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338 Nose flute «Preliminary Guide to Music Pubishors, Printers end Deses, Cpenaghen, 1916 The Tpe ofthe Sondnaie MedivlBalled acuta BR Jason, 8 Sour € E'Distaon, 1978 Siveda anche «Arbo fr norsk mustgrnsing»(“Annuaro dle iceche ‘ial in Nin cl sono ste pubblcte vane wad ora della manic, Oso, 1937 este Nose flute — FLAUTO NASALE. Nota. - 1) (fr. e ingl. note; sp. nota; ted. Note) E il sim- bolo che serve a rappresentare graficamente il suono musicale. L'impiego del termine risale al epoca latina: si riscontra gia in Quintiliano (II sec. d.C.), e in seguito in Boezio (V-VI s per tutto il Medioevo invalse il dliminutivo notula, Sia le forme, sia inomi delle N. han- ‘no subito attraverso i secoli varie modificazioni (-» No. azine). La forma o figura delle N. determina la dura ta relativa o assoluta dei suoni, in rapporto a un'unita di ‘misura prestabilita; inoltre, la loro posizione sul penta- ‘gramma, 0 sopra e sotto di ess0, determina Paltezza as- soluta o relativa dei suoni (in proposito si veda Nora. zione, [V). Ricordiamo che l'impiego del termine N. in luogo’di « suono » & improprio, benché assai radicato ae uso: infatt, i vocabolo dovrebbe a tigoredengnare tunicamente un simbolo grafico, e non un fenomeno acustico. - 2) In armonia & detto N. accidentale 0 estra- ‘tea un suono che non fa parte dell'accordo, ma che non altera né modifica essenzialmente la natura dell'accordo stesso. Le N. accidentali possono essere armoniche (al- terazioni, rtardi) o melodiche (quest‘ukime anche dette i ormamento) e si contessono con i suoni che costitu- scono l'accordo vero e proprio dando luogo a dissonan- ze transitorie; generalmente cadono sui tempi deboli (0 sui sottoaccenti deboli). Usualmente sono cos! clas- sificate: N. di passaggio (+ Passaccio, 3), N. sfuggite ON. di sfuggita (> Srucctra, Nota), N. cambiate (> Campara, Nota), N. di volta (> Vouta, 4), N. dé anti ipazione (> ANTiCIPAZiONE) © N. dé appoggiatura (~ Appocciatura). - 3) Ancora in armonia, @ detto N. ‘aratteristca (0 semplicemente caratterstca il ITI grado della scala il quale « caratterizza» il modo della scala ‘medesima (magg. © min.). Si suole invece denominare N. sensible (0 semplicemente sensibile) il VIL dela scala maga. e dell scale mi. armonica e mel (ascendente), poiché si trova in posizione di tale vici- nnanza alla tonica (1/2 tono) da esserne « sensibilmen- te» attratto. - 4) (anche notula, Fr, note) —> EStaNPIE = Lat (), I. Nota contro nota —»> PoLiFoNIA & CONTRAPPUNTO, I ‘Notae augustinianae »» Est, JAN VAN DER. Notae repercussae — Neuma. Nota intera — Semipreve. Notazione (fr. e ingl. notation; sp. notacién; ted. Nota- tion, Notenschrift). Sommasio: 1. Notazione omofonica: a) An- tichith chasse; 6) Bisnzo:e) Notione del canto pegoriano,- TL Nouzion polifonic in a 160) I print stem totaronc 8) Nowzione del XI secolo, ) Nousione dlls nova tapers Notazione faliana. del Trecento, 6) Notsxione: mensure’ Binet (1450-160) IL Itavoltre )Inaolaue per lt) Ital ture per stumeni a tasters) Alte intaylatr, "TV, Novasone tmoderna.-V- La notzione nella musica contemporinea.#) Notes. ie alate; 8) Tempo, mo e dst: 0 Aricolaoni, diane lini paola d) Nowzioe ners, ©) Notion apres ‘e, gestae yrasmo, fj) Notazion! cogadh e eoncctealf) No tatane dla musicnclctronica L. Notazione OMoFONICA. - a) Antichita classica. - La N. nel senso occidentale, un sistema cioé per fissare un testo musicale per iscritto, era sconosciuta all Oriente antico e alle culture non europee. Vi furono cid nono- stante nei tempi antichi diversi tentatvi drett a trovare tun metodo per notare a musica, ma generalmente si trattava di ausii mnemonic, anziché di sistemi svlup- pati veri e propri. Quasi sempre questi tentativi utilizza- vano uno dei 4 modi fondamentali di raffigurazione musicale presenti in quasi tutti i sistemi: o si usavano lettere delf'alfabeto per indicare le note, oppure un‘in- tavolatura mostrava al suonatore il posto suillo strum. ‘ove egli doveva mettere le dita per ottenere un determi- nnato suono, oppure si elaboravano segni « neumatici » pet rappresentare pitt o meno graficamente l'andamen- to di una melodia, oppure delle sillabe indicavano for- mule melodiche stereot Forse i primi tentativi di rappresentare un suono sono le pitture egiziane del Vecchio Regno (ca, 2700 aC.) che raffigurano uno strumentista nell'ato di suonare, ‘mentre un uomo seduto davanti a lui spiega con segni della mano quale nota l’esecutore deve suonare. Aleune tavolette cuneiformi del IX sec. aC, sono pervenute fino a noi e potrebbero contenere indicazioni di N. mu- sicale. Sia Galpin che Sachs ne hanno tentato una trascr. musicale; il primo basa la sua soluzione sulla teo- ria che i caratteri cuneiformi si riferiscono alle 22 corde di un’arpa, ma nessuna delle soluzioni & stata ricono- sciuta universalmente. Fra i MSS pid) antichi, contenenti segni che potrebbero forse indicare delle note musical, vi sono alcuni papiririsalent al periodo compreso fra il V ed il VI sec, con cerchi di vari diametti e di vari colo- 1, Secondo una soluzione proposta da Gulezian, i colo- 1i indicherebbero il tono e i diametri la durata, Fra popoli antich, solo i Greci produssero un sistema di N. completamente sviluppato. Esso & descrtto da teorici di un periodo relativamente avanzato, ¢ pid pre- cisamente da Alipio, Aristide Quintiliano, Gaudenzio ¢ altri. Tutti gli es. musicali pervenuti fino a noi sono clencati e descritt in Sachs, The Rise of Music in the Ancient World, e da 1. Henderson nel vol, I di The New Oxford History of Music (si veda anche Grecia, A/III, 6). 1Greci usavano 2 diversi sistemi di N., entrambi i qu impiegavano le lettere dell’alfabeto per indicare i toni. 11 pid primitivo dei 2 sistem, una N. strumentale basata sulle corde vuote della hithara, utlizeava le lettere di un alfabeto arcaico; ogni nota, eccetto MI ¢ SI>, aveva 3 simboli o, meglio, un simbolo in 3 posizioni differenti. Tn posizione normale il simbolo indicava una nota « na- turale », ed in posizione supina o rovesciata unaltera- La seconda N. dei Greci, quella vocale, appartiene a un Periodo posteriore e si basa sul medesimo principio, ma si serve dellalfabeto ionico classico. Invece di cambiare la posizione dello stesso simbolo, questa N. usa Palfabe- to procedendo per gruppi di 3 lettere, A BT, per es, che rappresentano la nota FA e i suoi accident! (per un esempio dei 2 tipi di N., > Grecia, A/IIL, 8), Inoltte entrambe le N. usavano altri segni per irtmi, le pause e la dinamica, are che i Romani abbiano adottato la N. greca: non ¢ rimasta alcuna traccia della loro musica e sappiamo po- chissimo riguardo la loro prassi musicale. L'unico svi- lupo che occorre ricordare qui é la trasitterazione del- leVetere grin quell lt, per oper di Boer, che ad perd le prime 15 lettere delf'afabeto, dalla A alla P (omettendo la J) per indicare le note comprese in un re- Bistro di 2 ottave. Il sistema gr, scomparve con la caduta di Roma. La N. occidentale ha un‘affinita pit diretta con il sistema che fu sviluppato in Oriente prendendo spunto dagli accenti grammaticali. ) Bisarzio.- La mus. bizantina consist in gran parte di cant iturgic,appartenenti tr alla poesia per, Gok ni, Come oe eee petlo pit catonio, aa mmo «libero» Tfondament alla Sut ren lacs © ppc del sertig. del tado periodo I primi MSS bisa i una N, musicale istgono al sec IX LaN. tector val, cot di un pice. umero di simbollognuno del qua op, srano prob. che i segni degli accent: un aceento acute, 8, pet indicare una melodi Per indicare una melodia discendente;inoltre, si usavans po. hi alti segni per suggerreinflesioni particolar, come inte, rogazioni ed esclamazioni. I segni del IX sec, indectrabil trattandosi solanto di semplici ausili mnemonic che se no a una tradizione orale poi perd, copie, no all inizio di frase, ¢ un nrebbe suggerie Vipotes! che il canto {ese smi ls simoin reset {emente la formula inizile © quella finale di ogni sezione lel testo. A partire dal X sec. vengono scritte nella N, ecfonetica anche melodie estese, anch'esse indecifrabil, Nel XII see. sf slant pla cosiddetta N. media o rotonda, un sistema che now inde a toni, ma intervali ascendenti o’discendent rispetto alla Fay hrecedent. I principal simboi di questo sitema sono ow ceria un uniono; oligon (—) per ind care una seconda ascendente; © Papostrophor (9) pervades tuna seconds dsendent. La nota Jose i une melodia § {sempre indicata con un segno speciale, il martyrion, che aire ferisce agli izot della melodia, Dopo il 1400 i sistema si asicct di un certo numero di sgn, che rappresentavano degli elaborati melismi stereotp! (ne siddetta N. kukuzeliana, da Kukuszles, il musicista del X1V sec. che introdusse questi segni). Nel XVII see. furono intro, dui nel canto element turchi ¢ arab, disirggendo comele: tamente in tal modo la tradizione, ma ainizio del XIX see, fa sviluppata una N. che utilizzava i prinipt della iodo primitivo, e che si adopera ancora Chiesa greea (> BrzantiNa, Musica, 11D, ‘SS armen, sitiaci ¢ copti del tardo Medioevo si {rovano simboli ecfonetici simi a quelli di Bisanzio I a's (accenti) ebraici, segni che rappresentano formule melediche ice da usar peril canto debt in prosa dela Bibb, a furiddetsa contilazione, non differiscono molto dap aks stemi ecfonetici fregorano.- La sora della sms, euro- acon camo gregorano la mus inure ‘omofona della Chiesa Cattolica Romana. E fa sora Scie del canto gregoriano& puressafondamentaefes noe dN, JANN, della mus. europea occidentale: Tess fendon oooh Per un sitema di N. pienamentesvluppso sen era esto sistema inch chiaramentse semen ntiges oe, 28 assoluta (0 relat) di ogni nota ¢ che deter e Ge Precisa (lito, cit) di ogni nous Come vekienn it yeetk ta di foste Valezza fu ssl relasvamente prone cai ee fia della mus, occidentale, ma Finvensione di tae Nt che non dese Inogo a dubbioincenerte si cbhe most tard Gli studios! hanno data a lang la questone del significa to eato dei MSS musial per coche sauard I cong test tutti sono daccordo sul fatto che il eantearopovianc eo oat Sune a uli ete eng ffunse lsc, XII. Ogg aleanisosengono ce nd cect Soriano vi sia un valve base di tempes mente als fee, che ve ne sino almeno 2, uno lingo ¢ uno breve, Done oe thier, eorieo « accencualistan el in un lo ware b aitempo esupacrsce di organizare le melodic eae tomo allaccento dl testo. T monaci di Solesmes fp 2 gtengono anche la tora dl valor unico, hanao teins Inteoria delfacceno dl testo, a lvore di tangy ny liberi di2 edi3 note, che aloro vole sono Seno a 10 itmiche magyior; Toro metodo i eee ¢ sadn Notazione 339 quello sanzionato dalla Chiesa Cattolica. Gli studiosi che ‘pen- tno sa necewato dnngocre fa walod di ek uaghi © brevi, i cosiddetti mensuralisti, fra cui si annoverano Deche- ‘wens, Peer Wagner e Dom Jeanin, non sono dacorde fa 4i loro sulnterpretaione dei vai epi, intendono dena mente Pimy wa che hanno i vari teorici e i manoscritti. Come in agen orientali ¢ one in se bizantino, aa stema di N del canto gegorino ha probe noc ong vest accenti grammaticali della letteratura ‘st. ¢ lat,, quando questi -accenti vengono combinati tra loro, si formano neumi di 2 ° pil note; questi neumi semplici costituiscono la base della N. pesorens ‘Vi sono inoltre neumi (> Neuma) compositi di pid di 3 note ‘ed un certo numero di neumi speciali ha ndicosy vari modi ese, esmolol nace ee seconda del monasero da cu provengons i MSS, i neumi Presntano forme pit 9 meno difereta Coneenine modo particolare sono i neumi del monastero di San Gallo in ‘Svizzera (sec. IX-X), quelli del monastero di Metz (sec. IX- ), ineumi tani dell’ Italia de! Sud (sec. XLXT), quel- Hi della Francia meridionale, i neumi aquitani (sec. XUI-XTI), importans perché si svipparono nel caateri quadrats base per una N. successiva, ne ‘gotici, in i della melodia (N. in campo aperto 0 adiastematical, Sembeg, che questi neumi chironomici,o senza rigo, fossero semplice, Bente segni mnemonic essi aiutavano i cantanti a ricordare ke melodie trasmesse oralmente, ma non potevano essere ack, frati da cantanti che non melodia, ifenteo discendente della melodia, senza speciicare Tinrenal. Sin dai primi tempi tentativi pet tisolvere il problema, con Taggiunta di lerere {ideree srenfcatvee), ma il pi efticace tra sistem’ propoed fu quello che indicava graficamente Vimerallo: quanto rng: Biore era la distanza fra i neumi, tanto pia ampio era Pinte Allinzio del se. XI troviamo esempi di neumi ser salir a Guido de Atezo (ace. XI) i qule meeoopd fs di30 dlinee (FA, -LAy- DO, opp. RE SEA Ea BOS so nig 4 ins & ust acon gg nel dia co el sua slucione &, naturainente, quasi hes rapes ts dle mn Stee oe vox aesale rig di3lince ® in read satan enPakoee ionamem dll anico suggcimen Allinisio del XII see neu! aut teformarono nei seeni quadeati che furono adopetat pet la pine Nac Imus, polfonice,e che, atuaveo le fas dese py ct condssero infin alle odere forme delle ha I. Notazions PoutroNtca s1No at. 1600,- a) I primis Stemi di notacione. - I primi esempi di mus. polfecin notatache ci siano pervenitiricorrono tut ad un ome, te in cui letere dellalfabeto rappresentano Telecssa del suono. Due trattati del IX seen Musica Enchinedie Seolica Enchiriadis,contengono entrambi esempi dh on gana parallel, ert nella coniddettaN. dase ¢-oNG- sica Exciiiapis) NelX e nellXI sc. vari alti trattati, quali Ad orgamuny Faciendur (sec. X1), contengono eseinpi mused che adoperano leitere dealfabeto normale’ dll'A ala Ce Pet indicare i suoni. Alcuni — compres Tunieo beac Conservato al di fuori dun trattate teonco, Ul tue mae pitatus (XU sec) ~ si servono della eoscettn N boc Zana, nella quale le prime 13 letere dellafsbewo (dat A alla P, omettendo la J) indicane i suoni di? ousee, 340 Notazione Oltre ai 2 menzionati, altri sistemi di'N. alfabetica furo- no adottati dai teorici medieval; per es.: quella di Huc- bald (nel De Institutione harmonica, fine del IX sec.) che impiega le lettere dellalfabero lat. dalla A alla P, come quella boeziana, ma che corsaponde alla moderne scala di do magg. anziché a quella di la min.; quella adottata nellesposizione della teoria della solmisazione da Guido d’Arezzo nel Micrologus (oltre che da Odo de St-Maur e da Hermanus Contractus), consistente nel- la successione delle lettere maiuscole da A a G precedu- te dalla gemma maiuscola (T) per Vottava grave, dalle lettere minuscole (con la grafia alternativa per il SI be- mollizzato o naturale) per quella centrale ¢ dalle lettere minuscole doppie (sovrapposte) per la rimanente por- ione di scala (+ SoLsisazionE). 11 Tropario di Winchester, dell'XI sec., contiene pitt di 150 organa a 2 v., scriti in una N. pressoché indecifra- bile. Si tratta di neumi chironomici,cioé privi di rigo; la direzione delle melodie & indicata, ma non vi @ alcuna linea di guida che precisi Paltezza esatta dei suoni. Poi- ché le 2 v,, la vax organalis ¢ la melodia liturgica vox principals, non sono allineate 'una sopra ara (si trova- no anzi in parti diverse del MSS), il trascrittore non pud emmeno sapere in che modo si sovrapponessero, Nel XII sec. il repertorio dell’abbazia di San Marziale di Limoges, come pure il Codex Calixtinus della catte- drale di Compostela, consistenti pet lo pit in organa a 2 v,, furono notati in neumi diastematici: Paltezza precisa dei suoni, cio, & indicata mediante un rigo di 4 linee, simile al rigo odierno. Poiché in questo stile la parte or- ganale ha molte note per ciascuna delle note della vox rincipalis, lav. superiore &ricca di « segni di gruppo », © neumi composti, comprendenti pit di una nota. Non essendovi segni per indicare il ritmo, non & possibile rire con certezza il modo preciso in cui le 2 v. pro- cedevano unite. Nei MSS della Scuola di San Marziale, come pure nel Codex Calixtinus, le 2 v. sono scrtte in partitura I'una sopra V'altra, cosicché il modo in cui lev. sono allineate sulla pagina del MS I'unica guida di cui cisi possa servire per trascriverle in N. moderna; spesso occorte adattare il contrappunto, sulla base delle regole contemporanee relative al trattamento delle consonanze e delle dissonanze. Verso la fine del XI sec. ¢ allinizio del XIII la Scuola cosiddetta di Notre-Dame, i cui principali esponenti fu- rono Léonin ¢ Pérotin,stabili un proprio sistema di N., che fu il primo ad affrontare il problema della N. del ritmo. Questa N. si trova nei 4 grandi MSS in cui ® con- servato il rio di Notre-Dame (> Manoscrrr, sigle F, Ma, W, e W.). Tale N. viene detta quadrata, poi- ché dalla fine del XII sec. i neumi indistinti, che esiste- ‘vano nella Francia meridionale gia in un period prece- dente (i neumi aquitani), avevano assunto forme qua- rate, meglio definite Neumi aquitni 2p fat Notazione quadrata © 9m In effetti, # possibile distinguere 4 tipi di N. quadrata IaN. sillabica per i conductus, la N. « doppia » per i pi: mi organa dupla di Léonin, la N. modale per gli organa pitt sviluppati e le clausule di Pérotin, e la N. motteti- stica per i primi tipi di mottetti del sec. XIII. Due valori di tempo, uno lungo ¢ uno breve (longa e brevis), sono alla base della N. modale (vedi anche ARs ANTIQUA, ID; la longa poteva equivalere a 2 breves, nel qual caso eta detta imperfecta, oppure a 3 breves, ed era allora detta perfecta, La linea melodica consiste di un certo numero di ordines 0 ripetizioni di un motivo rit ico stereotipo: i cosiddetti modi ritmici. I! sistema nel Ja sua incertezza comprende 6 modi ritmici; i singoliva- lori di tempo non sono indicati da simboli distinti di Ne: il modo & suggerito dalla maniera in cui i « segni di gruppo », chiamati ora ligature, sono disposti. La Tabella 1 illustra questo procedimento. II primo modo ritmico, che @ di gran lunga il pit usato, si ha ogni qual- volta una parte inizia con una ligatura di 3 note e conti- tus con lgtre di2 note ciascuna cos via, Le mede- sime ligature, quindi, possono avere interpretazioni rit miche diverse, a seconda della loro posizione entro una data serie. Se nelle fonti fossero sempre osservati rigida mente gli schemi normali dei modi ritmici, la trascrizio- ne presenterebbe poche difficolta. In effetti, perd,esiste un certo numero di segni aggiunti e di altri mezzi per modificare il sistema, allo scopo di evitare la monotonia che deriverebbe dagli stessi schemi sempre ricorrenti; queste modificazioni appunto creano notevoli dfficolta al trascrittore ‘Taneiua 1. « Modi ritmici ata | Capi Tico fo [Mags do djs dd oy a Po wb gd 2d dds dys] me AN] ge Deedee] wlemalge J sydd syle veld bed bpd sh dpd ry w | eingm| @ 20227) TI) Le principali difficolta nella trascr. della N. sillabica, usata per il conductus, derivano dal fatto che ogni silla: ba del testo & notata con un’unica nota separata, 0 al massimo con una ligatura di 2 0 3 note. Il sistema titmi- co modale quindi, la cui chiave sta nella posizione delle ligature nella serie, non pud essere applicato con sicu- rezza (vedi anche Conpucrus, II). E non @ affatto ac certato se le singole note della N. sillabiea debbano es- sete interpretate, seguendo la versificazione del testo, in ritmo modale, oppure se ogni singola nota deve ricevere tun valore uguale. I fautori di un'interpretazione modale invocano a proprio favor il fato che si trovano talvolta, dei conductus in N. pit progredite, ove si fanno distin- zioni fra lunghe e brevi. T primi mottetti risalgono al 1225 ca., quando alcuni ‘compositori aggiunsero un testo intero alla parte supe riore di una clausula. La parte superiore, quindi, @ scrit- tain note singole, come le note singole di una N, silabi ‘ca, Ma in casi similila parte superiore dev'essere adatta- twal ritmo chiaramente modale del enor. Nella parte dei casi, queste parti superiori sono scritte mo modo ritmico, b) Notazione del XIII secolo, - Nel campo della N. musi- cale il XIM see. fu un periodo ricco di mutamenti. Nuo- ve idee e miglioramenti furono introdotti in rapida suc- priv cessione, ed & possibile osservare nel corso del secolo almeno 3 stadi separati: il sistema della N. quadrata, che durd per tutto il primo quarto del secolo; la N. pre- iconiana, in uso durante il secondo quarto del seco. Jo, all'incirca tra il 1225 e il 1260; infine, la N. usata co- munemente nel corso dellultima parte del secolo, con Je relative riforme di Francone di Colonia ¢, in seguito, di Petrus de Cruce LaN. prefranconiana é illustrata da teorici quali Johan- nes de Garlandia e dall'anonimo autore della Discantus positio vulgaris. Venne usata nelle grandi raccolte dei mottetti del XIII sec., quali il MS di Montpellier H. 196 ( Manoscarrny sigla Mo), quello di Bamberga Ed. IV, 6 (> Manoscnirn, sigla Ba) © quello di Torino Vati 42 (> Manoscrirny, sigla Tx). Essa si sviluppo dalla precedente N. mottetistica, la qual cosa si spleen con il fato che il mottetto continuo ad essere eoltivaro con maggiore frequenza durante lultima parte del sec. XIIL Le 2 v. superiori del mottetto duecentesco, nor. malmente a 3 y., procedevano generalmente con valori dnote meio pi pci di quell dl tenor. Esse perio ‘occupavano sulla pagina molto pitt spazio del tenor: ne desivava in tl modo, coninuando ad alneare le note come in una moderna partitura, uno spreco di pergame pa bezion, In esto perodo si sips i cosddeo formato «a libro di coro »: ognuna delle 3 v. era scrtta Separatamente sulla stessa pagina, il‘rplum sulla parte sinistra della pagina (owvero sulla pagina sinistra all'apertura), il duplum sulla desta, eil breve tenor era aggiunto alla fine, 0 sotto il duplum. Questa disposizi ne, regolamentare fin dal secondo quarto del XIil sec, Ard fino alla fine del XV e sootngh see ec? che in seguito, Le riforme cui fu sottoposta la N. del periodo pre-fran- coniano si possono riassumere col dite che il numero dei segni aumentd, rendendo cosi meno ambiguo il si- stema. Minor progresso si registro nella scrittura dei fe nnores, che continuarono a consistere specialmente in i: ature con implicazioni modali. Forse elemento nuovo i significativo fu introduzione di simboli distinti per ongae e per le breves nelle parti superiori. Dato perd che la musica eta nella sua quasi totalita in metro tera. tio, Ia longa (") poteva equivalere sia a 2 breves ( wm ), nel qual caso la si chiamava imperfecta, sia a 3 breves, nel qual caso veniva chiamata perfeca, Alcune sempliel regole, che talvolta potevano presentare qualche diff, colt al momento della loro applicazione praticn, gover. navano i valori precisi di tempo delle longaee delle bre ves: 1) una longa davanti a una longa ® perfecta; 2) una longa e@ precedutao seguita da una brevis, &mperee. ipa ac a nay en la bre- vis & raddoppiata (la cosiddetta « alterazio- ne»). L’Es. 1 illustra Vapplicazione di queste regole. Fa. syqgenreggeg = 24d) dy Jud) Jd)d dd) Inoltre, valori di note pit piccoli di una brevis, sino ad allora possibili soltanto con Vaggiunta di qualche segno Particolare, come la —> Puica (flo \)), erano ora resi possibili dalintroduzione di una nota a’ forma romboi- dale, la semibrevis, che aveva in teoria meta del valore di una brevis. In pratica, le semibreves in questo periods si trovano sempre in gruppi di 2-0 3, e hanno quindi 2 volte meno della meta del valore di una Brevi, mentre a Notazione 341 volte, seguendo la regola dell'aterazione, hanno il me: desimo valore di una brevis imperfecta. \ Inoltre, la N. prefranconiana fornisce per la prima volta tun certo numero di segni non ambigui per indicare le_ | pause, la lunghezza precisa delle quali era stata prima di_| allora una convenzione entro lambito strutturale dei | modi ritmici. In seguito, inoltre, la brevis diventd Vuniti | di misura, invece della Nel campo delle igature, la N. prefranconiana intro- dusse una varicta di segni maggiore della precedente. | Ligature di 2 € 3 note cominciarono ad avere un signifi- cato ritmico indipendente, cosa che non Pees nella N. quadrata, ove Pinterpretazione dei segni dipen- deva interamente dal contesto. Ma a Francone di Colo. nia spettdil compito di chiarire compiutamente il signi- ficato delle ligature, attribuendo, cio’, proprieta special alla prima e allultima nota di un gruppo,Una ligatura «normale », di2 note (per es, fo), che bisognava ere come brevis + longa, fu detta'ciim propriciate ¢ um perfectione;\a prima qualifia si applicava alla pr ma nota e l'ultima alla seconda, Il modifcare Ia forma della prima nota, ¢ lo scrivere la ligatura in questo ‘modo % 0 in questaltro #1 ne farebbe una ligatura sine Proprictate, che dev'essere letta come longa + longa. Al- tre regole consimili dettate da Francone chiarirono il si anificato di tutte le forme possibili delle ligature. Le riforme di Francone, applicate a parti del Codice di Montpelire alle interplasion! musiali del Romie ce Fawvel, non etano rivoluzionarie: il suo contributo alla storia della N. prendeva le mosse da un sistema i stente ¢ lo chiariva, eliminandone ogni ambigt spiegazione ch’egli da delle ligature, per es., ha la massi-. | ma importanza se si vuole comprendere la N. del XIII sec. e quella di periodi successivi. E la sua enunciazione del principio secondo il quale il rapporto fra la brevis € Ja nuova semibrevis & csattamente identico al Tapporto tra la longa e la brevis, anche se era destinata a non ave. re nessuna conseguenza pratica per un’altra generazione ancora, prepard la via ad ulteriori perfezionamenti, Petrus de Cruce & soprattutto celebre per la sua inter- pretazione di lunghe serie di sembreves. Secondo la sua teoria, i gruppi comprendenti da 2 a 7 semibreves erano tutti uguali per valore a una bree. Il risultato fu Pintro. duzione di valori di tempo ancora pid piccoli L- se 2 semibreves sono uguali a una brevis, allora-ciascuna se- mibrevis & uguale alla meta di una brevis, ma se 4 semi. ‘reves sono anche uguali a una brevis, come sostiene Petrus, allora ciascuna semibrevis @ uguale a un quarto soltanto di una brevis — e di uno stile musicale che nel. le v. superiori esigeva un rapido canto « picchietar » di stile parlando, Petrus introdusse pute il punctus di sionis, un piccolo punto dopo una nota, nei casi in cui le regole di perfezione e di alterazio Jonga, come avveniva in prece- ione sembravano am- bigue; questo punto doveva col tempo diventare il pun. to moderno, anche se nelle teorie di Petrus esso.non aveva ancora I'odierno significato che & quello di allun sare la nota della meta del suo valore (vedi anche: ARS antigua, V; Puncrus, 5). ©) Notazione dell’« Ars nova » francese.- Philippe de Vi- tty, il pit famoso teorico dellinizio del XIV see, accet. td, come Francone, un gran numero delle caratteristi- che del sistema di N. Preesistente, senza cambiarle, ma Je innovazioni di Vitry trasformarono il sistema vigente in un metodo molto pit flessibile e pia libero per id

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