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Et Summis Surgentia Tecta sub Astris: Villa Farnesina come

edificio astrologicamente orientato

Giangiacomo Gandolfi1, Massimo Calabresi2


1
Planetario di Roma, giangiacomo.gandolfi@gmail.com
2
Associazione Romana Astrofili

Abstract. The celebrated Villa Farnesina in Rome, the elegant XVIth


century retreat of the the sienese banker Agostino Chigi built along the
Tiber by Peruzzi and frescoed by Raphael and Sebastiano del Piombo, is a
masterpiece of Renaissance art renowned for its paradigmatic astrological
vault. The astral decorations of the Sala di Galatea have been studied
during the XXth century by iconologists of the calibre of Aby Warburg
and Fritz Saxl, and in 1984 their horoscopic nature has been proven
conclusively by Ingrid Rowland on the basis of the discovery of the
baptistry register of Chigi in the Archivio di Stato of Siena. And yet no
consensus has emerged among the scholars about the exact time of the
birth: while the date and the represented planetary positions are certain and
confirmed, many possible and equally consistent scenarios have been
proposed for the time of the horoscope, choosing Italic hours (counting
from the sunset: Lippincott, 1990 and 1991 and Schiller, 1993), french or
astronomical hours (counting from midnight: Quinlan McGrath, 1984 and
1995) or using sidereal time (a very technical notation that would imply
the presence of a professional astrologer at the moment of birth: Esteban
Lorente, 2014). We will try to assess this complex situation analyzing the
role of the hitherto ambiguous extra-zodiacal pendentives and constraining
the celestial configuration also through the central panels of the vault. In
the end the best model appears to be the one proposed by Lippincott, and
the key to interpreting the whole representation seems to be connected to
the orientation of the hall and of the building along the horizon according
to the parameters of Chigi’s horoscope. Such a disposition appears as a
voluntary harmonization of the fictive starry vault with the outer roman

1
sky, transforming the villa in a cosmic building with the Sala di Galatea
(formerly an open loggia) oriented to the north-eastern azimuth of Chigi’s
Taurus ascendant, as verified on site with compass and theodolite. This
elegant architectural solution implying an astrological alignment has never
been proposed by scholars, but we will show that it can be considered
consistent with the astral doctrines of the time and highly plausible
because it was adopted for a number of other more or less coeval buildings
(e.g. the medicean Villa of Poggio a Caiano and the church of San Jacopo
in Acquaviva in Livorno).

1. Introduzione
La Villa Farnesina a Roma, che diverrà all’inizio del Cinquecento il
prototipo della residenza di campagna rinascimentale, è particolarmente
celebre per la straordinaria qualità artistica della sua cosiddetta Sala di
Galatea, una loggia che ospita uno dei più celebri cicli pittorici astrologici
del Rinascimento italiano. Nonostante i numerosi e importanti studi al
riguardo, l’interpretazione dell’oroscopo che è senza ombra di dubbio
rappresentato sulla sua volta, del committente, quello del ricco banchiere
Agostino Chigi, presenta ancora molti elementi di incertezza. Nel presente
saggio tenteremo un’analisi che dissipi il più possibile i dubbi più tecnici
finora avanzati, soprattutto sulla reale ora del giorno in cui avvenne la
nascita di Chigi, un parametro che lascia notevoli margini di
indeterminazione all’interpretazione complessiva dell’opera.
Sorprendentemente, la chiave per selezionare uno dei molti valori proposti
in letteratura si rivela essere non solo l’affresco stesso, ma anche la
disposizione della struttura architettonica: la sala di Galatea e al contempo
l’intera Villa Farnesina. Come dimostreremo, il “suburbanum” del ricco
banchiere è infatti un vero e proprio tempio cosmico laico, che riflette nei
suoi stessi assi l’allineamento ai punti dell’orizzonte che determinano
l’esatto Ascendente e Medio Cielo del tema di nascita del suo proprietario,
cioè i due valori cardinali del suo oroscopo.

2
2. Il Viridarium del Magnifico Agostino Chigi
I lavori della villa suburbana di Agostino Chigi1, luogo di svago e cultura a
pochi passi dalle sedi degli affari e della vita sociale cittadina, iniziano nel
1506 sotto la direzione di Baldassarre Peruzzi e culminano nel 1511, al suo
ritorno da una missione diplomatica a Venezia per conto di Giulio II. Nel
corso degli anni parteciperanno alla decorazione degli interni alcuni tra i
massimi artisti dell’epoca, tra cui Peruzzi stesso, Raffaello, Sebastiano del
Piombo, Giovanni da Udine e Giovanni Antonio Bazzi detto il Sodoma.
L’impatto sul mondo culturale romano che orbita intorno alla Curia è
enorme: in autunno Egidio Gallo pubblica il poema celebrativo De
Viridario Augustinii Chigii e nella primavera del 1512 il prestigioso
letterato Palladio Blosio contribuisce con il suo Suburbanum Augustini
Chisii.

Fig. 1. L’ingresso sul lato settentrionale della Villa Farnesina, con la Loggia di
Raffaello.

La Sala di Galatea era inizialmente una loggia aperta sui giardini, al piano
terra del lato orientale dell’edificio, quello verso il fiume Tevere.
Il lavoro pittorico sulla volta ad opera del Peruzzi, con i suo riferimenti
astrologici che ci riguardano da vicino, inizia nei primi mesi del 1511 e
termina entro l’anno. Seguono nell’autunno le lunette sui lati ovest, nord e
sud dedicate ai miti dell’aria e il Polifemo della parete occidentale di
Sebastiano dal Piombo, mentre Raffaello dipinge la Galatea probabilmente
nel 1512.

1
Esistono molti studi sull’edificio e i suoi giardini, ma per una sintesi efficace, completa ed aggiornata ci si può
rivolgere all’ampio lavoro di Frommel (2003). Per una panoramica sulle ville rinascimentali a Roma e sulla loro
evoluzione sociale e architettonica resta eccellente il sia pur datato Coffin (1979).

3
La volta è suddivisa in uno scomparto centrale con due pannelli che
rappresentano il mito di Perseo e la Gorgone e una ninfa su un carro
trainato da buoi, con tutta probabilità Elice, circondato da 10 esagoni
contenenti le costellazioni zodiacali e 14 vele triangolari con personaggi
classicheggianti che esibiscono attributi tipici delle costellazioni
extrazodiacali.
3. Storia di un Oroscopo
L’interpretazione complessiva del programma iconografico della Sala, che
non è mai stato completato ed è stato affiancato da incongrui affreschi
seicenteschi di paesaggi ad opera di Gaspard Dughet, è tuttora materia di
dibattito tra gli studiosi.
L’invenzione del tema astrologico della volta, invece, sarebbe dovuto
secondo gli storici allo stesso Baldassarre Peruzzi e/o al segretario
umanista e grecista di Chigi, il viterbese Cornelio Benigni.
Il primo tentativo di decifrare quello che fin dall’inizio degli studi
approfonditi sugli affreschi apparve come un oroscopo 2 lo si deve al
pioneristico Aus der Farnesina di Ernst Maass (1902). Le intuizioni
dell’autore tedesco vengono riprese e approfondite al tempo del celebre X
congresso internazionale di Storia dell’Arte a Roma (1912) dal grande Aby
Warburg, che giunge a proporre la data del dicembre 1465 sulla base della
disposizione del Sole, della Luna e dei Pianeti tra le costellazioni.

Fig. 2. La volta della Sala di Galatea.

2
Per una rassegna di dettaglio delle varie interpretazioni proposte (ad eccezione di quella di Esteban Lorente che è
sfuggita all’autrice), si può consultare Manzari (2001).

4
Due decenni dopo, nel 1932, è la volta di Fritz Saxl e Arthur Beer a
cercare di leggere la carta allegorica. Il grande storico e collaboratore di
Warburg e l’astronomo calcolano accuratamente le effemeridi e si
attestano questa volta su una data posteriore: il primo dicembre del 1466
alle 19:00. A sciogliere ogni dubbio sull’anno e il mese è però la storica
Ingrid D. Rowland: nel 1984 individua nell’Archivio di Siena la
registrazione del battesimo di Chigi con l’indicazione dell’ora di nascita,
che risulta essere il 29 Novembre 1466 alle ore 21:30 di tempo locale.
Questo il testo trascritto “Agostino Andrea di Mariano Chigi si batezò a dì
30 di novembre 1466 e naque a dì 29 di detto mese a ore 21 ½ e fu
compare Giovanni Salvani”. (ASS, Pieve di San Giovanni 2, fol. 69r).
Mary Quinlan McGrath (1984), interpreta quelle 21:30 TML come ora
oltremontana (calcolata dalla mezzanotte) e ne deduce ai fini dell’oroscopo
un ascendente al 21° grado del Leone e un Medio Cielo al 12° del Toro.
Nel 1995 ribadisce la sua lettura e la difende da altre proposte intervenute
nel frattempo, ma l’assenza nell’affresco di chiari e incontrovertibili
marcatori dell’intersezione tra eclittica e orizzonte (l’Ascendente) e di
quella tra eclittica e meridiano (il Medio Cielo) rende questi parametri non
univoci e dipendenti dalla scelta del sistema orario utilizzato nel
documento di nascita del banchiere senese, che non è dato conoscere con
certezza.
A contrapporsi a Quinlan McGrath è in particolare Kristen Lippincott, in
due lavori rispettivamente del 1990 e del 1991. La studiosa interpreta l’ora
desunta dal certificato di battesimo in termini di ore Italiche (calcolate
dalla Compieta che segue al tramonto del giorno precedente): in notazione
moderna questo corrisponde per Siena a un intervallo ampio di orari, che
Lippincott tentativamente riconduce al valore singolo delle ore 15:01
TMEC, con un Ascendente a 48° del Toro e un Medio Cielo a 26° del
Capricorno con l’aiuto di una tabella senese di computo del tempo
risalente a due secoli dopo 3 . Come vedremo, questo valore è rilevante
(nonostante sia piuttosto estremo perché molto lontano dall’istante del

3
Il riferimento è importante perché garantisce una base documentata a quello che Quinlan McGrath tratta invece
sprezzantemente come un orario arbitrario: la schedula della campana della Compieta al termine del crepuscolo veniva
aggiornata solo ogni 10 giorni secondo lo scienziato locale Pirro Maria Gabbrielli. Si veda Barbieri (1984).

5
tramonto vero) proprio perché corrisponde per la città natia di Chigi
(Siena) a un ascendente corrispondente alla longitudine eclittica di Algol,
l’evidente protagonista del pannello centrale di sinistra.
Peter Schiller, d’altronde, interpreta legittimamente nel 1992 il valore
come ora Italica ma calcolata dall’istante del tramonto precedente,
giungendo così alle 13:58 TML corrispondenti a un Ascendente al 27°
grado dell’Ariete e un Medio Cielo al 14° del Capricorno.
Juan Francisco Esteban Lorente, infine, introduce nel 1991 e poi nel 2014
una nuova ingegnosa possibilità, interpretando l’orario come tempo
siderale (il “Tempus a Meridie” delle effemeridi del tempo): la nuova
versione dell’oroscopo si riferirebbe in questo caso alle 16:32 TMEC del
29 Novembre 1466 (Ascendente 15° dei Gemelli e Medio Cielo in 19°
dell’Acquario). Una scelta così tecnica del sistema di misura del tempo
implicherebbe la presenza al momento della nascita di un astrologo
professionista.
4. Vele ed Esagoni
Se, come mostrato già da Warburg, gli esagoni contengono senza ombra di
dubbio le costellazioni dello Zodiaco e i pianeti rappresentati come
divinità nella loro corretta disposizione per il 29 novembre 1466
(sfruttando i celebri miti raccontati da Igino, fonte assai probabile
dell’iconografia), nessuna delle interpretazioni proposte finora per la scelta
delle costellazioni extrazodiacali nelle Vele è completamente
soddisfacente: né quella basata sui contenuti dei miti 4 (Saxl, 1932), né
quella che le considera paranatellonta della Vergine (Quinlan McGrath,
1984), né l’idea che quelle a sud dell’eclittica siano collocate nel lato
settentrionale della Sala e quelle a nord nel lato opposto (Forster, 1880).
Il modello planisferico proposto da Saxl e ribadito da Lippincott è senza
dubbio il più semplice e convincente, ma non c’è modo di spiegare
univocamente la scelta di ogni figura, magari sulla base dei confini delle
case (calcolate secondo i vari sistemi di domificazione in uso all’epoca), o
4
Saxl propone che un criterio di selezione tra le varie costellazioni compatibili con un dato segno zodiacale sia stato la
scelta di miti che illustrano una storia d’amore, ma Quinlan McGrath ha buon agio nel mostrarne l’inconsistenza.

6
dei confini dei segni zodiacali, sia secondo lo zodiaco tropicale che
sidereo. In ogni caso c’è sempre qualche elemento che sfugge al criterio.
Inoltre ci sono un paio di casi di imbarazzanti inversioni nell’ordine delle
costellazioni extrazodiacali, tra di loro e soprattutto rispetto a quelle
zodiacali.

Fig. 3. I tre possibili oroscopi più significativi di Agostino Chigi. A sinistra la


versione Quinlan McGrath (21:45 TMEC), al centro quella Lippincott (15:01
TMEC) e a destra quella Esteban Lorente (16:32 TMEC). S/W:Galiastro Free 5.1-00

Le tre interpretazioni complessive più sofisticate e significative che


tengono conto anche dei due parametri oroscopici chiave Ascendente e
Medio Cielo sono quelle di Quinlan Mc Grath, Esteban Lorente e
Lippincott (Figura 3). A quest’ultimo modello si possono ricondurre anche
i contributi di Schiller (1993), Cox-Rearick (1984) e Weil-Garris Brandt
(1986), anche se presentano differenti orari di genitura che oscillano tra le
14:12 e le 15:08. Di seguito tre tabelle che ne illustrano punti di forza e di
debolezza.

LIPPINCOTT Punti di forza Punti deboli


Asc 18° Tau: giustifica la centralità _
di Algol nel pannello di sx.

MC 26° Cap: è orientato secondo la _


diagonale maggiore della Sala.

Vele ed esagoni Giustifica la presenza di due La distribuzione secondo il


esagoni con coppia di segni planisfero in coordinate
zodiacali: individuano l’azimut a eclittiche (già proposta da

7
cui l’orizzonte taglia l’eclittica in Saxl) presenta delle
Asc e Desc (un segno sopra e un irregolarità e delle
segno sotto). La collocazione inversioni longitudinali.
della Pars Fortuna è congruente
con l’oroscopo.

Tab. 1. Punti di forza e di debolezza dell’interpretazione di Lippincott (1991).


QUINLAN Punti di forza Punti deboli
McGRATH
Asc 21° Leo: non apporta alcun 21° Leo: non apporta alcun
contributo geometrico o contributo geometrico o
simbolico alla lettura della simbolico alla lettura della
volta, quindi non ha alcun punto volta, quindi non ha alcun
di forza. punto debole.

MC 12° Tau: giustifica la centralità Attraversa l’Orsa Minore e


di Perseo e di Algol nel non l’Orsa Maggiore con
pannello di sinistra. I due maggior probabilità
pannelli illustrano ambedue il rappresentata nel pannello di
Medio Cielo della sala. destra.

Vele ed esagoni Le irregolarità e le inversioni Alcune extrazodiacali non


sono sanate considerando le rientrano negli elenchi
5
costellazioni extrazodiacali canonici . Le fonti (Iginio,
esclusivamente come Manilio, ecc.) sono troppo
paranatellonta della Vergine (in numerose e incongruenti. La
senso esteso: costellazioni al sovrapposizione di due
sorgere, al tramonto e alla diversi temi (nascita e
culminazione mentre il segno concepimento) è ipotesi
dello zodiaco sorge). L’Ara eccessivamente involuta
vista come indicatore della anche se possibile. Non si
longitudine del Sole è una giustifica la presenza di due
intuizione di estrema rilevanza. esagoni con coppia di segni
zodiacali. La pars fortuna
non risulta nell’Acquario.

5
Si tratterebbe di Auriga e Triangolo, scelte da Peruzzi per la loro contiguità celeste ai paranatellonta in letteratura, e
dell’Ara, che ha funzione di indicatore della longitudine solare.

8
Tab. 2. Punti di forza e debolezze dell’interpretazione di Quinlan-McGrath (1984).

ESTEBAN Punti di forza Punti deboli


LORENTE
Asc Perpendicolare all’asse Gli esagoni doppi
principale della Sala: l’Eridano rappresenterebbero ora la 12°
segna correttamente la casa subito sopra l’orizzonte e
longitudine dell’Asc (15° Gem) la 6° casa subito sotto, ma in
e l’Ara quella del Desc (15° nessun sistema di
Sge) e contemporaneamente domificazione la 12° casa
quella del Sole al tramonto. comprende in questo
oroscopo sia Toro che Ariete.

MC 19° Aqr: giustifica la presenza Perseo non sarebbe una


della testa di cavallo nel costellazione ma il decano
pannello di sinistra (Equus- con testa mozzata relativo al
Cavallino) e il Carro della grado del Medio Cielo 6 ,
Ninfa Elice come Orsa mentre al posto di Pegaso ci
Maggiore. Sullo stesso asse sarebbe il Cavallino,
giacciono correttamente confondendo così nella stessa
l’Acquario e il Leone all’Imo rappresentazione costellazioni
Cielo. e decani.

Vele ed Propone il Cratere come La distribuzione secondo il


esagoni indicatore della posizione della planisfero in coord. eclittiche
Luna. La Pars Fortuna è ancora continua a presentare
compatibile con la irregolarità e inversioni.
rappresentazione pur essendo Lorente se ne disinteressa
scivolata nei Pesci. completamente, attribuendole
a scelte artistico-narrative.

Tab. 3. Punti di forza e debolezze dell’interpretazione di Esteban Lorente (2014).

5. Pannelli Centrali

6
Secondo l’Astrolabium Planum di Johannes Angelus (1494) sarebbe la figura che presiede al 19° grado dell’Acquario.

9
I pannelli centrali offrono una possibile chiave interpretativa ibrida più
soddisfacente di quelle avanzate finora. Accettando il paradigma
Lippincott dell’orientamento geografico della Sala e l’interpretazione
planisferica delle costellazioni della volta, essi forniscono informazioni di
dettaglio sull’Ascendente (pannello di sinistra) e un vincolo per il Medio
Cielo (pannello di destra).
In particolare il pannello che rappresenta la leggenda di Perseo e della
Gorgone risulta, ad una analisi più attenta di quelle condotte finora, la
rappresentazione della porzione di cielo parallela all’eclittica tra la
costellazione dell’Auriga e quella di Pegaso (Figura 4). La stessa
distribuzione delle stelle smaltate d’oro che circondano i vari personaggi
imita con distorsioni necessarie ma contenute la collocazione celeste delle
costellazioni a cui si allude. Nel dettaglio, si va da Menkalinan ( Aur,
rappresentata oltre che dalla stella, anche dal giovane pietrificato
all’estrema sinistra) a Capella ( Aur, rappresentata dal busto di satiro che
richiama Pan, il dio capra che riecheggia l’astro-capretta), a Mirfak e
Misam ( e  Per, in prossimità delle braccia incrociate dell’eroe greco e
della Medusa) alle tre stelle di Andromeda Almach, Mirach e Sadiradra (,
 e  And, ciascuna simbolizzata da uno dei tre individui pietrificati alla
destra della Medusa) e infine ad Alpheratz ( And o Peg, la cui evidente
personificazione è la testa di cavallo all’estrema destra). Il punto centrale
della sequenza è proprio Algol, stella extrazodiacale la cui longitudine
eclittica segnala l’Ascendente di Agostino Chigi.
Questo astro era considerato tra le più rilevanti stelle fisse che possano
contribuire ad un oroscopo, con un ruolo talvolta inquietante e legato alla
morte per decapitazione, talvolta invece benefico, come attestato da questo
passo dell’astrologo ellenistico Retorio, che sembra proprio celebrare il
banchiere e il suo nuovo Viridarium:
“ [Algol, sorgendo all'oroscopo o culminando, fa] i ricchi e coloro che hanno molte
sostanze e possedimenti in diverse regioni e città, amanti della campagna e delle
costruzioni. E se la Luna osserva una di queste stelle (della natura di Giove e
Saturno) al suo sorgere o al suo culminare, i nativi sono di ottimi costumi e rispettosi

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degli anziani, di nobili sentimenti, generosi, tolleranti, assennati, amanti dei
familiari“.

Retorio, C.C.A.G. 8,4, c.58

La stella, la cui longitudine eclittica era nel 1466 di 48°44’ (Stellarium


0.15.0) e viene citata in molti cataloghi stellari dell’epoca come
appartenente al 48° o al 49° grado del Toro, sarebbe dunque il radioso
astro all’ascendente, insieme al pianeta Giove, mentre la Fama (che
riproduce con le sue braccia incrociate e il suo sovrastare le stelle di
Andromeda e di Pegaso la regina Cassiopea sul suo trono celeste)
annuncia la gloria del Magnifico Chigi.

Fig. 4. Il pannello centrale di sinistra della volta della Sala di Galatea confrontato con
la fascia di costellazioni extrazodiacali parallela all’eclittica tra Alpheratz e
Menkalinan.

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Il Medio Cielo che corrisponde a questo Ascendente (e quindi il cerchio
massimo ortogonale all’eclittica che congiunge i due poli eclittici e non il
meridiano in coordinate equatoriali che quasi tutti gli studiosi che
considerano l’orientamento della sala considerano erroneamente!)
attraversa effettivamente il Capricorno, passa tra la Sagitta e il Delfino, e
scende attraverso il Cancro, il Cane Minore e la Nave Argo, proprio le
costellazioni che circondano gli spigoli della diagonale maggiore della
volta (Figura 7). Lo stesso cerchio passa inoltre per l’Orsa Maggiore come
testimoniato dal pannello di destra che risulta pertanto il ritratto del Medio
Cielo del proprietario della casa, proprio come quello di sinistra
rappresenta l’Ascendente. La tesi di Quinlan McGrath, che vede nella
ninfa col suo carro la costellazione dell’Orsa Minore attraversata dal
Meridiano delle 21:30 è molto debole vista la rarità di menzioni di una
ninfa e di un carro quando si parla dell’Orsa Minore. In questa nuova
configurazione celeste, invece, si torna alla più consueta figura del Grande
Carro: è dunque Elice che corre sulla volta della Sala di Galatea, e non
Cinosura (Figura 5).

Fig. 5. Il Pannello centrale di destra, con Elice alla guida del carro di buoi.

6. Leggere il giusto Oroscopo sulla Volta

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Che la volta sia uno straordinario oroscopo illustrato, concepito per
affabulare gli ospiti magari durante i banchetti (e lo stesso ruolo biografico
lo hanno probabilmente i miti d’aria dipinti nelle lunette da Sebastiano del
Piombo con allusioni alla vita di Chigi7), lo dimostra anche la celebre testa
in grisaille nell’angolo di Nord Est (peruzziana e non michelangiolesca
come vuole una vecchia leggenda). Essa segnala il punto di vista
settentrionale dell’Osservatore nei pressi dell’asse del Medio Cielo: è da
questa posizione che si legge correttamente il tema con i suoi due assi
principali (Esteban Lorente, 2014).

Sole 256°31’  Ara 257°30’

Luna 161°17’  Crt 166°21’

Mercurio 234°19’ - -

Venere 298°18’  Sge 299°37’

Marte 214°51’  CrB 214°47’

Giove 48°32’  Eri 46°24’

Saturno 356°47’  Peg 351°56’

Pars 313°30’  Del 312°00’


Fortuna

Tab. 4. Posizione dei pianeti al momento della nascita di Chigi paragonata alla
longitudine eclittica di alcune tra le stelle più brillanti nelle costellazioni
rappresentate nelle vele della volta della Sala di Galatea.

Ai fini di una completa esegesi del dipinto, rimane però il problema


dell’identificazione del criterio di scelta delle figure nelle vele: nessuna
interpretazione è completamente soddisfacente e/o risolve le inversioni

7
Vedi in particolare Rijser (2012) che contestualizza magistralmente la Sala di Galatea nella vita di Chigi e nella
cultura del tempo.

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problematiche a cui si è già accennato in precedenza. Tuttavia se si
prescinde dalla collocazione degli esagoni zodiacali e se si ordinano le
costellazioni extrazodiacali sulla base delle longitudini di una tra le tre
stelle principali di ogni costellazione (,  e ), scompare ogni
incongruenza dal modello a planisfero8.
Inoltre molte costellazioni hanno probabilmente il ruolo di indicatori della
longitudine dei pianeti nell’oroscopo come evidenziato in Tabella 4
(calcolata secondo le Tavole Alfonsine attraverso il software Devplot11).

Fig. 6. Baldassarre Peruzzi: la dea Fortuna in una delle illustrazioni del Triompho di
Fortuna di Sigismondo Fanti (1523) e in una vela della volta della Sala di Galatea
(1511).

Un discorso a parte lo merita la vela con la figura di quella che tutti ad


eccezione di Quinlan McGrath (1984) interpretano come la dea Fortuna, la
cui controparte matematica in un oroscopo è la cosiddetta Pars Fortuna. La
studiosa dissenziente propone sulle orme di Saxl una più ambigua
identificazione con la dea Nemesi, associata alla costellazione del Cigno
(la forma assunta da Giove per possederla), negando qualunque allusione
al parametro astrologico. Tuttavia l’accento è evidentemente sulla Fortuna
più che su un’oscura dea che ricorda alla lontana la costellazione del
Cigno: nel celebre testo Triompho di Fortuna di Sigismondo Fanti (1526),
illustrato dallo stesso Peruzzi qualche anno dopo, la dea Fortuna è
estremamente simile alla rappresentazione della Farnesina. Non solo china
leggermente il capo con gli stessi capelli fluenti, ma ha tra le mani un

8
ad es.  ArNav precede effettivamente in longitudine  CMi e  Cma, una delle quali deve essere ritratta nella vela
del Cane, così come  Hya precede  Crt

14
timone che è identico a quello della Sala di Galatea. La Pars Fortuna
nell’Acquario esclude con certezza un orario di nascita alle 21:30 di tempo
locale, che invece prevedrebbe una sua collocazione al Medio Cielo nella
costellazione del Toro.
Più in generale si nota che con tutta probabilità la scelta delle figure celesti
disposte con logica planisferica è stata fatta ad occhio sulla base di un
globo celeste, tenendo conto dei possibili valori allegorici nel contesto
della biografia chigiana e delle posizione dei pianeti, senza vincolarsi ad
un criterio univoco. Con tutti questi parametri liberi che concorrono alla
configurazione finale, il risultato è inevitabilmente soggetto a notevoli
imprecisioni ma assolve perfettamente al suo ruolo di suggestione cifrata e
di ispirazione biografico-astrologica

Fig. 7. Gli assi dell’Oroscopo di Agostino Chigi sul Planisfero di Durer in


coordinate eclittiche (1515). Sono indicati gli assi dell’Orizzonte (con l’Ascendente)
e quello del Medio Cielo.

7. Il possibile orientamento astronomico della Sala e della Villa


L’importanza dell’orientamento della Sala è stata messa in luce per la
prima volta da Kristen Lippincott (1991) e ribadita da Peter Schiller(1992)
e Esteban Lorente (2014), mentre Quinlan McGrath (1995) rifiuta
recisamente l’argomento, sostenendo che non c’è ragione per assumere che
le volte astrologiche del Rinascimento siano orientate. A titolo
dimostrativo la studiosa cita due casi negativi a sostegno: la volta della

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Sala del Mappamondo nel Palazzo Farnese di Caprarola e quella della
Camera dello Zodiaco nel Palazzo Ducale di Mantova, ambedue non
orientate. Questa tesi però può essere facilmente smentita, portando come
controesempio un “case study” perfetto, quello dei due più celebri esempi
di cartografia celeste del Quattrocento: la cupolina della Sagrestia vecchia
di San Lorenzo e quella della Cappella Pazzi a Firenze (Gandolfi, 2018). Il
cielo rappresentato è lo stesso, orientato secondo il corretto azimut locale
in ambedue i casi, ma diversamente collocato rispetto all’osservatore posto
al di fuori delle scarselle che lo ospitano.
Tale semplice constatazione ci ha spinto ad approfondire la questione con
misure dirette della diagonale della Sala (che come già noto non è disposta
esattamente Nord-Sud) e della facciata est della Villa, in modo da
determinare sperimentalmente se esiste un collegamento tra l’orientamento
azimutale e l’oroscopo rappresentato sulla volta.
8. La Misura della Diagonale della Sala
L’orientamento della diagonale della sala è stato misurato con una bussola;
il valore rilevato è stato di 172°+/-0.5° (in direzione Sud).
Il valore finale invece, corretto con la declinazione magnetica misurata in
loco grazie a un teodolite calibrato sulla posizione del sole (pari a 3.5° +/-
0.5° in accordo con il valore fornito in data dalle tabelle del NOAA
Statunitense), è pari a 175.5°+/-1°.
Il Medio Cielo del Tema di Agostino Chigi delle 15:01 TMEC
(corrispondente a 26.5° Cap, sia sulle mappe di Stellarium sia nelle coeve
tavole dell’Astrolabium Planum di Johannes Angelus) incontra l’orizzonte
di Roma nel 1506 (data dell’inizio dei lavori di fondazione della Villa)
esattamente a 175.5° di azimut (Stellarium 0.15.0).
La diagonale della Sala è dunque orientata coerentemente con
l’intersezione tra orizzonte locale e Medio Cielo (anziché Meridiano)
proprio nel caso della lettura dell’oroscopo proposta da Lippincott. Che
questa corrispondenza sia espressa in coordinate eclitticali è perfettamente
consistente con le convenzioni congeniali ai calcoli astrologici usualmente

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adottate dalla cartografia rinascimentale, attestate dalla gran parte dei globi
celesti dell’epoca, il cui asse privilegiato è quasi sempre la fascia zodiacale
piuttosto che l’equatore celeste.

Fig. 8. L’asse del Medio Cielo e la linea dell’Orizzonte nella volta astrologica della
Sala di Galatea.

9. La Misura dell’Orientamento del Lato Orientale della Villa


La misura dell’orientamento della facciata est di Villa Farnesina è stata
effettuata con un teodolite.
Dal sito JPL-Nasa sono state acquisite le coordinate altazimutali del Sole
per il luogo e con esse, ad un certo istante di tempo determinato con
cronometro Suunto sincronizzato con il segnale di tempo GPS, è stato
posto in stazione il teodolite ed azzerato il cerchio di azimut collimando il
centro del disco solare. A questo punto sono stati misurati gli angoli degli
spigoli della facciata orientale della villa e con una rotella metrica sono
state rilevate le distanze tra il piede del teodolite e gli spigoli della stessa
facciata e poi la lunghezza del lato della facciata (errore +/-0.2 m). Queste
misure sono state verificate anche con l’impiego di un laser ranger
balistico (errore +/- 0.4 m).
Infine, è stato calcolato l’orientamento della facciata della villa, come da
schema in Figura 9.

17
Tramite il teorema di Carnot si è determinato prima il lato AB e poi
l’angolo δ. Conoscendo β (azimut Sole + ω1 - 180°) e δ è immediato
calcolare l’azimut di AB.

L’azimut della facciata risulta essere  = 336.4°+/-0.1, e quello della


normale alla facciata è quindi  =  + 90° = 66.4°+/-0.1
La normale alla facciata è orientata proprio verso l’Azimut di 66.5° in
corrispondenza del quale nel 1506 sorgeva a Roma 48.5° Tau (Stellarium
0.15.0).
Se insomma la diagonale della Sala di Galatea risulta allineata al Medio
Cielo dell’Oroscopo, contemporaneamente la facciata orientale dell’intera
Villa, quella rivolta al Tevere (evidentemente omaggiato nella vela della
costellazione extrazodiacale di Eridano posta in quella direzione), appare
orientata in direzione del punto in cui l’eclittica incontra l’orizzonte al
momento della nascita di Chigi, cioè verso l’Ascendente.

Fig. 9. A sinistra: schema della misura dell’orientamento della facciata orientale di


Villa Farnesina. A destra: uno degli autori durante la misurazione con il teodolite.

La probabilità che questa coppia di valori indipendenti sia derivata da un


orientamento casuale della Farnesina è di 1/360 x 1/360 = 7.7 x 10-6,
ampiamente oltre i 4 di una distribuzione gaussiana.
Se ne può dunque concludere che il geniale Peruzzi ha congegnato fin
dall’inizio l’edificio in modo da rispecchiare fin dalla struttura il tema di
nascita del suo committente, quasi fosse una sorta di DNA

18
numerico/architettonico che riecheggia in versione astrologica l’approccio
pitagorico delle proporzioni vitruviane allora tanto in voga9.
Visto che l’orizzonte doveva essere già all’epoca ostruito all’altezza della
Loggia dagli edifici che si innalzavano sull’altro lato del Tevere,
l’orientamento alle coordinate azimutali rilevanti va inteso come
puramente teorico, anche se non può essere escluso che la vista dall’altana
del secondo piano fosse assai più sgombra consentendo l’osservazione del
sorgere delle stelle del Toro e che in conseguenza di questa disposizione
topografica il Sole creasse magari ierofanie all’interno della sala in date
rilevanti.

Fig. 10. Villa Farnesina in una immagine da Google Earth: in nero il perimetro
della Sala di Galatea, in rosso la diagonale orientata secondo il Medio Cielo e la
normale alla facciata est, diretta verso l’azimut dell’Ascendente di nascita di Chigi.

10. Un orientamento “ad horoscopon”?


Questa sorta di orientamento “ad horoscopon” è una configurazione
credibile? Il concetto risulta attestato altrove in epoca Rinascimentale o è
un vero e proprio unicum? Si tratta di domande importanti e delicate,

9
Per un’affascinante trattazione del pitagorismo nel Rinascimento (anche dal punto di vista architettonico) si può
consultare Joost-Gaugier (2009)

19
necessarie se si vuole davvero sgombrare il campo dall’eventualità di un
doppio allineamento casuale, per quanto improbabile esso appaia.
Quel che sappiamo per certo è che gli orientamenti astronomici di edifici
di culto cristiani erano fin dall’alto Medioevo tutt’altro che infrequenti, ma
che essi vedevano quasi invariabilmente protagonista il Sole nei momenti
di levata e di tramonto. A nostra conoscenza non esiste alcuno studio
sistematico che dimostri un’attenzione a parametri astrologico-topografici
come l’Ascendente e il Medio Cielo di un tema celeste, anche se è noto
che nell’architettura pubblica e privata, sia religiosa che civile, il momento
della posa della prima pietra veniva spessissimo calcolato sulla base della
cosiddetta teoria astrologica delle Elezioni10. Esaminando però i casi più
importanti indagati singolarmente e approfonditamente in letteratura, si
trova che soprattutto in Toscana, terra di provenienza della famiglia Chigi
senese, vi è un gran numero di testimonianze della crucialità
dell’orientamento, e in almeno un caso anche in un edificio civile rurale,
proprio il capostipite dei “suburbana”.
Esaminiamo brevemente queste importanti testimonianze.
La situazione più simile a quella di Villa Farnesina la troviamo nella Villa
di Poggio a Caiano, probabilmente ideata dallo stesso Lorenzo de Medici,
il primo proprietario (Forster, 1992). L’edificio ha numerose connotazioni
astrali, tra cui il celebre fregio nel portico che secondo Albury (2014) è
diretto verso sud-est, con Apollo che sembra dunque viaggiare in direzione
opposta al consueto arco diurno segnalando il ritorno ad una mitica età
dell’oro sotto il dominio mediceo. La facciata con la celebre lunetta
astrologica di Vertumno e Pomona del Pontormo, nella sala di Leone X, è
d’altronde rivolta verso un azimut di 129° (lo stesso del fregio). Secondo
Claudia Rousseau (1983) il 1 gennaio poco dopo l’alba, all’istante della
nascita di Lorenzo, il sole entrerebbe nella sala attraverso le finestre e

10
Per i rapporti tra urbanistica, architettura e Astrologia ci si può utilmente riferire a Castelli (1977).

20
l’oculo, indicando un orientamento almeno parzialmente “ad
horoscopon”11.
Anche la celebre chiesa di Santa Maria delle Carceri a Prato, progettata
probabilmente dallo stesso Lorenzo de Medici e realizzata da Giuliano da
Sangallo, è orientata in modo da giocare non casualmente con il Sole e
ospitare sull’altare una ierofania nel giorno della ricorrenza
dell’apparizione mariana che indusse ad erigere il tempio, il 6 luglio 1484
(Lapi Ballerini, 2009).
Ancora più significativo è il caso della Cappella Chigi a Santa Maria del
Popolo a Roma: il Pantheon in miniatura realizzato al suo interno è un
esempio particolarmente calzante perché illustra anch’esso come la Sala di
Galatea la fede cristiana e al contempo astrologica dello stesso
committente. Ebbene anche qui il simbolismo cosmico della cupola con la
sua sequenza di pianeti e segni zodiacali è orientato geograficamente.
Secondo Weil Garris-Brandt (1986) questa forte attenzione
all’orientamento è confermata peraltro dall’allineamento al nord vero della
piramide nella cripta, discrepante di circa 9° rispetto al nord della cappella
superiore, imposto dalla struttura architettonica preesistente e segnalato
dalle due stelle allineate nella volta d’ingresso.
La chiesa di San Jacopo in Acquaviva a Livorno è invece l’unico caso in
cui abbiamo testimonianza scritta (ma non fisica, perché la vecchia chiesa
è stata pesantemente rimaneggiata nel corso dei secoli) di un vero e
proprio orientamento “ad horoscopon”. Come riporta Francesca Funis
(2006) citando una lettera dell’Archivio (ASF Mediceo del Principato
539): “[La] prima pietra della Torre di San Jacopo (8 novembre 1568)
[viene] deposta […] esattamente nel punto dove <<ascendeva
all’orizzonte nostro el felice segnio del felicisimo Duca nostro [Cosimo I]
el Capricorno>>”.

11
Queste considerazioni di Rousseau – peraltro citate esclusivamente in nota e mai approfondite in una successiva
pubblicazione come promesso - dovrebbero essere verificate con misure in loco. L’”almeno parzialmente” si riferisce
all’evidente discrepanza tra l’azimut del sole nascente nel primo giorno dell’anno e l’orientamento della sala: se
confermati, la ierofania e l’allineamento non riguardano la generica alba del giorno del compleanno di Lorenzo, ma
l’ora esatta del suo oroscopo.

21
11. Conclusione
La Loggia di Galatea realizzata dal Peruzzi appare orientata
volontariamente “ad horoscopon”, riflettendo su scala architettonica il
contenuto della genitura rappresentata nei celebri affreschi della sua volta,
dettaglio che consente di confermare l’orario esatto di nascita di Agostino
Chigi proposto da Kristen Lippincott. Al momento, a parte la possibile
eccezione della Villa di Poggio a Caiano e quella più solida della chiesa
medicea di San Jacopo in Acquaviva a Livorno, un edificio così
mirabilmente progettato risulta un affascinante unicum, un tempio cosmico
all’esterno come all’interno, con i suoi “summis surgentia tecta sub astris”
per citare il poema di Egidio Gallo. Resta da indagare se altri edifici civili
privati o pubblici del Rinascimento possano svelare la stessa affascinante
matrice topografico-astrologica.

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