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1 Romani 10:17
2 1 Giovanni 5:4
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E' sono sempre Parole che continuano a essere importanti per me.
Parole che mi contaminano, che mi cambiano, che mi indirizzano,
Parole talvolta cantate, perché non nascondo che mi piacciono
molto le passioni scritte da Bach o il Messia di Haendel.
Maria è seduta di fronte a Gesù (spiegare il fatto). Maria vuole
dare ascolto alle parole del maestro, Maria è l'esempio di una
donna che crede perché ascolta. Lei sente parlare Gesù di Dio, del
perdono, di un Dio che è amore. Le parole si fanno strada e
arrivano al cuore di questa donna di 2000 anni fa.
Maria non si può immaginare altro che essere seduta davanti a
Gesù e ascoltare le sue parole. A lei non interessa che così facendo
rompe le regole del suo tempo che impediscono alle donne di dare
ascolto ai maestri. Maria, nell'ascolto, sperimenta l'amore
inclusivo di Dio e sente profondamente la forza rivoluzionaria di
quell'amore che abbatte ogni muro di separazione, e con Maria ci
sono altre donne che lo sperimentano:
– la samaritana al pozzo di Giaccobe
– le donne che seguono Gesù e che fanno parte dei gruppo
itinerante dei discepoli come per esempio Maria Maddalena
La parola ascoltata rompe gli schemi della società, la forza della
Parola libera dalle restrizioni della cultura.
Marta invece è diversa. Probabilmente Marta è la padrona di casa.
Lei invita Gesù a casa sua e fa di tutto per rendere piacevole il
soggiorno del suo ospite. Gesù ha la fama di essere un buon
predicatore e un maestro capace di interpretare la legge.
Il suo darsi da fare però aiuta Marta di incontrare veramente
Gesù?
In Germania spesso ho fatto una simile esperienza. Nelle grandi
parrocchie luterane il pastore visita le persone nel giorno del loro
compleanno, almeno le persone che hanno più di 70 anni. Spesso
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però queste visite non mi hanno fatto conoscere le persone. Sono
venuto per parlare e per ascoltare ma mi dovevo limitare a
mangiare e bere.
E' bello essere ospite, ma ci sono anche dei rischi. Maria si
accorge che c'è di meglio per definire una relazione solo per
mezzo del fare.
Il psicoterapeuta e ex-sacerdote Eugen Drewermann scrive nel suo
commentario all'Evangelo di Luca: “Cara Marta, se tu mi inviti
cerca di fare ciò che avevi in mente, e non avevi certo in mente
una serata stressante piena di adempimenti. Perciò la tua protesta è
più che giustificata. Però, cara Marta, non risolvi il tuo problema
trasferendolo semplicemente su tua sorella.”
Talvolta la frenesia non aiuta e conviene spegnerla per poter
parlare della fede, della vita, delle gioie e dei problemi. Ascoltare
e parlare, dialogare quindi è importante.
Drewermann affronta in modo egregio la questione dello sfogo di
Marta contro sua sorella. A me ha sempre dato fastidio che Marta
si rivolge a Gesù per parlare di Maria invece di affrontare
direttamente sua sorella: “Signore, non ti importa che mia sorella
mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti.”
Sarebbe stato meglio rivolgersi direttamente a Maria invece di
“denunciare” sua sorella davanti a Gesù. Lei lo fa perché si fida
dell'autorevolezza di Gesù e vede in Gesù la persona giusta che
può dire a Maria cosa si deve fare quando c'è un ospite di riguardo
da servire, Marta si aspetta da Gesù che metta a posto Maria.
Maria deve dare una mano invece di sedersi lì e fare roba da
maschi.
Gesù non cade nella trappola di Marta, Gesù non fa ciò che Marta
si aspetta dal maestro, Gesù non entra nel gioco di lei, rivolge a
Marta delle parole che ella non si aspetta e la invita a vivere
meglio la sua relazione con l'ospite: “cara Marta ci sono dei modi
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migliori di relazionarsi con l'ospite, non ti limitare al fare e alle
apparenze, alle regole della società e della cultura. E' necessaria
un sola cosa, ascoltare le mie parole.”
Marta riceve parole di vita, parole che aprono gli occhi a ciò che è
veramente necessario, e il necessario, Luca lo descrive con
l'immagine della donna seduta di fronte a Gesù per ascoltare le sue
parole.
Visto che l'ascolto è importante, Gesù sceglie con cura le parole
che vuole rivolgere a Marta. Gesù si dimostra molto sensibile e
risponde con parole soft. Inoltre prende sul serio la questione di
Marta3, nonostante ciò indica il pericolo in cui Marta si trova, il
pericolo di voler definire la relazione per mezzo delle sue attività
da padrona di casa.
Il fare non può e non deve essere il contenuto esclusivo della mia
fede, è l'ascolto che apre al “va e agisci”. Ed ecco, siamo tornati
all'inizio del sermone per sottolineare l'importanza dell'ascolto e
dell'agire.
I commentari antichi vedono nel racconto di Marta e Maria due
forme di spiritualità: la vita contemplativa e quella attiva. Questo
modo di vedere il racconto non mi piace. La faccenda delle due
sorelle vuole mettere in risalto l'ascolto come la parabola del buon
samaritano vuole sottolineare l'importanza del fare.
E vi devo dire che in tutte le chiese ho trovato entrambi i tipi di
persone. Ci sono persone che apprezzo per il loro dono di saper
fare, di dare una mano, di non aver la paura di sporcarsi le mani.
Ma ho conosciuto anche le persone più incline all'ascolto, al
silenzio, alla preghiera, al contatto diretto con le persone, persone
che hanno il dono di fare visita ad altri e a confortare con la
parola.
E' bello trovare questa diversità anche qui nella nostra chiesa,
3 Marta, Marta, tu ti affanni e sei agitata per molte cose
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perché essa è un segno che ci vogliono il buon samaritano e
Maria. Amen.
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