetto agli individui sani, così come è differente a terra. Anche nei pazienti con osteopenia e osteo-
l’effetto dell’esercizio nel migliorare l’equilibrio e porosi si possono prescrivere caute mobilizzazioni
la forza muscolare. Tuttavia, esercizi sotto carico della colonna e massoterapia, evitando manovre
di intensità progressiva possono portare notevole vigorose. La prescrizione da parte di uno specialista
recupero di forza muscolare anche nell’anziano di esercizi per l’equilibrio e il rinforzo muscolare e
“fragile”. Il cammino non ha dimostrato effetti si- il cammino, associato a un’attività fisica adeguata
gnificativi sulla colonna o sul femore, probabil- e regolare, dovrebbero far parte di un programma
mente perché la sollecitazione sullo scheletro è di intervento multidisciplinare volto alla preven-
troppo lieve e ripetitiva. Mentre il cammino ha zione delle cadute e delle fratture nell’anziano.
numerosi effetti benefici sulla salute, esso non può
essere prescritto come attività di scelta per preser- 6.3. La Fracture Unit:
vare la salute dello scheletro. In pazienti anziani modello di percorso strutturato
osteoporotici lo scopo dell’esercizio fisico, più che multidisciplinare con ottimizzazione
stimolare il mantenimento della massa ossea, è dell’uso delle risorse esistenti
prevenire le cadute e migliorare la funzionalità fi-
sica. Nei soggetti osteoporotici sono da evitare le La Fracture Unit è un nuovo modello di assetto
attività ad alto impatto, i movimenti bruschi, i ca- organizzativo, proposto per dare risposte avanzate
richi flessori sulla colonna, i movimenti di torsione ai bisogni di salute del crescente numero di anziani
e gli esercizi dinamici per i muscoli addominali. che subiscono un ricovero ospedaliero a causa di
Si dovrebbero invece promuovere l’estensione del frattura da fragilità. La Fracture Unit è finalizzata
rachide e l’espansione del torace. La rieducazione a una gestione efficace ed efficiente degli eventi
posturale del tronco e degli arti inferiori è partico- fratturativi su base osteoporotica (soprattutto fe-
larmente importante per normalizzare le sollecita- morali e vertebrali, ma anche costali radiali, tibiali
zioni meccaniche. Una maggiore forza dei muscoli o tarsali), la cui incidenza è massima proprio nei
estensori del rachide si associa a minore cifosi to- soggetti di età superiore ai 65 anni. Il principio
racica. Ai pazienti va consigliata la posizione prona alla base del concetto di Fracture Unit consiste
o prona con appoggio sui gomiti per stimolare nell’ottimizzare in maniera collaborativa l’assetto
l’estensione della colonna dorsale. Gli esercizi a organizzativo delle diverse specialità potenzialmente
terra o in acqua possono stimolare la respirazione coinvolte nella gestione del paziente fratturato (an-
diaframmatica, rinforzare gli estensori dell’anca e ziano o giovane con gravi fattori di rischio per
del rachide e allungare la muscolatura degli arti. osteoporosi), semplicemente creando percorsi strut-
Non esistono ancora esercizi standard da prescri- turati che facilitino l’instaurarsi di sinergie stabili
vere per ridurre le cadute. In ogni caso c’è evidenza fra ortopedici, reumatologi, geriatri, ginecologi,
sufficiente che un programma adeguato debba es- endocrinologi, internisti, nefrologi, radiologi, psi-
sere ampio e comprendere esercizi per l’equilibrio chiatri, neurologi, oculisti, fisiatri. Ciò mediante
e il bilanciamento del peso, così come esercizi di protocolli condivisi da tutti gli operatori, visua-
resistenza. L’idrochinesiterapia può dare benefici lizzabili facilmente su apposite griglie esemplifi-

50
Trattamento non farmacologico delle fratture e dei suoi esiti 6

Inquadramento polispecialistico

Ricovero in reparto - Reumatologi - Ginecologi


Paziente Ingresso - Endocrinologi - Internisti
con frattura in ospedale (DEA) di ortopedia
e traumatologia - Cardiologi - Neurologi/Psichiatri
- Nefrologi - Fisiatri
- Oculisti - Radiologi

Eventuale ricovero - Assistenza riabilitativa


Dimissione - Fornitura ausili/protesi
per riabilitazione intensiva del paziente
in ospedale o in altra struttura - Assistenza domiciliare
(Distretto Sociosanitario)

Controlli ambulatoriali Medico di medicina generale


polispecialistici già programmati (supervisore/gestore
all’atto della dimissione del decorso del paziente)

Figura 6.1 Algoritmo esemplificativo del percorso del paziente fratturato all’interno del modello di Fracture Unit proposto.

cative*. Si tratta quindi di un intervento orizzon- parto di ortopedia/traumatologia). Infatti, se è im-


tale che investe esclusivamente il piano organiz- portante favorire le sinergie nell’ambito del per-
zativo delle strutture già esistenti, senza necessità corso ospedaliero, è altrettanto essenziale definire
di “inventare” nulla di nuovo e soprattutto senza un analogo percorso strutturato per il paziente an-
generare costi aggiuntivi. che per il post-acuto, cioè la presa in carico da
L’obiettivo è dunque definire e strutturare “a parte dei distretti sociosanitari (in particolare per
priori” un percorso multidisciplinare all’interno la riabilitazione e la fornitura di ausili e protesi o
del quale il paziente venga a inserirsi automatica- semplici protettori dell’anca) e dei medici di me-
mente al momento del contatto con la struttura dicina generale, ai quali compete necessariamente
sanitaria in seguito all’evento fratturativo. In tale la rivalutazione continua del paziente, il monito-
percorso strutturato, nel quale s’inseriscono i di- raggio della “compliance” alle terapie e ai successivi
versi specialisti, il paziente non sarà più oggetto di controlli specialistici prestabiliti al momento della
richieste di consulenze specialistiche demandate dimissione ospedaliera. Nella Figura 6.1 si riporta
alla discrezionalità del singolo medico di turno in un algoritmo esemplificativo del percorso del pa-
reparto, né dovrà più essere “commesso di se stesso” ziente fratturato all’interno del modello di Fracture
dopo la dimissione dall’ospedale (ovvero dal re- Unit proposto.

* Apposite griglie di facile consultazione codificheranno le principali casistiche di pazienti e le rispettive indicazioni a specifici
inquadramenti specialistici: per esempio, per i pazienti affetti da malattie autoimmuni dovrà essere richiesta una visita reu-
matologica (eseguibile anche dopo la dimissione dall’ospedale), i pazienti con deficit visivi saranno avviati a visita oculistica,
quelli con vertigini all’otorino e così via.

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Ministero della Salute

6.3.1. Principali caratteristiche di cadute da parte dei neurologi o degli psi-


del modello proposto chiatri; inquadramento di eventuali episodi
ipotensivi e lipotimici da parte dei cardiologi;
• Migliorare i livelli di salute della popolazione risoluzione da parte degli oculisti di eventuali
anziana e al contempo l’efficacia e l’efficienza problemi del visus potenzialmente in grado di
dei servizi sanitari già disponibili. inficiare la deambulazione (ma anche inqua-
• Prevenire il rischio di rifratture e ridurre il ri- dramento di sindromi vertiginose da parte
schio di cadute negli anziani, promuovendo dell’otorino).
modificazioni dello stile di vita (attività fisica, • Prevenire o limitare la disabilità attraverso la
alimentazione, fumo di sigaretta), nonché au- definizione di un percorso riabilitativo inte-
mentare il grado di autosufficienza conseguente grato (intra- ed extraospedaliero), con il diretto
a un evento fratturativi. coinvolgimento dei fisiatri (formulazione di
• Applicare un approccio basato sulle evidenze uno specifico piano terapeutico da modificare
scientifiche e sulle best practices internazionali progressivamente in base ai miglioramenti del
ai bisogni di salute in acuto dei soggetti anziani paziente).
con fratture da fragilità. • Favorire il dialogo tra gli specialisti che hanno
• Stimolare la collaborazione tra i chirurghi or- in cura il paziente in ospedale e i servizi terri-
topedici e gli altri specialisti operanti nella me- toriali afferenti ai distretti sociosanitari (es. ser-
desima struttura sanitaria (sia essa azienda ospe- vizi di riabilitazione, fornitura di ausili/protesi
daliera o azienda sanitaria locale), affinché il e protettori dell’anca, quantificazione del grado
paziente possa usufruire di tutti i più qualificati di disabilità).
servizi specialistici disponibili. • Strutturare sinergie tra gli specialisti ospedalieri
• Valorizzare il ruolo degli specialisti non orto- e i medici di medicina generale che hanno in
pedici nella gestione del paziente con fratture cura i pazienti quotidianamente e possono più
da fragilità, al fine di raggiungere un inqua- agevolmente monitorarne il decorso, la com-
dramento eziologico (e il trattamento) anche pliance terapeutica e i miglioramenti/peggio-
delle cause che hanno determinato il prodursi ramenti.
dell’evento fratturativo: per esempio, quanti-
ficazione dell’entità dell’osteoporosi con esami 6.3.2. I benefici attesi
radiologici o DEXA; inquadramento da parte
dei reumatologi di pazienti con artrite reuma- I modelli di Fracture Unit già sperimentati in Eu-
toide, alla base dell’osteoporosi che ha deter- ropa (es. in Inghilterra) e in altri continenti (es. in
minato fratture vertebrali o del radio prossi- Israele o Australia) hanno dimostrato un effetto
male; inquadramento da parte dei ginecologi positivo e misurabile in termini di riduzione delle
di gravi forme di osteoporosi postmenopausale complicanze post-fratturative, mortalità, durata
o da parte degli internisti e degli endocrinologi del ricovero e necessità di ulteriori ospedalizzazioni.
di osteoporosi dovute a disfunzioni di ghian- Nello specifico, l’adozione di un modello di Frac-
dole endocrine; inquadramento dei nefrologi ture Unit ha consentito una riduzione delle com-
di problematiche renali inficianti il metaboli- plicanze maggiori (come deterioramento cognitivo,
smo della vitamina D; valutazione del rischio piaghe da decubito, trombosi venosa profonda e

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Trattamento non farmacologico delle fratture e dei suoi esiti 6

sequele respiratorie o cardiocircolatorie) compresa e ai trattamenti riabilitativi. Infatti, l’attivazione


tra il 21% e il 45%, mentre la riammissione in del modello di Fracture Unit dovrebbe prevedere
ospedale a 6 mesi era abbattuta del 20% e la mor- l’integrazione dei servizi disponibili all’interno di
talità del 3%. Oltre agli evidenti benefici di salute una singola azienda ospedaliera o presidio ospe-
legati alla diminuzione della mortalità, ci si atten- daliero ASL con i servizi localizzati nell’ambito
dono positive ricadute economiche dalla riduzione della stessa azienda, ma logisticamente allocati in
delle complicanze e delle riospedalizzazioni, in ter- sede distaccata rispetto al reparto di ortopedia/trau-
mini di consumo di risorse. Massimizzazione del- matologia in cui è ricoverato il paziente con frattura
l’efficacia e dell’efficienza, dunque, ma anche ri- da fragilità, nel solco dell’organizzazione diparti-
cerca di una maggiore equità nell’accesso alle cure mentale già prevista dal vigente ordinamento.

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Ministero della Salute
n. 4, luglio-agosto 2010

7. Appropriatezza clinica,
strutturale-operativa e tecnologica
nella prevenzione
delle fratture da fragilità

7.1. Premessa: l’appropriatezza in medicina processo, all’interno di sistemi di eccellenza.


Molti sono i determinanti che sono tra loro in-
La domanda di prestazioni sanitarie è aumentata terconnessi quali la formazione, la gestione del ri-
negli ultimi anni in molti Paesi, evidenziando schio, l’audit, la medicina basata sull’evidenza
quindi il bisogno da parte degli stessi di dotarsi [evidence-based medicine (EBM) ed evidence-based
di strategie che migliorino la razionalizzazione health care (EBHC)], le linee guida cliniche e i
dell’offerta, utilizzando metodologie di lavoro ba- percorsi assistenziali, la gestione dei reclami e dei
sate soprattutto sull’appropriatezza delle presta- contenziosi, la comunicazione e gestione della do-
zioni erogate. cumentazione, la ricerca e lo sviluppo, la valuta-
Nell’ultimo decennio, il termine appropriatezza è zione degli esiti, la collaborazione multidiscipli-
stato l’elemento guida dei principali documenti nare, il coinvolgimento dei pazienti, l’informa-
programmatici del Ministero della Salute: Piano zione corretta e trasparente e la gestione del per-
Sanitario Nazionale 1998-2000, Piano Sanitario sonale.
2003-2005, Piano Sanitario 2006-2008 e la nor- Nel porre attenzione alla qualità dell’assistenza si
mativa sui livelli essenziali di assistenza (DPCM crea, quindi, la possibilità per gli operatori di pro-
29 novembre 2001), dove si legge che “le presta- cedere alla valutazione sia dell’efficacia che del-
zioni che fanno parte dell’assistenza erogata non pos- l’appropriatezza delle prestazioni erogate.
sono essere considerate essenziali, se non sono appro- Nel nostro sistema sanitario, che tiene conto oltre
priate”. che dell’universalità anche dell’equità, diventa
Infatti, nell’individuazione dei livelli di assistenza maggiormente necessaria l’implementazione del-
i principi alla base delle scelte si riferiscono non l’appropriatezza, elemento inderogabile per rea-
solo alla dignità umana, bisogno, solidarietà, ma lizzare l’equità, in quanto l’equità, intesa come
anche al principio dell’efficacia e dell’appropria- capacità di assicurare ciò che è necessario, garan-
tezza degli interventi, principio dell’efficienza e tendo il superamento delle disuguaglianze sociali
dell’equità. e territoriali, non può essere realizzata se non si
A livello operativo questi concetti si concretizzano attua un sistema di valutazione e di appropriatezza
nello sviluppo di un vero governo clinico che nell’accezione sia clinica, che professionale e or-
renda i professionisti responsabili e partecipi al ganizzativa, utilizzando un linguaggio comune

55
Ministero della Salute

nella definizione della stessa per evitare distorsioni alla base del lavoro vi è stata la constatazione che,
del suo significato fra tutti coloro che partecipano al momento, non sono disponibili evidenze scien-
al sistema. tifiche, né stime del rapporto costo-beneficio che
L’appropriatezza clinica, professionale e organiz- giustifichino l’impiego della densitometria come
zativa non devono essere considerate elementi screening generalizzato, ma essa trova indicazione
staccati, ma finiscono per influenzarsi reciproca- su base individuale in presenza di specifiche con-
mente. dizioni cliniche caratterizzate da un rischio.
È pertanto necessario che vi sia una crescita con-
temporanea dell’appropriatezza nei vari ambiti, 7.2. Appropriatezza clinica
con eliminazione delle inappropriatezze e conse-
guente risparmio delle risorse. 7.2.1. Appropriatezza diagnostica
In un sistema dove si vuole puntare all’eccellenza
è necessario prevedere modalità assistenziali che L’approccio al paziente con diagnosi sospetta o
tendano a organizzare il sistema puntando sul- accertata di osteoporosi si basa sulla valutazione
l’efficacia, sulla tempestività e sull’appropriatezza, clinico-anamnestica, biochimica e strumentale.
ponendo al centro del percorso il bisogno della Non vi sono studi in letteratura che documentino
persona con le sue specificità. Il sistema risulterà quale sia, nella valutazione iniziale del paziente,
particolarmente efficace se si adotterà un percorso l’approccio biochimico più efficace dal punto di
metodologico che passa attraverso l’identificazione vista del rapporto costo-beneficio.
delle priorità tra i bisogni della popolazione, con Le linee guida dei vari Paesi non sono omogenee,
la conoscenza di dati epidemiologici, creazione di soprattutto per quanto riguarda la prescrizione
sistemi a rete, con sinergia tra le varie reti e i vari delle analisi di secondo livello; al contrario, esiste
livelli nell’ambito della stessa rete, definizione dei invece un consenso internazionale sugli esami bio-
ruoli dei vari interlocutori, adozione di un atteg- chimici di primo livello (vedi Tabella 4.1), che
giamento culturale basato sull’appropriatezza degli devono essere richiesti in tutti i pazienti. Tuttavia,
interventi e sulla valutazione di efficacia degli si deve sottolineare come l’approfondimento delle
stessi. indagini di laboratorio sia in parte condizionato
In particolare vanno ricordati, come esempi di dalle regole del sistema sanitario vigente e dai di-
appropriatezza prescrittiva, la Nota AIFA 79 sulle versi regimi di rimborsabilità.
terapie per la prevenzione delle fratture e il DPCM Nell’ambito di questa problematica, un altro
5 marzo 2007, che ha integrato il DPCM del aspetto importante da considerare è rappresentato
2001, sull’individuazione dei criteri di accesso alla dalla necessità di un continuo controllo di qualità
densitometria ossea, con cui sono stati definiti i delle misurazioni eseguite.
fattori di rischio maggiore e minore che consen- Questo obiettivo è necessario non solo per garan-
tono di accedere a tale prestazione. tire la qualità nell’assistenza ai pazienti, ma anche
Per quanto riguarda la Nota AIFA 79, con essa per esigenze di risparmio da parte del Servizio Sa-
viene limitata l’erogazione da parte del Sistema nitario Nazionale.
Sanitario Nazionale di alcuni specifici farmaci a Infatti, misurazioni inaccurate, oltre ad avere un
determinate condizioni di rischio. effetto negativo sulla salute del paziente, aumentano
Per quanto riguarda il DPCM del 5 marzo 2007, i costi del Servizio Sanitario Nazionale. In queste

56
Appropriatezza clinica, strutturale-operativa e tecnologica 7
nella prevenzione delle fratture da fragilità

particolari situazioni, infatti, è spesso necessaria la denze di efficacia nel migliorare la massa ossea e
ripetizione della misura effettuata, o l’esecuzione nel ridurre l’incidenza di fratture. Utilizzando op-
di altri accertamenti, il che rappresenta una spesa portuni modelli di economia sanitaria è possibile
ulteriore e potenzialmente evitabile. Pertanto, elaborare per ciascuna terapia alcuni utili indica-
un’elevata qualità delle misurazioni di laboratorio tori farmacoeconomici, quali il costo per evento
non solo permette di ridurre i costi, ma fornisce evitato o per QALY (Quality Adjusted Life Year,
nel contempo un risultato migliore ai pazienti. unità di misura standard di qualità della vita) gua-
È pertanto auspicabile che nel prossimo futuro dagnato e di conseguenza stabilire su parametri
tutti i Servizi Sanitari Regionali attuino adeguati oggettivi le soglie di rischio per le quali un deter-
programmi di controllo di qualità dei laboratori. minato intervento terapeutico diviene appro-
priato, in quanto sostenibile per il Sistema Sani-
7.2.2. Appropriatezza terapeutica tario, anche in una prospettiva di equità di allo-
cazione di risorse per le diverse patologie.
L’appropriatezza di ogni trattamento farmacolo- Per i farmaci con provata efficacia nel ridurre le
gico e non farmacologico del soggetto a rischio di fratture da fragilità, l’AIFA ha identificato con la
frattura da fragilità deve essere basata sull’evidenza Nota 79 le condizioni di appropriatezza per la
di poter ridurre l’incidenza di nuove fratture. prescrivibilità a carico del Sistema Sanitario dei
Questo obiettivo può essere raggiunto sia miglio- diversi principi attivi disponibili. La Nota 79, seb-
rando la resistenza meccanica dello scheletro (au- bene periodicamente rivista per inserire nuovi far-
mentando la quantità e la qualità del tessuto os- maci o formulazioni, o per aggiornarne le indica-
seo), sia riducendo il rischio di caduta, una com- zioni, presenta tuttora alcuni punti sui quali esi-
ponente del rischio di frattura che contribuisce stono criticità e discussioni. In parte ciò è deter-
in misura crescente con l’aumentare dell’età, ma minato dalla continua evoluzione delle evidenze
che resta ampiamente sottovalutata nell’approccio disponibili, in parte dalla comparsa di nuove fasce
clinico all’osteoporosi. Il rischio di caduta può es- di soggetti a rischio, come nel caso delle terapie
sere ridotto promuovendo l’efficienza neuromu- anti-ormonali recentemente affermatesi nel trat-
scolare mediante l’attività fisica e la fisiochinesi- tamento dei pazienti con tumori della mammella
terapia specifica, ma anche eliminando le barriere o della prostata.
architettoniche e le situazioni ambientali che pos- Un’altra criticità per promuovere l’impiego clinico
sono esporre l’anziano al rischio di caduta, so- appropriato dei farmaci regolati dalla Nota AIFA
prattutto nell’ambiente domestico. Non va di- 79 nasce dall’attuale assenza di un regolare moni-
menticata l’importanza dell’insufficienza dei livelli toraggio dell’applicazione di queste disposizioni.
circolanti di vitamina D nel deteriorare l’equilibrio Controllo che dovrebbe essere rivolto a rilevare
e pertanto la necessità di promuovere in modo non solo l’incidenza di prescrizioni inappropriate,
diffuso livelli adeguati di questa vitamina nella ma anche quella della mancata prescrizione in si-
popolazione anziana, che in generale risulta essere tuazioni di appropriatezza, fenomeno per certi
a particolare rischio di insufficienza. aspetti ancora più grave, in quanto lesivo del di-
Come riportato nel Capitolo 5, esistono diversi ritto alla cura e potenziale fonte di complicanze
farmaci attivi sul metabolismo osseo e impiegati invalidanti. Particolarmente eclatante è il rilievo,
nel trattamento dell’osteoporosi, con solide evi- non solo italiano, che la maggior parte dei pazienti

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Ministero della Salute

ricoverati per frattura d’anca (o per altre tipiche 7.2.3. Appropriatezza del trattamento
fratture da osteoporosi) viene dimessa senza le op- chirurgico e approccio globale al paziente
portune indicazioni per una corretta definizione con frattura da fragilità
diagnostica e per la terapia della loro evidente
condizione di fragilità ossea. Bone healing nell’anziano
Va anche affrontato il problema delle discrepanze È noto che la conseguenza più grave ed eclatante
nel recepimento a livello locale delle indicazioni dell’osteoporosi sia la frattura da fragilità, ma non
di appropriatezza individuate dalla Nota AIFA è stato dimostrato che essa possa condizionarne il
79, per effetto di specifiche disposizioni regolatorie trattamento ortopedico. Tuttavia, la riduzione
che vengono adottate dai diversi enti locali (Re- della resistenza ossea potrebbe predisporre a com-
gioni, ASL, Aziende Ospedaliere) nell’ambito della plicanze come ritardi o difetti di consolidazione e
loro autonomia. Si verificano, infatti, casi di so- condizionare la stabilità degli impianti ossei, per
stanziali deviazioni, quasi sempre con effetto re- alterazione delle proprietà biomeccaniche dell’osso
strittivo sull’accesso alla terapia per il malato, ri- corticale e trabecolare. Numerosi studi hanno di-
spetto alle indicazioni di appropriatezza della Nota mostrato una correlazione significativa tra ridu-
79. Al fine di contrastare tali violazioni del diritto zione della densità minerale ossea (bone mineral
alla salute del cittadino appare indispensabile una density, BMD) e fallimento dei mezzi di sintesi.
regolare attività di monitoraggio dell’applicazione La BMD dell’osso trabecolare condiziona la resi-
dei criteri di appropriatezza e un’esplicita defini- stenza all’estrazione delle viti impiantate nel-
zione del carattere vincolante a livello nazionale l’omero prossimale, delle viti peduncolari a livello
delle Note elaborate dall’AIFA ed emanate dal delle vertebre lombari e di impianti di diverso
Ministero della Salute. tipo a livello femorale. Le complicanze correlate
Deve infine essere ricordata la necessità di inclu- a una scarsa qualità dell’osso a livello locale pos-
dere in modo più esplicito il miglioramento del- sono essere attribuite all’osteoporosi, mentre il
l’aderenza alle terapie tra gli obiettivi clinici prio- rallentamento nei processi di guarigione è tipica-
ritari del trattamento dell’osteoporosi. Purtroppo, mente legato all’età avanzata e alle comorbilità.
circa la metà dei pazienti interrompe la terapia La minore efficienza dei meccanismi riparativi
farmacologica entro un anno dalla prescrizione, può essere in parte spiegata, nell’anziano, anche
rendendola inefficace e generando un enorme dall’insufficiente vascolarizzazione del tessuto os-
spreco di risorse economiche. Risulta perciò in- seo, legata a una riduzione dell’angiogenesi, per
dispensabile intensificare gli sforzi per la messa a alterazione della cascata coagulativa, della produ-
punto e l’applicazione di modalità di gestione zione di fattori di crescita e per anomalie delle
della terapia dell’osteoporosi che siano in grado cellule endoteliali. D’altra parte, nell’osso osteo-
di migliorare in modo sostanziale l’aderenza nel porotico si osservano una minore responsività de-
lungo periodo alle prescrizioni terapeutiche. Ri- gli osteoblasti alle molecole segnale e una ridotta
sultati efficaci a questo scopo possono essere ot- produzione delle stesse. Infine, le cellule mesen-
tenuti soprattutto con lo sviluppo e la diffusione chimali con potenziale osteogenico sono meno
di modalità più accettabili di somministrazione numerose e crescono e si differenziano con mag-
dei farmaci e con programmi specifici di infor- giore difficoltà. Pertanto, nella scelta del tratta-
mazione, educazione e motivazione dei pazienti. mento più appropriato si deve tenere conto sia

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Appropriatezza clinica, strutturale-operativa e tecnologica 7
nella prevenzione delle fratture da fragilità

delle caratteristiche locali dell’osso sia delle con- pazienti protesizzati per frattura femorale da fragi-
dizioni generali del paziente. lità, la terapia farmacologica può migliorare l’osteo-
integrazione, riducendo così il rischio di mobiliz-
Strategie per migliorare l’outcome chirurgico zazioni e di fratture periprotesiche.
nel paziente anziano
A causa della maggiore frequenza di re-interventi Aspetti biomeccanici e mezzi di sintesi
dopo sintesi chirurgica di fratture da fragilità, si è L’osso è come una molla rigida: si deforma con il
cercato un approccio globale, che consentisse di carico e, fuori carico, torna alla forma originale.
migliorare i processi di guarigione. Oltre allo svi- I mezzi di sintesi sono caratterizzati da moduli
luppo di impianti nuovi e più adatti all’osso osteo- elastici differenti rispetto a quello dell’osso e, per-
porotico, si è valutato anche l’utilizzo di sostituti tanto, influiscono sulle sue proprietà biomecca-
ossei per migliorarne la stabilità. Le strategie per niche. Nella sintesi mediante placca e viti a livello
migliorare la sintesi nelle fratture osteoporotiche delle ossa lunghe, la stabilità della frattura si ot-
includono materiali con capacità osteoinduttiva e tiene mediante il contatto tra la placca e la corti-
osteoconduttiva, cemento o materiali riassorbibili cale ossea, legato alla tenuta delle viti, che nell’osso
(fosfato di calcio, idrossiapatite) per aumentare la fragile è così scarsa da determinare facilmente il
presa di viti e mezzi di sintesi. L’efficacia dell’idros- loro cut-out e la mobilizzazione della placca. Ne
siapatite nel migliorare la stabilità dei fissatori consegue una perdita della stabilità, con compro-
esterni, riducendo anche il rischio di complicanze, missione dei processi di guarigione. L’utilizzo di
è stata dimostrata in studi clinici su fratture di placche a stabilità angolare può ridurre il ruolo
polso e di femore. Altri studi hanno dimostrato la della tenuta delle viti nell’osso. Il principio del
capacità del cemento di aumentare la resistenza al chiodo endomidollare è diverso, poiché consente
pull-out delle viti. I cementi acrilici e quelli a base una lieve deformazione del sistema osso-impianto
di fosfato di calcio aumentano la stabilità primaria senza che la stabilità ne risulti alterata. Nella fis-
degli impianti nell’osso osteoporotico, anche se i sazione esterna le fiches non si comportano come
pochi studi randomizzati controllati non hanno viti e la resistenza all’estrazione non è più un pro-
fornito indicazioni precise sulle fratture che possono blema di primaria importanza. In questo caso il
maggiormente beneficiare del loro utilizzo. Gli sistema osso-impianto è intrinsecamente stabile,
studi su animali hanno valutato anche l’effetto di e un certo grado di instabilità può persino favorire
agenti antiosteoporotici sulla guarigione delle frat- il bone healing. Tuttavia, la perdita della riduzione
ture e sull’integrazione degli impianti. Le sostanze della frattura, il rischio di infezione e l’ingombro
ad attività antiriassorbitiva, anabolica o dual-action, del fissatore esterno ne limitano l’utilizzo negli
somministrate a livello sistemico o utilizzate local- anziani. Con l’avanzare dell’età molti pazienti di-
mente, potrebbero agevolare, accelerare e ottimiz- ventano meno attivi dal punto di vista funzionale,
zare i processi legati al bone healing anche nel- e la capacità di proteggersi con l’arto superiore
l’uomo, ed è in questa direzione che la ricerca si sta esteso, durante la caduta, diminuisce. Nei pazienti
muovendo. In pazienti già fratturati con scarsa qua- che mantengono una certa agilità sembrano più
lità dell’osso, la terapia farmacologica osteotrofica comuni le fratture del radio distale, che vengono
costituisce un valido ausilio per migliorare la resi- considerate tipiche del soggetto osteoporotico at-
stenza ossea, riducendo il rischio di revisione. In tivo e, quindi, anche con maggiori esigenze dal

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Ministero della Salute

punto di vista del recupero funzionale. Le fratture avere una comprensione ampia e completa dei ri-
scomposte del radio distale, nell’osso osteoporo- schi associati al trauma e delle opzioni di tratta-
tico, sono caratterizzate da una frammentazione mento disponibili. Accanto al trattamento corretto
tale da compromettere la stabilità della frattura della frattura si devono prevenire le principali
dopo la riduzione incruenta. Tuttavia, la sintesi cause di morbilità e mortalità nel postoperatorio.
chirurgica è spesso ancora più problematica, a A tal fine, devono essere prevenuti le complicanze
causa della scarsa tenuta offerta dall’osso osteo- tromboemboliche, le infezioni e il dolore. L’in-
porotico. In soggetti con riflessi meno efficienti, tervento chirurgico deve essere tempestivo per
più facilmente si verificano fratture scomposte e evitare sanguinamenti eccessivi, infezioni polmo-
pluriframmentarie della regione trocanterica in nari e insorgenza di piaghe da decubito. I pazienti
seguito a cadute su un fianco. Durante la caduta, con frattura femorale (se le condizioni generali lo
in un tentativo di difesa, una contrazione musco- consentono) dovrebbero essere sottoposti a inter-
lare energica provoca una sollecitazione massimale vento chirurgico entro 24 ore di “safe operating
sul femore prossimale e sul piccolo trocantere. time” (considerato come seduta operatoria ordi-
Questo fenomeno, associato alla torsione sulla naria che va dalle ore 8 alle ore 20), quindi in
diafisi femorale, aumenta l’energia generata dalla media entro 48 ore dalla frattura. È ormai dimo-
caduta sulla regione trocanterica e ne provoca strato da molteplici studi che riducendo entro
un’“esplosione”. L’osso trabecolare, con i suoi questi termini i tempi di attesa tra frattura e in-
ampi sinusoidi venosi, sanguina a livello dei tessuti tervento si ottiene una sensibile riduzione della
molli con poche barriere anatomiche naturali. Il mortalità a 6 mesi e si riducono le complicanze
sanguinamento può essere arrestato soltanto con postchirurgiche (Tabella 7.1).
la riduzione e la sintesi della frattura, che deve ri- È comunque importante che il paziente subisca
sultare accurata e sufficientemente stabile da ga- l’intervento non appena le condizioni cliniche lo
rantire una precoce mobilizzazione. Nella gestione permettono. In uno studio svolto recentemente
dei pazienti con osteoporosi e fratture da fragilità su 4284 pazienti, circa il 43% (1852/4284) degli
è necessario tenere presente che, nell’osso osteo- stessi presentava alterazioni cliniche generali alla
porotico, i processi di guarigione non sono inef- valutazione anestesiologica preoperatoria. Per-
ficienti, ma rallentati. La chirurgia non deve essere tanto, sarebbe opportuno che questi soggetti “fra-
meno accurata nei pazienti anziani, tenendo pre- gili” siano trattati in sedute operatorie dedicate e
sente che le proprietà biomeccaniche del tessuto
sono alterate e che il fattore principale nelle frat-
ture dell’anziano è la tendenza alle cadute e non
Tabella 7.1 Mortalità a 30 giorni in pazienti operati*
l’osteoporosi di per sé.
Il 1° giorno Tra il 1° e il 4°giorno Oltre il 4° giorno
Approccio globale al paziente dopo la frattura dopo la frattura dopo la frattura
con frattura da fragilità 8,7% 7,3% 10,7%#
L’ortopedico si trova di fronte a pazienti con frat-
* Mortalità in relazione al tempo di attesa dell’intervento secondo uno
ture da fragilità, acute o pregresse, in sedi diverse studio prospettico su 2660 pazienti over 65 con frattura di collo del
e con caratteristiche differenti, a livello sia ambu- femore: la mortalità a 30 giorni dalla frattura è del 10,7% (#, valore sta-
tisticamente significativo) se l’atto chirurgico avviene dopo il 4° giorno
latoriale che ospedaliero, ed è per questo che deve dall’evento fratturativo.

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Appropriatezza clinica, strutturale-operativa e tecnologica 7
nella prevenzione delle fratture da fragilità

pianificate in modo da garantire una corretta va- 7.4. Appropriatezza strutturale e operativa
lutazione preoperatoria, con risoluzione di pro-
blematiche mediche che potrebbero pregiudicare 7.4.1. Percorsi assistenziali
la riuscita dell’intervento. L’allettamento prolun- per la gestione integrata
gato, inoltre, può indurre complicanze circolatorie
e respiratorie, innescando una serie di conseguenze Per la gestione del paziente con fratture da fragilità
che, se non contrastate, conducono inesorabil- i costi sono elevati e aumenteranno proporzio-
mente verso la perdita dell’autonomia e il peg- nalmente all’invecchiamento della popolazione e
gioramento graduale della qualità di vita, con no- al costo degli interventi medici e di salute pub-
tevole aumento della mortalità. blica. Per la gestione di questi pazienti va pertanto
La riabilitazione deve essere precoce e compren- realizzata una forte integrazione fra territorio e
dere interventi mirati alla riduzione delle cadute, ospedale, per attivare interventi di prevenzione di
come esercizi di rinforzo muscolare e di manteni- ulteriori eventi acuti, garantire la continuità delle
mento dell’equilibrio. Assicurandosi che il paziente cure, monitorare il paziente, ridurre le recidive e
riceva una terapia adeguata e un follow-up ap- i ricoveri, anche mediante l’elaborazione di per-
propriato, il chirurgo ortopedico può contribuire corsi diagnostico-terapeutici condivisi. In questo
a ridurre il rischio di fratture successive. È im- campo è valido l’utilizzo degli strumenti della te-
portante che il soggetto venga inoltre informato leassistenza e del telesoccorso, che consentono,
sui cambiamenti dello stile di vita che possono per alcune condizioni cliniche, di assistere e mo-
migliorare la qualità dell’osso e ridurre il rischio nitorare i pazienti presso il loro domicilio.
di frattura (dieta, attività fisica, interventi per la Nel processo di implementazione della qualità
prevenzione delle cadute). Fondamentale è man- dell’assistenza è inoltre necessario:
tenere livelli adeguati di vitamina D e calcio e • favorire iniziative di informazione-formazione
prescrivere al paziente una terapia contro l’osteo- per i medici, che facilitino l’effettuazione di
porosi che si adatti quanto più possibile alle sue una diagnosi precoce;
esigenze, in modo da ottimizzare la compliance • implementare l’aggiornamento per medici e
al trattamento e garantirne l’efficacia. Sono ne- personale sanitario;
cessari studi mirati che consentano di adeguare • garantire percorsi ottimali per la diagnosi, il
ulteriormente le tecniche chirurgiche, le caratte- trattamento, l’educazione, la riabilitazione e
ristiche dei mezzi di sintesi e delle sostanze osteo- l’assistenza dei pazienti.
conduttive e osteoinduttive a un tessuto osseo Una risposta a tale approccio è rappresentata dal-
compromesso dal punto di vista sia qualitativo l’elaborazione e attuazione dei percorsi clinico-
sia quantitativo. Inoltre, sempre più rilevanza deve assistenziali condivisi fra territorio e ospedale, con
essere attribuita agli interventi mirati alla preven- disseminazione e implementazione di linee guida
zione primaria e secondaria delle fratture e alla basate sulle evidenze scientifiche, validate e con-
gestione globale del paziente con osteoporosi se- divise, e con interventi basati sulla multiprofes-
vera, sfruttando, se possibile, i farmaci antiosteo- sionalità e sulla multidisciplinarietà.
porotici non solo per ridurre il rischio di fratture, I percorsi assistenziali danno importanza ai criteri
ma anche per stimolare e ottimizzare i processi di appropriatezza professionale degli interventi e
riparativi. agli esiti di salute e quindi richiamano l’attenzione

61
Ministero della Salute

sul fatto che “il vero prodotto di un’organizzazione a essa correlate, può determinare una condizione
sanitaria non sono le prestazioni (i prodotti o out- di gravità e invalidità è il presupposto indispensa-
put), ma gli esiti (gli outcome)”. bile per un’efficace opera di prevenzione, è com-
L’ondata EBM, con la diffusione di rassegne si- pito del medico curante migliorare la sensibilità
stematiche e linee guida, ha favorito la spinta al- dei suoi pazienti verso l’osteoporosi, come già av-
l’utilizzo di percorsi assistenziali. venuto per altre malattie croniche di grande dif-
Le indicazioni degli ultimi Piani Sanitari Nazionali fusione, quali il diabete, le dislipidemie e l’iper-
2003-2205 e 2006-2008 evidenziano, con questo tensione arteriosa.
obiettivo, la necessità di ricercare differenti e nuovi L’osteoporosi è caratterizzata dall’importanza che
equilibri in cui il paziente, e non la malattia, sia assumono gli interventi di carattere preventivo,
al centro del sistema, di creare una rinnovata col- soprattutto quelli diretti a modificare comporta-
laborazione fra i vari interlocutori, non solo pro- menti e stili di vita, gli interventi di prevenzione
venienti dal mondo sanitario, per attuare una tra- delle fratture al fine di migliorare la qualità di
sversalità di interventi, esaltando al tempo stesso vita dei pazienti, riducendo al tempo stesso la ne-
il ruolo di un associazionismo responsabile. cessità del ricovero ospedaliero, gli interventi di
La ricerca di differenti e nuovi equilibri in cui la riabilitazione e gli interventi di integrazione nel-
persona e non la malattia venga posta al centro l’ambito sia sanitario sia sociosanitario.
del sistema richiede una migliore organizzazione Più che mai si rende necessario che si intervenga
dei servizi, una maggiore responsabilizzazione di in sede preventiva con l’obiettivo di ridurre i tassi
tutti gli interlocutori, compresa la persona, allo di ospedalizzazione e i tassi di menomazione per-
scopo di prevenire o ritardare il più possibile l’in- manente e si individuino strategie per migliorare
sorgenza delle complicanze. la qualità di vita dei pazienti, attraverso pro-
Pertanto, la sfida di una moderna cura della ma- grammi di educazione e informazione sanitaria.
lattia è la gestione del Percorso Assistenziale che Prevenire in questo caso significa rallentare e ri-
preveda, oltre alla centralità della persona, il lavoro tardare l’instaurarsi di condizioni invalidanti, che
d’equipe e interdisciplinare, la comunicazione, la hanno in comune un progressivo percorso verso
raccolta dei dati, il miglioramento continuo at- la non autosufficienza e quindi verso la necessità
traverso la valutazione dei risultati clinici e orga- di interventi sociali e sanitari complessi e costosi.
nizzativi, nonché il monitoraggio dei costi. È tuttavia possibile influenzare la storia naturale
Le fratture da fragilità costituiscono un rilevante dell’osteoporosi e quindi delle fratture da fragilità,
problema di salute pubblica, perché – in partico- non solo in termini di prevenzione e trattamento,
lare quelle del femore e del corpo vertebrale – ma anche di miglioramento della qualità di vita
causano un eccesso di mortalità e un vario grado della persona, riducendo il peso clinico, sociale
di inabilità permanente. ed economico della frattura stessa e dei suoi esiti.
In Italia la consapevolezza dell’osteoporosi e delle L’ideale è quindi la creazione di un sistema inte-
fratture a essa correlate è notevolmente bassa, con grato di rete, che consenta, attraverso la defini-
una percezione del rischio non superiore al 19% zione condivisa di modelli di gestione integrata
a fronte del 42% rilevato in Spagna e del 48% in sia sanitari che sociosanitari, di mantenere la vi-
Francia. Poiché prendere coscienza che si tratta gilanza clinica sui soggetti “a rischio di osteoporosi
di una condizione che, per le fratture da fragilità e a rischio di fratture”, tenendo presente che è

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Appropriatezza clinica, strutturale-operativa e tecnologica 7
nella prevenzione delle fratture da fragilità

possibile evitare un’eccessiva medicalizzazione di programmi gestionali particolari ha in sé pecu-


della prima dando enfasi a interventi di tipo pre- liarità anche relazionali, cliniche, comunicative,
ventivo non farmacologico. economiche, in cui ogni componente della rela-
Nella tutela assistenziale della persona con fratture zione assistenziale deve svolgere un’azione definita,
da fragilità la strategia ideale di approccio è il la- valutabile e quantificabile e in cui fondamentale
voro in equipe, con l’attivazione di modalità di è la centralità del paziente”.
integrazione tra l’ospedale, le strutture speciali- Sappiamo che il sistema sarà tanto più efficace,
stiche territoriali, i servizi distrettuali, la medicina in termini di miglioramento della qualità della
primaria e la crescita professionale di tutti i par- vita, quanto più gli ambiti saranno coordinati e
tecipanti al sistema, nell’ottica di un migliora- comunicanti tra loro, con una reale sinergia fra
mento degli standard assistenziali. medici, infermieri e tutte le figure professionali.
Nell’ambito della gestione delle fratture da fragilità È necessario adottare una linea di sviluppo che
lo specialista e il medico di medicina generale di- nella rete coinvolga accanto al paziente, oltre alla
vengono i punti di riferimento sia per quanto ri- famiglia, anche un volontariato affidabile, chiaro
guarda il processo di deospedalizzazione e il cor- ed efficiente, poiché è dimostrato che il coinvolgi-
retto utilizzo dei nodi di assistenza collocati nel mento dei familiari e delle Associazioni di volon-
territorio, sia in riferimento all’individuazione di tariato aumenta l’efficacia e l’efficienza degli in-
misure che possano prevenire o ritardare la disa- terventi e migliora lo stato di salute, nei suoi vari
bilità e la non autosufficienza. aspetti: biomedici, psicologici, relazionali e sociali.
È necessario un profondo rinnovamento che com- Il raccordo tra i vari nodi dell’assistenza e la ga-
porti il passaggio da una medicina di attesa a una ranzia di continuità delle cure, secondo un filo
medicina d’iniziativa, con la costruzione di un logico e scientificamente coerente, è oggi possibile
processo basato, in particolare, sulla rilevazione “costruendo e utilizzando un sistema informativo
dei bisogni e delle diseguaglianze nella salute, sulla che consenta l’analisi di dati epidemiologici, dei
definizione di percorsi di cura e di assistenza in- flussi dei pazienti, della tipologia e del grading di
tegrati, sull’organizzazione della medicina generale gravità della patologia”.
e sull’integrazione tra didattica, ricerca e assistenza. L’informatizzazione del sistema consente di veri-
Questo nuovo modello di assistenza integrata, ficare i cambiamenti del fenomeno, compren-
fondato sulla corretta informazione e formazione, dendo in tempi brevi i nuovi bisogni, e di avere
sulla partecipazione e integrazione dei professio- una possibile valutazione dell’efficacia e della qua-
nisti, pur appartenenti a unità operative diverse o lità della risposta sanitaria, permettendo al Servizio
a diversi livelli gestionali e sulla promozione della Sanitario di allocare in maniera razionalizzata e
partecipazione attiva del cittadino e dell’Associa- precisa le risorse.
zione di volontariato, deve prevedere una comu-
nicazione chiara, responsabile, condivisa ed effi- 7.4.2. Percorsi assistenziali per la
cace, in particolare fra gli operatori sanitari, fra prevenzione delle fratture da fragilità
Istituzioni e cittadino e fra operatore sanitario e
la persona con patologia. La diagnosi e il trattamento dell’osteoporosi per la
La gestione integrata presuppone quanto riferito prevenzione delle fratture da fragilità sono stati a
dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS): “l’adozione lungo considerati compiti dello specialista. Tuttavia,

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Ministero della Salute

la dimensione epidemiologica e demografica del fragilità la continuità assistenziale, in collaborazione


problema, la necessità di attuare strategie di pre- con il medico di medicina generale e con i servizi
venzione primaria basate sulla modificazione degli territoriali.
stili di vita della popolazione generale e l’esigenza All’interno di questo sistema di rete vengono con-
di identificare i soggetti con rischio elevato di frat- divisi sia i modelli di gestione integrata sanitaria,
tura in fase presintomatica rendono imprescindibile che terranno conto delle specificità locali delle ri-
il contributo della Medicina Primaria per la realiz- sorse e delle strutture sanitarie disponibili, sia i
zazione di una strategia efficace ed efficiente di ri- percorsi diagnostici e terapeutici per un utilizzo
duzione del rischio di frattura da fragilità. Infatti, appropriato ed efficiente delle risorse.
il medico di medicina generale è nella condizione
più favorevole per attuare uno screening clinico La Fracture Unit: proposta di un nuovo
sistematico dei fattori di rischio individuali, per modello organizzativo di assistenza sanitaria
identificare i soggetti in cui è appropriato procedere integrata multidisciplinare
con gli ulteriori accertamenti diagnostici strumen- La gestione attuale del paziente con fratture da
tali, di laboratorio o specialistici. Egli sarà anche fragilità presenta notevoli criticità e ampi margini
responsabile di gestire la terapia farmacologica e di miglioramento. È noto che dalla letteratura
non farmacologica nella maggior parte dei casi in internazionale si evince che a fronte di notevoli
cui sia indicata. Nella fase sia di diagnosi che di progressi delle tecniche chirurgiche, che consen-
trattamento, l’azione del medico di medicina ge- tono ormai il trattamento e il recupero funzionale
nerale deve essere inserita in un sistema integrato almeno parziale della quasi totalità delle fratture
di rete, che comprenda, oltre ai necessari servizi di da fragilità, la gestione postchirurgica di questi
diagnostica di laboratorio e strumentale (compresa pazienti è spesso inadeguata per quanto riguarda
la densitometria ossea), un servizio multispeciali- la prevenzione di nuovi eventi fratturativi. Infatti,
stico con competenze specifiche nella gestione benché la frattura da fragilità costituisca uno dei
dell’osteoporosi e delle malattie del metabolismo maggiori fattori di rischio per ulteriori fratture,
osseo, che svolga funzione di centro di riferimento solo una minoranza di questi pazienti viene av-
di II livello per la gestione dei pazienti con pro- viata a un appropriato iter diagnostico e terapeu-
blemi più complessi di diagnosi o di trattamento. tico dopo il trattamento chirurgico acuto della
Il centro di riferimento fornisce le consulenze dei frattura.
diversi specialisti che hanno un ruolo nella gestione Questo fenomeno non è solo italiano ed è attual-
del paziente con osteoporosi, ha le risorse strutturali mente al centro dell’attenzione in molti sistemi
e operative per procedure diagnostiche e terapeu- sanitari occidentali. Traendo spunto dalle espe-
tiche complesse (es. la somministrazione endove- rienze maturate in altri Paesi (Inghilterra, Israele,
nosa di farmaci ospedalieri, la prescrizione di far- Australia) è stato qui proposto (vedi Capitolo 5,
maci sottoposti a piano terapeutico) o per la ge- paragrafo 5.6 “Considerazioni critiche”) un mo-
stione di pazienti particolarmente fragili e con au- dello organizzativo di Fracture Unit con l’obiettivo
tonomia limitata. A questo livello si deve inoltre di migliorare la gestione clinica integrata del pa-
realizzare il necessario coordinamento con le unità ziente sottoposto a ricovero ospedaliero per frat-
di degenza ospedaliera di ortopedia e di riabilita- tura da fragilità.
zione, per assicurare al paziente con frattura da Il progetto di Fracture Unit consiste nell’ottimiz-

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Appropriatezza clinica, strutturale-operativa e tecnologica 7
nella prevenzione delle fratture da fragilità

zare in maniera collaborativa l’assetto organizza- sarà parte integrante del modello operativo e dovrà
tivo delle diverse professionalità potenzialmente essere affrontato anche con la produzione e di-
coinvolte nella gestione del paziente ricoverato stribuzione di brochure informative.
per fratture da fragilità e non richiede investimenti I modelli di Fracture Unit già sperimentati in altri
strutturali né personale aggiuntivo, ma solo una Paesi hanno dimostrato un effetto positivo e mi-
diversa organizzazione operativa. surabile in termini di riduzione delle complicanze
L’obiettivo è definire e strutturare “a priori” un post-fratturative, mortalità, durata del ricovero e
percorso multidisciplinare all’interno del quale il necessità di ulteriori ospedalizzazioni: l’incidenza
paziente venga a inserirsi automaticamente al mo- di complicanze maggiori si riduce del 21-45%, la
mento del contatto con la struttura sanitaria in riammissione in ospedale a 6 mesi del 20% e la
seguito all’evento fratturativo. In tale percorso mortalità del 3%. Inoltre, ci si attende una ridu-
strutturato, nel quale s’inseriscono i diversi spe- zione delle nuove fratture da fragilità grazie alla
cialisti, il paziente non sarà più oggetto di richieste prescrizione sistematica di appropriate terapie in
di consulenze specialistiche demandate alla di- pazienti che sono per definizione a elevato rischio.
screzionalità del singolo medico di turno in re-
parto. Al momento della dimissione dall’ospedale 7.4.3. Formazione
il paziente verrà inserito in un analogo percorso
strutturato, con la presa in carico da parte dei di- In Italia manca un percorso educazionale sul-
stretti sociosanitari (in particolare per la riabilita- l’osteoporosi, sia a livello accademico, sia per
zione e la fornitura di ausili e protesi o semplici quanto riguarda l’informazione della popolazione
protettori dell’anca) e dei medici di medicina ge- e ciò costituisce una rilevante carenza per ogni
nerale, ai quali compete necessariamente la riva- strategia di riduzione delle fratture da fragilità nel
lutazione continua del paziente e il monitoraggio nostro Paese.
della “compliance” alle terapie e ai successivi con- Nei corsi di laurea l’insegnamento sul metaboli-
trolli specialistici prestabiliti al momento della di- smo osseo e sulle sue patologie è variamente fram-
missione ospedaliera. mentato fra discipline diverse e lasciato alla sensi-
Pertanto la Fracture Unit è un sistema di rete nel bilità dei singoli docenti. È indispensabile che le
quale i diversi operatori adottano protocolli con- Scuole di Medicina siano incoraggiate a inserire
divisi, visualizzabili facilmente su apposite griglie un “Bone curriculum” nell’ambito dell’insegna-
esemplificative, con un responsabile del sistema, mento allo studente, traducibile in crediti educa-
che funge da coordinatore, collettore di informa- zionali. In modo analogo, le diverse Scuole di
zione e distributore di prodotti innovativi. Specializzazione che hanno attinenza dovranno
È auspicabile che venga implementato in rete anche ampliare lo spazio dedicato a quest’area.
un sistema su web, costantemente aggiornato per Per far sì che il percorso educazionale sia efficace
condividere le informazioni e tracciare i processi. e pervasivo, si devono dedicare risorse formative
Il progetto presuppone la partecipazione attiva ai pochi esperti in grado di insegnare l’eccellenza
del personale infermieristico con la formazione e la didattica elettiva andrà incoraggiata e imple-
di una specifica figura professionale, la “Bone mentata. Vanno altresì promossi i Master di se-
Care Nurse”. condo livello, perché saranno dei potenti mezzi
L’aspetto educazionale del paziente e dei familiari educativi, implementando anche le moderne tec-

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Ministero della Salute

niche di educazione a distanza, per la formazione lità: in particolare, gli strumenti di misurazione
delle professionalità necessarie nei Centri di rife- della massa ossea, alcune metodiche di laboratorio,
rimento e nei Centri di eccellenza. gli impianti protesici e le tecniche chirurgiche, i
L’educazione alla popolazione deve diventare isti- presidi impiegati in riabilitazione. Alcuni di questi
tuzionale, per poter far penetrare in modo diffuso aspetti verranno affrontati di seguito.
la cultura della prevenzione basata sullo stile di
vita, della diagnosi tempestiva con l’uso appro- 7.5.1. Metodiche di misurazione
priato dei moderni mezzi diagnostici e dell’im- della massa ossea
portanza della compliance a lungo termine
quando si rende necessaria la terapia. La misurazione della massa e della densità ossea co-
Infine, i bambini dovranno essere educati diretta- stituisce un cardine fondamentale nella diagnosi di
mente nelle scuole attraverso un sistema di giochi, osteoporosi e nella stima del rischio individuale di
personaggi e test che portino a risultati sovrappo- frattura, oltre che nel follow-up dei pazienti in tera-
nibili alla campagna di riduzione della carie. pia farmacologica. Vengono qui brevemente richia-
mate le definizioni delle varie metodiche in uso a
7.5. Appropriatezza tecnologica questo scopo, che sono trattate in dettaglio nel Ca-
pitolo 4, paragrafo 4.2 “Diagnostica strumentale”.
Alla base dello sviluppo economico di un Paese
va sicuramente collocato l’ingresso di nuove tec- Morfometria vertebrale
nologie. Pertanto, il Servizio Sanitario Nazionale, La morfometria vertebrale permette, su una ra-
nel confrontarsi con nuovi presidi diagnostici e diografia in laterale, la valutazione delle altezze
terapeutici, deve obbligatoriamente riconsiderare vertebrali (anteriore, centrale e posteriore) con-
sia gli aspetti organizzativi sia l’appropriatezza frontandole con quelle delle vertebre sopra e sot-
delle procedure diagnostiche e terapeutiche. tostanti. È un esame di fondamentale importanza
La Health Technology Assessment (HTA), nella va- per rilevare la presenza di fratture vertebrali.
lutazione di tali presidi e procedure, nel tenere
presente gli elevati costi di acquisto e di gestione, Densitometria a raggi X (DXA)
ha lo scopo di dare informazioni a coloro ai quali La densitometria a raggi X (DXA) misura la den-
spetta la decisione sulla scelta delle tecnologie, at- sità ossea delle principali sedi di fratture da fragilità
traverso l’utilizzo delle migliori evidenze scienti- (vertebre, anca, avambraccio) sfruttando il prin-
fiche, e sull’impatto sanitario, sociale, economico cipio dell’assorbimento differenziale da parte dei
ed etico. tessuti attraversati da un doppio fascio di raggi X
Inoltre, dovrebbe essere finalizzata anche a di diversa energia.
un’omogenea distribuzione a livello nazionale e
pertanto a una razionale erogazione dell’offerta, Ultrasonografia ossea quantitativa (QUS)
che eviti duplicazioni e quindi sprechi di risorse L’ultrasonografia ossea quantitativa (QUS) utilizza
o un’insufficiente offerta sanitaria. gli ultrasuoni per misurare alcuni parametri fisici
Tuttora manca un’applicazione sistematica dei prin- della struttura ossea, che risultano correlati alla re-
cipi della HTA in molti aspetti che coinvolgono la sistenza biomeccanica e al rischio di frattura in mi-
prevenzione e il trattamento delle fratture da fragi- sura parzialmente indipendente dalla densità ossea.

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Appropriatezza clinica, strutturale-operativa e tecnologica 7
nella prevenzione delle fratture da fragilità

Tomografia computerizzata quantitativa (QCT) con diversi apparecchi dello stesso modello. Per
La tomografia computerizzata quantitativa (QCT) cercare di limitare il più possibile le fonti di errore,
è un esame basato sull’emissione di raggi X che sono state sviluppate varie procedure di controllo
utilizza uno scanner TC fornito di software dedi- di qualità specifiche sia per gli strumenti a raggi
cato per il calcolo della densità volumetrica del X sia per quelli a ultrasuoni.
tessuto osseo. Gli errori di misura possono originare da varia-
zioni nel funzionamento dello strumento, oppure
7.5.2. Certificazione degli strumenti possono essere dipendenti dall’operatore. Anche
per densitometria ossea quando si impiegano apparecchiature molto mo-
derne e personale sanitario con elevato livello di
Per tutti gli esperti del settore sono evidenti i pro- competenza e addestramento, le prestazioni degli
blemi che derivano dalla mancanza di qualunque operatori e degli strumenti devono essere attenta-
verifica della qualità tecnologica dei differenti mente monitorate, controllate e certificate per ot-
strumenti proposti dal mercato per queste tecniche tenere la massima qualità.
diagnostiche (in particolare per i densitometri Al fine di ridurre la variabilità della misura di-
DXA e per gli apparecchi per QUS), che in taluni pendente dall’operatore, gli strumenti sono dotati
casi generano esami inaffidabili per accuratezza e di software che eseguono in modalità automatica
precisione. molte delle operazioni di raccolta e di analisi dei
È fortemente auspicabile che anche in Italia ven- dati. L’intervento dell’operatore rimane comun-
gano attuate delle normative per la certificazione que necessario in alcuni passaggi (es. il posiziona-
della strumentazione diagnostica, che non si limiti, mento) che possono modificare il risultato finale.
come oggi avviene, agli aspetti di sicurezza, ma È perciò indispensabile che queste procedure ven-
che contempli anche, sull’esempio delle procedure gano eseguite dall’operatore secondo modalità ri-
della Food and Drug Administration statunitense, gorosamente standardizzate.
la verifica della qualità delle prestazioni diagno-
stiche rispetto a standard predefiniti di accuratezza Densitometria ossea e tomografia
e riproducibilità, nonché la disponibilità di studi computerizzata quantitativa
nella popolazione in cui la metodica deve essere Le principali indicazioni per una corretta esecu-
applicata per la validazione dei valori di riferi- zione degli esami di densitometria ossea sono state
mento rispetto a strumenti certificati. pubblicate dalla National Osteoporosis Foundation
(NOF) nel 1988 e successivamente dall’Interna-
7.5.3. Il controllo di qualità tional Society for Clinical Densitometry (ISCD) nel
in densitometria ossea 1996. In questi documenti venivano elencate ri-
gorose procedure di controllo di qualità da ese-
Uno dei più importanti aspetti legati al corretto guire presso i presidi clinici dove si effettuavano
funzionamento degli strumenti di misura del tes- gli esami di densitometria ossea. Tali procedure,
suto osseo è l’adeguata riproducibilità della misura. indispensabili per la generazione di dati accurati
Questo coinvolge sia la riproducibilità di misure e precisi della densità minerale ossea, consistevano
eseguite da diversi operatori sullo stesso apparec- in tabelle di controllo, nell’ispezione visiva di gra-
chio, sia la riproducibilità delle misure eseguite fici di riferimento e nell’esecuzione di norme co-

67
Ministero della Salute

dificate che esitavano nella compilazione di tabelle tato a procedure molto laboriose e complesse,
che racchiudevano la somma dei vari punteggi poco utilizzate nella pratica clinica.
ottenuti seguendo i vari passaggi indicati nelle Il problema addizionale della cross-calibrazione di
procedure. In particolare, tutti questi metodi ri- diversi strumenti dello stesso tipo assume un’im-
chiedono che un fantoccio di calibrazione antro- portanza determinante nella conduzione degli studi
pomorfo sia scannerizzato per stabilire un valore multicentrici. L’impiego di un singolo specifico
basale e poi successivamente per stabilire valori phantom per tutti gli strumenti e di un singolo
longitudinali di riferimento (precisione in vitro a monitor per effettuare il controllo può essere con-
breve e a lungo termine). La calibrazione con il siderato la soluzione migliore da adottare.
fantoccio deve precedere l’esecuzione dell’esame Infine, bisogna comunque sottolineare che, anche
densitometrico sul paziente. Il fantoccio è pro- quando i dati densitometrici sono ottenuti da uno
gettato per simulare una regione dello scheletro, scanner che funziona correttamente, il risultato
di solito colonna vertebrale lombare e collo fe- può essere compromesso da una scarsa prestazione
morale, ed è costituito da concentrazioni note di dell’operatore relativa al corretto posizionamento
idrossiapatite o calcio carbonato racchiuse in una del paziente, in quanto gli errori che ne derivano
resina epossidica o di plastica che simula lo spes- possono interferire in maniera significativa con la
sore dei tessuti molli. misura densitometrica ottenuta.

Ultrasonografia ossea quantitativa 7.5.4. Nuove tecnologie per la diagnosi e il


La strumentazione a ultrasuoni richiede un co- follow-up dell’osteoporosi e delle fratture
stante controllo della calibrazione in termini sia
di caratteristiche del segnale emesso sia di velocità L’attività di ricerca è indirizzata soprattutto allo
di propagazione dell’impulso emesso dalle sonde. sviluppo di nuove applicazioni della DXA, della
Il controllo del corretto funzionamento delle TC e della RM, finalizzate allo studio di parametri
sonde e la calibrazione sono operazioni comune- geometrici e microstrutturali del tessuto osseo,
mente richieste da tutti gli strumenti sul mercato; quali nuovi indicatori della competenza biomec-
ogni tipologia di strumento ha la sua propria pro- canica dell’osso in grado di cogliere alcune carat-
cedura di calibrazione e utilizza il suo specifico teristiche di rilievo della “qualità” dell’osso che
piano di calibrazione: di solito questo è in mate- sfuggono alle attuali metodiche puramente quan-
riale plastico o plexiglass. La procedura è in grado titative. In particolare, per la DXA l’active shape
di identificare errori o malfunzionamenti dello modelling a livello vertebrale e la HSA (hip structure
strumento e di segnalare ogni tipo di problema. analysis) del collo femorale potrebbero aggiungere
Alcuni strumenti possono mostrare una dipen- un contributo importante alla stima del rischio
denza della misura dalle condizioni ambientali: di frattura.
per esempio, gli strumenti che misurano il calca- La micro-QUS (m-QUS), la micro-TC (m-TC) e
gno e utilizzano l’acqua come mezzo di accoppia- la micro-RM (m-MRI) a elevatissima risoluzione
mento sono sensibili alle variazioni di temperatura spaziale, unitamente alla RM quantitativa (QMR),
dell’acqua. Vari tentativi di effettuare controlli di forniscono parametri isto-morfometrici standard
qualità nelle strumentazioni che misurano il cal- della struttura ossea, quali la frazione di area tra-
cagno, specie negli studi longitudinali, hanno por- becolare ossea, lo spessore delle trabecole e lo spazio

68
Appropriatezza clinica, strutturale-operativa e tecnologica 7
nella prevenzione delle fratture da fragilità

intertrabecolare, indipendenti dalla densità mine- permette di fornire servizi di diagnosi e assistenza
rale ossea e che migliorano la predizione del rischio medica in maniera integrata, superando i vincoli
di frattura. Queste nuove tecniche di indagine della distribuzione territoriale delle competenze,
sono già disponibili e validate per applicazioni par- della distanza tra esperto e utente e della fram-
ticolari di ricerca su campioni di tessuto osseo e su mentazione temporale dell’intervento sul singolo
animali di piccola taglia. È prevedibile che in un assistito”.
prossimo futuro gli ulteriori progressi tecnici po- Oltre che sul versante di consulto di specialisti, la
tranno rendere applicabili queste tecniche anche telemedicina facilita l’integrazione ospedale-ter-
nella diagnostica clinica umana, rendendo concreta ritorio e delle cure domiciliari, rappresentando
la possibilità di eseguire delle “biopsie ossee vir- per alcuni percorsi uno strumento in grado di
tuali”, per ottenere in modo incruento una serie migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini
di dati fisici e strutturali del tessuto osseo, che po- e agli operatori sanitari.
tranno a loro volta essere associati ad altri parametri I campi di applicazione della telemedicina sono
in modelli matematici multivariati a elevata com- numerosissimi e in continua evoluzione; pratica-
plessità, per giungere a una stima più accurata del mente ogni branca della medicina può avvalersi
rischio fratturativo individuale. di questo strumento per migliorare l’esercizio delle
attività cliniche, assistenziali e didattiche.
La telemedicina Applicare la telematica in ambito medico significa,
La definizione più esaustiva del termine è senz’al- infatti, rispondere con tempestività alle esigenze
tro quella concordata a livello CEE da una Com- diagnostiche (telediagnosi) e terapeutiche (teleas-
missione di esperti, che ha redatto un documento sistenza) di cittadini distanti dalle strutture sani-
sulle prospettive di sviluppo della telemedicina in tarie o comunque impossibilitati a muoversi da
Europa [Advanced Informatics in Medicine (AIM), casa, fornire una risposta valida ed efficace in caso
1990] con l’obiettivo di migliorare la qualità dei di malati cronici o anziani e un supporto indi-
servizi sanitari, facilitare la formazione professio- spensabile nelle urgenze (telesoccorso), favorire
nale di medici e infermieri e ottimizzare il trasfe- l’aggiornamento scientifico (teledidattica) e il col-
rimento qualificato di dati ed esperienze tra i vari legamento interattivo tra medici (videotelecon-
Paesi europei. sulto) con condivisione dinamica di informazioni,
Secondo la Commissione, la telemedicina è “in- cartelle cliniche digitali, tracciati diagnostici, im-
tegrazione, monitoraggio e gestione dei pazienti, magini biomediche, che si “muovono” in tempo
nonché educazione dei pazienti e del personale, reale e con la massima definizione.
utilizzando sistemi che consentano un pronto ac- Il teleconsulto è una delle principali applicazioni
cesso alla consulenza di esperti e alle informazioni della telemedicina. Esso permette di ridurre al
del paziente, indipendentemente da dove il pa- minimo i disagi per il paziente, sia per visite di
ziente o le informazioni risiedano”. follow-up, sia per richiedere il parere di uno spe-
Il Programma Nazionale di Ricerca e Formazione cialista. La teleriabilitazione offre la possibilità,
per la Telemedicina (DM MURST 20/4/90) in- per il paziente, di ricevere a domicilio terapia e
dica la telemedicina come “una particolare mo- indicazioni sulla fase di riabilitazione post-trauma.
dalità di erogazione dell’assistenza sanitaria da L’Italia è all’avanguardia nella fase di ideazione e
parte delle istituzioni presenti sul territorio, che sperimentazione di servizi telematici innovativi

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Ministero della Salute

per la sanità, ma tali sperimentazioni non hanno tuale pratica clinica e dei dati EBM. Sarebbe op-
trovato allo stato attuale una realizzazione con- portuno che gli standard, una volta definiti, siano
creta. Pertanto lo sviluppo e la diffusione della “negoziati” a livello locale per essere poi ben accetti
telemedicina sono attualmente non adeguati per dai professionisti.
rispondere alle necessità degli assistiti. È necessario fissare anche gli standard minimi e
Vari piani sanitari nazionali hanno previsto l’uti- in ogni caso è bene rilevare che gli indicatori di
lizzo dello strumento della telemedicina. Il Piano qualità e gli standard non devono mai essere utiliz-
Sanitario Nazionale 2002-2004 ha previsto una zati “con eccessiva burocratizzazione e senza una
forte promozione della telemedicina. Il Piano Sa- valutazione critica”, ma devono sempre far parte
nitario Nazionale 2006-2008 evidenzia che nella di un percorso concordato e condiviso di miglio-
popolazione sparsa, nella quala non sia ipotizzabile ramento professionale.
l’impiego di sedi uniche, è necessario promuovere Nell’ambito dell’osteoporosi e delle fratture da
l’utilizzo dell’informatica medica, del telesoccorso fragilità a essa correlate, i più importanti indicatori
e della telemedicina, per i quali vanno definiti di esito sono l’incidenza di nuove fratture, la mor-
standard qualitativi, quantitativi e di accredita- talità nell’anno successivo alla frattura, la disabilità
mento. residua e il deterioramento della qualità di vita.
Nello stesso Piano Sanitario Nazionale, la tele- Sono poche le Nazioni in grado di rilevare in
medicina viene considerata uno “strumento vali- modo sistematico alcuni di questi indicatori, per-
dissimo per l’integrazione della rete assistenziale ché ciò richiede l’esistenza di un registro delle
che, portata al domicilio, facilita la deospedaliz- fratture e un’elevata informatizzazione del Sistema
zazione dei pazienti cronici e costituisce parte Sanitario, che includa anche la Medicina Primaria.
della rete sociosanitaria”. Anche nei Paesi scandinavi, indubbiamente i primi
a dotarsi di registri delle fratture, i dati disponibili
7.5.5. Definizione degli indicatori si riferiscono quasi esclusivamente alle fratture di
e degli standard femore. D’altra parte, una gestione sanitaria effi-
cace ed efficiente di un problema esteso e com-
La verifica della qualità del processo di cura è pos- plesso come quello delle fratture da fragilità è im-
sibile identificando specifici indicatori (di strut- possibile se non si dispone di una rilevazione con-
tura, processo ed esito) e i relativi standard, mi- tinua di questi indicatori. È quindi auspicabile che
nimi, accettabili e ottimali (golden standard). anche il Sistema Sanitario Italiano possa disporre
Gli indicatori devono essere scelti in base a una di un registro nazionale delle fratture da fragilità –
specifica strategia progettuale e devono possedere e in tal senso il Ministero sta operando –, stru-
alcune caratteristiche essenziali: rilevanza, perti- mento indispensabile per la rilevazione degli in-
nenza, solidità scientifica, possibilità di standar- dicatori di esito citati.
dizzazione, semplice e immediata valutazione, di- A titolo di esempio, si consideri il problema di pro-
mostrata possibilità di miglioramento e, se possi- grammare in modo adeguato il numero di posti
bile, una relazione multipla a più elementi del letto di ortopedia necessari nei prossimi anni. Nei
processo di cura. Paesi occidentali, per effetto del progressivo aumento
Gli standard possono essere identificati tenendo del numero di anziani, cui si sommerebbe una ten-
conto dei livelli di performance raggiunti nell’at- denza “secolare” di incremento dell’incidenza spe-

70
Appropriatezza clinica, strutturale-operativa e tecnologica 7
nella prevenzione delle fratture da fragilità

cifica per età delle fratture (fenomeno dalle cause più accessibile questo esame, che peraltro rappre-
non chiare, ma rilevato da numerosi studi negli ul- senta uno dei criteri della Nota AIFA 79 per la
timi 15 anni), viene previsto da molti un incremento prescrivibilità dei farmaci per l’osteoporosi.
del 50% circa del fabbisogno di posti letto di orto- E il problema non è solo italiano, dal momento
pedia nei prossimi 15-20 anni per far fronte all’au- che una recente indagine dell’International Osteo-
mento del numero assoluto di fratture di femore. porosis Foundation sulla diffusione e sulla modalità
Tuttavia, la diffusione del trattamento tempestivo di erogazione della densitometria ossea in diversi
dell’osteoporosi con farmaci sempre più efficaci nel Paesi del mondo ha rilevato che la produzione
ridurre il rischio di frattura potrebbe in parte o del media per strumento è di poco superiore a 1000
tutto compensare questo fenomeno. esami l’anno, quando con un uso regolare per
Appare quindi evidente che solo con un monito- otto ore al giorno nei giorni lavorativi se ne pos-
raggio costante delle dinamiche epidemiologiche sono eseguire oltre 7000 l’anno.
di questi fenomeni si possono programmare per Si è già accennato alla criticità della tempestività
tempo adeguamenti strutturali che richiedono dell’intervento chirurgico per contenere la mor-
anni per essere realizzati. talità dopo frattura di femore. L’intervallo tra frat-
Ovviamente la rilevazione di idonei indicatori do- tura e intervento è già rilevabile dalle schede di
vrebbe essere finalizzata alla definizione di altret- dimissione, ma finora non è mai stato oggetto di
tanti standard. monitoraggio sistematico da parte delle Autorità
A tutt’oggi manca un progetto in tal senso per Sanitarie, che invece potrebbero condizionare un
l’area dell’osteoporosi. Ne è un esempio la dispo- premio o una penalizzazione sul DRG rimborsato
nibilità e la distribuzione sul territorio di strumenti al rispetto di standard condivisi.
per densitometria ossea DXA, la metodica dia- Analoghe situazioni di insufficiente gestione e
gnostica di riferimento. Né a livello centrale, né a programmazione riguardano una serie di aspetti
livello periferico esiste una mappatura della di- della diagnosi, della terapia e della riabilitazione
sponibilità di tale metodica, che è presente nel del paziente con osteoporosi e fratture da fragilità.
Paese a macchia di leopardo, concentrata preva- È ragionevole attendersi che, attraverso un ap-
lentemente nelle grandi città, comunque spesso proccio razionale di gestione globale del problema
caratterizzata da lunghe liste d’attesa. Mancando della prevenzione e del trattamento delle fratture
una valutazione del fabbisogno di esami per la da fragilità, si possano realizzare sensibili economie
popolazione in cui è appropriato l’uso, ma anche di processo e si possano ipotizzare ragionevoli
del numero di esami eseguibili con ogni stru- obiettivi temporali e quantitativi nella progressiva
mento, diviene del tutto aleatoria ogni stima di riduzione dell’incidenza delle fratture da fragilità
quale investimento sarebbe richiesto per rendere e delle loro complicanze invalidanti.

71
Ministero della Salute

Scheda sulle strategie e azioni per la prevenzione e il trattamento delle fratture da fragilità ai fini programmatori

Criticità Obiettivo Strategie Azioni Partecipanti

• Disomogeneità • Rendere omogenea • Conoscere il grado • Monitoraggio • Ministero


nella applicazione l’applicazione di implementazione dell’applicazione • Associazioni pazienti
del DPCM del DPCM a livello a livello regionale • Società scientifiche
5 marzo 2007: locale • Regioni
Fattori di rischio • ASL
per l’erogazione
delle prestazioni
di densitometria
ossea

• Diagnosi • Migliorare le capacità • Migliorare la • Crediti educazionali • Società scientifiche


professionali nella formazione degli specifici nei corsi • Regioni
diagnosi differenziale operatori di laurea • Medici di medicina
(es. osteoporosi, • Favorire • Corsi di formazione generale
osteomalacia) la disseminazione postlaurea • Pediatri di libera
• Migliorare le capacità e l’implementazione • Progetti scelta
professionali per una di linee guida di implementazione
diagnosi precoce di linee guida

• Appropriatezza • Migliorare • Migliorare • Corsi di formazione • Società scientifiche


prescrittiva dei le conoscenze la formazione postlaurea • Specialisti
farmaci professionali degli operatori • Corsi di formazione • Regioni
• Mancata prescrizione per un’appropriata • Favorire a distanza • Medici di medicina
di supplementi prescrizione la disseminazione • Progetti generale
di calcio e vitamina D farmaceutica e l’implementazione di implementazione • Pediatri di libera
• Mancata terapia dopo (tipo e dosaggio) di linee guida di linee guida scelta
la prima frattura
• Incompleta
applicazione della
Nota AIFA 79

• Scarsa aderenza • Raggiungere almeno • Adozione di programmi • Studi di confronto • Società scientifiche
alle terapie il 70% di aderenza educazionali per tra modalità • Ricercatori
dell’osteoporosi a 12 mesi motivare diverse per • Medici di medicina
i pazienti all’aderenza aumentare generale e specialisti
• Sviluppo di farmaci più l’aderenza • Infermieri professionali
accettabili (facilità • Ricerca • Regioni
d’uso, tollerabilità) farmacologica • IRCCS e Università

• Scarsa conoscenza • Migliorare le conoscenze • Strategie • Campagne • Ministero della Salute


della problematica della popolazione di informazione di informazione e Ministero
relativa alle fratture sul problema e sugli alla popolazione • Corsi di formazione dell’Istruzione
da fragilità nella interventi preventivi • Informazione degli operatori • Regioni
popolazione ai soggetti scolastici • Associazioni pazienti
in età scolastica • Medici di medicina
• Formazione generale
degli operatori sanitari • Infermieri professionali
e scolastici • Pediatri di libera
su contenuti educativi scelta

72
Appropriatezza clinica, strutturale-operativa e tecnologica 7
nella prevenzione delle fratture da fragilità

Scheda sulle strategie e azioni per la prevenzione e il trattamento delle fratture da fragilità ai fini programmatori

Criticità Obiettivo Strategie Azioni Partecipanti

• Disomogeneità • Rendere omogenea • Conoscere • Monitoraggio • Società scientifiche


nella distribuzione la distribuzione la distribuzione della distribuzione • Regioni
territoriale territoriale
dei densitometri dei densitometri

• Disomogeneità • Utilizzare densitometri • Definire criteri di • Implementazione • Ministero


della qualità con caratteristiche qualità degli apparecchi dei criteri di qualità • Società scientifiche
dei densitometri di qualità • Regioni

• Mancata diagnosi • Raggiungere l’80% • Sviluppare e adottare • Studi di fattibilità


e cura dei pazienti di trattamento modelli operativi di tipo e validazione
con fratture dei pazienti dopo Fracture Unit per organizzare
da fragilità una frattura Fracture Unit
multidisciplinari

• Insufficiente • Migliorare • Inserire nozioni • Scuole di Medicina


formazione la formazione di metabolismo osseo • Scienze
del medico del medico nell’insegnamento Infermieristiche
e dell’infermiere e dell’infermiere delle Scuole • Scuole
professionale professionale di Medicina di Specializzazione
• Master Universitari

73
Ministero della Salute

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