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Divulgazione Scientifica

STUDIO DI ROCCE SEDIMENTARIE UTILIZZATE NEI BENI CULTURALI IN SICILIA

LE PIETRE E LA STORIA
M. Brai*, C. Di Stefano, T. Schillaci*

INTRODUZIONE e il Dipartimento di Biotecnologie Mediche e Medicina


Legale dell’Università di Palermo, il Dipartimento di Fi-
Nel settore dei beni culturali, la complessità delle proble- sica dell’Università di Bologna e il Dipartimento di
matiche connesse alla salvaguardia del bene storico-arti- Scienze e Tecnologie Chimiche e dei Biosistemi dell’U-
stico, alla sua preservazione e fruizione al pubblico, rende niversità di Siena.
essenziale l’uso di tecniche di indagini non distruttive e In Sicilia sono presenti numerose unità geologiche, le
non invasive, ai fini della diagnosi dello stato di salute del quali forniscono al paesaggio una relativa complessità.
bene stesso. A ciò si aggiunge la necessità della stesura di L’origine è prevalentemente di tipo sedimentario.
precise linee guida per una corretta progettazione di un E’ ben noto che le rocce sedimentarie, rispetto ai depositi
eventuale intervento di restauro. metamorfici e vulcanici, possono presentarsi maggior-
Nell’ambito della collaborazione scientifica avviata tra il mente tenere e, quindi, con una discreta facilità ad essere
Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative dell’Univer- modellate. Questa lavorabilità, caratteristica e vantaggio
sità di Palermo e il Centro Regionale per la Progettazione delle rocce sedimentare, è tuttavia un inconveniente ri-
e il Restauro della Regione Siciliana, particolare atten- spetto alla loro utilizzazione per il patrimonio culturale,
zione è stata rivolta allo studio di rocce sedimentarie sici- poiché questi materiali evidenziano spesso un’elevata po-
liane utilizzate nei beni culturali. rosità, con distribuzione e dimensione dei pori che por-
Allo studio partecipano inoltre il Dipartimento Chimica e tano al loro deterioramento per assorbimento d’acqua.
Fisica della Terra ed Applicazioni alle Georisorse Naturali Negli ultimi anni è diventato urgente effettuare in questi

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siti uno studio dettagliato sul loro stato di salute, riconsi- dei templi e di altri edifici.
derando allo stesso tempo le tecniche volte alla prote- I dati ottenuti saranno inseriti in un database e servi-
zione da differenti contaminanti dei materiali da costru- ranno alla valutazione degli indici di rischio per redigere
zione. le linee guida per una adatta terapia di preservazione e
Sono state scelte alcune aree archeologiche della Sicilia di un eventuale intervento di restauro.
particolarmente esposte ad un rischio integrato derivante
dall’azione di agenti inquinanti e da problematiche di sta- 1.1 XRD, XRF
bilità locale del territorio. Gli studi compiuti sono stati ri-
volti essenzialmente alle rocce sedimentarie siciliane: le La caratterizzazione mineralogica e geochimica è stata
arenarie di Agrigento e di Cusa, il travertino di Alcamo e effettuata mediante le tecniche di diffrattometria X
le calcareniti di Scicli. Nelle aree considerate numerose (XRD) e fluorescenza X (XRF).
sono le testimonianze del periodo Greco-Romano: i tem- Le misure XRD sono state effettuate con un diffrattome-
pli di Agrigento e di Selinunte, il tempio ed il teatro di Se- tro Philips X PERT, impostando una tensione di 40 kV e
gesta. Le calcareniti di Scicli sono invece rappresentative una corrente di 20 mA all’anodo di rame, con una velo-
del periodo barocco della Val di Noto. cità di rotazione della slitta portacampione di 2°/min.
Per le misure XRF è stato utilizzato lo strumento Philips
1 MATERIALI E METODI PW1400. I valori di tensioni e di corrente usati erano
compresi nel range 30-50 kV e 30-50 mA rispattiva-
Sono state effettuate analisi in laboratorio, ai fini della ca- mente. E’ stato utilizzato l’anodo di cromo per gli ele-
ratterizzazione geochimica e di struttura porosa su rocce menti leggeri e quello di tungsteno per i pesanti. I valori
campionate in cave e in aree archeologiche e rappresen- ottenuti sono stati corretti per la LOI (Loss Of Ignition) e
tative dei materiali da costruzione dei monumenti storici. sono mostrati nei successivi paragrafi.
A tale scopo sono state utilizzate differenti tecniche fisi- Entrambe le misure sono state effettuate mediante stru-
che quali la fluorescenza X (XRF), la diffrattometria X mentazione fissa da laboratorio.
(XRD), la microscopia ottica e a scansione elettronica, la Per confronto sono state effettuate misure con uno stru-
porosimetria Hg, il metodo gravimetrico, la Risonanza mento XRF portatile Lithos 3000 (Assing).
Magnetica Nucleare in imaging e rilassometria (MRI e
MRR) e la Tomografia Computerizzata (TC). 1.2 MICROSCOPIA OTTICA, SEM, POROSIMETRO
Nella tabella sotto sono riportati i siti di campionamento, HG, METODO GRAVIMETRICO
la litologia e la corrispondente area archeologica nelle
quali le rocce considerate furono usate per la costruzione Lo studio delle proprietà porosimetriche, distribuzione

Sito di Campionamento Litologia Area Archeologica

Villaseta (AG1) Calcarenite 1 Agrigento

Villaseta (AG2) Calcarenite 2 Agrigento

Agrigento (AG3) Calcarenite 3 Agrigento

Alcamo (TP1) Travertino 1 Segesta

Alcamo (TP2) Travertino 2 Segesta

Cusa (TP3) Calcarenite 4 Selinunte

Scicli (RG) Calcarenite 5 Noto

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dei pori e cinetica di assorbimento capillare, è stato effet-


tuato mediante l’uso di tecniche fisiche integrate. Nel pre-
sente paragrafo vengono esposte alcune di esse, riman-
dando ai successivi la descrizione delle altre tecniche
usate.

Le osservazioni al microscopio ottico e al microscopio a


scansione elettronica (SEM) permettono di osservare a
scale differenti frammenti prelevati dai campioni. Sono
state effettuate sezioni sottili e osservate al microscopio in
luce polarizzata.
Misure con il porosimetro Hg PW2000 (Carlo Erba), for-
niscono la distribuzione del raggio dei colli di accesso ai
pori, la valutazione della porosità media e della porosità
percentuale.
Il metodo gravimetrico (UNI 10859:2000), ha permesso
la valutazione dell’indice di capillarità e di assorbimento
capillare. quisizione dati della Stelar (Mede, Pavia, Italy).
Ulteriori misure sono attualmente in corso per la valuta- Decadimenti di rilassamento trasversali furono acquisiti
zione del raggio medio dei colli di accesso ai pori dei per mezzo della sequenza pulsata Carr-Purcell-Mei-
campioni considerati. boom-Gill (CPMG). Le curve di rilassamento longitudi-
nale furono acquisite mediante sequenze di Inversion Re-
covery.
1.3 MRI E MRR Le curve sperimentali sono state analizzate sull’assun-
zione di distribuzioni continue dei tempi di rilassamento
Studi sulla distribuzione dei pori e di cinetica di assorbi- per mezzo del software UPEN, un algoritmo di penaliz-
mento sono state effettuati anche mediante l’utilizzo di zazione inversa per i dati di decadimento multiesponen-
tecniche di Risonanza Magnetica Nucleare in imaging ziali.
(MRI) e rilassometria (MRR). Per le misure MRR sono stati prelevati campioni cilin-
Le misure MRI sono state effettuate mediante un ARTO- drici mediante carotaggio delle dimensioni di 7 mm di
SCAN (Esaote Italy), un tomografo NMR per arti, costi- diametro e di altezza, e quindi sono stati saturati in acqua
tuito da un magnete permanente di 0.2 T (gradiente di in- con la procedura già descritta nel caso delle misure MRI.
tensità di 15 mT/m) corrispondente a 8 MHz per 1H. I
campioni erano di forma cilindrica, aventi un diametro e
un’altezza di 10 cm rispettivamente. Sono state acquisite 1.4 TC E IMAGING
slices continue di 5 mm di spessore con la sequenza mul-
tislice Spin Echo (SE) impostando un tempo di eco TE = Le acquisizioni TC sono state effettuate mediante un to-
10 ms e un tempo di ripetizione TR = 900 ms. La dimen- mografo multidetettore Philips Brilliance 40. Sono stati
sione del voxel era di 0.5x0.5x5 mm3. preparati diversi campioni per ciascun luogo di prove-
Le acquisizioni delle immagini sono state effettuate sui nienza e su ciascuno di questi sono state realizzate imma-
campioni originali, tranne i campioni provenienti da Agri- gini TC costituite da 60 diverse slices di spessore 0.7 mm.
gento, dai quali sono state estratte carote cilindriche di Dopo il contatto con l’acqua, le immagini registrate a
diametro e altezza di 10 cm rispettivamente. tempi differenti, prima e dopo il trattamento con materiali
Nei campioni asciutti, l’imbibizione di acqua nei cam- protettivi, sono state utilizzate per la valutazione della di-
pioni è stata effettuata in condizioni di vuoto e successi- stribuzione e della dimensione media dei pori.
vamente sono stati avvolti in film di plastica, per evitare L’uso di adeguati filtri digitali e di tecniche di ricostru-
l’evaporazione dell’acqua. In particolare, il campione zione computerizzata, supportata dall’uso di strumenti in-
Travertino 1 è stato tenuto in acqua durante la misura a formatici dedicati e sviluppati allo scopo di analizzare
causa delle larghe e numerose cavità. mediante TC imaging le evoluzioni dinamiche del fronte
di bagnamento, permette la caratterizzazione delle cineti-
Le misure MRR sono state effettuate mediante un rilasso- che di assorbimento per capillarità nelle rocce sedimenta-
metro alla frequenza di Larmor di 20 MHz per mezzo di rie. La valutazione del numero di Hounsfield1 sulla strut-
un rilassometro basato sul campo elettromagnetico varia- tura a voxel delle immagini 3D dei campioni permettono
ble Jeol equipaggiato con Spinmaster, una stazione di ac- una stima della distribuzione della quantità di acqua al-

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BIBLIOGRAFIA

[1] T. Schillaci, M. Brai et al., Environmental risk assesment


around archeological areas of Sicily, Geoitalia 2005
[2] T. Schillaci, M. Brai et al., Studio integrato di rocce sedimen-
tarie da cave siciliane di interesse storico-artistico, SIF – XCI
Congresso nazionale
[3] T. Schillaci, Maria Brai et al., Integrated techniques to evaluate
the features of sedimentary rocks of archeological areas of Sicily,
Quaderni di Scienza della Conservazione –Pitagora Editrice (in
press)
[4] Nobel Lectures, Physiology or Medicine 1971-1980, Editor
Jan Lindsten, World Scientific Publishing Co., Singapore, 1992
[5] R.Bellotti et al., A completely automated CAD system for mass
detection in a large mammographic database (submitted to Me-
dical Physics in 19 October 2005)

l’interno degli spazi porosi.


Allo scopo di ottimizzare la risoluzione delle immagini, i
valori di tensione e corrente all’anodo sono stati settati ri-
spettivamente a 140 kV e 600 mA, con una collimazione
geometrica del fascio X di 40 mm x 0.625 mm.
I campioni, tagliati in blocchi di dimensioni 50mm x
50mm e un’altezza di 30 mm, sono stati posti in un con-
tenitore di plexiglas, interponendo della carta da filtro ba-
gnata con acqua distillata. Le immagini sono state acqui-
site a tempi sequenziali (con intervalli variabili tra 30
sec÷15 min) dopo il contatto con acqua.

CONCLUSIONI

I risultati preliminari fin ora ottenuti confermano la con-


siderevole eterogeneità delle rocce sedimentarie per po-
rosità e per capacità di intrappolare acqua, anche nel caso
di caratteristiche mineralogiche e chimiche molto simili.
I dati ottenuti dall’applicazione di differenti tecniche pos-
sono fornire un’indicazione sui trattamenti protettivi poco
invasivi più appropriati. Gli studi sono tuttora in corso e
i risultati finali saranno pubblicati in riviste specialistiche
e scientifiche.
μ-μw
1
Il numero di Hounsfield è definito come, H= 1000 μ w-μ air dove
μ w, μair, e μ sono i coefficienti di assorbimento lineare dell’acqua, del-
l’aria e della sostanza di interesse. * Università di Palermo, Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative

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