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Mattinata

Da più parti è emersa l'esigenza di una maggiore informazione ed una


impostazione tecnica più precisa, per avere uno stile di lavoro più comune, più
uniforme.
Il SSN ed il STF vogliono fare chiarezza su tali aspetti, fornire maggiori
informazioni e trasferire quello che si vuole che venga insegnato sui campi.
Alcuni non fanno un buon programma di allenamento, improvvisano. Questo va
sicuramente evitato.
Inoltre, si deve dare corpo ad un chiaro metodo di insegnamento. Prima cosa
dare una idea globale, per poi sezionare in tanti esercizi; cosa principale è
l'esecuzione del tutto. Quindi è molto importante che gli allenatori tornino a
dimostrare sul campo. Ci sono in giro troppi giocatori "analfabeti" da un punto di
vista cestistico. Troppa confusione negli allenamenti, netta assenza di una catena
logica. A livello giovanile non è una buona cosa, poiché bisogna stabilire e
mantenere un giusto sviluppo tecnico. Dovere dell'allenatore è di spiegare il perché
di ogni cosa, per poi allenare ad eseguire i fondamentali in condizioni stressanti,
quelle più vicine all'evento gara.

Nessuna trascuratezza può essere accettata!

Si deve insegnare secondo i quattro principi canonici dell'insegnamento:

spiegare (poche e chiare parole, evitando di tenere dei


clinic);
dimostrare (nel migliore dei modi vista la grande
importanza dell'apprendimento visivo);
correggere (in modo puntuale, immediato, soprattutto a
livello giovanile, ed abbinare le correzioni alle
dimostrazioni);
ripetere (creare corrette abitudini).

E, ad ogni allenamento, imparare sempre qualcosa, noi ed i giocatori.

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Creare una giusta atmosfera/atteggiamento per migliorare la qualità
dell'insegnamento:

semplicità nel linguaggio, evitando di essere troppo tecnici, giusta inflessione


della voce (lo strumento per sottolineare/evidenziare i singoli momenti
dell'allenamento), posizione sul campo tale da consentire a tutti un chiaro
ascolto e comprendere i giocatori come "persone".

Bisogna essere flessibili nell'insegnare, saper variare gli allenamenti (combattere


la noia) e soprattutto trasmettere entusiasmo.
Abolire gli esercizi da scienziati, complicati e fare cose semplici. Ognuno deve
avere un gruppo di esercizi di riferimento, che siano pratici e didatticamente
insegnanti, ed infine (ma non certamente la cosa meno importante) motivare i nostri
giocatori.

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Dobbiamo per prima cosa chiarirci il motivo per cui siamo qui, è la risposta va
ricercata nella riflessione che negli ultimi anni si è smarrita una uniformità nei corsi
didattici. Quindi diviene fondamentale dedicare maggiore attenzione agli insegnanti
di questi corsi. Bisogna pervenire ad una chiara scelta degli argomenti tecnici da
trattare, ad una coerente impostazione metodologica, ed infine ottenere che chi è
preposto all'insegnamento sia sicuramente il migliore.
Da una breve e sommaria analisi tecnica del momento che attraversa la
pallacanestro italiana, emerge un netto basso livello tecnico dei giocatori. I nostri
giocatori sono privi del completo e simultaneo possesso dei tre fondamentali
basilari: palleggio, passaggio e tiro. Qual'è il motivo?
La moda della specializzazione dei ruoli che ha imperato negli anni '80.
Ora è importante far chiarezza che il problema del ruolo è secondario rispetto alla
capacità di saper giocare ovunque sul campo. Bisogna puntare ad una crescita
completa (posizione esterna/interna) del giocatore.
Poi resta il problema della scarsa atleticità dei nostri giocatori; dobbiamo
migliorare sia le capacità atletiche generali che l'uso del corpo fatto dai nostri
giocatori.
Infine ci sono carenze tra noi allenatori: assenza di metodo (cosa fare, da dove si
comincia e dove si conclude). In questo momento abbiamo ha disposizione una
grande quantità di informazioni tecnico/tattiche, forse troppe. Ma tutto questo
insieme informativo conta poco se non è supportato da un metodo, da una
progressione didattica opportuna, efficacie ed efficiente. Dobbiamo tornare a
definire in modo chiaro come insegnare ad insegnare. Si deve capire cosa fare oggi
con gli allenatori. Creare un metodo che colleghi tutte le parti del gioco, un pensiero
forte, dominante dove la tecnica sia più importante della tattica.
Bisogna porre al centro del nostro sistema la ricerca di una costante esecuzione
equilibrata di ogni fondamentale individuale (l'equilibrio) e non la velocità di
esecuzione.
Un altro errore, diffusosi sempre di più, è quello di un crescente conformismo
tecnico. Se è normale che si parta da una impostazione teorica generale degli
aspetti tecnici, è fondamentale che tutto ciò venga poi adattato alle reali
caratteristiche fisiche del giocatore a disposizione. Adattare il fondamentale e la
tecnica di insegnamento al giocatore!
Valga come esempio il discorso della tecnica di tiro (mano guida, mano supporto,
allineamento, gomito, ...).

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Dobbiamo tornare ai grandi argomenti fondamentali, alle progressioni
teoriche/didattiche, alle progressioni metodologiche. Realizzare una netta e marcata
programmazione degli allenamenti (come portare avanti il lavoro). Impostare una
teoria (spiegare), trasmettere in modo chiaro questa ai giocatori, ed eseguire
quanto si vuole insegnare prima senza contrasto e poi con l'inserimento del
contrasto difensivo (o offensivo). Diviene sempre più fondamentale la parte centrale
del lavoro quello del come trasmettere le conoscenze: la costruzione di un
linguaggio comune.

Gli argomenti che voglio approfondire in questo mio primo intervento saranno:

conclusione dell'1 vs 1;
passaggio (il fondamentale di chi ha capito in anticipo il
gioco);
concetti di 1 vs 1;
gioco 5 vs 5 (concetti fondamentali, penetrazione e tagli,
blocchi e giochi con il pivot).

Sgombriamo per prima cosa dal campo una inutile polemica che ci ha
accompagnato in questi ultimi tempi, quella tra i fautori del cosiddetto gioco libero e
quelli del gioco organizzato. Non è questa la dicotomia fondamentale, bensì è
basilare quanto i giocatori sappiano "leggere" (e di conseguenza reagire) la difesa!
Cerchiamo di avere meno filosofia è più comprensione dell'evoluzione del gioco.
In questo momento è evidente che in Italia non manifestiamo una scuola
cestistica.
Ma questo non si risolve con la ricerca di un nuovo conformismo, non esiste un
solo ideale sistema di allenamento/gioco. Ma c'è la ricerca di perfezionare gli aspetti
di base del nostro lavoro. E migliorare l'equilibrio nelle esecuzioni.

Conclusioni dell'1 vs 1

Vediamo come primo movimento/esempio (in special modo per i giocatori alti)
l'arresto a rovescio (gamba esterna-interna) utilissimo nelle fasi conclusive di una
azione di 1 vs 1 ( dove molte volte si insiste troppo sulle esecuzioni in movimento
canoniche) o di un contropiede.
Il giocatore che va a concludere un contropiede con arrivo della difesa può con
un arresto a rovescio (vedi figura n. 1) proteggere la palla e prepararsi

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immediatamente per un movimento di potenza (power move). In questo modo,
tenendo la palla pronta sulla fronte per tirare, la scelta della giusta mano per
eseguire il tiro può rimanere una discussione di semplice filosofia. L'importante è
restare concentrati, ed in equilibrio, solo sulla conclusione da realizzare.

Un altro momento per poter utilizzate l'arresto a rovescio, è quando si conclude


un taglio dietro la difesa dal lato debole (vedi figura n. 2). Un terzo momento è
quando si sfrutta un blocco. Con l'arresto a rovescio inoltre si viene a posizionare
un buon angolo di passaggio (vedi figura n. 3).

Ma l'obiettivo finale di tale movimento non è tanto lo sviluppo di un nuovo tipo di


conclusione, quanto, più in generale, il lavorare da parte dei giocatori sull'aumento
delle capacità di utilizzo del lavoro dei piedi, cosa utilissima per molte altre
situazioni di gioco reali (vedi per esempio la necessità di eseguire un arresto in
palleggio con la simultanea protezione della palla).

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Il passaggio

Ricordarsi sempre di accompagnare il passaggio con un piccolo passetto in


avanti, sia esso incrociato o pari. Così facendo oltre ad una posizione di maggior
equilibrio otteniamo un restringimento della distanza del passaggio,
indipendentemente dal movimento verso la palla del ricevitore.
Movimento utilissimo nelle situazioni di passaggio ala post con i due giocatori
schierati sulla linea ideale palla-canestro (vedi figura n. 4).

Inoltre compiere il passo in avanti consente al passatore di mantenere l'iniziativa


sulla difesa, vedi la possibilità di un veloce passaggio ad una azione di dai e vai: un
fluido divenire dei fondamentali.
Ci sono infine situazioni particolari dove l'esecuzione del passo in avanti nel
momento del passaggio è assolutamente necessaria per completare il passaggio
stesso. Si vedano le figure n. 5 e n. 6, dove 5 riceve palla in post alto, mentre
contemporaneamente si sviluppa un blocco basso di 4 per 3. Con X3 che decide di
passare sopra il blocco, se 5 non restringe la lunghezza del passaggio verso 3, la
difesa avrà di molto semplificato il lavoro di recupero della posizione difensiva sul
bloccato, se non addirittura si ha il frequente caso di palloni in tribuna.

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Vediamo, come breve inciso, uno sviluppo particolare dettato da questa
situazione.
5 dopo aver ribaltato palla per 3, rendendosi conto che il proprio difensore è
rimasto in centro area, quindi in una posizione difficile per portare aiuto, va a
portare un blocco per 3, per eseguire un gioco di pick & roll sul quale X5 non potrà
aiutare X3. A questo punto il blocco sarà portato in prossimità della linea di tre punti
con la spalla esterna sulla spalla del difensore, in tale modo 3 avrà sia lo spazio
giusto che il tempo per eseguire un tiro da tre punti. (vedi figura n. 7).

Ricordarsi sempre di mantenere l'iniziativa offensiva trovando il logico


collegamento tra un fondamentale e l'altro.
Quando per esempio, insegniamo l'1 vs 1, si vuole ricevere/fronteggiare/tirare o
finta e partenza incrociata o finta e partenza pari. Ma questo è un lavoro
propedeutico al miglioramento del controllo del corpo e dei fondamentali individuali
coinvolti. Ma è un 1 vs 1 da fermo (che non è l'unico possibile), in quanto non è
collegato al logico sviluppo del gioco 5 vs 5.
Quindi prepararsi a giocare in situazioni di 1 vs 1 in movimento, dove si deve per
prima cosa esser pronti a tirare, in questo caso anche se la difesa riesce a
contestarmi la possibilità di un tiro mi sono liberato la strada per un buon passaggio.
In altre parole ci deve essere un legame logico tra 1 vs 1, il 2 vs 2 ed il 3 vs 3. Una
progressione didattica a tale scopo può essere la seguente:

l'1 vs 0;
l'1 vs 1 con difesa in fase di recupero;
l'1 vs 1 dal lato debole con smarcamento.

Ricordarsi infine che c'è un quarto modo di finire l'azione di 1 vs 1 ed è il


passaggio al compagno il cui difensore effettua un movimento di aiuto su una mia
penetrazione, movimento ponte verso l'inizio delle azioni 2 vs 2.

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Nella ricezione è fondamentale avere i piedi rivolti verso il canestro (movimento
anche/piedi similare a quello dello sci).
Un esempio di lavoro senza difesa è presentato nella figura n. 8.

Dove è l'allenatore (C) a prendere contatto difensivamente sugli attaccanti in


modo da costringerli a lavorare sugli aspetti deboli.

Il messaggio è che la tattica migliora quando si migliora la tecnica!

Nelle situazioni di 5 vs 5 è fondamentale ribadire che il miglior tiro possibile è


quello eseguito in completa libertà. Importante è, inoltre, sapere attaccare gli aiuti
difensivi, tramite una lettura responsabile e costante della difesa. Muoversi e capire,
un pensiero in movimento.

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Pomeriggio

Oggi pomeriggio analizzeremo le situazioni che si generano da azioni di blocco,


ma prima di inoltrarci nella trattazione di tale argomento, vorrei enunciare alcuni
semplici principi per la difesa. Primo il posizionamento difensivo quando si difende
su un uomo senza palla: la posizione dovrà sempre essere rigorosamente tra uomo
e palla, secondo la difesa deve cercare costantemente di impedire all'attacco di fare
quel che vuole, deve togliere l'iniziativa all'attacco.
Inoltre ricordiamoci della regola del piede perno che dall'anno prossimo cambia,
non sarà più il piede più arretrato , quello perno, bensì il primo che tocca il terreno!

Esecuzione dei blocchi.

Partiamo da una situazione di blocco basso come mostrato nella figura n. 9.

Chi sfrutta il blocco deve effettuare una costante lettura della propria difesa in
modo tale da reagire nel modo più efficacie:

difesa cade sul blocco, esco per tirare rapidamente;


difensore che insegue, il bloccato si ferma per un attimo, fa
giungere il contatto del difensore sulle sue spalle, ed a
quel punto cambia velocità uscendo dal blocco con un
movimento a ricciolo (curl). Questa particolare tecnica l'ho
vista applicare da Danilovic;
se la difesa vuole passare in mezzo, l'attaccante eseguirà
un movimento di allontanamento verso l'angolo (fade).

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Cosa importante è che vengano subito proposte al passatore due distinte linee di
passaggio, vediamo, quindi, il comportamento del bloccante.
Se il bloccato non aspetta da fermo il blocco, il bloccante non deve tenere il
blocco: non sommiamo ad errore, errore, qui il pericolo è di un blocco in movimento
ed il conseguente fallo un attacco!

A tale proposito potrebbe risultare utile fintare il blocco per poi tornare nella
posizione iniziale. Lo sguardo del bloccante non deve essere rivolto sul difensore
del bloccato, bensì su tutta l'azione (visione periferica offensiva), ed in particolar
modo sul proprio difensore, per poter scegliere il momento giusto per agire.

Per esempio su un cambio difensivo, con il bloccato che esce fuori dalla linea di
tre punti, aprendo spazio per il bloccante, questi dovrà andare verso la palla, in
centro area tagliando fuori il difensore del bloccato (vedi figura n. 10).

Azione similare può essere svolta con il difensore del bloccato che insegue da
dietro ed il difensore del bloccante che esegue un movimento di aiuto (figura n. 11).

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Altra azione che può sviluppare il bloccante è quella di modificare l'angolo di
blocco, in modo da aggravare la posizione difensiva del difensore del bloccato
(figura n. 12).
L'aver lavorato correttamente per creare una seconda linea di passaggio,
consente inoltre al bloccante di crearsi buoni angoli di passaggio allorché il bloccato
riceva palla in posizione di ala (figura n. 13).

Azione ancor più efficacie, se il difensore del bloccato decide di passare in


mezzo al blocco (figura n. 14).

A questo punto analizziamo cosa deve fare il terzo giocatore coinvolto


nell'azione: quello con palla. Questi deve essere costantemente in grado di
"leggere" la situazione per poter scegliere nel miglior modo la soluzione da
adottare. Deve nell'ordine prima concentrare la sua attenzione sul difensore del
bloccato, e capirne le mosse, per poi concentrarsi sulle azioni del difensore del
bloccante. Didatticamente insegnare le corrette azioni tramite un lavoro che passi
dalla assenza di difesa, ad una difesa intermedia con l'allenatore che prima difende
sul bloccato e poi sul bloccante.

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Le stesse tre letture possono essere riproposte in una situazione di blocco nella
zona di post-alto (figura n. 15).

Infine è possibile costruire un gioco che tenga conto contemporaneamente di


azioni di blocco e di tagli, il solo rischio che si può correre, è quello che il gioco
perda di naturalezza, poiché queste azioni non sono così facili da coordinare. Cosa
fondamentale è che i giocatori abbiamo un chiaro possesso dei concetti di spazio
offensivo, in modo tale da non chiudersi gli spazi operativi reciprocamente

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La difesa è così composta:

per 2/3 stato mentale;


per 1/3 tecnica difensiva.

La tecnica difensiva è semplice, non è uno sforzo in più, complicato, ma un


gradino che si può salire per diventare più bravi, per vedere aumentato il proprio
minutaggio. Dobbiamo insegnare ai ragazzi le situazioni difensive reali di gioco,
dopo aver impostato nel miglior dei modi la posizione difensiva.
Tutti i giocatori in campo devono saper marcare il proprio uomo anche nelle
posizioni di post (alto, medio e basso).
La pressione sulla palla deve sempre risultare estremamente attiva, in qualsiasi
punto del campo. Piedi in movimento, braccia in movimento. Le braccia rendono il
difensore più largo e più grosso. Lavorare molto con i giovani sul press a tutto
campo per abituarli ad una grossa pressione difensiva.
Dobbiamo lavorare in difesa su un quarto di campo, poiché in tale modo ci
troveremo in una situazione di 5 vs 3.
Bisogna essere in grado di "tenere" la posizione difensiva (scivolare), e
contestare sempre un eventuale tiro/passaggio.
Si deve insegnare a "negare" i passaggi ai pivot. Forte anticipo come ulteriore
segno di aggressività. Sappiamo tutti che l'anticipo può essere normale (mano sulla
linea ideale palla/avversario), netto (gomito e mano sulla linea) e completo (con la
testa sulla linea di passaggio). Grosso lavoro della testa che si deve muovere in
continuazione per consentire la contemporanea visione di uomo e palla.
Un forte anticipo che va applicato su tutti i "primi" passaggi: guardia->ala,
guardia->guardia, guardia->post-alto.
Usare bene braccia/piedi nei tagli flash, sviluppando un forte anticipo (braccia
alte per far cambiare traiettoria al passaggio).
E come regola può essere adottata la seguente:

non vogliamo mai che il nostro avversario metta i suoi piedi tra noi e la palla!

Altro punto da insegnare è il salto verso la palla allorché si difende su chi ha


passato palla.

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Un semplice, ma efficacie, esercizio è quello mostrato in figura n. 16.

Con X1 che deve muoversi contemporaneamente alla palla.


Ricordarsi inoltre che i giocatori si spostano meglio quando la palla si muove in
palleggio, non così bene dopo due rapidi passaggi.
Il parlare/comunicare in modo semplice sul lato debole, sui tagli e nei blocchi
aiuta la difesa.
Il contenere su un quarto di campo l'attacco il più a lungo possibile è
fondamentale.
Ricordarsi che da una grande difesa nasce un grande attacco.
La qualità del basket è legata ad una forte difesa ed ad un buon contropiede.
Altro aspetto che vogliamo impedire, o , comunque, rallentare il più possibile, è il
ribaltamento della palla da un lato all'altro dell'attacco. Lavorare duro per ostacolare
i passaggi ala->guardia (o post-alto). Stesso obiettivo sui tentativi di ribaltare la
palla tramite il post basso. Evitare il più possibile di far passare la palla nella zona
centrale, indirizzandola invece rapidamente nelle fasce laterali. Chi marca la palla
deve forzare l'attacco ad un contatto fisico, con il chiaro intento di prendere un fallo
di sfondamento.

Altro punto di lavoro quotidiano è il tagliafuori, che va sempre portato con un


deciso contatto fisico, con gomiti alti in modo tale che l'attaccante non trovi una
strada diretta per il nostro canestro. Non voliamo subire "secondi" tiri. Purtroppo va
ricordato che il tagliafuori è uno dei fondamentali più trascurati.
Si deve essere in grado di "tuffarsi" sulle palle vaganti senza paura, l'unico modo
per evitare infortuni.
Infine non bisogna mai concedere all'attacco la linea di fondo, dove sono molto
difficili gli aiuti difensivi.

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Ulteriore regola è che in questi casi con palla che va verso la linea di fondo tutti i
difensori devono localizzarsi sotto la linea ideale tangenziale al cerchio della lunetta
(vedi figura n. 17).

Se mi trovo nella impossibilità nei miei movimenti difensivi di vedere


contemporaneamente uomo/palla sceglierò sempre il mio uomo.
Per quanto riguarda la difesa sul post alto, ci si posizionerà inizialmente in una
classica posizione di anticipo (vedi figura n. 18), per poi saltare (sul passaggio
guardia->ala) verso la palla, occupando molto spazio (figura n. 19). X5 deve
impedire il dai e vai del proprio uomo, obbligandolo a cambiare strada, cercando di
subire uno sfondamento (figura n. 20).

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Sulle situazioni di doppio stack chi difende sul pivot deve restare sempre dentro,
con l'altro difensore che esce su chi si apre dallo stack. Non vogliamo i nostri pivot
lontano dal canestro.
Lavorare duro per impedire i passaggi consegnati.
Ma l'obbiettivo più ampio resta quello di rendere difficile ogni movimento
all'attacco.

Il contropiede

Il contropiede migliora tra le altre cose la presa della palla da parte dei giocatori.
Tra gli aspetti salienti dello sviluppo del contropiede vanno ricordati:

l'uso del piede perno nell'apertura;


la protezione della palla;

L'apertura è sicuramente la "chiave" del contropiede. All'uso corretto del piede


perno si deve sapere aggiungere la capacità del palleggio forte per uscire da
situazioni di traffico. E poi bisogna aggiungere l'uso del secondo passaggio, per
posizionare rapidamente la palla nel mezzo (talvolta può essere saltato il primo
passaggio ed effettuare un passaggio diretto dal rimbalzista al giocatore sulla fascia
centrale).
Per portare avanti la palla (nei primi 15m del contropiede) utilizzeremo un
palleggio spinto, con tre palleggi si deve essere in grado di raggiungere l'apice della
lunetta opposta.
Insegnare a chi conduce il contropiede l'arresto e tiro in sospensione
arrestandosi sulla lunetta.
I rimorchi devono saper scegliere il giusto tempo per i loro tagli.
Ma la cosa più importante è allenarsi ad agire subito dopo aver ricevuto palla,
dopo il taglio.
Dobbiamo allenare i "fiancheggiatori" ad eseguire tiri in entrata sotto pressione,
con l'obiettivo di realizzare canestro e subire fallo, per un'azione di tre punti.
Infine si deve saper fare contropiede senza subirne subito un'altro.
Ricordiamoci che il contropiede migliora in generale i nostri giocatori.

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mattinata

Oggi vedremo rapidamente gli elementi da sottolineare del programma del corso
per allievi allenatori.
Gli aspetti che ci interessano dell'1 vs 1 sono stati trattati ieri, qui mi preme di
nuovo sottolineare la distinzione tra 1 vs 1 didattico (da fermo) e quello in
movimento (in condizioni reali da gara). L'importanza della pericolosità immediata
per un tiro, la partenza e le situazioni intermedie (finta ed incrocio, finta e partenza
pari).
Sugli aspetti della prima lezione la cosa più importante è ribadire i quattro
momenti salienti dell'insegnamento (spiegare, dimostrare, correggere e ripetere).
Ricordarsi che partendo da postulati teorici si deve saper calare in modo
semplificato la pallacanestro ai giocatori.
Ora al di là delle varie filosofie cestistiche alle quali ognuno di noi può fare
riferimento, quello che è importante è di "tenere" gli allievi in palestra, non
perdiamoli strada facendo, dobbiamo coinvolgerli, semplificare la didattica, dare un
ritmo divertente all'allenamento.
Ricordarsi che il nostro sport è fatto più di angoli che di curve. Sulle varie azioni
di base dare nozioni semplici (corsa cestistica, arresto, cambio di velocità, cambio
di senso, cambio di direzione con giro dorsale o frontale).
Sugli arresti ricordarsi i vari vantaggi/svantaggi legati a quello ad un tempo (minor
protezione, grado di libertà nella scelta del piede perno) e due tempi (maggiore
protezione, scelta obbligata del piede perno). Personalmente considerò più utile
l'arresto ad un tempo.
Sul giro bisogna saper eseguire entrambi gli arresti, ma l'importante rimane la
posizione fondamentale, lo stare bassi e restare bassi.

Sulle azioni di taglio rimane fondamentale la lettura della posizione del proprio
difensore in relazione alla linea me-palla. Se il difensore è alto rispetto a tale linea
mi muoverò per prima cosa verso l'alto per poi tagliare back-door, altrimenti mi
muoverò verso il cesto per poi esplodere verso la palla. Il concetto è quello di
andare ad occupare spazi liberi. Un altro modo di tagliare può essere
rappresentato, con il difensore "distratto", dall'andare verso di lui, ed una volta

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preso contatto scegliere di muoversi rapidamente o verso palla o verso canestro
(figura n. 21).

L'arresto a rovescio visto ieri può essere tranquillamente trattato nella seconda
fase del corso per allievi allenatori.
Nello smarcamento restano i concetti di prendere contatto con il difensore, per
poi esplodere verso la palla (figura n. 22). Con difesa sulla linea me-canestro,
posso optare per un'azione di autoblocco. Ulteriore possibilità, vista ieri, è quello di
muovermi sulla penetrazione di un mio compagno in modo tale da punire l'aiuto del
mio difensore (figura n. 23).

Trascuriamo in questa fase i movimenti di allontanamento.


Nel rimbalzo in attacco, l'importante sarebbe già andarci ed in modo intelligente,
sapendo leggere la traiettoria della palla. Qui si applica un semplice concetto di
equilibrio sul campo, niente di più.

Nella trattazione dei fondamentali offensivi con palla diviene fondamentale il


saper reagire alla difesa. Con difesa non aggressiva palla in posizione canonica
delle tre minacce, se c'è pressione sulla palla portarla su un fianco. Sulla giusta
tecnica della presa delle mani sul pallone, questa va vista in relazione dell'età degli

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allievi. In giovane età e con mani piccole mani laterali sulla palla, per i più grandi
mani con i pollici a "T" pronte per un tiro (ovviamente si vuole privilegiare la
possibilità di un tiro rapido).
Nella presa e ricezione insegnare l'uso corretto delle mani per "comunicare" con i
compagni. Chiamare la palla sempre lontano dalla difesa.
Nel trattamento della palla ribadire la posizione della mano sulla palla in relazione
della direzione che si vuole prendere e del fondamentale che si sta eseguendo.
Nei cambi di mano diviene importante saper utilizzare la mano che deve ricevere
il pallone. Importante nei palleggi in arretramento l'evitare di incrociare i piedi.

Nel passaggio accompagnare il gesto con un passo verso il ricevitore. Nel


passaggio due mani sopra la testa evitare di arcare la schiena.
Lavorare sulla finta di passaggio (che come tutte le finte è un fondamentale
interrotto) per esagerare la posizione del difensore.

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La didattica del tiro deve partire da situazioni da fermo, in prossimità del cesto,
con i piedi ben piantati per terra, partendo dalla posizione fondamentale. Canestro
visto sopra il pallone. Ma ricordarsi che sul tiro e sulla sua meccanica non ci sono
regole fisse. L'importante è saper tenere le braccia alte dopo il tiro, per dare il senso
della traiettoria del tiro.
Nel tiro in sospensione fare forza sulle gambe. L'allenatore deve posizionarsi
davanti all'allievo con la palla in mano e le braccia sollevate all'altezza delle spalle.
L'allievo deve prendere palla proseguire nel movimento, saltare e tirare. La stessa
dinamica didattica può essere utilizzata nell'insegnamento del passo e tiro.
Passare poi ai tiri in movimento (due tempi, tre tempi), al tiro dopo arresto (con
piede sotto la palla e tiro in sospensione).
Insegnare nelle giuste posizioni del campo l'uso del tabellone , con un tiro che
"baci" il tabellone.
Nell'arresto e tiro in sospensione l'ultimo palleggio dovrà risultare "duro".
Lavorare sui tiri dopo giro (blocca e gira, ricezione e giro). Insegnare l'uncino, un
tiro difficile da stoppare, il baby-hook e lo jump-hook.

Per quanto riguarda la posizione difensiva la cosa basilare è farsi "piccoli" davanti
all'attaccante. Un uso efficacie del drop-step e delle braccia, con almeno una mano
sulla palla. La difesa sull'attaccante che recupera il palleggio deve "intimidire",
rendere "cieco" l'attaccante.
Nell'azione di difesa sul dai e vai si deve saper eseguire body-check sul
passatore.
Sul tiro la mano deve essere alta sul pallone, disturbare. I bravi tiratori non
esitano, ma tirano subito, quindi si deve cercare di allungare questo tempo.
Una delle cose più difficili in difesa, è il recupero sul palleggiatore. Non solo
recuperare affiancandosi all'attaccante, in modo così da accompagnarlo al
canestro, ma mettersi davanti interrompedogli la strada al cesto. Al limite
prendendo uno sfondamento. Ma di nuovo emerge l'esigenza di saper lavorare sulla
mentalità.
Per prendere sfondamento si deve restare con i gomiti vicino al corpo, spalle
perpendicolari all'attaccante e stare sul suo percorso un momento prima di lui (con i
piedi in buona posizione, che non vuol dire fissi per terra).
Ricordarsi comunque che è la mentalità alla base di tutto, e questa deve essere
formata presto nel giocatore.

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Lavorare sul giusto posizionamento uomo-palla quando si difende su un
giocatore senza palla, da qui nasce una buona difesa sui tagli, e sulla possibilità di
"spezzare" i tagli.
Altro aspetto importante legato alla difesa è la rapida capacità di cambiare
mentalità attacco-difesa, è anche questa va allenata.
Nelle azioni di tagliafuori lavorare nelle diverse situazioni reali:
tagliafuori sul tiratore, poco spazio, prendere subito contatto ("cavalcare con lui"),
gomiti alti, vedere con la schiena;
tagliafuori su un giocatore sul lato forte, prendere contatto andando ad occupare
la linea avversario-canestro;
tagliafuori su giocatore su lato debole, prendere contatto con la mano sul petto
("sentire").

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Voglio chiudere queste due importanti giornate di lavoro comune ricordando
alcuni aspetti offensivi.
Rispetto al programma distribuito dobbiamo riflettere sulla necessità di abolire
giochi di cinque fuori dai e vai, più vicini forse alla pallamano che alla pallacanestro.
Ricordiamoci della regola dell'orologio del prof. Tracuzzi (vedi figure n. 24 e n.
25).

Come farli giocare?


Partiamo da diversi schieramenti (5 fuori, 2 guardie 2 ali 1 angolo, ..) solo allo
scopo di dare chiari concetti di spazio, e poi stabilire delle regole/concetti per
coordinare i movimenti di questi giocatori.
Il gioco viene creato anche dai giocatori senza palla, e non solo da chi ha palla.
Ribadire il concetto di fondo che il miglior tiro è quello eseguito in completa libertà.

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