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Homo consumens:
garanzia della
rigidità dell'ordine
nell'epoca della
modernità liquida
Bibliografia
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11 Da “Modernità liquida”, pag. X.
12 Da “Modernità liquida”, pag. X.
13 Da “Modernità liquida”, pag. XI.
14 Da “Modernità liquida”, pag.24.
Il libero agente umano, o meglio colui che si crede tale -in quanto, “de iure”, gli viene attribuito
questo diritto anche se poi “de facto” non ha capacità e mezzi per poterlo esercitare-, chiuso nella
sua individualità, non è in grado di conformarsi ad “interessi comuni” per poter poi realizzare una
qualche sorta di “azione comune”. Gli uomini della modernità liquida “non sono aggregabili in una
causa comune”15: decolla in questo modo il progetto di “emancipazione collettiva”, progetto di
creare una forte corazza con la quale i “cittadini” avrebbero potuto sovvertire il sistema o
rivendicare dei diritti sia individuali che sociali. In ogni caso, l'idea di un possibile miglioramento
della società, attuabile attraverso un'azione legislativa dei “molti”, non è stata completamente
abbandonata; tuttavia “si è decisamente spostata verso l'auto-affermazione dell'individuo”.
Riprendendo l'acuta intuizione di Elias, diciamo allora che, “se un tempo vi erano da un canto un
tipo di società e dall'altro gli individui che la costituivano, oggi invece ci ritroviamo in una 'società
di individui' ove l'individualità ha soverchiato ogni forma possibile di socialità”16. Stando alla
brutale dichiarazione della Tatcher, “la società non esiste”; non c'è più niente che possa fungere da
antitesi -e quindi come ostacolo, come sistema socio-economico contro il quale gli individui siano
chiamati a combattere- nei confronti del progetto di emancipazione umana. A questo punto -non
andando ad approfondire il tema della “società di individui”, pena la brevità della tesina-, ci
ritroviamo, nella nostra analisi, di fronte ad un uomo chiuso nel solipsismo della sua singolarità
individuale ed, al contempo (non potendo egli unirsi a “cause comuni” che creerebbero quella
sostanza solida, necessaria al fine di contrastare la rigidità dell' “ordine-recipiente”), in balia dei
meccanismi coi quali il sistema economico muove le sue “marionette”. In tale stato delle cose,
l'individuo finisce per subire passivamente le spinte dell'impianto economico, viene guidato da esso
che può così disporre a suo piacimento pressoché della totalità della vita umana, la quale sarà
plasmata in modo tale che l'ordine possa perpetuare e preservare la sua rigidità. Ecco che
possiamo direttamente agganciarci a quanto era già stato detto a pagina quattro, procedendo ora ad
approfondire le modalità grazie alle quali l'ordine economico, data la sua rigidità, possa riuscire
indisturbato a dominare la totalità della vita, facendosi garante in questo maniera della sua stessa
sopravvivenza. Riassumendo velocemente (quindi, adeguandoci anche noi all'era dell'istantaneità,
della quale siam figli) il percorso sinora intrapreso, diciamo che, dopo aver visto in prima battuta in
cosa consista la “rigidità dell'ordine” nel panorama della “modernità liquida”, ci siamo occupati di
capire in che senso tale solidità potesse essere “prodotto e sedimento della libertà degli agenti
umani”. Ora, notando che, il punto conclusivo -di ciascuna delle due trattazioni- concerne sempre il
fatto che il sistema economico odierno abbia il nulla osta per quanto riguarda il “dominio della
totalità della vita umana”, non possiamo non andare ad analizzare, seppur in maniera succinta, la
modalità fondamentale grazie alla quale quest'ordine, incontrovertibilmente rigido, regola
l'esistenza degli individui, ineccepibilmente liquida; anche perché, come in seguito verrà messo a
fuoco, l'auto-preservazione di sé, da parte dell'impianto economico, è strettamente connessa alla sua
capacità di poter disporre pressoché della “totalità della vita umana”. Allora la domanda che funge
da guida a partire da questo momento è: grazie a quale “strumento” il sistema economico-sociale
garantisce il perseverare della sedimentazione della libertà degli agenti umani in modo tale che esso
stesso riesca a perpetuarsi entro l'ambito della sua rigidità?
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