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(MALLARME:)LA PAROLA « ASSOLTA », IL LIBRO « MANCATO > Accostare Villiers a Mallarmé non @ qui una « callida iunc- tura» da manuale, ma il segno_d’un’affinit’ profonda, della partecipazione ad una_« poetica » che, se non pud dirsi iden- tica, mostra evidenti_analogie. Non @ tanto la « maledizione » che pesa su di essi come sugli altri poeti che abbiamo finora 311 EEE — 1 senso di cui si detto all'inizio di questo ca pitolo), ma qualcosa °h pitt esclusivo, un distacco.dalla ral its _netto, Omri», irreversibile, € Senza programmi di fivolgimenti « pour changer 1a Vie», 8¢ fai COR LW Noncuratisy § it disprezz0 pet Opn! form ganda, di « pubblicita », ificata pet interessi diversi dalla sua pi ‘esaminati (¢ Ne! per Ta Testeraturs merc eee essere & Villiers, nelle sue antinomic 0 nella sua es lism ieiamo necessariamente_egeliana), Son quello di Mallarmé, anche se ‘i ‘di contatto hha molti_ punt Now @ un caso che a Villiers, fra non Te suc stesse radiet aie profil ¢ « i> dic contemporan Mallarmé abbia Jungo e profondo Jedica un. vero « portrait 6” pics aotico che abbia_scritto, ¢ ge Fa con le celebry ago _ctico parole! ea ve babi, vient ik parler dun ate, gu est mor ) Tuttavia, la te_élocutios 2 Verbo_proferito da ‘Mallarmé va ancora ‘tre, e in molte direzioni. C’e anzitutto ‘coscienza critica lucidissima (¢ ‘ewouerenza fra poesia, “iP fallimenti) e abitudini umane, quoti sobria, schiva, appartata', « dénuée di intenti, di risultati, diane, civili, Una yita — Wy2-~ 298 18 marzo 1842 a Pari, dove il pas & fa-tradiztonale™ nella. famiglia). istro_(carriera ¢ a tredici 1a sorella Marie, entre il pa it. Frequenta at stituti d'istruzione 4 ee liceo di Sens, dove nel ypo un « curriculum » scolastico nom Pea serive Te sue prime posse aus pele inmedare vst 4 gli inizia intanto varie riviste (fra le quali con Ia tedé= fe550° anno consegUe a la sua cazriera di prO- 1866) ¢ ad ‘Avianong (1867), i rai (1871), dove intepna succes al liceo Condoréet (0 Fontanes), “Janson-de-Sailly (1884) © cal College, Rollin (1885), fino alla pensione (1894). Ma anni_del_suo_insegna: mento. in_provincia iia i ea a ine ta ae as EDR e is, Lefebure, latis A le, Dierx, Mibinete Misa Pargh dacante eat Avignone ha conosciuto Mis Baudelaire, Ver pe til fa collaborate eee ‘ha_incontrato: cy ty Parmasse COnOMparan.- ine, ier, gl pre ipa pid direttamente, is ped sciet0, ‘alla vita lette- aria, conosce baud, Zola, Daudet, Huysmans, Manet; frequents 312 i tanec 5 ores » (ettera a Verlaine del 16 novembre 1885), dcia- re, banalmente, fra scuola ¢ famiglia, ¢ In conversazione ermue , preérant & tout, dans un appartement défendu par ja famille, Je séjour pea a meubles anciens et chers, et la feville de papier souvent blanche); e questo Bid indica una concentrazione tadicale © tormentata nel proprio mestiere, il sactificio di ogni successo 0 soddisfa- ione esterna, 1a rinuncia ad ogni scatto o rivolta manifesta, spettacolare, come ad ogni fittizia evasione logistica, o in pre- cari « paradisi artificiali », Poeta « puro » vuole essere essen- zialmente Mallarmé, rispetto alla poesia stessa ed alla conce- tione che ne ha, martoriante; rispetto anche al vissuto, con cui evita ogni compromissione descrittiva, di elogio o di dissa- crazione, Non ci sembra — come & stato detto da qualche par- aerche senza Mallarmé la poesia avrebbe forse avuto lo teesso sviluppo (e non parliamo qui di « progresso »). Come il Realismo della prosa (ma anche di certa poesia romantica € parnassiana), nelle sue varie tendenze o velleiti duplicative della realti, doveva come obbligatoriamente addensarsi e sfo- are almeno nella dottrina del « Naturalismo » (¢ Jo vedremo nel prossimo capitolo), cosi la poesia doveva necessariamente convergere, dopo non_pache"istanze, e indicazioni, ed esempi ny, Ne feval, un certo Hugo, Gautier, Baudelaire soprat- tutto), verso forme ¢ misure di astrazione e di assoluzione (da absolvo ») dalla fealti concreta, dall’oggetto in sé nei svoj, aspetti_pid ji, in_un_superamento del. « lirismo » indivi- sslotto di Nina de Villard, fonda ¢ dirige una rivista, La. Dernicre “ode: (Gi cai uscirenno & sumeri, 1874-75). Publica anche, ‘per far © a difficolti economiche, due opere “escolastiche »: Les Mots alas (S77) e Les Dieux. antiques (1880), ma_traduce, con ben #9 inpegso darte, le poesie- di Poe (1875-88), e fielabora, imprimendovi Su0 stile, alcuni racconti_dell’antica India di Mary Somme (Parisi, 1878),-the ‘saranno” Fubblicatt solo, nel" 1927; Dal_187>_ va_ad.sbinarg al n 87 di tue de Rome, dove, dal 1880, riceverh amit, leneiat Ber i Susi famosi «mardis >. Mentre la sua figut ne gid Te 4 Semitic per Te nuove generazioni (Decadenti, Simbolisti) ed egli inizia a raccogliere in scarne « plaquettes » i suoi yersi € le sue prose, sua vine aeonre genes avventmenti di grande sillevo, (collabortee 4 qualche giornale, interviste, riunioni, banchetti letterarts qualche vias fo in Inghilterra, 1875, 1894, ¢ in Belgio, 1890, dove commemor® illers; la relazione con Méry Laurent; Je sue « fugheo, ‘Valvins, pres: | *© Tontainebleau). Muore a Valvins il'9 settembre 1898. 313 ico che tuttavia_non cadesse_nell’ipsio: @ meramente_descrittivo. Non si Meaty inalita di Mallarmé, che & certo grandisaie® She novazioni, che pure ci sono, rispetto ad una +, Se le me recente, immediata (Baudelaire), né le sue inti zig hs attenzione per il processo piti generale di trasfomet Chat poesia e del verso che si andava operando sorte me dit é vero il contrario. Proprio nel ristretto margine , he nasse » ¢ Baudelaire hanno lasciato Mallarmé fq Je -*2x. ‘cerca uno degli sbocchi possibili (e diversi da quel Ss, ‘Verlaine oda tin Rimbaud) alla sua condizione a tanaglato_ancheglt dall« ennui», dal Vuowy gt RS Nal “Gall’eterno” problema esistenziale dell'Essere e del Non doa «car il n’est point d’autre sujet, sachez bien; I’anta chez Thomme avec les fatalité 2 son existence copie malheur, ih tale » su Amleto, uno dei i ‘Strumenti creativi, anzitutto, mi om come divergenti € occasionali risorse letterarie a sé stani, bensi in agognata ¢ angosciosa ricerca di armonia con un gno pit Vasto e totale 4 Cre juindi scelte di valor ee jesta Creazione, ad un'Operi,” ad_un_Libro, come.’ “spiegazione della Vita, come Vetti, jungere nel mistero dell’Universo. Mallaimé scr ¢ in Fiviste poesie e « potmes en prose » (e non cto ‘ma_pensa alla Poesia; raccoglie, ¢ relaive eleganti_< plaquettes », alcune sue Potts um de vers et de prose (1887), ¢ sol 24 pitt consistente, Vers et Prot tt , a un Testo, che avrebbe & ‘Vuto essere_anonimo, perché = Parlant de lui-méme et sans voix d'auteur. Uno svolgimento parallel, fx sag, prove pis servono a « farsi Ia mano », da una parte, ed U9 PIs condito, ascoso, dall’altra. Cosi scrive a Verlaing, 08 gid citata, e che @ considerata la sua « autobiograla i Crest que, & part les morceau de prose et les vrs de fo et la suite, qui y faisait écho, publiée un peu Patou 314 — gue paraissaient les premiers numéros d’une Revue Littéraire, j'ai dors reve et tenté autre chose, avec une patience d'alchimiste, wee hy safer toute vanité et toute satisfaction, comme on brilat jadis son mobilier et les poutres de son toit, pour alimenter le four- way dy Grand Eure, Quoi? c'est difficile a dite: un livre, tout rem ement, en maints tomes, un livre qui soit un livre, architectural SPpremedié, et-non un recueil des inspirations de hasard fussent- Ses merveilleuses... J'irai_plus loin, je dirai: le Livre, persuadé Sau fond il n'y en a, qu'un, tenté & son insu par quiconque a éerit ines les Génies., Lrexplication, orphique de Ta Tere, qui_ est le tal devoir du poste et le jeu littéraire par excellenice. Cosa timane di questo « Grand CEuvre », di questo « Li- yre» di alchimia letteraria? Mallarmé confessava, nella stessa lettera, che era « possédé» da questo Sogno, e che forse sa- rebbe riuscito a realizzarlo, se non tutto (non sarebbe bastata una vita!), in qualche parte, in qualche frammento, da cui ‘«scintillasse » almeno la sua « authenticité glorieuse »: ‘rower par les portions faites que ce livre existe, et que j'ai conn ‘ce que j'aurais pu accomplir. Quali sono questi « frammenti », se effettivamente redatti? Igitur, composto ad Avignone nel 1869? Forse. Oppure Un ‘woup de dés jamais n’abolira le hasard, Ya sua ultima opera ‘fnita (1897), € certo originalissima, complessa, ¢ che ad Igitur in qualche modo si ticollega? E molto probabile (come ve- lo pensava gia Thibaudet nel suo libro, che a set tantanni di distanza rimane ancora, per molti aspetti, fon- damentale; lo ha pensato anche, fra gli altri, Suzanne Bernard (Mallarmé et la musique), come tentativo in quella direzione del « Livre futur », di un « Livre » sempre « & venir ». Qu note, agli appunti che ce ne restano, databili probabilmente a 1885 in poi (non tutti, nemmeno questi; altri forse furono ruciati 6 distruttt dopo la morte del poeta), pubblicati da Scherer nel 1957, e studiati con «réligiosa » e giustificata de- Yozione da critici eminenti (Scherer, De Nardis, Blanchot, Ber- Fa Richard ecc.), l'unica impressione che se ne pud ticavare mek Pun « Livre impossible »; una specie di opera. poli- norlica € polifonica, inno, dramma, musica, poesia, ma imper- Hage turin, al tempo stesso aperta e chiusa ‘cabalistica- Mente agli « iniziati », e che porta appunto nel suo stesso tor Tanne Progetto i *ecemi della sua inapraticabilita, del suo “Shes. L’Assotuto- &,—rimanetale, appunto_perche itr98 Glugibile, Lo stesso Scherer non poteva che concludere cost: 315 «Le soleil intellectuel ne se fragmente pag poursuivant que Mallarmé a créé tout ce arp ce _Quest’opera ideale, questa « vetta » yj ins et tk sppure_sempre Jonsane, ipotetica, possibile, ¢- gt distin, lelle cause fondamentali che condizionano Iq ge" Stia po E Lorigine di_quella costante”femgjqn tet ch ferrabilith una Forma che ritapliasse in mode ot fey Sabie una dimenstone nuova dove er ee ae, Ee fra Tuomo-e i mondo, fra gli oggettiaeget Pm Valor Toni © aimbolidl, terasee Toe eee ‘Gi fusione oF di Sintesi, € disprepaesero ina n° ciate ca di significatt riposti; € di contro gli« esercige wy te che sientatamente costellano questa periglios aicht Quel senso dt sgomento, incapacity dienes ser preso continuamente Mallarmé, nasce appunto de g@t 5 vario concettuale, cosciente, controllato, e dilaerunte §-& seg, ag 5 Sempre l'impressione che tutto _cid_ che Mallarmé tie cosamente_a_« sia_semp! « avantdite » an fat. di un sip disegno pitt alto e piti ambizioso; che la « aR che gli sta davanti Io ossessioni lo insidi per 4e% disponibilita ad imprese pit legittime, e non viesa pal det accogliere i raggelanti e dispersivi « déchets » dur one insuccesso. E ci si pud chiedere se Mallazmé sia uci del tutto da quetiasituazione a bloeo, nl et damm ‘Stringente cerchio si sentiva gid oppresso nel 1864, quinds scriveva a Mistral: (7. je ne crois vivre que lorsque j’écris des vers; or je m'ennuie pire | Gue je ne travaille pas, et d'un autre cOté je ne travaile pus pare gu je m’ennuie, Sortir de Ia, «Ennui » esistenziale, d’accordo, lo abbiamo gid deto, disgusto del vivere, orrore dell’Essere nella sua totlid (Le miroir qui m’a réfléchi I’Etre a été Je plus souvent ! Homes, sctive a Villiers nel 1867); crisi_religiosa anche, che sfoct nella perdita della fede € nell’accettazione tormentata el mt ‘do sensibile, della « materia »; crisi_d’identiti, umana ed este tica, di fronte agli abissi vertiginosi del Nulla, alle nee fi dutoanniéntamento metafisico (c si leggano le sve . di quegli anni cruciali, dal ‘64 al ’71), © da cul ese-0 i uscire, vittorioso a volte, specie 19 a sant sembra di rric eta « zazione » € in un recupero totale 316 acquisendo nel « glorieux mensonge » di Be Wethe# Ia Poesia Vaflrancamento da quel «Ris gy en seaig 2,0 la certezza di giungete, «A Pheure de la Synthtse » 4 cdélimiter_I'Euyre » che sulupperi in_immagini questa gia nuova visione € concezione dell’ Arte (lettere a Cazalis del inatzo 1866 ¢ del maggio 1867). Ma nello specchio della sua goscienza, nel suo pensiero che si-pensa (« Ma Pensée s'est sée »), Mallatine Hon pud che torsare a contemplare C880, nell sia Solitiding, con le sue naueconl ed i suoi lafet spezzati, in un amaro narcisismo. La sua sari sempr ea Cell asseza, del tes; T noble pico eas Ree cdésespéré ». Se quel « Livre » non scritto, quella meta non raggiunta poté segnare pet Jo stesso Mallarmé — e certamente solo per lui —- un «échec », non & che questo si traduca, ripetiamo, in una «disfatta » della sua poesia, della Poesia. Se mai, proprio da quel ensone, da quell specie ai « declssamento » dell cose che pubblica quasi_al_rango di « esercizi » di addestra. Sane out mame mento, o di testimonianze negative, il suo ‘verso, Ta sua”scrittura acquistano il vigore « iperbolico », if ta: jo adamantino della stessa virtualita che Ii sorrepge nella ricerca di assoluto, anche quando non possono che denunciare Timpossibilita di raggiungerlo, come in questo sonetto senza titolo del 1885: " Victorieusement fui le suicide beau Tison de gloire, sang par écume, or, tempéte! Orire si li-bas une pourpre s'appréte Ane tendre royal que mon absent tombeau. Quoi! de tout cet éclat pas méme Je Jambeau Srattarde, il est minuit, & Yombre qui nous fer Excepté qu’un trésor présomptueux de téte Verse son caressé nonchaloir sans flambeau, La tienne si toujours le délice! Ia tienne Oui seule qui du ciel évanoui retienne Un peu de puéril triomphe en t’en coiffant Avec clarté quand sur les coussins tu la poses ime un casque guerrier d’impératrice enfant Dont pout te figurer il tomberait des roses. _ Mallarmé pud_« sdoppiare » Ja sua_opera, non la sua_poe- tica, La quale, se potri_avere le sue. fasi,e_sueoscillazioni, 317 + svi « nel_senso_soprattutto. di_una accer . i sve silebhfeT pon subisce clameros!cambianen St & Olan fedele a sé stessa, per oltre trent'anni, sf fs abaxial, a torto raseural (m8 anche. fags rati), Héréstes artistiques. T Art pour foe {Pubblicato ull. Fae’ il 15 settembre 1862), al una. Symphonie littévaire ig. gualmente sull’Artiste il febbraio 1865, © che & Bitier, Baudelaire, Banville), & dato ritrovare non CAenti, principi, temi, in seguito ripresi e syoli wt ne hes «pobmes en prose », negli scritti critici fon degli anni Ottanta ¢ Novanta, che Mallarmé raccoplier, : gran parte nel volume Divagations (1897). Non pud non a Bian nel breve articolo del, 1862, non tanto il tono «ry chant », impetuoso, che mai piu fitroveremo in seguito, con Poesia » da ogni profanazione, quanto on cui si difende la « 5 punto Ia concezione della_poesia_come qualcosa di sacto ¢ ¢j cligione misterioso, come Ia re ‘Toute chose sacrée et qui veut demeurer sacrée s'enveloppe de my rout er veligions se retranchent a Pabti d'arcanes devo a prédestiné: Vart a les siens), ecome Ia pi grande fra le arti, la piti assoluta, anche tispetto alla musica (e appare gia qui quella specie di ammirazionesi- walita di Mallarmé verso la musica, che sara una costante del suo pensiero, come vedremo); e quindi il rimpianto che non siano state ancora inventate, per la poesia, « une langue im Anaculée », «des formules higratiques », per allontanare i volgo degli importuni € degli intrusi parso ¢ cerne Gi (O fermoirs d’or des vieux missels! 6 hiéroglyphes inviolés des rou Teaux de papyrus! Qu’advient-il de cette absence de mystére?), lo sdegno e V'irritazione per il poeta (che dev’essere sempre «un adorateur du beau inaccessible au vulgaire »), che noa contenta dei suffragi « du sanhédrin de l'art », ma ce? Fe ampi consensi. Se ci dev’essere una volgarizzazione, sia quell del bene, non quella dell’arte, che il poeta non divenga 4 Cosa grottesca, che @ il « poéte ouvrier »: L’homme peut étre démocrate, Vartiste se dédouble et doit rest aristoctate, sil Idee non tutte nuove, certo (da Gautier 4 Baudelstes ma quella purezza, quel mistero da geroglifico, quella im 318 ja dela posi, salvo che pet pochi eletti, quell'invi ii ender alla smosia In sua « indecrabia , su e vole reeveres, chastes, inconnus » sono gid indicazioni note- «pie dune tendenza che si precisera in seguito, con mi- sous mpulsivita, ma con una maturita di argomentazioni e di e impr paturaimente superior, Ed @ mexito di Emilie el, 0 fisimo studio sull’wore de St. Mallarmé, aver sottolineato T'importanza di questo scritto 1940, . 0 a 15 Non. meno. importante Valtro_articolo, Symphonie peas, anche perché contemporaneo él, prime esperienze fave re Mallarmé ritiene accertabili (dopo il riftuto dei prcist vers glovanli d'una troppo scoperta « ime lamar- sme») e che pubblica in parte, sul primo Parnasse con- fimporain del 1866, Di fronte a quei _amaltes inaccessibles dont la beauté le désespire, {I giovane poeta si sente come condannato ad una eterna « im- pusance », ad una continua «rilettura» di que testi insupe- il, alle « gioie » d'un’anima _.parement passive qui n'est que femme encore, et qui demain peut- fie sera bate, cod allimitazione, Non @ un caso che in queste poche pagi- fette Sr trovino Fipresi o anticipati i temi di molte poesie con- temporanee, « Les Fenétres », «12s Fleurs », « Renouveau >, TTastesse d’été » ecc., dove l’imitazione di Gautier, ¢ di Bau. Ghire sopratrutto, appare evidente, specie nel conio del verso; it-tema dellossessione dell’« azzurro »_ad_esempio (« notre Ylgeize azur», si legge nel saggetto su Baudelaire), unito a guello della « fuga », ampiamente svolto nella celebre poesia ‘, scaturisca FA il simbolico « décor» di « Sainte », una poesia sta Wiarton nel dicembre del 1865, e che gid segna uno sux assurge a capolavoro d’una nuova sintesi_raggiunta di valet fonici, simbolici e ‘simmetrici (e lo ha visto benissimo il Mav- ron). Ne diamo qui il testo della sua prima pubblicazione, 1 Poétes maudits di Verlaine: A la fenétre recelant Le santal vieux qui se dédore De sa viole étincelant Jadis avec flite ou mandore, 320 inte pale, étalant Bt ‘qui se déplie ie ieelant Daf pe et comple: jtrage d’ostensoit hep ee hae Formée avec son vol du soir Pout Ia délicate phalange igt, que, sans le vieux santal Pa dex ive, elle balance Mite plumage instrumental, Musicienne du silence, In questa « pitee de circonstance » (fu composta per la fest di Madame Cécile Brunet, ed il titolo del 1865 era ap- ae Sainte Cécile jouant sur Vaile d'un chérubin »), pit aanmanticipazione @ da vedere gia Vattuazione d’una nuova forma espressiva, cio la piena coscienza ed il risultato con- forme d'una poetica pié personale, Francesco. Orlando, che ne fa duto un'interpretazione acuta e documentata (Mallarmé e la fede perduta. Lettura di « Sainte »), osserva giustamente the « enon ® aibitratio dire che Sainte’ appare il’ primo testo jn cui Mallarmé ha completamente abbandonato o dissolto Te discorsivita, ancora cos{ baudelairiana, della sua produzione recedente ». Gid per il Mallarmé di questo periodo « se débau- MGuiriser » vuol dire non certo cancellare d’un colpo tutta Ia “lezione » appresa, ma andare oltre in quell’alveo, rinforzan- do alcuni argini, scoprendo nuove riviere, in un percorso non Tineare o abituale, e quindi gia sperimentato, ma obliquo, tan- gente, o radente le coste € periglioso, da dove il « paesaggio », pid che visto o descritto, sia evocato € rappreso in una rete Gi tapporti pid ftta, densa di corrispondenze interne, fra pa- rola e parola, fra verso e verso. La « sorcellerie évocatoire » Baudelaire viene ora come sistematizzata e purificata, in un igore liturgico che valga anzitutto come Tappresentazione 0 ‘cerimonia » di sé stessa, e per mezzo di congegni fonici ¢ strutturali che « de-naturino » T'uso corrente della parola, del segno. La parola poetica, che «crei», non pud essere Ja nor- male moneta di scambio del discorso comune, ma deve riac- quistare la sua essenzialita, la sua autonomia, cio® la sua in- tegra e vergine potenzialita di costruire, insieme con altre pa- role, un ordine diverso, un discorso inaudito, in cui l'episodico Tapporto col soggetto pensante € creatore non sia evidente ¢ 321 —~ rospiciente,€ in cul Voggetto perda il suo signify ep pe boli, autenticati dalla stessa « finzione » in eu Wiig 0 pra dalla novita di struttura in cui sono collocati ci Li pute implique la disparition élocutoire ¢ entity pe at cat ie beat oo Tae inggalig oS, kde Sallument de feflets réiproques comme une virtuelle i: is feux sur des pierreries, remplacant la respiration percepe it, cien souffle lyrique ou Ja direction personnelle enthousine a tla phrase. Je dis: une fut! et, hors de Toubli ot ma voix rele auc cy tour, en tant que quelque chose d'autre que les of calement se lve, idée méme et suave, Fabsete de ious 2 Le vers qui de plusieurs vocables refait un mot total, neuf a la langue et comme incantatoire, achéve cet isolement de la pant niant, dun trait souverain, le hasard demeuré aux terme nace tifice de leur retrempe alternée en le sens et la sonorité. et wwe ca cette surprise de n’avoir oui jamais tel fragment ordinaire dat tion, en méme temps que la réminiscence de Vobjer nomé bane dans une neuve atmosphere. s ~ (Warlations sur sn sujet. Cri de ve Sono considerazioni «tarde » queste ultime, certo (dd 1895), quasi una poetica « a posteriori », ma che trovano rscom tro in altri scritti_precedenti, nell’Avant-dire au « Traits du Verbe » de René Ghil (1886) 0 nelle risposte alla famosa ceo ‘quéte » di Jules Huret sulla Evolution littéraire (1891), doe Mallarmé aveva precisato, in modo piti eplicito: Normer un objet, c'est supprimer les trois quarts de la jouissnee du poéme qui est faite de deviner peu A peu: le suggérer, voll t reve, Crest le parfait usage de ce mystre qui constitue le symbile évoquer petit A petit un objet pour montrer un état dime, ou, ee sement, choisir un objet et en dégager un état dime, pat une de déchiffrements, yas a les créer; nous niavons les choses existent, nous n’avons p: sl qu’a en saisir les rapports; et ce sont les fils de ces tPP9H forment les vers et les orchestres. o tentato d i nani te Come del resto avevano trovato applicizion®, 9 a trovarla, nelle stesse poesie dei venti o trent'an' 322 _ | OO fi chiaro che, per una siffatta opera di « composizione » che rene all'assoluto, proprio lo « hasard » dev'essere « aboli », cio’, potremmo dire, Vispirazione o T'entusiasmo che sconvol- affretta il lento processo « scientifico » di combinazioni, Xf richiami, di riferimenti reciptoci, e interni allo stesso « pot: mne »; lo « hasard vaincu mot par mot » deve cedere di fronte al nuovo otdine istituito dal Verso, con la sua logica ¢ la sua forza primigenia, con la sua musicalith ed il suo mistero, rom- indo ¢ conservando, nell'alternarsi di vuoti e di pieni, di linee Pai «blancs », I'« ingenua » verginita della pagina,’ suddivi- dendola in « fragments de candeur », che concortono anch’essi alla realizzazione della scrittura, e sono, con i Versi, le « preu- ves nuptiales de l'Idée » (Quant au livre, in Variations) ¢ Yau- tenticazione del silenzio. Perché ¢’t in Mallarmé questa « cen- ‘ralitd » del Verso nella composizione, il Verso ndispensateur, ordonnateur du jeu des pages, maitre du livre, anche quando, dissimulato nella Prosa, riesce a mantenere we quelque secrete poursuite de musique (¢ pensiamo, oltre che alle sue traduzioni in prosa delle poesie di Poe, alle sue Divagations, ai suoi migliori « potmes en pro- se», alla loro essenziale musicalita, che partecipa spesso della stessa poetica e tematica delle sue poesie in versi). Mallarmé non & stato un passante distratto nella repub- blica delle lettere del suo tempo; @ stato attento alla «crisi del verso» dell'ultimo quarto del secolo (e abbiamo citato alcuni brani, fra i piti celebri ma anche fra i pit facilmente comprensibili, di quel suo scritto difficilissimo); ha mostrato interesse per la « instrumentation verbale » di Ghil (nel. VAvant-dire), che perd non seguira certo fino in fondo, e per il verso libero, come per le « sperimentazioni metriche » dei giovani Simbolisti, che proprio al suo magistero si tichia- mavano. Ma rimasto fedele, per quasi tutta la sua intera esistenza, al verso tradizionale, se mai modificandolo dall’in- temo, secondo la poetica che stiamo esaminando. E anche quando ha tentato, nel Coup de dés, un genere nuovo che par- tecipasse di due tendenze « particulitres et chéres » al suo tempo, il verso libero e il poema in prosa, ha tibadito, nella Brefazione, che questo tentativo lasciava intatto ~»Tantique vers, auquel je garde un culte et attribue Tempire de la Passion et des réveries, 323 = & nel verso, negli alessandrini, negli ottons: _. sen tional, ma tesi_da una nuova eee Me {hel senso etimologico) retorica, che Mallarmé j,.°, ‘ica, iI suo sigillo di poeta, la sua « cifra >. Non & i dram Equilibrio roggiunto dal verso baudelsiiano, ne Iq. tin Juttuosa melodia di quello di Verlaine, né Vaggressivigg © sarcastica 0 sione allucinatoria di Rimbaud; py, {2% fando tecniche e isorse metriche grammatical gi (inversioni, spezzature, la sintassi saltata 0 slogata. j1\","% fomesso ect.), il verso mallarmeano autentico si starr, (°° conio vergine d'incrostazioni precedenti, prorompe dat" fel silenio,spesso senza Vindicazione d'un titolo, coq 1°2° forza metallica, rigoroso ¢ fceddo eppure flesitile «ne trante, lacerante come un grido 0 sommesso dimpalpsbil ee surri, ma sempre carico di mistero, di nodi irrisolti, ass: ante e ossessivo come un enigma vitale: » als. Rien, cette écume, vierge vers («Salut») Rance nuit de Ja peau quand sur moi vous passiez (e Le Pitte chitits) Las de I’amer repos ob ma paresse offense (poesia sence ta) Je t’apporte V'enfant d'une nuit d'Idumée! («Don du poéme») Le froid scintllement de ta pale clarté (« Hérodiade») La triste opacité de nos spectres futurs. [Rr gouffre apporté dans l'amas de la brume eee as estate ar Lzascible vent des mots qui na pas tS oe Tel qu'en Lui-méme enfin P'éternité le change ) («Le Tombeau d'Bégat Poe Aboli bibelot d’inanité sonore 10?) (sonetto senza titolo: «Ses purs oP# Jette d'un grand éclat Vinsolite mystire (sonexto senza titolo: « Quand Yombre [[Coure le froid avee ses silences de faux sas refer’) ms (sonetto senza titolo: « Mes bouguins smeragt~?) —— , «sceptre », «blanc vol fermé»), especialmente in quel- Yeunanime pli» che sembra essere il simbolo stesso della pocsia mallarmeana. Ma pensiamo anche al « quadzo » d’in- sieme, alla tecnica impressionistica, musicale ¢ pittorica, su cui si & fermato particolarmente Luigi de Nardis, Pinterprete piti fine dell'Impressionismo di Mallarmé. Certo a volte Mallarmé ha rincarato dosi, intrecci, sistemi, quasi in una scommessa con sé stesso piti che con il lettore: Foscurita, nello sforzo di un dire aggrovigliato in tenebrosi responsi sibillini, diviene anche notte fonda senza il benché minimo barlume di stelle, nonostante lo scintillare dell’Orsa maggiore, come nel celebre sonetto « cabalistico » (la definizio- ne @ dello stesso Mallarmé) dalle rime in « yx » (« Ses purs ongles tr8s haut... », del 1868), che, se contiene qualche verso stupéndo (e ne abbiamo citato uno), sembra rinchiudersi in una pur affascinante, ma insondabile griglia esoterica. E cost non diremmo che la Prose (pour des Esseintes), del 1885 (omag- 8io © tingraziamento a Huysmans), celebte, troppo celebre, come «quintessence de Vinintelligible », disse ‘Thibaudet, che Pute si cimentd, come molti altri, in seguito, nel « comprender- dag, commentarla, e come compendio adeguato d'una postice cle, sia percorsa, anche solo qua ¢ 1a, da quel « brivido » 327 i jone e di suggestione che a vera, grand, | i emerinnitae; enon basta antfona’alamen ei dee indicat (Hyperbole! de ma mémoire Triomphalement ne sais-tu Te lever, aujourd'hui grimoire Dans un livre de fer vétu..), 1 rendere comprensibile, ed accettabile, poeticam, fl «salmo > che segue. Forse sono pitt accettabil ¢ Haag” bil, per i piano di tesa indiretta, di suggestione nos allegorica su cui sono posti, alcuni dei pit « oscuti » poem? in prosa, dove le influenze di Baudelaire ¢ di Bertrand sp wrappongono, specie in quelli del primo gruppo, compost 1864 (« Le Phénoméne futur », « Frisson d'hiver », Pa Enfant pile »), ma senza annullare V'originalita di tono, i sin tassi, di lessico; anche quel capolavoro di delirante follia oes siva che @ « Le Démon de l’Analogie », con quei suoi «Inn beaux maudits d'une phrase absurde » («La Pénulitme ex morte...»), che ha innegabili accenti nervaliani, d'una pages di Aurélia, e che suscitd l'entusiasmo di Villiers. mn anche. strettamente al. Paltro fattore, che vogliamo ora qui brevemente esaminare: ‘Ta musicalita, che non & tanto e solo quella per cosi dire nz. rurale alla poesia, cio8 ritmo, misura, cadenze, rime, omoio ‘hie, allitt cc., & Ja musicalita della musica stessa (d “ai perdoni if bisticcio), la parola priva del suo valore di «se gno » ed elevata_a puro suono fonico, carica di un indistinto valore semantico (ma pur sempre « verbale » € non «str “mentale »), e vibrante di un suo mistero, che suscita immedia- tamente, di per sé stessa, un piacere intellettuale piti che se timentale, 0 intellettuale e sentimentale insieme, e che trove compinteza nel tempo, nella tonalita, nell’accordo, nell’. monia, Il verso dunque come pura « frase » musicale, perché oscurita, musicalita vanno nello stesso senso di quella «pr lon &, certo, che egli voglia < ® proprio perché egli consider distinte queste due che pud porsi, di frome f Musica, su_un piano di « rivalita », di concorrenza, di #8 &B data la loro comune aspirazione ad un immatetiale into, ad una Astrazione di puri suoni e di pure forme, tt ciascuna con una sua particolare sfera di suggestion! 328 durre » Ja poe cant, legati al diverso « veicolo » adoperato. La Poesia come can verbale », come la danza & una « éeriture corporelle», ‘Non vogliamo tiaprire qui, in questa sede, il complesso di- sso dei rapporti musica-poesia, né chiederci fino a che punto Mallarmé sia riuscito in questa sua stremante impresa, che forse solo nel suo sogno del « Livre » avrebbe potuto trovare fammesso che fosse possibile) una sua soluzione completa. E innegabile che alcuni suoi versi, alcune sue sie vanno in questa direzione, come in certi « attacchi » dal senso, a prima jetura, non immediatamente afferrabile, e che s'imprimono soprattutto per il ritmo € il tono, nella loro sintassi « stravol- ta», nell'alienazione dei significati normali delle parole: Ala nue accablante tu Basse de basalte et de laves... (sonetto di ottonari, senza titolo) as les rafales & propos De rien comme occuper la rue... («Billet & Whistler ») E si pensi anche al celebre sonetto « Le vierge, le vivace et le bel aujourd'hui... », ad alcuni brani di Hérodiade, allo stesso Aprés-Midi d’un Faune, che, pure nella sua condensa- zione di vari motivi (come vedremo fra poco), & la « contro- prova» di una musicalitd intenzionale trasposta poi in mu- sica effettiva da Claude Debussy (1894), una musica che | ..prolonge ’émotion de mon potme et en situe le décor plus pas- sionnément que la couleur, come disse Mallarmé al « suo » compositore. Mallarmé non fu certamente un grande intenditore di musica, acui si accostd piuttosto tardi; e di Wagner, il grande nume presente di questo periodo, e su cui pure scrisse le pagine, non certo molto favorevoli, di Richard Wagner. Réverie d'un poete | francais (1885), ebbe una conoscenza piti che altro indiretta, | dall'ammirazione e dal fanatismo che ne avevano suoi amici | ediscepoli (Villiers, Dujardin, Wyzewa); ¢ solo nei suoi ultimi dieci 0 quindici anni di vita frequentd con una certa assiduita i concerti, ricavandone considerazioni per le sue Divagations. | Ma il suo rimase sempre un atteggiamento di « confronto » € quasi di « invidia », cio® di riabilitazione della poesia rispetto la musica, dalla Symphonie littéraire del 1864 alla confe- renza che tenne a Oxford e a Cambridge nel 1894, La Musique 329 he sembra appagarsi in una specie di ¢ oo Ea vteenat , ma comunque di parita, di n¢ bile gua. T ibeaak fas ae flianza, come si pud vedere da questi brani, fra i tanti, ye citiamo: indéracinable sans doute préjugé d'écrivain Laight ae fare proféré; que nous en sommes li, ke viene, a rechercher, devant une brisure des grands rythmes lines Mer et leur éparpillement en frissons articulés proches de Vinsrt Tremtation, un att d'achever Ia transposition, au Livre, de la'sy phonie ou uniment de reprendre notre bien: car, ce n'est pas de tenors lentes pet es, cuives es condet, 185 bois, ind Blement mais de V'intellectuelle parole A son apogée que doit ane plenitude et Evidence, résulter, en tant que ensemble des rapporg “existant dans tout, la Musique. poaer — Je sais, on veut & la Musique, limiter le Mysttre; quand I'crie y prétend. Lierit, envol tacite abstraction, reprend ses droits en face de la chute des sons nus: tous deux, Musique et lui, intimant une préa. lable disjonction, celle de la parole, certainement par eff de fovea aur bayercage: (Le Mystire dans les Lettres) Je pose, a mes risques esthétiquement, cette conclusion [..J: que la Masique et les Lettres sont la face alternative ici Glargie vers lobscur scintillante Ta, avec certitude, d'un phénomine, Te seul, je 'appelat, Pde. (La Musique et les Letires) Intenzioni, tendenze, affermazioni, negazioni, oscillazioni: la strada che percorre Mallarmé, pur fisso al suo miraggio di Assoluto, & tutta cosparsa di questi sussulti, tentativi, riprese, fallimenti. E che il suo, come ogni Idealismo (e lo ha visto benissimo Thibaudet), implica sempre, « ... avec un malaise, une antinomie, Alternativement la matiére est exaltée comme condition expressive de I'Idée, décriée comme sa négation ». E Mallarmé non riesce mai a sovrapporre, in modo definitivo, il suo Idealismo estetico al suo etico materialismo, a compor- re Virrimediabile dualismo « realti-essenza », se mai ad im- boccare, fra fiducia ¢ scetticismo, la_difficile via d’una sintesi tta_accettazione 1 lella realta, e ricorso alla poesia come -menzogna, come ironia, « ... due attributi » ha detto De Nardis nel suo equilibrato studio sull’Tronia di Mallarmé «che 10 330 0 se Mallarmé avesse accettato una sola dimen- aterialistico, la~nichilista o Ja reali- 9 significato ben preciso sé sie 1 a che ssi nascono necessariamente dall'incontro ¢ i aides Mele due dimension ». Lironia nasce dunque ails fre consapevlesa dune finsone, d'une, pu cota dala so rowsinazione aun ident d'iraggiungibil, Pe feta HpPrMere senza infrangere il sottile gioco dell intl ma é pet riscontrabile nello stile ire fezione, igenza fra realtd ¢ sogno; f le 1 s della composizione, cioé nell'ironia come dissimulazione e880 y + ~illasione (e poesia allusiva & eminentemente quella mallar- ‘mreana), come studiata «méprise » o sorpresa (termini, sintassi, ‘Fimboli, Ia stessa punteggiatura), pid coperta o come solo ac- sta, come gioco evidente, in Snnata nelle poesie, pitt manife cert Vers de circonstance, in quelle centinaia di versi che Mal- Jarmé ha scritto per le pitt varie occasioni o ricorrenze — ver- Hfeando anche, umoristicamente, gli indirizzi dei suoi amici —-, ‘no «futile », ma sempre di grande finezza (e si pensi anche al giovanile « Placet futile »), Un « Rire » in sordina, che & spesso come la coscienza del « Réve », 0 il controllo dell’intel- Ienze, che pure segue o s'immedesima nell’llusione. E_ sem- bra che Mallarmé, ancora una volta, si specchi in Villiers, que parla, a proposito di quest’ultimo, di «... richesses Gironie et de foi», di «conjonction des deux facultés enne- mies», ‘che attesta « une intelligence souveraine » di « lan- gage défunt, de lyrisme et de satyre, au fond, la poésie elle- méme ». Ma se in Villiers sarcasmo e lirismo scopertamente si fondono 0 si alternano, come abbiamo visto, in Mallarmé & Piattosto Ja sua « oscurita » che « ... se bémolise d’ironie » (come fu detto), al tempo stesso come uscita di sicurezza di chi, ama- iimente, non é « dupe » fino in fondo dei suoi stessi congegni pe € come sorridente proposta per l’interlocutore, per il Tettore, che ricerchi Ia chiave del mistero. Scrisse con grande ae ‘0 Thibaudet: « Une ironie qu’il laisse au lecteur Je soin leviner, peut-tre méme le mérite d’inventer, il faut l’évo- a comme un sourire et une clarté, lorsque l’on passe au ail raffiné de ses analogi Sabie a analogies, a la structure vaporeuse de ses , A sa fléche dardée haut d’idéalisme passionné ». ro sens ante yo universo Mm j due attributi acquistano uw e Feesia & attesa, dell’assenza, quella di Mallarmé, abbia- ieee ell’attesa in quanto assenza): anzitutto assenza ae in sé, cancellato 0 sublimato in parvenze simboli- y assehiza anché come Sogno, Tllusione o miraggio di pu- 331 dye | ;_assenza infine come Non-Essere, che tuttavig TFssere stesso della poesia, Ta creazione-di ar Ting iene $i alferma, che &, appunto nella sua.angoscia del NAtlo che diade ne ¢ uno dei. paradigmi. pitt celebti ¢ evident. p dapprima, fin dal 1864, come tragedia o dramma, poi peetata «potme», ce ne restano tre parti pid o meno conve TOuverture, la Scene ¢ il Cantique de saint Jean eg Pitt, iento, Ler’ Noces d'Hérodiade, probabilmente pig: altro tentativo per costituire un tutto organico, Solo ta % un volle pubblicare Mallarmé (nel_ secondo Parnasse ot;Stene rain, nel 1863), e€ & su questa che ci fermiamo in se™P0 Nal'accingers all'« impresa », Mallarmé confess al! yom® zali Yai enfin commence Hérodiade. Avec terteut, car j'iny — qui doit nécessairement jaillir d'une poétique trie noun an je pourrais definir en ces deux mots: Peindre nom la seu) Debet quelie produit. Le vers ne doit dove pasties at mots, mais d’intentions... POSE de (lettera dettoncbre 14 Non l’oggetto rappresentato, descritto, ma l'effetto chy, produce, saturito dalintensione che soregge Te paste “situazione del poeta, dal suo rapporto con sé stesso, ton sua poesia, col mondo: una dichiaraione (famosa) fo “va intesa in chiave impressionistica (come ben vide De Ne dis), ma piuttosto lista, o di un « Parnasse » gia « dépas. sé». Hérodiade un simbolo, e di derivazi blica, ma letteraria e concettuale (la Salammbs aac Ta froide majesté de la femme sténle ; né va troppo confusa con le Salomé ¢ le Ents, dei Decadenti, che se vent’anni’ pit tardi~poterono ritrovarvi n’anticipazione della loro poetica, per qualche aspetto, + anche perché non ne compresero o preferirono non compren derne tutte le diverse motivazioni latenti della sua essenza mi- steriosa. La sua pretesa all’« immobilita » non & tanto quella «estetica » (e parnassiana, che non deve « déplacer les lignes »), quanto il suo « blocco interiore », il suo orrore del contatto ‘Con Ja realtA esterna (la Nutrice), Ja sua solitudine, Ja sua at tesa «dune chose inconnue », la’ glaciale, metallica, preziosa atmosfera in cui si avvolge, Vorgopliosa contemplazione dela, “sua Bellezza, sogno seducente e tragico simbolo di morte (« Ta beauté était Ta mort... »). « Hérodiade est l'étre qui se dé tobe: elle se détache sur un fond quasi surnaturel de glaciers- 332 gon image est cov cu jit, pat ce qui s’oppose @ Ta vie et par ce qui transforme un Tor foriain en sa propre inanité corporelle... », sctisse. git fein Royére. Ma percid stesso Hérodiade & un simbolo della ia mallarmeana, che prende coscienza nel suo farsi del Ber auperbo ¢ solitario sforzo, nel suo contemplarsi nella pura mmagine incorporea € « inutile » di sé stessa, e fine a sé stessa, Mila nudezza del suo evanescente sogno: O miroir! Eau feoide par ennui dans ton cadre gelée Que de fois et pendant des heures, désolée [Des songes et cherchant mes souvenirs qui sont Comme des feuilles sous ta glace au trou profond, fe m’apparus en toi comme une ombre lointaine, ffs, Rorreur! des soir, dans ta sévtre fontaine, Yai de mon réve épars connu la nudité. Oui, cst pour moi, pour moi, que je fleutis, déserte! Vous le savez, jardins d’améthyste, enfouis Sans fin dans de savants abimes éblouis, Os ignors,gardant votre antique lumiére Sous le sombre sommeil d'une terre premitre, Jaime Vhorteur d’étre vierge et je veux Vivre parmi l’effzoi que me font mes cheveux Pour, le soit, retirée en ma couche, reptile Inviolé sentir en la chair inutile Le froid scintillement de ta pile clarté Toi qui te meurs, toi qui briiles de chasteté, Nuit blanche de glagons et de neige cruelle! chatme detnier, oui! je le sens, je suis seule. Etje déteste, moi, le bel azur! Pitt che fra i « Decadenti» (compreso des Esseintes), = Hadaly dell’ Eve futiire che Heérodiade trovera una sua «con- @ in ‘un poeta, assai affine a Mallarmé, e pet fant « Tigotoso » discepolo, che questa immagine frover’ i! suo riflesso ed il suo sviluppo, nel Narcisse e nella pa argue’ di Valery, come esemplatmente ha mosttato oval chia’ 333 st doublement atténuée par la glace et par Je mie | b- Mide aoaw La situazione del poeta appere assai diversa, per opposta, nel poemetto, che segna un colmo della ‘ioc cer ai rigor gelidi, ed ai riflessi, metallici, atifcial del entre Mtazso di Hérodiade, VAprés-Midi d'un Faure sci a SGrizzonti pitt larghi, sereni, estivi, diurni, «en plein air» nel wampagna siciliana, in una « favola » che perde ogni contorne preciso, evaporando in forme indefinite, inafferrabili, in fn Yuanti figure di sogno, © svolgendosi in un ritmo puramente jnusicale, E il poemetto fu intrapreso (1864-65) proprio come -adisintossicarsi », © sottrarst ad un cima glaciale con un « travail estival », un rilassamento, un « torpore ». Progettato anch’esso_ come opera teatrale, da declamarsi in pubblico (@ si pensd ad un certo momento @ Coguelin aing), ebbe una eee caboracione, passando per varie stesure (Monoloje d'un Faune, Dialogue des Nymphes — 2 versioni —, Le Ré. veil du Faune, Improvisation d'un Faune), che risentono tutte dei successivi_ sviluppi della poetica mallarmeana, dal « Par. nase» al Simbolismo € all'Impressionismo, per approdare, Fee Ted di dieei anni (1864-79), al testo definiivo, pubdl, fato in clegante « plaquette » di appena duecento copie, nel 1876, con illustrazioni ‘di Manet. Opera dal tema indubbiz- snente« sensuale p (un fauno che insegue due naiadi, ma non Sa bene se nel suo sogno, nel suo desiderio, nei suoi ricordi: Ces nymphes, je les veux perpétuer, — Si clair, Leur incarnat léger, gu’il voltige dans Yair ‘Assoupi de sommeils touffus. Aimai-je un réve? Mon doute, amas de nuit ancienne, s’achtve En maint rameau subtil, qui, demeuré les vrais Bois mémes, prouve, hélas, que bien seul je m’offrais Pour triomphe la faute idéale de roses. Réfiéchissons...), non ha un reale « progresso » se non in una « suite » di fluide ini, di coloti, di suoni, in un morbidot metamorfosi di imm: voluttuoso dipanarsi diversi flautati, ora in ‘apostrofi tron, “ebbre ed inebrianti: Tant pis! vers le bonheur d'autres m’entraineront Par leur tresse nouée aux cornes de mon front: Tu sais, ma passion, que, pourpre et déja mire, 334 1 grenade éclate et d'abeilles murmure; wépris de qui le va saisir, Br now or rout Vesaim eternel du dsi.. ra alla fine, in un tassegnato ipiegamento di fronte al sogno svanito: Non, mais l'ame De paroles vacante et ce corps alourdi_ Tard succombent au fier silence de mid Sans plus il faut dormir en l'oubli du blasphéme, Sur le sable altéré gisant et comme jaime Guvtit ma bouche a V'astre efficace des vins! Couple, adieu; je vais voir lombre que tu devins, Ed & qui uno dei momenti pit « felici», in ogni senso, di Mallarmé, anche come risolto accordo della sua poesia dalla sia postica della « suggestione », verbale, musicale, con- cxtuile, Ein, pieno Simbolismo, nel 1891, Mallarmé, pure assegnando a Verlaine il merito di aVere per primo reagito contro «....'impeccabilité et V'impassibilité parnassiennes », con il suo verso « fluide », con le sue « dissonances voulues », iegava a Jules Huret come avesse cercato, nell’Aprds-Midi Gea Fane cnt taigya Terese he coetpoeion ‘Ty-essayais, en effet, de mettre, a cété de V'alexandrin dans toute sa ‘enue, une sorte de jeu courant pianoté autour, comme qui dirait d'un secompagnement musical fait par le poéte lui-méme et ne per- mettant au vers officiel de sortir que dans les grandes occasions, Ma anche questa « églogue » & poesia dell'assenza, di un lusidhe“non realizzata, e tuttavia qui « compensativa», nel- ‘Taccettazione cio di questo Non-Essere, come in altri momenti itveul @ appunto Passenza vergine di contaminazioni, e pura nel suo candore, ad abitare nel sogno intatto del poeta. Pen- siamo a quel meraviglioso capolavoro che @ il a in prosa «Le Nécuphar blane » (1885), dove, prima che la possibile ione d’una donna vera turbi I’incanto, il poeta porta via simbolo che se n’é creato (una ninfea), ‘con ~-imaginaire trophée, qui ne se gonfle d’autre chose sinon de la va- cance exquise de soi, © al sonetto senza titolo (1887) « Mes bouquins refermés sur 1Snom de Paphos... », di cui citiamo le due terzine, con quella 335 ferenza_accotdata_ancora. una volta a cid che Fb guindl rivestirsi di tutta la sua nostalgia: !™-e.de Ma faim qui d'aucuns fruits ici ne se régale Trouve en leur docte manque une saveur Qu’un éclate de chair humain et parfumant! Le pied sur quelque guivre ob notre amour tisonne, Te sense plus longtemps 5 fruteie perdument ‘A autre, au sein brOlé d'une antique amazone, E sono momenti di armonia, in cui sembra placa gosciosa ossessione di sterilita, di impotenza, di baal insuccesso, che perd riemerge in altre, poche posse, comps © pubblicate in quegli stessi anni Ottanta cui appattengone due testi precedentemente citati, i sonetti « Quand [omy e menaca de la fatale loi...», « Victorieusement file susie beau...» (che abbiamo gia trascritto), 0 quello ancora Tebre del « Cygne » (« Le vierge, le vivace et le bel tion dui... »), che sembra vergato in un « langage détunt », come pet riassegnare il poeta al suo inane, doloroso sforeo, ila me «blanche agonie », al suo nefasto « échec » (e se ne veda ly penetrante, originale puntuale lettura che ne ha dato Steins Agosti). Gli_anni Ottanta sono del resto quelli in cui Mallamé, comie si detto piti sopra, inizia a riflettere piti profondamesie stilla sua” poetica, a raccogliere le sue rime ¢ prose « spares, Uys cop # medicare sui rapporti musica:poesia, a pensar ancora al «Le 1) il, We supremo E solo alla vigil della more, qua tens spirituale, egli consegnéra alle stampe quella « partitua» de 8 Un coup de dés jamais n’abolira le basard, un « potme » de | “attesta « in extremis » Ia sua lotta contro l’enigma del caso, mi del linguaggio che si sviluppa, ora pil let mente, ora pitt-velocemente, calando o salendo di tono, dale quindi una visione « simultariea » della pagina stessa, ne Sensi otizzontali, verticali, obliqui, decrescenti, ¢ con 336 i =| Pi ce, iz di caratteri tipografici diversi (maiuscolb, gtassetto, maiu- }// wrretto, tondo, corsivo, maiuscol6 corsivo) e Vabolizione com. a della_punteggiatura. Si aggiunga che la « simultaneita »hh, ‘icitore comprende le due pagine insieme d’un libro a to, Pt fa pari c-la-dispari, che il discorso si.sposta dall’una all’altra nee impossibile qui darne un esempio). Non si tratta di ( arole in liberta », ma — come dice Mallarmé nella breve Peron — delf’«emploi a”nu de la pensée avec retraits, rolongements, fuites», 0 delle « subdivisions prsmatiques de idée », dell’Idea che @ la « frase » centrale, « le motif prépon- ‘Grant », cick il titolo stesso, “anch’esso tuttavia disseminato, ‘parola pet parola, nella spazialita della pagina-testo, per chiu- dersi come su sé stesso, ciclicamente, nelle parole conclusive: Toute Pensée émet un Coup de Dis, <\. Un_« Ideogramma » frantumato nei suoi « segni », che si ricostruisce fino a combaciate con s¢~stesso, ad” essete fondo e forma; eppure, dal momento che esso si pone e si isctive nella pagina, si crea e diviene qualcosa di « necessario », 0 una sfida della necesita contro il caso. L’enunciato @ al tempo stesso dimostrato € intaccato. E forse nessuno piti di Blan- chot_lo ha visto in modo pit chiaro: « ...du moment”qu’ll Yacorrélation précise entre la forme du potme et I’affirmation qui le traverse en le soutenant, la nécessité se rétablit, Le hasard n’est_pas libéré par la rupture du vers réglé: il est au contraire, étant preciseRent exprimé, soumis a la loi exacte ala forme qui lui répond et a laquelle il doit répondre, Le est sinon vaincu en cela, du moin attiré dans la rigueur & “la parole’et élevé & la ferme figure d’une forme ow il s’en- ferme », esto fra i piti difficili e originali (e non solo fra quelli di Mallarmé), il Coup de dés & un « folle volo», & un «acte de de » (come disse Mallarmé a Valéty), ma lucida, co- sciente, il i nino per_.impo) ng se poeti i Il a essayé, pensai-je, dise Vile lever enfin une page 2 la puissance du ciel | Gtoilé.» Non & il « Livre », certo, scopo stesso dell’esistenza, mai fine ultimo del mondo (Au fond, voyezwous, le monde est fait pout aboutir a un beau livre, He Celebre conclusione delle sue risposte all’« enquéte » di ‘uret), ma ne & il piti probabile e compiuto prologo, e non 337 & rimasto senza conseguenze sulla letteratura successiva, ed anche su quella di oggi. E poi, non & detto che questo « beau liyre » Mallarmé non_I'abbia scritto,.anche.se_per frammenti, ipotesi, progetti, stupendi blocchi di « non finito », sonetti e « pidces » te « fatili » circostanze; bastano Ie sue poche cen. tinaia di versi, o alcune delle sue prose non certo straripanti, a imprimergli uno sbalzo perenne fra le tante figure, spesso cos{ appiattite, elle letterature di tutti i Paesi, a testimoniare dello scavo che egli ha tentato ed operato nelle profondita della Pa- rola, nelle sue possibilita di creazione « divina », come nella « goutte de téngbres » che prima di essere nel suo inchiostro, sua « scrittura », @ nel mistero di ciascuno di noi.

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