Professional Documents
Culture Documents
1
quelle monoteiste, per impedire agli uomini l’incontro col Dio dell’Alleanza, cioè con Gesù Cristo,
perché solo in Gesù Cristo si è compiuta e realizzata la Promessa e la Salvezza.
2
Ugo Borghello, Liberare l’amore, la comune idolatria, l’angoscia in agguato, la salvezza cristiana, Ed. Ares, 2010/4
3
Concilio Vaticano II, Decreto Ad Gentes – Lumen Gentium n. 16.
4
S. Tommaso, Summa Teol, II, q.1-7
5
Benedetto XVI, Deus Caritas est, n. 12
2
Vita Eterna, visto che tutti dobbiamo morire. Gesù Cristo, riscattandoci col suo sangue, ci ha aperto
le porte del Paradiso, però sta ad ognuno di noi volerci entrare.
Salvezza significa paradiso, più che scampare all’inferno, e in paradiso ci va chi vive il
paradiso sulla terra. Salvezza vuol dire poter contare sull’amore di Gesù in ogni momento, un
amore più grande che permette di sentirsi amati anche quando gli uomini tradiscono (pensiamo a
quante famiglie soffrono per incapacità di amare). Senza Gesù presente, vivo, risorto, non c’è
salvezza ne’ su questa terra ne’ in cielo! Molti si salveranno per ignoranza: “Padre perdonali
perché non sanno quello che fanno”; però essere salvati per ignoranza è una grande disgrazia su
questa terra e nell’aldilà, per il purgatorio durissimo che dovrà purificare il cuore incapace di amare.
Il vecchio Simeone nel Vangelo, al momento di accogliere il piccolo Bambino Gesù fra le
sue braccia, esclamò davanti a sua madre che lo ascoltava trepidando: “Egli è qui per la rovina e la
risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione,(…)”. Come è possibile che Cristo sia
venuto per la “rovina?” Non è venuto per la salvezza? Ormai la figura di Cristo, vero Dio e vero
Uomo focalizza in sé tutto, sia il Vecchio che il Nuovo Testamento e pertanto Egli è segno di
contraddizione, cioè rovina per chi lo rifiuta, e salvezza per chi lo accoglie. Non c’è più una via
di mezzo: o lo si ama, o non lo si ama; o lo si accoglie o lo si rifiuta con tutte le conseguenze che ne
derivano per la nostra salvezza eterna. Anche gli Ebrei sono stati sottoposti a questa prova e non
hanno creduto in Lui! San Giovanni nel Prologo del suo Vangelo è chiarissimo “La legge fu data
per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. (…). (Gv. 1,17).
Perdere, rifiutare o fosse anche solo sottovalutare la fede in Gesù Cristo, vero Dio e
vero Uomo, Unico Salvatore, al punto da far esclamare a San Pietro che “Non è dato sotto il
Cielo un altro Nome per il quale possiamo essere salvati” (Atti, 4,12), ha delle gravi conseguenze
non solo per i cattolici, ma per tutti i popoli di tutto il mondo.
• Escludere Cristo è privarsi dei Suoi Sacramenti che sono i mezzi della Grazia che ci fanno
partecipi della Vita divina e orientano la nostra vita sulla terra verso scelte giuste e valide
per il bene nostro e di tutta l’umanità, cioè la cosiddetta “economia sacramentale”.6
• Emarginare Cristo diventa un peccato grave contro lo Spirito Santo, quasi un “deicidio”,
perché senza Cristo viene annullato lo stesso “Amore” su cui è fondato il cristianesimo. Per
questo sta avanzando sempre di più l’odio, la vendetta, il crimine, la malvagità sulla terra.
• Invocare un Dio vago e indefinito, sullo stile di come gli antichi adoravano i loro dei senza
volto, mentre Egli stesso ha manifestato la sua vita intima, invitando l’uomo alla Comunione
con Lui, perdonandolo, chiamandolo “figlio amato”, erede del Paradiso, riscattandolo
attraverso il sangue di Cristo e destinandolo, come Lui, alla gloria della risurrezione, è
misconoscere e rinnegare i due “Misteri” principali della nostra fede: “Unità e Trinità di
Dio; Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo”.
• Ignorare Cristo per un cattolico significa ignorare la Chiesa stessa, uscita dal cuore di Cristo,
quale “Sacramento universale di salvezza” perché, sempre unita in modo misterioso e
subordinata a Gesù Cristo Salvatore, suo capo, nel disegno di Dio, la Chiesa ha
un’imprescindibile relazione con la salvezza di ogni uomo”.7
Pertanto, conoscere e difendere le differenze dottrinali e teologiche che esistono fra le religioni, in
particolare fra le tre cosiddette “monoteiste”, non significa affatto fomentare le divisioni, gli odi, le
ripicche e ancor meno le guerre di religione, ma vuol dire difendere la Verità che è lo stesso Gesù
Cristo e pertanto significa difendere la libertà di coscienza di ciascuno.
patrizia.stella@alice.it
6
Catechismo della Chiesa Cattolica, Compendio, n. 220
7
Congregazione per la dottrina della fede, “Dominus Jesus”, l’unicità e l’universalità salvifica di Gesù Cristo e della
Chiesa. Ed. Dehoniane, Bologna, 2000