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I BOMBARDAMENTI DEGLI ALLEATI E LA FUGA DEI TEDESCHI di Gabriele Alloro Una mattina a cavallo tra il 1944 e il 1945, in piazza Buccari arrivano alcuni camion dai quali scendono |"[q RIAPERTUNA DELLA SEDE pat| parecchi soldati; questi si suddivi- | PAIR. Nel Joall aieent day paige dono in gruppi ¢ iniziano a passare |ddel Partito Fascisia Repubblicano. G oc nffiel sono aperti tutte Ie sere dalle al setaccio tutte le case della piazza: | yy allo, a Por In nostra. fi hanno ricevuto informazioni circa |e eS cen te conrenre, la presenza di partigiani e cercano —— affannosamente un certo Corsi, det- Articolo pubblicato sul quotidian «Arena» to Loppa, che in questa occasione se“! # novembre 1943 a pag. 2 a cava per miracolo. Infatti, antici- pando di cinque minuti l'arrivo dei tedeschi, scappa dal retro di una casa e riesce a raggiungere la sua nascondendosi nel fienile. Dopo aver perquisito la sua abitazione, i tedeschi controllano anche il fienile senza perd riuscire a trovarlo, Giunti davanti a un’altra casa, i soldati incontrano difficolta nell’aprire una porta: quindi fanno intervenire il fabbro Dusi!, e lo obbligano a forzare la serratura. Alcuni bambini osservano la scena standosene nascosti: sono in- curiositi e interessati nel vedere quello che sta accadendo. A loro sembra di essere al cinema, non si rendono conto che i tedeschi non scherzano, e che da un momento allaltro potrebbe iniziare una sparatoria Dopo circa un paio d’ore di ricerche i soldati desistono, risalgono sui ca- mion e se ne vanno2. SCHEDA 5 IL CAMPO DI CONCENTRAMENTO A MONTORIO I campi di concentramento provinciali vengono istituiti a seguito dell’or- dinanza di polizia del 30 novembre 1943, n. 5, firmata dal ministro Buf- farini Guidi e inviata a tutti i capi delle province della RSI. In essa si 1 La bottega del fabbro Tullio Dusi, detto Titi, é al civico 14 di via Olmo. 2 Testimonianza di Adriano Zamboni. 3 Stefanori Matteo, Ordinaria amministrazione: gli ebrei e la Repubblica sociale italiana Laterza, Bari-Roma 2017, or esplicitano le indicazioni per la nomina dei prefetti, divenuti i deposi- tari dellautorita amministrativa e politica locale, in quanto capi delle Federazioni provinciali di partito, e le direttive per colpire fisicamente gli ebrei e per sequestrarne i beni. Le persone fermate sono destinate alla reclusione negli appositi campi di concentramento istituiti in ogni provincia, in attesa dell’allestimento di wna o pit strutture nazionali di concentramento*. Pochi giorni dopo, il 10 dicembre, la circolare del capo della polizia Tul- lio Tamburini fornisce istruzioni sulla tipologia delle persone da arre- stare e da destinare ai campi di concentramento, mentre a seguito di un telegramma del 28 dicembre del ministro Buffarini Guidi, destinato a chiarire e a specificare il quadro normativo, si avvia il trasferimento gra- duale degli internati nei campi provinciali (strutture spesso ancora non sufficientemente attrezzate da un punto di vista igienico e “funzionale”, e mancanti dei necessari posti letto per accogliere fin da subito un gran numero di persone), nonché la confisca dei beni e delle abitazioni (queste ultime riassegnate ai numerosi sfollati ¢ ai militari in continuo movimen- to sul territorio della RSI). Per quanto riguarda V'allestimento dei campi, ci si attiene alle disposizio- ni nazionali gia delineate nel 1940, in particolare al Decreto del Duce del 4 settembre 1940°, Le disposizioni consigliano alle autorita locali di requisire edifici esisten- ti (seminari, colonie estive, alberghi, caserme, ville, ecc.), abbandonati 0 poco utilizzati, provvisti di luce elettrica, acqua potabile e allacciamento telefonico, ¢ con uno spazio esterno o cortile utilizzabile dagli internati per trascorrere il tempo. Luoghi lontani dal fronte, da grandi linee di co- municazione (ferrovie, porti, strade) o da zone militarmente strategiche (fabbriche, caserme), ma collegate tramite strada a un centro abitato in cui ci siano una stazione dei carabinieri, un presidio medico e uno spac- cio alimentare. 4 Il «Corriere della Sera» sceglie di dare ampio spazio alla notizia nella parte centrale della prima pagina: F alla tribit di Israele che risale la maggior parte delle responsabilita di questa guerra. Impossessatasi delle leve di comando dell’economia mondiale, essa ha preme- ditato Faggressione e il soffocamento dei popoli proletari scatenando un conflitto universale il cui scopo é quello di dissanguare Europa e dischiudere le porte del potere assoluto alla razza eletta, Che i denari accumulati con ogni mezzo dagli womini di questa schiatta per- versa con Tusura e lo sfruttamento sistematico della nostra gente vadano a sanare le ferite provocate dai terroristi dellaria, @ un atto di umana giustizia pit ancora che di legittima ritorsione. Larresto degli ebrei, in «ll Corriere della Sera», 1° dicembre 1943, p. 1 5 Decreto del Duce del fascismo, capo del Governo, 4 settembre 1940, XVIII, pubbli- cato nella Gazzetta Ufficiale n, 239 dell'L1 ottobre 1940: Disposizioni relative al tratta- mento dei sudditi nemici internati 68 f i - ( Lubicazione del casolare dove venivano imprigionati gli ebrei a Montorio (Google Earth). Quello dei campi provinciali ¢ un fenomeno abbastanza circoscritto nel tempo (dalla fine del 1943 alla prima meta del 1944)° e nello spazio (ter- ritorio della Repubblica di Sala). Secondo quanto riportato da Stefanori, la gestione dei campi provinciali @ di competenza italiana; l'arresto degli ebrei e la confisca dei loro beni, invece, sono eseguiti da soggetti diversi: italiani e tedeschi, organismi ufficiali e formazioni autonome; di esclusi- va competenza dei comandi nazisti restano la definizione e la struttura- zione dei convogli dei deportati. Una volta individuati i locali adatti, il questore (e in certi casi il capo provincia) nomina un direttore’ e stabilisce il personale addetto alla sor- veglianza, costituito di solito da un piccolo nucleo di agenti di polizia, carabinieri o militi della GNR. Al direttore spetta il compito di ottempe- rare alle indicazioni dei superiori, supervisionare e gestire Iordinaria amministrazione” (la risoluzione di problemi materiali, come il riparare una recinzione o un bagno), nonché situazioni eccezionali per le quali si © Alcontrario, gli arresti, le confische e le deportazioni sono una costante durante i due anni di vita della RSI e dell’occupazione tedesca dell'ltalia centro-settentrionale, anche se raggiungono il culmine nei primi mesi del 1944. 7 I direttore puo essere un funzionario di pubblica sicurezza (un commissario di PS, ad esempio), , raramente, una figura amministrativa locale, come il podesta del paese 69 I fabbricato adibito a campo di concentramento (foto Andrea Crobu). renda necessario condurre delle indagini interne (furti, evasioni, irrego- larita varie). La prefettura segue gli iter burocratici ed economici, e in particolare le previsioni e i consuntivi di spesa segnalati dal questore e dal direttore. Il capo provincia riferisce invece alle autorita centrali sulle operazioni effettuate contro gli ebrei nello specifico contesto territoriale. Le spese di funzionamento dei campi gravano sulle casse dell’ammini- strazione periferica, ovvero su comuni e prefetture, che anticipano il pa- gamento per poi ottenerne successivamente il rimborso dagli uffici cen- trali del ministero8. Gli ebrei internati di solito non sono destinati al lavoro, perché accentrati in queste strutture scadenti e inadeguate, in previsione di un rapido tra- sferimento nel campo di Fossoli. In tutto vengono istituiti ex novo campi provinciali per ebrei in pitt di venti province della RSI, distribuiti in tutta I'Italia centro-settentrionale. Nello specifico, in Veneto sono tre le strutture presenti: un convento di suore in localita Vo Vecchio (PD); la colonia alpina di Tonezza del Cimo- 8 Cid awviene spesso solo dopo la chiusura del campo, a seguito della presentazione di un rendiconto composto dalle fatture rilasciate dai fornitori della zona: falegnami, fabbri, alimentari, ecc. Molte questioni rimangono inevase a lungo, in alcuni casi fino alla fine della guerra 70 ne (VI); a Verona, quello che viene chiamato campo di concentramento di Montorio. La sorveglianza del campo di prigionia a Montorio Veronese é garantita dalla direzione del comando del 40° Battaglione Mobile della Guardia Nazionale Repubblicana?. Tl campo di concentramento di Montorio, di cui si hanno poche notizie, e che in alcune fonti d’archivio é indicato nel territorio di San Michele Extra, sorge nei pressi di corte Colombare, non lontano dalla grande ca- serma ora chiamata “G. Duca”, ma nota con lappellativo Casermette di Montorio. Ledificio é semi-diroccato, ¢ ora si trova in uno stato di completo abbandono. Secondo quanto dichiarato dal prefetto di Verona in un questionario sulla questione ebraica in Italia, compilato dopo la liberazione, ha ospitato cit- ca una ventina di ebrei!®; ma dalle informazioni e dalla documentazione raccolte, da questo stesso campo é transitato un numero maggiore di per- sone e, in particolare, circa sessanta ebrei provenienti da Roma e destina- tiad Auschwitz, 1'8 febbraio 1944. Sara Berger, nella sua pubblicazione I signori del terrore, conferma la presenza a Montorio del cospicuo gruppo di ebrei romani, arrestati agli inizi di febbraio". Il gruppo di prigionieri arriva a Verona verso la meta di febbraio del 1944, e viene rinchiuso in un ampio stanzone nel centro della citta. Si pud tentare di risalire al luogo esatto di detenzione dall'indirizzo riportato in una cartolina inviata da Verona da Aurelio Spagnoletto il 20 marzo 1944: Distaccamento Cittadel- la, 40° Battaglione M.T., Caserma S. Bernardino, Verona. In una successi- va, del 17 aprile, l'indirizzo riportato dallo stesso mittente risulta essere: Ponte Cittadella, 5. Verso la meta di aprile, il gruppo viene trasferito a Montorio: lo si evince dalla lettera di Aurelio Spagnoletto, detto Peppino, inviata alla moglie il 14 aprile 1944: Forse tra giorni andremo via da questo luogo, pero andiamo vicino Verona distante 5 km, dicono che é un posto incantevole in aperta campagna, ¢ una palazzina che stanno attrezzando con tutte le comodita possibili per noi, tut- 9 Stefanori Matteo, Ondinaria amministrazione: gli ebrei e la Repubblica sociale italia- na, Laterza, Bari-Roma 2017. Il campo di Montorio si trova in localita “Colombare”. Gli ebrei vengono trasferiti da Ponte Cittadella ma la posta continua a giungere loro con lo stesso indirizzo anche nella nuova localita. 10 Galas Cornelio, Lager per ebrei in Italia, 13 settembre 2016 in hitp://www.televigno- le.iVlager-ebrei-italia-10/, 11 Sara Berger riporta l'elenco dei sessantadue ebrei trasferiti da Roma a Verona. Non. tutti passano dal campo di Montorio, perché alcuni di loro, arrivati a Verona, vengono portati per problemi di salute all Ospedale Civile. Berger Sara, I signori del terrore. Po- lizia nazista e persecuzione antiebraica in Italia (1943-1945), Cierre, Verona 2016, pp. 180-182. m1 ti ci dicono che staremo molto meglio, e anche per i bombardamenti staremo al sicuro, solamente vedremo altro che cielo e terra, ma non fa nulla, appena andremo via ti fard sapere anche il nuovo indirizzo, in ogni modo seguita scrivere, a Ponte Cittadella 5!2. Questa informazione trova conferma nella lettera di Tranquillo Sabatello, scritta a Verona il 19 aprile 1944: Cara Enrica ci spostamo da qui che siamo al centro di Verona, ma andiamo forse non é sicuro qua vicino a quattro chilometri da qua. [...] Tu scrivi sem- pre al medesimo indirizzo, cosi se andiamo via la posta ci prosegue!. Ma il trasferimento subisce dei ritardi, secondo quanto riportato nella lettera di Spagnoletto del 21 aprile 1944: Si doveva partire questi giorni ma pare che la partenza é rimandata alla fine del mese, forse spero che alla nuova destinazione si stia molto meglio tanto per dormire come per mangiare neanche come tranquillita, perché sara no- stra dimora fino alla fine'*, Le aspettative che i prigionieri nutrono per il nuovo posto di detenzione sono alte, lo si deduce da quanto contenuto nella lettera che Tranquillo Sabatello e il figlio Carlo scrivono il 21 aprile 1944: Cara Richetta ti faccio noto, che forse andiamo via da qua e ci spostiamo sempre qua a Verona di circa quattro chilometri, ossia veniamo a stare in campagna e forse pitt siquri dai bombardamenti; e pitt aria anche per Carlo, sebbene lui escie tutti i giorni con qualcheduno di noi, ¢ lui @ molto contento di andare la, e Valtra settimana é andato con Mario Spagnoletto a vedere il posto, e @ ritornato tanto contento, forse perché ce molto piie spazzio di qua, ma io ero piu contento di rimanere in citta. Cara mamma. [...] Io gia sono stato a vedere il posto e sono rimasto molto contento anche perché é un bel posto, e si sta in campagna cosi io avr molto spazio per giocare anche perché cié molto piit arial. Leone Fiorentino racconta in un libro!® alcuni particolari sul trasferimen- to a Montorio: Veniamo trasportati tutti con alcuni autobus militari in una localita deno- minata San Michele Extra, a pochi chilometri da Verona. Veniamo alloggiati 12. http://wwwarchivio-torah ivspagnoletto/. 13. Tagliacozzo Franca, Gli ebrei romani raccontano la propria Shoah, Giuntina, Firenze 2010, pp. 323-324. 14 httpy/wwwarchivio-torah ivspagnoletto/. 15. Tagliacozzo Franca, Gli ebrei romani raccontano la propria Shoah, Giuntina, Firenze 2010, p. 323 16 Fiorentino Leone, La marcia della morte: da Auschwitz a Dachau 1943-1945, Mursia, Milano 2002, pp. 89-90. 72 Uno degli sgabelli del campo di concentramento di Montorio recuperato e conservato da Adriano Bianconi (foto Roberto Rubele). in un vecchio casolare abbandonato recintato. Qui buona parte del giorno lo trascorviamo all’aperto, in mezzo al verde che ci circonda. Un ruscelletto scorre proprio al limite del terreno antistante il casolare e con le sue acque ci permette, utilizzando la terra bagnata dal greto, di lavare le poche stoviglie che ci @ permesso tenere e qualche indumento personale. Malgrado il mag- giore rigore imposto dei nuovi militi, voluto dal loro inflessibile comandante, viviamo ora in uno spazio decisamente pitt ampio e ci consente una pitt larga possibilita di movimento. Secondo quanto si intuisce dalla lettera di Spagnoletto, il 30 aprile 1944 il trasferimento sembra gia essere stato completato: Adesso la posta non parte tutti i giorni, anzi questa mia partira martedi, stai pure tranquilla che sto benissimo tra giorni dovremmo coltivare tutto il nostro recinto a patate e fagioli e altri ortaggi, cosi faremo qualche cosa per passare il tempo. NelPultima lettera spedita da Verona, I'll maggio 1944, Aurelio Spagno- letto conferma le buone condizioni di salute: La nostra salute é ottima l'appetito non manca, se tu mi vedessi ho preso una tintarella sembra che sia stato ai bagni. 11 12 maggio il questore di Verona segnala che sono consegnati al Tenente Fisenkollb della S.S. Untersturm Fuhrer beim B.d.s. [sic] di questa citta, gli 73 ebrei, provenienti da Roma, che erano stati associati al campo di concen- tramento di Montorio sotto la direzione del Comando del 40° Battaglione Mobile della Guardia Nazionale Repubblicana, ad eccezione dei sottonotati che si trovano ricoverati per malattia all’Ospedale Civico'’. In un’intervista, Leone Fiorentino ricorda il trasferimento da Montorio a Fossoli «Da Verona ponte Cittadella fummo trasferiti a San Michele Extra, una localita di campagna subito dopo estrema periferia di Verona. Li ci re- stammo non molto tempo, subito dopo giunsero le SD i tedeschi vestiti tutti di nero i servizi speciali lugubri come il vestito che portavano addos- so ci dettero pochissimo tempo e ci caricarono su un pullman e fummo portati a Fossoli»'8, Le testimonianze di Adriano, Lino e Matilde!9. Nel periodo della guerra, Adriano e Lino vivono con le famiglie nella corte Colombare a Ponte Florio. Sul retro del loro casale, oltre il campo, cé la contraerea detta di Ca’ Bellina, cui si arriva tramite una strada pro- veniente da via del Vegron, in prossimita di villa Turco, appositamente realizzata dai soldati italiani per consentire il transito dei cannoni della contraerea stessa. Nelle vicinanze, oltre il fossato che unisce Ca’ Bellina e corte Colombare, si distingue ancora un casale: un edificio costituito da un’unica grande stanza in cui all’epoca dei fatti raccontati vengono detenuti e ammassa i prigionieri, soprattutto ebrei. Lo stanzone é spoglio, ci sono solo deg sgabelli in legno sui quali i prigionieri, tra i quali anche donne e bambini, possono sedersi per riposare. Sul ponte @ posizionata una mitragliatrice, allo scopo di vigilare sui pri- gionieri stessi. All'esterno del casolare, in un’area circondata da una rete metallica, i prigionieri ebrei sono liberi di circolare. Adriano, curioso come tutti i ragazzi, spesso si avvicina alla rete di recin- zione per osservare i prigionieri e qualche volta offre loro un po’ di frutta raccolta nei campi vicini. Alcuni prigionieri hanno il morale alto: sono contenti di essere trasferit 17. Berger Sara, I signori del terrore. Polizia nazista ¢ persecuzione antiebraica in Italia (1943-1945), Cierre, Verona 2016, p. 187. 18 hupy/museodiffusotorino. memoro org/iv/Leone-Fiorentino-4-9-—Larresto_7226 html 19 Testimonianza di Adriano Bianconi e Lino Bonato. La testimonianza di Matilde Lenotti Orna é tratta dalla videointervista rilasciata a Olinto Domenichini per conto dell IVRR. 74 in Germania e di poter lavorare come operai; altri invece sono sofferen- ti, sia per la privazione della liberta, sia per l'incertezza del futuro. Tra questi, un giovane di trent’anni (un certo Rossi, originario di Borgo Vene- zia) un giorno tenta la fuga scappando in mezzo ai campi e agli alberi di pesche. Percorre non piit di cento metri, quando viene raggiunto da una scarica di mitra che gli spezza le gambe. Cade a terra tra strazianti grida di dolore, e con le poche forze che gli rimangono si trascina per qualche metro in una posizione pit defilata. Come monito per gli altri prigionieri, viene lasciato agonizzante per tutta la giornata; solo verso sera un balilla riceve il compito di ucciderlo con un colpo di pistola alla testa. Quando lo stanzone si riempie di prigionieri, i tedeschi organizzano il trasferimento verso altre destinazioni. Gli internati, scortati da soldati tedeschi con mitra alla mano, escono ¢ si incamminano verso la corte del- le Colombare, fino alla strada che collega Ponte Florio al vicino Montorio (via A. Da Legnago, in prossimita dell’odierna stazione di servizio). Vi- cino al “grande albero”, salgono su due corriere, prima tappa del viaggio verso la Germania. Al passaggio della colonna attraverso la sua corte, il padre di Adriano tenta di interpellare i prigionieri, per conoscere la loro destinazione. Ma una delle guardie tedesche interviene tempestivamente e, con fare minaccioso, carica il fucile e lo punta contro quell’uomo trop- po curioso che, impaurito, abbassa la testa e indietreggia fino a scompa- rire nella stalla. Uwulteriore conferma della presenza del campo di concentramento di Montorio é contenuta nella nota lacunosa di prot. n. 10317 del 21/06/1945 dell Ufficio Accertamenti ¢ Amministrazione Beni Ebraici inviata al Pre- fetto di Verona. Oggetto: Campo di Concentramento Ebrei Durante i primi mesi dello scorso anno [...] allestito a Verona e successiva- mente a Montorio un Campo [...] centramento per Ebrei. Detto campo era alle dipendenze del Com{...] Provinciale della G.N.R. il quale in proposito ha emanato tutte le disposizioni. Per quanto riguarda le spese (vitto, assistenza sanitaria, ecc.ecc.), Vallora Capo della Provincia di Verona ha disposto che le spese fossero sostenu- te dall’ Ufficio scrivente e che gli importi necessari venissero prelevati dalle rendite dei beni sequestrati. 20 ASVr, Pref., Gab., b. 25, fasc. Campo concentramento ebrei, prot. n. 10317, 21 giugno 1945. 75 Poiché Vammontare di dette spese rappresenta cifra ingente (L. 80.000 cir- ca), considerando che nessuna disposizione ministeriale prevedeva che i campi ci?! concentramento venissero finanziati con le rendite dei beni se- questrati, preghiamo vivamente l’Ecc. Vostra di voler cortesemente indicare quale Ente dovra provvedere al rimborso della cifra sopra esposta che in caso diverso, andrebbe a gravare modificandone sensibilmente il risultato economico, sulle Aziende amministrate dall'Ufficio. Successivamente, secondo la testimonianza di Matilde Lenotti Orna, Pre- sidente Onoraria dell’ANPI di Verona, l’edificio viene adibito a luogo di detenzione per i parenti dei renitenti alla leva. Dopo Lassalto al carcere degli Scalzi (17 luglio 1944), Matilde stessa, ritenuta colpevole di aver agevolato la fuga di uno dei protagonisti dell’a- zione, con il falso pretesto di dover rilasciare una testimonianza, viene condotta nell’edificio da lei identificato come la “caserma degli ebrei”, poiché utilizzato come Iuogo di raccolta degli ebrei prima della depor- tazione nei campi di concentramento. Lei definisce lo stabile “la caser- metta” o “dépendance della caserma”, perché situato non lontano dalla grande caserma di Montorio. Al momento della sua incarcerazione, nell’edificio sono ammassate molte donne “scarmigliate” ¢ distese sulla paglia, condotte anch’esse in questo luogo con lo stesso stratagemma, e trattenute invece da parecchi mesi contro la loro volonta, come ostaggi a causa della stretta parentela con renitenti di leva. Matilde rimane rinchiusa nella casermetta per circa un mese. BomBE DAL CIELO Verona é un importante crocevia ferroviario, che garantisce rifornimenti ¢ collegamenti militari tra I'ltalia e la Germania Dopo 8 settembre si rafforza il ruolo strategico della citta, che diventa una base logistica della Wehrmacht (Militarkommandantur 1009), della Luftwaffe (Lazise), delle SS e SD (ex Palazzo INA in Corso Porta Nuova), della Speer e della Todt, i cui depositi principali si trovano a Verona (scalo ferroviario), Villafranca, Peschiera ¢ Malcesine. ‘A Verona hanno inoltre il loro ufficio !Obergruppenfiahrer Karl Wolff, co- mandante generale delle $S in Italia, e il Gruppenfiahrer Wilhelm Harster, 21 Silegga 76

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