You are on page 1of 94
Centro Studi ¢ Docamentaxione Tooquevill-Acton (Quador’ dt Teor Raezola n 3/2007 RACCOLTA SCRITTI FILOSOFIA (cura del Contso Studi e Documentazione Tocqueville-Acton) Filosofia contemporanea, riconquista della contingenza e attualita del pensiero francescano di DaRIo ANTISERI 1. «Assoluti terrestrin: altrettante negazioni dell«Assoluto trascendente» Isecolo XX, il secolo appena trascorso, si & aperto con tre imponenti movimenti filosofici — positivismo, idealismo ¢ marsdismo ~ che, assolutizzando o divinizzando Puomo, pretesero, con motivazioni differenti di cancellare ogni spazio della fede. Per i materialist la tenscendenza @ ilusione; per i pesitixit? Dio 8 un'ipores inutile per gli idealist le verita di fede non sono la tivelazione di Dio all'uomo, sono rappresentazioni mitiche di cui va scoperto il nocciolo razionale. Con Marx le cose vanno ben oltre. Per Mats, infatti, la fede in Dio non & semplicemente un’ipotesi inutile o un’illusione o un mito che mentze sembra parlare di Dio, in realt3 parla di cose del tutto «immanenti», Pet Marx la fede in Dio & darnosa per Pnomo, una malattia le cui cause sono da-combattere ed estitpare. «a lotta contzo la religione — si legge in Perla critica della flosofa del divitto di Hlegel— @ la lotta contro gus! mondo, di cui la religione & la quintessenza spirituale [,..]. La teligione @ il sospiro della creatura oppressa, il cuote di un mondo spietato [...]. Essa & /eppio del popolon. Dannosa la fede non @ soltanto per Marx ¢, sostanzialmente, per lintero movimento marxista del nostro secolo. La fede & dannosa pure per Freud, il quale vede nella religione cana nevtosi ossessiva universalen. In breve, per i matxisti e per Pateismo psicoanalitico Dio 6 diventato importuno, Cos“ come, in linea generale, lo & per Pesi-stengialiomo ateo, pet esempio di Sastre, Merleau-Ponty 0 Camus. L'uomo, ha sctitto Sartre, «@ una passione inutile». Dio non esiste ¢ «noi non abbiamo né dietro a noi, né dinanzi a noi, in un dominio luminoso di ~alozi, delle giustificazioni o delle seuse. Siamo soli, senza scuse>. E, dopo gli esistenzialisti, {loro avversati: gl struturalisti. Costoto in nome di una «tagione nascosta» hanno preteso di condannate la «agione cosciente», ed insieme a questa, ogni traccia di trascendenza. Claude Lévi-Strauss: «Allinizio del mondo Puomo non cera; non ci sari neanche alla fine». E alla domanda «che cosa si pud sperare®, Jacques Lacan ha risposto: «Non si pud sperare assolutamente niente. Non vi é alcuna specie di speranza». E non avrebbero nessun senso letterale, secondo i neopositivisti del Circolo di Vienna, le proposizioni che patlano di «Dio», dellanima immortaler, di «tzascendenza», 0 di «Provvidenza». Questi concetti e gli asserti che li inglobano sarebbero dei puri «non-sensi», perché concetti ¢ assetzioni non vetificabili empiricamente, vale a dire non traducibili o riducibili al linguaggio «cosalen della fisica, «Né Iddio né aleun diavolo — diri Carnap ~ potranno mai darci una metafisica», E, ‘Cenizo Stull ¢ Docurnentarione Tocquerile-Acton (Quasorm ci Teoria Ractola 372007 per Alfted J. Ayer, gli asserti di fede, insieme alle teorie metafisiche «sono soltanto materiale pet lo psicoanalistay. Queste ora tichiamate sono prospettive filosofiche che hanno preteso di proibire lo spazio della fede. La fede nel Dio di Gesd Cristo isulta vietata da «assoluti tertestri» che si sono presentati come altrettante negazioni dell’«Assoluto trascendentes. Difatti — ¢ al fine di essere ancota pit chiazi ~ il positivismo fosse vero, la fede sarcbbe allot nulPaltro che illusione, residuo di mentaliti sorpassate; s¢ il materialismo dialettico fosse nel giusto, la fede sarcbbe allora solo alienazione; se il ncopositivismo fosse valido, allora la fede sarebbe unicamente un cumulo di non-sensi; € cos“ via. Assoluti errestri proposti e accettati e sempre propagati come indubitabili — scientismo materialistico, idealismo (in gran parte), positivismo, neopositivismo, movimento psicoanalitico (in gran parte), marxismo, esistenzialismo (in buona parte), strutturalismo — queste prospettive filosofiche hanno costituito nel seca che abbiamo alle spall la teuppa Cassalto contro le verita cristiane. 2. La riconquista della «contingenza» La fede & grazia a parte Dei e opzione a parte hominis. Questa opzione a parts hominis sarcbbe tuttavia impossibile in un universo in cui si dimostrasse che Tuomo @ solo corpo; in un universo in cui quello scientifico fosse unico linguaggio dotato di senso; in un mondo in cui il senso della vita del singolo e delPumanita nella sua interezza tisultasse determinato da ineluttabili leggi di sviluppo della storia; in cui tutta la realt2 si risolvesse nel solo universo fisico. Quindi, perché la fede sia possibile @ necessario che prima vengano disirutti gli cassoluti texrestti, ceztezze presunte indubitabil, totalizzanti e negatrici della trascendenza. Un sapere asioluto @ wm uomo assoluto; € Puomo assoluto fa sprezzantemente a meno del Redentore. Ebbene, se il secolo scorso si @ aperto, come si detto allinizio, con imponenti movimenti filosofici, accomunati dallidea che ehomo homini deus est, sempre questo secolo si & chiuso con la lucida consapevolezza di una riconquistata contingenga, con una luce chiara sui limiti della ragione umana, Si é trattato di concezioni filosofiche che hanno tenuto incatenate le ‘menti di tanti uomini e donne, e che avevano sequestrato intelligenze proibendo ad esse qualsiasi apertura allesperienza religiosa. Ai nostri gioni non é pit possibile nascondere Tinventario dei fallimenti di Glosofie come il positivismo, Videalismo, il marxismo o il ncopotitiviemo — fallimenti dovuti ad una ybrir generata dall’abuso sistematico della ragione ‘Al tamonto del secolo abbiamo viste sepolte le «grandi illusioniy © le orgogliose ptesunzioni di filosofi che volevano essere i becchini di Dio. Ma non si @ affatto avuta [a motte di Dio, Sono piuttosto scomparse Ie illusion filosofiche. Non @ scomparsa la «grande flosofia», E’ scompatsa la presunzione fatale stando alla quale Puomo sarebbe stato e sarebbe capace di autasalezza, di salvare se stesso dalla voragine dell’assurdo. La filosofia contemporanea, nelle sue punte pid avanzate € scaltrite, ha esattamente devastato le pretese di un uomo che ha tentato di etigere vitelli d’oro — che ha negato Dio e ha popolato la terra di mostri, del Gulag e di Lager. In quest’opera di demolizione degli cassoluti terrestri> particolarmente efficaci si sono mostrati, a mio avviso, gli strumenti concettuali forgiati nelParsenale epistemologico-ermeneutico. Cos", per esempio, & stato Karl Popper ad assestate il colpo decisivo allo sciention: le teotie scientifiche sono ¢ restano smentibili { discozsi non scientific, quali le teotie filosofiche, non sono affatto insensati (come pretendevano i neopositivisti); il cervello non spiega la mente; il determinismo & Centro Send e Documentssione Tocqueril- Acton ‘Quasern eb Teoria Raccolta. 372007 falso; falso é il conseguente fatalismo; ¢ il futuro xesta aperto alle nostre scelte e al nostro impegno di cittadini liberi e responsabifi in una societi aperta. Hans Georg Gadamer ci ha fatto capite che noi leggiamo il mondo con un linguaggio fatto di concetti non assoluti, di apriori temporalizzati, per cui non paiono pili possibili quei grandi racconti che pretendevano esibire fimdamenta inconcussa. Contzo lo psendo-tazionalismno di quanti, come i marxist, si sono creduti in possesso di leggi inchuttabili della storia, si é battuto non solo Poppet, ma anche Friedrich A. von Hayek — premio Nobel per Feconomia nel 1974 — il quale, insistendo sulle inevitabili conseguenze inintenzionali delle azioni umane intenzionali, ¢ giunto a concludere, in una prospettiva anticostruttivistica, che «'uomo non @ e non sari mai il padrone del proprio destinon. E Kelsen, Popper ed Hayek — ¢, certamente, non solo loro ~ hanno meso a nudo la totale inconsistenza delle argomentazioni a sostegno dello Stato totalitario, offendo al contempo tagioni logiche, epistemologiche ed economiche della «societa aperta» (Poppe) 0 “Stato di diritto (Kelsen) 0 «Grande socictin (Hayek). 3. Domanda metafisica e risposta religiosa Allinterno di siffatto orizzonte — dove con evidenza vengono scolpiti i tratti della contingenza umana — riemerge pit ireprimibile che mai la domanda metafsice: percbt Pessere pinitosio che il nulla? Domanda metafisica che trova il suo nervo scoperto nella sofferenza, in special modo nella sofferenza innocente. Perché la sofferenza? Ma poi, e soprattutto, perché la sofferenza di tanti innocenti? Tale interrogativo — annota con profonditi Nosberto Bobbio — «@ una richiesta di senso, che rimane senza risposta 0, meglio, che rinyia ad una risposta che mi pare difficile chiamare ancora filosofica». Non é la scienza a dirci quello che dabbiamo fare. Non @ Ja scienza a insegnari in che cas ‘possiamo sperar.. B? per prinsipio che la scien2a non risponde alle domande per noi le pi importanti. IL porro unum necessariuns esula dalla ragione scientifica. e non & possesso della ragione fiowpfica: la filosofia non salva, La flosofia pud portare a perdizione ma non salva. Ma «proprio perché le grandi risposte non sono alla portata della nostra mente, Puomo ~ & ancota Norberto Bobbio a parlare ~ rimane un essere religioso, nonostante tutti i processi di demitizzazione, di secolarizzazione, tutte le affermazioni della morte di Dio, che carattetizzano eth moderna e ancor pid quella contemporaneay. «Credere in Dio ~ ha setitto Ludwig Wittgenstein — vuol dire vedere che i fatti del mondo non sono poi tutto». Il secolo XX si eta aperto con le filosofie certe che i fatti del mondo gli uomini siano tutto; e si é chiuso consapevole della presunzione fatale di quanti intesero proibire e cancellare l'espetienza teligiosa, ptivando P'umanita della ricchezza pit grande. E cos“ che é stato ricostruito lo spazio della fede, dove & possibile lopzione religiosa che sola ci consente di sperare che il carnefice non abbia l'ultima parola sulla vittima innocente. La distruzione degli assoluti terrestri non é ¢ non va in nessun modo scambiata con la vittoria del nulla, del nulla di senso, vale a dize del nichilismo. La consapevolezaa della contingenza umana non @ naufragio nell'assurdo. E la consapevolezza che Ja salvezza dall’assurdo non @ una costruzione umana; e che guel senso che non pud essere costruito pu venir insocato, Ma ~ e qui torniamo al punto di maggior rilievo — Vinvocazione & possibile solo nel mondo della contingenza. Per questo non si sari mai grati abbastanza a quei pensatori i quali hanno insegnato che 'uomo non é il padrone del senso, che é un mendicante di senso. E che ci han fatto capire che «ormai solo un Dio ci pud salvatey. La mancanza di ‘Centea Sadie Documentarione Tocqueville Acton ‘Quadern di Teoria Raceola n 32007 senso si risolve nell’angoscia, in quella «malattia mostaler che per Kierkegaard era la disperazione. E da coscienza angosciata ~ affermava Kierkegaard — capisce il Cristianesimo, come un animale affamato; se gli metti davanti un pezzo di pane o di pietra capisce che Puno @ da mangiare e Paltra no; a questo modo la conoscenza angosciata capisce il Cristianesimo». Quacstio magna mibi cactus sum, terra diffcultats ~ confessava Agostino. E Heidegger ¢ Marcel hanno puntato Pattenzione sul fatto che quella metafisica € una questione che coinvolge il domandante stesso. Non @ un «problema», ha piuttosto la natura di un’ dinvocazione». E? tuna cnterrogatio» nella forma; solo «rogation nella sostanza. Per questo essa non ammette soluzioni presunte razionali univoche, assolute ed incontrovertibili. Ammette soltanto scelte di fede. La domanda metafisica, se vuole una risposta assoliia, avri soltanto una risposta di fede, uma sisposta religiosa. E cid vuol dire, inequivocabilmente, che anche la domanda era religiosa, era cio? invocazione. Invocazione di salvezza, invocazione appunto della salvezza dallassurdo, invocazione di quel senso assoluto della vita che da soli non tiusciamo a costruire. E. chi sceglie Passurdo, cio’ l'ateo, non é pit scientifico del credente. In un orizzonte del genere @ del tuto ragionevole cercare una risposta relgisa ad una invocasjone ligiosa. E? questo quanto ha fatto Francesco Assisi. Egli spalaneé i suo cuore ¢ la sua mente all'invito di Cristo. Ne I raconti dei Chassidim Martin Buber parla del Rabbi Mendel di Kozk, il quale «stup“ alcuni uomini dotti che erano suoi ospiti con questa domanda: “Dove abita Dio”, Quellirisero di lui: “Che dite? Se tutto il mondo é pieno della sua gloria?”. Ma egli tispose da sé alla propria domanda: “Dio abita dove lo si fa entrare”». «Aptite le porte a Cristo»: far questo il grido di Papa Giovanni Paolo II: un tratto essenziale della spiritualit francescana ~ del pensiero e dell’azione del francescanesimo. Dono a parte Di, scelta a parte hominis ~ la fede 0, meglio, la scelta di fede viene talvolta considerata una specie di rifugio opportunistico ~ un rifugio dove Dio altro non satebbe che un Dio-tappabuchi. La paura delle parole, perd, @ la pitt meschina delle paure, per cui se il buco da tappare @ il senso della vita di ogni uomo e delfntero universo, il buco da tappare é ua autentico baratro ~ il baratro del non senso ~ che soltanto Dio pud colmare. E a quanti qui xeplicano con accusa di irrazionalismo si pud richiamare la swmmessa di Pascal, della quale @ rinvenibile una versione “volgarizzata” in una pagina di Lodovico Antonio Muratori: «Mentre Arrigo IV, Re di Francia, si trovava alla caccia, passo per quelle parti il Padre Gioiosa Cappuccino, gia Duca e General @’Armata al Secolo; e udito, ch’ivi era il Re, andé a inchinarlo. Astigo in vedere il buon Religjoso tutto sudato, e pien di polvere e di stanchezza: Padre Gioiasa, gli disse ridendo, ¢ se non fosse poi vero quanto si die delValira vita? Francamente il Cappuccino rispose: Sar’ ben peggio per la V.M. quando sia vero». Dunque , chi @ pid “ragionevole” Arrigo IV o Padre Gioiosa? Ea quei cattolici, solo loro “tazionalisti” e sempze pronti ad accusare gli altri di fideismo, vorrei chiedere in base a quale metafisica accettano un Dio che muore in croce o credono nella presenza di Cristo nell’eucaxestia. Come dice Luigi Giussani, alla fin fine Popzione & decisiva. 4, Guglielmo d’Occam la difesa dell’autonomia, libert e intraprendenza della persona umana «La maggior parte delle grandi emancipazioni dello spitito come dei progressi_ nel riconoscimento della digniti degli uomini che hanno segnato la storia della civiltt occidentale si appoggiano sul postulato individualista implicito nel nominalismo di Occam (1280-1349). Dalla semplice vetiti enunciata da questi — solo essere singolo @ Centro Seudi e Documentasione Tocqueville Acton ‘Quadern oh Teoria Raccolta 322007 ontologicamente teale © nessuna entith collettiva (priva di esistenza in quanto tale) ha il dititto di subordinarlo ~ ne segue che ciascun individuo si erge come essere autonomo dotato di un teale potere su se stesson. Questo ha sctitto Alain Laurent. Una annotazione da cui traspare Yenosme silevanza del pensiero francescano a difesa della eutonomia responsabilita di ogni uomo € di ogni donna nei confronti delle nefaste, omnivore € Ubexticide teificazioni dei concetti collettivi, di quelli che Max Weber chiamava Kollletio- begriff, quali: 1o “Stato”, la “classe”, il “partito”, e cos" via. La verita é, insomima, che Vindividualismo (si pensi alla Scuola dei moralisti scozzesi, alla Scuola austtiaca di economia, a Max Weber, Kail Poppet, Raymond Boudon) non si oppone ad alirism, bens" a collettivisno, B, come ha sottolineato José Ortega y Gasset, «é stato proptio Pindividualismo ad articchire il mondo, ed stata questa sicchezza che ha cos fondamentalmente moltiplicato la pianta umana>. Da parte sva, un dotto padre francescano, Orlando Todisco, in un volume di qualche anno fa (Duns Seoto e Guglielmo d’Occare. Dallontlogia alla filosfia del Enguaggia, 1989) faceva presente che la lotta di Occam contro il collettivismo ¢ a favore delVindividualismo & stata una lotta «per il recupero della liberti degli uomini, la difesa della loro intraprendenza, il sostegno della loro autonomiao. Lindividualismo, quale difesa della persona umana contro le mai sopite e sempre risorgenti tentazioni liberticide delle varie forme di collettivismo, costituisce un punto di forza della tradizione di pensicro francescano che si intesse con le ragioni del volontarismo. Posizioni filosofiche che fanno dei maestri francescani degli autentici classici del pensicto filosofico. E, come si sa, un classico @ un contemporaneo del futuro. 5, Le ragioni del volontarismo La difesa che Scoto (1266-1308) fa della liberti lo conduce ad una critica radicale del necessitatismo naturalistico dei filosofi greco-arabi. Dio é libero e creando ha voluto gli enti patticolasi nella loro individualiti ~ e non le loro nature o essenze. Contingente Porigine, contingente é il mondo stesso e tutto cid che & in esso, incluse le leggi morali. E, in una situazione del genere, quali sono i diritti necessari ed assoluti? Sono soltanto quelli contenuti nella prima tavola mosaica, e cio® luniciti di Dio e Vobbligo di adorare lui solo. Cetto, Fintelletto percepisce la vesith dei precetti della seconda tavola. Ma Pobbligatorieta di questi scaturisce solo dalla volonti legiferante di Dio nelf'assenza della quale, si avrebbe un'etica tazionale, la cui trasgressione sarebbe irrazionale, ma non peccaminosa. Il male & peccato, non ertore — come titeneva Soctate. Dal? Ordinatio: «Come Dio poteva agite diversamente, cos“ poteva stabilire altre leggi che, se fossero state promulgate, sarebbero rette, perché nessuna legge @ tale se non in quanto stabilita dalla volontA accettante di Dio» {eldeo sicut potest alter agra, ita potest aliann legem rectame statuere, quae si statuta a Deo, rtta eset quia walla lee nisi quatenns a voluntate divina acceptante est statutes). Yn brewe, @ bene oid che Dio somanda. Tanto che ~ sctive Scoto sempre nell’ Ordinatio - «patecchie cose che sono proibite come illecite potrebbero diventare lecite se il legislatore le comandasse o almeno le petmettesse, per esempio il furto, Yomicidio, Padulterio e altre cose del genere, le quali non implicano una malizia inconciliabile con il fine ultimo, allo stesso modo che i loro appotti non includono una bont’ che necessariamente conduca al fine ultimo». Il volontarismo di Scoto é diretta conseguenza della sua difesa della trascendenza di Dio infinito — una difesa senza compromessi che entra in collisione con quell” iper- razionalismo” dove prevalgono istanze pitt pagane che cristiane. In realt’, quel che si é detto della volonti di Dio, va pur detto, con le dovute propotzioni, della volonta Centro Studie Documentasione Tocquevile- Acton ‘Quader’ o Teoria— Raccolt 8/2007 delPuomo. E Scoto sottolinea a pit riprese il ruolo-guida della solonté che agisce sullntelietto otientandolo verso una cetta direzione e distinguendolo dallaltra. La hur dellintelleto 3 necessaria, non perd dterminante, Pex guasire da un malanno & necessatio conoscete farmaci adeguati, ma Patto di assumete il farmaco non é necessario, ma libeto, in quanto alla vita uno puo preferite la morte. Pretese giusnaturalistiche avanzate con la forza della puta ragione appaiono, ai nostri giorni, sempre meno convincenti, se non altzo a motivo del fatto che da proposizioni descrittive non & possibile passate logicamente ad asserti preserittivi, per cui da tutta la scienza disponibile non & possibile estrarre un grammo di morale. La scieaza desctive, spiega ptevede, sempre tramite teoric falsificabili, ma non stabilisce valosi. La scienza sa, Fetica valuta. Non intendo annoiarvi con richiami alla lunga, travagliata e certamente sicca storia della disputa tra razionalisti e volontaristi ~ ma una domanda mi sta a cuore porla: un cristiano cid che & bene ¢ cid che & male lo sa dal Vangelo dalla ragione? ~ da quale tagione? dalla ragione di chi? E se il bene ed il male assoluto lo stabilisse la ragione, non sarebbero nel giusto coloro che affermano che allora “mestier non era parturir Maria”? Lantica disputa tra ragionalisti e volontaristi si configura ai nostti giorni — all’interno dellanalisi linguistica ed epistemologica — come uno scontro tra cognitivisti ¢ non- cognitivisti. Uno scontro che Vargomentazione logica fa pendere dalla patte del volontarismo. Certo, pud essere deludente rendersi conto del fatto che non pud esservi una base razionale valida per tutti delle nostre convinzioni etiche politiche di fondo. Ma, altsa parte, non é frutto di presunzione fatale pensare al?'uomo come al padrone assoluto diun senso assoluto e costruttore-padrone del bene assoluto? Insomma: Dio vuole il bene perché il bene é bene ovvero é bene cid che Dio comanda? Chi ha una migliore conoscenza dell'uomo, della natura umana, Dio o Puomo? L’odio é tanto naturale quanto amore. E nostro Signore rende imperative Yamore. Quanto & naturale porgere Valtra guancia? Quanto & naturale baciare il lebbroso? Il messaggio di Francesco ¢ un teotema tratto dalla speculazione di qualche filosofo o Ia testimonianza di chi ha abbracciato Timperativo evangelico dell'amore? “Britis seat dei cognoscentes banum et malin!” — Yantica tentazione ha accarezzato i nostri istinti pit bassi: quelli di sopraffazione dell'nomo sull’nomo; Porgoglio huciferino dell uomo che si @ cteduto un dio, che ha preteso di sostituirsi a Dio, di cancellare Dio — e insieme popolando la Terra di idoli assetati di sangue. Anche da qui, Pestrema attualit’ del pensiero fiancescano: Francesco non intese fare dei “professori”, volle dei testimoni: testimoni delPamore comandatoci da Gest Cristo. 6. Cosa possono insegnarci ancora Roberto Grossatesta e Ruggero Bacone Qui tuttavia non va affatto sottovalutato il contributo del francescanesimo alla genesi della ‘flosofia empirica della natura, Cos", tanto per esemplificare, & al'interno della sua metafisica della luce che Roberto Grossatesta (1175-1235) incastona e sistema conoscenze di natura puramente scientifiea ed empitica quali quelle relative alla proprieta degli specchi e alla natura delle lenti. Ma, a patte cid, notevole @ il fatto che Grossatesta abbia esptesso con estrema luciditi un principio che in seguito sati a fondamento del pensiero di Galileo della fisica moderna: Llatcolo ci Laigh Sturco sta in “Rassegaa Nazionale” di Roma-Fireaze, del settembre 1923. Per il saggio di Croce, vedasi Peet enon poesia, Bai 1923. Le tre note furono pubbliat, sispetivament, in Latte domenica, Palermo, XVI, 192, p. 84; nella Rita i giovai di Torino, nn. 2-4, del 1922 e nella Rese Nezionle di Roma-Firenze del Ingo 1924 "IL Brain di aatca spparve a Basi nel 1913, ® Mons. Sturzo si siferisce allo scctto execlano: I! catered ttl dell epesone antes, apparso nella “Critica” (XVI, 1918) quindi zuccolto in “Nuovi saggi di esteviea”, Bari, 1920, pp. 121-138 7

You might also like