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IOSEPH, CELEBRENT TI CELEBRINO, GIUSEPPE Incominciamo dall'inno pit noto, il «Te, loseph, celebrents, assegnato ai primi e ai secondi Vespri della festa di san Giuseppe. Te, loseph, celebrent agmina caelitum, Te cuncti resonent christiadum chor, Qui clarus merits, iunctus es inclitae Casto foedere Virgini ‘Almo cum tumidam germine coniugem ‘Admirans, dubio tangeris anxius, Aflatu superi Flaminis Angelus Conceptum Puerum docet. Tu natu Dominum strings, ad exteras Aegypti profugum tu sequeris plagas; Amissum Solymis quaeri, et invenis, Miscens gaudia fletibus. Post mortem reliquos mors pia consecrat, Palmamaque emeritos gloria suscipit: Tu vivens, Supers par, frueris Deo, Mira sorte beatior. Nobis, summa Trias, parce precantibus, Da loseph merits sidera scandere: Ut tandem liceat nos tibi perpetium Gratum promere canticum, Commento Ti celebrino, Giuseppe, le schiere celest, Ti acclamino tutti i cori dei cristiani Chiaro per merti, sei congiunto alfilustre Vergine Con una casta alleanza. Quando la sposa feconda per almo seme Ammiri, un dubbio angoscioso ti assale, LAngelo ti rivela che il Bimbo é concepito Per il softio supremo dello Spirit. Tu stringi ate il nato Signore, alle straniere Terre d'fgitto tu lo segui profugo; Perduto a Gerusalemme lo cerchi, ¢ lo trovi Mescolando al pianto la gioia, Pia morte consacra gli altri dopo la morte, Ela gloria accoglie i meritevoli della palma: Tu gia da vivo, pari ai Celesti, godi Dio, Per mirabile destino pi beat. O eccelsa Trini, perdona a noi supplici, Per i merti di Giuseppe facci sale ai Cieli Affinché possiamo per sempre a te Sciogliere un canto di gratitudine, L’inno considera alcuni misteri della vita nascosta di Gest, ai quali Giuseppe ha partecipato. Essi sono: il matrimonio con la Madre di Dio, I"Incamazione, la nascita di Gesi, la fuga in Egitto, lo smarrimento di Gesit a Gerusalemme. {I poeta inizia invitando gli angel e i cristiani a unire i loro canti di lode per celebrare i meriti di Giuseppe, sui quali poggia la fiducia della Chiesa nel suo ricorso alla SS. Trinita. In primo luogo @ posta la dignita che proviene a san Giuseppe dal suo matri- monio con I’«inclita Vergine>. Tale unione, definita come «casta alleanza», & qui ritenuta come il efondamentoy della grandezza di san Giuseppe. Nella dibattuta questione del «fondamento» — matrimonio o paternita —, la visione «cristologica» dell’Esortazione apostolica «Redemptoris Custos», di Giovanni Paolo ll, antepone ora la paterita al matrimonio, chiara testimonianza dello sviluppo della teologia di san Giuseppe, che non diminuisce, tuttavia, l'importanza teologica del matrimonio di Maria e Giuseppe, gid celebrato con una festa liturgica fin dal secolo XV4 Nella seconda strofa, la matemita di Maria @ interpretata secondo la «tesi de! sospetto», causa dell’angoscioso dubbio di Giuseppe; ne segue logicamente che all/angelo @ affidato il compito di rivelare la divina sorgente del concepimento del Bambino. Anche su questo argomento si fa sempre piul spazio, attraverso un’ esegesi attenta ai Misteri della vita di Cristo, la «tesi del rispetto»®. La paternita di Giuseppe, esclusa dal concepimento, , tuttavia, pienamente riconosciuta nel suo esercizio. Giuseppe serve, infatti, il mistero dell’incarnazione, accogliendo Gesis come figlio, custodendolo e proteggendolo, Laccoglienza & dolcemente espressa nel verbo «stringis», che colloca il Neonato come figlio tra le braccia paterne. L’esercizio della paternita & dimostrato soprattutto attraverso i momenti tragici e dolorosi della vita del bambino Gesu: la fuga in Egitto e lo smarrimento a Gerusalemme. Nella vita di san Giuseppe si sono tra loro mescolati «gioie e dolori», come la pieta dei fedeli continua a ricordare in una pia pratica che risale al secolo XVI Lammirazione verso il «Transito» di san Giuseppe, manifestata nella quarta strofa, ha le sue profonde radici fin nella Chiesa giudeo-cristiana, come & testimo- niato dalla «Storia di Giuseppe il falegnames®. San Giuseppe non & paragonabile agli altri Santi, che debbono aspettare fino alla morte per egodere Dio». II destino di Giuseppe, infatti, & stato certamente «pitt beato» di quello di qualsiasi altro, dal momento che egli ha potuto, insieme con Maria, egodere Dio», «pari ai Celesti», gia da eviventes su questa terra. La ragione di tutto questo & certamente il mistero dell'Incarnazione — xil Verbo si fatto carne» (Gv 1,14) —, al quale Giuseppe cha pantecipato, come nessun’altra persona umana, ad eccezione di Maria, la Madre del Verbo incarnato. Egli vi partecipd insieme con lei, coinvolto nella realta dello stesso evento salvifico»’. La singolarita del ruolo di san Giuseppe nel mistero del- Vincarnazione non & mai sfuggita al “senso” dei fedeli. Ed @ proprio sui “meriti” di questo «ministro della salvezza», il quale, come @ gia affermato all inizio dell'inno, @ “'splendente” (clarus) di meriti, che si appoggia davanti alla SS. Trinita la fiducia della preghiera della Chiesa. “Cf. T. Steawate, il matrimonio della Made di Dio: i Santi Sposi, Stimmatine, Verona 2001 CET. Steamane, Vangelo dei Mister della vita nascosta di Gesiy(Matteo e Luca ll), Sardini, Bornato in Franciacorta (BS) 1998, 133ss. Cf. A. Barnsta - B, Bacar, «Historia losephi fabri lignarils, Testo arabo, jerusalem 1978, con ampia bibliografia, ” Giovanni Panto Ii, Redemptoris Custos (RO, 1 10 2. CAELITUM, IOSEPH, DECUS O GIUSEPPE, GLORIA DEI CELESTI Questo inno, in strofe saffiche, inizia il Mattutino. Eccone il testo latino e la sua traduzione. Caclitum, loseph, decus, alque nostrae © Giuseppe, gloria dei Celest, della nostra Corta spes vitae, columengue mundi, Vita sicura speranza e sostegno del mondo, (Quas tibi laeti canimus, benignus Le lodi, che lit ti cantiamo, Suscipe laudes. ‘Accogli con benevolenza. Te, satum David, statuit Creator Te, figlio di Davide, il Creatore ha stabilito Virginis sponsum, voluitque Verbi ‘Sposo della Vergine, e che del Verbo Te patrem dici, dedi et ministrum Fossi chiamato padre, e ti ha anche costituito Esse sluts Ministro della salvezza, Tu Redemptorem stabulo iacenter, 1 Redentore giacente in una stalla, Quem chorus Vatu cecinit futurum, Cantato dal coro dei Profeti come venturo, Aspicis gaudens, humilisque natum Tu fo contempli con gioia, e umilmente adori Numen adoras. 1 neonato, che @ Dio. Rex, Deus regum, Dominator orbis, 1 Re, Dio det ro, Dominatore dell'universo, CCuius ad nutum tremit inferorum Al cul cenno trema deg interi ‘Turba, cui pronus famulatur aether, 1a turba, e al quale inchinato il Cielo serve, Se tbi subdit. Si sottomeate ate. Laus sit excelsae Triadi perennis, Sia lode perenne all'eccelsa Triniti; Quae tibi pracbens superos honores, Accordando a te i superni onori, Det tuis nobis merits beatae Concede a noi, peri tuoi merit, le gioie Gaudia vitae Della vita beata Questo inno & un monumento di gloria a san Giuseppe, del quale esalta la grandezza a motivo del compito che Dio gli ha affidato nella storia della salvezza «Gloria dei Celesti»,«sicura speranza della nostra vita», «sostegno del mondo» sono tre titoli che riconoscono a san Giuseppe limportanza del suo ruolo a tutti livelli della creazione: gli angeli, gli uomini e il mondo. Viene spontaneo chiedersi «Chi sara mai costui, per meritare tali lodi?» La risposta la troviamo nella seconda strofa, dove viene esplicitato il contenuto di un’affermazione dell’antico Giuseppe: «Dio mi ha costituito signore della sua casa e governatore di tutti i suoi possedimentin (Gen 45,8). Al nostro Giuseppe, infatti, Dio «ha affidato la custodia dei suoi tesori pit) preziosiv®. A nessun uomo, Dio, il Creatore, ha affidato pits grandi responsabilitae riconosciuto maggiori onori figlio di Davide, sposo della Vergine, padre del Verbo e ministro della salvezza. II titolo di «sposo della Vergine» ci ® abbastanza familiare. Meno lo @, invece, quello di «ministro della salvezzas, che fa, tuttavia, da perno a tutta la teologia dell’Esortazione apostolica «Redemptoris Custos», nella quale Giovanni Paolo I, citando san Giovanni Crisostomo, afferma il principio che san Giuseppe «mediante Leose Xtl, Quamquam pluries (QP) a Vesercizio della sua paternita coopera nella pienezza dei tempi al grande mistero della redenzione ed & veramente ““ministro della salvezza"» (8), e ne fa poi 'ap- plicazione concreta a tutti i misteri della vita nascosta di Gesi II titolo, tuttavia, pid sorprendente @ quello di «padre del Verbo», che costitui- sce in assoluto la perla di tutto lino. Coloro i quali sono preoccupati di delimitare la paternita di san Giuseppe attraverso un’instancabile serie di aggettivi, sono qui sbalzati da ogni preoccupazione riduttiva, perché di pit non si potra mai dire. Considerato che ci troviamo in un testo liturgico, ossia ufficiale, non rimane che riconoscere che il titolo & teologicamente ineccepibile, ovviamente nell’ ambito dell’ di san Giuseppe che i fedeli si affidano, perché ottenga dalla clemenza divina il perdono dei peccatie i beni dell’eterna pace. Che cosa pud negare la SS. Trinita a san Giuseppe? Con questa fiducia I'intera Chiesa lo ha eletto solennemente a suo patrono, nel 1870", come continua a ricordarcelo la rota preghiera eA te, 0 beato Giuseppe»'?, che dovrebbe formare un tutt’uno con il santo Rosario. Giovanni Paolo Il, nella sua Esortazione apostolica Redemptoris Custos, ha ritenuto opportuno ripetere che «questo patrocinio deve essere invocato ed @ necessario tuttora alla Chiesa non soltanto a difesa contro gli insorgenti peri- coli, ma anche e soprattutto a conforto del suo rinnovato impegno di evangelizza- zione nel mondo e di rievangelizzazione in quei Paesi e nazioni, dove la religione e la vita cristiana erano un tempo quanto mai fiorenti e ora sono messi a dura prova» (29), ‘A questo punto, @ dit attuaie icile pensare che la figura di san Giuseppe non sia pitt "" Bernaeosso oa Sena, Sermo de S, loseph Sponso B. Viginis, 3. "Bro IX, Quemadmodum Deus (QD). nap,

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