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GERUSALEMME LA SANTA (AL-QUDS) ALLA RICERCA DELLA GERUSALEMME BIBLICA: DUE SECOLI DI SCOPERTE Le attivita di esplorazione archeologica a Gerusalemme si sono succedute nei secoli quasi senza soluzione di continuita e con un incremento progressive delle difficolta per gli scavatori, dovute sia allo sviluppo urbanistico della citta, sia alle sue vicende storico-politiche. Molti viaggiatori avevano descritto e rappresentato le vestigia della cittd. Uno trai primi lavori di qualita scientifica si pud forse considerare la planimetria del- Vitaliano Ermete Pierotti (fig. 1). Quando nella seconda meta dell’800 gli ufficiali del Genio Reale Britannico Charles Wilson (1864) e Charles Warren (1867-1870) iniziarono le loro esplora- zioni sul versante meridionale del Monte del Tempio pat conto del Palestine Exploration Fund (PEF), la citta non era ancora popolata in maniera densa e ampi spazi si aprivano alla ricerca; 'amministrazione ottomana e la sensibili- 18 degli abitanti non erano ancora esasperate ¢ gli esploratori non incontraro- no grandi difficolta, intaccando importanti strati delle citta cananea e israelita, senza esserne, tuttavia, pienamente consapevoli. L’esplorazione dello stesso settore centrale della collina orientale (il biblico Ophel) continud ad opera dello studioso tedesco Hermann Guthe, sotto gli auspici del Deutsches Palestina Vereins nel 1881, e, ancora, ad opera degli inglesi Frederick Jones Bliss e dell’architetto Archibald Dickie negli anni 1894-1897, sempre per conto del PEF. Lavori sul fianco orientale della stessa collina portarono all’iden alla rimozione della sorgente di Gikon da parte di ingegneri britannici sotto la guida di Montague Parker nel 1909; durante i lavori, successivamente reinter- Fig 1. Pianta di Gerusalemine al Ermete Pieroiti (1856). pretati da L.-H. Vincent, vennero scoperte tre tombe del Bronzo Antico I. Ancora nel 1913-1914 e nel 1923-1924, sempre il biblico. ‘Ophel rimase al centro: dell’inte- resse degli archeologi, grazie alle attivita condotte da Raymond Weill, che per- misero di documentare diverse fasi di vita dell’antica citta e di collocare corret- tamente nel tempo le strutture idriche precedentemente identificate. Lo scavo fu poi proseguito dagli archeologi britannici RAS. Macalister and J. Garrow ‘Duncan negli anni 1923-1925, i quali misero in luce tratti del sistema difensivo e i un quartiere d’abitazioni, seguiti a loro volta da J.W. Crowfoot e G.M. FitzGerald (1927-1929), che icentificarono il probabile limite occidentale della citf4, mettendo in luce la struttura che fu denominata «Valley Gate», rivolta verso la valle del Tyropoeon. Le vicende belliche interruppero poi le ricerche, che non avrebbero pitt beneficiato degli spazi e delle possibilita esistenti nell'e- poca pionieristica dell'archeologia di Gerusalemme. I combattimenti seguiti alla Greazione dello Stato di Israele nel 1948 portarono a diverse distruzioni nella Citta Vecchia, nonché ad una nuova organizzazione degli spazi interni ad essa dopo la divisione in due settori, uno sotto lamministrazione giordana, altro sotto quella israeliana. Lesplorazione di Gerusalemme riprese, dunque, in un contesto geopolitico e anche archeologico completamente mutato molti anni dopo, nel 1961, grazie alViniziativa di Kathleen M. Kenyon, la quale dette il via ad un ambizioso pro- getto che vedeva coinvolte diverse istituzioni internazionali. Gli scavi durarono sino alla guerra del 1967, con un‘appendice nel 1968, dopo la conquista israclia- ra della citti, finalizzata alla conclusione delle ricerche. Le esplorazioni della Kenyon fornirono importanti informazioni topografiche e stratigrafiche; sulla collina orientale, permisero di identificare il muro difensivo dell’Et& del Ferro con la struttura eretta al centro del pendio, mentre quella sulla sommita risulto essere la cinta di fortificazione degli Asmonei. Sulla collina occidentale, 1a Kenyon riusci ad individuare uno spazio dove scavare (precisamente nel Giardino armeno e nel Maristan), e stabili ~ erroneamente ~ che essa fosse stata occupata per la prima volta in epoca ellenistica, scaricandovi terreno di riporto dalla collina orientale contenente ceramica del Ferro Il. Con il passaggio della citta sotte il completo controllo isracliano, i resti archeologici finirono sotto 'amministrazione dell’ Israel Antiquities Authority; tuttavia, il particolare status di Gerusalemme ed i progetti urbanistici della nuova gestione non tennero conto in manicra sistematica dei problemi della tutela, e ampi settori della Citta Vecchia furono oggetio di distruzioni ed edi- ficazioni non controllate. La societa incaricata della ricostruzione del quartiere ebraico forni Yopportunita ad un gruppo di archeologi di esplorare a fondo una porzione apparentemente periferica della citta antica, sulla collina occ dentale. Gli scavi, condotti da Na‘aman Avigad, Amihai Mazar e Ronny Reich (1969-1978), portarono a fissare nel Ferro IIB il periodo della prima occupazio- ne della collina occidentale, cui si datava anche un’imponente cinta di fortifi- cazione (il cosiddetto «Great Wall»). Sulla collina del! Ophel, invece, le ricerche ripresero nel 1978 ad opera dell Universita Ebraica di Gerusalemme, sotto la direzione di Yigal Shiloh, ¢ durarono fino al 1985, con importanti ritrovamenti di eta israelita. Una nuova importante stagione di ricerche @ coincisa con la fine del XX secolo: 'ampia area a sud del Muro del Pianto e del Haram esh-Sherif é stata nuovamente esplorata in vista di una nuova sistemazione delle rovine. Il resto della citta, tuttavia, é stato indagato occasionalmente solo in coinciden- za con rinvenimenti fortuiti, di solito collegati alla forte espansione edilizia moderna. Le ricerche animate da una prospettiva biblica eccessivamente concordista (ad esempio quelle connesse con il problema del Tempio) hanno, infine, por- tato alla riapertura di uno dei tunnel scavati a ridosso del Muro del Pianto € in parte passanti sotto il recinto del Tempio, senza tuttavia, che questo aggiungesse dati nuovi dal punto di vista scientifico alle conoscenze ottocen- tesche. (GERUSALEMME DEI CANANEL Situata ad un crocevia strategico tra la via che percorre la dorsale interna della Palestina da Hebron a Sichem e quella che sale dal Mediterraneo per scendere poi attraverso il Deserto di Giuda fino a Gerico eal Mar Morto, Gerusalemme fu sin dall'inizio dell’Eta del Bronzo uno degli insediamenti principali delle genti semitiche occidentali che popolavano la regione, i Cananei. | pit) antichi resti rin- venuti sono rappreseniati dalle tombe del Bronzo Antico I, scoperte sul fianco dell’Ophel agli inizi del Novecento, e da alcuni resti di abitazioni poriati alla luce nel settore E1 degli scavi dell’ Universita Ebraica. Della successiva prima epoca urbana palestinese del Bronzo Antico II-III non restano tracce, lasciando supporre che Gerusalemme non fosse occupata in que- sta fase, i centri contemporanei pitt vicini sinora noti essendo, dunque, ‘Ai (et- Tell), Gerico (Tell es-Sultan), Khirbet Yarmouk. La frequentazione delle colline gerosolimitane alla fine dell’Eta del Bronzo, nell'epoca di crisi dell urbanizzazione palestinese, il Bronzo Antico TV, durante la quale si assiste ad un riassesto dell'insediamento, del sistema di sussistenza economica, e dell‘organizzazione sociale e politica regionale, & testimoniata da una serie di rinvenimenti sporadici di tombe ¢ sepolture effettuati sia dalla Kenyon, sia dagli studiosi ottocenteschi sul Monte degli Olivi e nel villaggio di Siloe. Non si hanno, tuttavia, prove dirette di uno stanziamento sulla collina orientale in quest’ epoca. Nella Bibbia, la prima citazione di Gerusalemme é nella Genesi, al capitolo 14, dove @ narrata un’impresa bellica di Abramo (palesemente inserita in un momento successivo rispetto alla composizione del resto del Libro, servendosi di una fonte diversa dalle tre che confluiscono nella Genesi), al termine della quale il patriarca incontra Melchisedek, re di Shalem, sacerdote del Dio Alltissimo, che lo benedice (Genesi 14:18-20); in tal modo, non solamente Abramo fu anch’egli dotato di un glorioso passato militare, ma anche di un collegamen- to regale e sacerdotale con Gerusalemme. La fondazione di una citta fortificata ebbe luogo nei primi secoli del Il mil- lennio a.C., come testimoniano, da un lato, i cosiddetti Testi di Fsecrazione egi- Ziani, nei quali compare per la prima volta il toponimo Urushalim (il significato del nome & incerto, probabilmente «la citta che il dio Shalim ha fondato»); dal- Valtro, le scoperte di Kathleen M. Kenyon, che mise in luce un muro spesso 3m come pertinente a questa fase (il medesimo muro venne poi probabilmente iden- tificato anche da Shiloh nell’ Area E). In una seconda fase, allo stesso muro sareb- bero stati aggiunti dei bastioni. Secondo la Kenyon, si tratterebbe di una porta, difesa da due torri, forse da identificarsi con la Porta della Sorgente nella deseri- zione delle mura di Neemia, ancora in uso al momento della conquista babilo- nese della citta (Neemia 2:14, 3:15, 8:3, 16). Sul versante orientale della collina, i terrapieni naturali di Gerusalemme sono in parte ancora riconoscibili sotto la Porta d’Oro, e tra questa e la Porta di Santo Stefano, La menzione nei testi di el-Amamna e alcuni ritrovamenti di tombe sul Monte degli Ulivi (da parte di $,. Saller nel 1954) e, pitta sud, nella Valle di Hinnom (ad opera di D.C. Baramki nel 1933), testimoniano il ruolo centrale della citta anche nel Bronzo Tardo. Sei lettere amarniane riportano il nome del re Abdikhepat (un nome che rimanda al culto di una divinita femminile hurrita, Khepat, la Astarte dei Fenici). Un'imponente struttura di terrazzamento, eretta con grossi ciottoli di fiume sul margine sud-orientale del settore centrale della collina orientale rappresenta probabilmente un‘opera costruita dai sovrani di quest’epoca, forse al fine di sostenere gli edifici pubblici che dovevano sorgere sulla sommita della collina stesse. La cITTA ISRAELIICA La ricerca della citta israelita e, specialmente, della prima capitale del regno unito del tempo di Davide e di Salomone @ stato uno dei grandi obiettivi del- Yarcheologia biblica (fig. 2). Secondo il racconto biblico della conquista della Terra di Canaan, fu il re di Gerusalemme, Adoni-Zedech, a formare una lega di re «amorrei» che si oppose aGiosue e da questi venne sconfitta (Giosué 10:1-5). La citta, chiamata significa- tivamente nella Bibbia «Rocca di Sion» o «Fortezza di Sion», sara l'unica a non escere assoggettata subito dagli Israeliti, rimanendo gebusita, per essere solo successivamente conquistata da Davide, il quale, dopo la conguista, la ribattez~ 2) «Citta di David 2 Samuele 59), vi trasferi da Shiloh le tavole della legge e VArca dell’Alleanza (1 Re 8:1), e costrui un altare a Yahweh, nel terreno acqui- stato dal gebuseo Oman. IL quadro ricostruito sulla base degli sparsi e incerti rinvenimenti archeologi: ci@ pit complesso e articolato della gia intricata narrazione biblica. Negli ultimi anni le figure di Davicle e Salomone hanno subito una critica radicale; tuttavia, Yarcheologia gerosolimitana @ ancora talmente incerta, che le informazioni rela- tive ai due sovrani fondatori del regno israelita non interferiscono pitt di tanto nell'interpretazione della topografia e dell‘ urbanistica della citta dei primi seco- lidel I millennioa.C. Pochi resti relativi all'inizio dell’ Eta del Ferro sono stati rin- venuti negli scavi sul versante meridionale del Monte del Tempio, mentre la principale struttura attribuita alla prima fase israelita di Gerusalemme (il X seco- Joa.C.) @un muro di terrazzamento a gradini, che servi in parte da sostegno sul versante orientale della cittadella sorta sulla pianoro centrale della collina orien- {ale, !Ophel. Sul versante occidentale, la nuova cittadella israelita era protetia da un muro a casematte, individuato dalla Kenyon (Area H), mentre a nord-est della stessa struttura di terrazzamento V/archeologa britannica trovd un capitel- lo proto-eolico frammentario (fig. 3), del tipo comunemente utilizzato nei palaz~ zi siro-palestinesi della seconda Eta del Ferro; una prova immediata dell’esi- stenza di un importante edificio pubblico in questo punto. Fig. 3. Capitelio prote-colico rinvenuto da KM, Kenyon curante gli scavi nella citts di David (Aroa H) Il racconto biblico della presa di Gerusalemme da parte di Davide, avvenuta attraverso il tunnel del sistema di approvvigionamento idrico della citta @ Samuele 5:8), ben introduce ad un altro capitolo dell’archeologia gerosolimitana, rappresentato dagli impianti di adduzione e raccolta dell’acqua potabile messi in luce al di sotto delle propaggini meridionali della collina orientale. La citt beneficiava della presenza di due sorgenti nella Valle del Cedron, la songente di Gihon e quella di Sitti Mariam. La prima, che sgorga sul fianco occidentale della Valle del Cedron, venne collegata alla citta attraverso un canale ed un pozzo (noto come il «Warren Shaft», dal nome del suo scopritore moderno), che si rag- giungeva tramite un lungo tunnel elicoidale. In tal modo, gia dall'Eta del Bronzo, la popolazione di Gerusalemme poteva accedere all‘acqua potabile pur trovandosi sulla «Rocca di Sion». Vintensa, monumentale e celebratissima dalla Bibbia (1 Re 5-7) attivita edili- ia di Salomone a Gerusalemme non ha lasciato al momento tracce certe sul ter- reno, anche se i rinvenimenti sull'Ophel, attribuiti a Davide sulla scorta della fonte biblica, sono pitt presumibilmente relativi proprio alle attivita costruttive del suo grande successore, la cui fortunata parabola storica viene ogi messa in discussione dagli studiosi, ma che, in verita, la mancanza di informazioni archeologiche dirette non conferma né nega. Un grande edificio dei secoli VIII-VII a.C. venne portato alla luce sul margi- nemeridionale del Monte del Tempio da B. Mazar e E, Mazar, che lo interpreta- Tono come una porta, anche se sembra pitt ragionevole che si tratti di un edifi- cio amministrativo, Altri resti furono, invece, rinvenuti sul limite meridionale della collina occidentale, presso Ia Cittadella (deta oggi, anacronisticamente, Torre di Davide, pur essendo stata eretta dal Saladino su. precedenti strutture «llenistiche, v. di seguito) adiacente alla Porta di Jaffa. Sempre nello stesso periodo, durante il regno di Ezechia, si colloca Yaltra gran- de impresa costruttiva ampiamente illustrata dai ritrovamenti archeologici: la eestruzione di una nuova monumentale cinta di fortificazione, identificata negli Savi di N. Avigad nel quartiere ebraico sulla collina occidentale, e la realizzazio- he di importanti infrastrutture idriche, in particolare I'escavazione di un canale Tango 533 m, realizzato per alimentare con le acque della sorgente di Gihon la piscina di Siloee quella detta del Re, situateal limite sud-orientale della citta israc- lita. Vopera, realizzata da due squadre di scavatori, fu celebrata dalla nota iscri- Zone apposta nel punto dove i due gruppi si erano riuniti e fu scoperta nel 1880. Lestrutture difensive ereite da Ezechia, stando al racconto biblico, resero pos- Sbile a Gerusalemme di resistere all‘assedio portato nel 701 aC. dall'esercito assiro guidato dal re Sennacherib. Fu un evento epocale, che permise ai Giudei di evitare le terribili deportazioni assire, che portarono alla scomposizione di molte compagini etniche ¢ politiche nei secoli IX-VII a.C. Urvaltra ampia fonte d’informazione sulla Gerusalemme israelita sono le necropoli distribuite intorno alla citta, di solito sui versanti collinari che la fron- ‘teggiano, a partire da quelli a sud-est del villaggio di Siloe, dove gia a suo tempo Charles Clermont Ganneau (1874) aveva individuato tombe costruite di grande ‘monumentalita: la tomba del maggiordomo Shebna e quella cosiddetta della Figlia del Faraone; ovvero sui fianchi della Valle di Hinnom, dove nella localita di Ketef Hinnom venne scoperto un complesso cimitero con grandi tombe a pi camere che potevano ospitare alcune centinai di defunti, In una di queste tombe venne rinvenuta una placchetta d’argento (fig. 4) iscritta con una benedizione sacerdotale tratta dal libro dei Numeri (624-26), che resta a tutt’oggi il pid anti- co documento biblico rinvenuto in un contesto archeologico. Un ulteriore cimi- tero monumentale fu individuata a nord della citta da G. Barkai. La vastita e la ‘monumentalita delle necropoli testimoniano la grande fioritura di Gerusalemme tre VIII @ VI secolo a.C. La citta fu estesa, infatti, nell’VIII secolo a.C. a com- prendere la collina occidentale, come hanno mostrato gli scavi di N. Avigad nel quartiere ebraico. Nel VII secolo a.C. ricevette Vapporto dei profughi di Samaria, Ja capitale del regno del Nord, completamente distrutta dagli Assiri. Fig. 4. Lamina in argento con incisa in ebraico antico la benedizione sacendotale i Numer’ 6:24.28, Da un lato l'estensione alla collina occidentale dell’abitato, dall’altro Voccu. pazione delle pendici orientali della collina orientale, mostrano una citta ancora in espansione nel VII secolo a.C., sebbene proprio la presenza di abitazioni ambienti amministrativi costruiti all’estemo e contro le strutture difensive della collina orientale spinga a considerare la comprensione dello sviluppo urbano di Gerusalemme nell’Eta del Ferro una. questione ancora aperia. (GERUSALEMME DALL/ETA PERSIA |A A QUELLA ELLENISTICA E ROMANA, Dopo la grande distruzione babilonese del 586 a.C., Gerusalemme stentd a riprendere il ruolo di centro urbano di primo piano della Palestina interna, né il rientro degli esiliati babilonesi, dopo I'editto di Ciro (538 a.C.), segnd una parti- colare crescita della cittd, che rimase circoscritta alla Citta di Davide. La provincia achemenide detta «Jehud Medinata» godette sotto i Persiani di una relativa autonomia e poté battere moneta (il termine «Jehud» si trova iscrit- toanche sulle anfore e sulle cretule di questo periodo). Nella prospettiva biblica la storia di Gerusalemme segue quella del Tempio, |h cui ricostruzione attribuita a Zorobabele (521 a.C. ca.) segna nettamente le vicende della citta. Sul Secondo Tempio, tuttavia, come per il primo, non abbia~ ‘mo dati archeologici diretti e sicuri (fig. 5). Iterzo edificio sacro fu costruito con il proprio recinto da Erode intorno al 20 a.C.; gli scavi ottocenteschi di Warren e di Wilson, quelli di un secolo successivi della Kenyon ¢ di De Vaux, infine, quelli di B. Mazar e di D. Bahat, rispettiva- ‘mente negli anni '80 e’90 del Novecento, ne hanno chiarito il perimetro e le dimen- sioni (488 x 320 x 280 x 470 m); tuttavia, oltre alla faccia esterna del monumen- tale muro di recinzione, costruito con grandi blocchi lavorati direttamente sulla soccia viva (rimuovendo o inglobando le strutture preesistenti), nient’altro & ‘stato messo in luce del Tempio. Sul lato occidentale sono state identificate quat- tro porte (denominate da nord a sud come i loro scopritori: Robinson, Barckay, Wilson e Warren), mentre su quello meridionale sono stati individuati due pas- ‘saggi, detti la Doppia Porta e la Tripla Porta, preceduti da ampie scalinate; area antistante a sud il recinto del Tempio era costellata di bagni rituali, evidente- mente al fine di preservare la purezza dei frequentatori del luogo sacro. La storia archeologica della citta pud essere seguita forse meglio grazie al filo conduttore delle fortificazioni, la cui ricostruzione ad opera di Neemia, deserit- ta molto accuratamente nella Bibbia (Neemia 3:1-32), sarebbe avvenuta intorno alla meta del V secolo a.C, Tuttavia, anche nel caso delle mura di Neemia, delle quali conosciamo Ielenco dettagliato delle porte e delle torri maggiori, non & possibile stabilire interamente il tracciato, specie sul lato ovest della citta, dove =se si dovesse dare credito alla fonte— il numero e la disposizione delle porte & delle torri spingerebbe a ritenere che la collina occidentale fosse stata almeno in parte nuovamente integrata nella citta del V e IV secolo aC. Durante il dominio dei Tolomei prima (III secolo a.C.) e quello dei Seleucidi poi (Isecolo a.C.), Gerusalemme venne ellenizzata, pur restando capitale della Giudea esede del Tempio (del quale non sono stati, peraltro, rinvenuti resti), il centro reli- {i080 e politico della provincia. La riottositi degli Ebrei ad accettare il dominio Sriaco spinse Antioco IV Epifanea rafforzare la presenza seleucide a Gerusalemme con la costruzione della fortezza Acta, nel 168 aC,, eretta a ridosso del Monte del Vorres ot Mineo” Fig. 5, Pianta di Gerusalemme all'epoca dol Secondo Tempio. Tempio. ativa servi a poco: gia anno successivo, Mattatia diede inizio alla rivolta dei Maccabei. Quando prima Giuda Maccabeo e poi suo fratello Gionata sconfissero i Seleucidi, ottenendo, infine, il riconoscimento delfautonomia di Giuda e della sua capitale Gerusalemme, la forterza rimase, tntiavia, nelle mani siriache. La citta era divisa al suo interno e ci vollero due decenni prima che Simone, ultimo erede della famiglia di Mattatia, riuscisse a conquistarla nel 141 a.C. La sconfitta dei Seleucidi e l'affermazione della dinastia degli Asmonei segnd ancora una volta la storia urbanistica della cittd, che venne nuovamente amplia- fa verso la collina occidentale (chiamata la Citta Alta 0 Monte Sion dalle fonti), con la costruzione di nuove mura, mente sulle pendici orientali della stessa col- lina occidentale fu eretto il palazzo di Frode (Giuseppe Flavio, Bell. Jud. V, 176- 183), che guardava il recinto del Tempio. Di questo edificio di notevoli dimen- sioni (130 x 330 m) @ stata rinvenuta la fondazione a comparti profondi fino a 8 1m; sulla stessa collina, a non grande distanza, sorgevano ampie residenze, costmuite su terrazze ¢ con sostruzioni utilizzate per cisterne e bagni, riccamente decorate da stucchi ed affreschi; il tessuito urbano seguiva il sistema classico ad assi ortogonali, adaitato alla complessa orografia della citta. Altri importanti edifici erodiani sorgevano a nord del Monte del Tempio, tra quali, in particolare, deve essere citata la Fortezza Antonia), in origine eretta su uno sperone di roccia, ai piedi del quale erano dei fossati, utilizzati successive mente per impiantarvi delle grandi cisterne, la pid orientale delle quali @ la Piscina Probatica (50-60 x 95 m), costruita dove fu poi eretto il Tempio di Asclepio, mentre quella scavata a ridosso del muro settentrionale del recinto del Tempio, detta Piscina di Israele, era la maggiore (38 x 110 m); essa era alimenta- th dall'acquedotto, ricostruito in et ommayyade, che riforniva anche il tempio, proveniente dalle grandi Piscine di Salomone presso Hebron. Per quanto riguarda le fortificazioni, sul versante est della collina orientale, la cinta muraria fu costruita sulla sommita del pendio, e non gid a meta di esso come era stata nell’Eta del Bronzo e del Ferro. Queste mura, identificate gia da Duncan e Macalister, datate correttamente solo successivamente dalla Kenyon (¢ Fconosciute essere quello che Giuseppe Flavio aveva chiamato «il primo muro»: Hist. V, 112-145), furono esplorate ampiamente negli anni '70 del Novecento, Gli ‘scavi hanno individuato il loro tracciato sul lato orientale, meridionale e o dentale della citta, ¢ hanno permesso di distinguere una prima fase dell'epoca dei Maccabei e importante ricostruzione degli Asmonei. A quest'ultima fase, quella erodiana, si data anche la costruzione della Torre di David, la fortezza edi- ficata in posizione dominante all’estremita sud-occidentale della citta. Una seconda cinta di fortificazione fu eretta a nord della Citta Vecchia, venenm- do in seguito ricostruita in et romana imperiale e rimanendo in uso ancora nek Veta islamica, cosicché & quasi impossibile distinguere i filari originari del Il secolo aC. da quelli sovrapposti delle epoche successive. Esisteva, infine, sem- Pre nella descrizione accurata e preziosa di Giuseppe Flavio, un «Terzo Muro», che racchiudeva l'ulteriore estensione nord-occidentale della citta (Hist. V, M7 148), che fur utilizzato per secoli come cava eil cui tracciato & stata riconosciuto| grazie alle osservazioni degli esploratori ottocenteschi (in particolare Robinson e Wilson). Alcuni resti di queste mura erano ancora conservati negli anni ’20 del Novecento. Un tratto delle fondazioni di questo muro scavato da W. Hamrick nel 1965 ha restituito monete datate al 50 a.C,, che sembrano indicare come il ‘Terzo Muro fosse stato eretto pochi decenni prima della prima rivolta giudaica. Scavi degli anni ‘70 hanno messo in luce diverse abitazioni ¢ strutture ad esso collegate, tutte distrutte dai Romani nel 70 d.C. Asseguito della prima rivolta giudaica, limperato Tito distrusse completamente la citta, che rimase un campo di rovine finché nel 129 d.C. Adriano, dopo averla Visitata, decise di ricostruirla con il nome di Aelia Capitolina (fg. 6). La X Legione romana venne alloggiata sulla collina occidentale, dove negli scavi del Giardino Armeno sono state ritrovate le tegole degli edifici militari imperial. Il principale monumento testimone della ricostruzione romana é la Porta di Damasco, portata alla hice da RW. Hamilton negli anni ’30 del Novecento; vi sono poi tratti del cardo, messi in luce in vari punti della Citta Vecchia, mentre mancano testimo- nianze circa il decumano. La citta aveva due fori, uno ad Oriente e uno ad Occidente: il foro orientale era localizzato pressappoco dove @ stata localizzata la Fortezza Antonia e ‘arco dell’Ecce Homo era uno dei fornici di un arco di trion\o ivi localizzato (P. Benoit, 1971); i foro occidentale si trovava dove oggi sorge la Basilica del Santo Sepolcro (fig. 7), eretta in parte nel Iuogo di un Tempio di Afrodite costruito da Adriano nel foro occidentale. La citta adrianea si estese specialmente a nord ea ovest del Monte del Tempio, mentre la zona centrale della citta ¢ la Citta di Davide vennero usate come facili fonti di materiale da costruzione: a sud-est i Romani ricostruirono la Piscina di Siloe, circondandola con un colonnato. (GERUSALEMME PALEOCKISTIANA & BIZANTINA Un capitolo a parte merita Gerusalemme cristiana, la citta dell'epoca bizanti- na (fig. 8), che crebbe a dismisura nei secoli 1V-V1 d.C., ma della quale solo poche testimonianze sono conservate, oltre, ovviamente, ai Luoghi Santi. Il primo @ pitt significativo intervento costruttivo fu quello di Costantino, che eresse sulle rovi- ne del Tempio di Afrodite la Basilica del Santo Sepolero, rivolta verso Oriente e aperta sul cardo, preceduta da un nartece e seguita da un cortile colonnato che inglobava il Golgota, al fondo del quale una struttura a impianto centrale rac~ chiudeva il Santo Sepolcro. Costantino costrui anche una chiesa sul Monte degli Ulivi (detta «Eleona»). Numerose altre chiese vennero ereite in tutta la citta, tra lequali la chiesa scoperta in prossimita della Piscina di Siloe, la «Nea Ecclesia» alcentro del Quartiere Ebraico, che aveva le dimension di una cattedrale medie- vale, eretta da Giustiniano nel 549 d.C,, ¢ la Chiesa del Santo Sion con all’inter- no la tradizionale Tomba di Davide. I resti di una basilica sono stati identificati dai Padri Bianchi nel luogo della guarigione di un paralitico narrata da Giovanni (62.9), eretta sul muro centrale che divide le due cisterne della Piscina Probatica La chiesa del Dominus Flevit, quella del Getsemani, e la Chiesa della Dormizione con la tomba della Vergine hanno tutte una fondazione bizantina, ma hanno subito numerose trasformazioni nei secoli. La chiesa di Santo Stefano fu costruita nel V secolo da Eudocia, il governato- rebizantino della citta. Lo stesso governatore ricostrui le mura meridionali della citta, per includere le chiese di San Pietro in Galicantu, di Siloe e di Sion. Nel Quarticre Ebraico é stata individuata ur’estensione bizantina del cardo della citta adrianea, a riprova delle accresciute dimensioni della citta nei secoli IV-VI 4.C.e della continuita d’uso delle principali strutture di Aclia Capitolina, testi- moniante anche nella pianta musiva di Madaba. Numerosi sono anche gli edi i bizantini scoperti intorno e all’interno delle mura, come ostelli, alberghi per pellegrini, monasteri (in particolare, nel settore a nord della Citta Vecchia). Nel 629 imperatore Eraclio costrui la Porta d’Oro come arco trionfale nel quale far lransitare la reliquia della Vera Croce riconquistata ai Persiani che nel 614 d.C. Yavevano sottratta da Gerusalemme dopo averla catturata. (GERUSALEMME ISLAMICA, Le installazioni civili e le abitazioni bizantine rimasero in uso dopo la con- quisia musulmana della cittd nel 638 d.C. (fig. 9, la quale, tuttavia, segnd ill cam- diamento sinora pid lungo e distintivo nella storia gerosolimitana, poiché Gerusalemme rimase per piti di un millennio, salvo Yintervallo di circa un seco- Jo del dominio crociato (fig. 10), sotto l'amministrazione islamica. L'attivita edi- Fig. 6, Pianta di Gerusalemme in epoca romana imperiale (Acta Capitolina). Fig. 8, Piania di Gerusalemme in epoca bizantina, lizia dei califfi omayyadi nel primo secolo dell'égira fu caratterizzata dalla costruzione del nuove centro del culto islamico nel Haram esh-Sherif, con I'edi- ficazione della Moschea della Roccia (691) e della Moschea di Al-Aqsa (711-713), costruite rispettivamente sulla sommita rocciosa del Monte del Tempio e all’e- siremiti meridionale dello stesso, colmando ampiamente la parte meridionale del recinto erodiano. La fine del Vi secolo ¢ i primi decenni dell’ VIII secolo furo~ ‘no un periodo creativo, durante il quale le tecniche artistiche e architettoniche, © irisultat stilistici ed estetici bizantini vennero utilizzati per le esigenze della reli- gione islamica, dando vita ad una nuova ricchissima arte. Gerusalemme fu, con Damasco, il luogo di tale elaborazione, come mostrano in maniera esemplare le due maestose moschee del recinto del tempio, nelle ‘queli sono mirabilmente riulilizzati elementi architettonici romani e bizantini in un nuovo linguaggio espressivo. La prima grande fase di fioritura di Gerusalemme omayyade fu interrotta dal grande terremoto del 747 d.C. e, subi- to dopo, dallo spostamento del califfato a Baghdad sotto gli Abassidi Per junghi secoli, tuttavia, la citta rimase centro religioso fondamentale per i musulmani, secondo solo a La Mecca ¢ Medina, e cid fece prosperare V'attivita edi- lizia in tutte le epoche, non solo nel campo dell’architettura religiosa. Moltissimi ‘monument islamici erano ancora conservati alla fine dell’Ottocento e solo le tra- {giche vicende del secolo scorso hanno portato alla loro perdita. La citta, pur non raggiungendo lo splendore di grande capitale come Istanbul, Il Cairo, Damasco 0 ‘Aleppo, offriva gicielli di architettura e conservava intatta la sua struttura origi- taria risalente, senza soluzione di continuita, alla ricostruzione adrianea del ‘Tisecolo dC. Le mura, fissate sul tracciato asmoeo, furono ricostruite pitt ¢ pitt “volte, in particolare da Salah edh-Din (il Saladino), dopo che ebbe ripreso la citta ‘i Crociati (i quali la tennero dal 1099 al 1187), eda Solimano il Magnifico, qualche decennio dopo la conquista ottomana (1517), Anche la fase mamelucca, infine, & -documentata da monumenti sparsi nella citta (Luterne Khan). (GERUSALEMME META DEI PELLEGRINI Il millennio e pid di dominazione islamica conferi nuovamente alla citta quel ‘arattere tipicamente orientale, per molti versi pre-classico, 0 anti-classico, che ben si addice ad un Sitz im Leben biblico, e pitt in generale vicino-orientale anti- -¢0 (fig, 11), Con gli occhi delarcheologo e del biblista, attenti alla topografia © alla stratificazione e sovrapposizione storica, culturale e religiosa, Gerusalemme Fig. 9. Pianta di Gerusalemme in epoca islamics fie iO Hig 10. Pats di Gerusaterme in epoca crocata Qe see.) si offre ancora come tna ricchissima miniatura, sorprendente nei suoi motivi mai scontati, sempre ricamati da chiari scuri ~ tutto cid nonostante aleune terri- bili ferite contemporanee che, nella documentazione straordinaria di Monsignor Salvatore Garofalo, sono fortunatamente assenti, sia perch¢ intlitte dopo il pas- saggio del suo sguardo acuto, sia perché oculatamente evitate dal biblista foto- grafo, attento a conservare il pid possibili intatto Yoggetto della sua colta ammi- razione. A dispetto del suo stesso sguardo di studioso, Salvatore Garofalo si accostd a Gerusalemme non soltanto da biblista, ma soprattutto da pellegrino, con il cuore rivolto agli eventi della fede che nella citta si erano manifestati; poche righe trat- te dal suo diario personale mostrano la trepidazione per il suo primo arrivo in citta. Gerusalemme @, nella prospettiva di Saivatore Garofalo, la mata del pelle- grinaggio di ogni credente, ma anche il Juogo della memoria, dove tutto si fa presente. Nei diari dei suoi viaggi in Terra Santa le pagine pid toccanti sono state sctitte a Gerusalemme e su Gerusalemme. Liocchio dello studioso, in questo caso pitt che in ogni altro, legge il passato e gli eventi della storia della salvezza come se li vivesse in presa diretta. Proprio la presenza continua dei pellegrini e dei fedeli delle tre grandi reli- gioni monoteiste nella Citta Santa si é manifestata nei secoli in una serie di edi- fici e monumenti, che ne fanno la capitale della fede. Una presenza che si anche strutturata nella suddivisione etnico-confessionale dei quartieri della Citta Vecchia (cristiano, armeno, ebraico e musulmano), che la avvicinano — quando questa convivenza é pacifica e guidata dall’adesione all’ unico Dio —alla sua fun- Zione simbolica di capitale ultraterrena dell’unica fede nel Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, di vera Citta Santa (Al-Quds). Gerusalemme é la prima meta dei pellegrini in Terra Santa e tale fu anche per Mons, Garofalo. La fede e lo sguardo acuto del biblista non si fermarono, tutte- via ai Luoghi Santi, ma furono rivolti in specie alla ricostruzione della tope- graifa dell‘antica citta, con un‘attenzione particolare verso dettagli che ci ripor- tano ai pitt coinvolgenti episodi evangelici. Saluto a Gerusalemme (Salmo 122) «Quele gioia, quando mi dissero: “Andremo alla cxsa del Signore”. E ora i nostri piedi si fermano alla tue porte, Gerusalemme! Gerusalemme & costruita come cittt salda ecompatia. LA salgono insieme le tribi, e tribit del Signore, secondo la legge di Israele, per lodare il nome del Signore. Li sono posti i seggé de! gindizio,i seggi della casa di Davitle. Domandate pace per Gerusalemme: sia pace a coloro che ti amano, sia pace sulle tue mura, sicurezza nei tuoi baluardi. Per i miei fratellie i miei amici io dird: “Su di te sia pace!” Per la casa del Signore nostro Dio, chiederd per teil bene». 1 Gerusalemme. Veduta della Porta di Santo Stefano, 0 Porta dei Leont edi parte della cinta murata da est. La porta (in arabo Bab Sitti Mariam, in ebraico Sha'ar Araiot), conduce alla Valle del Cedron, al Getsemani © al Monte degli Ubvi, Le seulture dei leoni, ai lai della porta, risalgono all’epoca del sultano Baibars (ca, 1263 dC.) erusalemme. Veta del ped Walls, il mu di wzarnento che

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