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in vendita ——————> presso In nostra Amminlstrasione Pagine di Storia Socialista Jo opuscolo al critlea MARXISTA Vv. TOMERERSOFF Prezzo: Centesimi 20 LE MEMORIE Le PAROLE [ap Kroronne} di un DI UN RIBELLE La conguista del Pane vivohazi PASQUALE BINAZZI 88 | UN ERRORE GIUDIZIARIO) 32 | (I due reclusi innocenti del Romito Magra) | rezzo: Cent, 20 —— | Primo Passo J! Démone all’ Aqarchia della Donna | eek ade eee | arm mitano a1 wanco stasrora UMANITA E MILITARISMO LEX Disegno di una storia dell’ etd dell’ oro Centesimi 30 COOPERATIVA TIPOGRAFICA Biblioteca del LIBERTARIO - }————______— JANITOR Disegno di una storia delt’ et dell’ oro LIBRERIA EDITRICE ELVIRA TELLO 1949 First Avenue! | Mew York City f Oggetto della presente operetta é U esposisione di alcune idee generali, le quali scolte conveniente- mente,-e sostenute con I" aiuto di quel bagaglio eru- dito, che non pud ormai far pitt défetto in un libro qualsiasi di storia e di critica, dovevano, nella in tensione di chi serive queste pagine, dar lwogo ad uno studio organico ed ampio, in cui nulla venisse omesso di quanto poteva spargere luce sulla storia delle concesioni molteplici, che del grande ideale umano edbero nelle varie etd i popoli della terra. Ma poiché a tale assunto si oppone presentemente, con altre molte sfavorevoli circostanse, la mancansa det tempo necessario a colorire si vasto disegno, non pare all’ autore di questo scritlo un fuor a” opera il tratteggiare per sommi-capi i momenti: pitt no~ tevoli di una importante, evolusione ideologica, in virtis della quale si sono potuti negli ultimé tempt” formulare con sempre crescente precisione gli scopt. —4- @ cui tonde it mittennari ‘ oa Alcune ides urilennario cammino dett'u,, tutte, idee Pitt avanti sostenute re dell umanita,: fale, che aU importansa ai corp, or fie fe en tr 814 escogitate solusion; Pera, & che it nostro we 3 so princip are "On appaia vieto. ed weal ce le conclusion, alle asst per paradoseate Ome | ‘cht cerca ed ama la verita, fempi si dettero a ricer la avesse uno scopo, estrinseca od in— quale potesse dimostrare la ragione di ragione che ‘seopo ‘manca ai nostri atti, ed al nostro cammino nessuna méta é preflssa, noi non possiamo seguire che delle le basi ica, Fu sempre opi orale, presso i pop dallo stato che si'debba essere ora questo concetto di itia- deve avere un fondamento positivo, giacchd, anche se esso & per s8 astratto ¢ metafisico, prati- ‘camente lo vediamo concretarsi, nelle varie epoche della storia, in norme ben determinate, che i pitt ac- cettano, sia soguendole, sia facendole seguire ad S95 ‘omo ha altres! bisogno di che énvigorisce le membra wversa forza da} nemico da vin isce il suo corpo, egli una méta fissa, e che il suo i panne da irezione dei suoi passiy che il lone een Pumanité, quanto pid si avanza sulla strade ae pro- Bresso, tanto pit acutamente & punta dal accelerare la sua marcia verso’ giornl Yerso pitt culte civilta. Cosi nessuna © nessuna inspera Per un solo istante arrestasse 0 spi ai novita; anzi, basta che un uom un mezz0 portentoso per mutare 1 societA. © per moltiplicare 1 sou isi ag, intesa a spinger pid in ele ricerchee ad avan- Pitt alacremente che mai sulla via delle wan, guiste. L’uomo non & mai pienamente sed Potrebbe esserlo in alcun modo: la sus Consiste nel bearsi del lavoro compiuto, statare la propria attitudine che succes i Per tutto cid che si & detto, si vede Suna ragione di essere abbiano Pott smo, che ambedue escludono I’ azione, coat te necessario, essenziale, della vita umapa tra ismo & stupido, perché sso, cullandoet ni a pol uot opt fore rapide rag (oon ug ere ercare cid. che m ve essere pessimista ed tutta Jo stesso tempo. Deve adoperare tutta 1a sua forza critica e la sua combattivith per eon annare quanto i gl ies il presente, por va- jiare da sb ¢ dal v a Bopende pit alle enigents de tempt muta & dello trasformato; ma fi ceruere, tra le omibre del futuro, le lines di un ouovo ordinamento sociale © adope- rrere del tempo, Sonia, Tadolesceuts she 8 diventa vecchi qualche parte alae rie cognizi Pacer, eat adware senza posa il propri Bile esigenze dell’ eth e dot costum — 0 — netto che giunge alla puberté vuol’farsi_uom gid pensando al tempo in cui avrd una sposa, ane famiglia, un azienda domestica, ed una autoritd pro- Bria, si propara a sostenere le nuove responsability con quel desiderio © con quella fiduci ” con aye quella fiducia che & pro- Quello alta concezione alla qui eonseguimento di quest: zhi, evolvendo con l’evolvere del sue proprie caratte le del popolo che lo formula, va_concre- spondono in cui si divide la storia del memoria tenta pitt 0 meno anteriormente ad ogni alla quale eta venne chiamata generalmente etd dell’ oro. Bd essa doveva esser cessata quando la ivinita, cruc~ ciata, aveva abbandonato gli uomi i a sé stessi, e —us F li aveva costretti a stentare la vita, procacciando ii vitto per mezzo del lavoro manuale. secondo periodo racchiude il medio evo, Peta quale Tota dell’ oro & ‘posta pra della terra, in un mondo uomini, che terrena han ; questa dovra apprestare ogni be Il terzo periods, che corrisponde ‘ai tempi moderni dal rinascimento in po into nel secolo decimonono ha avuto sviluppo, comprende tutte le dottrine mettendo P'erolvere della socioté uinana verso con- dizioni di esistenza sempre migliori, tendono ad in- durre gli uomini a lavorare incessantemente sull el tempo presente per, jl bene comune, con i dalla natura e riconosciuti efficaet dal- P esperieaza. Non @ certo difficile rilevare che-quest riodi non sono nettamente separati l'uno dal ciascuno di essi le idee che gli tacciamo ‘eorrispondere si hanno ad intendere come predomi~ futtosto che di esso esclusive. Infatti il sogno pri ‘terra non é an- cor del tutto dileguato, ¢ se ne ha una prova nelle teorie di certi esteti, dei i ‘sti, ed in aloune idee del Tolstoi ltraterreno sorse press0 i popoli pitt anti pit vivo che mai positive dovetter igere sempre pit: 0 meno coscientemente, gli sforzi dei popoli ‘Ma noi intendiamo soltanto a di- mostrare che il pensiero umat ayuto nel suo Svilupparsi fasi ben riconoscibili, a provare come ‘one e come all’'una }or misura contem= u. Credetiero gli antichi che P'umanité, uscendo Galle mani del ‘creatore, 0 scendendo dal ciclo, o balzando sfolgoreggiante dal sono della terra, gid fosse giutla allo stato della pit alta perfezione morale, ¢ trovasse nella sede a lei de . Si credette che mitive gli uomini vives palriarealmen eureeza, senza pi Li, senza leggi, senza violenza, sopra un suolo che produceva spontanca mente quanto ad esso poteva ri utile e grato. Una tutto abbattuta 01 © tempo, come vedremo) dalle ricerehe. entali della scienza ed 0 lavoro di y wrigine divina o miracolosa del- M'umanita, si é giunti a comprendere che Puomo deve essere stato generato (e pa qui di_generazione urali, Non v'ha ‘a le persone illuminate ed "ehi valore all’ip forinismo, alla quale fu data tanta diffusione per opera preziosa di Carlo Darwin ed imyortanza di sistema fllosofico positive, grazie allo Spencer; gid ecclesiastici e scrittori eattolici riconoscono la neces- ‘pata dal dogma per tutte quelle questioni che toccano la biologia e 1’ antropologia. Quando nacquera i primi uo! si svolse la vita delle prime orde la terra era ancora agitata da e convulsioni interne, ¢ la sua superficie non ancor bene delimitata, ne aveva aspetto stabile ed uniforme, Furano { client troppo sp ed jntenso il gelo, durante il peri ja zona temperata; innumeri ed attivi terremoti.” A questi ostacoli puramente metereotogici e tellntici, che impedivano alf'uorso una facile @ tranquilla, altri inconvenienti, es anch’essi aggiungevansi, come il num simo dei feroci animali, contro i quali armi ef? non si potevano facilmente trovere, Cid che perd pitt importa a noi di rilevare, & che P uomo primitivo era assai meno forte, e morale di quel che gli antichi pensa anai i) contrario di cib 1a di ogni altra cosa non 6 2 & poter quindi concepire la felicita, che gli si volle attribuire come dono preziosissimo Ora, senza la intima consapevolezza della ja arte, o tutl’al pitt potevano ape! L’agricoltura, di tutte le arti la jomo, non era ancor praticata, ed i na- —ue turali prodotti della tecra not! erano certo tali rendere quei nostri progenitori riechi e felici. Queg\i esseri_non conoscevano aleuna, non avevano erso, né alcuna aspi- a qualche c ideale. Com- battevano giorno par giorno la travagliosa lotta per Pesistenza, ciecamente, senza riposo. Guidati dall’i- stinto 0, se si vuole, da un grado di ragione di poco superiore a quello degli animali pity elevati, cerca- vano di soddisfare volta a volta con i mezzi pi © pitt sbrigativi 1 bisogni dell esistenza, ¢ fugy atterriti le fiere urlanti, gli incendi spaventosi, e le aprivano, terra arida i vapori ini di pietre bile superiorila fisica degli uomini loro tardi discendenii, non poteva ande vantaggi i e sta tuttal che spesso lo vincevano e lo riducevano Una vita cosi brutale e cosi agitata in brevi linee di singolare efficacia, e, poi che ’argomento ci conduce a par- lare anche di scrittori, ricorderemo che una rappre- sentazione poetica abbastanza notevole dei primi tempi d itd ci ha dato recentemente un poeta Clovis Hugues. IL sentimento dell’ amore non, poteva svilupparsi nell’ animo dei nostri primi padri, poiche esso, come giunto ad esser da tutti vol pretato. Ma neg isi doveva essere presso a poco, quale & presso certi popoli selvaggi, vale a dire una di atti violenti, intesi a possedere un individuo pil. debole per la sodilisfazione immediata di un prepo- tente bisogno naturale, Su cid non si pud aver alcuno, anche se invece del patriarcalismo si vuole aceetiare la teori arca- preisto- rici si perderebbo un’ ot, nella quale avrebbe pre~ vyalso sull’ nomo, e per forza e per autorita 1a donna. Infatti_ si hanno’ presso i popoli antichi memorie di di donne guerriere; ed il mito delle Amaz- cho non é milo solianto, sta a provarct che la ta energia, d credere proprie soltan la fal non ne ri 0 che mai unico fine. Non parliamo q grande societa univers allora potuto concepit erano le relazi vamente vieini gli uni agli al stessa, che pare sia stata la prima forma di agere- gamenta delle units umane, doveva essere tutt” Che qualche cosa di organico e di coecente. Con~ tinue saranno certo state le contese, oceasionate dal i, je, della ila quale non sarebbesi perehé poco o nulle anche relati- 18 — insieme da interessi comuni, aq altro non mirano nuclei vicini. Dalla guerra nas e da questo to sull iva ¢ difensiva ruppi, di Glare ad_essi_una parte della adorarli, @ sopratutto di_ ub igendo potenza mente ad ess0 le cause, psicologiche e Ffupore dinanzi agli spettacoli della natura, virtir degli an- i eroi, dal terrore e speranza, dal bisogno fetiere s® stessi nelle cose che ne. circondano, ‘una potenza occulta, chi Dio ufficiale, onde il padrone serve per consolidare il suo dominio; giacché assa per tempo ogli riesce a convincere 8 stesso ¢ gli Altri, che come caso e senza la forza di una volonté superiors gli furono assegnati il pugno pitt saldo ¢ le unghie pit) adunche. ‘A quosto punto ci preme di, chiarire w accennata piit sopra. Abbiamo detto che parallela-~ mente allo stato si sviluppano nelle nazioni guerriere i elementi della civilté, mentre le tribi: seden- pacifiche rimangono per lo pil stazionarie ¢ non riescono a svilupparsi_ come Cid po- trebbe far supporre che noi ritenessimo la guerra ¢ Yautorité fonti di progresso e di cultura, e che desiderassimo nulla di meglio per una che un buon-esercito ed un buon governo. Ora fondo diventa —19— bene osservare che, a parer nostro, non é la guerra It8.¢ che, tanto meno, pre- spesso di ogni altra relativamente lontani, e quin ne apprende le arti, ¢ se ne assimila tutte delle idee © tutte fe cause di prosperita . Ma la guerra non & a cid che una circo- stanza concomitante, wna causa puramente occa~ sionale, e con I’ andar del tempo essa diventa invece un ostacolo, cosl al prosperare dell’agricoltura ¢ del- “industria, come allo svilupparsi dell'ingegno ed produzioné del bello. Lo stesso pud dirsi dello stato, ‘che nasce dalle guerre, e che ha per compito sol gid fat, per im eventualith di pro- _L' eta primitiva del genere umano, della quale mo fin’ora cerealo joa oggettiv tessero essere fel affratellati, di ogni’ desid dei. Delle ricchezze naturali non ai era ancora ap- la vita non si conoscevano af fatto tutti i piacerie le soddisfazioni (& vero. perd che non si formulavano nemmeno dei sistemi di f- ibera unione non esisteva, per ert di agnuno era insidiata dalla ‘grave sciganienrngatlt: — 20 — el ‘scono tanto pit grandi e gli avvenimenti tant importanti, quanto piu sono remot{ nel tempo e nello spazio. I fanciulli specialmente 'interessano assat Tui alla storia antica che alla moderna, alla descri- Fone di paesi lontani che a quella della loro patria, Nulla esalta la fantasia quanto la distanza. Orsi pensi quanto dovessero essere ingranditi ed ideali2- Tati i fatti tramandati per tradizione poetica orale presso un pupolo, la fantasia del quale era, aperta MMe pid alte concezioni, ¢ la cui immaginazione era quanto pud esservi di pit fervido ¢ di pili molte~ plice, ed il cui spirito era in grado eminente arti- Stico’ed idealista! ‘Questo popolo benedetto dalla fortuna fu il_po- polo greco. Il primo piltor delle memorie antiche {ehe @ poi tutta una generazione di poeti) rievoca hei due poemi che si leggono col nome ormai sacro di Omero, un’ epoca fulgentissima di civ e di virti’; ed 1 Greci del secolo di Pericle amavano Ticondursi ‘col pensiero allo splendido meriggio dello etd eroiche idoleggiando quei tipi di sovrumana gran- Gezza ai quali Tarte ayeva fatto dono del!’ immor~ ‘Similmente, nell’ epoca pit attiva della civilta italiana, nel rinascimento, amavano } pooti ricordare ed csaltare la gran bontd dei cavalieri antichi del tempo della cavalleri Ma al di la dell’ eta eroica, la fantasia dei Greci yolle ricereare I’ aurorx prima del mondo, l'origine dogli dei e degli uomini, ed un altro tempo figurd nelle opere @ arte, quello durante il quale una per- fetta atmonia, una dolce corrispondensa di amorost sensi era stata stabilita tra dei ed uomini, i quali ultimi di divini privilegi fruivano. Di questa prima eta fa parola, fra gli altri, il Cigno Ascreo nel poe- miseria e dalla generale brutalitd (e'si sa he il cannibalismo nei tempi preistorici era assai pit diffuso di ora, tanto che di popoli cannibali re Stano vestigia perfino in I non esisteva vero amore, perch® il senso sopraffaceva il sentimento, Timmaginazione non era affatto sviluppata, ¢ della sociabilit, non si aveva che una vaga tendenza. Or non é questo, né fa mai,’ ideale di vita dei popoli ivili; ed oggi particolarmente, nessuno che non ‘matio da legare vorrebbe augurarsi il ritorno Gli_antichi_ poi, che col tempi primitivi gli Blisi destinati come sede all’ aurea schiatta, segnarono un mondo ben diverso da quello ed idoleggiarono una larva assai pit fulgente e pid bella. Presso tutti i popoli dell’ antichita si ha qual leggenda in cui si ravvisa la cor del dell’ oro; d? alira parte, spe la vita individu fores tempores acti, nella del passato tutte Ie’ rimembrai dovi soltanto le vaghe apparenze del ben i piaceri, le glorie e le vicende tutte della giovi- i nezza, cosi dei popoli come degli individui, st grandiscono incessantemente nel pensiero, ¢ he sc paiono a poco a poco tutte le eircostanze spiacevoli ; Angustiati dai presenti ostacoli e dalle continue tra: versie della vita, si ricorre al passato come al tem— po in cui abbiamo ottenuto tante vittorie ¢ dai cui pericoli siamo pur bastati a liberarci; per il solo fatto ui aver varcato I'etA giovanile, ci pare di non avere in essa incontrato aleun serio’ inconveniente 5 e resta cosi in noi un senso di, rimpianto. oe ‘Alla nostra immaginazione gli uomini appari ad esempio, =e motto Le Opere ¢ ¢ Giorni. . ida speranza del ritorno al punto di partenza, sul tal concezione non era socialmente e mo- } di che parla Dante nel canto quinto del Paradiso. ralmente vana, non aveva il semplice risultato di Perché bene si possa comprendere I’ altezza del- cocitare un accasciante disgusto della vita, ma aveva | J’ ideale greco, non é inopportuno farci un’ idea della sul animo dei figli dell’ Ellade il potere di indurli | grandesza di quel popoloe passare in breve rasse- 8 mmagnanimi propositi, di avviarli alla virti, perché f' gna le tendenze del suo spirito nobilissimo ¢ versa- Potessero riaccostarsi a quell’ antica felicité’ ideale, | - {ilissimo. . Ficevere quella vecchia vita di beatitudine, riacqu I greci furono sopratutto un popolo attivo; ed are la benevolenza ed il favore degii Dei. Tale vita | agirono con fortuna. Riechi por i favori del suolo e ra Fiserbata ai giusti, ai quali, come canta Pindaro | per la presperita dei commerci,possestori ai nume- Zeus aveva preparato una fulgida sede nelle Isole } rose colonie nelle terre pitt baciate dal sole, v Felici, dove aleguiano le oceanine aurette, e splen- | tori in guerre immani del colossale impero persiano, dono + fiori dorati, quali sorgenti dal grembo della non trascurarono la gloria che viene dall’atti- terra, quali ridenti, dai rami degli alberi, ¢ quali vita intellettuale, ed un’orma indelebile impressero galleggianti sulle onde marine, ed i felici’ abitatori nel campo delle ‘scienze, delle leitere, delle arti ed Se ne ornan le mani e se ne inghitlandano la fronte. in genere dello scibile umano. E cosi, giunsero gli Dicovasi che gid ivi fossero i prischi eroi della Grecia, Attici, i pit genuinamente greci fra i greci, all’eta. Cadmo © Peleo, Achille © Diomede, come ne fan Gi Peride, quella che nei fasti dello spirito ’ uman fede Pindaro nella seconda Olimpica, ¢ lo scolio per rappresenia il punto culminante di grandezza edi * Puceisione di tpparco, attribuito a Callistrato. gloria, quando, in certo modo, poterono attuare per- Accanto alla concezione della cosmogonia Esio- sino ideale di una societa perfettamente costituita. dea secondo la quale gli Dei si etano allontanati da— Veramente, converrebbe qui stabilire subito una gli uomini dopo un periodo di felice vita in co netia distinzione fra lo varie stirpi greche; ma poi- @ questi erano rapidamente decaduti, potendo pera, che cid esorbiterebbe dai limiti imposti al presente se seguissero la virti ritornare dopo’ mor saggio, mi limiterd a rilevare che due ben diverse vore di Radamanto, presso al soglio tendenze crano rappresentate dai Dori di Sparta e e,di Rea, non é inopportuno ricordare la dottrina dagli Toni di Atene: a Sparta dalla legislazione di flosofica ‘di Platone sulle ideo, che unica a provare Licurgo, che rimase in vigore per molti secoli, era come l’aaima dell’ uomo fosse’perfetta prima di in- stato introdotto un certo rigido comunismo di stato; carnarsi e come la vita corporea le tolga liberth e mentre gli Attici, popolo piit libero, pit intelletinale, potenza; dotirina questa che Ja fantasia dell’ insu- pit mobile, cambiarono pitt volte di costituzione, non perato poeta della filosofia ornd di fulguree ideas ebbero mai un sistema di leggi troppo assolute 0 Zioni, come quella delle anime umane rilucenti eter. contemperarono la forma democratica del loro reg- hamente dalle proprie stelle, che di luogo alla ful- gimento civile, con una specie di collettivismo eco- =o nomico ¢ politico, di cui troviamo un chiaro cenno, ad esempio, nell’ Areopagitico di Isocrate. Presso gli Ateniesi, la legge aveva quasi lo stesso valore e 10 stesso significato che le prescrizioni morali, @ dai principii i faceva quasi maj astrazione nem- i politiches © Pericle, esponendo leale di civil reggimento atiuato poteva dire: « Noi rispettiamo colui che governa lo stato e Le leggi, in ispecie tutte Quelle che staano difesa degli oppressi, © quelle bbene non seritte, pure, a giudizio unie iggono ignominia. > versale, Ad Atene si viveva intensamenté assai por la cosa pubblica, ed ognuno che fosse ammesso alle grandi assemblee (di cui sono oggi pallido e grot= tesco simulacro i parlamenti) si interessava vivan mente degli affari dello stato. Non era in quei tempi Possibile ‘come in oggi una netta distinzione tra uome privato ed uomo pubblico, ¢ poco pili che un privato fu quel Pericle, il quale grazie al suo genio fece accettare al popolo ateniese una nuova legisl zione ed incremento straordinario dette alla greca civilta, Lo stesso Socrate, che non chbe quasi’ mai pubbliche cariche, esercitd una influenza potentis- sima sulla vita degli Attici, ai quali egli, come pitt tardi Platone, ra contemporaneamiente inso- ghamenti mor ici. Questa fusione delle dot- Wine morali, ed economiche, che & una carat. ter del resto durata a lungo Anche presso i nuovi popoli, ‘contribuendo a mante- nere V’arte del governo su’ quell’ alto so Oggi & caduta per non pil rialzarsi, trova il suo pid bel documento nella politica di Plajon La vila privata, intima, dei Greci presenta fe- nomeni non meno notevoli che la loro vita publica, Abbiamo gid detto che 10 spirit greco & in’ modo straordinario vivace e versatile; ed invero {a lettera~ tura di questo popolo ci 2a la manifestazione di tutte le tendenze deif’ animo e wei costumi umani, vari mente tra loro contemperate, e In tal modo si pud notare, accanto ai guerre schi carmi di Tirteo, di Alceo’e di Bschilo, la. li Presso i Greci I’ ideale dell’ amore era molto di- verso da quello dei popoli mederni, ¢ la. famiglia ‘era costituita in un modo pure diverso dal presente; ton. gid cbe vi fosse tra di loro una certa ripugnanza a riconoscere i precetti della morale e della. pul blica utilité, ma il loro ardore sessuale era pari al isogno che’ essi potentemente sentivano di esplicare qualsiasi genere df attivita. L’ amore patico ebbe su} swoto dell’ Ellade uno sviluppo quale non fu mai presso alcun altro popolo: il commercio sessuale tra femmine prese il nome di amor lesbico, dall’ isola che ne fu quasi la patria prima, ed anche saffico, dalla grande poetessa che no fu soggiogata ed arsa, qualunque sia oggi la opinione in materia di qualche critico ; 1a pederastia poi fu chiamata sena’ altro amor greco. (1) Importanza oeeetionale, mer (1) Uno studio che per la torebbe di essere tentato, sareht cologichne delle eonseguenzs sor ‘i cousidera troppo pli faciImento la manifestaziouo materiale che Be i della Grecia cantano in generale fanciulli senza mostrar di preferire né more contro natura: Yaguasi Mimnermo: della vee~ clos, poicht essa e schernita dalle donne oa ab- orrita’ dai fanciulli (vedasi il primo frammento delle sue elegie); Anacreonte canta di Smerdi e Batillo pazzamente’ ama Cleobaulo ; Tbico ha un intero libro Gi canti pederastici. # per dare una_prova 2a di spirito ai Sot sealtramente bacisto in pubblico un bel giovane: Panne Ron 8 dal rect poet cantato meno del- amore; ed & cuviose vedere come essi contempe- rassero bellamente in uno stesso canto (specialmente Veners mumeriat poles, Daal visu, oe 000 tra toa erst ova a mo beat cate qual tefbata ‘una rnpo comes Gr gers rl tila odor, ge slo el igwelmont Par fortuna, Oper gral, axon eb par del merit morale Qual rar po mostrar Wilds ao0 @ alo a6 Y-Ana~ Pollan! a7 negli scelii) le vock dell’ ebrezza con quelle dell’ a- moroso desiderio, lar nza della vivente natura con gli scatti d il vizio © a tivan- hide, I entusiasmo pil irrefrenabile con la pitt de- solaia negazione. Si, con la negazione, perehé lo spirito greco non era ottimista, ela sua serenitd non escludeva il eri ticismo. Non’ era ottimista, ripetia perehé, come gid col Guyau abbiamo notato, Tinismo non @ una causa di progresso, anzi ad eva al jl Leopardi e lo Schopenhauer. Frodoto il racconto famoso del colloquia di Solone @ Creso, che prova il nobile fondamento morale che vere. Bresso joni il pessitmismo. Ma prima assai a allora, si erano avuti nel poe mi omerici accenni all’ umana infelicit’, ed Anfia-. tao? detto caro a Giove ¢ ad Apollo, perché egli gveva evitata la detestata soglia di veechiezza. PE dalla Grecia ci’ viene la sentenaa. « Muor giovane CO Tui che al cielo & caro,» che si trova presso Menan- dro. « La giovanezza vanisce come un sogno fugace » Minnermo (Ir. 5), che pud ben dirs! il Leopardi della Grecia; Teognide ha note di desolazioni stra ‘enti; Ia triste condizione degli uomini lamenta in dolorosi metri Semonide Amorgino; pensa Bacchi- fe la miglior cosa sia il_non’esser mai nato, avere veduti i raggi dol sole (fr. 2) ; accent 2 pessimismo non mancano neppure nei carmi tion di Pinda ca alessandrino esclama che sovente gli uomini sono infelici; Luciano dice la vita piena Gi mali e mestamente ride della nostra miseria; per — 23 — Antifilo, un autor d’epigrammi, i danni dell non cessano neppure con la morte Anche i tragici lamentano la caducita detie u- mane cose ¢ la vanita della vita, « O sventurato uman genere, grida Sofoc non ombre vag il peso sulla terra? » (fr. Ed Euripide, nel perduto Cresfonte: deosi piangere per i mali che egli avrda soffrire. » Ed i comici stessi, tra le loro salacitA e le loro fred- dure, trovavan modo di piangere sulla sorte degli come Menandro nel framm. 52 rado tutto cid i Gre e le tante sventure onde se non un incentivo ad adoperarsi sempre per conseguire I con la virti, ¢ questa con la sapienza, come i scrittori si desume, ¢ come chiaramente La sola Saviezza & bene, e male, soltanto la follia ». Ed & percid che la concezione dell’ etd dell oro, quella delle isole felici, soggiorno predestinato ai giusti, e la idea altamente poetica di Platone, del ritorno delle anime alle stelle, avevano una grande importanza morale e sociale. Nei sec migliori della Grecia non si trova nello spirito di nici alcun germe di regresso, aleuna ten- issoluzione ; ¢ sebbene essi si a(fermas- sero degeneri nepoti dius felicissimi € perfetti, Pure sapevano che fulgentissimo si apriva a loro ed intendevano soguire i pio ed il precetto pitt tardi enunciato da $ « La stella della tua sorte & posta nel tuo petto. » mo — 29 — Iv. Press i Romani la civiltA fu introdotta dalla Grecia conquistata, e noj tratteremo di loro quali furono soltanto dopo che del mondo greco si erano costumi ed avevano appreso la filosofia. nf ete mente nella losofo pratico, sereno € sopratutto limpido, qualita tutte che ben icevano alle loro indole romane, inito nei tempi postalessandrini, Grecia era decaduta dal pristino splendore ed aveva perduto la liberta pol ro una filosofia ottimista, che contribul senza dubhio a sollevar gli uando gid la suno poteva condurre a grandi faiti, tanto pitt che a predomi della tran- e gioio sore one dai pub- perché le passioni politicte turband la pace dell’ anima. ¢ romano, un uomo di alquanto esaltato, Tilo Luerezio Car gli in un’ epoca di morale rilassate, tusiasmo fu acceso per la dottrina non seppe resistere al desiderio di consacrare le sta esistenza alla composizions di un poema, in cui essa fosse esposta, @ che potesse giovare quasi come una medicina morale ai Romani della fine det settimo secolo. Lucresio @ fanatico di Epicuro e non esita a collo- carlo ‘molto al disopra di Ereole ¢ di Teseo. Nel pera sua immortale egli investiga P orfgino "uoria: gli Dei non si occupano af- che, nati dal seno della terra, hanno — 30 — vissuto per lunghe eti allo stato gelvaggio. Barbari, rozzi, duri, inetti ad ogni arte, paurosi delle fiere, nutriti solianto da ghiande e dagli altri frutti che la terra produce sp esi erano ben diversi adombrati nella leggenda dell’ ett del- , leggenda che Lucrezio deride, « Lucrezio, dice Guglielmo Ferrero, fu un uomo figurativo del tempo suo, come Lucullo, come Ce- sare, come Cicerone ;trai quali rappresenta lo sforzo che per sapere distrugge le su- i suo poema, to I’ uomo primitive come’ stupido ed in- ignaro di ogni civile industria, Pro- o ribelle, 10 aveva dotato di ogni utile endere pitt ri meteo, il @ arte e di quanto giova'a vitale la cas Progresso, si era incamminata verso la méta fulgent Anche Orazio fa precedere alle ota storiche della civilté una eté di bronzo, durante la quale gli uo~ mini non avevano conoseiuto né lingua, né leggi, nd pacifici costumi; e amore era stato brutale violenza e guerra atroce. « Quando nacquero gli uomini sulla terra, orrido e muto gregge, com- battevano da principio la battaglia per Tesistenza con unghie e pugni, poscia con bastoni e con le a che T’uso aveva in’ Seguito introdotte e finalment — 31 — trovarono le parole per esprimere i loro pensieri ; @ allora in poi cominciarono ad astenersi dalla guerra a fortificare le citté ea farsi delle leggi, per impe- dixe a chicchessia di delinquere. E veramente causa tremenda di guerre fu fino ad Biena la femmina, ma di morte oscura perirono quanti, mentre bestialmente soddisfacevang con la violenza i loro appetiti vene- rei, abbatteva uno pid forte, conte il toro in mezzo ad'un grogge. » . Malgrado cid, a tempo dell’ impero d’ Augusto ai per sempre inflacchiti, nes inspirava Payvenire ; quindi i poeti ed i sognatori tornavano a volgere il’ desioso_pen— siero a trascorse eld immaginarie di pace ¢ di uni- vorsale beatitudine. Lo stesso Orazio, contraddicen- do quanto aveva ‘nove anni im cosi_ chiara fermato, dichiara felice chi pud vivere come i delle’ prime generazioni. ome Vantica stirpe u- omni « Beati colui il quale, mana, lungi dai fastidi della vita cittadina, coltiva con i’suol buoi i proprii campi, senza tenere aleuna scroceheria, né ¢ come un soldato disturbato dalla tromba di guerra, né ha da temere le furie del mare, © pud evitare Il foro ¢ le case superbe dei cittadini troppo potenti. » Certamente, in queste parole messe in bocca ad un sordido usuraio, al fenerator Al- fius, vi & una punta di ironia, ma esse stanno pure ad attestare, cid che del resto era naturalissimo, che Ja tradizione greca era penetrata in Roma e vi aveva trovata larga diffusione. Chi ci ha dato la descrizione poetica delle quattro etd del mondo, che é poi diventita famosa, & Ovi- Beninteso, delle quattro etd la prima’ & quel oro, durante la quale la giustizia era pralicata — 2 senza bisogno di leggi, né ciosi, né intraprendevansi via @ la terra produceva ogni sorta di gradevoli frutti. Tl passo al quale ora alludiamo ® cosi importante che vale di riferirlo per disteso. « Sorse’ prima 1’ eta dell’ oro, che seguiva la retta via senza leggi e senza sanzione. (Sine lege ~ vin dice nullo: non sembrano queste frasi corrispoadere esattamente al sans obligation ni sanction del Gu= yau?) Non vi era timor di pene, né minacciose pa~ Tole si leggevano incise sul bronzo. né una turba supplichevole mirava atterrita il voito del giudice, ma senza giudici era in ognuso sicurté. Non an pino divelto d era disceso nel nessuina_ terra c quella che abitavan Le fosse profonde non cingevano ancora le fort non vi erano in tube'diritte, né corni che la terra stessa, amesi, donava sponta~ soddisfatti dei cibi ai quali provvedeva la natura,” raccoglie- vano i varii frutti degli alberi e le fragole di monte, e le more inserte tra i roveti duri, @ ie quercie. Eterna la prima- e la queta tiepida di zefiro accarezzava i flori nati senza seme, Subito dopo i fiori, la non arata terra dava le messi, ed il campo a cui non si rinnovava lava per le gravi spighe: ¢ correvano gid flumi di latte, e di nettare e biondo miele stillava dalla verde elce. » Ognuno pud ve~ dere, anche dalla nostra traduzione siavata assai, che ed i corniol Ie gh — 3 — sogno di Ovidio era veramente qualche cosa di ineffabilmente dolce. Vin re € pitt tardi Tacito ricordano. empo non esistevano leggi, e che gli uo buoni e giusti per natura, non erano meno ci @ felici. L’elegiaco Tibullo, da guerresche 0, non pud fare a meno di gere il tempo fortunato, nel quale la e la modest Non erano roc- pastore si ab= al sonno fra le sue pecore. » ‘Ma I’ eta di Augusto passa,e quella che le suc- cede @ pitt triste d’assai. 1” giunto il tempo, in cui ni pure 1a forza del rimpianto. Gia, caduta la repubblica, ben si sente che suis et ipsa Roma viribus ruil, ed_un 9 sta per precipitare nelP abisso orri se nol iragga alto una" 1 troppo, @ sorda e cieca e lontana. Spenta & la liberta © manca la forza e la spe ranza di ricuperarla, Cremunzio Cardosi uceide mentre ardono i suoi scritti;e gid Tito Labieno, vedendo distruggere I’ opera sua di storico, eraseue andato a raggiungere Ie ombre, facendos nelle tombe d dolla vita a chi tutta grande ideale, che appare realt? Quella gente disdegnosa rifagge all’ Orco, portando seco un dolore senza speranz. morte si cerca con volutté da esistenza come un frutta a cui tutto il succo si é tollo. Da un lalo, i perseguitati cristiani-muoiono —--a— dei pitt atvoct supplizi esultanti sorrisa la mente da) et Fifeado.e del piu notasto deal ideal; dal) lire od attende stoicamente la Tucano si taglia le vo declamando aleut . Bd mor jn simi) modo tuor Seneca. imi puio: Vavbiter elegantariunt, ol quale 's cristans inimicizia di un Sienkiewiee ba, innalzs'o cristiana Mento pir bello di quello ce gli, avrebbe Pammirazione di tutti gli esteli, ve- potuto erigers ‘odio a Nerone, muore d enamente ¢ quasi ¢ quell’ epi josamente, © ndere la sua ¥ i fati, cos in corto Didone. Cost, Roma sparisce ta ee ita tener 7 Vv. i Jianimorire endl ‘ nte per il pil it_nefasto dealt 3 V ideale dell” oltretomba. Giova ora, ct % soglia de) m (or esto ideale. fe le prime forze di ie 7 1 tempo stesso ot- gente la vila @ al ssimista: eg! sua esistenz } sere Inducono a fare ogni sforzo per Com Ia e dolor che quasi lo pormuadarebhero i ! orarsen se) & perfetiaments felices 1a mort Jauritlo la felicita, oh morte, non bast: i in cui Ia vita @ pitt intensa iiberamente-e-complotamente a esplica, i bea attimo fuggente,e non ha_pii Y 0 imo nostro si accascia vinto dalla noia e 0 n0 0 dal dal di- squsto, allora malgrado la nostta angoscia e la no- stra sofferenza, ci sentiamo pit attaccati alla vita Per Ja quale ai prova quasi un dosiderio insoddi- ja morte ner e pat ken era mostruosa © ma che sentono la loro vi potonts ar ogpicala,tomono ia morte, st ital quasi di figurarsela, @ si ribellano al pr ti. E quando, per un es 10 vivere ed apaci, sopratutt i riceti,e pit dura Ym questo mondo non si vive al presto si muore: ebbene, @ necessario creare pastel ,® necessario creare Voi ‘Veramente, presso i b e, presso i buddisti, 1a concezione @ pit mista ancora non solo. non. 8. possibile. esser ma non saré possibile mai, neppure nel i bisogna s cut contenuto & ta — 36 — ella leggenda di Buda, scrive il! Ser mano avrebbe tre motivi ebe lo producono : jaia, la maiattia e la morte; egli non poteva ve~ Gere un’ altra causa di dolore pitt tormentosa, pilt universale, che appartiene alla vita reale, la poverta, a lo di up principe, e non si poteva faccorgere della miseria che travaglia }" umanité. Quindi, secondo la leggenda, Budda pensd per il bene dol? umanité do- fore ;@ trovd che lamento assoluto della vita, nel nirvana. » Per Bui adunque, eth dell’ oro & hel yuoto del tempo e del umane_ ide non pi nulla di spaventoso; molte qualita avevano che Ti jiavano ad uomini ; ed in Vefficacia morale della religione ro era il concetto che ess ave~ firetomba; sebbene fosse loro proibito {i menomarle il culto, pur ubbi commentare la sorte dei morti crede opportuno fare la segu val quanto il non es dolori ed i mali d’ ogni sorta inereoti iberati codesti_ morti ‘Ade si viva in gual- Fhe modo, ese la divinité (cid che noi crediamoy di cid si prende cura, é naturale che quanti impe~ meno il culto degli Dei, siano. ricambiati di prot toglie che la ai dagli autori politic’ e giudi In genere predomina presso i Gre a credere che fi Dei vivessero da princi munione ie che, per un inganno di questi (che corrisponde al famoso peccato originale della Bibbia) se ano allontanati ed abbiano loro naseosto il eno dell donde s0- 0 costretti a trarlo con I Geova condannd T’ uma Dei stessi. » Cid non vocata spesso anche pitt tardi do- Hla Grecia. poco per tal 0 Je brillaotissime perle, che pero senza effetto nella magica onda dei ‘trascuranza del mistero d 10 contrasto con le allucinazioni primi or : ne di costoro non & che la continua di quella degli Israel ero, opera. di a {rami del nuovo, ed il leggend: ricercando, come gia Socrate, le folle igt i ‘ i mondo una m1 nuova tilosofl unico potere. sorte ¢ diffuse it terra, il trot molti secoli dalla cittd | mondo un popolo che riusciva ad essa mirabilmente rie 08a fase, ‘di pid anti. strano 8i spi} vano in wha s olveva con una spa~ ventosa celeritd, appartenevano ad un mondo che passava di degenerazione in degenerazione, creatore, pet contempla~ cosa di eterno, di poteo, di e~ suprema delle ebbrezze ; non pen= sare, non sentire, non volere, era la felicitt. Si fug- degli uomini come una selva di lavoro come una umiliatione ed ne, come il marchio dell’ eterna infamia pregiava I’ amore come solitudine, nel sudi- insensibilita, va. Invero, perche agi cietd, collaborare imposto ed. ess pensiero dell’ uomo pare dai luoghi rinchiusi, dov more non poteva aver schezza dell’ eta gi furenti passioni s ore, mentre fini la del vigore e della fro- 4 eso era Una di quelle , che arrecano vergogna e do~ cond di spossare la — 40 — stente; e nulla potevasi ormai trovare i seducente in quel mondo anni d simbolo conda primavera che freme intorno a per quella che da noi pud nascere, anche per i frutti che pud recare all’altare del a nostra bra di amare e di generare. I vincoli della si sentono ormai piti di quelli della solidarieta.¢ de doveri sociali: Salmibene Parmense, ad esempio, di ui ci serba ricordo fra gli altri il Bartoli, nel volume della sua Storia della letteratura fattosi frate, non vuol piii vedere né il padre, né la ie 1a, perché sa che sotto le loro spogtie si na- demonio, il rebbe repul e trova seguaci sopratutto ni la met di qu lunghe proce di di Maria odia il progresso ¢ la sc Bakounine chiama le pre facolté del pensiero ¢ it Eschilo, Prometeo si chiarata impossi ja si pud ancora dopo il primo atto di ribellione, vivere e progredire; ma nel mondo dove penetra il cristianesimo & necessario annientarsi 0 retrocedere. E qui ci piace far seguire una splendida pagina del grande pensatore slavo, che formula la condanna del medioevo, medioevo che non & purtroppo del tutto terminato neppur ogi _, € Queste due facolta (la facolle det p il bisogno di ribellarsi), combinando la loro — 42 progressiva nella storia, rappresentano la potenza ne- gativa n vo dell’ animalita umana, bro_interessantissimo & si considera come una della saggezza e della umana, esprime questa verité in un modo molto ingenuo ‘nel suo mito del peccato original Tehovah, che fra tu! fu certamente il pit gel ingiusto ¢ sangyinari despota 0 mico della dignit4 e libertad umana; Iehovah cred Adamo ed Eva non si sa por quale capriccio, forse per darsi nuovi schiavi. Egli mise generosamente a ne tutta la terra con tut i ed animali e non pose che un solo limite a questo completo godimento: vietd loro espressamente di toceare il frutto dell’albero della scienza. Esso voleva dunque che P'uomo, privat seienza di sé stesso, restasse eternamente una bestia, sempre a quattro zampe davanti a Dio suo creatore @ padrone. Ma ecco che viene Satana, eterno rivi 0 libero pensatore ed emancipatore dei ranza e imprime facolta. avrebbe dovuto per lo meno av che doveva accadere, entrd in i ise Sa colpendosi per cos] come fanno i fan © non pago Hi mal ui icordando che ess0 non era s Dio di vendetta e di collera, ma anco un more, dopo aver tormentato miliatdo di pov eternamente ad per. salvarli, per condannati del resto, & suo amore eterno 1a e divina, sempre di vittime e di sangue, invid al mondo, come una vittima espiatoria, il suo figlio, aflinché’ fosse 30 dagli_uomini. Questo lla Redenzione, base di tutt Almen n salvatore avesse salvato ho; nel paradiso promesso da Cristo, oiché cid é formalmente annunciato, non vi saranno a eletti. 11 resto, immensa maggioranza Presenti ¢ future, lornera eterna. e nel’inferno, Frattanto per consolarci, Dio, sem- re giuslo, sempre buono. abbandona la terra al Go- Yerno ili Napoleone III, di Gugtielmo I, di Ferdinando d’Austria e di Alessandro di tutte le Russie ». (Trad. 4 L, Bissotati fale é la filosofia del Cristianesimo, e nel medio ho vista applicata in tutto il suo orrore, a enza contenuto. Non mancava un’ ideale di vita ter- senit acome ora. possibile avviinarvis, sett gli lacei del peccato originale e maledetti Galrira divinat Tuttavia, quanto pili da quell’ ideale Si rifuggiva, tanto pits ess0 si delineava nelle menti; fd il Graf ci d& in una sua opera notevole un’ idea del gran numero di sogni che si fecero sopra il mito Gel Paradiso Terrostre, per sempre perduto. Questo paradiso non @ che la terra al tempo del- Veta dell’oro, se non che in esso due soli sono gli i umana natura; ma se ormai esso chiuso, e di sentinella alla sua porta sta il diavolo rosso con 1 ceffo terribile, Je corna a sommo della fronte, le i pipistrello. gli artiglt 1 cbiama a Fac. ‘suoi Iuogotenenti facendo trombetta di ci h lecito nominare. che Defysalismo ascetico non fa che godersi, con in- c con timore continuo, questa im- fagine, né sa concepirne una re. AB _mondo eamnmina ancora; ed ecco che dopo tanti secoli, Pideale classico torna ad essere, idoleg- giato tale ¢ quale dal nostro massimo poeta, il quale, Sapendo, fra gli altri, da Giovenale, che sotto il re: gno di Saturno fu gid il mondo caste, Purgatorio Peta delloro: Lo seco! primo, eke quant’or fa bello. Fé saporoso con farms To ghlatde, E nettare eon solo ogm ruscello Anche per cid dungue Dante Aligh manendo il figho pil genuino del medio évo, non fu meno il padre del Rinascimento. — 465 VI Siamo all’ aurora de’ tempi moderui cola Pisano ¢ con i ricehi artefici del del trecento Pan ¢ risorto, come canth il Carducci, e P ascetico settario, superstizioso contagioso, l’orrore cupo del nulla ed il dissotri cupio sono vinti dalla florente primavera della liberté comunale e dell’arte forentina. Tl Petrarca & ormai V'antisegnano dei ij ma non & meno percid ¢ la sua anima é travagliata incessantemente, senza tregua dalla voce cavernosa del grande avversario e dalle flamme di quell’ inferno, che aveva potuto immaginare sol- tanto'la fantasia dei popoli semiti. La terra non ha or cessato di destare Orrore e la vita é ancor piena inganni e di peccati; ed il Boccaccio, inveechiaudo, jorridisce della sua gioconda giovinezza e si da alle seiocehe pratiche della religione cattolica. Cid non impedisce 'avanzarsi dei tempi nuovi ed il formarsi della nuova coscienza. L’umanesimo suona la grande tromba del risveglio, e I'ideale umano si purifica. Ad un vero risorgimento morale non siamo ancor giunti, anti, per reazione alla tendenza della sono alquanta ribassal po e norma della vita, e si vuole mai assaporare tutta la voluttA dell’ essere, 1a forza della giovinezza, la fragranza della carne, la doleezza finita della materia. La famiglia (e per la famiglia tendiamo nel senso pitt largo possibile la regola~ rita dei rapporti sessuali e la costituzione del mini- — 46 — sntemente da tutti i pre- famiglia non & ancora hormalmente costituita; anzi amore greco dilaga, e la sensualita, che gid acuta si faceva sentire Petrarca, é il motivo fondamentale della nvova poo- sia. La donna é idoleggiata purtroppo come vaso di facere e non come fonte di vita. Ma cid poco im- ria; purché si viva e si sappia di dover vivere, n si sono ancora imposti argini al la quale sapra presto incanalarsi e Ia giusta misurat La fami & ancora costituita legalmente, ed an- che questo & vero (e d’altra parte questo fatto, in jorrebbe dit ma P’amore si Morosina, i a jetare amore come it foulamento anc! ley morale e sociale. \noltre, la passione che emana dalle Canzoni delle molte poetesse del cinquecento, non & meno onesta che intensa. Che importa se i precursori i questo grande movimento erano stati i goliardi, pur troppo. simpatici nella loro dissolutezza, e se Cora nel primo quarto del secolo decimosesto il Bei canta cinicamente in capitoli di ottima fattura quanto nei tapporti sessuali vi & che possa disgustare gli fanimi gentilit La beffa di Francesco Berni ¢ la sua Yolutté selvaggia ed oscena non sa che rischiarare di pit: bella luce Paffetto coniugale di Barbara To- rello e la devorione senza limiti che a Vittoria Co- Jonna serbd il colossale Michelangelo. loro alla fede re- completamente a allo spirito astratto, la carne serigno delle molteplici fonti della vit sono sollanto i secolari e ma anche gl gaudenti ed in papa, Benedetto XII aveva, come dice Victor Hugo, aggiuinto una terza corona alla tiara, il proverbio bacchico: Bibamvs, papaliter ; ¢ pitt tardi un dabben uomo si stupiva che Roma, avesse un papa impossibile pereh® ateo. La filosofia riflorisce ora e getta nuovi rami e nuovi frutti, poiché la terribile autorita di Aristotile, la grande ombra dei secoli della scolastica, si 8 squar- ciata, grazie all’introduzione in Italia delle opere di Platoue, sotto il cul auspicio si viene ora svolgendo la reazione contro tutto if medio evo. L’ autorita della chiesa & ancora, si badi, senza contrasto per il tein porale, ma le idee pur trovano il modo di esprimersi lice che accetta in tutto e per tutto le dott @ ne segue serupolos done tutt’al pti cimasta una pallida larva nel , rifilorendo lo studio della fulgida antichita ‘ea, risorge ancora una volta Pideale dell’ etd, dell’oro, che sorride nella poesia pastorale, frutto di queste generarioni piene di sogni ed avide di sem- plici piaceri, ma inette ai forti concepimenti. Non si $a né si pud pensare al nostro avvenire terreno e sociale; tutt’al pil cercare di. avvicinarci, © meno ad una antiea ideazione, si pud purifi-

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