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| 4 STEFANO GINEVRA Appunti di tecnica vocale Sintesi delle lezioni del CORSO ‘DI TECNICA VOCALE organizzato dail’ U.S.C.l. DELEGAZIONE PROVINCIALE di COMO dal 6 Marzo al 18 Aprile 1982 a Villa S. Giuseppe - CREVENNA - di ERBA. Prop slreutore ed allEnte oxganlzzatoro, Ogni riprodvulone & vistas Dal CORSO DI TECNICA VOCALE, che tenni dal 6 Marzo al 18 Aprile del 1982 9 Villa S.Giuseppe in ERBA per conto della Delegazione provinciale dell*USCI (Unione Societs Co- rali Italiane) di Como, sollecitato a pid riprese dal presi dente provinciale Fabio Salvioni e dal sig.Guzzetti, che era- no latori delle esigenze di tutti i numerosi partecipanti al corso (direttori di coro e cantori), mi sono deciso a espunqe~ re questi “APPUNTI DI TECNICA VOCALE™. Ltho fatto cedendo anche a una nobile richiesta del M° FRANCO MONEGO, Presidente Regionale delLUSCI e docente di direzione corale al Conservatorio “G.VERDI" di Milano, che da tempo (in- sieme ad altri colleghi) persegue il fine di migliorare il Li- vello artistico delle nostre Societa Corali amatoriali e dei loro direttori. Dei tanti argomenti affrontati per tutte le durate del corso, ho scelto, cosi, di riproporre quelli che pid urgentemen~ te mi sembrano utili e indispensabili per avviare la realizzazio~ ne di quello scopo. La speranza é che sorgano, nel ricordo delle cose dette, interes- si tali da far consultare la enorme letteratura aia esistente sull"argonento, e soprattutto che si riguadagni il convincimento (gia affiorato come desiderio) che la sana pratica della tecnica vocale, unite ad una accurata preparazione musicale, sta alla base di ogni esito artisticamente apprezzabile, STEFANO GINEVRA Docente di Canto al Conservatorio “G.VERDI” di Milano-Direttore del Centro Studi Vocali*C.Monteverdi di Cremona. Da Villa S.Giuseppe- Crevenna-ERBA 18 Dicembre 1983 Capitolo 1 LA TRONIGA VOCALE Per tecnica vocale intendiamo i1 compimento di una norie ai opmrazioni razional mente ed intensionalmente condotte, mediante atti fioici ripetitivi, interes: santi l'apparato fonatorio e miranti ad utilizzarlo nel miglior modo possibile onde poter riprodurre tutti gli atti creativi esprimentesi nel linguaggio m= sicale ¢ interessanti 1'impiego della voce umana, con 0 senza 1'apporto della realta etrumentale. Da questo punto di vista 1a ricerca éi una "tecnica vocale", condotta in face @i studio, tende a fondare un equilibrio ottimale, il pit duraturo possibile, fra le varie componenti psico-neurologishe, anatonico-fisiologiche e acustiche; mentre nella fase professionale tende a finalizzare i risultati degli studi nel, la scelta esecutiva indirizzata verso uno o pil dei tanti stili e forme vocali- determinate dalla produzione dei compositori pili aderenti alle persoriali capa- cita foniche. In altri termini, il cantore, degno di tal nome, deve innanzi tutto conoscere il proprio corpo e soprattutto i propri mezzi vocali in modo da dominarli e impie- garli riducendone al minimo l'usura, Successivamente egli deve utilizzare le proprie capacita nella musica di insieme e corale e solo in casi eccezionali si indirizsera verso l'attivita solistica’scegliendo con criterio filologico il re pertorio pit consono alle sue caratteristiche. Sforzare infatti i propri meazi vocali per inseguire chimere esecutive dettate semplicenente da suggestioni di ascolto o da stati d'animo peregrini, non & indice di buon seneo, né di maturita professionale, né di cultura, né di sana autocritica. Tl raggiungimento di un normale livello esecutivo-amatoriale, nel miglior senso, comporta dunque la stabilizzazione di quegli equilitri © professionale che sia gia messi in luce prima, che perd nessun valore avrebbero se non poggiassero su qualita musicali innate e su una adeguata e eolida informazione sul linguagsic musicale. Capitolo IF LA RESPTRAZTONE mente pratici di questa trattazione cerchereno di essere Per 4 fini essens! concis{, rimandando alla bibliografia le indicazioni per neceonari ulteriori approfondimenti acientifict . Intanto dobbiano dire che quattro sono i cardini su cui ei impernea lo studio Gella tecnica vocale: I) 1a respirazione, 2) la emissione, 3) la articolacione, 4) la risonanza. Senza perderci in elencazioni troppo specialistiche, facciamo commque 1a cong ‘scenza del complesso apparato vocale proprio attraverso la descrizione di una corretta respirazione Se infatti la respirazione & la prima cosa che si insegna nel canto, da cui dipende gran parte dell'esito di una buona condotta fonatoria, utile @ anche l'avere una idea, per quanto propricettiva, dall'anatomia e fisiologia del~ Ltorgano vocale. Dunque la respirazione consta di due fasi: inspirazione ed espirazione. La ritmicita del respiro @ assicurata in forma riflessiva (o involontaria ) dai heuroni situati nel ponte e nel midollo allungato alla base del cervelletto in rapporto alla concentrazione di carbonio nel sangue. Tuttavia l'ampiezza e la frequenza del movimento respiratorio possono essere modificate in base ad atti volontari, come quelli necessari per gestire correttamente, e per fini artisti ci, l'attivita di fonazione. dilatando le Nell'ispirazione, l'aria viene aspirata preferibilmente dal nas narici ( e non comprimendole, come fanno alcuni erroneamente, causando cosi ui ostacolo e un fastidioso rumore). Indi essa passa nella faringe divisa in tre mediofaringe: 1a parete di allo specchio; parti (rinofaringe: a contatto con le fosse nasal: fondo del retrobocca, dietro e sottol'ugola, visibile guardandosi basso e ipofaringe: nascosta dalla lingua), sfiora la epiglottide (la cartilagi ne a forma di foglia, legata alla base posteriore della lingua, che, abbassando nf nella deglutizione sulla laringe, di cut fa parte, impedisce che vi penetrino le sostanze alimentari che vengono copi deviate nell'esofago), scende nella laringe, che in alto confina con la faringe © in basso con 1a trachea (la laringe, vera sede di produzione del sono, 8 una sorta af cono rovencisto conposto da uno scheletro cartilaginec opiglottide, tiroide, cricotde, arite noide-, da muscoli e da rivestinente micoso formante alla base inferiore due pieghe simnetriche: le false e le vere corde vocali, divaricate nella inpira sione). blaria infine passa nella traches, nei bronchi, ¢ penetra nei polmoni. Il principale muscolo respiratorio 8 il diafranma, una robusta e sottile Lami, na ai miacoli striato, a forma di cupola, attaccato a tutto,il margine cos! le, dallo sterno alla quarta vertebra lonbare. Il diafranma, in fase inepiratoria, contraendoai vero il basso, spinge i con tenuti addominali in avanti e in basco; mentre i margini costali gono aolleva tie epinti vereo l'esterno, in cid favoriti dai muscoli intercostali esterni Nella fase eapiratoria i pit importanti mscoli sono quelli della parete addo- ninale, che, contraendosi verso 1"interno, aunentano la pressione intraddomina Le apingendo i1 diafranma verso Ltalto. lel contempo i mscoli intercostali interni, favoriscono la diminusione del volume toracico, contraendo verso 1'in terno e il basso le costole. I polmoni cosi ei vuotano. L'aria passa nei bron chi, quindi nella trachea, al somo della quale 8 ubicata la laringe, nella cui parte inferiore sono collocate le corde vocali. Queste ultime nornalmente Ma nella fonazioue si tendono awicinando divaricate lasciano passare l'ari si (adduzione delle corde vocali), facendo resistenza all'aria ¢ mettendosi in vibrazione. Ne scaturisce quindi il suono nella frequenza (altezza) voluta. le onde sonore si propagano nell'aria verso tutte le direzioni. Verso ltalto risalgono, assieme all'aria espirata, la laringe, la faringe, penetrano nella cavita orale e si propagano verso l'esterno. TN SIVTESI PER LA PRATICA RESPIRATORTA: Nella prina fase inspirare profondanente dal naso, senza esagerare, dilaton do 1e narici, riempiendo i polnoni completamente (e non solo la parte superie re di essi: respirazione clavicolare, insufficente per il canto), con relati- va espansione del torace, dilatazione laterale delle costole (specie per le donne), abbasoamento del diaframma o spoutanento in avanti dell 'addone. faset contrarre gli addominali verso 1'interno in modo deciso, Wella secon na non violento, cosi da aiutare il diaframna nella suu azione di preasione Aria che va enesea alla base dei polmoni e di sontegmo della colonna di aril Jentamente ¢ dolcomente dalla bocca con im mandibola rilwesata, ol da permettere una adeguata apertura della bocca e della faringe, mentre la lingua viene adagia ta, senza contrazioni e rigonfiamenti, alla base della caviti orale, quasl a lambire 1a radice degli incisivi inferiori. REALIZZATO oid, i 8 pronti per lo studio della emissione vocale. Ma 8 consigliabile impadronirsi bene del meccaniso della reapirazione prima di tentare avventurose e pericolose prove. Pertanto ei suggeriacono 4 seguenti esercizi da eseguire per tutto il tenpo ne cessario alla loro rigorosa e perfetta esecuzione (tempo diverso in base alla apactta di apprendimento e alla coordinasione paico-fisica di ogi soggetto), tenendo presente che esi vanno osoguiti con la steasa modalita di una seduta fisioterapica, cio® con gradualita, con precisione, senza stancerai, nell ‘ordi ne, nell'aseiduita, e nelle durate stabilite: I-Inspirazione rapida-Tspirazione lenta " anterrotta da 1,2,3,4 pause (apiea) " bocca aperta, mandibola rilassata " lentu,afona di intensita crescente " lentissima "afona pensando alla vocale "a" scura "afona pengando alla vocale " "lenta pronunciando la vocale uw Lenta_pronunciando la "u" indi le "o,a,e,i" "Lentissima cronometrando la durata (da 7 a 17/25 secondi). Durante questi eeecesti non devono intervenire altri muscoli all’inf\uord i quelli gia sunnominati per la respirazione. i indicate, Won ai deve cantare, ma pensare 0 al massimo pronunciare le voc (ci ei accorgera delle diversita daliparlare normale nel pronunciarle, poiché si userd solo il movimento delle lingua per diversificarle. La mandibola e le le labbra in forma ovale rimarranno ferme o rilasciute, evitando le lore protrusioni dannosissime) ao La durata degli esercisi non deve euperare nel compleoso i 5 minuti. Gi esercisi vanno ripetuti alneno tre volte al giorno © comunque lontano dai pasti, onde evitare inutili danni alla digestione. E' buona norma, prima di intraprendere esercitazioni vocali, 1tessere certi in maniera aosoluta sulla propria efficenza fisica, Nei casi duvbit non avere paura a consultare medici o specialisti (foniatri soprattutto). Capitolo 3 CLASSIFICAZIONE DELLA voce Ci sembra utile, prima di procedere oltre. dare qualche consi~ glio sullo scottante problema della classificazione delle voc Classificare una voces compito arduo per tutti+ vuol dire defi~ nire l‘appartenenza di quella voce ad un determinato tipo ed estensione vocale. Come si sa, i quattro tipi fondamentali (o antichi) di voce so- no: soprano, contralto, tenore e basso, A questi si aggiungono (i pid moderni): il mezzosoprano ed il baritono, Una trattazio- costringerebbe a rilevare l’esistenza di altri it ne pid ampia ci tipi vocali supplementari e non (ad esempio il controtenore, controbasso, le diversificazioni fra soprani e tenori in leggeri+ lirici, drammatici e ciosi via di seguito). cosa che “stantibus rebus” tralasciamo di fare, Per classificare una voce bisogna prendere in esame: A) il TIMBRO: cioe la caratteristica psico-fieica di cui la presenza dei sovratoni, o armonici. la com- ponente macroscopica & mescolari alla nota fondamentale emessa: elemento importante; 8) la TESSITURA: cioé L’ambitoy o parte dell‘estensione in cui maggiormente si realizza una emissione naturale piena facile e morbida: elemento importante; C) la ESTENSIONE: cioé la quantita di frequenze, o note, possono emettere dal grave all’acuto (gamma vocale): elemento che si di importanza relativa; 0) il TEMPERAMENTO: cioé Le componenti psicologiche soggettive, naturali e di sensibilitd musicale: elemento di minore impor- tanzaz £) le CARATTERISTICHE SOMATICHE: cioé l’aspetto fisico in relazio ne alla struttura morfologica degli organi della fonazione: elemento di scarsa importanza, particolari (squilibrio tra scarso sviluppo to~ studiato canto, Bisogna tener presente che in casi componente glottidea e cavita sopraglottide, racico, ecc.) ¢ in soggetti ches o non hanno mai © \thanno studiato male, @ difficile in breve tempo dare un giu~ dizio onesto, E’ bene in questi casi avere la possibilita prima di rimuovere le cause degli sauilibri naturali o acm quisiti, poi di procedere alla classificazione, Cosa che pud durare anche qualche anno. In ogni caso & bene che si ricorra alla provata competenza di un maestro di canto per quanto attiene l‘aspetto fisico- acustico della voce, ad un foniatra (medico otorinolaringo- iatra specializzate in foniatria) per quanto attiene alla esplorazione della morfologia delle corde vocali e delle ca- vita di risonanza, Un utile elemento per classificare la voce, strettamente col- legato al punto 8) (la TESSITURA) @ quello che riguarda la co noscenza del“passaggio di registro” di ogni tipo vocale. disquisire con argomentazioni piu o meno sot- Tralasciando di definizione del passaggio, ci tili circa la “esistenza” o la Limitiamo semplicemente ad esporre quanto é patrimonio della nostra ventenhale esperienza. Ebbene, se si pone ad una voce tiva esorbitante al normale ambito che gli che essa evidenzia nella stragrande maggioranza dei per \’appunto inesperta una richiesta osecu- @ congeniales ecco casie un brusco mutamento timbrico volgarmente chiamato, pessaggio di registro”. L’accadimento di questo evento orienta in misura quasi decisi~ e della trattatistica zone di va il navigato conoscitore delle vo; relativa facendogli stabilire una corrispondenza tra passaggio” e “tipo vocale. Pertanto riteniamo utile dare qui di seguito uno specchietto relativo all'individuazione di massima plate due zone delle zone di passaggio (per ‘le donne sono cont: di passaggio) © un grafico delle estensioni per tipo vocale. GRAF ECO DELLE ESTENSTONT VE TIPO voraLe | TED ti estremi di ogni estensione IEE estensione tonale comprendente i toni bass TF extensions tonale comprendente 4 suoni medi EB cstensione tonate comprendente i suoni acu Estensione della voce umana duraate i can ura ilusra In cocropondenta tes Festensione eile varie voei ela possione tonate aus tasters det fonale dela ve ah cosversaiione per Toon fone per Tomo. von B" Festensione tonale dela voce di conversusone pet il bombing ta donna. SPECCHIETTO ZONE DI PASSAGGIO PER TIPO VOCALE, PRIMO PI RES/MI3 ZONA DI PASSAGGIO _D04/REA SIb3D04 BARITONO BASSO RED3/MI3 S13/RE3 MI3/FA~SOLD3 Capitolo 4 LA BMISSTONE k’emissione del suono vocale consiste innanzitutto nella emis~ sione del suono_laringeo:cioé nella regolazione costante e re ciproca fra tre fattori: 1. pressione del soffio respiratorio; 2, adduzione (o avvicinamento) delle corde vocali; 3. tensione delle corde vocali (vibrazione e produzione di frequenze). C18 presuppone la nozione di “attacco”. Secondo ta adduzione e abduzione (o separazione) delle corde vocali vere ed il tem- po stretto e prolungato contatto fra di loro si distinguono tre tipi di “attacco": a) attacco duro (come avviene nelle lingue germaniche) 0 “colpo di glottide, in cui L’adduzione & rapidissima ed il tempo di contatto @ abbastanza lungo: da scartare perché a lungo andare indurisce e stanca i muscoli vocali; b) attacco soffiato (come nell*arabo e nel greco antico) da alcuni chianato non molto esattamente come “aspirato™, in cui Uadduzione & lenta ed il suono comincia prima che le corde vocali siano avvicinate completamente, lasciando cosi sfuggire aria assieme al suono: da scartare, anche se molto meno pericoloso dell'attacco dunt ©) attacco_morbido o molle (come nell*italiano e in genere nelle Lingue néolatine @ slave), in cui la perdita d’aria che pre~ cede 'emissione del suono & pressoché trascurabile mentre il tempo di contatto ¢ breve: da scegliere e privilegiare perché é il pid eufonico. Tutto cid @ bene fissarlo nella memoria, avviene nella laringe @ cosi risulta essere l'organo primario della prdduzione della voce a causa delle corde vocali che in essa si trovano, Possiano renderci conto di questo fenomeno in maniera addirittura tattile, cioé premendo teggermente le dita sulla tiroide Co pomo d’Adamo) mentre parliamo o cantiamo, Resta comunque fondamentale (’apporto della respirazione ed special modo quello della fase espiratorio che con opportuni sercizi (ved. cap, 2) abbiamo ben esercitato e completamente oe doninato. Ora possiamo passare alla realizzazione dell’e: ta cioé al cosiddetto “immascheramento” del suono laringeo. It + Uoperazions con che vuol definire, in termini meno ermetic la quale cerchiamo di far giungere ta colonna di fiato, sono- rizzata dalle corde vocaliy fin sul palato anteriores o duro Cmaschera"), E cid con il puro sostegno diaframmatico (altri- menti appellate “cantare sul fiato"), ricavandone una indel bile sensazione propria oggettiva di dominio dell*emissione Cappoggio” palatale), sfruttando altresi in maniera ottimale la cavita orofaringea e tutti gli altri risonatori sopraglotti- dei (vedi cap, 5). A tale scopo diamo i seguenti consigli 1) cominciare ad esercitarsi pdr un certo tempo con emissioni a pratici: bocca chiusa. Taspirare profondamente, come descritto nel cap. 2. Ritrarre verso "interno gli addominali un attimo prima dell’attacco con it soto sostegno del diaframna (niente smorfie o gesti inconsultiy negsuna tensione del collo o elevazione delle spalle, ben piantati sui piedi leggermente divaricati, emet tere a bocca chiusa con le labbra dolcenente ripiegate tra i dentt incisivi superiori ed inferiori fra loro delicata~ mente prementesiy suoni procedenti per semitoni, ognuno te- nuto per la durata dell’espirazione e nell‘ambito naturalmen- te pid facile. Eseguire prima del mezzoforte con attacco mor indi bido. Poi iniziare dal pianos rinforzare l*intensit tornare al piano. la finalita dell‘esercizio consiste: nel dare al neofita la esatta nozione del punto di appoggio palatale anteriores la percezione dell’uso della cavité orofaringea (abituandosi a distinguerla dalle risonante toraciche), la comprensione del la necessité dell*impiego esclusivo del sostegno diafranna- tico (con \‘ausilio degli addominali) nella produziose dei suoni. 2) Mantenendo l‘esatto punto di appoggio provate con la bocca chiusa, procedere con \'aprire gradualmente la bocca fino al~ la forma ovale Genza protrisione delle labbra: enissione *tu- scura, o la “o bata", da scartare), cantando la vocale 3) a 5) (meglio ancora poi la “u"), Indi passare a vacalizzare con tutte le altre vocali nella successione: “uyorasnri”, mante~ nendo sempre lo stesso appoggio la stessa aapertura della bocca (si avvertira una modificazione della lingua per ogni vocale). Passare all‘esecuzione di due note precedenti per secondi mi~ nori prima, per seconde maggiori pois dalle note centrali a quelle cosiddette di passaggio, cantando con la vocale “u™. Lioperazione @ alquanto difficoltosa poiché si tratta di fon~ dere gradualmente i movimenti di rotazione intorno al proprio asse trasversale orizzontale e di spinta totale verso l’alto della laringes con lo sfruttamento progressive delle cavita superior abbandonando via via quelle inferiori (sempre meno incidenti? pur mantenendo l’appoggio palatale anteriore. Per la respirazione vale la pena forse ricordare che bisogna pren- dere in considerazione nella loro funzione di sostegno, non solo costali, ma anche quelle posteriore le parti antero-latera lombare del muscolo diaframma, Attuato il “passaggio” esattamente intorno alle frequenze pre~ scritte (vedi cap. 3), procedere alla esecuzione di scale a~ scendenti e discendenti, formate da cinque note con semi tono diatonico fra la terza e la quarta di esse, partendo dal medium, salendo all‘acuto e ridiscendendo al grave, vocalizzando con tutte le vocali. In fase ascendente, nel realizzare il passaggio, ci si accorge che la laringe ridiscende momentaneamente per poi risalire nelle note acute. In ogni casoy in fase discendentes va mantenuto l‘emissione del suono pid acuto, Ricordare tra l’altros che le vocali cosiddette chiare” tendono ad alzare la laringe. Per cui» pur non impedendo questo movimento naturale, bisogna eseguire le “evi”, oltre che la “a, soprattutto nel passaggio, ma anche nelle note acute. pensando alla “u". Abituarsi a tenere le note acute nel mezzoforte, con adeguato af~ flusso di fiatos ma senza forzature. -a- 6) Ricordare che é inutile e deleterio insistere troppo sulle note acute (come pure sulle estreme gravid, Esse saranno emesse con facilita e morbidezza, solo se si sara ottenuto un perfetto “immascheramento” nel centro della voce e nel passaggio", con la costante di una respirazione rigorosa~ mente corretta, 7) Concludere vocalizzando, con le stesse modalita, su tutti fino all‘ottava e con tutte le vocali+ condotto con pazienza anche numero di note i tipi di intervalti ricordando che nello studior per lunghi anni, @ importante non tanto it eseguite, quanto la loro corretta emissione, “ta Capitole 5 ARTICOLAZIONE E RISONANZA Se (‘altezza dei suoni é data dalle variazioni di lunqhezza, snes sore, tensione ed elasticita delle corde vocali; se inoltre l*inten sit@ ¢ data dalla quantita, o pressione, di fiato interessante le stesse pliche vocali; il timbro @ dato invece dalle cavita di risonan suono fondamentale Laringeor caratterizzan ze sopraglottiche, che amplificano il e+ in modo diverso, gli armonici che vi si formano, do ogni singola voce nella sua unicita irripetibile. IL numero e l‘intensité di questi armonici sono variabili in rela zione anche ai movimenti che modificano (allargando o restringen do) \tintero sistema di Cid avviene perd sia nella determinazione delle frequenze mento dal basso in alto della laringe). sia nella fase articolate delle vocali e consonanti(movimenti della dellipofaringe, dell*epiglottide, risonanz (movi rigs efoé nella pri Lingua, del velo palatinoy Si pud parlare comunque di timbro “chi prevalenti e piu intensi gli armonici acuti nel primo caso Ce que~ “chiare”“e, i”) 0 quan ecc.)- 0" © “scuro” quando sono sto si verifica nella pronuncia delle vocali do sono predominanti gli armonici gravi nel secondo caso (come ad Vocali “scure” esempio nelle vocali “or u"y vede & estremamente utile affrontare contemporaneamente le scambievoli in- come si i temi dell'articolazione e della risonanza, per fluenze che tra loro si determinano. Ltintero sis della voce umana pud essere schema~ tizzato in tre parti 1) Una porzione rigida e fissa, del mascellare superiore (seni ise che rinforza i suoni acuti (voce vol- che corrisponde al rinofaringe ed la sua azione ottimane avviene quan~ garmente detta “di testa"). (e non dal nasoz di- do \’aria esce esclusivamente dalla bocca fetto di nasalizzazione), ma trasmette le sue vibrazioni al pam la comunicazione buceo-nasale- lato molle per impedire 2) Una porzione, La bocca, rigida nella parte anteriore (palate duros dentid, mobile nella ‘sua parte inferiore (lingua) e la suoni (L‘appoggio palatale antem terale, che rinforza tutti riore garantisce infatti (*immascheramento della voce). - 13 - 3) Una porzione mobilissima, formata dal basso faringer ¢ dalla parte superiore della t ger che rafforza specialmente i Suoni gravis percepiti anche come sensazioni pronriccettive di risonanza tracheali e toraciche (voce volgarmente detta “di petto”), Per un principio di fisica acustica poi, risulta evidente come ogni risuonatore esalti tutta quella serie di suoni le cui fre~ quenze d’onda sono in rapporto semptice o multiplo con il “suo~ no proprio” che il risuonatore ¢ capace di porre in essere, fa- cendo vibrare t Ma poiché nel canto dobbiamo emettere non solamente suoni+ na ria in esso contenuta. sorattutto fonemi vocalici e consonantici, ecco che l’articola~ zione di questi ultimi determina nelle cavita di risonanza buc~ cale e faringea (in definitiva le zone pid interessate alla pro- nuncia)s a seconda delle modificazioni provocateviy risonanze armoniche dette “suoni formantici” o “zone formantiche”. In tal modo ogni vocale viene ad avere la sua zona formanticas in cui cioé al “suono proprio” del risuonatore si aggiunge l‘esaltazion~ ne di quegli armonici relazionanti con esso (secondo il gia ci- tato rapporto semplice o multiplo). Gli armonici dunque “colo~ rano” le vocali stesse. In altri termini essi fanno in modo che si possano nettamente distinguere le vocali fra loro, unitamente al proprio cromati- smo “chiaro” o “scuro”. Le vocali si articolano con specifiche posizioni assunte dalla punta, dal dorso e dalla base della lingua, nei confronti del palato duro e molle, dei denti, delle labbra, della faringe e persino della laringe, Sono tre le vocali che hanno una struttura sonora tipica: la isuT, mentre la “e” e la "o" rappresentano rispettivamente e dalla “a” alla “u. Perm una transizione dalla “a” alla “i tanto si distinguono “e” ed “o” aperte e chiuse e le 5 vocali della Lingua italiana divengono in realta 7, come si evince dal seguente “trangolo vocalico™s al cui vertice ¢ posta la vocale “a” considerata come “media a Le consonanti invece sono rumori formati dall‘urto della corm rente espiratoria contro zone diverse, pil a meno ristrattr del canale di uscita, 1 tuoghi di impatto vengono chiamati zone di _articolazione”, Da questo punto di vista esse consom a secon nanti possono raggrupparsi in occlusive e costritti da che l‘ostacolo sia completo (occlusione)s 0 incompleto (co~ strizione), Dallo studio dell‘emissione (cap. 4) abbiamo realizn zato che in definita le vocali sono fonomeni costituiti da un suono laringeo che (lo ricaviamo dal presente capitolo) viene modificato timbricamente dalle cavita di risonanza bucco-far suono larin~ ngee Ora le consonanti possonoa loro volta possedere it geo ed allora si dicono sonore, oppure non possederto ed allora si definiscono afone. Sono sonore: 8+D,GH (delle occlusive) © ViS dolce, J (delle costrittive), Sono P,TAK (delle om clusive) e FsS, Sc (delle costrittive). MeN, Ga (pur non Ue Si comportano comé sonore le occlusive nasaliz avendo suono laringeo), Hanno un comportamento molto simile a vocali invece le costrittive L (simile a “iy 6"), GL COD, RCE. Sono altresi afone: Z duro e Cir sonore: 2 dolce e Gi. €' ovvio che per il canto sono piu favorevoli le consonanti so- nore, poiché sono modulabili melodicamente. In realta nella pratica vocale le consonanti (specie nell ‘italian latino della musica sacra o liturgica) rappresentano di Tranne che net- no e nel fatto un momento transitorio anche se importante. le parole tronche dei testi poetici e nelle desinenze del latino, esse infatti riversano la responsabilita dell‘emissione sulle vocali che le sequono oy altrimenti, su quelle che le precedono. ’ dunque sulle vocali che in primo luogo bisogna concentrare Lfattenzione per l‘emissione e l‘articolazione. &' a tale scopo dato i relativi consigli pratici nel cap. 4. abbiamo gi Per ben articolare le consonanti+ che non sono affatto le ne~ miche del cantore, anzi quelle che lo aiutano a scandire i ritmi esaltanti i significati contestuali o allusivi della parola, con~ sigliamo di estendere adesso i vocalizzi indicati per le vocaliy con il solo accorgimento, abbinandole a queste ultime, di com minciare sempre con le consonanti sonore o con una vocale. Esempio 45 - “BA-DA-TA”, "80-00-10 "APMO-OR", “U-NO=TA “BU-DU-TU", “LA-DA~LA“, ~G0-00-LA”, Come si vede le combinazioni possono essere molteplici » tut te miranti a fissare le “zone articalatorie” di ciascuns con- Sonante in accordo con l“enissione vocalica e senza inutil traumi o forzature. In sequito si possono finalmente ant rer in sede di studio, quelle parole, e sono tante, che, pur Prestandosi alla filosofia della didattica articolatoria, > troveranno poi nel repertorio da eseguire. fAvouA T GASSA IT RISONANZA FE LARINGE 1. Corde vocal vere - 2, Conte S08. Muscolo linguate - 9 plating 12. Palato duo = CARTIFAGINE DELLA LARINGE Kate ponerione € teste) 1. epi SEDIONE SAGITTAL SPONSE TRastate DELLA LARINGE DELLS Lagi ser Thvotn y ‘ | | ASONANTA —— . - —__ INGE P CASSA DT HY Comenante OCCLUSIVE Com sWAary COSTRITTIVE: Then a Pe TIPO DI ARTICOLAZIONE valtian aNoIssauaW! a 23 BIBLIOGRAPTA G.SIWA "TL MAESTRO DI caUTO" Yo, 1 Fino 1y20 SAAUTERIMANZOCCHT. 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